Clara, quando il cibo è l`infelicità

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Il compito di Clara
di Alessandro FAINO
Nel romanzo IL COMPITO DI CLARA (Leone Editore), l’autore Alessandro FAINO racconta la storia
di una bambina con disturbi del comportamento alimentare, e l’amore del suo maestro che tenta
di svelarne le ragioni profonde.
Un romanzo psicologico, a tratti corale, dove emergono i temi della malattia e della morte da due punti
di vista privilegiati: quello finemente sensibile di una bambina disagiata e quello paterno e filosofico
del suo maestro di scuola. Un romanzo che ha anche il grandissimo merito di portare all’attenzione di
tutti noi – spesso distratti, inconsapevoli ed anche un po’ insensibili - il tema tanto trascurato quanto
rilevante dei disturbi del comportamento alimentare infantile.
Giorgio Ventura è un quarantenne solitario, filosofo e maestro nella scuola elementare di una cittadina
della Puglia ionica magicamente incastonata fra il mare e le gravine. Divide il tempo tra insegnamento,
scacchi, studi filosofici e musica classica. Ha un amore, Caterina – magistrato trasferito a Torino per
lavoro – pochi amici e un fido interlocutore, Achab, il pesciolino del suo acquario. A scuola conosce
Clara, l’alunna della 4a A diversa dagli altri bambini. Il volto triste e un corpo voluminoso e sgraziato
contrastano con la levità della sua intelligenza e la sua fine sensibilità. Giorgio si propone di
comprendere il dolore che si cela dietro gli occhi mesti della bambina, oltre il disagio che trapela e di
cui nessuno sembra prendersi cura. Sarà un viaggio a ritroso nella vita della bimba ma anche più a
ritroso, nel vissuto dei genitori, fra analisi psicologica e introspezione. Giorgio ricerca nella sofferenza
della piccola Clara un senso alla domanda universale sul dolore.
Cenni biografici dell’autore. Alessandro Faino è originario di Giffoni Valle Piana (SA), la città del
Giffoni Film Festival. Sposato, tre figli, vive a Massafra (TA). Medico igienista, master in management
sanitario e in bioetica, formatore, docente di Igiene nel Corso di laurea in "Servizio sociale e no profit"
LUMSA sede di Taranto. “L’imperfetto amore” è il suo primo romanzo (Manni Editori, 2010). A
gennaio 2012 il racconto “Tutto il tempo” è stato inserito nel volume “La sostanza delle cose …da un
incipit di Giuseppe Aloe” (Giulio Perrone Editore).
Il 27 giugno è uscito il nuovo romanzo per i tipi di Leone Editore: Il compito di Clara.
Scheda sanitaria sui Disturbi del Comportamento Alimentare
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), nelle varie espressioni con cui si
manifestano, rappresentano nell’ultimo decennio la condizione patologica più diffusa nelle società
occidentali, in particolare nella razza bianca.
L’epidemiologia mette in luce che l’Anoressia Nervosa (AN) ha una prevalenza dello 0,7%,
dominando nelle classi medio-alte e tra le adolescenti (9 femmine per 1 maschio) con un’età media di
diciassette anni (12-25 anni con due picchi, a 14 e a 18 anni). L’incidenza della AN (nuovi casi all’anno
per 100.000 persone) è di 19 per le femmine e 2 per i maschi.
La Bulimia Nervosa (BN), la cui definizione è più recente rispetto alla AN (Russel, 1979) ha
una prevalenza dell’1-2% e non riconosce una classe sociale preferita. Prevale nell’età compresa fra i 12
e i 35 anni con un picco a 18 anni. Colpisce in misura maggiore le femmine ma con un divario inferiore
rispetto all’AN. L’incidenza nei due sessi della BN (nuovi casi all’anno per 100.000 persone) è di circa
30.
Poiché i DCA riconoscono eziologia multifattoriale, l’analisi delle cause (etiopatogenesi)
riconduce a tre principali ordini di fattori.
1. Fattori socioculturali (atteggiamento di genitori e coetanei; influenza dei media; “dieting”,
cioè seguire cronicamente diete e regimi alimentari).
2. Fattori psicologici (preoccupazione per il peso corporeo; l’immagine del corpo; difficoltà a
mettersi in rapporto con gli altri in modo autonomo; ridotta autostima; attenzione sul proprio corpo per
raggiungere un senso di valore personale; aspetti psicodinamici: rifiuto della femminilità, del ruolo di
adulto in fieri, del proprio corpo).
3. Fattori di ereditarietà (sorelle di soggetti affetti da AN hanno un rischio di DCA da 0,4% a
6,6%; il 27% delle madri di persone affette da anoressia ha anamnesi di ridotto peso adolescenziale e
vari disturbi fino all’AN; parenti femmine di soggetti anoressici hanno un rischio aumentato di DCA).
La presa in carico del soggetto con DCA è evidentemente multidisciplinare e va operata su piani
diversi. I principali approcci prevedono: aspetti medico-farmacologici, dietoterapici, psicologici,
psicodinamici, educativi, socio-familiari (mondo dell’affettività).
I dati epidemiologici sui DCA nei bambini non sono sufficientemente noti. È presumibile tuttavia
che la prevalenza dei DCA in questa fascia di età sia di circa l’1%. Tipicamente l’AN può verificarsi
dall’età di 8 anni, mentre la BN è molto rara al di sotto dei 12 anni (1,2,3,4).
Alcuni studi condotti su ragazzi dagli 8 ai 13 anni mostrano la presenza di segni clinici e psicopatologici
tipici dei DCA, come l’estrema attenzione alle forme corporee, alla dieta e al peso (5,6).
D’altro canto, tra i bambini e gli adolescenti sono in aumento esponenziale il sovrappeso e l’obesità.
Tali condizioni costituiscono un fattore di rischio che può precedere l’insorgenza di un DCA (7,8).
Sia il comportamento bulimico sia quello anoressico potrebbero, infatti, generarsi da una precedente
condotta iperfagica causante sovrappeso.
Dal punto di vista prognostico gli ultimi dati epidemiologici sembrano non differenziare l’AN e la BN
rispetto alle percentuali di guarigione: il 45% dei pazienti affetti da DCA mostrerebbe un recupero totale
rispetto ai sintomi principali, il 27% un miglioramento importante e il 23% una cronicizzazione del
disturbo (9,10). La mortalità, invece, si aggirerebbe intorno al 4%, con maggiori punte per l’AN (11). In
merito alle teorie etiologiche psicodinamiche risulta attuale la teoria lacaniana, che chiarifica i
meccanismi relativi al rifiuto del cibo e alle abbuffate partendo proprio dal rapporto madre-bambino. Il
rifiuto del cibo sarebbe per Lacan un tentativo di spostare il piano relazionale madre-bambino da quello
del bisogno materiale (accudimento basato sul cibo) a quello dell’amore/desiderio (12). In merito alla
tendenza sintomatica all’abbuffata con vomito, tipica della bulimia, a esordio più tardivo rispetto
all’anoressia, la psicanalisi pone l’accento sulla difesa del bambino e dell’adolescente dalla pulsione
sessuale che durante l’adolescenza, appunto, rappresenta la prima possibilità di disinvestimento libidico
dall’altro genitoriale (13,14,15). Tale processo, vissuto come minaccioso, produrrebbe un’esasperazione
della pulsione orale da un lato, e dall’altro un iperinvestimento sull’immagine corporea (16).
Bibliografia essenziale
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10. Steinhausen H-C: The outcome of anorexia nervosa in the 20th century. Am J Psychiatry 2002; 159:1284–1293.
11. Crow SJ, Peterson CB, Swanson SA, Raymond NC, Specker S, Eckert ED, Mitchell JE: Increased mortality in
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12. Jacques Lacan, La direzione della cura, J. Lacan in Scritti, vol. II, Einaudi, Torino, 1974, pp. 625–629.
13. Freud S (1914, 1905) Opere: Introduzione al narcisismo e Tre saggi sulla teoria sessuale, Bollati Boringhieri,
Torino.
14. Lacan J (1983), Il Seminario XX, in Ancora: 1972-1973, Einaudi, Torino.
15. Cosenza D (2008), Il muro dell’anoressia, Astrolabio, Roma.
16. Miller JA (2008) La psicoanalisi N°24, Astrolabio, Roma.
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