La dimensione spirituale e l`impegno dell`uomo nella società moderna

Mohammad Masjed Jamei, Ministero degli Affari Esteri della
Repubblica Islamica dell’Iran
La dimensione spirituale e
l’impegno dell’uomo nella società moderna
Relazione presentata al Seminario di dialogo islamo-cristiano Religione, società e
stato in Iran e in Italia, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 1 dicembre 1998
Prima di tutto, ritengo necessario ringraziare sinceramente tutti i rispettabili
membri della Fondazione Agnelli e, in particolare, Sua Eccellenza il Signor Pacini e
anche il mio collega Signor Sanguini ai quali è andata la fatica dell'organizzazione di
questo seminario. Bisogna riconoscere, certamente, le loro capacità e ringraziarli
maggiormente per l'iniziativa e per aver fatto il primo passo.
Noi sappiamo veramente ben poco l'uno dell'altro, e la cosa più difficile è che
su molti aspetti noi abbiamo, l'uno dell'altro, informazioni e giudizi non corretti e pur
avendo coscienza di questo non ne teniamo conto.
La verità è che, oggi, nonostante lo sviluppo delle comunicazioni in ogni campo
dell'informazione, gli uomini e le comunità umane sono sempre più lontani l'uno
dall'altro ed estranei tra di loro e, rispetto al passato, i loro rapporti sono meno
cordiali e ci si capisce di meno. Ed è questo che causa le molte e reali difficoltà
dell'oggi.
Questa difficoltà esiste anche presso gli esperti, gli esponenti della politica e del
sociale, in quanto la maggior parte di loro non ha la capacità di comprendere appieno
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i problemi e le difficoltà che pure tentano di risolvere. Spero che questo seminario,
ed altri simili, possa far compiere un passo, anche se piccolo, verso la soluzione delle
suddette difficoltà.
A me è stato chiesto di intervenire sul tema "La dimensione spirituale e
l'impegno dell'uomo nella società moderna", tenendo presente, nel merito, la
dimensione islamica. Il mio caro amico Signor Troll ha fatto la stessa cosa,
intervenendo su questo tema dal punto di vista del Cristianesimo. Ma io preferisco,
per vari motivi, impegnarmi di più sull'analisi del concetto di società moderna e, in
particolar modo, sulla modernità, cioè sull'aspetto religioso della questione, perché
molti, in genere, hanno un concetto univoco di "società moderna", e pensano che il
rapporto tra la società e le varie religioni sia sempre uguale anche nei casi in cui la
religione è la stessa. Ma, la verità non è questa.
Nella società di oggi, così fortemente mutevole, la difesa dei principi religiosi e
dei valori morali è fonte di ansia comune a tutti i credenti, anche se questa tematica
in molte parti non viene posta nello stesso modo. Affinché vi sia un pensiero univoco
e una collaborazione unificante, bisogna che comprendiamo in modo preciso le
differenze di ogni situazione e la logica specifica in ognuna di queste situazioni. Qui
di seguito accennerò, brevemente, alcuni punti.
1 - E' vero che le differenti società del mondo, particolarmente nell'ultimo
mezzo secolo, si sono evolute verso un aspetto sociale più uniforme rispetto ai
bisogni dell'uomo, ma questo non significa che tutte le società si siano modernizzate
al loro interno nello stesso modo, o che la loro modernizzazione sia una realtà che va
definitivamente in questa direzione.
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E' chiaro che quasi tutte le società esistenti hanno subito dei mutamenti su vari
aspetti e si sono modernizzate rispetto al loro passato. Ma la maggior parte di esse è
stata coinvolta dalle nuove tecnologie, con il risultato che talvolta le sue intelligenze,
con entusiasmo o con ritrosia, sono state costrette ad accettare il verificarsi della
nuova situazione. Tuttavia, questo non vuol dire che tutte le società si siano venute
modernizzando allo stesso modo e che il loro essere "moderne" possa ritenersi una
definizione generale valida per tutte.
Forse non è corretto pensare che la modernizzazione sia stata applicata nello
stesso modo ad ogni continente o ad ogni tipo di religione; così come non potrà mai
essere uguale da un continente all'altro, da una zona all'altra, che siano appartenenti a
differenti religioni o che siano all'interno di una stessa confessione religiosa. E questo
è ancora più vero, in particolare, quando si parla di rapporti tra religione e società, tra
modernità e modalità di reciproca influenza. Come può considerarsi uguale la
situazione religiosa vissuta in società come la Spagna, il Portogallo e l'Irlanda,
rispetto a società come l'Olanda, la Danimarca e la Svezia, paesi, questi, che fanno
parte tutti dell'Europa e che, per affinità, sono organizzati all'interno dell'Unione
Europea?
Come è possibile considerare uguali le situazioni in cui si trova la religione nei
due paesi quali la Slovenia e la Croazia? Anche se questi paesi sono vicini tra loro, si
tratta comunque di paesi piccoli, della stessa razza, della stessa religione e che,
durante questo secolo, facevano entrambi parte della Jugoslavia. In questi due paesi,
la collocazione della Chiesa cattolica è completamente diversa sia per il proprio
livello di potere sia per la sua influenza sulla politica, per il suo legame con il
nazionalismo sloveno e con quello croato e per la sua gente così spiritualmente legata
alla sua Chiesa. La loro esperienza di modernità è invece la stessa sia nell'uno che
nell'altro paese e, possiamo dire, che è più simile che in qualsiasi altro paese.
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Queste differenze sono maggiori là dove vige un'unica religione, come per il
Cristianesimo che vive, in varie realtà territoriali, esperienze differenti. Le Filippine e
l'Etiopia, da qualunque punto di vista le si consideri, sono società moderne e sono le
più modernizzate delle loro zone di appartenenza, e le loro popolazioni sono
composte da cristiani. Ma, nonostante i filippini siano cattolici, come possiamo
ritenere la situazione del cattolicesimo filippino uguale a quella del cattolicesimo
francese, o brasiliano? Oppure, come è possibile trovare similitudini tra la situazione
del Cristianesimo in Etiopia e quella del Cristianesimo esistente in un qualsiasi paese
europeo? Anche se prendiamo in considerazione che gli etiopi sono ortodossi e che
hanno avuto un'esperienza di comunismo ventennale, la situazione della Chiesa in
Etiopia non è la stessa vissuta dalla Chiesa ortodossa di un qualsiasi altro paese, né si
può paragonarla alla situazione esistente nel blocco dei paesi dell'Est, che pure hanno
vissuto l'esperienza socialista.
Come abbiamo detto, la maggior parte delle società attuali sono società
moderne positive. Ma se vogliamo parlare della loro situazione interna e, in
particolare, della realtà religiosa di queste società, sia per stabilire quali sono i doveri
e le responsabilità del credente sia per consolidare e per rafforzare la sua religione,
noi dobbiamo chiarire di quale società vogliamo parlare. Questo va precisato perché
se non prendiamo in considerazione queste diversità, sarà difficile parlare con
chiarezza. Le differenze sono in realtà molto più numerose di quelle che possiamo
ritenere trascurabili, o di quelle che possiamo trattare dando un giudizio univoco.
2 - Ora dobbiamo vedere: quali sono queste differenze? Come si sono verificate
e come si sono evolute? In maniera più concreta, la domanda è questa: nella storia
moderna, come si è sperimentata la religione nelle diverse società, e come mai la
religione non è riuscita ad affermarsi nello stesso modo in società differenti tra loro?
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E' vero che la religione, in quella parte dell'Europa che durante il Rinascimento
ha dato vita al cambiamento che ha poi portato alla civiltà e alla società moderna, ha
segnato grandi mutamenti, ma non si può e non bisogna pretendere che gli stessi
mutamenti avvengano anche in altre società moderne, oppure, là dove è accaduto,
che i risultati debbano essere necessariamente gli stessi.
Per quanto riguarda la religione e il suo evolversi, si può dire che i cambiamenti
avvenuti in quella determinata zona presentano tre particolari caratteristiche, che non
sono ravvisabili altrove oppure che, anche se lo fossero, non saranno avvenute certo
nelle stesse proporzioni di quelle europee.
La prima di queste particolari caratteristiche è dovuta al fatto che, per vari
motivi, i mutamenti sono emersi e si sono sviluppati dall'interno della società. Non è
che la religione, le organizzazioni e gli enti religiosi si siano venuti a trovare a dover
affrontare pressioni e minacce provenienti da forze di oltre-confine. Non c'erano
minacce politiche né militari, né di sicurezza, né culturali, né di identità. Di
conseguenza, l'apparire di mutamenti religiosi nei vari campi, come in quello
filosofico, in quello ideologico e in quello politico, è un fenomeno esploso all'interno
della società, così come l'andamento evolutivo di questo mutamento non è dipeso da
nessuna delle coercizioni del tipo suddetto. Tutti i mutamenti avvenuti all'interno
della Chiesa, dalle questioni teologiche alle predicazioni religiose, dal cambiamento
di stile nella scultura e nella pittura sacre all'ingresso della musica nelle celebrazioni
religiose, sono emersi dalla società e si sono sviluppati.
La seconda di queste particolari caratteristiche, che è la conseguenza della
prima, riguarda la naturale e logica gradualità dell'andamento di questo mutamento.
E' vero che, in modo specifico, questo mutamento ha registrato, in un primo tempo,
delle estremizzazioni da una parte all'altra, ma la cosa più importante è che tutti
questi cambiamenti, nel loro insieme, hanno determinato, alla fine, una loro specifica
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logica o l'hanno trovata. Ed è così che altre realtà e altre organizzazioni sociali e
politiche hanno trovato il modo di adattarsi alla nuova situazione attraverso azioni
reciproche. La stessa cosa è avvenuta per i mutamenti religiosi nelle varie realtà che
sono state costrette ad adattarsi, comunque, alle situazioni emergenti.
Più precisamente, è così che in questi paesi la comparsa di fenomeni come
quello della mondanità sono avvenuti gradualmente e in modo persuasivo,
raggiungendo un proprio equilibrio senza alcuna flessione di reversibilità. E' difficile
accettare l'ipotesi che, se il percorso che ha portato alla separazione della religione
dalla politica fosse avvenuto in modo diverso, si sarebbe potuto ottenere lo stesso
risultato e che questa realtà si sarebbe compiuta e definita.
Il carattere finale e irreversibile di questo corso storico è dipeso, oltre che
dall'insistenza dei propugnatori di queste teorie, dal fatto che anche altri gruppi
avevano in realtà raggiunto questo stesso risultato attraverso l'elaborazione del
pensiero e la pratica della fede, sebbene la via seguita per raggiungere questi risultati
sia stata differente da quella seguita dai promotori di queste teorie. Esattamente per
questo motivo non ci sono state più forze potenzialmente utili a portare la religione
sulla scena politica.
Ad esempio, detto in altro modo, non è stato così che i sostenitori delle teorie
laiche hanno sconfitto i loro oppositori politici, i loro avversari militari e sociali.
Quello che importa è che questi hanno portato i loro oppositori ad un nuovo modo di
interpretare la religione, la fede, la loro condizione e la loro missione, tanto che, sulla
base dei mutamenti che sono stati il loro prioritario motivo di successo, il ritorno
della religione sulla scena politica non sarebbe stato più, dal punto di vista religioso,
difendibile né cosa per la quale sacrificarsi. Vale a dire, la società si è svuotata di
tutte quelle potenzialità che anelavano al mutamento, nel senso di dominanza
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religiosa. E sembra che proprio questo particolare, a cui faccio cenno, sia stato il fatto
determinante.
La terza di queste particolari caratteristiche riguarda la struttura religiosa del
cattolicesimo europeo. I mutamenti religiosi avvenuti nel periodo PostRinascimentale sono stati influenzati, soprattutto nell'Europa occidentale, in maniera
precisa e profonda dal cattolicesimo europeo. Bisogna ribadire il termine di
Cattolicesimo e non di Cristianesimo, parlare di Europa e non di altre zone del
mondo, perché è questa la caratteristica specifica del Cattolicesimo europeo, che è
diverso persino da quello sviluppatosi in altre zone; ma occuparsi di questo tema
richiede un discorso a parte.
Per poter comprendere meglio questo concetto, le sue dimensioni e l'andamento
evolutivo di questi mutamenti, è comunque necessario conoscere meglio il
Cattolicesimo europeo dal suo punto di vista filosofico, da quello del linguaggio
religioso e dal punto di vista storico e culturale. Questo vuol dire che se il
cattolicesimo non avesse seguito il percorso effettuato, che di fatto ha compiuto,
questi mutamenti non sarebbero avvenuti in questo modo, oppure, non avrebbero
raggiunto l'evoluzione accennata.
Dal punto di vista filosofico e del linguaggio religioso, nessuna religione può
realizzare un mutamento accettabile e duraturo, cioè a lungo termine, capace di
elevarsi a fede seguita dai suoi seguaci, se la maggior parte dei fedeli non si sentirà
veramente coinvolta nell'amore della sua religione. E se la nuova interpretazione
proposta loro non conterrà i requisiti validi e la legittimità religiosa auspicati, i
mutamenti accennati sopra non verranno accettati e, non potendosi interiorizzare,
sbiadiranno col passare del tempo per essere così dimenticati
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Il motivo per cui in campo religioso molte innovazioni sono votate
all'insuccesso, è dovuto al punto di vista filosofico che esprimono, al linguaggio
religioso utilizzato e ai problemi della giurisprudenza di ciascuna religione. E' facile
attirare, per un breve periodo di tempo, l'attenzione di uno o più gruppi di fedeli di
una religione verso una interpretazione moderna di questa religione; ma se questa
nuova corrente non avrà in sé i valori religiosi necessari, perderà gradualmente i suoi
seguaci.
3 - Nonostante tutto questo, sarebbe sbagliato analizzare i cambiamenti religiosi
soltanto da un punto di vista filosofico e del linguaggio religioso, oppure attraverso la
giurisprudenza religiosa e la preghiera dei fedeli di quella determinata religione. La
religione non può mai essere analizzata come un insieme di credenze e di pratiche
seguite e professate soltanto dai suoi seguaci. Noi non possiamo affermare che la
religione è esistita ed esiste soltanto perché creduta e praticata dai suoi seguaci, non è
così. La religione è dentro la società, dentro la storia e nella cultura degli uomini, ed
è presente nella struttura personale dell'individuo, ne investe la sua identità e ne
influenza la sua vita e i legami tra gli uomini. Quindi, per analizzare i mutamenti
avvenuti nelle religioni bisogna esaminare e valutare la religiosità, prendendo in
considerazione tutti i suoi legami e il ruolo che essa svolge, e non limitarsi ad
analizzare soltanto il suo pensiero filosofico e il suo linguaggio religioso, o a
procedere ad una analisi relativa alle vecchie tradizioni. Se non facciamo attenzione a
questi punti, non potremo comprendere, nel modo giusto, il motivo per cui è
avvenuto questo mutamento nelle religioni durante il percorso della storia passata e,
in particolare, quello che è avvenuto nella nostra storia contemporanea.
E’ probabilmente sbagliato pensare che una società, ad esempio, possa definirsi
religiosa soltanto se i suoi appartenenti professano quella specifica religione. La
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struttura storica, politica, sociale e culturale delle società di questo tipo è
fondamentalmente sotto l'influenza della religione dominante ed è su questo modello
che la società si è formata e si è sviluppata. Questo tipo di struttura sociale è diversa
da altre società che hanno avuto esperienze diverse. Gli individui ritroveranno, in
ognuno di questi casi, le loro specifiche caratteristiche, relative alla loro psicologia,
alla propria struttura personale, alla propria identità individuale e si riconosceranno
in quella spiritualità, in quel modo di pensare ed in quegli obiettivi.
I mutamenti religiosi registrati nella parte occidentale dell'Europa sono avvenuti
per vari motivi, cui abbiamo accennato in parte nel comma precedente, mutamenti
che sono avvenuti in modo graduale, consentendo così una separazione tra identità
nazionale della fede ed eredità religiosa. Fino al periodo precedente al Rinascimento,
il nucleo centrale dell'identità europea era formato dall'identità religiosa. Ma, dal
Rinascimento in poi, questi due aspetti si sono andati allontanando l'uno dall'altro
fino alla loro separazione e, alla fine, è emersa una identità nazionale che, nata sulla
base di una concezione nuova di nazionalità, o presentava legami maggiori con la
religione o, per motivi storici, in alcuni casi, si trovava ad essere in deciso contrasto
con la religione.
Qui la cosa importante da sottolineare è che per salvaguardare l'identità
nazionale vengono coinvolti quei fattori che nella successiva epoca contemporanea
hanno contribuito all’evoluzione e al mutamento attraverso un processo nel quale la
religione ha svolto un ruolo rilevante. Il vuoto lasciato dall'assenza della religione è
stato riempito da altri fattori. Ed è stata proprio questa identificazione a conservare
un equilibrio morale e una struttura individuale che hanno caratterizzato l'identità
nazionale. Ed è quella identità che ha saputo conservare il proprio orgoglio, la
propria fierezza, le proprie idee e i propri obiettivi e che ha saputo salvaguardare la
propria unità sociale e la propria stabilità politica.
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In altri paesi, una realtà come questa, con le stesse qualità che abbiamo
accennato, non si è invece verificata. Il potere dell’ identità nazionale, cioè, era
dovuto ancora al potere dell'identificazione religiosa. Noi intendiamo la religione
come un fattore che è in grado di creare una identità e non come un insieme di
credenze, di moralismo e di sterile pratica religiosa, tanto che se un fattore indeboliva
l'identità religiosa, questa finiva con l'indebolire l'identità nazionale: ecco come
stavano veramente le cose. Le persone cercavano, viceversa, di consolidare l'identità
nazionale combattendo contro ogni fattore di minaccia, con l'intento di rafforzare le
fondamenta dell'identità religiosa. In questo ultimo decennio, si è assistito in Europa
e soprattutto nella zona dell'Est europeo, a questo tipo di percorso storico.
4 - Ogni società ha una sua specifica esperienza storica che si conforma alle
proprie condizioni sociali. In molti casi, questa esperienza è fortemente diversa in
base ai mutamenti religiosi che sono avvenuti nel corso della storia moderna
dell'Occidente e della moderna società occidentale. Queste differenze sono
certamente più visibili e palpabili oggi, rispetto al passato. Fino a uno o due decenni
fa, in particolare, sembrava che la religione si trovasse, nelle società non occidentali,
allo stesso livello della religione nelle società occidentali, e siccome il fattore
accomunante queste due società era la modernizzazione della società, si è pensato
che forse era stato il fenomeno della modernità a mettere la religione in quella
situazione.
Ma le cose non stavano così e non erano andate così. In questi due tipi di
società, apparentemente, la religione si collocava allo stesso livello, ma non nella
realtà, in quanto il potere dominante aveva un obiettivo prioritario, in merito agli
avvenimenti, che era quello di mettere a tacere la maggioranza dei credenti attraverso
il ridimensionamento dell'influenza religiosa e di imporre una interpretazione
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moderna della religione, più consona ai propri intenti. I cittadini credenti, allo stesso
modo, si erano imposti il silenzio al fine di proteggere se stessi, i loro figli e le loro
ereditarietà, dal potere dominante ed erano molto attenti a non venire danneggiati o,
persino, annientati dall'impari scontro possibile. Quel silenzio, comunque, era
giustificato da motivi reali e sotto quell'aspetto tranquillo si nascondevano tante
rivendicazioni. Erano pochi i credenti soddisfatti di quanto andava accadendo,
mentre la gran parte di loro aspettava solo l'occasione opportuna per manifestare le
proprie contestazioni. E l'occasione si è presentata nel corso dell'ultimo decennio, o
degli ultimi due, periodo in cui è stato chiarito che molte delle moderne società
attuali, che siano islamiche o non islamiche, chiedono una nuova definizione del
ruolo della religione.
In particolare, lo svolgersi di questo corso appare molto chiaramente nelle
nazioni asiatiche delle grandi civiltà arcaiche, poiché è possibile affermare che esiste
una relazione diretta tra la tendenza alla religiosità, sia a livello individuale che
sociale, e la quantità di fierezza delle civiltà, attraverso le quali la religione è
sbocciata e si è sviluppata. Nella maggior parte delle società di antica civiltà, i
mutamenti sociali, culturali e di pensiero, vanno nella direzione di un maggior
rafforzamento del ruolo religioso e della sua identità religiosa, e la realtà è che il
potere dominante sarà costretto a rispettare la religione o a fingere di rispettarla, per
conservare la sua egemonia o per conquistare la vittoria sul suo rivale.
5 - Tutte le grandi religioni esistenti, che conosciamo, si ritengono impegnate,
in un certo modo, verso la realtà sociale. Nessuna religione, in via di principio, può
restare indifferente di fronte alla realtà. L'impegno verso l'uomo e verso la società
umana sta nell'essenza propria della missione religiosa. Quando la religione parla
all'uomo, alla sua sostanza e ai suoi doveri, che si voglia o no, parla alla società
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umana, e ai doveri dell'uomo verso gli altri uomini. Questo fatto è più evidente se si
prendono in considerazione le credenze religiose propagandate dalle attività
missionarie dell'Islam e del Cristianesimo. Se un credo vuole realmente essere
predicato e diffuso, deve sentirsi impegnato ad annunciare la verità di cui è portatore,
e deve cercare di coinvolgere, in maniera durevole, se stesso e gli altri, cercando di
impegnarsi a costruire una società in cui i credenti alla sua fede siano numerosi.
Comunque, in via di principio, non stiamo discutendo della presenza o non
della religione nell'impegno sociale, bensì della quantità e delle dimensioni di tale
impegno. Il percorso storico è a sua volta influenzato, in particolar modo nella
società moderna, da altri due problemi. Il primo riguarda la struttura teorica di ogni
religione: come viene definito l'uomo, quali sono i doveri umani, qual è l'idea che si
ha dei rapporti umani e qual è la società ideale che si desidera? Il secondo verte sulla
domanda: quali sono le condizioni della società in cui vive e opera?
Come abbiamo detto, la religione, nell'odierna società moderna, non si trova a
vivere sempre le stesse situazioni, ma viene costretta in ogni luogo a comportarsi in
rapporto alle condizioni che la circondano. Ad esempio, è difficile accettare che la
Chiesa eserciti in America Latina lo stesso impegno sociale che esercita in Europa.
Nell'Europa del benessere, la Chiesa per affermare la propria identità non incontra le
difficoltà prodotte dalla miseria e dalla discontinuità storica ma, tuttalpiù, la missione
più grande che la Chiesa potrà svolgere in Europa, è quella di salvaguardare qualche
principio sessuale di etica cristiana. Al contrario, nelle zone povere dell'America
Latina e in particolar modo laddove la maggioranza della popolazione è composta da
indigeni, questo problema avrà un altro aspetto o quantomeno i problemi saranno
diversi per graduatoria. Gli indigeni che vivono non solo una condizione di povertà
culturale ed economica, ma soffrono anche per una sorta di miseria e di discontinuità
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storiche e della mancanza di una propria identità, non sanno chi sono né cosa devono
essere, e hanno perso se stessi e anche l'uomo che avrebbero desiderato diventare.
Nonostante ciò, considerando le situazioni sociali e culturali esistenti e le
pressioni di quella tecnologia che per lo più è al servizio di individui che non
operano per obiettivi morali ma contro la morale, come possiamo non organizzare
l'impegno religioso e sociale dei fedeli per rivitalizzare gli elementi morali e
religiosi?
Se la religione volesse resistere alle condizioni di malvagità e di cattiveria di
oggi e svolgere il suo ruolo spirituale di ispirazione morale sulle condizioni
dell'umanità, sarebbe costretta, per poter realizzare tutto questo, a chiedere aiuto
all'identità religiosa dei credenti. Certo, come abbiamo già detto, questo sarà
possibile se questa identità sarà ricca dei valori della fede e dei principi morali di
umanità, altrimenti sarà questa stessa identità la causa e lo strumento per scontri
tribali, razziali e religiosi come abbiamo visto in anni precedenti.
Anche questo sta a significare che noi riconosciamo ai credenti il diritto alla
loro religione ufficiale e diamo loro la possibilità di consolidare la propria identità e
la propria credenza religiosa. Noi siamo impegnati a difendere i principi religiosi dei
nostri corregionali e, allo stesso tempo, siamo impegnati a preparare il terreno perché
altre religioni possano svolgere tranquillamente i propri riti, e ad assicurare a tutti lo
spazio necessario perché possano consolidare i valori della loro religione. Questo è,
alla fine, l'interesse di tutti ed anche il nostro interesse.
Il mondo sarà un mondo desiderato solo quando i credenti di ogni religione si
impegneranno a diffondere i principi e i valori della loro fede e quando i fedeli si
attiveranno in questo senso. L'indifferenza nei confronti degli individui non
appartenenti alla propria regione geografica e il ritenere che la loro mancanza di
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impegno religioso e di moralità siano cose che riguardano soltanto loro e non noi,
almeno nel mondo attuale, non è una posizione corretta. Il destino degli uomini, oggi,
è talmente legato fra loro che non è possibile restare indifferenti di fronte a questioni
del genere, e un'azione irresponsabile verso i principi e i fondamenti religiosi
danneggerà anche gli altri nella stessa misura in cui crea difficoltà ai credenti di
quella religione. Noi siamo obbligati a costruire una società migliore e dobbiamo
incitare ed invogliare i credenti di altre religioni a seguire il nostro credo.
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