Alimentazione Alimentazione corretta e buona salute sono un binomio indissolubile. La proporzione fra i vari tipi di alimenti e la qualità dei cibi che mangiamo sono alla base di uno sviluppo umano completo, sia a livello fisico che mentale. Una dieta adeguata, bilanciata e variegata, insieme alla pratica quotidiana di attività fisica è un elemento basilare per uno stile di vita sano: è un valido strumento di prevenzione per alcune patologie, ma anche di gestione e trattamento per altre; permette di invecchiare meglio; aiuta a mantenere un peso corporeo adeguato. Abitudini alimentari sbagliate, sia nella quantità che nella qualità, possono essere causa dell’insorgenza di malattie croniche come l’obesità e il sovrappeso, l’ipertensione arteriosa, le malattie dell’apparato cardiocircolatorio, le malattie metaboliche, il diabete tipo 2, alcune forme di tumori, ecc. Gli alimenti di cui disponiamo sono tanti e molti sono i modi per realizzare una dieta salutare: ognuno ha ampia possibilità di scelta, seguendo semplici ma importanti raccomandazioni. Mangiar sano può essere anche una buona occasione per arricchire le proprie esperienze, sperimentando cibi diversi per cultura e origini o imparando nuovi modi di preparazione del cibo. Modificare i comportamenti alimentari delle persone, promuovendo uno stile di vita sano, richiede cambiamenti individuali e sociali e dunque lo sviluppo di politiche e interventi mirati. In questo senso, un target privilegiato da tenere in considerazione sono i bambini e gli adolescenti poiché le loro abitudini alimentari possono avere conseguenze negative sia sulla salute che sull’educazione. Gran parte dei giovani, infatti, non conosce o non osserva raccomandazioni nutrizionali importanti come mangiare frutta e verdura, fare una colazione adeguata, evitare bibite zuccherate, ecc. Alimentazione e salute Gli studi scientifici lo dimostrano: la salute si costruisce a tavola, sulla base del cibo che mangiamo. È dunque importante dare la giusta importanza a una dieta varia ed equilibrata, caratterizzata dall’assunzione bilanciata dei vari nutrienti. Cosa vuole dire mangiare bene? Mangiare è considerato uno dei piaceri della vita, ma “mangiare bene” non significa solo saziarsi. Consumare cibi buoni e di qualità in un ambiente amichevole, mangiare un po’ di tutto ma in quantità adeguate è infatti altrettanto importante. L’equilibrio alimentare non si costruisce su un unico pasto o su un unico giorno ma piuttosto su una continuità settimanale. Non esistono cibi “proibiti” come neanche cibi “miracolosi”, anche se ovviamente alcuni alimenti sono considerati più salutari (come la frutta, la verdura, i farinacei, il pesce) e altri meno (come i cibi zuccherati o troppo salati, le carni rosse, i grassi di origine animale). I benefici di una sana alimentazione. Un corretto stile alimentare contribuisce a costruire, rafforzare, mantenere il corpo e a fornire l’energia quotidiana indispensabile al buon funzionamento dell’organismo. Una giusta alimentazione è dunque determinante per uno sviluppo fisico sano a partire dalla fase prenatale, poi durante l’infanzia e nelle fasi successive della vita. Una nutrizione equilibrata è per esempio direttamente legata a una buona salute materno-infantile, facilita i bambini nell’apprendimento, aiuta gli adulti a essere più produttivi. Una dieta bilanciata, combinata a uno stile di vita attivo che preveda la pratica quotidiana di attività fisica, aiuta a mantenere un peso corporeo adeguato, permettendo una crescita più armoniosa da un punto di vista fisico e più serena da un punto di vista psicologico. Spesso, infatti, le persone in sovrappeso o obese tendono a essere emarginate e sottoposte a una vera e propria stigmatizzazione sociale. In particolare, i bambini sono portati a sviluppare un rapporto difficile con il proprio corpo e con i propri coetanei, di conseguenza a isolarsi ancora di più con un invitabile aumento delle abitudini sedentarie. Mangiare sano aiuta a prevenire e a trattare molte malattie croniche come l’obesità e il sovrappeso, l’ipertensione arteriosa, le malattie dell’apparato cardiocircolatorio, le malattie metaboliche, il diabete tipo 2, alcune forme di tumori. Inoltre, una sana alimentazione fortifica il sistema immunitario contribuendo a proteggere l’organismo da alcune malattie non direttamente legate alla nutrizione. I rischi di mangiare male. Il rischio cardio e cerebrovascolare è fortemente influenzato dal tipo di alimentazione. Per ridurre l’aterosclerosi e le sue conseguenze è importante limitare i grassi di origine animale contenuti nella dieta. È anche consigliabile una riduzione dell’uso quotidiano di sale da cucina per il riequilibrio dei valori di pressione arteriosa e quindi del rischio di ipertensione e di scompenso cardiaco. Va infine ridotto l’apporto di carne e grassi animali perché esiste un’associazione diretta tra un loro consumo eccessivo e il rischio di tumori. Il rischio obesità, in particolare, è determinato non solo da una dieta scorretta (che determina uno squilibrio fra assunzione calorica e spesa energetica a favore della prima) ma anche da uno stile di vita sedentario. Sovrappeso e obesità sono definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come condizioni di anormale o eccessivo accumulo di grasso corporeo che presenti un rischio per la salute (leggi anche l’approfondimento sul sito del progetto Ebp e obesità). Prenditi cura di te, mangia sano Mangiare bene in allegria si può ed essere consapevoli di ciò che si ha nel piatto è importante quanto il modo di mangiare. Prendere il tempo per cucinare, mangiare e condividere un momento di relax sono infatti tutti elementi che hanno un impatto diretto sulla nostra alimentazione. Mangiare sano e variato.Il modo più efficace per garantire un apporto adeguato di energia e nutrienti è quello di variare il più possibile e di combinare, opportunamente, i diversi cibi. I principali gruppi di alimenti che devono essere presenti nell’alimentazione quotidiana per garantire una dieta equilibrata sono: frutta e verdura: alimenti privi di grassi e ricchi di vitamine, minerali e fibre. Hanno un ruolo protettivo nella prevenzione delle malattie croniche che compaiono in età adulta. Offrono una grande varietà di sapori, tutto il necessario per coniugare salute e soddisfazione. Possono essere mangiati in tutti i modi: freschi, congelati, in scatola, cotti o crudi. Oppure sotto forma di spremute di frutta o succhi puri al 100%, di frullati, di salse (preferibilmente senza zucchero aggiunto) e di minestre. Attenzione però ai “falsi amici”, come alcuni tipi di succhi di frutta o le bevande aromatizzate, quelle gassate o i nettari di frutta, tutti prodotti che spesso contengono molto zucchero e poche fibre. Una dieta sana prevede almeno 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno. Per “porzione” si intende l’equivalente di 80 grammi circa o, per avere un’idea più semplice, la quantità di frutta o verdura cruda che può essere contenuto sul palmo di una mano, oppure mezzo piatto di verdura cotta. Qualche esempio: un pomodoro di medie dimensioni, una manciata di pomodorini, una pugno di fagiolini, una scodella di minestra, 1 mela, 2 albicocche, 4-5 fragole, 1 banana, ecc. È importante ricordare che la frutta e verdura di stagione sono spesso più economiche e gustose. alimenti ricchi di amido: come cereali, pane, pasta, patate, polenta sono alimenti che in una dieta equilibrata devono essere consumati quotidianamente. Hanno un alto valore energetico ma non contengono elevate quantità di grasso. Mangiare alimenti ricchi di amido è importante perché contengono i carboidrati complessi che, a differenza di quelli semplici propri dei cibi zuccherati, forniscono energia che il corpo utilizza gradualmente. Si può dunque mangiare questo tipo di alimenti senza paura di ingrassare purché si usi un condimento leggero e privo di grassi e si eviti di assumere contemporaneamente altri cibi che contengono un’alta percentuale di carboidrati complessi nello stesso pasto. Un uso limitato di pasta, pane e riso va considerato solo in caso di sovrappeso o obesità. latte e derivati: la loro funzione principale è fornire calcio in forma altamente assorbibile e utilizzabile dall’organismo. Questo è essenziale per la costruzione del tessuto osseo e la sua manutenzione, la contrazione muscolare, la coagulazione del sangue, ecc. Riguardo ai formaggi, è importante farne un uso moderato e prediligere quelli freschi a basso contenuto di grassi (come la ricotta di mucca). I formaggi non vanno mangiati alla fine del pasto, ma vanno considerati sostitutivi della carne o del pesce. Attenzione però ai “falsi amici”: anche se la panna e il burro sono a base di latte, non vanno considerati prodotti lattiero-caseari, ma grassi di origine animale di cui bisogna limitare il consumo. pesce, carne e uova: forniscono proteine di alta qualità. Carne e pesce forniscono anche ferro. Il pesce ha poi un effetto protettivo dovuto al tipo di grassi contenuti (omega-3) che riducono il rischio di malattie cardiovascolari. Si consiglia di mangiare carne, pesce o uova, 1 o 2 volte al giorno. Per quanto riguarda il pesce si raccomanda di mangiarlo (sia fresco che surgelato) almeno 2 volte a settimana. È importate privilegiare le carni magre (pollo, tacchino, vitello e coniglio) limitando il consumo di carni rosse e grasse (maiale, oca, anatra). È preferibile la cottura alla griglia, alla piastra o al vapore, limitando l’uso di salse ricche di grassi. È sano anche limitare il consumo di insaccati e preferire i salumi magri, ricordando comunque che possiedono un alto contenuto di sale. grassi da condimento: il loro consumo deve essere contenuto, dando la preferenza all’olio extravergine di oliva e in generale agli oli vegetali, limitando l’uso di grassi di origine animale come burro, lardo, strutto e panna, che contengono elevate quantità di grassi saturi. L’eccessivo consumo di grassi aumenta il rischio di sovrappeso e lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Ricorda che gli oli hanno un alto valore energetico e che oltre ai grassi da condimento, quelli che aggiungiamo durante la preparazione di una pietanza, esistono altri grassi “nascosti”, sia già presenti negli alimenti che aggiunti durante la loro fabbricazione. Inoltre: non bisogna eccedere nell’uso del sale, perché un consumo eccessivo favorisce l’ipertensione e le malattie cardiovascolari. Riduci dunque il sale aggiunto agli alimenti sia durante la cottura che prima del consumo, sostituendolo magari con spezie ed erbe aromatiche. Fai anche attenzione al sale contenuto nei cibi confezionati. moderare il consumo di alimenti e bevande dolci, perché questi alimenti sono ricchi di grassi e zuccheri, sono calorici e, se consumati in eccesso, possono far ingrassare e portare al diabete. Se ti piace finire il pasto in dolcezza, prendi un frutto oppure prediligi i dolci fatti in casa, purché preparati con grassi vegetali e in quantità moderate bere acqua in grande quantità, perché il nostro corpo è composto di oltre il 60% di acqua, ma ogni giorno ne perdiamo una parte attraverso il sudore, l’urina, la respirazione. Abbiamo quindi bisogno di compensare queste perdite (circa 2,5 litri al giorno) per mantenere l’equilibrio nel corpo. Non aspettare di avere sete per bere: quando si prova la sensazione di sete, il nostro corpo è già a corto di acqua. Questo è importante soprattutto nella stagione calda, e in particolare per i bambini e gli anziani. Se hai difficoltà a bere acqua semplice, preparati una tisana o un infuso. Oppure aromatizza l’acqua con qualche fogliolina di menta, del succo di limone o una fetta d’arancia seguire la dieta di tipo mediterraneo, perché è uno strumento efficace per ridurre il rischio cardiovascolare grazie anche all’azione sull’aterosclerosi, e perché protegge dallo sviluppo di tumori dello stomaco e del colon Leggi anche le “Linee guida per una sana alimentazione italiana” a cura dell’l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran). “Variazioni” sul tema. Se “mangiar sano” ti fa venire in mente tutti gli alimenti che non puoi mangiare, prova a re-inquadrare il problema pensando a tutti i nuovi cibi che puoi provare. Inizia con qualche frutto esotico, cerca di creare versioni più salutari di piatti che in partenza non lo sono (per esempio cucinando al forno pietanze che generalmente si friggono), aggiungi qualche aroma naturale a piatti che ti sembrano insipidi (per esempio un po’ di rosmarino nelle verdure al vapore o grigliate). Ricorda che non è necessario rinunciare ai propri cibi preferiti. Mangiare sano è questione di equilibrio. Si possono mangiare tutte le pietanze, anche se caloriche, grasse e zuccherate. L’importante è mangiarle una volta ogni tanto, in minore quantità, bilanciarle con cibi salutari e con un po’ più di esercizio fisico. L’essenziale è costruire i propri pasti in modo bilanciato e non digiunare. Se per esempio in qualche occasione si esagera un po’, si può compensare con pasti più leggeri nei giorni successivi. Infine, evita le diete “fai da te” e rivolgiti al tuo medico di fiducia per qualche consiglio su come mangiare meglio. Ricordati che oggi non si parla più di diete, ma di linee di corretta alimentazione e di stili di vita salutari. L’importanza dei pasti. I nutrizionisti raccomandano di fare 3 pasti al giorno: colazione, pranzo, cena. A questi si può aggiungere uno spuntino, consigliato soprattutto per bambini, anziani o semplicemente quando si ha fame. I pasti scandiscono la nostra giornata e danno al corpo dei punti di riferimento che ci aiutano a regolare meglio l’assunzione di cibo. Da qui l’importanza di non saltare i pasti: infatti, saltandone uno il nostro organismo tenderà a rifarsi al pasto successivo e a mangiare di più per prevenire un eventuale stimolo di fame. Anche il tempo necessario per consumare il pasto è importante. In effetti, il nostro cervello ha bisogno di tempo per ricevere i segnali dallo stomaco, quei segnali che gli permettono di capire che stiamo effettivamente mangiando. Si dice che devono trascorrere circa 20 minuti prima che si arrivi a percepire che abbiamo mangiato abbastanza. Dunque, prendersi del tempo per fare una vera e propria pausa è, oltre che utile al proprio equilibrio alimentare, anche un modo per inserire momenti di relax e di maggiore tranquillità. Riunirsi con familiari o amici per un pasto, mette nella condizione di apprezzare maggiormente ciò che mangiamo. Fin dalla tenera età, il pasto è un momento chiave per assimilare sane abitudini alimentari, norme igieniche e regole di vita sociale. Diamo i numeri Corretta alimentazione e obesità sono due concetti antitetici ma strettamente collegati quando si parla di epidemiologia. Generalmente, infatti, quando si cercano i dati sulle abitudini alimentari di una popolazione si trovano le percentuali di persone in sovrappeso o obese e non le inclinazioni nutrizionali. L’epidemia globale di obesità È anche vero, però, che sovrappeso e obesità rappresentano uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. Siamo di fronte, infatti, a una vera e propria epidemia globale che può causare, in assenza di un’azione immediata, problemi sanitari molto gravi nel prossimo futuro. Come capire se si è in sovrappeso? L’indice più comunemente utilizzato per misurare le caratteristiche ponderali di un individuo è il Body Mass Index (Bmi), o indice di massa corporea (Imc). Questo indice si ottiene dividendo il peso (in kg) per la statura (in metri) elevata al quadrato (kg/m²). Il Bmi è un indice caratterizzato da una buona correlazione con la quantità di grasso corporeo, anche se non misura direttamente la massa grassa del soggetto, né come questa è distribuita nel corpo. Secondo la definizione dell’Oms, si è in sovrappeso se il valore del Bmi è ≥25 kg/m2 e obesi se il Bmi è ≥30 kg/m 2. Dati differenti, in base al livello di analisi Più i dati che si cercano sono globali e più si hanno poche informazioni sulle abitudini alimentari. Quando però si va nel dettaglio nazionale o anche regionale (inteso come Regione Oms), si riescono anche a trovare i dati delle sorveglianze di popolazione che indagano in modo approfondito lo stile di vita delle persone. Questo tipo di informazioni è fondamentale per sviluppare strategie di promozione di una sana alimentazione, poiché si basa sulla conoscenza e sul monitoraggio dei cambiamenti dei comportamenti nutrizionali di una popolazione. Sono dati che esplorano in dettaglio cosa si mangia e si beve, in quali orari e dove, cosa si compra quando si fa la spesa, inoltre forniscono indicazioni sulle possibili disuguaglianze sociali, dando particolare attenzione alle categorie di persone più vulnerabili. I giovani e l’alimentazione Particolare preoccupazione destano i dati sui bambini e sugli adolescenti, che in tutti i Paesi industrializzati risultano categorie a rischio per uno stile di vita sedentario e per abitudini alimentari non salutari. Le sorveglianze di popolazione nazionali e internazionali rilevano infatti che una quota rilevante di bambini in età scolare non segue diete alimentari equilibrate: per esempio non fa colazione, eccede nella merenda di metà mattina, non assume quotidianamente frutta e verdura. Inoltre, in questa fascia di età, l’abuso di televisione e la sedentarietà in genere sono comportamenti che tendono a favorire la tendenza a ingrassare. Significativo è che spesso i genitori non hanno consapevolezza dell’importanza che i propri figli seguano regole alimentari sane. Le abitudini alimentari non corrette sono poi generalmente associabili al basso livello socioeconomico delle famiglie, al costo degli alimenti e al marketing pubblicitario. Le abitudini alimentari degli italiani. Dalle interviste dell’indagine Multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana. Anno 2009” (pdf 1,4 Mb), emerge che nel nostro Paese, nel 2009, il pranzo rappresenta il pasto principale della giornata per la maggior parte della popolazione (67,9% delle persone con più di 3 anni di età). Il luogo in cui si consuma il pranzo riflette effettivamente le diverse fasi della vita delle persone. Per i bambini tra 3 e 10 anni è molto frequente mangiare nelle mense scolastiche mentre gli uomini in età lavorativa sono tra i maggiori fruitori dei servizi di ristorazione fuori casa. Sono invece gli ultra 65enni, la quota maggiore di persone (più del 94%) che consuma abitualmente il pranzo in casa. A livello territoriale si riscontrano alcune differenze negli stili alimentari della popolazione. Per esempio, nel Nord-Ovest e nel Centro, la cena ha maggiore rilevanza (viene indicata come pasto principale rispettivamente dal 29,8% e dal 27,2% delle persone), mentre nel Sud rappresenta il pasto principale solo per il 11,4%. Inoltre, la maggioranza dei residenti nel Sud e nelle Isole pranza in casa (rispettivamente 83,2 e 84,3%) mentre nel Nord-Ovest si scende al 64,2%. Nel 2009 la buona abitudine di fare una colazione adeguata si conferma molto diffusa: il 79%della popolazione di 3 anni e più, oltre ad assumere tè o caffè, beve latte e mangia qualcosa mentre il 46,3% beve latte e mangia qualcosa, pur non consumando tè o caffè. Fare una colazione adeguata è più frequente tra le donne (81,8%), i bambini (92,1% tra 3-5 anni e 90,1% tra 6-10 anni) e la popolazione anziana (85,8% tra le persone con 75 anni e più). L’abitudine a fare una colazione adeguata è inoltre più diffusa nel Centro e nel Nord. Riguardo al consumo dei differenti tipi di alimenti, la dieta nel nostro Paese è largamente basata sul consumo di pane, pasta e riso anche se negli ultimi anni si osserva una riduzione significativa. Nel 2009, l’84,9% della popolazione ne mangia almeno una volta al giorno. L’81% della popolazione mangia carni bianche almeno qualche volta alla settimana; il consumo settimanale di carni bovine e suine riguarda rispettivamente il 71,7% e il 47,9% della popolazione. Nel 2009 il 49,9 % della popolazione ha dichiarato di consumare almeno una volta al giorno verdure e la quota di popolazione che consuma ortaggi con questa stessa frequenza si attesta sul 41,7%; i consumatori giornalieri di frutta risultano il 75,4%. I bambini e gli anziani sono i maggiori consumatori di latte: l’80,1% tra i 3 e i 5 anni, il 75,8% tra 6 e 10 anni e il 66,2% tra le persone ultra 75enni. Lo stile alimentare femminile si caratterizza maggiormente, rispetto a quello maschile, per una dieta basata sul consumo giornaliero di verdure (il 54,8% rispetto al 44,7% degli uomini), ortaggi (il 45,4% rispetto al 37,7% degli uomini) e frutta (il 78,1% rispetto al 72,5%). Tra i consumatori giornalieri di verdura, ortaggi o frutta le donne consumano rispetto agli uomini un numero maggiore di porzioni: il 78,2% delle donne consuma da 2 a 4 porzioni con il 5,6% che arriva a 5 e più; mentre per gli uomini i valori sono rispettivamente 74,7% e 3,9%. Inoltre, le donne consumano maggiormente latte. Le abitudini alimentari maschili sono invece caratterizzate da un consumo più diffuso di pane, pasta e riso (l’87,5% li consuma almeno una volta al giorno, rispetto all’82,5% delle donne), salumi (il 66,9% almeno qualche volta alla settimana contro il 57% delle donne), carni bovine e di maiale (rispettivamente almeno qualche volta alla settimana il 75% e il 52,3% degli uomini contro il 68,6% e il 43,8 % delle donne), dolci (almeno qualche volta alla settimana 50,1% rispetto al 47% delle donne) e snack (il 28,2% degli uomini li mangia almeno qualche volta alla settimana mentre tra le donne la quota scende al 22,8%). La quasi totalità della popolazione utilizza sia per la cottura che per i condimenti a crudo l’olio d’oliva o i grassi vegetali: il 96,9% per i condimenti e il 95,5% per la cottura. Larga parte della popolazione dai tre anni in su presta attenzione alla quantità di sale e al consumo di cibi salati (64,4 %); più di un terzo utilizza sale arricchito di iodio (38,2 %). L’attenzione al consumo di sale risulta più diffusa tra le donne e, in generale, tra le persone di 60 anni e più. Il consumo di frutta e verdura viene indagato anche dal sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia), in accordo con l’indicazione, ormai globalmente sostenuta, di consumare almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura. Secondo i dati Passi 2010, il 97% degli intervistati dichiara di mangiare frutta e verdura almeno una volta al giorno. Tra questi, il 39% riferisce di mangiarne 3-4 porzioni. Solo il 10%, però, aderisce completamente alle raccomandazioni dichiarando un consumo di almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura. Le donne sono quelle che consumano più frequentemente 5 porzioni al giorno, poi le persone più adulte (50-69 anni) e quelle con un alto livello di istruzione. La diffusione dell’obesità nel nostro Paese? La popolazione adulta (18-69 anni) è monitorata dal sistema di sorveglianza Passi i cui dati 2010 dicono che circa tre adulti su dieci (32%) risultano in sovrappeso, mentre uno su dieci è obeso (11%): complessivamente, quindi, più di quattro adulti su dieci (42%) risultano essere in eccesso ponderale. Inoltre, l’eccesso ponderale cresce in modo rilevante con l’età ed è più frequente negli uomini, nelle persone con basso livello di istruzione e in quelle che con maggiori problemi economici. Secondo i dati Istat la quota di popolazione in condizione di eccesso ponderale cresce al crescere dell’età, passando dal 19% tra i 18 e i 24 anni a oltre il 60% tra i 55 e i 74 anni, per poi diminuire lievemente nelle età più anziane (56% tra le persone con più di 75 anni). Le condizioni di sovrappeso e obesità sono più diffuse tra gli uomini che tra le donne: il 45% degli uomini è in sovrappeso e l’11% è obeso rispetto al 28% e al 9% delle donne. A livello territoriale si osserva che la condizione di sovrappeso e obesità è più diffusa nel Sud (51%), in particolare in Molise (52%), Campania (52%) e Calabria (51%). La situazione europea. Dall’analisi dei dati fornita dall’Oms Europa, il carico delle malattie associato a una nutrizione scadente continua a crescere nella Regione. Abitudini alimentari scorrette, sovrappeso e obesità contribuiscono a grande parte del peso di malattie croniche che affliggono la popolazione europea. Le singole indagini nazionali mostrano infatti un generale consumo eccessivo di grassi, un insufficiente utilizzo di frutta e verdura e un crescente problema di obesità, tutti aspetti che non solo diminuiscono l’aspettativa di vita ma ne peggiorano la qualità. La diffusione dell’obesità si è triplicata dal 1980 in molti Paesi della Regione europea dell’Oms e il numero delle persone obese continua a crescere con tassi allarmanti, specialmente tra i bambini. L’obesità è infatti responsabile per il 2-8% dei costi sanitari e del 10-13% dei decessi in diverse zone della Regione. Nel mondo. Secondo i dati forniti dall’Oms, nel 2008 a livello globale 1,5 miliardi di adulti (età maggiore di 20 anni) erano in sovrappeso. Di questi, 200 milioni di uomini e circa 300 milioni di donne erano obesi. Sovrappeso e obesità sono il quinto fattore di rischio di morte a livello globale e ogni anno circa 2,8 milioni di adulti muoiono a causa di queste condizioni. Obesità e sovrappeso, prima considerati problemi solo dei Paesi ricchi, sono ora in crescita anche nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica. In particolare, l’obesità infantile suscita preoccupazione, avendo raggiunto livelli allarmanti: nel 2010, circa 43 milioni di bambini sotto i 5 anni di età sono risultati in sovrappeso e di questi circa 35 milioni vivono in Paesi in via di sviluppo.