Atti Osceni

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Chi cerca un'iniezione di entusiasmo, coraggio e volontà è ben servito dal nuovo
gruppo de <La Sbanda> che ne ha vendere e che al suo debutto dimostra di avere
tutte le qualità per crescere.
di Enrico Bernard
Teatro Petrolini
la compagnia La Sbanda presenta
ATTI OSCENI IN LUOGO PUBBLICO
di ???
con
Anna Carmen Puglisi, Giorgia Montanari, Riccardo Crucianelli, Giorgio
Giovannini, Chiara Iuliucci, Davide Zurlo, Daniele Legnaioli, Roberto Maioiriello,
Luca Esposito.
adattamento e regia di
Daniele Legnaioli e Federico Zenini
Un fragoroso urlo alla papà Ubu, <Merda!>, esplode dietro il sipario
ancora chiuso e spaventa qualche spettatore ignaro delle tradizioni teatrali.
Qualcuno, più addentro alle consuetudini, tranquillizza un paio di signore più
anziane che si chiedono se qualcuno si è fatto male e se ci sarà lo spettacolo:
niente paura è solo l'urlo liberatorio - copiato anche dalle squadre di diversi
sport - con cui la compagnia si stringe prima di entrare in scena per esorcizzare
la sfortuna.
Questa per dirla tutta sul traboccante entusiasmo di un giovane gruppo
denominatosi <La Sbanda> che esordisce al Teatro Petrolini, al quartiere
Testaccio a Roma. Il luogo del debutto non è, almeno per me, privo di qualche
significato storico. A parte il nome del teatro intitolato al grande attore e autore
romano, siamo a pochi metri dal Teatro Vittoria in piazza Santa Maria
Ausiliatrice, fondato da un amico purtroppo scomparso qualche anno fa, Attilio
Corsini.
Correva l'anno 1977 o 1978 quando il mio "lector e critico", il
brillantissimo Luciano Lucignani, mi presentò come giovane autore di talento ad
Attilio (che allora aveva i capelli lunghi come me, poi negli anni anche per colpa
del <maledetto> teatro li abbiamo persi entrambi) col quale cominciai a fare
progetti e presi un'incazzatura quando, nel fondare in via Platone al Trionfale la
Compagnia degli Attori e Tecnici, l'Attiliaccio Corsini lasciò fuori gli autori, i
<dramaturg>, salvo una collaborazione <esterna> con Luciano Lucignani e, di
rimbalzo, con me.
Ciò nonostante, ricordo non senza rimpianto l'entusiasmo di quei giorni,
la forza di Attilio, le prime riunioni, le prime prove - il coraggio insomma di
lanciarsi in un'impresa bestiale, che avrebbe ucciso anche un toro, l'impresa di
fare teatro in un paese, allora culturalmente moribondo, ora sottoterra in tutti i
sensi, come il nostro. Per questo l'entusiasmo dei ragazzi della <Sbanda>, che
stanno per andare in scena al Petrolini e urlano <Merda!> a squarciagola, in un
certo senso mi solleva dal cupo pessimismo che, come una cappa di piombo,
percepisco distintamente nell'aria del nostro tempo. E mi dico: finché ci sono
entusiasmo e coraggio, c'è speranza. E c'è teatro.
I ragazzi della <Sbanda> meritano dunque di essere citati anzitutto per
nome: Anna Carmen Puglisi, Giorgia Montanari, Riccardo Crucianelli, Giorgio
Giovannini, Chiara Iuliucci, Davide Zurlo, Daniele Legnaioli, Roberto Maioiriello,
Luca Esposito. Un nutrito gruppo di appassionati e professionisti del teatro (si
nota qualche differenza nell'ensemble, ma non starò qui ad insistere perché non
è questo il punto) che con la collaborazione alla regia di Federico Zenini portano
in scena una sorta di libera riscrittura di alcuni atti teatrali del grande
drammaturgo inglese contemporaneo Alan Ayckbourne. Un altro "ricorso"
storico visto che il cavallo di battaglia della formazione "Attori e Tecnici" di
Attilio Corsini è stato per anni quel "Rumori fuori scena" del coetaneo e
connazionale di Ayckbourne, Michael Fryan.
Il titolo della piéce "Atti osceni in luogo pubblico" della nostra <Sbanda>
si richiama ad una commedia recente (2005) di Ayckbourne, "Private fears in
Public Places", ma in realtà, come si legge in un foglietto appeso in teatro (la
locandina non riporta il nome dell'autore del testo), abbiamo a che fare coi
cinque atti unici della raccolta "Confusions" - liberamente riadattati dal duo
Legnaioli-Zenini.
Gli attori sono bravi a sostenere il ritmo della drammaturgia di
Ayckbourne che ha - naturalmente, visto che è anche "baronetto" - uno stile
tipicamente anglosassone, una sorta di Pinter meno cerebrale. Stile che però
rivela pure un limite, almeno in questo caso: la situazione non impazzisce mai,
tutto resta nell'ambito del <qui pro quo>, del malinteso, della <freddura>, dei
tradimenti matrimoniali di cui resta flebile traccia in una sceneggiata
<paranapoletana> (tutto il mondo è paese) al ristorante della doppia coppia dei
fedifraghi davanti ad un non troppo interdetto cameriere (il bravo Davide Zurlo)
che fa il goldoniano (ahi, Aykbourne, quoque tu hai scopiazzato senza bissare
l'originale!) <servitore di due tavoli>. Ma lui, il cameriere - Truffaldino sì, ma
ovviamente all'inglese, perché a differenza di Goldoni non mette mano ai piatti -,
c'è abituato ai battibecchi: perbacco, siamo a Londra e le corna si discutono in
public a tavola, tanto tra moglie e marito al massimo vola qualche foglia di
insalata. Certo non mancano - e ci mancherebbe - la puntuale denuncia
dell'ipocrisia borghese, il quadretto da teatro dell'assurdo che porta
all'esplosione di finzioni e contraddizioni, di bugie e mezze verità, fino al
divertente finale dei personaggi che si comunicano a vicenda, parlandosi
addosso, il senso della solitudine in una società... eccetera eccetera. Ma le
magagne morali della società borghese inglese a noi ci fanno baffo, questa è la
verità, e casomai la Commedia all'Italiana ne ha dette di più sensate e di più
profonde dalla fine degli anni Cinquanta!
Sono comunque bravi, nelle varie scene e personaggi, Anna Carmen
Puglisi, Giorgia Montanari, Luca Esposito, Chiara Iuliucci mentre gli altri
componenti del gruppo seguono con entusiasmo e col cuore. Penso così di aver
assistito all'atto costitutivo di una compagnia che, se saprà trovare anche il
coraggio di scelte stilistiche - non si può fare il realismo senza i mezzi - e
drammaturgiche più originali e rispondenti alla <necessità di fare teatro, oggi>,
potrà dare qualche sorpresa.
Ma in conclusione devo ammettere di essere entrato in teatro col pessimo
umore causato da questi tempi bui e di esserne uscito, per la forza trasmessa dai
<ragazzacci> della <Sbanda>, come risollevato. E non è poco. Ed è tutto merito
loro, - non delle <freddure> del commediografo inglese che forse strappano
ancora il sorriso Oltremanica, ma che qui, coi comico-politici che ci ritroviamo,
non fanno tanto effetto. - Ma forse Aykbourne non ha visto la foto del suo Tony
Blair col nostro Capocomico nazionale armato di bandana! Fategliela vedere, per
il suo bene, al più presto.
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