Codice colore in Pronto Soccorso

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Codice colore in Pronto Soccorso: Valutazione della corretta attribuzione da parte dell’infermiere di
triage
M. Schiavoni, Infermiera neolaureata in Scienze Inf.che ed Ostetriche
T. Campanelli, Coordinatore Inf.co c/o Pronto Soccorso Ospedale S. Croce Fano, AORMN, Prof. a
contratto UNIVPM
Abstract
All’interno del Pronto Soccorso, l’infermiere di triage è il professionista che ha il primo approccio
con il paziente, egli assegna un codice colore che ne determina la priorità di accesso alle cure
mediche. Lo scopo di questo lavoro è valutare la corretta attribuzione del codice colore da parte
dell’infermiere di triage, mediante il confronto tra il codice colore di triage (assegnato
dall’infermiere) e il codice colore di uscita (assegnato dal medico). Nei casi di non corrispondenza,
si è valutato per quale codice colore e patologia si ha maggiore sovrastima o sottostima.
Infine sono state proposti alcuni spunti di miglioramento da utilizzare all’interno del Pronto
Soccorso per elevare la qualità del servizio.
Parole chiave
Pronto Soccorso, infermiere, attività di triage, codice colore.
Introduzione
Il Pronto Soccorso costituisce un settore importante dell’attività delle strutture sanitarie e negli
ultimi anni si è assistito ad un progressivo incremento degli accessi.
Diventa quindi necessario avere a disposizione un efficace processo di valutazione derivante dal
bisogno di razionalizzare ed ottimizzare l’intervento medico e contemporaneamente avere a
disposizione un sistema, sufficientemente flessibile, in grado di assicurare una adeguata selezione
dei pazienti in attesa.
Il sistema più efficace per la valutazione del paziente è stato individuato nel triage, uno strumento
organizzativo rivolto al governo degli accessi non programmati in un servizio per acuti.
Il modello di riferimento che la struttura, presa in considerazione, utilizza è un modello di Triage
Globale (1) che ha al centro un infermiere dedicato, il quale effettua una valutazione completa e
professionale, secondo metodologia definita che tiene conto di tutti i problemi del paziente,
realizzando la presa in carico della persona attraverso approccio olistico.
Materiali e metodi
Lo studio è stato realizzato all’interno di un ospedale di Area Vasta della Regione Marche, struttura
periferica a cui accedono circa 30.000 pazienti all’anno.
Si sono analizzate le cartelle cliniche dei pazienti che si sono recate in tale pronto soccorso, nei
primi sei mesi dell’anno e in particolar modo nei primi cinque giorni del mese, in modo tale da non
escludere nessun giorno della settimana.
Il campione risulta essere costituito da 1315 uomini e 1144 donne. All’interno non sono stati inseriti
i pazienti con patologie ginecologiche-ostetriche in quanto afferiscono direttamente al reparto
specializzato; esclusi anche i pazienti che si sono allontanati spontaneamente e che quindi non
hanno risposto alla chiamata dell’infermiere di triage, per cui non presentano sulla loro scheda un
codice colore di dimissione.
Risultati
La prima analisi verifica la suddivisione dei codici colore assegnati dall’infermiere di triage: la
maggior parte dei pazienti che si recano in tale Pronto Soccorso non presentano patologie gravi (il
7% codice bianco, il 62% codice verde, il 29% codice giallo) mentre si ha solo un 2% di codici
rossi che corrispondono a pazienti con patologie urgenti, ciò in linea con la realtà nazionale.
I codici colore assegnati dal medico mostrano che il 6% è rappresentato dal codice bianco, il 72%
codice verde, mentre diminuiscono notevolmente i codici gialli in dimissione (12%) ed infine il
codice rosso in dimissione corrisponde all’1%.
Grafico n.1: Corrispondenza codice colore in entrata/uscita
Dal grafico n. 1 si può notare che circa il 66% delle assegnazioni fatte dall’infermiere, risultano
coerenti con la successiva valutazione del codice colore assegnato dal medico rispetto ad un circa
34% che invece non corrispondono.
La maggiore corrispondenza si ha per circa l’83% nel assegnazione del codice verde, nel codice
rosso per circa il 63%, nel codice bianco per circa il 52% mentre il giallo solo per il 35% dei casi.
Andando ad analizzare il dato codici gialli, si ha che nel 57% dei casi l’attribuzione del codice
colore è risultata sopravvalutata, seguita poi per circa il 35% dal codice rosso.
Mentre si nota che circa nel 40% dei casi si ha una sottostima del codice colore bianco, per circa il
35% del codice verde, per circa l’8% codice giallo mentre non si ha mai per il codice colore rosso
(0%) (Grafico n. 2).
Confronto tra i Codici di INGRESSO e di USCITA
Corretti (numero)
Corretti(%)
Sopravvalutati(numero)
Sopravvalutati(%)
Sottovalutati(numero)
Sottovalutati(%)
Bianchi
Verdi
Gialli
Rossi
90
51%
0
0%
40
23%
1261
83%
48
3%
35
2%
250
35%
432
61%
8
1%
30
63%
18
38%
0
0%
Grafico n.2:confronto tra i codici di ingresso e di uscita
Riguardo invece alle patologie per le quali si è verificata una sovrastima o sottostima
nell’assegnazione del codice colore (Grafico n.3), si nota che la patologia maggiormente
sovrastimata è quella denominata “non identificata” (120 casi) seguita poi dalla traumatica (103
casi); mentre la patologia maggiormente sottostimata risulta essere quella traumatica (118 casi) che
è anche la patologia che si presenta più frequentemente in Pronto Soccorso.
Grafico n.3: patologie sopravvalutate/sottovalutate
Discussione
I risultati sin qui emersi sono rappresentativi della realtà nazionale. Infatti è ormai chiaro che la
maggior parte dei pazienti che accedono in pronto soccorso non hanno patologie e quindi problemi
assistenziali risolvibile solo in tale luogo (2). I pazienti che si presentano con problemi che vengono
poi classificati come codici bianchi e/o verdi potrebbero seguire altri percorsi. In primis dovrebbero
ricorrere al Medico di Medicina Generale o ad altre strutture presenti nel territorio per risolvere i
loro problemi non urgenti.
Nella realtà presa in esame la problematica che maggiormente emerge è la sopravvalutazione da
parte dell’infermiere di triage soprattutto nei codice colore giallo. Ciò potrebbe essere dovuto
all’alto numero di patologie non identificate riscontrate per tale codice colore, in quanto, queste
patologie non essendo appunto chiaramente riconosciute, potrebbero presentare una gravità più
elevata rispetto al codice assegnato. Da questo ne consegue che i restanti pazienti, a parità di
gravità, sono tenuti ad attendere un tempo maggiore causando quindi un incremento del grado di
insoddisfazione negli stessi o un mancato riconoscimento di gravità di un altro paziente con
conseguenti importanti per il paziente e procedimenti medico legali per l’infermiere (3) (4).
Per quanto riguarda la sottostima da parte dell’infermiere di triage, questa si verifica maggiormente
per il codice colore bianco mentre non è mai avvenuta per il codice rosso. Tale risultato è positivo in
quanto indica che i casi gravi vengono valutati correttamente e pesati con il giusto criterio.
Per un miglioramento nell’attività di triage potrebbe essere positivo, oltre all’uso di un programma
informatico che costituisce il supporto, sul quale l’operatore registra le proprie scelte e valutazioni,
avvalersi inoltre di ausili “on-line” per consultare linee guide e protocolli.
Anche il lavoro di costruzione e/o di revisione periodica dei protocolli e di tutti gli strumenti
operativi (Scheda di triage, procedure ecc..) realizzandosi attraverso la partecipazione attiva di tutte
le professionalità coinvolte (5).
Si propone inoltre la continua formazione (6) per gli infermieri di triage di approfondire temi sulle
competenze relazionali, presupposto indispensabile per una corretta attività di triage.
Con le risorse già presenti nel territorio potrebbe essere interessante per ridurre così i tempi di
attesa, mettere a disposizione degli ambulatori riservati ai pazienti con codice bianco, con
all’interno i medici di medicina generale, che dopo aver visitato i pazienti, possono richiedere
ulteriori accertamenti, dimetterli direttamente, inviarli alla cura di medici specialisti o inviarli in
Pronto Soccorso per competenza.
Conclusione
In conclusione l’attività di triage rappresenta per l’infermiere un punto cruciale della sua
professionalità in quanto viene espletata in piena autonomia. Ne deriva, che essendo autonomo,
l’infermiere di triage è anche responsabile del suo operato sia di fronte al Gruppo MedicoInfermieristico sia soprattutto in sede di eventuali riscontri medico-legali. La verifica-revisione
dell’attività di triage è uno strumento molto importante nel sistema di Pronto Soccorso e rappresenta
un elemento indispensabile per il miglioramento continuo della qualità.
Bibliografia
1) GFT Gruppo Formazione Triage, Triage infermieristico, Terza Edizione, Milano, Marzo 2010, pg
35-37, 38-41, 44-45, 46-47, 56-79, 93-95.
2) Accordo 25 ottobre 2001, Accordo tra il Ministero della salute, le regioni e le province autonome
sul documento di linee guida sul sistema di emergenza sanitaria concernente: “Triage
intraospedaliero (valutazione gravità all’ingresso) e chirurgia della mano e microchirurgia nel
sistema dell’emergenza – urgenza sanitaria.”, Gazzetta Ufficiale del 7 dicembre 2001, n. 285.
3) GIP Tribunale di Grosseto, 26 Maggio 2008, n.58.
4) Luca Benci, Aspetti giuridici della professione infermieristica, MC Graw Hill, 2008, pg 134-135.
5) Gruppo di studio SI.AA.RTI per l’emergenza, Criteri organizzativi dell’emergenza e urgenza, Ed.
Mandrogola, Firenze 1992.
6) Codice deontologico dell’infermiere, Approvato dal Comitato centrale della Federazione con
deliberazione n.1/09 del 10 gennaio 2009 e dal Consiglio nazionale dei Collegi Ipasvi, Roma,
seduta del 17 gennaio 2009.
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