A proposito degli alieni…. di Francesco TOSCANO ed Enrico MESSINA «Se l’Universo brulica di alieni…. dove sono?» Enrico Fermi 1 Tutti i diritti letterari di questa opera sono di esclusiva proprietà degli autori Francesco TOSCANO ed Enrico MESSINA ISBN: 978-1-4709-6992-9 ID: 12146385 www.lulu.com Prima Edizione – Revisione del 28 agosto 2014 In copertina: Fronte - Sigillo Sumero, in pietra, rappresentante gli Anunnaki provenienti dal pianeta Nibiru a bordo delle loro astronavi e alcuni sacerdoti Sumeri che li accolgono sulla Terra come se fossero degli dèi. Secondo Zecharia Sitchin gli Anunnaki sarebbero degli alieni provenienti da Nibiru, un pianeta del nostro sistema solare. Secondo questa tesi avrebbero avuto un ruolo importante nella veloce evoluzione della civiltà umana e in particolare di quella sumerica. I signori provenienti da Nibiru, sin dall'antichità, sarebbero scesi sulla Terra per sfruttare le risorse minerarie del nostro pianeta. Quando il pianeta Nibiru giunse nel punto della sua orbita più vicino alla Terra fu inviata una prima spedizione di esseri viventi capeggiata da Enki, un nome che ricorre spesso nella mitologia dei Sumeri. I luoghi scelti furono la Valle del Nilo, la Valle dell'Indo e la Mesopotamia. Retro - Le incisioni rupestri della Val Camonica sito UNESCO n. 94. Arte rupestre della Valcamonica. Costituiscono una delle più ampie collezioni di petroglifi preistorici del mondo e sono state il primo Patrimonio dell'umanità riconosciuto dell'Unesco in Italia (1979). L'Unesco ha riconosciuto oltre 140.000 figure, ma nuove ininterrotte scoperte hanno progressivamente aumentato il numero complessivo delle incisioni catalogate, fino a duecentomila se non trecentomila, concentrate nei comuni di Capo di Ponte, Nadro, Cimbergo e Paspardo (provincia di Brescia) in Lombardia, Italia. 2 Questo libro è dedicato a chi crede nella “teoria del complotto”, a chi pensa che la storia, quella che ci hanno insegnato sui banchi di scuola, andrebbe riscritta; dedicato a quanti aspettano il 21 Dicembre 2012 con impazienza perché credono che a decorrere da quella data l'umanità entrerà in una nuova dimensione: la quarta; dedicato a chi aspetta da sempre di conoscere la verità, quella che il “grande burattinaio” ha cercato di nasconderci insabbiando moltissimi fenomeni e fatti storici che sono avvenuti sulla Terra a decorrere dal 1947, fenomeni che alla stragrande maggioranza dell'umanità, all'uomo della strada, sono noti come fenomeni U.F.O. . Dedicato a tutti coloro che hanno creduto nel nostro lavoro, nel nostro impegno profuso giornalmente per la ricerca della verità, quella che sconvolge e pone degli inquietanti interrogativi. Questo libro è la trasposizione in forma letteraria del blog “Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno” raggiungibile all'indirizzo internet: http://anticoastronauta.blogspot.com/ . Palermo, 28 Aprile 2011 Francesco TOSCANO ed Enrico MESSINA 3 Prima Edizione Revisione del 28 agosto 2014 4 Premessa Perché “ A proposito degli Alieni…”? L’idea è quella di trattare un argomento per molti versi oscuro e di difficile comprensione in maniera semplice e comprensibile come se fosse una discussione leggera di quelle che si fanno fra amici, ma nello stesso tempo cercare di informare nella maniera più precisa e comprensibile possibile tutti quelli che si avvicinano per la prima volta all’argomento o chi ne ha una conoscenza vaga. Questo libro non ha alcuna pretesa di competere con le innumerevoli opere scritte da gente di certo più autorevole e competente dei sottoscritti in materia, ma nel suo piccolo può rappresentare un punto di partenza per gli “ignavi”, gli scettici, i miscredenti: una piccola goccia in un mare oscuro. L’uomo da sempre ha cercato di spiegarsi il mistero della vita: chi siamo, chi ci ha creati e perché, per quale motivo viviamo, cosa c’è dopo la vita stessa. Il riferimento a esseri soprannaturali, sia per giustificare fenomeni ed eventi quasi normali, sia per cercare di dare un senso alla propria esistenza, è stato sempre presente in ogni essere umano. La curiosità, la voglia di esplorare, di scoprire (aspetti in parte oscuri) ha accompagnato l’uomo nel suo cammino evolutivo dalla Preistoria a oggi. Negli anni duemila, nell’era dell’ipertecnologia, (dove la razionalità sembra avere il predominio su altri aspetti del nostro animo, tra cui quello religioso, ideologico, politico), la ricerca alle domande sopradette è più che mai attuale ed esigente. La possibilità di dare un significato alla nostra vita richiede, oggi, risposte diverse dal passato; risposte che possono andare in direzioni diverse da quelle cui siamo stati abituati da sempre. Fondamentalmente oltre alla dicotomia ateismo – religione, è possibile percorre un'altra via, per molti fantasiosa e assurda, che giorno dopo giorno potrebbe diventare una certezza: la possibilità dell’esistenza di extraterrestri più avanzati rispetto a noi, che sono 5 stati nostri precursori o che hanno innescato i meccanismi della nostra creazione e/o evoluzione. La strada da percorrere non è facile, che oltre ad uno scetticismo predominante e una cattiva informazione, (o disinformazione), segna la tendenza da parte dell’élite dominante di nascondere o rallentare la divulgazione di queste probabili verità. Verità che non si è comunque in grado di occultare o nascondere veramente; ognuno di noi oggi è in grado di raccogliere prove e fatti. I moderni strumenti tecnologici, se da un lato possono favorire la falsificazione di prove, fatti, documenti, dall’altro sono lo strumento più potente per la conoscenza e la diffusione di tali verità. La possibilità di dare una spiegazione diversa a questa vita, di andare oltre le nostre conoscenze, di ampliare la nostra mente, di incamminarsi verso percorsi apparentemente sconosciuti, (di certo immensi e più grandi delle nostre conoscenze), oggi è fattibile. Ecco il perché di questo libro, che non pretende di poter dare una risposta ai tanti interrogativi che l’uomo moderno si pone, ma può proporre soluzioni e scelte che vanno oltre le classiche e convenzionali risposte che la nostra cultura da sempre ci ha fornito. 6 Introduzione Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato. I Sumeri, gli Egizi, i Maya, gli Inca, le civiltà indiane, tutte culture che hanno avuto un livello tecnologico superiore per quel tempo. I miti Babilonesi, la cultura Greca con la sua mitologia, i miti delle popolazioni nordiche, le leggende delle popolazioni precolombiane, (persino nella Bibbia, vedi Genesi o Apocalisse), parlano di esseri soprannaturali, di eventi immani, (come un grande diluvio). Anche in questo periodo alcuni popoli che vivono allo stato primitivo, come ad esempio i Dogon del Mali, hanno conoscenze astronomiche cui l’uomo moderno ha avuto accesso solo dopo con il progredire della tecnologia. E' nell’era moderna che la tematica si sviluppa maggiormente. Dal Novecento ad oggi è un susseguirsi di prove, fatti, avvistamenti; l’episodio di Roswell è il più indicativo. Gli U.S.A. sembrano la nazione che nel secondo dopoguerra abbia beneficiato maggiormente del contatto con gli alieni. L’oscurantismo della Guerra Fredda, dominante sino a qualche anno fa è crollato. Tutte le Intelligence delle maggiori potenze mondiali stanno rivelando al mondo dossier segretati sino a qualche 7 tempo fa, in vista forse del 2012, che secondo un’antica profezia Maya segnerà l’inizio di una nuova era. Anche il Vaticano ha ammesso la probabile esistenza di extraterrestri, con i relativi problemi etico-religiosi che ne possono derivare. Se esistono gli alieni, e se ci hanno creati loro, esiste anche un Dio Creatore, come lo intendiamo noi? Che cosa succederebbe se così non fosse? La Chiesa sa la verità e non la vuole rivelare? Oppure sia noi che gli alieni facciamo parte di un unico progetto divino? Abbiamo un’anima? Che cosa succede dopo la morte? L’aldilà è forse un’altra dimensione o un Universo parallelo dove i mondi s’incontrano? Perché (come dicono alcuni ricercatori) gli alieni ci studiano? Che cosa cercano nell’uomo? Le grandi potenze mondiali ne sono informate? Tutti interrogativi cui non è possibile a oggi dare una risposta certa, però si può provare a dare diverse, probabili soluzioni. 8 PARTE PRIMA 9 Capitolo primo Gli extraterrestri nella storia dell’umanità. "Talvolta penso a come sparirebbero velocemente i nostri contrasti se dovessimo affrontare una minaccia aliena proveniente da un altro mondo." Ronald Reagan. 1.1 Non siamo soli! Figura 1. Un monile riproducente un oggetto volante dell'antichità. Di particolare rilievo l'ala a delta. L'ala a delta è un tipo di ala utilizzata su velivoli che possono volare a velocità supersonica. Deve il suo nome alla particolare forma in pianta, pressoché triangolare, che richiama quella della lettera maiuscola greca delta. Alieno: diverso, estraneo, fuori di un determinato contesto. Essere dotato d’intelligenza proveniente da altro pianeta. Extraterrestre che abita altri mondi. 10 Nell'Universo oggi conosciuto si stima che esistano 600 milioni di miliardi di civiltà tecnologiche. Il telescopio più grande del mondo si trova in California, sul monte Palomar, a 1800 m di altezza. Per trasportare il suo gigantesco specchio parabolico, del diametro di 5 metri, si è dovuta costruire una strada lunga 75 km. Il telescopio può scrutare nello spazio a una profondità di quattro miliardi di anni luce, come a dire che esso riesce a fotografare la luce di stelle distanti da noi trentasei miliardi di miliardi di km. L'astronomo che usa questo potente telescopio non fa altro che osservare il passato del nostro Universo. Lo stato del nostro attuale Universo lo potranno osservare i nostri discendenti fra qualche milione di anni. Osservando il cielo di notte, lontano dai centri abitati, in aperta campagna, l'osservatore che scruta la volta celeste avrà modo di notare che su di essa sono incastonati miliardi di stelle. Se si considera che per ognuna di quelle stelle osservate vi sono i rispettivi sistemi solari, formati da pianeti, da lune, e da altri corpi celesti più piccoli, possiamo affermare che quell'osservatore in quel preciso istante sta osservando miliardi di sistemi solari e quindi miliardi di pianeti. Se poi consideriamo che nell'Universo vi sono circa cento miliardi di galassie, e che ognuna di esse contiene in media cento miliardi di stelle, moltiplicando il numero di galassie per il numero di stelle otteniamo un numero enorme di stelle. Se anche solo una piccola parte di queste stelle avesse pianeti in grado di ospitare la vita, sarebbero comunque tantissimi. La possibilità, quindi, della presenza nell'Universo oggi conosciuto (considerando attendibile la stima che esso sia formato da cento miliardi di galassie) di civiltà tecnologiche è stimata in seicento milioni di miliardi (previsione ottimistica), cinque mila miliardi (previsione moderata), dieci mila (previsione pessimista).1 1 Equazione di Drake (nota anche come equazione o formula di Green Bank). Venne formulata nel 1961 dall'astronomo e astrofisico statunitense Frank Drake, ed è usata nei campi dell'esobiologia e della ricerca di forme di vita intelligente extraterrestri (Search for ExtraTerrestrial Intelligence, SETI). Nel 1960, Frank Drake condusse la prima ricerca di segnali radio provenienti da civiltà extraterrestri presso il National Radio Astronomy Observatory di Green Bank, in West Virginia. Poco più tardi l'Accademia nazionale delle scienze statunitense invitò Drake a partecipare ad un incontro sul tema della rilevazione di possibili intelligenze 11 Consideriamo la nostra galassia, quella che noi tutti chiamiamo comunemente Via Lattea: solo in essa vi sono cento mila milioni di stelle; se volessimo contarle tutte, al ritmo di una al secondo, impiegheremmo quasi duemila e cinquecento anni. Oggi è accertato che almeno cinquanta milioni di queste stelle potrebbero essere circondati da pianeti su cui è possibile una vita evoluta. Solo una grossa presunzione, o un’ignota paura, potrebbe farci affermare che noi siamo soli nell'Universo. Il professore Hermann Oberth, padre del volo spaziale, ha dichiarato: “Ritengo possibile che esseri intelligenti di altri mondi abbiano visitato la nostra Terra nei tempi passati. Gli scienziati hanno sempre un atteggiamento scettico di fronte alle nuove idee. Anche quando fu inventata la ferrovia gli scienziati credevano che l'uomo non potesse sopravvivere a velocità superiori a trenta chilometri orari.” Lo scienziato Wernher Magnus Maximilian Freiherr von Braun, una delle figure principali nello sviluppo della missilistica in Germania e negli Stati Uniti, dove è ritenuto il capostipite del programma spaziale americano, ha dichiarato: “Ritengo probabile che nell'immensità dell'Universo esistano non soltanto forme di vita vegetali ed animali, ma anche esseri intelligenti; anzi ne sono convinto.” extraterrestri. L'incontro si tenne a Green Bank nel 1961, e l'equazione che porta il nome di Drake nacque dalla fase preparatoria dell'incontro stesso. Quell'incontro conferì dignità scientifica alla ricerca di intelligenze extraterrestri (SETI). La dozzina di partecipanti – astronomi, fisici, biologi, industriali e studiosi di scienze sociali – divennero noti come l'"Ordine del Delfino". L'incontro di Green Bank è commemorato sul posto da una targa. 12 1.2 Gli alieni nella storia dell’uomo. Fin dai tempi più remoti della storia dell'uomo i nostri simili hanno avuto l'esigenza di raccogliere e tramandare ai posteri in alcuni antichi testi, dipinti, graffiti rupestri, testimonianze di fatti ed eventi strabilianti che non seppero spiegare con le conoscenze del loro tempo, e riguardanti fenomeni aerei e/o celesti a dir poco inquietanti, i quali ci fanno seriamente dubitare di essere soli nel silenzio dell’Universo e corroborano sempre di più la tesi sostenuta dai teorici degli antichi astronauti. Seguendo la nostra personalissima “linea del tempo”, al fine di suffragare la tesi sostenuta dai teorici della cosiddetta ipotesi extraterrestre, secondo la quale all'origine della civiltà umana vi sarebbe un popolo alieno, proprio come sostengono le varie mitologie quando parlano di "dèi venuti dal cielo", proviamo a ricostruire i presunti avvistamenti di U.F.O. (Unidentified Flying Objects - Oggetti volanti non identificati) nel corso della storia dell’umanità, avvistamenti, incontri ravvicinati2 che oggi l’ufologo attento classificherebbe del primo3, del secondo4, del terzo5 e del quarto tipo6. 2 Un incontro ravvicinato (abbr. CE dall'inglese Close Encounter) in ufologia è un evento nel quale una persona testimonia di essere venuta in contatto con un oggetto volante non identificato (U.F.O.). La terminologia e il sistema di classificazione degli avvistamenti di U.F.O. furono inaugurati dall'astrofisico e ricercatore ufologico J. Allen Hynek, che li suggerì per la prima volta nel suo libro del 1972 “The UFO Experience: A Scientific Inquiry”. Hynek introdusse i primi tre tipi di incontro; in seguito furono aggiunti da altri due ulteriori sottotipi di incontri ravvicinati, ma queste categorie aggiuntive non sono universalmente accettate dai ricercatori sugli U.F.O.. Gli avvistamenti ad oltre 160 metri (500 piedi) di distanza dal testimone sono classificati come "dischi alla luce del giorno" ("Daylight Discs"), "luci notturne" o "resoconti radar/visivi". Gli avvistamenti entro i 500 piedi all'incirca sono sotto-classificati sotto vari tipi di "incontro ravvicinato". Hynek e altri hanno sostenuto che per essere tale un incontro ravvicinato deve avvenire entro circa 500 piedi, per ridurre notevolmente o eliminare la possibilità di identificare erroneamente degli aeromobili convenzionali o altri fenomeni noti. La classificazione di Hynek divenne popolare grazie al film “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. 3 Avvistamento di uno o più oggetti volanti non identificati: Dischi volanti diurni; luci vaganti notturne; oggetti aerei che non siano attribuibili alla tecnologia umana. 4 Una osservazione di un U.F.O. e fenomeni fisici provenienti dall'U.F.O., che comprendono: cerchi nel grano (Crop Circles); 13 calore o radiazione; danneggiamento del terreno; paralisi umana; animali spaventati; interferenza con motori o ricezione radio-televisiva; "Perdita temporale" (Lost Time): una falla nella memoria di una persona associata ad un incontro di U.F.O.. Tale ipotetico fenomeno non è compreso nello schema originale della classificazione di Hynek. 5 Una osservazione di esseri animati in associazione con un avvistamento di U.F.O.. Ciò che Hynek denominò "esseri animati" ("animate beings") fu da lui scelto deliberatamente con quel termine in qualche modo vago di "animate beings" per descrivere entità associate con gli U.F.O. senza fare alcuna presunzione infondata riguardo all'origine o alla natura delle entità. Hynek non guardava a queste entità necessariamente come "extraterrestri" o "alieni". Inoltre, Hynek espresse in seguito sconforto per questi resoconti, ma sentiva un obbligo scientifico di includerli, in fin dei conti perché essi rappresentavano una ridotta minoranza dei presunti incontri con gli U.F.O.. Sottotipi di Bloecher Il ricercatore ufologico Ted Bloecher ha proposto sette sottotipi per gli incontri ravvicinati del terzo tipo nella scala di Hynek: A: Un'entità viene osservata unicamente all'interno dell'U.F.O.; B: Un'entità viene osservata all'interno e all'esterno dell'U.F.O.; C: Un'entità viene osservata nei pressi dell'U.F.O., senza che entri o esca; D: Un'entità viene osservata. Non viene visto alcun U.F.O. dall'osservatore, ma contemporaneamente è stata riferita un'attività di U.F.O. nell'area; E: Un'entità viene osservata. Non viene visto alcun U.F.O. dall'osservatore e non viene riferita un'attività di U.F.O. nell'area nello stesso tempo; F: Non viene osservata alcuna entità o U.F.O., ma il soggetto sperimenta qualche tipo di "comunicazione intelligente"; G: Rapimento (lo stesso che nell'incontro ravvicinato del quarto tipo). I sottotipi D, E, ed F possono essere non correlati con il fenomeno U.F.O.. 6 Un essere umano viene rapito da un U.F.O. o dai suoi occupanti. Questo tipo non è compreso nella scala originale degli incontri ravvicinati di Hynek. L'ufologo Jacques Fabrice Vallée , che lavorò a lungo con Hynek, obiettò che una più precisa definizione degli incontri ravvicinati del Quarto Tipo dovrebbe essere postulata come "un incontro nel corso del quale i testimoni provino una sensazione di alterazione del loro senso della realtà", così da includere nella 14 Come vedremo ve ne sono stati di diversi tipi, alcuni dei quali strabilianti, tanto da far supporre agli uomini vissuti in quel tempo in cui si manifestò l'evento inconsueto, (che non riuscivano a comprendere e a spiegarsi che cosa stesse succedendo nel cielo osservato), che Dio si fosse adirato con loro e fosse pronto a punirli. categoria anche casi scollegati dai cosiddetti "rapimenti alieni" nei quali però eventi di natura assurda, allucinatoria o onirica, possano essere associabili a fenomeni U.F.O. . 15 1.3 U.F.O. nell’antichità. Figura 2. L’oggetto rinvenuto ad Aiud, in Romania, nel 1974. Nel 1974 in Romania, a due chilometri ad est di Aiud, un gruppo di operai al lavoro sulle sponde del fiume Mures trovarono tre oggetti sepolti nella sabbia, in un fosso profondo circa 10 metri. Due di questi reperti si rivelarono essere ossa di Mastodonte, risalenti alla preistoria. Il terzo oggetto invece si rivelò essere un blocco di metallo, molto simile alla testa di un grande martello. Tale oggetto (Figura 2 – fonte dalla rete) fu inviato, per uno studio, all'Istituto archeologico di Cluj-Napoca. Gli esami scientifici di quest’oggetto hanno evidenziato che si trattava di un antichissimo oggetto artificiale composto di una lega in metallo estremamente complessa. Lo studioso Gheorghita ha rilevato che la lega è composta di dodici diversi elementi, dei quali l'alluminio è presente con la maggiore quantità (89 %). Gli studi scientifici del reperto, tra cui lo studio dell'ossidazione del metallo di cui è composto, e l'averlo trovato accanto a resti di animali preistorici, porta a ritenere che sia vecchio di alcuni milioni di anni. In particolare, la presenza di uno strato consistente di ossido d’alluminio fa ritenere scientificamente che il reperto risalga ad epoche remote. Qualsiasi tipo di studio effettuato sul reperto ha rivelato la sua natura artificiale ed antica, che comunque è già abbastanza evidente dal suo aspetto esteriore, dai fori presenti sul 16 reperto e dalla lega di alluminio con cui è composto. Basti pensare che l'alluminio non si trova libero in natura, ma combinato in alcuni minerali e soltanto cento anni fa è stata messa a punto la tecnica necessaria alla sua lavorazione. Gli studi sul reperto hanno evidenziato sin da subito il fatto che fosse parte di un meccanismo, che nella sua parte superiore doveva esserci un'asta di forma circolare. Tenendo conto dell'analisi di tutte le particolarità dell'oggetto, gli scienziati hanno ritenuto che il reperto fosse una sorta di dispositivo di atterraggio di un veicolo volante, di dimensioni ridotte, come i moduli lunari o la sonda Viking. A riprova di ciò, ci sarebbe sia la forma dell'oggetto, sia i due fori ovali, sia i graffi nella parte inferiore e agli angoli, come pure la composizione del materiale, vale a dire all'alluminio leggero. In sostanza il reperto è il piede di una gamba meccanica di atterraggio di un oggetto volante. Sicuramente tale piede metallico appartenne a uno dei tanti velivoli sconosciuti che sin da epoche remote visitarono e operarono sul nostro pianeta. Nella “Storia Fenicia” di Sanconiatone da Berito, è menzionato un aeromobile di forma allungata e stretta (serpente) con le eliche. Popoli antichi abbastanza evoluti come gli Egizi, i Greci e i Romani annotavano meticolosamente tutti gli eventi che accadevano e fra questi ci sono molte cronache riguardanti veri e propri avvistamenti di U.F.O., prevalentemente di forma sigariforme, sferica o discoidale, descritte come colonne di fuoco, nuvole luminose, sfere infuocate e così via, che sorvolavano e compivano manovre su antiche città. La cosa più interessante è che anche molti storici famosissimi dell'antichità riportano tali avvistamenti. Il primo presunto avvistamento di U.F.O. risale al 45.000 a.C. in Cina: incisioni rupestri di U.F.O. - come oggetti rotondi - sono stati trovati in provincia di Hunan. Le raffigurazioni risalgono all'età dei Neanderthal. 17 Figura 3. Una delle pietre di Dropa. Sempre in Cina assume fondamentale rilevanza la vicenda delle pietre Dropa, risalenti al 12.000 a.C. . I Dropa, il nome dato dagli uomini ai visitatori provenienti da Sirio, si narra che sono venuti giù dalle nuvole con i loro “alianti”. (Nella foto in alto una delle pietre di Dropa – fonte dalla rete). La storia della scoperta delle pietre Dropa inizia nel 1938, quando un professore cinese di archeologia, Chi Pu Tei, si mise ad esplorare un sistema di caverne nelle montagne di Bayan-Kara- Ula, vicini al confine cinese tibetano. La storia pervenutaci narra che in quelle caverne Chi Pu Tei trovò delle file di piccoli scheletri con teste di dimensioni superiori alla norma. Accanto ai corpi si trovavano ben 716 dischi di pietra, ognuno con strani segni e solchi incisi. I dischi furono portati a Beijing e non furono più mostrati fino al 1950. Il Dottor Tsum Um Nuoi trovò i dischi e iniziò a studiarli, scoprendo che i disegni erano una forma sconosciuta di scrittura geroglifica. In qualche modo riuscì a decifrare i simboli e dichiarò che essi narravano di una razza aliena, conosciuta come Dropa, che ebbe un incidente con un’astronave; incidente verificatosi sulla Terra circa 18 12.000 anni fa. Ovviamente il professore ebbe dei problemi a pubblicare le sue scoperte e decise di emigrare in Giappone. La prima volta che si udì parlare fuori dalla Cina dei dischi Dropa fu nei primi anni Sessanta quando un periodico russo chiamato Sputnik rese pubblica la storia. Ma con l'avvento della rivoluzione culturale cinese viaggiare nel paese divenne difficile e la storia dei dischi Dropa venne presto dimenticata. Ed anche il punto preciso dell'ubicazione delle caverne fu perduto. Fu comunque scoperto che esisteva una leggenda orale dalla regione di Bayan-Kara-Ula di piccole persone che erano cadute dal cielo. Le leggende dicono che i Dropa provenivano dalla stella Sirio. Ma altri esempi e casi simili si possono ritrovare in altre parti del mondo; 8.000 a.C. Australia: disegni rupestri degli aborigeni australiani raffigurano esseri celesti, con antenne e raggi-x molto particolareggiati nello stile. 4.000 a.C. Mesopotamia. I Sumeri: l'Iraq di oggi ha avuto contatti con civiltà extraterrestri secondo alcuni antichi testi. Gli extraterrestri avrebbero creato degli ibridi uomo-alieno portandoli con sé fra le stelle. Il testo sumerico coincide con "il libro della Genesi" della Bibbia. La loro astronomia era molto sviluppata. Avevano i numeri di quindici cifre! I Sumeri sostenevano che gli extraterrestri venissero da Marte, dal sistema solare delle Pleiadi, e dalla stella Sirio. Un testo sumero mostra dei disegni del sistema solare. 3.000 a.C. Cina: dal libro "Memorie di Sovrani e il Re", pubblicato nel III secolo d.C., in Cina, nel terzo millennio a.C., prima della nascita di Huang Ti o di Chi You, i "figli del cielo" si dice che scesero sulla Terra su di una stella che aveva la forma di un piattino. 2.345 a.C. Cina: la Hsui-nan-tzu, un classico cinese, narra di dieci soli che comparvero nel cielo. Gli Egizi, nei loro geroglifici, menzionarono di un avvistamento di un velivolo (U.F.O.,n.d.r.) tubolare, scintillante (grande serpente), lungo trenta aune e largo otto, che atterrò lungo il fianco di una montagna. 19 2.000 a.C. Perù: secondo la civiltà pre-colombiana degli Inca gli dèi erano originari del sistema solare delle Pleiadi. Alcune rovine Inca sono state trovate a 13.000 piedi, e le pietre che li costituiscono hanno un peso di 20.000 tonnellate. La leggenda narra di astronavi che sono venute dalle stelle. Gli Inca erano a conoscenza che la Terra fosse rotonda, quando in Europa sino al XVI sec. si credeva che fosse piatta e al centro dell'Universo secondo il sistema Aristotelico - Tolemaico7. L’India è un’altra di quelle nazioni dove si riscontra un numero considerevole di tracce di precedenti antiche presenze di alieni e di contatti fra questi e gli uomini del passato. 17-02-2010 da Archeology Daily News (www.archeologydaily.com) Un gruppo di antropologi, che lavorava con le tribù di montagna in una zona remota dell’India, si narra che fece una scoperta sconvolgente: intricate pitture rupestri preistoriche, che raffiguravano extraterrestri e velivoli simili agli U.F.O. . Le immagini sono state scoperte nel distretto di Hoshangabad (Stato di Madhya Pradesh), a soli settanta chilometri dal centro comunale di Raisen. Le grotte sono nascoste nel profondo di una fitta giungla. La figura più chiara, (vedi Figura 4), è quella che potrebbe rappresentare un extraterrestre in tuta spaziale, che può essere visto nei dipinti della grotta assieme ad un U.F.O., dalla forma che 7 Il sistema geocentrico fu accettato per quasi due millenni, ma alla fine esso fu sostituito a causa della rinascita dell'osservazione empirica (ad es. con Tycho Brahe ) e dell'adozione del metodo scientifico. Le orbite dei pianeti non potevano essere adeguatamente spiegate ricorrendo a puri cerchi (nonostante il metodo degli epicicli di Ipparco e Tolomeo). Esso fu superato non solo con l'adozione del sistema eliocentrico, ma anche con l'abbandono delle orbite circolari a favore di quelle ellittiche (leggi di Keplero ). Questo processo non fu privo di vittime: la Chiesa cattolica difese strenuamente il sistema geocentrico, giungendo nel 1600 alla condanna al rogo come eretico del filosofo Giordano Bruno (reo, oltre che di aver abbracciato la teoria copernicana, contraddicendo le scritture, di aver definito le stelle come angeli e corpi dotati di anima razionale, di aver ascritto alla Terra un'anima sensitiva e razionale e di aver sostanzialmente negato la creazione divina, l'immortalità dell'anima e l'unicità dell'uomo nell'universo attraverso diverse proposizioni filosofiche contestategli nel processo ove fu condannato) e, a distanza di qualche decennio, costringendo Galileo Galilei ad abiurare le proprie opere. 20 ricorda un classico disco volante, che sembra emettere qualcosa di luminoso verso il basso o un raggio di qualche tipo, nel quale si potrebbe identificare un antico scenario di “U.F.O. abduction” (in Italia fenomeno meglio conosciuto come rapimenti da parte degli alieni). Un campo di forze o una traccia di qualche tipo è stata identificata dalla parte posteriore dell’U.F.O. . Inoltre, è visibile un altro oggetto che potrebbe rappresentare un “wormhole”, che spiegherebbe come gli extraterrestri siano giunti sulla Terra. Questa immagine può portare gli appassionati del fenomeno U.F.O. a pensare che i graffiti siano stati fatti con l’aiuto degli extraterrestri. E chissà se, tutto ciò sia stato fatto appositamente per trasmettere una certa conoscenza alle generazioni future? L’archeologo locale, il signor Wassim Khan, ha personalmente visto le immagini. Figura 4. Le immagini scoperte nel distretto di Hoshangabad. Egli sostiene che gli oggetti e le creature viste sono di natura “anomala”, in un contesto generale già scoperto di altre pitture rupestri, che rappresentano la vita preistorica della zona. Quindi ciò può costituire l’ipotesi che si possa trattare di esseri provenienti da altri pianeti, che avrebbero interagito con gli esseri umani fin dalla preistoria. Ma è negli antichi testi indiani religiosi e non, che si ritrovano sconvolgenti narrazioni di contatti fra gli uomini e gli extraterrestri. 21 2000 a. C. India: David W. Davenport, un inglese ma nato in India, esperto di Sanscrito e di tradizioni indiane, sembra oggi rinverdire le esperienze di Schliemann e dei suoi rapporti con l'archeologia ortodossa. David ha approfondito lo studio dei testi Vedici, partendo dal presupposto, tutto indiano, che quanto dicono i manoscritti non deve essere interpretato in chiave simbolico mitologica ma storica. David tornò in occidente con le prove di un’esplosione atomica nell'antichità! Mohenjodaro fu un’imponente città in cui si sviluppò una fiorente civiltà, sorta tra il 2500 e il 2100 a.C. che fu distrutta in circostanze misteriose ed i cui resti furono portati alla luce nel 1944 da Sir Mortimer Weeler. Tra i suoi enigmi vi è la scrittura pittografica, ancora indecifrata, in cui gli studiosi hanno classificato almeno 400 segni, simili a dei rebus. In merito alla sua fine, la scienza ufficiale propone due ipotesi: la prima considera l'inondazione del fiume Indo, e la seconda adduce le invasioni dei popoli arii. Ma i segni di bruciatura sui muri della città escluderebbero l'inondazione, e l'entità della distruzione escluderebbe gli scontri bellici preistorici "umani". Un altro studioso, Salvatore Poma, vede una stretta analogia tra la distruzione della città di Mohenjodaro e la distruzione di Sodoma e Gomorra. Innanzitutto, entrambe le regioni (la valle dell'Indo e la pentapoli biblica nella valle di Siddim) sono devastate e in entrambi i casi, un personaggio, avvertito dell'imminente pericolo, riesce a rifugiarsi in una "zona di sicurezza". Inoltre, nelle due versioni il provvedimento punitivo è inflitto come conseguenza di un reato a sfondo sessuale, dove nel caso di Mohenjodaro la punizione vendica la violenza sessuale subita dalla giovane Araga figlia del Divino Rishi Bhargava durante il regno di Danda. Questa vicenda, ritenuta per secoli un episodio fantastico, un mito, ha trovato invece una conferma scientifica quando l'archeologo David Davenport, ha rinvenuto, proprio a Mohenjodaro, evidenti tracce di contaminazione atomica avvenuta nel 2000 a.C., oltre ad innumerevoli oggetti vetrificati che solo un intenso calore avrebbe potuto produrre, e mura crollate sotto uno spostamento d'aria d’inaudita potenza. 22 La scoperta ha confermato che gli antichi scrittori indiani erano soliti distinguere scrupolosamente la letteratura mitica, chiamata Daiva, dalle cronache documentate in sanscrito, chiamate Manusa. E proprio nei Manusa sono descritti le funzioni e i particolari più elaborati dei Vimana (veicoli volanti frutto di elevata tecnologia, in sanscrito “uccello artificiale abitato”). I testi epici indiani abbondano di lotte tra dèi, fra dèi e semidèi, fra umani ed esseri celesti. Queste battaglie erano condotte, da parte degli dèi, con l'utilizzo di macchinari bellici certamente avveniristici, i Vimana in testa. Ma nonostante le straordinarie prestazioni, i Vimana potevano essere abbattuti. Nell’ottavo libro del Mahabharata, (antichissimo poema epico indiano), il Karna Pava, si legge che: “Karna, (il protagonista del poema), prese un'arma terribile, la lingua del Distruttore, la Sorella della Morte, un'arma tremenda e fulgida. Quando i Rakshasas (demoni non molto dissimili dai moderni Grigi) videro l'arma eccellente e sfolgorante puntata verso di loro, ebbero paura. Il missile risplendente si levò nel cielo notturno ed entrò nella formazione simile a una stella, e ridusse in cenere il Vimana dei Rakshasas. La nave nemica cadde dal cielo con un rumore tremendo.” Anche le armi lanciate dai Vimana potevano essere intercettate e abbattute. Nel Drona Parva, (settimo libro del Mahabharata), si riporta di una lotta fra dèi che fecero uso di armi presumibilmente nucleari. In particolare, si riferisce che: “Attaccato da Valadeva, Jarasandha, molto corrucciato, ci lanciò addosso, per distruggerci, un proiettile capace di uccidere tutte le creature della Terra. Proiettando una luce accecante, la massa di fuoco divise in due il firmamento, come un pettine che separa i capelli sulla testa. Quando vide l'oggetto fiammeggiante, il Figlio di Rohimi (una divinità) gli lanciò contro un'arma chiamata Sthunakarma; quest'arma annichilì la potenza del proiettile avversario, che si abbatté sulla Terra ferendola e facendo tremare le montagne.” La precisione realistica di questa ed altre narrazioni, anche le descrizioni dei Vimana sono obiettivamente troppo dettagliate nelle loro caratteristiche tecniche per essere considerati dei semplici miti. Di un Vimana chiamato Puspaka, descritto nel Ramayana, altro poema epico, si dice chiaramente che la sua luminosità era dovuta a dei getti infuocati che fuoriuscivano da una serie di ugelli simili a colonne dorate; il suo interno era dotato di portelli metallici e di una 23 grande cabina di comando, il "padiglione", con ambiente né freddo né caldo, munita di comodi sedili per i passeggeri, "i nobili seggi". Puspaka poteva essere telecomandato "secondo il desiderio dell'animo". I Suvarnaka-Lanka, cioè i reperti che David W. Davenport ha rinvenuto nell'area della possibile deflagrazione dell'ordigno nucleare, sono stati sottoposti a rigorose analisi da parte degli esperti del C.N.R. con risultati imprevedibili per tutti, tranne che per lo stesso David Davenport. Gli oggetti riportati (bracciali, anfore, bronzi, pietre) appaiono come fusi, vetrificati, per effetto di un calore dell'ordine di circa 1500 °C, cui è seguito un brusco raffreddamento, in una frazione di secondo. Nessun evento o calamità naturale poteva condurre a risultati del genere, né eruzioni vulcaniche, né meteoriti, né alluvioni, né terremoti, né tanto meno battaglie convenzionali nelle quali fossero impiegati armamenti dell'epoca. “Un'esplosione atomica non è poi cosa tanto sorprendente…” sostiene Davenport. “I testi Vedici 8 parlano di mezzi aerei (i famosi Vimanas) e di armi sofisticate quali soltanto oggi potremo immaginare. Dal che si deduce che chi impiegava una tale tecnologia era in grado di servirsi di energia di tipo atomica.” E' un ragionamento che non fa una grinza. Infatti, non è pensabile che Valmiki, autore del Ramayana, (testo vedico) e gli altri più o meno sconosciuti estensori dei testi Vedici possedessero una fantasia così sbrigliata da poter immaginare missili teleguidati, armi chimiche, batteriologiche e via dicendo, quando le armi impiegate in quel tempo erano soltanto archi, frecce e lance! E quando nel Ramayana si parla di queste armi, non le confonde davvero con esplosioni atomiche e missili. Senza dubbio altrettanto sorprendente è che nel 2000 a.C. ci fossero astronavi che solcavano in lungo e in largo i cieli del nostro pianeta! I manoscritti le chiamano “Vimanas”, vocabolo che significa letteralmente “uccello artificiale abitato”. Nel Ramayana, si parla diffusamente di uno di essi, il “Pushpaka-Vimana”, in dotazione al re di Lanka, Ravana Dashagriva, che se ne era impadronito come trofeo dopo aver 8 I Veda, ( la cui parola significa conoscenza o sapere), sono un'antichissima raccolta in sanscrito vedico di testi sacri dei popoli arii che invasero intorno al XX secolo a.C. l'India settentrionale, costituenti la civiltà religiosa vedica, divenendo, a partire della nostra era, opere di primaria importanza presso quel differenziato insieme di dottrine e credenze religiose che va sotto il nome di Induismo. 24 usurpato il trono al fratello Dhanada. Quando, dopo un'aspra lotta, Rama, il protagonista del poema, conquistò Lanka per liberare Sita, la sua sposa, rapita dal perfido Ravana, il Pushpaka-Vimana fu catturato come bottino di guerra e servì al vincitore per tornarsene in volo nella città paterna di Ayodhya. Tutto questo per dire che il viaggio aereo di circa 2000 Km e la descrizione che Rama fa a Sita del territorio sorvolato con i nomi dei fiumi, dei laghi delle città, è uno dei brani più interessanti del Ramayana. Ci si può ragionevolmente domandare come facesse il suo autore a descrivere il cielo buio, di notte, nel sorvolare la vasta regione dall'alto e conoscere la giusta rotta. I casi sono tre: o Valmiki si è inventato tutto, il che è improbabile, o aveva avuto una reale esperienza di volo, oppure aveva a disposizione precise carte geografiche. A parte le difficoltà obiettive a rispondere a interrogativi del genere, l'enigma delle astronavi della preistoria si complica quando ai poemi epici, che parlano dei Vimanas, si aggiunge un altro manoscritto sanscrito: il Vymanika Shastra, che è un vero e proprio manuale aeronautico! L'incredibile non è tanto il fatto che anche in questo testo si disserti di vari tipi di velivoli, quanto il fatto che in esso siano descritti i loro piani tecnici, sia pure con l'approssimazione con la quale oggi un profano interessato alla NASA descriverebbe i piani di volo dell' “Apollo” o del “Viking!” Non solo in India ma anche in altre parti del mondo in epoche diverse leggende, testi sacri, manoscritti, narrazioni orali ci conducono immancabilmente agli alieni e alla loro comparsa sulla Terra come ad esempio nel 1.766 a.C. in Cina: si narra che l'imperatore Cheng Tang commissionò a Ki-Kung-shi di costruire un carro volante. Dopo la costruzione del velivolo Ki-Kung-shi lo testò, raggiungendo la provincia di Honan. La nave fu poi distrutta a seguito di un editto imperiale, giacché l’imperatore temeva che potesse cadere in mani nemiche. 1500 a.C. Egitto: all’interno del palazzo del faraone Thutmosis III. Cerchi di fuoco si dice che hanno aleggiato nel palazzo, mentre i pesci, creature alate, e altri oggetti sono piovuti dal cielo. Nel 1934 i fratelli Tulli rinvennero in un negozio di un antiquario, in Egitto, un papiro egizio che narrava di questi strani avvistamenti di oggetti misteriosi comparsi nel cielo. 25 Il papiro, che i due non riuscirono ad acquistare ma solo a tradurre, presentava delle cancellature, in punti nevralgici del testo, che sembravano volute, quasi a voler evitare che l’episodio fosse comprensibile. 593 a.C.: Ezechiele, il profeta che fa da ponte tra due diverse epoche della storia d'Israele, quella pre-esilica e quella post-esilica, testimonia di un evento che alcuni autori hanno sostenuto suona sospettosamente come un incontro con un U.F.O. . Josef Blumrich, ex capo del ramo layout sistemi della NASA, dopo un'attenta analisi dei dati disponibili, ha concluso che il veicolo descritto nella Bibbia da Ezechiele, in realtà era un U.F.O. . 501 a.C.: nella notte furono visti ardere nel cielo oggetti infiammati dalla forma di lance da combattimento. 462 a.C.: fu visto ardere con grande fulgore il cielo, e molti altri prodigi di forme e figure strane si mostrarono agli sguardi spaventati degli spettatori. 459 a.C.: la Terra tremò per un gran sisma. Fu di nuovo veduto ardere il cielo. Si ebbero molte apparizioni di sembianze umane e in molti luoghi furono udite voci orribili. 400 a.C. in India: dal Mahābhārata. I dischi Blazing hanno bruciato e distrutto un’intera città e i suoi abitanti, prima di tornare alla mano di Vishnu. Nel 329 a.C.: si narra che l’esercito di Alessandro Magno fu "attaccato" da due scudi argentati volanti, che sorprese l’esercito greco mentre attraversava il fiume Jaxartes, in India. 223 a.C.: in Toscana il cielo parve che ardesse. In Rimini, nel cuore della notte, risplendette una luce chiarissima come di giorno. 26 Tre lune furono viste contemporaneamente in diverse regioni del cielo. 217 a.C.: in diverse località furono viste sembianze di uomini in vesti bianche, in Sicilia a molti soldati s’incendiarono loro spuntoni e analoghe armi nelle aste e i lidi frequentemente risplendettero a causa di grandi fiamme apparse. 214 a.C.: in Adria si videro un altare in cielo, e molte sembianze di uomini vestiti di bianco attorno ad esso. 204 a.C.: furono visti due soli. Di notte fu vista una luminosità come diurna. A Sezze una fiamma fu vista estendersi da oriente a occidente. 203 a.C.: in Anagni si videro nel cielo numerosi fuochi sparsi e infine un oggetto luminoso. 202 a.C.: a Cuma il Sole parve che diminuisse di grandezza. 198 a.C.: in Sinuessa parve che la rotondità del Sole diminuisse. 174 a.C.: da una piazza di Roma furono visti risplendere tre soli e la notte seguente caddero dal cielo molte fiammelle nel Lanuvio. 173 a.C.: in Lanuvio fu veduta in cielo una grandissima armata navale. 166 a.C.: a Cassino un Sole fu visto per molte ore della notte. 163 a.C.: di notte a Capua fu visto un Sole; il cielo arse; a Formia furono visti, durante il giorno, due soli. 156 a.C.: a Consa furono viste volare armi nel cielo. 27 147 a.C.: a Cerveteri scaturirono fiotti di "sangue" e di notte il cielo e la Terra furono visti ardere; a Lanuvio, fra la terza e la quinta ora due anelli di diverso colore circondarono il Sole, l’uno con una circonferenza rosseggiante e l’altro con una circonferenza bianca; un oggetto in cielo rifulse per trentadue giorni. 140 a.C.: a Palestrina e in Cefalonia, furono visti cadere dal cielo degli “astri”. 137 a.C.: a Palestrina fu visto in cielo un oggetto luminoso che tuonò a cielo sereno. 134 a.C.: in Amiterno fu visto di notte un Sole e la sua luce fu vista per un certo tempo. 122 a.C.: in Gallia furono visti tre soli e tre lune. 106 a.C.: a Roma, durante il giorno, fu osservato in alto un oggetto luminoso volante; fu udito un cupo boato proveniente dall’alto e dal cielo fu vista cadere una palla. 104 a.C.: delle armi celesti di giorno e di notte a oriente e a occidente furono viste combattere e a ovest essere sopraffatte; la Luna durante il giorno apparve in compagnia di una stella dall’ora terza fino all’ora settima; nella terza ora del giorno un’eclissi solare oscurò il giorno; nel Piceno furono visti tre soli; nella campagna di Bolsena una fiamma scaturì dalla Terra e fu vista giungere fino al cielo. 102 a.C.: in Gallia una luce di notte rifulse in un accampamento. 100 a.C.: a Tarquinia una meteora luminosa fu vista estesamente, mentre cadeva con uno scorrimento repentino; verso l’ora del tramonto del Sole un corpo rotondo simile a uno scudo fu visto passare rapidamente. 28 94 a.C.: a Bolsena la Luna nuova si eclissò e non ricomparve che il giorno dopo all’ora terza; un oggetto luminoso apparve nel cielo e l’intero cielo fu visto ardere. 93 a.C.: a Palestrina, della bambagia (silicea) volò qua e la; a Bolsena una luce diffusa fu vista all’alba splendere nel cielo; essendosi concentrata in un sol punto, la luce assunse un aspetto bruno come il ferro; il cielo fu visto aprirsi e nell’apertura di quello apparvero vortici di fiamma che si avviluppavano assieme. 91 a.C.: verso il sorgere del Sole, una palla di fuoco apparve verso settentrione con ingente fragore; una fiamma scaturita da un’apertura del terreno guizzò fuori verso il cielo; nel territorio di Spoleto una palla di fuoco di colore aureo discese verso Terra e, diventata più grande, dalla Terra fu vista muoversi rapidamente verso oriente e per la grandezza ricoprì il Sole. Nell’89 a.C.: è riportato l’atterraggio di un globo di fuoco. 62 a.C.: una trave ardente da ovest si estese fino a notevole altezza. 44 a.C.: il Sole di un limpido e sereno cielo fu circondato di un globo di mediocre grandezza da un anello dalla circonferenza la più ampia come suole estendersi l’arcobaleno fra le nubi. Al tempo dei giochi di Venere Genitrice, che Ottavio istituì per il collegio, nell’ora undicesima, una stella crinita, apparsa nel cielo di settentrione, rivolse su di sé lo sguardo di tutti; un oggetto luminoso fu visto muoversi rapidamente nel cielo verso occidente, un altro oggetto risplendette per sette giorni. 42 a.C.: di notte un corpo luminoso rifulse talmente che, come fosse incominciato il giorno, ci si alzò per lavorare. 17 – 16 a.C.: un oggetto luminoso spostandosi dal sud al nord, rese l’oscurità notturna simile alla luminosità diurna. 29 - Omero, in alcuni suoi scritti, parla di carri volanti. - Nell’impero Romano gli U.F.O. furono visti spesso in cielo, ma anche atterrare e ripartire, e furono classificati principalmente come travi di fuoco dorate, scudi ardenti, torce fiammeggianti, globi dorati. - Cicerone parla di globi nel cielo nel suo "De Divinatione", nel Capitolo 43; egli, in particolare, parla di quando «...il Sole splendette nella notte, con grandi rumori nel cielo e il cielo sembrava esplodere e stupefacenti sfere vi apparvero... » - Lo storico latino Tito Livio, nella sua "Storia di Roma", riporta le testimonianze di oggetti a forma di scudi circolari che volavano nel cielo e che erano stati visti sopra molte città dell'Impero; aggiunge che il secondo re di Roma, Numa Pompilio, fu testimone personale della caduta dal cielo di uno di questi "scudi volanti" e che lo avesse annoverato tra gli oggetti di culto delle pratiche religiose che stava promuovendo. - Carcopino, filologo e storico dell'antichità, narra che nel mese di Luglio successivo all’assassinio di Cesare per sette giorni consecutivi prima del tramonto si vedeva su Roma un U.F.O. luminoso che procedeva verso Nord. - Lo scienziato romano Plinio il Vecchio, nelle "Historiae Naturales", nei capitoli 25 e 36, racconta di "Clipeus Ardens" visti sfrecciare nel cielo dell'antica Roma. Inoltre riporta avvistamenti in cielo di lumi, di fiaccole, di bolidi volanti e travi volanti uguali a quelle che comparivano nell’antica Grecia. Più precisamente egli classifica gli U.F.O. in fiaccole, lampade e bolidi volanti, e le travi volanti. - Cronache d’identici avvistamenti furono riportate nelle opere di: Plutarco, Valerio Massimo, Seneca, Eschilo, Senofonte. 30