Laboratorio 2B A.A. 2012/2013 5 – Fondamenti di Ottica Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Lenti spessi Punti cardinali Lab 2B – CdL Fisica Ottica geometrica In ottica geometrica si analizza la formazione di immagini assumendo che la luce si propaghi in modo rettilineo (raggio: maniera comoda di descrivere il cammino seguito dall'onda luminosa e cioè ortogonali ai fronti d'onda e diretti nel verso di propagazione) Quando, invece, gli effetti della diffrazione sono rilevanti, siamo nel dominio dell'ottica fisica (ondulatoria): interferenza e diffrazione. Lab 2B – CdL Fisica Formazione immagini Usando uno specchio o una lente per guardare un oggetto, osserviamo un’immagine non l’oggetto reale ! Formazione immagini: determinare il percorso di un raggio luminoso che incontra specchi e/o lenti, ricorrendo alle leggi di riflessione e rifrazione. • Il cervello elabora l’informazione luminosa, ambiente circostante, memoria e costruisce una «plausibile» immagine dell’oggetto e del contorno: talvolta SBAGLIA! Esempio Lab 2B – CdL Fisica Miraggio Superfici rifrangenti sferiche La distanza dell’immagine i è legata alla distanza dell’oggetto o, al raggio di curvatura r ed ai due indici di rifrazione n1 e n2. n1 n2 n2 n1 o i r Questa equazione, con opportune convenzioni sui segni, è in grado di descrivere la traiettoria dei raggi che attraversano i mezzi rifrangenti (valida per raggi parassiali). Lab 2B – CdL Fisica Derivazione equazione superfici rifrangenti sferiche Legge della rifrazione n1 sin 1 n2 sin 2 Teorema dell’angolo esterno: 1 e 2 Ipotesi raggi parassiali: n11 n2 2 da cui Lab 2B – CdL Fisica n1 n2 n2 n1 s s s in radianti , , o r i n1 n2 n2 n1 o i r s arco av Convenzioni sui segni Se la luce convergente che proviene dalla superficie di separazione deve formare una immagine reale, questa deve trovarsi dalla parte opposta rispetto a quella da cui proviene la luce (regione R). Le immagini virtuali sono invece prodotte sullo stesso lato (regione V). Il raggio di curvatura è considerato positivo se il centro di curvatura C è situato nella regione R (negativo se è in V). La distanza dall’oggetto è positiva per oggetti reali (nella regione V) mentre la distanza immagine è positiva per immagini reali (nella regione R). Per gli specchi la situazione è diversa: Lab 2B – CdL Fisica Esercizio (dov’e’ il pesce ?) Si consideri che il pesce, posto in una vasca di raggio 15 cm, si trova sul piano equatoriale a 10 cm dalla superficie esterna. Essendo l’indice di rifrazione dell’acqua n1=1.33, si determini la posizione del pesce per un osservatore esterno alla vasca (trascurare l’effetto di rifrazione del vetro, supposto sottile). Con riferimento alla figura, per la convenzione sui segni o è positivo, (oggetto nella regione V rispetto alla superficie sferica), r è negativo (perché C è nella stessa regione di V) quindi dalla relazione: n2 n2 n1 n1 1 1.33 1.33 0.66 3.99 0.111cm1 i r o 15 cm 10 cm 30 cm i 9 cm si ha: Vale a dire che il pesce appare più vicino alla parete della vasca di quanto non lo sia in realtà. Lab 2B – CdL Fisica Lenti sottili Lente sottile: lo spessore della lente è piccolo se paragonato alla distanza dell’oggetto o, a quella dell’immagine i e ai raggi di curvatura r1 e r2 delle due superfici rifrangenti. Tipi di lenti P Equazione delle lenti sottili (o del fabbricante di lenti) 1 1 1 o i f 1 1 1 con n 1 f r1 r2 ingrandimento Lab 2B – CdL Fisica m i o Lenti sottili: convenzioni sui segni •(a) 1. r1 e r2 > 0 : se i corrispondenti centri di curvatura si trovano nella regione R (fig. a, r1 > 0 e r2 < 0). Lunghezza focale f positiva (lente convergente). 2. o > 0 : se l’oggetto è reale e giace nella regione V della lente (fig. a e b). 3. i > 0 se l’immagine (reale) giace nella regione R (fig. a e c). 4. m < 0 : se i ed o > 0 (fig. a immagine capovolta) Lab 2B – CdL Fisica •(b) •(c) Lenti sottili raggi paralleli come tracciare i raggi Lab 2B – CdL Fisica Lenti Convergenti e Divergenti Lenti Convergenti Lab 2B – CdL Fisica Lenti Divergenti Equazione di Newton per lenti sottili R1 xx ' f 2 f x' m x f R2 O x f n f‘ x’ n’ s s’ Lab 2B – CdL Fisica Sistemi ottici complessi Lenti spesse, combinazioni di lenti, ... Consideriamo il caso in cui t non sia trascurabile. Vorremmo comunque mantenere la relazione di Gauss tra oggetto e immagine. n n n' nL n nL n' n n' P f f' R1 R2 s s' n’ t nL • Da dove misurare s, s’, f e f’ ? • Come determinare la posizione di P ? • Sviluppare un formalismo che può essere usato per tutti i sistemi Lab 2B – CdL Fisica Punti e Piani Principali • I raggi incidenti ed emergenti si incontrano in punti che definiscono una superficie curva che può anche non risiedere all’interno della lente. • Il piano che approssima tale superficie nella regione parassiale, è detto piano principale (ne esistono due). • I punti in cui i due piani principali intersecano l’asse ottico sono detti punti principali. Lab 2B – CdL Fisica Punti e Piani Cardinali: Punti Focali (F) & Piani Principali (PP) – spazio n’ n nL n’ F H2 2 ƒ’ PP2 Obiettivo: mantenere la definizione di punto focale ƒ’ Lab 2B – CdL Fisica Punti e Piani Cardinali: Punti Focali (F) & Piani Principali (PP) – spazio n n nL n’ F1 H1 ƒ PP1 Obiettivo: mantenere la definizione di punto focale ƒ Lab 2B – CdL Fisica Piani e Punti Cardinali • Per una lente spessa in aria si definiscono quattro punti cardinali: due punti focali e due punti principali. • Gli ulteriori due punti cardinali, i punti nodali, coincidono con i punti principali nel caso in cui l’indice di rifrazione è identico da entrambi i lati della lente. Esempi di posizionamento dei piani principali per vari tipi di lenti considerate spesse Lab 2B – CdL Fisica Utilità dei piani principali Supponiamo che s, s’, f, f’ siano tutti misurati da H1 ed H2 … n h nL n’ F1 F2 H1 H2 ƒ’ ƒ s s’ PP1 PP2 Lab 2B – CdL Fisica h’ Per una lente spessa, in aria, si definiscono quattro punti cardinali: due punti focali e due punti principali. Combinazioni di lenti (sottili) • Una combinazione di due o più lenti sottili può essere trattata come una “lente spessa” (purchè spazio immagine ed oggetto abbiano lo stesso indice di rifrazione). • Cioè il suo comportamento sarà descritto in termini dei punti focali e dei punti principali della “lente spessa”. • Rammentare che, ovunque cadano i piani principali (dentro o fuori il sistema di lenti), le lunghezze focali misurate da essi sono eguali. Lab 2B – CdL Fisica