FECONDAZIONE ARTIFICIALE Smascherato il pre-embrione, ci riprovano col pre-zigote di ALDO MAZZONI Nel dibattito sulla procreazione artificiale l'ultimo tentativo di "congelare" gli embrioni stato proposto con un nuovo termine dell'anti-lingua: pre-zigote. La linea dí attacco alla vita viene arretrata dal 14̊ giomo (cui si riferiva il termine pre-embrione) alla ventesima ora (pre-zigote). In un precedente numero abbiamo chiesto chiarimenti al prof Angelo Vescovi, conosciuto a livello mondíale come esperto sulle cellule stamínali. Ora abbiamo chiesto un intervento al prof Aldo Mazzoni, presidente dei Centro di consulenza bioetíca A. Deglí Esposti di Bologna. Ogni individuo animale che si riproduca sessualmente biologicamente 'marcato' dalla presenza di alcune proteine specifiche, esclusive ed irripetibili (unica eccezione: i gemelli monozigoti). E'questa la ragione per cui i trapianti d'organo vengono rigettati e, allo stesso tempo, possibile guarire dalle malattie infettive. Il sistema immunitario, occhiuto controllore del nostro 'territorio", riconosce infatti immediatamente la presenza, nel nostro organismo, delle proteine estranee sia dell'organo trapiantato sia degli agenti infettivi, e tende a distruggerle, eliminando l'ospite. Ogni vivente, in qualunque fase dei suo sviluppo, cominciando dall'embrione, dunque irrimediabilmente individuato come 'se stesso' da questo "marchio proteico'. Tale documentata osservazione stata sufficiente per dare il benservito all'invenzione promozionale del termine "pre-embrione' (A. McLaren, Nature 1986, 320:570), che avrebbe dovuto certificare la non ancora avvenuta "umanizzazione" dell'embrione primi quattordici giorni del suo sviluppo, rendendone cos possibile ( solo un grumo cellule!) il libero uso, senza scrupoli di coscienza, da parte dei cosiddetti “procreatici". Nell'embrione infatti i primi “messaggeri” che trasmettono agli "organelli" cellulari competenti, i ribosomi, il messaggio dei geni (presenti a distanza nel nucleo) su come “costruire" le proteine anche specifiche del "nuovo" individuo, diverse cio da quelle materne e paterne, sono gi attivi nell'embrione "precocissimo" (nel topo ad esempio gi allo stadio dell'embrione di sole due cellule). Cosa dire del breve precedente periodo di "silenzio genetico" immediatamente successivo alla "singamia", cio alla "fusione” delle due cellule sessuali, l'ovocita e lo spermatozoo? Ecco allora gli orfani del pre-embrione pronti a proporre il termine "pre-zigote", non ancora zigote umano, che corrisponderebbe agli ovociti fertilizzati in stadio “prenucleare", quando cio i due nuclei maschile e femminile, provenienti dall'ovocita e dallo spermatozoo, peraltro gi “fusi" in un'unica cellula, lo zigote, appaiono tuttavia ancora distinti ("pronuclei”). Il fine? Giustificarne il congelamento a fini procreatici, in sostituzione dei “tramontati" pre-embrioni. Nel caso, di gran lunga il pi frequente, di fallimento dei primo tentativo di fecondazione in vitro, si potrebbe cos continuare ad evitare alla donna ulteriori pesanti iperstimolazioni ovariche nei tentativi successivi, congelando, al posto degli embrioni, “purtroppo” valorizzati, da quei pedanti dei cattolici, come "esseri umani', questi cosiddetti 'pre-zigoti" che sarebbero viceversa certamente (sic) privi di sigillo umano. Realt biologica o (per la seconda volta) invenzione linguistica a scopo utilitaristico? La sintesi delle proteine "nuove", indice biologico della indiscutibile esistenza di un individuo umano "nuovo e diverso", non nasce ovviamente dal nuila, esige un'adequata preparazione. Immediatamente dopo la fusione fra ovocita e spermatozoo (singamia) esplode infatti un'onda documentabile di attivazione biochimica, svelata dall'aumento critico di concentrazione dei calcio tutto attorno all'ovocita fertilizzato, indice del fatto che lo sviluppo embrionale ha avuto inizio. Le pi importanti fra le attivit iniziali? L’organizzazione nel “nuovo” genoma a partire dai geni genitoriali e l'inizio dei primo processo replicativo che, a partire dallo zigote unicellulare, sviluppa l'embrione di due cellule (A, Serra, "The human embryo: a disposabie "mass of cells' or a human being?", Medicina e Morale 2002/1, 63-80). Esistono quindi indicazioni precise e documentate che inducono a ritenere che, in ogni individuo biologico, il progressivo svolgersi dei ciclo vitale (che non conosce “salti”) inizi al momento della singamia. Si potrebbe obbiettare che queste considerazioni non dimostrano ancora che, in quella fase inizialissima di sviluppo, si tratti gi di un essere umano, senz'ombra di dubbio. Conferme sono ovviamente indispensabili. Poiché tuttavia si deve quanto meno ammettere che si tratta di una “entit” vivente che “potrebbe” gi essere un individuo umano, senza prove in contrario, ma con elementi a favore, come negare che sia l'aspirante congelatore a dover fornire la prova inoppugnabile che, quell'essere in rapido sviluppo, soggetto umano non lo ancora? O gli esseri umani non sono pi importanti? Sollecitato da un fruscio, sar lecito al cacciatore sparare nella siepe immaginando la lepre, prima di escludere che si tratti, ad esempio, di una coppia in "affettuoso" colloquio?