Lenti a Contatto - Contact lenses
Dicembre 2009, volume XI, numero 3
Lenti a Contatto - Contact lenses
Dicembre 2009, volume XI, numero 3
Norman Bier
Luigi Lupelli, Robert Fletcher
La vita inizia con la presbiopia
Dimple Shah
Le tesi contattologiche
Marica Lava
Il Congresso RIOC
Laura Boccardo Contattologia: la formula vincente!
Laura Boccardo La sfida del 2010: i clienti evangelisti - Autogoverno e stili sociali
Seconda parte
Poste Italiane. Spedizione in a. p. - 70% - DC/DCI/VC nr 3 - 2009
Silva Tiranti
undicesimoanno
con il patrocinio di
Lenti a Contatto - Contact lenses
Dicembre 2009, volume XI, numero 3
Sommario
Articoli
Luigi Lupelli, Robert Fletcher
Norman Bier
Dimple Shah
La vita inizia con la presbiopia
Marica Lava
Le tesi contattologiche
Laura Boccardo Contattologia: la formula vincente!
Laura Boccardo pag. 3
pag. 6
pag. 15
pag. 20
Il CongressoRIOC
pag. 24
Silva Tiranti La sfida del 2010: i clienti evangelisti - Autogoverno e stili sociali Seconda parte
pag. 25
Rubriche
Fabrizio Zeri
Immagini di LAC
Luigi Lupelli
In libreria
Laura Boccardo
In Libreria - Novità Editoriali
ILLUMINAZIONE PARALLELEPIPEDA foto di Oscar De Bona
Laura Boccardo
pag. 28
pag. 29
pag. 30
Tips & Tricks
pag. 31
Note per gli autori
pag. 32
undicesimoanno
con il patrocinio di
Lenti a Contatto - Contact lenses
Dicembre 2009, volume XI, numero 3
Lenti a contatto
Contact lenses
Codirettori scientifici
L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma)
Comitato scientifico
L. Boccardo (Certaldo), M. Bovey (Palermo),
R. Fletcher (London), A. Fossetti (Firenze),
P. Gheller (Bologna), M. Lava (Roma), S. Lorè (Roma),
A. Madesani (Forte dei Marmi), S. Maffioletti (Bergamo),
L. Mannucci (Padova), U. Merlin (Rovigo),
M. Pastorelli (Novi Ligure), M. Rolando (Genova),
A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona),
L. Sorbara (Toronto), M. Zuppardo (Roma)
Ringraziamenti
Si ringraziano A.I.LAC e S.Opt.I.
per la collaborazione scientifica
Comitato editoriale
A. Calossi (Certaldo), O. De Bona (Marcon),
M. Lava (Roma), C. Masci (Roma), F. Zeri (Roma)
Segreteria
O. De Bona
via E. Mattei, 11 - 30020 Marcon (VE)
tel. 041.5939411
e-mail: [email protected]
Nome della rivista
LAC
Direttore responsabile
Marco Perini
Proprietario testata
BieBi Editrice
Editore
BieBi Editrice di Mauro Lampo
Via Losana, 4 - 13900 Biella
Tiratura
Quadrimestrale, 32 pagine
Tipografia
Arti Grafiche Biellesi
Via Biella, 58 - 13878 Candelo (BI)
Registrazione Tribunale
Biella, in data 6/5/99 al n. 487
Sped. gratuita
Numeri arretrati
Presso la segreteria
2
ARTICO L O
Norman
Bier
Il 27 ottobre 2009 scompare Norman Bier (Figura 1), uno dei fondatori della
contattologia moderna. I risultati delle sue ricerche cliniche fanno parte del
background culturale di ogni applicatore di lenti a contatto. Robert Fletcher,
Professore Emerito della City University di Londra, suo compagno di studi
universitari e amico per più di 60 anni, e Luigi Lupelli, Professore a contratto
dell’Università degli Studi Roma Tre, suo allievo ed amico, ne tracciano un
ricordo partendo dagli inizi della sua attività professionale.
Non solo chi come noi ha avuto il privilegio di conoscere Norman Bier personalmente ma anche chi solo si
è interessato di lenti a contatto ha la consapevolezza
che lo sviluppo storico delle lenti a contatto non sarebbe stata lo stesso senza di lui.
Nasce a Monaco di Baviera il 28 febbraio 1925 ma si
trasferisce nel Regno Unito nel 1938 per continuare
gli studi. In seguito viene raggiunto dalla famiglia
che fugge dalla persecuzione nazista. Dopo gli studi
al Northampton College of Advanced Technology, ora
City University, a Londra, Norman Bier entra nella professione optometrica nel 1942, in uno dei primi centri
di applicazione di lenti a contatto del Regno Unito. Lì
inizia ad interessarsi di contattologia sotto la guida di
Clifford Hall che, insieme a Frank Dickinson, scrisse il
primo libro europeo, in lingua inglese, dedicato esclusivamente a questo sorprendente mezzo di correzione
dei difetti visivi.
La sua genialità si esprime già nei primissimi anni della
sua attività. Infatti nel 1943, quando le uniche lenti a
contatto disponibili erano quelle sclerali in pMMA (oltre a quelle in vetro!) Bier ha l’intuizione che un piccolo
foro, in zona non ottica, poteva favorire il ricambio lacrimale e quindi l’ossigenazione della cornea. La richiesta di brevetto fu eseguita nel 1943 e quattro anni dopo
la ottenne con la denominazione “Improvements in contact lens for personal use” (Figura 2). C’è da dire che Bier
rese subito libero il brevetto per fare in modo che questa opportunità fosse subito utilizzata a beneficio dei,
pur pochi, portatori di lenti a contatto di quel periodo.
Presto fu evidente come anche soltanto un piccolo foro
poteva essere vitale per prevenire l’edema corneale e
quindi per incrementare drasticamente il numero delle
ore in cui le lenti a contatto potevano essere indossate
durante la giornata. Nella figura 3 un assortimento di
lenti a contatto sclerali utilizzato da Norman Bier.
Sempre in quel periodo Bier sviluppa l’idea di un set
di prova dedicato soltanto a verificare la relazione cor-
Figura 1
Norman Bier. La foto è stata scattata nel periodo in cui ha
svolto la sua attività di docente in Italia
nea-lente senza l’influenza della porzione sclerale. Nascono così le lenti FLOM (Fenestred Lenses for Optic
Measurement), praticamente delle lenti corneali, con
una piccola zona limbare, che avevano un diametro totale di circa 12 -13 mm.
Il suo interesse, successivamente, si concentra sulla geometria della superficie posteriore delle lenti a contat-
3
2009, vol. XI, n. 3
Norman Bier
Figura 3
Assortimento di lenti a contatto rigide sclerali posseduto da
Norman Bier. Donato a Luigi Lupelli nel 2002, al momento del
ritiro dalla sua attività clinica
Figura 2
Disegni esplicativi del brevetto per l’esecuzione di fori sulle
lenti a contatto sclerali in pMMA (1943)
Figura 4
Set di lenti a contatto corneali “Contour” del 1956. Donato a Luigi
Lupelli nel 2002, al momento del ritiro dalla sua attività clinica
to. Tutto ciò deriva dai suoi studi sulla topografia corneale eseguiti su modelli in gesso dell’occhio esterno
dei suoi pazienti. Prima progetta le sclerali denominate Transcurve, caratterizzate da una curva intermedia
tra quella corneale e quella sclerale e poi, nella metà
degli anni ’50, si fa promotore della tecnica dell’allineamento apicale che è tuttora la filosofia di applicazione
più praticata con le lenti corneali. Egli progetta, a tale
scopo, delle lenti a contatto bicurve e tricurve, denominate “Contour” o “Apical Clearance Lens” (Figura
4) aventi prevalentemente un diametro della zona ottica posteriore intorno a 6,50 mm.
La vitalità speculativa di Norman Bier trova sfogo in
altre intuizioni preziosissime per lo sviluppo delle lenti a contatto . Poco dopo la metà degli anni ‘50 progetta
il primo strumento, basato sul principio di Drysdale,
per misurare il raggio di curvatura delle lenti a contatto e poi un altro (Bier Radometer), che attraverso la
misura della profondità sagittale poteva fornire i valori dei raggi di curvatura delle lac.
Nel 1965 introduce la monovisione per la correzione
della presbiopia.
Dalla sua esperienza di “contattologo” nasce anche
l’esigenza di migliorare le richieste visive degli ipovedenti. In particolare progetta i primi sistemi telescopici
in cui l’oculare dell’obiettivo è la lente a contatto mentre
l’obiettivo è una lente per occhiali. Inoltre progetta dei
sistemi microscopici e telescopici, prodotti da Hamblin
(Londra), caratterizzati, a quel tempo, da un elevato tasso di accettazione da parte degli utenti per la loro leggerezza (i primi ad essere costruiti totalmente in plastica e
con superfici asferiche) e il loro impatto estetico.
4
ARTICO L O
Norman Bier
dati l’Honorary Doctor of Science rilasciato dalla City
University, Il BOA Research Medal nel 1960, il Grand
Honours dell’Eye Research Foundation. The Contact
Lens Society lo ha avuto come Presidente nel biennio
1955-56. È stato Visiting Professor nel College of Optometry della Ohio State University e nel College of Optometry della Ferris State University (Michigan) negli
USA. Oltre che negli USA ha svolto attività d’insegnamento in Scandinavia e anche in Italia presso l’Istituto Superiore di Optometria e Scienza della Visione di
Roma, con la direzione accademica del Professor Robert Fletcher della City University of London.
Ha svolto anche attività contattologica ospedaliera ed
in particolare al Manor House Hospital di Londra e in
varie strutture sanitarie in Israele come il St John Eye
Hospital e l’Hadassah Eye Hospital Contact Lens Baby
Clinic di Gerusalemme
A metà degli anni ‘90 ottiene un ulteriore titolo accademico, Master of Philosophy, presso la City University.
Nel Department of Optometry and Visual Science of City
University svolge anche attività d’insegnamento clinico.
Il legame con la City University (la sua Alma Mater),
viene ulteriormente suggellato, nel 2002, dall’istituzione del Museo Norman Bier, curato dal professor
Fletcher, formato da una preziosa collezione, unica nel
suo genere, delle lenti a contatto d’interesse storico,
ausili per ipovisione, protesi oculari e attrezzature utilizzate da Norman Bier.
Norman lascia la moglie Frieda, e quattro figli.
Saremo per sempre riconoscenti a Norman Bier esponente supremo della contattologia. E, per chi lo ha conosciuto, sa che l’Uomo è stato altrettanto grande.
Figura 5
Copertina di uno dei suoi libri sulle lenti a contatto scritto insieme all’optometrista statunitense Gerry Lowther
Bier s’interessa anche di lenti a contatto cosmetiche,
per il ripristino dell’aspetto di occhi sfigurati, e di protesi oculari supportato dalla vena artistica della moglie Frieda.
I suoi libri hanno avuto la caratteristica di aver posto
le basi cliniche e scientifiche delle discipline in cui ha
mostrato maggior interesse Nel 1953 pubblica la prima
edizione di Contact Lens Routine and Practice, seguita da
un’altra edizione nel 1957. Insieme a Gerald Lowther
pubblica Contact Lens Correction (Figura 5) nel 1977.
Il primo libro, pubblicato nel mondo, completamente
dedicato all’ipovisione, Correction of Sub Normal Vision,
è pubblicato da Bier nel 1960 a cui fa seguito un'altra
edizione dieci anni dopo.
Tra le numerose onorificenze accademiche vanno ricor-
5
2009, vol. XI, n. 3
La vita inizia
con la presbiopia
Dimple Shah
Professional Marketing Manager presso CIBA Vision UK
Tratto dal ciclo di conferenze Maintaining the Edge (CIBA Vision UK). Si ringrazia l'autore per la gentile
concessione a tradurre e pubblicare l’articolo.
Uno studio recente condotto in cinque paesi Europei ha rilevato che il 50% delle
donne che hanno superato i 40 anni sono convinte che le lenti a contatto avrebbero
un effetto positivo sulla loro qualità di vita, mentre il 41% sostiene che proverebbe
le lenti a contatto su proposta dell’ottico e il 22% afferma che le lenti a contatto
sarebbero la loro prima scelta per la correzione della vista1. Dimple Shah analizza
le alternative oggi disponibili per il trattamento della presbiopia e presenta le
nuove lenti AIR® OPTIX AQUA Multifocal.
presbiopia, monovisione, lenti multifocali, visione
simultanea
L’invecchiamento è un mega trend
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, la popolazione
residente nel Regno Unito è di quasi 61 milioni, il 48% dei
quali di età superiore ai 40 anni.
La fascia di età che aumenta più velocemente nella Regno
Unito è rappresentata dalle persone in età più avanzata2.
Nel 2007 l’età media era di 39 anni, in chiaro aumento
rispetto ai 37 anni del 1997.
Proprio ora stiamo superando la barriera dei 40 anni e,
secondo le previsioni dell’ufficio del governo che si occupa di consulenza attuariale, nel 2025 l’età media avrà
raggiunto i 43 anni3.
Questo farà aumentare significativamente la percentuale
di persone che necessitano di correzione per la presbiopia.
Le opportunità di mercato delle lenti a contatto per
la presbiopia
Senza considerare l’invecchiamento della popolazione
futura, l’attuale mercato delle lenti a contatto per la
correzione della presbiopia rimane quasi completamente inesplorato.
Attualmente si stima che il mercato dei presbiti sia pari al
66% della popolazione totale nel Regno Unito, Germania,
Italia e Francia. Nonostante ciò, le lenti a contatto multifocali costituiscono soltanto una media del 5%4.
Se consideriamo le lenti a contatto multifocali come una
parte del mercato totale delle lenti a contatto di ciascu-
6
no dei quattro paesi, esiste una notevole differenza, con
la Francia in testa con l’11% e il Regno Unito in coda
con solo il 3%4. Nonostante vi siano le potenzialità per
colmare il gap in questo mercato relativamente non
sfruttato, le vendite di lenti a contatto multifocali nel
Regno Unito negli ultimi anni non hanno praticamente
registrato variazioni5.
Come si può prevedere, la percentuale di persone che
necessitano di una correzione della vista aumenta in
modo significativo con la comparsa della presbiopia.
Tuttavia, è interessante notare che, con la comparsa della
presbiopia, la percentuale d’uso delle lenti a contatto in
realtà diminuisce. I pazienti iniziano ad abbandonare le
lenti a contatto, facendo così aumentare in modo significativo il gap nel mercato6 (Figura 1). Il tasso di drop-out
di lenti a contatto al comparire della presbiopia è il tasso
più elevato rispetto a qualsiasi altra fascia di età7.
Se fossimo in grado di evitare il drop-out delle lenti a
contatto, in modo tale da mantenere lo stesso numero di
Utilizzo di occhiali e lenti a contatto per età
percentuale - età (%)
PAROLE CHIAVE
Figura 1
Se da un lato la necessità di correzione aumenta al comparire della presbiopia, dall’altro l’uso delle lenti a contatto diminuisce 2,6
ARTICO L O
portatori di lenti a contatto anche dopo la comparsa della
presbiopia, significherebbe poter contare su tre milioni di
portatori di lenti in più solo nel Regno Unito.
Questo corrisponderebbe a una crescita del 32% del mercato globale dell’ottica. Per comprendere perchè il mercato delle lenti a contatto multifocali sia poco sviluppato,
abbiamo chiesto ai pazienti di spiegare il motivo dell’abbandono delle lenti a contatto. Per i pazienti di età superiore ai 40 anni, i problemi legati alla visione diventano la
ragione più importante8.
Altri aspetti come salute, comfort, prezzo conveniente e
praticità, hanno molto meno peso rispetto ad una visione
soddisfacente. Nello specifico, i pazienti non accettano
compromessi in termini di qualità della visione per lontano rispetto a quella per vicino o viceversa, e lasciano
poco spazio a compromessi tra visione da lontano e da
vicino9 (Figura 2).
Uso di occhiali e lenti a contatto in relazione all’età
COMPROMESSO
(Base = Totale presbiti di età compresa tra i 35 e i 64 anni)
(n = 71350)
Visione perfetta da vicino/ Accettabile da lontano
1
6%
2
8%
3
7%
Visione perfetta da lontano/ Accettabile da vicino
4
53%
5
8%
21%
6
9%
7
9
26%
Figura 2
I primi presbiti non sono disposti ad accettare compromessi
tra la visione da vicino e quella da lontano
Le possibilità di gestione della presbiopia attualmente disponibili
Occhiali
Gli occhiali bifocali, multifocali e da lettura sono sempre
stati la prima scelta per la correzione della presbiopia. I
progressi tecnologici nelle lenti per occhiali multifocali
consentono di offrire una buona visione a qualsiasi distanza e nella maggioranza dei casi assicurano prestazioni migliori rispetto alle lenti bifocali. Quando un portatore di lenti a contatto diventa presbite, la risposta iniziale
più comune è la scelta di portare occhiali da lettura, spesso premontati, sopra le lenti a contatto.
Interventi chirurgici
Oggi per il trattamento della presbiopia è anche possibile
ricorrere ad alcune pratiche chirurgiche. La lensectomia
con impianto di lenti intraoculari multifocali (IOL) e accomodative prevede la rimozione del cristallino e la sua
sostituzione con una lente artificiale che può essere multifocale o accomodativa.
L’impianto di una lente intraoculare fachica non richiede
invece la rimozione del cristallino. L’impianto della lente
multifocale, invece, avviene nello spazio compreso tra il
cristallino e la pupilla (Figura 3).
La cheratoplastica conduttiva può creare la monovisione
curvando la cornea di un occhio e inducendo la miopia.
La cornea viene curvata irradiando onde radio intorno al
suo bordo, stringendo così il tessuto corneale come una
cintura che stringe la cornea esterna e ottenendo quindi
una parte curvata al centro.
Il punto di vista del contattologo
Gli oculisti e gli ottici confermano che i miglioramenti nell’acuità visiva a distanze multiple rappresentano
l'aspetto che più sarebbe apprezzato negli sviluppi futuri delle lenti a contatto multifocali. Tra gli altri fattori
importanti per gli oculisti e gli ottici, vi è un passaggio
più facile tra la visione da vicino e quella da lontano,
oltre a un miglioramento della visione notturna10.
In passato, l’aumento del tempo di gestione e il rischio
di non riuscire a garantire un miglioramento della performance visiva rappresentavano per gli ottici i maggiori ostacoli nell'applicazione delle lenti a contatto
multifocali. La monovisione, che prevede l'uso di una
lente per la correzione da lontano su un occhio e di
una lente per la correzione da vicino sul controlaterale,
rimane tuttora un metodo di trattamento dei pazienti
presbiti molto diffuso.
Figura 3
Una lente multifocale intraoculare fachica
7
2009, vol. XI, n. 3
La vita inizia con la presbiopia
Lenti a contatto
Monovisione
Quando compare la presbiopia e il paziente gode di una
buona visione binoculare, è possibile correggere un occhio per la visione da lontano e il controlaterale per la
visione da vicino. La monovisione si basa sul principio
secondo il quale il sistema visivo seleziona l’immagine
da mettere a fuoco alla distanza desiderata. Sebbene la
monovisione possa compromettere la visione all’infinito e la visione molto prossima e richieda un periodo di
adattamento, viene spesso prescritta per la sua semplicità e per l’alta percentuale di successo a breve termine. Per
natura la monovisione altera la stereopsi e in molte situazioni non raggiunge lo scopo di gestire efficacemente la
presbiopia11. Attività come il golf (in cui sono richieste
una buona visione da lontano e una elevata stereoacuità),
la lettura prolungata, lo svolgimento prolungato di lavori di precisione e la guida notturna sono esempi tipici di
applicazioni in cui le prestazioni della monovisione non
sono soddisfacenti.
Inoltre, quando la presbiopia progredisce ed è necessaria
una più elevata Addizione (Add), l’uso di lenti a contatto
a monovisione può diventare inefficace in molte situazioni, spingendo i pazienti ad abbandonare le lenti prematuramente.
Grazie al progresso tecnologico nel settore ottico, è stato
provato che le lenti multifocali offrono prestazioni superiori rispetto alle lenti a monovisione in termini di acuità
visiva, stereoacuità e gradimento generale dei pazienti11.
Gli ottici iniziano a riconoscere miglioramenti e benefici
e stanno passando gradualmente a proporre lenti multifocali al posto delle monovisione. Secondo una recente pubblicazione di Philip Morgan e Nathan Efron sulle tendenze nella prescrizione delle lenti a contatto nel
Regno Unito, la percentuale di nuove lenti multifocali
applicate è oggi maggiore, essendo pari al 7% di tutte le
lenti morbide, rispetto alle lenti a monovisione che invece si attestano sul 5%12.
Lenti a contatto multifocali
Esistono sostanzialmente due filosofie di base delle lenti
a contatto morbide multifocali. Abbiamo infatti le lenti
multifocali a visione alternata, note come lenti a contatto
bifocali con una zona per lontano e una zona per vicino,
e le lenti multifocali a visione simultanea.
Visione alternata
Le lenti a visione alternata sono state tra le prime lenti a
contatto multifocali. Analogamente alle lenti per occhiali
bifocali, le lenti a contatto a visione alternata prevedono
2 zone specifiche, una per la visione da lontano e una
per la visione prossimale. Quando lo sguardo è rivolto
8
all’infinito, la visione avviene attraverso la zona della lente con correzione per lontano, mentre quando lo sguardo
è rivolto verso il basso, la lente è sostenuta dalla palpebra inferiore e la visione avviene attraverso il segmento a
mezza luna con correzione per vicino (Figura 4). La lente
mantiene la sua corretta posizione grazie a una zona di
spessore differenziato chiamata Prisma di Ballast. In alcuni casi, il bordo inferiore della lente è troncato per consentire un migliore allineamento con la palpebra inferiore.
Le lenti multifocali a visione alternata prevedono tipicamente solo due poteri e per questo motivo in genere assicurano una buona visione per la guida e per la lettura.
Tuttavia, potrebbero non funzionare bene come le lenti a
visione simultanea per il lavoro al computer e per altre
attività che richiedono una buona visione a distanze intermedie. Inoltre, la zona più spessa chiamata “base del
prisma” può essere causa di fastidio al contatto con la
palpebra inferiore. Poichè il posizionamento della lente
è di importanza cruciale per ottenere buone prestazioni, l'applicazione della lente richiede tempo e pazienza.
Spesso sono necessarie numerose sedute di applicazione
per ottenere il risultato desiderato13.
Posizione primaria
di sguardo
Lontano
Vicino
Sguardo verso
il basso
Lontano
Vicino
Figura 4
Lenti multifocali a visione alternata
Lenti multifocali a visione simultanea
Le moderne lenti a contatto morbide multifocali, che assicurano una correzione soddisfacente a distanze intermedie oltre che da lontano e da vicino, comfort eccezionale
e una relativa facilità e velocità di applicazione da parte
dell'ottico rispetto alle lenti a visione alternata, sono invariabilmente un'evoluzione delle lenti a visione simultanea. Con la visione simultanea, la retina riceve immagini
da distanze diverse nello stesso momento. Il sistema visivo è in grado di selezionare l’immagine richiesta, assicurando quindi una buona visione per lontano, per vicino
e per le distanze intermedie. Rispetto alla monovisione,
in base alla quale il sistema seleziona l’immagine da un
ARTICO L O
La vita inizia con la presbiopia
occhio o dall’altro in un punto più avanzato del percorso
visivo, la visione simultanea consente al sistema di selezionare l’immagine desiderata a uno stadio anteriore del
processo visivo.
La visione simultanea può essere ottenuta attraverso diversi tipi di lenti:
lenti a zone concentriche, lenti diffrattive e lenti asferiche
con centro-vicino e centro-lontano.
Lenti a zone concentriche
Questo tipo di lente prevede un certo numero di zone
concentriche con correzione alternata per lontano e per
vicino (Figura 5). La percentuale di luce che entra nell’occhio dalle zone con correzione prossimale e per lontano
determina la qualità della visione alle varie distanze. Per
esempio, se una percentuale maggiore di luce entra attraverso la zona con correzione per lontano, l’acuità visiva
rispetto agli oggetti vicini sarà relativamente scarsa. La
percentuale di luce che entra nell’occhio da ogni singola
zona è controllata dalla dimensione della pupilla. Di conseguenza, la larghezza di ogni singola zona viene calcolata in base alla variazione media delle dimensioni della
pupilla con illuminazione variabile (riscontrata tra i presbiti). Questo tipo di lente favorisce la visione da lontano in condizioni di illuminazione molto elevata e molto
scarsa e assicura un rapporto di divisione della luce più
omogeneo in condizioni di illuminazione ambiente14.
Lontano
Vicino
Figura 5
Lente a zone concentriche
Lenti diffrattive
Le lenti a contatto diffrattive, che utilizzavano la rifrazione per correggere la visione da lontano e una combinazione di rifrazione e diffrazione per correggere la visione
da vicino, oggi non vengono più commercializzate. Veniva realizzata una zona di diffrazione incidendo singole
sfacettature sulla superficie posteriore della lente secon-
do una schema ad anelli concentrici. La luce incidente
sulla retina si divideva nei fuochi da lontano e da vicino e
le immagini si sovrapponevano. L’intensità delle singole
immagini, tuttavia, risultava significativamente ridotta
dalla zona diffrattiva e l’immagine era costituita solo dal
40% di luce. Ne risultavano una ridotta qualità dell’immagine retinica e bassa sensibilità al contrasto. Inoltre, la
qualità della visione offerta dalle lenti diffrattive dipendeva in larga misura dal centraggio della lente14.
Lenti asferiche
Come avviene per altre lenti a visione simultanea, le distribuzioni dei poteri delle lenti asferiche sono disposte in modo
concentrico intorno al centro della lente. Il potere refrattivo
cambia gradualmente dal centro geometrico della lente alla
periferia della zona ottica. Le lenti asferiche possono essere
suddivise in lenti centro-vicino e lenti centro-lontano.
Nelle lenti centro-lontano (Figura 6), la curva asferica si trova in genere sulla superficie posteriore. La distribuzione del
potere prevede al centro il massimo negativo (minimo positivo) e, spostandosi verso l'esterno, la zona periferica cambia gradualmente nella zona per vicino (meno negativa). Il
cambiamento graduale di potere si ottiene tramite la curva
asferica che induce un’aberrazione sferica positiva. La luce
da un oggetto posto a distanza è focalizzata sulla retina
grazie alla zona centrale della lente, mentre un'immagine
sfocata è formata dalla zona periferica. Quando si guarda
un oggetto vicino, succede il contrario, con la luce a fuoco
proiettata sulla retina dalla periferia, e luce fuori fuoco dalla zona centrale. Il sistema visivo a questo punto seleziona
la più nitida tra le due immagini. Maggiore è l’eccentricità
(valore di appiattimento) della superficie posteriore, maggiore sarà l’addizione.
Una questione di interesse in relazione alle lenti centro-lontano riguarda il fatto che, quando si guardano gli oggetti
da vicino, la pupilla reagisce naturalmente restringendosi.
Il restringimento della pupilla permette il passaggio di una
minor quantità di luce attraverso la zona periferica della
lente per vicino.
Le lenti centro-vicino sono state introdotte per superare il
problema del restringimento pupillare durante il lavoro da
vicino. Con questo tipo di lente la distribuzione del potere
prevede il più positivo al centro, cambiando gradualmente
verso il meno positivo nella zona periferica con correzione per lontano (Figura 7). La curva asferica viene realizzata
sulla superficie anteriore per favorire un’aberrazione sferica negativa, controllando l’aberrazione sferica dell’occhio
e restituendo una migliore qualità dell’immagine e una
maggiore profondità di fuoco15. Con il progredire della presbiopia, l’eccentricità della superficie anteriore può essere
aumentata. Poichè per questo tipo di lente è della massi-
9
2009, vol. XI, n. 3
La vita inizia con la presbiopia
ma importanza un accurato centraggio della lente sull’occhio, un sistema ottico combinato con superficie anteriore
e posteriore asferica può migliorare il centraggio della lente
sull’occhio e al tempo stesso migliorare la qualità dell’immagine e la profondità di fuoco.
Vicino
Le lenti Softlens® Multifocal sono realizzate in Polymacon, un materiale a basso contenuto d’acqua (38,6%) e
sono disponibili con due curve base: 8,5 mm e 8,8mm, e
diametro di 14,5. Ulteriori informazioni e suggerimenti
per l’applicazione delle lenti a contatto Bausch & Lomb
sono presenti sul sito www.presbyopesinpractice.com
Un'alternativa è offerta dalle lenti a contatto multifocali
Proclear® Multifocal di Cooper Vision. Questo tipo di
soluzione utilizza una lente con centro-lontano “D” per
un occhio e una lente con centro-vicino “N” per l’altro.
Il prodotto finale è una combinazione di ottica sferica e
asferica. Le lenti Proclear® Multifocal sono disponibili
con curva base di 8,7 mm e diametro di 14,4 mm. La
gamma completa è disponibile da +20.00D a -20.00D con
Add da +1,00 a +4,00. Ulteriori informazioni e suggerimenti per l’applicazione su www.coopervision.com
Figura 6
Lente centro-lontano
Lontano
Vicino
Figura 7
Lente centro-vicino
AIR® OPTIX
AQUA
MULTIFOCAL
Purevision®
Multifocal
Biomedics EP
Softlens
Multifocal
Focus®
PROGRESSIVES
®
Acuvue® Bifocal
Proclear®
Multifocal
Disponibili
per presbiti
stabili
Silicone
idrogel
Umettante
aggiuntivo
SI
SI
SI
SI
SI
NO
Fino a +1.50
NO
NO
NO
BASSA (da +0.75 a +1.50)
ALTA (da +1.75 a +2.50)
SI
NO
NO
Add efficace fino a +3.00
SI
NO
NO
+1.00, +1.50, +2.00, +2.50
SI
NO
NO
+1.00, +1.50, +2.00, +2.50
SI
NO
NO
Tipo
Addizioni
Parametri
disponibili
Centro-vicino
Da +6,00
a -10,00
Centro-vicino
Centro-lontano
Centro-vicino
Centro-vicino
Anelli
concentrici
Centro-vicino e
centro-lontano
Da +6,00
a -10,00
Da +6,00
a -8,00
Da +6,00
a -10,00
Da +5,00
a -6,00
Da +6,00
a -9,00
Da +6,00
a -8,00
BASSA (Add fino a +1,00)
MEDIA (Add fino a +2,00)
ALTA (Add fino a +2,50)
BASSA (da +0.75 a +1.50)
ALTA (Add fino a +2,50)
Figura 8
Lenti a contatto multifocali attualmente disponibili sul mercato
10
Attualmente sono disponibili sul mercato vari tipi di
lenti a contatto multifocali morbide usa e getta. La tabella in Figura 8 pone a confronto le loro caratteristiche.
Le lenti Purevision® Multifocal e Softlens® Multifocal
di Bausch & Lomb sono lenti centro-vicino con asfericità anteriore, disponibili con due addizioni. Insieme alle
lenti AIR OPTIX® AQUA MULTIFOCAL, le Purevision®
Multifocal sono le uniche lenti in silicone idrogel attualmente disponibili. Realizzata in Balafilcon A, una lente
Purevision® Multifocal con correzione al vertice -3.00D
ha un valore di Dk/t pari a 101 ed è disponibile con curva base di 8,6 mm e diametro di 14,0 mm.
Lontano
Nome
del prodotto
Le attuali lenti multifocali
ARTICO L O
La vita inizia con la presbiopia
Le lenti Acuvue® Bifocal di Johnson & Johnson sono
lenti centro-lontano su cui sono disposte zone concentriche alternate con correzione per lontano e per vicino
(lenti a zone concentriche). Realizzate in Etafilcon A,
con un contenuto d’acqua del 58%, curva base di 8,5
mm e diametro di 14,2 mm, le Acuvue® Bifocal sono
disponibili da +6.00D a -9.00D e Add di +1.00, +1.50,
+2.00, +2.50. Sul sito www.jnjvisioncare.com/prodbifocal.htm#bifocal sono disponibili informazioni sul
prodotto comprendenti il programma di sostituzione,
il calcolatore per l’applicazione e la guida per la gestione del paziente.
Le lenti Focus DAILIES® PROGRESSIVES di CIBA VISION sono lenti centro-vicino con una sola Add fino a
+3.00. Le lenti Focus DAILIES® PROGRESSIVE, realizzate in Nelfilcon A (contenuto d’acqua 69%) e disponibili
con curva base 8,6 mm e diametro 13,8 mm, sono le uniche lenti multifocali giornaliere attualmente disponibili.
L’innovazione si chiama
AIR OPTIX® AQUA MULTIFOCAL
Le nuove lenti a contatto AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL sono state sviluppate allo scopo di risolvere
le continue difficoltà incontrate dagli ottici nell’applicazione di lenti a contatto multifocali e di soddisfare
le necessità dei pazienti presbiti in termini di qualità
di visione: rappresentano la proposta più moderna di
lente multifocale che si aggiunge ai prodotti già disponibili sul mercato.
Le nuove AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL sono lenti biasferiche centro-vicino a visione simultanea. L’innovativa tecnologia applicata a queste lenti, basata sul
principio noto come “Precision Transition”, consente di
controllare il profilo del potere di aberrazione per aumentare la profondità di fuoco da vicino per i pazienti
presbiti, compensando la perdita di accomodazione che
deriva dal processo di invecchiamento e al tempo stesso
mantenendo una visione nitida per lontano.
Inoltre, la distribuzione uniforme del potere dalla zona
centro per vicino permette una transizione regolare dalla zona per lontano, attraverso le zone intermedie e per
vicino. Mentre altri tipi di lenti multifocali attualmente in commercio presentano più “scalini” nel profilo di
Add, le lenti AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL assicurano un facile passaggio da un potere all’altro.
Questo nuovo sistema di lenti per la presbiopia offre
tre poteri di Add ed è stato studiato appositamente
per i primi presbiti e per consentire ai pazienti di attraversare con facilità i diversi stadi della presbiopia,
continuando a portare le lenti a contatto. La bassa addizione, indicata per i primi presbiti, assicura un facile
Figura 9
Il profilo omogeneo di poteri della lente assicura un passaggio
facile tra le zone con correzione per vicino, per distanze intermedie e per lontano
passaggio dalle lenti monofocali, mentre le addizioni
media e alta, indicate per i presbiti conclamati, assicurano un facile passaggio dalla bassa addizione.
Le lenti AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL forniscono
il potere addizionale in modo costante su tutta la gamma di poteri sferici. Per esempio, l’Add media fornisce
lo stesso potere addizionale effettivo sia per una lente
+4.00 che per una lente -8.00. Dal punto di vista dell’ottico, questo consente applicazioni più facili e senza sorprese, poichè il potere effettivo rimane costante da lente
a lente e da paziente a paziente7.
Le prestazioni delle lenti multifocali asferiche a visione simultanea dipendono dal corretto allineamento del
centro geometrico della lente con il centro della pupilla.
Grazie alla stessa configurazione asferica della superficie posteriore impiegata nelle lenti sferiche AIR OPTIX®
AQUA, le caratteristiche di centraggio e di applicazione
delle lenti AIR OPTIX® AQUA MULTIFOCAL assicurano ottime prestazioni.
Benefici garantiti anche in termini di comfort
Il processo di invecchiamento causa un graduale cambiamento nella chimica delle lacrime, con conseguente
riduzione del volume, e della produzione e modifica
dell'osmolarità16,17.
I presbiti tendono quindi a una maggiore secchezza
oculare rispetto ai pazienti più giovani e non è insolito
11
2009, vol. XI, n. 3
La vita inizia con la presbiopia
per i pazienti presbiti soffrire di sintomi come secchezza e fastidio agli occhi. Le lenti AIR® OPTIX AQUA
MULTIFOCAL utilizzano lo stesso sistema Aqua Moisture presente nelle lenti sferiche AIR® OPTIX AQUA,
con un agente umettante che al momento dell’applicazione riveste la lente e crea una superficie più liscia
proprio per ridurre l’attrito tra l’occhio e la lente.
Un’altra caratteristica del sistema Aqua Moisture è il
trattamento di superficie della lente che offre migliore
bagnabilità e minore angolo di contatto rispetto ad altre lenti in silicone idrogel18.
Il materiale brevettato Lotrafilcon B che costituisce il
nucleo della lente vanta proprietà idrofiliche grazie
alle quali attrae meno depositi di lipidi rispetto ad altri
materiali in silicone idrogel, mentre il basso contenuto d’acqua ne riduce la tendenza alla disidratazione e
attrae meno depositi di proteine rispetto ai materiali
convenzionali19,20.
L’importanza della trasmissibilità all’ossigeno
Con l’invecchiamento dell’occhio, l’apporto di ossigeno diventa sempre più importante a mano a mano che
diminuisce la capacità dell’occhio stesso di sopportare
lo stress ipossico.
L’avanzare dell’età comporta una riduzione della popolazione di cellule endoteliali della cornea, il che significa che la cornea presenta una ridotta capacità di
sopportare la mancanza di ossigeno17,21. Inoltre, è stato
documentato che quanto maggiore è la disponibilità di
ossigeno per l’occhio, tanto maggiore sarà il comfort di
utilizzo delle lenti a contatto22.
Le mappe dell’ossigeno di Figura 10 dimostrano che le
lenti AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL garantiscono
la più alta trasmissione di ossigeno rispetto ad altre
lenti multifocali morbide attualmente disponibili, non
soltanto al centro della lente, ma attraverso l’intero
profilo della lente stessa23.
Risultati clinici rispetto alla monovisione
Nel corso di uno studio clinico condotto sui primi presbiti che accusavano difficoltà nella visione da vicino, sono
state applicate a ogni paziente lenti a monovisione e lenti
AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL con bassa Add13.
I soggetti hanno valutato le prestazioni in termini di visione nelle seguenti situazioni di vita reale:
• lettura di un telefono cellulare
• visione dello schermo di un computer
• lettura di un menu a distanza intermedia
(listino con prezzi esposti)
• visione della TV
• guida diurna e notturna.
I risultati di questo studio hanno evidenziato valutazioni superiori per la visione intermedia e da lontano, per
la guida diurna e notturna e per guardare la TV. Inoltre,
i pazienti hanno anche valutato la capacità di cambiare fuoco da lontano a vicino, ritenendola decisamente
superiore in caso d'uso delle lenti AIR® OPTIX AQUA
MULTIFOCAL. Come già esaminato in questo articolo, il
principio della monovisione offre un compromesso nell’
acuità visiva da lontano e da vicino e riduce la stereopsi11. Questo studio dimostra che per il paziente presbite le
lenti AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL rappresentano
una soluzione migliore rispetto alla monovisione.
Semplicità di applicazione
La struttura delle lenti a contatto AIR® OPTIX AQUA
MULTIFOCAL ha lo scopo di ridurre il tempo di gestione e i problemi che gli ottici devono affrontare nell’applicazione delle lenti a contatto multifocali. Il processo
di applicazione semplificato non richiede più tempo di
quanto generalmente viene impiegato per l’applicazione della monovisione24.
• Fase 1
Per selezionare il potere da lontano, utilizzare il potere
al vertice meno negativo o più positivo sulla rifrazione
degli occhiali.
Per esempio:
se la rifrazione degli occhiali è -4.25 / -0.75 x 100,
l’equivalente sferico meno negativo è: -4.50
Il potere al vertice è: -4.25
Figura 10
Le lenti AIR OPTIX® AQUA MULTIFOCAL garantiscono la
più alta trasmissione di ossigeno rispetto ad altre lenti multifocali morbide attualmente disponibili
12
Il potere addizionale può essere determinato utilizzando la tabella per l’applicazione, Figura 11.
Una volta che l’ottico si sarà abituato alla procedura
di applicazione delle lenti, è probabile che non sia più
necessario fare riferimento alla tabella. Per la maggioranza dei pazienti non è necessario determinare l’oc-
ARTICO L O
La vita inizia con la presbiopia
Raramente è necessario modificare i poteri addizionali, a condizione che la rifrazione degli occhiali sia accurata. La guida all’applicazione delle lenti AIR®OPTIX
AQUA MULTIFOCAL spiega come definire nel modo
più accurato possibile il potere della lente.
In breve
Figura 11
Le lenti AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL ricevono valutazioni migliori rispetto alla lenti monovisione
chio dominante. Se il paziente è un presbite avanzato
che necessita di una Add pari a +1.75 o +2.00 per gli
occhiali, il metodo della tolleranza del potere positivo
rappresenta un modo veloce ed efficace per determinare la dominanza. Una lente oftalmica da +2.00 viene tenuta di fronte a un occhio e poi di fronte all’altro
mentre il paziente guarda un oggetto lontano. L’oggetto
dovrebbe apparire più sfocato quando la lente viene posizionata di fronte all’occhio dominante.
In questa fase, si dovrebbe lasciare che le lenti si assestino per cinque-dieci minuti.
• Fase 2
La visione da lontano e da vicino deve essere controllata
binocularmente in condizioni di illuminazione normali
e si deve controllare con una lampada a fessura l'applicazione della lente in termini di copertura corneale,
centraggio e movimenti.
Se la visione da lontano e da vicino risulta soddisfacente, è possibile prescrivere le lenti dopo aver definito il
programma d'uso e il sistema di manutenzione e aver
fissato le visite di controllo.
I pazienti dovrebbero essere incoraggiati a provare le
lenti nel loro ambiente abituale e si deve ricordare loro
di utilizzare una buona illuminazione per la lettura di
caratteri piccoli.
Con l’86% delle lenti AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL applicate con successo a primi presbiti al primo
tentativo, per la maggioranza dei pazienti queste due
semplici fasi di applicazione dovrebbero essere sufficienti per ottenere dei risultati soddisfacenti7. A volte
può essere necessario modificare il potere per lontano
in modo da migliorare la visione da lontano o da vicino.
Molti pazienti presbiti non sono consapevoli del fatto
che le lenti a contatto multifocali rappresentano anche
una valida soluzione per soddisfare le esigenze del
loro stile di vita. Probabilmente alcuni pazienti avranno provato le lenti multifocali qualche tempo fa, prima dei miglioramenti nelle caratteristiche ottiche e nei
livelli di comfort ottenuti grazie agli ultimi progressi
tecnologici. Per molti primi presbiti, che in precedenza
erano emmetropi, le ripercussioni dell’uso degli occhiali sullo stile di vita possono essere causa di frustrazione. I pazienti che portavano abitualmente lenti
a contatto, prima di abbandonarle a causa delle difficoltà di visione dovute alla presbiopia, probabilmente
sentiranno la mancanza dei vantaggi assicurati dalle
lenti a contatto e potrebbero essere altamente motivati
a provare le lenti a contatto multifocali, nel tentativo
di ottenere una vista soddisfacente e al tempo stesso
non dover modificare il proprio stile di vita. Secondo
la mia esperienza, riuscire a far portare le lenti a contatto multifocali a pazienti presbiti può essere estremamente gratificante ed è interessante osservare quanto
questi pazienti si fidelizzino e tendano a consigliare
il proprio ottico a parenti e amici. L’impatto emotivo,
fortemente positivo, delle lenti a contatto sulla vita di
un presbite è decisamente ragguardevole.
Per ottenere risultati positivi è fondamentale instaurare una comunicazione efficace con i pazienti.
Capire le loro motivazioni e discutere le loro necessità
di visione sia a livello professionale che di tempo libero, i loro obiettivi e le loro aspettative consentirà all’ottico di farne portatori di lenti a contatto multifocali
convinti e soddisfatti. Una discussione aperta in cui si
definiscono delle aspettative ragionevoli consentirà a
un paziente motivato di affrontare anche un periodo
di moderato adattamento.
La promozione delle lenti a contatto multifocali morbide presso l’ottico è facile da attuare e può apportare
benefici non solo incoraggiando i pazienti a chiedere informazioni sulle lenti a contatto multifocali, ma anche
facendo sapere al cliente che l’ottico è esperto nell'applicazione di una vasta gamma di lenti a contatto.
L’esposizione di materiale promozionale, che illustra i
benefici offerti dalle lenti a contatto e le loro ripercussioni positive sullo stile di vita del paziente, può essere
13
2009, vol. XI, n. 3
La vita inizia con la presbiopia
particolarmente efficace. I pazienti contano sui loro ottici
di fiducia, per avere informazioni sulle nuove tecnologie
disponibili, sui prodotti più adatti al loro stile di vita e
alle loro necessità di visione in ambito lavorativo.
Il mercato, ancora non sfruttato, delle lenti a contatto
per la correzione della presbiopia, rimane un’enorme
opportunità, tuttavia con la comparsa della presbiopia
e la difficoltà sempre maggiore nell’avere una visione
nitida a qualsiasi distanza, i pazienti tendono ad abbandonare le lenti a contatto molto più velocemente
che in qualsiasi altra fascia d’età7.
In passato, le lenti a contatto multifocali non hanno
dimostrato di poter assicurare prestazioni ottimali e
hanno consentito con una certa difficoltà di prevedere
con sicurezza risultati positivi.
Il rischio di insuccesso e la necessità di maggiori tempi
di trattamento hanno rappresentato un notevole ostacolo che ha impedito agli ottici di avere fiducia nelle
potenzialità delle lenti a contatto multifocali; per questo motivo molti si affidano ancora alla tecnica della
monovisione come prima scelta.
Le nuove lenti AIR® OPTIX AQUA MULTIFOCAL
sono le ultime lenti multifocali morbide lanciate sul
mercato, studiate appositamente per superare le difficoltà degli ottici che devono soddisfare le richieste
fisiologiche e di visione dei pazienti presbiti.
La semplice procedura di applicazione in due fasi, i
poteri di Add prevedibili nella gamma dei poteri sferici e l’86% di risultati positivi alla prima applicazione
su primi presbiti, dovrebbero rendere gli ottici fiduciosi sulla possibilità di ottenere risultati soddisfacenti
con tempi di gestione ridotti24. Per il paziente presbite,
le buone prestazioni in termini di visione a qualsiasi
distanza, il comfort e i benefici per la salute faranno
sicuramente la differenza.
14
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ARTICO L O
Le tesi a tema contattologico del corso di Laurea di Ottica
e Optometria dell’Università degli Studi “Roma Tre”
Marica Lava
Responsabile Professional Affairs CIBA Vision ITALIA
Il 19 ottobre del 2009 sono state discusse le prime tesi del corso di Laurea di
Ottica e Optometria dell’Università degli Studi “Roma Tre”. La metà di queste ha
avuto per oggetto le lenti a contatto. Tre lavori eterogenei per campo d’indagine
accomunabili per originalità dei temi trattati e qualità dei contenuti.
Rotazione delle Lenti a Contatto Morbide Toriche
Candidato: Maurizio Guida (Figura 1)
Relatore: prof. Luigi Lupelli
Figura 1
Maurizio Guida discute la tesi su: La rotazione delle lenti a
contatto morbide toriche
Le geometrie delle lenti a contatto toriche morbide,
funzionali ad evitare la rotazione della stesse, sono diverse ma non è tutt’oggi completamente chiaro quali
siano i principi sui quali esse si fondino. Recentemente
è stato rivalutato l’effetto dell’attrazione gravitazionale in opposizione a quello che considera soltanto l’influenza della dinamica palpebrale sulla lente a contatto
con diverso spessore nei diversi meridiani delle lenti.
È stato programmato uno studio per valutare se l’effetto dell’attrazione gravitazionale può influire sulla stabilità delle lenti a contatto morbide toriche. Sono state
utilizzate quattro diverse lenti morbide toriche per un
totale di tre metodi di stabilizzazione, con lo scopo
di verificare se l’effetto dell’attrazione gravitazionale
condiziona la rotazione della lente, con la posizione
convenzionale e non convenzionale del capo.
Sono stati selezionati tre soggetti, con entità di astigmatismo diverso (lieve, medio, accentuato), ai quali
sono state applicate lenti a contatto morbide toriche
con differenti sistemi di stabilizzazione e due differenti poteri sferici. Tramite sistemi di misura fisici è
stata misurata la rotazione di ognuna di queste lenti a
contatto in quattro posizioni del capo: convenzionale,
ruotato di 45°, 90° e 180° (Figura 2).
I risultati mostrano che l’influenza dell’attrazione
gravitazionale non è clinicamente significativa con la
posizione del capo convenzionale e ruotata di 180°.
L’influenza dell’attrazione gravitazionale è quantitativamente più rilevante quando il capo è reclinato di 45°
e 90°, specialmente con lenti a geometria prismatica
convenzionale. Le lenti di potere sferico più basso mostrano una stabilità moderatamente maggiore rispetto
a quelle con potere sferico elevato. Anche la toricità interna, in relazione all’astigmatismo corneale, sembrerebbe avere un ruolo importante nella stabilizzazione
della lente a contatto morbida torica.
In conclusione la rotazione di lenti a contatto morbide
toriche in situ appare dipendere da più fattori.
Figura 2
Un momento della valutazione della rotazione della lente a
contatto con il capo ruotato di 180°
15
2009, vol. XI, n. 3
Le tesi a tema contattologico del corso di Laurea di Ottica e Optometria dell’Università degli Studi “Roma Tre”
Il fattore principale rimane l’interazione tra la dinamica dell’ammiccamento palpebrale e la geometria della
superficie posteriore della lente (effetto -“seme di melone”), ma, in particolari posizioni del capo, possono
assumere un ruolo non trascurabile l’attrazione gravitazionale e la geometria torica della superficie centrale
posteriore. Geometrie di recente elaborazione, come
quella prismatica con assottigliamento a 270° e quella
dinamica a quattro zone, sembrano meglio modulare
tali fattori e quindi appaiono mantenere le lenti più
stabili delle geometrie convenzionali.
Misura tonometrica a rimbalzo su lac morbide
in idrogel e silicone idrogel
Candidato: Bernardo Donini (Figura 3)
Relatore: prof. Fabrizio Zeri
6 misure della pressione intraoculare con tonometro
a rimbalzo (iCare) rispettivamente su 3 lac in idrogel
(etafilcon A) e 3 lac in silicone idrogel (senofilcon A) di
poteri +2,00, -2,00 e -6,00 D. Prima e dopo le misure su
lac è stata effettuata una misura senza lac.
Tre diversi sperimentatori effettuavano rispettivamente: il primo la scelta della condizione sperimentale
che implicava un certo tipo di ordine casuale delle lac
e l’applicazione della lac, il secondo la misura della
pressione e il terzo il controllo della posizione dello
strumento durante la misura e la lettura del valore.
Il secondo e il terzo sperimentatore non erano a conoscenza della sequenza delle lac applicate.
Rispetto alla misura senza lac i confronti a coppie indicano una misura significativamente più bassa con le
lac in idrogel per tutti e tre i poteri. Non emergono
invece differenze significative tra misura senza lac e
misura su lac in silicone idrogel per i 3 poteri.
Non risultano effetti legati alla variazione del valore
pressorio nel range esaminato per nessun potere dei
due materiali.
In conclusione la misura della pressione intraoculare
con tonometro a rimbalzo su lac in silicone idrogel si è
rivelata accurata rispetto alla misura “standard” senza
lac per i 3 poteri esaminati. Relativamente alle lac in
idrogel si è riscontrata una misura più bassa rispetto
alla misura senza lac per i 3 poteri considerati.
Seppure tale differenza è statisticamente significativa e
la direzione dell’errore potrebbe produrre falsi negativi, la sua rilevanza per dimensione appare clinicamente di modesta entità.
Lenti a Contatto. Possibile Strumento di Correzione
delle Aberrazioni di Alto Ordine
Figura 3
Bernando Donini discute la tesi su: La misura tonometrica a
rimbalzo su lenti a contatto in idrogel e silicone idrogel
Negli ultimi anni la tonometria a rimbalzo ha avuto
una rapida diffusione grazie alla sua dimostrata accuratezza rispetto a quella di Goldmann, allo scarso fastidio prodotto che la rende utilizzabile senza anestesia
superficiale e al contatto corneale effettuato con delle
sonde monouso che la rendono igienicamente sicura.
L’obiettivo del lavoro è quello di verificare l’accuratezza della tonometria a rimbalzo effettuata direttamente
su soggetti con lenti a contatto (lac) in uso, di diverso
potere e diverso materiale.
È stato effettuato uno studio per misure ripetute su
un gruppo di 36 soggetti Solo sull’occhio destro dei
partecipanti sono state effettuate, in ordine casuale,
16
Candidato: Fabrizio Sasso (Figura 4)
Relatore: prof. Luigi Lupelli
Nella compensazione delle aberrazioni le lenti a contatto vengono preferite agli occhiali principalmente
per quelle di alto ordine, in particolare quando queste
sono generate da irregolarità corneali. Le ectasie corneali e le aberrazioni residuate da chirurgia, specialmente quella a scopo refrattivo, rappresentano i due
esempi principali in cui le lenti a contatto possono essere estremamente utili e talvolta rappresentano l’unica opzione possibile.
In questi casi la superficie esterna della lente, diviene il primo mezzo refrattivo; il liquido lacrimale tra
superficie interna della lente e quella esterna corneale
neutralizza l'effetto delle irregolarità corneali. Comunque, nonostante i risultati siano in genere clinicamente
soddisfacenti non è infrequente trovare aberrazioni re-
ARTICO L O
Le tesi a tema contattologico del corso di Laurea di Ottica e Optometria dell’Università degli Studi “Roma Tre”
Figura 4
Fabrizio Sasso discute la tesi su: Lenti a contatto, possibile
strumento di correzione delle aberrazioni di alto ordine
sidue nonostante le lenti a contatto.
Viene presentato un caso clinico. Un paziente lamenta di disturbi visivi (aloni intorno alle fonti luminose,
immagini fantasma e raggi luminosi che si diffondono
dalle sorgenti di luce), che si accentuano in visione mesopica e fotopica, tanto da non consentirgli di guidare
in sicurezza nelle ore pomeridiane e serali.
Il paziente riferisce di essere stato sottoposto ad intervento di PRK per miopia, in entrambi gli occhi a poca
distanza di tempo l'uno dall'altro, già nel 2000.
È comunque presente un residuo miopico che viene
corretto con comuni lenti a contatto morbide a ricambio frequente. La correzione con lenti a contatto, era
supportata dalla somministrazione di farmaci miotici
per migliorare la performance visiva.
L’esame delle aberrazioni corneali e totali mette in evidenza aberrazioni di alto ordine, sia nell'occhio destro
che sinistro, che sono decisamente superiori alla media
con l’aumentare del diametro pupillare.
Vengono applicate, in successione, lenti a contatto di
diversa tipologia (RGP a geometria inversa, morbide
spessorate a geometria inversa e RGP - Boston XO - a
geometria inversa in piggy-back con morbide in gomma siliconica (Lotrafilcon B).
Le aberrazioni si riducono con le tre opzioni, comunque il miglior risultato viene ottenuto con l’applicazione piggy-back, seguito dalla lente RGP e poi dalla lente
morbida spessorata. Il miglioramento della sintomatologia visiva, ad alto e basso contrasto, è in accordo con
i dati aberrometrici. Va considerato che la lente RGP
è risultata essere la meno confortevole, anche dopo la
fase di adattamento.
17
2009, vol. XI, n. 3
Contattologia
la formula vincente!
Laura Boccardo
Optometrista FAILAC
Torino, Centro Congressi Lingotto
4 - 5 ottobre 2009
Un volto della tv per un convegno scientifico, ma non
un volto qualsiasi: personaggio amato della televisione di servizio, icona del medico di famiglia a cui rivolgersi con fiducia, il dottor Carlo Gargiulo, dal 1996 in
onda su RaiTre con il programma “Elisir”, ha condotto
con grande fluidità i lavori del 7° Convegno Assottica,
che si è svolto a Torino, il 4 e 5 ottobre 2009, presso il
funzionale Centro Congressi Lingotto. Quest’anno il
congresso ha coniugato i temi della contattologia professionale con una riflessione sulla gestione del lavoro
di squadra, sulla comunicazione con il cliente e sulle
strategie di marketing.
Dopo un’intervista introduttiva di Gargiulo alla presidente di Assottica, Marica Lava, la relazione di apertura è stata affidata a Dennis Reid, presidente di una
società di consulenza inglese di retail performance, che
ha illustrato la sua idea di come superare la crisi ed
uscirne vincenti, puntando in alto, a quella che gli anglosassoni chiamano “best practice”. A seguire, Nick
Atkins, past president del BCLA, ha presentato i risultati dello studio EASE (Enhancing the Approach to
Selecting Eyewear), che prevede l’applicazione di lenti
a contatto ai clienti che devono scegliere la montatura.
In questo modo si ottiene un doppio vantaggio: una
scelta più agevole dell’occhiale da vista e un incentivo
all’utilizzo delle lenti a contatto. Quindi è stata la volta
di Lyndon Jones, professore alla School of Optometry
dell’Università di Waterloo, Canada. Nel primo dei significativi interventi di cui è stato protagonista durante il convegno, Lyndon Jones ha dibattuto il tema della
frequenza nella sostituzione delle lenti e nelle visite di
controllo del paziente, al fine di conciliare le esigenze
di praticità con quelle di sicurezza nell’uso delle lenti
a contatto.
Il pomeriggio si è aperto con una relazione di Laura
Quintarelli, presidente della Federazione Italiana Coaching, sulle potenzialità del lavoro di squadra: cos’è
un team? perché non sempre funziona? come valorizzare i contributi individuali? come motivare, incentivare e misurare le prestazioni dello staff?
Gli interventi seguenti hanno riportato l’attenzione
della platea sugli argomenti più strettamente clinici.
Lyndon Jones è tornato sul palco per affrontare il pro20
Figura 1
Il dottor Carlo Gargiulo presenta i relatori
blema dell’occhio rosso: possono essere individuate
fino a venticinque cause di arrossamento oculare, parte delle quali vengono trattate in ambito contattologico, altre che invece competono la sfera della patologia
oculare. Lyndon Jones si è occupato degli aspetti più
strettamente contattologici di questo disturbo tanto
comune, mentre Emanuela Bonci, oculista di Roma,
ha trattato il problema dal punto di vista medico. La
sessione plenaria della domenica pomeriggio si è conclusa con la lezione di Eric Papas,ricercatore presso la
Scuola di Optometria dell’Università di Sidney, che ha
fatto il punto sui rischi di infezioni corneali nei portatori di lenti a contatto.
ARTICO L O
Figura 2
Lyndon Jones
Figura 3
Eric Papas
A seguire, si è tenuta una serie di corsi monotematici
che hanno approfondito i temi trattati nella sessione
plenaria e che sono poi stati ripetuti nella prima matti-
Figura 4
La platea nel Centro Congressi Lingotto
nata del lunedì. Sarah Morgan, optometrista dell’Università di Manchester, ha affiancato Nick Atkins in un
corso interattivo che spiegava ai partecipanti come
implementare il metodo EASE nella propria attività
commerciale. Bruno Benouski e Nicola Naddi, esperti
di coaching, ledership, conflict resolution e outdoor training, hanno spiegato ad un pubblico di neofiti il significato di tutti questi termini anglosassoni e come
queste tecniche possano essere applicate al lavoro di
squadra che si svolge nelle attività di ottica e di contattologia. Alessandro Girelli, consulente e business coach,
ha coinvolto i partecipanti in una serie di esercitazioni
pratiche per migliorare il primo contatto con il cliente
in negozio. Gli altri due corsi hanno avuto temi più
strettamente clinici. Eric Papas ha illustrato le caratteristiche delle complicanze non infettive da lenti a
contatto, come fare per riconoscerle e per gestirle nel
modo più corretto. “Le soluzioni per lenti a contatto:
fatti, leggende, curiosità” era il tema del corso condotto da Lyndon Jones, che ha esplorato il complesso rapporto fra liquidi e lenti a contatto, nell’intento di rendere il contattologo più consapevole dei criteri che lo
guidano nella scelta del regime di manutenzione per
ciascun utilizzatore di lenti a contatto.
La sessione plenaria del lunedì mattina si è aperta con
una lezione di comunicazione, condotta da Alessandro Girelli. Comunicare non significa semplicemente
esporre un concetto e la comunicazione non è solo legata all’argomento, quanto piuttosto all’interlocutore
con cui si interagisce. Carlos Aires, ha illustrato la sua
idea di visual marketing, partendo da un allestimento
della vetrina che si concentri su pochi, ma chiari messaggi al potenziale cliente. Per il tema: “Lenti a contatto a tutte le età”, Eric Papas ha sviluppato l’argomento
presbiopia, portando i risultati di uno studio condotto al fine di individuare gli esami che meglio siano in
21
2009, vol. XI, n. 3
Contattologia: la formula vincente!
Figura 5
Giorgio Parisotto, premiato per il migliore poster scientifico
da Alessandro Fossetti, Salvatore Pintus e Carlo Gargiulo
grado di prevedere il comportamento delle lenti a contatto per presbiopia. Sorprendentemente, nessun test
clinico è sensibile quanto una valutazione soggettiva
del paziente nella sua realtà quotidiana. Lyndon Jones,
invece, ha trattato l’impiego delle lenti a contatto nei
bambini e negli adolescenti, sia per scopi funzionali,
sia per scopi estetici o di semplice praticità.
Il pomeriggio di lunedì si è aperto con la premiazione
della sessione poster: quest’anno hanno partecipato
alla competizione cinque lavori scientifici, fra i quali
la giuria, composta da Alessandro Fossetti e Salvatore
Pintus, ha premiato Giorgio Parisotto e Fabrizio Zeri
con uno studio su “I questionari per l’occhio secco
e il test del rosso fenolo: quale relazione?”. Giorgio
Parisotto, optometrista, ha presentato anche un altro
poster sull’utilizzo di una lente a contatto morbida in
silicone idrogel in un cheratocono al quarto stadio. Fabrizio Zeri, optometrista e psicologo, è stato coautore
di altri due lavori: uno studio comparativo tra adolescenti e genitori riguardo al loro atteggiamento verso
le lenti a contatto, condotto in Italia e nella penisola
iberica, con la collaborazione di colleghi spagnoli e
portoghesi; e una valutazione dell’attendibilità della
misura tonometrica a rimbalzo su lac morbide in idrogel e silicone idrogel, condotto in collaborazione con
Bernardo Donini, Paolo Calcatelli, Luciana Zarrilli e
Luigi Lupelli, dell’Università di Roma Tre. Mauro Frisani, Alessia Bellatorre, Silvia Di Benedetto e Antonio
Calossi, dell’Università di Torino, hanno sviluppato
una metodologia di analisi del prisma lacrimale mediante OCT, per analizzare le sue variazioni dopo l’inserimento di una lente a contatto.
Dopo la premiazione è stata la volta degli interventi
brevi, dedicati ad una serie di lavori di ricerca “Made
in Italy”: Antonio Calossi ha spiegato l’utilizzo della
22
Figura 6
Antonio Calossi
Figura 7
Fabio Casalboni
tomografia a coerenza ottica FD-OCT per lo studio
morfometrico delle diverse componenti della cornea;
Fabio Casalboni ha parlato di lenti a contatto per pre-
ARTICO L O
Contattologia: la formula vincente!
Figura 10
Lyndon Jones, Luigi Lupelli, Carlo Gargiulo e Eric Papas rispondono alle domande della platea
Figura 8
Giancarlo Montani
Figura 9
Fabrizio Zeri
sbiopia; Giancarlo Montani ha presentato i risultati di
uno studio sull’effetto della manutenzione rub o no rub
sull’angolo di bagnabilità in lenti idrogel e silicone idrogel; Fabrizio Zeri, infine, ha discusso le differenze delle
opinioni dei ragazzi e dei loro genitori sulle lenti a contatto. Tutti e quattro i relatori sono docenti presso i Corsi
di Laurea in Ottica e Optometria, rispettivamente a Torino, Firenze, Lecce e Roma.
Un momento particolarmente suggestivo è stato quello
dedicato alla Lezione Magistrale “Memoria e arte visiva”
di Lamberto Maffei, professore emerito presso la Scuola
Normale Superiore di Pisa e Presidente dell’Accademia
dei Lincei. Attraverso la presentazione di opere d’arte
antica e contemporanea, disegni, pitture e racconti di
vita di artisti, il professor Maffei ha guidato la platea in
un viaggio attraverso i meccanismi della memoria e della
rappresentazione della natura, dalle sue forme più classiche alle più anticonformiste.
Allontanato il tavolo dei relatori e sistemato il canestro,
il palco è stato invaso a sorpresa da quattro giocatori di
basket della Moncalieri, che hanno ravvivato la conclusione dei lavori, affidata a un divertente intervento di
Laura Quintarelli e Alessandro Finelli, allenatore di pallacanestro. Decidere, essere flessibili, lavorare in squadra
e comunicare efficacemente, divertendosi, sono le regole
che permettono di affrontare il cambiamento, con successo, nel lavoro come nello sport. Possiamo alla fine dire
di aver trovato la formula vincente per la contattologia?
Raccogliendo tutti i messaggi che sono emersi durante il
convegno, si può concludere che questa formula non è la
semplice addizione della lente destra più la lente sinistra,
ma è un’equazione di molti fattori: l’alta qualità dei prodotti, la competenza tecnica degli applicatori, l’organizzazione del lavoro basata sulla divisione dei compiti, la
capacità di comunicare in modo positivo a chi si rivolge a
noi per trovare una risposta alle proprie esigenze.
23
2009, vol. XI, n. 3
II Congresso
RIOC
Laura Boccardo
Optometrista FAILAC
Domenica 15 novembre si è tenuto a Vicenza presso l'Hotel Viest, il Secondo Congresso Rioc, a cui hanno preso
parte oltre centosettanta iscritti. Il Registro Italiano degli
Operatori di Contattologia è nato nell’ambito della Società Optometrica Italiana (S.Opt.I.), allo scopo di facilitare il
riconoscimento professionale degli esperti che esercitano
nell’ambito della contattologia e per sostenere la loro formazione scientifica.
Il programma del convegno si è aperto con una lezione
magistrale in sala plenaria di Joan Gispets Parcerisas, Direttore del Centro Universitario per la Visione dell’ Università Politecnica diella Catalogna, in Spagna. Durante
il suo intervento “Update sulle lenti in silicone idrogel.
Dal passato al futuro” il professor Gispets Pancerisas ha
ripercorso l’evoluzione storica delle lenti silicone idrogel
dalla loro nascita ad oggi, illustrando la varietà di caratteristiche e materiali che attualmente l’industria ci mette
a disposizione. Estremamente significativo è stato l’intervento di Rinaldo Lisario, presidente dell’A.I.CHE., che ha
illustrato le finalità dell’associazione italiana dei pazienti
affetti da cheratocono ed ha annunciato l’instaurarsi di
una collaborazione con S.Opt.I., al fine di migliorare l’assistenza contattologica alle persone affette da questa malattia che ha gravi ripercussioni sulla qualità della vita. La
seconda parte della mattinata è stata dedicata alle presentazioni aziendali e ad un’analisi della situazione del mercato delle lenti a contatto, vista sia da una multinazionale
delle ricerche di marketing, sia dai piccoli laboratori italiani, che si dedicano soprattutto alle lenti di ricetta. Nel
pomeriggio si sono svolti cinque corsi di approfondimento. Stefano Lorè ha condotto il corso sulla valutazione e la
scelta della prima lente a contatto in caso di cheratocono:
sono stati presentati i vari modelli e le filosofie applicative
con i loro vantaggi e svantaggi, proprio perché la scelta
della prima lente è un momento essenziale per stabilire
la fattibilità applicativa o l’invio dal chirurgo corneale per
le valutazioni del caso. Edoardo Marani, Davide Brambilla e Francesco Sala si sono alternati nell’illustrare la
progettazione delle lenti rigide su cornee sferiche, toriche
e irregolari, sfruttando le moderne tecnologie che consentono un’analisi dettagliata della superficie corneale. Antonio Madesani e Alessandro Fossetti hanno illustrato gli
strumenti più innovativi che trovano applicazione nella
pratica delle lenti a contatto: hanno quindi parlato di topografia, di analisi della geometria delle superfici esterna
24
Figura 1
Antonio Madesani durante uno dei corsi monotematici
Figura 2
Un intervento di Anto Rossetti in sala plenaria
ed interna della cornea, di misura dello spessore corneale
ed infine di esame dello strato endoteliale. Fabrizio Zeri e
Laura Boccardo hanno trattato, con un approccio clinico,
il tema della cura e manutenzione delle lenti a contatto,
partendo da elementi base di microbiologia per arrivare
a discutere di interazione tra liquidi e materiali rigidi e
morbidi, soprattutto in silicone idrogel, e di come elevare al massimo la sicurezza della manutenzione attraverso una educazione efficace del paziente. Un corso rivolto
agli addetti alle vendite è stato tenuto dagli studenti e neo
laureati dei corsi universitari di ottica e optometria, con
il contributo progettuale di loro insegnanti, e ha spaziato
fra diversi argomenti di optometria e contattologia.
ARTICO L O
La sfida del 2010 i clienti evangelisti
Autogoverno e Stili Sociali
Silva Tiranti
Esperta in comunicazione d'impresa e storytelling
[email protected]
www.andromediasas.it
L’obiettivo di ogni Ottico dovrebbe essere quello di avere clienti evangelisti, ossia
clienti che spontaneamente parlano di noi e che ci inviano altri potenziali
clienti, ma come si trasforma un cliente in evangelista?
La risposta a questa domanda non è semplice, in questo articolo cerchiamo di
darvi più elementi possibili per raggiungere questo obiettivo.
I Facilitatori si sentono a loro agio quando sentono calore e attenzione verso di loro e dei loro cari. Amano i
convenevoli, per aprirsi devono “sentirsi a casa”.
Elemento vincente per entrare in relazione con loro è
la disponibilità.
Gli Analitici si sentono a loro agio quando vengono
fornite loro tutte le informazioni nel dettaglio, meglio
se supportate da documentazione e dati. Non amano
le novità. Elemento vincente per entrare in relazione
con loro è l’affidabilità.
Figura 1
C. Iandoli "L'occhio in-discreto" acrilico/olio su tela, 2009
PAROLE CHIAVE
clienti evangelisti, autogoverno mentale, stili sociali,
versatilità, assertività
Seconda parte
I Conduttori si sentono a loro agio quando percepiscono di confrontarsi con persone sicure, decise e concrete. Non amano i convenevoli, apprezzano la capacità
di sintesi. Elemento vincente per entrare in relazione
con loro è la congruenza.
In un primo incontro è facile che si crei una fase di
“tensione” che può essere una componente importante
perché permette di conoscersi reciprocamente e confrontarsi tenendo conto che se si supera il “limite di
guardia” ciascuno cerca gli strumenti per scaricare la
tensione.
Come si conquista la fiducia dei clienti
I comportamenti che si assumono per sfogare la tensione riflettono le modalità adottate nell’infanzia, sono
inconsci e perciò sono detti regressivi.
I Promotori si sentono a loro agio quando sono al centro
dell’attenzione, amano sentirsi riconosciuti e percepiscono simpatia nei loro confronti. Elemento vincente
per entrare in relazione con loro è l’apertura.
In situazione di stress, che può essere determinata anche da una modalità sbagliata di approccio, ogni stile
reagisce in modo diverso ma il facilitatore e l’analitico adottano comportamenti di fuga e il promotore e il
conduttore di attacco con modalità diverse.
25
2009, vol. XI, n. 3
La sfida del 2010: i clienti evangelisti autogoverno e stili sociali
Reazioni allo stress
PROMOTORE
FACILITATORE
• perde il controllo delle sue
emozioni
• evita il conflitto
• assume un atteggiamento
di sfida
• assume atteggiamento
accondiscendente
• attacca e colpevolizza
• assume l’atteggiamento
di vittima
• tende ad esplodere
diventa aggressivo
• pensa in termini di ripicca
diventa remissivo
ANALITICO
CONDUTTORE
• assume un atteggiamento
iperlogico
• assume un atteggiamento
autoritario
• non affronta il conflitto,
temporeggia
• mantiene il controllo delle
sue azioni
• sembra non avere reazioni
emotive
• accentua il controllo sulle
sue emozioni
• si risente e prepara la
contromossa
diventa elusivo
• cerca di imporsi sugli altri
con la logica
diventa autocratico
•usando termini quali: novità, successo, esclusivo,
unico si entra nella sua mappa semantica
•termini quali sperimentato, adatto a tutti hanno l’effetto di campanello d’allarme
•acquista d’istinto, anche per simpatia verso il contat
tologo e non gli interessa il parere degli altri
•si deve essere informali, energici e originali, l’adula
zione non guasta
Il facilitatore
•ha bisogno di sentirsi in mani sicure, vuole affidabilità
•pone domande sull’affidabilità del prodotto
•pone domande più per creare una relazione che per
interesse reale
•non tollera l’insistenza e la velocità nella vendita
•usando termini quali: sicurezza, affidabilità, fiducia,
disponibilità si entra nella sua mappa semantica
•termini quali: novità, rivoluzione, innovazione, rischio
hanno l’effetto di campanello d’allarme
•acquista dopo una lenta valutazione ed è molto influenzabile dalle persone che hanno ottenuto la sua stima
•si deve creare una relazione, quindi poca formalità e
molta disponibilità
L’analitico
Cosa facilita la relazione tra il contattologo e il cliente/
paziente?
Versatilità e Assertività le due armi vincenti.
Scientificamente derivano dalla prossemica, che è una tecnica di catalogazione e applicazione del nostro modo di
interloquire e porgere l’informazione. Concettualmente la
versatilità è la capacità di riconoscere la personalità (autogoverno e stile sociale) dell’interlocutore e il conseguente
nostro adattamento. L’assertività è la capacità di entrare
in sintonia con l’interlocutore, creare un certo feeling che
varia da stile a stile e quindi produrre una sinergia con la
creazione di un feed-back elevato.
Elementi da tenere in considerazione:
•esistono bisogni inespressi che stanno alla base della
richiesta del cliente
•le aspettative in termini di relazione variano da stile
a stile
•per ogni stile esistono parole che hanno una influenza
inconscia positiva e altre che hanno una influenza negativa
Il promotore
•ha bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione, accettato anche come persona
•pone domande generiche, più di carattere personale
•si annoia facilmente, ama la sintesi e non i dettagli
26
•ha bisogno di vedere professionalità, precisione e di sapere che quello che gli viene proposto è sicuro
•pone molte domande e vuole conoscere i dettagli possibilmente supportati da dati
•non tollera l’imprecisione e la non puntualità
•usando termini come: sicurezza, controllo, verifica si
entra nella sua mappa semantica
•termini come: novità, rivoluzione o slogan pubblicitari
hanno l’effetto di campanello d’allarme
•acquista se gli viene concesso il tempo per riflettere e
non è influenzabile
•si deve essere formali, parlare lentamente e con tono di
voce basso
Il Direttivo
•ha bisogno di sentirsi parte attiva, sempre
•ama poter decidere tra alternative e deve vedere subito
i vantaggi
•pone subito domande su vantaggi e costi
•non tollera essere contraddetto
•usando termini come: vantaggio, scelta, sfida si entra
nella sua mappa semantica
•termini categorici come: deve, non ha capito, le sue informazioni non sono corrette sono campanelli di allarme
•acquista se vede un vantaggio e stima il contattologo
•non è influenzabile e decide velocemente
•si deve essere formali, non sottomessi, sostenere i
suoi attacchi usando l’ironia
ARTICO L O
La sfida del 2010: i clienti evangelisti autogoverno e stili sociali
Analizzando i vari stili possiamo concludere dicendo
che il contattologo empatico non utilizza sempre lo
stesso approccio con i clienti/pazienti ma con versatilità privilegia in certi momenti l’aspetto relazionale
rispetto al contenuto tecnico, e in altri assume più un
atteggiamento professionale sin dal primo approccio.
L’argomento potrebbe essere ampliato parlando del
temperamento, che è immutabile.
Paragonandoci a delle Matrioske è, la più piccola sulla
quale siamo andati a costruire tutte le nostre maschere
di difesa che determinano la personalità, il carattere e
il nostro modo di comunicare.
Essendo il temperamento immutabile, spesso a noi
sconosciuto, anche se molto nascosto, riemerge e ci lascia a volte sorpresi di noi stessi.
Figura 2
Franco Mulas "Il tesoro" olio su tavola, 1998
Socrate ci indicava la strada dicendo “conosci te stesso,
per conoscere gli altri”, mai affermazione è stata più veritiera perché conoscendo se stessi si impara a conoscere gli altri, senza tecniche o trucchi manipolativi.
Bibliografia:
1. Sternberg R.J (1990) - “Thinking styles: keys to understanding
student performance” Phi Delta Kappan, 71, pp. 366 - 371.
2. Sternberg R.J Grigorenko EL.L. (1993) - “The thinking styles
and the gite” - Roeper Review vol.16 n.2 pp.122 - 130.
3. Sternberg R.J. - “Allowing for thinking styles” - Educational
Leadership, pp.36 - 40.
4. Scuola dello Sport n.3 - “La dimensione nascosta” di T. Hall
(Bompiani).
5. Supporto della tecnica applicativa ISVOR (Wilson Learning).
6. Paul Watzlawick - “Pragmatica della comunicazione umana” - Ed. L’astrolabio.
Figura 3
Mauro Staccioli "Labirinto" cemento e ferro, 1970
27
2009, vol. XI, n. 3
RUBRICA
IMMAGINI DI LAC
Cosa significa che le mie lenti sono graffiate?
a cura di
Fabrizio Zeri
ramento della visione e discomfort,
ma era convinta che tali sintomi potessero dipendere dalla condizione
di ectasia. Alla notizia di avere delle lenti molto graffiate era rimasta
piuttosto sorpresa (“cosa significa
che le mie lenti sono graffiate?”) ma
è bastata la visione della foto della
lente per far capire immediatamente alla signora la reale dimensione
del problema.
Bibliografia
Figura 1
Scratches
Che una lente a contatto (lac) rigida
possa graffiarsi è cosa piuttosto comune e resa più facile dall’avvento dei materiali ad alto Dk (>50).
I graffi possono interessare la superficie della lente o limitarsi ad
incidere la pellicola di depositi che
si forma su di essa (biofilm). Una
superficie graffiata riduce la bagnabilità della lente, aumenta l’accumulo di depositi, incide su visione
e comfort portando in qualche caso
a una possibile intolleranza alle lac
(Schendowich e McGregor, 2009). I
graffi possono essere legati all’attrito tra lenti e contenitore, al contatto
con anelli durante la manipolazione, alla caduta delle lac su superfici
rigide. È stato inoltre evidenziato
che il livello di graffi superficiali
su lenti RGP (Menicon Z e Ex) dipende dalla persona che le pulisce
e dal numero di volte che esse ven28
gono pulite piuttosto che dal metodo di pulizia (sul palmo o tra le
dita) (Cho e coll, 2004). Ovviamente il problema dei graffi è risolvibile pianificando una sostituzione
più frequente delle lac (Bennett,
1997) o effettuando una lucidatura
attraverso una unità per modifiche
(Quinn, 2004).
Il metodo più semplice per il contattologo per evidenziare dei graffi sulla superficie di una lac RGP è
quello di osservare la superficie in
lampada a fessura utilizzando una
illuminazione diffusa e/o diretta
(Cagnolati, 2007). È proprio attraverso una illuminazione diffusa
che, nella foto riportata, viene evidenziata la superficie fortemente
graffiata di una lente RGP applicata
in un caso di degenerazione marginale pellucida. La paziente portatrice della lente, lamentava peggio-
1. Bennett ES. A judicious approach to
RGP planned replacement. CL Spectrum; August 1997.
2. Cagnolati W. Lens checking: soft and
rigid. In Ed. Phillips AJ. Speedwell L.
Contact Lenses. Buttherworth Heinemann Elsevier 2007.
3. Cho P, Ng H, Chan I, Law J, Tsang J.
Effect of two different cleaning methods on the back optic zone radii
and surface smoothness of Menicon
rigid gas-permeable lenses. Optom
Vis Sci 2004; 81: 461- 467.
4. Quinn TG Simple tools for your contact lens practice issue. CL Spectrum;
December 2004.
5. Schendowich B, McGregor S. Managing contact lens intolerance. CL
Spectrum, June 2009.
RUBRICA
IN LIBRERIA
Contact Lenses - The Story
a cura di
Luigi Lupelli
Timothy J. Bowden
www.contactlensesthestory.com
2009 Bower House Publications,
Gravesend, (UK)
Pagine: 743 + 41
Tavole a colori: 13
Lingua inglese
L’idea originaria di Tim Bowden era
di scrivere un testo che trattasse lo
sviluppo delle lenti a contatto monouso e, più in generale, a ricambio
frequente. Procedendo, l’autore non
ha resistito ed è andato ben oltre.
Come un ballerino classico, a cui viene data la possibilità di esibirsi per
la prima volta al Bolshoy, Bowden
ha iniziato ad inanellare, con furore
e leggerezza, ampi passi di danza in
ogni spazio di quel grande palco che
è la storia delle lenti a contatto. Infatti nella prefazione si legge:
“È parso presto evidente che la storia
delle lenti a contatto monouso non poteva essere trattata senza aver visto come
erano prima le lenti morbide. D’altro
canto l’impatto delle lenti morbide po-
teva essere ben compreso soltanto se si
fosse fatto riferimento alle lenti a contatto rigide, e non solo alle corneali ma
anche alle sclerali ...”.
Che grande scenario quello della
storia delle lenti a contatto! E questo salta presto agli occhi, con tutto il suo fascino, sfogliando questo
voluminoso testo, così diverso dai
capitoli, sulla storia, che siamo abituati a leggere nei manuali di contattologia generale.
Questa è una storia delle lenti a contatto formata da una successione di
“storie”. Storie di uomini che hanno
contribuito ad incastrare tessere su
tessere del mosaico dell’evoluzione
contattologica. Bowden non fa altro
che farci entrare dalla porta principale della casa, dello studio, del
laboratorio, dell’istituto di ricerca,
dell’ospedale, dell’azienda. Bodwen
riesce a tratteggiare non solo la figura di scienziati, tecnici e clinici ma
anche quella degli uomini con le loro
vicende private inserite nel più vasto
scenario del loro periodo storico.
Ciò appare evidente sia per i personaggi più noti come Fick, Dallos,
Feinbloom, Tuhoy, Bier o Wichterle,
ma anche per quelli meno celebrati come, ad esempio, Bay o MullerWelt, Ewell, Tsuetaki, Rocher e molti
altri. Si vedrà, ad esempio, come Josef Dallos (tra i più noti) comincia
ad interessarsi di lenti a contatto in
Ungheria, sperimentando, in ospedale oftalmico, nuove metodiche per
ottenere lenti a contatto derivandole
da calchi oculari, ma il matrimonio
con la sorella di George Nissel, un
altro gigante nella storia della contattologia, che viveva in Inghilterra, e le
preoccupazioni conseguenti ai deliri
nazisti, lo convincono a spostarsi a
Londra ove continua ad interessarsi
di lenti a contatto.
La nascita delle lenti monouso è
centrata sulla genialità di un medico
danese, Michael Bay, con incredibili
velleità imprenditoriali. Bay, dopo
essersi interessato solo marginalmente di lenti a contatto, mette su
un gruppo di lavoro con chimici,
optometristi, tecnici e, insieme alla
moglie Inger, dentista, sviluppa la
lente monouso compreso il confezionamento in blister. Venduta la
tecnologia di queste lenti, Bay s’ingegna in altri campi della salute
come bende per ulcere delle gambe
(con successo) e, successivamente,
un vaccino per l’HIV(un flop!). Le
foto di Bay, della moglie e dei suoi
collaboratori, delle prime attrezzature per la costruzione delle prime
lenti (denominate MIA dalle iniziali
del nome di Bay, della moglie e della
figlia) permettono a chi legge, in una
decina di pagine, di entrare proprio
nel cuore di uno sviluppo di un concetto, quello del ricambio frequente,
che per noi, oggi, è routine.
Un capitolo, decisamente unico
nella letteratura contattologica, è
il settimo dedicato alla storia delle
più rilevanti aziende produttrici di
lenti a contatto.
Il lavoro di Bowden è principalmente un lavoro sulle fonti. Nella maggior parte dei casi è stato un lavoro
sul campo. Il suo, oltre ad essere un
viaggio nella storia delle lenti a contatto, è stato un susseguirsi di viaggi
nei luoghi chiave per questa storia.
Ha cercato di avere informazioni,
quando questo è stato possibile, direttamente dai protagonisti o, altrimenti, da figli, nipoti, collaboratori,
vicini di casa, associazioni. Ha contattato almeno 326 persone (elencate
nel testo). Da loro ha ottenuto notizie
rilevanti, immagini inedite di persone, luoghi, attrezzature. Bowden ha
ricostruito vicende storiche originali
con rigore, meticolosità e passione.
Il risultato è un libro pieno di fascino!
29
2009, vol. XI, n. 3
RRUBRICA
U B R ICA
IN LIBRERIA
Novità editoriali
a cura di
Laura Boccardo
edizioni precedenti, sono state incluse nuove voci inerenti la patologia,
l’anatomia oculare, la fisiologia e la
percezione visiva ed è stata rinnovata la veste grafica, introducendo un
codice a colori per un più facile reperimento degli argomenti.
Cornea Handbook
William B. Trattler, Parag A.
Majmudar, Jodi Ian Luchs,
Tracy Swartz
SLACK Incorporated, 2009
Un testo completo e dettagliato sui
fondamenti dell’anatomia, fisiologia,
patologia, chirurgia e tecniche di esame della cornea.
Contact Lens Practice
Nathan Efron
2a edizione
Butterworth - Heinemann, 2010
Questa nuova versione, completamente aggiornata, arriva a distanza di otto
anni dalla prima edizione, che è stata
molto apprezzata per la sua impostazione spiccatamente pratica e le numerose immagini di alta qualità. Data
prevista di pubblicazione: 02/03/2010
Dictionary of Optometry and
Visual Science
Michel Millodot
7 a Edizione
Butterworth - Heinemann, 2009
450 pagine
Completamente aggiornata, la nuova
edizione di questo dizionario, che è
ormai un classico, include oltre 5400
termini riguardanti l’optometria e le
scienze della visione. Rispetto alle
30
Optometry: Science, Techniques
and Clinical Management
Mark Rosenfield, Nicola Logan
2 a edizione
Butterworth - Heinemann, 2009
568 pagine, oltre 400 illustrazioni
Un’introduzione alla teoria e alla
pratica dell’optometria in un volume compatto. Rispetto all’edizione
precedente, i contenuti sono stati riorganizzati in tre sezioni: scienze di
base, tecniche cliniche e gestione del
paziente. Sono stati aggiunti nuovi
capitoli sulle tecniche più recenti di
diagnostica per immagini, trattamenti oculari e correzione refrattiva.
Keratoconus and Keratoectasia:
Prevention, Diagnosis and
Treatment
Ming Wang
SLACK Incorporated, 2009
Questo testo si avvale del contributo
di oltre quaranta esperti, e presenta lo stato dell’arte nella diagnosi e
trattamento del cheratocono e delle
ectasie corneali, facendo il punto in
particolare sulle tecniche più recenti
di intervento, che mirano a prevenire
e ritardare il più possibile il ricorso al
trapianto di cornea.
Per maggiori informazioni:
www.elsevierhealth.com
www.slackbooks.com
Nei prossimi numeri pubblicheremo una recensione di alcuni di questi testi.
RUBRICA
TIPS
& TRICKS
a cura di
Laura Boccardo
Quali test per valutare le lenti a
contatto progressive?
È possibile prescrivere una lente a
contatto progressiva solo sulla base
di una refrazione e della misura
dell’addizione per vicino?
L’esperienza ci dice che, solo dopo
aver provato la lente a contatto, il
paziente è in grado di valutare la
sua visione per lontano e per vicino,
perché il modo in cui si vede con le
lenti è profondamente diverso dal
modo in cui si vede con gli occhiali
di prova. Ma la misura dell’acuità
visiva da lontano, dell’acuità visiva
da vicino e della velocità di lettura
con le lenti indossate sono realmente degli esami efficaci nel valutare il
funzionamento delle lenti a contatto progressive per un determinato
paziente? Durante l’ultimo convegno Assottica, Eric Papas ha portato i risultati di uno studio condotto
al fine di individuare gli esami che
meglio siano in grado di prevedere
il comportamento delle lenti a contatto per presbiopia. Sorprendentemente, non c’è correlazione fra
i risultati dei test clinici e i test di
soddisfazione del paziente. Nessun
test clinico è sensibile quanto una
valutazione soggettiva del paziente
nella sua realtà quotidiana.
Quindi, per valutare la visione da
vicino il paziente deve usare il suo
cellulare, il suo orologio e provare
a lavorare in ufficio o a leggere il
giornale; per lontano ci vuole una
passeggiata e o anche un giro in
macchina. Solo in questo modo è
possibile valutare il tipo di correzione più adatta per le esigenze reali.
Trattamenti al plasma per RGP
Più e più volte si è detto che l’acqua
del rubinetto deve essere completamente bandita dalla manutenzione
delle lenti a contatto e non deve essere usata né per sciacquare il contenitore, né tanto meno per sciacquare le lenti RGP.
In generale il motivo è di carattere
microbiologico: l’uso di acqua del
rubinetto aumenta il rischio di cheratiti microbiche. L’articolo di Keith Parker “Should Patients Rinse
Their GP Lenses With Tap Water?”,
pubblicato sul numero di settembre
di Contact Lens Spectrum, spiega
un altro motivo per cui i portatori
di lenti RGP di ultima generazione
non dovrebbero mai utilizzare l’acqua del rubinetto per il risciacquo:
questa infatti annulla l’effetto dei
trattamenti al plasma, rendendo la
superficie della lente idrofoba come
se il trattamento non fosse neppure
stato eseguito.
Puntare alla visione migliore per
i pazienti astigmatici
Quando considerate le varie opzioni per i vostri pazienti, badate bene
di non sottovalutare piccole entità
di astigmatismo, fra 0,50 e 1 diottria. Spesso questi pazienti portano lenti disposable che correggono
solo il difetto sferico.
Con così tante scelte fra le lenti toriche, anche giornaliere, è possibile
mostrare in modo rapido e veloce
al paziente come potrebbe vedere
con la sua correzione completa. I
pazienti apprezzano le capacità del
professionista che è in grado di fornirgli il meglio.
E questo è il miglior servizio che
potete fare sia ai vostri pazienti, sia
alla vostra attività.
Pamela Lowe, Chicago
Fitting Tip of the Month,
September, 2009
www.clspectrum.com
Avete mai giocato a Cluedo?
Cluedo è un gioco di società che
trasforma tutti in investigatori. Anche noi dobbiamo diventare investigatori quando cerchiamo di trarre informazioni sulla compliance
dei nostri pazienti, cioè vogliamo
sapere se veramente rispettano i
tempi di sostituzione, le procedure
di manutenzione e le modalità di
utilizzo che noi abbiamo prescritto.
Per esempio la domanda “Hai mai
dormito con le lenti a contatto ?”
può porre sulla difensiva, mentre
la domanda “Ogni quanto dormi
con le lenti a contatto?” permette di
ottenere una risposta più sincera.
Se scoprite che il paziente dorme
anche saltuariamente con le lenti a
contatto, tutte le volte che è possibile, prescrivete lenti approvate per
porto prolungato o continuo.
Clues to Contact Lens Care Noncompliance
Susan Kovacich, CLSpectrum,
Novembre 2009
Avete un piccolo trucco o qualsiasi
suggerimento che possa risolvere i
problemi più comuni che si incontrano nella pratica contattologica
di tutti i giorni? Avete piacere di
condividerlo con i colleghi? Inviate
i vostri Tips&Tricks alla redazione
di LAC.
31
2009, vol. XI, n. 3
RNOTE
U B R ICA
NOTE
PER GLI AUTORI
Lenti a contatto (lac) è una rivista il cui obiettivo è fornire ai professionisti del settore, ricercatori e studenti, informazioni aggiornate sulle
ricerche cliniche e scientifiche nell’ambito dell’area contattologica, nella
fisiologia e patologia dell’occhio esterno.
Sono benvenuti tutti gli articoli originali a carattere clinico, di ricerca,
rassegne bibliografiche, casi clinici ed editoriali che trattino argomenti
legati alla contattologia. Possono anche essere pubblicate lettere attinenti lo sviluppo professionale e la sua evoluzione, l’educazione e gli
eventi del settore.
Tutti gli articoli devono essere inviati all’attenzione di:
Marica Lava o Oscar De Bona
CIBA Vision s.r.l.
Via E. Mattei, 11, 30020 Marcon (VE)
I lavori inviati non devono essere stati precedentemente pubblicati su
altre riviste o presentati per la pubblicazione contemporaneamente ad
altri giornali. Il testo dell’articolo, corredato da eventuali immagini,
deve essere inviato in duplice copia per essere esaminato. Il lavoro deve
pervenire anche su supporto magnetico. Dopo la revisione dei referees,
l’autore corrispondente sarà informato sull’esito della revisione. Nel
caso d’accettazione del lavoro presentato, farà seguito la documentazione necessaria per la cessione dei diritti.
Dattiloscritto, dischetto e immagini originali, anche se non pubblicati,
non saranno necessariamente restituiti.
Preparazione del dattiloscritto e del supporto magnetico
I dattiloscritti devono pervenire su fogli A4.
Impostazione margine superiore 2,50 cm, inferiore e laterale, destro e
sinistro, 2 cm.
Per il frontespizio, il sommario, il testo, i ringraziamenti, la bibliografia,
le tabelle e le didascalie delle illustrazioni utilizzare il carattere Times
New Roman corpo 12. Le pagine devono essere numerate in modo progressivo iniziando dal frontespizio. Tutti i lavori accettati per la pubblicazione debbono pervenire anche su supporto magnetico, nei formati
Macintosh e IBM compatibili elencati:
MacWrite, Microsoft Word, Solo testo, R.T.F.
Frontespizio
La prima pagina deve includere il titolo per esteso, ed eventualmente anche ridotto, il nome e cognome, per esteso, degli autori nella sequenza desiderata, eventuali istituti o enti d’appartenenza, il nome, l’indirizzo ed il
numero di telefono dell’autore cui fare riferimento per la corrispondenza.
Sommario
Il sommario in lingua italiana, che non deve contenere più di 130 parole, deve essere riportato su una pagina separata. È auspicabile che l’autore sottoponga anche un sommario più esteso, massimo 230 parole, in
lingua inglese. Entrambi devono contenere la parte centrale del tema
trattato, il metodo di lavoro, i risultati e le conclusioni.
Parole chiave
Per facilitare la schedatura degli articoli indicare da 3 a 7 parole chiave
per ogni articolo. Tali parole chiave, in lingua italiana ed inglese, debbono seguire i relativi sommari.
Testo
Gli articoli di ricerca dovranno essere comprensivi di: introduzione, descrizione del materiale, metodo di lavoro, risultati e discussione. L’introduzione deve riportare in modo conciso gli obiettivi dello studio. Il materiale e
i metodi utilizzati devono essere descritti in dettaglio, mentre i risultati
dovrebbero essere descritti in maniera succinta. La discussione deve essere limitata all’osservazione dei dati presentati. Articoli di rassegna biblio-
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grafica, casi clinici, descrizioni di nuovi strumenti o procedure dovrebbero
essere costituiti da: sommario, introduzione, testo e commenti.
Bibliografia
I riferimenti nel testo dovranno essere soltanto numerici e riportati con
un corpo più piccolo ad apice.
L’elenco dei riferimenti deve essere riportato in pagine separate del testo e dovrà essere redatto secondo le modalità sotto elencate, rispettando la punteggiatura e lo stile indicati:
Articoli di riviste
Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo dell’articolo, titolo
della rivista abbreviato secondo le norme codificate, anno, volume, prima e ultima pagina in cui appare l’articolo.
Nel caso che la numerazione delle pagine della rivista non segua un
ordine annuale, accanto al numero del volume indicare, tra parentesi,
anche il numero del fascicolo.
Esempio di articolo da rivista
Simmons PA, Tomlinson A e Seal DV. The role of Psedomonas aeruginosa biofilm in the attachment of Acanthamoeba to four types of hydrogel contact lens materials. Optom Vis Sci, 1998; 75: 860-866
Libri
Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo e sottotitolo dell’opera con iniziali maiuscole, luogo di edizione, editore, anno, n. pagine.
Esempio di libro
Fletcher R e Still DC. Eye Examination and Refraction.
Oxford, Blackwell Science, 1998, 58-60.
Nel caso che si faccia riferimento ad un capitolo di libro:
Woodward G. Clinical applications of contact lenses. In Edwards K. e
Llewellyn R. Optometry. London, Butterworth, 1988, 486-500.
Tutte le citazioni devono essere organizzate sulla base della numerazione del testo e non secondo l’ordine alfabetico.
Illustrazioni
Per illustrazioni si intende materiale come: fotografie, disegni, grafici,
tracciati, ecc. La qualità delle immagini deve essere elevata, i disegni e
i grafici professionali. Ogni illustrazione deve essere numerata con lo
stesso numero citato nel testo. Sono accettate fotografie in bianco e nero
e a colori in formato digitale JPG o TIF.
Le immagini devono essere tutte corredate di didascalia.
Ogni immagine deve riportare le seguenti informazioni:
• titolo del lavoro
• numero della figura
•nome del primo autore e una freccia indicante la parte alta della
fotografia.
Organizzazione e spedizione del supporto magnetico
È indispensabile che il file rispecchi le caratteristiche finali dell’articolo.
L’etichetta del supporto deve riportare:
• il nome dell’autore corrispondente
• un titolo dell’articolo, eventualmente ridotto
• il sistema operativo
• il formato
• il processore word utilizzato, con versione e numero
Materiale aggiuntivo come tabelle, legende, bibliografia ecc. devono essere salvati su file individuali, uno per ogni categoria; particolarmente
gradita è la preparazione di un file legenda.
Lenti a Contatto - Contact lenses
Dicembre 2009, volume XI, numero 3
Lenti a Contatto - Contact lenses
Dicembre 2009, volume XI, numero 3
Norman Bier
Luigi Lupelli, Robert Fletcher
La vita inizia con la presbiopia
Dimple Shah
Le tesi contattologiche
Marica Lava
Il Congresso RIOC
Laura Boccardo Contattologia: la formula vincente!
Laura Boccardo La sfida del 2010: i clienti evangelisti - Autogoverno e stili sociali
Seconda parte
Poste Italiane. Spedizione in a. p. - 70% - DC/DCI/VC nr 3 - 2009
Silva Tiranti
undicesimoanno
con il patrocinio di