PROSA DANZA LIRICA TEATRO RAGAZZI MUSICAL JAZZ

Le Muse
Giornale di informazione culturale - anno 18 n. 2 - novembre 2014 - € 0,50 (copia omaggio)
www.lemuse.media
PROSA
DANZA
LIRICA
TEATRO RAGAZZI
MUSICAL
JAZZ
Gentile Lettrice,
egregio Lettore
Le Muse
«Le Muse», il giornale del Centro Servizi Culturali S. Chiara, si rinnova. Tornando all’antico. Era il marzo 1997 quando uscì il primo numero del periodico, nato dalla volontà
del compianto collega Luigino Mattei che lo pensò come
occasione di conoscenza e approfondimento dell’offerta
culturale proposta dal Centro, e non solo come strumento
di promozione dei singoli eventi. È questa la strada che
il giornale intende nuovamente percorrere, con una veste
grafica rinnovata, ma soprattutto con molte informazioni
in più rispetto al recente passato e, di conseguenza, con un
maggior numero di pagine.
Rimane, nel titolo «Le Muse», il richiamo forte alla complessità delle Arti, a quell’intreccio di generi che caratterizza una proposta di spettacolo che vede convivere, nelle
Stagioni della Lirica e della Prosa, i riferimenti alla storia
Direttore responsabile | Fabio Lucchi
Coordinamento editoriale | Viviana Bertolini
Collaborazione giornalistica
Maria Luisa Buzzi | Enrico Bettinello
In redazione | Katia Cont
aut. del Tribunale di Trento
n. 945 R. st. del 25 febbraio 1997
Redazione e amministrazione
Via S.Croce 67, 38122 Trento
Realizzazione: Prima srl
Stampa: Publistampa - Pergine
Chiuso il 3 novembre 2014
(Clio), alla commedia e alla
poesia giocosa (Talìa), alla
tragedia (Melpòmene), alla
poesia epica (Callìope),
all’arte oratoria (Polimnìa) e
alla poesia lirica e amorosa
(Eràto). E poi la Stagione
della Danza (Tersicore) e
le molte e variegate proposte musicali (Euterpe). Ci
sarà anche Urania, Musa
dell’Astronomia? Lascio al lettore, scorrendo queste pagine, la curiosità di scoprirlo. Buona lettura e … arrivederci,
nei nostri Teatri!
Fabio Lucchi
Centro Servizi Culturali S. Chiara
Consiglio di Amministrazione
Ivo Gabrielli - Presidente
Enzo Bassetti | Maurizio Cau | Paolo Dalla Sega | Loreta Failoni
Revisori dei conti
Cristina Odorizzi | Emiliano Dorighelli | Wilma Sassudelli
Direttore | Francesco Nardelli
Segreteria
tel. 0461.213811 - fax 0461.213817
(8.30-13.00 / 14.00 - 18.30)
[email protected]
www.centrosantachiara.it
Numero verde: 800.013952
Foto: MoniQue foto, Archivio Fotografico Fondazione Museo Storico del Trentino, Tommaso Le Pera, Laila Pozzo, Gioia Casale, Federico Riva,
Brunella Giolivo, FotoENNEVI, Eyal Landesman, Bill Cooper, Christopher Duggan, framas, Panayiotis Sinnos, Mariapia Angelini, Angelo Redaelli,
Riccardo Musacchio, AlZam, Margherita Busacca, Marco Scozzaro, PHtalamonti, R. Rognoni, Fotolia
l’edizione de Le Muse che Lei si appresta a visionare è frutto di uno sforzo di innovazione nel formato, nella linea grafica e nei contenuti che abbiamo
voluto introdurre per aggiornare questo utile strumento informativo.
Le Muse non perde la sua caratteristica fondamentale di fornire elementi informativi sulla proposta artistica del Centro, ma diviene un format più
prossimo alla rivista di settore che al solo supporto
promozionale. Ci auguriamo che la nuova linea e i
contenuti che vi proponiamo possano incontrare la
Sua approvazione. Colgo l’occasione per ricordare
con affetto il past-direttore giornalistico della testata, dott. Luigi Mattei, che ci ha lasciati nell’estate
del 2013 e di augurare buon lavoro a Fabio Lucchi, già direttore delle pubblicazioni della stagione
2013/14, al quale vanno la mia stima e il mio apprezzamento per il lavoro svolto.
Ma veniamo ai contenuti di questa nuova Stagione teatrale che sta per iniziare, anch’essa non priva
di novità. La prima, e forse più significativa, è la
declinazione della Stagione di Prosa su tre cartelloni: quello della Grande Prosa, che torna a 10 titoli,
con un incremento di 2 rispetto a quella dell’anno
precedente; il cartellone delle Tendenze Prosa che,
anche quest’anno, propone alcuni tra gli spettacoli
ed artisti più innovativi del panorama italiano; infine, una terza rassegna, Tendenze Off, dedicata alla
scena contemporanea e ai nuovi linguaggi, che si
terrà al Teatro Sanbàpolis, struttura recentemente
inaugurata dall’Opera Universitaria e in gestione
per la prossima stagione al Centro Servizi Culturale S.Chiara.
A cento anni dallo scoppio del primo conflitto
mondiale, anche noi abbiamo voluto ricordare, attraverso il teatro, la Grande Guerra. Lo abbiamo
fatto con alcune proposte che troverete in tutti e tre
i cartelloni della stagione di prosa. La prima e più
significativa occasione è quella dell’inaugurazione, il 6 novembre, affidata quest’anno ad uno spettacolo sulla memoria storica, dalle radici trentine,
e co-prodotto con lo Stabile di Bolzano. Scritto per
l’occasione ed interpretato da Andrea Castelli Sanguinare inchiostro, questo il titolo dello spettacolo,
affronta il tema del primo conflitto mondiale, senza retorica, attraverso un compendio di memorie
vissute o narrate da illustri scrittori, così come da
ignoti soldati, trasmettendoci la realtà del conflitto
vissuto su opposti fronti.
La Grande Stagione proporrà altri titoli di grande
qualità, legati alla grande tradizione e ai classici del
Novecento, dando spazio ad autori quali William
Shakespeare, Luigi Pirandello, Thomas Beckett,
Eduardo De Filippo, Ingmar Bergman, Patroni
Griffi, Peter Morgan, Eric Emmanuel Schmitt e con
interpreti come Silvio Orlando, Alessandro Haber,
Leo Gullotta, Paolo Rossi, la coppia Ferdinando
Bruni/Elio De Capitani e altri.
Il cartellone delle Tendenze Prosa si manterrà nel
solco delle passate due edizioni, ospitando regie di
qualità, da Antonio Latella a Mario Artuso, da Walter Sidis a Fabrizio Arcuri, oltre a dare spazio alla
compagnia vincitrice del concorso Premio nuova_
scena.tn 2014: Teatrincorso.
Infine, con il terzo cartellone, Tendenze Off, dedicato a giovani e già affermate realtà produttive, si
inaugurerà un nuovo ‘spazio’ teatrale, dedicato alla
Creatività e al Nuovo che avanza– il Teatro Sanbapolis - quale miglior strumento, oggi, in un tempo
di crisi e trasformazioni, per dare effettivo sostengo
e stimolo alle idee, al confronto aperto tra generazioni, di artisti e di pubblici, oltre che al lavoro di
Frutto di uno sforzo di
innovazione nel formato,
nella linea grafica e nei
contenuti, la nuova rivista
Le Muse diviene un format
più prossimo alla rivista di
settore che al solo supporto
promozionale.
giovani realtà produttive che operano sul nostro territorio.
Dal punto di vista dell’investimento culturale, abbiamo voluto continuare a mantenere alta la qualità delle proposte,
puntando su una diversificazione dell’offerta, per andare
incontro e semmai ampliare i nostri pubblici. L’incremento
da otto a dieci spettacoli della Grande Stagione ci permette di offrire un completo ‘viaggio’ nella tradizione e tra i
classici, percorso molto seguito dai nostri abbonati e dai
giovani delle scuole. Questo aumento è stato compensato
da una riduzione da quattro a tre delle recite previste nel
Teatro Auditorium. Tale scelta ci ha permesso di arricchire
la proposta culturale con un più razionale impiego delle
risorse. Siamo certi che il nostro pubblico potrà apprezzare
questa nostra scelta anche a fronte di una maggior flessibilità e mobilità richiesta agli abbonati per i posti a sedere
al teatro Auditorium. Presso il Teatro Sociale, invece, il numero delle recite rimane invariato, data la minore capienza
offerta dalla sala. Il mio augurio è di potervi incontrare a
teatro, o nelle diverse occasioni di incontri e dibattiti che
affiancheranno gli spettacoli. Perché il teatro possa entrare
dentro la realtà, dentro il nostro tempo, essere spunto di
riflessione.
Per quanto riguarda la stagione lirica, viene confermata
la collaborazione con la Fondazione Orchestra Haydn e
con la Fondazione Teatro Comunale di Bolzano nella programmazione lirica regionale, con quattro titoli di grande
repertorio. L’inaugurazione della stagione avverrà venerdì
10 ottobre al Teatro Sociale con l’opera Don Pasquale, con
la regia di Maurizio Nichetti. Una nuova produzione che
abbiamo voluto assegnare ad un regista noto soprattutto
per la sua creatività nell’abbinare nuovi linguaggi visuali e
continuare così la nostra esplorazione delle possibili scenografie visuali. L’anno scorso sia Il barbiere di Siviglia, sia
Elisir d’amore avevano questo come tratto distintivo, nella
prossima stagione abbiamo voluto rispettare un equilibrio,
mantenendo tale linea per la nostra produzione annuale,
ma co-producendo un titolo della grande tradizione verdiana, Rigoletto (in scena il 5 e 7 dicembre) con il Teatro
Comunale di Modena, in un allestimento assolutamente
tradizionale, con la regia di Giandomenico Vaccari. Entrambe le produzioni vedranno impegnata l’orchestra regionale per l’esecuzione musicale e un cast cantanti di assoluto pregio.
La nuova stagione sarà anche l’occasione per formalizzare
l’istituzione di un coro lirico regionale, diretto dal M° Luigi
Azzolini, che verrà impiegato in due dei quattro titoli lirici
della proposta stagionale, a suggello di una collaborazione
che auspichiamo possa sempre più consolidarsi nel tempo.
I titoli proposti dal partner di Bolzano, inseriti nella stagione regionale, saranno Don Giovanni di W. A. Mozart, con
la regia di Graham Vick in coproduzione con il Circuito
Lirico Lombardo, e Faust di C. Gounod in coproduzione
con il Landestheater Dresden.
Viene confermata anche quest’anno la proposta di un abbonamento regionale con messa a disposizione di un pullman navetta tra le due città e la visita guidata alla scoperta di luoghi meno noti della città partner. Al pubblico
trentino quest’anno verrà offerta la possibilità di visionare
il Monumento alla Vittoria e annesso museo di recente ristrutturazione.
La stagione della danza incrementa l’offerta a sei titoli e
ripropone il progetto regionale. L’abbonamento regionale
della danza ha le medesime caratteristiche di quello della
lirica, articolato su quattro titoli, due a Trento e due a Bolzano oltre alla possibilità di poter visionare uno spettacolo
anche nel rinnovato Teatro Zandonai di Rovereto.
L’apertura del 16 ottobre vedrà per la prima volta in regione il Balletto della Fondazione Arena di Verona con una
produzione del nuovo coreografo stabile Renato Zanella
(Medea).
La stagione si comporrà di presenze nazionali ed estere proponendo novità come la compagnia israeliana Inbal Pinto
Dance Company, e quella inglese dei Ballet Black, ovvero ritorni di grandi coreografi come Shen Wei; esplorerà
il gioco tra danza e mondi immaginifici, realizzati grazie
a nuove tecniche applicate allo spettacolo dal vivo con le
coreografie della compagnia compagnia italiana Nogravity,
di ritorno da una trionfale tournée estera, per concludersi
con l’energia estetica al maschile dei BalletBoyz.
La danza sarà protagonista anche della programmazione
del Teatro Sanbàpolis, dove troverà una ideale collocazione la proposta di danza verticale, soprattutto nella versione francese, che più di altre tradizioni ha sviluppato una
vera disciplina autonoma con la dance escalade. Ideale è la
collocazione dal momento che la struttura di Sanbàpolis
ospita una delle più importanti palestre di roccia indoor
del Nord Italia.
Ma questo spazio sarà anche protagonista della musica
trentina. Nata, come anticipato, dalla collaborazione tra
Centro e Opera Universitaria, la programmazione artistica
sarà particolarmente attenta al mondo giovanile, al quale
si rivolgerà, oltre che con le rassegna tradizionali di danza
e prosa, soprattutto attraverso la musica. La musica sarà
la grande protagonista di Sanbàpolis, anche grazie al trasferimento in tale sede del Centro Musica e di Sanbaradio,
con la quale si prospetta una collaborazione sinergica. Si
comincia con un ciclo di tre concerti il 9 ottobre con DJ
Boosta dei Subsonica. Ampio spazio sarà poi offerto alla
musica underground e ai gruppi più significativi del territorio.
Ma tornando alla programmazione negli spazi scenici tradizionali, in occasione delle festività natalizie verrà confermata la proposta di uno spettacolo particolarmente adatto
alle famiglie e che per il 2014 sarà nuovamente un classico
del circo teatrale, Le cirque invisibile di Victoria Chaplin e
Jean Baptiste Thierrée.
A gennaio, potremo quindi godere del ritorno del musica
a Tento, con lo spettacolo Cinecittà, scritto e interpretato
da Christian De Sica, e ospitato al Teatro Auditorium in
tre serate.
Nelle pagine di questo numero, “Le Muse” vi presenterà
anche le novità che riguardano la programmazione del teatro ragazzi e del jazz.
Per quanto concerne il Teatro ragazzi, oltre a fregiarsi del
marchio Family in Trentino, quest’anno, per la prima volta,
sarà disponibile una formula abbonamento a più spettacoli
della stagione. Viene confermata e arricchita la formula del
pomeriggio a teatro, con un intrattenimento con la compagnia che abbia realizzato lo spettacolo al termine dello
stesso.
Il jazz conferma la stagionalità su 6 spettacoli con ospiti
particolarmente illustri in concerto a Trento e Rovereto.
Tra tutti segnalo il gradito ritorno di Stefano Bollani e la
presenza di Maria Schneider per realizzare un progetto di
collaborazione con il Conservatorio che è diventato ormai
abituale della programmazione del Centro. Mi preme evidenziare come le recenti esperienze di collaborazione con
il Conservatorio in ambito jazz abbiano consentito di proporre concerti di assoluta qualità con interpreti di Chiara
fama che si sono utilmente spesi per il successo del progetto. Quello con Maria Schneider non sarà da meno.
Infine, poche parole per tornare su un tema recentemente
passato anche agli onori della cronaca, e che riguarda il
risanamento del Centro.
Non possiamo infatti negare una certa soddisfazione per
il fatto che i sacrifici imposti dal rigore necessario a ricondurre in positivo il saldo patrimoniale dell’ente, ridurre
l’incidenza dell’indebitamento e l’esposizione nei confronti
dei fornitori abbiano sortito risultati particolarmente positivi. La situazione economica e finanziaria attuale è tale
da poter considerare il Centro uscito dalla spirale negativa
che sembrava poterlo destinare al commissariamento o finanche alla sua chiusura.
In virtù di questi risultati, anche la proposta stagionale ha
potuto beneficiare di una maggiore ricchezza, senza rinunciare al progetto complessivo di razionale impiego delle
risorse disponibili.
Anche la rivista che state leggendo è parte di questo progetto. Buona lettura.
Francesco Nardelli
Direttore del Centro Servizi Culturali S. Chiara
4
Le Muse
LA PROSA
LA PROSA
La Stagione di Prosa intercetta quest’anno, con ben venti spettacoli, tre direzioni
presenti oggi nel teatro contemporaneo italiano, proponendo al pubblico
un viaggio disegnato attraverso la tradizione e i classici rivisitati, nuove
drammaturgie sceniche e giovani realtà emergenti. Nel cartellone Grande
Stagione verranno toccate alcune tappe fondamentali del teatro del Novecento,
Tendenze Prosa viaggerà lungo la linea di demarcazione tra tradizione e nuove
drammaturgie e un terzo cartellone, Tendenze Off, concretizzerà ulteriormente
l’attenzione che il Centro Servizi Culturali S. Chiara ha dedicato in questi ultimi
anni ai nuovi linguaggi della scena contemporanea.
Andrea Castelli porta in palcoscenico
il grido disperato della trincea
di Fabio Lucchi
«Chi scrive in tempo di guerra
sanguina sul foglio la propria
sofferenza, quella che vede e
quella che si porta dentro»
Sono le parole con cui l’autore del testo, Andrea Castelli,
delinea il senso profondo di questo spettacolo e ce ne
spiega anche il titolo. Inserita nel solco della collaborazione fra Centro Servizi Culturali Santa Chiara e Teatro
Stabile di Bolzano, questa nuova praoduzione drammaturgica intende ripercorrere a cento anni dallo scoppio
della Grande Guerra la perversa follia del conflitto che
ha cambiato, segnandone in modo indelebile il destino,
la storia del ventesimo secolo e dell’Europa.
Da anni Castelli desiderava riflettere con il linguaggio del
teatro su questo tema: «Sono sempre stato appassionato
di questo periodo storico – racconta – un po’ per vendetta (riminiscenze scolastiche) e un po’ per rimorso; perché tutte le volte che mio nonno mi diceva “me ricordo
che...”, appena potevo tagliavo la corda.»
Il dolore, l’orrore, l’efferatezza e la ripugnanza (parole
standard per chi non ne ha avuto un’esperienza viva)
sono al centro di tutte le scritture di guerra, siano esse
le pagine di autori famosi o quelle di semplici soldati e
contadini gettati nella disumana fornace. «‘Sanguinare
inchiostro’ - spiega l’autore – è una cronaca di guerra
interamente pervasa da una sensazione di sofferenza, in
cui la scrittura è vista come via di salvezza, impeto liberatorio e rigeneratore, anche per chi con essa ha poca
dimestichezza. Scrivere a casa, scrivere ciò che si vede
e quello che si prova. Lo si può fare in un romanzo che
poi diventerà celebre, oppure in un diario sgrammaticato che leggeranno solo i nipoti: l’esperienza della guerra è sempre un grido disperato. Con questo spettacolo
– spiega Castelli – si è voluto dare vita alle scritture di
guerra dentro una sorta di museo degli orrori; far rivivere
sulla scena pagine di scrittori famosi nella prima parte,
e testimonianze di semplici contadini trentini arruolati
con l’Austria nella seconda. Contadini che prendono la
penna in mano per scrivere quello che provano, l’orrore,
ma anche il disagio di essere tirolesi di lingua italiana
nell’esercito austroungarico. La loro era una scrittura per
certi versi rivoluzionaria, che partiva ‘dal basso’, dalla realtà dei fatti di cui erano stati testimoni. Fu la guerra a
far esplodere in loro questo bisogno di comunicazione.
Per la necessità di dare notizie di sé e di avere notizie dei
propri cari».
Centrale nell’azione scenica è la Guida, personaggio femminile che rappresenta la Scrittura «la madre protettrice
di chi scrive in condizioni disperate. Una sorta di Erinni
dallo sguardo sognante e folle». A lei è affidato il compito
di collegare e coordinare i vari momenti.
Nello spettacolo non ci sono letture, in quanto tutti gli
scritti dei soldati cui Castelli fa riferimento sono stati
sceneggiati. Qualche situazione è anche frutto di invenzione, basata sulle conoscenze che l’autore ha tratto da
alcuni testi storici. In primo luogo “Le scarpe al sole”
di Paolo Monelli, che parla della guerra in Valsugana, e
il libro di Quinto Antonelli “I dimenticati della Grande
Guerra” che porta le testimonianze tratte dai diari dei
combattenti trentini arruolati dall’Austria. Ma troviamo
anche riferimenti alle opere di Erich Maria Remarque, di
Fritz Weber e Robert Musil.
La regia è stata affidata a Carmelo Rifici, da sempre molto interessato a portare sulle tavole del palcoscenico le
riflessioni sulla Storia, grande o piccola che sia. «Ho atteso con curiosità fino all’inizio delle prove – conclude
Castelli – di sapere quale parte Rifici mi avrebbe affidato.
E davvero mi piace questa prospettiva, non certo usuale, di lasciare al regista la libertà creativa. Questo gioco
delle parti fra regista e autore, sono certo possa rivelarsi
costruttivo e arricchire il prodotto artistico finale.» Quello che il pubblico potrà applaudire per la prima volta il
6 novembre al “Sociale”, per l’apertura di questa nuova
Stagione.
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 6 novembre 2014 | ore 20.30
Venerdì 7 novembre 2014 | ore 20.30
Sabato 8 novembre 2014 | ore 21.00
Domenica 9 novembre 2014 | ore 16.00
Teatro Stabile di Bolzano
SANGUINARE
INCHIOSTRO
Di e con Andrea Castelli
Regia Carmelo Rifici
LA PROSA
Le Muse
Gli anniversari che
hanno fatto la storia
Il dramma
dell’amore materno
«Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!»
«Ho voluto dedicare la mia ultima stagione
da direttore del Teatro Stabile di Bolzano
alle donne, ai grandi personaggi femminili
che animano i nostri palcoscenici e agli sguardi
femminili del nostro pubblico più fedele
e appassionato.»
Era il 20 luglio 1969 quando Tito Stagno annunciava in TV l’allunaggio dell’Apollo
11, aprendo con il collega Ruggero Orlando un contraddittorio entrato a far parte
della storia del giornalismo. Quella notte eravamo tutti lì e, in tutto il mondo interplanetario, non ci sono stati un omicidio, un furto o una rapina in grado di rubare la
scena a Neil Armstrong e ai suoi primi passi sulla Luna. Questo potrebbe voler dire
che, se tutti guardassimo di più la televisione, il nostro sarebbe un mondo migliore?
In questa performance che rifiuta di farsi spettacolo Andrea Cosentino inquadra immagini del futuro ormai passate, prendendo spunto dal quarantennale del primo allunaggio, passando per il centenario del manifesto futurista, il cinquantenario della
creazione della prima Barbie e i dieci anni dalla morte di Stanley Kubrick.
Cosentino fornisce allo spettatore improvvisazioni e digressioni senza imporre loro
un’unica lettura. Stimolando l’immaginazione, nella speranza di appagare la sete di
realtà e l’ossessione per le storie forzatamente vere dei reality show, lo accompagna
in un viaggio surreale, esilarante e allo stesso tempo struggente. Il tempo dei sogni e
dei giochi in questa piéce si dissolve in un tempo presente, creando un “fantastico”
tempo imperfetto.
TRENTO | TEATRO SANBàPOLIS
Martedì 11 novembre 2014 | ore 21.00
Produzione LITTA_produzioni –
Pierfrancesco Pisani
PRIMI PASSI
SULLA LUNA
Di Andrea Cosentino
Indicazioni di regia Andrea Virgilio
Franceschi
Le “fabulae” morali
di Rafael Spregelburd
Evoè!Teatro si propone di sfuggire
agli schemi di mestiere e fare appello
invece alle pulsioni artistiche
A portare in scena a Sanbàpolis questa nuova opera di Rafael Spregelburd sarà
Evoè!Teatro, giovane gruppo roveretano diretto dal regista Alessio Nardin che, come
recita il sito della Compagnia, «si propone di sfuggire agli schemi di mestiere e fare
appello invece alle pulsioni artistiche da mettere in gioco insieme alle esperienze di
vita per interrogarsi sull’Arte e sulla Vita.»
Viste le premesse, appare dunque del tutto coerente la scelta di mettere in scena
questo autore argentino dalla scrittura post-moderna e multifocale con un testo che
si caratterizza come una successione tre di fabulae morali. «Ciascuna di loro – scrive
Enrico Piergiacomi, docente universitario a Trento – pone allo spettatore un quesito
molto attuale, che viene proiettato sullo sfondo del palcoscenico e posto ancora più
esplicitamente dal comportamento dei personaggi sulla scena.»
Tre fabulae per altrettanti temi e altrettante domande, tutte legate all’attualità: il rapporto
fra organizzazione statale e burocrazia; il commercio nell’arte; religione e superstizione.
«Spregelburd – commenta Piergiacomi – sembra evidenziare che l’accettazione dei
valori di Stato, Arte e Religione scatena conflitti che culminano facilmente in un esito
tragico e da cui gli uomini non riescono a districarsi, perché troppo condizionati dal
linguaggio e dalla prospettiva che tali valori portano con sé.»
TRENTO | TEATRO SANBàPOLIS
Mercoledì 3 dicembre 2014 | ore 21.00
Compagnia Evoè!Teatro
TUTTO
Di Rafael Spregelburd
Regia Alessio Nardin
Con Silvio Barbiero, Emanuele Cerra, Martina Galletta,
Gabriella Italiano, Matteo Spiazzi
Voce off Clara Setti
In collaborazione con TEATRO CARTIERA di Rovereto
5
Marco Bernardi spiega così la scelta di aprire la Stagione, curandone la regia, con
questo testo di Pirandello dove il dramma è condotto interamente sul filo dell’amore
materno. Nella novella Colloquii coi personaggi un argomento trafiggeva il lettore
come una freccia arrivata al bersaglio: Pirandello, tornato nella casa di Girgenti, in
una struggente evocazione della madre, le dichiarava di non essere lei morta davvero,
perché continuava a vivere nella mente del figlio; ma lui sì morto, perché non viveva
più nella coscienza di lei. Su questo rovesciamento, tipicamente pirandelliano, l’autore costruisce questo dramma del distacco, coniugandolo e contaminandolo con un
ossessione ricorrente nella sua scrittura, quella del figlio cambiato.
In La vita che ti diedi il figlio è un personaggio assente, un cadavere nell’altra stanza.
Ma la madre, Donn’Anna Luna, si rifiuta di riconoscerlo tale. Era diverso, prima di
partire attratto dalla passione fatale di una donna, fresco e con i capelli d’oro: è ritornato invece consunto, “con gli occhi freddi” e “quasi calvo”.
Donn’Anna, in uno stato allucinatorio, non vuole uscire dal suo sogno e tenta disperatamente di mantenere il figlio in vita, oltre il limite della realtà. E quando, ignara,
Lucia Maubel, l’amante del figlio, viene a cercarlo e confessa di essere incinta e di
essere fuggita abbandonando i due figli avuti dal marito, la madre sente il figlio ancora
più vivo. Lo sente vicino a lei in questa donna che ne porta in sé la vita.
Ma, saputa la verità, Lucia se ne dispera e anche per Donn’Anna cade ogni illusione.
Si accorge che quel figlio con gli occhi ridenti e le guance giovanili non era più “suo”
da molto tempo, da quando aveva lasciato posto ad un uomo malato, cambiato dagli
anni e dalla lontananza. Anche la vita che nascerà non sarà sua, ma soltanto di Lucia
che, allora, ne diventerà la “madre”. E a Donn’Anna non resteranno che la solitudine
e il dolore. Fra tanti personaggi che lottano e si agitano per ancorarsi a una verità che
non sanno trovare né in se stessi e tanto meno negli altri, Anna Luna si impone con
il suo amore materno che, pur deformato e fuori dalla normalità, rimane un punto
certo, un sentimento positivo, un elemento di riscatto.
TRENTO | TEATRO AUDITORIUM
Venerdì 21 novembre 2014 | ore 20.30
Sabato 22 novembre 2014 | ore 21.00
Domenica 23 novembre 2014 | ore 16.00
Teatro Stabile di Bolzano
LA VITA
CHE TI DIEDI
Tratto dall’opera di Luigi Pirandello
Regia Marco Bernardi
Con Patrizia Milani e Carlo Simoni
6
Le Muse
LA PROSA
Lo Shylok popolare di Silvio Orlando
Da annoverare senz’altro tra i capolavori shakespeariani di più forte impatto etico,
Il Mercante di Venezia è un’opera ambigua e complessa, in cui si intrecciano conflitti sociali e culturali,
valori come legalità e giustizia, passioni e intrighi amorosi
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 11 dicembre 2014 | ore 20.30
Venerdì 12 dicembre 2014 | ore 20.30
Sabato 13 dicembre 2014 | ore 21.00
Domenica 14 dicembre 2014 | ore 16.00
Veronica Mona/Oblomov films –
Compagnia Enfi teatro
IL MERCANTE
DI VENEZIA
Tratto dall’opera di William Shakespeare
Con Silvio Orlando
Regia Valerio Binasco
Con la partecipazione
della Popular Shakespeare Kompany
Le marionette
tragiche
di Samuel Beckett
In quest’opera, in cui a prevalere è il potere del denaro,
tutto si compra e si vende, anche un brandello di carne
umana, anche l’amore.
Nel testo shakespeariano si intrecciano, con efficace duplicità di azione, la delicata storia d’amore di Porzia e Bassanio ed il tragico caso del mercante Antonio e di Shylock in
cui la brama di vendetta, esasperata al massimo in quanto
lungamente repressa, vince l’avarizia stessa e scoppia in accenti di magnifica violenza drammatica.
Silvio Orlando, che sa alternare alle interpretazioni cinematografiche di successo ruoli teatrali di grande spessore,
disegna da par suo la figura di Shylock, questo vecchio “ferito e dolente” che – dice l’attore – un po’ come succede
anche oggi, «si mette di traverso alla felicità dei giovani,
facendo saltare il patto delle generazioni». Una grande prova d’attore, la sua, che dona carattere ‘popolare’ a tutta la
commedia.
Il regista dello spettacolo è Valerio Binasco che, dopo essersi confrontato con la drammaturgia contemporanea di
Natalia Ginzburg, John Fosse e Fausto Paravidino, ha ottenuto notevoli consensi con Filippo di Vittorio Alfieri e
Romeo e Giulietta (Premio Ubu 2011 come miglior regia).
«Non avevo mai pensato – scrive – al “Mercante” come ad
un’opera teatrale che mi potesse interessare direttamente.
Non incontravo né personaggi né situazioni che mi sembrassero familiari, o che avessero una qualche familiarità
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 8 gennaio 2015 | ore 20.30
Venerdì 9 gennaio 2015 | ore 20.30
Sabato 10 gennaio 2015 | ore 21.00
Domenica 11 gennaio 2015 | ore 16.00
Teatro Carcano di Milano
ASPETTANDO GODOT
«Un capolavoro che provocherà
disperazione negli uomini
in generale e in quelli di teatro
in particolare»
Tratto dall’opera “En attendant Godot”
di Samuel Beckett
Regia Maurizio Scaparro
Con Antonio Salines, Luciano Virgilio,
Edoardo Siravo, Enrico Bonavera
En attendant Godot, scritto da Beckett
tra la fine del 1948 e l’inizio del ’49 e
definito da Jean Anouilh «un capolavoro che provocherà disperazione negli
uomini in generale e in quelli di teatro
in particolare», fu considerato da molti
una provocazione, un trucco, prima di
essere universalmente accettato come
opera d’eccezione.
I drammi di Beckett hanno fortemente segnato il teatro del secondo dopoguerra in una dimensione che trascende il dato personale per sciogliersi
nell’anonimato della grande città, luogo dell’anima, percorsa in lungo e in
largo da esseri inquieti, solitari, romantici, incattiviti, mutilati nel corpo e nella mente, chiusi in una forma – il corpo – destinata a dissolversi, ma decisi a portare avanti fino
all’ultimo la loro giornata umana.
Da Pirandello a Ionesco queste marionette ridicole, tragicamente fotografate nei loro tic e nelle loro manie, tronconi
umani dove il sesso, la fame e il potere non sono più che
pallidi riflessi, vivono trafficando obbedienti, con operosa e
instancabile avidità, anche quando l’occhio non vede più,
anche quando gli arti non rispondono più. Parlano, parlano
e ancora parlano, nel tentativo di ingannare la morte e di
prolungare “l’infelice felicità” della vita.
Samuel Beckett, premio Nobel per la letteratura nel 1969,
autore di poesie, racconti, saggi, opere teatrali, televisive
e radiofoniche, attivo nella Resistenza Francese, amico di
James Joyce che conobbe durante i cinque anni di residenza
a Parigi, condusse sempre una vita schiva e lontana dalla
curiosità mondana, accettando strette collaborazioni con
attori e registi ai quali concesse adattamenti delle sue ope-
re in prosa, ma non consentendo elaborazioni e interventi
nelle sue opere di teatro.
I due vagabondi protagonisti di Aspettando Godot, Vladimiro ed Estragone, sono diventati l’emblema della condizione dell’uomo del Novecento, un essere in eterna attesa,
vagante verso la morte, punto minuscolo nella vastità di un
cosmo ostile, contrassegnato già dalla nascita (partoriscono
a cavallo di una tomba, il giorno splende un istante, ed è subito notte). Ma Aspettando Godot è anche una commedia,
riuscitissima, che sfrutta a fondo tutte le risorse del genere
– il doppio senso, il qui pro quo, la gag farsesca – e, in quanto tale, è pure un gioiello del divertimento.
Protagonisti della nuova produzione del Teatro Carcano di
Milano, quattro attori di grande valore e temperamento:
Antonio Salines (Estragone), Luciano Virgilio (Vladimiro),
Edoardo Siravo (Pozzo) ed Enrico Bonavera (Lucky). La regia è affidata a Maurizio Scaparro, uno dei maestri della scena italiana e internazionale, alla sua seconda collaborazione
con il ‘Carcano’ dopo l’eccezionale exploit de Coscienza di
Zeno, calorosamente applaudito anche dal pubblico trentino nel corso della passata Stagione.
Dell’autore di Aspettando Godot scriveva in una nota critica Eugène Ionesco, suo illustre contemporaneo: «Beckett
è essenzialmente tragico. Tragico perché è proprio la condizione umana intera ad entrare nel gioco e non l’uomo
appartenente a questa o a quella società, né l’uomo visto
attraverso un’ideologia e da quella alienato. L’ideologia che
semplifica e limita insieme la realtà storica o metafisica,
l’autentica realtà nella quale l’uomo è integrato. Pessimismo
o ottimismo sono aspetti del problema. L’importante, è la
verità, è che l’uomo appaia nelle sue dimensioni, nelle sue
molteplici profondità. In Beckett è il fine ultimo dell’uomo
a proporsi:l’immagine della storia, della condizione umana
da lui proposta è più complessa, ha più fondamento.»
con la mia immaginazione. Questo perché alla sensibilità
contemporanea una storia come quella del Mercante e di
Shylock sembrerebbe dire ben poco. Piano piano ho capito che forse ero caduto in un equivoco: il “Mercante”
per metà sembra un testo realistico (la storia di Shylock,
appunto) e per un’altra metà sembra una favola (la storia
di Porzia e dei suoi scrigni)».
Per la grande attualità dei temi toccati, quali intolleranza e
razzismo, senso dell’etica e denuncia delle false apparenze,
ancora una volta Shakespeare riesce a scavalcare il limite
temporale e a fornirci materia per riflettere su di noi e sul
nostro presente.
«Il bene e il male – conclude Binasco nelle note di regia –
si spostano di continuo nel corso della piece. Ora Shylock
è buono; ora è cattivo. Ora Antonio è il male; ora il bene.
Una legge è ingiusta, e poi è giusta. Una musica brutta di
giorno, diventa bella di notte. Dipende dalle circostanze.
Questa è una verità moderna e inattaccabile. È la morale
della favola. La sua verità. La verità di una favola che rivela
che non c’è nessuna verità, da nessuna parte. Eppure la vita
può essere lo stesso una festa. Anche se il giorno stenta ad
apparire. E non è notte né giorno in questa fine di favola. È
l’ora stramba del teatro, quando sorge una luna di carta, e
il vento accarezza le foglie senza fare alcun rumore. Niente
ci ferisce. Nemmeno la vita. Non c’è nulla di più lieve, al
mondo, del nostro essere qui. Insieme. Uguali.»
La vita in
fiamme del
naufrago Enea
Lo spunto viene da lontano. Da Virgilio, ovviamente, ma anche da Elio Donato, grammatico latino
del IV secolo d. C. che, nella sua Vita disegna con
rapidi tratti la figura del grande poeta. Schivo, di
carattere mite e modesto, dalla parlata timida e lenta, tanto da apparire ignorante. Una figura in netto
contrasto con il mito del poeta che non esitava a
cantare i potenti e per i potenti.
«Ribolle sotterranea – scrivono gli autori di questo
testo teatrale – una tensione latente tra il Virgilio
introspettivo e il Virgilio che deve proclamare il
trionfo delle armi romane e la storia della dinastia
al potere. C’è una composta, disciplinata serenità
nell’opera di Virgilio ma, sotto la superficie, si agita un dissidio interiore; quel dissidio che William
Butler Yeats considerava la reale e autentica fonte
della creazione artistica.»
Il testo, realizzato a più mani, può essere osservato
attraverso il filtro di tre libri dell’Eneide: il Secondo, ovvero il rogo di Ilio e il crollo del regno troiano; il Quarto, ossia l’abbandono di Cartagine e di
Didone, esemplare rinuncia alle proprie passioni,
all’amore e alla felicità; il Sesto, in cui si narra la
discesa di Enea nel regno dei morti per ritrovare il
padre Anchise.
Virgilio brucia non è però un’opera sull’Eneide. È
piuttosto uno sguardo spaventato alla frattura che
fende e ferisce la base di un’esistenza da cui scaturisce, come un fiume che lava, la creazione poetica.
TRENTO | TEATRO SANBAPOLIS
Martedì 13 gennaio 2015 | ore 21.00
Anagoor
VIRGILIO BRUCIA
Testi ispirati dalle opere di Publio Virgilio
Marone, Hermann Broch, Emmanuel Carrère,
Danilo Kiš, Alessandro Barchiesi, Alessandro
Fo, Joyce Carol Oates
Regia Simone Derai
LA PROSA
Le Muse
7
Una visita inattesa per il dottor Freud
Può un testo brillante, a tratti esilarante, sempre intelligentemente
leggero, trattare tematiche “alte” e ragionare sull’esistenza di Dio,
sul Bene e sul Male, sul senso della vita, sulla libertà e sulla coscienza?
La risposta, affermativa, ci viene da questa commedia che
tratta la Grande Storia con rispetto e partecipazione emotiva, che sa essere anche commovente, e ci fa sorridere
ponendoci quesiti seri, esistenziali, che riguardano tutti
noi. Ne è autore Eric Emmanuel Schmitt, scrittore belga
poco più che cinquantenne che con Il visitatore ha vinto
in Francia nel 1993 ben tre Prix Molière. E scusate se è
poco per un drammaturgo che, all’epoca, era poco più che
al debutto.
Siamo nell’aprile del 1938 e l’Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich. Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse
19, celeberrimo indirizzo dello studio di Sigmund Freud
(Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende affranto
notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della
Gestapo. Ma l’angosciata solitudine non dura molto: dalla
finestra spunta, infatti, un inaspettato visitatore (Alessio
Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con lui una conversazione sui massimi sistemi. Il grande
indagatore dell’inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell’importuno? Cosa vuole? È presto chiaro
Il faticoso
percorso della
convivenza
Trento | Teatro Sanbàpolis
Giovedì 12 febbraio 2015 | ore 21.00
Trento Spettacoli - Spazio Off
ALTO FRAGILE
Di e con Maura Pettorruso, Stefano Pietro
Detassis, Flora Sarrubbo, Christian Mair
Progetto finalista al Premio
“Nuova_scena.tn” promosso
dal Centro Servizi Culturali
S. Chiara e dal Teatro Stabile
di Bolzano
Alto Fragile è una produzione di “TrentoSpettacoli”
che porterà nel nuovo spazio scenico di Sanbàpolis
alcuni fra i protagonisti più noti e apprezzati del teatro
regionale.
Il bando di concorso, che proponeva un’indagine
sul centenario del primo conflitto mondiale, ha
portato gli autori a riflettere su come gli abitanti del
Sud Tirolo abbiano ereditato, dalla Grande Guerra,
un secondo conflitto. Decenni di tensione, scontri
ideologici e di violenza che hanno fatto da prova
generale agli “Anni di piombo” italiani. Gli altoatesini – o sudtirolesi che dir si voglia – dalla guerra
hanno ereditato lotte armate, bombe e cadaveri, ma
anche la possibilità di una convivenza etnica, culturale e politica.
A costruire lo spettacolo un gruppo di lavoro multietnico e multilingue formato da quattro artisti:
Maura Pettorruso, torinese di nascita e trentina di
adozione; Stefano Detassis, trentino; Flora Sarrubbo, bolzanina di nascita e bilingue; Christian Mair,
bolzanino, bilingue di madrelingua tedesca.
Mettendo a confronto culture, provenienze, lingue
e linguaggi diversi, raccontano in Alto Fragile la
storia di questa terra, portando in scena la dialettica tra due lingue e, quindi, tra due culture e due
mondi che, seppur lontani, sono tenuti a parlarsi e a
trovare modi e forme di comunicare per convivere.
TRENTO | TEATRO AUDITORIUM
Venerdì 23 gennaio 2015 | ore 20.30
Sabato 24 gennaio 2015 | ore 21.00
Domenica 25 gennaio 2015 | ore 16.00
Goldenart Production
IL VISITATORE
Tratto dalla commedia di Éric-Emmanuel Schmitt
Con Alessandro Haber, Alessio Boni,
Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi
Regia, traduzione e adattamento
Valerio Binasco
che quel curioso individuo in frac non è un ladro né uno
psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di
avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale
ha sempre negato l’esistenza. O è invece un pazzo che si
crede Dio?
La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud e che
costituisce il filo conduttore della pièce, è quanto di più
commovente, dolce ed esilarante al tempo stesso si possa
immaginare. Con, sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del
nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se
Dio esiste, perché permette tutto ciò?
Il caso Wathergate e la nascita
del giornalismo-spettacolo
Bugie e potere. Responsabilità e potere. Frost/Nixon è un match
che mette a confronto il potere politico e quello mediatico
Il drammaturgo e sceneggiatore londinese Peter Morgan
(autore anche di The Queen, candidato nel 2007 a sei
Premi Oscar) punta i riflettori sul primo caso storico di
giornalismo-spettacolo e restituisce splendidamente questi
temi.
Nucleo della pièce è l’intervista che l’anchorman britannico David Frost fece nel 1977 a Richard Nixon (che si era
dimesso da Presidente nel 1974), terminata con la confessione - mai ottenuta prima - dell’ex inquilino della Casa
Bianca sullo scandalo del Watergate e sui limiti morali del
potere.
Il caso prese il nome dal complesso residenziale di Washington, sede del Partito democratico, dove la notte del
17 giugno 1972, mentre la guerra in Vietnam era in pieno
svolgimento, fu sventata un’azione di spionaggio da parte
di emissari del Partito repubblicano del Presidente Nixox
ai danni del comitato che sosteneva la candidatura del democratico George McGovern alle elezioni. Il successivo insabbiamento dell’inchiesta fu denunciato dal Washington
Post che pubblicò le rivelazioni di una misteriosa fonte,
chiamata “gola profonda”, svelando il diretto coinvolgimento nelle attività illegali dello staff presidenziale.
Lo spettacolo è la cronaca di un episodio entrato ormai
nella storia, che culmina nella confessione di un uomo
combattivo e orgoglioso, messo alle corde dalla precisione
delle domande, delle date e dei riscontri. Scritto nel 2006,
Frost/Nixon, da cui Ron Howard ha tratto un film che nel
2008 ha sfiorato i 30 milioni di dollari d’incasso all’uscita,
ha ottenuto un vastissimo successo e numerosi premi.
Ferdinando Bruni (Frost) ed Elio De Capitani (Nixon),
che hanno firmato a quattro mani la regia, da molto tempo
non si sfidavano in un duello scenico così intenso, cesellando anche due interpretazioni magistrali, inserite in una
proposta di drammaturgia contemporanea che già è stata
ampiamente applaudita nel corso della passata Stagione.
Lo spettacolo racconta l’avventura produttiva che portò a
questo successo: il lavoro del gruppo di giornalisti coraggiosi e rigorosi che collaborarono con David Frost, la trattativa con il leggendario ‘Swifty’ - lo svelto - Lazar (agente
di Nixon come delle più grandi star di Hollywood), l’ostracismo dei grandi network, la devozione degli uomini del
Presidente. E riesce a portare in primo piano, assieme ai
volti degli attori e alle sfide dei personaggi, riflessioni sempre attuali sui limiti del potere politico e di quello mediatico, sui confini più che mai labili tra politica e showbiz.
Il palco si trasforma in uno studio televisivo degli anni
Settanta, dove rivive questo grande evento mediatico. La
serie di quattro interviste che Frost riuscì a ottenere da Richard Nixon, pagandogli peraltro un ricchissimo cachet,
sono passate alla storia non solo per lo scoop fenomenale
della confessione, ma anche - e nella società-spettacolo in
cui viviamo verrebbe da dire ‘sopratutto’ - per l’incredibile,
avventurosa costruzione del progetto, al di fuori, se non
contro le reti televisive ufficiali.
Frost/Nixon può essere definita una commedia d’effetto
per l’impiego di ritmi e linguaggi televisivi, indispensabili
a raccontare l’evento che, di fatto, sancì la nascita di un
nuovo modello produttivo per il giornalismo televisivo. I
network furono costretti a sborsare cifre da capogiro per
aggiudicarsi la trasmissione, che tenne incollati milioni di
spettatori, intenti a scrutare il volto di Nixon per capire se
mentiva o diceva la verità. Fino all’imprevedibile confessione finale.
TRENTO | TEATRO AUDITORIUM
Venerdì 6 febbraio 2015 | ore 20.30
Sabato 7 febbraio 2015 | ore 21.00
Domenica 8 febbraio 2015 | ore 16.00
Teatro Elfo Puccini
FROST/NIXON
Tratto dal dramma teatrale di Peter Morgan
Traduzione Lucio De Capitani
Uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
8
Le Muse
LA PROSA
Silenziose
apparizioni
Un testo destinato
ad un interprete d’eccezione
Non a caso il suo autore, il drammaturgo e regista Peppino
Patroni Griffi lo scrisse nel 1979 per il grande Romolo Valli
che lo portò in scena, per la regia di Giorgio De Lullo, assieme a Fabrizio Bentivoglio. Ad oltre trent’anni, Prima del
silenzio è un testo ancora vivo per tematiche e concetto.
In questo allestimento firmato da Fabio Grossi per il Teatro
Eliseo, il talento poliedrico di Leo Gullotta è chiamato a
dare intensità alla figura del protagonista, un LUI al quale
l’autore non ha voluto dare nome e del quale racconta le
scelte, ritenute rivoluzionare dalla casta che lo ha inglobato per tutta la vita. Un intellettuale che vive un disagio
sociale legato soprattutto alla comunicazione della parola
scritta, della Poesia, e il cui travaglio assume le fattezze di
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 19 febbraio 2015 | ore 20.30
Venerdì 20 febbraio 2015 | ore 20.30
Sabato 21 febbraio 2015 | ore 21.00
Domenica 22 febbraio 2015 | ore 16.00
Teatro Eliseo
PRIMA DEL SILENZIO
Tratto dall’opera di Giuseppe Patroni Griffi
Con Leo Gullotta e Eugenio Franceschini
e con l’apparizione speciale di Paola Gassman
Regia Fabio Grossi
Il Foyer della Prosa
Un ciclo di incontri di
approfondimento critico sulla
Stagione teatrale del Centro
Servizi Culturali S. Chiara
Il Foyer della prosa è frutto di una
collaborazione con il Dipartimento di Lettere e
Filosofia dell’Università di Trento. Intende porre
a confronto esperienze e competenze diverse,
con uno sguardo più ampio sugli spettacoli
contemporanei. Vi partecipano, infatti, in qualità
di relatori docenti e studiosi, registi, attori e
giornalisti.
Gli incontri, aperti al pubblico, si svolgono
presso la Sala Medievale del Teatro Sociale e
puntano a coinvolgere studenti, insegnanti e
appassionati di teatro. L’obiettivo è quello di
costituire un collegamento fra le professioni del
teatro, l’Università e la cittadinanza, mettendo a
confronto e facendo dialogare realtà contigue
ed esperienze diverse.
L’iniziativa ha anche lo scopo di avvicinare i
giovani e la cittadinanza al linguaggio teatrale,
creando spettatori più consapevoli, dotati degli
strumenti critici essenziali a una maggiore
comprensione della scena contemporanea.
Gli incontri saranno coordinati dalla prof.ssa
Sandra Pietrini, docente di Storia del Teatro
e dello Spettacolo all’Università di Trento e
responsabile scientifico del progetto. Gli incontri
si terranno nella giornata del venerdì presso la
Sala Medievale del Teatro Sociale sempre con
inizio alle ore 17.30.
Questo il calendario degli incontri:
Venerdì 7 novembre
Sanguinare
inchiostro
Venerdì 21 novembre
La vita che ti diedi
Venerdì 12 dicembre
Il Mercante
di Venezia
Venerdì 9 gennaio
Aspettando Godot
Venerdì 23 gennaio
Il Visitatore
Venerdì 6 febbraio
Frost/Nixon
Venerdì 20 febbraio
Prima del silenzio
Venerdì 6 marzo
Sinfonia d’Autunno
Venerdì 24 aprile
Il Sogno di una notte
di mezza sbornia
un incubo, con l’apparizione dei fantasmi della sua vita:
la famiglia, affrontata attraverso il personaggio della MOGLIE come un’entità vorace e ricattatoria; la casta, rappresentata dal personaggio del FIGLIO, con i suoi orpelli e
contributi piccolo borghesi; il dovere, che si materializza
attraverso il personaggio del CAMERIERE. L’unica vicenda che realizza e tranquillizza il protagonista è quella che
vive, nel suo contemporaneo, con IL RAGAZZO.
«Il Nostro spettacolo – spiega Fabio Grossi nelle note di
regia – si svolgerà attraverso la presenza in scena del protagonista e del suo co-protagonista, mentre gli autori del
percorso sensoriale del Nostro LUI, assumeranno essenza digitale: appartenendo la Nostra rappresentazione ad
un’era atta al virtuale, anche l’incubo assume la forma d’un
etere affollato di ricordi, passioni, depressioni e angosce.
Tutti i Nostri, vestiranno l’essenzialità del ruolo: un Uomo,
durante la considerazione della sua vita, abbandona orpelli, inventati per giustificare realtà distorte. Un racconto
tecnologico per una sensazione assoluta. Ma la Poesia avrà
sempre e comunque la sua centralità vivificante.»
Accanto a Leo Gullotta sarà in scena Eugenio Franceschini
nella parte del RAGAZZO, simbolo di zingaresca libertà
e legato al protagonista da forze ambigue quali amicizia,
sesso, amore e incomprensione generazionale.
Uno spettacolo tagliente e dal ritmo incalzante con una
fantastica scena finale, dove il nostro LUI, circondato da
pagine di libri, afferra “la parola” che gli svolazza attorno
in una ideale caduta libera, declamandone la realtà che vi
è contenuta.
Anna Maria Guarnieri recita
la solitudine dell’artista
Una storia di esclusioni e di
privazioni che ruota intorno alla
figura simbolica del pianoforte
“Buio in sala, Sipario!”. Parole che emozionano da sempre
chi ama respirare la polvere del palcoscenico. Chi vive di
teatro, come lei, Anna Maria Guarnieri, che queste parole
magiche – con le quali saluta i visitatori del suo sito internet
– le sentirà anche nel marzo prossimo all’Auditorium, dove
ancora una volta tornerà ad affascinare gli appassionati trentini del teatro di prosa.
«Vedi tutte quelle luci accese sulla collina? Se penso che tutti
sono intenti alle loro faccende... È come se io fossi esclusa...
Eppure ho sempre tanta nostalgia della mia casa, ma quando
sono lì, poi, mi rendo conto di aspettarmi qualcosa che non
esiste». Sono parole del personaggio di Charlotte (la Madre)
in Sinfonia d’Autunno di Ingmar Bergman, il capolavoro con
il quale Gabriele Lavia torna a collaborare come regista con
il Teatro Stabile dell’Umbria, Avvalendosi della presenza di
questa straordinaria protagonista della scena italiana.
«Quello di “essere esclusi” – scrive Lavia nelle note di regia – è un sentimento che Bergman doveva conoscere molto bene. Un sentimento comune ai “teatranti”, e anche ai
“concertisti”. Comune a quegli strani esseri umani che “si
espongono”, che “sono” sul palcoscenico. Hanno una sola
possibilità d’essere: “esporsi”. Non riescono a essere Padri
o Madri. Mariti o mogli. Non sono normali. Sono “strani” e
sono condannati a quella che Bergman chiama la “Solitudine Assoluta”. Ma forse questa “esclusione” e questa “Solitudine Assoluta” è la maledizione comune della nostra epoca.
L’epoca del Nichilismo compiuto.»
La maledizione di Charlotte è “il pianoforte”. Per causa del
pianoforte Charlotte è stata una pessima madre, una pessima moglie e una pessima amante. Per il pianoforte Charlotte
ha rovinato la vita di tutti coloro che le sono stati vicino. E
ha rovinato sé stessa.
Sinfonia d’Autunno è una storia di esclusioni e di privazioni
che ruota intorno alla figura simbolica del pianoforte. E il
pianoforte è il “demonio” che tradisce tutti, compresa lei,
la pianista. Colpita da un “dolore” (alla schiena) Charlotte
non sarà più una grande pianista. «E in arte, ma forse anche
nella vita – commenta il regista – non ci sono mezze possibilità. O sei grande o “non sei”».
Accanto ad Anna Maria Guarnieri troviamo, nel ruolo della
figlia, Valeria Milillo, attrice molto amata dal pubblico che
spazia con grande professionalità dal teatro, al cinema, alla
televisione. Nel cast anche Danilo Nigrelli, che oltre ad aver
lavorato in teatro con alcuni dei maggiori registi italiani ha
accumulato successi anche sul grande e piccolo schermo.
TRENTO | TEATRO AUDITORIUM
Venerdì 6 marzo 2015 | ore 20.30
Sabato 7 marzo 2015 | ore 21.00
Domenica 8 marzo 2015 | ore 16.00
Teatro Stabile dell’Umbria Fondazione Brunello Cucinelli
SINFONIA D’AUTUNNO
Tratto dall’opera di Ingmar Bergman
Regia Gabriele Lavia
Con Anna Maria Guarnieri, Valeria Milillo,
Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori
LA PROSA
Le Muse
9
Paolo Rossi: trent’anni
di teatro senza mai cadere
dal palco
Friulano di nascita e milanese d’adozione,
Paolo Rossi spazia da ormai trent’anni dai club
ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale
al cabaret, dalla televisione al tendone da circo
E ovunque ha proposto il suo personale modo di fare spettacolo che, pur immergendosi nelle tematiche contemporanee, non prescinde dall’insegnamento dei classici
antichi e moderni.
Accompagnato in scena dalle musiche di Emanuele Dall’Aquila e di Alex Orciari,
Paolo Rossi ci racconta in questo spettacolo il teatro e la contemporaneità nel modo
che da sempre lo contraddistingue: irriverente, rivoluzionario, pirotecnico, incontenibile, partendo dalle prime esperienze nel cabaret, culminate all’inizio degli anni
Novanta nel programma televisivo di RAI 3 Su la Testa, una trasmissione che fece
epoca. Straordinario e intelligente intrattenitore, Paolo Rossi, era affiancato da Cochi
Ponzoni e Lucia Vasini. Vennero poi Scatafascio su Italia1, le ospitate da Fabio Fazio
e lo spettacolo itinerante Il Circo di Paolo Rossi.
Un’altra tappa del percorso artistico dell’attore su cui si sofferma lo spettacolo è il
Mistero Buffo in versione pop con il quale Paolo Rossi volle rendere omaggio al maestro Dario Fo recitando con il pubblico (e non per il pubblico) con continui cambi
di registro, confondendo la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca.
E poi il rapporto coi classici: Questa sera si recita Molière – dramma da ridere in due
atti, in cui Paolo Rossi veicola forti riferimenti all’attualità all’interno di un’antica
recita affidata ai guitti della commedia dell’arte, oppure il Romeo & Juliet shakespeariano dove il pubblico, chiamato ad agire all’interno della rappresentazione, diventava
senza possibilità di scampo parte integrante dello spettacolo.
Un excursus che omaggia i suoi maestri e non trascura citazioni per amici musicisti
come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, offrendo “lezioni di teatro in pillole per giovani artisti” ai quali Paolo Rossi sa rivolgere parole di speranza, perché «il teatro può
tornare a occupare nella società un importante ruolo se saprà giocare sui confini tra
realtà e finzione, quadro e cornice, scena, quinta e platea e soprattutto se sapranno i
suoi attori disciplinarsi per recitar nello stesso momento qui e altrove.»
L’importante, è non cadere dal palco!
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 19 marzo 2015 | ore 20.30
Venerdì 20 marzo 2015 | ore 20.30
Sabato 21 marzo 2015 | ore 21.00
Domenica 22 marzo 2015 | ore 16.00
La Corte Ospitale
L’IMPORTANTE
È NON CADERE
DAL PALCO
Di e con Paolo Rossi
Con Emanuele Dell’Aquila e Alex Orciari
I tre volti di Rossella O’Hara
«Se te ne vai, che ne sarà di me?
Francamente me ne infischio»
Antonio Latella ha scelto la citazione dell’ultimo scambio
di battute fra Rhott e Rossella in Via col vento, per dare il
titolo a questa appassionante maratona, liberamente ispirata al romanzo di Margaret Mitchell dal quale Victor Fleming ha tratto nel 1939 il celeberrimo film.
Di questo colossal teatrale della durata di sei ore, di cui Latella ha curato anche la drammaturgia assieme a Federico
Bellini e Linda Dalisi, si è deciso di ospitarne al Sociale solo
una parte, i primi 3 movimenti, che posseggono comunque
una loro organicità e chiusura. La novità di questa produzione non sta solo nel rileggere uno dei grandi classici sul
cui sfondo si muove la costruzione del mito americano,
ma anche e soprattutto nella varietà dei linguaggi teatrali
impiegati, che rendono una sorta di ‘Manifesto’ delle tendenze oggi in teatro. Francamente me ne infischio racconta il teatro utilizzando una varietà di linguaggi e racconta
l’America attraverso un personaggio ‘icona’ come Rossella
O’Hara.
«Rossella – scrive Latella – è una giovane donna capricciosa e senza scrupoli che affronta tutte le difficoltà con spirito
di conquista, incapace come il suo popolo di riconoscere la
sconfitta anche quando se la trova davanti. Rossella si appresta ad andare incontro al futuro, pensando che dopotutto “domani è un altro giorno”. Tutto gira attorno a lei, tutti
parlano di lei, tutti la descrivono in modo meraviglioso e
poi la distruggono. Attraverso di lei si racconta una folle
storia d’amore e l’epopea di una nazione. Rossella è brutta,
ma bella. Rossella è una bambina. Rossella è la menzogna.
Rossella è una donna testarda. Rossella è la smorfia, è il
sorriso. Rossella è la paura di restare zitella. Rossella è la
donna che non vuole sposarsi per restare libera. Rossella è
la moglie che nessun uomo vorrebbe, ma che tutti sposano. Rossella è l’incapacità di essere madre. Rossella è la ma-
dre di tutti i figli che non sono suoi. Rossella è l’America.»
In «Twins», la prima parte dello spettacolo, i gemelli Tarleton interrompono la corsa di Rossella verso l’amore dando inizio alla demolizione del doppio in un’America che
non distingue più la realtà dalla finzione. L’atmosfera pop
del primo movimento si colora di toni più cupi in «Atlanta», in cui il paesaggio è abitato da sciami di mosche che
simboleggiano la morte che tutto avvolge. «Black» mostra
infine le paure, le colpe e le ossessioni di Rossella, sullo
sfondo di un’America che avanza grazie all’industria, al petrolio e alle armi.
Ad interpretare il ventaglio di sfumature che la dramma-
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Venerdì 27 marzo 2015 | ore 20.30
Sabato 28 marzo 2015 | ore 21.00
Produzione stabilemobile Compagnia Antonio Latella - La Corte Ospitale
FRANCAMENTE
ME NE INFISCHIO
3 movimenti liberamente ispirati
a «Via col vento» di Margaret Mitchell
Regia Antonio Latella
Drammaturgia Federico Bellini, Linda Dalisi,
Antonio Latella
Con Caterina Carpio, Candida Nieri,
Valentina Vacca
turgia evidenzia portando in scena debolezze e trionfi, albe
e tramonti di un mondo femminile che riflette il sogno di
ieri e la realtà di oggi, sono Caterina Carpio, Candida Nieri
e Valentina Vacca. Tre volti per tre protagoniste che a turno
diventano Rossella O’Hara, non solo attraverso la parola,
ma anche attraverso il corpo vissuto e utilizzato come cassa di risonanza per amplificare un quadro sociale di soffocante conformismo.
Francamente me ne infischio è un’enciclopedia teatrale
sul grande sogno americano, un prisma che riflette tutti i
grandi archetipi del Novecento e sprigiona sogni e illusioni
sempre accolti con reazioni ambivalenti da noi europei.
10
Le Muse
LA PROSA
La favola (per adulti) del Mago di Oz
Torna in scena, nell’allestimento diretto da Luigi de Angelis per Fanny & Alexander, lo spettacolo che guadagnò
nel 2010 all’interprete e co-autrice del testo, Francesca
Mazza, il Premio UBU quale miglior attrice protagonista.
Si tratta di una sorta di parabola contraddittoria: una metafora dell’immaginario contemporaneo e delle sue derive,
del potere che le immagini hanno su di noi, dove West è
l’estremo dei punti cardinali della storia del Mago di Oz.
Il lavoro, incentrato sulle tecniche della manipolazione
sottile del linguaggio pubblicitario, interseca motivi mitologici a motivi legati alla contemporaneità, alla cronaca e
ai grandi emblemi dell’occidente.
Assieme a Dorothy, lo spettatore sarà “imprigionato” da
una strana forma di incantesimo, una trappola del linguaggio capace di sospendere a tratti la facoltà di esprimere un giudizio, la possibilità di compiere delle scelte per
dire sì o no alle cose che gli sono proposte.
Lo spettatore diventa consumatore, oggetto di stimoli
continui, soggetto alle trame sottili di una persuasione occulta perpetrata, ai suoi danni, dalle tecniche sofisticate
della comunicazione massmediatica.
Scardinare la gabbia in cui è stato calato e di cui è prigioniero, scendere nel pozzo profondo in cui precipita, vuol
dire però assumersi l’impresa della risalita e, al contempo,
il rischio del non ritorno.
TRENTO | TEATRO SANBAPOLIS
Martedì 10 marzo 2015 | ore 21.00
Produzione Fanny & Alexander,
Festival delle Colline Torinesi
WEST
Ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani
Regia, spazio scenico Luigi De Angelis
Dj-set Mirto Baliani
Drammaturgia Chiara Lagani
Testi Chiara Lagani e Francesca Mazza
Amministrazione Marco Cavalcoli e Debora
Pazienza
Si ringraziano Ravenna Teatro - Teatro delle Albe,
Davide Sacco
Quando la fortuna si diverte
Si parla di sogni, di vincite al lotto,
di superstizioni e credenze popolari.
Di un’umanità dolente che solo in questo modo
ha la capacità di pensare a un futuro migliore
per sopravvivere al proprio presente
La commedia fu tratta da Eduardo da La fortuna si diverte, un testo comico scritto
dal livornese Athos Setti nel 1933 per la scena toscana, che fu rappresentato anche da
Ettore Petrolini in romanesco con il titolo La fortuna di Cecè e da Angelo Musco in siciliano come La Profezia di Dante. Arrivò infine al “Teatro Umoristico” dei De Filippo
nel ’37 con il nuovo titolo Sogno di una notte di mezza sbornia.
«Attraverso questo lavoro – scrive Roberto De Simone – Eduardo ha l’opportunità di
indagare profondamente sui linguaggi, le forme, i ritmi teatrali, […] di fare propria
una commedia scritta da altri restituendo alla collettività teatrale la sua identità di
artista e di creatore.»
Utilizzando lo stile comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma della classica e antica tradizione teatrale napoletana con le tematiche che
saranno sviluppate appieno nelle sue commedie successive. Al centro di Sogno di una
notte di mezza sbornia c’è il popolare gioco del lotto, ma la scommessa si pone soprattutto fra la vita e la morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Presenza sostanziale nello sviluppo della commedia è inoltre la comunità dei familiari
e degli amici, stretta intorno al protagonista e al suo dramma, forse più per egoistico
interesse personale che per una forma di solidarietà. Una comunità grazie alla quale
Eduardo può declinare il carattere corale e sfaccettato della sua drammaturgia.
A Pasquale Grifone, un povero facchino, piace alzare il gomito e quando beve
fa sogni strani, così da ricevere la “visita” di Dante Alighieri, del quale
gli era stato regalato un busto in gesso. Il Poeta suggerisce all’uomo quattro numeri da giocare al lotto, sottolineando però che essi
rappresentano anche la data e l’ora della sua morte. La quaterna
esce, Pasquale vince una forte somma di denaro e la sua famiglia
si adatta ben presto alle nuove condizioni. Nessuno si preoccupa
della crescente disperazione dell’uomo, terrorizzato dalla sua “imminente” dipartita. Nonostante i parenti cerchino di convincerlo che
si tratta solo di una sciocca superstizione,
nel giorno annunciato la famiglia si veste a lutto. E quando il pericolo sembra
ormai scongiurato, un colpo di scena
riapre il gioco…
TRENTO | TEATRO AUDITORIUM
Venerdì 24 aprile 2015 | ore 20.30
Sabato 25 aprile 2015 | ore 21.00
Domenica 26 aprile 2015 | ore 16.00
Elledieffe
SOGNO DI UNA NOTTE
DI MEZZA SBORNIA
Tratta dal lavoro di Eduardo De Filippo e liberamente tratta
dalla commedia “La fortuna si diverte” di Athos Setti
Con Luca De Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo,
Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo,
Viola Forestiero, Paola Fulciniti
Regia Armando Pugliese
Cronaca di ordinaria
ostilità familiare
È la storia comica e violenta di una famiglia
che, isolata e chiusa, vive in mezzo a una valle
oltre la quale sente l’ignoto
Padre, madre e figlio sono ignoranti, diffidenti, nervosi. Si lanciano accuse, litigano,
si odiano e pregano, mentre rabboccano un sugo di pomodoro lasciato dalla nonna
morta anni prima. Ognuno dei tre rappresenta per gli altri due quanto di più detestabile ci sia al mondo. E tuttavia occorre una tregua, perché sta arrivando un ospite atteso da tempo, che può e deve cambiare il loro futuro. Tutto è pronto, tutto è perfetto,
ma la tregua non durerà.
456 nasce dall’idea che l’Italia non è un Paese, ma una convenzione. Che non avendo
un’unità culturale, morale e politica, l’Italia rappresenti oggi una comunità di individui che sono semplicemente gli uni contro gli altri. Per precarietà, incertezza,
diffidenza e paura; per mancanza di comuni aspirazioni. In ogni caso, dunque, siamo
soli e siamo in lotta.
Scritta e diretta da Mattia Torre, regista e drammaturgo romano conosciuto dal pubblico televisivo per essere stato tra gli autori del programma “Parla con me” di Serena
Dandini, 456 è una commedia che racconta come proprio all’interno della famiglia
– che pure dovrebbe essere il nucleo protettivo e aggregante, di difesa dell’individuo
– nascano i germi di questo conflitto: la famiglia sente ostile la società che gli sta
intorno, ma finisce per incarnarne i valori più deteriori incoraggiando la diffidenza,
l’ostilità nei confronti degli altri, il cinismo e la paura. 456 racconta la famiglia come
avamposto della nostra arretratezza culturale.
Dallo spettacolo è stato tratto l’omonimo sequel televisivo, andato in onda su La7
all’interno del programma The show must go off di Serena Dandini.
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Martedì 14 aprile 2015 | ore 20.30
Mercoledì 15 aprile 2015 | ore 20.30
Marche Teatro-Inteatro / Nutrimenti Terrestri / Walsh
456
Scritto e diretto da Mattia Torre
Con Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri,
Cristina Pellegrino e con Michele Nani
LA PROSA
Il racconto della Terza Guerra Mondiale
La guerra, ora!
Lo spettacolo, prodotto da Centrale Fies all’interno del
quadro tematico delineato dal progetto internazionale SharedSpace, nasce dall’incontro fra il regista lettone Valters
Silis e il Collettivo Teatro Sotterraneo, sollecitati dal centenario dello scoppio della Grande Guerra.
Se nel 1914 nasceva il concetto moderno di propaganda su
scala globale, oggi la guerra psicologica è parte integrante
di ogni strategia militare. E ogni bomba è accompagnata
dalla nostra capacità di ruotare il punto di vista sui conflitti, producendo vocabolari nuovi, narrazioni coinvolgenti
e porzioni d’immaginario sempre più efficaci nel condizionare l’opinione pubblica all’accettazione del massacro
reciproco. Da questo punto di partenza, WAR NOW! cerca
di proiettare in avanti il senso del centenario allestendo un
gioco che racconti la Terza Guerra Mondiale attraverso determinati meccanismi manipolatori, fra infowar (la guerra dell’informazione) e disinformacjia (la parziale o totale
invenzione dei fatti) fino ai limiti del warporn dove, nella
Spettatori
ne parlano
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Martedì 5 maggio 2015 | ore 20.30
Mercoledì 6 maggio 2015 | ore 20.30
Chi è il ‘personaggio’
teatrale? Dove sono i costumi?
Perché gli attori non recitano
il testo scritto dall’autore?
Associazione Teatrale Pistoiese
WAR NOW!
Il teatro contemporaneo spesso mette in
crisi lo spettatore quando interroga un testo,
offrendo letture inconsuete e scardinando
consolidate convenzioni teatrali. E tutto ciò,
per verificare la possibilità di parlare del
nostro presente. Il ruolo di chi guarda, dello
spettatore, sta proprio nel raccogliere questa
sfida, guardando lo spettacolo come un
cantiere aperto di simboli, tra cui disegnare un
paesaggio possibilmente abitabile.
Per dare spazio alla visione dello spettatore
e mettere a fuoco la capacità del teatro di
parlare di noi e del nostro tempo, il Centro
Servizi Culturale S. Chiara propone, in
collaborazione con la Biblioteca Comunale
di Trento, «Spettatori ne parlano», un forum
di incontri e dibattito tra ‘spettatori’ accorti e
curiosi, dove confrontare le proprie idee sulla
rappresentazione teatrale e sul nostro tempo.
Gli incontri si terranno una volta al mese,
in coincidenza con gli appuntamenti dei
cartelloni della Stagione di Prosa e Tendenze
Prosa di Trento, nei giorni successivi agli
spettacoli. Ad ogni appuntamento, sarà invitato
un ospite inatteso, spettatore come gli altri,
ma anche personaggio della nostra comunità
che grazie alla sua professione o esperienza
porterà una lettura informata o trasversale del
tema affrontato nello spettacolo.
Gli otto incontri, coordinati da Emanuela
Rossini, si terranno alle 17.30 presso la
Biblioteca Comunale di Trento in Vai Roma.
Di Wolfgang Amadeus Mozart
Concept e regia Valters Silis, Teatro Sotterraneo
In scena Matteo Angius, Sara Bonaventura, Claudio Cirri
Scrittura Valters Silis, Daniele Villa
violenza dell’immagine, il divertimento anestetizza l’orrore. Lo spettacolo mette in scena un’esperienza paradossale
in cui attori/storytellers e spettatori/players (il riferimento è al format televisivo VH1 Storytellers che alterna esecuzioni musicali dal vivo e interviste) si ritrovano dentro
un ipotetico terzo conflitto, nel tentativo di interrogare le
possibilità dell’entertainment bellico come ultima frontiera
della persuasione.
Il doppio Shakespeare di Tim Crouch
Un doppio spettacolo firmato da
Tim Crouch, drammaturgo inglese
super premiato, tra i più innovativi
nella forma del testo teatrale
Due spettacoli che sono occasione per due personaggi shakespeariani di raccontare, e rivivere, altrettante opere del
Bardo, imprevedibili e dirompenti: Macbeth e Giulio Cesare.
L’Io del titolo è un manifesto teatrale e politico insieme:
per scoprirlo bisogna prendere parte alla messa in scena,
con tutti i ruoli che questa mette a disposizione, compreso
quello dello spettatore. Ruoli che Tim Crouch rende opachi, ambigui, sempre al confine di se stessi. Un progetto
che interroga la convenzione teatrale, mettendola in crisi, e
verificandone la possibilità attuale di parlare del presente, a
partire da testi che della stessa convenzione teatrale hanno
segnato le fondamenta.
BANQUO è il generale dell’esercito scozzese di Re Duncan
che Macbeth, nell’omonima tragedia shakesperiana, fa uccidere come avversario nella sua corsa al trono. Palesandosi
in forma di fantasma, prova a ricomporre i segni di una
violenza di cui è stato vittima. Ma, a riviverle, le cose non
sembrano poter prendere un altro corso: tutto è quello che
è già stato.
Le Muse 11
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Martedì 19 maggio 2015 | ore 20.30
Mercoledì 20 maggio 2015 | ore 20.30
Accademia degli artefatti
I (Io) SHAKESPEARE
I BANQUO
I CINNA
Questo il calendario:
Lunedì 10 novembre
Sanguinare
inchiostro
Di Tim Crouch
Traduzione Pieraldo Girotto
Regia Fabrizio Arcuri
Lunedì 15 dicembre
Il Mercante
di Venezia
Nel secondo spettacolo, attraverso CINNA Crouch ci riconsegna un Giulio Cesare rivisto con gli occhi e riscritto con
le parole di un ciondolante poeta che fa brutti sogni e che
non smette di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un racconto che non passa solo attraverso
il media verbale, ma anche attraverso le immagini, specchi
che moltiplicano una verità politica e sociale, dolorosamente irriducibile.
Lunedì 9 marzo
Sinfonia d’Autunno
Martedì 31 marzo
Francamente
me ne infischio.
Lunedì 26 gennaio
Il Visitatore
Lunedì 27 aprile
Il Sogno di una notte
di mezza sbornia
Martedì 10 febbraio
Frost/Nixon
Lunedì 25 maggio
I (Io) Shakespeare
La guerra delle donne
Vincitore dell’edizione 2014 del
Premio “Nuova_scena.tn”, è uno
spettacolo interamente declinato
al femminile che vede in scena tre
attrici della Compagnia trentina
“Teatrincorso – Spazio 14”
«Il nostro progetto – spiega la regista Elena Marino – nasce da una rilettura, da un punto di vista femminile, di un
particolare episodio della prima guerra mondiale: l’esodo
forzato dei Trentini in Austria all’entrata in guerra dell’Italia nel 1915. È un episodio, ma è altamente significativo
e prefigura non solo l’idea dei lager della Seconda Guerra
Mondiale, ma anche l’attuale situazione di esilio vissuta da
intere popolazioni e i centri di raccolta profughi, vissuti
come barriera e terra di nessuno in cui ammassare gente
costretta ad abbandonare - per una guerra economica serpeggiante e mondiale - le proprie case e le proprie terre.
[…] Il nostro lavoro porta in scena tre donne, intreccia i
loro destini, le loro storie, le diverse reazioni di fronte alla
tragedia della guerra e dell’esilio».
Le tre donne sul quale il racconto getta la luce hanno in
comune la forza, il coraggio e lo spirito battagliero. Ma in
qualche caso riescono anche a prendere parte con allegria
al loro personale conflitto, tentando di vincerlo.
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Martedì 26 maggio 2015 | ore 20.30
Mercoledì 27 maggio 2015 | ore 20.30
Compagnia Teatrincorso/Spazio 14
VOCI NELLA TEMPESTA
Regia e drammaturgia Elena R. Marino
Con Silvia Furlan, Silvia Libardi, Chiara Superbi
Vincitore del premio Nuova Scena.tn 2014
12
Le Muse
LA DANZA
LA DANZA
Dalla classicità di Medea all’energia estetica dei BalletBoyz. La Stagione
InDanza, che propone anche quest’anno un progetto a dimensione regionale,
alterna presenze nazionali ed estere all’insegna della grande qualità artistica
e di una accentuata curiosità nei confronti delle nuove tecniche applicate allo
spettacolo dal vivo. Nella nuova struttura di Sanbàpolis, che ospita una grande
palestra di roccia indoor, troverà inoltre una ideale collocazione l’inedita
proposta della danse escalade.
“Medea”, la sconvolgente attualità
del dramma di Euripide
di Maria Luisa Buzzi
Di sconvolgente attualità la
vicenda cantata da Euripide in
Medea non sembra essersi estinta
nel tempo. Moglie e madre, Medea
è vittima del tradimento del
marito Giasone. Per vendicarsi di
lui ucciderà i suoi figli, privandolo
di una discendenza
“È la storia di una donna come di tante donne”, spiega
Renato Zanella, neo direttore del Corpo di Ballo dell’Arena
di Verona che l’ha rimessa in scena ispirandosi all’omonima opera lirica del compositore greco Mikis Theodorakis
del 1991. “Medea è un dramma familiare – continua - che
ancora oggi si ritrova nelle cronache nere che possiamo
leggere sul giornale o vedere in televisione. Il mio balletto
è una rivisitazione in chiave moderna di una delle tragedie
più struggenti del teatro classico. Tradizione e innovazione
s’incontrano in una commistione di arti per uno spettacolo
senza tempo”.
Commistione di tradizione e innovazione dentro cui giace
il segreto del successo del balletto presentato per la prima volta al Festival del Mar Egeo, sull’isola greca di Syros,
nel 2011 quando Zanella, da direttore del Greek National
Ballet, frequentava con assiduità le terre della mitologia e
dei sommi poeti tragici, nonché la musica di Mikis Theodorakis.
“Con Theodorakis - racconta - siamo anche diventati amici, e tra una chiacchierata e l’altra, ho capito quanto la danza potesse aggiungere alle straordinarie musiche della sua
composizione”. Composizione che fa da colonna sonora
anche a un altro prodotto artistico che ha coinvolto Zanella sul tema: il film di Asteris Kutulas, Recycling Medea,
presentato alla Berlinale 2013 di cui ha curato le parti coreografiche e la cui protagonista è la prima ballerina del
Greek National Ballet Maria Kousouni. Tornando a Medea,
il balletto è entrato questa estate nel repertorio dell’Arena,
accolto con entusiasmo anche dal pubblico e dalla critica
italiana. Merito dell’efficace riduzione drammaturgica, della capacità di Zanella di trasporre in danza i sentimenti, di
curare scene e costumi nei dettagli.
Sul piano della narrazione, a differenza del film di Kutulas
che gioca sulla contrapposizione tra la violenza del mito
e la Grecia d’oggi in piena crisi, Zanella si concentra sulla
figura femminile. Così il balletto, in un unico atto, prende
le mosse dall’evento più tragico: il racconto della protagonista alle donne di Corinto del gesto estremo compiuto. Da
lì, a ritroso, il coreografo ripercorre l’intera vicenda dalla
conquista del vello d’oro, all’arrivo a Corinto di Giasone
e Medea dove vengono alla luce i loro due figli, all’innamoramento di Giasone per Glauce, la figlia del Re Creonte
di cui ambisce il trono. Medea, pazza di gelosia, uccide la
ragazza inviandole un velo impregnato di veleno e poi suo
padre giunto a soccorrerla. Non paga della sua vendetta,
decide di ferire ancora più profondamente l’animo del marito privandolo della sua discendenza e, pur straziata nel
cuore, uccide i figli su consiglio di Egeo, il re di Atene, che
le promette protezione e rifugio.
Ambientato in una scenografia essenziale composta da pochi oggetti dal forte valore simbolico - una barca, un ponte
e una sedia – il balletto racconta le sfumature dell’animo e
l’intreccio dei sentimenti attraverso uno stile coreografico
che mutua dal linguaggio accademico le linee e dall’espressività della danza contemporanea la trasposizione dei turbamenti e dei moti dell’animo.
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 16 ottobre 2014 | ore 20.30
Fondazione Arena di Verona
MEDEA
Balletto su musiche di Mikis Theodorakis
Coreografia Renato Zanella
LA DANZA
Le Muse 13
Strani danzatori che indossano paralumi.
L’universo onirico di Inbal Pinto e Avshalom Pollak
Su Israele, si sa, il cielo
della danza contemporanea
è stellato. E tra gli asteroidi
più brillanti si annovera
senza dubbio la coppia artistica
Inbal Pinto e Avshalom Pollak
Lei, Inbal, è danzatrice e coreografa, ha studiato alla Bezalel Academy of Arts and Design prima di entrare a far
parte della Batsheva Dance Company di Ohan Naharin
e avviare, poco più che ventenne, l’attività di coreografa.
Lui, Avshalom, è attore e regista figlio d’arte (suo padre è
il famoso Yossi Pollak) con alle spalle studi alla prestigiosa
The Nissan Nativ Drama School di Tel-Aviv, film e programmi televisivi di successo e, naturalmente, molti lavori
sul palcoscenico. Dal 1992 fanno coppia fissa, da quando,
a Tel-Aviv, hanno fondato la compagnia che porta il loro
nome. Dodici danzatori-attori li seguono in un percorso
artistico originale, inclassificabile, a cavallo tra i generi.
Danza classica, contemporanea, mimo, ginnastica sono
tutte fonti consentite al loro fine artistico, di produzione
in produzione rinnovato. In quasi cinque lustri d’attività
hanno dato alla luce una dozzina di lavori di cui Oyster
(Ostrica) è forse uno dei più significativi, ininterrottamente portato in scena con successo dal 1999, anno in
cui è nato ‘in residenza’ alla Maison de la Danse di Lione.
“È stato il nostro primo vero grande progetto internazionale – confessa Pollak in un’intervista – dove per la prima
volta, nonostante lavorassimo insieme da tempo, le nostre
sensibilità artistiche si sono unite in una strada originale”.
Vincitore dell’Israel Theater Academy Awards nel 2000,
Oyster è una fiaba agrodolce dove immagini giocose, scene poetiche e atmosfere malinconiche inghiottono lo spettatore, catturato, ovunque nel globo venga rappresentato
(ha già girato quattro continenti), “perché – continua Pollak – lo spettacolo parla una sua lingua, che comunica con
l’immaginazione”.
Portati per mano da un destino che a loro sembra sfuggire
completamente, i protagonisti di questo surreale racconto
sono umani e meccanici al tempo stesso, agiscono secondo logiche irriconoscibili, vestono in modo stravagante
(indossano paralumi e camminano con sgabelli incollati
al fondoschiena), volano e strisciano come pinguini.
Il titolo rimanda alla raccolta di poesie Morte malinconica del bambino ostrica del visionario e poliedrico Tim
Burton, ma in realtà “le idee contenute nello spettacolo
– puntualizza Avshalom Pollak - hanno fonti molto diverse: dal teatro di strada europeo, all’arte della marionetta
fino a sogni della nostra infanzia”. Ci si potrebbero anche
trovare allusioni all’arte di Federico Fellini, e molto altro
in questo spettacolo che parla per visioni. Allo spettatore
non resta che lasciarsi condurre attraverso questo viaggio
fantastico, grottesco, malinconico e sarcastico. Entrare e
uscire dalla conchiglia preziosa, attraversarne le musiche,
le forme e i sapori inaspettati senza precludere nulla alla
fantasia.
Ballet Black
Inbal Pinto Dance Company
OYSTER
Direzione, coreografie, costumi,
scene e musiche Inbal Pinto e Avshalom Pollak
Danza
a Bolzano
La ballerina Cassa Pancho, metà
sangue sudamericano (Trinidad
e Tobago) e metà inglese, tredici
anni fa, nel 2001, non riusciva
a comprendere il perché le
minoranze etniche fossero molto
poco considerate nei Corpi di
ballo classici
Con tenacia e ambizione, poco più che ventenne, insegnando danza la sera e lavorando di giorno come receptionist, raccimola qualche soldo per portare a compimento un suo sogno: fondare una compagnia esclusivamente
di ballerini di colore e asiatici che dimostrassero la loro
bravura in ambito accademico. Coadiuvata dal maître
de ballet Denzil Bailey (uno dei primi ballerini di colore
dell’English National Ballet), Cassa Pancho ha aperto le
porte del professionismo a molti giovani talenti, scardinando un pregiudizio secolare. E anche grazie a lei, in
questi ultimi anni, molto è cambiato negli organici delle
grandi compagnie di balletto dei Teatri d’Opera. Un progetto ambizioso il suo, portato avanti con non poche difficoltà finanziarie, che si pone come obiettivo aggiuntivo
la diffusione della cultura della danza alla comunità, a un
pubblico interculturale anche attraverso classi per danzatori e amatori di tutte le età. Attività lodevole per una
piccola compagnia di otto elementi che ha la forza, oggi,
di sviluppare un repertorio originale per i suoi talenti.
Supportata sin dalle origini da molti artisti di fama - Deborah Bull, Prima ballerina del Royal Ballet e direttore
creativo del ROH2, sostenne nel 2003 Pancho aprendo le
sale nel fine settimana del prestigioso Covent Garden alla
compagnia per le lezioni e le prove; Carlos Acosta, Principal Guest di origini cubane del Royal Ballet, nel 2005
ne è diventato Patron - l’attività di Cassa Pancho ha preso il volo con tournée in tutta Europa. Una vera boccata
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 13 novembre 2014 | ore 20.30
Programma a cura della Fondazione Teatro
Comunale e Auditorium di Bolzano
BOLZANO | TEATRO COMUNALE
Lunedì 1 dicembre 2014 | ore 20.00
Prima nazionale
Dance Company Theater Osnabrück
ROMEO & JULIET
Coreografia Mauro de Candia
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 18 dicembre 2014 | ore 20.30
Ballet Black
A DREAM WITHIN
A MIDSUMMER
NIGHT’S DREAM
Coreografia Arthur Pita
Cinque volte la coppia Romeo e Giulietta. La rilettura del shakespeariano Romeo e Giulietta che il
coreografo Mauro de Candia ha dato per la compagnia di danza che dirige presso il Teatro Osnabrück
è una duplicazione dei giovani amanti. Cancellata la
rivalità familiare, il dramma si consuma nel disagio
dei due adolescenti, e si estende al gruppo, su Prokof’ev a sua volta ‘contaminato’ con il contemporaneo Martin Räpple.
LIMBO
Coreografia Martin Lawrance
TWO OF A KIND
Coreografia Christopher Marney
d’ossigeno per questo piccolo diamante ‘nero’ per il quale
molti autori continuano a creare coreografie: dalla star
russa del balletto Irek Mukhamedov a Shobana Jeyasingh, da Richard Alston a Henri Oguike, da Liam Scarlett
a Arthur Pita, il repertorio dei Ballet Black vanta oltre
ventisette titoli. Originale e variegato, il suo carnet de bal
incontra le punte e il virtuosismo accademico, l’hip hop e
lo stile neoclassico, la danza astratta e narrativa, il rigore
e lo humor.
BOLZANO | TEATRO COMUNALE
Martedì 3 marzo 2015 | ore 20.00
PARSONS DANCE
Coreografia David Parsons
Una raccolta di titoli cult per celebrare oltre i 30 anni di
vita della compagnia-icona della danza made in USA.
Parsons Dance porta, per la prima volta in Regione, il
suo mix di atletismo, vitalità e gioia pura mostrando
al pubblico le sue infinite sfumature. Dal capolavoro
stroboscopico Caught alla nuova creazione sulle note
del violoncellista Rubin Kodheli, il programma non
smentisce il successo planetario di David Parsons.
14
Le Muse
LA DANZA
Calligrafia, surrealismo e farfalle in transizione.
L’arte fusion di Shen Wei
Raramente si incontrano creatori
totali come il sinoamericano
Shen Wei. Coreografo, danzatore,
pittore, designer che il
Washington Post ha definito “uno
dei migliori artisti della nostra
epoca”, Shen Wei è uomo e artista
diviso tra due emisferi
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Mercoledì 11 febbraio 2015 | ore 20.30
Shen Wei Dance Arts
MAP
Ideazione, direzione e coreografia Shen Wei
Musica Steve Reich
NEAR THE TERRACE
Ideazione, direzione e coreografia Shen Wei
Musica Arvo Pärt
In lui l’Oriente e l’Occidente si coniugano in un’ibridazione stratificata e incantevole, in una visione interculturale e
interdisciplinare.
Nato a Hunan, Cina, nel 1968, figlio d’arte, a nove anni
Shen Wei inizia a studiare l’Opera cinese, arte millenaria in
cui l’addestramento alla recitazione simbolica si associa al
gesto, all’acrobazia e alla pittura. Nel 1991 è membro fondatore della Guangdong Modern Dance Company, la prima
compagnia di danza moderna in Cina. Nel 1995 si trasferisce a New York con una borsa di studio per frequentare i
corsi al Nikolais/Louis Dance Lab., altra fucina di creatori
crossover.
È nel fermento della Grande Mela che decide, non senza sacrifici, di stabilirsi e fondare la Shen Wei Dance Arts,
compagnia che ottiene sin dal debutto, nel 2000, un eccezionale riscontro da parte del pubblico e gli elogi della
critica statunitense.
Colpiti, pubblico e critica, dall’originalità del suo linguaggio coreografico che svela la capacità di tradurre, sul palcoscenico, la percezione sensibile della pittura e, nei corpi
dei danzatori, la cesellatura spaziale dell’antica arte della
calligrafia (studiata sin da bambino). Dell’Oriente permane il fascino di un movimento che ha un respiro circolare, liquido, che è ‘libero fluire’; dell’Occidente la dinamica
delle tecniche contemporanee, la capacità di connettersi
alla musica e alle partiture del nostro tempo, la non-narrazione. Tutto è organicamente fuso nei suo spettacoli in
un’astrazione che nulla ha a che fare con la realtà e la vita
terrena, come tiene a precisare: “Tutto, nell’arte, è a un livello altro rispetto alla vita normale”.
Una danza la sua che non racconta altro che se stessa,
antica e futuristica, che suscita sensazioni. “Il danzare continua Shen Wei - riguarda essenzialmente una cosa: la
bellezza della vita umana, delle sensazioni”. Che si tratti
di una coreo-regia di un’opera (i Carmina Burana al San
Carlo di Napoli, Mosè in Egitto al Teatro dell’Opera di
Roma), dell’apertura dei Giochi Olimpici di Pechino 2008
o di un lavoro più intimo per i suoi fedelissimi danzatori
è intorno alle sensazioni che si gioca la partita. Lo capiranno bene gli spettatori che vedranno il dittico scelto per
la sua prima apparizione a InDanza (non al Sociale dove,
invece, fu ospite con Rite of Spring e Folding nell’ambito
del festival Oriente Occidente). Due lavori molto diversi,
uniti dalla stessa bellezza. In Map (2005), ovvero mappe di
movimento, Shen Wei si diletta in scritture che esplorano
il concetto di rotazione interiore ed esteriore perfettamente adagiate sulla musica ritmica e circolare di Steve Reich
di The Desert Music; in Near the Terrace (del 2000/2001)
conduce per mano il pubblico nell’astrazione pittorica e
nel minimalismo sacro di Für Alina e Spiegel im Spiegel
dell’estone Arvo Pärt.
Qui i riferimenti al surrealismo dei quadri di Paul Delvaux
sono evidenti sebbene Shen Wei sostenga di vedere in Near
the Terrace “tanti fiori e farfalle: tutti in transizione”.
Le Maratone di danza
nella rete «Anticorpi XL»
«Foyer della danza»
Anche quest’anno il CID – Centro
Internazionale della Danza, in collaborazione
con il Centro Servizi Culturali S. Chiara,
organizza una serie di incontri di
approfondimento rivolti agli appassionati
dell’arte di Tersicore allo scopo di sviluppare
una serie di riflessioni che, prendendo spunto
dagli spettacoli in calendario all’interno
della Stagione 2014-2015, intendono spaziare
a 360 gradi sul mondo della danza e sui
protagonisti della scena coreutica nazionale
e internazionale.
Attraverso la visione guidata di alcuni video
scelti tra gli oltre duemila titoli presenti
all’interno dall’archivio di “VideoCID”, il
pubblico potrà avvicinarsi e comprendere
il lavoro delle compagnie e dei coreografi
presenti in cartellone.
Gli incontri, che saranno curati da Paola
Carlucci e Lanfranco Cis, si terranno presso
la Sala Medievale del Teatro Sociale a Trento
con inizio alle 17,30.
Sono stati selezionati nel corso
del Festival di danza urbana
e d’autore «Ammutinamenti»,
tenutosi a Ravenna nel settembre
scorso, i sei spettacoli che il
28 novembre e il 12 dicembre
2014 andranno a comporre il
programma delle “Maratone”,
appuntamenti ormai consolidati
con la danza contemporanea
di ricerca italiana proposti dal
Centro Servizi Culturali S. Chiara
L’adesione alla rete «Anticorpi XL – Network per la giovane danza d’autore» del Circuito Danza del Trentino (che
fa capo al CSC), di Bolzano Danza/Tanz Bozen e dell’Associazione Incontri Internazionali di Rovereto – Oriente
Occidente, ha reso possibile una presenza attiva all’interno
dell’edizione 2014 della «VETRINA GIOVANE DANZA
D’AUTORE» delle tre realtà culturali regionali, i cui rappresentanti - Francesco Nardelli, Emanuele Masi e Lanfranco
Cis – hanno fatto parte della Commissione artistica che ha
giudicato le creazioni più interessanti presentate. Fra queste, gli organizzatori hanno scelto gli spettacoli da inserire
nella propria programmazione.
Nella serata di venerdì 28 novembre Andrea Gallo Rosso, affiancato da Manolo Parazzi, presenterà I meet you … if you
want, una coreografia in cui due corpi, schiena a schiena in
una doccia di luce, si alternano in un dialogo che ha come
motore la percezione dell’altro alle proprie spalle. Francesco
Marilungo in Siegfried farà riferimento alla fiaba nordica a
cui si ispira il balletto Il lago dei cigni per affrontare un vero
e proprio viaggio iniziatico dell’eroe solare verso la propria
parte “oscura”, femminile. Antonio Minini invece in Panni
stesi affiderà a due ballerini il compito di raccontare la vita
dei quartieri della Napoli “male”, ammorbata da quel «puzzo di delitti mafiosi nel quale la coscienza annega».
Saranno tre anche gli spettacoli in programma nella serata di
venerdì 12 dicembre. I performers del Collettivo PirateJenny presenteranno Pollicino 2.0 dove tre giovani concorrenti
saranno chiamai ad affrontare le prove di uno spietato reality show. Into another body è invece il titolo della coreografia
di Anastasia Kostner che, partendo da un’installazione del
video-artista Maarten van der Glas, gioca sull’idea di come
il pubblico possa identificarsi con il danzatore tramite una
figura virtuale. Irene Russolillo in Strascichi ci ricorderà, in
un monologo danzato, che, nella vita, può capitare a chiunque di trovarsi buffi nella propria solitudine.
Trento | Teatro Cuminetti
Venerdì 28 novembre 2014 | ore 20.30
Trento | Teatro Cuminetti
Venerdì 12 dicembre 2014 | ore 20.30
I MEET YOU…IF YOU WANT
di Andrea Gallo Rosso
INTO ANOTHER BODY
di Anastasia Kostner
SIEGFRIED
di Francesco Marilungo
STRASCICHI
di Irene Russolillo
PANNI STESI
di Antonio Minini
POLLICINO 2.0
di Collettivo PirateJenny
Programma
Giovedì 16 ottobre
Medea, il dolore che
si fa danza
Mercoledì 11 febbraio
Dove l’Oriente
diventa Occidente
Giovedì 13 novembre
Oyster, una tregua
dal mondo reale
Martedì 24 marzo
La danza diventa un
fumetto
Giovedì 18 dicembre
Il balletto non è solo
blanc
Giovedì 16 aprile
La danza al maschile
LA DANZA
Sfida alla gravità
e illusionismo con il teatro
magico di Pellisari
È un teatro che punta a sbalordire
il grande pubblico quello messo in scena da
Emiliano Pellisari
Romagnolo, Pellisari è cresciuto in un ambiente in cui si respirava cultura, e dopo aver
interrotto gli studi di filosofia ha svolto mille lavori artigianali – muratore, falegname,
idraulico – prima di concentrarsi sulla carriera artistica, la sua unica vera vocazione.
Ma con l’eclettismo che lo caratterizza è stato autore teatrale, scrittore, sceneggiatore
per il cinema, produttore esecutivo di eventi dal vivo, scenografo, costumista, illusionista e coreografo sui generis prima di approdare al ruolo di imprenditore di se stesso.
Ovvero dell’Emiliano Pellisari Studio, uno spazio teatrale/atelier in cui vengono sviluppate le macchine teatrali, di concerto con le idee coreografiche, che permettono ai
suoi spettacoli di prendere forma con la Nogravity Dance Company.
Studiando le tecniche del teatro ellenistico, del teatro fantastico del Rinascimento e
delle invenzioni meccaniche seicentesche, Pellisari crea ‘macchinerie contemporanee’
che trasformano il rapporto con lo spazio sensoriale. Nouveau cirque lo definirebbero
i francesi che lo hanno preso sotto la propria ala e che lo amano particolarmente. L’autore è infatti di casa al Théâtre du Jorat, dove regolarmente presenta i suoi spettacoli.
Ma anche la definizione di nouveau cirque alla sua arte sta stretta: nei suoi lavori c’è
la danza aera come l’acrobazia, il physical theatre come la danza contemporanea. E
soprattutto c’è una smisurata fantasia, dirompente e inaspettata. Un illusionista della
scena che cerca bellezza estetica nell’assoluta finzione con richiami al Teatro nero
di Praga. Ricerca nei tessuti, luci cesellate, cavi, funi, specchi e corde elastiche per
sfidare la gravità. Pleonastico dire che i suoi interpreti sono atleti con grandi capacità
tecniche, pronti a tutto per creare giochi immaginifici e ammaliare il pubblico. E chi
vedrà in stagione Comix, capirà che il mondo del fumetto può riservare molte sorprese. Un caleidoscopio di personaggi che, in un buio denso, salgono scale inesistenti,
si scompongono e ricompongono, si sbizzarriscono in giochi speculari di braccia e
gambe per sfoderare tutte le sfaccettature delle arti magiche.
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Martedì 24 marzo 2015 | ore 20.30
NoGravity Dance Company
COMIX
Una creazione di Emiliano Pellisari
Coreografie Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu
Nogravity Dance Company | Julien Lambert, Antonella Perazzo,
Rosario Amato, Lucia Orru, Pierpaolo Trani, Valentina Iaia
Le Muse 15
Intrepidi BalletBoyz sempre
pronti a sfoderare “Talenti”
Fondati a Londra nel 2000 da due ex-ballerini
del Royal Ballet, Michael Nunn e William Trevitt,
i BalletBoyz sono molto di più di una semplice
compagnia di danza
Interpreti, produttori, mentori e registi cinematografici, Nunn e Trevitt, dopo una
brillante carriera nel balletto classico, hanno intrapreso nuovi modi di ‘fare danza’ e
diffonderne la cultura. Se i primi spettacoli vedevano i fondatori in scena interpretare
coreografie appositamente nate per loro, firmate da star del panorama internazionale,
oggi Nunn e Trevitt stanno preferibilmente dietro le quinte e dietro la macchina da
presa (della danza, naturalmente). In molti ricorderanno le loro apparizioni italiane (tra tutte quella con l’étoile Sylvie Guillem in Broken Fall di Russell Maliphant,
straordinario trio tutto slanci premiato nel 2004 con il Laurence Olivier Award quale
‘miglior produzione di danza’) e gli spettacoli Naked (2005), Encore (2006) e Greatest Hits! (2008) passati nelle nostre sale e prodotti dal Sadler’s Wells di Londra,
teatro che nel frattempo ha preso con sé la compagnia, dichiarandola ‘associata’. Ma
i frequentatori assidui della coppia avranno anche notato che dal 2010 qualcosa nei
BalletBoyz è cambiato. Nunn e Trevitt si sono imbattuti in una nuova avventura: cercare tramite audizioni in tutto il Regno Unito giovani talenti da portare in scena con il
loro marchio di fabbrica. Rigorosamente maschi, di età compresa tra i 18 e i 24 anni, e
di solida formazione tecnica per dar vita a una nuova fase della compagnia. Ecco The
Talent, la serie di lavori blockbuster che i BalletBoyz hanno prodotto nelle ultime tre
stagioni. Non serve aggiungere che i due mentori scelgono accuratamente il repertorio da affidare ai loro ‘protetti’ coinvolgendo il gotha della coreografia internazionale
e sempre un nome nuovo dellla scena nazionale, spesso ‘preso in prestito’ dal Royal
Ballet. Per The Talent 2013 avevano coinvolto ancora una volta Russell Maliphant e la
nuova stella della coreografia british Liam Scarlett; per The Talent 2014 - in arrivo a
Trento per la chiusura di InDanza - sfoderano altri due altisonanti nomi: Christopher
Wheeldon, già coreografo residente del New York City Ballet e oggi artista associato
al Royal Ballet di Londra, e Alexander Whitley, giovane autore sulla cresta dell’onda
che il Sadler’s Wells si è già accaparrato insieme alla Rambert. Al momento in cui
scriviamo aleggia ancora un po’ di mistero sulla produzione il cui debutto è fissato il
14 settembre 2014 al Limbury Studio della Royal Opera House. Ma possiamo intuire
che da Mesmerics, di Wheeldon, ci sarà da aspettarsi belle sorprese dato il rimando
del titolo alle forze magnetiche della teoria settecentesca di Franz Anton Mesmer e
la scelta della musica di Philip Glass. Per The Murmering, di Whitley, ancora non si
conosce la partitura musicale, ma resta a garanzia l’elegante classicismo dissolto in
forme contemporanee dell’astro nascente del panorama inglese.
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Giovedì 16 aprile 2015 | ore 20.30
BalletBoyz
THE TALENT
Direzione Artistica Michael Nunn
& William Trevitt
MESMERICS
Coreografia Christopher Wheeldon
Musica Philip Glass
THE MURMERING
Coreografia Alexander Whitley
Musica in corso di definizione
Arriva anche a Trento la dance-escalade
Che il confine fra arrampicata
sportiva e danza fosse labile, lo si
era capito già alla fine degli anni
Ottanta, quando al “Rock Master”
di Arco conquistarono la scena
due ragazze francesi
Si chiamavano Catherine Destivelle e Isabelle Patissier.
Erano belle, brave, eleganti e sulla parete sembravano
proprio danzare. È bastato che, qualche anno dopo, nelle
manifestazioni di arrampicata venisse sdoganata la musica
(le prime esibizioni si svolgevano nel più assoluto silenzio) e il gioco era fatto. Sperimentazioni di danza verticale
e aerea si svilupparono in tutto il mondo e, in Francia, alcuni arrampicatori di punta unirono danza e arrampicata
in esibizioni di danse-escalade. In una collocazione ideale, dal momento che la struttura di Sanbàpolis ospita una
grande palestra di roccia indoor, il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone quest’anno un’inedita proposta articolata in tre distinti momenti. Nel primo dei tre appunta-
menti in programma, ha scalato e danzato per il pubblico
di Trento il free climber francese Antoine Le Menestrel,
pioniere di questo genere di spettacolo che da anni porta il
ballo fuori dai muri dei teatri, scalando imponenti edifici
a ritmo di musica. Nel suo Service à tous les Ètages, sport
e arte si fondono in incredibili movimenti coreografici che
inventano un mondo poetico, giocoso e spettacolare che
incanta il pubblico, lasciandolo col naso all’insù. Si proseguirà il 21 gennaio 2015 con Au pied du mur, un nuovo
spettacolo di circo interamente incentrato su arrampicata
e alpinismo come metafore della vita, spesso punteggiata
da ostacoli e incroci improbabili. Una performance dove
le leggi della gravità scompaiono e lasciano il posto ad un
sorprendente virtuosismo acrobatico, in una mescolanza
di tecniche circensi e danse-escalade. Il 17 marzo, infine, sarà la volta di Wanted, dove drammaturgia, videoscenografia e movimento si fondono in uno spettacolo di
visual comedy con protagonisti due danzatori-acrobati
che volteggiano in un mondo sospeso, fatto di fumetti e
animazioni.
F. L.
TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS
Venerdì 24 ottobre 2014 | ore 17.00
Compagnia Lézards Bleus
SERVICE à TOUS LES ÉTAGES
TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS
Mercoledì 21 gennaio 2015 | ore 21.00
Compagnia 100 Racines
AU PIED DU MUR
TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS
Martedì 17 marzo 2015 | ore 21.00
eVenti Verticali
WANTED
16
Le Muse
LA LIRICA
LA LIRICA
Con quattro titoli del grande repertorio, due
in scena a Trento e altrettanti a Bolzano, la
Stagione della Lirica si ripropone in chiave
regionale, con l’Orchestra Haydn a fungere
da collante musicale di un rapporto di
collaborazione ormai consolidato fra i maggiori
Enti teatrali del Trentino Alto Adige. L’ironia
dolce-amara di Don Pasquale si sposa con
la drammaticità del Rigoletto di Verdi nella
programmazione trentina, e Bolzano traccia
un ponte artistico tra diverse epoche e stili con
il Don Giovanni di Mozart rivisitato in chiave
moderna ed un sorprendente Faust di Gounod.
Le disavventure di un ‘single’
«che s’ammoglia in vecchia età»
di Fabio Lucchi
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Venerdì 10 ottobre 2014 | ore 20.30
Domenica 12 ottobre 2014 | ore 16.00
Opera buffa in tre atti
su libretto di Giovanni Ruffini
Musica di Gaetano Donizetti
DON PASQUALE
Se fosse un programma televisivo,
potrebbe essere al tempo stesso
Stranamore e Scherzi a parte
È la storia del ricco scapolo ultrasessantenne Don Pasquale
che ha in casa, a proprio carico, un nipote sfaccendato, Ernesto. Uomo all’antica, lo zio non vuole che il ragazzo sposi
Norina, la giovane vedova di cui è innamorato, preferendo
acquisire come parente una ricca zitella. C’è poi il dottor
Malatesta, amico di famiglia, che per aiutare i due spasimanti a convolare a giuste nozze, inventa uno scherzo. Con
la complicità della giovane donna, ma alle spalle anche del
suo innamorato.
Il nuovo allestimento dell’opera è stato affidato all’inventiva di Maurizio Nichetti che è tornato in cabina di regia a
Trento dopo avervi diretto un Barbiere di Siviglia andato in
scena qualche anno fa all’Auditorium. «Don Pasquale – ci
dice Nichetti – è un’opera buffa che racconta di un anziano
preso in giro e messo in mezzo a uno scherzo che gli deve
far capire che, a una certa età, non si possono avere troppe
velleità. Questo già nell’Ottocento poteva essere un argomento di attualità e il “Don Pasquale” gioca su questo. Ma
è anche un’opera molto provocatoria, almeno per l’epoca in
cui è stata scritta. Perché, anche se all’interno di uno scherzo, si racconta di una moglie che schiaffeggia il marito, che
afferma che i mariti “non vanno ascoltati” e sentenzia che il
marito deve solo tacere quando una moglie parla. Si tratta di
un femminismo ‘ante litteram’ che oggi ci appare senz’altro
meno provocatorio; però mi piace pensare che dietro allo
scherzo giocato a Don Pasquale ci fosse già allora una sorta
di morale finale che invitasse a lasciare l’amore ai giovani.
Perché può essere pericoloso innamorarsi in tarda età.»
A caratterizzare questa nuova produzione del Centro Servi-
zi Culturali S. Chiara, la scelta di realizzare una scenografia “recitante” fatta di grafiche, animazioni e ‘stratagemmi’
visivi che, seguendo una strada assolutamente originale e
nuova, hanno assecondato la storia e illustrato i sentimenti dei personaggi. «Non ho voluto però – puntualizza Nichetti – che le proiezioni diventassero più importanti delle
arie, più importanti della storia e dell’azione teatrale. È vero
che io sono anche un regista cinematografico, ma in questo
caso sono soprattutto un regista teatrale. E quindi non sono
andato a farmi concorrenza da solo.»
In quanto alla musica, che ha visto impegnata nell’esecuzione l’orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Marco Berdondini, lo spartito si è dimostrato davvero ricco di
momenti destinati a dare piena soddisfazione agli amanti
del genere: l’aria Cercherò lontana terra e la serenata Com’è
gentil la notte affidate al tenore (l’argentino Francesco Brito); la cavatina del soprano (l’applauditissima Serena Gamberoni) So anch’io la virtù magica; il duetto Cheti, cheti immantinente fra Malatesta (Giulio Boschetti) e Don Pasquale
(Simone del Savio). In scena anche il Coro Lirico Regionale
TN/BZ diretto da Luigi Azzolini, impegnato nel dare voce
all’allegra brigata dei servi. Fresca e godibile la “morale”
dell’ultimo pezzo dove Norina ammonisce insolente che
Ben è scemo di cervello, chi s’ammoglia in vecchia età, va a
cercar col campanello noie e doglie in quantità.
«Di puramente comico nell’opera buffa non c’è mai niente – conclude Maurizio Nichetti – c’è sempre l’aria tenorile,
c’è sempre una storia d’amore e ci sono sempre tenerezza e
un pizzico di romanticheria. E anche quando una persona
cade vittima di uno scherzo, è sempre vista con animo bonario. Noi abbiamo cercato di rimanere fedeli allo spirito in
cui immagino che sia stata scritta quest’opera da Donizetti,
nel rispetto di quello che io ho ritenuto fosse il tema principale, la storia d’amore fra Ernesto e Norina. Si parla sempre
di Don Pasquale (che in questo allestimento ho immaginato
essere un botanico) e dello scherzo che gli è stato fatto, che
rappresenta il plot buffo dell’opera, ma tutto poi ruota invece
attorno all’amore di due giovani che si vogliono sposare e
trovano qualche impedimento nel poterlo fare. L’ happy end,
con Norina ed Ernesto che si mettono insieme, va dunque
al di là dello scherzo fatto allo zio. Ma per sostenere questo
dobbiamo anche ammettere che lo scherzo è stato fatto con
bonomia, che non si è sfruttata l’ingenuità altrui. È un tono
che io mi auguro abbia riportato l’equilibrio tra i personaggi
su binari più vicini a quella che era la scrittura originale.»
«Foyer della lirica»
La collaborazione del Centro Servizi Culturali
S. Chiara con il Dipartimento di Lettere e
Filosofia dell’Università di Trento si estende
quest’anno anche alla Stagione Lirica con
l’organizzazione di due incontri con il pubblico
in concomitanza con la rappresentazione
delle opere “Don Pasquale” e “Rigoletto”,
entrambi coordinati dal prof. Marco Uvietta,
docente di Musicologia e Storia della Musica.
Il regista Maurizio Nichetti ha anticipato la
prima rappresentazione di “Don Pasquale” di
Gaetano Donizetti entrando nel merito delle
proprie scelte interpretative nell’allestimento
dell’opera. Venerdì 5 dicembre 2014 l’incontro,
che avrà luogo nella Sala Medievale del
Teatro Sociale con inizio alle 17.30, precederà
invece la rappresentazione di “Rigoletto” di
Giuseppe Verdi.
LA LIRICA
Le Muse 17
Si eleva, fra le arie verdiane,
il grido di dolore di un padre
Giullare al servizio del Duca di
Mantova, affabulatore feroce
e impietoso con le vittime dei
suoi dileggi, Rigoletto nasconde
sotto la maschera del buffone un
tenero affetto paterno, il segreto
inconfessabile di una figlia
illibata e di una vita ordinaria
La commistione di commedia e tragedia fecero di questo
soggetto, tratto dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse,
un’opera destinata ad aprire una nuova stagione del melodramma italiano che nelle mani di Verdi proseguirà con i
memorabili Trovatore e Traviata. Una ‘trilogia’ concentrata
sulla complessità psicologica dei personaggi e sulle loro
passioni che ha dato al compositore l’occasione di scrivere alcune delle musiche più popolari dell’intero repertorio
lirico.
Il nuovo allestimento, una coproduzione della Fondazione
Teatro Comunale di Modena e del Centro Servizi Culturali
S. Chiara firmata da Giandomenico Vaccari, si muoverà nel
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Venerdì 5 dicembre 2014 | ore 20.30
Domenica 7 dicembre 2014 | ore 16.00
RIGOLETTO
Melodramma in tre atti
su libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
contesto di una scenografia di impianto naturalistico nata
dai bozzetti storici di Lorenzo Ghiglia. «Lo spettacolo –
racconta il regista – rispetterà un immaginario condiviso
per quanto concerne la sostanza visiva dell’opera e descriverà la contraddizione fra il nitore estetico di quel che si
vede e la natura oscura e violenta del racconto e dell’anima
dei personaggi. I tre protagonisti vengono descritti musicalmente e scenicamente da Verdi in modo così esaustivo,
fin dal loro primo apparire, che lo svolgersi dell’opera diventa per l’ascoltatore un vero e proprio processo conoscitivo dentro la loro anima, fino a comprendere in pieno le
ragioni dei singoli destini finali. Il nostro spettacolo cer-
Il “convitato di pietra”
manda Don Giovanni
all’inferno
(e non solo a parole)
Nel Don Giovanni, composto su un libretto
di Lorenzo Da Ponte ispirato alla leggenda
spagnola del gran seduttore Don Juan Tenorio,
la musica aderisce alla perfezione alle situazioni
diversissime di un argomento tragicomico
Non è quindi azzardato dire che si tratta di un’opera doppia: brillante e inquietante
insieme. Siamo a Siviglia e Don Giovanni, dopo aver cercato di violentare donna
Anna, ne uccide il padre, il Commendatore. Accompagnato dal servo Leporello, si fa
beffe di donna Elvira, precedentemente sedotta e abbandonata, e prova a sedurre, senza però riuscirvi, la contadinella Zerlina, fresca sposa di Masetto. L’azione si trasferisce poi in un cimitero dove, dalla statua funebre del defunto Commendatore, esce una
voce. Il padre di Anna lo maledice per averlo ucciso, e Don Giovanni osa rispondergli
per proporgli un invito a cena. La statua risponde sì e si presenta al banchetto. Il “convitato di pietra” rifiuta il cibo, ma contraccambia l’invito tendendo la mano a Faust
in una stretta mortale che porterà l’incorreggibile libertino direttamente all’inferno.
Nell’opera, spicca per comicità l’aria di Leporello Madamina il catalogo è questo e si
insinua con malizia il duetto fra Don Giovanni e Zerlina Là ci darem la mano – Vorrei
e non vorrei. Elvira, infuriata, canta Ah chi mi dice mai e anche Ottavio, il fidanzato
di Anna, è protagonista nel primo atto di un brano memorabile, Dalla sua pace. Don
Giovanni esprime le sue arti seduttive con Deh, vieni alla finestra e la “morale della
favola” è affidata al sestetto finale che canta Questo è il fin di chi fa mal.
«La grandezza di Mozart e l’esempio più insospettato e interessante del suo temperamento teatrale – scrive Franco Abbiati nella sua Storia della Musica – si manifesta
in quest’opera per mille segni, con accenni d’inarrivabile efficacia, attraverso la ricchezza dell’invenzione la fluidità e la scorrevolezza dei dialoghi, la duttile vocalità
della fase melodica, l’unità ferma dello stile che non viene mai meno neppure con
l’incessante succedersi delle situazioni più disparate per ambiente e caratteri. Neppure con gli ostacoli che presentava l’antiquato libretto tagliato in due atti e spezzettato
in numerosissime scene che raffreddano l’azione».
Il nuovo allestimento del Don Giovanni è firmato dal celebre regista inglese Graham
Vick le cui idee, talvolta provocatorie ma sempre rispettose dell’opera affidatagli, rivisitano il capolavoro di Mozart in chiave moderna. Alcune scene di forte impatto,
consigliano però la visione di questo spettacolo unicamente ad un pubblico adulto.
BOLZANO | TEATRO COMUNALE
Domenica 23 novembre 2014 | ore 16.00
DON GIOVANNI
Dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
cherà di raccontare quel grande ‘teatro della solitudine’ che
è Rigoletto e tutta la trilogia verdiana.»
Autentico scrigno musicale – l’autore stesso la definì,
nell’epistolario, una delle sue opere migliori – Rigoletto
raccoglie arie e duetti fra i più belli dell’intera produzione
verdiana. Pezzi salienti, che potrebbero entrare con pieno
diritto in una ipotetica “Hit Parade” della lirica, Questa o
quella per me pari sono e La donna è mobile, affidati alla
voce del tenore, e l’aria del soprano Caro nome. Di grande impatto il drammatico duetto di Rigoletto e Sparafucile
(Quel vecchio maledivami), quello commovente del buffone con la figlia (Sì vendetta, tremenda vendetta) e l’altro,
intessuto di grazia appassionata, di Gilda col Duca (È il sol
dell’anima). E poi la scena del ratto, piena di colore e carattere, e quella mirabilmente patetica di Rigoletto che culmina nella sprezzante invettiva Cortigiani vil razza dannata.
Infine il famoso quartetto Bella figlia dell’amore, nel quale
due personaggi piangono e due scherzano, di eccezionale
originalità.
Non a caso, fin dalla sua prima rappresentazione, avvenuta
l’11 marzo del 1851 al Teatro “La Fenice” di Venezia, Rigoletto fu definito dalla critica «un vero miracolo d’ispirazione e di genio».
Il faust innamorato
di Charles Gounod
Sul libretto di Michel Carré e
Jules Barbier, tratto dalla prima
parte del Faust di Goethe, Charles
Gounod ha costruito uno spartito
straordinariamente vario, ricco di
intensa drammaticità e di melodie
Vi si alternano episodi poetici, momenti di grande animazione, scene tragiche e di passione. Bellissimi i cori, elegante e sobria l’orchestrazione, numerose le arie divenute
celebri e che restano facilmente nella memoria di quanti le
ascoltano.
Si parte subito con un autentico coup de théâtre quando
il vecchio dottor Faust nel suo studio invoca il demonio
e Mefistofele subito appare, intonando con lui un duetto (Me voici). Dopo avergli
mostrato, in una poetica visione, Margherita all’arcolaio che fila, il diavolo stringe col
dottore il patto fatale e lo trasforma in un bel giovane pieno di vita.
È durante una festa in città animata da canzoni da osteria (Vin ou bière) che Faust ha
modo di incontrare la ragazza, ma lei ne rifiuta con vergogna la corte. Ben presto però
le cose cambiano: Faust si introduce nel giardino di Margherita e le rivolge un canto
d’amore (Laisse-moi, laisse-moi, contempler ton visage) che sortisce l’effetto sperato.
Nel frattempo torna dalla guerra Valentino, fratello di Margherita, che sfida a duello
Faust, reo di aver compromesso la ragazza, e rimane ucciso. Sedotta e abbandonata,
la giovane torna a filare la lana (Il ne revient pas) e Mefistofele canta una serenata
d’amore sotto la sua finestra (Vous qui faites l’endormie).
Intanto sulle montagne dello Harz Faust e Mefistofele partecipano alla notte di Valpurga, una notte di streghe e di abbandono ai sensi (Un, deux et trois). D’improvviso
Faust vede l’immagine di Margherita prigioniera, condannata a morte per aver ucciso
il bambino avuto da lui. Corre nel carcere per farla fuggire e salvarla, ma lei lo respinge: vuole espiare con la morte i suoi peccati, s’affida a Dio e canta un’invocazione agli
angeli (Anges pur, anges radieux). Così, nel pentimento, Margherita si redime e una
Voce dall’alto proclama la sua salvezza.
In quest’opera Gounod ha dato il meglio del suo temperamento lirico, appassionato e
spontaneo, e canta l’amore con accenti intimi, languidi e sensuali. Il regista e scenografo Michiel Dijkema, al quale è stato affidato questo nuovo allestimento, sorprende
con un simbolismo visuale che apre prospettive affascinanti, rispecchiando il mondo
inquietante a suo tempo creato da Goethe.
BOLZANO | TEATRO COMUNALE
Mercoledì 21 gennaio 2015 | ore 20.00
FAUST
Dramma lirico in cinque atti su libretto in lingua francese
di Jules Barbier e Michel Carré
Musica di Charles Gounod
18
Le Muse
GLI EVENTI SPECIALI
Il circo poetico di due straordinari
acrobati della fantasia
Visionario, surreale, funambolico
e stupefacente
È il circo partorito, con prodigiosa abilità, dalla miracolosa inventiva di due straordinari artisti, Victoria Chaplin e
Jean-Baptiste Thierrée. In questo spettacolo, trasferito dal
tendone del circo alle sale teatrali, tutto si svolge in apparenza senza fatica, in modo naturale e spontaneo. Ed è proprio questo, in un’epoca come la nostra fin troppo incline
agli effetti speciali, a suscitare l’incanto. Quella di Victoria
e Jean-Baptiste è Thierrée è un’arte fatta di piccole e povere
cose, ma soprattutto di immensa bravura e incredibile precisione. Sono loro gli acrobati, i fantasisti, gli illusionisti, i
funamboli, i prestigiatori, i clown e i musicisti, protagonisti di una rivoluzione estetica e poetica partita proprio da
loro quarant’anni fa e che ha dato poi origine al fenomeno
del nouveau cirque.
Jean Baptiste, con la sua massa di capelli bianchi, si presenta in scena indossando uno stravagante costume floreale.
Ha gli occhi pieni di malizia e di gentilezza e dà il via allo
spettacolo con qualche esperimento di micro-magia. Non
fa sul serio, lo si capisce subito; è un illusionista maldestro
che di altro non si preoccupa se non di aprire le porte al
mondo della fantasia. Ha l’aria stralunata e ci fa ridere con
ogni oggetto che estrae dalla valigia; la sua assurdità è colorata e leggera come una bolla di sapone.
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Mercoledì 24 dicembre 2014 | ore 16.00
Giovedì 25 dicembre 2014 | ore 20.30
Venerdì 26 dicembre 2014 | ore 20.30
Sabato 27 dicembre 2014 | ore 21.00
Domenica 28 dicembre 2014 | ore 18.00
Live Arts Management
LE CIRQUE
INVISIBLE
Soggetto, regia, interpretazione
Jean Baptiste Thierrée,
Victoria Chaplin
Con Jean Baptiste Thierrée,
Victoria Chaplin
Disegno luci Nasser Hammadi
Victoria ha invece la grazia di un elfo, è una geniale “Alice
nel paese delle meraviglie” che si trasforma sotto i nostri
occhi in creature di strana bellezza. Il suo bestiario immaginario è di una bellezza mozzafiato: roteando alcuni ombrelli rossi fa nascere un pavone; combatte con un drago;
esce di scena in sella ad un cavallo uscito, come per magia,
dalle falde del suo abito da principessa.
Entrambi hanno la nobiltà del grande circo. Jean-Baptiste
scompare dietro un paravento e ne esce un attimo dopo
completamente trasformato; Victoria vive nel regno di una
funambolica leggerezza danzando (o meglio “volando”)
sul filo mentre lui la osserva ammirato con il binocolo. E poi fanno coppia pedalando su una bicicletta a sei ruote. Sono due clown romantici
che vivono in un circo che non si vede,
dove niente è ciò che sembra, e dove
un costume di latta che sembra la
corazza di un guerriero astrale
si trasforma in orchestra.
Due ore di emozioni in
compagnia di due artisti
“speciali”che, pur senza
fare ricorso ad “effetti
speciali”, riescono a divertire e stupire spettatori di tutte le età.
GLI EVENTI SPECIALI
Le Muse 19
Per la serata di San Silvestro
il programma degli spettacoli si fa in quattro
Sarà un Capodanno multitasking
quello che il Centro Servizi
Culturali S. Chiara ha ideato
per accogliere, in modo
spettacolare, il 2015
La programmazione, articolata in quattro diversi momenti, permetterà al pubblico non solo di scegliere fra generi diversi di spettacolo, ma anche di viverne due o più in
successione, passando dall’Auditorium a Piazza Duomo, al
Teatro Sociale.
La lunga notte di San Silvestro prenderà il via, come è ormai tradizione, al Teatro Auditorium dove alle 18.30 di
mercoledì 31 dicembre è in programma il classico Concerto di fine Anno dell’Orchestra Haydn. Il complesso sinfonico regionale, diretto dal M° Arvo Volmer, proporrà un
“Viaggio in Europa” che si preannuncia quantomai ricco
di suggestioni musicali. Nel programma non mancheranno
le atmosfere viennesi che per tradizione caratterizzano gli
appuntamenti sinfonici di Capodanno, ma la cultura musicale di Volmer, che ha debuttato con l’Orchestra Haydn
nell’ottobre 2012 e che dalla corrente stagione ne è il direttore principale, conferirà al concerto, arricchendone il
repertorio, una dimensione pienamente “europea”.
Al termine dell’esibizione dell’Orchestra, gli spettatori
che lo vorranno potranno sedersi ai tavoli del ristorante
WellCafè, attiguo al Teatro Auditorium, dove sarà servito
il cenone di San Silvestro – Crystal Dinner e si potrà brindare al nuovo anno, immersi nell’elegante atmosfera del
Piano Bar.
Il concerto dell’Orchestra Haydn non esaurirà però la programmazione del 31 dicembre al Teatro Auditorium. Alle
ore 21.00 avrà inizio, infatti, lo spettacolo «MAGIC SHADOWS», la danza delle ombre che affascina e commuove,
proposto dalla Compagnia Catapult che, reduce dal successo di America’s Got Talent del 2013, arriva in Italia con
il suo show mozzafiato di ombre danzanti. I Catapult sono
nati dal genio creativo del coreografo Adam Battelstein,
danzatore e coreografo del famoso Pilobolus Dance Theater, il cui sogno era quello di dare nuova vita a un’antica
forma d’arte come quella delle ombre cinesi, utilizzando il
corpo al massimo della propria capacità espressiva. Formidabili ballerini, i Catapult riescono a stupire il pubblico
creando figure apparentemente impensabili, con dei semplici giochi di luci e ombre. E così ecco apparire nel buio,
come per magia, un elicottero, un castello, un fiore o un
pinguino. Uno spettacolo che condurrà adulti e bambini in
un mondo fatato, in cui gioia, entusiasmo e sorpresa sono
assicurati per tutti. Al termine dello spettacolo «MAGIC
SHADOWS», che sarà replicato anche il giorno successi-
vo, giovedì 1 gennaio con inizio alle ore 18.00, si potrà
attendere l’arrivo del 2015 nel Foyer del Teatro Auditorium, dove la festa Balera Evergreen proporrà agli ospiti
il raffinato Red velvet Buffet e l’Orchestra spazierà con la
musica ballabile dal liscio al repertorio degli anni ’60 e ’70,
alla dance. Nell’atrio del Teatro Auditorium, invece, sarà
proposto un Capodanno più informale con un Juke box
Party. A mezzanotte saranno serviti lenticchie, panettone e
spumante per il brindisi.
Chi invece preferirà festeggiare in una più libera atmosfera open air, potrà trasferirsi invece in piazza Duomo dove
a partire dalle ore 23.00 sarà proposto, in collaborazione
con l’Amministrazione comunale di Trento, il concerto del
cantautore Eugenio Bennato, al quale si potrà assistere
gratuitamente.
Esponente di primo piano della scuola di cantautori napoletana assieme al fratello Edoardo, a Pino Daniele, Tony
Esposito e Alan Sorrenti, è stato fra i fondatori della Nuova Compagnia di Canto Popolare e, con Carlo D’Angiò, di
Musicanova.
Nel concerto di Capodanno, che sarà animato dai DJ di
Radio Dolomiti, si potranno ascoltare “singoli” di successo
come Sole sole, Le città di mare, Novecento aufwiedersehen e Grande Sud, oltre ai brani contenuti negli album Taranta power, Che il Mediterraneo sia e Sponda sud.
La quarta proposta riguarda infine la Grande Soirée in programma al Teatro Sociale, organizzata in collaborazione
con “Everness” di Agostino Carollo e Well Food intitolata Capodanno Bianco. A tutti i partecipanti, infatti, sarà
richiesto di contribuire in modo creativo all’estetica della
serata vestendosi completamente di bianco, per rappresentare in questo modo il rinnovamento e la nuova partenza
verso il nuovo anno.
La platea, dalla quale saranno rimosse le poltrone, sarà
l’epicentro delle danze e dei festeggiamenti, mentre sul
palcoscenico si alterneranno in continuazione musicisti,
artisti, performer, ballerini e ospiti davvero speciali.
Per accogliere il pubblico sarà allestita nell’atrio del Teatro
una mostra fotografica dal titolo “White Wonderland” e,
a partire dalle 20.30 sarà offerto l’aperitivo al quale farà
seguito il Gran Buffet di fine anno, con ampia scelta di prelibatezze, nelle sale di Palazzo Festi, attigue al Teatro. E
poi musica, danze e spettacolo fino all’alba per una prima
notte dell’anno davvero speciale.
20
Le Muse
IL MUSICAL
Cinecittà:
una storia di famiglia
Per la prima volta sul
palcoscenico trentino,
Christian De Sica sarà a gennaio
per tre giorni all’Auditorium
dove aprirà i cancelli di
Cinecittà e ci inviterà ad entrare,
contemporaneamente, in due
mondi magici: il cinema ed il teatro
Cinecittà è una parola che riporta ad un mondo fantastico, ad un secolo di storia del cinema scritta da artisti
geniali, ma costruita anche sul lavoro di migliaia di comparse, di eccellenti maestranze. Una favola accompagnata
da musiche indimenticabili, da parole e canzoni che fanno parte del nostro quotidiano. Una storia che appartiene
alla cultura italiana, ma che ha ispirato tutto il cinema
internazionale.
Come si chiamano, del resto, gli studi cinematografici in
Francia? E in Inghilterra? E in Germania? Se escludiamo
gli addetti ai lavori e i diretti interessati, nessuno lo sa.
Oltre ad Hollywood, l’unico altro termine conosciuto universalmente è Cinecittà.
Il rapporto fra Cinecittà e Christian De Sica è profondo,
già da prima della sua nascita, grazie al padre Vittorio
e alla madre Maria Mercader. E così Christian cresce a
Cinecittà prima da adolescente, accompagnando il padre, poi con i primi piccoli ruoli, per approdare infine
agli Studi da attore affermato. Ha così vissuto la profonda
trasformazione di Cinecittà che, da tempio assoluto del
cinema, ha dovuto adeguarsi e accogliere le telecamere
della TV.
Christian De Sica ha attraversato in maniera trasversale la Città del Cinema: da bambino ha visto girare per
casa, prima i mostri sacri del nostro cinema e poi quelli
dell’epopea dei kolossal di Hollywood sul Tevere. È cresciuto con Rossellini e i suoi figli e ha sposato la sorella
di Carlo Verdone. Nella sua vita professionale ha partecipato a decine di film da protagonista raccogliendo, nella
quasi totalità, grande successo.
Ma Christian De Sica è non solo attore, è anche autore,
sceneggiatore, regista. «Sono un saltimbanco, mi sento
un attore: Mi sento uno showman. Un commediante».
Chi meglio di lui, allora, per raccontare la storia di Cinecittà, in uno spettacolo elegante e sorprendente che va da
Mussolini al neorealismo, dal “cinepanettone” a Michele
Santoro a Maria De Filippi?
Il musical, affidato alla regia di Giampiero Solari, alterna irresistibili racconti di vita vissuta, monologhi poetici sulle figure nascoste che rimangono sempre dietro le
quinte, divertenti gag sui provini, sugli attori smemorati,
sul doppiaggio improvvisato. Non mancano canzoni evergreen enfatizzate dalle abili doti di crooner di Christian
De Sica, che sarà affiancato in palcoscenico da Daniela
Terreri, Daniele Antonini e Alessio Schiavo; da un corpo
di ballo (le coreografie originali sono state create da Franco Miseria) e da un’orchestra di molti elementi, diretta da
Marco Tiso.
«All’inizio di questo spettacolo – spiega Christian De Sica
– ho inserito la canzone “Canto anche se sono stonato”,
che cantava mio padre. Quella sera di anni fa, osservandolo, pensavo: guarda che meraviglia, chissà se un giorno
riesco a farlo pure io. Lo guardavo, sognando, come uno
spettatore, come una moglie può guardare il marito che
trionfa. Come un figlio. Il suo.»
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Venerdì 16 gennaio 2015 | ore 20.30
Sabato 17 gennaio 2015 | ore 21.00
Domenica 18 gennaio 2015 | ore 20.30
Bags Entertainment
CINECITTà
Uno spettacolo scritto da Christian De Sica,
Riccardo Cassini, Marco Mattolini e Giampiero
Solari
Con Christian De Sica
Regia di Giampiero Solari
Con Daniela Terreri, Daniele Antonini
e Alessio Schiavo
Musiche dal vivo dell’orchestra diretta
dal maestro Marco Tiso
Al pianoforte Riccardo Biseo
Coreografie di Franco Miseria
L’OPERETTA
Le Muse 21
L’operetta unisce nella musica
le montagne dell’Austria e il Golfo di Napoli
Benvenuti nel mondo delle favole! Torna anche
quest’anno al “Sociale” lo spettacolo di tradizione
storica che, vissuto nello scenario teatrale del primo
Novecento, continua a richiamare il pubblico per la
sua capacità di offrire un momento di leggerezza
raccontando storie (prevalentemente d’amore)
condite da una godibile anche se ingenua comicità
e, sopratutto, da tanta buona musica
Proseguendo nella collaborazione con la Compagnia «Teatro Musica Novecento», saranno presentati due titoli, offerti in produzioni di grande spettacolarità e qualità musicale.
Si inizierà con Al Cavallino Bianco che è senz’altro, dopo la La Vedova Allegra, l’operetta
più popolare in Europa.
All’inizio degli anni Trenta del secolo scorso, stava suscitando ondate di ilarità sulle scene tedesche una spiritosa commedia scritta da Oskar Blumenthal e Gustav Kadelburgm
nella quale si faceva un’allegra satira sulla villeggiatura presso i laghi d’alta montagna.
Fu la schietta comicità della vicenda a suggerire a due esperti uomini di teatro berlinesi,
Erich Charell e Hans Müller, di trarne lo spunto per una spassosa commedia musicale:
uno spettacolo a metà strada fra operetta e rivista, che Ralph Benatzky portò al successo
componendo uno spartito davvero vario, fresco e gioioso.
Un ridente albergo immerso fra le montagne austriache del Salzkammergut fa da sfondo
all’intreccio amoroso della proprietaria, Gioseffa, che si è invaghita di un avvocato suscitando la gelosia del cameriere Leopoldo che, non corrisposto, spasima per lei. Ma una
lite in materia di commercio farà sì che il giovane uomo di legge si innamori invece della
figlia di un commendatore, parte avversa nella causa.
Il 10 novembre del 1930, recensendo la prima mondiale de Al Cavallino Bianco, il Berliner Tageblatt scriveva: «Questa operetta è un abbonamento per la felicità». Questo è
anche lo spirito dell’allestimento della “Compagnia Teatro Musica Novecento” che ha
costruito per il suo Cavallino Bianco una drammaturgia ricca e spumeggiante, con personaggi assai ben caratterizzati nella loro contagiosa simpatia. Gioseffa, nonostante il piglio
autoritario ha in realtà un animo sentimentale e Leopoldo è solo in parte un personaggio
comico, in quanto è sì incline agli scatti d’ira, ma è anche capace del più tenero corteggiamento. Zanetto, il commendatore, è un burbero al quale però preme assai la felicità
della figlia e quello di Claretta, il personaggio interpretato da Silvia Felisetti, è un ruolo
di soubrette molto particolare, che richiede sicure doti di attrice comica. E poi c’è il bel
Sigismondo, ricco e viziato rampollo di famiglia, «capace di infiammare di passion le
donne di ogni razza e condizion».
Scugnizza, che il pugliese Mario Costa ha musicato nel 1922 su testo di Carlo Lombardo,
è invece sicuramente la più bella delle operette napoletane in ragione della sua schietta
vena malinconica e della divertente ambientazione popolare. Sullo sfondo, la splendida
cornice della città del Golfo, incurante della guerra e della propria miseria. I personaggi
della storia, genuini nella loro semplicità, vivono sentimenti autentici e alti ideali.
In quanto alla musica, Scugnizza è piacevole e accattivante. Le sue melodie interpretano
un mondo che rappresenta un insieme di spontaneità e nostalgia in brani come Salomè,
una rondine non fa primavera e Napoletana, come canti tu. Non mancano le arie che riconducono all’opera verista, richiamando le migliori romanze di Puccini (In riva al mare
tutta bianca una casetta).
Nella gaia cornice del golfo napoletano, due scugnizzi innamorati, Totò e Salomè, con
il loro gruppo di amici conducono una vita senza problemi. Sempre a Napoli si trovano
alcuni turisti americani fra cui il ricco vedovo Toby Gutter, sua figlia Gaby e il suo segretario Chic, che la corteggia senza successo. Gli scugnizzi portano una ventata di allegria
nella vita degli americani e quando mister Toby fa la conoscenza di Salomè ne rimane
folgorato non esitando a chiederla in sposa a Zi’ Grazia, sua pittoresca tutrice. La fanciulla rimane perplessa, ma la zia le impone il matrimonio, vedendo in questa unione la
possibilità di una buona sistemazione per la nipote, ma anche per sé. Chi non si dà pace
è invece Totò, convinto ormai di aver perso Salomè.
Ma una sera, fissate ormai le nozze tra Toby e Salomè, Totò si reca nella villa dell’americano per rivedere un’ultima volta la “scugnizza”. Scambiato per un furfante, viene arrestato,
ma l’innocenza del ragazze viene presto dimostrata e Totò può finalmente correre dalla
sua Salomè, alla quale Toby si è ormai rassegnato a rinunciare.
Entrambe le produzioni saranno presentate in spettacolari allestimenti scenici con l’orchestra nel ‘golfo mistico’ e, sul palcoscenico, un corpo di ballo e una compagnia di
specialisti, nella quale si fondono cantanti di grandi qualità vocale e attori e caratteristi
di brillante comunicativa. Li guida sulla scena il regista Alessandro Brachetti, mentre
l’orchestra e tutta la parte musicale dello spettacolo si affida all’esperienza del maestro
Stefano Giaroli. L’intervento del Coro Lirico Regionale TN/BZ diretto dal M° Luigi Azzolini contribuirà ad arricchire la qualità complessiva dell’offerta musicale di entrambi gli
spettacoli.
Trento | Teatro Sociale
Giovedì 22 gennaio 2015 | ore 20.30
Trento | Teatro Sociale
Giovedì 26 febbraio 2015 | ore 20.30
Teatro Musica Novecento
Teatro Musica Novecento
AL CAVALLINO BIANCO
SCUGNIZZA
Operetta in due atti di Ralph Bénatzky
Regia Alessandro Brachetti
Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli
Operetta in due Atti di Mario Costa
Regia Alessandro Brachetti
Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli
22
Le Muse
IL JAZZ
IL JAZZ
La tromba di Terence Blanchard che si avventura
dentro scenari elettrici, i colori del Brasile nel
duo di Stefano Bollani & Hamilton de Holanda,
gli impasti raffinati e innovativi dei gruppi di
Franco d’Andrea e Mark Turner, un gruppo di “all
star” da Chicago guidate da Jack DeJohnette,
l’Orchestra del Conservatorio Bonporti diretta da
Maria Schneider. Ecco gli attesi appuntamenti
dell’edizione 2014/2015 degli Itinerari Jazz a
Trento e Rovereto, all’emozionante scoperta di
forme e stili in continuo movimento.
Le nuove
traiettorie urbane
di Terence
Blanchard
Se il valore di un artista si
misura dalla capacità di aprirsi
alle esperienze più varie, la
figura di Terence Blanchard
è certamente tra quelle più
interessanti
Ci sono infatti molti Terence Blanchard e ognuno di
essi riserva delle fantastiche sorprese. C’è il trombettista prodigioso e precoce che viene dalla culla del jazz,
New Orleans, che ha un certo Wynton Marsalis come
compagno di scuola e che si trova appena diciottenne
già nell’Orchestra di Lionel Hampton e poco dopo nei
Jazz Messengers di Art Blakey. C’è lo young lion – così
sono stati “battezzati” i talenti che emergevano in quegli anni di “rinascimento” di un jazz formalmente più
aderente ai linguaggi degli anni Cinquanta e Sessanta
– che si fa notare negli anni Ottanta per lo scoppiettante quintetto con il sassofonista Donald Harrison.
C’è il raffinato autore di colonne sonore, quelle per i
film di Spike Lee (che dopo averlo avuto come tromba nel celebre tema di Mo’ Better Blues gli affiderà la
composizione delle musiche di film come Jungle Fever
o Malcolm X) sopra tutte. C’è infine il musicista maturo di oggi, che si muove con grande naturalezza tra
hard-bop e altri linguaggi, che ha preso a cuore le sorti
della propria città dopo il devastante uragano Katrina e
che non smette di mettere cuore e curiosità nei propri
progetti. Accade anche con questo nuovissimo E-Collective, quintetto che esplora sonorità elettriche grazie
alla complicità di giovani e talentuosi colleghi come
il chitarrista Charles Altura (già con Chick Corea), il
pianista Fabian Almazan, il bassista elettrico Donald
Ramsey e il batterista Oscar Seaton. Elementi di R&B,
funk e hip hop sono tra gli ingredienti della musica del
collettivo, per una serata che si annuncia all’insegna
del miglior suono urbano che ci giunge da oltreoceano.
TRENTO | TEATRO AUDITORIUM
Martedì 4 novembre 2014 | ore 21.00
THE TERENCE BLANCHARD
E - COLLECTIVE
Con Terence Blanchard (tromba), Charles Altura
(chitarra), Fabian Almazan (pianoforte-tastiere),
Donald Ramsey (basso el.), Oscar Seaton (batteria)
I colori del Brasile di Stefano Bollani
e Hamilton de Holanda
Si parla molto di popolarità del
jazz, di capacità e voglia di
condividere questa musica con
un pubblico che sia più ampio e
variegato di quello degli abituali
appassionati
Se in questi anni c’è un jazzista, nella ricca scena italiana, che è riuscito a raggiungere anche un uditorio meno
specializzato, questo è certamente il pianista Stefano Bollani. Merito della sua travolgente bravura, certo, così come
della sua innata capacità di fare spettacolo e comunicare
in modo diretto e coinvolgente, a tratti istrionico. Merito
anche di un’innata curiosità verso i più vari generi musicali, siano essi il “classico” Gershwin o Carosone, il jazz
tradizionale o la musica brasiliana.
Nato a Milano, ma cresciuto a Firenze (dove si è diplomato
al Conservatorio Cherubini), Bollani intraprende dapprima una carriera come strumentista pop (accanto all’amica
Irene Grandi o a Jovanotti), per poi affacciarsi prepotentemente sul mondo del jazz, grazie alla collaborazione con
Enrico Rava.
Assieme al trombettista, Bollani ha tenuto centinaia di
concerti in questi anni, incidendo oltre una dozzina di dischi, tra i quali ricordiamo “Tati” in trio con il compianto
Paul Motian, “The Third Man” e “New York Days”.
Miglior Nuovo Talento per il referendum della rivista Musica Jazz nel 1998, il pianista ha da allora esplorato, lo accennavamo poco sopra, un po’ tutti gli ambiti espressivi
che hanno stimolato la sua curiosità. Quello classico, con
l’incisione della Rapsodia in Blu di Gershwin e del Concerto in Fa di Ravel con la direzione di Riccardo Chailly
(successo discografico notevole, con oltre 55mila copie
vendute solo in Italia). Quello radiofonico e televisivo, con
programmi come il Dottor Djembé (Radio3, condotto con
David Riondino e Mirko Guerrini) o Sostiene Bollani (dedicato alla musica e in onda su Rai3), che ne evidenziano il
carattere ironico e la volontà di portare argomenti musicali
anche articolati a ben più ampie platee.
Quello più “tradizionalmente” jazz, portato avanti non
solo attraverso le tante collaborazioni, ma soprattutto con
il proprio trio “danese” (completato da Jesper Bodilsen al
basso e Morten Lund alla batteria). E quello “brasiliano”,
un amore dichiarato già apertamente nel disco “Carioca”
e nelle collaborazioni con artisti come Toninho Horta o
Caetano Veloso.
Appartiene a quest’ultima “passione” anche il duo con Hamilton de Holanda, virtuoso del bandolim (tradizionale
mandolino brasiliano utilizzato ad esempio nello choro).
Il dialogo tra i due musicisti assume ogni volta un sapore
speciale, fatto di complicità, di gioco, di intrecci ritmici
iridescenti e di un lirismo agrodolce che fa subito breccia
nel cuore di chi ascolta. È accaduto nel bellissimo disco “O
que será” per la Ecm (la prestigiosa rivista Downbeat lo ha
votato tra i migliori del 2013), contenente magiche rilettura di brani sia brasiliani come Canto De Ossanha o Luiza, sia della tradizione pop italiana come Guarda che luna.
Accade di concerto in concerto, perché il feeling («tutto
avviene in modo spontaneo, sia che si tratti di rileggere
l’eredità dei vari Jobim, Piazzolla, Chico Buarque, Baden
Powell, che di proporre composizioni originali» ha detto Bollani in un’intervista) è qualcosa che si rinnova con
l’energia del pubblico. Che, a occhio e croce e trattandosi
di Bollani e di Hamilton, non dovrebbe mancare.
TRENTO | TEATRO AUDITORIUM
Martedì 18 novembre 2014 | ore 21.00
STEFANO BOLLANI HAMILTON DE HOLANDA
DUO
Con Stefano Bollani (pianoforte)
e Hamilton De Holanda (mandolino)
IL JAZZ
Un sax dal
suono vellutato:
Mark Turner
Le Muse 23
Jack DeJohnette
e le stelle
di Chicago
di Enrico Bettinello
Nel laboratorio
creativo di Franco
D’Andrea
Chi conosce un po’ le traiettorie
del jazz italiano degli ultimi
decenni sa bene come i gruppi
di Franco D’Andrea siano,
da sempre, un irresistibile
laboratorio creativo
Dalle triangolazioni del Modern Art Trio all’avventura
elettrica dei Perigeo, passando per le tante collaborazioni
con i più grandi artisti europei e americani, il pianista
meranese non ha mai smesso di riflettere sul rapporto tra
linguaggi e tradizione, riuscendo al tempo stesso a ripensare in modo sempre nuovo le figure fondamentali del
jazz moderno e a trovare in sé una profonda, originalissima, unicità. Non è certo un caso se, a oltre settant’anni,
D’Andrea continua a vincere i Top Jazz e a convogliare
attorno a sé musicisti di grande valore. Nel suo sestetto
che suonerà a Rovereto sono presenti, oltre ai membri
abituali del quartetto (Andrea Ayassot al sax, Aldo Mella
al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria), il clarinettista Daniele D’Agaro e il trombonista Mauro Ottolini.
Che si rileggano i temi di Thelonious Monk o si improvvisi liberamente, oppure si seguano strutture originali, il
pensiero musicale di D’Andrea è un mondo affascinante,
apollineo e dionisiaco, profondamente intriso di un’urgenza espressiva che sembra non avere età né limiti.
ROVERETO | TEATRO ZANDONAI
Martedì 16 dicembre 2014 | ore 21.00
FRANCO D’ANDREA
SEXTET
Con Franco D’Andrea (pianoforte), Andrea
Ayassot (sax alto), Daniele D’Agaro (sax tenore,
clar.), Mauro Ottolini (trombone), Aldo Mella
(contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria)
Quella di Mark Turner, originario
dell’Ohio ma cresciuto in
California, oggi alle soglie
dei cinquant’anni, è una
delle voci più originali tra i
tenorsassofonisti di oggi
Lontano da mode e da una certa immagine “muscolare” dello strumento, quale la tradizione spesso ci suggerisce, il suo è uno stile intimo e arioso, obliquamente
elegante, che lascia intravedere le architetture complesse di un Joe Henderson e soprattutto le tracce vellutate
della lezione del suo maestro, quel Warne Marsh che fu
compagno delle avventure cool di Lennie Tristano e Lee
Konitz.
Dopo avere studiato al Berklee College of Music, Turner
si affaccia sulla scena della Grande Mela negli anni Novanta, entrando subito a contatto con colleghi stimolanti
come il pianista Brad Mehldau, diventando rapidamente
un musicista molto richiesto (lo ricordiamo accanto a
Kurt Rosenwinkel, Edward Simon, Aaron Goldberg o
nei recenti gruppi di Billy Hart e Stefano Bollani).
È uno dei vertici – con Larry Grenadier al contrabbasso
e Jeff Ballard alla batteria – del trio Fly e guida un quartetto con cui ha appena pubblicato il primo disco per la
Ecm, “Lathe Of Heaven”. Rispetto alla formazione del
disco, che vede la presenza di Avishai Cohen alla tromba
e Marcus Gilmore alla batteria, il gruppo che presenta a
Rovereto comprende, oltre al contrabbassista Joe Martin, Justin Brown dietro i tamburi, ma soprattutto un
trombettista eccellente come Ambrose Akinmusire, altro astro nascente del jazz di questi anni.
In questo assetto senza strumento armonico (circostanza che da un lato libera, dall’altro obbliga a una rinnovata attenzione verso gli altri parametri dell’improvvisazione), i due fiati si assumono la responsabilità di
negoziare spazi di libertà e respiri che disegnano traiettorie di grande bellezza, liriche e sottilmente inquiete.
Sicuramente coinvolgenti.
ROVERETO | TEATRO ZANDONAI
Mercoledì 18 marzo 2015 | ore 21.00
MARK TURNER QUARTET
Con Mark Turner (sassofono),
Ambrose Akinmusire (tromba), Joe Martin
(basso), Justin Brown (batteria)
L’orchestra colorata:
Maria Schneider dirige il Bonporti
L’altra metà del jazz
Di arrangiatrici e band leader di valore assoluto, la storia
del jazz ne annovera diverse, da Mary Lou Williams a Carla
Bley, passando per la sottovalutata Melba Liston. Se Maria
Schneider occupa oggi un posto di primissimo piano nel
jazz orchestrale di oggi, le ragioni sono ancora più profonde. Allieva del leggendario Gil Evans (di cui è stata per anni
l’assistente), la Schneider è compositrice e arrangiatrice che
dà l’immediata sensazione di sapere “dipingere” con i colori
dell’orchestra, di comporre con gli strumenti un sensuale
universo di emozioni.
In pochi anni la sua Orchestra si è ritagliata un posto di primo piano nei festival più importanti, grazie anche a dischi
come “Evanescence”, “Allegresse” o “Concert In The Garden”, lavoro che è riuscito a vincere un Grammy Award pur
essendo in vendita solo su internet, dopo essere stato interamente finanziato sulla piattaforma ArtistsShare. La Schneider è stata infatti tra le primissime artiste a intuire e sfruttare
le potenzialità del crowdfunding, circostanza resa necessaria
sia dalla difficoltà di trovare risorse per organici ampi, sia
dalla voglia di avere un pieno controllo dei processi pro-
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Martedì 12 maggio 2015 | ore 21.00
MARIA SCHNEIDER
CONDUCTS MARIA
SCHNEIDER
featuring Fabrizio Bosso
Una produzione tra il Centro S. Chiara,
il Conservatorio F.A.Bonporti di Trento,
il Conservatorio Pedrollo di Vicenza
e il festival New Conversations Vicenza Jazz.
duttivi. Oltre a scrivere per la propria Orchestra, la Schneider ama condividere la propria musica con altri organici.
Come in questo progetto esclusivo, in collaborazione con
il Festival New Conversations di Vicenza, nel quale dirige
l’Orchestra del Conservatorio Bonporti in un repertorio che
alternerà una parte di repertorio collaudato ed una parte di
musica nuova, con ospite alla tromba Fabrizio Bosso.
Di questi tempi vanno molto
di moda le liste. I libri del cuore,
i migliori dischi, i film che non
puoi invecchiare senza avere visto
Magari essere per un quarto d’ora il selezionatore della nazionale delle nazionali, quella in cui puoi mettere
assieme Pelè e Maradona. Non sappiamo se qualcuno
abbia chiesto a Jack DeJohnette di stilare la lista dei suoi
musicisti di Chicago preferiti, ma è certo che quando
in vita tua hai suonato con John Coltrane, Miles Davis,
Charles Lloyd, Dave Holland o Pat Metheny, quando
sei insostituibile componente del trio di Keith Jarrett
e leader di progetti stimolanti come Gateway o Special
Edition, è naturale volersi circondare di musicisti non
meno che straordinari.
Solo un gigante della batteria come DeJohnette poteva infatti “permettersi” di chiamare, in questo supergruppo che ascolteremo a Rovereto, tre dei più illustri
strumentisti e compositori della scena di Chicago. Sia
il pianista Muhal Richard Abrams che i sassofonisti e
flautisti Henry Threadgill e Roscoe Mitchell, sono infatti
artisti la cui statura meriterebbe lo spazio di un festival
monografico.
Muhal Richard Abrams è tra i fondatori dell’AACM,
quell’Association for the Advancement of Creative Musicians che ha rappresentato il fulcro fiammeggiante
della sperimentazione afroamericana nella windy city.
Muovendosi tra tradizione jazz e processi compositivi
maggiormente legati alla tradizione eurocolta, alla guida
di intense formazioni orchestrali o in preziose triangolazioni come quella con il trombone di George Lewis e
le ance di Roscoe Mitchell. Eccolo anche qui, Mitchell,
una delle colonne del leggendario gruppo Art Ensemble Of Chicago, improvvisatore dall’inconfondibile imprevedibilità e architetto di alcune delle più articolate
pagine del jazz post-coltraniano. Strumentista in grado
di utilizzare tutta la gamma dei sassofoni e dei flauti,
ma anche le percussioni (com’è nella tradizione dell’Art
Ensemble, organico che ha sempre sottolineato la profonda ritualità del momento creativo), Mitchell ha rappresentato l’anima più cerebrale della formazione chicagoana, disegnando linee in cui rigore e fantasia vanno a
braccetto.
Ancora più originale e unica, se possibile, la figura di
Threadgill, musicista che negli anni ha progressivamente guadagnato un meritatissimo status di culto, come
ben sanno gli spettatori di Itinerari Jazz, che lo hanno
potuto apprezzare con gli Zooid lo scorso anno. Leader del fantastico trio Air negli anni Settanta e poi di
formazioni dall’organico sempre originalissimo come il
Sextett o il Very Very Circus, Threadgill è l’artefice di
una musica in continuo movimento, costruita su strati
ritmici che si incastrano in vorticose rotazioni, una musica in cui echi di Jelly Roll Morton si frammentano in
grooves sghembi e irresistibili.
Con DeJohnette e questi tre “maestri” c’è il contrabbassista Larry Gray, nome forse meno noto, ma comunque
artista di grandissima esperienza, collaboratore in passato di nomi come Lee Konitz, McCoy Tyner o Jackie
McLean. Ne viene fuori quella che possiamo certamente
definire una squadra di “all star”, da cui è lecito attendersi non solo il profumo della leggenda, ma anche la
sorprendente freschezza della più irriducibile esplorazione sonora.
ROVERETO | TEATRO ZANDONAI
Venerdì 17 aprile 2015 | ore 21.00
JACK DEJOHNETTE
“MADE IN CHICAGO”
Con Muhal Abrams (piano), Henry Threadgill
(sax, flauto), Roscoe Mitchel (sassofoni), Larry
Gray (contrabbasso), Jack DeJohnette (batteria)
24
Le Muse
TEATRO RAGAZZI
ANCH’IO
A TEATRO
Se ne è scritto e parlato in tutti i campi dell’arte, ma mai come nel Teatro
la fiaba ha trovato la sua miglior forma di espressione e comunicazione.
Il cartellone della stagione 2014/’15 del Teatro per ragazzi reinterpreta
le fiabe attraverso linguaggi e poetiche che ne restituiscono i messaggi
profondi. In un contesto narrativo quasi sempre fedele all’originale,
i personaggi e le relative vicende sono reinterpretate in una chiave
contemporanea, più vicina al vissuto degli spettatori piccoli e grandi.
Una favola semplice
È una favola semplice.
Con una principessa, un principe,
una strega cattiva, un aiutante
magico, una spada e un cavallo
Ci sono anche un amore a prima vista, una prova da superare, un lieto fine. Perché, di un lieto fine, abbiamo tutti bisogno. Abbiamo bisogno di sapere che «vissero tutti felici e
contenti», perché la felicità, come la curiosità, ci fa entrare a
scoprire il Paese di Unpopiuinlà dove c’è tutto da inventare,
tutto da rifare, tutto da ridire.
E abbiamo bisogno anche di principi e principesse; ne hanno
bisogno i bambini, e ne abbiamo bisogno noi adulti. Perché,
se un po’ di quell’età del cuore ci è rimasta dentro, servono
aiutanti magici, streghe cattive e cavalli che ci portino all’avventura. Abbiamo bisogno di eroi, anche se sono strabici,
goffi, impacciati e tonti come la protagonista di questo spettacolo. Abbiamo bisogno di credere che, anche dalla cacca di
un vasino da notte, può nascere un fiore profumato.
In volo
verso il futuro
«Ci sono dei libri che quando
li leggi, quando te li leggono,
è come se tutte le parole, le
figure, i colori e anche il profumo
della carta, uscissero dal libro
e ti entrassero nella testa, nella
pancia, nel cuore»
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Sabato 8 - Domenica 9 novembre 2014
ore 16.00
Compagnia Teatrale Stilema
A PROPOSITO
DI PiTER PAN
Liberamente ispirato alle visioni di J. M. Barrie
Di e con Silvano Antonelli
Con la partecipazione di Laura Righi
Prodotto con il Contato del Canavese di Ivrea
Età: a partire dai 3 anni
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Sabato 25 - Domenica 26 ottobre 2014 | ore 16.00
Associazione Culturale
Cà Luogo d’Arte
UNPOPIUINLà
Di Marina Allegri
Con Francesca Bizzarri,
Francesca Grisenti e Davide Zilli
Regia di Maurizio Bercini
Età: a partire dai 3 anni
La fantasia
sotto l’ombrello
Ha inizio così A PROPOSITO DI PiTER PAN, uno spettacolo che, pur richiamandola nel titolo, non segue la storia
originale di James Matthew Barrie, ma ne costituisce una
divagazione.
Del libro utilizza solo alcune suggestioni: il desiderio di
volare, la paura di diventare grande. La finestra diventa il
tramite sul mondo; quel mondo che ci chiede di diventare
grandi rinunciando, spesso, ai nostri sogni.
L’eterna lotta tra Peter Pan e Capitan Uncino diviene, allora, metafora della vita e delle figure adulte che la popolano.
Quel vivere in cui c’è sempre un orologio che ti insegue,
ma anche un cuore che batte.
«Peter Pan – spiega Silvano Antonelli – interpreta perfettamente i sentimenti del tempo che ci troviamo a vivere.
Questo tempo smarrito in cui sembra difficilissimo, se non
impossibile, immaginare un futuro. Ma i bambini “sono” il
futuro. E i bambini lo vivranno, il futuro, qualunque esso
sia».
«La fantasia è un posto dove
ci piove dentro», scriveva
Italo Calvino nelle sue Lezioni
americane
La pioggia è protagonista in questo spettacolo, racconto di una notte tra acqua e bolle e sapone.
Piove, la finestra è aperta, in casa ci vuole l’ombrello. E come è strano questo omino tutto inzuppato:
fa uno starnuto ed esce una bolla di sapone. Anzi
due. Anzi moltissime bolle di sapone. E così la casa
si riempie di bolle di tutte le dimensioni, minuscole oppure giganti, schiumose e trasparenti come
cristallo. Ma la pioggia non smette di cadere, e tra
poco scenderà pure la neve. Ecciù!
L’Omino della pioggia è uno spettacolo senza parole comico e magico, un viaggio onirico e visuale
accompagnato dalla magia delle piccole cose e da
spettacolari effetti con acqua e sapone.
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Sabato 22 - Domenica 23 novembre 2014 | ore 16.00
Studio Ta-Daa!
L’OMINO DELLA PIOGGIA
una notte tra acqua,
bolle e sapone
Di e con Michele Cafaggi
Regia Ted Luminarc
Età: a partire dai 3 anni
TEATRO RAGAZZI
Una valigia di sorprese
I tre porcellini, racconto della
tradizione orale europea, in
questo spettacolo diventa un
pretesto, uno specchio necessario
ad evocare i ricordi d’infanzia di
un buffo personaggio, di nome
Ultimo, che gira il mondo con una
valigia che ben presto si rivelerà
essere un piccolo teatro
Un bagaglio particolare che contiene gli elementi utili a ricostruire visivamente la casa nella quale viveva, un tempo,
con i genitori e i fratelli.
In questa ambientazione fantasiosa i quadri del padre, citazioni di famose opere pittoriche e la vicenda dei tre porcellini, usata dalla madre come storia di formazione dei
figli, diventano il lievito per un doppio livello narrativo
che intreccia la fiaba originale con le memorie d’infanzia di
Ultimo, col suo viaggio di crescita.
I tre porcellini mischia la favola con citazioni da Hitchcock
e la pittura di Botero che fornisce il punto di partenza
dell’immaginario visivo che fa da sfondo allo spettacolo.
Le Muse 25
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Sabato 6 - Domenica 7 dicembre 2014
ore 16.00
Giallo Mare Minimal Teatro
I 3 PORCELLINI
LUPUS IN FABULA
Dal libro “I Tre Porcellini”
di James Orchard Haliwell
Di Renzo Boldrini
e Michelangelo Campanale
Regia Michelangelo Campanale
Età: a partire dai 5 anni
La bella addormentata
e il dono dell’ottava fata
La storia di Pietro
e del bambino blu
Una versione dolce e visionaria della Bella
Addormentata, dedicata a grandi e piccoli insieme
In questa storia ci sono una Principessa buona
che nutre il suo bambino con il pane
e con le favole, e una Principessa cattiva
che invece se lo vuole mangiare
Per parlare con la profondità e la leggerezza della fiaba, per ridere di piccole cose
e dar voce a grandi domande. La storia di Rosaspina viene rappresentata in questo
spettacolo con semplicità, nello stile proprio della compagnia che affianca ad una
cura particolare dell’immagine scenica un teatro d’attore molto fisico, in questo caso
contaminato e arricchito da interventi di teatro di figura.
Quando nacque Rosaspina, sette fate furono chiamate alla festa e portarono per la
bimba doni bellissimi. E l’ottava fata? Perché non fu invitata? La chiave comica e
l’uso di un linguaggio di immediata comunicazione con i ragazzi fondano una visione
teatrale che vuole essere principalmente emotiva, accessibile ma non didascalica, evocativa e metaforica. Per raggiungere in questo modo la verità della fiaba.
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Sabato 3 - Domenica 4 gennaio 2015
ore 16.00
Il bambino si chiama Pietro e ha una voce magica, ma la tiene chiusa in fondo alla
gola. Sarà grazie all’incontro con il bambino di carta, il bambino blu, e all’insegnamento di un padre speciale, che Pietro troverà il coraggio di salvarsi dal pericolo e
crescere, cantando al mondo la sua canzone. Una magica e toccante storia che insegna ai bambini, e ricorda agli adulti l’importanza di affrontare la vita superando gli ostacoli e accettandone i doni.
Esprimendo, con coraggio e senza pregiudizi, la voce che
ognuno ha nel cuore.
Teatro del Piccione
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Sabato 17 - Domenica 18 gennaio 2015
ore 16.00
ROSASPINA
Associazione Latoparlato
VOCI
Di Simona Gambaro
Con Simona Gambaro
e Massimiliano Caretta
Regia Antonio Tancredi
Testo di Francesca Marchegiano
Di e con Claudio Milani
Età: a partire dai 5 anni
Età: a partire dai 3 anni
È “troppo buona” la mamma di Cenerentola!
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Sabato 31 gennaio - Domenica1 febbraio 2015 | ore 16.00
T.O.C. Teatri di Origine Controllata
Compagnia Teatrale La luna nel letto
CENERENTOLA
Across the universe
Con Annarita De Michele, Luigi Tagliente,
Nunzia Antonino, Paolo Gubello
Regia, scene e luci Michelangelo Campanale
Età: a partire dai 5 anni
«Vi siete mai sentiti impauriti
come davanti ad una strega? O
creduto che i vostri oggetti, come
per magia, si muovessero e invece
erano fermi? Forse aveva ragione
mia madre. Forse sognavo e basta.
Forse erano gli anni Ottanta.
O magari ero o mi sentivo una
Cenerentola.»
La storia della fonte scomparsa
Maripura è luogo di leggenda,
ma i suoi abitanti siamo noi
Lo spettacolo, tratto dal libro L’acqua e il mistero di Maripura di Chiara Carminati, ci porta in un paese immerso nella
tranquilla oscurità della notte dove un’ombra più scura del
buio si aggira tra gli alberi.
La tranquilla vita degli abitanti è sconvolta dalla scomparsa dell’acqua, tesoro prezioso e insostituibile. Un furto, un
tradimento, una maledizione.
Maripura è luogo di leggenda, ma i suoi abitanti siamo noi,
che portiamo ogni giorno la responsabilità di proteggere o
dissipare l’acqua che ci è data.
Una fiaba per raccontare a grandi e piccoli il valore dell’acqua, bene comune dell’umanità e diritto di tutti.
Nello spettacolo ci sarà pioggia e ci sarà pianto.
Ci sarà sole e ci sarà secco. Ma anche spazio per sorrisi,
speranze e visioni d’orizzonte.
Così si presenta la protagonista di questa storia, come una
ragazza interrotta dalla presenza di una madre “troppo
buona” che ci racconta della bontà, che diventa identica
alla cattiveria quando presume di sapere ciò che è giusto
o sbagliato, quando non riesce a lasciare spazio per vivere.
Incontrando i personaggi della storia di Cenerentola che
si animano nella sua stanza, la protagonista gioca, sogna e
modifica la propria vita. Ma la fiaba suggerisce una via di
uscita: quale che sia il contesto difficile in cui si vive, il domani porta sempre sorprese. È per questo che vale la pena
di sognare, per incontrare i mille fatti del caso e della realtà:
magari anche dall’altra parte dell’Universo.
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Sabato 14 - Domenica 15 febbraio 2015 | ore 16.00
CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG Fond.
AIDA - Teatro Stabile Innovazione di Verona
L’ACQUA E IL MISTERO
DI MARIPURA
Dal libro “L’acqua e il mistero di Maripura”
Di Chiara Carminati
Con Manuel Buttus, Sonia Cossettini, Valentina Recchia
Regia Nicoletta Vicentini
Età: a partire dai 6 anni
26
Le Muse
TEATRO RAGAZZI
SCAPPO
A TEATRO
La rassegna Scappo a Teatro si rivolge al mondo della
Scuola affiancando agli spettacoli iniziative a carattere
didattico e pedagogico destinate a stimolare il confronto
fra ragazzi, educatori e insegnanti su tematiche di grande
interesse culturale e sociale. Lo spettacolo teatrale è posto
al centro di percorsi realizzati in collaborazione con alcune
realtà istituzionali della Provincia autonoma di Trento che
contribuiscono a condividere energie e risorse a favore
delle nuove generazioni.
In english, please!
Una “feroce” gioventù
The Play Group, Compagnia specializzata
in progetti didattici mirati all’apprendimento
linguistico, racconta la storia di Frankenstein
con il suo stile caratteristico, contraddistinto
dalla partecipazione a tratti interattiva
del pubblico e da un irresistibile humour
Definita dagli autori una storia semiseria
sui bisogni dell’adolescenza, La peggiore
è il racconto di un incontro casuale,
eppure importantissimo, fra due adolescenti:
una etichettata come difficile e l’altra in
difficoltà, senza che però nessuno se ne accorga
I dialoghi in inglese sono proposti a vari livelli linguistici, da semplice (per principianti) a più complesso (con aggiunta di passi originali del romanzo), per consentire
una buona comprensione da parte del pubblico e ottenere il massimo sia in termini di
comprensione che di partecipazione.
La storia è arcinota: il dottor Victor Frankenstein, amante delle scienze e della filosofia naturale, passa la vita in un laboratorio per perseguire il suo folle progetto: dar vita
ad una ‘cosa’ non vivente, al fine di scoprire il mistero dell’origine della vita e della
morte. Riesce alla fine a dar vita ad un mostro che, abbandonato successivamente dal
suo creatore, comincia a vagare per la Svizzera. Solo a questo punto il dottore capisce
la gravità della sua sperimentazione.
In seguito un incontro tra i due, il mostro chiederà al suo creatore di ‘fabbricargli’ un
essere della sua stessa razza, non riuscendo più a sopportare la solitudine. Victor non
vuole accettare, ma comincerà comunque il suo lavoro che però finirà con l’essere
distrutto e gettato in mare. Dopo che, per vendetta, l’essere immondo avrà ucciso un
carissimo amico del medico e perfino la sua amatissima moglie Elisabeth, i due, in
una lunga e dolorosa lotta, arriveranno fino all’estremo nord, fra i ghiacci perenni.
Fa molto freddo, il medico stanco e sfinito si accascia ma, prima di morire, riuscirà a
raccontare la sua storia. E quando il mostro verrà a conoscenza della morte del suo
creatore, desideroso di morire a sua volta, scomparirà per sempre nel buio.
A conclusione dello spettacolo gli attori saranno lieti di trattenersi con il pubblico per
un dibattito. Rigorosamente in… English!
Sena ha 16 anni, vive in una bella casa con la sua famiglia; Valentina ha 17 anni, non ha
genitori e vive in una casa famiglia. Da Sena tutti si aspettano solo e sempre qualcosa di
buono. Da Valentina invece nessuno si aspetta niente, perché Valentina è “un ammasso
unico di cattiveria” ed è meglio starne alla larga. A dirglielo in faccia è stato il direttore
della casa famiglia che la ospita. Le ha detto che, di tutte quelle che sono passate da lì, lei è
senza dubbio la peggiore. Ma un bel giorno Sena e Valentina prendono i loro zaini e se ne
vanno; una non sa dove, l’altra lo sa fin troppo bene. E va a finire che si incontrano. Unite
dalle loro diverse fragilità nello stare al mondo, Sena e Valentina finiscono così per scegliersi e intraprendere insieme un viaggio che le cambierà profondamente. Un viaggio fatto di emozioni, di parole non dette e di altre dette troppo forte, con l’irruenza e la sincerità
concessa solo alla vera amicizia. Spunto per La peggiore è un libro bellissimo e spietato,
La feroce gioventù di Cesare Fiumi, dedicato alla violenza giovanile. Ma se Fiumi affida
un barlume di speranza solo alle ultime righe dell’epilogo, lo spettacolo parte proprio di
lì per un’inversione di rotta. Fino a mettere in scena un paradosso, quello di una pistola
che diventa occasione per una vita nuova. Una visione positiva di speranza per le giovani
generazioni. I veri protagonisti di questa storia sono i bisogni degli adolescenti. Bisogni
che si traducono nel desiderio di essere ascoltati e accettati per come si è, diventare adulti,
trovare la propria strada e lasciare il proprio contributo al mondo. L’Agenzia provinciale per la Famiglia approfondirà le tematiche dello spettacolo mettendo in luce alcune
problematiche giovanili quali il linguaggio dell’adolescenza, i nuovi canali comunicativi,
l’identità e i rapporti di genere, i modelli di riferimento, gli interessi e le scelte, le responsabilità, le prospettive e le emozioni che animano questo fondamentale momento della vita.
TRENTO | TEATRO AUDITORIUM
Martedì 9 dicembre 2014 | ore 9.00 e ore 11.00
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Martedì 20 gennaio 2015 | ore 10.00
Compagnia The Play Group
La città del teatro/Sipario Toscana
FRANKENSTEIN: the untold story
LA PEGGIORE
Di e con Simon Edmonds, Eddie Roberts
e Francesco di Gennaro
Regia Enzo Musicò
Di Sofia Assirelli, Mirko Cetrangolo, Cristiano Testa
Con Valentina Grigò e Linda Caridi/Sena Lippi
Regia Fabrizio Cassanelli
Età: a partire dai 10 anni
Età: a partire dai 13 anni
Dal romanzo “Frankenstein”
di Mary Shelley
Spettacolo in lingua inglese
Storia semiseria sui bisogno dell’adolescenza
a tempo di pioggia e musica
Dal romanzo di Cesare Fiumi “La feroce gioventù”
TEATRO RAGAZZI
Le Muse 27
Percorso teatrale a pedali
verso l’energia sostenibile
Quel genio
di Giacomo Leopardi
Tre personaggi su due ruote intraprendono
un viaggio surreale per illuminare il mondo
in modo diverso: mettersi in sella e pedalare
per accendere un’abat-jour, una strada,
una stazione da cui parte un treno
Andrea ha un sogno: insegnare. Nonostante il 110 e lode in Lettere e Filosofia per
vivere è costretto però a lavorare in un call center, finché un giorno finalmente riceve
l’incarico di una supplenza proprio nella scuola media da lui frequentata da ragazzo. La
professoressa che deve sostituire gli lascia l’arduo compito di spiegare “Vita e opere di
Giacomo Leopardi”. Così Andrea, anzi il prof. Roversi, dovrà misurarsi con una classe che sarà rappresentata dagli spettatori in teatro. Nasce una magica e coinvolgente
“lezione” nella quale si mescoleranno poesie, riflessioni personali, interazioni con la
platea, momenti di grande ironia e divertimento. Uno spettacolo che partendo dalla
dolorosa vicenda umana e dallo stupefacente estro poetico di Leopardi, coniuga in se
tutte le sfumature dell’animo umano.
«L’idea di Fuori Misura – spiega l’autrice, Valeria Cavalli - è nata in un pomeriggio
invernale. Davanti a me camminava un gruppetto di ragazzi che si lamentava a gran
voce di una professoressa di italiano che il giorno dopo avrebbe interrogato su una
poesia a scelta di Giacomo Leopardi. […] Sull’onda di quelle parole e presa dai ricordi di gioventù, […] ho ritrovato quelle parole, quei versi che sono rimasti impigliati
nella memoria e che ancora oggi mi commuovono e mi rapiscono».
Nella giornata di martedì 3 febbraio 2015 presso Biblioteca comunale di Trento l’autrice, Valeria Cavalli, affronterà i temi e le modalità scelte per la messa in scena dello
spettacolo, a partire dal coinvolgimento del pubblico dei ragazzi. Saranno anche forniti suggerimenti per l’attività a scuola sull’opera letteraria leopardiana. L’appuntamento è fissato alle 16.30 nella Sala degli Affreschi. Nel giorno della rappresentazione
è fissato invece, sempre presso la Biblioteca comunale di Trento, un incontro per i ragazzi sul tema “Il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno”. A partire dalle
14.30 Andrea Robbiano e Claudio Intropido cercheranno di liberare la figura di Leopardi dagli stereotipi e dai programmi scolastici per restituirlo alle nuove generazioni
nella limpidezza delle sue parole e nella lucidità feroce e affilata delle sue domande.
Indossare un vestito che cambia colore, attraversare il vento e la pioggia e poter dire
che «I raggi sono le mie gambe. I pedali sono i miei piedi.»
Lo spettacolo è basato su una drammaturgia luminosa in cui, per accendere la luce,
bisogna trasformare la propria energia pedalando su biciclette-generatori.
Dopo aver raccontato storie con lampadine, fari e interruttori, il percorso di ricerca
“La Luce e il teatro” de La Baracca - Testoni Ragazzi compie un nuovo passo: quello
verso l’energia sostenibile. Un’occasione per sensibilizzare anche i più piccoli al tema
del risparmio energetico, continuando a stupire e a trasmettere il piacere di giocare
con la luce. A partire dalla data dello spettacolo sarà proposto, in collaborazione con
il MUSE, un laboratorio che vedrà i ragazzi impegnati in attività di tinkering, un
modo di sperimentare la scienza attraverso attività di costruzione che valorizzano la
creatività. Si intende promuovere in questo modo, anche nei più piccoli, l’arrangiarsi innovativo, sviluppando soluzioni improvvisate e stimolando ingegnosità e senso
pratico. Piccoli circuiti elettronici, legno, carta e inchiostro conduttivo saranno gli
strumenti utilizzati per favorire l’educazione alla creatività e al ragionamento.
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Martedì 10 febbraio 2015
ore 09.00 - secondo ciclo scuola primaria
ore 11.00 - terzo anno scuola materna
e primo ciclo primaria
TRENTO | TEATRO CUMINETTI
Martedì 10 marzo 2015 | ore 10.00
La Baracca Testoni Ragazzi
FUORI MISURA
RAGGI DI LUCE
risparmio energetico
ed energie sostenibili
Di e con Andrea Buzzetti, Luciano Cendou
e Giada Ciccolini
Regia Valeria Frabetti
Età: a partire dai 5 anni
Quelli di Grock
il Leopardi come non
ve l’ha mai raccontato
nessuno
Di Valeria Cavalli in collaborazione
con Claudio Intropido
Con Andrea Robbiano
Regia Valeria Cavalli,
Claudio Intropido
Età: a partire dai 14 anni
Una commedia scritta con le forbici
Ci sono artisti che si rapportano all’infanzia
per necessità poetica
Sono artisti che ambiscono all’essenzialità e alla purezza. Sono artisti che si nutrono d’infanzia: delle atmosfere, dei ricordi, dei desideri, ma anche delle logiche, dei metodi ideativi, delle regole compositive tipiche dell’infanzia.
Questi artisti vorrebbero carpire i segreti delle stilizzazioni dei bambini nei loro modi di
disegnare, nel loro modo di parlare. Questi artisti, dei bambini hanno stima e rispetto, ai
bambini si rapportano come se fossero dei colleghi e, in alcuni casi, persino dei maestri.
Sono note a tutti le parole di Picasso: «A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho
messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino».
In Ritagli si assiste al lavoro di uno di questi artisti nel suo atelier. Egli disegna con le forbici e, servendosi della tecnica del papier découpé, crea ambientazioni suggestive. Come per
incanto, i suoi découpages diventano spunti per storie da narrare, storie nate direttamente
dal manovrare le forbici.
Lo spettacolo sarà completato da un laboratorio che non punterà tanto ad insegnare le
tecniche per costruire découpages, quanto a sperimentare possibilità di scambi di pensieri
attorno all’idea d’infanzia, servendosi di un linguaggio prettamente artistico.
La rappresentazione di Ritagli sarà anticipata, nella giornata di mercoledì 3 dicembre 2015
da un incontro per insegnanti sul tema “Ritagli: un progetto sull’arte per e con l’infanzia”.
L’appuntamento è fissato alle ore 16.30 presso la Sala Video del Centro Servizi Culturali
S. Chiara.
Un laboratorio si terrà anche nella giornata precedente lo spettacolo, lunedì 23 marzo
2015, alle ore 16.30 presso Teatro Cuminetti (Family Room). Attraverso il découpage gli
insegnanti potranno sperimentare insieme il loro concetto di infanzia come scambio di
pensiero, servendosi del linguaggio prettamente artistico, inteso non come dimostrazione
di abilità, ma come dono comune.
TRENTO | FOYER TEATRO AUDITORIUM
Martedì 24 marzo 2015
ore 09.00 - primo ciclo scuole primarie
ore 11.00 - scuola dell’infanzia
(max 60 spettatori a recita)
Compagnia Teatrale Piccoli Principi
RITAGLI
L’arte del ritaglio
da Matisse ad Andersen
Di e con Alessandro Libertini
Regia Alessandro Libertini
e Véronique Nah
Età: a partire dai 3 anni
28
Le Muse
TENDENZE OFF
Voci (liriche) a confronto
nell’ultimo giorno di scuola
Anche nella stagione 2014/’15
il Centro Servizi Culturali S. Chiara
propone il progetto
“Opera Domani”, rinnovando
il rapporto di collaborazione
con As.Li.Co. per garantire
al giovane pubblico trentino
un’offerta di formazione lirica
di grande qualità
Lo spettacolo realizzato da AsLiCo, una delle più dinamiche realtà liriche italiane che da oltre sedici anni si occupa di formazione del pubblico, è caduta su un’opera lirica
contemporanea per bambini e ragazzi incentrata sui temi
dell’Expo Milano 2015: “nutrire il pianeta, energia per la
vita”.
L’azione di Milo, Maya e il giro del mondo si svolge in una
metropoli, nell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive. Milo vorrebbe invitare Maya ad uscire, ma è sopraffatto da Gian Gianni, il bullo della scuola. I due si contendono l’attenzione della ragazza: Gian Gianni le propone
di andare in vacanza con lui e con i suoi genitori; Milo
invece promette a Maya di portarla a fare il giro del mondo
con soli venti euro. Gian Gianni lo deride, anche perché
Milo è un ragazzo povero, ma la sua proposta è talmente
bizzarra che Maya decide di accettare. E così i due partono
in bicicletta per il loro viaggio, inseguiti da Gian Gianni
sul suo motorino. L’avventura inizia e ogni quartiere della
città rappresenta un continente nel quale i ragazzi trovano
un ristorante dove assaggiare piatti tipici, ma soprattutto
possono entrare in contatto con una nuova cultura. Gian
Gianni li pedina e i suoi tentativi di boicottare e rovinare
l’atmosfera della serata sono fra i passaggi più divertenti
dell’opera. L’opera e il viaggio si chiudono con un dessert
americano, accompagnato dalla promessa dei protagonisti
di viaggiare nuovamente insieme.
A musicare il libretto, scritto da Lucia Capaccioli, è stato
chiamato il giovane compositore trentino Matteo Franceschini. Trentacinquenne, figlio d’arte, si è diplomato sotto
la guida di Alessandro Solbiati al Conservatorio “Giuseppe
Verdi” di Milano. Ha realizzato opere per il teatro, colonne
sonore e installazioni multimediali. Suoi lavori sono stati
eseguiti all’interno di vari festival a carattere internazionale e trasmessi da diverse emittenti radiofoniche europee.
Trento | TEATRO AUDITORIUM
Martedì 26 maggio 2015
ore 09.00 | ore 11.00 | ore 14.30
Mercoledì 27 maggio 2015
ore 09.00 | ore 11.00
OPERA DOMANI 2015
MILO, MAYA
E IL GIRO DEL MONDO
Matteo Franceschini
Storie di vita, dietro e oltre le sbarre
Realizzare uno spettacolo in
carcere, con i detenuti a fungere
da attori, non è forse una novità
Rappresentava invece qualcosa di certamente innovativo
l’esperimento che vede protagonista l’Associazione “con
Arte e con parte” di Trento che sta portando avanti un progetto destinato a far condividere ai detenuti un’esperienza
artistica con persone esterne alla vita carceraria.
Frequentando un laboratorio teatrale condotto da Emilio
Frattini, che culminerà nella messa in scena di uno spettacolo, alcuni ospiti (italiani e stranieri) della Casa circondariale di Trento hanno avviato una ricerca espressiva che,
aiutandoli a comprendere meglio se stessi, li farà vivere sul
palcoscenico un’esperienza creativa che, disciplinata dalle regole dell’arte, potrà dare risorse per superare le loro
paure: in primo luogo quella a del “fine pena” e del futuro
reinserimento nella società. Il tutto vissuto in un contatto
sinergico e di partecipazione concreta con un gruppo di
giovani “esterni”, anch’essi italiani e stranieri.
Lo spunto per la stesura della scrittura teatrale, che avrà
per titolo «QUI SI RESTA PASSANDO», è stato tratto
dal romanzo di Thomas Bernhard “L’imitatore di voci”.
«Quando passeggiamo per la strada – spiega l’autore, Emilio Frattini – incontriamo altre persone. Le traiettorie si
incrociano, si intersecano, e per pochi preziosi attimi entriamo in un universo di parole frammentate, di concetti
sospesi, di storie non finite.»
Nella piazza irreale di «QUI SI RESTA PASSANDO» si intrecciano alcune microstorie narrate dai protagonisti senza pudori. L’allegria iniziale poco a poco svanisce e lascia
il posto a un desiderio più o meno conscio di esorcizzare
il lato oscuro della natura umana. È come se gli uomini,
in un attacco improvviso di resipiscenza, confessassero i
loro crimini e la loro incapacità di comprensione alla vita.
Gli individui che animano il palcoscenico-piazza sono alle
prese con il disagio del vivere, e la figura di un barbone è
il fil rouge che unisce disperazione e humor e funge anche
da specchio (interiore?) all’interpretazione identificativa e
alla memoria collettiva del pubblico.
«Sarà – spiega Emilio Frattini – una passeggiata in compagnia dell’oste che ha scambiato il proprio ruolo con il filosofo pensatore, ma che ora chiede, deluso dall’incapacità
di ascolto di un mondo troppo distratto, di poter tornare
all’antica professione; della studentessa che, disperatamente ci accusa di aver dimenticato la sensibilità per le Arti,
rifugiandoci nell’assenza, nel ritiro autistico della coltivazione di mondi isolati (tecnologici, virtuali, sintomatici);
del giudice così severo che per dare una lezione esemplare
si è suicidato in aula; delle massaie che, immalinconite da
una vita coniugale ormai orfana di romanticismo, rubano
un manichino maschile per sopperire alla propria solitudine; dei sindaci di Pisa e di Venezia intenzionati reciprocamente a trasferire i campanili delle loro città per soddisfare
la loro narcisistica noia; dell’imitatore di voci che tutti sa
imitare tranne se stesso.»
Lo spettacolo debutterà il 13 dicembre presso la Casa circondariale di Spini di Gardolo e sarà replicato il giorno
successivo al Teatro “Sanbàpolis” di Trento, sempre con
inizio alle ore 15,00.
Trento | TEATRO SANBàPOLIS
Domenica 14 dicembre | ore 15.00
QUI SI RESTA
PASSANDO
Organizzato dall’Associazione “Con Arte
e con parte” e “Sagapò Teatro”
Drammaturgia e regia di Emilio Frattini
assistenti alla regia Francesca Sorrentino
e Chiara Ore Visca
Recitano i detenuti della Casa Circondariale
di Spini di Gardolo (Trento) e Emilio Frattini
con attrici e attori dell’associazione
“Con Arte e con parte”
TENDENZE OFF
Le Muse 29
Un nuovo teatro per la città
Si chiama «Sanbàpolis»
Il nome è una sorta di acronimo che sta ad indicare il polo
culturale e sportivo che è andato a completare la cittadella
universitaria realizzata qualche anno fa a Trento nel rione
di San Bartolomeo, o San Bartolameo, che dir si voglia, (ci
sono, infatti, al riguardo due diverse “scuole di pensiero”).
Voluto dall’Opera Universitaria allo scopo di arricchire i
servizi offerti dallo studentato che già da qualche anno
ospita alcune centinaia di ragazzi che frequentano l’Ateneo
trentino, «Sanbàpolis» è un luogo di straordinaria potenzialità, che si esprime nella duplice veste di spazio per lo
sport e per la cultura.
Il nuovo centro, nel quale trovano posto anche un Palazzetto dello Sport dotato di seicento posti a sedere e una
grande struttura coperta per l’arrampicata sportiva, è stato
inteso come occasione per conferire a questa area urbana una nuova centralità: uno spazio per attività culturali
e sportive utilizzabile non solo dagli utenti delle adiacenti
residenze universitarie ma, in generale, da tutti i cittadini.
Alla realizzazione di questo obiettivo collabora il Centro
Servizi Culturali S. Chiara che ha preso in carica la gestione del nuovo «Teatro Sanbàpolis».
Si tratta di uno spazio polifunzionale in grado di accogliere una molteplicità di eventi: dal teatro contemporaneo e
sperimentale alla danza, dai concerti pop/rock al cinema.
«Sanbàpolis» è raggiungibile risalendo viale Verona dalla rotatoria con via Alcide De Gasperi fino
al bivio, sulla destra, con via della Malpensada. È
disponibile per gli spettatori un ampio parcheggio
sotterraneo. Per chi intende optare invece per i
mezzi pubblici, c’è ampia scelta per il viaggio di
andata con gli autobus urbani delle linee A – C – 3
– 8 e 13 (Fermata “Palazzo Stella”). Per il ritorno
verso il centro città può essere utilizzata invece, al
termine degli spettacoli, la corsa delle ore 23.28
della linea ferroviaria della Valsugana (biglietto
urbano) con partenza dalla fermata “San Bartolameo”, nelle immediate vicinanze del Teatro.
Il teatro si compone di una sala con un ampio spazio libero centrale che funge da palcoscenico, una gradinata con
240 poltrone fisse è una capienza massima autorizzata di
400 posti raggiunta grazie all’utilizzo di sedute mobili.
Completano la struttura un ampio foyer esterno e spazi
polivalenti per produzioni teatrali e sale prova per gruppi
musicali e un bar-caffetteria.
A dimostrazione della duttilità della struttura, è arrivato
a «Sanbàpolis», in apertura di stagione, il nuovo Festival
dance «ELECTRIC NIGHTS», per ospitare il quale è stata
creata una location del tutto particolare: gli spazi teatrali
sono stati adattati e “allargati” in modo da consentire al
pubblico di farsi trasportare dal ritmo coinvolgente di una
musica elettronica “tutta da ballare”.
La breve rassegna è frutto della collaborazione tra Centro
Servizi Culturali S. Chiara, Opera Universitaria e la ditta
“Everness” di Agostino Carollo, allo scopo di dare risposte
nella propria programmazione artistica alle attese del pubblico giovanile, rivolgendo una particolare attenzione ad
un genere musicale di crescente interesse anche da parte di
importanti riviste di settore.
«ELECTRIC NIGHTS» è stato aperto da The Cube Guys,
il duo che sta spopolando allo Space di Ibiza e nei migliori club del mondo, ed è proseguito con la performance di
Spankox, remixer di Elvis Presley. Il terzo appuntamento
ha avuto per protagonista Boosta, DJ, compositore, scrittore e conduttore televisivo, conosciuto dal pubblico giovane
soprattutto per essere il fondatore e il tastierista della band
“Subsonica”.
«Day off»:
cinque lunedì nel cuore della musica
TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS
Lunedì 24 novembre 2014 | ore 21.30
MARIA
ANTONIETTA
(in duo acustico)
TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS
Lunedì 15 dicembre 2014 | ore 21.30
FARGAS
TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS
Lunedì 26 gennaio 2015 | ore 21.30
RONIN
TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS
Lunedì 23 febbraio 2015 | ore 21.30
DANIELE
CELONA
TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS
Lunedì 23 marzo 2015 | ore 21.30
BOLOGNA
VIOLENTA
In un Paese come il nostro,
caratterizzato da un gap tra
la qualità della proposta musicale
e la sua popolarità, troppo
spesso le proposte di buon livello
ottengono la giusta visibilità
presso il grande pubblico
È così che artisti di valore perdono l’opportunità di divenire popolari, mentre ottengono invece grande spazio proposte musicalmente meno interessanti, se non addirittura
scadenti.
Per dare voce al talento di alcune realtà musicali – singoli
interpreti e gruppi – che già si sono imposte all’attenzione
della stampa di settore e di un pubblico particolarmente
attento, il Centro Servizi Culturali S. Chiara ha inteso mettere in calendario la rassegna «DAY OFF», affidandone la
programmazione artistica ad Enzo Onorato e “Lilium Produzioni”.
Il nuovo spazio del Teatro Sanbàpolis ospiterà, da novembre 2014 a marzo 2015 cinque concerti che intendono
spaziare sulla canzone d’autore in tutte le sue forme e sfumature. Ne saranno protagonisti giovani artisti, scelti in
ragione delle loro capacità musicali e non in base al potere
economico delle strutture discografiche che ne hanno pubblicato l’opera.
La rassegna si aprirà lunedì 24 novembre con il concerto
di MARIA ANTONIETTA, (all’anagrafe è Letizia Cesarini)
vocalist e chitarrista che ha avuto il debutto discografico
come solista nel 2010. Si è trattato di una produzione sul
tema del coraggio delle donne, caratterizzata da un’attitudine prettamente punk e da testi in lingua inglese, rabbiosi e graffianti. Il secondo lavoro, uscito nel gennaio 2012,
contiene invece molte influenze vocali e artistiche che rimandano a grandi cantanti italiane come Nada, Carmen
Consoli e Cristina Donà, ma l’animo punk di Maria Antonietta fa pensare anche a PJ Harvey e Courtney Love. Nel
gennaio scorso ha pubblicato il suo terzo lavoro discografico, “Sassi”.
Si proseguirà lunedì 15 dicembre con i FARGAS. Nei loro
concerti suoni elettrici, stridenti e stonati, si intervallavano
alle ballate acustiche. Nella loro prima formazione hanno
inciso nel 2002 il primo mini-album chiamato “La grande
onda” e, dopo aver partecipato alla finale all’Accademia di
San Remo, sono entrati in studio nel 2006 per registrare
nuovi brani nati dal romanzo di Luca Spaggiari “Nozze di
strada”. Nel 2012 hanno pubblicato il nuovo album “In balia di un Dio principiante” e nel 2013 è uscito il singolo video “Tu Qui” presentato in esclusiva su XL La Repubblica.
Lunedì 26 gennaio 2015 arriveranno invece al Teatro
Sanbàpolis i RONIN, la cui data di nascita si può far risalire al luglio del 1999. Solo nel 2003 vede però la luce il
loro primo EP. Il secondo album, “Lemming”, esce poi nel
2007 e alcuni brani entrano anche tra le musiche di fiction
e programmi televisivi. Con l’uscita di “Fenice” nel 2012
la formazione subisce un cambiamento e oggi, oltre al fondatore del gruppo, Bruno Dorella, comprende anche Chet
Martino, Nicola Ratti e Paolo Mongardi.
Il quarto concerto, in calendario per lunedì 23 febbraio,
avrà per protagonista DANIELE CELONA, artista sofisticato e spontaneo, capace di alternare con disinvoltura rock
sanguigno e struggenti ballate, lamento d’amore e invettiva
sociale, memorie d’infanzia e malinconie solitarie. L’immaginario di Daniele Celona è talmente variegato da rendere
impossibili le più canoniche classificazioni. Musicalmente siamo dalle parti di un rock autorale, eppure a tratti si
è sfiorati da una delicatezza di fondo talmente soffusa da
pensare ad atteggiamenti confidenziali d’antico regime.
La rassegna si concluderà lunedì 23 marzo 2015 con l’esibizione dei BOLOGNA VIOLENTA, un progetto di Nicola
Manzan, polistrumentista che negli ultimi anni ha lavorato
in studio e dal vivo con molte band del panorama musicale
italiano e internazionale. L’album di esordio del gruppo,
uscito nel 2005, era ispirato ai film polizieschi degli anni
Settanta, votato alla violenza sonora e al nichilismo musicale di stampo cybergrind. “Il Nuovissimo Mondo”, ha
segnato invece una svolta ispirata ai cosiddetti “mondomovie”, carica di citazioni da film di genere e di atmosfere
surreali e il terzo album, “Utopie e piccole soddisfazioni”,
va dalla musica classica al rumore puro. Nell’estate 2013 è
iniziata la scrittura e la registrazione dell’album “Uno Bianca”, uscito nel febbraio 2014.
Ogni concerto (prezzo del biglietto d’ingresso € 5,00) sarà
aperto dall’incontro con l’artista. Il pubblico sarà coinvolto
in una chiacchierata confidenziale che punterà a scavare
nelle passioni dei musicisti ospiti, esplorandone le influenze artistiche, ma svelando anche aneddoti e retroscena della loro carriera.
30
Le Muse
ABBONAMENTI E PREZZI
COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI
STAGIONE DI PROSA
ABO PROSA SOCIALE
(5 spett.)
Sanguinare inchiostro
Il mercante di Venezia
Aspettando Godot
Prima del Silenzio
L'importante è non cadere
dal palco
ABO PROSA AUDITORIUM
(5 spett.)
La vita che ti diedi
Il Visitatore
Frost/Nixon
Sinfonia d’Autunno
Sogno di una notte
di mezza sbornia
ABO PROSA TENDENZE
(5 spett.)
Francamente me ne infischio
Prezzi
Intero
Centrale
Laterale
Galleria
€ 100,00
€ 92,00
€ 72,00
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
€ 80,00
€ 72,00
€ 60,00
€ 88,00
€ 80,00
€ 64,00
€ 60,00
€ 48,00
€ 40,00
Prezzi
Intero
Centrale
Galleria
€ 100,00
€ 72,00
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
€ 80,00
€ 60,00
€ 88,00
€ 64,00
€ 60,00
€ 40,00
ABO PROSA
5 SOCIALE + 5 AUDITORIUM
+ 5 TENDENZE
ABO UNIVERSO PROSA
(20 spett.)
Prezzi
Intero
Centrale
Laterale
Galleria
€ 200,00
€ 184,00
€ 144,00
Prezzi
Intero
Centrale
Laterale
Galleria
€ 280,00
€ 264,00
€ 224,00
Prezzi
Intero
Centrale
ABO PROSA
Laterale
5 SOCIALE + 5 AUDITORIUM
+ 5 TENDENZE + 5 SANBAPOLIS Galleria
Prezzi
Intero
Posto
unico
€ 80,00
ABO PROSA TENDENZE
Prezzi
OFF
(5 spett.)
Primi passi sulla luna
Posto unico
Tutto
Virgilio Brucia
Alto - Fragile
West
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
€ 160,00
€ 144,00
€ 120,00
€ 176,00
€ 160,00
€ 128,00
€ 120,00
€ 96,00
€ 80,00
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
€ 220,00
€ 204,00
€ 180,00
€ 248,00
€ 232,00
€ 200,00
€ 160,00
€ 136,00
€ 120,00
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
€ 320,00
€ 304,00
€ 264,00
€ 252,00
€ 236,00
€ 212,00
€ 280,00
€ 264,00
€ 232,00
€ 192,00
€ 168,00
€ 152,00
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
€ 60,00
€ 72,00
€ 40,00
Intero
Rid. gen.
€ 40,00
€ 32,00
SPETTACOLI DI PROSA
AL TEATRO SOCIALE
E AUDITORIUM
SPETTACOLI
DI TENDENZE PROSA
AL CUMINETTI - SOCIALE
SPETTACOLI DI PROSA
AL TEATRO SANBAPOLIS
COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI
STAGIONE DI LIRICA
ABO LIRICA
(2 spett.)
Don Pasquale
Dove
Prezzi
Intero
Sociale
€ 80,00
Rigoletto
Sociale
Platea
Palchi
centr.
Palchi lat.
Logg. e
p.dietro
Rid. gen.
>65
€ 70,00
€ 72,00
€ 60,00
€ 67,00
€ 35,00
€ 58,00
€ 45,00
€ 52,00
€ 30,00
€ 35,00
€ 25,00
€ 30,00
€ 18,00
Rid. conv.
Rid. giov.
<26
€ 75,00
COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI
STAGIONE DI DANZA
SPETTACOLI
DI DANZA
AL TEATRO SOCIALE
ABO PROSA
5 SOCIALE + 5 AUDITORIUM
ABO TUTTO PROSA
(15 spett.)
456
War now
I (io) Shakespeare
(I Banquo, I Cinna)
Voci nella tempesta
ABO INDANZA
(6 spett.)
Medea
Oyster
A Dream Within a Midsummer
Night’s Dream
Map e Near the terrace
Comix
Talent
ABO GRANDE PROSA
(10 spett.)
Prezzi
Intero
Centrale
Laterale
€ 135,00
€ 103,00
€ 112,00
€ 67,00
€ 121,00
€ 94,00
€ 54,00
Galleria
€ 81,00
€ 54,00
€ 72,00
€ 45,00
SPETTACOLI
DI LIRICA
AL TEATRO SOCIALE
Prezzi
Intero
Centrale
€ 25,00
€ 20,00
€ 22,00
€ 15,00
Laterale
€ 23,00
€ 18,00
€ 20,00
€ 12,00
Galleria
€ 18,00
€ 15,00
€ 16,00
€ 10,00
Prezzi
Intero
Posto
unico
€ 20,00
Prezzi
Intero
Rid. gen. >65 e <26
Posto
unico
€ 10,00
€ 8,00
Prezzi
Platea
Palchi centr.
Palchi lat.
Logg. e p.dietro
ABO LIRICA
REGIONALE
(4 spett.)
Don Pasquale
Don Giovanni
Rigoletto
Faust
DANZA A
SANBAPOLIS
Au pied du mur…
Wanted
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
€ 15,00
€ 18,00
Intero Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
€ 55,00
€ 45,00
€ 50,00
€ 50,00
€ 40,00
€ 45,00
€ 25,00
€ 40,00
€ 30,00
€ 35,00
€ 20,00
€ 25,00
€ 15,00
€ 20,00
€ 12,00
Prezzi
da € 70,00 a € 174,00 - libertà di scelta
settori differenti Trento e Bolzano
Dove
Prezzi
Intero
Rid. gen.
Sanbapolis
Sanbapolis
Posto unico
€ 10,00
€ 8,00
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
Prezzi
Intero
Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26
Centrale
€ 30,00
€ 25,00
€ 27,00
€ 15,00
Laterale
€ 23,00
€ 15,00
€ 21,00
€ 12,00
Galleria
€ 18,00
€ 12,00
€ 16,00
€ 10,00
ABO DANZA
REGIONALE
(4 spett.)
Romeo & Juliet
Map e Near the terrace
Parsons Dance
Comix
ABO DANZA
REGIONALE
(8 spett.)
Romeo & Juliet
Parsons Dance
ABO INDANZA CSC 6 spett.
€ 10,00
Prezzi
da € 45,00 a € 90,00 - libertà di scelta
settori differenti Trento e Bolzano
Prezzi
da € 81,00 a € 180,00 - libertà di scelta
settori differenti Trento e Bolzano
ABBONAMENTI E PREZZI
COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI
OPERETTA
ABO OPERETTE
(2 spett.)
Al cavallino bianco
Scugnizza
SPETTACOLI
DI OPERETTA
AL TEATRO SOCIALE
COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI
TEATRO RAGAZZI
ANCH’IO A TEATRO
CON MAMMA E PAPà
Unpopiuinla’
A proposito di Piter Pan
L’omino della pioggia
I tre porcellini
Rosaspina
Voci
Cenerentola
L’acqua e il mistero di Maripura
Intero
Intero
Centrale
Laterale
Galleria
€ 45,00
€ 34,00
€ 27,00
Rid. gen. >65 e <26
Rid. conv.
Centrale
€ 30,00
€ 24,00
€ 27,00
Laterale
€ 22,00
€ 18,00
€ 20,00
Galleria
€ 18,00
€ 14,00
€ 16,00
Auditorium
numerato
Auditorium
numerato
Sociale non
numerato
Maria Schneider
ROVERETO
Franco D’Andrea
Mark Turner
Jack DeJohnette
€ 16,00
Prezzi
Intero
LE CIRQUE
INVISIBLE
Centrale
Laterale
Galleria
Ridotto speciale
per abbonati
€ 25,00
€ 23,00
€ 18,00
€ 18,00
Centrale
Rid. gen.
>65
€ 20,00
€ 18,00
€ 15,00
€ 15,00
Laterale
Rid.
Rid. giov.
conv.
<26
€ 22,00 € 15,00
€ 20,00 € 12,00
€ 16,00 € 10,00
€ 10,00
Galleria
Intero
Rid.
conv.
Rid. gen.
>65
Rid. gen.
<26
€ 20,00
€ 18,00
€ 16,00
€ 15,00
€ 25,00
€ 22,00
€ 20,00
€ 15,00
€ 20,00
€ 18,00
€ 16,00
€ 15,00
Rid. gen.
>65
€ 16,00
€ 16,00
€ 16,00
Rid. gen.
<26
€ 5,00
€ 5,00
€ 5,00
€ 36,00
€ 33,00
Prezzi
Intero
Zandonai
non
numerato
€ 20,00
€ 20,00
€ 20,00
Rid.
conv.
€ 18,00
€ 18,00
€ 18,00
€ 45,00
€ 40,00
ABBONAMENTO 3 CONCERTI
EVENTI
SPECIALI
€ 40,00
€ 30,00
€ 24,00
Rid.
abb. lirica
€ 32,00
€ 24,00
€ 19,00
Intero
Prezzi
Stefano Bollani
ABBONAMENTO 4 SPETTACOLI
IL SABATO O LA DOMENICA
Rid. conv.
COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI
RASSEGNA JAZZ
The Terence Blanchard
€ 4,00
Rid. gen.
>65 e <26
€ 36,00
€ 27,00
€ 22,00
Prezzi
TRENTO
Rid. gen.
€ 6,00
Prezzi
Le Muse 31
MUSICAL
Prezzi
Intero
CINECITTÀ
Centrale
Laterale
Galleria
Ridotto speciale
per abbonati
€ 35,00
€ 28,00
€ 25,00
€ 27,00
Centrale
Rid. gen.
>65
€ 30,00
€ 23,00
€ 20,00
€ 20,00
Laterale
Rid.
Rid. giov.
conv.
<26
€ 32,00 € 20,00
€ 25,00 € 18,00
€ 22,00 € 15,00
€ 18,00
Galleria
CARD
CLASSICARD 4
La vita che ti diedi
Il mercante di Venezia
Aspettando Godot
Sogno di una notte di mezza sbornia
Prezzi
Intero
Rid. gen. >65 e <26
Unico
€ 80,00
€ 64,00
TUTTO CARD 6
6 SPETTACOLI A SCELTA TRA:
20 PROSA, 2 LIRICA,
8 DANZA. 2 OPERETTE
Prezzi
Intero
Rid. gen. >65
Unico
€ 150,00
€ 135,00
1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta
1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta
SOLO PROSA CARD 6
6 SPETTACOLI
A SCELTA TRA I 20 DI PROSA
Prezzi
Intero
Rid. gen. >65
Unico
€ 120,00
€ 96,00
1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta
GIOVANI CARD 5
5 SPETTACOLI A SCELTA TRA:
20 PROSA, 2 LIRICA, 8 DANZA.
2 OPERETTE
Prezzi
Rid. gen. <26
Unico
€ 45,00
1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta in galleria
SABATO A TEATRO CARD 6
6 SPETTACOLI
A SCELTA TRA I 10 DI PROSA
IL SABATO
Prezzi
Intero
Rid. gen. >65 Rid. gen. <26
Unico
€ 105,00
€ 84,00
€ 63,00
1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta
RIDUZIONI
• Fino a 26 anni
Ridotto giovani (se non
specificamente previsto si
applica il ridotto generico)
• Oltre i 65 anni
Ridotto generico
• Circoli aziendali
Ridotto generico, previa
stipula di convenzione
e numero minimo di 10
abbonamenti/card
• Carta InCoop. - Tess. ACLI Tess. TRENTA
Ridotto convenzioni,
presentando la tessera, 1
biglietto a tessera
• Accompagnatori di persone
diversamente abili
Omaggio
CAMBIO TURNO
ABBONATI PROSA E
LIRICA
È possibile cambiare turno due
volte all’interno della stagione,
con l’emissione di un biglietto
al costo di € 5,00
INFORMAZIONI
E CHIARIMENTI
• Teatro Auditorium
(da lunedì a sabato dalle
10-19)
• Teatro Sociale
(da lunedì a sabato dalle
16-19)
Tel. 0461213834
n.verde 800013952
www.csc.tn.it
www.centrosantachiara.it
[email protected]
Il programma potrebbe subire
variazioni per cause di forza
maggiore.
Si prega di controllare sempre
data, ora, spettacolo e teatro
consultando il nostro sito www.
csc.tn.it
ACQUISTI
Modalità di acquisto telefonico
• telefonando al n. 800 013952
da lunedì a sabato dalle ore
10 alle 19 con il pagamento
di un sovraprezzo di € 1,50
per il servizio effettuato con
pagamento Carta di Credito
o Bonifico Bancario.
Acquisto diretto dei biglietti
agli sportelli
• Casse Rurali del Trentino in
orario di sportello;
• Promoevent . Trento;
• Casse dei Teatri Auditorium
e Sociale in orario di
sportello e da un ora prima
dell’evento.
• Online al sito www.
primiallaprima.it
PARCHEGGIO
Da diversi anni è attiva per tutti
gli utenti un’agevolazione per il
parcheggio dell’autovettura nel
posteggio interrato di Piazza
Fiera. Il tagliando ritirato
all’entrata del posteggio verrà
sostituito presso la Cassa del
Teatro solo prima dell’inizio
dell’evento.
• € 1,50 per tutti gli spettacoli
in serata;
• € 3,00 per gli spettacoli della
domenica pomeriggio.
RICORDIAMO
AGLI ABBONATI…
• Ogni abbonato riceverà un
calendario personalizzato
con indicate tutte le date
e i luoghi dell’evento a
cui si riferisce il proprio
abbonamento.
• È importante conservare gli
abbonamenti. Saranno utili
in caso di rinnovo l’anno
seguente.
• Gli spettacoli inizieranno
all’ora stabilita.
• Allo spettatore che si
presenti in ritardo non verrà
garantito il posto indicato
nel biglietto.
• L’accesso sarà autorizzato
dal responsabile di sala nel
settore con disponibilità.
MUSICA D’AUTORE
DAVIDE
VAN DE SFROOS
TRENTO | Teatro Auditorium
VENERDÌ 30 GENNAIO ore 21
FRANCO BATTIATO
GIOVANNI ALLEVI
TRENTO | Teatro Auditorium
TRENTO | Teatro Auditorium
DOMENICA 9 NOVEMBRE ore 21
SABATO 18 APRILE 2015 ore 21
... TO BE CONTINUED ...
In collaborazione con
INSTITUTIONAL PARTNER
MAIN SPONSOR
www.csc.tn.it
www.centrosantachiara.it
MEDIA PARTNERS