Avvocato Francesca Garisto, viale Regina Margherita

Avvocato Francesca Garisto, viale Regina Margherita, 30,
Milano.
Intervento sul protocollo contro pubblicità offensiva - CGIL
CISL UIL Milano , 6 marzo 2013
Il protocollo è stato elaborato in accoglimento alla sollecitazione dell’UDI (Unione Donne
Italiane) che ha dato avvio ad una campagna per la sensibilizzazione e il coinvolgimento di
tutti i comuni d’Italia, riguardo alle necessarie azioni di contrasto alla violenza: dando vita
alla cosiddetta MORATORIA DELLA PUBBLICITA’ OFFENSIVA.
La sollecitazione è quella di recepire a livello locale, la risoluzione del Parlamento
Europeo del 3.9.2008 per il raggiungimento della parità tra uomini e donne, risoluzione
che prevede un programma, contenente sei ambiti di intervento prioritari, tra cui quello
della lotta agli stereotipi di genere, ai messaggi pubblicitari discriminatori e
denigranti basati sul genere.
La risoluzione a cui la moratoria si riferisce, ritiene inammissibile ogni modello
pubblicitario lesivo del genere femminile, modello che considera quale ostacolo per una
società paritaria, giungendo a dare indicazione agli Stati membri di intraprendere azioni
adeguate e di predisporre leggi che contrastino tale pratica.
La risoluzione esorta inoltre gli Stati europei ad intraprendere iniziative che eliminino la
pubblicità offensiva e incoraggino quella virtuosa.
Il presupposto su cui fonda il protocollo è la battaglia per la modifica della cultura
sessista profondamente radicata nel linguaggio mediatico di ogni genere, compreso
quello pubblicitario e quello delle immagini.
Essendo il messaggio pubblicitario un messaggio rivolto ad un pubblico indeterminato,
che non ha la libertà di scegliere se fruirne o meno, cosiddetto messaggio “A FRUIZIONE
OBBLIGATORIA”, rappresenta un rischioso strumento di diffusione di cultura sessista
con conseguente impatto negativo anche sull’infanzia.
Il PROTOCOLLO- contenuti.
Premessa-le fonti
• Principi costituzionali che ispirano il necessario intervento dell’ente pubblico:
dignità della persona e integrità morale (art.2 e 3) da una parte, e dall’altra
libertà di iniziativa economica (art.41) nel rispetto dell’utilità sociale.
• Richiamo quindi al secondo comma dell’art.41 Cost. sia nel senso che l’iniziativa
economica deve realizzarsi senza danneggiare l’interesse pubblico con la
diffusione di immagini pubblicitarie che mortificano le donne e diseducano i
giovani, generando una sottocultura che non può che generare violenza, sia in
positivo, come strumento di diffusione di messaggi che offrono stimoli culturali
diversi.
• Risoluzioni del Parlamento Europeo;
• Legge Consiglio Regionale Lombardia n.47 del 26 giugno 2012 “Interventi di
prevenzione e contrasto e sostegno a favore delle donne vittime di violenza” che
1
contiene la previsione esplicita di misure e iniziative volte a promuovere una
immagine rispettosa della dignità della donna;
• Richiamo agli Statuti delle Organizzazioni Sindacali, che espressamente
sanciscono il contrasto ad ogni forma di discriminazione, sia nei luoghi di lavoro
che in ambito sociale con l’impegno per l’obiettivo della parità. Il rispetto delle
donne che lavorano sta anche nell’immagine che di esse viene diffuso. In
coerenza sono stati istituiti servizi di ascolto e consulenza.
• Interpello e moratoria dell’UDI espressamente rivolta agli enti locali.
• ABCD e Donne in Quota che assieme alla Camera del Lavoro hanno costituito il
Comitato Immagine differente che ha dato incarico di elaborare un progetto di
legge con norme che regolino la rappresentazione di genere nei media.
PRINCIPI ed obiettivi che devono ispirare l’attività dei Comuni
• Considerare non conforme alla normativa europea e costituzionale i l messaggio
che diffonde immagini offensive o stereotipi di genere.
• Contrasto dell’utilizzo vessatorio e discriminatorio dell’immagine femminile,
diffuso con qualsiasi mezzo, nell’esercizio di attività commerciale, industriale
artigianale, professionale,
• In particolare: riguardo alle immagini che assimilano il corpo di donne e uomini o
parti del corpo, ad oggetti o a prodotti pubblicizzati o accostano il prodotto o il
messaggio pubblicitario ad immagini che evocano atti o attributi femminili .
• Impegno ad adottare Misure concrete per il raggiungimento dei suddetti obiettivi
e a tutela della dignità delle persone.
• Iniziative pubbliche per la diffusione di una comunicazione rispettosa, non solo
delle donne ma anche di bambini e adolescenti.
IMPEGNI che chiediamo:
• Svolgere e diffondere campagne di informazione e sensibilizzazione della
cittadinanza, anche all’interno dei luoghi di lavoro e con l’ausilio delle
associazioni presenti sul territorio
• Giovani generazioni. Collaborazione con Scuole pubbliche e private.
• Incarico agli Assessorati alla formazione di una Commissione di monitoraggio
della pubblicità e della comunicazione che segnali agli organi competenti le
immagini in contrasto con i suddetti obiettivi e promuova misure impeditive
della loro diffusione nonché iniziative di valorizzazione delle imprese virtuose.
• Adoperarsi per impedire la pubblicazione, anche su siti e periodici, delle
immagini offensive della dignità della persona.
• Invito alle agenzie di comunicazione ad aderire al codice di disciplina
pubblicitaria e al presente protocollo.
• Vincolare contratti con privati e agenzie e concessionarie di pubblicità al
rispetto dei principi del presente protocollo
• Reperire e destinare risorse necessarie.
2