DA CINQUANT’ANNI CINQUANT’ANNI UNO UNICO E ORIGINALE DA OGGI ANCHE SUL WEB WWW.STILEORIGINALDESIGN.IT show room: via turati, 32 - brescia - tel. + 39.0306591230 - [email protected] staged/bs 1959 – 2009 “INFATTI, QUANTO PIÙ L’ARCHITETTURA È COSCIENTE DELLA FUNZIONE ESATTA CHE CON I SUOI ELEMENTI DEVE INTERPRETARE, QUANTO PIÙ È COSCIENTE, CIOÈ, DELLA RELAZIONE ESATTA TRA UTILITÀ E BELLEZZA CHE DEVE ESISTERE IN CIASCUNO DI QUEGLI ELEMENTI: TANTO PIÙ ESSA SI VA LIBERANDO DEGLI ORNAMENTI CHE MINACCIAVANO DI SNATURARLA. LE FORME DELL’ARCHITETTURA NON POSSONO RISOLVERSI SECONDO LE LEGGI DI UNA PLASTICA AUTONOMA, POICHÉ DEBBONO RISPONDERE A ESIGENZE PRATICHE DETERMINATE DA LEGGI RAZIONALI, DI CUI LA PIÙ IMPORTANTE È QUELLA DEL RAPPORTO UMANO”. ERNESTO NATHAN ROGERS ARCHITETTURA, ARTE E APPRENDIMENTO Il mio Maestro (maestro unico) ai tempi delle elementari raccontò alla classe questa cosa. “In un paese del nord Europa una persona, per strada, si ferma ad accendere una sigaretta con il fiammifero. Spentolo, lo ripone nella scatolina di cartone”. La provocazione è palese, ma cosa voleva dire il Maestro? Lo possiamo immaginare: Educare. Ciò che interessa qui è tentare di scardinare i preconcetti. Non c’è qualcosa che a priori è meglio di un’altra. Maestro unico e non solo. Ciò che importa, che conta, non è il perché o il cosa, ma il come. Come viviamo e ci appassionano le cose che facciamo. Questo secondo numero di Arch+ parte svantaggiato dai riscontri che ha avuto il primo. Lo svantaggio è ripetersi e mantenere alto il tiro. La funzione scolastica che abbiamo scelto vuole essere un auspicio, l’augurio che l’imparare, l’apprendere, non riguardi solo i nostri figli. Sempre Rogers diceva che l’insegnamento è quella cosa in cui una parte da e l’altra prende. Ma non sempre si sa da quale parte si sta. E forse è proprio questo il punto. Non sapere da quale parte si sta. Arte o architettura? Contenitore o contenuto? Architettura o fotografia? * da una conferenza di James Turrell a BergamoScienza del 19/10/2008. Sì, perchè l’altro stimolante tema che affrontiamo in questo numero, e in qualche modo correlato al precedente, è l’arte. Quante volte abbiamo avvicinato, attraverso Maestri come Rodari, Munari o Klee l’insegnamento all’arte? Quante volte ci siamo meravigliati, più da piccoli che da grandi della “straordinarietà delle cose evidenti”? Quante volte un disegno di un bambino ci ha emozionato quanto un’opera d’arte? Basta fare un salto alla PinaC, la Pinacoteca internazionale dell’età evolutiva a Rezzato per rendersene conto. Entrambi questi temi, apprendimento e arte assumono una forte connotazione se messi in relazione all’architettura. Architettura come disciplina ed attività di servizio, come attività grazie alla quale è possibile concepire e formare luoghi e spazi. Luoghi in cui è possibile insegnare o imparare, tra le varie discipline, anche l’architettura stessa. Dunque, come in un quadro di Escher, in cui inganni prospettici creano percorsi con scale infinite senza un inizio o una fine, anche l’architettura può diventare un percorso di apprendimento, un modo di vedere, ed “aprire le porte alla percezione attraverso una forma aurorale dello sguardo, che poi è lo sguardo non corrotto dei bambini”*. Bisognerebbe arrivare qui, attraverso l’arte e l’architettura “carpire la delizia della vita”(*). Sappiamo che ci vuole tempo, e sapremo pazientare. Lo diceva anche Picasso: “...ci vogliono molti anni per diventare giovani”. RVM 1 In copertina: Luciano Baldessari a Brescia, Casa della Madre e del Fanciullo (1935-37) Porsche consiglia Porsche consiglia www.brescia.porsche.it Nuova energia. Spirito immutato. La nuova Cayenne Diesel. Venite a provarla dal 26 febbraio al 7 marzo presso il Centro Porsche Brescia e il Centro Porsche Brescia Città. Tipica di Porsche la vocazione al miglioramento continuo. Il turbodiesel V6 da 3 litri, per esempio, è dotato di iniezione diretta e turbocompressore con turbine a geometria variabile (VTG). Risultato: alta efficienza e bassi consumi. Consumi ciclo combinato: 9,3 l/100 km. Emissioni CO2: 244 g/km. Centro Porsche Brescia Saottini Auto Srl - Concessionario Porsche Via Faustinella 3/5/7, Desenzano (BS) Tel. 030 9150711 Centro Porsche Brescia Città Saottini Auto Srl - Concessionario Porsche Viale S. Eufemia 94 b, Brescia Tel. 030 3695621 PER EVENTUALI SEGNALAZIONI POTETE CONTATTARE LA CASELLA DI POSTA ELETTRONICA .66 FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO OGGI LA SCUOLA ELEMENTARE .68 GREI STAZIONE DOSSO DEI GALLI MARIANI UNA STORIA DI QUALITÀ MODEL LA SCALA DEL MODELLO ARCHITETTONICO#1 TECHNO LE SCHERMATURE SOLARI APOSTOLI IL CONTRIBUTO DELLE SCHERMATURE SOLARI NEL RISPARMIO ENERGETICO ECOSOSTENIBILE/1 I.I.S. DON MILANI A MONTICHIARI LIGHT LUCE E SOSTENIBILITA’ NEGLI EDIFICI PUBBLICI PROVINCIA SCUOLE PER UN FUTURO PIÙ SOSTENIBILE ARTE+ARCHITETTURA CONVERSAZIONE CON CARLO CLERICI E MASSIMO MININI .72 .76 INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE VIGNOLA .78 DOMANI CONCORSO CULT .80 DI PROGETTAZIONE BONATE SOPRA (BG) CARTOONIST ART BY RIPA .84 DOMANI CONCORSO (IDGZ) PASSO MANIVA VALLONCINI L’«ACCADEMIA» LE SCENOGRAFICHE «TRASPARENZE» DEL VETRO BUSSACCHINI E LE “LUCI” DELLA CITTÀ GEROSA FOLLETTO: MITO A DUE RUOTE IL LABORATORIO DELLE IDEE DEL GIARDINO .88 CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE CAMPUS DI SCHIO POSSIBILI CHIAVI INTERPRETATIVE CHERUBINIGROUP .92 METRA ASSISTENZA PROGETTI PESCINI TECNOLOGIE MODERNE L’ALTERNATIVA MODERNA .96 A MONTIRONE DOMANI .100 .28 .32 .36 .38 AD AZZANO MELLA .105 .12 .16 .20 .24 .26 .43 CRISTOFORO COLOMBO OGGI ASILO NIDO .47 .60 .62 IERI LA SCUOLA ELEMENTARE .107 .9 .6 .10 METRA MAP E DEL FANCIULLO .112 .110 .108 [email protected] CON ALF HOWLID RIFLESSIONI SUL RAPPORTO TRA ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA IERI CASA DELLA MADRE .52 NEL PROSSIMO NUMERO: ARCHITETTURA DEL GUSTO IERI, OGGI, DOMANI: CANTINE E ARCHITETTURA ESEMPI IN FRANCIACORTA E SUL GARDA PROGETTARE ECOSOSTENIBILE OUT-SITE LA CANTINA PETRA DI MARIO BOTTA FOOD DESIGN CASE HISTORY LOCALI IN BRESCIA E PROVINCIA RUBRICHE: ARCHITETTURA E PAESAGGIO TECHNO LIGHT FATTI+PERSONE CULT CARTOONIST MODE. CORSO DI MODELLISTICA FOTOGRAFARE L’ARCHITETTURA APPUNTI DI VIAGGIO INCONTRO .54 INSERTO REALIZZATO DA PUBLIADIGE SUPPLEMENTO AL NUMERO ODIERNO DI BRESCIAOGGI DIRETTORE RESPONSABILE MAURIZIO CATTANEO SOCIETÀ EDIZIONI BRESCIA S.P.A. PRESIDENTE ALBERTO STELLA CONSIGLIERE DELEGATO ALESSANDRO ZELGER PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE LA STANZA BORDEAUX (BRESCIA) STAMPA TIBER (BRESCIA) CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ PUBLIADIGE S.R.L. BRESCIA VIA ERITREA 20/A, TEL. 030.2911211 REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI BRESCIA N. 11/2009 DEL 18/02/2009, RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DEI DATI (D. LGS. 196/03) È IL DIRETTORE RESPONSABILE. REPERTORIO .58 INSERTO A CURA DI PAOLO MESTRINER, GIULIANO VENTURELLI E CINZIA REBONI; COMITATO SCIENTIFICO PAOLO MESTRINER E GIULIANO VENTURELLI; COORDINAMENTO REDAZIONALE CINZIA REBONI HANNO COLLABORATO: MARCO CILLIS, MARCO FRUSCA, CARLO LAZZARONI, FRANCESCA LONATI, VINCENZO MARCHESE, MASSIMO MININI, LUCA MOLINARI, NICOLA MORI, STEFANO ORIZIO, CAROLINA ROVATI, SILVIA ZOGNO. FOTOGRAFIE ARCHIVIO STUDIOAZERO (PAGINA 9) ALESSANDRO VITALE (PAGINE 10,11, 32, 33, 34, 35) ARCHIVIO ABDA (PAGINE 16,17,18) ARCHIVIO LUSSIGNOLI ASSOCIATI SRL (PAGINE 21, 22) ARCHIVIO ORIZIOMODELLI (PAGINE 36, 37) GIULIANO VENTURELLI (PAGINE 38, 39, 40, 47, 49, 50) MAURO PINI (PAGINA 41) ARCHIVIO SIMES (PAGINE 52, 53) FRANCESCA LONATI (PAGINE 60, 61) ARCHIVIO GEROSA (PAGINE 78, 79) AGENZIA FOTOLIVE (PAGINE 80, 81) DAL SALOTTO ALLA NAUTICA: OPERAZIONE QUALITA’ AL «SOLITO» MATTONE BROLI E ASSOCIATI DEXIA IL FOTOVOLTAICO «CHIAVI IN MANO» BUIZZA IMMOBILIARE LA CASA DEL TERZO MILLENNIO MOSTRE MAURIZIO DONZELLI LA NATURA DELLE COSE MOSTRE 99 ICONE DA SEGNO A SOGNO FATTI + PERSONE LAST MINUTE SCATTO D’ARTISTA MAURO PINI POZZO DI LUCE 3 IL “RUOLO” DEI LUOGHI PUBBLICI Il bene pubblico, questo grande assente. Spesso sulle lapidi in testa alle grandi fontane barocche o all’ingresso di porte rinascimentali troviamo la scritta «ad cives commodita», ovvero, per il benessere del cittadino, e immediatamente capiamo che queste opere erano realizzate non solo come segno del potere che le consentiva, ma insieme come elemento di qualità diffusa all’interno della città. Ogni volta che ne incontro una sono preso da uno strano struggimento, una emozione carica di indignazione ogni qual volta questo motto si scontra con le tante, troppe notizie di crolli, devastazioni, incuria del patrimonio scolastico e genericamente pubblico italiano. Non sto parlando chiaramente dei pochi, virtuosi casi di bell’architettura pubblica e civile che a volte vediamo pubblicate sulle nostre riviste, penso ad esempio all’ultima opera di Giancarlo De Carlo, un asilo nella periferia di Ravenna terminato pochi mesi fa, oppure ad altre scuole progettate da Citterio, C+S, o ad una serie di piccoli e grandi concorsi recentemente aggiudicati soprattutto nel nord Italia. No, questi buoni esempi, sono le occasioni che evitano lo scandalo diffuso e che dimostrano che, anche in Italia, si può fare e molto bene. Alludo a un diffuso atteggiamento culturale e amministrativo che vede nella cosa pubblica un problema se non può essere subito messa a reddito, senza accorgersi che i nuovi spazi collettivi e sociali saranno una delle frontiere più avanzate della ricerca dei prossimi anni. Non è un caso che Gran Bretagna e Francia approfittino della crisi per rimettere mano al sistema scolastico e ai suoi edifici; che il presidente Obama abbia più volte dichiarato che la risoluzione della crisi passerà dalla riforma fisica e culturale radicale dei luoghi pubblici, ripensati secondo criteri eco-sostenibili e insieme pensando alle comunità sociali, diverse e mutevoli, del prossimo futuro. Da questi segnali si misura il grado di civiltà ed evoluzione di un popolo e, insieme, le possibilità che avrà di crescere nei prossimi decenni. I luoghi pubblici saranno i mediatori sociali e i luoghi in cui le differenze si potranno incontrare per costruire nuova società. Un paese che ha paura del proprio vicino, del futuro e di chi è solamente diverso, è un paese destinato a una lenta, malinconica decadenza. E la nostra architettura che tipo di contributo potrà dare per aiutare ad invertire questa pericolosa deriva? LUCA MOLINARI PROFESSORE DI STORIA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA ALLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DELLA II UNIVERSITÀ DI NAPOLI I NUOVI SPAZI COLLETTIVI E SOCIALI SARANNO UNA DELLE FRONTIERE PIÙ AVANZATE DELLA RICERCA DEI PROSSIMI ANNI 5 OSSERVATORIO REPERTORIO SULLA PROVINCIA .01 .02 .03 .01 PROGETTISTA: CAMILLO BOTTICINI LUOGO: RONCADELLE - BRESCIA OGGETTO: MENSA SCOLASTICA ANNO: 2003-2006 COMMITTENTE: COMUNE DI RONCADELLE .02 PROGETTISTA: CAMILLO BOTTICINI LUOGO: VILLAFRANCA - VERONA OGGETTO: MENSA, CENTRO POLIFUNZIONALE ANNO: 2005-2008 COMMITTENTE: COMUNE DI VILLAFRANCA .04 .05 .06 .03 PROGETTISTA: CAMILLO BOTTICINI, ANGELO BIANCO LUOGO: ALBANO S. ALESSANDRO - BG OGGETTO: EDIFICIO DI SERVIZIO AL POLO SCOLASTICO ANNO: 2003-2008 COMMITTENTE: COMUNE DI ALBANO S. ALESSANDRO .04 PROGETTISTA: PAOLO MESTRINER - STUDIOAZERO, PAOLO PEDRALI, ALESSANDRO ROSSINI LUOGO: GUSSAGO - BRESCIA OGGETTO: AMPLIAMENTO SCUOLA MATERNA ANNO: 2003-2004 COMMITTENTE: COMUNE DI GUSSAGO .05 PROGETTISTA: PAOLO MESTRINE - STUDIOAZERO, PAOLO PEDRALI, ALESSANDRO ROSSINI LUOGO: GUSSAGO - BRESCIA OGGETTO: AMPLIAMENTO SCUOLA ELEMENTARE ANNO: 2003-2004 COMMITTENTE: COMUNE DI GUSSAGO .07 .08 .10 .09 .11 .06 PROGETTISTA: GIANNI BONTEMPI, VITTORINO BOTTAZZI LUOGO: BROZZO DI MARCHENO - BRESCIA OGGETTO: AMPLIAMENTO SCUOLA MATERNA “BROZZO” ANNO: 2008 COMMITTENTE: SCUOLA MATERNA “BROZZO” .07 PROGETTISTA: CARLO LAZZARONI, GIULIANO VENTURELLI LUOGO: ISEO - BRESCIA OGGETTO: PALESTRA ISTITUTO ANTONIETTI ANNO: 2007-2009 COMMITTENTE: PROVINCIA DI BRESCIA .12 .13 .08 PROGETTISTA: BASILIA BARCELLA, AUGUSTO ZAMBELLI, LUCA SENECI LUOGO: CAZZAGO SAN MARTINO - BRESCIA OGGETTO: AMPLIAMENTO SCUOLA ELEMENTARE ANNO: 1994-1999 COMMITTENTE: AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CAZZAGO SAN MARTINO 6 .09 PROGETTISTA: DESSIVO VIANELLI LUOGO: TORBOLE CASAGLIA - BRESCIA OGGETTO: SCUOLA MEDIA “LEONARDO DA VINCI” ANNO: 2001 COMMITTENTE: COMUNE DI TORBOLE CASAGLIA .10 PROGETTISTA: DESSIVO VIANELLI LUOGO: OSPITALETTO - BRESCIA OGGETTO: LA CASA DELL’ARCOBALENO ANNO: 1998-1999 COMMITTENTE: COMUNITÀ FRATERNITÀ .14 .15 .16 .11 PROGETTISTA: STUDIO ASSOCIATO CIGOGNETTI-PICCARDI-VITALE LUOGO: SERLE - BRESCIA OGGETTO: SCUOLA ELEMENTARE ANNO: 2000-2005 COMMITTENTE: COMUNE DI SERLE .12 PROGETTISTA: CARLO LAZZARONI, DANIELE BILIOS, GIULIANO VENTURELLI LUOGO: MONTICHIARI - BRESCIA OGGETTO: I.I.S. DON MILANI ANNO: 2004-2007 COMMITTENTE: PROVINCIA DI BRESCIA .13 PROGETTISTA: LUCIANO LUSSIGNOLI, PAOLO GREPPI, PIERLUIGI BIANCHETTI, FLAVIO BUONOPANE, GIOVANNI ZILETTI, FABRIZIO BONOMI LUOGO: COCCAGLIO - BRESCIA OGGETTO: SCUOLA PER L’INFANZIA ANNO: 2003-2004 COMMITTENTE: COMUNE DI COCCAGLIO .14 PROGETTISTA: MARCO MEDEGHINI LUOGO: COLLEBEATO - BRESCIA OGGETTO: AMPLIAMENTO LOCALE MENSA SCUOLA PRIMARIA ANNO: 2005-2006 COMMITTENTE: COMUNE DI COLLEBEATO .15 PROGETTISTA: STUDIO DI ARCHITETTURA ARCH. FASSER, ING. FASSER, ARCH. METTIFOGO LUOGO: SALÒ - BRESCIA OGGETTO: LICEO SCIENTIFICO ANNO: 2002-2005 COMMITTENTE: PROVINCIA DI BRESCIA .16 PROGETTISTA: AEU SRL LUOGO: LENO - BRESCIA OGGETTO: SCUOLA MATERNA ANNO: 2002 COMMITTENTE: COMUNE DI LENO .17 PROGETTISTA: GREPPI & BIANCHETTI STUDIO LUOGO: PALAZZOLO SULL’OGLIO - BRESCIA OGGETTO: MENSA PER LA SCUOLA MATERNA ANNO: 2003-2006 COMMITTENTE: COMUNE DI PALAZZOLO SULL’OGLIO .17 .18 .19 .18 PROGETTISTA: LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L. LUOGO: MONTIRONE - BRESCIA OGGETTO: ASILO NIDO ANNO: 2004-2007 COMMITTENTE: COOPCASA S.C., COOPERATIVA LA FAMIGLIA “IL MULINO DI MONTIRONE”, EDILMONT S.R.L., 2P COSTRUZIONI S.R.L. .19 PROGETTISTA: CAMILLO BOTTICINI LUOGO: AZZANO MELLA - BRESCIA OGGETTO: SCUOLA ELEMENTARE ANNO: 1999-2005 COMMITTENTE: COMUNE DI AZZANO MELLA 7 DAL 1948 NEL CUORE SOLO MADE IN ITALY giunto]. Vi potevano partecipare opere dopo un anno dalla realizzazione così che potevano essere valutati sia gli aspetti estetici che quelli funzionali. Il risultato è stato il riconoscimento della miglior scuola. Un’operazione culturale che mirava a divulgare la qualità dell’edilizia scolastica testimoniata anche da pubblicazioni e “A L L A F I N E D E G L I A N N I ‘ 9 0 C’È STATO UN NUOVO INTERE SSE PER LE SCUOLE, C ’ E R A LA VOLONTÀ DI METTERE IN RELAZIONE GLI ARCHITETTI E I PEDAGOGHI CON PROGETTI NUOVI, MODERNI, CON ALLA BASE QUESTA INTERAZIONE” esistenti , erano scuole con un’architettura tradizionale e non era possibile modificarne lo spazio o adattarlo ai nuovi sistemi pedagogici. In questo contesto, noi della Norsk Form [un’organizzazione del Ministero della Cultura con lo l’obiettivo di tenere i rapporti con le persone], abbiamo organizzato una serie di convegni con architetti e pedagoghi. Abbiamo organizzato un Premio dal 1998 al 2004 [non era necessario prolungarlo oltre poiché lo scopo di divulgazione pubblica era stato rag- mostre In che modo i temi della sostenibilità e del risparmio energetico vengono affrontati? Oggi ci sono nuove regole che progressivamente aumentano le restrizioni. Quello che si poteva fare qualche anno fa non è più possibile, ad esempio le grandi superfici vetrate non sono concesse.... Quale è il rapporto e la divulgazione che l’architettura ha nei diversi livelli scolastici? In Norvegia si ha l’impressione che ci sia una cultura SOPRA: VÅGSBYGD, SCUOLA SUPERIORE A LATO: BAKKELÃ KKA, SCUOLA SECONDARIA INCONTRO CON ALF HOWLID architettonica molto diffusa, e vero? Dagli anni novanta la scuola ha avuto come tema di insegnamento l’architettura per bambini e per gli allievi delle scuole superiori, ma ancora esiste una grossa incertezza su come l’insegnamento dovrebbe essere fatta. Qui in Norsk Form sviluppiamo nuovi metodi di insegnamento nei laboratori come esercizio architettonici in grande scala dove gli studenti partecipano attivamente nelle costruzioni con le braccia e i piedi. Negli ultimi 10 anni l’interesse per l’architettura è molto cresciuto in Norvegia. La buona economia negli ultimi anni ha dato la possibilità ai giovani architetti di realizzare molte opere e ha cosi potuto aumentare le proprie esperienze e con questo la qualità delle cose costruiti sono di buona fattura. APPUNTI DI VIAGGIO Come è la situazione dell’edilizia scolastica in Norvegia? Alla fine degli anni ‘90 c’è stato un nuovo interesse per le scuole, c’era la volontà di mettere in relazione gli architetti e i pedagoghi con progetti nuovi, moderni, con alla base questa interazione. Si era poi determinata la condizione che l’80% delle scuole ARCHITETTURA SCOLASTICA IN NORVEGIA PAOLO MESTRINER E VINCENZO MARCHESE 9 IERI “UN’ENTITÀ IN GRADO DI MISURARSI CON IL CONTESTO E AL CONTEMPO INCLUDERE I DETTAMI, GLI STILEMI, DELL’ ARCHITETTURA MODERNA” ARCHITETTO LUCIANO BALDESSARI PAOLO MESTRINER 10 Passeggiando in quello che oggi viene chiamato “Comparto Milano” ci si può imbattere in un edificio discreto, dai lineamenti moderni, senza sapere che in realtà è stato progettato e costruito tra il 1935 e il 1937. In quel periodo storico la produzione architettonica nazionale dava esempi eccellenti nell’architettura per l’istruzione come l’asilo Sant’Elia di Giuseppe Terragni a Como o l’Accademia di Scherma al Foro Italico di Roma, autore Luigi Moretti. Appare tuttavia singolare che un architetto milanese, Luciano Baldessari, con alle spalle già un’attività di un certo rilievo venga invitato a progettare la Casa della Madre e del Bambino [scritta tutt’oggi presente sulla facciata nord]. La localizzazione è all’angolo tra via Antonio Marchetti [architetto bresciano del ‘700 autore tra l’altro della facciata del Duomo Nuovo e del Ridotto del Teatro Grande] e Via Martino Franchi in una zona in espansione dove alla presenza di capannoni produttivi si affiancavano isolati di matrice novecentista e il quartiere di Campo Fiera appena costruito. È proprio questo confronto con il contesto che ci fa percepire l’edificio, con pianta a “L” aperta su un giardino interno, come un’entità in grado di misurarsi con il contesto e al contempo includere i dettami, gli stilemi, dell’architettura moderna. Lo possiamo distinguere nella proporzione delle aperture, nei rivestimenti, nella mancanza di aggetti delle gronde, nella scelta e nell’uso dei materiali: una pelle in mattoni inquadrata da un rivestimento in pietra, Ceppo di Gré, che diventa occasione compositiva per il basamento e le lesene. A questo rivestimento urbano “duro” si contrappone un interno gentile in intonaco bianco, sul giardino, che si misura con l’utilizzo, bambini soprattutto, degli spazi aperti. Nei progetti di Luciano Baldessarri è chiara un’attitudine concettuale del progettista, attitudine che trova le radici all’interno della sua opera soprattutto nel vicino rapporto tra pittura e architettura, attività peraltro frequente in altri architetti come Giò Ponti o Asnago e Vender, figure rappresentative del momento felice [gli anni ’60] dell’architettura italiana. Anche nel giardino troviamo uno studio accurato dei dettagli. “Trattato come superficie geometrica divisa in aree funzionali, è scandito dalla presenza di elementi architettonici: in particolare la fontana circolare e l’astratto colonnato per i rampicanti”.1 Nel tempo l’edificio ha subito manomissioni importanti che hanno in parte snaturato l’opera come le terrazze-solarium al primo piano denunciate in origine dalle aperture senza infisso su via Franchi e sulle finestre ad oblò degli alzati minori, oggi completamente tamponati. LUCIANO BALDESSARI (ROVERETO,1896 - MILANO, 1982) LAUREATOSI AL POLITECNICO DI MILANO NEL 1922, OPERÒ A PARIGI E A BERLINO COME SCENOGRAFO TEATRALE DAL 1922 AL 1926 E A NEW YORK DAL 1939 AL 1948. REALIZZÒ IN PURO LINGUAGGIO RAZIONALISTA ALLESTIMENTI PER MOSTRE (ALLESTIMENTI PER IL PALAZZO REALE, PADIGLIONI BREDA ALLA FIERA DI MILANO DAL 1950 AL 1955), NEGOZI, ABITAZIONI (ALCUNI QUARTIERI INA CASA IN LOMBARDIA, LA CELEBRE TORRE DI ABITAZIONE ALL’HANSAVIERTEL DI BERLINO DEL 1959), EDIFICI INDUSTRIALI. (DA ITINERARI DI BRESCIA MODERNA DI PAOLO VENTURA, ALINEA EDITRICE, FIRENZE 1992) “A Q U E S TO R I V E S T I M E N TO U R B A N O “ D U R O ” SI CONTRAPPONE UN INTERNO GENTILE IN INTONACO BIANCO, SUL GIARDINO, CHE SI M I S U R A C O N L’ U T I L I Z Z O , B A M B I N I SOPRATTUTTO, DEGLI SPAZI APERTI.” 11 MENTAZIONE ARBOREA E FLOREALE). COMMITTENTE: OPERA NAZIONALE MATERNITÀ E INFANZIA (PRESIDENTE: SILENO FABBRI); FEDERAZIONE PROVINCIALE DI BRESCIA (PRESIDENTE: O. BUFFONI). CASA DELLA MADRE E DEL FANCIULLO PROGETTISTA: LUCIANO BALDESSARI REALIZZAZIONE: 1935-37 COLLABORATORI: ANDREA VISOLI (UFFICIO TECNICO PROVINCIALE, DIRETTORE DEI LAVORI); LUIGI MINGUZZI (CONSULENZA PER L’ORNA- IERI ARCHITETTO GIACOMO MUTTI MARCO FRUSCA 12 La scuola più moderna d’Italia La maggiore responsabilità degli architetti è quella di costruire le scenografie dove si svolge la nostra vita di ogni giorno, di ‘ambientare’ i momenti della nostra esistenza, di arredare i nostri ricordi. Questo rapporto con gli spazi, profondamente intimo ed inevitabilmente costitutivo del nostro essere, gravido di memoria e formativo della nostra percezione, è il modo in cui l’architettura entra nella nostra vita di ogni giorno. La responsabilità di chi progetta una scuola è dunque tanto più grande in quanto realizza la scena dove i bambini faranno la loro prima esperienza di vita sociale, compiranno i loro primi atti al di fuori della casa e della famiglia, spesso si svolgeranno i primi episodi indimenticabili nella loro vita. Questa premessa per legittimare un’introduzione del tutto personale, sul filo del ricordo ancora vivido nonostante i quarantacinque anni passati dalla prima volta che la vidi, della scuola C.Colombo di Giacomo Mutti. L’impatto fu forte, già dall’esterno. Il volume basso ed esteso, la forma aperta ed articolata, le coperture piane…Dentro poi lo stupore non poteva non cogliere chi, come me, aveva fino a quel momento conosciuto costruzioni non ‘ moderne’ .Non lunghi corridoi ritmati monotonamente da alte finestre impettite, non facciate alte e sdegnose che celano le stanze gerarchicamente distribuite, ma costruzioni razionali, trasparenti, spazi calibrati esattamente per l’uso che ne devono fare le persone ( ‘a misura d’uomo’avrei imparato poi che si diceva, e sarebbe stato, detto più o meno a proposito, fino alla nausea). Era, aveva scritto il giornale, “il più moderno esempio di scuoleelementari che sia stato finora progettato o costruito in Italia” Corridoi ampi illuminati da vetrate al posto delle pareti, che si collegavano attraverso piani inclinati… E poi le classi, con una vetrata che dava sull’esterno, il giardino che era la zona di lezione all’aperto, le aule grandi che avevano anche lo spogliatoio interno. Lo spazio era fluido e dinamico, organizzato attraverso relazioni e non cesure tra dentro e fuori, tra un ambiente e l’altro. Gli spazi delle istituzioni hanno anche un valore simbolico: una scuola, un teatro, un ospedale, un tribu- “L’IMPATTO FU FORTE, GIÀ DALL’ESTERNO. IL VOLUME BASSO ED ESTESO, LA FORMA APERTA ED ARTICOLATA, LE COPERTURE PIANE…” 1961-63 COLLEGIO FRANCISCANUM GIACOMO MUTTI (BRESCIA,1927) LAUREATOSI IN ARCHITETTURA A MILANO NEL 1951, HA SVOLTO UNA INTENSA ATTIVITÀ PROFESSIONALE NEGLI ANNI SESSANTA REALIZZANDO: LA NUOVA FACCIATA DEL CINEMA CROCIERA (1956), IL COLLEGIOCONVITTO “FRANCISCANUM” (1961-63), LA SCUOLA MATERNA “SORELLE AGAZZI” A MOMPIANO (1958-61), IL PIANO PARTICOLAREGGIATO DI BRESCIA DUE (CON ALTRI, 1962-64), IL FABBRICATO MAGGINI (1967-70). PUBBLICISTA ATTENTO AL DIBATTITO CITTADINO SUI TEMI DELL’URBANISTICA, UOMO DI CULTURA, È STATO PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI, CONSIGLIERE COMUNALE E ASSESSORE AL COMUNE DI BRESCIA. (DA ITINERARI DI BRESCIA MODERNA DI PAOLO VENTURA, ALINEA EDITRICE, FIRENZE 1992) LA SCUOLA ELEMENTARE CRISTOFORO COLOMBO NUOVA FACCIATA CINEMA CROCERA PROGETTO: GIACOMO MUTTI PROGETTO: 1955 REALIZZAZIONE: 1960 nale, con la loro forma e il loro modo di porsi nello spazio ci dicono anche che rapporto intrattengono con la città e i cittadini, quale concezione di vita civile li ha espressi e quale idea di società prefigurano, in quale modo legittimano e mantengono la loro autorità. La scuola infondeva ottimismo, quell’ottimismo sano che è serena fiducia nella razionalità, piena certezza nella comunità democratica che altro non è che il sentirsi pienamente partecipe di un’istituzione, comprenderne la logica ed il fondamento, avere fiducia in un’istituzione di cui risultano condivisibili, razionali, chiari anche i valori simbolici espressi. Erano gli anni’60, il paese usciva dall’emergenza della ricostruzione e sembrava pregustare il benessere economico, soprattutto sembrava avviato a diventare moderno: moderno era la parola magica… SUPERFICIE DEL LOTTO: MQ 10500 AREA COPERTA: MQ 3300 CIRCA PROGRAMMA FUNZIONALE: SCUOLA, AUDITORIUM, MENSA E PALESTRA 1956 13 IERI ARCHITETTO GIACOMO MUTTI MARCO FRUSCA NICOLA MORI La scuola elementare Cristoforo Colombo sorge su un lotto di 10500 mq, delimitato da Via Cominazzi a nord, da Via Martinoni ed est, Viale C. Colombo a sud e via Francino ad ovest. Si tratta di un isolato più grande che irrompe dunque nel tessuto omogeneo e minuto dei lotti circostanti di villette mono-bifamiliari sorte nella stessa epoca nell’ambito dei diversi programmi di edilizia sociale. Il progetto dell’architetto Giacomo Mutti porta la data del 24 12 1955, i lavori iniziarono solo tre anni dopo per concludersi nel 1960. Mutti,allievo di Muzio al Politecnico di Milano, era allora ventottenne, e si era messo in luce con il progetto di un condominio in Via Mantova;il progetto gli era valso l’attenzione e l’incarico dell’amministrazione comunale, desiderosa di coinvolgere anche i più giovani nella ricostruzione. L’edificio, la cui area coperta nel progetto originale era di circa 3300 mq, pari al 32% del lotto, si articola in una grande C su due piani, in cui il corpo centrale corto, su Viale C. Colombo, è destinato ad uffici e servizi e le due ali laterali alle aule, distinte in sezioni maschili e femminili, come usava allora. All’epoca in cui venne costruita la normativa prevedeva classi di 30 massimo 36 alunni e dunque, con le sue venti classi, la scuola poteva accogliere fino a 720 alunni. Alle estremità opposte di questa grande corte si innestano il volume in mattoni dell’auditorium a sud, quello della mensa, pure in mattoni, e della palestra a nord. L’identità di queste funzioni è immediatamente leggibile dalle caratteristiche architettoniche: l’auditorium è un parallelepipedo sormontato da sei telai in c.a. a vista che sostengono la copertura a padiglione basso, la mensa ha una copertura a doppia falda, la palestra infine è racchiusa da 7 grandi archi in c.a. che sostengono la copertura a botte ed ospitano i meccanismi di movimento dei pannelli laterali che possono aprirsi ad ali di gabbiano. L’impianto complessivo consente di ottimizzare gli spazi vuoti a fini didattici, garantendo a ciascuna aula uno spazio pertinenziale all’aperto e disloca le funzioni non didattiche in modo da essere pienamente accessibili dall’esterno senza interferenze con la vita della scuola, rendendole fruibili in modo autonomo dal quartiere, secondo una visione politicamente lungimirante ed attuale dei servizi pubblici. L’ingresso principale sul fronte di Viale C.Colombo da accesso alla sala professori, alla segreteria e alla direzione al piano terra, al I° piano al museo didattico ed alla biblioteca. Agli angoli opposti di questo lato ci sono gli ingressi femminili su Via Francino e maschile su Via Martinoni. Anche all’interno è garantita la separazione dei percorsi tra la vita didattica e le necessità amministrative pubbliche, che si distribuiscono su un corridoio più alto di 60 cm rispetto a quelli delle aule e che si collegano con una scala autonoma tra i due piani. I due piani di aule invece sono uniti in entrambe le ali da un’ampia rampa che, nel corpo su via Francino aggetta in facciata mentre è interna al corpo maschile che da sul cortile, rimanendo però leggibile per il taglio delle aperture. Questo collegamento, lungi dall’essere un mero superamento di barriere architettoniche, è un elemento architettonico caratterizzante. Scriveva Mutti nella relazione di progetto: “Si è preferito l’uso delle rampe a quello delle scale ( più economiche dal punto di vista unicamente delle superficie e volume di ingombro, ma più costose nelle opere di finitura) per le seguenti importanti ragioni:minore rumorosità e minore pericolosità della struttura, tenuto conto della quantità e della qualità degli utenti; migliore possibilità di sorveglianza anche da punti lontani; maggiore facilità di deflusso; maggiore possibilità di condurre ordinatamente le scolaresche incolonnate; maggiore facilità di manutenzione “LO SPAZIO ERA FLUIDO E DINAMICO, ORGANIZZATO ATTRAVERSO RELAZIONI E NON CESURE TRA DENTRO E FUORI, TRA UN AMBIENTE E L’ALTRO.” 14 mento murario; pure tamponate risultano gran parte delle vetrate dei corridoi a piano terra. C’è stato anche un intervento di ampliamento progettato però dallo stesso architetto e dunque inserito organicamente nel contesto originale; inoltre la scultura del volo di gabbiani, originariamente collocata al centro di una vasca d’acqua nel giardino della mensa, è stata- peraltro felicemente- trasportata sulla copertura dell’ingresso. Infine per quanto gli interventi di manutenzione ordinaria siano solitamente accorti e solleciti, essi paiono trascurare l’importanza delle cromìe originali, in questo come in altri edifici: ne è purtroppo esempio la ritinteggiatura operata di recente. Nonostante ciò la scuola mantiene intatta la valenza storica delle invenzioni architettoniche, all’epoca novità radicali che non hanno avuto forse la risonanza dovuta. Il Giornale di Brescia del 13 novembre 1954 titolava “Progettato per il quartiere di via Chiusure il più moderno edificio scolastico d’Italia” ma non risulta che nessuna pubblicazione del settore se ne sia poi occupata, e certo neppure lo stesso Giacomo Mutti si preoccupò trovare canali di diffusione per questo lavoro ( a differenza di altre sue opere, pubblicate). Così ne parla egli stesso, in una recente intervista : “Non mi sono preoccupato di contattare nessuno.. all’epoca non era così importante, eppure forse è il progetto a cui sono più legato, quello che sento di più, …ed è anche il primo…” LA SCUOLA ELEMENTARE CRISTOFORO COLOMBO e di pulizia. Inoltre l’inserimento di tali collegamenti verticali nei corridoi, ampliandone il volume, da ad essi maggiore respiro e ne interrompe la monotonia.” Questo elemento, che non risulta essere stato usato prima in altre scuole o quantomeno non era e non è sicuramente diffuso, va considerato dunque un’invenzione di Mutti, invenzione non certo priva di una sua teatralità, al di là delle intenzioni funzionali esplicitate. Teatralità intesa sia come ‘esibizione dell’azione/ funzione’( e in tale senso è teatrale anche l’inclusione nelle aule dello spogliatoio, quasi fosse retropalco) sia come capacità da meccanismo scenografico barocco, di generare ‘stupore e meraviglia’. La ‘teatralità’ del progetto in questo senso culmina nella ‘macchina scenica’ delle pareti apribili della palestra, costituite “da pannelli metallici con interposto strato isolante dimensionati secondo gli interassi degli archi (m 4 x 3.2 h) e mobili verso l’esterno a coulisse, con contrappesi lungo gli archi. Tale struttura permette di usufruire di uno spazio coperto a battenti aperti, più ampio di una volta e mezza (18 x 24) di quello della palestra a battenti chiusi (12 x 24), utile per gli esercizi e le rappresentazioni collettive all’aperto, nonché allo svolgimento delle lezioni di ginnastica, nei mesi più caldi.” La scelta di ricorrere alla illuminazione e ventilazione naturale genera la sezione delle aule, di forma trapezoidale, con il soffitto inclinato per consentire un’apertura all’esterno alta e continua sopra il corpo più basso dei corridoi. Purtroppo queste aperture sono state chiuse con muratura e ne rimane traccia solo dall’esterno. Non è questa l’unica trasformazione subita dalla scuola nel corso di questi anni. Innanzitutto i pannelli metallici di apertura laterale della palestra ad ali di gabbiano sono scomparsi, sostituiti da un tampona- 15 OGGI ARCHITETTO CAMILLO BOTTICINI Il progetto è volto a costruire una didattica che integri in continuità gli spazi aperti ed esterni, conferendo alle aule un carattere intimo domestico e misurato. L’ampliamento della scuola elementare di Azzano Mella è uniformato ad un principio di flessibilità che ne permetta un adattamento distributivo mutante nel futuro. Le aule affacciano sullo spazio aperto con una parete vetrata continua che le estende visivamente al patio realizzando l’effetto di “ecole en plen air” totalmente proiettata verso l’esterno e sono protette dalla luce diretta del sole con una profonda pensilina frangisole. L’edificio è complessamente articolato ad abbracciare lo spazio aperto circostante in modo tale da trasformare lo spazio esterno in uno spazio interno di pertinenza della scuola . Si realizza un sistema di corti verdi misurate dall’estensione dei muri di contenimento che si raccordano in continuità all’edificio definendo una precisa identità e carattere di radicamento dell’edificio al contesto. La scuola risulta così essere aperta verso l’esterno ma contemporaneamente protetta, dai muri che la radicano al suolo. PUBBLICATO IN D’ARCHITETTURA N° 28/2005; CASABELLA, ALMANACCO GIOVANI ARCHITETTI ITALIANI 2006 SELEZIONATO PER IL FESTIVAL DELL’ ARCHITETTURA, PARMA 2005, ROMA 2006-10-13 “L’EDIFICIO È COMPLESSAMENTE ARTICOLATO AD ABBRACCIARE LO SPAZIO APERTO CIRCOSTANTE IN MODO TALE DA TRASFORMARE LO SPAZIO ESTERNO IN UNO SPAZIO INTERNO DI PERTINENZA DELLA SCUOLA.” 2006 PREMIO IN-ARCH-ANCE 2006 MENZIONE D’ONORE ALLA MEDAGLIA D’ORO DELL’ ARCHITETTURA ITALIANA 2009 CANDIDATO DALLA TRIENNALE DI MILANO AL PREMIO EUROPEO MIES VAN DER ROHE 16 17 IMPRESA: STILEDIL COSTO: 900.000,00 EURO DATI DIMENSIONALI: 1.100MQ PROGETTO: 1999-2003 REALIZZAZIONE: 2004-2005 SCUOLA ELEMENTARE AD AZZANO MELLA PROGETTO: CAMILLO BOTTICINI CONCORSO: CLAUDIO CORNA, IGNAZIO MARCHETTI, FEDERICO OMODEI, GERMANO ROVETTA, MILENA VIVENZI, NICOLA FAUSTINI STRUTTURE: DONATO AQUINO, FRANCO PALMIERI COMMITTENTE: COMUNE DI AZZANO MELLA OGGI “SI REALIZZA UN SISTEMA DI CORTI VERDI MISURATE DALL’ESTENSIONE DEI MURI DI CONTENIMENTO” ARCHITETTO CAMILLO BOTTICINI CAMILLO BOTTICINI NASCE A BRESCIA L’11 MARZO 1965. SI LAUREA IN ARCHITETTURA AL POLITECNICO DI MILANO NEL 1990. NEL 2003 DIVIENE DOTTORE DI RICERCA AL POLITECNICO DI MILANO DOVE ATTUALMENTE È PROFESSORE A CONTRATTO. SPECIFICITÀ DEL PROFILO DI CAMILLO BOTTICINI È LA RICERCA DI UNA SINTESI TRA RICERCA PROGETTUALE E QUELLA ACCADEMICA RICEVENDO PER LE OPERE REALIZZATE, NUMEROSI RICONOSCIMENTI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI A SOTTOLINEARE IL CARATTERE DI SPERIMENTAZIONE MATERIALIZZATO SU CASI CONCRETI. DAL 2008 FONDA CON GIULIA DE APPOLONIA LA SOCIETÀ ABDA, ACRONIMO DI “ARCHITETTI BOTTICINIDE APPOLONIA E ASSOCIATI SRL”. LA SOCIETÀ STA LAVORANDO SU IMPORTANTI TEMI PROGETTUALI QUALI: 18 - UN INTERVENTO DI EDILIZIA RESIDENZIALE PER 165 ALLOGGI ED UN PARCO A BRESCIA PER LA SOCIETA’ EUROPARISORSE; - UN “EDIFICIO COMPLESSO” CHE INTEGRA SCUOLE MATERNA ED ELEMENTARE, LA SEDE DELLA NUOVA ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI, ED UN EDIFICIO RESIDENZIALE (48 ALLOGGI) PER LA SOCIETÀ MILANOFIORI AD ASSAGO; - IL NUOVO POLICLINICO DI MILANO A SEGUITO DEL CONCORSO VINTO CON TECHINT E CON BOERI A QUESTE ATTIVITÀ HA UNITO LA PARTECIPAZIONE A CONCORSI INTERNAZIONALI IN ITALIA E ALL’ESTERO. TRA LE OPERE REALIZZATE PROGETTI IN AMBITI DIVERSI, OGGETTO DI PUBBLICAZIONI SULLA STAMPA SPECIALIZZATA QUALI CASABELLA, DOMUS, D’ARCHITETTURA, AREA, METALOCUS, COSTRUIRE E PREMI QUALI LA MENZIONE D’ONORE ALLA MEDAGLIA D’ORO DELL’ ARCHITETTURA ITALIANA 2006, E 2009, LA CANDIDATURA DALLA TRIENNALE DI MILANO AL PREMIO EUROPEO MIES VAN DER ROHE, LA VITTORIA PREMIO IN-ARCH-ANCE 2006 E LA SELEZIONE AI PREMI EUROPEI UGO RIVOLTA E COSENZA. STUDIO - IL NUOVO PALASPORT DI CANTÙ ( 8000 POSTI )E CONNESSO CENTRO COMMERCIALE (13000 MQ) (IN PROJECT FINANCING) - LA NUOVA SEDE PER LA TELECOM LOCALE A TRIPOLI (INCARICO OTTENUTO DOPO UNA CONSULTAZIONE INTERNAZIONALE) - UN INTERVENTO DI EDILIZIA RESIDENZIALE A STEZZANO (BG) PER COMPLESSIVI 20.000 MQ UNA SPA CON ALBERGO (80 CAMERE) E RESIDENZE (40 ALLOGGI) A PONTE DI LEGNO (BS) - UN CENTRO NATATORIO E FITNESS (5000 MQ COPERTI, 20.000 ALL’APERTO ) A SAN GIULIANO MILANESE ED UNO A MOMPIANO A BRESCIA, A BREVE IN FASE DI REALIZZAZIONE DOPO LA VITTORIA DEL CONCORSO NEL 2005 OGGI ARCHITETTO LUCIANO LUSSIGNOLI L’asilo nido di Montirone è un’opera di urbanizzazione secondaria realizzata nell’ambito dell’attuazione del P.E.E.P. di via alla Stazione. È una struttura destinata ad ospitare fino a 36 bambini. La scelta della modalità insediativa nel lotto, dell’orientamento dell’edificio e dell’assetto distributivo rispondono a due criteri: la funzionalità e l’efficienza nella gestione degli spazi per le attività pedagogiche; la sostenibilità ambientale dell’edificio. La distribuzione degli ambienti è organizzata su due blocchi: uno destinato alla formazione socio-pedagogica, costituito da quattro unità (una per i lattanti e tre per i divezzi), l’altro destinato ai locali di servizio. Gli spazi interni sono organizzati per permettere la massima flessibilità nel loro uso: ampie pareti scorrevoli consentono di adeguare costantemente la dimensione e la forma degli spazi alle quotidiane esigenze pedagogiche. È stata inoltre perseguita una forte continuità fra interno ed esterno: tutti gli spazi didattici affacciano su un portico a sud attraverso grandi vetrate e, quindi, sul grande giardino alberato. Il progetto si fonda sulla volontà di sviluppare il tema della sostenibilità ambientale oltre il dettato normativo. estivi è dato dalla pavimentazione in grigliato erboso dei pergolati: il grigliato erboso unisce il vantaggio funzionale della pavimentazione tradizionale e quello “climatico” del prato. In corrispondenza dell’uscita nel giardino dall’atrio il pergolato è sostituito da una “serra-portico”: durante i mesi invernali questa accumula calore e lo trasmette allo spazio comune interno; nei mesi caldi è possibile aprirla completamente e uno shed in copertura agevola la ventilazione naturale ed il raffrescamento dello spazio antistante l’atrio. Il sistema della ventilazione naturale viene esteso anche agli ambienti delle unità pedagogiche, dotate di lucernari in copertura, che, oltre a migliorare le condizioni generali di illuminazione, durante i mesi caldi possono venire aperti creando un “effetto camino”. Gli effetti combinati del pergolato e delle alberature che ombreggiano, e quindi raffrescano l’aria antistante le grandi porte-finestra della parete sud, con l’effetto camino, determinano un’ottima una ventilazione naturale degli ambienti. Il contenimento dei consumi energetici per il riscaldamento invernale si fonda su diversi apprestamenti: l’elemento più efficace resta comunque l’isolamento “GLI SPAZI INTERNI SONO ORGANIZZATI PER PERMETTERE LA MASSIMA FLESSIBILITÀ NEL LORO USO: AMPIE PARETI SCORREVOLI CONSENTONO DI ADEGUARE COSTANTEMENTE LA DIMENSIONE E LA FORMA DEGLI SPAZI ALLE QUOTIDIANE ESIGENZE PEDAGOGICHE” Il tema è affrontato innanzitutto a partire dall’esposizione: gli ambienti dove più prolungata è la permanenza dei bambini, sono esposti a sud e affacciano su ampi pergolati; questa esposizione consente, attraverso la vegetazione a foglia caduca, di ottimizzare gli apporti solari di calore e luce nei mesi invernali e, nei mesi estivi, di schermare i raggi solari. Un ulteriore accorgimento per ridurre gli apporti solari 20 delle pareti perimetrali, realizzato in questo caso con uno strato di isolante di 10 cm. Il riscaldamento avviene attraverso pannelli radianti a soffitto. L’acqua calda ad uso sanitario è garantita da pannelli solari in copertura. L’applicazione dei concetti della sostenibilità ambientale ha consentito la certificazione dell’edificio in classe A secondo lo standard CASACLIMA. 21 LUOGO: MONTIRONE (BS) SLP EDIFICIO: 600 MQ SUPERFICIE LOTTO: 2.678MQ PROGETTO: 2004 REALIZZAZIONE: 2007 ASILO NIDO A MONTIRONE PROGETTO: ARCH. L. LUSSIGNOLI (LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.) STRUTTURE: ING. F. BUONOPANE (LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.) IMPIANTI: ING. G. ZILETTI COMMITTENTE: COOPCASA S.C., COOPERATIVA LA FAMIGLIA “IL MULINO DI MONTIRONE”, EDILMONT S.R.L., 2P COSTRUZIONIS.R.L. OGGI ARCHITETTO LUCIANO LUSSIGNOLI LUCIANO LUSSIGNOLI (LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.) NASCE A BRESCIA IL 9 MAGGIO 1955, SI LAUREA IN ARCHITETTURA PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO NEL 1980. NEL 2007 FONDA LA SOCIETÀ DI INGEGNERIA “LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.” CON FABRIZIO BONOMI, FLAVIO BUONOPANE, CLAUDIO FAVALLI FRANCESCO MAZZEO DI CUI È PRESIDENTE. ESPERTO IN MATERIA AMBIENTALE ED URBANISTICA, HA SVOLTO NUMEROSI INCARICHI DI DOCENZA E CONSULENZA; È AUTORE DI NUMEROSE PUBBLICAZIONI SUI TEMI DELLA PIANIFICAZIONE E DEL PAESAGGIO ACCANTO ALL’ATTIVITÀ PROFESSIONALE INIZIA A SVOLGERE, DAL 1986, ATTIVITÀ DIDATTICA ALLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI MILANO COME PROFESSORE A CONTRATTO, CON INCARICHI PER L’INSEGNAMENTO DI PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO, URBANISTICA E PROGETTO URBANO. DAL 1995 AL 2007 È MEMBRO DELLA COMMISSIONE URBANISTICA E, SUCCESSIVAMENTE, DELLA COMMISSIONE EDILIZIA DEL COMUNE DI BRESCIA. DAL 1999 È MEMBRO DEL DIRETTIVO REGIONALE DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA. DAL 2004 È MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO DEL PARCO NAZIONALE DELL’ ADAMELLO. DAL 2005 È MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO DEL PARCO REGIONALE DELL’ALTO GARDA BRESCIANO. L’ATTIVITÀ PROFESSIONALE È SVOLTA IN DIVERSI SETTORI: COORDINAMENTO DI PROGETTI COMPLESSI; CONSULENZE SCIENTIFICHE; PIANIFICAZIONE ALLA SCALA URBANA E TERRITORIALE; VALUTAZIONI, STUDI E PROGETTI PAESISTICO-AMBIENTALI; GIARDINI, PARCHI E SPAZI PUBBLICI; IMPIANTI SPORTIVI; SCUOLE; EDIFICI CIVICI; EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E PRIVATA; VIABILITÀ E URBANIZZAZIONI; COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA; PROGETTAZIONE ANTINCENDIO. 1998 1980 LAUREA ARCHITETTURA POLITECNICO DI MILANO 2000 DAL 1986 INSEGNANTE ARCHITETTURA POLITECNICO DI MILANO DAL 1999 MEMBRO DEL DIRETTIVO REGIONALE DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA 22 www.bmw-motorrad.it BMW e . Incontro al vertice della tecnologia. BMW Financial Services: la più avanzata realtà nei servizi finanziari vi invita a scoprire anche i vantaggi di BMW FIT. VirtualCenter Rider’s Point BMW R 1200 R. Trovate la vostra via di fuga. Non lasciatevi intrappolare dalla quotidianità. Tutto il fascino del motore Boxer da 109 CV di potenza e 115 Nm di coppia per districarvi nel traffico come sui tornanti più impegnativi. Un controllo superiore grazie agli innovativi sistemi ESA (Electronic Suspension Adjustment), ASC (Automatic Stability Control) e BMW Motorrad Integral ABS per lanciarsi alla conquista di una nuova libertà. Concessionaria BMW Motorrad Nanni Nember Via Valcamonica, 15 c/d - Tel. 030 3156411 - BRESCIA www.nanninember.bmw.it BMW Motorrad R 1200 R Piacere di guidare DOMANI ARCHITETTI GAETANO BERTOLAZZI MAURO AGOSTI FUORISEDE FEDERICO OMODEI 24 Il concorso bandito dall’amministrazione comunale di Schio chiedeva proposte progettuali per creare coerenza ed integrazione in un’area a nord della città dove si concentra l’offerta didattica di buona parte del territorio Altovicentino. Obbiettivi del bando erano il ripensamento del distretto scolastico, il ridisegno degli spazi aperti con pista ciclopedonale, parcheggi, campi sportivi, un edificio per servizi (mediateca, biblioteca, caffetteria, mensa, uffici) e un auditorium. Il campus si inserisce nel sistema di isole ambientali adottato dal prg di Schio e allo stesso tempo è il fulcro di un sistema di relazioni più esteso che investe tutto il territorio dell’Alto Vicentino. Il concetto chiave dell’isola ambientale è la centralità del pedone rispetto alla viabilità cittadina ed è stata utilizzata come vero strumento di progettazione. Le strade ad alto scorrimento formano i limiti dell’isola, la quale è ora priva di vie di attraversamento. Tutte quelle interne divengono infatti di transito locale. I parcheggi, sono stati posti in posizione utile per l’accesso agli edifici, ma ai “L’AREA È DOTATA DI DUE PIAZZE: AL CHE METTE IN COLLEGAMENTO L’AU SERVIZI; AD OVEST INVECE QUELLA COLLEGA IL CAMPUS ALLA CITTÀ ES limiti esterni dell’area. Importante è la congiunzione alla città e al verde già esistente. I percorsi ciclabili, dove possibile, sono stati disegnati in sede separata dai pedonali per un più comodo e sicuro utilizzo. L’area è dotata di due piazze: al centro la piazza che mette in collegamento l’auditorium con il centro servizi; ad ovest invece quella che come una porta collega il campus alla città esistente. Nella struttura del campus sono presenti anche elementi d’acqua. Un canale a filo pavimento percorre tutto il prato, e nella piazza si allarga in una vasca. Un’altra zona d’acqua articola la piazza d’accesso a ovest. Un lago di forma irregolare infine, caratterizza il lato nord dell’auditorium. Il progetto così strutturato crea ampi corridoi ecologici che uniscono i diversi elementi del paesaggio naturale ed urbano. Le due principali architetture (centro servizi e auditorium) si manifestano come episodi silenziosi, all’interno del campus, discreti e introversi. La loro matrice ideativa, intesi come un unicum, viene sottolineata dal modo di trattare le pareti nei lati corti dei perimetri. I muri in calcestruzzo, cavi e sagomati verso l’interno, fanno da alternanza ai volumi regolari dell’esterno. L’edificio per servizi, permeabile alla luce, con serramenti parzialmente arretrati dal perimetro esterno, manifesta dei solai rastremati verso le estremità, balconate per pause studio all’aperto. L’auditorium può ospitare 750 spettatori circa. Il foyer, che si sviluppa “LE DUE PRINCIPALI ARCHITETTURE (CENTRO SERVIZI E AUDITORIUM) SI MANIFESTANO COME EPISODI SILENZIOSI, ALL’INTERNO DEL CAMPUS, DISCRETI E INTROVERSI” CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER IL DISEGNO DEGLI SPAZI APERTI, DI UN NUOVO AUDITORIUM E DI UN EDIFICIO PER SERVIZI NEL CAMPUS DI SCHIO SI LAUREA IN ARCHITETTURA AL POLITECNICO DI MILANO NEL 1975. DOPO UN’ATTIVITÀ COME PITTORE, SVOLTA NELL’ ATTENZIONE DELLE TEMATICHE CONTEMPORANEE, APRE UNO STUDIO PROFESSIONALE A BRESCIA VERSO GLI ANNI 80 OCCUPANDOSI PREVALENTEMENTE DI PROGETTAZIONE EDILIZIA E ATTIVITÀ DIDATTICA. DAL 1990 FINO AL 1995 ASSISTENTE PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA E SUCCESSIVAMENTE PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO E DI LECCO PER CORSI DI COMPOSIZIONE, ARCHITETTURA TECNICA, E TECNOLOGIA DEGLI ELEMENTI COSTRUTTIVI. DAL 2004 AL 2007 È STATO INCARICATO PRESSO LA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI MILANO COME DOCENTE A CONTRATTO PER IL CORSO DI PROGETTAZIONE DI ELEMENTI E SISTEMI COSTRUTTIVI. L’ ATTIVITÀ PROGETTUALE VERTE ALLA PARTECIPAZIONE DI CONCORSI D’ARCHITETTURA. CON L’ IMPRESA PATERLINI E TONOLINI, SONO COSTRUITI, SU AREE 167 A BRESCIA, DUE EDIFICI DI 30 ALLOGGI E UNA SCHIERA DI 14 UNITÀ ABITATIVE, OLTRE UN INTERVENTO DI EDILIZIA ECONOMICO POPOLARE PER 75 ALLOGGI SOSTENIBILI PER IL CONSORZIO DELLE COOPERATIVE IN VAL TROMPIA (BS). SEGUONO INTERVENTI PUBBLICI PER IL COMUNE DI MAZZANO OLTRE A LAVORI PER COMMITTENZE PRIVATE QUALI RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE E LA REALIZZAZIONE DI EDIFICI A CARATTERE COMMERCIALE/INDUSTRIALE-TINTORIA LOMBARDA A BARBARIGA (BS) E LA NUOVA SEDE DELLA DITTA BLITZ A DESENZANO (BS). ALCUNE OPERE SONO STATE PUBBLICATE SULLE RIVISTE ABITARE–SEGESTA, ARTE–MONDADORI, MODULO–BEMA, ARCHITECTURA VIVA–EDITORIAL ARCHITECTURA VIVA, ALMANACCO DELL’ ARCHITETTURA ITALIANA–ELEMOND. SUPERFICIE DELL’AREA: 20,67 HA SUPERFICIE COSTRUITA: 6445 MQ SISTEMAZIONE SPAZI APERTI: 16,59 HA CRONOLOGIA DEL CONCORSO: PRIMA FASE: 10 MARZO 2004 SECONDA FASE: 16 SETTEMBRE 2004 in altezza come un camino strapiombante, aggetta verso l’esterno ospitando le due caffetterie. Il lato nord dell’edificio così si dilata, proiettandosi sul lago sottostante. L’involucro esterno, proposto in pannellature stampate a matrice, è una metafora del bosco pietrificato. L’edificio delle palestre, in posizione defilata e più vicina alla città, è fulcro delle attività sportive scolastiche. Emergendo dal terreno, presenta un percorso d’accesso con rampa, che si estende poi nel vuoto come uno spazio d’attesa panoramico. Formalmente si relaziona con il resto del progetto e usa tamponamenti prefabbricati alternati a conci scabrosi, pareti verticali che all’interno diventano palestre di roccia. Fanno inoltre parte delle nuove attrezzature sportive un nuovo stadio del rugby con annesse tribune e spogliatoi, un campo da softball, fruibile in modo indipendente dal campus, mentre sul rilevato che scende verso il fiume Boldoro sono previste le piste per l’atletica scavate nella collina. GAETANO BERTOLAZZI (BRESCIA 1953) CAPOGRUPPO: ARCH GAETANO BERTOLAZZI PROGETTISTI: ARCHITETTO MAURO AGOSTI - ARCHITETTO FEDERICO OMODEI (RESPONSABILI DEL PROGETTO); ARCHITETTO ALICE DODESINI (COLLABORAZIONE ALLA PROGETTAZIONE) ENTE BANDITORE: COMUNE DI SCHIO (VI) L CENTRO LA PIAZZA UDITORIUM CON IL CENTRO CHE COME UNA PORTA SISTENTE” 25 DOMANI ARCHITETTI MARA CAPRIOTTI DANIELA GALLI FUORISEDE CRISTINA FORNARINI 26 STEFANO BULGARO Il progetto nasce dall’idea di creare un sistema di relazioni tra un ambito più strettamente didattico e formativo ed un ambito urbano, legato alla socializzazione ed aggregazione degli abitanti della cittadina. L’intervento diventa così elemento costitutivo di una centralità che si sviluppa lungo un nuovo viale pedonale, in parte pavimentato, in parte a giardino, su cui si “affacciano” la scuola elementare, la scuola media e la scuola materna, in costante rapporto con la città. In questo nuovo luogo di incontro, di sosta e di gioco, si sviluppa un sinuoso percorso pedonale, lungo il quale si snoda un‘opera d’arte, elementi scultorei concepiti per essere visti e “fruiti” dai “IL PROGETTO NASCE DALL’IDEA DI PIÙ STRETTAMENTE DIDATTICO E FO cittadini e dai bambini, elementi di forte valenza simbolica e ludica. Su questa area pubblica pedonale trovano luogo, in una lineare successione, tutti i luoghi “pubblici” della scuola (la hall di ingresso, la segreteria, l’auditorium, la palestra, la mensa, la biblioteca), mentre verso l’interno, immersi nel verde, più protetti, si trovano gli ambiti più strettamente didattici. La composizione e l’articolazione architettonica dei volumi ha tenuto conto, in particolar modo, del migliore orientamento per le aule didattiche (esposizione ad est) e del rapporto con il paesaggio e la morfologia del territorio, lasciando libere ampie visuali verso le montagne. I criteri di “IL FRONTE PRINCIPALE DALLA SCUOLA ELEMENTARE È C A R A T T E R I Z Z A T O D A U N S E T T O C H E S E G N A L’ I N G R E S S O P R I N C I PA L E E D AT T R AV E R S A L A H A L L D E L L A S C U O L A” Sempre dalla hall di ingresso, attraverso un percorso vetrato sul quale si attestano le aule speciali, chiaramente riconoscibili per forma e colore, si giunge alle aule didattiche che, alternate agli spazi interciclo, si distribuiscono al piano terra per il primo ciclo ed al primo piano per il secondo ciclo. L’ARCH. MARA CAPRIOTTI E L’ARCH. DANIELA GALLI, DOPO UN PERIODO DI ESPERIENZA E DI COLLABORAZIONI PROFESSIONALI IN STUDI DI ARCHITETTURA A MILANO E BRESCIA, NEL 1998 FONDANO UN PROPRIO STUDIO A BRESCIA “MADAARCHITETTI”. L’ARCH. CRISTINA FORNARINI E L’ARCH. STEFANO BULGARO, “STUDIO ARCHITETTURA FORNARINI-BULGARO” CON SEDE A BRESCIA, INIZIANO A COLLABORARE DAL 1999, PROSEGUENDO L’ATTIVITÀ GIÀ AVVIATA DALLO STUDIO FORNARINI-ASSOCIATI. GLI STUDI SI OCCUPANO DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI EDIFICI DI DIVERSA NATURA E DESTINAZIONE, SIA NEL SETTORE PRIVATO CHE PUBBLICO, CON UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, ALL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA ED ALLA MODERNITÀ DELL’ARCHITETTURA. CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA SCUOLA PRIMARIA DEL POLO SCOLASTICO “GIOVANNI PAOLO II” BONATE SOPRA (BG) energetici. Il fronte principale dalla scuola elementare è caratterizzato da un setto che segna l’ingresso ed attraversa la hall della scuola, sulla quale si affacciano la segreteria, la biblioteca e l’auditorium; quest’ultimo si apre verso l’esterno con quinte prospicienti l’ampia zona a portico attrezzata per attività didattiche all’aperto. STRUTTURE: ING FABIO GATTI IMPIANTI: ING. ROBERTO GRINGIANI E ING. GIOVANNI ZILETTI DIREZIONE LAVORI: ARCH. MARA CAPRIOTTI, ARCH DANIELA GALLI, ARCH CRISTINA FORNARINI E ARCH STEFANO BULGARO SUPERFICIE FONDIARIA : 14.820 MQ, SUPERFICIE LORDA 3.000 MQ PROGETTO DEFINITIVO: 2006/2008, 2009 IN FASE DI ESECUZIONE ARTISTA DELL’OPERA SCULTOREA: ARMIDA GANDINI progettazione rivolti verso la compatibilità e la sostenibilità ambientale hanno determinato, non solo l’uso di materiali ecologici e di fonti d’energia rinnovabili, ma anche un’ attenta distribuzione degli ambienti costruiti e dei luoghi all’aperto, al fine di sfruttare nel miglior modo la luce naturale e di contenere i fabbisogni ed i consumi PROGETTO: ARCH. MARA CAPRIOTTI, ARCH DANIELA GALLI, ARCH CRISTINA FORNARINI E ARCH STEFANO BULGARO COLLABORATORI: ARCH MONICA ZACCHETTI, DAVIDE TOSELLI LUOGO: VIA NULLO, BONATE SOPRA (BG) ENTE BANDITORE: COMUNE DI BONATE SOPRA (BG) RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: ARCH. GIOVANNI PERICO CREARE UN SISTEMA DI RELAZIONI TRA UN AMBITO ORMATIVO ED UN AMBITO URBANO” 27 DOMANI ARCHITETTI PAOLO GREPPI PIERLUIGI BIANCHETTI FUORISEDE ALESSANDRO MUCCIO 28 “L’umano è indissolubilmente legato all’imitazione: un umano diventa del tutto umano imitando gli altri esseri umani.” Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno MIMESIS, RÊVERIE L’uomo e soprattutto il bambino ha bisogno di riconoscersi non solo negli altri, ma anche nell’ambiente in cui vive. Quindi l’inizio della comprensione degli altri e del mondo avviene con la messa in atto della mimesis, con l’identificazione con l’altro e l’appropriazione dello spazio. Quale edificio, se non la scuola, potrebbe maggiormente necessitare di una riflessione su queste nozioni? Il teatro delle prime esperienze di mimesis con l’altro non solo offre riparo a questi momenti, ma è al contempo oggetto del processo di immedesimazione. Se all’educatore spetta il compito di condurre il bambino, attraverso il gioco, nel rapporto con l’altro, l’architetto non deve far altro che offrire vo- lumi, spazi e colori alla giovane immaginazione in modo che essa cominci a lavorare per produrre nuove immagini e nuovi significati. Non serve molto altro per fare questo progetto, forse solo la misura: non troppa forma, né troppo poca, per far sì che il sogno ad occhi aperti, la rêverie dei piccoli abitanti, sia la più libera possibile. CONTESTO E PROGETTO L’idea di progetto si basa su poche radicali idee: il ripristino ed il recupero delle tradizionali coltivazioni di ciliegi in tutta la zona circostante il complesso scolastico; con un accorgimento: la deposizione di tutti gli edifici su un grande plateau sopraelevato che sfrutta la lieve pendenza del terreno in modo che da questo luogo privilegiato si possa godere di uno sguardo in profondità verso il paesaggio, al di sopra dei filari di ciliegi. Tutto ciò è permesso dal posizionamento sul plateau delle scuole elementare e media e nel plateau, in posizione ipogea, della scuola mater- “L’IDEA DI PROGETTO SI BASA SU PO IL RIPRISTINO ED IL RECUPERO DEL COLTIVAZIONI DI CILIEGI IN TUTTA LA IL COMPLESSO SCOLASTICO; CON U LA DEPOSIZIONE DI TUTTI GLI EDIFIC SOPRAELEVATO CHE SFRUTTA LA LIE IN MODO CHE DA QUESTO LUOGO PR DI UNO SGUARDO IN PROFONDITÀ VE AL DI SOPRA DEI FILARI DI CILIEGI” “ S E A L L’ E D U C A T O R E S P E T T A I L C O M P I T O DI CONDURRE IL BAMBINO, ATTRAVERSO I L G I O C O , N E L R A P P O R T O C O N L’ A L T R O , L’ A R C H I T E T T O N O N D E V E F A R A L T R O CHE OFFRIRE VOLUMI, SPAZI E COLORI ALLA GIOVANE IMMAGINAZIONE IN MODO CHE ESSA COMINCI A LAVORARE PER PRODURRE NUOVE IMMAGINI E NUOVI SIGNIFICATI.” PIERLUIGI BIANCHETTI (1965) SI LAUREA NEL 1994 PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO CON UNA TESI SULL’ AREA DI PIAZZA ROVETTA CON RAFFAELLO CECCHI E VINCENZA LIMA (MILANO). ALESSANDRO MUCCIO (1974) SI LAUREA NEL 2003 PRESSO L’UNIVERSITA DEGLI STUDI “ROMA TRE” CON UNA TESI IN PROGETTAZIONE NAUTICA CHE RISULTA VINCITRICE NELLA CATEGORIA DEI PROGETTI NON REALIZZATI AL M.Y.D.A. 2004. DAL 2004 COLLABORA CON GREPPI & BIANCHETTI STUDIO. NEL 1993 VIENE FONDATO GREPPI & BIANCHETTI STUDIO. IL LAVORO DELLO STUDIO HA VINTO NUMEROSI PREMI ED È STATO OGGETTO DI ESPOSIZIONI E PUBBLICAZIONI SU RIVISTE ITALIANE E STRANIERE. NEL 2004 È STATA PUBBLICATA DA IDEA ARCHITECTURE BOOKS LA MONOGRAFIA GREPPI & BIANCHETTI, DISCORSI DAI LUOGHI, A CUI È SEGUITA UNA MOSTRA PRESSO IL MUSEO DELLA FACULDADE DE ARQUITECTURA DA UNIVERSIDADE DO PORTO. LO STUDIO HA REALIZZATO EDIFICI PUBBLICI, PER L’ISTRUZIONE, PER LA TERZA ETÀ, RESIDENZE SINGOLE E COLLETTIVE, SPAZI APERTI E INFRASTRUTTURE, EDIFICI SACRI, INTERVENTI DI RESTAURO E HA UNA SEZIONE DEDICATA AI CONCORSI. RECENTEMENTE È STATO INVITATO DALLA CEI PER LA PROGETTAZIONE DI UN COMPLESSO PARROCCHIALE IN PROVINCIA DI MILANO. CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO COMPLESSO SCOLASTICO A VIGNOLA SI LAUREA NEL 1993 PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO CON UNA TESI SULLE AREE DEL COMPARTO MILANO CON ÁLVARO SIZA VIEIRA (OPORTO) E PIERLUIGI NICOLIN (MILANO). PROGETTO IMPIANTISTICO: INGEGNER ADRIANO VENDRAMIN, PERITO INDUSTRIALE BRUNO LORENZINI PROGETTO PAESAGGISTICO: ARCH TERESA ROSAS DA SILVA FIGUEIREDO MARQUES PROGETTO ACUSTICO: INGEGNERE CESARE TREBESCHI LUOGO: COMUNE DI VIGNOLA (MODENA) SUPERFICIE LORDA DI PAVIMENTO: MQ 13.350, VOLUME MC 45.000 CRONOLOGIA: CONCORSO SVOLTO NEL 2008 OCHE RADICALI IDEE: LLE TRADIZIONALI A ZONA CIRCOSTANTE UN ACCORGIMENTO: CI SU UN GRANDE PLATEAU EVE PENDENZA DEL TERRENO RIVILEGIATO SI POSSA GODERE ERSO IL PAESAGGIO, PAOLO GREPPI (1966) CAPOGRUPPO: ARCH PAOLO GREPPI PROGETTO ARCHITETTONICO: ARCH PAOLO GREPPI, ARCH PIERLUIGI BIANCHETTI, ARCH ALESSANDRO MUCCIO COLLABORATORI: ARCH NINO FRANZONI, SARA OMASSI, MAURO CATTANEO, WALTER BATTAGLIA PROGETTO STRUTTURALE: INGEGNER MARCO MONCECCHI, INGEGNER PAOLO MONCECCHI na che, altrimenti impedirebbe la vista verso l’appennino. Inoltre, il dislivello che viene a crearsi tra il plateau ed il terreno dello stato di fatto, permette di salire sulla piattaforma con una lieve rampa dalla parte della scuola materna ed invece costruisce la possibilità di un piano in più dalla parte opposta della piattaforma, dove trovano posto gli archivi ed i locali di servizio. Gli edifici sono caratterizzati dallo studio della ventilazione naturale e da coperture a “tetto verde”. 29 EUROLEGNAMI Sono sempre più numerose le ragioni che spingono a scegliere il legno, un materiale veramente speciale. Motivi che vanno dalle indubbie qualità ornamentali alle esigenze di sicurezza e confort, sino a comprendere una indubbia qualità nell‚intervento e nella realizzazione. Punto di riferimento fondamentale nel settore è la Eurolegnami. L‚azienda cittadina è dotata di un moderno laboratorio specializzato nella lavorazione di legnami nazionali ed esteri, in grado di realizzare qualsiasi tipo di lavorazione grazie al suo personale altamente qualificato. Un modo di lavorare che ha consentito all‚azienda guidata da Bruno Tanghetti di raggiungere risultati importanti in questi anni, maturando nello stesso tempo un‚esperienza di assoluto rilievo e specializzandosi nella progettazione e nella realizzazione di strutture in legno massiccio o lamellare, fino al vero e proprio «fiore all‚occhiello» della costruzione di tetti in legno. L‚ultimo nato in casa Eurolegno è il sistema di tetto ventilato: il libero passaggio dell‚aria fra manto di copertura e materassino isolante, previene l‚invecchiamento della struttura in legno e permette il buon funzionamento del sistema tetto, evitando pericolosi ristagni di condensa, interrompendo il volano termico nei mesi caldi e migliorando così le condizioni di vita negli ambienti sottostanti. Ma Eurolegnami non è solo questo: l‚azienda di via Crotte produce anche grigliati, fioriere, casette e box in una vasta gamma. Via Collebeato, 22 - BRESCIA Tel. 030 2411204 - Fax 030 5199187 www.eurolegnami.net [email protected] 01 THE PROJECT 32 MARIANI Quando la ditta Mariani inizia la propria attività, era il 1948, l’Italia viveva un intenso periodo di edificazione dovuto alla ricostruzioni post-belliche. L’architettura per le scuole [già iniziata negli anni ’30 come testimoniato dagli esempi illustrati in questo numero] studia a fondo non solo gli edifici e gli spazi [esterni e interni] da essi generati, ma cosa altrettanto importante sviluppa il disegno degli arredi come componente essenziale al corretto funzionamento dell’attività didattica. Sono gli albori del design e della conseguente produzione industriale. UNA STORIA DI QUALITÀ Molti degli addetti ai lavori ricorderanno le splendide sedie dai lineamenti curvilinei e dall’alta efficienza ergonomica degli arredi dell’Asilo di Sant’Elia progettato e costruito da Giuseppe Terragni tra il ’36 e il ’37. Molto, di ciò che verrà dopo è frutto di questi esempi. È in questo contesto, sociale e culturale, che inizia ad operare nell’ambito degli arredi per gli spazi scolastici, la ditta Mariani Spa. Dapprima con la produzione per le scuole, dalla materna all’università, per poi specializzarsi anche negli arredi per uffici. L’obiettivo è sempre stato quello della qualità. Non solo per i manufatti, ma anche e soprattutto per il processo che li produce. La filiera infatti è garantita completamente all’interno del complesso produttivo sito a Carpenedolo. Una serie di capannoni in prossimità del centro storico dove operano 38 dipendenti guidati dal lavoro e dalla passione del loro principale. Qui si può assistere alla trasformazione delle materie, sia metalliche che lignee, sino al raggiungimento dell’oggetto. Questo processo è importante perchè esclude passaggi commerciali L’OBIETTIVO È SEMPRE STATO QUELLO DELLA QUALITÀ. NON SOLO PER I MANUFATTI, MA ANCHE E SOPRATTUTTO PER IL PROCESSO CHE LI PRODUCE rischiosi dal punto di vista qualitativo e incidenti sul costo del materiale finito. La Mariani Spa è un’impresa specializzata nell’arredo per istituti scolastici di ogni ordine e grado ma anche nell’arredo tecnico per laboratori chimici – fisici e scientifici, per uffici e per auditorium. La forza Mariani è rappresentata da personale qualificato e da un’equipe di tecnici impegnati costantemente nello studio e nella progettazione di arredi tecnologicamente evoluti. L’azienda è in grado di offrire un ampio 33 MARIANI S.P.A. DIREZIONE AMMINISTRATIVA E COMMERCIALE: PIAZZA DE GASPERI 32 - SARONNO (VARESE) SEDE PRODUTTIVA: VIA TRECCANI 2, CARPENEDOLO (BRESCIA) CONTATTI: T. 030 9965429 F. 030 969084 WWW.MARIANISPA.COM 01 THE PROJECT 34 LA FILOSOFIA AZIENDALE È DI TIPO CUSTOMER ORIENTED, VOLTA AD INDIVIDUARE ATTRAVERSO UNA CONSULENZA MIRATA LE SOLUZIONI D’ARREDO PIÙ OPPORTUNE ventaglio di servizi totalmente personalizzabili. La filosofia aziendale è di tipo Customer Oriented, volta ad individuare attraverso una consulenza mirata, le soluzioni d’arredo più opportune. I tecnici della Mariani Spa sono in grado di affrontare e risolvere qualunque problema relativo alla progettazione ed alla gestione di un arredamento, dalle fasi iniziali di studio di massima e di offerta preliminare, alla stesura di elaborati esecutivi. I prodotti Mariani sono periodicamente testati presso Laboratori accreditati per garantire la rispondenza ai requisiti fisico, meccanici e tossicologici dettati dalle Normative di riferimento. Le certificazioni conseguite dalla Mariani Spa testimoniano inoltre l’impegno dell’azienda a realizzare prodotti, fin dalle fasi iniziali di progettazione, con una sensibilizzazione verso la riduzione dell’impiego di risorse naturali, il consumo energetico, la produzione di rifiuti e delle emissioni, l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. Tutti i componenti legnosi sono certificati e provengono da foreste e/o piantagioni gestite nel rispetto dei criteri di Buona Gestione Forestale definiti dal Forest Stewardship Council (FSC). I fornitori vengono selezionati valutando la qualità delle materie prime ed il rispetto dei requisiti ambientali, sociali ed etici, al fine di garantire una catena produttiva altamente qualificata. ECODESIGN & ECOINNOVAZIONE La sensibilità per l’ambiente dell’azienda MARIANI S.p.A emerge dalla collaborazione prestata alla tesi di master di primo livello in Ecodesign & Ecoinnovazione dal titolo “Sviluppo di un percorso di eco-innovazione nel settore legno-arredo”, svolta presso l’ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), sede di Bologna, Dipartimento Ambiente, Cambiamenti Globali e Sviluppo Sostenibile, da Paola Sposato con la collaborazione dell’Ing. Paolo Masoni, della dott.ssa Alessandra Zamagni e della Dott.ssa Caterina Rinaldi. La tesi ha previsto l’analisi degli strumenti, servizi ed informazioni per l’ecoinnovazione promossi da ENEA e la realizzazione di un caso studio relativo all’Analisi del Ciclo di Vita di un banco scolastico prodotto dall’azienda MARIANI S.p.A. I dati raccolti presso l’azienda e i suoi fornitori sono stati utilizzati per implementare una banca dati specifica per il settore legnoarredo e per effettuare con il software “eVerdEE” l’ Analisi del Ciclo di Vita del banco scolastico oggetto di studio. L’obiettivo è l’analisi degli aspetti ambientali significativi finalizzati all’ottenimento di una certificazione ambientale e la riprogettazione volta al miglioramento delle prestazioni ambientali del prodotto. UNA BANCA DATI SPECIFICA PER IL SETTORE LEGNOARREDO 35 LA SCALA DEL MODELLO MODEL ARCHITETTONICO#1 36 I MODELLI D’ARCHITETTURA RAPPRESENTANO UNA SORTA DI PONTE TRA L’IDEA PROGETTUALE E LA SUA REALIZZAZIONE. ESSI FACILITANO UNA PERCEZIONE SENSORIALE DELLO SPAZIO, DELLE SUPERFICI E DEI PRINCIPI BASE DI PLASTICITÀ DEL DESIGN. L’intento di questo corso di modelmaking è di illustrare come idee e progetti possano essere tradotti in modelli; offrendo spunti di base come la scelta della scala appropriata, dei materiali e le capacità tecniche necessarie per realizzare plastici sia manualmente che con l’ausilio di macchinari. Partendo dal presupposto che l’architettura è l’arte di creare e definire spazi, strutturando ed assegnando funzioni in un’unica composizione, si può dire che lo scopo del processo di disegno è la soluzione di un problema progettuale. L’iter che conduce dagli schizzi iniziali all’oggetto finito è accompagnato dall’utilizzo di tre strumenti indispensabili: il bozzetto, il disegno al computer ed il modello. Mentre il bozzetto è in grado di esprimere idee velocemente e rappresenta lo spazio in sole due dimensioni; il plastico, attraverso la combinazione dei suoi elementi tettonici- linee, masse e superfici- traduce direttamente la nostra visione spaziale in una realtà tridimensionale oltre che tangibile. Il suo grande vantaggio è infatti quello di creare una sensazione tattile che nessun computer è in grado di fornire. I nuovi media sono spesso usati per riprodurre i disegni: le immagini 3d, i renderings, permettono una visione abbastanza realistica, ma comunque differente da quella del modello, che invece rappresenta una astrazione della realtà. Con il render ho una visione passiva e limitata nella memoria poiché non riesce a percepire il volume per intero. Con il filmato la percezione è preimpostata, le immagini ed i punti di vista vengono decisi a priori; nel plastico invece io sono il regista di me stesso e posso così passare a mio piacimento dal generale al particolare, dall’interno all’esterno. Progetti e modelli architettonici sono “I MODELLI ARCHITETTONICI SINTETIZZANO L’ I D E A C O S T R U T T I V A D I U N E D I F I C I O , C R E A N O U N ’ I M P R E S S I O N E D I S PA Z I A L I TÀ D I I N T E R N I ED ESTERNI. ” quindi i mezzi di raffigurazione di spazio ed edifici, gli uni in maniera bidimensionale, gli altri tridimensionalmente. Una volta che disegni e dettagli sono stati ultimati arriva il momento di confrontare l’oggetto con lo spazio. Anche se rimane pur vero che solo una costruzione finita è in grado di comunicare la giusta sensazione spaziale, con i plastici si può ottenere una valida anticipazione in quanto rappresentazione astratta e miniaturizzata della realtà. In questo caso astrazione significa focalizzare l’attenzione sulle informazioni che si desidera trasmettere e sull’ambientazione spaziale. Non si tratta di una accurato ritratto della realtà, ma di un sistema di semplificazione che guidi l’occhio verso le caratteristiche che si è scelto di evidenziare. A tal punto è fondamentale scegliere la forma di astrazione più consona al fattore di scala prestabilito. Questo concetto può essere spiegato mediante l’esempio delle finestre: in una scala 1:200, una finestra è solitamente rappresentata come una semplice apertura ritagliata nel prospetto. Ad 1:50, una bucatura è invece molto più particolareggiata in quanto vengono riprodotte sia la cornice della finestra che il vetro, reso utilizzando una superficie trasparente. Un altro esempio può essere il rivestimento delle facciate che in una scala molto ridotta non potrà essere minuzioso, mentre in plastici più grandi viene simulato molto più realisticamente usando textures appropriate. I fattori di scala maggiormente usati sono: 1:2000, 1:1000, 1:500, 1:200, 1:100, 1:50, 1:20. In generale, è la funzione del plastico a determinare la scala e la scelta dei materiali, da cui derivano la tecnica costruttiva e la visualizzazione dei dettagli; permettendo così di distinguere tre principali tipi di modelli: “ I L P L A S T I C O H A U N G R A N D E VA LO R E C O M U N I C AT I V O E P E R S U A S I V O : A I U TA I D E S I G N E R S A D I M O S T R A R E L A Q U A L I TÀ D E L L E LO R O I D E E , A S V I LU P PA R E U N A C O M P R E N S I O N E S P A Z I A L E , D E L L’ E S T E T I C A E D E I M A T E R I A L I . ” 1. 3. 2. MODELLO ARCHITETTONICO - CONCETTUALE PUÒ ANCHE NON AVERE UNA SCALA CONCRETA. SERVE A SIMBOLEGGIARE L’IDEA PROGETTUALE, PUÒ ESSERE DEFINITO COME UN PITTOGRAMMA SPAZIALE. UTILIZZA MATERIE PARTICOLARI PER LUCENTEZZA, TEXTURE E COLORE ALLO SCOPO DI ASTRARRE LA CARATTERISTICA CHE CONTRADDISTINGUE IL PROGETTO. LA BASE, IL TERRENO, DEVE ESSERE RAPPRESENTATA SEMPLICEMENTE, COME UN LIVELLO O UNA SUPERFICIE INCLINATA. DA UN SENSO DI FINITEZZA. 3. MODELLO REALISTICO - DI PRESENTAZIONE - DETTAGLIATO E CON UN GRADO DI PERFEZIONE MOLTO ELEVATO. E’ ESPRESSIONE DI UN PROGETTO RISOLTO E SI AVVALE DI MATERIALI DI PREGIO ELEGANTEMENTE ACCOSTATI PER POROSITÀ, COLORE, TRASPARENZA… PARTICOLAREGGIATO IN TERMINI TOPOGRAFICI, DI VIABILITÀ, ARREDO URBANO, SPAZI VERDI, ALBERI, ACQUA, SIA ESISTENTI CHE PIANIFICATI. QUESTI PLASTICI SONO GENERALMENTE COSTRUITI NELLE SCALE PIÙ GRANDI PER RENDERE I MATERIALI, LE SUPERFICI DI COPERTURA, LE PAVIMENTAZIONI, I SERRAMENTI, E MOLTI DEI PARTICOLARI COSTRUTTIVI. E’ OPPORTUNO SOTTOLINEARE CHE NEL MODELLO IL FATTORE DI SCALA È ANCHE PERCEPITO TRAMITE L’EQUILIBRIO FRA CROMIA E SEGNO GRAFICO- COLORE, PROPORZIONI DEI TAGLI ED INCISIONI. TUTTO DEVE ESSERE CALIBRATO E VIVERE CON LA STESSA INTENSITÀ. LA SENSAZIONE RICERCATA DEVE ESSERE MANTENUTA E TRADOTTA IN SCALA. SE CI TROVIAMO DI FRONTE AD UN PROGETTO CHE NELLA REALTÀ HA MOLTO PESO, UN SOLIDO IMPONENTE, OCCORRE USARE UN MATERIALE CHE RESTITUISCA TALE IMPRESSIONE, COME LA PIETRA O IL METALLO. CIÒ VALE ANCHE PER LE FORME LEGGERE. AD ESEMPIO, RENDERE TRAMITE I MATERIALI LA LUCENTEZZA, LA PERCEZIONE DELLA LUCE, CHE SI AVVICINI IL PIÙ POSSIBILE A QUELLA REALE. QUANDO NON SI PUÒ INTERVENIRE MATERICAMENTE, SI RICORRE ALL’AIUTO DI COLORI E VERNICI RIFLETTENTI IN GRADO SI SIMULARE L’IDEA DI LEGGEREZZA. ANCHE LA LINEA PUÒ ALLEGGERIRE O APPESANTIRE, IL PLASTICO INFATTI APPARE COME UN DISEGNO GRAFICO NEL QUALE SI INTERVIENE CON LA LINEA ED IL COLORE. 2. LA SCALA DEL MODELLO ARCHITETTONICO#1 MODEL 1. MODELLO USO STUDIO - IN FIERI, CHE ASSECONDA I CAMBIAMENTI DEL PROGETTO. IMPIEGA MATERIALI POVERI, FACILMENTE LAVORABILI E MODIFICABILI. DEPERIBILE. 37 38 TECHNO TECHNO GIULIANO VENTURELLI Uno dei requisiti sempre più richiesto agli edifici di nuova generazione è sicuramente la trasparenza, concepita non solo come tratto caratteristico dell’opera architettonica ma anche come finalità per il maggiore apporto di luce naturale. Questo trend ha portato alla progettazione di edifici dotati di superfici vetrate sempre maggiori, per divenire in alcuni casi completamente vetrati, ma ha anche evidenziato come per il raggiungimento di buoni livelli di comfort e benessere sia necessario ricorrere a sistemi di schermatura e controllo solare al fine di evitare fenomeni di surriscaldamento per irraggiamento o abbagliamento. Le possibilità riguardo ai diversi sistemi da adottare sono notevoli e ciascuna di queste può contribuire a migliorare le prestazioni energetiche e fisico-tecniche dell’edificio in maniera differente. I sistemi di schermatura possono essere classificati in fissi o mobili, esterni o interni. La principale differenza tra scherma- ture esterne ed interne sta nel fatto che il posizionamento esterno permette una azione di scudo termico che protegge la superficie vetrata dall’irraggiamento con la conseguente riduzione della trasmissione di calore all’interno, mentre il posizionamento interno della schermatura consente soprattutto l’azione di controllo della trasmissione luminosa, attenuando le azioni dovute all’irraggiamento solare diretto ed evitando fenomeni di abbagliamento particolarmente fastidiosi nei luoghi di lavoro. Le schermature vengono poi distinte in fisse o mobili. Le schermature fisse vengono posizionate generalmente all’esterno dell’edificio e possono essere integrate nella struttura stessa (per esempio balconi, aggetti, portici) oppure possono essere elementi non strutturali come pale frangisole o schermi metallici (integrati o meno nel sistema di facciata). Gli stessi elementi non strutturali quando possono essere movimentati variando posizione o assetto vengono definiti schermature mobili. Il grande vantaggio offerto dai si- stemi di schermatura mobili è quello di massimizzare l’efficacia dell’azione schermante in funzione di parametri quali l’orientamento dell’edificio, le diverse stagioni dell’anno, le diverse ore del giorno, le condizioni climatiche, rendendo così estremamente flessibile e modulabile l’apporto di luce e di calore, con notevoli contributi in termini di risparmio energetico. Naturalmente la scelta dei sistemi schermanti da adottare non può essere casuale, ma deve essere oggetto di attenta valutazione, tanto è vero che il contributo apportato dagli elementi di I SISTEMI DI SCHERMATURA POSSONO ESSERE CLASSIFICATI IN FISSI O MOBILI, ESTERNI O INTERNI. LE SCHERMATURE SOLARI L A S C E LTA DEI SISTEMI SCHERMANTI DA ADOTTARE NON PUÒ ESSERE CASUALE, MA DEVE ESSERE OGGETTO DI ATTENTA VALUTAZIONE 39 40 TECHNO TECHNO protezione , insieme alla composizione della vetrazione, deve essere attentamente considerato in fase di progettazione e nel dimensionamento degli impianti. In particolare devono essere perfettamente conosciuti oltre a tutti i parametri geografici (latitudine, longitudine, orientamento dell’edificio, posizionamento geografico) e microambientali (tipo di clima, presenza di vegetazione, presenza di altri edifici), tutte le caratteristiche dell’involucro , sia delle parti opache che trasparenti. Parametri come la trasmittanza, la trasmissione luminosa, la riflessione luminosa ed il fattore solare sono infatti determinanti per la scelta del tipo di schermatura da impiegare, ma anche per verificare il comportamento energetico del sistema involucro (facciata+schermatura) e i conseguenti consumi. Il controllo energetico viene dunque affidato all’involucro che viene pertanto ad essere un elemento sempre più complesso ed articolato, dotato di diversi strati funzionali pensati per poter lavorare in serie e non solo autonomamente, creando così un vero e proprio “sandwich tecnologico”. Ciascuno strato, o elemento, viene ad essere pensato e realizzato per poter assolvere un preciso compito all’interno del “sistema involucro” contribuendo a rendere efficace l’azione di protezione e controllo sia dagli agenti esterni che da quelli interni. In particolare il concetto di suddivisione per strati o elementi non è del tutto originale, ne tantomeno prerogativa degli involucri di nuova generazione, ma trova spesso applicazioni in natura. Si pensi per esempio alle diverse funzioni assolte dai vari strati che compongono la pelle umana (epidermide, derma e ipoderma) a cui addirittura può essere applicato un ulteriore strato superficiale (per esempio di crema per protezione solare con specifiche caratteristiche) o, ancora, ai diversi compiti complementari che vengono assolti nel “meccanismo occhio” da ciascuno dei seguenti elementi: retina, pupilla, palpebra, ciglia, sopracciglia, arcata sopraccigliare e occhiali da sole. Parallelamente,il controllo solare può essere affidato anziché ad un unico elemento ad un insieme di elementi che possono agire sia autonomamente che in sincronia, consentendo di raggiungere contemporaneamente elevate prestazioni in termini di contenimento energetico , di controllo luminoso, di comfort e di benessere. Da quanto abbiamo detto si capisce come il ruolo del sistema di protezione solare possa essere demandato ad elementi esterni e/o interni, fissi o mobili, che possono, o meno, essere integrati o applicati al sistema di facciata. Questo compito inoltre risulta essere molto articolato visto che sono molteplici le funzioni di volta in volta richieste alle schermature solari: -controllo dell’illuminazione naturale -ombreggiamento -oscuramento -protezione dall’irraggiamento -contenimento energetico -comfort ambientale; Oltre a queste prestazioni poi, i sistemi di protezione devono soddisfare altri requisiti: -architettonici ed estetici -resistenza meccanica alle azioni esterne (neve, vento, azioni sismiche oltre al peso proprio ed alle dilatazioni termiche) -possibilità di pulizia e manutenzione -facilità di movimentazione (per schermature mobili) -facilità di montaggio e fissaggio (ma anche di smontaggio) Nella scelta dei sistemi di schermatura solare vi sono dunque diversi aspetti da valutare, senza dimenticare di porre particolare attenzione ai sistemi di fissaggio dei sistemi schermanti alla struttura e agli eventuali sistemi di movimentazione (manuali o automatici). Anche l’ombra deve diventare pertanto materia da maneggiare e con cui progettare, arrivando a proporre una vera e propria architettura dell’ombra. Allora come non concludere con una frase da “Libro d’ombra” di Junichiro Tanizaki: “ costretti a vivere dentro vani caliginosi, i nostri antenati scoprirono la beltà nel seno stesso dell’ombra e, a poco a poco, impararono a usarla per fini estetici”. LE SCHERMATURE SOLARI DEVONO ESSERE PERFETTAMENTE CONOSCIUTI O LT R E A T U T T I I PA R A M E T R I G E O G R A F I C I E MICRO AMBIENTALI ANCHE TUTTE L E C A R A T T E R I S T I C H E D E L L’ I N V O L U C R O 41 (Superfici in Cemento e Resine) HD home design via Donatori di Sangue, 113 25064 Gussago (Brescia) Italy tel. +39 030.2520350 fax +39 030.2521386 [email protected] www.accadi.net IL CONTRIBUTO DELLE SCHERMATURE SOLARI NEL RISPARMIO ENERGETICO 43 02 THE PROJECT APOSTOLI DANIELE GIULIANO VENTURELLI Quali sono i principali fattori che condizionano nella scelta dei sistemi per la schermatura solare il progettista? Inoltre, come possono contribuire questi diversi sistemi nel contenimento del consumo energetico dell’edificio? Queste sono solo due delle numerose domande a cui bisogna dare risposta nella progettazione di un edificio, ma soprattutto nella valutazione delle prestazioni che l’involucro dell’edificio stesso deve raggiungere. Inoltre va sottolineato che negli uffici, nei luoghi pubblici, e non ultimo a casa nostra, le soluzioni di schermatura devono rispondere a numerosi requisiti, molti dei quali stabiliti da normative. Proprio per questo motivo non è sufficiente che le schermature proteggano dalla luce del sole, ma devono anche fornire un contributo energetico ed al contempo permettere di regolare il flusso luminoso. Ciò è particolarmente importante nei luoghi e dall’altra per aumentare il comfort degli ambienti di lavoro e quindi la produttività. In fase di progetto dovranno essere pertanto presi in considerazione diversi fattori: - protezione solare - estetica - durevolezza - ergonomia - manutenzione - proprietà ignifughe Accanto a questi un altro aspetto importante da considerare è il fatto che i sistemi di protezione e schermatura solare costituiscono una parte rilevante dell’architettura della facciata, contribuendo ad influenzare e condizionare la prestazione energetica globale dell’edificio. Risulta chiaro a questo punto come la scelta di questi sistemi non possa avvenire in modo casuale o arbitrario, ma come debba essere oggetto di attenta valutazione, infatti la scelta è condizionata principalmente dal punto cardinale 02 THE PROJECT NON È SUFFICIENTE CHE LE SCHERMATURE PROTEGGANO DALLA LUCE DEL SOLE, MA DEVONO ANCHE FORNIRE UN CONTRIBUTO ENERGETICO 44 in cui le persone lavorano al terminale di un computer (VDU, Video Display Unit, videoterminali), per i quali sono richiesti nuovi standard di progettazione architettonica e nuove norme a tutela della salute dei lavoratori da una parte, in cui si trova la facciata da schermare, a cui vanno aggiunti i parametri geografici e microambientali, ma anche la destinazione d’uso degli ambienti da schermare. L’analisi di tutti questi fattori, può essere può DALLE VENEZIANE ALLE «TENDE TECNICHE» Apostoli Daniele S.r.l nasce nel 1959 come fabbrica di tende alla veneziana. A questa produzione si sono affiancate nel corso degli anni le tende verticali, a rullo, le plissé, le tende da sole e le chiusure industriali (porte rapide). I processi di lavorazione seguono le più moderne logiche di industrializzazione con il giusto mix artigianale che consente di ottenere risultati di alta qualità modulati sulle richieste dei clienti, che ricevono prodotti realizzati su misura, dall’elevato contenuto tecnologico e controllati con la massima precisione. L’esperienza e la cura dei particolari collocano Apostoli tra le più qualificate e prestigiose realtà del settore. La luce e la sua diffusione sono elementi fondamentali nella pianificazione dell’arredamento d’interni. Protezione dal sole, comfort e necessità di illuminazione personalizzate: le tende tecniche rispondono a tutte queste esigenze con una varietà di prodotti modulata per adeguarsi alle diverse esigenze e stili architettonici e d’arredamento interno. La collaborazione con Hunter Douglas, proprietaria del marchio Luxaflex®, consente di fornire questa gamma di soluzioni con la garanzia di qualità assicurata dall’utilizzo di macchinari e procedimenti progettati e stabiliti appositamente da una delle società leader nel mondo in questo settore. 45 02 THE PROJECT APOSTOLI DANIELE S.R.L. SEDE LEGALE: VIALE DUCA DEGLI ABRUZZI 167, BRESCIA SEDE AMMINISTRATIVA E PRODUTTIVA: VIA PALAZZO, MONTIRONE (BS) CONTATTI: T. 030 2170484 F. 030 2170482 WWW.APOSTOLI.IT REALIZZAZIONI: VIGILANZA (CON TENDE INTERNE A RULLO CON TESSUTO SCREEN) 02 THE PROJECT essere facilitata dall’utilizzo di alcuni software specifici (capsol, tool-light, eccetera), che consente di individuare il più efficace sistema di schermatura che ovviamente può essere reperito tra i prodotti commerciali (qualora si tratti di elemento non strutturale) o progettato ex novo. Proprio in questa fase può risultare utile l’apporto di Apostoli Daniele Srl che mediante la quasi trentennale collaborazione con Hunter Douglas e l’apporto fornito dall’utilizzo di specifici programmi di calcolo e simulazione, è in grado di supportare progettisti, ma anche clienti privati, nell’individuazione e nella scelta del più idoneo sistema di schermatura da adottare. Grazie al metodo di lavoro adottato è possibile effettuare un calcolo energetico per valutare numericamente l’apporto fornito dai diversi sistemi di schermatura ed individuare il più efficace. E’ inoltre possibile analizzare il tipo di sistema, di materiale, di tessuto o di colore adottare simulando i diversi gradi di illuminazione naturale all’interno dell’ambiente da schermare valutando le ripercussioni sul livello di comfort e benessere per i fruitori. E’ POSSIBILE EFFETTUARE UN CALCOLO ENERGETICO PER VALUTARE NUMERICAMENTE L’APPORTO FORNITO DAI DIVERSI SISTEMI DI SCHERMATURA ED INDIVIDUARE IL PIÙ EFFICACE Nella scelta tra i possibili sistemi presenti a catalogo dovranno essere valutati già in fase di progetto i seguenti punti: - orientamento dell’edificio - fattori geografici - fattori microclimatici - tipo di schermatura (fissa o mobile) - sistema di protezione (pale frangisole, tende a rullo, tende alla veneziana, elementi scorrevoli,pannelli a folder, griglia metallica, vegetale, eccetera) - materiale da adottare per il sistema di schermatura - dimensioni massime raggiungibili (per determinare le luci massime, le superfici ed il numero di elementi) 46 - posizionamento (interno o esterno) - sistema di fissaggio (alla facciata o alla struttura) azioni e carichi agenti sulla schermatura. Vista l’ampia possibilità di scelta, una volta individuato il sistema da adottare vi saranno diverse problematiche specifiche e particolari dettagli da approfondire e valutare che possono condizionare la scelta stessa. Nel caso specifico per esempio di tende a rullo diversi possono essere i tessuti da adottare: cotone cotone resinato cotone accoppiato con Pvc poliestere tessuto metalizzato screen (pesante, leggero, con Pvc) fibra di vetro rivestita in Pvc i quali sono caratterizzati da diverse prestazioni energetiche e a loro volta possono essere suddivisi in attenuanti, oscuranti o filtranti. La scelta dei tessuti da adottare di volta in volta è inoltre condizionata da diversi fattori quali: - fattori estetici (colore, materiale, dimensioni,) - impiego esterno o interno - resistenza meccanica (trazione) - peso (fondamentale la sua conoscenza per stabilire i sistemi di supporto e movimentazione) - altezza massima del tessuto (quindi eventuali giunzioni) - classe di resistenza al fuoco - sistema di fissaggio e movimentazione Il contributo in termini di contenimento energetico da parte delle schermature solari per risultare efficace ed efficiente non può dunque essere solo frutto di considerazioni di carattere estetico, ma anche e soprattutto di carattere prestazionale. Form follows Energy! 47 03 THE I.I.S. DON MILANI PROJECT A MONTICHIARI ECOSOSTENIBILE ECOSOSTENIBILE I.I.S. DON MILANI A MONTICHIARI 48 CARLO LAZZARONI CONTESTO Complessivamente l’edificio si sviluppa su tre piani ed accoglie 20 aule e 10 laboratori, di cui quello per l’officina meccanica di 350 mq per 3,50 m di altezza oltre agli spazi per servizi e connettivo per complessivi 3.600 mq di superficie utile. Particolare attenzione è stata data all’analisi del clima locale, all’utilizzo di una forma compatta, ad un efficace isolamento, ad un uso passivo ed attivo dell’energia solare, al geotermico, all’utilizzo di serramenti e soluzioni impiantistiche ad alto rendimento. Dal punto di vista formale si è cercato di dare grande importanza all’aspetto della comunicazione con l’esterno sia mediante la trasparenza verso il lato stradale, ottenuta con l’utilizzo di ampie vetrate schermate con pale frangisole, che attraverso la riconoscibilità dell’edificio stesso. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO Dal punto di vista compositivo, il progetto si confronta con il tema dell’ampliamento di un edificio scolastico esistente, in questo caso rappresentato da un edificio di quattro piani, con prospetto lineare ,allungato. L’area di sedime era originariamente occupata da un campo di calcio in terra. Sulla scorta di uno studio di fattibilità è emersa quale soluzione più efficace sotto il profilo della funzionalità complessiva, quella di concentrare nel nuovo ampliamento solo aule didattiche e laboratori, mantenendo nel corpo esistente la parte amministrativa. Si è quindi pensato un corpo distinto ma con lo stesso allineamento dell’esistente in modo che pur differenziandosi, ne venga comunque recupe- DAL PUNTO DI VISTA FORMALE SI È CERCATO DI DARE GRANDE IMPORTANZA ALL’ASPETTO DELLA COMUNICAZIONE CON L’ESTERNO SIA MEDIANTE LA TRASPARENZA VERSO IL LATO STRADALE, OTTENUTA CON L’UTILIZZO DI AMPIE VETRATE SCHERMATE CON PALE FRANGISOLE, CHE ATTRAVERSO LA RICONOSCIBILITÀ DELL’EDIFICIO STESSO. rata la funzione tramite la definizione di una corte. Così i prospetti, mentre quello a Est è particolarmente innovativo,quello a Ovest,verso l’esistente è di impronta più tradizionale. Il rapporto con l’esistente è ulteriormente rafforzato dall’allineamento del nuovo porticato di ingresso che è in prosecuzione di quello esistente. Un elemento caratterizzante l’intervento è l’atrio a tutta altezza, su cui si affacciano i ballatoi. Delimitato da una facciata continua trasparente alta 11 metri, rivolta ad Est, dotata di vetrazioni basso emissive. Questo fronte è segnato dalla presenza di colonne in acciaio culminanti in sommità con appoggio su forcelle “ a forma di mano”. SOSTENIBILITA’ ED EFFICIENZA ENERGETICA L’importanza del fronte Est è ulteriormente rafforzata dalla presenza del vuoto creato all’esterno da una struttura frangisole, montata su elementi portanti curvi a forma di “boma”, portanti pale a sezione ellissoidale e forata. Anche qui come all’interno dell’atrio, si sono ricavati spazi che consentono e fa- LA COPERTURA METALLICA È CURVA E CON AMPI SPORTI CHE FAVORISCONO OMBREGGIAMENTI E TURBOLENZE E QUINDI UNA VENTILAZIONE DELLA SUPERFICIE SOTTOSTANTE ECOSOSTENIBILE I.I.S. DON MILANI A MONTICHIARI DI BRESCIA; ARCH. ING. GIULIANO VENTURELLI - BRESCIA. STRUTTURE E SICUREZZA: ARCH.ING. GIULIANO VENTURELLI - BRESCIA IMPIANTI: ING.GIOVANNI ZILETTI - BRESCIA SCULTORE: STEFANO BOMBARDIERI - BRESCIA DIRETTORE DEI LAVORI: ING. CARLO LAZZARONI - ASS. EDILIZIA SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI BRESCIA; UBALDO COPETA - ASS. EDILIZIA SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI BRESCIA UBICAZIONE: VIA BRESCIA, MONTICHIARI (BS) COMMITTENTE: PROVINCIA DI BRESCIA RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: ARCH. DANIELA MASSARELLI ASS. EDILIZIA SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI BRESCIA PROGETTO ARCHITETTONICO: ING. CARLO LAZZARONI - ASS. EDILIZIA SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI BRESCIA; ARCH. DANIELE BILIOS - ASS. EDILIZIA SCOLASTICA DELLA PROVINCIA cilitano i contatti sociali, sia spontanei che organizzati. La copertura metallica è curva e con ampi sporti che favoriscono ombreggiamenti e turbolenze e quindi una ventilazione della superficie sottostante. Una particolarità è data dall’andamento della linea di gronda che è curvilinea, a suggerire l’idea di una forma naturale, come i margini di una foglia, analogia sottolineata dalla colorazione verde scelta per la lamiera. Per risolvere la connesione ai pluviali di scarico si realizzerà una gronda intermedia in falda. Le discese dei pluviali verranno poi mascherate all’interno delle colonne di supporto. La facciata rivolta a Sud, che ospita la scala di sicurezza, è ruotata nel piano ed inclinata rispetto alla verticale per ottimizzare l’esposizione del serramento dotato di moduli fotovoltaici che sono integrati nella struttura. Questi hanno una superficie di circa 80 mq., posizionati su 4 diverse giaciture di pendenza variabile dai 17° a 87°. I pannelli saranno in grado di produrre 9 KWp, corrispondenti a 8.800 kWh/anno di energia elettrica, ovvero di evitare l’emissione di 46.000 N/anno di CO2 (l’impianto è stato recentemente ammesso agli incentivi del “conto energia” del Grtn). Le vetrature nella parte bassa ed alta, meno efficaci dal punto di vista energetico, sono tradizionali ma caratterizzate dall’utilizzo di intercalari colorati. L’impianto di riscaldamento è parzialmente alimentato da una pompa di calore che preleva l’energia geotermica dal sottosuolo mediante uno scambiatore di calore costituito da un serpentino in polietilene (diam 32mm, passo 200mm) posato sotto il piano di fondazione della parte Nord dell’edificio.Il rendimento del sistema è elevato 49 Mutui Per le condizioni e ogni altra informazione si rinvia ai fogli informativi analitici disponibili presso i locali della Banca Concerto Mutui ben orchestrati secondo i vostri desideri CLASSICO ALLEGRO Il mutuo più collaudato, Il mutuo a tasso variabile adesso ancora più vantaggioso che prevede la restituzione a tasso fisso o variabile del capitale in modo flessibile RITORNELLO Il mutuo con rata fissa e i vantaggi del variabile RONDÒ il mutuo che riduce i tassi con una buona copertura assicurativa CRESCENDO Il mutuo ideale per i giovani che costruiscono il loro futuro Tutta un’altra musica Sede Legale: VESTONE - via Molino, 4 Direzione Generale: BRESCIA - via XXV Aprile, 8 - tel. 030 3723.1 fax 030 3723.430 - www.lavalsabbina.it [email protected] QUALITA’ DELL’AMBIENTE ESTERNO ORIENTAMENTO DELL’EDIFICIO CHE FAVORISCE IL COMFORT INTERNO E UN MAGGIOR RISPARMIO ENERGETICO: PROTEZIONE DAI VENTI DOMINANTI TRAMITE L’ORIENTAMENTO E LE STRUTTURE FRANGISOLE. QUALITA’ DELL’AMBIENTE INTERNO PROMOZIONE DELLA VENTILAZIONE E DELL’ILLUMINAZIONE NATURALE, COMFORT TERMO-ACUSTICO: PROGETTO DEL COLORE DEGLI AMBIENTI REALIZZATO MEDIANTE L’UTILIZZO DI MATERIALI ECOLOGICI. MATERIALI PARETI ESTERNE: SISTEMA COSTRUTTIVO IN MURATURA CON LATERIZI PORIZZATI: U= 0,29 W/MQ K; COPERTURA: STRUTTURA IN LAMIERA DI ALLUMINIO PREVERNICIATA: U= 0,24 W/MQ K SUPERFICI TRASPARENTI: SERRAMENTI IN ALLUMINIO A TAGLIO TERMICO CON VETRI A BASSO EMISSIVO: U= 1,60 W/MQ K. IMPIANTI IMPIANTO FOTOVOLTAICO (CON POTENZA PARI A 8,5 KWP IMPIANTO GEOTERMICO (CON SCAMBIATORE TERRA/ACQUA IN SERPENTINE DI POLIETILENE E CON SCAMBIATORE TERRA/ACQUA IN CANALI DI POLIPROPILENE), CENTRALINA MINI IDROELETTRICA (CON POTENZA PARI A 7 KW); IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE A BASSA TEMPERATURA A PAVIMENTO; IMPIANTI DI RECUPERO DELLE ACQUE PIOVANE PER L’IRRIGAZIONE DELLE AREE VERDI. CONSUMO ENERGETICO PER RISCALDAMENTO 34 KWH/MQ ANNO. ECOSOSTENIBILE UN ELEMENTO CARATTERIZZANTE L’INTERVENTO È L’ATRIO A TUTTA ALTEZZA, SU CUI SI AFFACCIANO I BALLATOI I.I.S. DON MILANI A MONTICHIARI (COP=4,5). L’energia recuperabile può essere stimata in 32.500 kEh/anno. Sotto la parte sud dell’edificio è invece prevista la posa di canalizzazioni d’aria interrate destinate al rinnovo dell’aria dell’atrio a tutta altezza. Il sistema ha doppia valenza: nella stagione fredda l’aria esterna si riscalda al contatto con la superficie dei condotti interrati prima di essere immessa nell’ambiente, mentre nella stagione calda l’effetto è opposto. Le tubazioni sono in polipropilene( diam. 400 mm, ECOPAL) interrate a livello del piano di fondazione ed immettono l’aria nell’atrio attraverso diffusori del tipo a dislocamento. L’aria esterna è forzata a fluire nei condotti interrati con un ventilatore a velocità variabile. I condotti sono posati in pendenza per raccogliere la condensa e permettere un lavaggio periodico. L’energia recuperabile è stimata in 8380 kW/anno. E’ attualmente in fase di definizione un intervento per sfruttare l’energia idroelettrica del canale artificiale che costeggia l’area della scuola in prossimità di un mulino abbandonato. Tramite una coclea si è in grado di produrre 6 kW per una potenza annua complessiva di 52000 Kwh. Per meglio evidenziare la funzione didattica dell’intervento si disporrà nell’atrio un pannello sinottico che riporta i vari dati (temperatura, umidità) la produzione in tempo reale dell’energia nei vari apporti (fotovoltaica, geotermica, idroelettrica), nonché il minor consumo di CO2 ottenuto. In conclusione si è ritenuto particolarmente significativo che l’intervento riguardante la costruzione con i requisiti sopraccitati potesse venire ulteriormente arricchito dalla presenza di una scultura, realizzata a grandezza naturale in fibra di vetro. Il tema come detto è quello della sostenibilità ambientale e l’immagine scelta rappresenta un elefante ed un bambino che legge. Molti al di là dell’emozione che si prova vedendo un’opera artistica, sono i significati che ognuno vi può leggere. E’ la rappresentazione della ricerca, a volte difficile ma possibile, di dialogo tra uomo e natura. E’ l’importante dell’educazione nelle nuove generazione. Il tema della memoria. Rappresenta anche il punto di incontro tra due grandi regioni del mondo : il bambino asiatico e l’elefante tipicamente africano. 51 LIGHT 52 LO S V I LU P P O È SOSTENIBILE S E S O D D I S FA I BISOGNI DELLE GENERAZIONI PRESENTI SENZA COMPROMETTERE QUELLI DELLE GENERAZIONI FUTURE LUCE E ARCHITETTURA: LIGHTING FACADE A CURA DELLA D.SSA SILVIA ZOGNO UFF. MARKETING & COMUNICAZIONE MARKETING & COMMUNICATION DEPARTMENT SIMES SPA A N C H E L’ I L L U M I N A Z I O N E D E V E E S S E R E P E N S A T A S E C O N D O I C R I T E R I D E L L’ E C O - S O S T E N I B I L I T À tali e un basso livello di inquinamento con il fine ultimo di dare all’edilizia un nuovo indirizzo rivolto sia al rispetto delle esigenze dell’uomo che al rispetto dell’ambiente. La necessità di costruire in modo ecocompatibile è stata avvertita in modo preminente negli ultimi anni soprattutto dalle amministrazioni pubbliche, primo committente in ogni paese per la realizzazione di nuovi edifici, riuscendo a svolgere una funzione di “esempio” per il singolo cittadino che decide di costruire un immobile. E proprio per il bisogno di “educare” i cittadini alla Sostenibilità, la Pubblica Amministrazione negli ultimi tempi si è impegnata in progetti di costruzione o riqualificazione di istituti scolastici seguendo i criteri dello sviluppo sostenibile. È notevolmente aumentata, infatti, la consapevolezza dell’importanza di investire nell’ecocompatibilità prestando maggiore attenzione alle buone pratiche di sostenibilità che alcune amministrazioni stanno già cercando di mettere a sistema. Anche sul territorio bresciano abbiamo numerosi e chiari esempi di tale orientamento, come l’ampliamento dell’Istituto Superiore “Don Milani” di Montichiari, del quale l’Assessorato all’Edilizia Scolastica della Provincia di Brescia e un pool di progettisti ed affermati professionisti hanno curato l’ architettura e le strutture del complesso scolastico seguendo i principi dell’ecocompatibilità. Dalle coibentazioni alle superfici vetrate, BASSO CONSUMO, A LT O R E N D I M E N T O , ANNULLAMENTO DI FENOMENI DI INQUINAMENTO LUMINOSO E PA R Z I A L I Z Z A Z I O N E DI ACCENSIONE NELLE ORE DI NON UTILIZZO SONO SOLO ALCUNI DEGLI A C C O R G I M E N T I D A A D OT TA R E dall’efficace isolamento all’uso di energie rinnovabili come il fotovoltaico e il geotermico, la filosofia del progetto si è ispirata totalmente ai principi di sostenibilità. Non poteva quindi mancare in questa best practice un occhio di riguardo al sistema illuminante, realizzato in modo da garantire comfort visivo e illuminazione d’accento nel pieno rispetto dei criteri di eco-compatibilità. Partendo quindi da alcune riflessioni di base relative alla funzione dell’edificio scolastico, della sua fruizione da parte degli utenti e di conseguenza sugli orari di utilizzo, si è giunti alla progettazione dell’illuminazione dell’area esterna dando particolare enfasi alla struttura architettonica, dei percorsi pedonali, della viabilità e dei parcheggi. Perseguendo l’obiettivo dell’illuminazione ecocompatibile l’illuminazione dell’edificio è stata progettata per mantenere nullo il rate di inquinamento luminoso ed evitando la dispersione della luce verso il cielo con l’utilizzo di ottiche e riflettori di ottima qualità ingegnerizzati per l’utilizzo di sorgenti a basso consumo e alto rendimento. consentissero un’illuminazione diffusa e dal massimo comfort. Tutti i calpestabili impiegati nel progetto, scelti in base alla funzione pubblica dell’edificio, sono in versione touch, ovvero la temperatura superficiale del vetro non supera mai i 75° C, come dettato dalla direttiva comunitaria per gli edifici o le zone ad uso pubblico. L’edificio è illuminato da 108 apparecchi per un totale della potenza nominale richiesta di circa 1,5 KW. Prevedendo inoltre la parzializzazione dell’accensione, il consumo energetico nelle ore notturne si riduce notevolmente. La medesima attenzione verso la migliore soluzione di risparmio energetico e rispetto dei parametri di inquinamento luminoso, è stata dedicata alla progettazione illuminotecnica della palestra I.I.S. Antonietti ad Iseo. La piattaforma polifunzionale dell’istituto si inserisce in un contesto preesistente stravolgendo i connotati di un’architettura scolastica legata ad una geometria tradizionale e di certo personalizzando fortemente un progetto geotermico dall’importante impatto impiantistico. LIGHT La quasi totalità delle sorgenti impiegate nel progetto sono da 20 W agli ioduri metallici con un flusso luminoso di 1700 Lumen. Un ulteriore risparmio energetico, consigliato anche dalla normativa vigente, è ottenibile con la parzializzazione dell’accensione nelle ore di non utilizzo. Sfruttando la superficie dei brisé soleil è stato possibile giocare con la luce in modo che non vi fossero effetti di abbagliamento, bensì giochi di riflessione che LUCE E SOSTENIBILITA’ NEGLI EDIFICI PUBBLICI Secondo il Rapporto Brundtland “lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere quelli delle generazioni future”. In quest’ottica un progetto ecocompatibile, oltre che rispondere alle complesse esigenze dell’utenza, ha l’obbligo di promuovere lo sviluppo sostenibile in relazione ai tre grandi ambiti di riferimento, ovvero economico, ambientale e sociale. Ciò significa garantire condizioni di benessere con un ridotto consumo di risorse ambien- 53 03 I.I.S. DON MILANI MONTICHIARI I.I.S. PASCAL VEROLANUOVA LICEO GAMBARA BRESCIA THE “SCUOLE PER UN FUTURO PROJECT PIÙ SOSTENIBILE” 54 PROVINCIA DI B R E S C I A A SS E SS O R ATO A L L A P U B B L I CA I S T ATTIVITA’ DEL SETTORE PROGETTAZIONE FABBRICATI E MANUTENZIONE IMMOBILI SCOLASTICI Compito istituzionale del Settore Edilizia Scolastica della Provincia di Brescia è garantire fruibilità e sicurezza negli Istituti scolastici di grado superiore. Il patrimonio edilizio di competenza , direttamente gestito dal Settore, nelle forme della proprietà o del comodato, ammonta a 61 plessi tra sedi e succursali. Oltre a questi immobili vi sono poi affittanze , gestite dal Servizio Pubblica Istruzione , ed alcune palestre che coprono esigenze particolari o provvisorie. La dimensione degli Istituti è molto variabile numericamente e dimensionalmente , passando dai 50 studenti dell’Istituto d’Arte di Gargnano ai 2.592 del Liceo Socio-psico-pedagogico“ Gambara” di Brescia. Complessivamente la popolazione scolastica interessata ( anno 2007) è di 44.562 studenti. Le previsioni di intervento inserite nel Programma triennale OO.PP. 200820010 accolgono, per quanto consentito dalle risorse disponibili a bilancio, le prime risultanze del Piano dell’Offerta Formativa del Secondo Ciclo. L’obbiettivo primario resta la razionalizzazione delle sedi degli istituti. L’intento è quello di realizzare strutture didattiche in spazi adeguati ed attrezzati , di “alleggerire” la pressione sul capoluogo dei flussi di traffico attenuando il fenomeno del pendolarismo. Tra gli obbiettivi del Settore, grande importanza viene riservata al tema della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica degli edifici, che riguardano sia il patrimonio edilizio esistente che di nuova costruzione. Nel primo ambito si collocano iniziative quali: la sostituzione dei serramenti dotati di vetri semplici con nuovi serramenti dotati di vetrature isolanti con vetrocamera ( “Tartaglia” e “ Castelli”);in campo impiantistico vi sono invece interventi di razionalizzazione delle centrali termiche con l’introduzione di nuovi sistemi di regolazione,la gestione de- LICEO COPERNICO BRESCIA I.I.S. ANTONIETTI ISEO I.P.S.S.A.R. PUTELLI DARFO LICEO FERMI SALÒ COMPLESSIVAMENTE LA POPOLAZIONE SCOLASTICA INTERESSATA ( ANNO 2007) È DI 44.562 STUDENTI R U Z I ONE FORMAZIONE PROF E SS I O N A L E E D E D I L I Z I A S C O L A S T I CA DOTT. ING. CARLO LAZZARONI IL DIRETTORE DEL SETTORE PROGETTAZIONE FABBRICATI E MANUTENZIONE IMMOBILI SCOLASTICI motica dell’illuminazione con sensori di accensione e spegnimento automatico(”Levi”), la sostituzione di erogatori a basso flusso delle docce con quelli a basso consumo ( fornitura di circa 400 pezzi a carico di una Società che poi si occuperà della certificazione del risparmio energetico,recuperando i titoli di efficienza energetica) . Oltre a queste iniziative di carattere “ tecnico” ne sono state avviate anche altre di carattere “culturale” per cercare di agire sui comportamenti degli utenti. E’ stato approvato ,con delibera di Giunta , un Accordo Volontario sul risparmio energetico che destina parte dei risparmi in bolletta agli istituti “virtuosi” in tal senso. Sono state promossi convegni ( e l’installazione dell’”elefante”in P.zza Paolo VI a Brescia) in cui sono state pubblicizzate le realizzazioni della Provincia . Oltre alle tradizionali applicazioni di fotovoltaico (“Castelli”), si stanno realizzando interventi per il geotermico ( Iseo , Chiari) ed il minidroelettrico (Montichiari e Salò). Oltre ai temi più scottanti della sicurezza e della sostenibilità , il Settore è fortemente impegnato nella programmazione e gestione della complessità di prestazioni che oggi gli edifici scolastici sono chiamati ad assicurare. Tra gli altri protezione antisismica , isolamento termico ed acustico, basso costo energetico, salubrità dell’aria, adeguamento normativo degli impianti, sicurezza antincendio, abbattimento delle barriere architettoniche. Aspetti resi ancora più delicati dalla volontà di aprire le scuole ad attività formative e culturali a favore di un’utenza extrascolastica , dando in uso laboratori , palestre ,auditorium,biblioteche. In conclusione si segnalano alcuni “ primati” a livello nazionale dei prossimi interventi in tema di edilizia scolastica: la vasca fitodepurativa della palestra di Iseo , le fondazioni con smorzatori antisimici dell’Alberghiero di Gardone Riviera , una centrale minidroelettrica a coclea all’istituto di Montichiari. 55 03 THE “SCUOLE PER UN FUTURO PROJECT PIÙ SOSTENIBILE” 56 Tra gli interventi in corso si segnalano l’I.P.S.S.A.R. “Mantegna” di Via Fura a Brescia , l’I.T.C. “ Einaudi” di Chiari, la palestra dell’I.I.S. “ Antonietti” di Iseo.Questa ha la struttura portante realizzata con travi a doppia curvatura in legno lamellare, a ricordare la carena di una nave.Accanto al metallo utilizzato per la copertura si è scelto il legno , di larice , per rivestire la parte bassa della facciata. All’esterno una vasca fitodepurativa con una sottile lama d’acqua ha funzioni oltre che estetiche anche antincendio e antivandalismo.Il riscaldamento , a pavimento , è alimentato da una pompa geotermica che sfrutta l’acqua di falda. Tra gli interventi di prossimo avvio le nuove sedi dell’I.P.S.A.R. “ De Medici” di Gardone Riviera e del Liceo artistico “ Olivieri” di Brescia,che sorgerà accanto TRA GLI OBBIETTIVI DEL SETTORE, GRANDE IMPORTANZA VIENE RISERVATA AL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E DELL’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI all’I.T.G. “ Tartaglia”. Interventi significativi per l’applicazione di tecniche innovative con richiami alla bioclimatica e alle energie rinnovabili.In particolare all’Olivieri verranno realizzati sistemi di riscaldamento geotermici che recuperano il calore dal terreno, coperture fotovoltaiche integrate , schermature solari fisse e con parete vegetale, camini di ventilazione ed illuminazione naturale ed un camino eolico a scopo didattico.E’ inoltre previsto un sistema duale degli impianti per recuperare l’acqua piovana. LICEO GAMBARA BRESCIA OLTRE AD INIZIATIVE DI CARATTERE “ TECNICO” NE SONO STATE AVVIATE ANCHE ALTRE DI CARATTERE “CULTURALE” PER CERCARE DI AGIRE SUI COMPORTAMENTI DEGLI UTENTI I.T.C. EINAUDI CHIARI I.T.C. TARTAGLIA BRESCIA I.I.S. ANTONIETTI - PALESTRA ISEO 57 CONVERSAZIONE CON CARLO CLERICI E MASSIMO MININI ARTE+ARCHITETTURA L’INCONTRO CON IL COLLEZIONISTA CARLO CLERICI ED IL GA CHIACCHIERATA SU ARTE E ARCHITETTURA A BRESCIA, TRA Come inizia la vostra storia, di collezionista e di gallerista? M.M. Sono già passati 36 anni! Abbiamo iniziato insieme. A quel tempo a Brescia vivevamo una realtà molto dinamica; c’erano gallerie e c’era collezionismo diffuso nomi come Acme, Sincron o Minotauro ed anche Cavellini, Maiorana o la stessa Aab che in via Gramsci ha accolto mostre importanti come Sironi negli anni ‘50. Con l’arrivo dell’Arte Povera, negli anni ‘70, c’è stato un vero e proprio taglio, è cambiato il clima, l’approccio, il mondo! Ed è cambiato anche lo stare dell’artista nel mondo. Non sapevo di questo “nascere insie- me”, mi pare molto importante... C.C. A casa dei miei c’erano i quadri dell’ottocento, Dolci, Di Prata. A me non piacevano e non so dire il perché, a trent’anni è difficile dare una spiegazione del perché di certe scelte... A me interessava altro e così mi buttai sull’arte concettuale: le mie prime quattro opere sono state di Kosuth, Sol Lewitt, Daniel Buren e Ben Vautier. Artisti che mi vennero presentati da Piero Cavellini che aveva aperto negli stessi mesi con Massimo. E come è nata la collezione e quindi la passione per l’arte ambientale? C.C. La Raccolta dei Campiani nasce con un incontro, anzi una cena; eravamo io Cavellini e Claudio Parmiggiani. Mi affascinò il progetto che aveva in mente chiamato Clavis “una prima parte di una scultura che si sarebbe dovuta compiere in altri luoghi” . Decisi di farlo partire proprio lì, dove stavo costruendo la mia nuova casa. Fu l’inizio e l’interesse per un collezionismo attivo, che non era solamente un acquisire opere, ma confrontarsi, parlare con l’artista, decidere insieme il luogo all’interno di un paesaggio, della mia proprietà. Oggi abbiamo molti esempi di arte ambientale in Italia, c’è un interesse diffuso... M.M. Sì l’arte sperimenta e anticipa “FU L’INIZIO E L’INTERESSE PER UN COLLEZIONISMO ATTIVO, CHE NON ERA SOLAMENTE UN ACQUISIRE OPERE, MA CONFRONTARSI, PARLARE CON L’ARTISTA, DECIDERE INSIEME IL LUOGO ALL’INTERNO DI UN PAESAGGIO, DELLA MIA PROPRIETÀ” PAOLO MESTRINER 58 DAN GRAHAM, LABYRINT II, 2002 UN’INSTALLAZIONE IMPORTANTE QUESTA CHE ESTENDE IN SENSO INTERNAZIONALE GLI INTERESSI DELLA COLLEZIONE. MA NON È SOLO IL “NOME” CHE CONTA. DAN GRAHAM C’ENTRA MOLTO CON QUANTO SI È SVOLTO FIN QUI IN QUESTO LUOGO. INNANZITUTTO PER LA SUA MATRICE RADICALE. ED ANCHE PER IL CONCETTO DI QUEST’OPERA CHE POTREMMO DEFINIRE “APERTA AL LUOGO”, A QUALUNQUE LUOGO LA ACCOGLIESSE. E’ UNA FORMA ARCHITETTONICA, SVILUPPATA DA UNO SCHEMA CHE L’AUTORE STA PORTANDO AVANTI DA DUE DECENNI, IN CUI MESCOLANZA DI LUOGHI E RUOLI, DI INTERNO ED ESTERNO, CREANO UN’ESSENZA ALTRA DELLA STRUTTURA STESSA. NON È UN SEMPLICE ASPETTO DI ILLUSIONISTICA RIFRAZIONE, È UNA DILATATA CONDIZIONE DELLO STARE, DEL PERCEPIRE, DELL’OSSERVARE ED INFINE DELL’ABITARE. SEMBRA QUASI UNA NOVELLA “CLAVIS” CHE INVECE DI DELOCARE IL TEMPO, DELOCA LO SPAZIO. OPERA DI ANISH KAPOOR [influenzando] la moda, l’architettura; gli artisti provocano gli operatori, gli architetti. È vero in Italia abbiamo collezioni come Gori, Marzona, a Camogli, il Castello di Ama e la Fondazione La Marrana a Montemarcello. Anche i Medici facevano così... ci sono esempi anche nel passato, ad esempio il Parco di Bomarzo. C.C. I collezionisti di per sé vogliono lasciare un segno... e l’arte ambientale aiuta a mettere a disposizione del pubblico le proprie opere... E Brescia? Cosa possiamo fare nella nostra città per l’arte contemporanea? Non vi pare che i cittadini e la città siano pronti per accogliere “un qualcosa”....? C.C. Possiamo partire da quello che c’è senza inseguire quello che non è stato. M.M. A Brescia ci sono fior di collezionisti, pensiamo alla fotografia e non solo. C.C. è necessario comunque avere gli specialisti che gestiscono, che pensano al contenuto prima che al contenitore, basterebbe una persona che programmi uno spazio, che progetti un idea di museo, prima ancora che il museo -o centro di cultura- inizi a lavorare. M.M. Sì, è vero, dopo il periodo delle grandi mostre bisognerebbe pensare “a qualcosa” che si metta a disposizione dei bresciani. Basta vedere alcuni esempi come Porticus a Francoforte o Munster. Si dovrebbe instaurare un dialogo tra politici, collezionisti e specialisti. Si dovrebbe fare una specie di Urban Center [tipo quello di Milano] che si occupi del rapporto tra arte e architettura. Formare un luogo di incontro dove si possono trovare libri di arte e di architettura, presentare progetti e iniziative. Forse non c’è bisogno di uno spazio di grandi dimensioni. Una sorta di infopoint dove si lanciano iniziative culturali, non commerciali. C’è una grande attenzione dei cittadini a queste situazioni. basti vedere le giornate fatte alla Pinacoteca che miravano ad avvicinare l’arte contemporanea alla storia dell’arte.... ARTE+ARCHITETTURA LLERISTA MASSIMO MININI DIVENTA L’OCCASIONE PER UNA RICORDI ED AUSPICI. URBAN CENTER UN LUOGO PER LA CITTA’ DAI GIORNALI SAPPIAMO CHE IL CROCIERA E LA EX FORZA E COSTANZA, GIÀ DESTINATE A GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA, SAREBBERO DIROTTATE SU ALTRA FUNZIONE. DESTINATE A DIVENIRE SEDE DELL’URBAN CENTER. LA DEFINIZIONE È UN PO’ VAGA ED ALTRI CENTRI GIÀ ESISTENTI HANNO VITA GRAMA. IN EFFETTI NON SI CAPISCE BENE COSA POSSANO PRODURRE E/O DIBATTERE IN QUELLE SEDI. SOLITAMENTE QUALCHE MOSTRA DI MODELLI, PROGETTI, PIANI REGOLATORI. LA NOSTRA PROPOSTA È DI UNIRE I DUE MOMENTI, QUELLO DELL’ARTE E DELL’ARCHITETTURA IN MODO CHE DAL COMBINATO DISPOSTO NASCA UN CONFRONTO INTEGRATO TRA I DUE MOMENTI CHE HANNO MOLTI TRATTI IN COMUNE. SEPARATI, I DUE MONDI, NON DAREBBERO GLI STESSI FRUTTI CHE POTREBBERO FAR NASCERE SE CI FOSSE INTERAZIONE E COMPLICITÀ. ARTE ED ARCHITETTURA SONO SEMPRE ANDATE DI PARI PASSO. NON VOGLIAMO RIPROVARCI, VISTO CHE TANTI RISULTATI SPLENDIDI L’ITALIA HA PRODOTTO NEGLI ULTIMI TREMILA ANNI DI COLLABORAZIONE? MASSIMO MININI 59 RIFLESSIONI SUL RAPPORTO TRA ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA FOTOGRAFIA+ARCHITETTURA 60 E’ difficile -se non impossibiledefinire il rapporto che si instaura tra architettura e fotografia. Certamente questo legame esiste ed è talmente intenso da rendere spesso ardua la completa distinzione delle due. Tale difficoltà risiede nel carattere soggettivo del quale entrambe sono permeate. Se è vero che la fotografia è espressione dell’intimità dell’artista, allora vedere diventa essenzialmente un modo di pensare differente per ogni individuo, cosicché un’ immagine fotografica rappresenta un’interpretazione personale della realtà. Effettivamente la fotografia architettonica è uno dei temi più complessi su cui maggiormente si è dibattuto nella storia contemporanea. La fotografia, nel momento stesso in cui viene a fissarsi l’immagine, subisce una riduzione di dimensioni, non potendo rappresentare l’elemento spazio-temporale. Questo, per Bruno Zevi, come per Ernesto N. Rogers, si dimostra essere un enorme limite per una corretta rappresentazione dello spazio architettonico, in quanto l’immagine fissa le apparenze, tradendo così la molto differenti l’uno dall’altro, trasmettono con uguale intensità l’essenza architettonica dei corpi di fabbrica immortalati. Si passa dalle fotografie malinconiche di Luigi Ghirri,che parlano di luoghi esiliati dallo spazio urbano, situati nella Pianura Padana, ai lavori di Renè Burri, che presentano come tema costante l’interazione tra gli esseri umani e l’architettura circostante, esprimendo messaggi universalmente validi nella storia. E ancora: i collage fotografici di Enric Mriralles che rappresentano nello stesso momento tanti punti di attenzione e tanti pensieri diversi. Personalmente credo che la fotografia debba più strettamente collaborare con l’architettura, non limitarsi unicamente a riportarla. La fotografia diviene quindi strumento capace di rilasciare tracce. Un buon fotografo deve essere in grado di fare questo, di rilasciare le tracce dell’architettura. Ciò comporta non soltanto un innato talento per l’attesa, ma anche un ampia conoscenza e sensibilità nei confronti dell’architettura. Si tratta quindi di un livello che va oltre la mera rappresentazione; il fotografo osserva, scopre, circoscrive. realtà. In che senso allora la fotografia può essere intesa come un valido strumento di rappresentazione architettonica? Esistono nella storia numerosi esempi di grandi fotografi che hanno collaborato per anni con maestri dell’architettura -si pensi a Luigi Ghirri e Aldo Rossi, a Guido Guidi e Carlo Scarpa, a Renè Burri e Le Corbusier- e ognuno di questi artisti ha svelato una visione assolutamente personale del rapporto che intercorre tra architettura e fotografia, trasformando queste immagini in “interpretazioni poetiche della realtà”, come direbbe Ernesto N. Rogers. Sebbene tali visioni vertano su temi Come afferma Guido Guidi “Il fotografo non costruisce niente, circoscrive. Come avrebbe detto Eugenio Montale di Zanotto: è uno scrittore che tende a circoscrivere le cose del mondo, non a interpretarle. Si rivelano solo le tracce che gli uomini hanno lasciato. L’attore non si mette in primo piano, ma al contrario cerca di nascondersi per far vedere cosa c’è davanti ai suoi occhi”. E’ proprio questo il grande fascino della fotografia di architettura: non il risultato in sé, quanto il procedimento che spinge a realizzarla, un procedimento che fa avvertire che qualcosa dentro noi si smuove. Di conseguenza sarebbe inappro- “ESISTONO NELLA STORIA NUMEROSI ESEMPI DI GRANDI FOTOGRAFI CHE HANNO COLLABORATO PER ANNI CON MAESTRI DELL’ARCHITETTURA priato restringere tutto ciò all’interno del meccanismo fotografico. Intercorre infatti una profonda differenza tra meccanismo e processo fotografico: il primo si limita a rendere una fotografia semplice rappresentazione della realtà esterna, il processo fotografico, al contrario, è più vicino al progettare in architettura, in quanto nasce da riflessioni interiori, mostrandosi quindi come qualcosa di più profondo. Sono proprio queste ultime le fotografie che ci colpiscono, che provocano in noi agitazioni interiori, trasmettendoci qualità e sensazioni che altrimenti non si renderebbero evidenti alla nostra sensibilità. FRANCESCA LONATI TESI DI LAUREA DISCUSSA IL 24.02.2009 FOTOGRAFIE DI FRANCESCA LONATI FOTOGRAFIA+ARCHITETTURA - SI PENSI A LUIGI GHIRRI E ALDO ROSSI, A GUIDO GUIDI E CARLO SCARPA, A RENÈ BURRI E LE CORBUSIER E OGNUNO DI QUESTI ARTISTI HA SVELATO UNA VISIONE ASSOLUTAMENTE PERSONALE DEL RAPPORTO CHE INTERCORRE TRA ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA” 61 04 THE PROJECT GIULIANO VENTURELLI Il contatto quotidiano con il mercato ha portato METRA, nel corso degli anni, a conoscere a fondo le esigenze di architetti e progettisti che, ciascuno per il proprio ambito di competenze, necessitano di una puntuale e continua informazione. E’ da questa consapevolezza che nel secondo semestre del 1999 nasce MAP, acronimo dei METRA Assistenza Progetti, un servizio a tutto campo creato dall’azienda bresciana per presentare caratteristiche e plus dei propri sistemi. Isolamento termico, isolamento acustico, scelta dei profilati in base alle esigenze statiche, scelta dei sistemi sulla base di considerazioni tecniche e/o economiche: queste sono le principali aree per le quali il servizio MAP risulta particolarmente efficace, poiché assiste architetti e progettisti con una dettagliata consulenza, dalla fase embrionale del progetto fino all’assistenza in fase di collaudo, se L’architettura contemporanea ricerca sempre nuove forme e trasparenza scegliendo METRA come partner ideale. Anche i progetti più complessi trovano nelle soluzioni per involucri e facciate continue la risposta tecnologica ed estetica ideale. Vasta la gamma di sistemi in alluminio – perfettamente integrabili ad altri materiali – che METRA è in grado di personalizzare per realizzare le geometrie più sorprendenti. Massima tenuta e stabilità si coniugano a dinamismo e trasparenza nei sistemi per facciate continue Poliedra e nelle versioni puntiformi Poliedra Sky Glass. I sistemi fotovoltaici trasformano l’energia solare in energia elettrica mentre quelli frangisole creano il microclima ottimale all’interno dell’edificio. Questi concetti si potrebbero riassumere da parte di METRA con uno slogan:”a voi l’idea, a noi la soluzione tecnologica per MAP, ACRONIMO DEI METRA ASSISTENZA PROGETTI, È UN SERVIZIO A TUTTO CAMPO CREATO DA METRA PER PRESENTARE CARATTERISTICHE E PLUS DEI PROPRI SISTEMI. necessario. METRA infatti realizza ogni anno centinaia di nuovi profilati in alluminio per soluzioni speciali, arrivando fino alla realizzazione di profili “a disegno”per progetti specifici: un vastissimo patrimonio di competenze archiviato nella centrale MAP di Brescia, oggi messo a disposizione dei progettisti per la soluzione di casi particolari. Il servizio MAP è offerto gratuitamente e si articola su tutto il territorio nazionale, attraverso una rete capillare di professionisti METRA qualificati. realizzarla”. Qualunque sia il progetto da realizzare , la gamma di sistemi in alluminio METRA è unica per versatilità e completezza sia estetica che funzionale e in più, con il servizio MAP, è possibile avere a disposizione una squadra di specialisti per l’assistenza tecnica nella progettazione. Per agevolare ulteriormente il lavoro dei progettisti è stato sviluppato MetraLib, software interattivo unico nel suo genere che permetterà di selezionare e inserire direttamente in AutoCad i sistemi METRA più adatti, già corredati di tutte le voci di capitolato. METRA MAP MAP: 62 METRA ASSISTENZA PROGETTI 63 04 THE PROJECT PROGETTISTI: STUDIO BRT - ARCHITETTI JANS BOTHE, KAI RICHTER, HADI TEHERANI - AMBURGO, GERMANIA FACCIATE CONTINUE E SERRAMENTI REALIZZATI DA: FRENER & REIFER - BRESSANONE (BZ) COMMITTENTE: ROBERT VOGEL GMBH & CO - AMBURGO, GERMANIA SISTEMA METRA: PROFILATI SPECIALI A PROGETTO FINITURA: OSSIDATO NATURALE DOCKLAND AMBURGO - GERMANIA PROGETTISTI: AEPO S.A. - MADRID, SPAGNA FACCIATE CONTINUE E SERRAMENTI REALIZZATI DA: INSIFAL S.L. - ALJALVIR, SPAGNA COMMITTENTE: OHL - OBRASCÒN HUARTE LAIN S.A. - MADRID, SPAGNA SISTEMA METRA: POLIEDRA-SKY 50, FRANGISOLE, NC 50 STH FINITURA: VERNICIATO RAL 9007 TESORERIA GENERAL DE LA SEGURIDAD SOCIAL DE MIRANDA DE EBRO BURGOS - SPAGNA 04 THE PROJECT LE DOMANDE PIU’ FREQUENTI 1. IL SERRAMENTISTA CHE CAMBIA ALCUNI SERRAMENTI IN UN’ABITAZIONE PRIVATA È TENUTO A RISPETTARE I LIMITI DI TRASMITTANZA DEI SERRAMENTI COSÌ COME RIPORTATO NELL’ALLEGATO C? SÌ. L’ARTICOLO 3 EVIDENZIA COME INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA DI COMPONENTI INSERITI IN UN EDIFICIO ESISTENTE DEBBANO ESSERE IN ACCORDO A QUANTO PRESCRITTO DAL DECRETO STESSO; PERTANTO, I SERRAMENTI INSTALLATI DOVRANNO AVERE UNA TRASMITTANZA COMPLESSIVA INFERIORE A QUELLA IMPOSTA DAL DECRETO IN RELAZIONE ALLE VARIE ZONE CLIMATICHE ANCHE SE L’EDIFICIO, NEL SUO COMPLESSO, NON RISPETTA I LIMITI IMPOSTI DAL DECRETO. 2. I LIMITI DI TRASMITTANZA TERMICA PER I SERRAMENTI IMPOSTI DAL DECRETO SONO VALIDI PER TUTTI GLI EDIFICI? SÌ. AD OGGI I LIMITI RIPORTATI NELL’ALLEGATO C SONO VALIDI PER QUALUNQUE EDIFICIO INDIPENDENTEMENTE DALLA DESTINAZIONE D’USO; NEI PROSSIMI MESI SARANNO PUBBLICATI ALCUNI DECRETI ATTUATIVI DEL DECRETO 192 CHE DIFFERENZIERANNO I VALORI DI TRASMITTANZA GLOBALE IN FUNZIONE DELLA REALE DESTINAZIONE D’USO DEGLI EDIFICI STESSI. 3. IN CASO DI RISTRUTTURAZIONE COME BISOGNA RAPPORTARSI AL DECRETO? SE LA RISTRUTTURAZIONE SUPERA I 1000M2 E, COMUNQUE, NEL CASO DI DEMOLIZIONE E RISTRUTTURAZIONE INTEGRALE IL DECRETO DEVE ESSERE RISPETTATO NELLA SUA INTEREZZA; I LIMITI IMPOSTI DEVONO ESSERE RISPETTATI ANCHE NEL CASO DI AMPLIAMENTI DI EDIFICIO, SUPERIORI AL 20% DELLA VOLUMETRIA DELL’EDIFICIO STESSO. 4. DOVE SI POSSONO REPERIRE INFORMAZIONI RIGUARDANTI L’IDENTIFICAZIONE DELLE VARIE ZONE CLIMATICHE? GLI 8100 COMUNI D’ITALIA SONO STATI SUDDIVISI IN SEI ZONE CLIMATICHE. IL DECRETO 412/93 ILLUSTRA I DATI CLIMATICI DEI SINGOLI COMUNI D’ITALIA DIVISI PER PROVINCE. PRESSO GLI UFFICI COMUNALI SONO, COMUNQUE, DISPONIBILI I DATI CLIMATICI DEL COMUNE INTERESSATO E DI TUTTE LE RELATIVE FRAZIONI. 64 5. IL VALORE DI TRASMITTANZA IMPOSTO DEVE ESSERE RISPETTATO ANCHE NEL CASO DI INSTALLAZIO- NE DI SCHERMI ESTERNI QUALI PALE FRANGISOLE, TENDAGGI O CHIUSURE OSCURANTI? SÌ. IL VALORE DI TRASMITTANZA IMPOSTO AI SERRAMENTI DEVE ESSERE RISPETTATO ANCHE IN PRESENZA DI SCHERMI DI QUALUNQUE GENERE, POSIZIONATI DAVANTI AL SERRAMENTO SIA INTERNAMENTE SIA ESTERNAMENTE. 6. SE LA COMMITTENZA PRIVATA NON AVANZA ALCUNA RICHIESTA CIRCA IL VALORE DI TRASMITTANZA DEL SERRAMENTO DA INSTALLARE, IL SERRAMENTISTA È TENUTO A POSARE UN SERRAMENTO CHE RISPETTI I LIMITI IMPOSTI DAL DECRETO O PUÒ SCEGLIERE A PROPRIA DISCREZIONE LA TIPOLOGIA E IL LIVELLO PRESTAZIONALE DELLA COMBINAZIONE VETRO-TELAIO? TRATTANDOSI DI OBBLIGO PRESCRITTO DALLA LEGGE IL SERRAMENTISTA È TENUTO AL RISPETTO DEI VALORI. SARÀ PREMURA DEL SERRAMENTISTA STESSO INFORMARE LA COMMITTENZA DEI VALORI DI TRASMITTANZA IMPOSTI IN RELAZIONE ALLA ZONA CLIMATICA DI INTERESSE E ILLUSTRARE I VANTAGGI DERIVANTI DAL RISPETTO DEI LIMITI. 7. DA QUANDO È OBBLIGATORIO RISPETTARE I LIMITI DI TRASMITTANZA DEL SERRAMENTO E DEI VETRI IMPOSTI DAL DECRETO? DAL 1 GENNAIO 2006 È OBBLIGATORIO RISPETTARE I LIMITI DI TRASMITTANZA GLOBALE DEI SERRAMENTI E DEI VETRI. TALI LIMITI SARANNO RESI PIÙ RESTRITTIVI A PARTIRE DAL 1 GENNAIO 2009. 8. CHI FORNISCE AL SERRAMENTISTA I VALORI DI TRASMITTANZA MEDIA DEI SERRAMENTI DA INSTALLARE? IL PROGETTISTA DEVE FORNIRE AL SERRAMENTISTA I VALORI DI TRASMITTANZA MEDIA DEI SERRAMENTI DA RISPETTARE. SARÀ PREMURA DEL SERRAMENTISTA, CONSULTANDO ANCHE IL GAMMISTA E IL VETRAIO, CONSIGLIARE IL PROGETTISTA NELLA SCELTA DEI COMPONENTI DA INSTALLARE NEL CASO QUEST’ULTIMO NON NE SIA A CONOSCENZA IN MODO DA RISPETTARE IL VALORE DICHIARATO. 9. I LIMITI IMPOSTI DAL DECRETO SI APPLICANO A QUALSIASI TIPOLOGIA DI SERRAMENTO? SÌ. I LIMITI DEVONO ESSERE RISPETTATI INDIPENDENTEMENTE DALLA TIPOLOGIA DI SERRAMENTO REALIZZATO (A BATTENTE, A BILICO, SCORREVOLE, ECC….). CON IL SERVIZIO MAP, È POSSIBILE AVERE A DISPOSIZIONE UNA SQUADRA DI SPECIALISTI PER L’ASSISTENZA TECNICA NELLA PROGETTAZIONE 65 04 THE PROJECT PROGETTISTI: MARCO MARCHESI, FEDRO ARCHITETTI ASSOCIATI, TREVISO SERRAMENTI REALIZZATI DA: PAVARIN F.LLI DI PAVARIN FAUSTO & C. SNC, PASIANO DI PORDENONE (PN) COMMITTENTE: GIOVANNA CASSIS, LIGNANO SABBIADORO (UD) SISTEMA METRA: NC 65 STH PORTE, NC 72.1 STH, NC-S 150 STH RODOS FINITURA: VERNICIATO BIANCO I.D. BID VILLA MEG LIGNANO SABBIADORO, UD POSSIBILI CHIAVI INTERPRETATIVE FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO MARCO CILLIS 66 In un saggio provocatoriamente titolato «L’ombra del passato», Eugenio Turri affida alla fotografia di paesaggio un duplice ruolo di memoria e monito, visto che questa da un lato «ci aiuta a racimolare quanto rimane del paesaggio del passato, salvarlo dal diluvio» e dall’altro ci permette di «vedere i paesaggi da rifare, da ricostruire, considerando che essi invecchiano non solo oggettivamente ma anche soggettivamente». La prima chiave di lettura rimanda alla ricerca iconografica a più tappe ripresa da Mario Giacomelli nella campagna marchigiana, che in due differenti cicli, «Presa di coscienza sulla natura» (1954-2000) e «Metamorfosi della terra» (1960-1980 e 1955-1968), ritorna negli stessi luoghi ritraendoli stagione dopo stagione, anno dopo anno, raccontando di una terra ferita martoriata dal lavoro dell’uomo o dall’abbandono. La ricerca di Giacomelli ha il merito di superare un immaginario univoco e di porre una svolta nella tradizione italiana legata all’immagine di paesaggio, fino agli anni Cinquanta affezionata ad una connotazione cartolinistica della (bella) veduta e mutuata dalla grande tradizione Ottocentesca che ha avuto negli Alinari i principali rappresentanti. Giacomelli invece approda ad una semantica complessa che esaspera i toni chiaroscurali delle scene ritratte, in un’elementare grammatica dei segni, traccia dell’azione umana sulla superficie terrestre. Come ebbe a dire egli stesso, il suo interesse è per «i segni che fa l’uomo senza saperlo, ma senza far morire la terra. Solo allora hanno un significato per me, diventano emozione. In fondo fotografare è come scrivere: il paesaggio è pieno di segni, di simboli, di ferite, di cose nascoste. È un linguaggio sconosciuto che si comincia a leggere, a conoscere nel momento in cui si comincia ad amarlo, a fotografarlo. Così il segno viene ad essere voce: chiarisce a me certe cose, per altri invece rimane una macchia». Parallelamente, la funzione esortativa richiamata da Turri rimanda ad una stringente attualità dell’indagine LA FOTOGRAFIA DI PAESAGGIO TRA LIRICA E DOCUMENTO fotografica che, abbandonata la tendenza fotogiornalistica del grande reportage, spesso di denuncia sociale, a partire dagli anni Settanta interpreta progressivamente il paesaggio come luogo di confronto, parametro con il quale misurare passato e presente e che identifica nel presente la progressiva scomparsa delle bellezze natura- li, l’affermarsi della cosiddetta città in estensione, fatta di non luoghi alternati a spazi indecisi. Sono questi i presupposti per l’avvio di una fertile stagione della cultura fotografica italiana, che volge lo sguardo (e lo scatto) ai margini urbani, ai territori ignoti dell’incertezza, al «paesaggio della modificazione», dove il naturale cambia progressiva- In un progressivo allontanamento dalla dimensione fisica della scena. Esiste un’ulteriore categoria semantica e relativa paesaggio inteso come visione, laddove la declinazione fotografica dei luoghi, partendo dal dato percettivo approda talora alla visione talora alla creazione artistica, sublimando l’idea della fotografia di paesaggio come strumento interpretativo dei luoghi. A questo ambito si iscrivono gli scatti «pionieri» Lazlo Moholy Nagy, di Carlo Mollino, o in tempi recenti, di Vladimir Sutiagin e di Marco Campanini. FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO nella ricerca di Francesco Radino, Luca Campigotto o di Michele Mottinelli. Esiste poi un paesaggio debole, privo di caratteri di eccezionalità, un paesaggio che testimonia l’esperienza del quotidiano, che affondando le proprie radici nella rappresentazione della periferia americana di William Eggleston e Stephen Shore, mette in secena il teatro dell’orizzonte domestico e silente: è quello della quotidianità più minuta ritratto da Guido Guidi o del diuturno incontro col divino che Giorgia Fiorio ha fissato alle più distanti latitudini. POSSIBILI CHIAVI INTERPRETATIVE mente la propria essenza fino al punto da coincidere con l’orizzonte urbano; si avvia pertanto «una ricerca dell’Italia dei margini, dell’ambiguità , del finto, del doppio, dell’Italia sostanzialmente esclusa...»; in questa dimensione si inquadra il lavoro di Luigi Ghirri che, nella frequentazione fotografica dei luoghi a lui cari minacciati dalla modernità, tenta un recupero del sentimento di appartenenza, un viaggio nell’identità emiliana denso di nostalgia. E nello stesso Ghirri va individuata l’anima di una stagione fotografica a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta che coinvolge un nucleo costante di autori impegnati nell’ideale realizzazione di un nuovo «atlante» per immagini sull’idea del paesaggio italiano che cambia, realizzato secondo uno sguardo basso, antitrionfalistico, normalizzante ma paradossalmente dirompente, lontano dall’enfasi visiva e dai caratteri di eccezionalità che avevano caratterizzato la fotografia di paesaggio precedente. Alla lezione di Giacomelli e Ghirri è possibile ricondurre idealmente gran parte delle esperienze che hanno caratterizzato la fotografia italiana di paesaggio degli ultimi anni. Si tratta di un procedere iconografico che individua i due poli attrattivi tra il lirismo dello spazio elegiaco e il rigore documentario di un paesaggio assai prossimo. All’interno di questi due estremi ci stanno infinite declinazioni iconografiche del paesaggio, che possono tuttavia essere decifrate secondo quattro probabili chiavi interpretative. Se da un lato, con l’opera di Gianni Berengo Gardin o di Marco Anelli, esiste un paesaggio inteso come territorio dell’uomo, ove la presenza di quest’ultimo - reale o evocata negli effetti visibili della sua opera- appare costante e inevitabile per la definizione stessa di paesaggio come prodotto dell’azione antropica, dall’altra esiste una fotografia di paesaggio che trova nell’esperienza della natura il proprio motivo narrativo, che attinge dal desiderio di documentare il Sublime che fu di Ansel Adams e che troviamo oggi, con i dovuti distinguo, 67 GIULIANO VENTURELLI La Stazione del Dosso dei Galli, ex stazione NATO al Passo del Maniva, potrebbe in futuro diventare una straordinaria struttura turistico – ricettiva, dotata dei più innovativi sistemi per la riduzione dei consumi energetici e per la produzione di energia mediante fonti alternative. E’ questa l’idea proposta da GREI (Geminian Real Estate Italy) per il recupero del complesso di edifici esistenti, nell’intento di crearne una suggestiva ed innovativa struttura turistica. Suggestione che è sicuramente suscitata sia dall’eccezionale localizzazione che dalla particolarità dovuta al precedente utilizzo. UBICAZIONE La stazione Dosso dei Galli è sita sopra il Colle, adiacente all’omonimo passo, il strada stretta proveniente da Bagolino, che si interseca alcuni chilometri prima dell’incrocio, con quella proveniente da Collio. La Strada Provinciale n° 345 è denominata delle Tre Valli, dovuto alla sua posizione di collegamento delle Tre Vallate Bresciane.(V.Camonica-V.Trompia-V.Sabbia). La stazione è visibile già da parecchi chilometri di distanza data la sua posizione predominante, ed alle enormi antenne a paraboloide “sfaccettato”. STORIA DELL’IMMOBILE Sistema di Telecomunicazione N.A.T.O. di Allarme Immediato (ACE HIGH System Europa 1959-1995). Dislocazione e Funzionamento della Stazione Troposcatter Dosso dei Galli IDGZ (1969-1995). La Stazione Troposcatter (tropospheric) N.A.T.O. Dosso dei Galli (codice N.A.T.O. GREI STAZIONE DOSSO DEI GALLI (IDGZ) PASSO MANIVA 05 THE PROJECT [ LAT. 45.8534643 LONG. 10.3777671 ] 68 Dosso dei Galli. Al passo si incrociano: la strada privata della stazione, che scende il Colle per 800 metri dal cancello della stazione fino a raggiungere l’incrocio, larga 5 mt, interamente asfaltata, la strada proveniente da Collio (21 Km all’incrocio), la strada proveniente dal Passo Croce Domini (9 Km dall’Incrocio), ed una IDGZ), posta nelle alpi Bresciane, sopra il Colle del Passo Dosso dei Galli, operante dall’anno 1969 fino all’anno 1995, è divenuta di primaria importanza dopo l’uscita della Francia dalla N.A.T.O. La Francia, con la Sala Comando SHAPE di Parigi Nord, era il capomaglia del gomitolo principale di tutto il traffico da Nord a Sud, LA STAZIONE DEL DOSSO DEI GALLI, EX STAZIONE NATO AL PASSO DEL MANIVA, POTREBBE IN FUTURO DIVENTARE UNA STRAORDINARIA STRUTTURA TURISTICO-RICETTIVA 69 05 THE PROJECT 70 05 THE PROJECT AGENZIA IMMOBILIARE GREI DI GABRIELA GEMINIAN INDIRIZZO: VIA MARCONI 57 (C/OWEST GARDAMARINA) - PADENGHE SUL GARDA (BS) CONTATTI: T. 030.9908166 F. 030.6585120 [email protected] WWW.GREI.CO.UK PROGETTI FUTURI: SVILUPPO DI UN PROGETTO RESIDENZIALE A BASSISSIMA DENSITÀ, ECOSOSTENIBILE, INSERITO NELLA NATURA, NELLA BASSA BRESCIANA del Sistema ACE High europeo. La Stazione del Dosso dei Galli (IDGZ) era collegata a Nord, in Troposcatter, alla stazione tedesca di Feldberg (codice N.A.T.O. AFEZ) saltando con il segnale Troposcatter la Svizzera, mentre a Sud era collegata in microonde con la stazione del Monte Giogo (IA-codice N.A.T.O. IMXZ) attraverso quella di Cavriana, supportando tutto il traffico da Nord a Sud e viceversa, dell’ ACE High System. La rete ACE HIGH partiva a Nord dalla Norvegia (stazione di Senja, codice N.A.T.O. NHGZ) e si collegava alla rete N.A.R.S. (North Atlantic Radio System) alle isole Faroe (danesi), la quale attraverso la Groenlandia, si congiungeva con la DEW-LINE (Distant Early Warning Line) entrando in Alaska e Canada, per proseguire e collegarsi con la rete W.A.C.S. (White Alice Communications System) che dal Canada, giungeva completata e posta a “Sorveglianza” dell’ Unione Sovietica ed i suoi Paesi Satelliti, contro eventuali azioni aggressive portati verso il “mondo libero”. Le stazioni Troposcatter principali dell’ACE HIGH System erano 49, con una distanza di circa 300 Km tra ogni Stazione, e 40 collegamenti principali in microonde. Il segnale Troposcatter veniva irradiato nella troposfera dove subiva uno “spargimento” (scattering) dovuto alle discontinuità di scariche elettriche dell’atmosfera, che faceva si che parte di esso potesse venire raccolto dalla stazione corrispondente anche se posta oltre l’orizzonte elettromagnetico. Il Sistema Troposcatter era considerato affidabile e funzionale anche in condizioni meteo avverse, grazie all’impianto tecnico adottato nelle stazioni che prevedeva ampi livelli di sicurezza, tali da superare il problema dell’evanescenza (Fading). Il Segnale era Banda Larga in UHF e spaziava da da 450 a 500 e da 830 a 950 MHz, a seconda delle necessità e della lunghezza e caratteristiche delle singole tratte. Lo stesso segnale veniva trasmesso su due diversi canali, (Frequency Diversity) rilevato dalle Antenne della Stazione ricevente, che discriminava il migliore e lo ritrasmetteva alla Stazione successiva. Mentre per le stazioni in linea ottica si utilizzava il segnale di comunicazione a Microonde (Microwave) alla frequenza di 4.9 GHz, chiamato L.O.S. dai Tecnici Ace High, cioè dall’abbreviativo di Line of Sight (Linea Ottica). WORKSHOP EASA009 ITALY SUMMER ASSEMBLY “SUPERMARCHET” Il recupero dell’ex stazione NATO del Dosso dei Galli, noto come il Radar del Maniva, sarà oggetto di progetto di uno dei 25 Workshop che si terranno l’ultima settimana di Luglio e la prima di Agosto a Darfo in occasione (davvero eccezionale) dell’ EASA009 ITALY SUMMER ASSEMLY. L’assemblea annuale degli studenti di Architettura Europei si terrà infatti quest’anno in Italia dopo trent’anni (negli anni ’70 si era tenuta a Torino) ed avrà per titolo “SupermARCHet” sviluppando i temi legati all’architettura come scultura e all’architettura come immagine. Grazie a questo workshop l’area diventarà oggetto di dibattito e di scambio di idee da parte degli studenti, che qui potranno visitare l’area e dormirvi una notte, e che, guidati dall’Architetto Gabriele Falconi, avranno il compito di produrre idee di progetto legate al recupero ed all’utilizzo dell’ex base Nato. La finalità sarà quella di riqualificare il Dosso dei Galli pensandone un utilizzo a fini turistici e collegando l’intervento ad un possibile rilancio della Valle Camonica. 05 così negli Stati Uniti. A Sud il segnale dopo essere transitato dall’Italia, viaggiava in microonde a Malta, e in Troposcatter in Grecia per poi giungere in Turchia, dove terminava il Sistema di Telecomunicazioni Terrestre “Europeo-NordicoStatunitense” di Allarme Immediato. Il sistema assolveva alla necessità di disporre di una cintura elettromagnetica pluricanale che collegasse tra loro con i centri decisionali i radar “remoti” posti sui confini del mondo Occidentale, capace di veicolare informazioni e tracciati radar in tempo reale. Tutta la fascia era così stata THE PROJECT SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE N.A.T.O. DI ALLARME IMMEDIATO (ACE HIGH SYSTEM EUROPA 1959-1995). 71 06 THE PROJECT 72 PESCINI PAOLO BALDI LE SCENOGRAFICHE «TRASPARENZE» DEL VETRO Cosa si può fare per «rubare» terreno allo strapotere del cemento e del metallo regalando luce ed eleganza all’architettura? La risposta non è complessa e neppure lontana: arriva dal vetro, dalle tante e a tratti incredibili interpretazioni anche statiche di questo materiale. E naturalmente da chi lo sa lavorare e reinventare, alla luce di una esperienza industriale iniziata nel 1972. La risposta, attraverso una serie infinita di idee, arriva dalla «Vetraria Pescini», una srl con stabilimento, uffici e showroom in via Lombardia a Orzinuovi, che ha sorprese in quantità per ingegneri, architetti e arredatori. Tanto per fare un po’ di storia, l’azienda in questione è nata ed è cresciuta sull’onda del progressivo sviluppo dell’impiego del vetro nell’edilizia. E si è fatta un nome di qualità nella costruzione di vetri isolanti diventando il fornitore di riferimento per importanti produttori di serramenti. Questo è ancora il settore operativo principale, che diciamo così prospera anche grazie alle normative sempre più stringenti a proposito della sostenibilità dell’edilizia. La gamma comprende lastre riflettenti, A ORZINUOVI LO STABILIMENTO, GLI UFFICI E LO SHOWROOM acustiche basso emissive, temperate, curvate e di sicurezza; una lunga serie di proposte dalle alte prestazioni che comprende anche le tende in vetrocamera: veneziane azionabili a mano o elettricamente inserite tra due lastre trasparenti, senza bisogno di pulizia, insomma. Ma torniamo alla domanda iniziale, e alla soluzione scelta dala Vetraria Pescini per fare tendenza sperimentando un nuovo mercato. L’essenza di questo progetto è raccolta nel nuovo e bellissimo showroom collegato alla fabbrica e aperto solo nel mese scorso, una grande «stanza delle meraviglie» che è stato deciso di caratterizzare con un nome a sé: «Glass project». In sintesi la nuova galleria è stata concepita e riempita con lo scopo di offrire agli addetti ai lavori una serie di idee e di soluzioni per la progettazione in vetro speciale. E qui, per esempio, ci si rende conto che utilizzando scenografiche lastre trasparenti capaci di prestazioni perfettamente sovrapponibili a quelle del cemento si possono realizzare architetture spettacolari; che scale, pavimenti e pareti con funzioni anche portanti non sono un’idea pericolosa, ma una soluzione brillante. «Glass project» è poi una proposta completa, e allo spazio espositivo la Vetraria Pescini abbina un vero ufficio tecnico in grado di affiancare gli studi di ingegneria e di architettura: insomma, a Orzinuovi non si occupano più solo della produzione di manufatti, ma intervengono già a partire dalla fase di ideazione di un’opera. Tutto ciò è molto interessante, ma il meglio, almeno per gli occhi, deve ancora arrivare. Perchè nello showroom c’è un grande spazio riservato al design puro. E così, a una 73 PESCINI SEDE E SHOWROOM: VIA LOMBARDIA 4/6, ORZINUOVI (BS) CONTATTI: T. 030.941728 F. 030.941047 WWW.VETRARIAPESCINI.IT REALIZZAZIONI: G&B NEGOZIO (FLERO) 06 THE PROJECT 74 ACCESSORI FORNITI DA METALGLAS SRL - LUMEZZANE (BS) AL SETTORE PRINCIPALE DELL’EDILIZIA SI È AFFIANCATO QUELLO DELLE NUOVE PROGETTAZIONI vasta gamma di box doccia da sogno arricchiti da raffinatissimi particolari (e componenti) in acciaio realizzati appositamente, si affiancano le pareti decorative, gli specchi, i mobili (in vetrina ci sono anche fantastiche poltrone che abbinano trasparenze e «pieni») e i complementi d’arredo firmati Tonelli design; tavoli ed espositori attraversati dalla luce fanno il paio con pareti divisorie che interpretano tutta la fascia dei colori e della trasparenza. E poi c’è il settore delle vetrate artistiche, con realizzazioni all’acido, a fusione e con la tecnica «Tiffany» che rimandano a una sapienza artigiana calata nella modernità che offre modelli appartenenti all’arte moderna piuttosto che riletture dello stile Art Nouveau. Può bastare? L’elenco sarebbe ancora lungo, ma uno spazio speciale lo merita l’invenzione delle lastre decorative: due strati di vetro in cui inserire, anche su indicazione diretta del cliente, qualsiasi tipologia di tessuto, ottenendo un effetto estetico veramente eccezionale. Insomma: uno spettacolo aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 ale 12 e dalle 14 alle 19, e il sabato dalle 9 alle 13. ACCESSORI FORNITI DA FARAONE SRL - TORTORETO (TE) COMPLEMENTI DI ARREDO FORNITI DA TONELLI DESIGN SRL - TALACCHIO DI COLBORDOLO (PU) Cosa c’è nel futuro di un’azienda dinamica, che passa con disinvoltura dalla fabbricazione di lastre a bassa «emissività» con i marchi di certificazione «Uni» e «Climalit» alla realizzazio- L’ AVVENTURA DEL «G6» PER L’EXPO 2015 ne di meraviglie in vetro uscite dalla creatività dei designer? C’è l’espansione, che passa sì dall’allestimento di spazi di prestigio, ma anche dagli appalti di grandi proporzioni. Alla Vetraria Pescini non hanno paura delle sfide e dell’innovazione. Adesso puntano ancora più in alto. Quindi, per esempio, sono in corsa per la realizzazione degli interni delle stazioni della metropolitana di Brescia, e inoltre puntano, non da soli in questo caso, alle opportunità che si stanno aprendo con un nuovo e davvero enorme mercato: l’«Expo» milanese del 2015. Per affrontare questa avventura, l’azienda orceana ha dato vita nelle settimane scorse a una società che raccoglie altre cinque realtà del settore vetrario operanti in Italia settentrionale e centrale: si chiama «G6», e rappresenta una novità assoluta nel settore delle alleanze industriali che proprio attraverso la scelta consortile potrà affrontare anche commesse di grandi proporzioni altrimenti non gestibili da singole realtà medie o piccole. QUATTRO PASSI NEL GLASS PROJECT, LA «STANZA DELLE MERAVIGLIE» 75 CARTOONIST 76 B U SS AC C H I N I E L E “ LU C I ” «LE STRUTTURE POSTPERSONALMENTE SONO Colorista? Troppo banale. Angelo Bussacchini è l’equivalente del direttore della fotografia, è il maestro delle luci che lavora al fianco del regista Andrea «Red» Mutti. Solo che non stiamo parlando di cinema, ma di fumetto. Dal loro laboratorio creativo è uscita la figura di Giuliano Nero, il detective che opera in una Brescia molto notturna e cupa. «Beh, ma la nostra città - rivela Bussacchini - non è affatto sinistra. Non è così come appare nelle tavole. Le sue geometrie, i suoi marmi bianchi, le sue piazze, i suoi pa- lazzi settecenteschi la rendono viva. La nostra Brescia è invece immaginaria, enfatizzata, aggiustata sulla tipologia noir del racconto. Appunto per questo abbiamo recuperato come sfondo le archeologie industriali dismesse, che nel loro abbandono rimandano a qualcosa di sinistro. Le strutture postindustriali hanno un connotato drammatico di degrado e fanno da quinte alle nostre storie. Personalmente sono affascinato dalla vecchia Atb dove ho avuto modo di entrare: sono rimasto affascinato da questa fabbrica dino- “DA PICCOLO CONTINUAVO A DISEGNARE E DIVORARE FUMETTI: POI MI SONO ISCRITTO AI CORSI D I R U B E N S O S A” I N D U S T R I A L I FA N N O DA Q U I N TA A L L E N O S T R E S TO R I E : A F FA S C I N ATO DA L L A V E C C H I A AT B ” sauro che potrebbe raccontarci molte storie di lavoro, sudore e sacrifici». In una delle avventure di Giuliano Nero compare il gasometro di Brescia Due. Bene, lo studio di Angelo Bussacchini è proprio lì a due passi dalla new town voluta da Bruno Boni. «Sono un appassionato di quest’area di città, anche se io abito in questa zona che è più attigua a via Cremona. Un angolo che conserva un sapore quasi ottocentesco con la memoria di vecchi opifici». La biografia, umana e artistica, di Bussacchini, 46 anni, è molto articolata. E’ nato a Brescia, è cresciuto a Lumezzane e Nave, oggi ha scelto di risiedere a Gavardo. «Sono finito lì perché è a mezza strada tra il luogo di lavoro e il mio luogo ideale, il lago di Garda. Da giovane correvo in bicicletta, ho fatto agonismo tra gli juniores e i dilettanti, anche se non ho ottenuto mai risultati di rilievo. Quando ci si allenava, si andava su e giù tra le colline dell’entroterra gardesano, mi sono innamorato di quegli spazi». La passione per il disegno e i colori era già scritta nel Dna. «Mia madre - prosegue Bussacchini - mi racconta che da piccolo mi nascondeva i quaderni, perché io continuavo a disegnare. Li riempivo di cavalli, iniziando dagli zoccoli, roba che ora non sarei in grado di ripetere. La mia ossessione era Zorro. A 16 anni ho provato a dipingere con l’olio. Ma la vera svolta è stata quando ho conosciuto Giuseppe e Renzo Riva- “ANDREA MUTTI SCEGLIE LE INQUADRATURE, IO LAVORO SULLE ATMOSFERE: CON IL COLORE SI DÀ IL TAGLIO DRAMMATICO E PSICOLOGICO, IL PATHOS DEL RACCONTO” dossi. Con loro ho imparato a misurarmi con la figura umana. Non era una vera e propria scuola, ma si parlava di luce, di colore, di espressività. Va detto che durante l’adolescenza continuavo a divorare fumetti, per cui un giorno mi iscrissi ai corsi del compianto Ruben Sosa. Fu lì che conobbi Andrea Mutti. Ci siamo persi di vista, come spesso capita nella vita, ma ci siamo ritrovati nel 2002. Lui voleva lasciare Bonelli per mettersi in proprio e mi propose questo lavoro di colorista. Abbiamo cominciato a provare, ad andare in Francia a proporre il nostro lavoro, finchè il sodalizio è partito». «Andrea - continua Bussacchini sceglie le inquadrature e mi dà indicazioni di massima. Io lavoro sulle atmosfere: con il colore si dà il taglio drammatico e psicologico, il pathos del racconto. La collaborazione funziona perché c’è una grande stima reciproca». Bussacchini colora le tavole, ma nel frattempo non tralascia la pittura, l’altra parte di sé. Mentre il fumetto risponde alla necessità di farsi capire da tutti, la pittura concede altri margini di sperimentazione. Le sue tele hanno le pennellate dense degli espressionisti e i toni accesi dei fauves, soprattutto blu e azzurri. I temi prediletti sono le darsene lacustri, la figura umana, ma anche le strutture industriali, le vecchie acciaierie abbandonate, delle quali lo affascinano soprattutto le forme cubiche. Il Bussacchini pittore è complementare a quello del fumetto, ma ancora tutto da scoprire. CARTOONIST D E L L A C I T TÀ NINO DOLFO 77 CULT OGGETTI DI CULTO CHE HANNO FATTO LA STORIA 78 GIULIANO VENTURELLI GEROSA FOLLETTO: MITO A DUE RUOTE Chi di noi non ricorda o non ha mai visto sfrecciare un fornaio a bordo di un motorino dotato davanti e dietro di ceste per il pane? Ebbene forse non tutti sanno che quel fornaio viaggiava a bordo di un Gerosa Folletto! Mitico motorino da 50 cc degli anni 60/70. Quel motorino era realizzato proprio a Brescia dalla gloriosa azienda Gerosa, noto marchio Bresciano che produsse anche uno dei primi 50 cc da fuori strada a metà degli anni ’60. Insieme al TIR della Peripoli, al Doniselli, al David PT della Casalini erano i mezzi di consegna soprattutto di panettieri e di fruttivendoli. Nato nel 1961, l’anno in cui al cinema uscirono “Colazione da Tiffany”, “West Side Story”, “Torna a settembre”, “Accattone”, “lo Spaccone” e “La Notte” di Michelangelo Antonioni, anno in cui la Juventus vinse lo scudetto, Sivori il Pallone d’oro, ed il Brescia, in serie B, arrivò quindicesimo, con motore Minarelli (mod. FB Minar W3) a 2 tempi, il Gerosa Folletto ha continuato ad essere costruito fino agli anni ’80. Il marchio Gerosa è nato a Brescia nei primi anni ’40 ed ha visto la nascita di diversi modelli di motocicli, dalle moto da strada, alle moto da fuoristrada e ai ciclomotori. L’azienda ha smesso di produrre nei primi anni ’90. Originariamente la sede di produzione era in via Solferino al civico 65 ed a San Polo in via Bettole 26. Dai primi anni ’70 in via Solferino è rimasto solo il negozio, mentre la produzione dei telai, la verniciatura e l’assemblaggio sono passati a San Polo. Il grande successo avuto dal Folletto derivava dalla sua grande maneggevolezza e versatilità, ma soprattutto dalla grande capacità di carico. Dotato infatti di portapacchi NATO NEL 1961 CON MOTORE MINARELLI A 2 TEMPI, IL GEROSA FOLLETTO HA CONTINUATO AD ESSERE COSTRUITO FINO AGLI ANNI ’80. CULT anteriore e posteriore era in grado di portare contenitori di grosse dimensioni, basi pensare appunto alle classiche ceste in plastica dei fornai. Dapprima realizzato nei colori rosso e azzurro lo si è poi avuto in altri colori. Molti annedoti sono legati al Gerosa Folletto: per esempio nelle zone del litorale Toscano e Ligure negli anni ’70 esistevano versioni attrezzate, o meglio allestite, per il mare, dotate di sciccosissime ceste in vimini per alloggiarvi asciugamani e borse per la spiaggia, realizzati secondo le richieste nei colori più disparati (tra tutti spopolavano il panna e l’arancione) divenendo veri e propri oggetti di culto tra le signore in villeggiatura. Il vuoto lasciato dal Folletto non è mai più stato colmato dalla produzione di altri ciclomotori o scooter, forse meno spartani nella forme e nel disegno, ma forse pro- prio per questo meno suggestivi. La grande possibilità di personalizzazione di cui questo mezzo era dotato lo renderebbero, leggermente riveduto e corretto (soprattutto secondo i nuovi standard del codice della strada) ancora attualissimo. Chissà quindi che non si possa assistere ad un rilancio dello storico marchio Gerosa e pensare poi di rivedere il nuovo Folletto sfrecciare (anche) per le vie della nostra città. OGGETTI DI CULTO CHE HANNO FATTO LA STORIA NEGLI ANNI ’70 ESISTEVANO VERSIONI ATTREZZATE, O MEGLIO ALLESTITE, PER IL MARE, DOTATE DI SCICCOSISSIME CESTE IN VIMINI PER ALLOGGIARVI ASCIUGAMANI E BORSE PER LA SPIAGGIA 79 07 THE PROJECT 80 ART BY RIPA PAOLO BALDI Esistono luoghi speciali, luoghi del bello, visitando i quali si ha la sensazione di aver perso fino a quel momento una parte della gamma dei colori. Spazi che costringono a rivedere, espandendolo, il proprio concetto di casa e di glamour, nei quali il lusso diventa originalità e ricerca saltando a piedi pari l’ostentazione. Uno di questi luoghi ha trovato sede dal novembre del 2007 in uno dei contenitori simbolo, architettonicamente parlando, della nuova IL LABORATORIO DELLE IDEE Brescia, la Torre Oberdan, e si chiama «ArtbyRipa». Il nome commerciale riassume già efficacemente la filosofia di questo punto vendita: l’arte e la ricerca continua di idee speciali e di alta gamma in quel settore dei rivestimenti e dei pavimenti (e non solo) in cui la «RI.PA.» di Roè Volciano, la casa madre, è già leader da decenni. In estrema sintesi, questo è un laboratorio di idee nel quale uno studio di archi- tettura, un decoratore di interni o anche un privato interessato a una ristrutturazione o a una trasformazione edilizia (con le idee abbastanza chiare e alla ricerca di cose molto speciali) possono trovare tante, tantissime risposte per rendere unica una residenza. Non si tratta di retorica pubblicitaria, ma di un vero stupore che si alimenta in ogni angolo di «ArtbyRipa»; davanti a spettacolari resine che inglobano foglie (vere) o L’AZIENDA BRESCIANA ALLA RICERCA CONTINUA DI SOLUZIONI SPECIALI NEL CAMPO DEI RIVESTIMENTI E DEI PAVIMENTI fiori piuttosto che a bellissimi rivestimenti di sassi colorati premontati su rete (che tanto per esagerare possono inglobare anche giade o ambre assolutamente autentiche); ammirando caleidoscopi di ardesia o immaginando l’effetto di una parete con inserti retroilluminati in pietre semipreziose; restando a bocca aperta davanti a un termoconvettore che diventa un’opera d’arte trasformandosi in una foglia metallica come di fronte a un box doccia in marmo 81 ART BY RIPA SHOWROOM: VIA OBERDAN 140, BRESCIA CONTATTI: WWW.ARTBYRIPA.IT 07 THE PROJECT SPETTACOLARI RESINE CHE INGLOBANO FOGLIE VERE, RIVESTIMENTI DI SASSI COLORATI, CALEIDOSCOPI DI ARDESIA 82 che si evolve in una scultura. Uno dei cavalli di battaglia di questo punto di vendita e soprattutto di consulenza è rappresentato dai mosaici: un campionario impressionante che spazia dai vetri colorati e cangianti alle pietre senza tralasciare il legno, e che anche in questo caso si declina in una serie infinita di colori e forme possibili così come avviene nel settore di quelle che altrove si chiamano semplicemente «piastrelle». Senza dimenticare che in via Oberdan propongono persino rivestimenti murali in pelle, vale la pena di gustare con gli occhi l’effetto di superfici in gres rese iridescenti dalla combinazione col metallo; oppure l’infinita combinazione di colori e forme che può assumere la rilettura moderna dell’antichissimo cocciopesto, capace di manifestarsi in una gamma che va dall’inserto murale al piano di un tavolo. E inoltre c’è l’effetto sorpresa di leggerissime piastrelle made in Japan che, realizzate utilizzando anche una pietra lavica, assorbono l’umidità modulandola su livelli ottimali e si mangiano persino gli odori. Incredibile? Vedere per credere. Tra una proposta di «hammam» da appartamento e una combinazione di rubinetti e docce estratti direttamente dal meglio del design, e continuando in quella ricerca dell’esclusività grazie alla quale un cliente può per esempio chiedere la messa IL SEGRETO DELL’«ART HUNTER» Il ruolo forse più importante tra quelli operativi in una struttura come quella della Torre Oberdan è quello dell’«art hunter», ovvero dell’esperto che si sposta da una fiera all’altra, o che semplicemente percorre il mercato alla ricerca continua del materiale e del pezzo nuovo e unico. In effetti l’eccezionale e insieme vastissimo campionario di «ArtbyRipa» è frutto proprio di questa costante ricerca che si abbina, ovviamente, a una profonda conoscenza dei prodotti. Ma non esiste solo la fase della «caccia». Nello show room di via Oberdan 140 lavorano a una costante evoluzione dell’immagine e della filosofia («siamo nati da poco ma ci sentiamo sempre un po’ obsoleti», dicono) e operativamente parlando possono supportare ma anche gestire in proprio lo studio e la progettazione di proposte personalizzate; non solo inserendosi nella fase di completamento, ma anche a partire dall’allestimento vero e proprio. I risultati raggiunti? Ottimi: «In poco più di un anno di attività - commentano in questa galleria della bellezza - abbiamo trovato uno spazio nei maggiori studi tecnici di Brescia senza creare concorrenza ma attuando una simbiosi». in opera di pochi metri quadri di piastrelle uniche fatte a mano, «ArtbyRipa» dà spazio anche alla creatività pura. Lo fa offrendo una vetrina ai pezzi firmati da artigiani che è difficile non definire scultori o designer, e che rientrano perfettamente in quella cornice di suggestione che lo showroom della Torre Oberdan sa offrire anche quando è... chiuso, grazie alla bellezza del contenitore e a un sapiente gioco di illuminazione notturna. L’EFFETTO SORPRESA DELLE LEGGERISSIME PIASTRELLE MADE IN JAPAN CHE ASSORBONO L’UMIDITÀ E SI «MANGIANO» PERSINO GLI ODORI 83 08 THE PROJECT 84 VALLONCINI L’«ACCADEMIA» PAOLO BALDI Si fa presto a dire giardino. Uno spazio verde può restare anonimo, privo di personalità, oppure trasformarsi in una celebrazione del bello, in uno spazio attrezzato e godibile capace di fondere divertimento, relax e persino meditazione; seguendo una scala di arricchimento che non ha quasi limiti. E se siete interessati a questo tipo di approccio, non dovete far altro che visitare lo show room meglio attrezzato del Bresciano: «Valloncini living your time» vi aspetta a Torbiato DEL GIARDINO di Adro, al 30 di via Principe Umberto. In questa accademia dell’allestimento di esterni che spunta nel mezzo della Franciacorta si possono trovare soluzioni e idee, e soprattutto assistenza continua, per riempire con l’eleganza e l’innovazione il proprio pezzo di natura urbana, scegliendo le più esclusive proposte del mercato per un approccio totale all’organizzazione del verde: dalle piscine più strepitose ai tagliaerba robotizzati, passando per gazebo da copertina e per i migliori giochi da esterni. «Valloncini living your time» rappresenta oggi l’evoluzione di un progetto imprenditoriale avviato mezzo secolo fa, e analizzando i cinque settori operativi (piscine, arredi, gazebo, pergole e domotica applicata al giardino), probabilmente la palma dell’esclusività va assegnata al mondo dell’acqua. In questo ambito, infatti, l’azienda installa (e segue costantemente) vasche tradizionali in scavo e fuori terra e impianti per l’idromassaggio VALLONCINI SEDE: VIA PRINCIPE UMBERTO 30, TORBIATO DI ADRO (BS) CONTATTI: T. 030.7356325 F. 030.7457714 [email protected] WWW.VALLONCINI.IT GAZEBO, VASCHE IDROMASSAGGIO PER ESTERNI, MOBILI E PERGOLE: LE PROPOSTE PIÙ ESCLUSIVE DEL MERCATO per ogni esigenza, ma propone anche una rilettura del tema fortemente innovativa: con Valloncini la piscina può diventare un lago, un pezzo armonico di paesaggio. L’azienda di Torbiato di Adro è infatti distributore e installatore esclusivo per il Bresciano del marchio «Piscine Biodesign»: un insieme di soluzioni tecnologiche grazie alle quali è possibile creare forme e dimensioni a piacere, trasformando ogni realizzazione in un pezzo unico. 85 08 THE PROJECT 86 L’AZIENDA DI TORBIATO DI ADRO OFFRE SOLUZIONI PER TUTTI E ASSISTENZA CONTINUA Per capire come funziona bisogna abbandonare l’abitudine alle pareti ortogonali, e immaginare uno scavo realizzato su un’idea personale di forma e poi rivestito con un «foglio» impermeabilizzante sul quale si spalma un rivestimento fatto di pietre naturali consolidate con resine trasparenti: piani di calpestio in sabbia di marmo e pareti in ciottolo danno vita ad un «effetto laguna» strepitoso, e inserito nel giusto contesto botanico, il luogo dell’acqua può essere al tempo stesso uno spazio per nuotare e uno sfondo per la meditazione. Tecnicamente parlando, poi, queste particolari strutture offrono alcuni vantaggi. Il contatto diretto col terreno, innanzitutto, innalza la temperatura allungando la stagionalità. E poi ci sono i sistemi di depurazione: l’ecologica anche se complessa fitodepurazione, l’elettrolisi al sale e i raggi Uv; tutti liberi dai fastidi del cloro disciolto. Infine, paesisticamente parlando, provate a immaginare la magia di una piscina senza teloni che in inverno si trasforma in uno stagno ghiacciato. Il materiale per sognare non manca; ma non è ancora finita. Il giardino è un luogo per rilassarsi, parlare e magari mangiare. E allora Valloncini propone tavoli, poltrone, divani e lettini da esposizione realizzando i quali gli inventori della linea «King collection» hanno saputo estrarre il meglio da giunco, rattan e legno. E per sole e pioggia la risposta arriva dai fantastici gazebo del marchio «Unosider», quinte da sogno che sembrano rubate da un ricevimento reale, e dalle tende e dalle pergole mobili di altissima qualità che «Pratic» inserisce in strutture metalliche o di legno pregiato. I trattamenti di cataforesi, zincatura e verniciatura con polveri epossidiche rendono il prodotto particolarmente resistente agli agenti esterni, garantendo la sua durata nel tempo. Insomma, si fa presto a dire giardino... L’EFFETTO LAGUNA DELLE «PISCINE BIODESIGN» AMBROGIO IL ROBOT TOSAERBA Se un giardino deve essere speciale deve avere una marcia in più anche nel campo della manutenzione. E cosa ci può essere di più chic di un tosaerba elettronico ipertecnologico che fa tutto da solo e che ha il nome di un maggiordomo? Pensando a una clientela che cerca il massimo, «Valloncini living your time» offre i servigi di «Ambrogio», un efficacissimo robot programmabile (e disponibile in una articolata serie di modelli) che si ricarica da solo rientrando alla base (e alla presa di energia) ogni volta che le batterie stanno per esaurirsi, e che tra le tante caratteristiche innovative possiede pure quella di essere controllabile e programmabile via telefonino con la tecnologia «Blue tooth». Ambrogio è silenziosissimo, impermeabile, «polverizza» l’erba azzerando la necessità di rimuovere la parte tagliata, riesce a superare pendenze vicine ai 30° ed è persino dotato di un sistema di sicurezza di «prossimità» che blocca la lama se una persona entra in contatto. Dal massimo per il prato alla cura per il corpo: Valloncini propone e installa anche innovative saune a infrarossi, che per le caratteristiche tecniche, ovvero per l’assenza del classico fornello e delle pietre da bagnare per produrre umidità, non necessitano di impianti di scarico e possono quindi essere inserite ovunque. Una proposta salutistica preziosa per l’organismo, dato che gli infrarossi hanno un positivo effetto stimolante sulla muscolatura, e interessante per l’ambiente grazie alla consistente riduzione del consumo di energia. 87 09 THE PROJECT 88 CHERUBINI GROUP Cherubini nasce come produttore e rivenditore di arredi sul finire degli anni ’40. La storica attività è andata via via sviluppandosi e ampliandosi fino a raggiungere le attuali dimensioni, includendo diverse aree di intervento e di servizio che vanno dalla progettazione alla realizzazione. La flessibilità del gruppo di lavoro e la possibilità di seguire tutto il progetto dall’interno, grazie anche all’attività di falegnameria, rende CherubiniGroup un partner ideale per la realizzazione clienti. Le referenze parlano chiaro, lo stile unico, morbido e curato, accompagnato da competenza, disponibilità e costante ricerca, fanno di Cherubini il partner ideale per tutto ciò che riguarda gli spazi del vivere. Tra le varie realtà che compongono il gruppo spiccano: CHERUBINI CONTRACT Cherubini Contract nasce dall’idea di offrire agli architetti e ai progettisti un referente DAL SALOTTO ALLA NAUTICA: OPERAZIONE QUALITA’ di progetti «chiavi in mano». Una serie di servizi realizzati all’interno dell’attività con personale specializzato e aggiornato e con la capacità di seguire e studiare le nuove tendenze del mercato per riproporle ai propri unico in grado di realizzare i loro progetti «chiavi in mano». L’esperienza accumulata negli anni, attraverso la collaborazione con alcuni importanti marchi (Tim, Freddy, Ferrari, Montblanc, GetFit, Virgin) rende Cherubini CHERUBINI GROUP CONTATTI: VIA BRANZE 44 - BRESCIA T. 030.2019801 WWW. CHERUBINIGROUP.IT UN REFERENTE UNICO IN GRADO DI REALIZZARE PROGETTI «CHIAVI IN MANO» Contract il partner ideale per ogni necessità. CHERUBINI ARREDO Cherubini Arredo è stata la prima storica attività della famiglia Cherubini. Nata sul finire degli anni ’40 come falegnameria, ha seguito l’evolversi del mercato proponendo alla propria clientela le migliori firme del design italiano ed internazionale. Si occupa principalmente dell’arredo di abitazioni private ed uffici proponendo soluzioni in linea con le ultime tendenze del mercato. ACTIVITY Activity nasce dall’unione di diverse esperienze nell’ambito della progettazione e costruzione di centri per il fitness e il wellness. General Contractor, la sua squadra, è in grado di seguire tutte le fasi del progetto e la sua realizzazione. L’esperienza e la sua energia sono rivolte alla ricerca delle soluzioni migliori per rendere vincente qualunque idea imprenditoriale. Partendo dallo studio di fattibilità, e fino all’inaugurazione del Club, Activity è presente per tutto il percorso cercando di risolvere ogni problema e garantendo il rispetto assoluto di tempi con la massima qualità. Grazie alle collaborazioni con importanti aziende, può mettere a disposizione le migliori tecnologie sul mercato. Le referenze (tra le altre GetFit e Virgin) sono un esempio chiaro e inequivocabile della qualità e della sicurezza garantite sia per tutto l’allestimento sia per singole parti del progetto (per esempio arredi) sempre con particolare cura del dettaglio anche per quanto riguarda progetti speciali o club di lusso. Tra le ultime realizzazioni spiccano il centro Virgin di Brescia FrecciaRossa e il centro Prime di Bologna EXTETA Si occupa di arredi per esterno. Exteta, è un sistema innovativo pensato per vestire e arredare l’esterno con la stessa cura riservata finora solo all’interno. Exteta nasce dal design e dalla lavorazione made in Italy, per portare all’esterno la bellezza, la raffinatezza, l’originalità assoluta. Exteta non nasce per una produzione in serie, ma per una produzione artigianale, personalizzata su misura dei desideri più belli. FEEL3 Dall’unione di specialisti nell’integrazione 89 09 THE PROJECT 90 DALLA FALEGNAMERIA DEGLI ANNI ’40 ALLE MIGLIORI FIRME DEL DESIGN ITALIANO ED INTERNAZIONALE tecnologica ed esperti di design nasce Feel3 per soddisfare una crescente richiesta del mercato: avere un unico referente per tutto ciò che riguarda gli impianti di sicurezza (allarmi integrati), termico (riscaldamento e raffrescamento), di controllo luci, audio, video, e per dare la possibilità a tutti di creare degli scenari personalizzati per rendere più piacevole il nostro vivere quotidiano sia nell’ambito domestico che in quello professionale (uffici, negozi, aziende...). Feel3 fa della flessibilità e della personalizzazione di ogni progetto il suo punto di forza. Si differenzia da chi propone prodotti standard o monomarca e ricerca continuamente le migliori soluzioni in base alle esigenze dei clienti in modo da rispondere adeguatamente alle diverse richieste. FORMAINDUSTRIA FormaIndustria si occupa di riposizionamento di marca allo scopo di incrementare il valore percepito dall’azienda interessata, ponendosi i seguenti obbiettivi: A - Attraverso lo sviluppo di prodotti e comunicazione coerente, trasformare una realtà produttiva in marchio riconosciuto. B - Attraverso lo sviluppo di prodotti e comunicazione coerente, definire un percorso in grado di ri-posizionare l’azienda verso una determinata fascia del mercato. C - Sviluppare competenze professionali il cui comune denominatore sia quello di intendere l’azienda come strumento in grado di produrre non solo valore economico ma anche valore sociale e culturale. D - Fare in modo che i successi professionali di FormaIndustria diventino volano per uno sviluppo economico, culturale e sociale dell’area geografica in cui essa opera. INTRA Nell’ottica imprenditoriale tesa a sviluppare sempre nuovi e vincenti prodotti, la Intra Divisione Nautica entra a far parte del gruppo per portare lo «stile Cherubini» anche in ambito nautico e navale. Una nuova sfida che testimonia la vitalità di CherubiniGroup. QUALITÁ L’esperienza data da anni di presenza sul mercato, la collaborazione con grandi architetti, la fiducia riposta in CherubiniGroup dai clienti sono garanzie inequivocabili della qualità offerta da tutte le aziende del gruppo. Le referenze in Italia e all’estero, la costante crescita e l’affermazione in nuove aree di mercato indicano chiaramente la soddisfazione data ai clienti da questa realtà. RICERCA UNA PRODUZIONE ARTIGIANALE, PERSONALIZZATA SU MISURA DEI DESIDERI PIÙ BELLI L’importanza della ricerca di nuove soluzioni è per CherubiniGroup un punto fondamentale: solo offrendo ai progettisti e ai loro clienti il meglio della tecnologia si può mirare al costante miglioramento. Per questo abbiamo accettato la sfida creando un’unità specifica che si occupa di integrare nei progetti le più moderne tecnologie, avviando strette collaborazioni con aziende all’avanguardia nella ricerca di nuovi materiali e con l’Accademia Santa Giulia di Brescia. TIMING Il rispetto delle tempistiche è una caratteristica fondamentale per una realtà che si pone come partner dei progettisti nella concretizzazione delle loro idee. Per questo CherubiniGroup assicura la consegna nei tempi previsti garantendo la consueta qualità che contraddistingue l’azienda e tutte le sue realizzazioni. 91 10 THE PROJECT 92 TECNOLOGIE L’ALTERNATIVA MODERNA MODERNE AL «SOLITO» MATTONE PAOLO BALDI «Tecnologie moderne»: un nome commerciale perfetto per un’impresa nata con lo scopo di offrire un’alternativa efficace, leggera, modulabile e reinventabile, moderna appunto, alla «pesantezza» e agli svantaggi energetici dell’edilizia tradizionale. Il nome in questione, i creatori di questa realtà di idee e soluzioni (che ha sede in via Manzoni a Flero, nella zona industriale del paese dell’hinterland), l’hanno concepito quando nel 1987 hanno deciso di sperimentare la strada tutta italiana dell’innovazione, inserendo progetti e contenitori modulabili attorno a materiali per l’isolamento termico e acustico che venivano già distribuiti da molto tempo in questo stesso spazio. E così, creata una nuova e diversa società, la lana di vetro e di roccia targate «Isover» hanno iniziato a vestirsi con calce idraulica e involucri in acciaio zincato, e il cartongesso ad evolversi dal semplice concetto di parete per diventare una materia prima da arredamento funzionale (e anche portante). E le esigenze di sicurezza e comfort termoacustico hanno L’INNOVATIVO «SISTEMA A SECCO» PERFETTO PER OGNI SOLUZIONE iniziato a sconfinare nella sperimentazione e nell’invenzione architettonica. In sintesi, quelli di «Tecnologie moderne» hanno ottimizzato l’esperienza maturata nella gestione di materie prime sostanzialmente eterne (e, se serve, perfettamente riciclabili) per impiegarla nella scienza e nell’arte del riempimento funzionale e «bello» degli spazi. Di qualunque spazio. Tecnicamente parlando, tutta la vasta gamma di interventi che questa azienda è in grado di offrire si può riassumere nella definizione di «sistema a secco», ovvero nella modulazione di qualsiasi ambiente, a partire dalle strutture portanti e superando il vecchio concetto di «divisoria» in laterizi. Il mattone pesa, non è plastico e offre prestazioni scadenti dal punto di vista dell’isolamento termico e acustico. Le superfici e i volumi che «Tecnologie moderne» può mettere in opera, invece, hanno più di un valore aggiunto: la velocità di allestimento, le elevatissime caratteristiche isolanti e la possibilità di «seguire» i percorsi delle reti interne senza dover 93 WWW.TECNOLOGIEMODERNE.COM [email protected] TECNOLOGIE MODERNE SEDE: VIA ALESSANDRO MANZONI 5, FLERO CONTATTI: T. 030.2681600 - 2680453 10 THE PROJECT 94 DAI CAPANNONI AI BAR, DALLE VILLE AGLI OSPEDALI: TRA LE REALIZZAZIONI ANCHE LA «COMPARTIMENTAZIONE» ANTINCENDIO DEL TEATRO GRANDE. ricorrere a demolizioni e ricostruzioni. Tutto ciò è applicabile davvero in ogni contenitore: dal capannone a grezzo che deve diventare uno spazio funzionale all’edificio storico nel quale intervenire per una ristrutturazione. E in effetti, tra le numerosissime realizzazioni effettuate, l’azienda di Flero può citare, ai due estremi, l’allestimento degli spazi di una realizzazione modernissima come la sede della «Vigilanza Città di Brescia» ma anche la «compartimentazione» antincendio di una struttura secolare come il Teatro Grande. Passando dai capannoni agli uffici, dalle strutture ospedaliere alle ville dal design modernissimo, dai centri direzionali ai bar, le risposte di questa impresa sono totali e chiavi in mano. E se parlando dell’interno degli spazi trattati potremmo sottolineare gli effetti straordinari che si possono ottenere con materiali e architetture che ottimizzano le temperature e «armonizzano» il rumore (con una efficacia tale da rendere vivibili anche spazi produttivi nei quali altrimenti ci si spaccherebbero i timpani), passando all’esterno, i «cappotti fibrosi» proposti dall’azienda sono una soluzione perfetta, ecologica (niente plastiche e niente acrilici) e totalmente traspirante per rispar- miare energia ed eliminare qualsiasi fonte di umidità in risalita. La fetta di mercato più interessante alla quale guardare ora? Negli uffici di «Tecnologie moderne» indicano quell’immenso «magma» residenziale rappresentato da condomini grandi e piccoli realizzati nei decenni scorsi: decine di migliaia di «scatole» inefficaci che disperdono calore, conservano umidità e assorbono rumore. Proprietari e amministratori alle prese con una ristrutturazione devono sapere che con le risorse esistenti, anche una vecchia macchina inquinante può diventare confortevole ed ecocompatibile. MIRACOLI DELLA TECNOLOGIA Occupandosi di un nuovo insediamento abitativo a Collebeato, «Tecnologie moderne» ha saputo perfezionare due villette da esposizione: rientrano nella classe A della severissima certificazione energetica «Casaclima», e all’interno regalano in inverno una temperatura di 20° col riscaldamento spento. Miracoli della tecnologia, che ormai sono ben conosciuti dagli addetti ai lavori; meno, o addirittura per niente, dai privati che pensano a una ristrutturazione o a una costruzione ex novo. Ecco perchè a Flero hanno pensato di trasformare una parte della sede storica dell’azienda in uno show room molto speciale. E così, mentre la società sta pensando di intraprendere anche la strada del «verde verticale», uno spettacolare ed energeticamente efficacissimo rivestimento botanico delle pareti degli edifici, entro quest’anno si potrà fare un salto in via Manzoni 5 e, visitando la palazzina degli uffici e la parte produttiva trasformata, vedere in diretta come un volume edilizio, abitativo, direzionale o industriale che sia, può diventare silenzioso, molto più leggero, traspirante e a basso impatto ambientale. L’AZIENDA DI FLERO HA OTTIMIZZATO L’ESPERIENZA MATURATA NELLA GESTIONE DI MATERIE PRIME SOSTANZIALMENTE ETERNE PER IMPIEGARLA NELLA SCIENZA E NELL’ARTE DEL RIEMPIMENTO FUNZIONALE E «BELLO» DEGLI SPAZI 95 11 THE PROJECT 96 BROLI E ASSOCIATI DEXIA LISA CESCO Rispetto per l’ambiente, economicità, zero emissioni nocive. Sulla nuova frontiera delle energie rinnovabili si muove Broli & Associati con la Dexia divisione energia, per proporre alle aziende lo sviluppo di impianti fotovoltaici - che permettono di trasformare direttamente l’energia solare in energia elettrica - attraverso un servizio a 360 gradi. che cura le relazioni industriali di Broli & Associati. «Da qui è nata l’idea di diffondere questa opportunità fra le imprese, creando una rete che si fa carico di tutto il percorso per il fotovoltaico: dal contratto, agli artigiani che installano materialmente l’impianto, dalle pratiche da avviare per chiedere le agevolazioni, al finanziamento del progetto». IL FOTOVOLTAICO «CHIAVI IN MANO» «Con una apposita normativa del 2005, poi migliorata dal decreto interministeriale del 19 febbraio 2007, per chi installa un impianto fotovoltaico lo Stato dispone l’assegnazione di contributi che rendono a costo zero l’investimento», spiega Simone Broli, Grazie a Dexia Divisione Energia, realtà collegata alla rete di Broli & Associati, è possibile fornire al cliente un servizio che segue tutti gli aspetti contrattuali, burocratici, finanziari, operativi del fotovoltaico, offrendo l’impianto «chiavi in mano». BROLI & ASSOCIATI DEXIA INDIRIZZO: VIA VERONICA GAMBARA 5, BRESCIA CONTATTI: SIMONE BROLI NUMERO VERDE: 800241822 PROGETTI IN CORSO: IMPIANTO FOTOVOLTAICO A TERRA DA 5 MW IN SICILIA PROGETTISTA: DOTT. ING. SANDRO MARCHESI UNA RETE CHE SI FA CARICO DI TUTTO IL PERCORSO: CONTRATTO, INSTALLAZIONE, PRATICHE PER LE AGEVOLAZIONI, FINANZIAMENTO DEL PROGETTO «Se osserviamo gli altri contesti europei, come quello tedesco e quello spagnolo, risultano evidenti gli investimenti notevoli operati sul fotovoltaico negli ultimi anni - spiega Broli -. In Italia purtroppo siamo ancora indietro su questa frontiera, e a fare da freno è una riserva psicologica e concettuale, non tanto la mancanza di lungimiranza o del coraggio di investire: il fotovoltaico è un prodotto che non tutti conoscono, e si tende ad essere guardinghi sulle “promesse” dello Stato». Eppure la normativa italiana consente notevoli vantaggi, proponendo impianti fotovoltaici «gratuiti» perché si ripagano da sé, grazie al risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica e agli incentivi sull’energia pulita prodotta. «In sostanza lo Stato premia il privato investitore (cittadino, piccola impresa, industria) perché, credendo nelle energie rinnovabili, favorisce la diffusione di energia pulita com’è quella solare». Forse non tutti sanno che per ogni kilowatt di energia non pulita consumato dobbiamo pagare una percentuale infinitesimale come contributo perché stiamo usando energia che ha un impatto ecologico negativo (percentuale che si ritrova con una apposita voce nella bolletta dell’energia). Tutti questi contributi vengono amministrati dal Gestore dei Servizi Elettrici - GSE S.p.A., di cui è azionista unico il Ministero dell’Economia e Finanze, che opera d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico. La missione del GSE è quella di sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili attraverso l’erogazione di incentivi per la produzione elettrica: proprio dalla «cassaforte» del GSE escono i contributi per l’energia rinnovabile, come quella prodotta con il fotovoltaico. La filosofia seguita dalla normativa italiana è chiara: non dare finanziamenti per l’installazione dell’impianto, ma creare un circolo virtuoso di più 97 11 THE PROJECT 98 L’IMPIANTO SI AUTORIPAGA NELL’ARCO DI DIECI ANNI ampio respiro, per cui al privato che si dota di fotovoltaico il GSE riconosce un contributo per ogni kilowatt pulito prodotto, che viene misurato da un apposito contatore prima di essere immesso nella rete elettrica. Questo meccanismo di incentivazione degli impianti fotovoltaici si chiama «Conto Energia», e remunera con un apposito contributo incentivante (che può variare da 0,36 a 0,60 euro al kilowatt a seconda della taglia degli impianti e del grado di integrazione architettonica) l’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni dall’installazione. In secondo luogo, un altro ricavo è dato dalla stessa energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico, che viene immessa nella rete elettrica condivisa e viene rimborsata al proprietario dell’impianto dal GSE basandosi sul costo dell’energia elettrica del momento (per cui se si produce tanta energia quanta se ne consuma, il risultato è la «bolletta zero» perché i costi si annullano). In più, per i titolari di impianto fotovoltaico classificati come «autoproduttori», perché non consumano sul posto ma vendono l’energia realizzata con pannelli solari, è riconosciuto un ulteriore premio del 5 per cento sul contributo dato dallo Stato. Schematicamente, infatti, le categorie di utilizzo degli impianti fotovoltaici vengono classificate come «autoconsumo» (impianti massimo da 20 kilowatt, installati di solito da privati cittadini, in cui l’energia prodotta copre il fabbisogno energetico dell’utente), «scambio sul posto» (che consente, in particolare alle imprese, di realizzare un saldo annuo tra l’energia elettrica immessa in rete dall’impianto di massimo 200 kilowatt e l’energia elettrica prelevata dalla rete), «autoproduttore» (che non consuma sul posto ma vende l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico Broli & Associati è mandataria di Dexia Divisione Energia, azienda con sede a Firenze e uffici in tutta Italia, che lavora sul mercato dell’energia solare occupan- UNA MENTALITÀ ECOLOGICA RESPONSABILE E INTELLIGENTE dosi in particolare della fornitura di soluzioni «chiavi in mano» per l’installazione di impianti fotovoltaici sia per utenze domestiche che per industrie o istituzioni (seguendo le fasi di consulenza, progettazione, installazione, assistenza). Obiettivo aziendale è quello di contribuire allo sviluppo di una mentalità ecologica, responsabile e intelligente, attraverso l’utilizzo diffuso di energia pulita e inesauribile come quella solare. Dexia Divisione Energia è distributore ufficiale dei pannelli solari Sunowe, e offre una gamma completa di moduli monocristallini ad alto rendimento, concepiti per una lunga durata e per la massima affidabilità in qualsiasi situazione ambientale (i pannelli così realizzati sono stati oggetto di test tecnici di affidabilità e rendimento condotti dall’Istituto di tecnologie avanzate per l’energia del CNR). LA NUOVA FRONTIERA DELLE ENERGIE RINNOVABILI UN SERVIZIO «GLOBALE» Organizzata in rete per offrire un ventaglio di servizi professionali al mondo dell’impresa, Broli & Associati è una realtà apprezzata sul panorama territoriale, che si distingue per l’attività di consulenza e assistenza proposta in diversi ambiti. Consulenza su contributi e agevolazioni, finanza d’impresa, consulenza bancaria, fiscale, gestionale, assicurativa, immobiliare, leasing e mutui, merger & acquisition sono i servizi chiave su cui si articola l’attività di Broli & Associati, che punta ad offrire alle aziende un approccio «globale», che tiene conto delle specificità del singolo cliente trovando soluzioni calibrate sulle esigenze imprenditoriali. La filosofia operativa del gruppo, che ha sede nel cuore di Brescia, in via Gambara 5, si basa sulla massima specializzazione dei servizi offerti e sull’attenzione nella cura delle pubbliche relazioni, che consentono di conoscere approfonditamente le aziende e i loro processi per rispondere appieno alle necessità del cliente con una soddisfazione elevata. che può superare i 200 kilowatt), «produttore» (le officine elettriche che hanno come scopo proprio quello di produrre e vendere energia). «Il privato che investe sul fotovoltaico ha tutte le garanzie, perché l’impianto si autoripaga nell’arco di dieci anni, grazie all’energia prodotta e agli incentivi statali. Dopo il ritorno del capitale investito, per tutti gli anni successivi l’impianto assicura un guadagno», dice Broli, ricordando anche i vantaggi di un sistema di produzione energetica eco-friendly, che recepisce i dettami del protocollo di Kyoto ed è in linea con le priorità di rispetto dell’ambiente. La tecnologia fotovoltaica, sfruttando l’energia solare, assicura infatti l’assenza di qualsiasi tipo di emissione inquinante durante il funzionamento dell’impianto, il risparmio dei combustibili fossili, la massima affidabilità, abbinati a costi di esercizio e manutenzione ridotti. 99 12 THE PROJECT 100 BUIZZA IMMOBILIARE LISA CESCO Strategica nella posizione, funzionale nella concezione degli ambienti di vita, esclusiva sotto il profilo della riservatezza, del comfort e dell’eco-compatibilità. La casa del terzo millennio impone requisiti che sappiano distinguersi, ed è su questa intuizione che è nato il progetto immobiliare in via Vantini, in città, proprio ai confini con il Comparto Milano. L’intervento si concentra su un’area di quasi 4 mila metri quadrati, racchiusa fra via Vantini e via Franchi, e prevede la realiz- LA CASA DEL TERZO MILLENNIO zazione di tre lotti con finalità residenziale e terziaria: una palazzina - il Commercial Space - destinata ad uffici e attività commerciali, un palazzo, “Terrazze al sole”, con appartamenti per le più diverse esigenze, due ville singole indipendenti, denominate “Ville Garden”. L’intervento è promosso dalla società Vantini immobiliare, che fa parte del gruppo Taini (recente acquirente della società Basileus che sta realizzando il Comparto Milano e ha iniziato i lavori per il Museo dell’industria e del lavoro che nascerà in zona). Il braccio operativo è rappresentato da A&A costruzioni Srl, che è la società general contractor impegnata nella realizzazione “chiavi in mano” del complesso immobiliare di via Vantini. A curare l’attività di commercializzazione degli immobili è Buizza & Associati immobiliare. La consegna delle unità abitative e commerciali avverrà entro aprile del 2010. «Questo progetto è la prima espressione concreta delle destinazioni abitative della città del terzo millennio: il centro storico si è BUIZZA & ASSOCIATI IMMOBILIARE SEDE: VIA FRATELLI UGONI 13, BRESCIA CONTATTI: T. 030.40444 F. 030.291500 WWW.BUIZZAASSOCIATI.IT IL PROGETTO IMMOBILIARE DI VIA VANTINI: TRE LOTTI CON FINALITÀ RESIDENZIALE E TERZIARIA ormai dilatato verso le zone confinanti come il Comparto Milano, destinato ad acquisire una centralità di tipo sociale, commerciale e amministrativo», dice Daniele Buizza di Buizza & Associati Immobiliare. «In questa prospettiva, il progetto immobiliare su via Vantini rappresenta l’unico intervento importante a ridosso del centro storico, in un sito che gode di una posizione straordinaria dal punto di vista logistico: in un attimo si è sulle quattro direttrici cardinali della città, il centro storico è al di là della strada, si è vicini al ring e alla stazione, ma soprattutto nel cuore della città del futuro, di cui il Comparto Milano - e non più Brescia Due - sarà il quartiere più importante, perché accoglierà gli edifici più innovativi dal punto di vista architettonico di tutta la città, sull’onda di una nuova tendenza del costruire». Oltre alla centralità della posizione abbinata al pregio di un’area residenziale riparata dal traffico, uno dei punti di forza del progetto sta nella scelta di disposizione degli immobili, affacciando sul fronte strada il Commercial Space (che è già stato venduto), per valorizzarne la visibilità e l’impatto con il contesto esterno. Nella parte interna, invece, protetta da un ampio giardino privato di 1200 metri quadrati e da una barriera verde di alberi ad alto fusto che riparano le abitazioni dal contesto urbano circostante, sorgono il palazzo “Terrazze al sole”, che si estende su cinque piani più attici, e le due ville. La disposizione abitativa è stata studiata per assicurare sicurezza, discrezione e rispetto della privacy, abbinati a soluzioni 101 INVESTIRE PER LA QUALITÀ DELLA VITA 12 THE PROJECT «Gli investimenti più sicuri in questo momento? Quelli immobiliari». Non ha dubbi in proposito Daniele Buizza di Buizza & Associati immobiliare, realtà attiva sul mercato da più di trent’anni. «Il mercato, in questa fase di rallentamento dopo i crolli di borsa di dicembre-gennaio, offre delle significative opportunità - spiega -. Investire adesso significa cogliere il momento in cui i prezzi sono ancora bassi (sapendo che sono destinati in futuro ad aumentare), puntando su un progetto, come quello della casa, che offre solidità, certezza e immobilismo della rendita, non essendo volatile». Il ragionamento che dovrebbe guidare gli acquirenti è quello secondo cui investire per la qualità della vita non ha prezzo, soprattutto se si tratta di una casa destinata a diventare la propria abitazione. «Il primo risparmio non sta solo in “quanto” guadagnerò nell’investimento immobiliare, ma in “come” vivrò». Del resto lo diceva già Heidegger, che per l’uomo l’essenza dell’abitare è tratto fondamentale dell’essere. 102 UN COMMERCIAL SPACE, IL PALAZZO “TERRAZZE AL SOLE” E DUE “VILLE GARDEN” innovative per garantire la migliore vivibilità degli ambienti. Elemento distintivo e qualificante del palazzo sono le terrazze ampiamente abitabili, meglio definite come logge-terrazze, con estensione che varia dai 10 ai 22 metri quadrati, secondo una logica progettuale che viene esaltata al massimo negli attici, la cui superficie si dilata ulteriormente. L’edificio si articola in 20 appartamenti di diversa tipologia, dal trilocale piccolo fino al quadrilocale, con la possibilità di richiedere anche plurilocali, grazie all’integrazione dei moduli-base su cui sono organizzate le unità abitative, per rispondere alle esigenze di famiglie così come di coppie o di singles. La filosofia con cui è stato concepito l’immobile, progettato dall’architetto Luigi Serboli dello studio Boschi+Serboli, è portata al pragmatismo e alla concretezza, per proporre una casa “che guarda avanti”, dove comodità e funzionalità sono requisiti prioritari, insieme alla qualità e alle tecnologie costruttive d’avanguardia: niente spazi sacrificati, metrature maggiori dedicate alle stanze più vissute, disimpegni studiati per assicurare praticità portando via il minor spazio possibile, doppi servizi, ricerca del dettaglio come l’armadiatura già predisposta per l’aria condizionata, la possibilità di impianto di irrigazione per le logge, o le ante esterne a scorrimento che connotano l’edificio per i volumi puliti. Le due ville unifamiliari (una delle quali è già stata acquistata), progettate dall’architetto Francesco Bardelli, si sviluppano su tre livelli (interrato, terra e primo piano) secondo un’impostazione più contemporanea, con volumi a sbalzo definiti strutturalmente, una Alto rendimento energetico e rispetto dell’ambiente: è questa la marcia in più del progetto immobiliare di via Vantini, inquadrato nella classe energetica A in base alla normativa della Regione Lombardia. Le abitazioni del palazzo “Terrazze al sole” sono costruite con isolamento termico secondo il risparmio energetico della casa clima: i pannelli fotovoltaici consentono un risparmio per l’energia delle parti comuni, mentre il sistema di pannelli solari garantisce la fornitura del 50 per cento dell’acqua calda domestica, con - in entrambi i casi - un notevole risparmio economico sulla bolletta. Una cura speciale è stata posta, oltre che nell’isolamento termico a “cappotto”, anche nell’isolamento acustico, per assicurare a ciascun appartamento privacy e comfort abitativo, grazie a un piano particolareggiato che punta su un uso attento dei materiali e su serramenti studiati appositamente per non far entrare il rumore. A isolare ulteriormente l’ambiente di vita è la scelta del riscaldamento a pavimento per le abitazioni, tutte realizzate secondo i più avanzati criteri antisismici. UN PROGETTO DI “CLASSE A” DANIELE BUIZZA: “E’ L’UNICO INTERVENTI IMPORTANTE A RIDOSSO DEL CENTRO STORICO, IN UNA POSIZIONE STRAORDINARIA DAL PUNTO DI VISTA LOGISTICO” zona giorno a tutta altezza che assorbe due livelli abitativi e una importante scala con balconata per accedere alla zona notte. Per l’edificio commerciale, invece, si è scelto di lavorare su volumi precisi e stereometrici, con l’impiego a “faccia vista” di superficie in calcestruzzo e la messa in opera di procedure costruttive sofisticate grazie alla collaborazione con la società tedesca Hünnebeck, la stessa che sta cooperando con il gruppo Astaldi per la realizzazione del metrobus. «Particolare attenzione è stata prestata sotto il profilo del risparmio energetico spiega l’ingegnere Davide Cinelli, responsabile di commessa che gestisce il cantiere per A&A costruzioni -. Gli immobili sono dotati di pannelli fotovoltaici e pannelli solari per produrre energia a beneficio delle abitazioni (posizionati sulle coperture per renderli invisibili dal basso), e sono ricoperti da uno speciale cappotto di 8 cm per minimizzare la dispersione termica e assicurare il maggiore isolamento». «Grazie a queste peculiarità gli immobili sono classificati in “classe A”, la più alta per quanto riguarda il massimo dell’efficienza energetica con il minimo impatto ambientale». «Se le costruzioni del passato trascuravano gli aspetti di rispetto ambientale e risparmio energetico, siamo oggi nel momento più favorevole dal punto di vista costruttivo, perché l’obiettivo prioritario è di conservare e migliorare l’esistente - conclude Buizza -. Dove si lascia spazio al nuovo, è d’obbligo costruire con precise caratteristiche di eco-sostenibilità: la tendenza futura per i nuovi edifici sarà quella di avere tutti una classificazione non inferiore alla “B”». 103 La Cucina su Misura S. Felice del Benaco (Bs) - Via Dietro Castello, 11 - Tel. 0365 62005 - Fax 0365 559066 MOSTRE HA ESPOSTO IN NUMEROSE SEDI, SIA IN ITALIA SIA ALL’ESTERO, E I SUOI LAVORI SONO PRESENTI IN IMPORTANTI COLLEZIONI PRIVATE E MUSEALI. TUTTA LA SUA OPERA È ANCHE UNA RIFLESSIONE FILOSOFICA SULL’ARTE. UNA RIFLESSIONE NON ASTRATTA, MA ATTUATA NELL’ESECUZIONE DELL’OPERA. DISEGNATORE SENZA LIMITI, INTERRUZIONI O MEDIAZIONI, DONZELLI È AUTORE DI UNA SERIE DI PERFORMANCE DAL TITOLO “MACCHINA DEI DISEGNI”, DI VIDEO-DISEGNI, DI DISEGNI DI VETRO, FINO AI CANGIANTI “MIRRORS” CHE CON LA LORO SUPERFICIE SEMPRE MUTEVOLE OFFRONO ALLO SPETTATORE DIFFERENTI PUNTI DI VISTA DELL’OPERA. TRA LE SUE PERSONALI PIÙ RECENTI: 2007 “MIRRORS”, MASSIMO MININI, BRESCIA / 2006 “MIRROR”, 41ARTECONTEMPORANEA, TORINO / 2005 “ON THE VERGE OF BECOMIN”, GALLERIA BULLSEYE, PORTLAND OR, USA / 2004 “LO SPETTACOLO DI NIENTE”, GALLERIA CATERINA TOGNON (BERGAMO); “IL CONTORNO DELLE COSE”, RASSEGNA LA NOTTE DEI MUSEI; A CURA DI PAOLA TOGNON, GAMEC BERGAMO. DONZELLI HA INOLTRE ESPOSTO AL BIENNAL SYMPOSIUM FOR EUROPEAN CONTEMPORANY GLASS, BORNHOLM, (DANIMARCA) E PRESSO NUMEROSE GALLERIE TRA LE QUALI GALLERIA GIAN FERRARI, LA NUOVA PESA, NEON>CAMPOBASE, KINTER (STOCCARDA). TRA I CURATORI CHE HANNO SEGUITO IL SUO LAVORO: LUCA BEATRICE, VITO CALABRETTA, ANNETTE DIXON, RACHELE FERRARIO, LUIGI FICACCI, MAURO PANZERA, MARIA PEROSINO, ROBERTO PINTO, FRANCESCO POLI, FRANCESCO TEDESCHI, PAOLA TOGNON, TOMMASO TRINI. MAURIZIO DONZELLI LA NATURA DELLE COSE lavoro estesa ai limiti della spazialità. I colori soavi, morbidi evocano le atmosfere frivole degli affreschi veneziani sbiancati nel tempo dalla salsedine, dalla luce e raccontano di un sistema di idee stimolato dalle tracce che l’artista riscopre in un luogo segnato dalla proiezione di strutture passate. In questo lavoro concepito come modulo di interazione i segni invadono la stanza suggerendo un’atmosfera assoluta e metafisica in grado di alterare il processo percettivo in un sistema organizzato da stimoli visivi. Il camminarci sopra acquista un carattere liberatorio e sviluppa una concezione innovativa del disegno che l’artista utilizza per estendere i limiti della spazialità. Il titolo scelto per l’intervento è La natura delle cose, titolo che evoca il testo di Michel Foucault La memoire des choses sottolineando l’indagine di definizione del luogo inteso come attento studio della vita quotidiana e dei suoi gesti attraverso la memoria, la natura che è l’essenza delle cose. I segni accostati si trasformano in tessitura, trama sottile attraverso la quale impercettibili presenze rivelano la scansione di echi del passato, attraverso pieni e vuoti di questa “gettata alla veneziana” che rimanda alla concretezza dell’esperienza del fare le cose. Lo spazio si trasforma lentamente in una sua nuova identità e nei frammenti della memoria architettonica si scopre una percezione individuale della natura delle cose. Esperienza da non perdere. A CURA DI FRANCESCO POLI FINO AL 30 MAGGIO 2009 MARTEDÌ-SABATO 10-13 / 15-19.30 “LO SPAZIO SI TRASFORMA LENTAMENTE IN UNA SUA NUOVA IDENTITÀ E NEI FRAMMENTI DELLA MEMORIA ARCHITETTONICA SI SCOPRE UNA PERCEZIONE INDIVIDUALE DELLA NATURA DELLE COSE” ELISABETTA BRESCIANI FOTOGRAFIA DI FRANCESCO ALLEGRETTO MAURIZIO DONZELLI LA NATURA DELLE COSE MAURIZIO DONZELLI (BRESCIA, 1959) GALLERIA CATERINA TOGNON ARTE CONTEMPORANEA PALAZZO DA PONTE CALLE DEL DOSE (CAMPO SAN MAURIZIO) SAN MARCO 2746, 30124 VENEZIA TEL/FAX +39.0415207859 WWW.CATERINATOGNON.COM Nella ricerca di Maurizio Donzelli il disegno e lo spazio architettonico si relazionano coniugando elementi bidimensionali a quelli tridimensionali. Per lo spazio espositivo del settecentesco Palazzo Da Ponte, splendida sede della Galleria Caterina Tognon Arte Contemporanea, l’artista bresciano ha progettato una complessa installazione ricreando una “pavimentazione a getto”, tipica dell’architettura storica veneziana, con più di trecento disegni su carta affiancati l’uno all’altro sull’intera superficie del salone centrale. La struttura dell’edificio acquista tramite l’intervento specifico una dimensione artificiale caratterizzata da un’atmosfera di sospensione satura di silenzi. Segni, soggetti e riflessi lagunari s’incrociano nello sguardo del spettatore, generando un’infinità di scambi possibili, mai identici. Decostruendo e ricostruendo contemporaneamente la superficie del piano nobile Donzelli ne accentua l’identità intesa come spazio d’incontro invitando il visitatore ad entrare nell’opera ad esplorare in ogni momento del percorso espositivo le abitudini del passato, ad ascoltare le memorie del luogo strutturato nel quale si inserisce la dimensione mediata dal tempo, dal vissuto. Il percorso considera il disegno come un assoluto capace di muovere un processo mentale che ci invita a farci creatori a nostra volta riallestendo lo spazio attraverso l’immaginazione e l’ispirazione di un lavoro che nell’analisi del luogo sussurra la mutabilità dell’architettura. La carta e il colore, materiali caldi e raffinati, sviluppano attraverso l’installazione per terra una concezione del disegno architettonico, dello schizzo preparatorio, della matrice di 105 In Ronco di Gussago Villa Quadrifamiliare Finiture di qualità Alta insonorizzazione Riscaldamento a pavimento Disponibili: Trilocali al 1° piano con attico e terrazza Trilocali con giardino esclusivo Possibilità di personalizzare gli interni durante l’esecuzione dei lavori Via Stelvio, 22 - ROVATO (Bs) - Info: 030 2751794 MOSTRE OGGETTI E PROGETTI ITALIANI, FUORI DAL TEMPO, PER DARE UN FUTURO AI BAMBINI DI FAVELA. IN UN PROGETTO DI ENRICO BALERI E LUIGI BAROLI zione della genialità italica applicata soprattutto alla moda e al design. Al di là dell’indiscusso valore estetico, si tratta di oggetti particolarmente emblematici che, dalla loro nascita ad oggi, sono presenti nel mercato internazionale e continuano a fare scuola in tutto il mondo, come testi fondamentali e senza tempo di una cultura italiana aperta all’incessante evoluzione della 99 ICONE DA SEGNO A SOGNO Coniugare storia, design e solidarietà. Questo l’obiettivo primario della mostra «99 Icone. Da Segno a Sogno» che si è chiusa nei giorni scorsi nei suggestivi spazi del Coro delle Monache e delle Gallerie laterali del Museo di Santa Giulia a Brescia. Dopo il successo delle tappe di Bergamo (GAMeC e Accademia Carrara, 1 dicembre 2007-30 marzo 2008) e di Milano (Palazzo Reale, 18 aprile-11 maggio 2008), l’esposizione ha riunito a Brescia 99 oggetti, che sono anche Icone del Made in Italy, rappresentativi di uno stile che ha reso celebre e inconfondibile in tutto il mondo il design italiano e testimoni d’eccezione della creatività, della ricerca e dell’innova- contemporaneità; soluzioni originali che la creatività e l’imprenditorialità italiana hanno saputo dare a problemi reali, e non gesti gratuiti del disegno; veri e propri bestseller, entrati nell’immaginario e nell’uso collettivo non solo come sinonimi di stile, ma anche come rappresentanti per antonomasia di alcune categorie di oggetti che fanno parte del vivere quotidiano di tutti. 107 FATTI+PERSONE LA FIAT 500 È STATA PROCLAMATA «2009 DESIGN CAR OF THE YEAR» Gli organizzatori del premio lo hanno annunciato al New York International Auto Show. Una giuria di 59 giornalisti provenienti da 25 Paesi di tutto il mondo ha selezionato 51 candidati, e tra questi sono state scelte le tre finaliste: la Fiat 500, le Citroen C5 Sedan e C5 Tourer e la Jaguar XF. Fiat 500 si è aggiudicata il posto di vincitrice assoluta dell`edizione di quest`anno. «Il design italiano - ha commentato Roberto Giolito, responsabile dello Stile Fiat - spesso ha anticipato le tendenze future nel mondo dell’automobile e i nostri ultimi modelli, con la Fiat 500 in testa, rappresentano la “bellezza concreta”, una caratteristica che il mondo si aspetta da una vettura italiana». ALLO SVIZZERO ZUMTHOR IL PRITZKER 2009 OTTO ANNI DOPO JACQUES HERZOG & PIERRE DE MEURON, L’OSCAR DELL’ARCHITETTURA TORNA IN SVIZZERA, E PER ESSERE PIÙ PRECISI A BASILEA. Il laureato del premio Pritzker 2009 è Peter Zumthor, un architetto svizzero poco conosciuto, che ha costruito poco e lontano dai riflettori, ma il cui lavoro è di grande eleganza, dai tratti essenziali e ascetici. Quest’anno il premio verrà consegnato a Buenos Aires, in Argentina, il 29 maggio: a Zumthor, 65 anni, andranno 100mila dollari e la tradizionale medaglia in bronzo dell’Oscar dell’architettura. La sua opera più famosa sono le Terme di Vals, a Graubunden, in Svizzera, erette nel 1996. Zumthor ha costruito i bagni, nel bel mezzo delle Alpi, con lastre di quarzite che ricordano i mattoni romani dell’antichità. Più recentemente, dobbiamo all’architetto nato a Basilea, ma poi stabilitosi a Graubunden (tra St. Moritz e Davos) e quindi ad Haldenstein (vicino a Chur), il Kolumba, il museo dell’arcidiocesi di Colonia, in Germania, inaugurato nel 2007. 108 LA LUCE NELLA MANIGLIA VINCE CONCORSO LIGHTING. UNA PICCOLA LUCE INCORPORATA NELLA MANIGLIA E ALIMENTATA DALLA PRESSIONE DELLA MANO che permette di vedere al buio il buco della serratura: è il progetto vincitore del concorso «Lighting design» promosso dal Museo d’arte contemporanea di Lissone. L’idea è di Marina Lombardi. Al secondo e terzo posto, rispettivamente, il sistema di semafori modulari Agamennone di Tiziana De Angelis e il lampadario tecnologicamente variabile del duo francese David Letellier e Anne Derian. RENATO BRUNETTA DEBUTTA NEL MONDO DEL DESIGN CON UNA SUA LINEA DI ARREDAMENTO. Renato Brunetta Il ministro dell’Innovazione pubblica ha scelto il recente Salone del Mobile di Milano per presentare i mobili che portano la sua firma. Brunetta ha creato una linea di arredamento che ha chiamato «T.T.» composta di 5 pezzi realizzati in legno, metallo, pelle e cuoio: si tratta di un tavolo con le sue sedie, di una chaise longue, di una poltrona e di un divano a due posti. I mobili, che ha progettato personalmente, verranno prodotti e distribuiti in Italia e all’estero dall’azienda friulana «Midj». Il ministro ha deciso di devolvere il ricavato di questa sua passione all’Enaip, Ente nazionale Acli per l’istruzione professionale, che metterà a disposizione di giovani designer una o più borse di studio per finanziare i progetti migliori. DA PIANO A GEHRY CONTRO IL PRINCIPE CARLO. ALCUNI DEGLI ARCHITETTI PIÙ FAMOSI DEL MONDO HANNO ACCUSATO IL PRINCIPE CARLO DI AVER ABUSATO DELLA SUA POSIZIONE PER IMPEDIRE LA REALIZZAZIONE DI UN CONTROVERSO PROGETTO DI RICHARD ROGERS per la costruzione di un grande complesso moderno nell’elegante quartiere di Chelsea, a Londra. In una lettera al Sunday Times, Renzo Piano, Norman Foster, Zaha Hadid, Frank Gehry, Jacques Herzog e Pierre de Meuron hanno rivelato che il principe è riuscito a convincere la famiglia reale del Qatar, proprietaria del terreno, a rinunciare al monumentale edificio in vetro e acciaio progettato da Rogers e ad optare invece per una costruzione più tradizionale. Il nuovo complesso sarebbe sorto accanto al Royal Hospital di Chelsea, un vecchio ospedale opera di Sir Christopher Wren, e secondo l’erede al trono - che da tempo si scaglia contro l’architettura odierna - una costruzione moderna si sarebbe integrata malissimo con gli edifici circostanti. A FOLIGNO LA PRIMA CHIESA DI FUKSAS. È ALTA CIRCA 25 METRI E COSTITUITA DA DUE PARALLELEPIPEDI INSERITI L’UNO NELL’ALTRO, DI CUI UNO SOSPESO, LA NUOVA CHIESA PROGETTATA DA MASSIMILIANO FUKSAS A FOLIGNO, LA PRIMA MAI REALIZZATA DALL’ARCHITETTO. «Non ho voluto realizzare un luogo di spettacolo, ma un edificio riconoscibile, che accogliesse le persone», ha detto Fuksas. La chiesa, commissionata dalla Conferenza episcopale italiana e al centro di diverse critiche, è dominata dalla luce che penetra dalle vetrate, tagliate in modo geometrico, in modo sempre diverso con il trascorrere dei minuti. Il sagrato è in lieve salita e chi entra è indotto istintivamente ad alzare lo sguardo verso l’alto, per la presenza di vetrate anche sul soffitto. Accanto alla chiesa c’è un altro parallelepipedo, in forma bassa e allungata, che ospita sagrestia e casa canonica. Il costo complessivo dell’intervento è di circa 3 milioni di euro (vanno aggiunti circa 600mila euro per le opere d’arte). All’esterno della chiesa è stata posta una stele a forma di croce, disegnata da Enzo Cucchi, alta oltre 13 metri. Le «small entities», piccoli oggetti di design per la cucina, tutti in melamina, disegnati da Marco Maggioni e prodotti dall’italiana Mebel, entrano al Moma di New York. Il prestigioso museo ha deciso di esporre in forma permanente, nelle sue sale, tre prodotti della linea lanciata per i 50 anni dell’azienda. In mostra il piatto per happy hour e sushi Entity3, il vassoio Entity6 e le ciotole Entity9. ZAHA HADID A REGGIO CALABRIA. IL CELEBRE ARCHITETTO ZAHA HADID ED IL SUO SOCIO PATRICK SCHUMACHER HANNO PRESENTATO ALL’AMBASCIATA D’ITALIA A LONDRA IL LORO AMBIZIOSO PROGETTO DA 100 MILIONI DI EURO PER UN GRANDE EDIFICIO MULTIFUNZIONALE SUL LUNGOMARE DI REGGIO CALABRIA. L’edificio - che sorgerà su quello che un tempo era stato definito da D’Annunzio «il chilometro più bello d’Italia» - servirà a dare un «segnale forte di rinnovamento a Reggio Calabria», ha detto il sindaco della città, e ad inserirla nella mappa delle città culturali del Mediterraneo. Il progetto consiste nella realizzazione di due edifici: il Museo del Mare - all’interno del quale verranno ospitati i Bronzi di Riace, verrà costruita una sezione dedicata ad uno dei reggini più famosi, Gianni Versace, e si potranno trovare una serie di spazi espositivi, un acquario ed una biblioteca ed un centro multifunzionale con negozi, cinema, auditorium e uffici. La costruzione, ha spiegato la Hadid, sarà una sorta di «paesaggio sull’acqua» che collegherà i due edifici e dove «l’esterno entrerà nell’interno» con una serie di aperture e cortili affacciati sull’acqua. Il design, ha spiegato il collega Schumacher illustrando i disegni, si ispira alle forme organiche di una stella marina e privilegia forme «allungate, fluide ed astratte, con superfici ondulate e concave e punti d’ingresso spettacolari». IL GARAGE D’ARTE DI GIOVANNI CHINNICI. SABATO 6 GIUGNO ALLE ORE 17.30 IN FRANCIACORTA INAUGURA IL SUO NUOVO SPAZIO DI LAVORO L’ARTISTA BRESCIANO GIOVANNI CHINNICI. Con l’occasione saranno esposti disegni, stampe, dipinti e ready made. Il «garage d’arte» si trova in via Zamboni 1 a Passirano. Per informazioni 335.5903425.disposizione di giovani designer una o più borse di studio per finanziare i progetti migliori. IL RESTAURO DI FASANO PREMIATO DALL’UNIONE EUROPEA. UNA PICCOLA LUCE INCORPORATA NELLA MANIGLIA E ALIMENTATA DALLA PRESSIONE DELLA MANO Il progetto di restauro della Chiesa dei santi Faustino e Giovita di Fasano (Gardone Riviera), danneggiata dal sisma del 24 novembre 2004, ha vinto uno dei premi dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale - Europa Nostra 2009, finanziati dal Programma Culturale della UE per «promuovere la mobilità oltre-frontiera di persone e di idee, incoraggiando la circolazione transnazionale della produzione artistica e culturale di buone pratiche e procedure eccellenti, alimentando il dialogo interculturale». Il progetto, sostenuto da Italia Nostra, è stato selezionato fra 140 candidati provenienti da 24 Paesi europei. L’ambìto riconoscimento attribuito all’intervento di restauro che costituisce un modello internazionale di ricostruzione filologica «com’era e dov’era» della volta della chiesa (crollata sull’organo seicentesco e sulla cantoria lignea) assume una particolare valenza alla luce della problematica relativa ai danni causati ai beni storico-architettonici dal terremoto che ha colpito recentemente L’Aquila e traccia la suggestione di un ideale filo rosso tra le «ferite» sanate sul lago di Garda e quelle ancora aperte dell’Abruzzo. FATTI+PERSONE LE SMALL ENTITIES AL MOMA 7MILA MIGLIA LONTANO. IL 15 LUGLIO 2009 UN TEAM DI OTTO PERSONE, TRA FOTOGRAFI E VIDEOMAKER, PARTIRANNO DA MYSORE IN INDIA A BORDO DI DUE AUTOMOBILI AMBASSADOR E DUE MOTO ROYAL ENFIELD con l’obiettivo di riportare motociclette e automobili in Italia per poi venderle in un’asta di beneficenza e donare il ricavato all’associazione Jyothi Nilaya durante la mostra-convegno organizzata con il Comune di Brescia per il ventennale dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Il viaggio li porterà ad attraversare Paesi suggestivi e controversi, dall’India al Pakistan, dalla Turchia alla Bulgaria, dalla Serbia alla Croazia, passando per la Bosnia Erzegovina, fino ad arrivare in Italia alla fine di agosto. Durante il viaggio ogni momento sarà documentato da scatti fotografici e riprese video che verranno utilizzate per la realizzazione di un libro fotografico e un Dvd destinati alla vendita per finanziare i progetti della Jyothi Nilaya. 7000 miglia lontano, più di 12.000 chilometri. E’ questa la distanza che separa i bambini del centro Casa di Luce a Mysore in India dai loro genitori adottivi dell’associazione Jyhoti Nilaya a Brescia. 109 QUARTU SANT’ELENA (CAGLIARI) ITALIA CAPOGRUPPO: ARCH. PAOLO MESTRINER - STUDIOAZERO PROGETTISTI: ING. ALESSANDRO GASPARINI, ARCH. ALESSANDRO CAVAGNINI, ING. ROBERTO ZANI, ING. CARLA DUCOLI, ARCH. MATTEO BATTISTINI, ARCH. MARIA PINA USAI, ARCH. ALESSANDRO VILLARICOMMITTENTE: A&G COSTRUZIONI S.R.L. COLLABORATORI: CAROLINA ROVATI, CARLO LACONI, GIUSEPPE LUCCHESE, ANDREA RUGGERI MODELLO: STEFANO ORIZIO, LUCA RIZZIERI FOTOGRAFIE: ALESSANDRO VITALE RENDERING: LYUBOMIR ILIEV CONCORSO: LAST MINUTE 01 CAMPUS DI ISTITUTI SUPERIORI 110 1° Premio del Concorso Campus di Istituti Superiori a Quartu Sant’Elena (Cagliari) al progetto dell’architetto bresciano Paolo Mestriner nell’ambito dei concorsi promossi dal Programma QualitEItalia 2008.2009 II Edizione. Programma ideato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso la Direzione generale per la qualità la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee (PARC) e il Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di diffondere lo strumento del concorso di progettazione come occasione di confronto e garanzia per realizzare opere pubbliche di qualità. Con l’intento di conferire carattere unitario e coeso al futuro complesso, la proposta immagina un percorso continuo anulare lungo tutto il perimetro del campus, a collegare le aree comuni e gli impianti sportivi oggi separati. Il progetto massimizza, inoltre, la presenza dei luoghi aperti attraverso la concentrazione dell’edificato nella minor superficie di suolo possibile. Una pelle nelle tonalità cromatiche del grigio basalto riveste il monolitico fronte esterno del nuovo Liceo artistico. Gli interni sono virati sul bianco, a creare un’atmosfera accogliente. Aperture statiche, di grandi dimensioni, caratterizzano gli ambienti delle aule, mentre aperture dinamiche, di grandezza ridotta, contraddistinguono gli spazi di movimento come i corridoi e i laboratori, pensati come luoghi di incontro e riunioni. Per quanto riguarda ledificio del Liceo Scientifico Brotzu, la proposta immagina di conservare l’esisten- te volume a 4 piani, dedicandolo alle sole aule, e di smantellare l’edificio più basso, sostituendolo con un corpo seminterrato ospitante i servizi usati alternativamente dal liceo scientifico e dal liceo artistico. Un ponte pedonale in acciaio corten, ad elevata resistenza meccanica e necessitante di poca manutenzione, funge da collegamento tra il parcheggio ed il nuovo edificio del liceo artistico, attraversando le due sponde del Campus. MEDAGLIA D’ORO ALL’ARCHITETTURA ITALIANA LAST MINUTE 02 ne dei bambini si giustappone un corpo di servizi e per la preparazione dei cibi. Nella mensa una doppia parete vetrata vede la luce filtrata da uno schermo di piante di bamboo. La serigrafia esterna, integrata in una lastra doppia di vetro da 18 mm temperato e stratificato, evoca lo schema del codice a barre. La struttura in calcestruzzo armato e ferro è sovradimensionata al fine di poter accogliere un possibile sopralzo. Una sequenza di grosse travi a T sostiene alte travi ribassate che scandiscono lo spazio interno. Il bianco diviene colore dominante dello spazio interno contrappuntato solo dal pavimento in rovere.Tutti gli spazi sono trattati con un rivestimento in cartongesso fonoassorbente. PROGETTO: CAMILLO BOTTICINI COLLABORATORI: PAOLA MARTINELLI, IGNAZIO MARCHETTI PROGETTAZIONE STRUTTURALE: ING. FRANCO PALMIERI PROGETTAZIONE IMPIANTISTICA: STUDIO BALZELLI COMMITTENTE: COMUNE DI VILLAFRANCA COSTO: 560.000 EURO DATA DEL PROGETTO: 2005/2006 REALIZZAZIONE: 2007/2008 ridoio interno delle scuole medie. Due rampe si appoggiano alla struttura in acciaio che caratterizza il volume in esterno collegando la quota rialzata della mensa con il piano del suolo esterno. Due scale all’aperto tra loro contrapposte permettono l’accesso alla sala ribassata destinata al pratica musicale. Forte è il contrasto tra l’immaterialità dell’addizione e la corporeità della struttura esistente. Destinato a mensa scolastica al primo livello e a sede della locale banda musicale nell’interrato, l’architettura costruisce due spazi semplici, unitari con particolare attenzione alle condizioni climatiche e di luce. Allo spazio destinato per la refezio- III EDIZIONE MENZIONE D’ONORE – EDUCAZIONE alla mensa scolastica realizzata dall’architetto bresciano Camillo Botticini a Villafranca (Verona) nell’ambito della terza edizione del Premio “Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana”, evento con cadenza triennale che intende promuovere e riflettere sulle nuove e più interessanti opere costruite nel Paese e sui protagonisti che le hanno rese possibili. Ente promotore: Triennale di Milano - PARC, Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanea. Un prisma elementare in vetro serigrafato si annette alla scuola media di Dossobuono di Villafranca. La connessione con la scuola esistente avviene per contatto con il cor- 111 112 MAURO PINI È UN FOTOGRAFO CHE SI È FORMATO PRESSO L’ENAIP DI BOTTICINO. IN SEGUITO HA INIZIATO LA COLLABORAZIONE CON DIVERSI STUDI FOTOGRAFICI DELLA CITTÀ, MATURANDO ESPERIENZA IN VARI SETTORI DELLA PROFESSIONE. LAVORA NEL SETTORE EDITORIALE (TRA I SUOI SERVIZI SE NE SEGNALANO ALCUNI COMPARSI SU MOLTI NUMERI DI “AB. ATLANTE BRESCIANO”, NONCHÉ SU “ELLE DECORE”, “MERIDIANI”, “IN VIAGGIO”, “CASE & COUNTRY”, “CASAMICA”, “D LA REPUBBLICA DELLE DONNE”, “GARDENIA”). COLLABORA INOLTRE CON VARIE AGENZIE PUBBLICITARIE PER LA REALIZZAZIONE DI CATALOGHI, DEPLIANT E MONOGRAFIE DEL SETTORE INDUSTRIALE E DEI SERVIZI (FRA QUESTE, “ASM. NOVANTANNI UN SECOLO” E “COGEME. LA SOCIETÀ DEI COMUNI NELLA VALLE DELL’OGLIO”). WWW.MAUROPINI.COM MAURO PINI POZZO DI LUCE SCATTO D’ARTISTA