Vedi art. di Aldo Mazzoni su “Sì alla Vita” di settembre 2003

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FECONDAZIONE ARTIFICIALE
Smascherato il pre-embrione, ci riprovano col
pre-zigote
di ALDO MAZZONI
Nel dibattito sulla procreazione artificiale l'ultimo tentativo di "congelare" gli embrioni 
stato proposto con un nuovo termine dell'anti-lingua: pre-zigote. La linea dí attacco alla
vita viene arretrata dal 14̊ giomo (cui si riferiva il termine pre-embrione) alla ventesima ora
(pre-zigote). In un precedente numero abbiamo chiesto chiarimenti al prof Angelo
Vescovi, conosciuto a livello mondíale come esperto sulle cellule stamínali. Ora abbiamo
chiesto un intervento al prof Aldo Mazzoni, presidente dei Centro di consulenza bioetíca A.
Deglí Esposti di Bologna.
Ogni individuo animale che si riproduca sessualmente  biologicamente 'marcato' dalla presenza
di alcune proteine specifiche, esclusive ed irripetibili (unica eccezione: i gemelli monozigoti).
E'questa la ragione per cui i trapianti d'organo vengono rigettati e, allo stesso tempo,  possibile
guarire dalle malattie infettive. Il sistema immunitario, occhiuto controllore del nostro 'territorio",
riconosce infatti immediatamente la presenza, nel nostro organismo, delle proteine estranee sia
dell'organo trapiantato sia degli agenti infettivi, e tende a distruggerle, eliminando l'ospite. Ogni
vivente, in qualunque fase dei suo sviluppo, cominciando dall'embrione,  dunque
irrimediabilmente individuato come 'se stesso' da questo "marchio proteico'.
Tale documentata osservazione  stata sufficiente per dare il benservito all'invenzione
promozionale del termine "pre-embrione' (A. McLaren, Nature 1986, 320:570), che avrebbe
dovuto certificare la non ancora avvenuta "umanizzazione" dell'embrione primi quattordici giorni
del suo sviluppo, rendendone cos possibile ( solo un grumo cellule!) il libero uso, senza
scrupoli di coscienza, da parte dei cosiddetti “procreatici".
Nell'embrione infatti i primi “messaggeri” che trasmettono agli "organelli" cellulari competenti, i
ribosomi, il messaggio dei geni (presenti a distanza nel nucleo) su come “costruire" le proteine
anche specifiche del "nuovo" individuo, diverse cio da quelle materne e paterne, sono gi attivi
nell'embrione "precocissimo" (nel topo ad esempio gi allo stadio dell'embrione di sole due
cellule).
Cosa dire del breve precedente periodo di "silenzio genetico" immediatamente successivo alla
"singamia", cio alla "fusione” delle due cellule sessuali, l'ovocita e lo spermatozoo? Ecco
allora gli orfani del pre-embrione pronti a proporre il termine "pre-zigote", non ancora zigote
umano, che corrisponderebbe agli ovociti fertilizzati in stadio “prenucleare", quando cio i due
nuclei maschile e femminile, provenienti dall'ovocita e dallo spermatozoo, peraltro gi “fusi" in
un'unica cellula, lo zigote, appaiono tuttavia ancora distinti ("pronuclei”).
Il fine? Giustificarne il congelamento a fini procreatici, in sostituzione dei “tramontati"
pre-embrioni. Nel caso, di gran lunga il pi frequente, di fallimento dei primo tentativo di
fecondazione in vitro, si potrebbe cos continuare ad evitare alla donna ulteriori pesanti
iperstimolazioni ovariche nei tentativi successivi, congelando, al posto degli embrioni,
“purtroppo” valorizzati, da quei pedanti dei cattolici, come "esseri umani', questi cosiddetti
'pre-zigoti" che sarebbero viceversa certamente (sic) privi di sigillo umano. Realt biologica o
(per la seconda volta) invenzione linguistica a scopo utilitaristico? La sintesi delle proteine
"nuove", indice biologico della indiscutibile esistenza di un individuo umano "nuovo e diverso",
non nasce ovviamente dal nuila, esige un'adequata preparazione. Immediatamente dopo la
fusione fra ovocita e spermatozoo (singamia) esplode infatti un'onda documentabile di
attivazione biochimica, svelata dall'aumento critico di concentrazione dei calcio tutto attorno
all'ovocita fertilizzato, indice del fatto che lo sviluppo embrionale ha avuto inizio.
Le pi importanti fra le attivit iniziali? L’organizzazione nel “nuovo” genoma a partire dai geni
genitoriali e l'inizio dei primo processo replicativo che, a partire dallo zigote unicellulare,
sviluppa l'embrione di due cellule (A, Serra, "The human embryo: a disposabie "mass of cells' or
a human being?", Medicina e Morale 2002/1, 63-80). Esistono quindi indicazioni precise e
documentate che inducono a ritenere che, in ogni individuo biologico, il progressivo svolgersi dei
ciclo vitale (che non conosce “salti”) inizi al momento della singamia.
Si potrebbe obbiettare che queste considerazioni non dimostrano ancora che, in quella fase
inizialissima di sviluppo, si tratti gi di un essere umano, senz'ombra di dubbio. Conferme sono
ovviamente indispensabili. Poiché tuttavia si deve quanto meno ammettere che si tratta di una
“entit” vivente che “potrebbe” gi essere un individuo umano, senza prove in contrario, ma con
elementi a favore, come negare che sia l'aspirante congelatore a dover fornire la prova
inoppugnabile che, quell'essere in rapido sviluppo, soggetto umano non lo  ancora? O gli
esseri umani non sono pi importanti? Sollecitato da un fruscio, sar lecito al cacciatore sparare nella siepe immaginando la lepre, prima di escludere che si tratti, ad esempio, di una coppia in
"affettuoso" colloquio?
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