Percorsi psicologici di recupero - Centro Antiviolenza Angelita

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PERCORSI
PSICOLOGICI
DI RECUPERO
ARGOMENTO
- Definiamo la
violenza
- Ipotesi di
recupero
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Ricerca Istat 2007 circa il 14% delle donne
italiane ha subito violenza fisica o sessuale
come percosse, maltrattamenti, ingiurie,
stupri, induzione alla prostituzione, violenze
psicologiche.
Raramente le donne denunciano gli abusi
subiti
Le donne aggredite provano rabbia, paura,
insicurezza, perdita di autostima e fiducia
negli altri. Esiste poi una vera e propria
sindrome psichiatrica denominata
DISTURBO POST TRAUMATICO DA
STRESS caratterizzato da ansia, irritabilità,
attacchi di panico, insonnia, disturbi del
comportamento alimentare ed è inserito nel
DSM-IV (manuale
internazionale
che classifica
i disturbi psichiatrici)
IL MASCHIO VIOLENTO NON
SOFFRE GENERALMENTE DI
GRAVI TURBE MENTALI, ANZI
PUO’ ESSERE BEN ADATTATO
NELLA VITA LAVORATIVA E DI
RELAZIONE. NON E’ POSSIBILE
CARATTERIZZARLO INOLTRE
NE’ PER GRADO DI ISTRUZIONE
NE’ PER CLASSE SOCIALE
L’OMS definisce la violenza come
“l’uso intenzionale della forza fisica
o del potere, minacciata o reale,
contro se stessi, un’altra persona o
contro un gruppo o una comunità,
che esita o ha un’alta probabilità di
esitare in una ferita, nella morte, in
un danno psicologico, malsviluppo
o deprivazione”
L’ OMS definisce anche l’abuso
all’infanzia all’infanzia come costituito da
tutte le forme di maltrattamento fisico e/o
emozionale, abuso sessuale,
trascuratezza o trattamento trascurante o
sfruttamento commerciale o di altro tipo,
che ha come conseguenza un danno
reale o potenziale alla salute del
bambino, alla sua sopravvivenza,
sviluppo o dignità nel contesto di una
relazione di responsabilità, fiducia o
potere”
IMPORTANTE: VIOLENZA E’ANCHE
QUELLA PSICOLOGICA
agita nella DINAMICA DEL POTERE
ESEMPI DI VIOLENZA PSICOLOGICA sulle DONNE - 1
Insulti in privato
Minacce verso la persona o i suoi cari
Urla contro la persona o i suoi cari
Ricatti materiali o morali
Comportamenti dispregiativi o
denigratori sistematici
(umiliazioni, parole sprezzanti,
rimproveri, critiche avvilenti, confronti
con altre donne o partner)
Controllo su azioni, (spesa, orari, scelte ), parole (correzione
continua), pensieri
ESEMPI DI VIOLENZA PSICOLOGICA sulle DONNE 2
Isolamento fisico e/o relazionale (esclusione dai contatti
amicali e famigliari)
Ostacoli a perseguire propri obiettivi e desideri (lavoro,
studio, figli)
Limitazione della libertà personale nei movimenti e
spostamenti (obbligo uscita in determinati orari o sempre
accompagnata)
Tradimenti, inganni, menzogne che negano la realtà
Gelosia patologica (dubbi costanti su fedeltà donna,
rimprovero o impedimento incontro con altri uomini per
strada, lavoro in famiglia, tra amici)
ESEMPI DI VIOLENZA PSICOLOGICA sulle
DONNE 3
Imposizione di un determinato abbigliamento
Imposizione di determinati comportamenti in
pubblico e privato
Controllo maniacale della gestione della vita
quotidiana
Indifferenza alle richieste affettive
Chiusura comunicativa persistente
Rifiuto sistematico di svolgere lavoro
domestico e/o educativo
Sottrazione e/o danneggiamento volontario di
oggetti o animali suoi o dei suoi cari
ESEMPI DI VIOLENZA PSICOLOGICA sulle
DONNE 3
Rifiuto di lasciare la casa coniugale
Imposizione della bigamia-poligamia
Sottrazione del passaporto, del permesso di
soggiorno o di altri documenti necessari
Obbligo/minaccia di tornare al paese d’origine
Matrimonio precoce e/o forzato
Minaccia di suicidio o autolesionismo da parte
del partner
Obbligo firma di dimissioni in bianco E tanto
altro……
Si parla di VIOLENZA psicologica ORIZZONTALE
quando la violenza riguarda i pari e quindi le
situazioni di abuso emotivo tra partners conviventi
o ex-partners. Non è riconducibile a specifici
contesti familiari e può insorgere in qualsiasi
momento. Si costruisce nel tempo ed entrambi gli
attori in qualche modo contribuiscono al
mantenimento di questo tipo di rapporto.
VIOLENZA psicologica ORIZZONTALE - Una forma
particolarmente seria di violenza psicologica è lo
STALKING o Sindrome delle molestie assillanti, una forma
di persecuzione che ha la finalità di agire il possesso della
vittima limitandone la libertà, attraverso telefonate mute,
lettere anonime, pedinamenti, appostamenti, minacce,
danneggiamento o incendio dell’auto, ecc. Per essere
definito tale deve persistere almeno 4 settimane, ma
spesso all’inizio viene frainteso dalla vittima come
manifestazione di gelosia o modo per recuperare il
rapporto da parte del partner.
Si parla di violenza psicologica VERTICALE quando la
violenza riguarda la relazione familiare che implica un salto
generazionale. Tra questi tipi di violenza rientrano anche le
DISFUNZIONI delle RELAZIONI GENITORIALI come ad
esempio l’accudimento che può essere IPER, ovvero
caratterizzarsi in un eccesso di cure che può sfociare in
forme patologiche vere e proprie come la SINDROME DI
MUNCHAUSEN PER PROCURA, MEDICAL SHOPPING E
CHEMICAL ABUSE, o al lato opposto in una carenza,
ovvero l’INCURIA.
DISCURIA
Nel mezzo si trova la DISCURIA, caratterizzata da cure
discontinue e/o che non rispettano le esigenze evolutive del
bambino. Altra forma particolarmente grave è la SINDROME
DI ALIENAZIONE GENITORIALE (PAS), ma anche la
stessa INDIFFERENZA AFFETTIVA può avere un effetto
avverso sulla salute emotiva e lo sviluppo del bambino,
compromettendo anche una sana formazione dell’autostima
e delle competenze sociali.
TIPOLOGIE DI ABUSO
Abuso fisico: maltrattamento e
violenze fisiche manifeste. Consiste in
diverse forme di maltrattamento e
violenze fisiche messe in atto da un
adulto nei confronti di un minore quali
aggressioni, percosse, morsi, spintoni,
che comportano conseguenze fisiche a
volte anche gravi come fratture,
bruciature ed a volte anche la morte del
bambino.
TIPOLOGIE DI ABUSO
Abuso psicologico: il termine
viene utilizzato per indicare tutti gli
aspetti affettivi e cognitivi del
maltrattamento infantile derivanti
da atti o da omissioni di attenzioni,
dal ripetersi di comportamenti
inadeguati come aggressioni e
violenze verbali.
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TIPOLOGIE DI ABUSO
Trascuratezza: omissioni e carenze nel
rispondere ai bisogni sia fisici che psicologici
del bambino. Si parla di trascuratezza quando
le persone legalmente responsabili del minore
non provvedono adeguatamente ai suoi
bisogni sia fisici che psichici in rapporto all’età
ed al momento evolutivo. Vi rientrano anche:
abbigliamento inadeguato alle condizioni
atmosferiche, trascuratezza igienico-sanitaria
ed alimentare, isolamento affettivo o sociale,
inadempienza scolastica, denutrizione, ecc.
Abuso sessuale: è il coinvolgimento di un minore in attività
sessuali alle quali egli non può acconsentire perché non
maturo e psicologicamente dipendente. Tra le diverse
forme troviamo: la pedofilia, l’incesto, il sottoporre a
soggetti Minorenni materiale pornografico, il turismo
sessuale. Tipologie: intrafamiliare: attuato dai membri della
famiglia (genitori, patrigni, conviventi, fratelli) o da membri
della famiglia allargata (nonni, zii, cugini, amici intimi della
famiglia); extrafamiliare: da persone conosciute dal minore
(vicini di casa, conoscenti); istituzionale (quando gli autori
del reato sono maestri, educatori, bidelli, allenatori, medici,
assistenti di comunità); di strada (da parte di estranei); a fini
di lucro (da singoli o gruppi criminali organizzati come ad
esempio le organizzazioni per la produzione di materiale
pornografico, o per lo sfruttamento della prostituzione ed
agenzie per il turismo sessuale); gruppi organizzati (esterni
al nucleo familiare quali sette e gruppi di pedofili).
Violenza assistita: intrafamiliare si intende l’esperire
da parte del bambino qualsiasi forma di
maltrattamento compiuto, attraverso atti di violenza
fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica,
su figure di riferimento o su altre figure affettivamente
significative adulte o minori.
Il bambino può farne esperienza
direttamente (quando essa
avviene nel suo campo percettivo
), indirettamente (quando il
minore è a conoscenza della violenza), e/o
percependone gli effetti. Si include l’assistere a
violenze di minori su altri minori e/o su altri membri
della famiglia e ad abbandoni e maltrattamenti ai
danni di animali domestici.
Fattori di rischio secondo l’OMS
- Fattori che aumentano la vulnerabilità del bambino (Età,
Sesso, Caratteristiche speciali)
- Fattori legati alle caratteristiche della famiglia e dei caregiver
(Sesso, Struttura familiare e risorse, Composizione familiare,
Personalità e caratteristiche comportamentali, Storia
antecedente l’abuso, Violenza a casa, Altre caratteristiche:
stress, abuso sostanze, etc.)
- Fattori legati alla comunità (Povertà, Capitale sociale, inteso
come grado di
coesione)
- Fattori legati alla società (Valori culturali e forze economiche,
Norme culturali,
Politiche per il bambino e la famiglia, Conflitti, etc.)
Conseguenze e danni dell’abuso (che incidono in modo
diverso a seconda delle età di sviluppo)
Fisiche (traumi celebrali e del sistema
nervoso centrale,disabilità, fratture,
Lacerazioni ed abrasioni)
Sessuali (disfunzioni sessuali,
gravidanzeindesiderate, problemi
di salute riproduttiva, etc.)
Psicologiche e comportamentali
(abuso di droghe ed alcol, ritardi cognitivi, delinquenza e
comportamenti violenti, depressione ed ansietà, ritardi nello
sviluppo, disturbi nel sonno e alimentari, iperattività, scarse
relazioni, scarsi rendimenti scolastici, sindrome post-traumatica
da stress, disturbi psicosomatici, comportamenti
suicidari)
La nuova definizione di ESI
Nel 2001 l’americano, Felitti, ha opportunamente introdotto
nel complesso dibattito su maltrattamenti e abusi nell’infanzia
la nozione di Esperienze sfavorevoli infantili (ESI) per indicare
quell’insieme di situazioni vissute nell’infanzia che si possono
definire come “incidenti di percorso” negativi, più o meno
cronici rispetto all’ideale percorso evolutivo sul piano sia
personale che relazionale. Comprendono tutte le forme di
abuso all’infanzia subito in forma diretta, come abuso
sessuale, maltrattamento psicologico, fisico, trascuratezza; e
le condizioni subite in forma indiretta che rendono l’ambito
familiare impredicibile e malsicuro, come per esempio
l’alcolismo o la tossicodipendenza dei genitori, le malattie
psichiatriche e, soprattutto, la violenza assistita, cioè il
coinvolgimento del minore in atti di violenza compiuti su
figure di riferimento per lui/lei affettivamente significative.
L’importanza delle “reti” di
prevenzione e protezione
Servizi sociali
Servizi salute mentale
Pediatri Servizi specialistici
Polizia e Carabinieri
Consultori
Scuole
Pronto soccorso
Volontariato
Servizi tossicodipendenze
Tribunale
Nella protezione dei bambini l’intervento deve essere di
equipe: la presa in carico efficace di un bambino
maltrattato richiede interventi multidimensionali e non
l’intervento “eroico” e “solitario” di un singolo operatore.
Chi sono i bambini da tutelare in Italia
Bambini e adolescenti vittime di gravi reati, di abusi sessuali,
psicologici e
fisici, trascuratezza, sfruttamento (di cui 32.400 che vivono
attualmente fuori dalla famiglia), ma anche :
◦ Bambini colpiti da esperienze sfavorevoli infantili (ESI)
◦ Bambini immigrati (sia intra che extra-familiare) e rom
◦ Bambini in famiglie fragili o patologiche
◦ Bambini che assistono alla violenza domestica
◦ Bambini e adolescenti che crescono in contesti violenti e/o
microcriminali
◦ Bambini esposti alle nuove forme di violenza telematica
◦ Bambini che vivono in situazione di povertà e di
deprivazione/esclusione
◦ Bambini e adolescenti che subiscono violenze sociali,
scolastiche o istituzionali
◦ Bambini che subiscono punizioni corporali in famiglia
PROTEZIONE E RIPARAZIONE: PERCORSI DI
RECUPERO per MINORI
-Valutazione e diagnosi di casi di
abuso/sospetto abuso su mandato
del Tribunale/Servizi
-Consulenza ai servizi territoriali
in materia di abuso
-Presa in carico riabilitativa,
psicologica e psicoterapeutica del bambino e della famiglia
-Riabilitazione specialistica per l’età evolutiva
-Spazio neutro per la conflittualità familiare
-Audizioni protette
-Formazione e supervisione degli operatori e delle equipe
-Ricerca e sensibilizzazione sui temi del maltrattamento
DONNE: Percorsi di affrancamento dalla violenza
Non sono mai percorsi lineari
e si sviluppano in tempi lunghi
Fasi motivazionali al
cambiamento:
- Violenza vissuta segretamente in un
legame di dipendenza.
- Richiesta di aiuto ed esplicitazione del
maltrattamento
- Denuncia all’autorità giudiziaria
- Ricerca di autonomia concreta e psicologica
- Affrontare il percorso giudiziario
Percorsi psicologici di affrancamento dalla violenza richiedono tempi
lunghi, pazienza e costanza:
Disassuefazione
dalla dipendenza di coppia
Dipendenza effetto
dell’isolamento (non patologia)
Mantenimento
della distanza dall'altro
Elaborazione dei modelli
di dipendenza genitoriali
Al fine di acquisire modalità relazionali
adatte a riconoscere
ed evitare rapporti di oppressione
La sfida per il futuro
La sfida maggiore è
come trasformare
e sviluppare i servizi
esistenti che
si attivano dopo che il
maltrattamento è accaduto, in
sistemi coordinati che erogano
servizi a tutte le famiglie prima
che il maltrattamento si verifichi
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