B.6.1 Marguerite Yourcenar, Elettra e Clitennestra Es. 13. Il personaggio di Elettra appartiene alla famiglia greca degli Atridi, i discendenti di Atreo. Svolgi una ricerca su questo nucleo familiare, aiutandoti con un dizionario dei miti. Scopri quindi quali opere dall’antica Grecia in poi hanno parlato di Elettra, limitandoti alle più note. Per svolgere la ricerca leggi il testo seguente. Atreo e gli Atridi Atreo, figlio di Peolo e di Ippodamia, era nipote di Tantalo e fratello di Tieste e di Crisippo. Quest’ultimo era il figlio prediletto di Pelope, il quale era nato da una ninfa, e godeva di tutti i favori del padre, suscitando l’invidia degli altri fratelli. Atreo e Tieste, allora, con la connivenza di Ippodamia, lo uccisero e gettarono il suo corpo in fondo a un pozzo. Ma Pelope, sospettandoli dell’assassinio, li scacciò dalla propria casa; per Atreo, Tieste e Ippodamia cominciarono allora le peregrinazioni alla ricerca di un rifugio. Il luogo dove vennero accolti, Micene, era destinato a diventare il regno della casata degli Atridi, perché, dopo la morte de re Euristeo, Atreo ne divenne sovrano. Dalla prima moglie, Cleola, egli ebbe il figlio Plistene; poi da Erope, già moglie dello stesso Plistene, ebbe Agamennone, Menelao e Anassibia (anche se le fonti sono discordi nell’attribuire la paternità di questi eroi ad Atreo o al primo marito di Erope, Plistene). Infine, Atreo ebbe come ultima sposa Pelopia, figlia del proprio fratello Tieste. Le tragiche vicende degli Atridi offrirono un’inesaurbile materia ai poeti epici e tragici della Grecia. Un ciclo di leggende si articola intorno alla loro contesa per il trono di Micene e ne ha tra i suoi elementi caratterizzanti un vello d’oro. Atreo possedeva infatti un agnello dal manto dorato, che aveva fatto voto di sacrificare ad Artemide; aveva però tenuto il vello per sé, chiudendolo dentro una cassa. Solo sua moglie Erope era a conoscenza di quel prezioso cimelio. Invaghitasi di Tieste, essa gli rivelò il segreto. Durante il dissidio sorto per il trono fra Atreo e Tieste, quest’ultimo propose di dirimere la controversia assegnando la vittoria a chi possedesse un vello d’oro. Atreo accettò, convinto di avere la vittoria in pugno; ma Erope aveva segretamente dato il vello a Tieste, che risultò vincitore. Non per molto, però: per volere divino fu decretato che Atreo avrebbe avuto il trono se il sole fosse tramontato a oriente, cosa che miracolosamente avvenne, insediando gli Atridi sul trono di Micene. Ancora una volta si era trattato di una sfida fra i due fratelli, lanciata da Atreo su suggerimento di Zeus; Tieste l’aveva accettata nella certezza della vittoria, ma dopo la sconfitta si trovò in balìa della collera del fratello, furioso del suo amore per Erope e ben deciso a vendicarsi. Atreo bandì Tieste da Micene. Ma dal suo luogo di esilio Tieste mandò contro Atreo il giovane Plistene, figlio dello stesso Atreo, che però Tieste aveva allevato come un figlio proprio. Plistene partì con la missione di uccidere Atreo, ma fu a sua volta ucciso da quest’ultimo, che ignorava che egli fosse suo figlio. In preda all’ira per il crudele tradimento del fratello e deciso a vendicare la morte del proprio figlio rivalendosi su di lui, Atreo finse di volersi riconciliare con Tieste e lo fece rientrare a Micene; ma qui uccise i figli che Tieste aveva avuto da una Naiade e imbandì un orrendo banchetto con le loro carni, invitando il fratello a parteciparvi in segno di riconciliazione […] Il padre, così, senza saperlo, si nutrì della carne dei propri figli. Quando scoprì la verità, fuggì in preda all’orrore, mentre la vendetta divina si abbatteva su Atreo e sulle sua casata. Mentre la carestia devastava il suo regno, l’oracolo gli ordinò di riconciliarsi con il fratello, richiamadolo a Micene. Atreo si mise perciò in cerca di Tieste; nelle sue peregrinazioni raggiunse il re di Tesproto, del quale sposò la figlia Pelopia. Quest’ultima, in realtà, si rivelò essere la figlia non di Tesproto, bensì di Tieste, ed ebbe dal suo stesso padre un figlio, Egisto, destinato dal volere degli dei a uccidere Atreo per vendicare Tieste dei soprusi subiti. La tomba di Atreo si mostrava nella stessa città di Atene e Schliemann volle attribuire all’eroe i rinvenimenti del cosiddetto «tesoro d’Atreo» Presenze letterarie antiche. Della complessità dei miti legati agli Atridi sono una testimonianza le numerose riprese letterarie del soggetto. Il nome di Atreo compare già addirittura nel secolo XIII a.C. in documenti hittiti, con una grafia non lontana da quella che sarà poi diffusa in Grecia in età storica. Tra i testi letterari più celebri che trattano della cupa saga di Atreo spiccano l’Agamennone di Eschilo, l’Oreste e l’Elettra di Euripide, il Tieste di Seneca, di Valerio Rufo e di Curiazio Materno, le Favole di Igino e diversi passi di Pausania e Apollodoro. Presenze letterarie moderne. La tragica vicenda degli Atridi ha ispirato anche numerosi autori moderni. Tra questi in particolare hanno reinterpretato la figura di Atreo P.J. de Crébillon in Atreo e Tieste e G. Hauptmann nella Tetralogia degli Atridi. A. Ferrari, Dizionario di mitologia greca e latina, Torino, UTET