UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Scambiatori di calore Con il termine scambiatori di calore indichiamo una apparecchiatura in cui si ha trasmissione di calore da un fluido ad un altro. In campo termotecnico queste apparecchiature sono della massima importanza: basti pensare ai comuni radiatori, ai termoconvettori impiegati per il riscaldamento ambientale, ai radiatori delle automobili, oppure agli evaporatori ed ai condensatori delle macchine frigorifere. La prima fondamentale distinzione è tra: • scambiatori a contatto diretto (o a miscela - ad es. torri evaporative) • scambiatori a contatto indiretto (o a superficie - ad esempio caldaia a tubi di fumo). In base alla configurazione del moto si possono poi distinguere: • scambiatori in equicorrente (a correnti parallele equiverse) • scambiatori in controcorrente (a correnti parallele con versi opposti) • scambiatori a flussi incrociati Le configurazioni costruttive si caratterizzano poi in base alla complessità geometrica, a partire dal semplice scambiatore tubo in tubo sino ai tipi a piastre o a tubi alettati. pag. 1-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Un parametro di valutazione della geometria è il rapporto tra la superficie di scambio ed il volume. Scambiatori con elevati valori di tale rapporto (> 700 m2/m3) vengono detti compatti. pag. 2-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ pag. 3-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Una delle configurazioni più comuni è quella dello scambiatore a fascio tubiero. In tale schema un fluido passa entro un fascio di tubi e l’altro entro il volume libero tra i tubi e il mantello dello scambiatore. Appositi setti verticali costringono il fluido che scorre entro il mantello ad assumere un moto sinuoso, onde potenziare lo scambio termico convettivo. pag. 4-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ In genere i due fluidi sono separati da una parete di superficie A per cui lo scambio termico tra il fluido caldo, alla temperatura Tc, e quello freddo, alla temperatura Tf, avviene per convezione nel primo fluido, poi per conduzione attraverso la parete di spessore s e conducibilità termica k ed infine nuovamente per convezione nel secondo fluido. Lo scambio termico per irraggiamento è normalmente non esplicitato negli scambiatori, a meno che non si sia in presenza di gas ad elevata temperatura provenienti da una combustione, come ad esempio accade in una caldaia. In generale negli scambiatori l'eventuale irraggiamento è incorporato nelle relazioni sperimentali che forniscono il Nu. La quantità di calore scambiata sarà data da: Q = U A ( Tc - Tf) dove U è il coefficiente globale di scambio termico, calcolabile come: U = 1/[1/hc + Rk + 1/hf] dove hc ed hf sono i coefficienti di convezione ( o ebollizione o condensazione) dei due fluidi ed Rk è la resistenza di conduzione che dipenderà dalla geometria e dalla conducibilità termica della parete di separazione tra i due fluidi. Tale parete negli scambiatori è per lo più metallica di non grande spessore, per cui la Rk può spesso venir trascurata nei confronti delle altre due resistenze termiche. pag. 5-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Risulta quindi evidente che per poter scambiare delle grandi quantità di calore occorre operare con elevati hc ed hf, dove questo non sia possibile, come nel caso in cui uno od entrambi i fluidi siano rappresentati da un gas, bisogna ricorrere all'estensione della superficie di scambio termico, ossia operare con superfici alettate. Nel dimensionamento di uno scambiatore di calore occorre tener presente che attraversando lo scambiatore la differenza di temperatura tra il fluido caldo e quello freddo non è costante, per cui varia la potenza trasmessa da sezione a sezione e risente della configurazione dello scambiatore. Nel caso dello scambiatore equicorrente si ha una forte differenza all’ingresso e una differenza minima all’uscita. Nel caso dello scambiatore controcorrente la differenza è invece più costante e il fluido freddo può uscire dallo scambiatore a temperatura maggiore di quella dell’uscita del fluido caldo. Termodinamicamente quindi questa configurazione è superiore, per la minore caduta di temperatura dell' energia termica . pag. 6-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Ammettendo che gli scambi di calore avvengano solo tra i due fluidi, ossia che la superficie esterna dello scambiatore sia adiabatica, il bilancio dell'energia ci porta a scrivere, ad una coordinata generica, in condizioni stazionarie e condotti orizzontali, trascurando variazioni di energia cinetica: dQ = -mc cpc dTc=± mf cpf dTf= U(Tc- Tf) dA Considerando le due relazioni separatamente e sommandole membro a membro, essendo il differenziale un operatore lineare, si può scrivere: 1 1 + d (Tc − T f ) = −dQ m& c f pf m& c c pc da cui si può ottenere: 1 1 dA + d (Tc − T f ) = −U (Tc − T f ) m& c & m c f pf c pc Questa relazione può essere integrata tra l’ingresso 1 e l’uscita 2 dello scambiatore, assumendo costanti i calori specifici ed il coefficiente di scambio termico globale U. Si ottiene: pag. 7-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ (T ln (T c − Tf c − Tf ) ) 2 1 1 1 = −UA + m& c f pf m& c c pc Il calore globalmente scambiato da ciascuno dei due fluidi è: Q = m& f c pf (T f 2 − T f 1 ) = − m& c c pc (Tc 2 − Tc1 ) quindi: (T − T ) ln (T − T ) c f 2 c f 1 =− [ UA (Tc − T f )1 − (Tc − T f )2 Q ] da cui: ∆T2 − ∆T1 Q = UA = UA∆Tm dove ∆T2 ln ∆T1 = Tc1 − T f 1 e ∆T2 = Tc 2 − T f 2 ∆ T 1 ∆Tm e' invece la differenza di temperatura media effettiva per tutto lo scambiatore, ossia la media logaritmica delle temperature (MLDT) valida sia per controcorrente che equicorrente. pag. 8-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Nel caso della configurazione controcorrente, se mccpc = mfcpf, la differenza di temperatura è costante. Bisogna tener presente che l'uso della MLDT è solo una approssimazione in quanto U non è costante. Per scambiatori più complessi non e' possibile ricavare semplici espressioni analitiche, in pratica si opera moltiplicando la MLDT per dei fattori di correzione che si trovano diagrammati. Se la differenza tra le temperature di estremità non è elevata (<30%) si può approssimare la MLDT con la media aritmetica delle differenze di estremità, approssimazione ottenibile espandendo in serie il logaritmo al denominatore ed arrestandosi al secondo termine della serie. x − 1 1 x − 1 3 ln x = 2 ⋅ + + ...... + x + 1 3 x + 1 pag. 9-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 3 ∆T2 ∆T2 − ∆T1 1 ∆T2 − ∆T1 = 2 ⋅ + ...... + ln + ∆T2 + ∆T1 3 ∆T2 + ∆T1 ∆T1 ∆T2 − ∆T1 ∆T2 − ∆T1 ∆T2 + ∆T1 = = 2 ∆T2 2 ⋅ ∆T2 − ∆T1 ln ∆ T + ∆ T ∆ T 2 1 1 pag. 10-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ pag. 11-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Comunque in fase di progetto non è sempre possibile conoscere la temperatura di uscita ; e' utile valutare la potenza termica scambiata prescindendo dalle differenze di temperatura, e per questo definire l'efficienza di uno scambiatore di calore. Definiamo l'efficienza di uno scambiatore come il rapporto tra la potenza termica effettivamente scambiata e la massima potenza termica scambiabile. Questa potenza massima sarà esprimibile in funzione della massima variazione di temperatura possibile nel sistema, variazione attribuita alla massima capacità termica utilizzabile, quest'ultima corrispondendo al minore dei due prodotti (m cp). L'efficienza pertanto è data da: ε= Qscambiato QMax scambiabile = (m c p )c(Tci - Tcu ) (m c p )min(Tci - T fi ) = (m c p )f (T fi - T fu ) (m c p )min(Tci - T fi ) per cui si ha, con Cmin=(m cp)min Q = ε Cmin ( Tci - Tfi ) L'efficienza di uno scambiatore è riportata in letteratura in funzione dei due parametri adimensionali Cmin/Cmax e UA/Cmin ; il primo è determinato dalle caratteristiche dei due fluidi e dalle rispettive portate di massa, mentre il secondo è il rapporto tra la conduttanza termica globale, determinata dalle caratteristiche geometriche dello scambiatore e dal moto dei fluidi, e la Cmin; questo parametro è di solito indicato con NUT, ossia numero di pag. 12-13 UNIVERSITA’ DI FIRENZE Facoltà di Ingegneria Fisica Tecnica G. Grazzini ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ unità di trasmissione del calore. Ovviamente, più elevato è il NUT più lo scambiatore è vicino al suo limite termodinamico. Si ha Cmin/Cmax = 0 quando lo scambiatore è un condensatore od un evaporatore in cui uno dei due fluidi subisce una trasformazione a T e P costante, come se avesse capacità termica infinita. pag. 13-13