La strategia europea per l'occupazione Ogni anno, il Consiglio europeo definisce le priorità comuni e gli obiettivi individuali delle politiche occupazionali degli Stati membri. Le strategie perseguite hanno come finalità la creazione di posti di lavoro, la loro qualità, un migliore equilibrio tra le esigenze dell'attività professionale e quelle della vita privata, un invecchiamento attivo, nonché di garantire che l’origine etnica, il sesso o le disabilità non limitino le possibilità di trovare un impiego. Ogni governo dell'Unione europea elabora ogni anno il proprio piano d'azione nazionale, che precisa le modalità di applicazione pratica di tali orientamenti. Per misurare i progressi compiuti vengono utilizzati un centinaio di indicatori, che vanno dai dati economici di base (per esempio, la crescita del prodotto interno lordo, PIL, e il tasso di disoccupazione) alle possibilità di interrompere l'attività lavorativa e di disporre di strutture per la custodia dei bambini. Norme minime per tutti L'UE da lungo tempo è impegnata a garantire su tutto il suo territorio condizioni di lavoro soddisfacenti e a tutelare i diritti dei lavoratori stabilendo norme minime comuni relative alle condizioni di lavoro e alla salute e sicurezza sul luogo di lavoro. L’UE promuove inoltre rapporti di lavoro moderni e il dialogo tra i rappresentanti dei lavoratori ed i datori di lavoro. Buone relazioni di lavoro, oltre che favorire la protezione dei lavoratori, contribuiscono alla competitività L’UE promuove – e in certi casi vi prende parte – i negoziati tra datori di lavoro e sindacati sul rafforzamento delle misure di protezione, che talvolta pongono le basi di nuove norme europee. La Commissione europea incoraggia la responsabilità sociale delle imprese promuovendo il concetto secondo cui i problemi sociali ed ambientali devono costituire parte integrante delle strategie aziendali. Le regole comuni dell'UE stabiliscono i criteri di base per la protezione dei lavoratori contro determinati rischi per la salute, come il rumore o l'esposizione a prodotti chimici, la protezione delle donne durante la gravidanza e dei lavoratori minorenni. Altre norme sanciscono i diritti fondamentali per quanto riguarda l’orario di lavoro, il congedo parentale, le informazioni che i datori di lavoro sono tenuti a fornire ai lavoratori sulle loro condizioni di lavoro e di assunzione, i licenziamenti collettivi, l’eguaglianza di trattamento per i lavoratori a tempo parziale o a termine e lavoratori in pianta stabile e a tempo pieno. La parità salariale a parità di mansioni e la protezione contro le molestie sessuali sono due tra i principi fondamentali dell’UE. L’UE ha bandito ogni forma di discriminazione basata sull’origine razziale od etnica, gli handicap, le tendenze sessuali, l’età, la religione o le convinzioni personali e ha perciò adottato strategie intese a combattere la discriminazione e la xenofobia e ad assicurare il rispetto del principio della parità fra uomini e donne in tutte le politiche dell'Unione. Integrazione e protezione sociale I sistemi di previdenza sociale nei singoli paesi dell'UE riflettono tradizioni specifiche, i progressi sociali ed il patrimonio culturale di ogni Stato e tutte queste differenze vengono rispettate. Tutti gli Stati membri, tuttavia, concordano sul fatto che i loro cittadini godono di un diritto fondamentale a fruire di prestazioni sociali di base e sulla necessità di modernizzare i sistemi di protezione sociale, affinché questi forniscano a tutti una tutela previdenziale, ma rendano economicamente più vantaggioso lavorare, quando ciò sia possibile; garantiscano pensioni e assistenza sanitaria di qualità ad un costo sostenibile; promuovano l'integrazione sociale e combattano la povertà. Tutto questo non richiede una legislazione comunitaria, ma uno stretto coordinamento che permetta, con reciproco vantaggio, di uniformare le politiche nazionali. Gli Stati membri predispongono ogni due anni piani d'azione nazionali per l'integrazione sociale, che consentono una verifica permanente dei progressi compiuti. Il Fondo sociale europeo Per il periodo 2000-2006 i finanziamenti del Fondo sociale europeo destinati a programmi volti a sviluppare le capacità professionali e sociali ammontano a 60 miliardi di euro. Le persone con buone attitudini sociali sono più sicure di sé e più adattabili, quindi è più facile per loro trovare un lavoro o creare una propria attività. Beneficiano in particolare di questi finanziamenti le zone dell'UE in cui la disoccupazione è elevata o il reddito medio piuttosto basso. 3 miliardi di euro sono destinati al programma EQUAL, che sperimenta nuovi modi di affrontare la discriminazione e la disuguaglianza. Integrazione e protezione sociale I sistemi di previdenza sociale nei singoli paesi dell'UE riflettono tradizioni specifiche, i progressi sociali ed il patrimonio culturale di ogni Stato e tutte queste differenze vengono rispettate. Tutti gli Stati membri, tuttavia, concordano sul fatto che i loro cittadini godono di un diritto fondamentale a fruire di prestazioni sociali di base e sulla necessità di modernizzare i sistemi di protezione sociale, affinché questi forniscano a tutti una tutela previdenziale, ma rendano economicamente più vantaggioso lavorare, quando ciò sia possibile; garantiscano pensioni e assistenza sanitaria di qualità ad un costo sostenibile; promuovano l'integrazione sociale e combattano la povertà. Tutto questo non richiede una legislazione comunitaria, ma uno stretto coordinamento che permetta, con reciproco vantaggio, di uniformare le politiche nazionali. Gli Stati membri predispongono ogni due anni piani d'azione nazionali per l'integrazione sociale, che consentono una verifica permanente dei progressi compiuti. Sostegno tecnico Tre agenzie forniscono i dati tecnici necessari ai lavori dell'UE sull'occupazione, effettuano ricerche e diffondono le prassi migliori. Sono: l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, con sede a Bilbao; la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, con sede a Dublino; l'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia, con sede a Vienna.