La presbiopia

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OCULISTICA
A cura di Carlo Sborgia *
La presbiopia
Quando allontanare il foglio non è più sufficiente.
Il termine medico presbiopia indica la
difficoltà nella visione da vicino dovuta al
normale processo di invecchiamento
dell’occhio.
L’occhio, infatti, mette a fuoco le immagini in base alla
distanza degli oggetti, grazie al lavoro del cristallino, che
è una lente biconvessa presente al suo interno e nel bambino
nonché nel giovane premette, in assenza di patologie, di
vedere chiaramente sia da lontano e sia da vicino.
Ciò avviene mediante il meccanismo
dell’accomodazione, cioè la capacità del cristallino di
aumentare la propria curvatura e quindi il proprio potere
diottrico via via che l’oggetto si avvicina.
A 10 anni si possono vedere nitidi i dettagli di un
francobollo addirittura a 10 cm di distanza; trent’anni più
tardi il cristallino non ce la fa più a contrarsi come prima
e così niente da vicino risulta nitido. A questo punto, per
poter nuovamente mettere a fuoco a distanze ravvicinate,
la ridotta capacità accomodativa del presbite deve essere
compensata mediante una lente oftalmica (Figg. 1-2).
Fig. 1- Nell’occhio presbite l’immagine, nella visione da vicino, non
è messa a fuoco sulla retina, per cui appare sfocata.
L’età media d’insorgenza della presbiopia è circa 45
anni, ma variabile in base alle latitudini (42-43 anni in
Italia, 40 in Grecia, 48 in Svezia); è comunque possibile
che, a parità di condizioni ambientali, la presbiopia si
manifesti prima in soggetti che svolgono l'attività lavorativa
principale a distanza molto ravvicinata. Altra variazione
è possibile rispetto alla condizione di ametropia (eventuale
miopia o ipermetropia) del soggetto: gli ipermetropi
possono diventare presbiti prima rispetto all’età media
pugliasalute
Fig. 2- Una opportuna lente correttiva è in grado di riportare il fuoco
sulla retina, per cui l’immagine apparirà nitida.
mentre i miopi dopo.
Il primo sintomo della presbiopia è, dunque, la
difficoltà nella lettura da vicino.
Spesso però si associano altri sintomi come
l’affaticamento visivo dopo un eccessivo sforzo nella
lettura, annebbiamenti visivi transitori, arrossamento degli
occhi, sdoppiamento delle immagini, mal di testa.
Le lenti utilizzate per la correzione della presbiopia
sono lenti convergenti (lenti positive) e rappresentano il
rimedio più antico per compensare le difficoltà dovute
alla visione ravvicinata. Dato che la presbiopia è un
fenomeno lentamente progressivo, dopo un certo numero
di anni è necessario aumentare la potenza degli occhiali
da vicino, fino al momento della stabilizzazione, intorno
ai 60 anni. Nei soggetti che presentano una lieve miopia,
invece, il disturbo è evidenziato dalla necessità di togliere
gli occhiali da miope per riuscire a leggere.
Questo avviene perché l’occhio miope è naturalmente
messo a fuoco da vicino perciò per poter leggere non ha
bisogno di accomodare (se non usa gli occhiali da miope).
Per lo stesso motivo, i presbiti miopi elevati (che utilizzano
lenti divergenti per correggere il difetto miopico) dovranno
utilizzare lenti meno divergenti (quindi più leggere) per
poter leggere bene da vicino.
- quarantasei -
gennaio 2005
Negli ipermetropi, invece, le lenti da utilizzare saranno
da sommare alle lenti convergenti utilizzate nella visione
da lontano.
Ricorrere agli occhiali, però, non è così semplice, almeno
per quanto risulta da varie indagini conoscitive. Pare infatti,
in base a un questionario utilizzato da ACNielsen, che circa
il 41% degli ultraquarantenni riconosce di essere presbite,
ma di questi solo il 15% usa gli occhiali. Quasi la metà
associa la presbiopia alla vecchiaia, attribuendole quindi
una connotazione negativa. Le motivazioni per cui si sceglie
di non vedere bene da vicino riguardano soprattutto l’assenza
di conseguenze gravi se non si usano gli occhiali da presbite.
Il 47% circa non riconosce la presbiopia come un grave
problema, il 27% non trova il tempo per sottoporsi a visita
oculistica, il 16% (tra i più anziani) teme il costo degli
occhiali, gli altri trovano fastidioso indossare occhiali da
vista. In sostanza si preferisce rimandare il più possibile
l’uso degli occhiali da lettura.
Esistono occhiali a mezza lunetta, che si utilizzano solo
per vicino e non interferiscono con la visione per lontano.
Le lenti bifocali sono oggi ormai desuete e sono state quasi
completamente sostituite dalle lenti multifocali o progressive,
che consentono, in una sola lente, di avere una corretta
visione per la lontananza e per vicino. Ciò si verifica perché
tali lenti modificano il grado di refrazione dall’alto verso
il basso e questo permette con modesti adeguamenti di
posizione degli occhi una buona visione a tutte le distanze.
Esistono anche lenti a contatto multifocali, ma il loro
uso non ha ricevuto una notevole diffusione, perché spesso
non offrono una buona qualità visiva.
Esistono, infine, parecchie possibilità di tipo
chirurgico per correggere la presbiopia, ma nessuna
di esse rappresenta una metodica ottimale per la
correzione della stessa.
Inserti sclerali. Si impiantano dei piccoli tasselli
nella sclera in prossimità del muscolo ciliare. Si tratta
tuttavia di un intervento indaginoso e non ha ottenuto
i risultati sperati.
Laser. Il laser ad eccimeri, lo stesso utilizzato per
la correzione della miopia, è stato impiegato per la
correzione della presbiopia, sia con tecnica di superficie
(PRK) che profonda (LASIK). Le varie procedure messe
in atto, però, consentono la correzione del difetto solo
in casi ben selezionati e sono tuttora in via di
perfezionamento.
Lenti intraoculari fachiche. Si tratta di lenti bifocali
che sono inserite nell’occhio al davanti dell’iride. Non
sempre, però, forniscono una buona qualità visiva da
vicino e da lontano.
Per chi debba operarsi di cataratta, infine, pare esserci
la soluzione migliore. In questi casi, in sostituzione del
cristallino catarattoso, si può impiantare nell’occhio un
particolare tipo di cristallino artificiale che consenta la
pugliasalute
Fig.3 - Lente intraoculare
multifocale
Fig.4 - Lente intraoculare
accomodativa
visione a varie distanze. Esistono lenti intraoculari multifocali
(Fig. 3) che sono costituite da diversi sottili anelli concentrici
con diverso potere diottrico, proprio per sfruttare al meglio
la visione contemporanea da lontano e da vicino e lenti
intraoculari accomodative (Fig.4).
Queste sfrutterebbero
in linea teorica lo stesso
meccanismo della
fisiologica messa a fuoco
(accomodazione).
La lentina subirebbe
dei minuscoli spostamenti
in avanti e indietro, in
base alla contrazione del
muscolo ciliare, che
consentirebbe la corretta
messa a fuoco delle
immagini alle varie
distanze (Fig. 5A-5B).
Fig.5 - Funzionamento della lente
intraoculare multifocale
Tali tecniche, con cristallino artificiale multifocale o
accomodativo, hanno dimostrato una buona efficacia, ma
consentirebbero una soluzione solo parziale della presbiopia.
Richiedono inoltre un’attenta selezione del paziente, dato
che non possono funzionare in tutti gli occhi.
La presbiopia, quindi, rappresenta un problema
comune a tutti oltre una certa età, ma può essere
affrontata serenamente mediante l’ausilio di opportuni
occhiali e, in alcuni casi, mediante un opportuno intervento
chirurgico. In quest’ultimo campo, però, la ricerca
oftalmologia, sebbene abbia raggiunto risultati interessanti,
è ancora lontana dall’ottenere la completa risoluzione
del problema.
- quarantasette -
* Direttore U.O. Oftamologia I Università di Bari
gennaio 2005
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