Oltre il Confine

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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione
ONLUS
Anno XX ­ n. 2 ­ 2015
MUSICA PER NOI
(con una breve incursione nel mondo del lavoro)
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Sommario
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Il futuro comincia dal lavoro
Mario Barbuto
Musicando e oltre
Luciano Paschetta
Restituire la musica ai ciechi? Antonio Quatraro
Greta, Luciana e Marco: storie di musicisti ciechi
Stefano Caredda
Corso Musicando 2015
Elide Scarlata
L’informatica musicale
Luigi Mariani
Braille Music Editor 2
Paolo Razzuoli
Oltre il Confine
Le nuove frontiere della riabilitazione
Trimestrale dell’IRIFOR
Istituto per la Ricerca, la Formazione
e la riablitazione ONLUS
Iscritto al n. 101/1997 del Registro della Stampa
del Tribunale Civile di Roma
Anno XX
N. 2 ­ 2015
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Editore
IRIFOR
Istituto per la Ricerca, la formazione
e la Riabilitazione ONLUS
Presidente
Mario Barbuto
Comitato Editoriale
Luciano Paschetta (responsabile della rivista)
Caterina Di Cresce (componente)
Alessandro Licheri (componente)
Valeria Liberti (segretaria di redazione)
Consulenza e Coordinamento Editoriale
Luca Ajroldi, Chiara Giorgi
Associato all’USPI
Unione Stampa Periodica Italiana
È consentita la riproduzione totale o parziale di quanto
contenuto nel periodico, anche senza citare la fonte.
Degli articoli firmati dovrà essere citato l’autore.
Si invitano i lettori a visitare il sito dell’IRIFOR
www.irifor.eu ed iscriversi alle NEWS.
Il futuro comincia dal lavoro
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con il supporto
dell’IRIFOR, riunisce gli “stati generali” e rilancia il tema del lavoro
di Mario Barbuto
Ai nostri fratelli delle federazioni rappresen­
tative delle persone con disabilità chiediamo uno
sforzo collettivo unitario, basato su vincoli e
princìpi di reciproca solidarietà e di mutua con­
siderazione. Non sarà, infatti, togliendo ai pochi che si
affermerà il diritto sacrosanto dei tanti.
Solo la saldatura di un grande fronte della
solidarietà sociale al quale tutte le associazioni
aderiscano con convinzione e in seno al quale
tutti possano ritrovare dignità e rappresentati­
vità, ci consentirà di essere interlocutori credibili
e affidabili dello Stato, del Governo, del Parla­
mento, delle forze economiche, della società ci­
vile.
Il lavoro oggi è un'emergenza, tanto mag­
giore quando si parla di persone con disabilità,
rispetto alle quali esso rappresenta una vera e
propria questione sociale. Una questione sulla
quale va tenuta viva l'attenzione generale, va sol­
lecitata la responsabilità politica a ogni livello,
per creare quei nuovi sbocchi occupazionali, per
restituire la dignità e il senso del vivere a centi­
naia e centinaia di migliaia di persone con disa­
bilità.
Ai presidenti nazionali di FAND e FISH
lancio dunque una proposta e un appello:
troviamo e coltiviamo forme unitarie di
azione comune, che sappiano vedere oltre le inu­
tili gelosie corporative, i particolari interessi della
piccola bottega, le penose prevaricazioni perso­
nalistiche.
Facciamo del tema del Diritto al Lavoro la
base di un processo unitario che potrà portare
solo frutti positivi.
Da quando sono presidente dell'Unione Ita­
liana Ciechi e Ipovedenti, quasi tutti i giorni mi
domando per quale ragione esistono e agiscono
due grandi federazioni rappresentative delle per­
sone con disabilità.
Personalmente non sono ancora riuscito a
trovare una sola ragione convincente di questa
Finalmente il tema del lavoro di nuovo al
centro dell'attenzione!
Il lavoro che è "luce che ritorna".
Il lavoro che cambia il senso dell'esistenza
dei ciechi e di tutte le persone con disabilità.
Il lavoro che, prima ancora di essere fonte
di reddito, è sempre stato ed è per noi strumento
di riscatto personale.
Quel lavoro e quel Diritto al lavoro, unica,
vera risorsa in grado di restituire alle persone con
disabilità la propria indipendenza personale, la pro­
pria dignità di donne, di uomini, di cittadini, desi­
derosi di essere uguali tra gli uguali, pari tra i pari.
Noi ciechi non siamo qui a chiedere elemo­
sine e privilegi.
Il tempo delle elemosine e della carità è tra­
montato da un pezzo.
Oggi è il tempo del lavoro da conquistare
come Diritto umano basilare e come strumento
di emancipazione civile.
Al Parlamento, al Governo, allo Stato, chie­
diamo interventi incentivanti a sostegno delle
persone con disabilità, per favorirne in ogni
modo il collocamento al lavoro.
Al mondo imprenditoriale pubblico e pri­
vato, chiediamo azioni significative, improntate
al coraggio e alla responsabilità. Il coraggio di considerare le persone con di­
sabilità non più come un peso, come un fastidio
del quale liberarsi al più presto, ma finalmente
come una risorsa, come portatori di una forza
morale e di una ricchezza interiore che, unite a
una competenza professionale indiscussa, sono
in grado di contribuire al rilancio dell'economia
del nostro Paese, su basi nuove e in forme final­
mente degne di una società davvero civile.
Alle organizzazioni sindacali chiediamo at­
tenzione e sostegno perché i luoghi di lavoro
siano adeguati e le condizioni lavorative confa­
centi. Perché innanzitutto i colleghi sappiano ac­
cogliere i lavoratori con disabilità senza
pregiudizi e senza prevaricazioni.
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
separazione.
Personalmente desidero coltivare il sogno di
una sola, grande Federazione che, un giorno non
lontano, possa riunire tutte le persone con disa­
bilità e tutte le loro associazioni sotto l'unica
bandiera della solidarietà sociale.
Accanto alla parola chiave "mai più su di
noi, senza di noi!", proviamo ad aggiungerne
un'altra, tutta nostra: "mai più tra di noi senza
unità!".
Il lavoro fa per me! solvendo la questione della copertura retri­
butiva dei contributi figurativi; è urgente poi
il riconoscimento di una figura professio­
nale di 2° livello, quale quella dell'operatore
del benessere o massaggiatore, che deve
essere chiaramente accompagnata da nor­
mative che prevedano il collocamento ob­
bligatorio».
di Chiara Giorgi
“Il lavoro fa per me!” è il titolo del Con­
vegno Nazionale svoltosi a Napoli lo scorso
11 e 12 giugno. L’evento, promosso dal­
l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipove­
denti con il supporto organizzativo e
finanziario dell’IRIFOR, è stato interamente
dedicato alla disabilità visiva e alle azioni po­
sitive volte all’inclusione lavorativa.
Paolo Colombo, componente della Di­
rezione nazionale e responsabile del settore
lavoro dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli
Ipovedenti, in piena sintonia con il Presi­
dente Barbuto, continua l’elenco delle prin­
cipali “questioni aperte” cui l’Unione chiede
alla politica di metter mano: «come Unione
chiediamo che si possano salvaguardare e
valorizzare le professionalità dei docenti
non vedenti anche nel contesto dell'attuale
riforma scolastica, nonché riscoprire le atti­
vità tradizionali e permettere lo svolgimento
di nuove in modo che anche la persona non
vedente, messa nelle giuste condizioni,
possa scegliere e svolgere al meglio il suo la­
voro e avere un proprio progetto di vita; a
questo proposito una legislazione di soste­
gno in favore delle libere professioni e at­
tività di impresa svolte dai non vedenti
potrebbe aiutare. Cosi come l'osservanza dei
requisiti di accessibilità che le nuove tec­
nologie consentono e una diversa organiz­
zazione dei servizi del collocamento,
sostenendo strumenti di politica attiva che
favoriscono l'incontro di domanda e offerta
di lavoro. Non dimentichiamo che il lavoro,
per i non vedenti, rappresenta la strada mae­
stra per il rispetto della dignità come per­
sone. ».
Il lavoro è luce che ritorna, scriveva
Paolo Bentivoglio, uno dei padri nobili
dell’Unione. Il lavoro come diritto e come
opportunità, è l’unica via da percorrere per
una vera emancipazione civile e per una ef­
fettiva indipendenza delle persone con disa­
bilità.
«In Italia oggi l’emergenza che deve es­
sere affrontata con priorità assoluta è quella
del lavoro – dichiara Mario Barbuto, Pre­
sidente Nazionale dell’Unione Italiana dei
Ciechi e degli Ipovedenti. Questo è ancora
più vero per le persone con disabilità, in
modo particolare per i ciechi e gli ipove­
denti. I nostri dati, confermati da quelli del
Ministero del Lavoro, ci parlano di una si­
tuazione lavorativa estremamente grave, con
oltre il 75% di persone con disabilità visiva
disoccupate o in cerca di occupazione. E
questa percentuale aumenta ancora se si
parla di giovani. E’ un quadro allarmante,
siamo in piena emergenza. Come Unione,
chiediamo alla politica di aggiornare la nor­
mativa sui centralinisti e di attuare quella
sugli operatori della comunicazione, ri­
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
Musicando e oltre
Luciano Paschetta
adesso guarda oltre con due iniziative, molto
diverse tra loro, ma ugualmente importanti per
avvicinare agli studi musicali i ragazzi ipove­
denti inclusi nelle nostre scuole.
Un software che trascrive la musica dal
“nero” al Braille e viceversa: il BME2, oggi è
disponibile sul sito dell’istituto www.irifor.eu;
sarà così semplice per il docente di musica pre­
parare il materiale didattico per l’alunno con di­
sabilità visiva e, per quest’ultimo, presentare al
docente i suoi elaborati musicali, superando le
barriere dell’incomunicabilità che, nella scuola
di tutti, hanno spesso rappresentato un osta­
colo perché il disabile visivo potesse avvicinarsi
agli studi musicali.
La vera novità è rappresentata da un si­
stema di consulenza in tempo reale a distanza
on demand offerta da maestri di musica non ve­
denti ai docenti di materie musicali che si tro­
vassero in classe un alunno con disabilità visiva,
che l’IRIFOR sta organizzando per metterlo a
disposizione delle scuole a partire dal prossimo
autunno.
L’IRIFOR, negli anni trascorsi aveva cer­
cato di sostenere i giovani disabili visivi nello
studio della musica, con l’assegnazione di
“borse di studio”; si trattava tuttavia di una goc­
cia in un mare di bisogni. L’incremento degli
studi musicali nel nostro sistema scolastico con
l’avvio delle sezioni musicali nelle scuole secon­
darie di primo grado e l’apertura dei licei coreu­
tici e musicali, mentre offriva nuove possibilità
ai ragazzi per avviarsi agli studi musicali, faceva
emergere con prepotenza l’“ignoranza” da
parte delle strutture e dei docenti circa gli stru­
menti ed i metodi per l’insegnamento della mu­
sica agli alunni con disabilità visiva. L’IRIFOR,
l’istituto di ricerca e formazione che l’Unione
ha creato 23 anni fa, ha raccolto la sfida e in
stretta collaborazione con la Commissione per
gli studi musicali dell’UICI ha realizzato, dopo
anni, “Musicando” un workshop di forma­
zione rivolto ai docenti di musica sulle tecniche,
i metodi e gli strumenti per l’insegnamento
della musica agli alunni con disabilità visiva. Il
corso è stato un “trampolino di lancio” degli
interessi intorno a queste tematiche e l’IRIFOR
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
Restituire la musica ai ciechi?
"La bellezza salverà il mondo" (L’idiota, di Fëdor Dostoevskij)
Antonio Quatraro
Nonostante la musica sia l'unica forma di
arte completamente fruibile dalla persona non
vedente, assistiamo ad un declino degli studi
musicali, in Italia più che nel resto del mondo;
eppure tutti gli educatori ne riconoscono le va­
lenze educative, formative ed umane, per tutti i
bambini / adolescenti, ma soprattutto per quelli
con disabilità visiva.
E' noto che la musica costituisce un fattore
fondamentale per lo sviluppo della creatività,
della sfera delle relazioni, di importanti abilità
manuali e del carattere, autocontrollo, capacità
di ascolto e di autovalutazione, pazienza, ordine
e precisione.
Per i ciechi poi gli studi musicali hanno
anche una funzione "euristica", nel senso che
possono dare un’idea di alcuni aspetti visivi
come colore, sfumatura, e anche prospettiva.
Infine la storia della musica presenta numerosi
parallelismi con la storia della civiltà, della let­
teratura e delle arti visive.
Ostacoli
Il primo ostacolo è costituito dalla distanza
fra la notazione musicale comune e quella
Braille, indispensabile strumento di lettura e
scrittura. Mentre infatti un testo di narrativa a
stampa o in Braille hanno la medesima strut­
tura, lo spartito musicale per i vedenti visualizza
il brano sul pentagramma, disponendo le note
a seconda della loro altezza, il che facilita molto
la lettura e l’identificazione dei simboli che in­
teressano volta per volta.
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
Lo spartito Braille invece è un vero e pro­
prio testo, quindi i segni sono disposti in se­
quenza lineare. Esso somiglia, per così dire, ad
una città senza vetrine e senza insegne, dove il
turista non ha modo di guardarsi intorno, ed i
simboli non hanno alcuna relazione con il loro
significato musicale. Pertanto la comunicazione
scritta fra cieco e vedente è praticamente im­
possibile.
Siccome poi la lettura avviene tramite il
tatto, il musicista cieco è obbligato a memoriz­
zare il brano prima di poterlo eseguire.
Le principali implicazioni pratiche riguar­
dano i costi ed i tempi delle trascrizioni Braille,
e soprattutto la assenza quasi totale di inse­
gnanti preparati, la cui opera è indispensabile
per i principianti.
Negli anni le nostre istituzioni, la Biblioteca
di Monza, le Stamperie, l’IRIFOR stesso, si
sono sforzate di "custodire" almeno la scintilla,
come le vestali di antica memoria.
Fortunatamente, grazie all'impegno ed alla
passione di alcuni "superstiti" della tradizione
musicale, avvalendosi di fondi europei e di altri
provenienti dalla nostra organizzazione, oggi
sono disponibili soluzioni tecnologiche, uniche
al mondo, che consentono prima di tutto di ri­
durre le barriere della comunicazione scritta, e
quindi anche lo scanner e la rete come fonte di
spartiti musicali, salvo verificarne la qualità.
Braille Music Editor, è un vero e proprio
programma di videoscrittura, che dà il massimo
di autonomia al musicista non vedente in ogni
fase del lavoro, dalla scrittura, alla correzione,
al controllo in tempo reale, alla stampa in nero
o in Braille. BME infatti combina in maniera
flessibile diverse modalità di accesso alla mu­
sica, ossia Braille labile o cartaceo, ascolto dei
suoni in tempo reale e personalizzato (ad es. a
velocità variabile, per parti separate), musica
parlata, stampa Braille o normale.
Braille Music Reader, gratuito, una sorta di
taccuino multimediale ed interattivo, opera su
un file musicale che non è altro che un file ac­
cessibile in vari modi combinati, simile ad un
libro in formato daisy molto dettagliato; il mu­
sicista in altri termini può ascoltare o leggere
sulla riga Braille o su carta informazioni gene­
rali, opportunamente selezionate (es. solo note),
o scendere nei minimi dettagli, e può inserire o
ricercare annotazioni o commenti a suo piaci­
mento.
Siamo passati quindi dall’era del cavallo
all’era dell'automobile. E sono disponibili ormai
anche diversi materiali didattici, come corsi di
teoria musicale, una piccola biblioteca online,
tutto in formato elettronico ma stampabile
anche in Braille.
E chi, meglio di un insegnante preparato,
può far conoscere questi piccoli tesori?
Per questo l’IRIFOR, in collaborazione con
la commissione nazionale per gli studi musicali
della Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, coor­
dinata dal maestro Giovanni Arestia, ha realiz­
zato il progetto "Musicando". Vi è stata prima
fase di sensibilizzazione, su tutto il territorio in
collaborazione con le sezioni UICI, attraverso
incontri con genitori, insegnanti, dirigenti asso­
ciativi. Quindi, dal 18 al 22 marzo è stato tenuto
a Roma il primo corso per insegnanti di musica,
una quarantina di "alfieri", provenienti da tutta
Italia, che ora sono in grado di aiutare un ra­
gazzo ipo o non vedente ad avvicinarsi agli studi
musicali nella maniera corretta.
Sono stati quattro giorni in full immersion
per docenti e discenti, passati in un soffio.
Quattro giorni per condividere problemi e so­
luzioni, idee e spunti di riflessioni. Un viaggio
un po' “alla giapponese”, attraverso le principali
problematiche e le relative soluzioni oggi dispo­
nibili per ipo e non vedenti. I giovani concertisti
poi, il venerdì sera, hanno fatto vivere emozioni
che resteranno come il miglior biglietto da visita
della voglia e dell'impegno a proseguire il cam­
mino insieme.
Nella foto di gruppo si legge la tensione in
tutti noi, verso una scommessa, che non po­
tremo vincere da soli: restituire la musica ai cie­
chi, secondo il principio delle "pari
opportunità", non quelle predicate, ma quelle
praticate.
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
Greta, Luciana e Marco: storie di musicisti ciechi
Stefano Caredda
per incentivare nei non vedenti l'amore per la mu­
sica. Quanto sia importante un sostegno attivo e
un insegnante preparato, soprattutto nei primi
anni di studio della materia, lo si capisce conside­
rando gli enormi ostacoli che un ragazzo cieco
che vorrebbe fare musica si trova oggi davanti:
mentre lo studente con disabilità che va all'uni­
versità ha diritto ad un servizio di tutoraggio,
quello che si iscrive al conservatorio (che pure è
classificato anche come un corso di livello uni­
versitario) non ha diritto a niente. Un buco
enorme, che impedisce a molti la realizzazione di
una grande aspirazione personale. Greta è romagnola e ha appena 14 anni, Lu­
ciana ne ha 16 e vive a Benevento: le unisce non
solo la giovanissima età, ma anche una grande
passione, quella per il pianoforte. Non sanno solo
suonare, ma conoscono la musica molto bene, la
imparano, la studiano, la leggono in Braille. Non
è una cosa comune: in tutta Italia, le persone cie­
che o ipovedenti che suonano sono centinaia, ma
quelle che conoscono davvero la musica, che
sanno leggere uno spartito, sono molte meno.
Una decina, forse due. Greta e Luciana sono una
bella realtà dell'oggi e una grande speranza per il
domani: l'esempio vivente che se appositamente
guidati e indirizzati, tanti ragazzi ciechi (c'è chi
stima almeno un terzo del totale, quindi circa
mille) saprebbero avvicinarsi ad un'arte che, ba­
sandosi sui suoni, è da sempre particolarmente
indicata a chi non vede. Fino a quarant'anni fa la
musica era una delle discipline più praticate dai
non vedenti e dava lavoro ad almeno 600 inse­
gnanti: oggi trovarne uno che sappia padroneg­
giare i mezzi (lo spartito in Braille ma anche i
nuovi sistemi informatici) e rapportarsi con un
alunno cieco, è davvero difficile. Ormai questo
insegnamento è di fatto demandato a singoli per­
sonaggi, veri cultori della materia: un numero ri­
sicatissimo che ora l'IRIFOR ha deciso di provare
ad ingrossare con un corso di formazione per in­
segnanti di musica (prima esperienza a Roma lo
scorso marzo, che ha coinvolto 43 docenti di
scuole statali di tutta Italia). Un'iniziativa che fa il
paio con le borse di studio da tempo concesse
Luciana al Conservatorio di Benevento ha
appena inciso un disco con le sue esecuzioni al
pianoforte: conosce a memoria tante suonate di
Beethoven e i 24 preludi di Chopin: “Mi piace
molto suonare, quando lo faccio provo tanta
gioia, e vedo che sono felici anche i miei genitori
e le altre persone che mi sono vicine”. Greta in­
vece al pianoforte c'è arrivata dopo aver provato
moltissimi altri strumenti: "All'inizio è stato stan­
cante, ma da quando ha iniziato a piacermi non
me ne sono più allontanata". Ha trovato un mae­
stro bravo, ha iniziato a leggere la musica in
Braille con le metodiche tradizionali, quasi per
niente facilitate dalle nuove tecnologie. Ora fre­
quenta una scuola di musica comunale a Savi­
gnano sul Rubicone, vicino Rimini, e pur
essendosi formata sulla musica classica le piace
molto suonare la musica leggera. "Può fare quello
che vuole, una volta che le ho dato le basi non
posso interferire più di tanto in ciò che fa: non
oso rischiare che non mi voglia più neppure come
amico", scherza il suo insegnante, Marcello Inde­
licato, sottolineandone la bravura e la perseve­
ranza.
Indelicato è proprio uno di quegli insegnanti
che alla musica hanno dedicato gran parte della
propria vita. Lui stesso non vedente, inizia da pic­
colo con la musica leggera (a 12 anni era già
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
concerto in giro per l'Italia, e non stupitevi se a
volte non usa neppure gli spartiti: il "Clavicem­
balo ben temperato" di Bach (che sono quattro
ore filate di musica) lui ad esempio lo sa intera­
mente a memoria. Ha suonato anche in orchestre
e ha fatto anche il direttore; e sul rapporto con i
musicisti vedenti ha le idee chiare: “quando sale
sul podio, il non vedente deve sapere duecento
volte più degli altri orchestrali, perché non gliene
importa niente a nessuno che tu sei cieco”. Certo,
“finché sei solo e fai il concertista, sono fatti tuoi
il come leggi la musica, ma quando un non ve­
dente va a dirigere un'orchestra è bersaglio di
molteplici pregiudizi e soprusi. In quei casi ­ dice
Marco ­ o ti imponi con cognizione di causa op­
pure puoi solo rinunciare perché quei tanti che
non hanno voglia di mettersi in gioco non aspet­
tano altro che liberarsi di te. Per questo ci vo­
gliono grande costanza, tenacia e perseveranza”.
iscritto alla Siae) e poi frequenta il Conservatorio
imparando ad amare la classica. Insegna per molti
anni musica alla scuola pubblica, dove fra i tanti
alunni gli capita anche qualche non vedente:
"Confesso ­ dice ­ che non mi sono trovato su­
bito benissimo perché ci sono tecniche da impa­
rare e applicare". Poi invece si specializza e da
allora, dalle sue parti, lo chiamano "la trottola".
Girando per tutta l'Emilia e la Romagna, da Pia­
cenza a Rimini passando per Cervia, grazie alle
borse di studio dell’IRIFOR, ha potuto insegnare
pianoforte e flauto dolce a tanti ragazzi. "Il mio
metodo è quello tradizionale, non posso prescin­
dere dalla scrittura alfanumerica e dalla scrittura
musicale in Braille: anche se le tecnologie oggi
aiutano tanto, fino a rendere autonoma una per­
sona cieca, quella è la base che ti permette di ca­
pire in fondo la musica e decidere poi la propria
strada". Quelle stesse doti che il professor Antonio
Quatraro spera di trovare nella quarantina di in­
segnanti che hanno partecipato al corso di for­
mazione da lui diretto per conto dell'IRIFOR,
esperienza che ­ spiega ­ “non rimarrà isolata. Vo­
gliamo impegnarci sempre di più per consentire
a tanti ragazzi di conoscere la musica e amarla”.
Uno che la propria strada l'ha trovata molto
presto è Marco Orsini, che di anni ne ha 30 e oggi
è ormai un pianista affermato, oltre che direttore
d'orchestra e ­ a tempo perso ­ campione di
nuoto. Anche lui cieco, il pianoforte l'ha iniziato
a studiare a sette anni, insieme alla notazione mu­
sicale in Braille, per poi entrare al Conservatorio
Bellini di Palermo, la sua città natale. Potrebbe ca­
pitarvi di ascoltare le sue esecuzioni in qualche
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
Corso Musicando 2015
Elide Scarlata
Musicando per insegnanti di musica vedenti mi
è giunta tramite la notifica dalla pagina Face­
book della sezione provinciale di Palermo
dell’UICI. A seguito di ciò, ho chiesto informa­
zioni al Segretario, Gianluigi Di Franco, che mi
ha descritto le caratteristiche del corso e mi ha
invitato a prendere in considerazione la possi­
bilità di seguirlo.
E’ da sottolineare che, come conseguenza
dell’esperienza effettuata all’interno del labora­
torio di Musicoterapia, alcuni ragazzi non ve­
denti e ipovedenti della sezione provinciale
UICI di Palermo hanno scelto di proseguire i
propri studi in ambito musicale, iscrivendosi al­
cuni al Corso di Didattica della Musica presso
il Conservatorio “V. Bellini” ed altri al Liceo
Musicale “Regina Margherita”. Essendo a co­
noscenza delle difficoltà incontrate dai ragazzi
nel percorso formativo scelto, ho ritenuto che
Sono un’insegnante di Musica diplomata in
Canto presso il Conservatorio di Musica “V.
Bellini” di Palermo. Ho conseguito la specializ­
zazione in Musicoterapia in parte in Italia
presso l’Associazione Musicspace Italy e in parte
in Inghilterra, acquisendo il Master of Arts in
Music Therapy presso l’Università del West En­
gland di Bristol, Inghilterra. Dal 2009 sono
membro del Consiglio Direttivo dell’Associa­
zione italiana Professionisti della Musicoterapia
(AIM) e dal 2013 sono rappresentante per l’Ita­
lia presso la Confederazione Europea di Musi­
coterapia (EMTC).
Dal 2012 svolgo un incarico di Musicote­
rapia presso la sezione provinciale UICI di Pa­
lermo con sedute individuali e di gruppo per
bambini, adolescenti e adulti non vedenti, ipo­
vedenti e pluriminorati.
La notizia dell’organizzazione del corso
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
la mia partecipazione al corso organizzato dal­
l’IRIFOR avrebbe potuto portare nuove meto­
dologie di supporto per facilitare la loro
formazione musicale.
prosecuzione degli studi musicali.
A seguito del corso, lo svolgimento del mio
incarico ha tratto numerosi benefici. Innanzi­
tutto l’apprendimento del Braille letterario e
musicale mi ha dato la possibilità di poterlo a
mia volta insegnare a tutti gli utenti della se­
zione che per varie ragioni sino a quel mo­
mento non avevano avuto la motivazione per
farlo. Soprattutto per alcuni adulti con tratti di
depressione e apatia la proposta dell’utilizzo
della scrittura Braille ha dato la possibilità di
memorizzare più facilmente il testo di una can­
zone o una piccola melodia da eseguire al pia­
noforte. Ciò ha costituito una forte spinta
motivazionale ad apprendere ancora di più sia
il linguaggio Braille che la musica, trasformando
così la stessa esperienza musicale che fino a
quel momento veniva vissuta come molto fru­
strante. I maggiori benefici si sono verificati so­
prattutto per i giovani già impegnati nella
formazione musicale, poiché l’apprendimento
e l’utilizzo dei software di supporto per gli studi
musicali ha agevolato lo svolgimento degli studi
musicali già avviati, consentendo loro una più
facile acquisizione in tempi più brevi rispetto al
passato.
Rispetto ai possibili miglioramenti del
corso, ritengo che sia fondamentale la prosecu­
zione e l’approfondimento di tutti i supporti in­
formatici che sono stati presentati, poiché la
brevità temporale del suo svolgimento non ha
consentito di approfondire tutte le problemati­
che relative ad essi.
Sono fermamente convinta che la crea­
zione di tale corso per gli insegnanti di musica
vedenti di tutta Italia costituisca la colonna por­
tante nel rilancio degli studi musicali per i sog­
getti non vedenti e ipovedenti, perché offre
degli strumenti di fondamentale importanza sia
dal punto di vista didattico che pedagogico.
Come professionista della Musicoterapia ri­
tengo che il riavvicinamento alla musica sotto
qualsiasi forma sia loro più congeniale costitui­
sca un’esperienza trasformativa per la propria
vita e come tale un bene prezioso.
In generale le mie impressioni rispetto al
corso sono state molto positive, avendo riscon­
trato l’alta qualità nella sua strutturazione, sia
rispetto ai contenuti che ai docenti coinvolti
nella formazione.
Avendo già avuto esperienza come sup­
porto durante i laboratori di Musicoterapia da
me svolti per bambini e ragazzi non vedenti e
ipovedenti, le problematiche legate all’autono­
mia personale non mi erano nuove, tuttavia gli
interventi dei relatori mi hanno dato la possibi­
lità di approfondire tali elementi e di riflettere
su nuove possibilità di gestione delle stesse.
E’ stato di primaria importanza l’apprendi­
mento della scrittura e lettura del Braille lette­
rario e musicale, in quanto mi ha reso possibile
la comprensione di un linguaggio che alcuni dei
ragazzi da me seguiti utilizzano e di cui fino al
momento del corso avevo difficoltà a seguirne
la logica intrinseca. L’esperienza a occhi chiusi
effettuata durante il corso è stata molto coin­
volgente perché mi ha dato modo di percepire
in maniera esponenziale la capacità tattile, fa­
cendomi di conseguenza comprendere e perce­
pire in maniera vibrante quanto sia importante
il tatto per un soggetto non vedente. E’ stato
altresì fondamentale venire a conoscenza dei
software che in vario grado possono essere di
supporto sia nella cecità assoluta che nell’ipo­
visione e le esercitazioni che si sono svolte per
spiegarne l’utilizzo mi hanno facilitato notevol­
mente l’apprendimento degli stessi.
Al mio rientro nella sezione provinciale
dell’Unione di Palermo ho svolto diversi incon­
tri di divulgazione con gli operatori e le coor­
dinatrici per mettere loro al corrente delle
nuove metodologie. In seguito ho svolto una
serie di incontri con i bambini, i ragazzi e i ge­
nitori per divulgare le informazioni apprese du­
rante il corso e incentivare la promozione o la
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
L’informatica musicale
di Luigi Mariani
Sono ormai diversi anni che nei conservatori
si è affermata con decisione una materia che si
pensava appartenesse esclusivamente ai compo­
sitori e ai creatori di musica elettronica: l’infor­
matica musicale. Ma ben presto ci si è dovuti rendere conto
che non è solo uno strumento utile in quei con­
testi benché in quei contesti abbia sempre fatto
la parte del leone. Pensiamo infatti, alla scrittura
della musica; pratica nella quale programmi come
Finale hanno fatto la loro apparizione e si sono
da molti anni inseriti nei piani di studi dei corsi
accademici di primo e secondo livello, rendendo
il lavoro di allievi di composizione e arrangiatori
molto più leggero. Malgrado ciò, ho comunque incontrato in­
segnanti di composizione assolutamente convinti
che il vero rapporto ispiratore nasca dal contatto
della matita sulla carta pentagrammata. Ero stu­
dente di composizione al Conservatorio Monte­
verdi di Bolzano, infatti, quando il docente mi
invitò alla lavagna e pretese che provassi a scrivere
sulle linee vagamente percepibili al tatto. Dopo
aver sperimentato la mia incapacità ad andare
dritto e a unire le gambette, decise che la mia ispi­
razione compositiva restava gravemente compro­
messa. Fu però pronto a ricredersi quando
ascoltò la mia suite Acquarelli, eseguita dall'or­
chestra Haydn di Trento e Bolzano, che poi pre­
tese di registrare e di portare come esempio per
la classe. Ma l’avvento dell’informatica musicale
è stato davvero apportatore di grandi cambia­
menti anche se i musicisti interessati all’interpre­
tazione, invece, si sono tenuti da tutto ciò a debita
distanza: il computer, infatti, veniva considerato
il simbolo della morte creativa soprattutto in am­
bito interpretativo. Oggi l’informatica musicale è riuscita a scal­
zare molti di questi tabù e il risultato è che persino
i più acerrimi oppositori ammettono che l’aiuto
e le possibilità aperte da questo prezioso stru­
mento sono davvero straordinarie. Straordinarie e sorprendenti come ad esem­
pio quella di permettere l’incontro virtuale tra al­
lievi ciechi e insegnanti vedenti, i quali, final­
mente, non devono più temere le insidie della
scrittura Braille. Mi si faceva spesso osservare che
l’insegnante non conoscendo il Braille faceva fa­
tica a comunicare con l’allievo non vedente, che
la didattica veniva compromessa alla base. Oggi tutto ciò è davvero passato. Si chiama Music Editor il prezioso pro­
gramma le cui presenti versioni permettono allo
studente cieco di compiere numerose attività. In Conservatorio a Roma un allievo di sas­
sofono ha potuto seguire le lezioni collettive di
ear training e alla stregua degli altri colleghi conse­
gnava elaborati su chiavetta usb. Il docente im­
portava l’elaborato con Finale e correggeva il
lavoro dello studente. La tesi di laurea triennale
della persona citata è disponibile qualora se ne
faccia richiesta. Se sommiamo le possibilità del programma
a quelle classiche del computer, il panorama di­
venta davvero interessante: si possono inviare ela­
borati attraverso la posta elettronica. Basterebbe
questo per far comprendere di che rivoluzione
stiamo parlando. Fare lezione anche a più allievi o amatori di
musica ciechi, attraverso l’uso di Skype e del
Braille Music Editor è una realtà da me ampia­
mente sperimentata (sono spesso in viaggio e gra­
zie a questo sistema non abbandono mai i miei
allievi, purché si disponga reciprocamente di una
connessione). Ho sperimentato questo sistema
anche con allievi più giovani che, si sa, hanno una
facilità di approccio alle nuove tecnologie. Ma se la posta elettronica funziona per spe­
dire file musicali in tutto il mondo, anche i tomi
di opere musicali universalmente conosciute e uti­
lizzate per la didattica possono essere digitalizzate
e riconvertite in file. Il programma offre anche la
possibilità di incolonnare le battute in Braille così
da renderne più agevole la lettura. Per ritornare
nell’ambito più generale, chi vede riesce anche a
“giocare” e far rientrare nelle performances con­
12
Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
certistiche i nuovi strumenti tecnologici. Ci sono
infatti esempi di interpreti che suonano (qualche
bis) direttamente dal tablet e dall’iPhone. Immaginare tutto questo qualche tempo fa
era impensabile. I direttori d’orchestra ciechi non
sono pervenuti: il mio studio sia in Germania che
in Italia e la mia esperienza personale in ambito
completamente nuovo mi ha visto pioniere a tutti
gli effetti. L’utilizzo del Braille Music Editor giunge
come ultima risorsa e mi aiuta a scrivere passi che
leggo con l’Optacon e per comodità ricopio in
Braille. Si tratta di frammenti nevralgici la cui co­
noscenza assoluta mi permette la piena intera­
zione con gli strumentisti. Il repertorio del secolo
scorso, così ostico per la memoria ma al tempo
stesso, così divertente da leggere, grazie al Braille
Music Editor può essere affrontato con maggior
tranquillità. Per i sei anni circa nei quali ho collaborato
con la scuola per ciechi di Düren vicino a Colo­
nia, ho preparato per il coro numerose partiture.
Con il collega chitarrista stampavamo e impagi­
navamo a seconda delle necessità dei ragazzi. La
biblioteca di Leipzig preparava file musicali in
formato txt o con estensione .brl che venivano
inviati da tutta la Germania. Anche io mi sono rivolto a Leipzig per avere
una trascrizione del divertimento di Stravinsky
per violino e pianoforte. Terminato il lavoro mi
contattarono per sapere se preferivo il file in for­
mato digitale oppure cartaceo.
Anche la Biblioteca Regina Margherita di
Monza trascrive partiture e utilizza i file che poi
di volta in volta vengono dati alla stampa carta­
cea. Come mai Monza non è versatile come Leip­
zig? Al mio quesito vennero date risposte
molteplici che sebbene nella forma si possano de­
finire esaurienti (diritti d’autore e copyright), nella
sostanza lasciano un vuoto e un senso di paralisi
assolutamente spiacevoli. Ma se è importante af­
fermare che l’informatica è preziosa, è altrettanto
necessario rimuovere gli ostacoli che non permet­
tono che l’aiuto derivante dalla tecnologia giunga
all’utilizzatore finale. Auspico che tutto ciò possa
finalmente cessare e che gli sforzi per rendere la
musica accessibile non trovino più le barriere
mentali e gli ostacoli formali che ne rallentano il
cammino.
Ci si può perciò spostare con estrema facilità
dalla musica da scrivere, alla musica da leggere. L’esecutore cieco può avvalersi delle poten­
zialità del programma che dispone sebbene non
sia particolarmente straordinario, di un Midi che
restituisce la partitura in file audio interamente
gestibile. Ciò significa che chi ha un approccio al
Braille difficoltoso può aiutarsi con l’ascolto e
magari procedere in parallelo, verificare ciò che
la conoscenza un po’ superficiale del Braille gli
rende indecifrabile. Insomma, è complementare
a tutti gli effetti, o se preferite usare una parola
oggi diffusa, è friendly. Il programma Midi può escludere, pren­
dendo come esempio una parte per pianoforte,
la mano destra o la mano sinistra, rendendo così
più agevole un ascolto mirato all’apprendimento
mnemonico. Io utilizzo spesso questo sistema perché ho
numerosi allievi che preparano repertori diversi;
il programma mi permette di carpire punti ne­
vralgici e, fatte le debite eccezioni, mi sento più
vicino all’insegnante vedente con la partitura di
fronte. L’insegnante vedente può suonare singole
parti, può suonare semplicemente un breve fram­
mento per verificarne la diteggiatura e così via. L’insegnante cieco in definitiva è assoluta­
mente agevolato dal programma anche perché su
di un pc può gestire moltissime partiture che nel
recente passato occupavano scaffali e librerie, per
non parlare del disagio relativo al trasporto. L’informatica agevola anche il delicato com­
pito del direttore: orchestre prestigiose che utiliz­
zano le ultime tecnologie, si servono di una serie
di leggii elettronici. Il direttore non è più obbli­
gato a chiedere che si riprenda dalla tal battuta:
tali leggii sono messi in rete e comunicano con
quello del direttore che spostando un cursore evi­
denzia i punti da cui riprendere. Si prevede per­
sino che il direttore inserisca nella partitura dei
rispettivi strumentisti i segni, le aggiunte, le nota­
zioni che in genere venivano richieste a voce. 13
Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
Braille Music Editor 2
Paolo Razzuoli
La prima tappa del percorso è stata la rea­
lizzazione di BME1, risultato di un progetto a
finanziamento europeo. Si trattava di un pro­
dotto interessante come filosofia, ma con livelli
di prestazione del tutto inadeguati.
Per iniziativa della Biblioteca Ciechi di
Monza, venne incaricato un gruppo di lavoro
costituito da Giovanni Battista Flaccadori, An­
tonio Quatraro e Paolo Razzuoli, al quale fu
chiesto di indicare le prestazioni e lo schema ge­
nerale di una eventuale nuova versione del pro­
dotto, che rispondesse a parametri di
professionalità.
Il lavoro venne svolto e, constatata la prati­
cabilità tecnica dell’ipotesi, la Biblioteca di
Monza affidò, anche per conto degli altri enti
aderenti alla cordata, l’incarico di sviluppare il
nuovo software alla sopra citata Arca Progetti. Il BME2 è dunque un prodotto interamente
italiano, pur avvalendosi di un formato, il bmml,
realizzato nell’ambito di un progetto a finanzia­
mento europeo denominato Contrappunctus.
Rispetto al precedente BME1, le differenze
sono enormi, e attengono non solo ai livelli delle
prestazioni, ma all’intera architettura del pro­
dotto. Braille Music Editor è un software notazio­
nale per musica basato sui seguenti parametri:
1) Immissione dei dati dello spartito me­
diante il codice musicale Braille;
2) Possibilità di stampare lo spartito me­
diante una stampante Braille collegata al sistema;
3) Possibilità di esportazione dei dati in un
file di testo per successiva stampa con stam­
pante Braille eventualmente collegata ad altro si­
stema;
4) Esportazione dei dati in formato Mu­
sicxml per acquisizione mediante un comune
software notazionale per musica, e successiva
stampa tramite stampante ordinaria;
5) Esportazione dei dati in formato MIDI
per ascolto con qualsiasi riproduttore di detto
protocollo. BME costituisce una risposta innovativa ed
unica nel suo genere alla richiesta dei non ve­
denti di poter produrre spartiti musicali in piena
autonomia.
La storia
Braille Music Editor (BME) nasce da un la­
voro di ricerca e di sviluppo durato circa 10
anni, condotto in sinergia dalle maggiori orga­
nizzazioni europee nel settore dei ciechi, da un
lavoro in comune con utenti ed esperti, di una
società italiana, l’Arca Progetti di Verona e di
una sua consociata, Veia Progetti, con una lunga
esperienza nel campo della progettazione di
software accessibile.
BME2 è stato fortemente voluto dalla Bi­
blioteca Nazionale Ciechi che ha sede a Monza.
Cosa è il BME?
Il BME (Braille Music Editor) è un software
musicale speciale, che consente ai ciechi di ef­
fettuare tutte le operazioni tipiche di un pro­
gramma di videoscrittura, con queste due
particolarità:
BME tratta spartiti musicali, semplici e
complessi, inclusi brani lirici e corali, con im­
missione dei dati mediante il codice musicale
Braille;
Tutte le operazioni, sia quelle classiche di
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Oltre il Confine
le nuove frontiere della riabilitazione
un editor, che quelle speciali, possono venir ef­
fettuate da un non vedente in piena autonomia.
piena autonomia.
Aspetti innovativi
BME si basa su un formato specifico, de­
nominato Braille Music Markup Language
(BMML), il quale è compatibile con il formato
Music XML, molto conosciuto dagli addetti ai
lavori, adottato da oltre 100 programmi per la
scrittura musicale in tutto il mondo. Ciò pre­
senta un duplice vantaggio:
­ L’elaborato prodotto dall’utente non ve­
dente nel formato BMML può essere stampato
da essi e/o da colleghi vedenti mediante un qua­
lunque software di editoria musicale;
­ Viceversa, in prospettiva, BME sarà in
grado di leggere un file musicale prodotto in
formato Music XML. Ciò faciliterà enorme­
mente l’accesso al materiale musicale codificato
in formato Music XML, in rapida diffusione.
BME dà al non vedente il massimo livello
di autonomia possibile, grazie alle sue funziona­
lità, uniche nel genere, che consentono all’utente
non vedente di manipolare le principali funzioni
legate alla scrittura musicale comune, quali po­
sizionamento degli steli, ampiezza e posiziona­
mento delle legature e di ogni altro elemento
musicale, formattazione della pagina comune,
posizionamento delle parti testuali dello spartito,
ecc.
Principali funzioni del BME
Immissione
L’immissione di note, pause, e di ogni altro
elemento musicale avviene tramite la normale
tastiera del PC, che viene riprogrammata dal
software, in modo tale da simulare una tastiera
della dattilobraille, apparecchio ben noto a tutti
i ciechi. In pratica l’utente usa la notazione mu­
sicale Braille, usando soltanto sei tasti della fila
mediana, secondo il modello della dattilobraille
(apparecchio per la scrittura Braille). Ciò sem­
plifica e velocizza la fase di immissione.
Controllo
I controlli e le verifiche possono avvenire
utilizzando due canali sensoriali, separatamente
o simultaneamente:
­ attraverso l’ascolto (sintetizzatore vocale); ­ attraverso il display Braille.
Si può scegliere la modalità di controllo in
tempo reale, per cui ogni volta che si immette
un simbolo di nota, un accordo ecc., ascoltando
subito il risultato;
Quanto al livello di dettaglio, in ogni mo­
mento è possibile verificare ciò che si viene scri­
vendo, in varie maniere: battuta per battuta, a
parti separate, l’intero brano.
Destinatari
BME si rivolge a tutti coloro che sono in­
teressati alla scrittura della musica, siano essi stu­
denti, professionisti o semplici dilettanti. Le sue
funzionalità, e in particolare la possibilità di con­
trolli plurisensoriali (uditivo e tattile), consente
anche a chi conosce poco la notazione musicale
Braille di utilizzare il programma, in quanto let­
tura tattile e ascolto possono procedere di pari
passo, rinforzandosi vicendevolmente. In altre
parole, in presenza di un accordo o di un pas­
saggio complicato, la lettura tattile potrà inte­
grare l’ascolto, non sempre così preciso, mentre
l’ascolto potrà guidare la lettura tattile, di per sé
più lenta ma più analitica.
Stampa
La stampa dello spartito può avvenire in
due modalità, non alternative fra loro: in Braille
oppure in notazione musicale comune mediante
l’esportazione dei dati in formato Musicxml e
successiva acquisizione con un comune editor
musicale, in grado di leggere detto formato. Questa ultima funzione consente al non ve­
dente di rispondere alle richieste di tipo forma­
tivo, didattico e professionale, senza ricorrere
all’aiuto esterno. In altri termini, lo studente di
solfeggio, armonia, o di composizione, l’inse­
gnante che abbia allievi vedenti, l’autore di una
canzone, possono produrre i loro elaborati in
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La musica per i ciechi
è la via maestra verso la bellezza e...
“La bellezza salverà il mondo”
(Dostoevskij)
Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione
ONLUS
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