del magazine completo

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Numero 2 - Settembre 2009
•Kata E702
•Il meeting trentino del CCI
•MATTEO E MARIAELENA, DUE CUORI IN
UN CLICK
•LA CINQUE GIORNI EQUESTRE
Kata E702
Settembre 2009 - n°2 - anno I
Incontro Trentino
RESPONSABILE
Biagio Pandolfi
Il mosso creativo
CAPOREDATTORI
Federico Modica
Salvatore Parella
Sandro Piras
Matteo e Mariaelena: due cuori in un click.
REPARTO GRAFICA
Simone Ambrosini
Gerardo Fiorito
La dieci giorni equestre
Startrails
LA COPERTINA!
copertina
Qualcosa di rosso - primo contest CCI
Continua la rassegna delle foto più belle tra le vincitrici dei contest CCI, ed in
questo secondo numero abbiamo pensato di ‘tornare indietro’, o meglio… proprio
all’inizio, al vincitore del 1° contest CCI
dal titolo “Qualcosa di rosso”.
Scopriamo insieme il nostro amico Marco
Lo Rito, fotografo freelance (tanto free e
poco lance, come dice lui stesso) che fa
ormai la spola tra Venezia e Londra.
Fotografo da circa cinque o sei anni e
con diverse esperienze professionali nel
settore, predilige solitamente i motori ed
i reportage di cronaca e di viaggio.
L’approccio di Marco alla fotografia è stato molto casuale… non aveva mai fotografato o preso in mano
una macchi na fotografica fino all’età di 20 anni -ora
ne ha 26- e poi, quasi magicamente, grazie alla sua
prima Canon (una 300D) ed all’unico forum del settore in italiano del periodo ha iniziato ad appassionarsi
ed imparare qualcosa di come si scatta.
Rimasto attratto dal ‘rosso’ e ricordatosi di uno scatto
fatto già un po’ di tempo prima, decide di dare giusto
una sistematina ai colori e… via, in pasto alla giuria !
Il risultato? Decisamente valido, pur non essendo poi
così facile come tipologia di scatto… ma al tempo
Marco era piuttosto abituato a tali scatti e quindi fare
un bel panning non risultò per lui affatto difficile. Aveva già partecipato a qualche altro contest senza però
mai vincerne uno, e dopo un po’ di fatica nel tentare di dare il giusto significato all’interpretazione del
contest si rese conto che, in verità, era abbastanza
banale… anche se certamente non pensava avrebbe
vinto !
Ringraziamo Marco per la bellissima immagine che ci
ha regalato, e non è escluso che non rivediamo altri
suoi scatti in qualche altro contest in futuro… magari
quando vedrà un titolo che sente suo, che vorrà provare… magari se si trattasse di fare un po’ di street
! ;-) ●
Sergio Tricanico (setanera)
CCImagazine 2 - 2
Kata e-702
il terzo occhio
Uno strumento molto sottovalutato, sia per la poca attenzione dei
media, sia perché il suo utilizzo
non è così semplice ed immediato,
sono le Rain Cover.
Di tutti i tipi e di tutte le marche,
anche autocostruiti (non serve una
gran manualità per farli), possono
spesso salvarci lavori di notevole
importanza. Possono anche salvarci da qualche situazione spiacevole e farci continuare “spensieramai si debbano sborsare 60 euro
ti” le nostre foto.
per un qualcosa di non ben defiTra le proposte disponibili io mi
sono affidato a KATA, per la mi- nito e che non sembra avere tanti
glior qualità dei materiali. Già Ca- pregi quanti i difetti. Ed alla fine è
così, ma quando il lavoro e quindi
non propone delle Rain Cover che
l’incolumità dell’attrezzatura viene
però tendono ad inzupparsi molto
prima del poter dire: ”Piove, vado
velocemente e quindi a durare ben
a casa” allora è tutto da subito
poco in condizioni di tempo molto
spiegato. Una volta decifrate le
avverse. Inoltre sono le cover CPS
quindi dedicate a tutti quei profes- mini istruzioni e riuscito a capire
come si applica il tutto, sarà facile
sionisti che hanno aderito e quindi
sono tesserati nel Canon Profes- familiarizzare con la cover.
Il feeling è positivo al 100% finchè
sional Network.
non si comincia ad utilizzarla sul
Quando ci si trova davanti per la
prima volta uno di questi accessori, campo.
come accennavamo, si rimane un Tra i maggiori lati negativi che
troviamo ci sono la scarsa mobipo’ sbalorditi ed un po’ pensierosi
lità che ci lascia, soprattutto nello
cercando di decifrare l’utilizzo di
quel “plasticone”: le tante aper- scatto verticale, che per essere
messo in atto necessita di qualche
ture ci rendono spaesati e ci si
domanda subito da qual parte si “acrobazia”.
debba infilare la macchina. Il pro- Tra il nostro respiro, il calore delle
mani e il freddo o fresco esterno
cesso di vestizione in effetti non
è anche molto facile che dopo i
è ei più semplici e veloci, ma se
primi 5 minuti di utilizzo si appansi pensa che serve a proteggere
nino tutte le parti in plastica traulteriormente la macchina dalle
sparente, così da costringerci ad
intemperie, allora uno sforzo lo si
aumentare le manovre da fare pripuò fare volentieri.
Vediamo nel particolare di analiz- ma di scattare. In genere si tende
zare Pro e Contro della Rain Cover a lasciarla appannata, soprattutto
perché non ci sono altre soluzioni
KATA E-702.
Tolta dalla scatola ci troviamo nel- semplici e attuabili nell’immediato
istante. Tuttavia una passata di
le condizioni di domandarci come
mano qualche attimo prima dello
scatto farà tornare tutto “regolare”
per una ventina di secondi. Già da
ciò si può intuire il perché dell’essere un oggetto specialistico che
si consiglia per lo più ai professionisti della fotografia, in quanto
potrebbe rendere un amatore più
inquieto e nervoso di quello che
già è dopo essere stato colto da
improvvisa pioggia.
Come già anticipato però, anche
se i difetti sono maggiori dei pregi, le Rain Cover vincono sempre
perché hanno un asso nella manica e tutto gira intorno a ciò: non
c’è tropicalizzazione che regga più
di un bijou come questi. E quindi in qualsiasi situazione critica in
cui non possiamo perdere i nostri
scatti, come può essere pioggia,
neve ed altre intemperie, avere
con se una di queste cover è la
scelta migliore.
Piccole, leggere, molto elastiche,
si adattano a tasche, zaini, valige,
marsupi e non implicano quindi di
dover trasportare un contenitore
solo per loro.
Mi sono trovato spesso in condizioni di dover utilizzare la E-702.
La prima volta che ne ho sentito
un vero bisogno è stato tre anni
CCImagazine 2 - 3
Il sottoscritto mentre fotografa con la raincover in questione
fa, durante la coppa del mondo
di sci di fondo. Dopo una prima
giornata di bel tempo, il giorno
seguente si è rivelato un disastro,
temporalmente parlando: pioggia
a go-go con conseguente abbassamento delle nubi e della visibilità, neve bagnata e un freddo
che avrebbe fermato persino i più
temerari. All’epoca, ancora nuovo nell’ambiente della fotografia
professionale, mi attrezzai con
qualche borsa di plastica, qualche
elastico e una forbicetta per ricavare il buco d’uscita dell’obiettivo
e dell’oculare. Niente da fare, non
era abbastanza. Fortunatamente i
materiali fotografici non sono fatti in gran fretta con i primi scarti
trovati quindi sia la macchina che
l’obiettivo non hanno subito conseguenze. Di acqua però ne hanno
presa tanta, molta, troppa!
Dopo quell’occasione ho fatto uno
dei miei migliori
acquisti, incontrando Kata e
facendola mia.
Tutt’oggi
mi
accompagna
sempre nello
zaino o trolley
che sia e non
esito ad averla sempre al
mio fianco se
la giornata si
presenta brutta. Posso dire
che una gran-
dissima percentuale di foto salvate, sotto l’acqua, e ancora il buono
stato e la cura dei miei materiali
sono dati proprio da questa, che
mi aiuta a mantenerli asciutti e
spesso anche a non rigarli.
Se dovessi tornare indietro dunque, analizzati tutti i pro e i contro
e grazie all’esperienza maturata,
affermo felicemente che rifarei un
acquisto del genere e non esiterei
a rimanere con Kata, o al massimo
ad usare l’Hydrofobia di ThinkTank.
Vorrei concludere ricordando che
stiamo parlando del modello E-702
di Kata, fabbricato appositamente
per contenere un corpo professionale e non, con obiettivo che deve
avere come lunghezza massima
quella del 70-200 f/2.8 compreso
di lenshood. Per chi avesse bisogno di modelli superiori c’è tutta la
serie Kata di estensioni della rain
cover, dotati anche di apposita
apertura per il monopiede. •
Federico Modica
CCImagazine 2 - 4
sentieri fotografici
Organizzazione perfetta. Luoghi da favola e gente splendida.
Si riassume in poche parole il mega meeting del Trentino.
Organizzato in modo certosino da bravo padrone di casa,
Marco “Ossido” Oss, il meeting entrerà sicuramente negli
annali del CCI.
La speranza ora è che questo importante incontro non sia
il solo ma che a seguire ne arrivino tanti altri dove il piacere di incontrarsi, scambiare due parole davanti ad un buon
bicchiere di birra o fresca acqua, la faccia da padrone.
Ma ora lasciamo il racconto all’ideatore.
Sandro Piras
INCONTRO TRENTINO
L’idea di un incontro “lungo” tra i
Soci del Canon Club Italia, nasce
dopo l’ultimo ritrovo organizzato in
trentino a fine 2008 dopo la visita
ad Arte Sella. Ad inizio anno con
alcuni soci storici in MP si spinge
e si cerca l’ispirazione di un nuovo incontro ma appunto un ritrovo
Il mitico Marco Ossido, organizzatore del meeting
per almeno un weekend. La data
da prima sembrava segnata ad inizio anno con la visita ad un centro
faunistico nella primissima periferia della città, poi un po’ per i
tempi stretti e per non aver avuto
i giusti riscontri da parte degli interessati, l’idea non prende piede.
Il tutto si concretizza invece per
una due giorni a luglio, se pur la
data ed il periodo potesse coincidere con le classiche “ferie”, si
spera in un incontro numeroso tra
i Soci.
Premetto che l’aiuto, la voglia di
realizzarlo ed il supporto da parte dei Soci trentini è sempre stata
tanta, tanta come la voglia di vederci ritrovare numerosi e proprio
questo mi ha dato tanta forza in
più per realizzare l’evento. La mia
idea è per lo più stare assieme,
vedendo qualche pezzetto della nostra amata terra, il trentino,
senza strafare come distanze e
impegno verso i nostri ospiti e appunto visto che il tempo quando
si sta assieme è sempre poco e
passa in fretta, l’idea si concretizza per una due giorni, con pernotto in loco per i più distanti. I mesi
dell’anno passano in fretta e tra i
vari impegni e lavori mi trovo ad
aprile con ancora poca carne al
fuoco, anche cercando di sfruttare
una due giorni centrando qualche
festa o ponte i giorni e le occasioni buone sono proprio al limite.
Poi, sfidando la sorte decido per il
18/19-07-2009. Il periodo è classico di ferie, ma chissà che appunto
questa data sia favorevole per l’incontro, appunto per i più lontani
che potrebbero programmare una
gita in trentino….
Da quando sono iscritto al C.C.I.
mi sono sempre “divertito” a fare
altri piccoli incontri, di un solo
giorno però, ma sempre ricchi
d’entusiasmo e di ottima gente,
CCImagazine 2 - 5
sempre con lo scopo di far conoscere la mia terra, il trentino, nei
suoi vari aspetti e lo stare assieme,
cioè fraternizzare e conoscerci fisicamente. Infatti lo scopo degli
eventi proposti, non solo il mio, è
appunto conoscerci, visto che il
C.C.I. principalmente è una realtà
virtuale.
A questo punto ci vuole un posto/
luogo cardine di interesse. Negli
anni ho proposto vari luoghi, Castel Beseno, il Doss Trento, i mercatini di Natale e se pur avendo
due giorni a disposizione la mia
idea è quella di non far fare ai
nostri potenziali ospiti troppi chilometri e/o spostamenti.
Alla fine decido per la visita al giardino botanico, ottimo soggetto fotografico, sito sul Monte Bondone,
la montagna dei trentini raggiungibili in meno di mezz’ora di macchina. Anche per il pranzo, pur non
conoscendo la qualità della cucina
personalmente, il Rifugio di fronte
al giardino potrebbe essere ottimo
supporto. Poi il Bondone è noto
per i suoi prati e panorami, quindi
fatta la visita al giardino e mangiato nel pomeriggio ci si può rilassa-
re o stare in
cede per il meglio, come mia conrelax senza il
suetudine provo a scrivere ad un
minimo impe- quotidiano locale per far presente
gno.
dell’incontro, anche perché i nuFaccio un so- meri sono sempre più importanti.
pralluogo al
Sento anche l’A.P.T. locale ( Agengiardino bo- zia Per il Turismo ) per chiedere se
tanico e mi
c’era la possibilità di avere qualche
accordo con
piccolo ricordo souvenir da abbiil rifugio per il
nare ad una lotteria tra i presenti
menù, quindi ( trentini esclusi ) da fare a fine
avvertiti i trentini ed alcuni “per- giornata quale ricordo e promoziosonaggi noti” che hanno spinto per ne locale. Mi attivo anche per dare
la realizzazione di questa due gior- a tutti i bimbi un piccolissimo preni lancio la proposta in lista. Di li a
sente, un dolcetto, tanto per renpoco fioccano le proposte e la lista
derli partecipi e un ricordo speciadei presenti si allungo settimana
le alla famiglia che ci ha raggiunta
per settimana. I più optano per da più lontano.
la formula dei due giorni, ma con Visto che appunto la maggior pargrande stupore e approvazione
te dei presenti arriverà in loco già
vengono con le famiglie e bimbi!
dal sabato allora mi attivo per fare
Per il pernotto li dirotto verso il
una cenetta tutti assime e senza
Garni Ester già di mia conoscen- restare in città, prevedendo la caza e in poco la struttura si riempie, lura cittadina opto per prenotate
così grazie ad un amico e Socio “il giardino delle Spezie” di Paderchiedo per una convenzione con
gnone, nella valle dei laghi a venti
il Grand Hotel Trento. Tutto pro- minuti da Trento, dove in un bel
CCImagazine 2 - 6
parco giochi i ragazzi si possono
divertire, le signore chiacchierare
comodamente nel giardino e per
chi lo vuole fare alcuni scatti al vicini Castel Toblino, lungo il Lago di
S.Massenza.
Come detto i numeri alla fine si
fanno importanti, arrivando a
QUARANTA adulti e SETTE bambini, con la straordinaria presenza
della Famiglia martuzzieddu giunta in aereo dalla SARDEGNA, ma
anche Soci giunti da Genova, Trieste, lombardia, veneto ecc. ecc.
Così il meeting inizia il sabato
pomeriggio, dopo l’arrivo dei più
che si sistemano nei due punti
di pernotto alle 17 con le staffette trentini si curano di accompagnare i nostri ospiti fino al nostro
puntello, quindi appello, consegna
della cartina con i principali punti
d’incontro e si parte per la volta
di Padernone per la pizzata. Come
già detto giunti a destinazione e
fatta la tradizionale e immancabile foto di gruppo libertà totale
prima dell’aperitivo in giardino. A
termine della cena, attorno alle 22
ci diamo appuntamento con alcuni irriducibili per fare due passi a
Trento. Così cavalletto e birretta
della staffa in centro a Trento e
verso l’una ci diamo la buona notte.
La mattina del grande giorno è arrivata, tutti sono puntuali al ritrovo,
nuovo appello e mega serpentone
di macchine che salgono il Monte
Bondone. La giornata è stupenda,
un cielo terso e azzurro ci accoglie sui tornanti e quasi alla cime
piccola sosta per fotografare una
prima parte del Gruppo di brenta
che si vede all’orizzonte. Scolliniamo e arriviamo in Loc. Viote dove
si trova il Rigigio e l’orto botanico.
Anche qui, mega foto di gruppo e
via a fotografare i fiori alpini. C’è
chi appunto si addentra nei fiori con le lenti macro, chi fa due
chiacchiere e ci si conosce. Infatti
per molto questo incontro è occasione per concretizzare un avatar,
un nikename che tanto si legge o
si scrive nelle pagine del nostro
Forum.
Dopo il pranzo lasciamo il rifugio
e ci rilassiamo sui prati che ci circondano e socializziamo ancora e
dopo la lotteria il pomeriggio prosegue con tanta goliardia, chi beve
birra, chi guarda con un binocolo,
chi fa un poker, chi prende il sole e
chi canta accompagnata dalla mitica chitarra magistralmente suonata da Breizh.
Il pomeriggio passa molto allegramente e in fretta e in molti salutano il gruppo per prendere la strada del rientro.
L’incontro Trentini finisce, ma nelle menti di molti Soci resterà indelebile questo evento e ci si da
appuntamento al prossimo…. Che
dire, GRAZIE A TUTTI, grazie a
chi ci ha raggiunto anche da molto lontano, da chi ha dato tutto in
giornata sciroppandosi diversi chilometri, grazie a chi mi ha aiutato
in particolare a tutti i trentini presenti e come già detto, appunto,
grazie a chi c’è stato, senza di Voi
non ci sarebbe stato nessun meeting !! •
Marco Oss “Ossido”
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foto di Chunk79
foto di Shotobass
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foto di Chunk79
foto di Shotobass
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scrivere con la luce
IL MOSSO CREATIVO
Una delle principali preoccupazioni del fotografo è quella di tenere
la macchina ben salda tra le mani
per evitare fotografie mosse. In
questo articolo vediamo invece
come utilizzare l’effetto mosso per
caratterizzare le immagini con un
senso artistico.
Il mosso è una dei maggiori errori
che si riscontrano in fotografia, soprattutto quando le condizioni di
luce sono critiche come in scene
notturne, o comunque con poca
luce, o, più in generale, quando
si utilizzano tempi di esposizione
troppo lunghi, in relazione alla luminosità della scena ritratta, ma
anche in relazione alla velocità con
cui si muove il soggetto che intendiamo ritrarre.
Per quanto concerne la ripresa a
mano libera, una buona regola
(anche se alquanto empirica) per
evitare il mosso è quella di impostare un tempo di scatto pari
all’incirca al “reciproco” della focale utilizzata. Mi spiego con un paio
di esempi: se utilizziamo obiettivo
con ua focale da 105mm, il tempo
di scatto di “sicurezza” è di circa
1/100 di secondo; con una ottica
da 300mm il tempo “limite” diventa 1/300... e così via. Questa regola vale per chi utilizza sensori full
frame. In caso di APSC bisogna
ricordarsi di moltiplicare le focali
per il fattore di crop e dal risultato ricavare il tempo di posa di
“sicurezza”. Come si intuisce, maggiore sarà la focale, più breve sarà
il tempo di esposizione (fonte: wikipedia). Altra tecnica per evitare
foto mosse consiste nell’utilizzo
del cavalletto. Ma, come vedremo
tra poco, il cavalletto (o comunque un generico appoggio solido
e sicuro) sarà un alleato prezioso
anche per gestire il mosso.
Bene: questa è la regola, ma adesso proviamo a fare un ragionamento un po’ filosofico e proviamo
a mettere in discussione i dettami
dei manuali. Facciamoci queste
domande un po’... “reazionarie”:
posso utilizzare la situazione di
scarsità di luce e/o di movimento
della scena a mio vantaggio? Ma
cosa succede se utilizzo la mia
fotocamera con tempi “lunghi” e
muovendomi di proposito? E ancora: come faccio a dare alla mie
immagini un senso artistico particolare? Belle domande, alle quali
cerchiamo di rispondere in questo
articolo.
Andiamo con ordine e cominciamo con una premessa: non è
facile realizzare una foto con un
mosso artisticamente accettabile. Troverete di certo qualcuno
(in alcuni casi anche molti...) che
vi dirà:”questa fotografia è sbagliata perchè è mossa”. Quanti
di noi, all’inizio della propria “carriera” fotografica, hanno scartato
decisamente decine di foto perché
mosse? Io ne faccio tuttora molte
di foto mosse (!!). Del resto tutti
i testi consigliano di evitare l’uso
di tempi di otturazione troppo lenti
(vedi più sopra) proprio per far sì
che il soggetto, anche se in movimento, risulti nitido nella nostra
immagine anche nel caso in cui il
fotografo muova involontariamen-
te la fotocamera. Andando avanti
con l’esperienza e soddisfacendo
la voglia di sperimentare, invece,
si impara che l’effetto di mosso,
se ben calcolato, può conferire più
dinamicità all’immagine e rendere
con maggiore efficacia il senso
della velocità. In altri casi casi possiamo programmare il mosso per
ottenere una immagine creativa.
Naturalmente non ci sono limiti
fisici in merito all’attrezzatura da
utilizzare: una fotocamera compatta può restituire grandi soddisfazioni anche se una reflex penso
sia più adatta avendo una ampia
gamma di tempi di posa selezionabili, una messa a fuoco decisamente più performante (anche se
tanto dipende dalla lente che si
monta) e uno scatto a raffica generalmente più veloce. Per quanto
riguarda i soggetti e le scene da
ritrarre l’unico limite è la fantasia:
io qui ora farò solo qualche esempio, ma i modi di creare mosso
artistico sono davvero infiniti: non
diamoci limiti.
Il tram dall’ esterno...
Alcune volte è necessario utilizzare un cavalletto per fissare il movimento. Apparentemente questa
frase sembra essere una contrad-
Canon Eos 300D; Canon EF-S 35-70; F/7,1; 1”; Iso 400
CCImagazine 2 - 10
Canon Eos 300D; Canon EF 50mm; F/2,8; 1”; Iso 100
dizione in termini, ma pensandoci ... e dall’interno
Dopo averlo fotografato, il tram,
bene è proprio così. Il cavalletto
serve a gestire la scena, il conte- ci sono salito sopra per tornare a
casa :-) In realtà questa seconda
sto, lo sfondo per riprodurlo nitido
e chiaro. Il movimento del sogget- fotografia l’ho scattata in un altro
momento, ma sempre sopra uno
to farà il resto.
di quei bellissimi tram di inizio seHo scattato questa fotografia in
centro a Milano, la mia città. Na- colo che circolano per Milano e
turalmente non è una idea mia, che, secondo me, la caratterizzano così tanto. Era un tardo pomema mi piaceva molto l’effetto del
riggio di una uggiosa domenica di
mosso visto in molte immagini di
automobili nella notte: avete pre- novembre e mi sono posizionato
in fondo alla vettura semi vuota.
sente quelle foto in cui si vedono
Ho appoggiato la fotocamera sulle strisce rosse dei fanali? Ecco, io
lo scorrimano vicino al vetro e ho
ho pensato di riporoporre il tema
in una particolare chiave Meneghi- scattato. Il primo risultato è stana. Dopo molte prove sono arriva- to deludente principalmente perchè l’immagine risultava essere
to a questo risultato. Ho scattato
in manuale con un tempo di posa
di 1” e con diaframma tutto aperto
(f/3.5). Ho scelto di mettere a fuoco lo sfondo, dato che il soggetto in primo piano sarebbe venuto
poco nitido per scelta. Avere foto
nitide a livello accettabile tenendo
la macchina perfettamente ferma
tra le mani con una posa così lunga è molto molto difficile (ma non
impossibile). Io non avevo il cavalletto con me, quella sera, quindi
ho utilizzato un supporto di fortuna. Ho appoggiato la macchina
fotografica in verticale ad un palo
della luce, ho aspettato il tram e
poi... click! Ecco il risultato.
semplicemente una foto mossa.
Il movimento del tram non era
reso in modo abbastanza deciso e
il senso di dinamicità non veniva
trasmesso. In compenso i sobbalzi del tram hanno fatto si che
il contesto risultasse poco nitido e
restituisse una sensazione di mosso non controllato e quindi di una
fotografia semplicemente sbagliata. Allora ho spostato la rotella
delle impostazioni da P a M e ho
cominciato a giocare coi tempi e
i diaframmi. Sono arrivato a questo risultato esponendo la scena
per 1” a f/8, in modo da ottenere
una profondità di campo appena
accettabile. Ho lasciato invece che
la macchina scegliesse il fuoco.
Certamente una impostazione del
fuoco manuale avrebbe restituito
una immagine diversa.
La ruota panoramica.
Questo è un mosso un po’ particolare. In fase di scatto, non si
muove il soggetto, non si muove il
fotografo e non si muove nemmeno la fotocamera. Si muove solo...
la lunghezza focale. Questa particolare tecnica si chiama effetto
zoom.Ora vi racconto. Ero in giro
per la periferia est di Milano e ho
visto la ruota panoramica del lunapark dell’Idroscalo. Ho fatto due o
tre scatti, ma il risultato era molto
Canon Eos 300D; Canon EF 70-300; F/3,5; 1,3”; Iso 100
CCImagazine 2 - 11
insoddisfacente, banale e affatto suggestivo. Mi sono fermato a
pensare come rendere più interessante il soggetto e mi è venuta in
mente una foto vista su una comunità fotografica su internet dove
era ritratto un albero di Natale
con una tecnica molto particolare.
In pratica la tecnica consiste nel
variare la focale dello zoom mentre l’otturatore è aperto. Ho voluto
provarci anche io. Ho montato uno
zoom abbastanza scarso dal punto
di vista della qualità, ma con una
escursione focale discretamente
lunga: il 70-300. Anche in questo
caso programma M, e fuoco manuale sulla giostra. Ho provato con
diversi tempi di esposizione: il risultato migliore l’ho ottenuto con
1,3” di posa e f/3.5. In dettaglio
questa tecnica, che secondo me
è molto suggestiva, consiste nel
tenere aperto l’otturatore per un
tempo abbastanza lungo, ruotando la ghiera dello zoom dell’obiettivo dalla focale più corta a quella
più lunga con un movimento fluido
e costante, ma deciso, senza scatti o interruzioni della rotazione. Ho
provato a fare anche il movimento inverso: ruotare, cioè, la ghiera
dello zoom dalla focale più lunga
a quella più corta, ma trovo che
il risultato non sia altrettanto suggestivo. Però magari provando e
riprovando... Le difficoltà maggiori
che ho incontrato in questo caso
sono due: la prima riguarda la velocità del movimento della ghiera
dello zoom: deve essere sempre
costante, come dicevo, ma soprattutto deve essere abbastanza lenta per comprendere tutto il tempo
di posa. L’ideale è iniziare il movimento un nanosecondo prima che
l’otturatore si apra e concluderlo
un nanosecondo dopo che l’otturatore si chiuda. Il secondo problema, invece, riguarda il fatto di
evitare i movimenti mentre con la
mano si varia la focale dello zoom.
Un buon cavalletto solido è essenziale per ottenere risultati accettabili e l’autoscatto aiuta molto.
Ballando sul mondo
Prima vi avevo detto che scattare a mano con tempi di esposizione alti (diciamo sopra il mezzo
secondo) è molto difficile. Senza
l’ausilio di un buon teppiedi o di
un appoggio generico, maggiore
è il tempo di posa, maggiore è
la difficoltà di ottenere immagini
accettabili in termini di nitidezza, ma anche -nel nostro caso- di
controllare il mosso a fini artistici
e creativi. Certo, difficile; ma non
impossibile! E questa fotografia
ne è la prova. Si tratta di persone
che ballano il liscio nelle classiche
feste di paese, all’aperto d’estate.
E’ ovviamente la meno peggio fra
Canon Eos 300D; Canon EF-S 35-70; F/3,5; 2.5”; Iso 100
una serie di più di 20 scatti tutti
dello stesso tipo. Le condizioni di
luce erano particolarmente difficili:
era sera e la scena era illuminata
dai classici proiettori da sala da
ballo. Siamo all’aperto e luci di disturbo arrivano un po’ da tutte le
parti. Ho deciso di lasciar fare tutto alla fotocamera per la scelta di
tempi e diaframmi: ho usato il programma P per poter concentrare
i miei sforzi sull’ immobilità della
macchina tra le mie mani durante
lo scatto. I dati exif della foto originale dicono: 100iso, f3,5, tempo
di posa 2.5”. Difficile si, ma non
impossibile, con una grandissima
pazienza, buone basi fotografiche,
tanta costanza, una infinità di passione e una dose infinita di... fortuna.
Il Ruscello
E finiamo con un classico: il mosso usato sull’acqua in movimento.
Questa è una tecnica molto diffusa per rendere l’acqua con effetti
davvero accattivanti. Ho scattato
questa foto l’anno scorso nelle
mie amate montagne. Le difficoltà principali nello scattare questo
genere di foto è tenere ben ferma
la fotocamera. Un buon cavalletto
direi che è essenziale. Altro aspetto da controllare bene è la luce.
Per ottenere questo tipo di effetto
sull’acqua è necessario che l’ottu-
Canon Eos 1D MarkII; Canon EF 50mm; F32;
1/8”; Iso L
CCImagazine 2 - 12
fetto con un diaframma molto
ratore stia aperto per un tempo
chiuso (f32), iso bassi (L cioè 50),
abbastanza lungo: maggiore è
e un tempo di posa di 1/8 di seil tempo di posa, più suggestivo
risulta l’effetto mosso dell’acqua. condo. Ho visto foto scattate con
la stessa tecnica fatte al tramonto,
Qualche seria difficoltà potrebbe
esserci in giornate molto lumino- al mare, con tempi di posa anche
superiori al secondo: l’effetto delse, di pieno sole. In questo caso
la risacca delle onde sulla battigia,
un buon filtro neutral density che
leva uno, due o anche tre stop, uniti ai toni caldi della luce del crepuò risultare molto utile. In alter- puscolo restituiva effetti davvero
suggestivi.
nativa meglio scegliere le ore del
crepuscolo per poter utilizzare iso
bassi, diaframmi chiusi e tempi alti. Ottimo: adesso possiamo proprio
Questa fotografia è frutto di diver- rispondere alle domande che ci
se prove con tempi e diaframmi di- siamo fatti all’inizio di queste righe, non credete? E le risposte
versi. La maggior difficoltà che ho
sono alla portata di ognuno di
incontrato è stata quella di trovare
un buon equilibrio tra una inqua- noi. Si, posso usare la scarsità di
luce a mio vantaggio. Si, posso
dratura ideale e il fatto di riuscire
a tenere ferma la reflex per tutto “giocare” con tempi e diaframmi
il tempo di posa. Mi sono sdraia- per rendere la mia immagine più
accattivante dal punto di vista arto per terra sull’erba di fronte al
tistico e creativo. No, la difficoltà
ruscello e ho appoggiato la Canon
su un sasso. Ho ottenuto quest’ef- della scena a livello di luce non è
un buon motivo per non scattare.
Si, posso rendere dinamica la mia
immagine muovendo il soggetto,
la macchina, lo sfondo, la focale...
a mia scelta a seconda di quello
che voglio ottenere.
Bene, questo è tutto per quanto
riguarda il mosso creativo. Spero
di aver suscitato il vostro interesse
su queste tecniche forse inusuali
ma certamente accattivanti, almeno per me. Ricordate che nulla
è scolpito sulla roccia nel mondo
della fotografia. E’ vero, ci sono le
regole, ed è altrettanto vero che
è necessario conoscerle bene prima di poterle “violare”, ma nulla
e nessuno ci impedisce di provare,
immaginare, inventare, creare...
Non datevi limiti se non la vostra
immaginazione e fantasia. •
in piazza
EVENTI FOTOGRAFICI
lillipuz73
a cura di....
Mostre Milano: mostra fotografica “United Artists of Italy” dal
24 Settembre 2009 al 31 Gennaio 2010
La galleria Massimo Minimi organizza dal 24 settembre 2009 al 31 gennaio 2010
presso la Fondazione Stelline la mostra fotografica la mostra intitolata “united artist
of italy” nella quale verrano presentate lepiù importanti opere scattate da 22 fra i più
fotografi italiani.
La mostra sarà dedicata ai ritratti degli artisti più significativi del periodo contemporaneo, la mostra non si limiterà a mostrare semplici immagini ma bensi di creare un
percorso dedicato alla storia dell'arte comtemporanea mostrando gli artisti nel volto
e negli atteggiamenti.
La mostra “United Artists of Italy” di Milano è inoltre arricchita da una sezione inedita che raccoglie 11 fotoritratti
eseguiti dalla giovane fotografa siciliana Michela Forte.
MOSTRA FOTOGRAFICA “UNITED ARTISTS OF ITALY”
Milano, Fondazione Stelline, corso Magenta 61
Dal 24 Settembre 2009 al 31 Gennaio 2010
Orario Mostra:
dal martedì alla domenica dalle ore 10:00 alle ore 20:00 (chiuso il lunedì)
Costo Biglietti Mostra:
- biglietto intero € 8
- biglietto ridotto € 6
- biglietto scuole € 3
PER INFORMAZIONI:
Tel 02-45462411
CCImagazine 2 - 13
Nonluoghi
17 Settembre - 17 Ottobre 2009 - Autori: Roberto Mosi
Da giovedi 17 settembre presso la biblioteca palagio di
parte guelfa si inaugura la mostra di roberto mosi con
il tema fotografia e poesie “non luoghi”
L'autore mischia fotografia e poesia in modo da creare
una narrazzione semplice e immediata.
INFORMAZIONI:
vernissage: 17 settembre 2009, ore 18.00, Sala dei Consoli
dove: Firenze (FI)
presso: Biblioteca Palagio Parte Guelfa, Piazza Di Parte Guelfa 1
orari: da lunedì a venerdì 9.00–18.30; sabato 9.00–13.00
biglietti: ingresso libero
PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
tel: 055 2616029 - 055 2616030
fax: 055 2616031
[email protected]
www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/ppguelfa.htm
Il futurismo nella fotografia
Dal 17 settembre al 15 novembre 2009 presso il Museo di Storia della Fotografia F.lli Alinari, piazza Santa
Maria Novella 14A rosso - Firenze si terrà la mostra
futurismo nella fotografia
la mostra contenti 120 opere fra i più importanti fotografi futuristi tra quali Ivo penneggi, vinicio palladini.
La mostra e organizzata dalla fondazioni alinari, il
museo del cinema e della fotografia di torino e il
mart di trento e rovereto.
Riscopri l'italia
il fotoamatore organizza un concorso fotografico con
tema “riscopri l'italia” i premi in palio per i vincitori
premi tra reflex e videocamere sony, la partecipazione è aperta a tutti senza spese di partecipazone, le
stampe dovranno essere da un min di 12x18 ad un
massimo di 20x30 senza post-produzione
il concorso si chiude il 30 settembre 2009.
Diaframmi visuali
I fotografi Armen Casnati e Matteo Cirenei presentano
dal 24settembre al 9 ottobre a milano presso lo showroom Minotti Cucine ed extrahenrytimi la mostra con tema
“diaframmi visuali”
il tema si sviluppa attraverso una lenta ed accurata visione sul mondo da cui la ricerca di trovare dei “diaframmi
visuali” in modo da rallentare la percezione attraverso
una visione forzata con la quale andare oltre.
Secondo gli autori tutte le fotografie hanno un “diaframma” che visto in maniera simbolica come cllegamento
tra punto di vista del fotografo e del luogo fotografato
creano una simbiosi tra composizione e sfondo creando
un'equilibrio tra loro indispensabile per una buona riuscita dell'immagine.
Curatore: Giorgio Tartaro, giornalista.
Vernissage: giovedì 24 settembre 2009, ore 18.30 - 21.30
Durante il vernissage sarà possibile degustare i vini del Castello di
Volpaia
Dove: showroom Minotti Cucine ed extrahenrytimi
piazza diaz 5 - Milano
mostra: fino al 9 ottobre 2009
Orari: lunedì-venerdì 10-19; sabato 11-18; domenica chiuso
Concorso Fotografico Europeo EBT 2009
Anche quest'anno l'ente bilaterale del turismo presenterà un
concorso fotografico per selezionare 13 immagini che formeranno il caledario del 2010.
l'iscrizione e limitata a fotoamatori maggioreni e il costo e di 10
euro il tema di quest'anno sarà dedicato al :TURISMO: INTRECCIO DI IMMAGINI, EMOZIONI IN UN MONDO GLOBALE.
Per i vincitori i premi saranno:
1° premio: 800 euro + soggiorno di 2 notti per due persone in una capitale
europea offerto dall’Hotel Papadopoli di Venezia.
2° premio: 500 euro
3° premio: 400 euro
Premio “Fulvio Roiter”: una fotografia autografata dal maestro
per chi fosse interessato ad iscriversi e inviare le foto
PENSO SAS - Concorso fotografico EBT 2009
Via Marignana, 108/C
31021 Mogliano Veneto TV – Italy
[email protected]
per maggiori informazioni in merito consigliamo di visitare il sito
http://www.ebt.ve.it/
CCImagazine 2 - 14
caffé con l’autore
MatteoeMariaelena:duecuoriinunclick.
gio che abbiamo concluso e prevalentemente saranno foto di ritratti animali.
Una parte a colori ed una in bianco e nero.
Canon EOS-1D Mark III; f/6.3; 1/1250sec; focale 600mm
I suoi scatti hanno più volte lasciato esterrefatti molti di noi che nelle pagine del forum hanno potuto
apprezzarne la bellezza.
Rapaci, leoni, fenicotteri, volpi e
gufi. Aquile, paesaggi da sogno e
macro da urlo. E tutte con un denominatore comune: la perfezione
nel raccontare il mondo.
Questo è Matteo Bonfanti. Brianzolo dalla nascita.
Nato nel 1975, all'età di 19 anni
comincia a girare e fotografare il
mondo insieme all'allora fidanzata
ed oggi moglie Marialelena con la
quale ha sempre condiviso ogni
tipo di passione dalla fotografia al
tiro con l'arco alla subacquea.
La prima macchina fotografica era
una Minolta che conserva ancora.
Con sua moglie Marielena ed i fidi
Canon 600 f.4 e Canon 300 f2.8,
Matteo e Marielena, hanno girato
il mondo non solo verso gli altri
quattro continenti ma anche sotto
casa propria, perché le belle foto
arrivano anche apprezzando ciò
che ci circonda.
Una passione che ora culmina con
una mostra della durata di un mese
che comincia sabato 12/09/2009
in un noto locale frequentato dagli
artisti con base Milano.
Questo il link: http://www.milanomia.com/VIA/MONTENERO/FRESCOART/FRESCOART.htm
Matteo, partiamo da questo
punto di arrivo. La mostra.
La mostra è organizzata da un
amico del mitico Breizh (che tutti
conosciamo come una colonna del
CCI – ndg -). Lui cura la parte artistica del locale dapprima selezionando gli artisti che espongono ed
aiutando nella selezione delle foto.
Il tema sarà l'Africa,l'ultimo viag-
Wow. Questo è l’oggi ma nel
passato, come è nata e cresciuta la passione per la fotografia.
La passione,come tutte le passioni VERE, è nata per caso.
Appena diciottenne ho provato
ad impugnare una reflex, quella
di mio cognato e da subito sono
rimasto affascinato all'idea di poter comporre attraverso il mirino
quello che solitamente si osserva
con minore attenzione, vedendo
il mondo con un’altra prospettiva,
diciamo così.
Prima di passare a Canon avevo
un corredo Minolta di tutto rispetto col quale ho fatto i migliori scatti della mia vita, vuoi perchè legati
al ricordo, vuoi perchè eseguiti in
posti meravigliosi.
Come pensi che il digitale
possa aver cambiato la fotografia targata rullino e carica
manuale.
Canon EOS-1D Mark III; f/4; 1/640sec; iso-400; focale 600mm
CCImagazine 2 - 15
Canon EOS-1D Mark III; f/5.6; 1/320sec; iso-800;
focale 600mm
Canon EOS-1D Mark III; f/2.8; 1/4000sec; iso-200; focale 300mm
Nel mio caso ha comportato una
notevole spesa legata al cambio di
tutto il corredo.
Questo perchè Minolta non ha
saputo/voluto restare al passo
con gli altri marchi. Confesso che
seppure io non sia mai stato uno
dall'otturatore facile, col digitale
qualche scatto in più me lo concedo.
Credo comunque che il digitale
offra a chiunque la possibilità di
fare foto con la massima libertà e
la minima spesa a livello di quello
che una volta era sviluppo e stampa.
Ad oggi l'analogico non mi manca
ma,qualora ne sentissi la necessità, qualche rullo lo scatterei senza
alcun problema.
produzione.
Sicuramente sulle ottiche. Sono
dell'idea che un buon obiettivo
montato su qualsiasi corpo dia ottimi risultati. Sul contrario ho dei
dubbi.
Da autodidatta il consiglio che
posso dare è quello di affrontare
la crescita fotografica con umiltà,
accettando i consigli e facendo tesoro delle esperienze.
Quando parti per i tuoi viaggi, che attrezzatura porti e
soprattutto quanto tempo
impieghi per studiare il luogo
che andrai a visitare.
In quest'ultimo viaggio in Kenya
abbiamo portato
1DMarkIII
1DMarkIIN
300f2.8
600f4.
70/200f2.8
Sigma 12/24
Duplicatori di focale
Flash
Monopiede e treppiede
Il trasporto è stata sicuramente la
parte più impegnativa del viaggio
ma dovevamo affrontare 10 giorni
di safari.
Siamo contenti di aver portato tutto, niente è risultato superfluo.
Per viaggi all'estero ed in paesi
come Africa, India e simili consiglio sempre (e lo facciamo anche
noi) di affidarsi a locali per guide
e trasporti.
Quando scattiamo in Italia col nostro gruppo di amici andiamo in
posti quasi sempre facilmente raggiungibili che si conoscono sia per
il passaparola che per le ricerche
personali. •
Sandro Piras
Quanto conta per te la post
produzione.
In percentuale direi un dieci percento. Faccio il massimo in fase di
scatto, primo perchè non ho esperienza di post produzione e secondo per un discorso personale. Non
condanno chi ne fa uso, anzi, li
invidio per questa capacità che a
me, al momento, manca.
Dovendo spendere dei soldi
per la fotografia, su cosa punteresti:
fotocamera, obiettivi, accessori, un buon libro sulla fotografia oppure uno sulla post
Canon EOS-1D Mark III; f/4; 1/1600sec; iso-400; focale 600mm
CCImagazine 2 - 16
LA DIECI GIORNI EQUESTRE
dietro le quinte
Preparazione psicologica e fisica, gli ingredienti giusti
Sono veramente pochi gli eventi
che durano dieci giorni, ma sono
ancor meno quelli che impegnano
fisicamente e psicologicamente
come la “10 giorni equestre” di
Predazzo: una decina di giorni dedicati a concorsi internazionali e
nazionali di salto ostacoli alla quale hanno partecipato un grandissimo numero di binomi cavalierecavallo, più e meno conosciuti.
La prima cosa da prendere in considerazione analizzando lo svolgimento di un evento del genere,
visto dagli occhi del fotografo o
fotogiornalista, è la grandezza del
campo di gara: il campo di Predazzo, oltre ad essere uno dei migliori
campi per quanto riguarda cura
e manutenzione, è anche il campo gara più grande in tutta Italia.
Questo fattore non va assolutamente sottovalutato in quanto già
suggestiva vista del complesso di gara dall’alto
dopo i primi giorni le gambe cominciano a stancarsi, a causa delle camminate veloci da una parte
all’altra per trovare “ la luce”, per
trovare il momento e del continuo
ripetersi dello stesso percorso per
10, 20 ma anche 40 volte.
Non è da sottovalutare la grande
responsabilità che si aggiunge al
già faticato compito del fotogiornalista: la documentazione di
sponsor, attività contemporanee
in area vip, foto-interviste e tutto
ciò che concerne la vita dentro e
fuori dal campo gara.
Analizzando anche una sola delle
giornate passate qui, si comprende perfettamente il grosso workflow da seguire minuziosamente:
sveglia alle 7.00, inizio delle attività alle 8.00, trattamento e separazione delle foto della precedente giornata, report delle gare più
importanti ed eventuali recuperi
di sponsor e banner vari. Infine la
completa disposizione agli addetti
stampa: cosa fondamentale per
creare un perfetto connubio tra
foto e testi.
Chi mi ha affiancato in questi dieci
giorni sono stati i giornalisti Mauro Bonvecchio e Matteo Lunelli
che, grazie al loro impegno, hanno innalzato l’attenzione mediatica
dell’evento.
La lista di sponsor è stata lunga
da completare: cercare di cogliere un banner, animato da un salto
in primo piano oppure vivacizzato
da un’inquadratura artistica non è
cosa che si fa in un paio di giorni e
a me ha portato via esattamente
sette dei dieci giorni a disposizione.
Nel frattempo però il fotogiornalismo imponeva un’accurata doCCImagazine 2 - 17
cumentazione di podi, premiazioni, cadute e chi più ne ha più ne
metta. L’input ovviamente non è
stato mio ma i vari servizi venivano esplicitamente richiesti dagli
addetti stampa: foto di “celebrità”
del mondo ippico, foto di singoli
atleti fuori dalla gara, foto di organizzatori o tutto ciò che poteva regalare un buon motivo per lasciare
spazio alla carta stampata.
Moltissimi sono gli spunti che una
manifestazione di tale rilevanza e
dimensioni può portare nell’anima
di ogni fotografo…grazie a queste
manifestazioni, che sono di livello internazionale, il fotografo può
crescere e migliorarsi insieme
all’organizzazione delle stesse.
Il lavoro dei MEDIA per manifestazioni di calibro internazionale
è veramente molto importante
e perciò è fondamentale trovarsi
pronti ad affrontarlo già qualche
settimana prima di esso, partecipando a riunioni della direzione ed
esponendo le proprie idee e preferenze.
Successivamente, dopo aver pianificato in modo accurato il tutto
si può passare all’organizzazione
personale: attrezzatura fotografica, attrezzatura “press” e riordino
delle idee. Avendo già lavorato a
diversi concorsi ippici e di conseguenza avendo le idee già molto
chiare sull’argomento, le fasi pre-
La Sala stampa
cedentemente descritte mi hanno
rubato non troppo tempo.
Passiamo ora ai dati più tecnici per
i lettori di questo articolo: come si
prepara il fotografo ad affrontare
un lavoro di tale portata?
Fondamentale è la scelta dell’attrezzatura: raramente si utilizzerà lo scatto multiplo alla massima velocità, per cui un corpo
1D non è obbligatorio. Mi sento
vivamente di consigliare un corredo composto da un corpo FF e
un corpo APSC, dotati di obiettivi 15mm fish-eye, 16-35, 24-70 e
70-200. Infine tornerà utilissimo in
un campo grande come quello di
Predazzo il moltiplicatore di focale 1,4x. Gli obiettivi saranno spesso intercambiati e non esiste un
obiettivo che possa essere tenuto
fisso su una macchina, perché ad
un evento del genere non si può
non fare a meno di qualche vetro.
3 memory da 2 GB e 3 da 4 GB
sono perfette per il tutto, unite
da un HDD esterno collegato ad
un buon Mac con Bridge e Photoshop accesi ed infine con un buon
lettore di memory card, preferibilmente fire wire. Pocket Wizard per
contornare il tutto ed una serie
molto ampia di supporti: supporto
da terra per appoggiare la macchina fotografica e scattare con i PW
(Pocket Wizard), Manfrotto Super
Clamp o Magic Arm per scattare a
distanza con la macchina attaccata ad un’ostacolo, treppiedi per un
eventuale 300mm. Fondamentale
anche il numero di batterie: almeno 2 per macchina a meno che
non parliamo delle nuove 1D, con
cui giù una batteria è sufficiente.
Io ho deciso di organizzarmi al
meglio che sono riuscito: binomio 40D e 1D e svariati obiettivi.
Come sempre nel mio zaino c’erano i PocketWizard, che sono stati
fondamentali per alcuni scatti pieni di vita. Monopiede e treppiedi
sono rimasti a casa, ovviamente,
in quanto potendo stare in campo
ho utilizzato focali fino a 200mm
al massimo moltiplicate con l’extender 1,4x. In loro assenza però
ho avuto modo di perfezionare le
tecniche di utilizzo del Manfrotto
MagicArm con annessa la Super
Clamp, ovvero un braccio che mi
ha permesso di montare la fotocamera direttamente sugli ostacoli.
Al mio fianco, come già anticipato,
una 1D e una 40D corredati da 2470, 70-200, moltiplicatore 1,4x e,
special guest, il 16-35.
Il 16-35, per un evento del genere, è stato più che altro un obiettivo “specialistico” nel senso che
ha avuto utilizzo solamente per le
foto con i “maghi tascabili” (pocket wizard) inserito in un ostacolo
per riprese di effetto. Sempre con
me il 24-70 che è stata la scelta
migliore per il 90% delle volte grazie alla sua escursione e alla sua
qualità, aggiunti al fatto di essere una lente che non ha affatto
una vista attraverso la mia postazione stampa
CCImagazine 2 - 18
paura di qualche goccia d’acqua.
Il 70-200 è stato ugualmente utile
in riprese mirate alla valorizzazione di sponsor e marchi pubblicitari,
altro elemento fondamentale per
un fotoreporter. Grazie al moltiplicatore sono riuscito ad ottenere
immagini perfette dall’elicottero, che ha accompagnato me e il
collega di SKY in un giro sopra al
campo gara e al paese ospitante:
Predazzo.
Non è stato molto facile gestirsi
in due in uno spazio minuscolo,
quale quello del portellone dell’elicottero, ma come sempre è stato
divertente anche se non è mai una
delle operazioni più facili da compiere per via delle alte vibrazioni
e della pericolosità del tutto. Per
le riprese dal’alto il mio binomio
preferito è sempre il 24-70 montato su una 1D e il 70-200 o il 300
montato su un corpo APSC. Tempi rapidi e iso medi per evitare le
vibrazioni dell’elicottero ed un po’
di fantasia, senza aver paura a
sperimentare effetti come l’effetto zoom che dall’elicottero, se ben
Suggestiva ripresa dal basso
EXIF: 40D + 24-70 f/2.8 1/800, f/11, 24mm ISO 500
studiato, produce effetti stupendi.
In sala stampa avevamo 3 portatili (2 macbook pro e un Toshiba),
connessione wireless per l’immediato invio delle foto agli interessati, telefono con numero dedicato
ed un bel frigo bar per rifocillarsi
vista anche la grande quantità di
caldo.
Le giornate sono state pienamente impegnate, con un lavoro continuativo dalle 7 di mattina alle 20,
contando anche il pranzo, sempre
li in zona, che ci occupava poco
tempo (mezz’ora solitamente).
Se mai vi dovesse capitare di fotografare ad un evento del genere, vi consiglio di armarvi di molte
energie, fisiche e mentali ma soprattutto di moltissima fantasia,
che in un evento del genere è
sempre obbligatoria per variare gli
scatti. •
Federico Modica
CCImagazine 2 - 19
astrofotografia
startrail
Ripendere la rotazione della volta stellata
Startrail di 123 minuti in assenza della Luna
Canon Eos 40D -EF-S 17/85mm. f/4-5,6 IS USM @17mm.- 41x180 sec. F.6,3 - ISO 400
Un saluto stellare ed un bentornato agli amici del CCI!
Con la speranza che la prima uscita di questa rubrica abbia catturato l’interesse di qualcuno di voi,
in questo numero vorrei proporre un genere di ripresa del cielo
notturno che regala risultati entusiasmanti e rende possibile dare
sfogo alla propria creatività ed
inventiva senza dover necessariamente disporre di una strumentazione specializzata: La Rotazione
della Volta Stellata o Startrail.
Nel fotografare il cielo notturno
ci accorgeremo che i colori delle
immagini sono quasi irreali o comunque diversi da come noi li percepiamo con i nostri occhi. Questo
dipende dal fatto che i sensori, o
le pellicole, delle nostre fotocamere hanno una sensibilità superiore
alle frequenze luminose rispetto
al nostro apparato visivo. Infatti
vedremo come le stelle, o le strisciate che i loro fotoni lasciano sul
sensore/pellicola, saranno variamente ed intensamente colorati.
Ciò è dovuto al fatto che le stelle
emettono radiazioni luminose dif-
ferenti in base alla loro tempera- seconda della distanza dalla Stella
tura superficiale ed alla loro com- Polare degli astri presenti nel campo inquadrato. Questo è dovuto al
posizione chimica. Più sono fredde
più tendono verso il rosso, per fatto che l’asse di rotazione della
passare all’arancione, giallo, bian- Terra punta proprio nelle immediate vicinanze di questa stella che,
co o azzurro all’aumentare della
loro corrispondente temperatu- come vedremo, nella maggior parte dei casi sarà molto utile per dora. Anche il cielo potrà assumere
nare spettacolarità alle immagini.
delle tonalità inaspettate e con
effetti a volte incredibili. Una qual- Se non si è in grado di localizzarla, esiste un sistema per trovarla
che forma di illuminazione esiste
facilmente ed è quello di usare
sempre, perfino la luminosità della
come riferimento la costellazione
Via Lattea contribuisce, nei luoghi
più remoti assolutamente esen- dell’Orsa maggiore, conosciuta
anche come Grande Carro, l’asteti da inquinamento luminoso, a
schiarire il fondo
cielo. Sfruttando
il movimento della terra con delle
fotografie a lunga posa si potrà
registrare il moto
apparente della
Volta Stellata, evidenziato dalle strisciate delle stelle
che formeranno
dei variopinti archi luminosi più
Come trovare la stella polare nel cielo notturno
Canon Eos 40D EF-S 17/85mm f/4-5,6 IS USM @17mm.- 59 sec. F.6,3 -ISO 500
o meno lunghi a
CCImagazine 2 - 20
risma composto dalle sue stelle
più luminose. Unendo con una linea immaginaria le due stelle che
compongono il lato posteriore del
Carro ed allontanandosi di circa
cinque volte la distanza tra di loro,
si raggiunge una stella di discreta
luminosità, la Stella Polare appunto, che si trova all’estremità del
timone del Piccolo Carro.
Quindi conosciuti un po’ più da
vicino i soggetti ed i meccanismi
che andremo a fotografare, ora
vediamo un po’ cosa ci serve per
la realizzazione di questo piccolo
ma intrigante progetto.
Strumentazione. Oltre alla macchina ed a un obiettivo a corta focale, va benissimo anche il 18/55
o il 17/85 spesso presenti nei kit
delle reflex digitali Canon, servirà un cavalletto sufficientemente
stabile e, se possibile, un telecomando per lo scatto remoto. Al
posto di quest’ultimo può anche
andare bene l’autoscatto, ma limiterà le singole esposizioni al
massimo a 30 secondi, restringendo le possibilità creative delle
riprese. Chi poi può disporre di
un telecomando programmabile,
come il Canon TC80n3, sarà nelle
condizioni migliori per utilizzare il
tempo necessario alle esposizioni,
inevitabilmente molto lungo, per
occuparsi anche di altre attività
come ad esempio osservare il cielo o fare qualche chiacchierata in
compagnia. Utile sarà anche avere
una batteria di riserva se si prevede di realizzare una serie di riprese
molto lunga.
Scelta del luogo e del momento.
Sarà importante ai fini del risultato finale scegliere un luogo ed un
momento adatto a questo genere
di riprese. I tempi di esposizione
saranno lunghi, perciò è assolutamente necessario allontanarsi da
forti fonti di luce che rovinerebbero irrimediabilmente l’immagine. Per lo stesso motivo è bene
attendere almeno un’ora dopo il
tramonto, evitare le serate in cui
la luna è presente nel cielo anche
se, in alcuni casi creativi, potrebbe
rendere l’immagine affascinante
rischiarando un eventuale soggetto o panorama circostante incluso
volontariamente nel campo inquadrato. È bene anche cercare di posizionare l’attrezzatura in un luogo
riparato dalle folate di vento che
potrebbe far traballare o addirittura far cadere il cavalletto.
Tecniche di ripresa. È qui che ci si
può sbizzarrire! Infatti, salvo alcune raccomandazioni che esporrò
qui di seguito, non si può parlare
di una regola fissa. A seconda degli effetti che si vogliono ottenere
Startrail di 90 minuti con presenza della Luna in cielo
Canon Eos 40D EF-S 17/85mm. f/4-5,6 IS USM @17mm. - 30x180 sec. F.5,6 ISO 400
possono essere adottate numerose varianti. Le raccomandazioni
più importanti sono di effettuare
una serie più lunga possibile di
esposizioni al fine di mantenere
sufficientemente scuro il fondo
cielo minimizzando il rumore elettronico, di curare al massimo la
focheggiatura e di eliminare ogni
tipo di vibrazione. La messa a fuoco delle stelle, anche se la focale
è molto corta, è basilare. Prima di
tutto è necessario disattivare, se
disponibili, l’Autofocus e lo Stabilizzatore di Immagini. Se si ha a
disposizione il Live View, usarlo
all’ingrandimento massimo su di
una stella molto luminosa, altrimenti usare il mirino focheggiando fino a che la stella inquadrata
non diventi il più puntiforme possibile e poi procedere ad una prova con un’esposizione non troppo
lunga, 20/30 secondi 100/200 iso,
e verificare l’immagine ottenuta.
Le vibrazioni si possono evitare,
oltre alla sistemazione in un luogo riparato dal vento, utilizzando
innanzitutto la funzione specchietto sollevato o il Live View attivato,
poi, se possibile, scattare con il
telecomando avendo l’accortezza di mantenere il cavo sempre
morbido, sia durante lo scatto sia
quando lo si rilascia, per evitare
che il filo teso possa trasmettere
movimenti alla strumentazione. In
alternativa usare l’autoscatto con
ritardo di 10 secondi ad ogni inizio
ripresa. Effettuare molte riprese,
queste verranno poi facilmente
assemblate con l’ausilio di un programma appositamente realizzato
che esporrò in un paragrafo seguente. Questa tecnica è molto
redditizia e semplice quando si
usa una reflex digitale. Essa permette di ottenere immagini con
basso rumore elettronico e non
satura il fondo cielo.
Creatività. Sebbene la ripresa della rotazione della Volta Stellata
sia affascinante di per se stessa,
rischia di diventare ben presto
CCImagazine 2 - 21
monotona dopo il raggiungimento
delle tecniche ideali. Per ovviare
a questo, è consigliabile includere
nell’inquadratura dei soggetti che
possono arricchire e rendere più
reale l’immagine aiutandosi con
dei colpi di flash, sfruttare la luce
della Luna o delle tenui illumina-
può andare sul sito www.danheller.
com/star-trails.html e trarre degli
interessanti spunti dalle meravigliose immagini realizzate.
Sommare le immagini con STARTRAILS. A questo punto non rimane che comporre l’immagine finale
Startrail di 90 minuti con presenza della Luna in cielo (Pale di Cimone)
Canon Eos 40D EF-S 17/85mm. f/4-5,6 IS USM @22mm. - 20x180 sec. F.5,6 ISO 400
zioni presenti nel campo visivo o
anche farsi aiutare da qualcuno
che in una delle esposizioni maneggi una debole torcia o una
candela illuminando dei soggetti o
disegnando delle tracce luminose
ai margini del fotogramma. Questo naturalmente comporta un aggiustamento della focale, dei tempi di esposizione, del diaframma e
degli iso. Focali consigliabili vanno
dai 15 agli 85 mm, diaframma dal
più aperto possibile ad un 6,3, iso
dai 100 ai 400. Si presenteranno
svariate situazioni a seconda della
presenza o meno di inquinamento luminoso, trasparenza del cielo, presenza della Luna o di altri
elementi che possono influire positivamente o negativamente al
risultato finale. Qui entra in gioco
anche la capacità di saper sfruttare ogni variabile per poter realizzare delle composizioni originali.
Queste sono delle indicazioni di
massima, ma chiunque può proporre o trovare la soluzione più
adatta e personalizzarla. Chi vuole
sommando tutte le esposizioni realizzate. Grazie al grande Federico
Manzini, che in un articolo sulla rivista di Astronomia Nuovo Orione
lo ha segnalato, ho trovato molto
utile, semplice e veloce il programma Startrails, sviluppato da Achim
Schaller di Friburgo , Germania,
scaricabile gratuitamente dal sito
www.startrails.de/html/software.html. Il peso è di soli 200kb e
l’interfaccia è molto semplice ed
intuitiva ed è possibile realizzare
anche dei filmati avi per visualizzare il movimento della rotazione.
E’molto consigliabile proprio per la
sua praticità nel produrre immagini d’effetto con le riprese ottenute
dalle camere digitali di panorami
con la volta stellata che si muove
sopra di essi.
Pillole di Astronomia. Tutti noi
sappiamo bene che la Terra ruota
su se stessa ed orbita attorno al
sole con una certa regolarità. La
sua posizione nel Sistema Solare, protetta all’esterno dai Pianeti
Giganti e ad una distanza ideale
dal Sole, e l’avere un satellite di
grandi dimensioni come la Luna
che, con un gioco gravitazionale
stupefacente, mantiene costante
l’inclinazione dell’asse terrestre
sono alcuni dei fattori che hanno
contribuito in maniera decisiva a
garantire un tempo sufficientemente lungo di relativa stabilità
tale da permettere l’evolversi di
forme di vita intelligente. E’ ben
nota anche la peculiarità della
Stella Polare che, fin dall’antichità,
è stata utilizzata dall’uomo come
punto di riferimento per i propri
spostamenti. Infatti l’asse di rotazione dell’emisfero settentrionale
terrestre punta in una zona del
cielo vicinissima proprio a questa
stella che, grazie alla sua discreta
luminosità, per millenni ha facilitato non poco le cose a viaggiatori di
terra e di mare. Ma forse non tutti
sanno che la Stella Polare non è
stata e non sarà sempre l’effettiva “Stella Polare” del nostro cielo. Ai tempi dell’edificazione della Grande Piramide di Cheope la
stella polare si poteva identificare
in Thuban, l’astro più luminoso
della costellazione del Draco, e fra
12.000 anni invece lo sarà Vega, il
più luminoso della costellazione
della Lyra. Tutto ciò è dovuto ad
una lieve oscillazione dell’asse di
rotazione terrestre, simile a quello di una trottola, e denominata
precessione degli Equinozi: www.
Astroarte.it/astronomia/corso/precessione.htm
Per questo numero è tutto e, nella speranza di poter essere stato
sufficientemente chiaro, ricordo
che nei giorni seguenti la pubblicazione di questo numero del Magazine, aprirò un Topic nella sezione Astrofotografia del Forum, con
l’intento di poter dare spazio alle
vostre richieste di eventuali ulteriori chiarimenti ed anche per dare
spazio ai risultati ottenuti. Buona
Luce e Cieli Sereni! •
Flashiridium
CCImagazine 2 - 22
dal forum
nick:Nymphalidae; nome:Alessandra Acremoni e Rocco Marciano; titolo:Procambarus clarkii
Canon EOS 40D; Fish eye Sigma 15 mm
f/14; 1/60sec; iso-100; distanza focale 15mm
nome: nicola verardo; titolo: olio
nikon D700M; nikkor 105 micro
f/8.0; 1/60 sec; iso 200
CCImagazine 2 - 23
Autore:Diego Rocco; Nick:Redoctober; TITOLO:Tempus fugit
Canon eos 450D; Canon ef-s 18-55 is
1/1250 sec; f/5; iso-100; lunghezza focale: 46mm
Nome: Carmelo Leggiero; nick:MonteCristo; titolo:Valentina
Macchina: Eos 40D; Lente: EF 85mm 1.8
Apertura: f 2.8; 1/80 sec.; ISO: 100; lunghezza focale 85mm
CCImagazine 2 - 24
Titolo - Aurora in città: la chiesa di S. Giustina a Padova; Autore: Andrea Gasparotto; Nickname: AndreaSixties
Canon PowerShot SX100 IS
f/4; 1/250sec; iso 100
nome: Giovanni Zola; titolo: Sachsenring
Canon EOS-1D Mark II N; canon 28-300 IS
f/5.6; 1/200sec; iso-50; distanza focale 300mm
CCImagazine 2 - 25
AUTORE: Filippo Picinni Leopardi; nick: filippo66; titolo: Welcome to Mars
Canon EOS 5D Mark II; Canon EF 16-35 f2,8 L USM II;
1/80 sec; f 11; 50 ISO ;Lunghezza focale: 16mm
Autore: Gianluca Nuzzo; Nick: Giansu; Titolo: Broken
Camera: Canon EOS 40D; Obiettivo: Tamron 17-50mm f/2.8
Tempo: 0.005 sec (1/200); Diaframma: f/8.0; Lunghezza focale: 33 mm; ISO: 100
CCImagazine 2 - 26
Nick: R.O.S; Titolo: il treno dei sogni
Canon EOS 40D; Canon 24-105 L
Apertura f / 9; Esposizione 1/250 sec.; Focale @24mm; ISO 100
Nick: ascaniotealdi; Nome: ascanio tealdi; Titolo: Libellula terrific, calopteryx splendens
Canon eos 40D;
EF100mm f/2.8 Macro USM; 1/160sec; iso-800; distanza focale 100mm
CCImagazine 2 - 27
Titolo foto. Viaggiare; Nickname: Picture ; Nome e Cognome: Giovanni Del Curto
Macchina: Canon Eos 40D; Obbiettivo: Tamron 18/250 mm.
Diaframma: F/25; Tempo: 1/80 sec.; ISO: 400; Distanza focale: 50 mm.
nome:Paolo Albertini; nick:c@ppuccino kid; titolo: la città immaginaria #4
Canon EOS 20D; canon ef-s 10-22
f/8.0; 1/10 sec; iso-100
CCImagazine 2 - 28
Il Canon Club Italia è la prima e unica community di canonisti nata per
gli appassionati e possessori di materiale Canon, da quando siamo nati
(2005) hanno tentato di imitarci in tutti i modi, ma le imitazioni hanno
le gambe corte, come le bugie!!! Un portale Fotografico rivolto a tutti
con un occhio di riguardo verso il mondo della fotografia visto attraverso attrezzature Canon, il nostro portale è aperto a tutti, massima
libertà di opinione, siamo svincolati da ogni realtà commerciale e quindi totalmente indipendenti!!
Diffidate dalle imitazioni, l'unico Canon Club siamo noi!!!
iscrivetevi in tanti, qui è tutto gratis!!!!
WWW.CANONCLUBITALIA.COM
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