società - Università Kore di ENNA

Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
L’organizzazione sociale dello spazio
Prof. Sergio Severino
Università degli Studi di Enna - KORE
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Obiettivo del capitolo
•  Dopo aver considerato in generale il problema,
l’attenzione sarà posta sulle città, la loro
evoluzione storica, i problemi del loro governo.
•  Studieremo poi le condizioni di vita in ambiente
urbano e le città come fenomeno culturale.
•  Infine mostreremo come le società locali sono
sfidate e ridefinite dai processi di
globalizzazione.
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
• 
• 
• 
• 
• 
La società è organizzata nello spazio
Paradosso del bioparco
Disattenzione civile
Prossemica
Interazione diretta
Interazione indiretta
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
La società è organizzata
nello spazio
•  Paradosso del bioparco:
Non allontanarsi dai sentieri, se si
vogliono osservare da vicino gli
animali: essi hanno marcato il
proprio territorio, escludendo i
sentieri e non si spaventano se i
visitatori li percorrono; scappano
se, invece, invadono il loro
territorio.---! disattenzione civile
Anche fra gli uomini esistono modi uniformi e tipici di porsi a distanza gli uni dagli altri
Mantenimento di una certa estraneità, nonostante l’eccessiva vicinanza.
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Ma, con la crescita della società e il processo di
modernizzazione, due importanti cambiamenti sono
avvenuti nella dimensione spazio-temporale dei rapporti
sociali:
"  il processo di disembedding (tardo-modernità) -!1
" L’interazione diretta -!2
" l’accresciuta mobilità (sociale orizzontale) nello spazio
-!3
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Le ere in Sociologia
•  Tradizionale
–  Primario
–  Fatalismo (accettazione passiva del corso degli
eventi)
–  Reciprocità
–  indifferenziazione
•  Post-bellico
–  Dipendenza tra sistema e sottosistemi
–  Crisi economica Prof. Sergio Severino
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•  Industriale o Moderno
– 
– 
– 
– 
Taylorismo-Fordismo
Secondario
Divisione del lavoro, differenziazione e specializzazione
Individualismo, anonimato
•  Post-Industriale o Post-Moderno
– 
– 
– 
– 
– 
– 
Post-Fordismo
Consumismo
Media elettronici
Conoscenza
Terziario e Terziario avanzato o quaternario
Telematica
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•  Tardo-modernità o modernità radicale,
•  i m p e r n i a t a s u l c o n c e t t o d i d i s e m b e d d i n g
(disaggregazione); ovvero una fase in cui i rapporti
sociali sono tirati fuori da contesti locali di interazione
e ristrutturati su archi di spazio-tempo indefiniti
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1 – Disembedding
Antony Giddens
! importanza dell’
! i rapporti nella società moderna sono “tirati fuori” da contesti
locali di interazione e riallacciati su archi di spazio-tempo lontani e
indefiniti
! le persone perdono capacità di controllo diretto sulle condizioni
delle proprie azioni
! le decisioni che possono cambiare radicalmente la vita delle
persone sono sempre più prese all’esterno del loro contesto
quotidiano e diretto di interazione.
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• Disembedding
il prodursi, nelle nostre
società, di relazioni sociali sempre più slegate
dai contesti prossimi e azioni sempre più
condizionate da fattori incontrollabili e
sconosciuti (Giddens e Baumann)
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Niklas Luhmann
! paradosso della società: la società è fatta di
interazioni dirette (2) fra persone, ma la società che è
cresciuta non è più accessibile alle persone per mezzo
dell’interazione diretta; gli elementi primari di un
qualsiasi sistema sociale non sono gli agenti principali
(uomini), bensì gli effetti della comunicazione, ovvero
comunicazioni che producono altra comunicazione.
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Ma, accanto a tendenze di dis-embedding, se ne
attivano, per reazione, altre di re-embedding.
• 
sviluppo locale sostenibile, in quanto opportunità di
re-embedding, ovvero di ricostruzione di legami sociali
e culturali e azioni ricollegate (anche) al contesto locale;
azioni orientate alla riappropriazione e ridefinizione di
relazioni sociali..
Vedi globalizzazione e regionalizzazione
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3 - Mobilità nello spazio
! le persone si spostano, per lavoro, studio, acquisti,
frequentemente da un luogo a un altro, da una città a
un’altra
!  nella società moderna si registra un’accresciuta
mobilità nello spazio (orizzontale), ma anche con
riferimento alla velocità
!  s c e l t e e c o n o m i c h e e p o l i t i c h e a t t r e z z a n o
concretamente vie e mezzi di comunicazione
(infrastrutture)
! internet e la rete possono essere visti come metafore
di questo cambiamento: fili e nodi (ispessimento dei
tessuti di relazione in punti particolari dello spazio)
! De-localizzazione (la localizzazione è indifferente)
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La localizzazione diventa indifferente: new economy.
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La società locale
L’interazione sociale definisce nello spazio delle unità sociali
riconoscibili, di diversa ampiezza.
Noi chiamiamo queste unità:
•  quartiere,
•  città,
•  metropoli,
•  Regione, ecc.
o, in generale, società locali.
In esse l’interazione sociale, può essere relativamente debole e
povera di contenuti, oppure frequente e ricca.
Le società locali non ripetono, a dimensioni diverse, un’identica
struttura sociale: differenze tra paese e metropoli.
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La società locale non è separata dal resto della società:
ciò significa che i caratteri e i processi generali relativi
alla società contemporanea, o tipici di una società
nazionale, influenzano anche direttamente l’interazione,
che si orienta a un contesto locale, e si mescolano con le
tipicità economiche, culturali, politiche del contesto
locale;
per tale ragione è difficile definire in modo univoco i
confini di una unità sociale locale.
A causa, infatti, del disembedding le società locali
appaiono più aperte e permeabili.
Un modo pratico per tenerne conto è !
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Le società locali tendono a strutturarsi in riferimento a
due assi, ossia i diversi aspetti culturali, politici,
economici della società locale devono essere visti in
relazione fra loro:
!  asse orizzontale = i diversi aspetti culturali, politici,
economici devono essere visti in relazione tra loro;
! asse verticale = diretta connessione con la cultura, la
politica e l’economia nazionali.
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Un’ulteriore conseguenze del processo di disembedding è:
!  impossibilità di definire in modo univoco i CONFINI DI
UNA UNITA’ SOCIALE LOCALE, anche se esistono confini
amministrativi (comune, provincie, comunità montane,
regione, ecc.).
! Esempio: definire i confini dell’economia di una cittàmetropolitana.
! Esempio: due regioni limitrofe o viciniore possono
essere separate da un confine di stato, pur essendo a
cultura ed economia simile o identica.
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Comunità locale = tipo di collettività i cui membri
condividono un’area territoriale come base di operazioni
per le attività giornaliere (Talcott Parsons, 1951).
Il concetto di comunità è stato introdotto da Ferdinand
Tonnies, il quale usava la coppia di concetti comunitàsocietà per indicare due tipi polari di relazioni,
fondamento a loro volta di due modelli sociali complessivi
con i quali spiegava la svolta verso il mondo moderno.
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Ferdinand Tönnies (1855 –1936)
…è stato un sociologo tedesco.
Professore presso l'Università di Kiel, destituito nel 1934 per la sua
opposizione al nazional-socialismo, è stato uno dei fondatori e primo
presidente della Società tedesca di sociologia (1909).
Nell'opera Comunità e società (Gemeinschaft und Gesellschaft, 1887)
individua due forme diverse di organizzazione sociale:
1.  la comunità (Gemeinschaft)
2.  la società (Gesellschaft).
Mentre la forma comunitaria, fondata sul sentimento di appartenenza
e sulla partecipazione spontanea, predomina in epoca pre-industriale,
la forma societaria, basata sulla razionalità e sullo scambio, domina
nella moderna società industriale.
Tönnies vede questi due tipi(Normaltypen) di organizzazione sociale
come contrapposti.
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La comunità è organica, fondata su rapporti di intimità,
riconoscenza, condivisione e in cui gli individui si sentono uniti
gli uni agli altri.
La società è meccanica, fondata sui rapporto di scambio e
l’interesse personale che mettono in relazione non gli individui
nella loro totalità, ma soltanto le loro prestazioni.
Oggi siamo consapevoli del fatto che questa distinzione non è
assoluta nel senso che le relazioni nella comunità locale
possono essere di tipo “comunitario”, ma possono essere
anche di tipo “societario”.
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Le relazioni di vicinato
Le relazioni di vicinato si stabiliscono secondo regole che al tempo stesso
devono garantire l’interazione e la distanza (ossimoro), la comunicazione e
la riservatezza (paradosso).
Si tratta di regole in genere non scritte.
Le ricerche hanno mostrato che esistono forme tradizionali e forme moderne
di vicinato:
in contesti stabili, isolati, omogenei, economicamente incerti, tendono a
manifestarsi rapporti intensi e solidaristici,
mentre se esistono forme di assistenza pubblica a basso costo e maggiori
possibilità di movimento le relazioni sociali si stabiliscono in ambiti più
dispersi.
I grandi condomini sono oggi i principali contesti di vicinato.
Aumentando la distanza delle residenze, gradatamente il rapporto di vicinato
si trasforma in rapporti di quartiere (più superficiali), fino alla relazione di
traffico, dove la relazione è del tutto anonima (Goffman, interazione non
focalizzata).
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Le relazioni di vicinato
Catena migratoria: attraverso i rapporti di
quartiere si producono quartieri etnici nelle
città e metropoli.
Villaggi urbani: quartieri eterogenei.
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Studi di comunità nel Mezzogiorno
Edward Banfield (1958) familismo amorale:
! tratto culturale secondo il quale gli abitanti della
comunità (agricole arretrate) cercano soltanto di
massimizzare i vantaggi materiali e immediati del nucleo
familiare, supponendo che tutti gli altri si comportino allo
stesso modo
! nessun investimento di risorse ed energie in beni
collettivi e nessun tipo di azione organizzata a tal fine
! di fronte agli evidenti problemi sociali nessuno si dava
da fare per cambiare le cose
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Università della Calabria ! studio comparato su tre comunità della
Calabria:
-  comunità di contadini e affittuari (più elastica e capace di
adattamento) ! autoconsumo ! rapporti di reciprocità fra le famiglie
! capacità di adattamento ! emigrazione
-  comunità a economia agricola di piccola e media impresa (più
instabile)! rapporti di mercato si mescolano a rapporti tradizionali
di produzione e scambio ! altamente instabile, perché soggetta a
variazioni stagionali e di accesso ai mercati ! infiltrazione della mafia
che assume funzioni di regolazione sociale
-  latifondo a grande conduzione con salariati (più rigida)! i
possidenti controllano la società locale e il mercato del lavoro
impedendo l’organizzazione dei braccianti con la violenza ! rigidità
! fallimento
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Che cos’è una città?
Wirth " la città è un insediamento relativamente (o
grosso modo) vasto, denso e duraturo di persone
socialmente eterogenee.
Le variabili considerate sono: dimensione, eterogeneità,
densità.
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DIMENSIONE
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residenza: luogo in cui la persona ha la dimora abituale
dimora/domicilio: sede di affari e interessi
popolazione: indica indifferentemente l'insieme degli
individui che abitano uno stesso territorio
popolo: termine giuridico che indica l'insieme delle
persone fisiche che sono in rapporto di cittadinanza con
uno stato.
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ETEROGENEITA’
immigrazione
divisione del lavoro
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Weber " non si può decidere quando un luogo possa
diventare città, in considerazione alla dimensione
" la città è una completa società locale che arriva a essere
perfettamente strutturata solo quando si dà da se stessa i
suoi ordinamenti, senza dipendere da poteri politici
superiori.
" AUTOCEFALA
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Nel nuovo millennio le cose sono invece diventate più
complicate.
La conurbazione, cioè il territorio edificato con continuità,
e i bacini di pendolarismo si estendono oltre i confini
amministrativi delle vecchie città, senza che l’area
metropolitana, la vera città della nuova epoca, abbia
necessariamente un’identità amministrativa.
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
•  U n a c o n u r b a z i o n e è u n ' a r e a u r b a n a
comprendente alcune città che, attraverso la
crescita della popolazione e l'espansione
urbana, si sono saldate tra di loro e hanno
formato un' area edificata.
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L'arco etneo
vasto territorio metropolitano interregionale nato dalla progressiva
saldatura delle armature urbane consolidate delle città di Reggio
Calabria sul versante costiero calabrese e di Messina, Catania,
Siracusa su quello siciliano.
Questo complesso sistema territoriale urbano con sviluppo lineare
lungo la costa, avente come perno metropolitano principale la città
di Catania, si dispiega lungo due fronti marini.
L'area ha una popolazione di oltre due milioni e quattrocentomila
abitanti ed una vasta estensione territoriale di circa 3500 km² con
una alta densità abitativa.
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•  La conurbazione è dunque una forma
policentrica di area urbana differente
dall'agglomerazione che, invece, nasce su
un forte nucleo centrale formato da una
città più grande delle altre, che nella sua
espansione va ad inglobare centri minori.
•  La conurbazione, al contrario, si forma
dall'espansione di diversi nuclei più o
meno della stessa importanza che vanno
a fondersi.
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•  Attorno ad una conurbazione può
organizzarsi un'area metropolitana.
•  D i v e n t a m o l t o c o m p l i c a t o p e r l e
conurbazioni trovare una forma
amministrativa in cui migrare.
•  Infatti per le agglomerazioni si ha un
centro ben definito e chiaro su cui è
facile costruire un'area metropolitana,
mentre per zone particolari come la
Ruhr, ad esempio, diventa complicato
individuare un centro.
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Le città non sono egualmente distribuite: alcune zone o
paesi hanno un tessuto di città più fitto di altre e la
popolazione può essere più o meno concentrata in una
capitale.
La concentrazione della popolazione si accompagna alla
concentrazione dei poteri amministrativi e delle funzioni
economiche che stabiliscono gerarchie:
-  modello parigino o primate city ! città molto grande
che domina un’area vasta e poco urbanizzata
- modello renano ! tessuto diffuso di città, vale a dire da
una trama di città meno ineguali
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Il governo locale
Una città, in quanto società locale, è anche un:
" luogo (1) specifico dell’attività di governo
(diverso da altre città)
" soggetto (2) dell’attività politica
" oggetto (3) dell’attività di governo urbano
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
La città come luogo (1) specifico dell’attività di
governo
la città è una società con suoi caratteri e problemi,
diversi da quelli di ogni altra città, che combinano in
modo particolare tendenze e tratti generali della
società complessiva
Per tale ragione necessita di un governo locale =
interventi specifici per l’organizzazione di una società
locale
! principio di sussidiarietà = il governo superiore
dovrebbe poter intervenire se, e soltanto se, è in
grado di risolvere meglio e in modo più efficace
problemi di interesse generale
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La città come soggetto (2) dell’attività politica
Il comune è, nel nostro ordinamento, l’unità
politico-amministrativa di base
Il comune è l’istituzione della città in quanto
soggetto politico
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
La città come oggetto (3) dell’attività di governo urbano
Molti problemi sociali, i quali hanno radici nella struttura e
nel funzionamento della società complessiva, finiscono poi
per presentarsi oggi come problemi urbani:
•  povertà,
•  carenza di abitazioni,
•  sicurezza,
•  degrado ambientale.
Il governo urbano agisce per garantire sicurezza,
infrastrutture, servizi per i cittadini e, più in generale,
per favorire lo sviluppo della società locale.
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
La vita urbana
Simmel: urbanizzazione come parte del processo di
modernizzazione
La città moderna, la metropoli, porta ad una vita alienata.
Nell'individuo metropolitano le sfere della famiglia e del vicinato,
tipiche della comunità, perdono il loro peso, per essere sostituite
dalla sfera dei mille contatti superficiali.
L'individuo metropolitano vive una vita nervosa, perché un
susseguirsi frenetico di immagini colpiscono il suo sistema
nervoso, causando una diminuzione della capacità di reazione agli
stimoli (uomo blasé).
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Simmel realizzò agli inizi del 900 il profilo dell’uomo che
vive in una città grande.
Egli studia il passaggio dal piccolo gruppo al grande
gruppo (il quale, raggiunta una certa dimensione, deve
sviluppare forme e organi), in cui l'individuo diventa
sempre più solo, analizzando gruppi di elementi (diade,
triade, ecc.).
La divisione del lavoro porta alla frammentazione della
vita sociale, le cerchie sociali da concentriche diventano
tangenziali e incoraggia l'individualismo e l'egoismo.
Il denaro è la fonte e l'espressione della razionalità e
dell'intellettualismo metropolitano ed è qualcosa di
assolutamente impersonale, è un livellatore, riduce
qualsiasi valore qualitativo ad una base quantitativa.
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
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La vita urbana
Simmel: urbanizzazione come parte del processo di
modernizzazione
Uomo della metropoli :
!  intensificazione della vita nervosa dovuta all’eccesso di stimoli
!  razionalizzazione delle reazioni individuali favorite dall’uso del
denaro (che riduce differenze qualitative a differenze quantitative)
e dell’orologio (che coordina le azioni e relazioni sociali)
!  relativa dissociazione dagli altri come condizione che rende
possibile la vita di relazione in città
! relazioni più superficiali, ma anche maggiore libertà
dell’individuo di decidere ciò che vuole essere
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Wirth
Nella città, in relazione alla divisione del lavoro, alla residenza, alla
razza e così via, si appartiene a molti gruppi diversi:
!  venendo a contatto con persone diverse nei vari gruppi, la
comunicazione viene limitata a cose che si pensa siano di interesse
generale -> cultura media livellatrice delle differenze culturali
!  difficoltà di rapporti veramente personali, sostituiti da rapporti fra
ruoli specializzati -> tendenza all’associazionismo, quale
compensazione
!  crescita della devianza
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Hannerz
La città è il luogo dove è possibile trovare
una cosa, mentre se ne sta cercando
un’altra (nella città ci si può perdere)
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Globalizzazione
Daniel Bell (1972):
“Lo stato nazionale è
diventato troppo
piccolo per le grandi
cose e troppo
grande per le
piccole”.
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Globalizzazione
Con il termine globalizzazione si intende che le relazioni sociali sono
sempre più spesso stabilite a grande distanza e che la società è
ormai ‘stirata’ su tutto il mondo. (Giddens)
Il principale organizzatore della società nello spazio, lo stato
nazionale, era stato capace di tenere ‘in squadra’, vale a dire
allineati su un dato territorio, un’economia, una cultura e un sistema
politico-amministrativo.
Le società contemporanee hanno invece problemi di integrazione con
riferimento alla loro organizzazione spaziale.
All’origine di tutto ciò stanno anche le
implicazioni spaziali della NEW ECONOMY
ORGANIZZATA SU SCALA PLANETARIA
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Con riferimento all’economia si individuano tre processi
principali, non nuovi, ma tutti in accelerazione negli ultimi
anni:
•  l’internazionalizzazione dei mercati dei prodotti, beni e
servizi
•  l’internazionalizzazione dei mercati finanziari
•  lo sviluppo di imprese multinazionali
Questi cambiamenti hanno avuto come condizione
importante lo sviluppo delle nuove tecnologie
dell’informazione, la crescita della new economy e le
pressioni degli interessi economici sulle istituzioni politiche
per l’abbattimento dei vincoli di regolazione del mercato.
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Capitolo
XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
L’azione politica degli stati nazionali è messa in difficoltà perché
essi perdono la possibilità di influire in modo autonomo sugli effetti
a lungo termine dell’economia, di operare redistribuzioni, di
sviluppare politiche di riequilibrio e così via.
ergo
Pur se in ritardo e in maniera limitata, è in atto una globalizzazione
politica, che corrisponde a un numero crescente di istituzioni
transnazionali, che legano per materie più o meno limitate insiemi
diversi di paesi.
Per intendere la portata del processo di globalizzazione è opportuno
considerare che sta cambiando la logica stessa del rapporto dei
fenomeni sociali nello spazio: lo spazio dei luoghi, vale a dire le
relazioni stabilizzate e ravvicinate, entra in concorrenza con lo
spazio delle reti, vale a dire di relazioni a distanza e mutevoli.
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Capitolo XXIV. L’organizzazione sociale dello spazio
Globalizzazione/regionalizzazione
Ma gli scompensi e i rischi che derivano da
un’economia libera da legami sulla scena planetaria
non sono ancora compensati da efficaci istituzioni
sovranazionali, dotate di sufficiente potere politico.
Ne deriva, in termini generali, che piuttosto che a
iniziative e intraprese globali, il nuovo termine
globalizzazione si riferisce principalmente a effetti
globali, che non sono né voluti, né anticipati.
(Bauman)
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L’idea di un processo non controllato, trainato dai
meccanismi automatici dell’economia di mercato,
suggerisce l’immagine delle conseguenze sulle persone,
sui loro modi di vita e di pensare.
Flessibilità, capacità, di assumersi rischi, autonomia
d’azione sono le parole d’ordine della nuova economia.
Quella globalizzata è una società del rischio e
dell’incertezza, con una possibile radicalizzazione della
tendenza alla individualizzazione, tipica della modernità
fin dalle sue origini.
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Apparente paradosso:
Il processo di globalizzazione è accompagnato da un
processo parallelo di regionalizzazione.
La globalizzazione dell’economia va di pari passo con la
persistenza di quelle vecchie e la formazione di nuove
aree economiche regionali:
lo sviluppo tende a concentrarsi in certe zone
piuttosto che in altre
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Veltz: le imprese (e le persone) una volta erano
‘radicate’ nelle economie e nelle società locali, ora sono
‘ancorate’ a queste: hanno vantaggi ad essere collegate
ad una rete di relazioni economiche e sociali locali, ma
sono comunque meno dipendenti dalle risorse del
contesto locale e possono con più facilità salpare l’ancora
per spostarsi altrove.
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I dilemmi culturali della globalizzazione
I processi di regionalizzazione non riguardano solo
l’economia.
Il processo di disembedding provoca un senso di
insicurezza (Giddens) e apre la strada alla formazione di
nuove subculture, la rivitalizzazione di identità
tradizionali e locali e di grandi aggregazioni culturali
storiche.
L’identità nazionale può apparire un contenitore culturale
troppo grande e generico…
“STATO TROPPO GRANDE PER LE PICCOLE COSE” (Bell)
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Ma, accanto alla valorizzazione di culture identitarie
localistiche e al rischio di grandi fratture fondamentaliste,
vi sono anche spinte in direzione contraria, che delineano
un processo di ‘globalizzazione culturale’, ovvero della
costituzione di una cultura globale intesa come
interconnessione di differenti culture locali o come lo
sviluppo di culture non ancorate a un territorio.
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Tuttavia non bisogna confondere la globalizzazione dei
flussi e delle reti culturali con la formazione di un unico
sistema di valori e di norme, di significati e di identità.
Questa continua elaborazione di nuova cultura, date le
crescenti possibilità di contatti tra culture diverse, potrà
assumere la forma di ibridi culturali, una sorta
di
creolizzazione della cultura.
In questo quadro può essere possibile una pacifica
convivenza di culture diverse e l’avvio di confronti
riflessivi tra differenti valori e credenze.
Possiamo pensare a forme di globalizzazione della cultura,
qualora vi fosse un confronto razionale su credenze e
valori tale da far acquistare loro una validità verificata
intersoggettivamente (Boudon).
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Il termine "creolizzazione" deriva da concetti assimilabili
come "meticcio”,"ibrido”,"mulatto”, "sincretismo”.
Tutto questo costituisce l'"ante litteram”della globalizzazione,
e ne spiega le lontane radici, della cui evoluzione non è però
facile poter prevedere le conclusioni.
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Teoria ecologica e della disgregazione sociale
•  Approccio organico alla vita delle comunità
intrapreso da Robert Park: partendo dall’assunto
che la città fosse simile ad un corpo con differenti
organi, giunse alla concezione della città come un
insieme di cerchi concentrici distinti, che si
irradiavano dal quartiere centrale degli affari.
•  Più ci si allontanava dal centro di queste zone
concentriche, minori erano i problemi sociali
riscontrati.
•  L’idea di fondo era che la crescita delle città,
nonché la dislocazione di aree e problemi sociali
diversi, non avvengono a caso, ma obbediscono,
invece, ad un modello a zone concentriche
(Burgess)
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•  Vi sono usi dominanti del territorio all’interno
di ogni zona.
•  Quando gli usi caratteristici di una zona interna
sconfinano in una adiacente zona esterna si
verifica un’invasione, e quel territorio diviene
meno desiderabile.
•  Col passare del tempo gli invasori del territorio
sostituiscono quelli esistenti, finendo per
produrre un nuovo ambiente fisico e sociale: in
questo modo la zona interna cresce fino ad
includere quella adiacente, finendo per
provocare un effetto a catena in tutte le altre
aree della città.
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•  La prima zona è quella del quartiere centrale degli
affari, con pochi residenti, ma numerose fabbriche
e uffici.
•  Quella ad essa adiacente viene definita come zona
di transizione, poiché gli edifici amministrativi e
destinati alla produzione sconfinavano al suo
interno. Non è una zona appetibile per risiedervi,
tuttavia il suo degrado la rendeva l’area abitativa
più economica della città.
•  Zona dei lavoratori: quando era possibile
trasferirsi si sostava nella terza zona.
•  Il loro posto, nell’area di transizione, veniva preso
dalla successiva ondata migratoria.
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•  L e o s s e r v a z i o n i c o m p i u t e d a i r i c e r c a t o r i
descrivevano la città come un luogo dove la vita
sociale è superficiale, le persone sono anonime, le
relazioni transitorie e i legami parentali e amicali
deboli.
•  La Scuola di Chicago lesse l’indebolimento delle
relazioni sociali primarie come un processo di
DISGREGAZIONE SOCIALE.
•  Nella concezione di Shaw e McKay le relazioni
primarie vengono viste in modo simile a quelle di
un villaggio.
•  Un altro contributo degli stessi concerne la
spiegazione del processo attraverso il quale la
disgregazione influenza i giovani e li conduce alla
delinquenza.
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I NONLUOGHI COME FENOMENO
SPAZIALE E CULTURALE DELLA
POSTMODERNITÀ
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Marc Augè: “la surmodernità”
è definita come modernità portata all’eccesso
dovuto alla trasformazione accelerata
di tre elementi.
TEMPO
SPAZIO
INDIVIDUO
•  Tempo ≠ principio di
intelligibilità.
•  Restringimento del pianeta
(esplorazione e
globalizzazione).
•  Sovrabbondanza spaziale
(aumento riferimenti
immaginifici).
•  Produzione di nonluoghi.
•  Produzione individuale di
senso.
•  Eccesso di eventi.
•  Accelerazione della storia.
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•  Percezione della storia.
•  Problema del senso del
presente.
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Dal
luogo
al
nonluogo
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Luogo antropologico vs non luogo
• 
• 
Luogo come principio di
• 
senso per coloro che l’abitano.
centri commerciali, strutture per
Luogo come principio di
il tempo libero.
intelligibilità per coloro che
• 
l’osservano.
• 
Aeroporti, stazioni ferroviarie,
Identitario (indentità individuale
di beni e persone.
• 
e collettiva).
• 
Relazionale (comunità/gruppo).
• 
Storico (memoria).
Non identitario (identità
individuale assente).
• 
Non relazionale (incrocio di
traiettorie).
• 
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Spazi creati per la circolazione
Storia assente.