DA CINQUANT’ANNI
CINQUANT’ANNI
UNO
UNICO E ORIGINALE
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1959 – 2009
“INFATTI, QUANTO PIÙ L’ARCHITETTURA È COSCIENTE DELLA FUNZIONE ESATTA CHE
CON I SUOI ELEMENTI DEVE INTERPRETARE, QUANTO PIÙ È COSCIENTE, CIOÈ, DELLA
RELAZIONE ESATTA TRA UTILITÀ E BELLEZZA CHE DEVE ESISTERE IN CIASCUNO DI
QUEGLI ELEMENTI: TANTO PIÙ ESSA SI VA LIBERANDO DEGLI ORNAMENTI CHE
MINACCIAVANO DI SNATURARLA.
LE FORME DELL’ARCHITETTURA NON POSSONO RISOLVERSI SECONDO LE LEGGI DI
UNA PLASTICA AUTONOMA, POICHÉ DEBBONO RISPONDERE A ESIGENZE PRATICHE
DETERMINATE DA LEGGI RAZIONALI, DI CUI LA PIÙ IMPORTANTE È QUELLA DEL
RAPPORTO UMANO”.
ERNESTO NATHAN ROGERS
ARCHITETTURA,
ARTE E APPRENDIMENTO
Il mio Maestro (maestro unico) ai
tempi delle elementari raccontò alla
classe questa cosa. “In un paese del
nord Europa una persona, per strada,
si ferma ad accendere una sigaretta
con il fiammifero. Spentolo, lo ripone
nella scatolina di cartone”. La provocazione è palese, ma cosa voleva dire
il Maestro? Lo possiamo immaginare: Educare. Ciò che interessa qui è
tentare di scardinare i preconcetti.
Non c’è qualcosa che a priori è meglio
di un’altra. Maestro unico e non solo.
Ciò che importa, che conta, non è il
perché o il cosa, ma il come. Come
viviamo e ci appassionano le cose che
facciamo.
Questo secondo numero di Arch+
parte svantaggiato dai riscontri che
ha avuto il primo. Lo svantaggio è
ripetersi e mantenere alto il tiro.
La funzione scolastica che abbiamo
scelto vuole essere un auspicio,
l’augurio che l’imparare, l’apprendere,
non riguardi solo i nostri figli. Sempre
Rogers diceva che l’insegnamento
è quella cosa in cui una parte da e
l’altra prende. Ma non sempre si sa
da quale parte si sta. E forse è proprio
questo il punto. Non sapere da quale
parte si sta. Arte o architettura? Contenitore o contenuto? Architettura o
fotografia?
* da una conferenza di James Turrell
a BergamoScienza del 19/10/2008.
Sì, perchè l’altro stimolante tema che
affrontiamo in questo numero, e in
qualche modo correlato al precedente, è l’arte. Quante volte abbiamo
avvicinato, attraverso Maestri come
Rodari, Munari o Klee l’insegnamento
all’arte? Quante volte ci siamo meravigliati, più da piccoli che da grandi
della “straordinarietà delle cose
evidenti”? Quante volte un disegno di
un bambino ci ha emozionato quanto
un’opera d’arte? Basta fare un salto
alla PinaC, la Pinacoteca internazionale dell’età evolutiva a Rezzato per
rendersene conto.
Entrambi questi temi, apprendimento
e arte assumono una forte connotazione se messi in relazione all’architettura. Architettura come disciplina
ed attività di servizio, come attività
grazie alla quale è possibile concepire
e formare luoghi e spazi. Luoghi in cui
è possibile insegnare o imparare, tra
le varie discipline, anche l’architettura
stessa.
Dunque, come in un quadro di Escher,
in cui inganni prospettici creano percorsi con scale infinite senza un inizio
o una fine, anche l’architettura può
diventare un percorso di apprendimento, un modo di vedere, ed “aprire
le porte alla percezione attraverso
una forma aurorale dello sguardo,
che poi è lo sguardo non corrotto dei
bambini”*. Bisognerebbe arrivare
qui, attraverso l’arte e l’architettura
“carpire la delizia della vita”(*). Sappiamo che ci vuole tempo, e sapremo
pazientare. Lo diceva anche Picasso:
“...ci vogliono molti anni per diventare
giovani”.
RVM
1
In copertina:
Luciano Baldessari a Brescia,
Casa della Madre e del Fanciullo (1935-37)
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.66
FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO
OGGI
LA SCUOLA ELEMENTARE
.68
GREI
STAZIONE DOSSO DEI GALLI MARIANI
UNA STORIA DI
QUALITÀ
MODEL
LA SCALA DEL MODELLO ARCHITETTONICO#1
TECHNO
LE SCHERMATURE
SOLARI
APOSTOLI
IL CONTRIBUTO DELLE SCHERMATURE SOLARI NEL RISPARMIO ENERGETICO
ECOSOSTENIBILE/1
I.I.S. DON MILANI
A MONTICHIARI
LIGHT
LUCE E SOSTENIBILITA’
NEGLI EDIFICI PUBBLICI
PROVINCIA
SCUOLE PER UN FUTURO
PIÙ SOSTENIBILE
ARTE+ARCHITETTURA
CONVERSAZIONE
CON CARLO CLERICI
E MASSIMO MININI
.72
.76
INTERNAZIONALE
DI PROGETTAZIONE
VIGNOLA
.78
DOMANI
CONCORSO
CULT
.80
DI PROGETTAZIONE
BONATE SOPRA (BG)
CARTOONIST
ART BY RIPA
.84
DOMANI
CONCORSO
(IDGZ) PASSO MANIVA
VALLONCINI
L’«ACCADEMIA»
LE SCENOGRAFICHE
«TRASPARENZE» DEL VETRO
BUSSACCHINI E
LE “LUCI” DELLA CITTÀ
GEROSA FOLLETTO:
MITO A DUE RUOTE
IL LABORATORIO
DELLE IDEE
DEL GIARDINO
.88
CONCORSO
INTERNAZIONALE
DI PROGETTAZIONE
CAMPUS DI SCHIO
POSSIBILI CHIAVI
INTERPRETATIVE
CHERUBINIGROUP
.92
METRA ASSISTENZA
PROGETTI
PESCINI
TECNOLOGIE MODERNE
L’ALTERNATIVA MODERNA
.96
A MONTIRONE
DOMANI
.100
.28
.32
.36
.38
AD AZZANO MELLA
.105
.12
.16
.20
.24
.26
.43
CRISTOFORO COLOMBO
OGGI
ASILO NIDO
.47
.60
.62
IERI
LA SCUOLA ELEMENTARE
.107
.9 .6
.10
METRA MAP
E DEL FANCIULLO
.112 .110 .108
[email protected]
CON ALF HOWLID
RIFLESSIONI SUL
RAPPORTO TRA
ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA
IERI
CASA DELLA MADRE
.52
NEL PROSSIMO NUMERO:
ARCHITETTURA DEL GUSTO
IERI, OGGI, DOMANI:
CANTINE E ARCHITETTURA ESEMPI IN FRANCIACORTA E SUL GARDA
PROGETTARE ECOSOSTENIBILE
OUT-SITE LA CANTINA PETRA
DI MARIO BOTTA
FOOD DESIGN
CASE HISTORY
LOCALI IN BRESCIA E PROVINCIA
RUBRICHE:
ARCHITETTURA E PAESAGGIO
TECHNO
LIGHT
FATTI+PERSONE
CULT
CARTOONIST
MODE. CORSO DI MODELLISTICA
FOTOGRAFARE L’ARCHITETTURA
APPUNTI DI VIAGGIO
INCONTRO
.54
INSERTO REALIZZATO DA PUBLIADIGE
SUPPLEMENTO AL NUMERO ODIERNO
DI BRESCIAOGGI
DIRETTORE RESPONSABILE
MAURIZIO CATTANEO
SOCIETÀ EDIZIONI BRESCIA S.P.A.
PRESIDENTE
ALBERTO STELLA
CONSIGLIERE DELEGATO
ALESSANDRO ZELGER
PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE
LA STANZA BORDEAUX (BRESCIA)
STAMPA TIBER (BRESCIA)
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ
PUBLIADIGE S.R.L. BRESCIA
VIA ERITREA 20/A, TEL. 030.2911211
REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE
DI BRESCIA
N. 11/2009 DEL 18/02/2009, RESPONSABILE
DEL TRATTAMENTO DEI DATI (D. LGS. 196/03) È
IL DIRETTORE RESPONSABILE.
REPERTORIO
.58
INSERTO A CURA DI
PAOLO MESTRINER, GIULIANO VENTURELLI
E CINZIA REBONI;
COMITATO SCIENTIFICO
PAOLO MESTRINER E GIULIANO VENTURELLI;
COORDINAMENTO REDAZIONALE
CINZIA REBONI
HANNO COLLABORATO:
MARCO CILLIS, MARCO FRUSCA,
CARLO LAZZARONI, FRANCESCA LONATI,
VINCENZO MARCHESE, MASSIMO MININI,
LUCA MOLINARI, NICOLA MORI,
STEFANO ORIZIO, CAROLINA ROVATI,
SILVIA ZOGNO.
FOTOGRAFIE
ARCHIVIO STUDIOAZERO (PAGINA 9)
ALESSANDRO VITALE
(PAGINE 10,11, 32, 33, 34, 35)
ARCHIVIO ABDA (PAGINE 16,17,18)
ARCHIVIO LUSSIGNOLI ASSOCIATI SRL (PAGINE
21, 22)
ARCHIVIO ORIZIOMODELLI (PAGINE 36, 37)
GIULIANO VENTURELLI
(PAGINE 38, 39, 40, 47, 49, 50)
MAURO PINI (PAGINA 41)
ARCHIVIO SIMES (PAGINE 52, 53)
FRANCESCA LONATI (PAGINE 60, 61)
ARCHIVIO GEROSA (PAGINE 78, 79)
AGENZIA FOTOLIVE (PAGINE 80, 81)
DAL SALOTTO ALLA NAUTICA: OPERAZIONE QUALITA’
AL «SOLITO» MATTONE
BROLI E ASSOCIATI DEXIA
IL FOTOVOLTAICO
«CHIAVI IN MANO»
BUIZZA IMMOBILIARE
LA CASA DEL
TERZO MILLENNIO
MOSTRE
MAURIZIO DONZELLI
LA NATURA DELLE COSE
MOSTRE
99 ICONE
DA SEGNO A SOGNO
FATTI + PERSONE
LAST MINUTE
SCATTO D’ARTISTA
MAURO PINI
POZZO DI LUCE
3
IL “RUOLO”
DEI LUOGHI
PUBBLICI
Il bene pubblico, questo grande assente.
Spesso sulle lapidi in testa alle grandi
fontane barocche o all’ingresso di porte
rinascimentali troviamo la scritta «ad cives
commodita», ovvero, per il benessere del
cittadino, e immediatamente capiamo che
queste opere erano realizzate non solo come
segno del potere che le consentiva, ma
insieme come elemento di qualità diffusa
all’interno della città.
Ogni volta che ne incontro una sono preso
da uno strano struggimento, una emozione
carica di indignazione ogni qual volta questo
motto si scontra con le tante, troppe notizie
di crolli, devastazioni, incuria del patrimonio
scolastico e genericamente pubblico italiano.
Non sto parlando chiaramente dei pochi, virtuosi casi di bell’architettura pubblica e civile
che a volte vediamo pubblicate sulle nostre
riviste, penso ad esempio all’ultima opera di
Giancarlo De Carlo, un asilo nella periferia
di Ravenna terminato pochi mesi fa, oppure
ad altre scuole progettate da Citterio, C+S,
o ad una serie di piccoli e grandi concorsi
recentemente aggiudicati soprattutto nel
nord Italia. No, questi buoni esempi, sono le
occasioni che evitano lo scandalo diffuso e
che dimostrano che, anche in Italia, si può
fare e molto bene.
Alludo a un diffuso atteggiamento culturale e amministrativo che vede nella cosa
pubblica un problema se non può essere
subito messa a reddito, senza accorgersi
che i nuovi spazi collettivi e sociali saranno
una delle frontiere più avanzate della ricerca
dei prossimi anni. Non è un caso che Gran
Bretagna e Francia approfittino della crisi
per rimettere mano al sistema scolastico e
ai suoi edifici; che il presidente Obama abbia
più volte dichiarato che la risoluzione della
crisi passerà dalla riforma fisica e culturale
radicale dei luoghi pubblici, ripensati secondo criteri eco-sostenibili e insieme pensando
alle comunità sociali, diverse e mutevoli, del
prossimo futuro.
Da questi segnali si misura il grado di civiltà
ed evoluzione di un popolo e, insieme, le
possibilità che avrà di crescere nei prossimi
decenni. I luoghi pubblici saranno i mediatori
sociali e i luoghi in cui le differenze si potranno incontrare per costruire nuova società. Un paese che ha paura del proprio vicino,
del futuro e di chi è solamente diverso, è un
paese destinato a una lenta, malinconica
decadenza.
E la nostra architettura che tipo di contributo
potrà dare per aiutare ad invertire questa
pericolosa deriva?
LUCA MOLINARI
PROFESSORE DI STORIA
DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA
ALLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA
DELLA II UNIVERSITÀ DI NAPOLI
I NUOVI SPAZI COLLETTIVI
E SOCIALI SARANNO UNA
DELLE FRONTIERE PIÙ
AVANZATE DELLA RICERCA
DEI PROSSIMI ANNI
5
OSSERVATORIO REPERTORIO
SULLA PROVINCIA
.01
.02
.03
.01
PROGETTISTA: CAMILLO BOTTICINI
LUOGO: RONCADELLE - BRESCIA
OGGETTO: MENSA SCOLASTICA
ANNO: 2003-2006
COMMITTENTE: COMUNE DI RONCADELLE
.02
PROGETTISTA: CAMILLO BOTTICINI
LUOGO: VILLAFRANCA - VERONA
OGGETTO: MENSA, CENTRO POLIFUNZIONALE
ANNO: 2005-2008
COMMITTENTE: COMUNE DI VILLAFRANCA
.04
.05
.06
.03
PROGETTISTA: CAMILLO BOTTICINI,
ANGELO BIANCO
LUOGO: ALBANO S. ALESSANDRO - BG
OGGETTO: EDIFICIO DI SERVIZIO
AL POLO SCOLASTICO
ANNO: 2003-2008
COMMITTENTE: COMUNE DI ALBANO
S. ALESSANDRO
.04
PROGETTISTA: PAOLO MESTRINER
- STUDIOAZERO, PAOLO PEDRALI,
ALESSANDRO ROSSINI
LUOGO: GUSSAGO - BRESCIA
OGGETTO: AMPLIAMENTO SCUOLA MATERNA
ANNO: 2003-2004
COMMITTENTE: COMUNE DI GUSSAGO
.05
PROGETTISTA: PAOLO MESTRINE
- STUDIOAZERO, PAOLO PEDRALI,
ALESSANDRO ROSSINI
LUOGO: GUSSAGO - BRESCIA
OGGETTO: AMPLIAMENTO
SCUOLA ELEMENTARE
ANNO: 2003-2004
COMMITTENTE: COMUNE DI GUSSAGO
.07
.08
.10
.09
.11
.06
PROGETTISTA: GIANNI BONTEMPI,
VITTORINO BOTTAZZI
LUOGO: BROZZO DI MARCHENO - BRESCIA
OGGETTO: AMPLIAMENTO SCUOLA
MATERNA “BROZZO”
ANNO: 2008
COMMITTENTE: SCUOLA MATERNA “BROZZO”
.07
PROGETTISTA: CARLO LAZZARONI,
GIULIANO VENTURELLI
LUOGO: ISEO - BRESCIA
OGGETTO: PALESTRA ISTITUTO ANTONIETTI
ANNO: 2007-2009
COMMITTENTE: PROVINCIA DI BRESCIA
.12
.13
.08
PROGETTISTA: BASILIA BARCELLA,
AUGUSTO ZAMBELLI, LUCA SENECI
LUOGO: CAZZAGO SAN MARTINO - BRESCIA
OGGETTO: AMPLIAMENTO SCUOLA
ELEMENTARE
ANNO: 1994-1999
COMMITTENTE: AMMINISTRAZIONE
COMUNALE DI CAZZAGO SAN MARTINO
6
.09
PROGETTISTA: DESSIVO VIANELLI
LUOGO: TORBOLE CASAGLIA - BRESCIA
OGGETTO: SCUOLA MEDIA
“LEONARDO DA VINCI”
ANNO: 2001
COMMITTENTE: COMUNE DI TORBOLE
CASAGLIA
.10
PROGETTISTA: DESSIVO VIANELLI
LUOGO: OSPITALETTO - BRESCIA
OGGETTO: LA CASA DELL’ARCOBALENO
ANNO: 1998-1999
COMMITTENTE: COMUNITÀ FRATERNITÀ
.14
.15
.16
.11
PROGETTISTA: STUDIO ASSOCIATO
CIGOGNETTI-PICCARDI-VITALE
LUOGO: SERLE - BRESCIA
OGGETTO: SCUOLA ELEMENTARE
ANNO: 2000-2005
COMMITTENTE: COMUNE DI SERLE
.12
PROGETTISTA: CARLO LAZZARONI,
DANIELE BILIOS, GIULIANO VENTURELLI
LUOGO: MONTICHIARI - BRESCIA
OGGETTO: I.I.S. DON MILANI
ANNO: 2004-2007
COMMITTENTE: PROVINCIA DI BRESCIA
.13
PROGETTISTA: LUCIANO LUSSIGNOLI,
PAOLO GREPPI, PIERLUIGI BIANCHETTI,
FLAVIO BUONOPANE, GIOVANNI ZILETTI,
FABRIZIO BONOMI
LUOGO: COCCAGLIO - BRESCIA
OGGETTO: SCUOLA PER L’INFANZIA
ANNO: 2003-2004
COMMITTENTE: COMUNE DI COCCAGLIO
.14
PROGETTISTA: MARCO MEDEGHINI
LUOGO: COLLEBEATO - BRESCIA
OGGETTO: AMPLIAMENTO LOCALE
MENSA SCUOLA PRIMARIA
ANNO: 2005-2006
COMMITTENTE: COMUNE DI COLLEBEATO
.15
PROGETTISTA: STUDIO DI ARCHITETTURA
ARCH. FASSER, ING. FASSER,
ARCH. METTIFOGO
LUOGO: SALÒ - BRESCIA
OGGETTO: LICEO SCIENTIFICO
ANNO: 2002-2005
COMMITTENTE: PROVINCIA DI BRESCIA
.16
PROGETTISTA: AEU SRL
LUOGO: LENO - BRESCIA
OGGETTO: SCUOLA MATERNA
ANNO: 2002
COMMITTENTE: COMUNE DI LENO
.17
PROGETTISTA: GREPPI & BIANCHETTI STUDIO
LUOGO: PALAZZOLO SULL’OGLIO - BRESCIA
OGGETTO: MENSA PER LA SCUOLA MATERNA
ANNO: 2003-2006
COMMITTENTE: COMUNE DI PALAZZOLO
SULL’OGLIO
.17
.18
.19
.18
PROGETTISTA: LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.
LUOGO: MONTIRONE - BRESCIA
OGGETTO: ASILO NIDO
ANNO: 2004-2007
COMMITTENTE: COOPCASA S.C.,
COOPERATIVA LA FAMIGLIA “IL MULINO DI
MONTIRONE”, EDILMONT S.R.L.,
2P COSTRUZIONI S.R.L.
.19
PROGETTISTA: CAMILLO BOTTICINI
LUOGO: AZZANO MELLA - BRESCIA
OGGETTO: SCUOLA ELEMENTARE
ANNO: 1999-2005
COMMITTENTE: COMUNE DI AZZANO MELLA
7
DAL 1948
NEL CUORE SOLO
MADE IN ITALY
giunto]. Vi potevano partecipare opere
dopo un anno dalla realizzazione così
che potevano essere valutati sia gli
aspetti estetici che quelli funzionali.
Il risultato è stato il riconoscimento
della miglior scuola. Un’operazione
culturale che mirava a divulgare la
qualità dell’edilizia scolastica testimoniata anche da pubblicazioni e
“A L L A F I N E D E G L I A N N I ‘ 9 0
C’È STATO UN NUOVO INTERE SSE PER LE SCUOLE,
C ’ E R A LA VOLONTÀ DI METTERE IN RELAZIONE
GLI ARCHITETTI E I PEDAGOGHI
CON PROGETTI NUOVI, MODERNI,
CON ALLA BASE QUESTA INTERAZIONE”
esistenti , erano scuole con un’architettura tradizionale e non era possibile modificarne lo spazio o adattarlo
ai nuovi sistemi pedagogici.
In questo contesto, noi della
Norsk Form [un’organizzazione del
Ministero della Cultura con lo l’obiettivo di tenere i rapporti con le persone], abbiamo organizzato una serie di
convegni con architetti e pedagoghi.
Abbiamo organizzato un Premio
dal 1998 al 2004 [non era necessario
prolungarlo oltre poiché lo scopo di
divulgazione pubblica era stato rag-
mostre
In che modo i temi della sostenibilità e del risparmio energetico
vengono affrontati?
Oggi ci sono nuove regole che
progressivamente aumentano le restrizioni. Quello che si poteva fare
qualche anno fa non è più possibile,
ad esempio le grandi superfici vetrate non sono concesse....
Quale è il rapporto e la divulgazione che l’architettura ha nei diversi livelli scolastici? In Norvegia si ha
l’impressione che ci sia una cultura
SOPRA: VÅGSBYGD, SCUOLA SUPERIORE
A LATO: BAKKELÃ KKA, SCUOLA SECONDARIA
INCONTRO
CON ALF
HOWLID
architettonica molto diffusa, e vero?
Dagli anni novanta la scuola ha
avuto come tema di insegnamento l’architettura per bambini e per
gli allievi delle scuole superiori, ma
ancora esiste una grossa incertezza
su come l’insegnamento dovrebbe
essere fatta. Qui in Norsk Form sviluppiamo nuovi metodi di insegnamento nei laboratori come esercizio
architettonici in grande scala dove
gli studenti partecipano attivamente
nelle costruzioni con le braccia e i
piedi. Negli ultimi 10 anni l’interesse
per l’architettura è molto cresciuto in
Norvegia. La buona economia negli
ultimi anni ha dato la possibilità ai
giovani architetti di realizzare molte
opere e ha cosi potuto aumentare le
proprie esperienze e con questo la
qualità delle cose costruiti sono di
buona fattura.
APPUNTI DI VIAGGIO
Come è la situazione dell’edilizia
scolastica in Norvegia?
Alla fine degli anni ‘90 c’è stato un
nuovo interesse per le scuole, c’era
la volontà di mettere in relazione gli
architetti e i pedagoghi con progetti
nuovi, moderni, con alla base questa
interazione. Si era poi determinata
la condizione che l’80% delle scuole
ARCHITETTURA SCOLASTICA IN NORVEGIA
PAOLO MESTRINER
E VINCENZO MARCHESE
9
IERI
“UN’ENTITÀ IN GRADO
DI MISURARSI CON IL CONTESTO
E AL CONTEMPO INCLUDERE
I DETTAMI, GLI STILEMI,
DELL’ ARCHITETTURA MODERNA”
ARCHITETTO
LUCIANO
BALDESSARI
PAOLO MESTRINER
10
Passeggiando in quello che oggi viene chiamato
“Comparto Milano” ci si può imbattere in un edificio
discreto, dai lineamenti moderni, senza sapere che
in realtà è stato progettato e costruito tra il 1935 e il
1937. In quel periodo storico la produzione architettonica nazionale dava esempi eccellenti nell’architettura
per l’istruzione come l’asilo Sant’Elia di Giuseppe
Terragni a Como o l’Accademia di Scherma al Foro
Italico di Roma, autore Luigi Moretti. Appare tuttavia singolare che un architetto milanese, Luciano
Baldessari, con alle spalle già un’attività di un certo
rilievo venga invitato a progettare la Casa della Madre
e del Bambino [scritta tutt’oggi presente sulla facciata
nord]. La localizzazione è all’angolo tra via Antonio
Marchetti [architetto bresciano del ‘700 autore tra
l’altro della facciata del Duomo Nuovo e del Ridotto
del Teatro Grande] e Via Martino Franchi in una zona
in espansione dove alla presenza di capannoni produttivi si affiancavano isolati di matrice novecentista e il
quartiere di Campo Fiera appena costruito. È proprio
questo confronto con il contesto che ci fa percepire l’edificio, con pianta a “L” aperta su un giardino
interno, come un’entità in grado di misurarsi con il
contesto e al contempo includere i dettami, gli stilemi,
dell’architettura moderna. Lo possiamo distinguere
nella proporzione delle aperture, nei rivestimenti,
nella mancanza di aggetti delle gronde, nella scelta e
nell’uso dei materiali: una pelle in mattoni inquadrata
da un rivestimento in pietra, Ceppo di Gré, che diventa
occasione compositiva per il basamento e le lesene. A
questo rivestimento urbano “duro” si contrappone un
interno gentile in intonaco bianco, sul giardino, che si
misura con l’utilizzo, bambini soprattutto, degli spazi
aperti.
Nei progetti di Luciano Baldessarri è chiara un’attitudine concettuale del progettista, attitudine che trova le
radici all’interno della sua opera soprattutto nel vicino
rapporto tra pittura e architettura, attività peraltro
frequente in altri architetti come Giò Ponti o Asnago e
Vender, figure rappresentative del momento felice [gli
anni ’60] dell’architettura italiana.
Anche nel giardino troviamo uno studio accurato dei
dettagli. “Trattato come superficie geometrica divisa
in aree funzionali, è scandito dalla presenza di elementi architettonici: in particolare la fontana circolare
e l’astratto colonnato per i rampicanti”.1
Nel tempo l’edificio ha subito manomissioni importanti che hanno in parte snaturato l’opera come
le terrazze-solarium al primo piano denunciate in
origine dalle aperture senza infisso su via Franchi e
sulle finestre ad oblò degli alzati minori, oggi completamente tamponati.
LUCIANO BALDESSARI
(ROVERETO,1896 - MILANO, 1982)
LAUREATOSI AL POLITECNICO DI MILANO NEL 1922, OPERÒ A PARIGI E A BERLINO COME
SCENOGRAFO TEATRALE DAL 1922 AL 1926 E A NEW YORK DAL 1939 AL 1948. REALIZZÒ IN
PURO LINGUAGGIO RAZIONALISTA ALLESTIMENTI PER MOSTRE (ALLESTIMENTI PER IL
PALAZZO REALE, PADIGLIONI BREDA ALLA FIERA DI MILANO DAL 1950 AL 1955), NEGOZI,
ABITAZIONI (ALCUNI QUARTIERI INA CASA IN LOMBARDIA, LA CELEBRE TORRE DI
ABITAZIONE ALL’HANSAVIERTEL DI BERLINO DEL 1959), EDIFICI INDUSTRIALI.
(DA ITINERARI DI BRESCIA MODERNA DI PAOLO VENTURA, ALINEA EDITRICE, FIRENZE 1992)
“A Q U E S TO R I V E S T I M E N TO U R B A N O “ D U R O ”
SI CONTRAPPONE UN INTERNO GENTILE IN
INTONACO BIANCO, SUL GIARDINO, CHE SI
M I S U R A C O N L’ U T I L I Z Z O , B A M B I N I
SOPRATTUTTO, DEGLI SPAZI APERTI.”
11
MENTAZIONE ARBOREA E FLOREALE).
COMMITTENTE: OPERA NAZIONALE MATERNITÀ E INFANZIA (PRESIDENTE:
SILENO FABBRI); FEDERAZIONE PROVINCIALE DI BRESCIA (PRESIDENTE:
O. BUFFONI).
CASA DELLA MADRE E DEL FANCIULLO
PROGETTISTA: LUCIANO BALDESSARI
REALIZZAZIONE: 1935-37
COLLABORATORI: ANDREA VISOLI (UFFICIO TECNICO PROVINCIALE,
DIRETTORE DEI LAVORI); LUIGI MINGUZZI (CONSULENZA PER L’ORNA-
IERI
ARCHITETTO
GIACOMO
MUTTI
MARCO FRUSCA
12
La scuola più moderna d’Italia
La maggiore responsabilità degli architetti è quella di
costruire le scenografie dove si svolge la nostra vita
di ogni giorno, di ‘ambientare’ i momenti della nostra
esistenza, di arredare i nostri ricordi.
Questo rapporto con gli spazi, profondamente intimo
ed inevitabilmente costitutivo del nostro essere, gravido di memoria e formativo della nostra percezione,
è il modo in cui l’architettura entra nella nostra vita di
ogni giorno.
La responsabilità di chi progetta una scuola è dunque
tanto più grande in quanto realizza la scena dove i
bambini faranno la loro prima esperienza di vita sociale, compiranno i loro primi atti al di fuori della casa
e della famiglia, spesso si svolgeranno i primi episodi
indimenticabili nella loro vita.
Questa premessa per legittimare un’introduzione
del tutto personale, sul filo del ricordo ancora vivido
nonostante i quarantacinque anni passati dalla prima
volta che la vidi, della scuola C.Colombo di Giacomo
Mutti.
L’impatto fu forte, già dall’esterno. Il volume basso
ed esteso, la forma aperta ed articolata, le coperture
piane…Dentro poi lo stupore non poteva non cogliere
chi, come me, aveva fino a quel momento conosciuto costruzioni non ‘ moderne’ .Non lunghi corridoi
ritmati monotonamente da alte finestre impettite,
non facciate alte e sdegnose che celano le stanze
gerarchicamente distribuite, ma costruzioni razionali,
trasparenti, spazi calibrati esattamente per l’uso che
ne devono fare le persone ( ‘a misura d’uomo’avrei
imparato poi che si diceva, e sarebbe stato, detto più
o meno a proposito, fino alla nausea).
Era, aveva scritto il giornale, “il più moderno esempio
di scuoleelementari che sia stato finora progettato o
costruito in Italia”
Corridoi ampi illuminati da vetrate al posto delle
pareti, che si collegavano attraverso piani inclinati…
E poi le classi, con una vetrata che dava sull’esterno,
il giardino che era la zona di lezione all’aperto, le aule
grandi che avevano anche lo spogliatoio interno. Lo
spazio era fluido e dinamico, organizzato attraverso
relazioni e non cesure tra dentro e fuori, tra un ambiente e l’altro.
Gli spazi delle istituzioni hanno anche un valore simbolico: una scuola, un teatro, un ospedale, un tribu-
“L’IMPATTO FU FORTE, GIÀ DALL’ESTERNO.
IL VOLUME BASSO ED ESTESO,
LA FORMA APERTA ED ARTICOLATA,
LE COPERTURE PIANE…”
1961-63
COLLEGIO
FRANCISCANUM
GIACOMO MUTTI
(BRESCIA,1927)
LAUREATOSI IN ARCHITETTURA A MILANO NEL 1951,
HA SVOLTO UNA INTENSA ATTIVITÀ PROFESSIONALE
NEGLI ANNI SESSANTA REALIZZANDO: LA NUOVA
FACCIATA DEL CINEMA CROCIERA (1956), IL COLLEGIOCONVITTO “FRANCISCANUM” (1961-63), LA SCUOLA
MATERNA “SORELLE AGAZZI” A MOMPIANO (1958-61),
IL PIANO PARTICOLAREGGIATO DI BRESCIA DUE
(CON ALTRI, 1962-64), IL FABBRICATO MAGGINI (1967-70).
PUBBLICISTA ATTENTO AL DIBATTITO CITTADINO SUI TEMI
DELL’URBANISTICA, UOMO DI CULTURA, È STATO
PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
CONSIGLIERE COMUNALE E ASSESSORE AL COMUNE
DI BRESCIA.
(DA ITINERARI DI BRESCIA MODERNA DI PAOLO VENTURA,
ALINEA EDITRICE, FIRENZE 1992)
LA SCUOLA ELEMENTARE
CRISTOFORO COLOMBO
NUOVA
FACCIATA
CINEMA
CROCERA
PROGETTO: GIACOMO MUTTI
PROGETTO: 1955
REALIZZAZIONE: 1960
nale, con la loro forma e il loro modo di porsi
nello spazio ci dicono anche che rapporto
intrattengono con la città e i cittadini, quale
concezione di vita civile li ha espressi e quale
idea di società prefigurano, in quale modo
legittimano e mantengono la loro autorità.
La scuola infondeva ottimismo, quell’ottimismo sano che è serena fiducia nella
razionalità, piena certezza nella comunità
democratica che altro non è che il sentirsi pienamente partecipe di un’istituzione,
comprenderne la logica ed il fondamento,
avere fiducia in un’istituzione di cui risultano
condivisibili, razionali, chiari anche i valori
simbolici espressi.
Erano gli anni’60, il paese usciva dall’emergenza della ricostruzione e sembrava pregustare il benessere economico, soprattutto
sembrava avviato a diventare moderno:
moderno era la parola magica…
SUPERFICIE DEL LOTTO: MQ 10500
AREA COPERTA: MQ 3300 CIRCA
PROGRAMMA FUNZIONALE: SCUOLA, AUDITORIUM, MENSA E PALESTRA
1956
13
IERI
ARCHITETTO
GIACOMO
MUTTI
MARCO FRUSCA
NICOLA MORI
La scuola elementare Cristoforo Colombo sorge su un
lotto di 10500 mq, delimitato da Via Cominazzi a nord,
da Via Martinoni ed est, Viale C. Colombo a sud e via
Francino ad ovest. Si tratta di un isolato più grande
che irrompe dunque nel tessuto omogeneo e minuto
dei lotti circostanti di villette mono-bifamiliari sorte
nella stessa epoca nell’ambito dei diversi programmi
di edilizia sociale. Il progetto dell’architetto Giacomo
Mutti porta la data del 24 12 1955, i lavori iniziarono
solo tre anni dopo per concludersi nel 1960.
Mutti,allievo di Muzio al Politecnico di Milano, era allora ventottenne, e si era messo in luce con il progetto
di un condominio in Via Mantova;il progetto gli era
valso l’attenzione e l’incarico dell’amministrazione comunale, desiderosa di coinvolgere anche i più giovani
nella ricostruzione. L’edificio, la cui area coperta nel
progetto originale era di circa 3300 mq, pari al 32% del
lotto, si articola in una grande C su due piani, in cui il
corpo centrale corto, su Viale C. Colombo, è destinato
ad uffici e servizi e le due ali laterali alle aule, distinte
in sezioni maschili e femminili, come usava allora.
All’epoca in cui venne costruita la normativa prevedeva
classi di 30 massimo 36 alunni e dunque, con le sue
venti classi, la scuola poteva accogliere fino a 720
alunni. Alle estremità opposte di questa grande corte
si innestano il volume in mattoni dell’auditorium a sud,
quello della mensa, pure in mattoni, e della palestra
a nord. L’identità di queste funzioni è immediatamente
leggibile dalle caratteristiche architettoniche: l’auditorium è un parallelepipedo sormontato da sei telai in
c.a. a vista che sostengono la copertura a padiglione
basso, la mensa ha una copertura a doppia falda, la
palestra infine è racchiusa da 7 grandi archi in c.a. che
sostengono la copertura a botte ed ospitano i meccanismi di movimento dei pannelli laterali che possono
aprirsi ad ali di gabbiano. L’impianto complessivo
consente di ottimizzare gli spazi vuoti a fini didattici,
garantendo a ciascuna aula uno spazio pertinenziale
all’aperto e disloca le funzioni non didattiche in modo
da essere pienamente accessibili dall’esterno senza
interferenze con la vita della scuola, rendendole fruibili
in modo autonomo dal quartiere, secondo una visione
politicamente lungimirante ed attuale dei servizi
pubblici.
L’ingresso principale sul fronte di Viale C.Colombo
da accesso alla sala professori, alla segreteria e alla
direzione al piano terra, al I° piano al museo didattico
ed alla biblioteca. Agli angoli opposti di questo lato ci
sono gli ingressi femminili su Via Francino e maschile
su Via Martinoni. Anche all’interno è garantita la separazione dei percorsi tra la vita didattica e le necessità
amministrative pubbliche, che si distribuiscono su un
corridoio più alto di 60 cm rispetto a quelli delle aule
e che si collegano con una scala autonoma tra i due
piani. I due piani di aule invece sono uniti in entrambe le ali da un’ampia rampa che, nel corpo su via
Francino aggetta in facciata mentre è interna al corpo
maschile che da sul cortile, rimanendo però leggibile
per il taglio delle aperture. Questo collegamento, lungi
dall’essere un mero superamento di barriere architettoniche, è un elemento architettonico caratterizzante.
Scriveva Mutti nella relazione di progetto:
“Si è preferito l’uso delle rampe a quello delle scale
( più economiche dal punto di vista unicamente delle
superficie e volume di ingombro, ma più costose
nelle opere di finitura) per le seguenti importanti
ragioni:minore rumorosità e minore pericolosità della
struttura, tenuto conto della quantità e della qualità
degli utenti; migliore possibilità di sorveglianza anche
da punti lontani; maggiore facilità di deflusso; maggiore possibilità di condurre ordinatamente le scolaresche incolonnate; maggiore facilità di manutenzione
“LO SPAZIO ERA FLUIDO E DINAMICO,
ORGANIZZATO ATTRAVERSO RELAZIONI
E NON CESURE TRA DENTRO E FUORI,
TRA UN AMBIENTE E L’ALTRO.”
14
mento murario; pure tamponate risultano gran parte
delle vetrate dei corridoi a piano terra.
C’è stato anche un intervento di ampliamento progettato però dallo stesso architetto e dunque inserito
organicamente nel contesto originale; inoltre la
scultura del volo di gabbiani, originariamente collocata
al centro di una vasca d’acqua nel giardino della
mensa, è stata- peraltro felicemente- trasportata sulla
copertura dell’ingresso. Infine per quanto gli interventi
di manutenzione ordinaria siano solitamente accorti
e solleciti, essi paiono trascurare l’importanza delle
cromìe originali, in questo come in altri edifici: ne è
purtroppo esempio la ritinteggiatura operata di recente. Nonostante ciò la scuola mantiene intatta la valenza storica delle invenzioni architettoniche, all’epoca
novità radicali che non hanno avuto forse la risonanza
dovuta. Il Giornale di Brescia del 13 novembre 1954
titolava “Progettato per il quartiere di via Chiusure il
più moderno edificio scolastico d’Italia” ma non risulta
che nessuna pubblicazione del settore se ne sia poi
occupata, e certo neppure lo stesso Giacomo Mutti si
preoccupò trovare canali di diffusione per questo lavoro ( a differenza di altre sue opere, pubblicate).
Così ne parla egli stesso, in una recente intervista :
“Non mi sono preoccupato di contattare nessuno..
all’epoca non era così importante, eppure forse è il
progetto a cui sono più legato, quello che sento di più,
…ed è anche il primo…”
LA SCUOLA ELEMENTARE
CRISTOFORO COLOMBO
e di pulizia. Inoltre l’inserimento di tali collegamenti
verticali nei corridoi, ampliandone il volume, da ad essi
maggiore respiro e ne interrompe la monotonia.”
Questo elemento, che non risulta essere stato usato
prima in altre scuole o quantomeno non era e non è
sicuramente diffuso, va considerato dunque un’invenzione di Mutti, invenzione non certo priva di una sua
teatralità, al di là delle intenzioni funzionali esplicitate.
Teatralità intesa sia come ‘esibizione dell’azione/
funzione’( e in tale senso è teatrale anche l’inclusione
nelle aule dello spogliatoio, quasi fosse retropalco) sia
come capacità da meccanismo scenografico barocco,
di generare ‘stupore e meraviglia’.
La ‘teatralità’ del progetto in questo senso culmina
nella ‘macchina scenica’ delle pareti apribili della palestra, costituite “da pannelli metallici con interposto
strato isolante dimensionati secondo gli interassi degli
archi (m 4 x 3.2 h) e mobili verso l’esterno a coulisse,
con contrappesi lungo gli archi.
Tale struttura permette di usufruire di uno spazio coperto a battenti aperti, più ampio di una volta e mezza
(18 x 24) di quello della palestra a battenti chiusi (12 x
24), utile per gli esercizi e le rappresentazioni collettive
all’aperto, nonché allo svolgimento delle lezioni di
ginnastica, nei mesi più caldi.”
La scelta di ricorrere alla illuminazione e ventilazione naturale genera la sezione delle aule, di forma
trapezoidale, con il soffitto inclinato per consentire
un’apertura all’esterno alta e continua sopra il corpo
più basso dei corridoi. Purtroppo queste aperture sono
state chiuse con muratura e ne rimane traccia solo
dall’esterno.
Non è questa l’unica trasformazione subita dalla
scuola nel corso di questi anni. Innanzitutto i pannelli
metallici di apertura laterale della palestra ad ali di
gabbiano sono scomparsi, sostituiti da un tampona-
15
OGGI
ARCHITETTO
CAMILLO
BOTTICINI
Il progetto è volto a costruire una didattica che integri
in continuità gli spazi aperti ed esterni, conferendo
alle aule un carattere intimo domestico e misurato.
L’ampliamento della scuola elementare di Azzano Mella
è uniformato ad un principio di flessibilità che ne
permetta un adattamento distributivo mutante nel futuro.
Le aule affacciano sullo spazio aperto con una parete
vetrata continua che le estende visivamente al patio
realizzando l’effetto di “ecole en plen air” totalmente
proiettata verso l’esterno e sono protette dalla luce
diretta del sole con una profonda pensilina frangisole.
L’edificio è complessamente articolato ad abbracciare
lo spazio aperto circostante in modo tale da
trasformare lo spazio esterno in uno spazio interno
di pertinenza della scuola .
Si realizza un sistema di corti verdi misurate
dall’estensione dei muri di contenimento che
si raccordano in continuità all’edificio definendo
una precisa identità e carattere di radicamento
dell’edificio al contesto.
La scuola risulta così essere aperta verso l’esterno
ma contemporaneamente protetta, dai muri che
la radicano al suolo.
PUBBLICATO IN
D’ARCHITETTURA N° 28/2005;
CASABELLA,
ALMANACCO GIOVANI ARCHITETTI ITALIANI 2006
SELEZIONATO PER IL
FESTIVAL DELL’ ARCHITETTURA,
PARMA 2005, ROMA 2006-10-13
“L’EDIFICIO È COMPLESSAMENTE
ARTICOLATO AD ABBRACCIARE LO SPAZIO APERTO
CIRCOSTANTE IN MODO TALE DA TRASFORMARE
LO SPAZIO ESTERNO IN UNO SPAZIO INTERNO
DI PERTINENZA DELLA SCUOLA.”
2006
PREMIO
IN-ARCH-ANCE
2006
MENZIONE
D’ONORE ALLA
MEDAGLIA D’ORO
DELL’ ARCHITETTURA ITALIANA
2009
CANDIDATO
DALLA TRIENNALE
DI MILANO
AL PREMIO
EUROPEO MIES
VAN DER ROHE
16
17
IMPRESA: STILEDIL
COSTO: 900.000,00 EURO
DATI DIMENSIONALI: 1.100MQ
PROGETTO: 1999-2003
REALIZZAZIONE: 2004-2005
SCUOLA ELEMENTARE
AD AZZANO MELLA
PROGETTO: CAMILLO BOTTICINI
CONCORSO: CLAUDIO CORNA, IGNAZIO MARCHETTI, FEDERICO OMODEI,
GERMANO ROVETTA, MILENA VIVENZI, NICOLA FAUSTINI
STRUTTURE: DONATO AQUINO, FRANCO PALMIERI
COMMITTENTE: COMUNE DI AZZANO MELLA
OGGI
“SI REALIZZA UN SISTEMA
DI CORTI VERDI MISURATE
DALL’ESTENSIONE DEI MURI
DI CONTENIMENTO”
ARCHITETTO
CAMILLO
BOTTICINI
CAMILLO BOTTICINI NASCE A BRESCIA
L’11 MARZO 1965. SI LAUREA IN ARCHITETTURA
AL POLITECNICO DI MILANO NEL 1990.
NEL 2003 DIVIENE DOTTORE DI RICERCA AL
POLITECNICO DI MILANO DOVE ATTUALMENTE
È PROFESSORE A CONTRATTO.
SPECIFICITÀ DEL PROFILO DI CAMILLO BOTTICINI È
LA RICERCA DI UNA SINTESI TRA RICERCA PROGETTUALE E QUELLA ACCADEMICA RICEVENDO PER LE
OPERE REALIZZATE, NUMEROSI RICONOSCIMENTI
NAZIONALI ED INTERNAZIONALI A SOTTOLINEARE
IL CARATTERE DI SPERIMENTAZIONE MATERIALIZZATO SU CASI CONCRETI.
DAL 2008 FONDA CON GIULIA DE APPOLONIA LA SOCIETÀ ABDA, ACRONIMO DI “ARCHITETTI BOTTICINIDE APPOLONIA E ASSOCIATI SRL”. LA SOCIETÀ STA
LAVORANDO SU IMPORTANTI TEMI PROGETTUALI
QUALI:
18
- UN INTERVENTO DI EDILIZIA RESIDENZIALE PER
165 ALLOGGI ED UN PARCO A BRESCIA PER LA
SOCIETA’ EUROPARISORSE;
- UN “EDIFICIO COMPLESSO” CHE INTEGRA SCUOLE
MATERNA ED ELEMENTARE, LA SEDE DELLA NUOVA ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI, ED UN EDIFICIO
RESIDENZIALE (48 ALLOGGI) PER LA SOCIETÀ MILANOFIORI AD ASSAGO;
- IL NUOVO POLICLINICO DI MILANO A SEGUITO
DEL CONCORSO VINTO CON TECHINT E CON BOERI
A QUESTE ATTIVITÀ HA UNITO LA PARTECIPAZIONE A
CONCORSI INTERNAZIONALI IN ITALIA E ALL’ESTERO.
TRA LE OPERE REALIZZATE PROGETTI IN AMBITI
DIVERSI, OGGETTO DI PUBBLICAZIONI SULLA STAMPA SPECIALIZZATA QUALI CASABELLA, DOMUS,
D’ARCHITETTURA, AREA, METALOCUS, COSTRUIRE
E PREMI QUALI LA MENZIONE D’ONORE ALLA
MEDAGLIA D’ORO DELL’ ARCHITETTURA ITALIANA
2006, E 2009, LA CANDIDATURA DALLA TRIENNALE
DI MILANO AL PREMIO EUROPEO MIES VAN DER
ROHE, LA VITTORIA PREMIO IN-ARCH-ANCE 2006 E
LA SELEZIONE AI PREMI EUROPEI UGO RIVOLTA E
COSENZA.
STUDIO
- IL NUOVO PALASPORT DI CANTÙ ( 8000 POSTI )E
CONNESSO CENTRO COMMERCIALE (13000 MQ) (IN
PROJECT FINANCING)
- LA NUOVA SEDE PER LA TELECOM LOCALE A TRIPOLI (INCARICO OTTENUTO DOPO UNA CONSULTAZIONE INTERNAZIONALE)
- UN INTERVENTO DI EDILIZIA RESIDENZIALE A
STEZZANO (BG) PER COMPLESSIVI 20.000 MQ UNA
SPA CON ALBERGO (80 CAMERE) E RESIDENZE (40
ALLOGGI) A PONTE DI LEGNO (BS)
- UN CENTRO NATATORIO E FITNESS (5000 MQ
COPERTI, 20.000 ALL’APERTO ) A SAN GIULIANO MILANESE ED UNO A MOMPIANO A BRESCIA, A BREVE
IN FASE DI REALIZZAZIONE DOPO LA VITTORIA DEL
CONCORSO NEL 2005
OGGI
ARCHITETTO
LUCIANO
LUSSIGNOLI
L’asilo nido di Montirone è un’opera di urbanizzazione
secondaria realizzata nell’ambito dell’attuazione del
P.E.E.P. di via alla Stazione. È una struttura destinata
ad ospitare fino a 36 bambini.
La scelta della modalità insediativa nel lotto,
dell’orientamento dell’edificio e dell’assetto distributivo rispondono a due criteri: la funzionalità e
l’efficienza nella gestione degli spazi per le attività
pedagogiche; la sostenibilità ambientale dell’edificio.
La distribuzione degli ambienti è organizzata su due
blocchi: uno destinato alla formazione socio-pedagogica, costituito da quattro unità (una per i lattanti e
tre per i divezzi), l’altro destinato ai locali di servizio.
Gli spazi interni sono organizzati per permettere
la massima flessibilità nel loro uso: ampie pareti
scorrevoli consentono di adeguare costantemente
la dimensione e la forma degli spazi alle quotidiane
esigenze pedagogiche. È stata inoltre perseguita una
forte continuità fra interno ed esterno: tutti gli spazi
didattici affacciano su un portico a sud attraverso
grandi vetrate e, quindi, sul grande giardino alberato.
Il progetto si fonda sulla volontà di sviluppare il
tema della sostenibilità ambientale oltre il dettato
normativo.
estivi è dato dalla pavimentazione in grigliato erboso
dei pergolati: il grigliato erboso unisce il vantaggio
funzionale della pavimentazione tradizionale e quello
“climatico” del prato.
In corrispondenza dell’uscita nel giardino dall’atrio il
pergolato è sostituito da una “serra-portico”: durante
i mesi invernali questa accumula calore e lo trasmette allo spazio comune interno; nei mesi caldi è possibile aprirla completamente e uno shed in copertura
agevola la ventilazione naturale ed il raffrescamento
dello spazio antistante l’atrio.
Il sistema della ventilazione naturale viene esteso
anche agli ambienti delle unità pedagogiche, dotate
di lucernari in copertura, che, oltre a migliorare le
condizioni generali di illuminazione, durante i mesi
caldi possono venire aperti creando un “effetto
camino”. Gli effetti combinati del pergolato e delle
alberature che ombreggiano, e quindi raffrescano
l’aria antistante le grandi porte-finestra della parete
sud, con l’effetto camino, determinano un’ottima una
ventilazione naturale degli ambienti.
Il contenimento dei consumi energetici per il riscaldamento invernale si fonda su diversi apprestamenti:
l’elemento più efficace resta comunque l’isolamento
“GLI SPAZI INTERNI SONO ORGANIZZATI PER
PERMETTERE LA MASSIMA FLESSIBILITÀ NEL LORO USO:
AMPIE PARETI SCORREVOLI CONSENTONO DI ADEGUARE
COSTANTEMENTE LA DIMENSIONE E LA FORMA DEGLI
SPAZI ALLE QUOTIDIANE ESIGENZE PEDAGOGICHE”
Il tema è affrontato innanzitutto a partire dall’esposizione: gli ambienti dove più prolungata è la permanenza dei bambini, sono esposti a sud e affacciano su
ampi pergolati; questa esposizione consente, attraverso la vegetazione a foglia caduca, di ottimizzare
gli apporti solari di calore e luce nei mesi invernali
e, nei mesi estivi, di schermare i raggi solari. Un
ulteriore accorgimento per ridurre gli apporti solari
20
delle pareti perimetrali, realizzato in questo caso
con uno strato di isolante di 10 cm. Il riscaldamento
avviene attraverso pannelli radianti a soffitto. L’acqua
calda ad uso sanitario è garantita da pannelli solari in
copertura.
L’applicazione dei concetti della sostenibilità ambientale ha consentito la certificazione dell’edificio in
classe A secondo lo standard CASACLIMA.
21
LUOGO: MONTIRONE (BS)
SLP EDIFICIO: 600 MQ
SUPERFICIE LOTTO: 2.678MQ
PROGETTO: 2004
REALIZZAZIONE: 2007
ASILO NIDO
A MONTIRONE
PROGETTO: ARCH. L. LUSSIGNOLI (LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.)
STRUTTURE: ING. F. BUONOPANE (LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.)
IMPIANTI: ING. G. ZILETTI
COMMITTENTE: COOPCASA S.C., COOPERATIVA LA FAMIGLIA “IL MULINO DI MONTIRONE”, EDILMONT S.R.L., 2P COSTRUZIONIS.R.L.
OGGI
ARCHITETTO
LUCIANO
LUSSIGNOLI
LUCIANO LUSSIGNOLI (LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.)
NASCE A BRESCIA IL 9 MAGGIO 1955, SI LAUREA IN
ARCHITETTURA PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO NEL
1980. NEL 2007 FONDA LA SOCIETÀ DI INGEGNERIA
“LUSSIGNOLI ASSOCIATI S.R.L.” CON FABRIZIO BONOMI,
FLAVIO BUONOPANE, CLAUDIO FAVALLI FRANCESCO
MAZZEO DI CUI È PRESIDENTE.
ESPERTO IN MATERIA AMBIENTALE ED URBANISTICA, HA
SVOLTO NUMEROSI INCARICHI DI DOCENZA E CONSULENZA;
È AUTORE DI NUMEROSE PUBBLICAZIONI SUI TEMI DELLA
PIANIFICAZIONE E DEL PAESAGGIO
ACCANTO ALL’ATTIVITÀ PROFESSIONALE INIZIA A
SVOLGERE, DAL 1986, ATTIVITÀ DIDATTICA ALLA FACOLTÀ
DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI MILANO COME
PROFESSORE A CONTRATTO, CON INCARICHI PER
L’INSEGNAMENTO DI PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO,
URBANISTICA E PROGETTO URBANO.
DAL 1995 AL 2007 È MEMBRO DELLA COMMISSIONE
URBANISTICA E, SUCCESSIVAMENTE, DELLA COMMISSIONE
EDILIZIA DEL COMUNE DI BRESCIA. DAL 1999 È MEMBRO
DEL DIRETTIVO REGIONALE DELL’ISTITUTO NAZIONALE
DI URBANISTICA.
DAL 2004 È MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO DEL
PARCO NAZIONALE DELL’ ADAMELLO. DAL 2005 È
MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO DEL PARCO
REGIONALE DELL’ALTO GARDA BRESCIANO.
L’ATTIVITÀ PROFESSIONALE È SVOLTA IN DIVERSI SETTORI:
COORDINAMENTO DI PROGETTI COMPLESSI; CONSULENZE
SCIENTIFICHE; PIANIFICAZIONE ALLA SCALA URBANA E
TERRITORIALE; VALUTAZIONI, STUDI E PROGETTI
PAESISTICO-AMBIENTALI; GIARDINI, PARCHI E SPAZI
PUBBLICI; IMPIANTI SPORTIVI; SCUOLE; EDIFICI CIVICI;
EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E PRIVATA; VIABILITÀ
E URBANIZZAZIONI; COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA;
PROGETTAZIONE ANTINCENDIO.
1998
1980
LAUREA
ARCHITETTURA
POLITECNICO
DI MILANO
2000
DAL 1986
INSEGNANTE
ARCHITETTURA
POLITECNICO
DI MILANO
DAL 1999
MEMBRO DEL
DIRETTIVO
REGIONALE
DELL’ISTITUTO
NAZIONALE
DI URBANISTICA
22
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BMW e
. Incontro al vertice della tecnologia. BMW Financial Services: la più avanzata realtà nei servizi finanziari vi invita a scoprire anche i vantaggi di BMW FIT.
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Non lasciatevi intrappolare dalla quotidianità. Tutto il fascino del motore Boxer da 109
CV di potenza e 115 Nm di coppia per districarvi nel traffico come sui tornanti più
impegnativi. Un controllo superiore grazie agli innovativi sistemi ESA (Electronic
Suspension Adjustment), ASC (Automatic Stability Control) e BMW Motorrad Integral
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ARCHITETTI
GAETANO
BERTOLAZZI
MAURO
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FEDERICO
OMODEI
24
Il concorso bandito dall’amministrazione comunale di Schio chiedeva
proposte progettuali per creare coerenza ed integrazione in un’area a nord
della città dove si concentra l’offerta
didattica di buona parte del territorio
Altovicentino. Obbiettivi del bando erano
il ripensamento del distretto scolastico,
il ridisegno degli spazi aperti con pista
ciclopedonale, parcheggi, campi sportivi, un edificio per servizi (mediateca,
biblioteca, caffetteria, mensa, uffici) e
un auditorium. Il campus si inserisce
nel sistema di isole ambientali adottato
dal prg di Schio e allo stesso tempo è il
fulcro di un sistema di relazioni più esteso che investe tutto il territorio dell’Alto
Vicentino.
Il concetto chiave dell’isola ambientale è la centralità del pedone rispetto
alla viabilità cittadina ed è stata utilizzata
come vero strumento di progettazione.
Le strade ad alto scorrimento formano
i limiti dell’isola, la quale è ora priva di
vie di attraversamento. Tutte quelle interne divengono infatti di transito locale.
I parcheggi, sono stati posti in posizione utile per l’accesso agli edifici, ma ai
“L’AREA È DOTATA DI DUE PIAZZE: AL
CHE METTE IN COLLEGAMENTO L’AU
SERVIZI; AD OVEST INVECE QUELLA
COLLEGA IL CAMPUS ALLA CITTÀ ES
limiti esterni dell’area. Importante è la
congiunzione alla città e al verde già
esistente. I percorsi ciclabili, dove possibile, sono stati disegnati in sede separata dai pedonali per un più comodo
e sicuro utilizzo. L’area è dotata di due
piazze: al centro la piazza che mette in
collegamento l’auditorium con il centro
servizi; ad ovest invece quella che come
una porta collega il campus alla città
esistente. Nella struttura del campus
sono presenti anche elementi d’acqua.
Un canale a filo pavimento percorre tutto il prato, e nella piazza si allarga in una
vasca. Un’altra zona d’acqua articola la
piazza d’accesso a ovest. Un lago di forma irregolare infine, caratterizza il lato
nord dell’auditorium. Il progetto così
strutturato crea ampi corridoi ecologici
che uniscono i diversi elementi del paesaggio naturale ed urbano.
Le due principali architetture (centro servizi e auditorium) si manifestano
come episodi silenziosi, all’interno del
campus, discreti e introversi. La loro
matrice ideativa, intesi come un unicum,
viene sottolineata dal modo di trattare le
pareti nei lati corti dei perimetri. I muri
in calcestruzzo, cavi e sagomati verso
l’interno, fanno da alternanza ai volumi
regolari dell’esterno.
L’edificio per servizi, permeabile alla
luce, con serramenti parzialmente arretrati dal perimetro esterno, manifesta
dei solai rastremati verso le estremità,
balconate per pause studio all’aperto.
L’auditorium può ospitare 750
spettatori circa. Il foyer, che si sviluppa
“LE DUE PRINCIPALI
ARCHITETTURE
(CENTRO SERVIZI
E AUDITORIUM)
SI MANIFESTANO COME
EPISODI SILENZIOSI,
ALL’INTERNO DEL CAMPUS,
DISCRETI E INTROVERSI”
CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE
PER IL DISEGNO DEGLI SPAZI APERTI, DI UN NUOVO
AUDITORIUM E DI UN EDIFICIO PER SERVIZI NEL
CAMPUS DI SCHIO
SI LAUREA IN ARCHITETTURA AL POLITECNICO DI MILANO
NEL 1975. DOPO UN’ATTIVITÀ COME PITTORE, SVOLTA
NELL’ ATTENZIONE DELLE TEMATICHE CONTEMPORANEE,
APRE UNO STUDIO PROFESSIONALE A BRESCIA VERSO
GLI ANNI 80 OCCUPANDOSI PREVALENTEMENTE DI
PROGETTAZIONE EDILIZIA E ATTIVITÀ DIDATTICA.
DAL 1990 FINO AL 1995 ASSISTENTE PRESSO L’UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI DI BRESCIA E SUCCESSIVAMENTE PRESSO IL
POLITECNICO DI MILANO E DI LECCO PER CORSI DI COMPOSIZIONE, ARCHITETTURA TECNICA, E TECNOLOGIA DEGLI
ELEMENTI COSTRUTTIVI. DAL 2004 AL 2007 È STATO
INCARICATO PRESSO LA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA
DEL POLITECNICO DI MILANO COME DOCENTE A CONTRATTO
PER IL CORSO DI PROGETTAZIONE DI ELEMENTI E SISTEMI
COSTRUTTIVI. L’ ATTIVITÀ PROGETTUALE VERTE ALLA PARTECIPAZIONE DI CONCORSI D’ARCHITETTURA. CON L’ IMPRESA
PATERLINI E TONOLINI, SONO COSTRUITI, SU AREE 167 A
BRESCIA, DUE EDIFICI DI 30 ALLOGGI E UNA SCHIERA DI 14 UNITÀ
ABITATIVE, OLTRE UN INTERVENTO DI EDILIZIA ECONOMICO
POPOLARE PER 75 ALLOGGI SOSTENIBILI PER IL CONSORZIO
DELLE COOPERATIVE IN VAL TROMPIA (BS). SEGUONO
INTERVENTI PUBBLICI PER IL COMUNE DI MAZZANO OLTRE
A LAVORI PER COMMITTENZE PRIVATE QUALI RISTRUTTURAZIONI
EDILIZIE E LA REALIZZAZIONE DI EDIFICI A CARATTERE
COMMERCIALE/INDUSTRIALE-TINTORIA LOMBARDA A
BARBARIGA (BS) E LA NUOVA SEDE DELLA DITTA BLITZ A
DESENZANO (BS). ALCUNE OPERE SONO STATE PUBBLICATE
SULLE RIVISTE ABITARE–SEGESTA, ARTE–MONDADORI,
MODULO–BEMA, ARCHITECTURA VIVA–EDITORIAL
ARCHITECTURA VIVA, ALMANACCO DELL’ ARCHITETTURA
ITALIANA–ELEMOND.
SUPERFICIE DELL’AREA: 20,67 HA
SUPERFICIE COSTRUITA: 6445 MQ
SISTEMAZIONE SPAZI APERTI: 16,59 HA
CRONOLOGIA DEL CONCORSO: PRIMA FASE: 10 MARZO 2004
SECONDA FASE: 16 SETTEMBRE 2004
in altezza come un camino strapiombante, aggetta verso
l’esterno ospitando le due caffetterie. Il lato nord dell’edificio
così si dilata, proiettandosi sul lago sottostante. L’involucro
esterno, proposto in pannellature stampate a matrice, è una
metafora del bosco pietrificato.
L’edificio delle palestre, in posizione defilata e più vicina alla città, è fulcro delle attività sportive scolastiche.
Emergendo dal terreno, presenta un percorso d’accesso
con rampa, che si estende poi nel vuoto come uno spazio
d’attesa panoramico. Formalmente si relaziona con il resto
del progetto e usa tamponamenti prefabbricati alternati a
conci scabrosi, pareti verticali che all’interno diventano palestre di roccia.
Fanno inoltre parte delle nuove attrezzature
sportive un nuovo stadio del rugby con annesse tribune e
spogliatoi, un campo da softball, fruibile in modo indipendente dal campus, mentre sul rilevato che scende verso il
fiume Boldoro sono previste le piste per l’atletica scavate
nella collina.
GAETANO BERTOLAZZI (BRESCIA 1953)
CAPOGRUPPO: ARCH GAETANO BERTOLAZZI
PROGETTISTI: ARCHITETTO MAURO AGOSTI - ARCHITETTO FEDERICO OMODEI (RESPONSABILI DEL PROGETTO); ARCHITETTO ALICE DODESINI (COLLABORAZIONE ALLA PROGETTAZIONE)
ENTE BANDITORE: COMUNE DI SCHIO (VI)
L CENTRO LA PIAZZA
UDITORIUM CON IL CENTRO
CHE COME UNA PORTA
SISTENTE”
25
DOMANI
ARCHITETTI
MARA
CAPRIOTTI
DANIELA
GALLI
FUORISEDE
CRISTINA
FORNARINI
26
STEFANO
BULGARO
Il progetto nasce dall’idea di creare un sistema di relazioni tra un ambito più strettamente didattico e formativo ed un ambito urbano, legato alla
socializzazione ed aggregazione degli
abitanti della cittadina. L’intervento
diventa così elemento costitutivo di
una centralità che si sviluppa lungo
un nuovo viale pedonale, in parte pavimentato, in parte a giardino, su cui si
“affacciano” la scuola elementare, la
scuola media e la scuola materna, in
costante rapporto con la città. In questo nuovo luogo di incontro, di sosta e
di gioco, si sviluppa un sinuoso percorso pedonale, lungo il quale si snoda un‘opera d’arte, elementi scultorei
concepiti per essere visti e “fruiti” dai
“IL PROGETTO NASCE DALL’IDEA DI
PIÙ STRETTAMENTE DIDATTICO E FO
cittadini e dai bambini, elementi di forte valenza simbolica e ludica.
Su questa area pubblica pedonale
trovano luogo, in una lineare successione, tutti i luoghi “pubblici” della
scuola (la hall di ingresso, la segreteria, l’auditorium, la palestra, la mensa, la biblioteca), mentre verso l’interno, immersi nel verde, più protetti,
si trovano gli ambiti più strettamente
didattici. La composizione e l’articolazione architettonica dei volumi ha
tenuto conto, in particolar modo, del
migliore orientamento per le aule didattiche (esposizione ad est) e del rapporto con il paesaggio e la morfologia
del territorio, lasciando libere ampie
visuali verso le montagne. I criteri di
“IL FRONTE PRINCIPALE DALLA SCUOLA ELEMENTARE
È C A R A T T E R I Z Z A T O D A U N S E T T O C H E S E G N A L’ I N G R E S S O
P R I N C I PA L E E D AT T R AV E R S A L A H A L L D E L L A S C U O L A”
Sempre dalla hall di ingresso, attraverso un percorso vetrato sul quale
si attestano le aule speciali, chiaramente riconoscibili per forma e colore, si giunge alle aule didattiche che,
alternate agli spazi interciclo, si distribuiscono al piano terra per il primo
ciclo ed al primo piano per il secondo
ciclo.
L’ARCH. MARA CAPRIOTTI E L’ARCH. DANIELA GALLI, DOPO UN
PERIODO DI ESPERIENZA E DI COLLABORAZIONI PROFESSIONALI IN STUDI DI
ARCHITETTURA A MILANO E BRESCIA, NEL 1998 FONDANO UN PROPRIO STUDIO
A BRESCIA “MADAARCHITETTI”. L’ARCH. CRISTINA FORNARINI E L’ARCH. STEFANO
BULGARO, “STUDIO ARCHITETTURA FORNARINI-BULGARO” CON SEDE A BRESCIA,
INIZIANO A COLLABORARE DAL 1999, PROSEGUENDO L’ATTIVITÀ GIÀ AVVIATA
DALLO STUDIO FORNARINI-ASSOCIATI.
GLI STUDI SI OCCUPANO DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI EDIFICI DI
DIVERSA NATURA E DESTINAZIONE, SIA NEL SETTORE PRIVATO CHE PUBBLICO,
CON UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE,
ALL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA ED ALLA MODERNITÀ DELL’ARCHITETTURA.
CONCORSO DI PROGETTAZIONE
PER LA SCUOLA PRIMARIA
DEL POLO SCOLASTICO
“GIOVANNI PAOLO II” BONATE SOPRA (BG)
energetici. Il fronte principale dalla
scuola elementare è caratterizzato da
un setto che segna l’ingresso ed attraversa la hall della scuola, sulla quale
si affacciano la segreteria, la biblioteca e l’auditorium; quest’ultimo si apre
verso l’esterno con quinte prospicienti
l’ampia zona a portico attrezzata per
attività didattiche all’aperto.
STRUTTURE: ING FABIO GATTI
IMPIANTI: ING. ROBERTO GRINGIANI E ING. GIOVANNI ZILETTI
DIREZIONE LAVORI: ARCH. MARA CAPRIOTTI, ARCH DANIELA GALLI, ARCH CRISTINA FORNARINI E ARCH STEFANO BULGARO
SUPERFICIE FONDIARIA : 14.820 MQ, SUPERFICIE LORDA 3.000 MQ
PROGETTO DEFINITIVO: 2006/2008, 2009 IN FASE DI ESECUZIONE
ARTISTA DELL’OPERA SCULTOREA: ARMIDA GANDINI
progettazione rivolti verso la compatibilità e la sostenibilità ambientale
hanno determinato, non solo l’uso di
materiali ecologici e di fonti d’energia rinnovabili, ma anche un’ attenta
distribuzione degli ambienti costruiti e
dei luoghi all’aperto, al fine di sfruttare nel miglior modo la luce naturale e
di contenere i fabbisogni ed i consumi
PROGETTO: ARCH. MARA CAPRIOTTI, ARCH DANIELA GALLI, ARCH CRISTINA FORNARINI E ARCH STEFANO BULGARO
COLLABORATORI: ARCH MONICA ZACCHETTI, DAVIDE TOSELLI
LUOGO: VIA NULLO, BONATE SOPRA (BG)
ENTE BANDITORE: COMUNE DI BONATE SOPRA (BG)
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: ARCH. GIOVANNI PERICO
CREARE UN SISTEMA DI RELAZIONI TRA UN AMBITO
ORMATIVO ED UN AMBITO URBANO”
27
DOMANI
ARCHITETTI
PAOLO
GREPPI
PIERLUIGI
BIANCHETTI
FUORISEDE
ALESSANDRO
MUCCIO
28
“L’umano è indissolubilmente legato all’imitazione: un umano diventa
del tutto umano imitando gli altri esseri
umani.”
Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno
MIMESIS, RÊVERIE
L’uomo e soprattutto il bambino ha
bisogno di riconoscersi non solo negli
altri, ma anche nell’ambiente in cui
vive. Quindi l’inizio della comprensione
degli altri e del mondo avviene con la
messa in atto della mimesis, con l’identificazione con l’altro e l’appropriazione
dello spazio.
Quale edificio, se non la scuola,
potrebbe maggiormente necessitare di
una riflessione su queste nozioni?
Il teatro delle prime esperienze di
mimesis con l’altro non solo offre riparo
a questi momenti, ma è al contempo oggetto del processo di immedesimazione.
Se all’educatore spetta il compito
di condurre il bambino, attraverso il
gioco, nel rapporto con l’altro, l’architetto non deve far altro che offrire vo-
lumi, spazi e colori alla giovane immaginazione in modo che essa cominci a
lavorare per produrre nuove immagini
e nuovi significati. Non serve molto altro per fare questo progetto, forse solo
la misura: non troppa forma, né troppo
poca, per far sì che il sogno ad occhi
aperti, la rêverie dei piccoli abitanti, sia
la più libera possibile.
CONTESTO E PROGETTO
L’idea di progetto si basa su poche
radicali idee: il ripristino ed il recupero
delle tradizionali coltivazioni di ciliegi in
tutta la zona circostante il complesso
scolastico; con un accorgimento: la deposizione di tutti gli edifici su un grande plateau sopraelevato che sfrutta la
lieve pendenza del terreno in modo che
da questo luogo privilegiato si possa
godere di uno sguardo in profondità
verso il paesaggio, al di sopra dei filari
di ciliegi. Tutto ciò è permesso dal posizionamento sul plateau delle scuole
elementare e media e nel plateau, in
posizione ipogea, della scuola mater-
“L’IDEA DI PROGETTO SI BASA SU PO
IL RIPRISTINO ED IL RECUPERO DEL
COLTIVAZIONI DI CILIEGI IN TUTTA LA
IL COMPLESSO SCOLASTICO; CON U
LA DEPOSIZIONE DI TUTTI GLI EDIFIC
SOPRAELEVATO CHE SFRUTTA LA LIE
IN MODO CHE DA QUESTO LUOGO PR
DI UNO SGUARDO IN PROFONDITÀ VE
AL DI SOPRA DEI FILARI DI CILIEGI”
“ S E A L L’ E D U C A T O R E S P E T T A I L C O M P I T O
DI CONDURRE IL BAMBINO, ATTRAVERSO
I L G I O C O , N E L R A P P O R T O C O N L’ A L T R O ,
L’ A R C H I T E T T O N O N D E V E F A R A L T R O
CHE OFFRIRE VOLUMI, SPAZI E COLORI
ALLA GIOVANE IMMAGINAZIONE IN MODO
CHE ESSA COMINCI A LAVORARE PER
PRODURRE NUOVE IMMAGINI
E NUOVI SIGNIFICATI.”
PIERLUIGI BIANCHETTI (1965)
SI LAUREA NEL 1994 PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO
CON UNA TESI SULL’ AREA DI PIAZZA ROVETTA CON RAFFAELLO CECCHI E VINCENZA LIMA (MILANO).
ALESSANDRO MUCCIO (1974)
SI LAUREA NEL 2003 PRESSO L’UNIVERSITA DEGLI STUDI
“ROMA TRE” CON UNA TESI IN PROGETTAZIONE NAUTICA
CHE RISULTA VINCITRICE NELLA CATEGORIA DEI PROGETTI
NON REALIZZATI AL M.Y.D.A. 2004.
DAL 2004 COLLABORA CON GREPPI & BIANCHETTI STUDIO.
NEL 1993 VIENE FONDATO
GREPPI & BIANCHETTI STUDIO.
IL LAVORO DELLO STUDIO HA VINTO NUMEROSI PREMI ED
È STATO OGGETTO DI ESPOSIZIONI E PUBBLICAZIONI SU
RIVISTE ITALIANE E STRANIERE.
NEL 2004 È STATA PUBBLICATA DA IDEA ARCHITECTURE
BOOKS LA MONOGRAFIA GREPPI & BIANCHETTI, DISCORSI
DAI LUOGHI, A CUI È SEGUITA UNA MOSTRA PRESSO IL
MUSEO DELLA FACULDADE DE ARQUITECTURA DA UNIVERSIDADE DO PORTO.
LO STUDIO HA REALIZZATO EDIFICI PUBBLICI, PER L’ISTRUZIONE, PER LA TERZA ETÀ, RESIDENZE SINGOLE E COLLETTIVE, SPAZI APERTI E INFRASTRUTTURE, EDIFICI SACRI,
INTERVENTI DI RESTAURO E HA UNA SEZIONE DEDICATA AI
CONCORSI.
RECENTEMENTE È STATO INVITATO DALLA CEI PER LA
PROGETTAZIONE DI UN COMPLESSO PARROCCHIALE IN
PROVINCIA DI MILANO.
CONCORSO INTERNAZIONALE
DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE
DI UN NUOVO COMPLESSO
SCOLASTICO A VIGNOLA
SI LAUREA NEL 1993 PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO CON UNA TESI SULLE AREE DEL COMPARTO MILANO
CON ÁLVARO SIZA VIEIRA (OPORTO) E PIERLUIGI NICOLIN
(MILANO).
PROGETTO IMPIANTISTICO: INGEGNER ADRIANO VENDRAMIN, PERITO INDUSTRIALE BRUNO LORENZINI
PROGETTO PAESAGGISTICO: ARCH TERESA ROSAS DA SILVA FIGUEIREDO MARQUES
PROGETTO ACUSTICO: INGEGNERE CESARE TREBESCHI
LUOGO: COMUNE DI VIGNOLA (MODENA)
SUPERFICIE LORDA DI PAVIMENTO: MQ 13.350, VOLUME MC 45.000
CRONOLOGIA: CONCORSO SVOLTO NEL 2008
OCHE RADICALI IDEE:
LLE TRADIZIONALI
A ZONA CIRCOSTANTE
UN ACCORGIMENTO:
CI SU UN GRANDE PLATEAU
EVE PENDENZA DEL TERRENO
RIVILEGIATO SI POSSA GODERE
ERSO IL PAESAGGIO,
PAOLO GREPPI (1966)
CAPOGRUPPO: ARCH PAOLO GREPPI
PROGETTO ARCHITETTONICO: ARCH PAOLO GREPPI, ARCH PIERLUIGI BIANCHETTI, ARCH ALESSANDRO MUCCIO
COLLABORATORI: ARCH NINO FRANZONI, SARA OMASSI, MAURO CATTANEO, WALTER BATTAGLIA
PROGETTO STRUTTURALE: INGEGNER MARCO MONCECCHI, INGEGNER PAOLO MONCECCHI
na che, altrimenti impedirebbe la vista
verso l’appennino. Inoltre, il dislivello
che viene a crearsi tra il plateau ed il
terreno dello stato di fatto, permette di
salire sulla piattaforma con una lieve
rampa dalla parte della scuola materna ed invece costruisce la possibilità di
un piano in più dalla parte opposta della piattaforma, dove trovano posto gli
archivi ed i locali di servizio. Gli edifici
sono caratterizzati dallo studio della
ventilazione naturale e da coperture a
“tetto verde”.
29
EUROLEGNAMI
Sono sempre più numerose le ragioni che spingono a scegliere il legno, un materiale veramente speciale. Motivi che
vanno dalle indubbie qualità ornamentali alle esigenze di sicurezza e confort, sino a comprendere una indubbia qualità
nell‚intervento e nella realizzazione.
Punto di riferimento fondamentale nel settore è la Eurolegnami. L‚azienda cittadina è dotata di un moderno laboratorio specializzato nella lavorazione di legnami nazionali
ed esteri, in grado di realizzare qualsiasi tipo di lavorazione
grazie al suo personale altamente qualificato.
Un modo di lavorare che ha consentito all‚azienda
guidata da Bruno Tanghetti di raggiungere risultati importanti
in questi anni, maturando nello stesso tempo un‚esperienza
di assoluto rilievo e specializzandosi nella progettazione e
nella realizzazione di strutture in legno massiccio o lamellare, fino al vero e proprio «fiore all‚occhiello» della costruzione di tetti in legno. L‚ultimo nato in casa Eurolegno è il sistema di tetto ventilato: il libero passaggio dell‚aria fra manto di
copertura e materassino isolante, previene l‚invecchiamento
della struttura in legno e permette il buon funzionamento del
sistema tetto, evitando pericolosi ristagni di condensa, interrompendo il volano termico nei mesi caldi e migliorando così
le condizioni di vita negli ambienti sottostanti.
Ma Eurolegnami non è solo questo: l‚azienda di via Crotte
produce anche grigliati, fioriere, casette e box in una vasta
gamma.
Via Collebeato, 22 - BRESCIA
Tel. 030 2411204 - Fax 030 5199187
www.eurolegnami.net
[email protected]
01
THE
PROJECT
32
MARIANI
Quando la ditta Mariani inizia la propria
attività, era il 1948, l’Italia viveva un intenso
periodo di edificazione dovuto alla ricostruzioni post-belliche. L’architettura per
le scuole [già iniziata negli anni ’30 come
testimoniato dagli esempi illustrati in questo
numero] studia a fondo non solo gli edifici e
gli spazi [esterni e interni] da essi generati,
ma cosa altrettanto importante sviluppa
il disegno degli arredi come componente
essenziale al corretto funzionamento dell’attività didattica. Sono gli albori del design e
della conseguente produzione industriale.
UNA STORIA
DI QUALITÀ
Molti degli addetti ai lavori ricorderanno le
splendide sedie dai lineamenti curvilinei e
dall’alta efficienza ergonomica degli arredi
dell’Asilo di Sant’Elia progettato e costruito da Giuseppe Terragni tra il ’36 e il ’37.
Molto, di ciò che verrà dopo è frutto di questi
esempi.
È in questo contesto, sociale e culturale,
che inizia ad operare nell’ambito degli arredi
per gli spazi scolastici, la ditta Mariani Spa.
Dapprima con la produzione per le scuole,
dalla materna all’università, per poi specializzarsi anche negli arredi per uffici.
L’obiettivo è sempre stato quello della
qualità. Non solo per i manufatti, ma anche
e soprattutto per il processo che li produce.
La filiera infatti è garantita completamente
all’interno del complesso produttivo sito
a Carpenedolo. Una serie di capannoni in
prossimità del centro storico dove operano
38 dipendenti guidati dal lavoro e dalla passione del loro principale. Qui si può assistere
alla trasformazione delle materie, sia metalliche che lignee, sino al raggiungimento
dell’oggetto. Questo processo è importante
perchè esclude passaggi commerciali
L’OBIETTIVO È SEMPRE STATO
QUELLO DELLA QUALITÀ.
NON SOLO PER I MANUFATTI,
MA ANCHE E SOPRATTUTTO
PER IL PROCESSO CHE LI PRODUCE
rischiosi dal punto di vista qualitativo e incidenti sul costo del materiale finito.
La Mariani Spa è un’impresa specializzata nell’arredo per istituti scolastici di ogni
ordine e grado ma anche nell’arredo tecnico
per laboratori chimici – fisici e scientifici,
per uffici e per auditorium.
La forza Mariani è rappresentata da
personale qualificato e da un’equipe di
tecnici impegnati costantemente nello studio
e nella progettazione di arredi tecnologicamente evoluti.
L’azienda è in grado di offrire un ampio
33
MARIANI S.P.A.
DIREZIONE AMMINISTRATIVA E COMMERCIALE: PIAZZA DE GASPERI 32 - SARONNO (VARESE)
SEDE PRODUTTIVA: VIA TRECCANI 2, CARPENEDOLO (BRESCIA)
CONTATTI: T. 030 9965429 F. 030 969084 WWW.MARIANISPA.COM
01
THE
PROJECT
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LA FILOSOFIA AZIENDALE È DI TIPO CUSTOMER ORIENTED,
VOLTA AD INDIVIDUARE ATTRAVERSO UNA CONSULENZA
MIRATA LE SOLUZIONI D’ARREDO PIÙ OPPORTUNE
ventaglio di servizi totalmente personalizzabili. La filosofia aziendale è di tipo
Customer Oriented, volta ad individuare
attraverso una consulenza mirata, le
soluzioni d’arredo più opportune. I tecnici
della Mariani Spa sono in grado di affrontare e risolvere qualunque problema relativo
alla progettazione ed alla gestione di un
arredamento, dalle fasi iniziali di studio
di massima e di offerta preliminare, alla
stesura di elaborati esecutivi.
I prodotti Mariani sono periodicamente
testati presso Laboratori accreditati per
garantire la rispondenza ai requisiti fisico,
meccanici e tossicologici dettati dalle Normative di riferimento.
Le certificazioni conseguite dalla
Mariani Spa testimoniano inoltre l’impegno
dell’azienda a realizzare prodotti, fin dalle
fasi iniziali di progettazione, con una sensibilizzazione verso la riduzione dell’impiego
di risorse naturali, il consumo energetico,
la produzione di rifiuti e delle emissioni,
l’impiego di fonti energetiche rinnovabili.
Tutti i componenti legnosi sono certificati e provengono da foreste e/o piantagioni
gestite nel rispetto dei criteri di Buona
Gestione Forestale definiti dal Forest Stewardship Council (FSC). I fornitori vengono
selezionati valutando la qualità delle materie prime ed il rispetto dei requisiti ambientali, sociali ed etici, al fine di garantire una
catena produttiva altamente qualificata.
ECODESIGN & ECOINNOVAZIONE
La sensibilità per l’ambiente dell’azienda MARIANI S.p.A emerge dalla collaborazione prestata alla
tesi di master di primo livello in Ecodesign & Ecoinnovazione dal titolo “Sviluppo di un percorso di
eco-innovazione nel settore legno-arredo”, svolta presso l’ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie,
l’Energia e l’Ambiente), sede di Bologna, Dipartimento Ambiente, Cambiamenti Globali e Sviluppo Sostenibile, da Paola Sposato con la collaborazione dell’Ing. Paolo
Masoni, della dott.ssa Alessandra Zamagni e della Dott.ssa Caterina Rinaldi. La tesi ha previsto l’analisi degli strumenti, servizi ed informazioni per l’ecoinnovazione
promossi da ENEA e la realizzazione di un caso studio relativo all’Analisi del Ciclo di Vita di un banco scolastico prodotto dall’azienda MARIANI S.p.A.
I dati raccolti presso l’azienda e i suoi fornitori sono stati utilizzati per implementare una banca dati specifica per il settore legnoarredo e per effettuare con il software
“eVerdEE” l’ Analisi del Ciclo di Vita del banco scolastico oggetto di studio. L’obiettivo è l’analisi degli aspetti ambientali significativi finalizzati all’ottenimento di una certificazione ambientale e la riprogettazione volta al miglioramento delle prestazioni ambientali del prodotto.
UNA BANCA DATI SPECIFICA
PER IL SETTORE LEGNOARREDO
35
LA SCALA DEL MODELLO MODEL
ARCHITETTONICO#1
36
I MODELLI D’ARCHITETTURA RAPPRESENTANO UNA SORTA DI PONTE TRA
L’IDEA PROGETTUALE E LA SUA REALIZZAZIONE. ESSI FACILITANO UNA PERCEZIONE SENSORIALE DELLO SPAZIO,
DELLE SUPERFICI E DEI PRINCIPI BASE
DI PLASTICITÀ DEL DESIGN.
L’intento di questo corso di modelmaking è di illustrare come idee e progetti possano essere tradotti in modelli;
offrendo spunti di base come la scelta
della scala appropriata, dei materiali e
le capacità tecniche necessarie per realizzare plastici sia manualmente che con
l’ausilio di macchinari.
Partendo dal presupposto che l’architettura è l’arte di creare e definire spazi,
strutturando ed assegnando funzioni in
un’unica composizione, si può dire che lo
scopo del processo di disegno è la soluzione di un problema progettuale.
L’iter che conduce dagli schizzi iniziali all’oggetto finito è accompagnato
dall’utilizzo di tre strumenti indispensabili: il bozzetto, il disegno al computer ed
il modello.
Mentre il bozzetto è in grado di esprimere idee velocemente e rappresenta lo
spazio in sole due dimensioni; il plastico,
attraverso la combinazione dei suoi elementi tettonici- linee, masse e superfici- traduce direttamente la nostra visione
spaziale in una realtà tridimensionale oltre che tangibile.
Il suo grande vantaggio è infatti quello di creare una sensazione tattile che
nessun computer è in grado di fornire.
I nuovi media sono spesso usati per
riprodurre i disegni: le immagini 3d, i
renderings, permettono una visione abbastanza realistica, ma comunque differente da quella del modello, che invece
rappresenta una astrazione della realtà.
Con il render ho una visione passiva e
limitata nella memoria poiché non riesce
a percepire il volume per intero.
Con il filmato la percezione è preimpostata, le immagini ed i punti di vista
vengono decisi a priori; nel plastico invece
io sono il regista di me stesso e posso così
passare a mio piacimento dal generale al
particolare, dall’interno all’esterno.
Progetti e modelli architettonici sono
“I MODELLI ARCHITETTONICI SINTETIZZANO
L’ I D E A C O S T R U T T I V A D I U N E D I F I C I O , C R E A N O
U N ’ I M P R E S S I O N E D I S PA Z I A L I TÀ D I I N T E R N I
ED ESTERNI. ”
quindi i mezzi di raffigurazione di spazio
ed edifici, gli uni in maniera bidimensionale, gli altri tridimensionalmente.
Una volta che disegni e dettagli sono
stati ultimati arriva il momento di confrontare l’oggetto con lo spazio. Anche se
rimane pur vero che solo una costruzione finita è in grado di comunicare la giusta sensazione spaziale, con i plastici si
può ottenere una valida anticipazione in
quanto rappresentazione astratta e miniaturizzata della realtà.
In questo caso astrazione significa
focalizzare l’attenzione sulle informazioni che si desidera trasmettere e sull’ambientazione spaziale.
Non si tratta di una accurato ritratto
della realtà, ma di un sistema di semplificazione che guidi l’occhio verso le caratteristiche che si è scelto di evidenziare.
A tal punto è fondamentale scegliere
la forma di astrazione più consona al fattore di scala prestabilito.
Questo concetto può essere spiegato
mediante l’esempio delle finestre: in una
scala 1:200, una finestra è solitamente
rappresentata come una semplice apertura ritagliata nel prospetto. Ad 1:50, una
bucatura è invece molto più particolareggiata in quanto vengono riprodotte sia la
cornice della finestra che il vetro, reso
utilizzando una superficie trasparente.
Un altro esempio può essere il rivestimento delle facciate che in una scala
molto ridotta non potrà essere minuzioso, mentre in plastici più grandi viene simulato molto più realisticamente usando
textures appropriate.
I fattori di scala maggiormente usati
sono:
1:2000, 1:1000, 1:500, 1:200, 1:100,
1:50, 1:20.
In generale, è la funzione del plastico a determinare la scala e la scelta dei
materiali, da cui derivano la tecnica costruttiva e la visualizzazione dei dettagli;
permettendo così di distinguere tre principali tipi di modelli:
“ I L P L A S T I C O H A U N G R A N D E VA LO R E C O M U N I C AT I V O
E P E R S U A S I V O : A I U TA I D E S I G N E R S A D I M O S T R A R E L A Q U A L I TÀ
D E L L E LO R O I D E E , A S V I LU P PA R E U N A C O M P R E N S I O N E
S P A Z I A L E , D E L L’ E S T E T I C A E D E I M A T E R I A L I . ”
1.
3.
2. MODELLO ARCHITETTONICO - CONCETTUALE PUÒ ANCHE NON AVERE UNA SCALA CONCRETA.
SERVE A SIMBOLEGGIARE L’IDEA PROGETTUALE,
PUÒ ESSERE DEFINITO COME UN PITTOGRAMMA SPAZIALE. UTILIZZA MATERIE PARTICOLARI
PER LUCENTEZZA, TEXTURE E COLORE ALLO
SCOPO DI ASTRARRE LA CARATTERISTICA CHE
CONTRADDISTINGUE IL PROGETTO. LA BASE,
IL TERRENO, DEVE ESSERE RAPPRESENTATA
SEMPLICEMENTE, COME UN LIVELLO O UNA
SUPERFICIE INCLINATA.
DA UN SENSO DI FINITEZZA.
3. MODELLO REALISTICO - DI PRESENTAZIONE
- DETTAGLIATO E CON UN GRADO DI PERFEZIONE MOLTO ELEVATO. E’ ESPRESSIONE DI UN
PROGETTO RISOLTO E SI AVVALE DI MATERIALI
DI PREGIO ELEGANTEMENTE ACCOSTATI PER
POROSITÀ, COLORE, TRASPARENZA… PARTICOLAREGGIATO IN TERMINI TOPOGRAFICI, DI VIABILITÀ, ARREDO URBANO, SPAZI VERDI, ALBERI,
ACQUA, SIA ESISTENTI CHE PIANIFICATI. QUESTI
PLASTICI SONO GENERALMENTE COSTRUITI
NELLE SCALE PIÙ GRANDI PER RENDERE I
MATERIALI, LE SUPERFICI DI COPERTURA, LE
PAVIMENTAZIONI, I SERRAMENTI, E MOLTI DEI
PARTICOLARI COSTRUTTIVI.
E’ OPPORTUNO SOTTOLINEARE CHE NEL
MODELLO IL FATTORE DI SCALA È ANCHE
PERCEPITO TRAMITE L’EQUILIBRIO FRA CROMIA
E SEGNO GRAFICO- COLORE, PROPORZIONI DEI
TAGLI ED INCISIONI.
TUTTO DEVE ESSERE CALIBRATO E VIVERE
CON LA STESSA INTENSITÀ.
LA SENSAZIONE RICERCATA DEVE ESSERE
MANTENUTA E TRADOTTA IN SCALA.
SE CI TROVIAMO DI FRONTE AD UN PROGETTO
CHE NELLA REALTÀ HA MOLTO PESO, UN
SOLIDO IMPONENTE, OCCORRE USARE UN
MATERIALE CHE RESTITUISCA TALE
IMPRESSIONE, COME LA PIETRA O IL METALLO.
CIÒ VALE ANCHE PER LE FORME LEGGERE.
AD ESEMPIO, RENDERE TRAMITE I MATERIALI
LA LUCENTEZZA, LA PERCEZIONE DELLA LUCE,
CHE SI AVVICINI IL PIÙ POSSIBILE A QUELLA
REALE.
QUANDO NON SI PUÒ INTERVENIRE MATERICAMENTE, SI RICORRE ALL’AIUTO DI COLORI E
VERNICI RIFLETTENTI IN GRADO SI SIMULARE
L’IDEA DI LEGGEREZZA. ANCHE LA LINEA PUÒ
ALLEGGERIRE O APPESANTIRE, IL PLASTICO
INFATTI APPARE COME UN DISEGNO GRAFICO
NEL QUALE SI INTERVIENE CON LA LINEA ED
IL COLORE.
2.
LA SCALA DEL MODELLO
ARCHITETTONICO#1 MODEL
1. MODELLO USO STUDIO - IN FIERI, CHE
ASSECONDA I CAMBIAMENTI DEL PROGETTO.
IMPIEGA MATERIALI POVERI, FACILMENTE
LAVORABILI E MODIFICABILI. DEPERIBILE.
37
38
TECHNO
TECHNO
GIULIANO VENTURELLI
Uno dei requisiti sempre più richiesto agli edifici di nuova generazione è
sicuramente la trasparenza, concepita non solo come tratto caratteristico
dell’opera architettonica ma anche
come finalità per il maggiore apporto di
luce naturale.
Questo trend ha portato alla progettazione di edifici dotati di superfici vetrate sempre maggiori, per divenire in
alcuni casi completamente vetrati, ma
ha anche evidenziato come per il raggiungimento di buoni livelli di comfort
e benessere sia necessario ricorrere
a sistemi di schermatura e controllo solare al fine di evitare fenomeni di
surriscaldamento per irraggiamento o
abbagliamento.
Le possibilità riguardo ai diversi sistemi da adottare sono notevoli e
ciascuna di queste può contribuire a
migliorare le prestazioni energetiche e
fisico-tecniche dell’edificio in maniera
differente.
I sistemi di schermatura possono essere classificati in fissi o mobili,
esterni o interni.
La principale differenza tra scherma-
ture esterne ed interne sta nel fatto che
il posizionamento esterno permette una
azione di scudo termico che protegge
la superficie vetrata dall’irraggiamento
con la conseguente riduzione della trasmissione di calore all’interno, mentre
il posizionamento interno della schermatura consente soprattutto l’azione di
controllo della trasmissione luminosa,
attenuando le azioni dovute all’irraggiamento solare diretto ed evitando fenomeni di abbagliamento particolarmente
fastidiosi nei luoghi di lavoro.
Le schermature vengono poi distinte in fisse o mobili.
Le schermature fisse vengono posizionate generalmente all’esterno
dell’edificio e possono essere integrate
nella struttura stessa (per esempio balconi, aggetti, portici) oppure possono
essere elementi non strutturali come
pale frangisole o schermi metallici (integrati o meno nel sistema di facciata).
Gli stessi elementi non strutturali
quando possono essere movimentati
variando posizione o assetto vengono
definiti schermature mobili.
Il grande vantaggio offerto dai si-
stemi di schermatura mobili è quello
di massimizzare l’efficacia dell’azione
schermante in funzione di parametri
quali l’orientamento dell’edificio, le diverse stagioni dell’anno, le diverse ore
del giorno, le condizioni climatiche,
rendendo così estremamente flessibile
e modulabile l’apporto di luce e di calore, con notevoli contributi in termini di
risparmio energetico.
Naturalmente la scelta dei sistemi
schermanti da adottare non può essere casuale, ma deve essere oggetto di
attenta valutazione, tanto è vero che il
contributo apportato dagli elementi di
I SISTEMI DI
SCHERMATURA
POSSONO ESSERE
CLASSIFICATI
IN FISSI O
MOBILI, ESTERNI
O INTERNI.
LE SCHERMATURE SOLARI
L A S C E LTA
DEI SISTEMI
SCHERMANTI
DA ADOTTARE
NON PUÒ ESSERE
CASUALE,
MA DEVE
ESSERE OGGETTO
DI ATTENTA
VALUTAZIONE
39
40
TECHNO
TECHNO
protezione , insieme alla composizione
della vetrazione, deve essere attentamente considerato in fase di progettazione e nel dimensionamento degli
impianti.
In particolare devono essere perfettamente conosciuti oltre a tutti i parametri
geografici (latitudine, longitudine, orientamento dell’edificio, posizionamento
geografico) e microambientali (tipo di
clima, presenza di vegetazione, presenza di altri edifici), tutte le caratteristiche
dell’involucro , sia delle parti opache
che trasparenti. Parametri come la trasmittanza, la trasmissione luminosa, la
riflessione luminosa ed il fattore solare
sono infatti determinanti per la scelta
del tipo di schermatura da impiegare,
ma anche per verificare il comportamento energetico del sistema involucro
(facciata+schermatura) e i conseguenti
consumi.
Il controllo energetico viene dunque
affidato all’involucro che viene pertanto ad essere un elemento sempre più
complesso ed articolato, dotato di diversi
strati funzionali pensati per poter lavorare in serie e non solo autonomamente,
creando così un vero e proprio “sandwich
tecnologico”.
Ciascuno strato, o elemento, viene
ad essere pensato e realizzato per poter
assolvere un preciso compito all’interno
del “sistema involucro” contribuendo a
rendere efficace l’azione di protezione e
controllo sia dagli agenti esterni che da
quelli interni.
In particolare il concetto di suddivisione per strati o elementi non è del tutto
originale, ne tantomeno prerogativa degli
involucri di nuova generazione, ma trova
spesso applicazioni in natura. Si pensi
per esempio alle diverse funzioni assolte
dai vari strati che compongono la pelle
umana (epidermide, derma e ipoderma)
a cui addirittura può essere applicato un
ulteriore strato superficiale (per esempio
di crema per protezione solare con specifiche caratteristiche) o, ancora, ai diversi
compiti complementari che vengono assolti nel “meccanismo occhio” da ciascuno dei seguenti elementi: retina, pupilla,
palpebra, ciglia, sopracciglia, arcata sopraccigliare e occhiali da sole.
Parallelamente,il controllo solare
può essere affidato anziché ad un unico
elemento ad un insieme di elementi che
possono agire sia autonomamente che
in sincronia, consentendo di raggiungere
contemporaneamente elevate prestazioni in termini di contenimento energetico
, di controllo luminoso, di comfort e di
benessere.
Da quanto abbiamo detto si capisce
come il ruolo del sistema di protezione
solare possa essere demandato ad elementi esterni e/o interni, fissi o mobili,
che possono, o meno, essere integrati o
applicati al sistema di facciata.
Questo compito inoltre risulta essere
molto articolato visto che sono molteplici
le funzioni di volta in volta richieste alle
schermature solari:
-controllo dell’illuminazione naturale
-ombreggiamento
-oscuramento
-protezione dall’irraggiamento
-contenimento energetico
-comfort ambientale;
Oltre a queste prestazioni poi, i sistemi di protezione devono soddisfare altri
requisiti:
-architettonici ed estetici
-resistenza meccanica alle azioni
esterne (neve, vento, azioni sismiche
oltre al peso proprio ed alle dilatazioni
termiche)
-possibilità di pulizia e manutenzione
-facilità di movimentazione (per
schermature mobili)
-facilità di montaggio e fissaggio (ma
anche di smontaggio)
Nella scelta dei sistemi di schermatura solare vi sono dunque diversi
aspetti da valutare, senza dimenticare
di porre particolare attenzione ai
sistemi di fissaggio dei sistemi schermanti alla struttura e agli eventuali
sistemi di movimentazione (manuali o
automatici).
Anche l’ombra deve diventare pertanto materia da maneggiare e con cui
progettare, arrivando a proporre una
vera e propria architettura dell’ombra.
Allora come non concludere con una
frase da “Libro d’ombra” di Junichiro
Tanizaki: “ costretti a vivere dentro vani
caliginosi, i nostri antenati scoprirono
la beltà nel seno stesso dell’ombra e,
a poco a poco, impararono a usarla per
fini estetici”.
LE SCHERMATURE SOLARI
DEVONO ESSERE PERFETTAMENTE CONOSCIUTI
O LT R E A T U T T I I PA R A M E T R I G E O G R A F I C I
E MICRO AMBIENTALI ANCHE TUTTE
L E C A R A T T E R I S T I C H E D E L L’ I N V O L U C R O
41
(Superfici in Cemento e Resine)
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IL CONTRIBUTO DELLE SCHERMATURE
SOLARI NEL RISPARMIO ENERGETICO
43
02
THE
PROJECT
APOSTOLI
DANIELE
GIULIANO VENTURELLI
Quali sono i principali fattori che condizionano nella scelta dei sistemi per la schermatura
solare il progettista? Inoltre, come possono
contribuire questi diversi sistemi nel contenimento del consumo energetico dell’edificio?
Queste sono solo due delle numerose
domande a cui bisogna dare risposta nella progettazione di un edificio, ma soprattutto nella
valutazione delle prestazioni che l’involucro
dell’edificio stesso deve raggiungere.
Inoltre va sottolineato che negli uffici, nei
luoghi pubblici, e non ultimo a casa nostra, le
soluzioni di schermatura devono rispondere a
numerosi requisiti, molti dei quali stabiliti da
normative.
Proprio per questo motivo non è sufficiente
che le schermature proteggano dalla luce del
sole, ma devono anche fornire un contributo
energetico ed al contempo permettere di regolare il flusso luminoso.
Ciò è particolarmente importante nei luoghi
e dall’altra per aumentare il comfort degli
ambienti di lavoro e quindi la produttività.
In fase di progetto dovranno essere pertanto
presi in considerazione diversi fattori:
- protezione solare
- estetica
- durevolezza
- ergonomia
- manutenzione
- proprietà ignifughe
Accanto a questi un altro aspetto importante
da considerare è il fatto che i sistemi di protezione e schermatura solare costituiscono una
parte rilevante dell’architettura della facciata,
contribuendo ad influenzare e condizionare la
prestazione energetica globale dell’edificio.
Risulta chiaro a questo punto come la scelta
di questi sistemi non possa avvenire in modo
casuale o arbitrario, ma come debba essere
oggetto di attenta valutazione, infatti la scelta è
condizionata principalmente dal punto cardinale
02
THE
PROJECT
NON È SUFFICIENTE CHE LE SCHERMATURE
PROTEGGANO DALLA LUCE DEL SOLE, MA DEVONO
ANCHE FORNIRE UN CONTRIBUTO ENERGETICO
44
in cui le persone lavorano al terminale di un
computer (VDU, Video Display Unit, videoterminali), per i quali sono richiesti nuovi standard di
progettazione architettonica e nuove norme a
tutela della salute dei lavoratori da una parte,
in cui si trova la facciata da schermare, a cui
vanno aggiunti i parametri geografici e microambientali, ma anche la destinazione d’uso
degli ambienti da schermare.
L’analisi di tutti questi fattori, può essere può
DALLE VENEZIANE ALLE «TENDE TECNICHE»
Apostoli Daniele S.r.l nasce nel 1959 come fabbrica di tende alla veneziana. A questa produzione si
sono affiancate nel corso degli anni le tende verticali, a rullo, le plissé, le tende da sole e le chiusure industriali (porte rapide). I processi di lavorazione seguono le più moderne logiche di industrializzazione
con il giusto mix artigianale che consente di ottenere risultati di alta qualità modulati sulle richieste dei
clienti, che ricevono prodotti realizzati su misura, dall’elevato contenuto tecnologico e controllati con la
massima precisione. L’esperienza e la cura dei particolari collocano Apostoli tra le più qualificate e prestigiose realtà del settore. La luce e la sua diffusione sono elementi fondamentali nella pianificazione
dell’arredamento d’interni. Protezione dal sole, comfort e necessità di illuminazione personalizzate: le
tende tecniche rispondono a tutte queste esigenze con una varietà di prodotti modulata per adeguarsi
alle diverse esigenze e stili architettonici e d’arredamento interno.
La collaborazione con Hunter Douglas, proprietaria del marchio Luxaflex®, consente di fornire
questa gamma di soluzioni con la garanzia di qualità assicurata dall’utilizzo di macchinari e procedimenti progettati e stabiliti appositamente da una delle società leader nel mondo in questo settore.
45
02
THE
PROJECT
APOSTOLI DANIELE S.R.L.
SEDE LEGALE: VIALE DUCA DEGLI ABRUZZI 167, BRESCIA
SEDE AMMINISTRATIVA E PRODUTTIVA: VIA PALAZZO, MONTIRONE (BS)
CONTATTI: T. 030 2170484 F. 030 2170482 WWW.APOSTOLI.IT
REALIZZAZIONI: VIGILANZA (CON TENDE INTERNE A RULLO CON TESSUTO SCREEN)
02
THE
PROJECT
essere facilitata dall’utilizzo di alcuni software
specifici (capsol, tool-light, eccetera), che
consente di individuare il più efficace sistema
di schermatura che ovviamente può essere
reperito tra i prodotti commerciali (qualora si
tratti di elemento non strutturale) o progettato
ex novo.
Proprio in questa fase può risultare utile
l’apporto di Apostoli Daniele Srl che mediante
la quasi trentennale collaborazione con Hunter
Douglas e l’apporto fornito dall’utilizzo di
specifici programmi di calcolo e simulazione,
è in grado di supportare progettisti, ma anche
clienti privati, nell’individuazione e nella scelta
del più idoneo sistema di schermatura da
adottare.
Grazie al metodo di lavoro adottato è
possibile effettuare un calcolo energetico per
valutare numericamente l’apporto fornito dai
diversi sistemi di schermatura ed individuare il
più efficace.
E’ inoltre possibile analizzare il tipo di sistema, di materiale, di tessuto o di colore adottare
simulando i diversi gradi di illuminazione
naturale all’interno dell’ambiente da schermare
valutando le ripercussioni sul livello di comfort
e benessere per i fruitori.
E’ POSSIBILE EFFETTUARE UN CALCOLO ENERGETICO PER
VALUTARE NUMERICAMENTE L’APPORTO FORNITO DAI DIVERSI SISTEMI
DI SCHERMATURA ED INDIVIDUARE IL PIÙ EFFICACE
Nella scelta tra i possibili sistemi presenti a
catalogo dovranno essere valutati già in fase di
progetto i seguenti punti:
- orientamento dell’edificio
- fattori geografici
- fattori microclimatici
- tipo di schermatura (fissa o mobile)
- sistema di protezione (pale frangisole,
tende a rullo, tende alla veneziana, elementi
scorrevoli,pannelli a folder, griglia metallica,
vegetale, eccetera)
- materiale da adottare per il sistema di
schermatura
- dimensioni massime raggiungibili (per
determinare le luci massime, le superfici ed il
numero di elementi)
46
- posizionamento (interno o esterno)
- sistema di fissaggio (alla facciata o alla
struttura) azioni e carichi agenti sulla schermatura.
Vista l’ampia possibilità di scelta, una volta
individuato il sistema da adottare vi saranno
diverse problematiche specifiche e particolari
dettagli da approfondire e valutare che possono
condizionare la scelta stessa.
Nel caso specifico per esempio di tende
a rullo diversi possono essere i tessuti da
adottare:
cotone
cotone resinato
cotone accoppiato con Pvc
poliestere
tessuto metalizzato
screen (pesante, leggero, con Pvc)
fibra di vetro rivestita in Pvc
i quali sono caratterizzati da diverse prestazioni energetiche e a loro volta possono essere
suddivisi in attenuanti, oscuranti o filtranti.
La scelta dei tessuti da adottare di volta in
volta è inoltre condizionata da diversi fattori
quali:
- fattori estetici
(colore, materiale, dimensioni,)
- impiego esterno o interno
- resistenza meccanica (trazione)
- peso (fondamentale la sua conoscenza per
stabilire i sistemi di supporto e movimentazione)
- altezza massima del tessuto (quindi eventuali giunzioni)
- classe di resistenza al fuoco
- sistema di fissaggio e movimentazione
Il contributo in termini di contenimento energetico da parte delle schermature solari per
risultare efficace ed efficiente non può dunque
essere solo frutto di considerazioni di carattere
estetico, ma anche e soprattutto di carattere
prestazionale.
Form follows Energy!
47
03
THE
I.I.S. DON MILANI
PROJECT
A MONTICHIARI ECOSOSTENIBILE
ECOSOSTENIBILE
I.I.S. DON MILANI
A MONTICHIARI
48
CARLO LAZZARONI
CONTESTO
Complessivamente l’edificio si sviluppa su tre piani ed accoglie 20 aule
e 10 laboratori, di cui quello per l’officina meccanica di 350 mq per 3,50 m
di altezza oltre agli spazi per servizi e
connettivo per complessivi 3.600 mq di
superficie utile.
Particolare attenzione è stata data
all’analisi del clima locale, all’utilizzo
di una forma compatta, ad un efficace
isolamento, ad un uso passivo ed attivo dell’energia solare, al geotermico,
all’utilizzo di serramenti e soluzioni
impiantistiche ad alto rendimento. Dal
punto di vista formale si è cercato di
dare grande importanza all’aspetto
della comunicazione con l’esterno sia
mediante la trasparenza verso il lato
stradale, ottenuta con l’utilizzo di ampie vetrate schermate con pale frangisole, che attraverso la riconoscibilità
dell’edificio stesso.
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
Dal punto di vista compositivo,
il progetto si confronta con il tema
dell’ampliamento di un edificio scolastico esistente, in questo caso rappresentato da un edificio di quattro piani,
con prospetto lineare ,allungato. L’area
di sedime era originariamente occupata da un campo di calcio in terra.
Sulla scorta di uno studio di fattibilità
è emersa quale soluzione più efficace
sotto il profilo della funzionalità complessiva, quella di concentrare nel nuovo ampliamento solo aule didattiche e
laboratori, mantenendo nel corpo esistente la parte amministrativa.
Si è quindi pensato un corpo distinto ma con lo stesso allineamento
dell’esistente in modo che pur differenziandosi, ne venga comunque recupe-
DAL PUNTO DI VISTA FORMALE
SI È CERCATO DI DARE GRANDE
IMPORTANZA ALL’ASPETTO
DELLA COMUNICAZIONE CON
L’ESTERNO SIA MEDIANTE LA
TRASPARENZA VERSO IL LATO
STRADALE, OTTENUTA CON
L’UTILIZZO DI AMPIE VETRATE
SCHERMATE CON PALE
FRANGISOLE, CHE ATTRAVERSO
LA RICONOSCIBILITÀ
DELL’EDIFICIO STESSO.
rata la funzione tramite la definizione
di una corte.
Così i prospetti, mentre quello a
Est è particolarmente innovativo,quello
a Ovest,verso l’esistente è di impronta
più tradizionale.
Il rapporto con l’esistente è ulteriormente rafforzato dall’allineamento
del nuovo porticato di ingresso che è in
prosecuzione di quello esistente.
Un elemento caratterizzante l’intervento è l’atrio a tutta altezza, su cui
si affacciano i ballatoi.
Delimitato da una facciata continua
trasparente alta 11 metri, rivolta ad
Est, dotata di vetrazioni basso emissive.
Questo fronte è segnato dalla presenza
di colonne in acciaio culminanti in sommità con appoggio su forcelle “ a forma
di mano”.
SOSTENIBILITA’ ED
EFFICIENZA ENERGETICA
L’importanza del fronte Est è ulteriormente rafforzata dalla presenza del
vuoto creato all’esterno da una struttura frangisole, montata su elementi portanti curvi a forma di “boma”, portanti
pale a sezione ellissoidale e forata.
Anche qui come all’interno dell’atrio, si
sono ricavati spazi che consentono e fa-
LA COPERTURA METALLICA
È CURVA E CON AMPI SPORTI
CHE FAVORISCONO
OMBREGGIAMENTI E TURBOLENZE
E QUINDI UNA VENTILAZIONE
DELLA SUPERFICIE SOTTOSTANTE
ECOSOSTENIBILE
I.I.S. DON MILANI
A MONTICHIARI
DI BRESCIA; ARCH. ING. GIULIANO VENTURELLI - BRESCIA.
STRUTTURE E SICUREZZA: ARCH.ING. GIULIANO VENTURELLI - BRESCIA
IMPIANTI: ING.GIOVANNI ZILETTI - BRESCIA
SCULTORE: STEFANO BOMBARDIERI - BRESCIA
DIRETTORE DEI LAVORI: ING. CARLO LAZZARONI - ASS. EDILIZIA SCOLASTICA
DELLA PROVINCIA DI BRESCIA; UBALDO COPETA - ASS. EDILIZIA SCOLASTICA
DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
UBICAZIONE: VIA BRESCIA, MONTICHIARI (BS)
COMMITTENTE: PROVINCIA DI BRESCIA
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: ARCH. DANIELA MASSARELLI
ASS. EDILIZIA SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
PROGETTO ARCHITETTONICO: ING. CARLO LAZZARONI - ASS. EDILIZIA SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI BRESCIA; ARCH. DANIELE BILIOS - ASS. EDILIZIA SCOLASTICA DELLA PROVINCIA
cilitano i contatti sociali, sia spontanei
che organizzati.
La copertura metallica è curva e
con ampi sporti che favoriscono ombreggiamenti e turbolenze e quindi una
ventilazione della superficie sottostante. Una particolarità è data dall’andamento della linea di gronda che è curvilinea, a suggerire l’idea di una forma
naturale, come i margini di una foglia,
analogia sottolineata dalla colorazione
verde scelta per la lamiera. Per risolvere la connesione ai pluviali di scarico
si realizzerà una gronda intermedia in
falda. Le discese dei pluviali verranno
poi mascherate all’interno delle colonne di supporto.
La facciata rivolta a Sud, che ospita
la scala di sicurezza, è ruotata nel piano
ed inclinata rispetto alla verticale per
ottimizzare l’esposizione del serramento dotato di moduli fotovoltaici che sono
integrati nella struttura. Questi hanno
una superficie di circa 80 mq., posizionati su 4 diverse giaciture di pendenza
variabile dai 17° a 87°.
I pannelli saranno in grado di produrre 9 KWp, corrispondenti a 8.800
kWh/anno di energia elettrica, ovvero
di evitare l’emissione di 46.000 N/anno
di CO2 (l’impianto è stato recentemente
ammesso agli incentivi del “conto energia” del Grtn). Le vetrature nella parte
bassa ed alta, meno efficaci dal punto
di vista energetico, sono tradizionali ma
caratterizzate dall’utilizzo di intercalari
colorati.
L’impianto di riscaldamento è parzialmente alimentato da una pompa
di calore che preleva l’energia geotermica dal sottosuolo mediante uno
scambiatore di calore costituito da un
serpentino in polietilene (diam 32mm,
passo 200mm) posato sotto il piano di
fondazione della parte Nord dell’edificio.Il rendimento del sistema è elevato
49
Mutui
Per le condizioni e ogni altra informazione si rinvia ai fogli informativi analitici disponibili presso i locali della Banca
Concerto
Mutui ben orchestrati
secondo i vostri desideri
CLASSICO
ALLEGRO
Il mutuo più collaudato,
Il mutuo a tasso variabile
adesso ancora più vantaggioso che prevede la restituzione
a tasso fisso o variabile
del capitale in modo flessibile
RITORNELLO
Il mutuo con rata fissa
e i vantaggi del variabile
RONDÒ
il mutuo che riduce i tassi
con una buona copertura
assicurativa
CRESCENDO
Il mutuo ideale per i giovani
che costruiscono il loro futuro
Tutta un’altra musica
Sede Legale: VESTONE - via Molino, 4
Direzione Generale: BRESCIA - via XXV Aprile, 8 - tel. 030 3723.1 fax 030 3723.430 - www.lavalsabbina.it [email protected]
QUALITA’ DELL’AMBIENTE ESTERNO
ORIENTAMENTO DELL’EDIFICIO CHE FAVORISCE IL COMFORT INTERNO
E UN MAGGIOR RISPARMIO ENERGETICO: PROTEZIONE DAI VENTI DOMINANTI TRAMITE L’ORIENTAMENTO E LE STRUTTURE FRANGISOLE.
QUALITA’ DELL’AMBIENTE INTERNO
PROMOZIONE DELLA VENTILAZIONE E DELL’ILLUMINAZIONE NATURALE, COMFORT TERMO-ACUSTICO: PROGETTO DEL COLORE DEGLI AMBIENTI REALIZZATO MEDIANTE L’UTILIZZO DI MATERIALI ECOLOGICI.
MATERIALI
PARETI ESTERNE: SISTEMA COSTRUTTIVO IN MURATURA CON LATERIZI PORIZZATI: U= 0,29 W/MQ K;
COPERTURA: STRUTTURA IN LAMIERA DI ALLUMINIO PREVERNICIATA:
U= 0,24 W/MQ K
SUPERFICI TRASPARENTI: SERRAMENTI IN ALLUMINIO A TAGLIO TERMICO CON VETRI A BASSO EMISSIVO: U= 1,60 W/MQ K.
IMPIANTI
IMPIANTO FOTOVOLTAICO (CON POTENZA PARI A 8,5 KWP IMPIANTO
GEOTERMICO (CON SCAMBIATORE TERRA/ACQUA IN SERPENTINE DI
POLIETILENE E CON SCAMBIATORE TERRA/ACQUA IN CANALI DI POLIPROPILENE), CENTRALINA MINI IDROELETTRICA (CON POTENZA PARI
A 7 KW); IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE A BASSA TEMPERATURA A PAVIMENTO; IMPIANTI DI RECUPERO DELLE ACQUE PIOVANE PER L’IRRIGAZIONE DELLE AREE VERDI.
CONSUMO ENERGETICO
PER RISCALDAMENTO 34 KWH/MQ ANNO.
ECOSOSTENIBILE
UN ELEMENTO
CARATTERIZZANTE
L’INTERVENTO È L’ATRIO
A TUTTA ALTEZZA,
SU CUI SI AFFACCIANO
I BALLATOI
I.I.S. DON MILANI
A MONTICHIARI
(COP=4,5). L’energia recuperabile può essere
stimata in 32.500 kEh/anno.
Sotto la parte sud dell’edificio è invece
prevista la posa di canalizzazioni d’aria interrate destinate al rinnovo dell’aria dell’atrio a
tutta altezza. Il sistema ha doppia valenza:
nella stagione fredda l’aria esterna si riscalda
al contatto con la superficie dei condotti interrati prima di essere immessa nell’ambiente,
mentre nella stagione calda l’effetto è opposto. Le tubazioni sono in polipropilene( diam.
400 mm, ECOPAL) interrate a livello del piano
di fondazione ed immettono l’aria nell’atrio
attraverso diffusori del tipo a dislocamento.
L’aria esterna è forzata a fluire nei condotti interrati con un ventilatore a velocità
variabile. I condotti sono posati in pendenza
per raccogliere la condensa e permettere un
lavaggio periodico.
L’energia recuperabile è stimata in 8380
kW/anno.
E’ attualmente in fase di definizione un
intervento per sfruttare l’energia idroelettrica del canale artificiale che costeggia l’area
della scuola in prossimità di un mulino abbandonato. Tramite una coclea si è in grado
di produrre 6 kW per una potenza annua complessiva di 52000 Kwh.
Per meglio evidenziare la funzione didattica dell’intervento si disporrà nell’atrio un
pannello sinottico che riporta i vari dati (temperatura, umidità) la produzione in tempo reale dell’energia nei vari apporti (fotovoltaica,
geotermica, idroelettrica), nonché il minor
consumo di CO2 ottenuto.
In conclusione si è ritenuto particolarmente significativo che l’intervento riguardante la costruzione con i requisiti sopraccitati
potesse venire ulteriormente arricchito dalla
presenza di una scultura, realizzata a grandezza naturale in fibra di vetro. Il tema come
detto è quello della sostenibilità ambientale e
l’immagine scelta rappresenta un elefante ed
un bambino che legge. Molti al di là dell’emozione che si prova vedendo un’opera artistica,
sono i significati che ognuno vi può leggere.
E’ la rappresentazione della ricerca, a volte
difficile ma possibile, di dialogo tra uomo e
natura. E’ l’importante dell’educazione nelle
nuove generazione. Il tema della memoria.
Rappresenta anche il punto di incontro tra
due grandi regioni del mondo : il bambino
asiatico e l’elefante tipicamente africano.
51
LIGHT
52
LO S V I LU P P O
È SOSTENIBILE
S E S O D D I S FA
I BISOGNI
DELLE GENERAZIONI
PRESENTI SENZA
COMPROMETTERE
QUELLI DELLE
GENERAZIONI
FUTURE
LUCE E ARCHITETTURA:
LIGHTING FACADE
A CURA DELLA
D.SSA SILVIA ZOGNO
UFF. MARKETING
& COMUNICAZIONE
MARKETING
& COMMUNICATION
DEPARTMENT
SIMES SPA
A N C H E L’ I L L U M I N A Z I O N E D E V E E S S E R E P E N S A T A
S E C O N D O I C R I T E R I D E L L’ E C O - S O S T E N I B I L I T À
tali e un basso livello di inquinamento con il fine ultimo
di dare all’edilizia un nuovo indirizzo rivolto sia al rispetto delle esigenze dell’uomo che al rispetto dell’ambiente. La necessità di costruire in modo ecocompatibile
è stata avvertita in modo preminente negli ultimi anni
soprattutto dalle amministrazioni pubbliche, primo
committente in ogni paese per la realizzazione di nuovi
edifici, riuscendo a svolgere una funzione di “esempio”
per il singolo cittadino che decide di costruire un immobile. E proprio per il bisogno di “educare” i cittadini alla
Sostenibilità, la Pubblica Amministrazione negli ultimi
tempi si è impegnata in progetti di costruzione o riqualificazione di istituti scolastici seguendo i criteri dello
sviluppo sostenibile. È notevolmente aumentata, infatti,
la consapevolezza dell’importanza di investire nell’ecocompatibilità prestando maggiore attenzione alle buone pratiche di sostenibilità che alcune amministrazioni
stanno già cercando di mettere a sistema.
Anche sul territorio bresciano abbiamo numerosi
e chiari esempi di tale orientamento, come l’ampliamento dell’Istituto Superiore “Don Milani” di Montichiari, del quale l’Assessorato all’Edilizia Scolastica della
Provincia di Brescia e un pool di progettisti ed affermati
professionisti hanno curato l’ architettura e le strutture
del complesso scolastico seguendo i principi dell’ecocompatibilità. Dalle coibentazioni alle superfici vetrate,
BASSO CONSUMO,
A LT O R E N D I M E N T O ,
ANNULLAMENTO DI FENOMENI
DI INQUINAMENTO LUMINOSO
E PA R Z I A L I Z Z A Z I O N E
DI ACCENSIONE NELLE ORE
DI NON UTILIZZO SONO
SOLO ALCUNI DEGLI
A C C O R G I M E N T I D A A D OT TA R E
dall’efficace isolamento all’uso di energie rinnovabili
come il fotovoltaico e il geotermico, la filosofia del progetto si è ispirata totalmente ai principi di sostenibilità.
Non poteva quindi mancare in questa best practice un
occhio di riguardo al sistema illuminante, realizzato in
modo da garantire comfort visivo e illuminazione d’accento nel pieno rispetto dei criteri di eco-compatibilità.
Partendo quindi da alcune riflessioni di base relative
alla funzione dell’edificio scolastico, della sua fruizione da parte degli utenti e di conseguenza sugli orari di
utilizzo, si è giunti alla progettazione dell’illuminazione
dell’area esterna dando particolare enfasi alla struttura
architettonica, dei percorsi pedonali, della viabilità e dei
parcheggi.
Perseguendo l’obiettivo dell’illuminazione ecocompatibile l’illuminazione dell’edificio è stata progettata per mantenere nullo il rate di inquinamento luminoso
ed evitando la dispersione della luce verso il cielo con
l’utilizzo di ottiche e riflettori di ottima qualità ingegnerizzati per l’utilizzo di sorgenti a basso consumo e alto
rendimento.
consentissero un’illuminazione diffusa e dal massimo
comfort.
Tutti i calpestabili impiegati nel progetto, scelti in
base alla funzione pubblica dell’edificio, sono in versione
touch, ovvero la temperatura superficiale del vetro non
supera mai i 75° C, come dettato dalla direttiva comunitaria per gli edifici o le zone ad uso pubblico. L’edificio è
illuminato da 108 apparecchi per un totale della potenza
nominale richiesta di circa 1,5 KW. Prevedendo inoltre la
parzializzazione dell’accensione, il consumo energetico
nelle ore notturne si riduce notevolmente.
La medesima attenzione verso la migliore soluzione
di risparmio energetico e rispetto dei parametri di inquinamento luminoso, è stata dedicata alla progettazione
illuminotecnica della palestra I.I.S. Antonietti ad Iseo.
La piattaforma polifunzionale dell’istituto si inserisce in un contesto preesistente stravolgendo i connotati
di un’architettura scolastica legata ad una geometria
tradizionale e di certo personalizzando fortemente un
progetto geotermico dall’importante impatto impiantistico.
LIGHT
La quasi totalità delle sorgenti impiegate nel progetto sono da 20 W agli ioduri metallici con un flusso
luminoso di 1700 Lumen. Un ulteriore risparmio energetico, consigliato anche dalla normativa vigente, è ottenibile con la parzializzazione dell’accensione nelle ore
di non utilizzo.
Sfruttando la superficie dei brisé soleil è stato
possibile giocare con la luce in modo che non vi fossero
effetti di abbagliamento, bensì giochi di riflessione che
LUCE E SOSTENIBILITA’
NEGLI EDIFICI PUBBLICI
Secondo il Rapporto Brundtland “lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti
senza compromettere quelli delle generazioni future”.
In quest’ottica un progetto ecocompatibile, oltre che rispondere alle complesse esigenze dell’utenza, ha l’obbligo di promuovere lo sviluppo sostenibile in relazione
ai tre grandi ambiti di riferimento, ovvero economico,
ambientale e sociale. Ciò significa garantire condizioni
di benessere con un ridotto consumo di risorse ambien-
53
03
I.I.S. DON MILANI
MONTICHIARI
I.I.S. PASCAL
VEROLANUOVA
LICEO GAMBARA
BRESCIA
THE
“SCUOLE PER UN FUTURO
PROJECT PIÙ SOSTENIBILE”
54
PROVINCIA DI B R E S C I A A SS E SS O R ATO A L L A P U B B L I CA I S T
ATTIVITA’ DEL SETTORE PROGETTAZIONE
FABBRICATI E MANUTENZIONE
IMMOBILI SCOLASTICI
Compito istituzionale del Settore Edilizia Scolastica della Provincia di Brescia è
garantire fruibilità e sicurezza negli Istituti
scolastici di grado superiore.
Il patrimonio edilizio di competenza ,
direttamente gestito dal Settore, nelle forme
della proprietà o del comodato, ammonta a
61 plessi tra sedi e succursali.
Oltre a questi immobili vi sono poi
affittanze , gestite dal Servizio Pubblica
Istruzione , ed alcune palestre che coprono
esigenze particolari o provvisorie. La dimensione degli Istituti è molto variabile numericamente e dimensionalmente , passando dai
50 studenti dell’Istituto d’Arte di Gargnano
ai 2.592 del Liceo Socio-psico-pedagogico“
Gambara” di Brescia.
Complessivamente la popolazione scolastica interessata ( anno 2007) è di 44.562
studenti. Le previsioni di intervento inserite
nel Programma triennale OO.PP. 200820010 accolgono, per quanto consentito
dalle risorse disponibili a bilancio, le prime
risultanze del Piano dell’Offerta Formativa
del Secondo Ciclo. L’obbiettivo primario resta la razionalizzazione delle sedi degli istituti. L’intento è quello di realizzare strutture
didattiche in spazi adeguati ed attrezzati , di
“alleggerire” la pressione sul capoluogo dei
flussi di traffico attenuando il fenomeno del
pendolarismo.
Tra gli obbiettivi del Settore, grande
importanza viene riservata al tema della
sostenibilità ambientale e dell’efficienza
energetica degli edifici, che riguardano sia
il patrimonio edilizio esistente che di nuova
costruzione.
Nel primo ambito si collocano iniziative
quali: la sostituzione dei serramenti dotati
di vetri semplici con nuovi serramenti dotati
di vetrature isolanti con vetrocamera ( “Tartaglia” e “ Castelli”);in campo impiantistico
vi sono invece interventi di razionalizzazione
delle centrali termiche con l’introduzione di
nuovi sistemi di regolazione,la gestione de-
LICEO COPERNICO
BRESCIA
I.I.S. ANTONIETTI
ISEO
I.P.S.S.A.R. PUTELLI
DARFO
LICEO FERMI
SALÒ
COMPLESSIVAMENTE
LA POPOLAZIONE
SCOLASTICA
INTERESSATA
( ANNO 2007)
È DI 44.562 STUDENTI
R U Z I ONE FORMAZIONE PROF E SS I O N A L E E D E D I L I Z I A S C O L A S T I CA
DOTT. ING. CARLO LAZZARONI
IL DIRETTORE DEL SETTORE
PROGETTAZIONE FABBRICATI E
MANUTENZIONE IMMOBILI SCOLASTICI
motica dell’illuminazione con sensori di accensione e spegnimento automatico(”Levi”),
la sostituzione di erogatori a basso flusso
delle docce con quelli a basso consumo (
fornitura di circa 400 pezzi a carico di una
Società che poi si occuperà della certificazione del risparmio energetico,recuperando
i titoli di efficienza energetica) .
Oltre a queste iniziative di carattere “
tecnico” ne sono state avviate anche altre di
carattere “culturale” per cercare di agire sui
comportamenti degli utenti.
E’ stato approvato ,con delibera di
Giunta , un Accordo Volontario sul risparmio
energetico che destina parte dei risparmi in
bolletta agli istituti “virtuosi” in tal senso.
Sono state promossi convegni ( e l’installazione dell’”elefante”in P.zza Paolo VI a
Brescia) in cui sono state pubblicizzate le
realizzazioni della Provincia .
Oltre alle tradizionali applicazioni di fotovoltaico (“Castelli”), si stanno realizzando
interventi per il geotermico ( Iseo , Chiari)
ed il minidroelettrico (Montichiari e Salò).
Oltre ai temi più scottanti della sicurezza e della sostenibilità , il Settore è fortemente impegnato nella programmazione
e gestione della complessità di prestazioni
che oggi gli edifici scolastici sono chiamati
ad assicurare. Tra gli altri protezione antisismica , isolamento termico ed acustico,
basso costo energetico, salubrità dell’aria,
adeguamento normativo degli impianti,
sicurezza antincendio, abbattimento delle
barriere architettoniche.
Aspetti resi ancora più delicati dalla volontà di aprire le scuole ad attività formative
e culturali a favore di un’utenza extrascolastica , dando in uso laboratori , palestre
,auditorium,biblioteche.
In conclusione si segnalano alcuni “
primati” a livello nazionale dei prossimi
interventi in tema di edilizia scolastica: la
vasca fitodepurativa della palestra di Iseo
, le fondazioni con smorzatori antisimici
dell’Alberghiero di Gardone Riviera , una
centrale minidroelettrica a coclea all’istituto
di Montichiari.
55
03
THE
“SCUOLE PER UN FUTURO
PROJECT PIÙ SOSTENIBILE”
56
Tra gli interventi in corso si segnalano
l’I.P.S.S.A.R. “Mantegna” di Via Fura a Brescia , l’I.T.C. “ Einaudi” di Chiari, la palestra
dell’I.I.S. “ Antonietti” di Iseo.Questa ha
la struttura portante realizzata con travi
a doppia curvatura in legno lamellare, a
ricordare la carena di una nave.Accanto al
metallo utilizzato per la copertura si è scelto il legno , di larice , per rivestire la parte
bassa della facciata. All’esterno una vasca
fitodepurativa con una sottile lama d’acqua
ha funzioni oltre che estetiche anche antincendio e antivandalismo.Il riscaldamento ,
a pavimento , è alimentato da una pompa
geotermica che sfrutta l’acqua di falda.
Tra gli interventi di prossimo avvio
le nuove sedi dell’I.P.S.A.R. “ De Medici”
di Gardone Riviera e del Liceo artistico “
Olivieri” di Brescia,che sorgerà accanto
TRA GLI OBBIETTIVI DEL SETTORE,
GRANDE IMPORTANZA VIENE
RISERVATA AL TEMA DELLA
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
E DELL’EFFICIENZA ENERGETICA
DEGLI EDIFICI
all’I.T.G. “ Tartaglia”. Interventi significativi
per l’applicazione di tecniche innovative
con richiami alla bioclimatica e alle energie
rinnovabili.In particolare all’Olivieri verranno realizzati sistemi di riscaldamento
geotermici che recuperano il calore dal
terreno, coperture fotovoltaiche integrate
, schermature solari fisse e con parete vegetale, camini di ventilazione ed illuminazione naturale ed un camino eolico a scopo
didattico.E’ inoltre previsto un sistema
duale degli impianti per recuperare l’acqua
piovana.
LICEO GAMBARA
BRESCIA
OLTRE AD INIZIATIVE DI CARATTERE “ TECNICO” NE SONO STATE
AVVIATE ANCHE ALTRE DI CARATTERE “CULTURALE” PER CERCARE
DI AGIRE SUI COMPORTAMENTI DEGLI UTENTI
I.T.C. EINAUDI
CHIARI
I.T.C. TARTAGLIA
BRESCIA
I.I.S. ANTONIETTI - PALESTRA
ISEO
57
CONVERSAZIONE CON CARLO
CLERICI E MASSIMO MININI
ARTE+ARCHITETTURA
L’INCONTRO CON IL COLLEZIONISTA CARLO CLERICI ED IL GA
CHIACCHIERATA SU ARTE E ARCHITETTURA A BRESCIA, TRA
Come inizia la vostra storia, di collezionista e di gallerista?
M.M. Sono già passati 36 anni! Abbiamo iniziato insieme. A quel tempo a Brescia vivevamo una realtà molto dinamica;
c’erano gallerie e c’era collezionismo
diffuso nomi come Acme, Sincron o Minotauro ed anche Cavellini, Maiorana o la
stessa Aab che in via Gramsci ha accolto
mostre importanti come Sironi negli anni
‘50. Con l’arrivo dell’Arte Povera, negli
anni ‘70, c’è stato un vero e proprio taglio,
è cambiato il clima, l’approccio, il mondo!
Ed è cambiato anche lo stare dell’artista
nel mondo.
Non sapevo di questo “nascere insie-
me”, mi pare molto importante...
C.C. A casa dei miei c’erano i quadri dell’ottocento, Dolci, Di Prata. A me
non piacevano e non so dire il perché, a
trent’anni è difficile dare una spiegazione
del perché di certe scelte... A me interessava altro e così mi buttai sull’arte concettuale: le mie prime quattro opere sono
state di Kosuth, Sol Lewitt, Daniel Buren
e Ben Vautier. Artisti che mi vennero presentati da Piero Cavellini che aveva aperto negli stessi mesi con Massimo.
E come è nata la collezione e quindi la
passione per l’arte ambientale?
C.C. La Raccolta dei Campiani nasce
con un incontro, anzi una cena; eravamo
io Cavellini e Claudio Parmiggiani. Mi
affascinò il progetto che aveva in mente
chiamato Clavis “una prima parte di una
scultura che si sarebbe dovuta compiere
in altri luoghi” . Decisi di farlo partire proprio lì, dove stavo costruendo la mia nuova
casa. Fu l’inizio e l’interesse per un collezionismo attivo, che non era solamente
un acquisire opere, ma confrontarsi, parlare con l’artista, decidere insieme il luogo all’interno di un paesaggio, della mia
proprietà.
Oggi abbiamo molti esempi di arte
ambientale in Italia, c’è un interesse diffuso...
M.M. Sì l’arte sperimenta e anticipa
“FU L’INIZIO E L’INTERESSE
PER UN COLLEZIONISMO ATTIVO,
CHE NON ERA SOLAMENTE
UN ACQUISIRE OPERE,
MA CONFRONTARSI, PARLARE
CON L’ARTISTA, DECIDERE
INSIEME IL LUOGO ALL’INTERNO
DI UN PAESAGGIO,
DELLA MIA PROPRIETÀ”
PAOLO MESTRINER
58
DAN GRAHAM, LABYRINT II, 2002
UN’INSTALLAZIONE IMPORTANTE QUESTA CHE
ESTENDE IN SENSO INTERNAZIONALE GLI INTERESSI DELLA COLLEZIONE. MA NON È SOLO IL
“NOME” CHE CONTA. DAN GRAHAM C’ENTRA MOLTO CON QUANTO SI È SVOLTO FIN QUI IN QUESTO
LUOGO. INNANZITUTTO PER LA SUA MATRICE RADICALE. ED ANCHE PER IL CONCETTO DI QUEST’OPERA CHE POTREMMO DEFINIRE “APERTA AL LUOGO”,
A QUALUNQUE LUOGO LA ACCOGLIESSE.
E’ UNA FORMA ARCHITETTONICA, SVILUPPATA DA
UNO SCHEMA CHE L’AUTORE STA PORTANDO AVANTI DA DUE DECENNI, IN CUI MESCOLANZA DI LUOGHI E RUOLI, DI INTERNO ED ESTERNO, CREANO
UN’ESSENZA ALTRA DELLA STRUTTURA STESSA.
NON È UN SEMPLICE ASPETTO DI ILLUSIONISTICA
RIFRAZIONE, È UNA DILATATA CONDIZIONE DELLO
STARE, DEL PERCEPIRE, DELL’OSSERVARE ED INFINE DELL’ABITARE. SEMBRA QUASI UNA NOVELLA
“CLAVIS” CHE INVECE DI DELOCARE IL TEMPO, DELOCA LO SPAZIO.
OPERA DI ANISH KAPOOR
[influenzando] la moda, l’architettura; gli
artisti provocano gli operatori, gli architetti. È vero in Italia abbiamo collezioni
come Gori, Marzona, a Camogli, il Castello di Ama e la Fondazione La Marrana a
Montemarcello. Anche i Medici facevano
così... ci sono esempi anche nel passato,
ad esempio il Parco di Bomarzo.
C.C. I collezionisti di per sé vogliono
lasciare un segno... e l’arte ambientale
aiuta a mettere a disposizione del pubblico le proprie opere...
E Brescia? Cosa possiamo fare nella
nostra città per l’arte contemporanea?
Non vi pare che i cittadini e la città siano
pronti per accogliere “un qualcosa”....?
C.C. Possiamo partire da quello che
c’è senza inseguire quello che non è stato.
M.M. A Brescia ci sono fior di collezionisti, pensiamo alla fotografia e non solo.
C.C. è necessario comunque avere
gli specialisti che gestiscono, che pensano al contenuto prima che al contenitore,
basterebbe una persona che programmi
uno spazio, che progetti un idea di museo,
prima ancora che il museo -o centro di
cultura- inizi a lavorare.
M.M. Sì, è vero, dopo il periodo delle grandi mostre bisognerebbe pensare
“a qualcosa” che si metta a disposizione
dei bresciani. Basta vedere alcuni esempi
come Porticus a Francoforte o Munster. Si
dovrebbe instaurare un dialogo tra politici,
collezionisti e specialisti. Si dovrebbe fare
una specie di Urban Center [tipo quello di
Milano] che si occupi del rapporto tra arte
e architettura. Formare un luogo di incontro dove si possono trovare libri di arte e di
architettura, presentare progetti e iniziative. Forse non c’è bisogno di uno spazio di
grandi dimensioni. Una sorta di infopoint
dove si lanciano iniziative culturali, non
commerciali. C’è una grande attenzione
dei cittadini a queste situazioni. basti vedere le giornate fatte alla Pinacoteca che
miravano ad avvicinare l’arte contemporanea alla storia dell’arte....
ARTE+ARCHITETTURA
LLERISTA MASSIMO MININI DIVENTA L’OCCASIONE PER UNA
RICORDI ED AUSPICI.
URBAN CENTER UN
LUOGO PER LA CITTA’
DAI GIORNALI SAPPIAMO CHE IL CROCIERA E LA EX FORZA E COSTANZA, GIÀ DESTINATE A GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA, SAREBBERO DIROTTATE SU ALTRA FUNZIONE. DESTINATE A DIVENIRE SEDE
DELL’URBAN CENTER. LA DEFINIZIONE È UN PO’ VAGA ED ALTRI CENTRI GIÀ ESISTENTI HANNO VITA GRAMA. IN EFFETTI NON SI CAPISCE
BENE COSA POSSANO PRODURRE E/O DIBATTERE IN QUELLE SEDI.
SOLITAMENTE QUALCHE MOSTRA DI MODELLI, PROGETTI, PIANI REGOLATORI.
LA NOSTRA PROPOSTA È DI UNIRE I DUE MOMENTI, QUELLO DELL’ARTE E DELL’ARCHITETTURA IN MODO CHE DAL COMBINATO DISPOSTO
NASCA UN CONFRONTO INTEGRATO TRA I DUE MOMENTI CHE HANNO MOLTI TRATTI IN COMUNE. SEPARATI, I DUE MONDI, NON DAREBBERO GLI STESSI FRUTTI CHE POTREBBERO FAR NASCERE SE CI
FOSSE INTERAZIONE E COMPLICITÀ. ARTE ED ARCHITETTURA SONO
SEMPRE ANDATE DI PARI PASSO. NON VOGLIAMO RIPROVARCI, VISTO
CHE TANTI RISULTATI SPLENDIDI L’ITALIA HA PRODOTTO NEGLI ULTIMI TREMILA ANNI DI COLLABORAZIONE?
MASSIMO MININI
59
RIFLESSIONI SUL RAPPORTO TRA
ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA
FOTOGRAFIA+ARCHITETTURA
60
E’ difficile -se non impossibiledefinire il rapporto che si instaura tra
architettura e fotografia. Certamente
questo legame esiste ed è talmente intenso da rendere spesso ardua la completa distinzione delle due.
Tale difficoltà risiede nel carattere soggettivo del quale entrambe sono
permeate.
Se è vero che la fotografia è espressione dell’intimità dell’artista, allora
vedere diventa essenzialmente un modo
di pensare differente per ogni individuo,
cosicché un’ immagine fotografica rappresenta un’interpretazione personale
della realtà.
Effettivamente la fotografia architettonica è uno dei temi più complessi
su cui maggiormente si è dibattuto nella storia contemporanea.
La fotografia, nel momento stesso in cui viene a fissarsi l’immagine,
subisce una riduzione di dimensioni,
non potendo rappresentare l’elemento
spazio-temporale. Questo, per Bruno
Zevi, come per Ernesto N. Rogers, si
dimostra essere un enorme limite per
una corretta rappresentazione dello
spazio architettonico, in quanto l’immagine fissa le apparenze, tradendo così la
molto differenti l’uno dall’altro, trasmettono con uguale intensità l’essenza
architettonica dei corpi di fabbrica immortalati. Si passa dalle fotografie malinconiche di Luigi Ghirri,che parlano di
luoghi esiliati dallo spazio urbano, situati nella Pianura Padana, ai lavori di Renè
Burri, che presentano come tema costante l’interazione tra gli esseri umani
e l’architettura circostante, esprimendo
messaggi universalmente validi nella
storia. E ancora: i collage fotografici di
Enric Mriralles che rappresentano nello
stesso momento tanti punti di attenzione e tanti pensieri diversi.
Personalmente credo che la fotografia debba più strettamente collaborare con l’architettura, non limitarsi
unicamente a riportarla.
La fotografia diviene quindi strumento capace di rilasciare tracce. Un
buon fotografo deve essere in grado
di fare questo, di rilasciare le tracce
dell’architettura. Ciò comporta non soltanto un innato talento per l’attesa, ma
anche un ampia conoscenza e sensibilità nei confronti dell’architettura.
Si tratta quindi di un livello che va
oltre la mera rappresentazione; il fotografo osserva, scopre, circoscrive.
realtà.
In che senso allora la fotografia può
essere intesa come un valido strumento
di rappresentazione architettonica?
Esistono nella storia numerosi
esempi di grandi fotografi che hanno
collaborato per anni con maestri dell’architettura -si pensi a Luigi Ghirri e Aldo
Rossi, a Guido Guidi e Carlo Scarpa, a
Renè Burri e Le Corbusier- e ognuno
di questi artisti ha svelato una visione
assolutamente personale del rapporto
che intercorre tra architettura e fotografia, trasformando queste immagini in
“interpretazioni poetiche della realtà”,
come direbbe Ernesto N. Rogers.
Sebbene tali visioni vertano su temi
Come afferma Guido Guidi “Il fotografo non costruisce niente, circoscrive.
Come avrebbe detto Eugenio Montale
di Zanotto: è uno scrittore che tende a
circoscrivere le cose del mondo, non a
interpretarle. Si rivelano solo le tracce
che gli uomini hanno lasciato. L’attore
non si mette in primo piano, ma al contrario cerca di nascondersi per far vedere cosa c’è davanti ai suoi occhi”.
E’ proprio questo il grande fascino
della fotografia di architettura: non il
risultato in sé, quanto il procedimento che spinge a realizzarla, un procedimento che fa avvertire che qualcosa
dentro noi si smuove.
Di conseguenza sarebbe inappro-
“ESISTONO
NELLA STORIA
NUMEROSI ESEMPI
DI GRANDI
FOTOGRAFI
CHE HANNO
COLLABORATO
PER ANNI
CON MAESTRI
DELL’ARCHITETTURA
priato restringere tutto ciò all’interno
del meccanismo fotografico.
Intercorre infatti una profonda differenza tra meccanismo e processo fotografico: il primo si limita a rendere una
fotografia semplice rappresentazione
della realtà esterna, il processo fotografico, al contrario, è più vicino al progettare in architettura, in quanto nasce da
riflessioni interiori, mostrandosi quindi
come qualcosa di più profondo.
Sono proprio queste ultime le fotografie che ci colpiscono, che provocano
in noi agitazioni interiori, trasmettendoci qualità e sensazioni che altrimenti
non si renderebbero evidenti alla nostra
sensibilità.
FRANCESCA LONATI
TESI DI LAUREA
DISCUSSA IL
24.02.2009
FOTOGRAFIE DI
FRANCESCA LONATI
FOTOGRAFIA+ARCHITETTURA
- SI PENSI A LUIGI GHIRRI
E ALDO ROSSI, A GUIDO GUIDI
E CARLO SCARPA, A RENÈ BURRI
E LE CORBUSIER E OGNUNO DI QUESTI ARTISTI
HA SVELATO UNA VISIONE
ASSOLUTAMENTE PERSONALE
DEL RAPPORTO CHE
INTERCORRE TRA
ARCHITETTURA
E FOTOGRAFIA”
61
04
THE
PROJECT
GIULIANO VENTURELLI
Il contatto quotidiano con il mercato
ha portato METRA, nel corso degli anni, a
conoscere a fondo le esigenze di architetti
e progettisti che, ciascuno per il proprio
ambito di competenze, necessitano di una
puntuale e continua informazione.
E’ da questa consapevolezza che nel
secondo semestre del 1999 nasce MAP,
acronimo dei METRA Assistenza Progetti, un
servizio a tutto campo creato dall’azienda
bresciana per presentare caratteristiche e
plus dei propri sistemi. Isolamento termico,
isolamento acustico, scelta dei profilati in
base alle esigenze statiche, scelta dei sistemi sulla base di considerazioni tecniche e/o
economiche: queste sono le principali aree
per le quali il servizio MAP risulta particolarmente efficace, poiché assiste architetti
e progettisti con una dettagliata consulenza, dalla fase embrionale del progetto
fino all’assistenza in fase di collaudo, se
L’architettura contemporanea ricerca sempre nuove forme e trasparenza
scegliendo METRA come partner ideale.
Anche i progetti più complessi trovano nelle
soluzioni per involucri e facciate continue la
risposta tecnologica ed estetica ideale. Vasta
la gamma di sistemi in alluminio – perfettamente integrabili ad altri materiali – che
METRA è in grado di personalizzare per
realizzare le geometrie più sorprendenti.
Massima tenuta e stabilità si coniugano a
dinamismo e trasparenza nei sistemi per
facciate continue Poliedra e nelle versioni
puntiformi Poliedra Sky Glass. I sistemi
fotovoltaici trasformano l’energia solare in
energia elettrica mentre quelli frangisole
creano il microclima ottimale all’interno
dell’edificio.
Questi concetti si potrebbero riassumere da parte di METRA con uno slogan:”a
voi l’idea, a noi la soluzione tecnologica per
MAP, ACRONIMO DEI METRA ASSISTENZA PROGETTI,
È UN SERVIZIO A TUTTO CAMPO CREATO DA METRA PER
PRESENTARE CARATTERISTICHE E PLUS DEI PROPRI SISTEMI.
necessario.
METRA infatti realizza ogni anno centinaia di nuovi profilati in alluminio per soluzioni speciali, arrivando fino alla realizzazione di profili “a disegno”per progetti specifici:
un vastissimo patrimonio di competenze
archiviato nella centrale MAP di Brescia,
oggi messo a disposizione dei progettisti per
la soluzione di casi particolari.
Il servizio MAP è offerto gratuitamente
e si articola su tutto il territorio nazionale,
attraverso una rete capillare di professionisti METRA qualificati.
realizzarla”. Qualunque sia il progetto da
realizzare , la gamma di sistemi in alluminio
METRA è unica per versatilità e completezza
sia estetica che funzionale e in più, con il
servizio MAP, è possibile avere a disposizione una squadra di specialisti per l’assistenza
tecnica nella progettazione. Per agevolare
ulteriormente il lavoro dei progettisti è stato
sviluppato MetraLib, software interattivo
unico nel suo genere che permetterà di selezionare e inserire direttamente in AutoCad
i sistemi METRA più adatti, già corredati di
tutte le voci di capitolato.
METRA MAP
MAP:
62
METRA
ASSISTENZA
PROGETTI
63
04
THE
PROJECT
PROGETTISTI: STUDIO BRT - ARCHITETTI JANS BOTHE, KAI RICHTER, HADI TEHERANI - AMBURGO, GERMANIA
FACCIATE CONTINUE E SERRAMENTI REALIZZATI DA: FRENER & REIFER - BRESSANONE (BZ)
COMMITTENTE: ROBERT VOGEL GMBH & CO - AMBURGO, GERMANIA
SISTEMA METRA: PROFILATI SPECIALI A PROGETTO
FINITURA: OSSIDATO NATURALE
DOCKLAND
AMBURGO - GERMANIA
PROGETTISTI: AEPO S.A. - MADRID, SPAGNA
FACCIATE CONTINUE E SERRAMENTI REALIZZATI DA: INSIFAL S.L. - ALJALVIR, SPAGNA
COMMITTENTE: OHL - OBRASCÒN HUARTE LAIN S.A. - MADRID, SPAGNA
SISTEMA METRA: POLIEDRA-SKY 50, FRANGISOLE, NC 50 STH
FINITURA: VERNICIATO RAL 9007
TESORERIA GENERAL DE LA
SEGURIDAD SOCIAL DE
MIRANDA DE EBRO
BURGOS - SPAGNA
04
THE
PROJECT
LE DOMANDE PIU’ FREQUENTI
1. IL SERRAMENTISTA CHE CAMBIA ALCUNI SERRAMENTI IN UN’ABITAZIONE PRIVATA È TENUTO A
RISPETTARE I LIMITI DI TRASMITTANZA DEI SERRAMENTI COSÌ COME RIPORTATO NELL’ALLEGATO C?
SÌ. L’ARTICOLO 3 EVIDENZIA COME INTERVENTI DI
MANUTENZIONE STRAORDINARIA DI COMPONENTI INSERITI IN UN EDIFICIO ESISTENTE DEBBANO
ESSERE IN ACCORDO A QUANTO PRESCRITTO DAL
DECRETO STESSO; PERTANTO, I SERRAMENTI INSTALLATI DOVRANNO AVERE UNA TRASMITTANZA
COMPLESSIVA INFERIORE A QUELLA IMPOSTA DAL
DECRETO IN RELAZIONE ALLE VARIE ZONE CLIMATICHE ANCHE SE L’EDIFICIO, NEL SUO COMPLESSO,
NON RISPETTA I LIMITI IMPOSTI DAL DECRETO.
2. I LIMITI DI TRASMITTANZA TERMICA PER I SERRAMENTI IMPOSTI DAL DECRETO SONO VALIDI PER
TUTTI GLI EDIFICI?
SÌ. AD OGGI I LIMITI RIPORTATI NELL’ALLEGATO C
SONO VALIDI PER QUALUNQUE EDIFICIO INDIPENDENTEMENTE DALLA DESTINAZIONE D’USO; NEI
PROSSIMI MESI SARANNO PUBBLICATI ALCUNI DECRETI ATTUATIVI DEL DECRETO 192 CHE DIFFERENZIERANNO I VALORI DI TRASMITTANZA GLOBALE IN
FUNZIONE DELLA REALE DESTINAZIONE D’USO DEGLI EDIFICI STESSI.
3. IN CASO DI RISTRUTTURAZIONE COME BISOGNA
RAPPORTARSI AL DECRETO?
SE LA RISTRUTTURAZIONE SUPERA I 1000M2 E, COMUNQUE, NEL CASO DI DEMOLIZIONE E RISTRUTTURAZIONE INTEGRALE IL DECRETO DEVE ESSERE RISPETTATO NELLA SUA INTEREZZA; I LIMITI IMPOSTI
DEVONO ESSERE RISPETTATI ANCHE NEL CASO DI
AMPLIAMENTI DI EDIFICIO, SUPERIORI AL 20% DELLA VOLUMETRIA DELL’EDIFICIO STESSO.
4. DOVE SI POSSONO REPERIRE INFORMAZIONI RIGUARDANTI L’IDENTIFICAZIONE DELLE VARIE ZONE
CLIMATICHE?
GLI 8100 COMUNI D’ITALIA SONO STATI SUDDIVISI
IN SEI ZONE CLIMATICHE. IL DECRETO 412/93 ILLUSTRA I DATI CLIMATICI DEI SINGOLI COMUNI D’ITALIA
DIVISI PER PROVINCE. PRESSO GLI UFFICI COMUNALI SONO, COMUNQUE, DISPONIBILI I DATI CLIMATICI
DEL COMUNE INTERESSATO E DI TUTTE LE RELATIVE FRAZIONI.
64
5. IL VALORE DI TRASMITTANZA IMPOSTO DEVE ESSERE RISPETTATO ANCHE NEL CASO DI INSTALLAZIO-
NE DI SCHERMI ESTERNI QUALI PALE FRANGISOLE,
TENDAGGI O CHIUSURE OSCURANTI?
SÌ. IL VALORE DI TRASMITTANZA IMPOSTO AI SERRAMENTI DEVE ESSERE RISPETTATO ANCHE IN
PRESENZA DI SCHERMI DI QUALUNQUE GENERE,
POSIZIONATI DAVANTI AL SERRAMENTO SIA INTERNAMENTE SIA ESTERNAMENTE.
6. SE LA COMMITTENZA PRIVATA NON AVANZA ALCUNA RICHIESTA CIRCA IL VALORE DI TRASMITTANZA
DEL SERRAMENTO DA INSTALLARE, IL SERRAMENTISTA È TENUTO A POSARE UN SERRAMENTO CHE
RISPETTI I LIMITI IMPOSTI DAL DECRETO O PUÒ SCEGLIERE A PROPRIA DISCREZIONE LA TIPOLOGIA E IL
LIVELLO PRESTAZIONALE DELLA COMBINAZIONE
VETRO-TELAIO?
TRATTANDOSI DI OBBLIGO PRESCRITTO DALLA
LEGGE IL SERRAMENTISTA È TENUTO AL RISPETTO
DEI VALORI. SARÀ PREMURA DEL SERRAMENTISTA
STESSO INFORMARE LA COMMITTENZA DEI VALORI DI TRASMITTANZA IMPOSTI IN RELAZIONE ALLA
ZONA CLIMATICA DI INTERESSE E ILLUSTRARE I
VANTAGGI DERIVANTI DAL RISPETTO DEI LIMITI.
7. DA QUANDO È OBBLIGATORIO RISPETTARE I LIMITI
DI TRASMITTANZA DEL SERRAMENTO E DEI VETRI
IMPOSTI DAL DECRETO?
DAL 1 GENNAIO 2006 È OBBLIGATORIO RISPETTARE I
LIMITI DI TRASMITTANZA GLOBALE DEI SERRAMENTI E DEI VETRI. TALI LIMITI SARANNO RESI PIÙ RESTRITTIVI A PARTIRE DAL 1 GENNAIO 2009.
8. CHI FORNISCE AL SERRAMENTISTA I VALORI DI TRASMITTANZA MEDIA DEI SERRAMENTI DA INSTALLARE?
IL PROGETTISTA DEVE FORNIRE AL SERRAMENTISTA
I VALORI DI TRASMITTANZA MEDIA DEI SERRAMENTI DA RISPETTARE. SARÀ PREMURA DEL SERRAMENTISTA, CONSULTANDO ANCHE IL GAMMISTA E
IL VETRAIO, CONSIGLIARE IL PROGETTISTA NELLA
SCELTA DEI COMPONENTI DA INSTALLARE NEL
CASO QUEST’ULTIMO NON NE SIA A CONOSCENZA
IN MODO DA RISPETTARE IL VALORE DICHIARATO.
9. I LIMITI IMPOSTI DAL DECRETO SI APPLICANO A
QUALSIASI TIPOLOGIA DI SERRAMENTO?
SÌ. I LIMITI DEVONO ESSERE RISPETTATI INDIPENDENTEMENTE DALLA TIPOLOGIA DI SERRAMENTO
REALIZZATO (A BATTENTE, A BILICO, SCORREVOLE,
ECC….).
CON IL SERVIZIO MAP, È POSSIBILE AVERE
A DISPOSIZIONE UNA SQUADRA DI SPECIALISTI
PER L’ASSISTENZA TECNICA NELLA PROGETTAZIONE
65
04
THE
PROJECT
PROGETTISTI: MARCO MARCHESI, FEDRO ARCHITETTI ASSOCIATI, TREVISO
SERRAMENTI REALIZZATI DA: PAVARIN F.LLI DI PAVARIN FAUSTO & C. SNC, PASIANO DI PORDENONE (PN)
COMMITTENTE: GIOVANNA CASSIS, LIGNANO SABBIADORO (UD)
SISTEMA METRA: NC 65 STH PORTE, NC 72.1 STH, NC-S 150 STH RODOS
FINITURA: VERNICIATO BIANCO I.D. BID
VILLA MEG
LIGNANO SABBIADORO, UD
POSSIBILI CHIAVI INTERPRETATIVE
FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO
MARCO CILLIS
66
In un saggio provocatoriamente titolato «L’ombra del passato», Eugenio
Turri affida alla fotografia di paesaggio
un duplice ruolo di memoria e monito, visto che questa da un lato «ci aiuta a racimolare quanto rimane del paesaggio del
passato, salvarlo dal diluvio» e dall’altro
ci permette di «vedere i paesaggi da rifare, da ricostruire, considerando che essi
invecchiano non solo oggettivamente ma
anche soggettivamente».
La prima chiave di lettura rimanda
alla ricerca iconografica a più tappe ripresa da Mario Giacomelli nella campagna marchigiana, che in due differenti
cicli, «Presa di coscienza sulla natura»
(1954-2000) e «Metamorfosi della terra»
(1960-1980 e 1955-1968), ritorna negli
stessi luoghi ritraendoli stagione dopo
stagione, anno dopo anno, raccontando
di una terra ferita martoriata dal lavoro
dell’uomo o dall’abbandono. La ricerca
di Giacomelli ha il merito di superare un
immaginario univoco e di porre una svolta nella tradizione italiana legata all’immagine di paesaggio, fino agli anni Cinquanta affezionata ad una connotazione
cartolinistica della (bella) veduta e mutuata dalla grande tradizione Ottocentesca che ha avuto negli Alinari i principali
rappresentanti.
Giacomelli invece approda ad una
semantica complessa che esaspera i
toni chiaroscurali delle scene ritratte,
in un’elementare grammatica dei segni,
traccia dell’azione umana sulla superficie
terrestre. Come ebbe a dire egli stesso, il
suo interesse è per «i segni che fa l’uomo senza saperlo, ma senza far morire
la terra. Solo allora hanno un significato
per me, diventano emozione. In fondo fotografare è come scrivere: il paesaggio è
pieno di segni, di simboli, di ferite, di cose
nascoste. È un linguaggio sconosciuto
che si comincia a leggere, a conoscere
nel momento in cui si comincia ad amarlo, a fotografarlo. Così il segno viene ad
essere voce: chiarisce a me certe cose,
per altri invece rimane una macchia».
Parallelamente, la funzione esortativa richiamata da Turri rimanda ad
una stringente attualità dell’indagine
LA FOTOGRAFIA DI PAESAGGIO
TRA LIRICA E DOCUMENTO
fotografica che, abbandonata la tendenza fotogiornalistica del grande reportage, spesso di denuncia sociale, a
partire dagli anni Settanta interpreta
progressivamente il paesaggio come
luogo di confronto, parametro con il
quale misurare passato e presente e
che identifica nel presente la progressiva scomparsa delle bellezze natura-
li, l’affermarsi della cosiddetta città in
estensione, fatta di non luoghi alternati
a spazi indecisi. Sono questi i presupposti per l’avvio di una fertile stagione
della cultura fotografica italiana, che
volge lo sguardo (e lo scatto) ai margini
urbani, ai territori ignoti dell’incertezza, al «paesaggio della modificazione»,
dove il naturale cambia progressiva-
In un progressivo allontanamento
dalla dimensione fisica della scena.
Esiste un’ulteriore categoria semantica
e relativa paesaggio inteso come visione, laddove la declinazione fotografica
dei luoghi, partendo dal dato percettivo
approda talora alla visione talora alla
creazione artistica, sublimando l’idea
della fotografia di paesaggio come
strumento interpretativo dei luoghi.
A questo ambito si iscrivono gli scatti
«pionieri» Lazlo Moholy Nagy, di Carlo
Mollino, o in tempi recenti, di Vladimir
Sutiagin e di Marco Campanini.
FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO
nella ricerca di Francesco Radino, Luca
Campigotto o di Michele Mottinelli.
Esiste poi un paesaggio debole, privo di caratteri di eccezionalità, un paesaggio che testimonia l’esperienza del
quotidiano, che affondando le proprie
radici nella rappresentazione della periferia americana di William Eggleston
e Stephen Shore, mette in secena il teatro dell’orizzonte domestico e silente:
è quello della quotidianità più minuta
ritratto da Guido Guidi o del diuturno
incontro col divino che Giorgia Fiorio ha
fissato alle più distanti latitudini.
POSSIBILI CHIAVI INTERPRETATIVE
mente la propria essenza fino al punto
da coincidere con l’orizzonte urbano; si
avvia pertanto «una ricerca dell’Italia
dei margini, dell’ambiguità , del finto,
del doppio, dell’Italia sostanzialmente
esclusa...»; in questa dimensione si inquadra il lavoro di Luigi Ghirri che, nella frequentazione fotografica dei luoghi
a lui cari minacciati dalla modernità,
tenta un recupero del sentimento di
appartenenza, un viaggio nell’identità
emiliana denso di nostalgia.
E nello stesso Ghirri va individuata
l’anima di una stagione fotografica a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta che
coinvolge un nucleo costante di autori
impegnati nell’ideale realizzazione di un
nuovo «atlante» per immagini sull’idea
del paesaggio italiano che cambia, realizzato secondo uno sguardo basso,
antitrionfalistico, normalizzante ma
paradossalmente dirompente, lontano
dall’enfasi visiva e dai caratteri di eccezionalità che avevano caratterizzato la
fotografia di paesaggio precedente.
Alla lezione di Giacomelli e Ghirri
è possibile ricondurre idealmente gran
parte delle esperienze che hanno caratterizzato la fotografia italiana di paesaggio degli ultimi anni. Si tratta di un procedere iconografico che individua i due
poli attrattivi tra il lirismo dello spazio
elegiaco e il rigore documentario di un
paesaggio assai prossimo. All’interno di
questi due estremi ci stanno infinite declinazioni iconografiche del paesaggio,
che possono tuttavia essere decifrate
secondo quattro probabili chiavi interpretative. Se da un lato, con l’opera
di Gianni Berengo Gardin o di Marco
Anelli, esiste un paesaggio inteso come
territorio dell’uomo, ove la presenza di
quest’ultimo - reale o evocata negli effetti visibili della sua opera- appare costante e inevitabile per la definizione stessa
di paesaggio come prodotto dell’azione
antropica, dall’altra esiste una fotografia
di paesaggio che trova nell’esperienza
della natura il proprio motivo narrativo,
che attinge dal desiderio di documentare il Sublime che fu di Ansel Adams e
che troviamo oggi, con i dovuti distinguo,
67
GIULIANO VENTURELLI
La Stazione del Dosso dei Galli, ex stazione NATO al Passo del Maniva, potrebbe in
futuro diventare una straordinaria struttura
turistico – ricettiva, dotata dei più innovativi
sistemi per la riduzione dei consumi energetici e per la produzione di energia mediante
fonti alternative.
E’ questa l’idea proposta da GREI (Geminian Real Estate Italy) per il recupero del
complesso di edifici esistenti, nell’intento
di crearne una suggestiva ed innovativa
struttura turistica.
Suggestione che è sicuramente suscitata sia dall’eccezionale localizzazione che
dalla particolarità dovuta al precedente
utilizzo.
UBICAZIONE
La stazione Dosso dei Galli è sita sopra
il Colle, adiacente all’omonimo passo, il
strada stretta proveniente da Bagolino, che
si interseca alcuni chilometri prima dell’incrocio, con quella proveniente da Collio.
La Strada Provinciale n° 345 è denominata delle Tre Valli, dovuto alla sua posizione
di collegamento delle Tre Vallate Bresciane.(V.Camonica-V.Trompia-V.Sabbia). La
stazione è visibile già da parecchi chilometri
di distanza data la sua posizione predominante, ed alle enormi antenne a paraboloide
“sfaccettato”.
STORIA DELL’IMMOBILE
Sistema di Telecomunicazione N.A.T.O.
di Allarme Immediato (ACE HIGH System
Europa 1959-1995). Dislocazione e Funzionamento della Stazione Troposcatter Dosso
dei Galli IDGZ (1969-1995).
La Stazione Troposcatter (tropospheric)
N.A.T.O. Dosso dei Galli (codice N.A.T.O.
GREI
STAZIONE DOSSO DEI GALLI (IDGZ)
PASSO MANIVA
05
THE
PROJECT
[ LAT. 45.8534643 LONG. 10.3777671 ]
68
Dosso dei Galli.
Al passo si incrociano: la strada privata
della stazione, che scende il Colle per 800
metri dal cancello della stazione fino a raggiungere l’incrocio, larga 5 mt, interamente
asfaltata,
la strada proveniente da Collio (21 Km
all’incrocio), la strada proveniente dal Passo
Croce Domini (9 Km dall’Incrocio), ed una
IDGZ), posta nelle alpi Bresciane, sopra il
Colle del Passo Dosso dei Galli, operante
dall’anno 1969 fino all’anno 1995, è divenuta
di primaria importanza dopo l’uscita della
Francia dalla N.A.T.O.
La Francia, con la Sala Comando SHAPE
di Parigi Nord, era il capomaglia del gomitolo principale di tutto il traffico da Nord a Sud,
LA STAZIONE DEL DOSSO DEI GALLI,
EX STAZIONE NATO AL PASSO DEL MANIVA,
POTREBBE IN FUTURO DIVENTARE UNA
STRAORDINARIA STRUTTURA
TURISTICO-RICETTIVA
69
05
THE
PROJECT
70
05
THE
PROJECT
AGENZIA IMMOBILIARE GREI DI GABRIELA GEMINIAN
INDIRIZZO: VIA MARCONI 57 (C/OWEST GARDAMARINA) - PADENGHE SUL GARDA (BS)
CONTATTI: T. 030.9908166 F. 030.6585120 [email protected] WWW.GREI.CO.UK
PROGETTI FUTURI: SVILUPPO DI UN PROGETTO RESIDENZIALE A BASSISSIMA DENSITÀ, ECOSOSTENIBILE, INSERITO NELLA NATURA, NELLA BASSA BRESCIANA
del Sistema ACE High europeo.
La Stazione del Dosso dei Galli (IDGZ)
era collegata a Nord, in Troposcatter, alla
stazione tedesca di Feldberg (codice N.A.T.O.
AFEZ) saltando con il segnale Troposcatter
la Svizzera, mentre a Sud era collegata in
microonde con la stazione del Monte Giogo
(IA-codice N.A.T.O. IMXZ) attraverso quella
di Cavriana, supportando tutto il traffico
da Nord a Sud e viceversa, dell’ ACE High
System.
La rete ACE HIGH partiva a Nord dalla
Norvegia (stazione di Senja, codice N.A.T.O.
NHGZ) e si collegava alla rete N.A.R.S.
(North Atlantic Radio System) alle isole
Faroe (danesi), la quale attraverso la Groenlandia, si congiungeva con la DEW-LINE
(Distant Early Warning Line) entrando in
Alaska e Canada, per proseguire e collegarsi
con la rete W.A.C.S. (White Alice Communications System) che dal Canada, giungeva
completata e posta a “Sorveglianza” dell’
Unione Sovietica ed i suoi Paesi Satelliti,
contro eventuali azioni aggressive portati
verso il “mondo libero”.
Le stazioni Troposcatter principali
dell’ACE HIGH System erano 49, con una
distanza di circa 300 Km tra ogni Stazione,
e 40 collegamenti principali in microonde. Il
segnale Troposcatter veniva irradiato nella
troposfera dove subiva uno “spargimento”
(scattering) dovuto alle discontinuità di scariche elettriche dell’atmosfera, che faceva
si che parte di esso potesse venire raccolto
dalla stazione corrispondente anche se
posta oltre l’orizzonte elettromagnetico. Il
Sistema Troposcatter era considerato affidabile e funzionale anche in condizioni meteo
avverse, grazie all’impianto tecnico adottato
nelle stazioni che prevedeva ampi livelli
di sicurezza, tali da superare il problema
dell’evanescenza (Fading). Il Segnale era
Banda Larga in UHF e spaziava da da 450
a 500 e da 830 a 950 MHz, a seconda delle
necessità e della lunghezza e caratteristiche
delle singole tratte. Lo stesso segnale veniva
trasmesso su due diversi canali, (Frequency
Diversity) rilevato dalle Antenne della Stazione ricevente, che discriminava il migliore
e lo ritrasmetteva alla Stazione successiva.
Mentre per le stazioni in linea ottica
si utilizzava il segnale di comunicazione a
Microonde (Microwave) alla frequenza di 4.9
GHz, chiamato L.O.S. dai Tecnici Ace High,
cioè dall’abbreviativo di Line of Sight (Linea
Ottica).
WORKSHOP EASA009 ITALY SUMMER ASSEMBLY “SUPERMARCHET”
Il recupero dell’ex stazione NATO del Dosso dei Galli, noto come il Radar del Maniva, sarà oggetto di
progetto di uno dei 25 Workshop che si terranno l’ultima settimana di Luglio e la prima di Agosto a Darfo
in occasione (davvero eccezionale) dell’ EASA009 ITALY SUMMER ASSEMLY.
L’assemblea annuale degli studenti di Architettura Europei si terrà infatti quest’anno in Italia dopo
trent’anni (negli anni ’70 si era tenuta a Torino) ed avrà per titolo “SupermARCHet” sviluppando i temi
legati all’architettura come scultura e all’architettura come immagine.
Grazie a questo workshop l’area diventarà oggetto di dibattito e di scambio di idee da parte degli studenti, che qui potranno visitare l’area e dormirvi una notte, e che, guidati dall’Architetto Gabriele Falconi,
avranno il compito di produrre idee di progetto legate al recupero ed all’utilizzo dell’ex base Nato.
La finalità sarà quella di riqualificare il Dosso dei Galli pensandone un utilizzo a fini turistici e collegando l’intervento ad un possibile rilancio della Valle Camonica.
05
così negli Stati Uniti.
A Sud il segnale dopo essere transitato
dall’Italia, viaggiava in microonde a Malta, e
in Troposcatter in Grecia per poi giungere in
Turchia, dove terminava il Sistema di Telecomunicazioni Terrestre “Europeo-NordicoStatunitense” di Allarme Immediato.
Il sistema assolveva alla necessità di
disporre di una cintura elettromagnetica
pluricanale che collegasse tra loro con i
centri decisionali i radar “remoti” posti sui
confini del mondo Occidentale, capace di
veicolare informazioni e tracciati radar in
tempo reale. Tutta la fascia era così stata
THE
PROJECT
SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE N.A.T.O.
DI ALLARME IMMEDIATO (ACE HIGH SYSTEM EUROPA
1959-1995).
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06
THE
PROJECT
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PESCINI
PAOLO BALDI
LE SCENOGRAFICHE
«TRASPARENZE» DEL VETRO
Cosa si può fare per «rubare» terreno
allo strapotere del cemento e del metallo
regalando luce ed eleganza all’architettura? La risposta non è complessa e neppure
lontana: arriva dal vetro, dalle tante e a tratti
incredibili interpretazioni anche statiche di
questo materiale. E naturalmente da chi lo
sa lavorare e reinventare, alla luce di una
esperienza industriale iniziata nel 1972.
La risposta, attraverso una serie infinita
di idee, arriva dalla «Vetraria Pescini», una
srl con stabilimento, uffici e showroom in via
Lombardia a Orzinuovi, che ha sorprese in
quantità per ingegneri, architetti e arredatori. Tanto per fare un po’ di storia, l’azienda in
questione è nata ed è cresciuta sull’onda del
progressivo sviluppo dell’impiego del vetro
nell’edilizia. E si è fatta un nome di qualità
nella costruzione di vetri isolanti diventando
il fornitore di riferimento per importanti
produttori di serramenti.
Questo è ancora il settore operativo
principale, che diciamo così prospera anche
grazie alle normative sempre più stringenti
a proposito della sostenibilità dell’edilizia.
La gamma comprende lastre riflettenti,
A ORZINUOVI LO STABILIMENTO,
GLI UFFICI E LO SHOWROOM
acustiche basso emissive, temperate, curvate
e di sicurezza; una lunga serie di proposte
dalle alte prestazioni che comprende anche
le tende in vetrocamera: veneziane azionabili
a mano o elettricamente inserite tra due
lastre trasparenti, senza bisogno di pulizia,
insomma.
Ma torniamo alla domanda iniziale, e alla
soluzione scelta dala Vetraria Pescini per
fare tendenza sperimentando un nuovo mercato. L’essenza di questo progetto è raccolta
nel nuovo e bellissimo showroom collegato
alla fabbrica e aperto solo nel mese scorso,
una grande «stanza delle meraviglie» che è
stato deciso di caratterizzare con un nome
a sé: «Glass project». In sintesi la nuova
galleria è stata concepita e riempita con lo
scopo di offrire agli addetti ai lavori una serie
di idee e di soluzioni per la progettazione in
vetro speciale. E qui, per esempio, ci si rende
conto che utilizzando scenografiche lastre
trasparenti capaci di prestazioni perfettamente sovrapponibili a quelle del cemento si
possono realizzare architetture spettacolari;
che scale, pavimenti e pareti con funzioni
anche portanti non sono un’idea pericolosa,
ma una soluzione brillante.
«Glass project» è poi una proposta
completa, e allo spazio espositivo la Vetraria
Pescini abbina un vero ufficio tecnico in
grado di affiancare gli studi di ingegneria e
di architettura: insomma, a Orzinuovi non si
occupano più solo della produzione di manufatti, ma intervengono già a partire dalla fase
di ideazione di un’opera.
Tutto ciò è molto interessante, ma il
meglio, almeno per gli occhi, deve ancora arrivare. Perchè nello showroom c’è un grande
spazio riservato al design puro. E così, a una
73
PESCINI
SEDE E SHOWROOM: VIA LOMBARDIA 4/6, ORZINUOVI (BS)
CONTATTI: T. 030.941728 F. 030.941047 WWW.VETRARIAPESCINI.IT
REALIZZAZIONI: G&B NEGOZIO (FLERO)
06
THE
PROJECT
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ACCESSORI FORNITI DA METALGLAS SRL - LUMEZZANE (BS)
AL SETTORE PRINCIPALE DELL’EDILIZIA
SI È AFFIANCATO QUELLO
DELLE NUOVE PROGETTAZIONI
vasta gamma di box doccia da sogno arricchiti da raffinatissimi particolari (e componenti) in acciaio realizzati appositamente, si
affiancano le pareti decorative, gli specchi, i
mobili (in vetrina ci sono anche fantastiche
poltrone che abbinano trasparenze e «pieni») e i complementi d’arredo firmati Tonelli
design; tavoli ed espositori attraversati dalla
luce fanno il paio con pareti divisorie che
interpretano tutta la fascia dei colori e della
trasparenza.
E poi c’è il settore delle vetrate artistiche, con realizzazioni all’acido, a fusione e
con la tecnica «Tiffany» che rimandano a
una sapienza artigiana calata nella modernità che offre modelli appartenenti all’arte
moderna piuttosto che riletture dello stile Art
Nouveau. Può bastare? L’elenco sarebbe ancora lungo, ma uno spazio speciale lo merita
l’invenzione delle lastre decorative: due strati
di vetro in cui inserire, anche su indicazione
diretta del cliente, qualsiasi tipologia di tessuto, ottenendo un effetto estetico veramente
eccezionale. Insomma: uno spettacolo aperto
dal lunedì al venerdì dalle 9 ale 12 e dalle 14
alle 19, e il sabato dalle 9 alle 13.
ACCESSORI FORNITI DA FARAONE SRL - TORTORETO (TE)
COMPLEMENTI DI ARREDO FORNITI DA TONELLI DESIGN SRL - TALACCHIO DI COLBORDOLO (PU)
Cosa c’è nel futuro di un’azienda dinamica, che passa con disinvoltura dalla fabbricazione di
lastre a bassa «emissività» con i marchi di certificazione «Uni» e «Climalit» alla realizzazio-
L’ AVVENTURA DEL «G6»
PER L’EXPO 2015
ne di meraviglie in vetro uscite dalla creatività dei designer? C’è l’espansione, che passa sì
dall’allestimento di spazi di prestigio, ma anche dagli appalti di grandi proporzioni.
Alla Vetraria Pescini non hanno paura delle sfide e dell’innovazione. Adesso puntano ancora
più in alto. Quindi, per esempio, sono in corsa per la realizzazione degli interni delle stazioni
della metropolitana di Brescia, e inoltre puntano, non da soli in questo caso, alle opportunità
che si stanno aprendo con un nuovo e davvero enorme mercato: l’«Expo» milanese del 2015.
Per affrontare questa avventura, l’azienda orceana ha dato vita nelle settimane scorse a una
società che raccoglie altre cinque realtà del settore vetrario operanti in Italia settentrionale e
centrale: si chiama «G6», e rappresenta una novità assoluta nel settore delle alleanze industriali che proprio attraverso la scelta consortile potrà affrontare anche commesse di grandi
proporzioni altrimenti non gestibili da singole realtà medie o piccole.
QUATTRO PASSI
NEL GLASS PROJECT,
LA «STANZA
DELLE MERAVIGLIE»
75
CARTOONIST
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B U SS AC C H I N I E L E “ LU C I ”
«LE STRUTTURE POSTPERSONALMENTE SONO
Colorista? Troppo banale. Angelo
Bussacchini è l’equivalente del direttore della fotografia, è il maestro delle
luci che lavora al fianco del regista Andrea «Red» Mutti. Solo che non stiamo
parlando di cinema, ma di fumetto.
Dal loro laboratorio creativo è
uscita la figura di Giuliano Nero, il detective che opera in una Brescia molto
notturna e cupa. «Beh, ma la nostra
città - rivela Bussacchini - non è affatto sinistra. Non è così come appare
nelle tavole. Le sue geometrie, i suoi
marmi bianchi, le sue piazze, i suoi pa-
lazzi settecenteschi la rendono viva. La
nostra Brescia è invece immaginaria,
enfatizzata, aggiustata sulla tipologia
noir del racconto. Appunto per questo abbiamo recuperato come sfondo
le archeologie industriali dismesse,
che nel loro abbandono rimandano a
qualcosa di sinistro. Le strutture postindustriali hanno un connotato drammatico di degrado e fanno da quinte
alle nostre storie. Personalmente sono
affascinato dalla vecchia Atb dove ho
avuto modo di entrare: sono rimasto
affascinato da questa fabbrica dino-
“DA PICCOLO CONTINUAVO
A DISEGNARE E DIVORARE FUMETTI:
POI MI SONO ISCRITTO AI CORSI
D I R U B E N S O S A”
I N D U S T R I A L I FA N N O DA Q U I N TA A L L E N O S T R E S TO R I E :
A F FA S C I N ATO DA L L A V E C C H I A AT B ”
sauro che potrebbe raccontarci molte
storie di lavoro, sudore e sacrifici».
In una delle avventure di Giuliano
Nero compare il gasometro di Brescia
Due. Bene, lo studio di Angelo Bussacchini è proprio lì a due passi dalla new
town voluta da Bruno Boni.
«Sono
un
appassionato
di
quest’area di città, anche se io abito
in questa zona che è più attigua a via
Cremona. Un angolo che conserva un
sapore quasi ottocentesco con la memoria di vecchi opifici».
La biografia, umana e artistica,
di Bussacchini, 46 anni, è molto articolata. E’ nato a Brescia, è cresciuto
a Lumezzane e Nave, oggi ha scelto
di risiedere a Gavardo. «Sono finito lì
perché è a mezza strada tra il luogo di
lavoro e il mio luogo ideale, il lago di
Garda. Da giovane correvo in bicicletta, ho fatto agonismo tra gli juniores e
i dilettanti, anche se non ho ottenuto
mai risultati di rilievo. Quando ci si allenava, si andava su e giù tra le colline
dell’entroterra gardesano, mi sono innamorato di quegli spazi».
La passione per il disegno e i colori era già scritta nel Dna. «Mia madre
- prosegue Bussacchini - mi racconta
che da piccolo mi nascondeva i quaderni, perché io continuavo a disegnare. Li
riempivo di cavalli, iniziando dagli zoccoli, roba che ora non sarei in grado di
ripetere. La mia ossessione era Zorro.
A 16 anni ho provato a dipingere con
l’olio. Ma la vera svolta è stata quando
ho conosciuto Giuseppe e Renzo Riva-
“ANDREA MUTTI SCEGLIE
LE INQUADRATURE, IO LAVORO
SULLE ATMOSFERE: CON IL COLORE
SI DÀ IL TAGLIO DRAMMATICO
E PSICOLOGICO, IL PATHOS
DEL RACCONTO”
dossi. Con loro ho imparato a misurarmi con la figura umana. Non era una
vera e propria scuola, ma si parlava di
luce, di colore, di espressività. Va detto
che durante l’adolescenza continuavo a
divorare fumetti, per cui un giorno mi
iscrissi ai corsi del compianto Ruben
Sosa. Fu lì che conobbi Andrea Mutti.
Ci siamo persi di vista, come spesso
capita nella vita, ma ci siamo ritrovati
nel 2002. Lui voleva lasciare Bonelli
per mettersi in proprio e mi propose
questo lavoro di colorista. Abbiamo cominciato a provare, ad andare in Francia a proporre il nostro lavoro, finchè il
sodalizio è partito».
«Andrea - continua Bussacchini sceglie le inquadrature e mi dà indicazioni di massima. Io lavoro sulle atmosfere:
con il colore si dà il taglio drammatico
e psicologico, il pathos del racconto. La
collaborazione funziona perché c’è una
grande stima reciproca».
Bussacchini colora le tavole, ma
nel frattempo non tralascia la pittura,
l’altra parte di sé. Mentre il fumetto risponde alla necessità di farsi capire da
tutti, la pittura concede altri margini di
sperimentazione. Le sue tele hanno le
pennellate dense degli espressionisti e
i toni accesi dei fauves, soprattutto blu
e azzurri. I temi prediletti sono le darsene lacustri, la figura umana, ma anche le strutture industriali, le vecchie
acciaierie abbandonate, delle quali lo
affascinano soprattutto le forme cubiche. Il Bussacchini pittore è complementare a quello del fumetto, ma ancora tutto da scoprire.
CARTOONIST
D E L L A C I T TÀ
NINO DOLFO
77
CULT
OGGETTI DI CULTO CHE
HANNO FATTO LA STORIA
78
GIULIANO VENTURELLI
GEROSA
FOLLETTO:
MITO
A DUE
RUOTE
Chi di noi non ricorda o non
ha mai visto sfrecciare un fornaio a
bordo di un motorino dotato davanti
e dietro di ceste per il pane?
Ebbene forse non tutti sanno
che quel fornaio viaggiava a bordo
di un Gerosa Folletto!
Mitico motorino da 50 cc degli
anni 60/70.
Quel motorino era realizzato
proprio a Brescia dalla gloriosa
azienda Gerosa, noto marchio Bresciano che produsse anche uno dei
primi 50 cc da fuori strada a metà
degli anni ’60.
Insieme al TIR della Peripoli, al
Doniselli, al David PT della Casalini
erano i mezzi di consegna soprattutto di panettieri e di fruttivendoli.
Nato nel 1961, l’anno in cui al
cinema uscirono “Colazione da Tiffany”, “West Side Story”, “Torna a
settembre”, “Accattone”, “lo Spaccone” e “La Notte” di Michelangelo
Antonioni, anno in cui la Juventus
vinse lo scudetto, Sivori il Pallone
d’oro, ed il Brescia, in serie B, arrivò quindicesimo, con motore Minarelli (mod. FB Minar W3) a 2 tempi,
il Gerosa Folletto ha continuato ad
essere costruito fino agli anni ’80.
Il marchio Gerosa è nato a Brescia nei primi anni ’40 ed ha visto la
nascita di diversi modelli di motocicli, dalle moto da strada, alle moto
da fuoristrada e ai ciclomotori.
L’azienda ha smesso di produrre nei primi anni ’90.
Originariamente la sede di produzione era in via Solferino al civico
65 ed a San Polo in via Bettole 26.
Dai primi anni ’70 in via Solferino è rimasto solo il negozio, mentre
la produzione dei telai, la verniciatura e l’assemblaggio sono passati
a San Polo.
Il grande successo avuto dal
Folletto derivava dalla sua grande
maneggevolezza e versatilità, ma
soprattutto dalla grande capacità di
carico. Dotato infatti di portapacchi
NATO NEL 1961
CON MOTORE
MINARELLI A 2 TEMPI,
IL GEROSA FOLLETTO
HA CONTINUATO
AD ESSERE COSTRUITO
FINO AGLI ANNI ’80.
CULT
anteriore e posteriore era in grado di portare contenitori di grosse
dimensioni, basi pensare appunto
alle classiche ceste in plastica dei
fornai.
Dapprima realizzato nei colori
rosso e azzurro lo si è poi avuto in
altri colori.
Molti annedoti sono legati al
Gerosa Folletto: per esempio nelle
zone del litorale Toscano e Ligure
negli anni ’70 esistevano versioni
attrezzate, o meglio allestite, per il
mare, dotate di sciccosissime ceste
in vimini per alloggiarvi asciugamani e borse per la spiaggia, realizzati
secondo le richieste nei colori più
disparati (tra tutti spopolavano il
panna e l’arancione) divenendo veri
e propri oggetti di culto tra le signore in villeggiatura.
Il vuoto lasciato dal Folletto
non è mai più stato colmato dalla
produzione di altri ciclomotori o
scooter, forse meno spartani nella
forme e nel disegno, ma forse pro-
prio per questo meno suggestivi.
La grande possibilità di personalizzazione di cui questo mezzo
era dotato lo renderebbero, leggermente riveduto e corretto (soprattutto secondo i nuovi standard del
codice della strada) ancora attualissimo. Chissà quindi che non si
possa assistere ad un rilancio dello
storico marchio Gerosa e pensare poi di rivedere il nuovo Folletto
sfrecciare (anche) per le vie della
nostra città.
OGGETTI DI CULTO CHE
HANNO FATTO LA STORIA
NEGLI ANNI ’70 ESISTEVANO VERSIONI
ATTREZZATE, O MEGLIO ALLESTITE,
PER IL MARE, DOTATE DI SCICCOSISSIME CESTE
IN VIMINI PER ALLOGGIARVI ASCIUGAMANI
E BORSE PER LA SPIAGGIA
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07
THE
PROJECT
80
ART
BY
RIPA
PAOLO BALDI
Esistono luoghi speciali, luoghi del
bello, visitando i quali si ha la sensazione
di aver perso fino a quel momento una
parte della gamma dei colori. Spazi che
costringono a rivedere, espandendolo, il
proprio concetto di casa e di glamour, nei
quali il lusso diventa originalità e ricerca
saltando a piedi pari l’ostentazione. Uno di
questi luoghi ha trovato sede dal novembre
del 2007 in uno dei contenitori simbolo,
architettonicamente parlando, della nuova
IL LABORATORIO
DELLE IDEE
Brescia, la Torre Oberdan, e si chiama
«ArtbyRipa».
Il nome commerciale riassume già
efficacemente la filosofia di questo punto
vendita: l’arte e la ricerca continua di idee
speciali e di alta gamma in quel settore dei
rivestimenti e dei pavimenti (e non solo)
in cui la «RI.PA.» di Roè Volciano, la casa
madre, è già leader da decenni.
In estrema sintesi, questo è un laboratorio di idee nel quale uno studio di archi-
tettura, un decoratore di interni o anche un
privato interessato a una ristrutturazione
o a una trasformazione edilizia (con le
idee abbastanza chiare e alla ricerca di
cose molto speciali) possono trovare tante,
tantissime risposte per rendere unica una
residenza.
Non si tratta di retorica pubblicitaria,
ma di un vero stupore che si alimenta in
ogni angolo di «ArtbyRipa»; davanti a spettacolari resine che inglobano foglie (vere) o
L’AZIENDA BRESCIANA ALLA RICERCA CONTINUA
DI SOLUZIONI SPECIALI NEL CAMPO
DEI RIVESTIMENTI E DEI PAVIMENTI
fiori piuttosto che a bellissimi rivestimenti
di sassi colorati premontati su rete (che
tanto per esagerare possono inglobare
anche giade o ambre assolutamente autentiche); ammirando caleidoscopi di ardesia
o immaginando l’effetto di una parete con
inserti retroilluminati in pietre semipreziose; restando a bocca aperta davanti a
un termoconvettore che diventa un’opera
d’arte trasformandosi in una foglia metallica come di fronte a un box doccia in marmo
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ART BY RIPA
SHOWROOM: VIA OBERDAN 140, BRESCIA
CONTATTI: WWW.ARTBYRIPA.IT
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THE
PROJECT
SPETTACOLARI RESINE CHE INGLOBANO FOGLIE VERE,
RIVESTIMENTI DI SASSI COLORATI, CALEIDOSCOPI DI ARDESIA
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che si evolve in una scultura.
Uno dei cavalli di battaglia di questo
punto di vendita e soprattutto di consulenza è rappresentato dai mosaici: un
campionario impressionante che spazia dai
vetri colorati e cangianti alle pietre senza
tralasciare il legno, e che anche in questo
caso si declina in una serie infinita di colori
e forme possibili così come avviene nel
settore di quelle che altrove si chiamano
semplicemente «piastrelle».
Senza dimenticare che in via Oberdan
propongono persino rivestimenti murali in
pelle, vale la pena di gustare con gli occhi
l’effetto di superfici in gres rese iridescenti
dalla combinazione col metallo; oppure
l’infinita combinazione di colori e forme che
può assumere la rilettura moderna dell’antichissimo cocciopesto, capace di manifestarsi in una gamma che va dall’inserto
murale al piano di un tavolo. E inoltre c’è
l’effetto sorpresa di leggerissime piastrelle
made in Japan che, realizzate utilizzando
anche una pietra lavica, assorbono l’umidità
modulandola su livelli ottimali e si mangiano persino gli odori. Incredibile? Vedere per
credere.
Tra una proposta di «hammam» da
appartamento e una combinazione di
rubinetti e docce estratti direttamente dal
meglio del design, e continuando in quella
ricerca dell’esclusività grazie alla quale un
cliente può per esempio chiedere la messa
IL SEGRETO DELL’«ART HUNTER»
Il ruolo forse più importante tra quelli operativi in una struttura come quella della Torre Oberdan
è quello dell’«art hunter», ovvero dell’esperto che si sposta da una fiera all’altra, o che semplicemente percorre il mercato alla ricerca continua del materiale e del pezzo nuovo e unico. In effetti
l’eccezionale e insieme vastissimo campionario di «ArtbyRipa» è frutto proprio di questa costante ricerca che si abbina, ovviamente, a una profonda conoscenza dei prodotti. Ma non esiste solo la fase della «caccia».
Nello show room di via Oberdan 140 lavorano a una costante evoluzione dell’immagine e della filosofia («siamo nati da poco ma ci sentiamo sempre un po’ obsoleti», dicono) e operativamente parlando possono supportare ma anche gestire in proprio lo studio e la progettazione di proposte personalizzate; non solo inserendosi nella fase di
completamento, ma anche a partire dall’allestimento vero e proprio. I risultati raggiunti? Ottimi: «In poco più di un anno di attività - commentano in questa galleria della
bellezza - abbiamo trovato uno spazio nei maggiori studi tecnici di Brescia senza creare concorrenza ma attuando una simbiosi».
in opera di pochi metri quadri di piastrelle
uniche fatte a mano, «ArtbyRipa» dà spazio
anche alla creatività pura. Lo fa offrendo
una vetrina ai pezzi firmati da artigiani che
è difficile non definire scultori o designer, e
che rientrano perfettamente in quella cornice di suggestione che lo showroom della
Torre Oberdan sa offrire anche quando è...
chiuso, grazie alla bellezza del contenitore e a un sapiente gioco di illuminazione
notturna.
L’EFFETTO SORPRESA DELLE LEGGERISSIME
PIASTRELLE MADE IN JAPAN CHE
ASSORBONO L’UMIDITÀ E SI «MANGIANO»
PERSINO GLI ODORI
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THE
PROJECT
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VALLONCINI L’«ACCADEMIA»
PAOLO BALDI
Si fa presto a dire giardino. Uno spazio
verde può restare anonimo, privo di personalità, oppure trasformarsi in una celebrazione
del bello, in uno spazio attrezzato e godibile
capace di fondere divertimento, relax e
persino meditazione; seguendo una scala di
arricchimento che non ha quasi limiti. E se
siete interessati a questo tipo di approccio,
non dovete far altro che visitare lo show
room meglio attrezzato del Bresciano: «Valloncini living your time» vi aspetta a Torbiato
DEL GIARDINO
di Adro, al 30 di via Principe Umberto.
In questa accademia dell’allestimento di esterni che spunta nel mezzo della
Franciacorta si possono trovare soluzioni e
idee, e soprattutto assistenza continua, per
riempire con l’eleganza e l’innovazione il
proprio pezzo di natura urbana, scegliendo
le più esclusive proposte del mercato per un
approccio totale all’organizzazione del verde:
dalle piscine più strepitose ai tagliaerba robotizzati, passando per gazebo da copertina
e per i migliori giochi da esterni.
«Valloncini living your time» rappresenta
oggi l’evoluzione di un progetto imprenditoriale avviato mezzo secolo fa, e analizzando
i cinque settori operativi (piscine, arredi, gazebo, pergole e domotica applicata al giardino), probabilmente la palma dell’esclusività
va assegnata al mondo dell’acqua. In questo
ambito, infatti, l’azienda installa (e segue
costantemente) vasche tradizionali in scavo
e fuori terra e impianti per l’idromassaggio
VALLONCINI
SEDE: VIA PRINCIPE UMBERTO 30, TORBIATO DI ADRO (BS)
CONTATTI: T. 030.7356325 F. 030.7457714
[email protected] WWW.VALLONCINI.IT
GAZEBO,
VASCHE IDROMASSAGGIO
PER ESTERNI,
MOBILI E PERGOLE:
LE PROPOSTE PIÙ ESCLUSIVE
DEL MERCATO
per ogni esigenza, ma propone anche una
rilettura del tema fortemente innovativa: con
Valloncini la piscina può diventare un lago,
un pezzo armonico di paesaggio.
L’azienda di Torbiato di Adro è infatti distributore e installatore esclusivo per il Bresciano del marchio «Piscine Biodesign»: un
insieme di soluzioni tecnologiche grazie alle
quali è possibile creare forme e dimensioni a
piacere, trasformando ogni realizzazione in
un pezzo unico.
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THE
PROJECT
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L’AZIENDA DI TORBIATO DI ADRO OFFRE SOLUZIONI
PER TUTTI E ASSISTENZA CONTINUA
Per capire come funziona bisogna
abbandonare l’abitudine alle pareti ortogonali, e immaginare uno scavo realizzato su
un’idea personale di forma e poi rivestito con
un «foglio» impermeabilizzante sul quale
si spalma un rivestimento fatto di pietre
naturali consolidate con resine trasparenti:
piani di calpestio in sabbia di marmo e pareti
in ciottolo danno vita ad un «effetto laguna»
strepitoso, e inserito nel giusto contesto
botanico, il luogo dell’acqua può essere al
tempo stesso uno spazio per nuotare e uno
sfondo per la meditazione.
Tecnicamente parlando, poi, queste
particolari strutture offrono alcuni vantaggi.
Il contatto diretto col terreno, innanzitutto, innalza la temperatura allungando
la stagionalità. E poi ci sono i sistemi di
depurazione: l’ecologica anche se complessa
fitodepurazione, l’elettrolisi al sale e i raggi
Uv; tutti liberi dai fastidi del cloro disciolto.
Infine, paesisticamente parlando, provate a
immaginare la magia di una piscina senza
teloni che in inverno si trasforma in uno
stagno ghiacciato.
Il materiale per sognare non manca; ma
non è ancora finita. Il giardino è un luogo
per rilassarsi, parlare e magari mangiare.
E allora Valloncini propone tavoli, poltrone,
divani e lettini da esposizione realizzando i
quali gli inventori della linea «King collection» hanno saputo estrarre il meglio da
giunco, rattan e legno. E per sole e pioggia
la risposta arriva dai fantastici gazebo
del marchio «Unosider», quinte da sogno
che sembrano rubate da un ricevimento
reale, e dalle tende e dalle pergole mobili
di altissima qualità che «Pratic» inserisce
in strutture metalliche o di legno pregiato.
I trattamenti di cataforesi, zincatura e verniciatura con polveri epossidiche rendono
il prodotto particolarmente resistente agli
agenti esterni, garantendo la sua durata nel
tempo.
Insomma, si fa presto a dire giardino...
L’EFFETTO
LAGUNA
DELLE
«PISCINE
BIODESIGN»
AMBROGIO
IL ROBOT TOSAERBA
Se un giardino deve essere speciale deve avere una marcia in più anche nel campo della manutenzione. E cosa ci può essere di più chic di un tosaerba elettronico ipertecnologico che fa tutto da solo e
che ha il nome di un maggiordomo? Pensando a una clientela che cerca il massimo, «Valloncini living
your time» offre i servigi di «Ambrogio», un efficacissimo robot programmabile (e disponibile in una
articolata serie di modelli) che si ricarica da solo rientrando alla base (e alla presa di energia) ogni
volta che le batterie stanno per esaurirsi, e che tra le tante caratteristiche innovative possiede pure
quella di essere controllabile e programmabile via telefonino con la tecnologia «Blue tooth».
Ambrogio è silenziosissimo, impermeabile, «polverizza» l’erba azzerando la necessità di rimuovere la
parte tagliata, riesce a superare pendenze vicine ai 30° ed è persino dotato di un sistema di sicurezza
di «prossimità» che blocca la lama se una persona entra in contatto.
Dal massimo per il prato alla cura per il corpo: Valloncini propone e installa anche innovative saune
a infrarossi, che per le caratteristiche tecniche, ovvero per l’assenza del classico fornello e delle pietre da bagnare per produrre umidità, non necessitano di impianti di scarico e possono quindi essere
inserite ovunque. Una proposta salutistica preziosa per l’organismo, dato che gli infrarossi hanno un
positivo effetto stimolante sulla muscolatura, e interessante per l’ambiente grazie alla consistente
riduzione del consumo di energia.
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THE
PROJECT
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CHERUBINI
GROUP
Cherubini nasce come produttore e
rivenditore di arredi sul finire degli anni ’40.
La storica attività è andata via via sviluppandosi e ampliandosi fino a raggiungere le
attuali dimensioni, includendo diverse aree di
intervento e di servizio che vanno dalla progettazione alla realizzazione. La flessibilità
del gruppo di lavoro e la possibilità di seguire
tutto il progetto dall’interno, grazie anche
all’attività di falegnameria, rende CherubiniGroup un partner ideale per la realizzazione
clienti.
Le referenze parlano chiaro, lo stile
unico, morbido e curato, accompagnato da
competenza, disponibilità e costante ricerca,
fanno di Cherubini il partner ideale per tutto
ciò che riguarda gli spazi del vivere.
Tra le varie realtà che compongono il
gruppo spiccano:
CHERUBINI CONTRACT
Cherubini Contract nasce dall’idea di offrire agli architetti e ai progettisti un referente
DAL SALOTTO ALLA NAUTICA:
OPERAZIONE QUALITA’
di progetti «chiavi in mano». Una serie di
servizi realizzati all’interno dell’attività con
personale specializzato e aggiornato e con
la capacità di seguire e studiare le nuove
tendenze del mercato per riproporle ai propri
unico in grado di realizzare i loro progetti
«chiavi in mano». L’esperienza accumulata
negli anni, attraverso la collaborazione con
alcuni importanti marchi (Tim, Freddy, Ferrari, Montblanc, GetFit, Virgin) rende Cherubini
CHERUBINI GROUP
CONTATTI: VIA BRANZE 44 - BRESCIA T. 030.2019801
WWW. CHERUBINIGROUP.IT
UN REFERENTE
UNICO
IN GRADO DI
REALIZZARE
PROGETTI
«CHIAVI IN MANO»
Contract il partner ideale per ogni necessità.
CHERUBINI ARREDO
Cherubini Arredo è stata la prima storica attività della famiglia Cherubini. Nata sul finire degli
anni ’40 come falegnameria, ha seguito l’evolversi
del mercato proponendo alla propria clientela le
migliori firme del design italiano ed internazionale.
Si occupa principalmente dell’arredo di abitazioni
private ed uffici proponendo soluzioni in linea con
le ultime tendenze del mercato.
ACTIVITY
Activity nasce dall’unione di diverse esperienze
nell’ambito della progettazione e costruzione di
centri per il fitness e il wellness. General Contractor, la sua squadra, è in grado di seguire tutte le
fasi del progetto e la sua realizzazione. L’esperienza e la sua energia sono rivolte alla ricerca delle
soluzioni migliori per rendere vincente qualunque
idea imprenditoriale. Partendo dallo studio di fattibilità, e fino all’inaugurazione del Club, Activity è
presente per tutto il percorso cercando di risolvere
ogni problema e garantendo il rispetto assoluto di tempi con la massima qualità. Grazie alle
collaborazioni con importanti aziende, può mettere
a disposizione le migliori tecnologie sul mercato.
Le referenze (tra le altre GetFit e Virgin) sono un
esempio chiaro e inequivocabile della qualità e
della sicurezza garantite sia per tutto l’allestimento sia per singole parti del progetto (per esempio
arredi) sempre con particolare cura del dettaglio
anche per quanto riguarda progetti speciali o club
di lusso. Tra le ultime realizzazioni spiccano il
centro Virgin di Brescia FrecciaRossa e il centro
Prime di Bologna
EXTETA
Si occupa di arredi per esterno. Exteta, è un
sistema innovativo pensato per vestire e arredare l’esterno con la stessa cura riservata finora
solo all’interno. Exteta nasce dal design e dalla
lavorazione made in Italy, per portare all’esterno
la bellezza, la raffinatezza, l’originalità assoluta.
Exteta non nasce per una produzione in serie, ma
per una produzione artigianale, personalizzata su
misura dei desideri più belli.
FEEL3
Dall’unione di specialisti nell’integrazione
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THE
PROJECT
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DALLA
FALEGNAMERIA
DEGLI ANNI ’40
ALLE MIGLIORI
FIRME DEL DESIGN
ITALIANO ED
INTERNAZIONALE
tecnologica ed esperti di design nasce Feel3
per soddisfare una crescente richiesta del
mercato: avere un unico referente per tutto
ciò che riguarda gli impianti di sicurezza
(allarmi integrati), termico (riscaldamento
e raffrescamento), di controllo luci, audio,
video, e per dare la possibilità a tutti di creare
degli scenari personalizzati per rendere
più piacevole il nostro vivere quotidiano sia
nell’ambito domestico che in quello professionale (uffici, negozi, aziende...).
Feel3 fa della flessibilità e della personalizzazione di ogni progetto il suo punto di
forza. Si differenzia da chi propone prodotti
standard o monomarca e ricerca continuamente le migliori soluzioni in base alle
esigenze dei clienti in modo da rispondere
adeguatamente alle diverse richieste.
FORMAINDUSTRIA
FormaIndustria si occupa di riposizionamento di marca allo scopo di incrementare
il valore percepito dall’azienda interessata,
ponendosi i seguenti obbiettivi:
A - Attraverso lo sviluppo di prodotti e
comunicazione coerente, trasformare una
realtà produttiva in marchio riconosciuto.
B - Attraverso lo sviluppo di prodotti e
comunicazione coerente, definire un percorso
in grado di ri-posizionare l’azienda verso una
determinata fascia del mercato.
C - Sviluppare competenze professionali
il cui comune denominatore sia quello di
intendere l’azienda come strumento in grado
di produrre non solo valore economico ma
anche valore sociale e culturale.
D - Fare in modo che i successi professionali di FormaIndustria diventino volano per
uno sviluppo economico, culturale e sociale
dell’area geografica in cui essa opera.
INTRA
Nell’ottica imprenditoriale tesa a sviluppare sempre nuovi e vincenti prodotti, la Intra
Divisione Nautica entra a far parte del gruppo
per portare lo «stile Cherubini» anche in
ambito nautico e navale. Una nuova sfida che
testimonia la vitalità di CherubiniGroup.
QUALITÁ
L’esperienza data da anni di presenza sul mercato, la collaborazione con grandi architetti, la fiducia riposta in CherubiniGroup dai clienti sono garanzie inequivocabili della qualità offerta da tutte
le aziende del gruppo. Le referenze in Italia e all’estero, la costante crescita e l’affermazione in
nuove aree di mercato indicano chiaramente la soddisfazione data ai clienti da questa realtà.
RICERCA
UNA PRODUZIONE
ARTIGIANALE,
PERSONALIZZATA
SU MISURA DEI
DESIDERI PIÙ BELLI
L’importanza della ricerca di nuove soluzioni è per CherubiniGroup un punto fondamentale:
solo offrendo ai progettisti e ai loro clienti il meglio della tecnologia si può mirare al costante
miglioramento. Per questo abbiamo accettato la sfida creando un’unità specifica che si occupa
di integrare nei progetti le più moderne tecnologie, avviando strette collaborazioni con aziende
all’avanguardia nella ricerca di nuovi materiali e con l’Accademia Santa Giulia di Brescia.
TIMING
Il rispetto delle tempistiche è una caratteristica fondamentale per una realtà che si pone come
partner dei progettisti nella concretizzazione delle loro idee. Per questo CherubiniGroup assicura
la consegna nei tempi previsti garantendo la consueta qualità che contraddistingue l’azienda e
tutte le sue realizzazioni.
91
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THE
PROJECT
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TECNOLOGIE L’ALTERNATIVA MODERNA
MODERNE AL «SOLITO» MATTONE
PAOLO BALDI
«Tecnologie moderne»: un nome
commerciale perfetto per un’impresa
nata con lo scopo di offrire un’alternativa
efficace, leggera, modulabile e reinventabile, moderna appunto, alla «pesantezza»
e agli svantaggi energetici dell’edilizia
tradizionale. Il nome in questione, i creatori di questa realtà di idee e soluzioni
(che ha sede in via Manzoni a Flero, nella
zona industriale del paese dell’hinterland), l’hanno concepito quando nel 1987
hanno deciso di sperimentare la strada
tutta italiana dell’innovazione, inserendo
progetti e contenitori modulabili attorno a
materiali per l’isolamento termico e acustico che venivano già distribuiti da molto
tempo in questo stesso spazio.
E così, creata una nuova e diversa
società, la lana di vetro e di roccia targate
«Isover» hanno iniziato a vestirsi con calce idraulica e involucri in acciaio zincato,
e il cartongesso ad evolversi dal semplice concetto di parete per diventare una
materia prima da arredamento funzionale (e anche portante). E le esigenze di
sicurezza e comfort termoacustico hanno
L’INNOVATIVO
«SISTEMA A SECCO»
PERFETTO PER
OGNI SOLUZIONE
iniziato a sconfinare nella sperimentazione
e nell’invenzione architettonica.
In sintesi, quelli di «Tecnologie moderne» hanno ottimizzato l’esperienza
maturata nella gestione di materie prime
sostanzialmente eterne (e, se serve,
perfettamente riciclabili) per impiegarla
nella scienza e nell’arte del riempimento
funzionale e «bello» degli spazi. Di qualunque spazio.
Tecnicamente parlando, tutta la vasta
gamma di interventi che questa azienda è
in grado di offrire si può riassumere nella
definizione di «sistema a secco», ovvero
nella modulazione di qualsiasi ambiente, a
partire dalle strutture portanti e superando il vecchio concetto di «divisoria» in
laterizi. Il mattone pesa, non è plastico
e offre prestazioni scadenti dal punto di
vista dell’isolamento termico e acustico.
Le superfici e i volumi che «Tecnologie
moderne» può mettere in opera, invece,
hanno più di un valore aggiunto: la velocità
di allestimento, le elevatissime caratteristiche isolanti e la possibilità di «seguire»
i percorsi delle reti interne senza dover
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WWW.TECNOLOGIEMODERNE.COM
[email protected]
TECNOLOGIE MODERNE
SEDE: VIA ALESSANDRO MANZONI 5, FLERO
CONTATTI: T. 030.2681600 - 2680453 10
THE
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DAI CAPANNONI AI BAR, DALLE VILLE AGLI OSPEDALI:
TRA LE REALIZZAZIONI ANCHE LA «COMPARTIMENTAZIONE»
ANTINCENDIO DEL TEATRO GRANDE.
ricorrere a demolizioni e ricostruzioni.
Tutto ciò è applicabile davvero in ogni
contenitore: dal capannone a grezzo che
deve diventare uno spazio funzionale
all’edificio storico nel quale intervenire
per una ristrutturazione. E in effetti, tra
le numerosissime realizzazioni effettuate,
l’azienda di Flero può citare, ai due estremi, l’allestimento degli spazi di una realizzazione modernissima come la sede della
«Vigilanza Città di Brescia» ma anche la
«compartimentazione» antincendio di una
struttura secolare come il Teatro Grande.
Passando dai capannoni agli uffici,
dalle strutture ospedaliere alle ville dal
design modernissimo, dai centri direzionali ai bar, le risposte di questa impresa
sono totali e chiavi in mano. E se parlando
dell’interno degli spazi trattati potremmo sottolineare gli effetti straordinari
che si possono ottenere con materiali e
architetture che ottimizzano le temperature e «armonizzano» il rumore (con una
efficacia tale da rendere vivibili anche
spazi produttivi nei quali altrimenti ci
si spaccherebbero i timpani), passando
all’esterno, i «cappotti fibrosi» proposti
dall’azienda sono una soluzione perfetta,
ecologica (niente plastiche e niente acrilici) e totalmente traspirante per rispar-
miare energia ed eliminare qualsiasi fonte
di umidità in risalita.
La fetta di mercato più interessante
alla quale guardare ora? Negli uffici di
«Tecnologie moderne» indicano quell’immenso «magma» residenziale rappresentato da condomini grandi e piccoli realizzati nei decenni scorsi: decine di migliaia
di «scatole» inefficaci che disperdono
calore, conservano umidità e assorbono
rumore. Proprietari e amministratori alle
prese con una ristrutturazione devono
sapere che con le risorse esistenti, anche
una vecchia macchina inquinante può
diventare confortevole ed ecocompatibile.
MIRACOLI
DELLA TECNOLOGIA
Occupandosi di un nuovo insediamento
abitativo a Collebeato, «Tecnologie moderne» ha saputo perfezionare due villette da
esposizione: rientrano nella classe A della
severissima certificazione energetica «Casaclima», e all’interno regalano in inverno una
temperatura di 20° col riscaldamento spento.
Miracoli della tecnologia, che ormai sono
ben conosciuti dagli addetti ai lavori; meno, o
addirittura per niente, dai privati che pensano
a una ristrutturazione o a una costruzione ex
novo.
Ecco perchè a Flero hanno pensato di trasformare una parte della sede storica dell’azienda in uno show room molto speciale. E così,
mentre la società sta pensando di intraprendere anche la strada del «verde verticale»,
uno spettacolare ed energeticamente efficacissimo rivestimento botanico delle pareti
degli edifici, entro quest’anno si potrà fare un
salto in via Manzoni 5 e, visitando la palazzina
degli uffici e la parte produttiva trasformata,
vedere in diretta come un volume edilizio,
abitativo, direzionale o industriale che sia,
può diventare silenzioso, molto più leggero,
traspirante e a basso impatto ambientale.
L’AZIENDA DI FLERO
HA OTTIMIZZATO L’ESPERIENZA
MATURATA NELLA GESTIONE
DI MATERIE PRIME
SOSTANZIALMENTE ETERNE
PER IMPIEGARLA NELLA SCIENZA
E NELL’ARTE DEL RIEMPIMENTO
FUNZIONALE E «BELLO»
DEGLI SPAZI
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THE
PROJECT
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BROLI
E ASSOCIATI
DEXIA
LISA CESCO
Rispetto per l’ambiente, economicità,
zero emissioni nocive. Sulla nuova frontiera
delle energie rinnovabili si muove Broli &
Associati con la Dexia divisione energia, per
proporre alle aziende lo sviluppo di impianti
fotovoltaici - che permettono di trasformare
direttamente l’energia solare in energia elettrica - attraverso un servizio a 360 gradi.
che cura le relazioni industriali di Broli &
Associati. «Da qui è nata l’idea di diffondere
questa opportunità fra le imprese, creando
una rete che si fa carico di tutto il percorso
per il fotovoltaico: dal contratto, agli artigiani
che installano materialmente l’impianto,
dalle pratiche da avviare per chiedere le
agevolazioni, al finanziamento del progetto».
IL FOTOVOLTAICO «CHIAVI IN MANO»
«Con una apposita normativa del 2005,
poi migliorata dal decreto interministeriale
del 19 febbraio 2007, per chi installa un impianto fotovoltaico lo Stato dispone l’assegnazione di contributi che rendono a costo
zero l’investimento», spiega Simone Broli,
Grazie a Dexia Divisione Energia, realtà collegata alla rete di Broli & Associati, è possibile fornire al cliente un servizio che segue tutti
gli aspetti contrattuali, burocratici, finanziari,
operativi del fotovoltaico, offrendo l’impianto
«chiavi in mano».
BROLI & ASSOCIATI DEXIA
INDIRIZZO: VIA VERONICA GAMBARA 5, BRESCIA
CONTATTI: SIMONE BROLI
NUMERO VERDE: 800241822
PROGETTI IN CORSO: IMPIANTO FOTOVOLTAICO A TERRA DA 5 MW IN SICILIA
PROGETTISTA: DOTT. ING. SANDRO MARCHESI
UNA RETE
CHE SI FA CARICO
DI TUTTO
IL PERCORSO:
CONTRATTO,
INSTALLAZIONE,
PRATICHE PER
LE AGEVOLAZIONI,
FINANZIAMENTO
DEL PROGETTO
«Se osserviamo gli altri contesti europei,
come quello tedesco e quello spagnolo, risultano
evidenti gli investimenti notevoli operati sul fotovoltaico negli ultimi anni - spiega Broli -. In Italia
purtroppo siamo ancora indietro su questa frontiera, e a fare da freno è una riserva psicologica
e concettuale, non tanto la mancanza di lungimiranza o del coraggio di investire: il fotovoltaico è
un prodotto che non tutti conoscono, e si tende ad
essere guardinghi sulle “promesse” dello Stato».
Eppure la normativa italiana consente notevoli vantaggi, proponendo impianti fotovoltaici
«gratuiti» perché si ripagano da sé, grazie al risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica e agli
incentivi sull’energia pulita prodotta. «In sostanza
lo Stato premia il privato investitore (cittadino,
piccola impresa, industria) perché, credendo
nelle energie rinnovabili, favorisce la diffusione di
energia pulita com’è quella solare».
Forse non tutti sanno che per ogni kilowatt di
energia non pulita consumato dobbiamo pagare
una percentuale infinitesimale come contributo
perché stiamo usando energia che ha un impatto
ecologico negativo (percentuale che si ritrova con
una apposita voce nella bolletta dell’energia).
Tutti questi contributi vengono amministrati dal
Gestore dei Servizi Elettrici - GSE S.p.A., di cui
è azionista unico il Ministero dell’Economia e
Finanze, che opera d’intesa con il Ministero dello
Sviluppo Economico. La missione del GSE è quella di sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili
attraverso l’erogazione di incentivi per la produzione elettrica: proprio dalla «cassaforte» del
GSE escono i contributi per l’energia rinnovabile,
come quella prodotta con il fotovoltaico.
La filosofia seguita dalla normativa italiana è
chiara: non dare finanziamenti per l’installazione
dell’impianto, ma creare un circolo virtuoso di più
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L’IMPIANTO
SI AUTORIPAGA
NELL’ARCO
DI DIECI ANNI
ampio respiro, per cui al privato che si dota di fotovoltaico il GSE riconosce un contributo per ogni
kilowatt pulito prodotto, che viene misurato da un
apposito contatore prima di essere immesso nella
rete elettrica. Questo meccanismo di incentivazione degli impianti fotovoltaici si chiama «Conto
Energia», e remunera con un apposito contributo
incentivante (che può variare da 0,36 a 0,60 euro
al kilowatt a seconda della taglia degli impianti e
del grado di integrazione architettonica) l’energia
elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici per un
periodo di 20 anni dall’installazione.
In secondo luogo, un altro ricavo è dato dalla
stessa energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico, che viene immessa nella rete
elettrica condivisa e viene rimborsata al proprietario dell’impianto dal GSE basandosi sul costo
dell’energia elettrica del momento (per cui se si
produce tanta energia quanta se ne consuma,
il risultato è la «bolletta zero» perché i costi si
annullano).
In più, per i titolari di impianto fotovoltaico
classificati come «autoproduttori», perché non
consumano sul posto ma vendono l’energia
realizzata con pannelli solari, è riconosciuto un ulteriore premio del 5 per cento sul contributo dato
dallo Stato. Schematicamente, infatti, le categorie
di utilizzo degli impianti fotovoltaici vengono classificate come «autoconsumo» (impianti massimo
da 20 kilowatt, installati di solito da privati cittadini, in cui l’energia prodotta copre il fabbisogno
energetico dell’utente), «scambio sul posto» (che
consente, in particolare alle imprese, di realizzare
un saldo annuo tra l’energia elettrica immessa
in rete dall’impianto di massimo 200 kilowatt e
l’energia elettrica prelevata dalla rete), «autoproduttore» (che non consuma sul posto ma vende
l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico
Broli & Associati è mandataria di Dexia Divisione Energia, azienda con sede a
Firenze e uffici in tutta Italia, che lavora sul mercato dell’energia solare occupan-
UNA MENTALITÀ ECOLOGICA
RESPONSABILE E INTELLIGENTE
dosi in particolare della fornitura di soluzioni «chiavi in mano» per l’installazione
di impianti fotovoltaici sia per utenze domestiche che per industrie o istituzioni
(seguendo le fasi di consulenza, progettazione, installazione, assistenza).
Obiettivo aziendale è quello di contribuire allo sviluppo di una mentalità ecologica,
responsabile e intelligente, attraverso l’utilizzo diffuso di energia pulita e inesauribile come quella solare.
Dexia Divisione Energia è distributore ufficiale dei pannelli solari Sunowe, e offre
una gamma completa di moduli monocristallini ad alto rendimento, concepiti per
una lunga durata e per la massima affidabilità in qualsiasi situazione ambientale
(i pannelli così realizzati sono stati oggetto di test tecnici di affidabilità e rendimento condotti dall’Istituto di tecnologie avanzate per l’energia del CNR).
LA NUOVA FRONTIERA DELLE ENERGIE RINNOVABILI
UN SERVIZIO «GLOBALE»
Organizzata in rete per offrire un ventaglio di servizi professionali al mondo
dell’impresa, Broli & Associati è una realtà apprezzata sul panorama territoriale,
che si distingue per l’attività di consulenza e assistenza proposta in diversi ambiti.
Consulenza su contributi e agevolazioni, finanza d’impresa, consulenza bancaria,
fiscale, gestionale, assicurativa, immobiliare, leasing e mutui, merger & acquisition sono i servizi chiave su cui si articola l’attività di Broli & Associati, che punta
ad offrire alle aziende un approccio «globale», che tiene conto delle specificità del
singolo cliente trovando soluzioni calibrate sulle esigenze imprenditoriali.
La filosofia operativa del gruppo, che ha sede nel cuore di Brescia, in via Gambara
5, si basa sulla massima specializzazione dei servizi offerti e sull’attenzione nella
cura delle pubbliche relazioni, che consentono di conoscere approfonditamente le
aziende e i loro processi per rispondere appieno alle necessità del cliente con una
soddisfazione elevata.
che può superare i 200 kilowatt), «produttore» (le
officine elettriche che hanno come scopo proprio
quello di produrre e vendere energia).
«Il privato che investe sul fotovoltaico ha
tutte le garanzie, perché l’impianto si autoripaga
nell’arco di dieci anni, grazie all’energia prodotta
e agli incentivi statali. Dopo il ritorno del capitale
investito, per tutti gli anni successivi l’impianto assicura un guadagno», dice Broli, ricordando anche
i vantaggi di un sistema di produzione energetica
eco-friendly, che recepisce i dettami del protocollo
di Kyoto ed è in linea con le priorità di rispetto
dell’ambiente.
La tecnologia fotovoltaica, sfruttando l’energia
solare, assicura infatti l’assenza di qualsiasi tipo
di emissione inquinante durante il funzionamento
dell’impianto, il risparmio dei combustibili fossili,
la massima affidabilità, abbinati a costi di esercizio e manutenzione ridotti.
99
12
THE
PROJECT
100
BUIZZA
IMMOBILIARE
LISA CESCO
Strategica nella posizione, funzionale
nella concezione degli ambienti di vita,
esclusiva sotto il profilo della riservatezza,
del comfort e dell’eco-compatibilità. La
casa del terzo millennio impone requisiti
che sappiano distinguersi, ed è su questa
intuizione che è nato il progetto immobiliare
in via Vantini, in città, proprio ai confini con il
Comparto Milano.
L’intervento si concentra su un’area di
quasi 4 mila metri quadrati, racchiusa fra via
Vantini e via Franchi, e prevede la realiz-
LA CASA DEL
TERZO MILLENNIO
zazione di tre lotti con finalità residenziale
e terziaria: una palazzina - il Commercial
Space - destinata ad uffici e attività commerciali, un palazzo, “Terrazze al sole”, con
appartamenti per le più diverse esigenze,
due ville singole indipendenti, denominate
“Ville Garden”.
L’intervento è promosso dalla società
Vantini immobiliare, che fa parte del gruppo
Taini (recente acquirente della società Basileus che sta realizzando il Comparto Milano e
ha iniziato i lavori per il Museo dell’industria
e del lavoro che nascerà in zona). Il braccio
operativo è rappresentato da A&A costruzioni
Srl, che è la società general contractor impegnata nella realizzazione “chiavi in mano”
del complesso immobiliare di via Vantini. A
curare l’attività di commercializzazione degli
immobili è Buizza & Associati immobiliare. La
consegna delle unità abitative e commerciali
avverrà entro aprile del 2010.
«Questo progetto è la prima espressione
concreta delle destinazioni abitative della
città del terzo millennio: il centro storico si è
BUIZZA & ASSOCIATI IMMOBILIARE
SEDE: VIA FRATELLI UGONI 13, BRESCIA
CONTATTI: T. 030.40444 F. 030.291500 WWW.BUIZZAASSOCIATI.IT
IL PROGETTO IMMOBILIARE DI VIA VANTINI:
TRE LOTTI CON FINALITÀ
RESIDENZIALE E TERZIARIA
ormai dilatato verso le zone confinanti come
il Comparto Milano, destinato ad acquisire
una centralità di tipo sociale, commerciale
e amministrativo», dice Daniele Buizza di
Buizza & Associati Immobiliare. «In questa
prospettiva, il progetto immobiliare su
via Vantini rappresenta l’unico intervento
importante a ridosso del centro storico, in un
sito che gode di una posizione straordinaria
dal punto di vista logistico: in un attimo si è
sulle quattro direttrici cardinali della città,
il centro storico è al di là della strada, si è
vicini al ring e alla stazione, ma soprattutto
nel cuore della città del futuro, di cui il Comparto Milano - e non più Brescia Due - sarà
il quartiere più importante, perché accoglierà gli edifici più innovativi dal punto di vista
architettonico di tutta la città, sull’onda di
una nuova tendenza del costruire».
Oltre alla centralità della posizione
abbinata al pregio di un’area residenziale
riparata dal traffico, uno dei punti di forza
del progetto sta nella scelta di disposizione
degli immobili, affacciando sul fronte strada
il Commercial Space (che è già stato venduto), per valorizzarne la visibilità e l’impatto
con il contesto esterno. Nella parte interna,
invece, protetta da un ampio giardino privato
di 1200 metri quadrati e da una barriera
verde di alberi ad alto fusto che riparano le
abitazioni dal contesto urbano circostante,
sorgono il palazzo “Terrazze al sole”, che si
estende su cinque piani più attici, e le due
ville. La disposizione abitativa è stata studiata per assicurare sicurezza, discrezione
e rispetto della privacy, abbinati a soluzioni
101
INVESTIRE PER
LA QUALITÀ DELLA VITA
12
THE
PROJECT
«Gli investimenti più sicuri in questo momento? Quelli immobiliari».
Non ha dubbi in proposito Daniele Buizza di Buizza & Associati immobiliare, realtà attiva sul mercato da più di trent’anni.
«Il mercato, in questa fase di rallentamento dopo i crolli di borsa di
dicembre-gennaio, offre delle significative opportunità - spiega -. Investire adesso significa cogliere il momento in cui i prezzi sono ancora
bassi (sapendo che sono destinati in futuro ad aumentare), puntando su
un progetto, come quello della casa, che offre solidità, certezza e immobilismo della rendita, non essendo volatile».
Il ragionamento che dovrebbe guidare gli acquirenti è quello secondo cui investire per la qualità della vita non ha
prezzo, soprattutto se si tratta di una casa destinata a diventare la propria abitazione. «Il primo risparmio non sta
solo in “quanto” guadagnerò nell’investimento immobiliare, ma in “come” vivrò». Del resto lo diceva già Heidegger,
che per l’uomo l’essenza dell’abitare è tratto fondamentale dell’essere.
102
UN COMMERCIAL SPACE,
IL PALAZZO “TERRAZZE AL SOLE”
E DUE “VILLE GARDEN”
innovative per garantire la migliore vivibilità
degli ambienti.
Elemento distintivo e qualificante del
palazzo sono le terrazze ampiamente abitabili, meglio definite come logge-terrazze,
con estensione che varia dai 10 ai 22 metri
quadrati, secondo una logica progettuale
che viene esaltata al massimo negli attici,
la cui superficie si dilata ulteriormente.
L’edificio si articola in 20 appartamenti di
diversa tipologia, dal trilocale piccolo fino al
quadrilocale, con la possibilità di richiedere
anche plurilocali, grazie all’integrazione dei
moduli-base su cui sono organizzate le unità
abitative, per rispondere alle esigenze di
famiglie così come di coppie o di singles.
La filosofia con cui è stato concepito l’immobile, progettato dall’architetto
Luigi Serboli dello studio Boschi+Serboli, è
portata al pragmatismo e alla concretezza,
per proporre una casa “che guarda avanti”,
dove comodità e funzionalità sono requisiti
prioritari, insieme alla qualità e alle tecnologie costruttive d’avanguardia: niente spazi
sacrificati, metrature maggiori dedicate alle
stanze più vissute, disimpegni studiati per
assicurare praticità portando via il minor
spazio possibile, doppi servizi, ricerca del
dettaglio come l’armadiatura già predisposta per l’aria condizionata, la possibilità di
impianto di irrigazione per le logge, o le
ante esterne a scorrimento che connotano
l’edificio per i volumi puliti.
Le due ville unifamiliari (una delle quali
è già stata acquistata), progettate dall’architetto Francesco Bardelli, si sviluppano su tre
livelli (interrato, terra e primo piano) secondo un’impostazione più contemporanea, con
volumi a sbalzo definiti strutturalmente, una
Alto rendimento energetico e rispetto dell’ambiente: è questa la marcia in più del progetto immobiliare di via Vantini, inquadrato
nella classe energetica A in base alla normativa della Regione Lombardia.
Le abitazioni del palazzo “Terrazze al sole” sono costruite con isolamento termico secondo il risparmio energetico della casa
clima: i pannelli fotovoltaici consentono un risparmio per l’energia delle parti comuni, mentre il sistema di pannelli solari garantisce la fornitura del 50 per cento dell’acqua calda domestica, con - in entrambi i casi - un notevole risparmio economico sulla
bolletta.
Una cura speciale è stata posta, oltre che nell’isolamento termico a “cappotto”, anche nell’isolamento acustico, per assicurare a ciascun appartamento privacy e comfort abitativo, grazie a un piano particolareggiato che punta su un uso attento dei
materiali e su serramenti studiati appositamente per non far entrare il rumore. A
isolare ulteriormente l’ambiente di vita è la scelta del riscaldamento a pavimento per
le abitazioni, tutte realizzate secondo i più avanzati criteri antisismici.
UN PROGETTO
DI “CLASSE A”
DANIELE BUIZZA: “E’ L’UNICO INTERVENTI IMPORTANTE
A RIDOSSO DEL CENTRO STORICO, IN UNA POSIZIONE
STRAORDINARIA DAL PUNTO DI VISTA LOGISTICO”
zona giorno a tutta altezza che assorbe due
livelli abitativi e una importante scala con
balconata per accedere alla zona notte.
Per l’edificio commerciale, invece, si è
scelto di lavorare su volumi precisi e stereometrici, con l’impiego a “faccia vista” di
superficie in calcestruzzo e la messa in opera di procedure costruttive sofisticate grazie
alla collaborazione con la società tedesca
Hünnebeck, la stessa che sta cooperando
con il gruppo Astaldi per la realizzazione del
metrobus.
«Particolare attenzione è stata prestata
sotto il profilo del risparmio energetico spiega l’ingegnere Davide Cinelli, responsabile di commessa che gestisce il cantiere per
A&A costruzioni -. Gli immobili sono dotati
di pannelli fotovoltaici e pannelli solari per
produrre energia a beneficio delle abitazioni
(posizionati sulle coperture per renderli
invisibili dal basso), e sono ricoperti da uno
speciale cappotto di 8 cm per minimizzare la
dispersione termica e assicurare il maggiore
isolamento». «Grazie a queste peculiarità
gli immobili sono classificati in “classe A”,
la più alta per quanto riguarda il massimo
dell’efficienza energetica con il minimo
impatto ambientale».
«Se le costruzioni del passato trascuravano gli aspetti di rispetto ambientale
e risparmio energetico, siamo oggi nel
momento più favorevole dal punto di vista
costruttivo, perché l’obiettivo prioritario è di
conservare e migliorare l’esistente - conclude Buizza -. Dove si lascia spazio al nuovo, è
d’obbligo costruire con precise caratteristiche di eco-sostenibilità: la tendenza futura
per i nuovi edifici sarà quella di avere tutti
una classificazione non inferiore alla “B”».
103
La Cucina
su Misura
S. Felice del Benaco (Bs) - Via Dietro Castello, 11 - Tel. 0365 62005 - Fax 0365 559066
MOSTRE
HA ESPOSTO IN NUMEROSE SEDI, SIA IN ITALIA SIA ALL’ESTERO,
E I SUOI LAVORI SONO PRESENTI IN IMPORTANTI COLLEZIONI
PRIVATE E MUSEALI. TUTTA LA SUA OPERA È ANCHE UNA
RIFLESSIONE FILOSOFICA SULL’ARTE. UNA RIFLESSIONE
NON ASTRATTA, MA ATTUATA NELL’ESECUZIONE DELL’OPERA.
DISEGNATORE SENZA LIMITI, INTERRUZIONI O MEDIAZIONI,
DONZELLI È AUTORE DI UNA SERIE DI PERFORMANCE DAL TITOLO
“MACCHINA DEI DISEGNI”, DI VIDEO-DISEGNI, DI DISEGNI DI
VETRO, FINO AI CANGIANTI “MIRRORS” CHE CON LA LORO
SUPERFICIE SEMPRE MUTEVOLE OFFRONO ALLO SPETTATORE
DIFFERENTI PUNTI DI VISTA DELL’OPERA.
TRA LE SUE PERSONALI PIÙ RECENTI: 2007 “MIRRORS”, MASSIMO
MININI, BRESCIA / 2006 “MIRROR”, 41ARTECONTEMPORANEA, TORINO / 2005 “ON THE VERGE OF BECOMIN”, GALLERIA BULLSEYE,
PORTLAND OR, USA / 2004 “LO SPETTACOLO DI NIENTE”, GALLERIA CATERINA TOGNON (BERGAMO); “IL CONTORNO DELLE COSE”,
RASSEGNA LA NOTTE DEI MUSEI; A CURA DI PAOLA TOGNON,
GAMEC BERGAMO. DONZELLI HA INOLTRE ESPOSTO
AL BIENNAL SYMPOSIUM FOR EUROPEAN CONTEMPORANY
GLASS, BORNHOLM, (DANIMARCA) E PRESSO NUMEROSE
GALLERIE TRA LE QUALI GALLERIA GIAN FERRARI,
LA NUOVA PESA, NEON>CAMPOBASE, KINTER (STOCCARDA).
TRA I CURATORI CHE HANNO SEGUITO IL SUO LAVORO:
LUCA BEATRICE, VITO CALABRETTA, ANNETTE DIXON,
RACHELE FERRARIO, LUIGI FICACCI, MAURO PANZERA,
MARIA PEROSINO, ROBERTO PINTO, FRANCESCO POLI,
FRANCESCO TEDESCHI, PAOLA TOGNON, TOMMASO TRINI.
MAURIZIO DONZELLI
LA NATURA DELLE COSE
lavoro estesa ai limiti della spazialità. I colori soavi, morbidi evocano le atmosfere frivole
degli affreschi veneziani sbiancati nel tempo
dalla salsedine, dalla luce e raccontano di un
sistema di idee stimolato dalle tracce che l’artista riscopre in un luogo segnato dalla proiezione di strutture passate. In questo lavoro
concepito come modulo di interazione i segni
invadono la stanza suggerendo un’atmosfera
assoluta e metafisica in grado di alterare il
processo percettivo in un sistema organizzato
da stimoli visivi. Il camminarci sopra acquista
un carattere liberatorio e sviluppa una concezione innovativa del disegno che l’artista utilizza per estendere i limiti della spazialità. Il
titolo scelto per l’intervento è La natura delle
cose, titolo che evoca il testo di Michel Foucault La memoire des choses sottolineando
l’indagine di definizione del luogo inteso come
attento studio della vita quotidiana e dei suoi
gesti attraverso la memoria, la natura che è
l’essenza delle cose. I segni accostati si trasformano in tessitura, trama sottile attraverso la quale impercettibili presenze rivelano la
scansione di echi del passato, attraverso pieni
e vuoti di questa “gettata alla veneziana” che
rimanda alla concretezza dell’esperienza del
fare le cose. Lo spazio si trasforma lentamente in una sua nuova identità e nei frammenti
della memoria architettonica si scopre una
percezione individuale della natura delle cose.
Esperienza da non perdere.
A CURA DI FRANCESCO POLI
FINO AL 30 MAGGIO 2009
MARTEDÌ-SABATO 10-13 / 15-19.30
“LO SPAZIO SI TRASFORMA LENTAMENTE IN UNA SUA NUOVA IDENTITÀ
E NEI FRAMMENTI DELLA MEMORIA ARCHITETTONICA SI SCOPRE
UNA PERCEZIONE INDIVIDUALE DELLA NATURA DELLE COSE”
ELISABETTA BRESCIANI
FOTOGRAFIA DI FRANCESCO ALLEGRETTO
MAURIZIO DONZELLI
LA NATURA DELLE COSE
MAURIZIO DONZELLI (BRESCIA, 1959)
GALLERIA CATERINA TOGNON ARTE CONTEMPORANEA
PALAZZO DA PONTE
CALLE DEL DOSE (CAMPO SAN MAURIZIO)
SAN MARCO 2746, 30124 VENEZIA
TEL/FAX +39.0415207859
WWW.CATERINATOGNON.COM
Nella ricerca di Maurizio Donzelli il disegno e lo spazio architettonico si relazionano
coniugando elementi bidimensionali a quelli
tridimensionali. Per lo spazio espositivo del
settecentesco Palazzo Da Ponte, splendida
sede della Galleria Caterina Tognon Arte Contemporanea, l’artista bresciano ha progettato
una complessa installazione ricreando una
“pavimentazione a getto”, tipica dell’architettura storica veneziana, con più di trecento disegni su carta affiancati l’uno all’altro
sull’intera superficie del salone centrale. La
struttura dell’edificio acquista tramite l’intervento specifico una dimensione artificiale
caratterizzata da un’atmosfera di sospensione satura di silenzi. Segni, soggetti e riflessi
lagunari s’incrociano nello sguardo del spettatore, generando un’infinità di scambi possibili, mai identici. Decostruendo e ricostruendo
contemporaneamente la superficie del piano
nobile Donzelli ne accentua l’identità intesa
come spazio d’incontro invitando il visitatore
ad entrare nell’opera ad esplorare in ogni momento del percorso espositivo le abitudini del
passato, ad ascoltare le memorie del luogo
strutturato nel quale si inserisce la dimensione mediata dal tempo, dal vissuto. Il percorso considera il disegno come un assoluto
capace di muovere un processo mentale che
ci invita a farci creatori a nostra volta riallestendo lo spazio attraverso l’immaginazione
e l’ispirazione di un lavoro che nell’analisi del
luogo sussurra la mutabilità dell’architettura.
La carta e il colore, materiali caldi e raffinati,
sviluppano attraverso l’installazione per terra
una concezione del disegno architettonico,
dello schizzo preparatorio, della matrice di
105
In Ronco di Gussago
Villa Quadrifamiliare
Finiture di qualità
Alta insonorizzazione
Riscaldamento a pavimento
Disponibili:
Trilocali al 1° piano con attico e terrazza
Trilocali con giardino esclusivo
Possibilità di personalizzare gli interni durante l’esecuzione dei lavori
Via Stelvio, 22 - ROVATO (Bs) - Info: 030 2751794
MOSTRE
OGGETTI E PROGETTI ITALIANI,
FUORI DAL TEMPO, PER DARE UN FUTURO
AI BAMBINI DI FAVELA. IN UN PROGETTO
DI ENRICO BALERI E LUIGI BAROLI
zione della genialità italica applicata
soprattutto alla moda e al design.
Al di là dell’indiscusso valore estetico, si tratta di oggetti particolarmente
emblematici che, dalla loro nascita ad
oggi, sono presenti nel mercato internazionale e continuano a fare scuola in
tutto il mondo, come testi fondamentali e senza tempo di una cultura italiana
aperta all’incessante evoluzione della
99 ICONE
DA SEGNO A SOGNO
Coniugare storia, design e solidarietà. Questo l’obiettivo primario della
mostra «99 Icone. Da Segno a Sogno»
che si è chiusa nei giorni scorsi nei
suggestivi spazi del Coro delle Monache e delle Gallerie laterali del Museo
di Santa Giulia a Brescia.
Dopo il successo delle tappe di
Bergamo (GAMeC e Accademia Carrara, 1 dicembre 2007-30 marzo 2008) e
di Milano (Palazzo Reale, 18 aprile-11
maggio 2008), l’esposizione ha riunito
a Brescia 99 oggetti, che sono anche
Icone del Made in Italy, rappresentativi
di uno stile che ha reso celebre e inconfondibile in tutto il mondo il design
italiano e testimoni d’eccezione della
creatività, della ricerca e dell’innova-
contemporaneità; soluzioni originali
che la creatività e l’imprenditorialità
italiana hanno saputo dare a problemi
reali, e non gesti gratuiti del disegno;
veri e propri bestseller, entrati nell’immaginario e nell’uso collettivo non solo
come sinonimi di stile, ma anche come
rappresentanti per antonomasia di
alcune categorie di oggetti che fanno
parte del vivere quotidiano di tutti.
107
FATTI+PERSONE
LA FIAT 500 È STATA PROCLAMATA «2009 DESIGN CAR OF THE YEAR»
Gli organizzatori del premio lo hanno annunciato al New York International Auto
Show. Una giuria di 59 giornalisti provenienti da 25 Paesi di tutto il mondo ha selezionato 51 candidati, e tra questi sono state scelte le tre finaliste: la Fiat 500, le Citroen
C5 Sedan e C5 Tourer e la Jaguar XF. Fiat 500 si è aggiudicata il posto di vincitrice
assoluta dell`edizione di quest`anno.
«Il design italiano - ha commentato Roberto Giolito, responsabile dello Stile Fiat
- spesso ha anticipato le tendenze future nel mondo dell’automobile e i nostri ultimi
modelli, con la Fiat 500 in testa, rappresentano la “bellezza concreta”, una caratteristica che il mondo si aspetta da una vettura italiana».
ALLO SVIZZERO ZUMTHOR
IL PRITZKER 2009
OTTO ANNI DOPO JACQUES HERZOG &
PIERRE DE MEURON, L’OSCAR DELL’ARCHITETTURA TORNA IN SVIZZERA, E PER
ESSERE PIÙ PRECISI A BASILEA.
Il laureato del premio Pritzker 2009 è Peter
Zumthor, un architetto svizzero poco conosciuto,
che ha costruito poco e lontano dai riflettori, ma il
cui lavoro è di grande eleganza, dai tratti essenziali e ascetici.
Quest’anno il premio verrà consegnato a
Buenos Aires, in Argentina, il 29 maggio: a Zumthor, 65 anni, andranno 100mila dollari e la tradizionale medaglia in bronzo dell’Oscar dell’architettura.
La sua opera più famosa sono le Terme di
Vals, a Graubunden, in Svizzera, erette nel 1996.
Zumthor ha costruito i bagni, nel bel mezzo delle
Alpi, con lastre di quarzite che ricordano i mattoni
romani dell’antichità. Più recentemente, dobbiamo all’architetto nato a Basilea, ma poi stabilitosi
a Graubunden (tra St. Moritz e Davos) e quindi ad
Haldenstein (vicino a Chur), il Kolumba, il museo
dell’arcidiocesi di Colonia, in Germania, inaugurato nel 2007.
108
LA LUCE NELLA MANIGLIA
VINCE CONCORSO LIGHTING.
UNA PICCOLA LUCE INCORPORATA
NELLA MANIGLIA E ALIMENTATA
DALLA PRESSIONE DELLA MANO
che permette di vedere al buio il buco della serratura: è il progetto vincitore del concorso
«Lighting design» promosso dal Museo d’arte
contemporanea di Lissone. L’idea è di Marina
Lombardi. Al secondo e terzo posto, rispettivamente, il sistema di semafori modulari Agamennone di Tiziana De Angelis e il lampadario tecnologicamente variabile del duo francese David
Letellier e Anne Derian.
RENATO BRUNETTA DEBUTTA
NEL MONDO DEL DESIGN CON UNA SUA
LINEA DI ARREDAMENTO.
Renato Brunetta Il ministro dell’Innovazione
pubblica ha scelto il recente Salone del Mobile di
Milano per presentare i mobili che portano la sua
firma.
Brunetta ha creato una linea di arredamento
che ha chiamato «T.T.» composta di 5 pezzi realizzati in legno, metallo, pelle e cuoio: si tratta di
un tavolo con le sue sedie, di una chaise longue,
di una poltrona e di un divano a due posti. I mobili,
che ha progettato personalmente, verranno prodotti e distribuiti in Italia e all’estero dall’azienda
friulana «Midj».
Il ministro ha deciso di devolvere il ricavato
di questa sua passione all’Enaip, Ente nazionale
Acli per l’istruzione professionale, che metterà a
disposizione di giovani designer una o più borse di
studio per finanziare i progetti migliori.
DA PIANO A GEHRY CONTRO
IL PRINCIPE CARLO.
ALCUNI DEGLI ARCHITETTI PIÙ FAMOSI
DEL MONDO HANNO ACCUSATO
IL PRINCIPE CARLO DI AVER ABUSATO
DELLA SUA POSIZIONE PER IMPEDIRE LA
REALIZZAZIONE DI UN CONTROVERSO
PROGETTO DI RICHARD ROGERS
per la costruzione di un grande complesso
moderno nell’elegante quartiere di Chelsea, a
Londra.
In una lettera al Sunday Times, Renzo Piano,
Norman Foster, Zaha Hadid, Frank Gehry, Jacques Herzog e Pierre de Meuron hanno rivelato
che il principe è riuscito a convincere la famiglia
reale del Qatar, proprietaria del terreno, a rinunciare al monumentale edificio in vetro e acciaio
progettato da Rogers e ad optare invece per una
costruzione più tradizionale. Il nuovo complesso
sarebbe sorto accanto al Royal Hospital di Chelsea, un vecchio ospedale opera di Sir Christopher
Wren, e secondo l’erede al trono - che da tempo si
scaglia contro l’architettura odierna - una costruzione moderna si sarebbe integrata malissimo
con gli edifici circostanti.
A FOLIGNO LA PRIMA CHIESA DI FUKSAS.
È ALTA CIRCA 25 METRI E COSTITUITA DA
DUE PARALLELEPIPEDI INSERITI L’UNO
NELL’ALTRO, DI CUI UNO SOSPESO, LA
NUOVA CHIESA PROGETTATA DA MASSIMILIANO FUKSAS A FOLIGNO, LA PRIMA
MAI REALIZZATA DALL’ARCHITETTO.
«Non ho voluto realizzare un luogo di spettacolo, ma un edificio riconoscibile, che accogliesse
le persone», ha detto Fuksas.
La chiesa, commissionata dalla Conferenza
episcopale italiana e al centro di diverse critiche,
è dominata dalla luce che penetra dalle vetrate,
tagliate in modo geometrico, in modo sempre diverso con il trascorrere dei minuti. Il sagrato è in
lieve salita e chi entra è indotto istintivamente ad
alzare lo sguardo verso l’alto, per la presenza di
vetrate anche sul soffitto. Accanto alla chiesa c’è
un altro parallelepipedo, in forma bassa e allungata, che ospita sagrestia e casa canonica. Il costo complessivo dell’intervento è di circa 3 milioni
di euro (vanno aggiunti circa 600mila euro per le
opere d’arte). All’esterno della chiesa è stata posta una stele a forma di croce, disegnata da Enzo
Cucchi, alta oltre 13 metri.
Le «small entities», piccoli oggetti di design
per la cucina, tutti in melamina, disegnati da Marco
Maggioni e prodotti dall’italiana Mebel, entrano al
Moma di New York. Il prestigioso museo ha deciso
di esporre in forma permanente, nelle sue sale, tre
prodotti della linea lanciata per i 50 anni dell’azienda. In mostra il piatto per happy hour e sushi Entity3, il vassoio Entity6 e le ciotole Entity9.
ZAHA HADID A REGGIO CALABRIA.
IL CELEBRE ARCHITETTO ZAHA HADID
ED IL SUO SOCIO PATRICK
SCHUMACHER HANNO PRESENTATO
ALL’AMBASCIATA D’ITALIA A LONDRA
IL LORO AMBIZIOSO PROGETTO DA 100
MILIONI DI EURO PER UN GRANDE
EDIFICIO MULTIFUNZIONALE SUL
LUNGOMARE DI REGGIO CALABRIA.
L’edificio - che sorgerà su quello che un tempo era stato definito da D’Annunzio «il chilometro
più bello d’Italia» - servirà a dare un «segnale
forte di rinnovamento a Reggio Calabria», ha detto il sindaco della città, e ad inserirla nella mappa
delle città culturali del Mediterraneo.
Il progetto consiste nella realizzazione di due
edifici: il Museo del Mare - all’interno del quale
verranno ospitati i Bronzi di Riace, verrà costruita
una sezione dedicata ad uno dei reggini più famosi, Gianni Versace, e si potranno trovare una serie
di spazi espositivi, un acquario ed una biblioteca ed un centro multifunzionale con negozi, cinema,
auditorium e uffici.
La costruzione, ha spiegato la Hadid, sarà
una sorta di «paesaggio sull’acqua» che collegherà i due edifici e dove «l’esterno entrerà
nell’interno» con una serie di aperture e cortili
affacciati sull’acqua. Il design, ha spiegato il collega Schumacher illustrando i disegni, si ispira
alle forme organiche di una stella marina e privilegia forme «allungate, fluide ed astratte, con
superfici ondulate e concave e punti d’ingresso
spettacolari».
IL GARAGE D’ARTE
DI GIOVANNI CHINNICI.
SABATO 6 GIUGNO ALLE ORE 17.30
IN FRANCIACORTA INAUGURA IL SUO
NUOVO SPAZIO DI LAVORO L’ARTISTA
BRESCIANO GIOVANNI CHINNICI.
Con l’occasione saranno esposti disegni,
stampe, dipinti e ready made. Il «garage d’arte»
si trova in via Zamboni 1 a Passirano. Per informazioni 335.5903425.disposizione di giovani designer una o più borse di studio per finanziare i
progetti migliori.
IL RESTAURO DI FASANO
PREMIATO DALL’UNIONE EUROPEA.
UNA PICCOLA LUCE INCORPORATA
NELLA MANIGLIA E ALIMENTATA
DALLA PRESSIONE DELLA MANO
Il progetto di restauro della Chiesa dei santi
Faustino e Giovita di Fasano (Gardone Riviera),
danneggiata dal sisma del 24 novembre 2004,
ha vinto uno dei premi dell’Unione Europea per
il Patrimonio Culturale - Europa Nostra 2009, finanziati dal Programma Culturale della UE per
«promuovere la mobilità oltre-frontiera di persone e di idee, incoraggiando la circolazione transnazionale della produzione artistica e culturale
di buone pratiche e procedure eccellenti, alimentando il dialogo interculturale».
Il progetto, sostenuto da Italia Nostra, è stato selezionato fra 140 candidati provenienti da 24
Paesi europei. L’ambìto riconoscimento attribuito all’intervento di restauro che costituisce un
modello internazionale di ricostruzione filologica «com’era e dov’era» della volta della chiesa
(crollata sull’organo seicentesco e sulla cantoria
lignea) assume una particolare valenza alla luce
della problematica relativa ai danni causati ai beni
storico-architettonici dal terremoto che ha colpito
recentemente L’Aquila e traccia la suggestione di
un ideale filo rosso tra le «ferite» sanate sul lago
di Garda e quelle ancora aperte dell’Abruzzo.
FATTI+PERSONE
LE SMALL ENTITIES
AL MOMA
7MILA MIGLIA LONTANO.
IL 15 LUGLIO 2009 UN TEAM DI
OTTO PERSONE, TRA FOTOGRAFI E
VIDEOMAKER, PARTIRANNO DA
MYSORE IN INDIA A BORDO DI DUE
AUTOMOBILI AMBASSADOR E DUE
MOTO ROYAL ENFIELD
con l’obiettivo di riportare motociclette e
automobili in Italia per poi venderle in un’asta di
beneficenza e donare il ricavato all’associazione
Jyothi Nilaya durante la mostra-convegno organizzata con il Comune di Brescia per il ventennale dalla Convenzione internazionale sui diritti
dell’infanzia. Il viaggio li porterà ad attraversare
Paesi suggestivi e controversi, dall’India al Pakistan, dalla Turchia alla Bulgaria, dalla Serbia alla
Croazia, passando per la Bosnia Erzegovina, fino
ad arrivare in Italia alla fine di agosto. Durante il
viaggio ogni momento sarà documentato da scatti
fotografici e riprese video che verranno utilizzate
per la realizzazione di un libro fotografico e un
Dvd destinati alla vendita per finanziare i progetti
della Jyothi Nilaya.
7000 miglia lontano, più di 12.000 chilometri. E’ questa la distanza che separa i bambini
del centro Casa di Luce a Mysore in India dai loro
genitori adottivi dell’associazione Jyhoti Nilaya a
Brescia.
109
QUARTU
SANT’ELENA
(CAGLIARI)
ITALIA
CAPOGRUPPO: ARCH. PAOLO MESTRINER - STUDIOAZERO
PROGETTISTI: ING. ALESSANDRO GASPARINI, ARCH. ALESSANDRO CAVAGNINI, ING. ROBERTO ZANI,
ING. CARLA DUCOLI, ARCH. MATTEO BATTISTINI, ARCH. MARIA PINA USAI, ARCH. ALESSANDRO
VILLARICOMMITTENTE: A&G COSTRUZIONI S.R.L.
COLLABORATORI: CAROLINA ROVATI, CARLO LACONI, GIUSEPPE LUCCHESE, ANDREA RUGGERI
MODELLO: STEFANO ORIZIO, LUCA RIZZIERI
FOTOGRAFIE: ALESSANDRO VITALE
RENDERING: LYUBOMIR ILIEV
CONCORSO: LAST MINUTE 01
CAMPUS DI
ISTITUTI
SUPERIORI
110
1° Premio del Concorso Campus
di Istituti Superiori a Quartu Sant’Elena (Cagliari) al progetto dell’architetto
bresciano Paolo Mestriner nell’ambito
dei concorsi promossi dal Programma QualitEItalia 2008.2009 II Edizione.
Programma ideato dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali attraverso la
Direzione generale per la qualità la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee (PARC) e il Ministero
dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di diffondere lo strumento del concorso di progettazione come occasione
di confronto e garanzia per realizzare
opere pubbliche di qualità.
Con l’intento di conferire carattere
unitario e coeso al futuro complesso, la
proposta immagina un percorso continuo anulare lungo tutto il perimetro
del campus, a collegare le aree comuni
e gli impianti sportivi oggi separati. Il
progetto massimizza, inoltre, la presenza dei luoghi aperti attraverso la
concentrazione dell’edificato nella minor superficie di suolo possibile.
Una pelle nelle tonalità cromatiche
del grigio basalto riveste il monolitico
fronte esterno del nuovo Liceo artistico. Gli interni sono virati sul bianco,
a creare un’atmosfera accogliente.
Aperture statiche, di grandi dimensioni, caratterizzano gli ambienti delle
aule, mentre aperture dinamiche, di
grandezza ridotta, contraddistinguono
gli spazi di movimento come i corridoi
e i laboratori, pensati come luoghi di
incontro e riunioni.
Per quanto riguarda ledificio del
Liceo Scientifico Brotzu, la proposta
immagina di conservare l’esisten-
te volume a 4 piani, dedicandolo alle
sole aule, e di smantellare l’edificio
più basso, sostituendolo con un corpo
seminterrato ospitante i servizi usati
alternativamente dal liceo scientifico e
dal liceo artistico.
Un ponte pedonale in acciaio corten, ad elevata resistenza meccanica
e necessitante di poca manutenzione,
funge da collegamento tra il parcheggio ed il nuovo edificio del liceo artistico, attraversando le due sponde del
Campus.
MEDAGLIA D’ORO
ALL’ARCHITETTURA
ITALIANA LAST MINUTE 02
ne dei bambini si giustappone un corpo
di servizi e per la preparazione dei cibi.
Nella mensa una doppia parete vetrata vede la luce filtrata da uno
schermo di piante di bamboo.
La serigrafia esterna, integrata in una lastra doppia di vetro da 18
mm temperato e stratificato, evoca lo
schema del codice a barre.
La struttura in calcestruzzo armato e ferro è sovradimensionata al
fine di poter accogliere un possibile
sopralzo. Una sequenza di grosse travi a T sostiene alte travi ribassate che
scandiscono lo spazio interno.
Il bianco diviene colore dominante dello spazio interno contrappuntato
solo dal pavimento in rovere.Tutti gli
spazi sono trattati con un rivestimento
in cartongesso fonoassorbente.
PROGETTO: CAMILLO BOTTICINI
COLLABORATORI: PAOLA MARTINELLI, IGNAZIO MARCHETTI
PROGETTAZIONE STRUTTURALE: ING. FRANCO PALMIERI
PROGETTAZIONE IMPIANTISTICA: STUDIO BALZELLI
COMMITTENTE: COMUNE DI VILLAFRANCA
COSTO: 560.000 EURO
DATA DEL PROGETTO: 2005/2006
REALIZZAZIONE: 2007/2008
ridoio interno delle scuole medie.
Due rampe si appoggiano alla
struttura in acciaio che caratterizza il
volume in esterno collegando la quota
rialzata della mensa con il piano del
suolo esterno.
Due scale all’aperto tra loro contrapposte permettono l’accesso alla
sala ribassata destinata al pratica musicale.
Forte è il contrasto tra l’immaterialità dell’addizione e la corporeità
della struttura esistente.
Destinato a mensa scolastica al
primo livello e a sede della locale
banda musicale nell’interrato, l’architettura costruisce due spazi semplici,
unitari con particolare attenzione alle
condizioni climatiche e di luce.
Allo spazio destinato per la refezio-
III
EDIZIONE
MENZIONE D’ONORE – EDUCAZIONE alla mensa scolastica realizzata
dall’architetto bresciano Camillo Botticini a Villafranca (Verona) nell’ambito della terza edizione del Premio
“Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana”, evento con cadenza triennale che
intende promuovere e riflettere sulle
nuove e più interessanti opere costruite nel Paese e sui protagonisti che le
hanno rese possibili.
Ente promotore: Triennale di Milano - PARC, Direzione Generale per la
qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanea.
Un prisma elementare in vetro serigrafato si annette alla scuola media
di Dossobuono di Villafranca.
La connessione con la scuola esistente avviene per contatto con il cor-
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112
MAURO PINI È UN FOTOGRAFO CHE SI È FORMATO PRESSO L’ENAIP DI
BOTTICINO. IN SEGUITO HA INIZIATO LA COLLABORAZIONE CON DIVERSI
STUDI FOTOGRAFICI DELLA CITTÀ, MATURANDO ESPERIENZA IN VARI
SETTORI DELLA PROFESSIONE.
LAVORA NEL SETTORE EDITORIALE (TRA I SUOI SERVIZI SE NE SEGNALANO ALCUNI COMPARSI SU MOLTI NUMERI DI “AB. ATLANTE
BRESCIANO”, NONCHÉ SU “ELLE DECORE”, “MERIDIANI”, “IN VIAGGIO”,
“CASE & COUNTRY”, “CASAMICA”, “D LA REPUBBLICA DELLE DONNE”,
“GARDENIA”). COLLABORA INOLTRE CON VARIE AGENZIE PUBBLICITARIE
PER LA REALIZZAZIONE DI CATALOGHI, DEPLIANT E MONOGRAFIE DEL
SETTORE INDUSTRIALE E DEI SERVIZI (FRA QUESTE, “ASM. NOVANTANNI UN SECOLO” E “COGEME. LA SOCIETÀ DEI COMUNI NELLA VALLE DELL’OGLIO”).
WWW.MAUROPINI.COM
MAURO PINI
POZZO DI LUCE
SCATTO
D’ARTISTA