Numero 2 - Settembre 2009 •Kata E702 •Il meeting trentino del CCI •MATTEO E MARIAELENA, DUE CUORI IN UN CLICK •LA CINQUE GIORNI EQUESTRE Kata E702 Settembre 2009 - n°2 - anno I Incontro Trentino RESPONSABILE Biagio Pandolfi Il mosso creativo CAPOREDATTORI Federico Modica Salvatore Parella Sandro Piras Matteo e Mariaelena: due cuori in un click. REPARTO GRAFICA Simone Ambrosini Gerardo Fiorito La dieci giorni equestre Startrails LA COPERTINA! copertina Qualcosa di rosso - primo contest CCI Continua la rassegna delle foto più belle tra le vincitrici dei contest CCI, ed in questo secondo numero abbiamo pensato di ‘tornare indietro’, o meglio… proprio all’inizio, al vincitore del 1° contest CCI dal titolo “Qualcosa di rosso”. Scopriamo insieme il nostro amico Marco Lo Rito, fotografo freelance (tanto free e poco lance, come dice lui stesso) che fa ormai la spola tra Venezia e Londra. Fotografo da circa cinque o sei anni e con diverse esperienze professionali nel settore, predilige solitamente i motori ed i reportage di cronaca e di viaggio. L’approccio di Marco alla fotografia è stato molto casuale… non aveva mai fotografato o preso in mano una macchi na fotografica fino all’età di 20 anni -ora ne ha 26- e poi, quasi magicamente, grazie alla sua prima Canon (una 300D) ed all’unico forum del settore in italiano del periodo ha iniziato ad appassionarsi ed imparare qualcosa di come si scatta. Rimasto attratto dal ‘rosso’ e ricordatosi di uno scatto fatto già un po’ di tempo prima, decide di dare giusto una sistematina ai colori e… via, in pasto alla giuria ! Il risultato? Decisamente valido, pur non essendo poi così facile come tipologia di scatto… ma al tempo Marco era piuttosto abituato a tali scatti e quindi fare un bel panning non risultò per lui affatto difficile. Aveva già partecipato a qualche altro contest senza però mai vincerne uno, e dopo un po’ di fatica nel tentare di dare il giusto significato all’interpretazione del contest si rese conto che, in verità, era abbastanza banale… anche se certamente non pensava avrebbe vinto ! Ringraziamo Marco per la bellissima immagine che ci ha regalato, e non è escluso che non rivediamo altri suoi scatti in qualche altro contest in futuro… magari quando vedrà un titolo che sente suo, che vorrà provare… magari se si trattasse di fare un po’ di street ! ;-) ● Sergio Tricanico (setanera) CCImagazine 2 - 2 Kata e-702 il terzo occhio Uno strumento molto sottovalutato, sia per la poca attenzione dei media, sia perché il suo utilizzo non è così semplice ed immediato, sono le Rain Cover. Di tutti i tipi e di tutte le marche, anche autocostruiti (non serve una gran manualità per farli), possono spesso salvarci lavori di notevole importanza. Possono anche salvarci da qualche situazione spiacevole e farci continuare “spensieramai si debbano sborsare 60 euro ti” le nostre foto. per un qualcosa di non ben defiTra le proposte disponibili io mi sono affidato a KATA, per la mi- nito e che non sembra avere tanti glior qualità dei materiali. Già Ca- pregi quanti i difetti. Ed alla fine è così, ma quando il lavoro e quindi non propone delle Rain Cover che l’incolumità dell’attrezzatura viene però tendono ad inzupparsi molto prima del poter dire: ”Piove, vado velocemente e quindi a durare ben a casa” allora è tutto da subito poco in condizioni di tempo molto spiegato. Una volta decifrate le avverse. Inoltre sono le cover CPS quindi dedicate a tutti quei profes- mini istruzioni e riuscito a capire come si applica il tutto, sarà facile sionisti che hanno aderito e quindi sono tesserati nel Canon Profes- familiarizzare con la cover. Il feeling è positivo al 100% finchè sional Network. non si comincia ad utilizzarla sul Quando ci si trova davanti per la prima volta uno di questi accessori, campo. come accennavamo, si rimane un Tra i maggiori lati negativi che troviamo ci sono la scarsa mobipo’ sbalorditi ed un po’ pensierosi lità che ci lascia, soprattutto nello cercando di decifrare l’utilizzo di quel “plasticone”: le tante aper- scatto verticale, che per essere messo in atto necessita di qualche ture ci rendono spaesati e ci si domanda subito da qual parte si “acrobazia”. debba infilare la macchina. Il pro- Tra il nostro respiro, il calore delle mani e il freddo o fresco esterno cesso di vestizione in effetti non è anche molto facile che dopo i è ei più semplici e veloci, ma se primi 5 minuti di utilizzo si appansi pensa che serve a proteggere nino tutte le parti in plastica traulteriormente la macchina dalle sparente, così da costringerci ad intemperie, allora uno sforzo lo si aumentare le manovre da fare pripuò fare volentieri. Vediamo nel particolare di analiz- ma di scattare. In genere si tende zare Pro e Contro della Rain Cover a lasciarla appannata, soprattutto perché non ci sono altre soluzioni KATA E-702. Tolta dalla scatola ci troviamo nel- semplici e attuabili nell’immediato istante. Tuttavia una passata di le condizioni di domandarci come mano qualche attimo prima dello scatto farà tornare tutto “regolare” per una ventina di secondi. Già da ciò si può intuire il perché dell’essere un oggetto specialistico che si consiglia per lo più ai professionisti della fotografia, in quanto potrebbe rendere un amatore più inquieto e nervoso di quello che già è dopo essere stato colto da improvvisa pioggia. Come già anticipato però, anche se i difetti sono maggiori dei pregi, le Rain Cover vincono sempre perché hanno un asso nella manica e tutto gira intorno a ciò: non c’è tropicalizzazione che regga più di un bijou come questi. E quindi in qualsiasi situazione critica in cui non possiamo perdere i nostri scatti, come può essere pioggia, neve ed altre intemperie, avere con se una di queste cover è la scelta migliore. Piccole, leggere, molto elastiche, si adattano a tasche, zaini, valige, marsupi e non implicano quindi di dover trasportare un contenitore solo per loro. Mi sono trovato spesso in condizioni di dover utilizzare la E-702. La prima volta che ne ho sentito un vero bisogno è stato tre anni CCImagazine 2 - 3 Il sottoscritto mentre fotografa con la raincover in questione fa, durante la coppa del mondo di sci di fondo. Dopo una prima giornata di bel tempo, il giorno seguente si è rivelato un disastro, temporalmente parlando: pioggia a go-go con conseguente abbassamento delle nubi e della visibilità, neve bagnata e un freddo che avrebbe fermato persino i più temerari. All’epoca, ancora nuovo nell’ambiente della fotografia professionale, mi attrezzai con qualche borsa di plastica, qualche elastico e una forbicetta per ricavare il buco d’uscita dell’obiettivo e dell’oculare. Niente da fare, non era abbastanza. Fortunatamente i materiali fotografici non sono fatti in gran fretta con i primi scarti trovati quindi sia la macchina che l’obiettivo non hanno subito conseguenze. Di acqua però ne hanno presa tanta, molta, troppa! Dopo quell’occasione ho fatto uno dei miei migliori acquisti, incontrando Kata e facendola mia. Tutt’oggi mi accompagna sempre nello zaino o trolley che sia e non esito ad averla sempre al mio fianco se la giornata si presenta brutta. Posso dire che una gran- dissima percentuale di foto salvate, sotto l’acqua, e ancora il buono stato e la cura dei miei materiali sono dati proprio da questa, che mi aiuta a mantenerli asciutti e spesso anche a non rigarli. Se dovessi tornare indietro dunque, analizzati tutti i pro e i contro e grazie all’esperienza maturata, affermo felicemente che rifarei un acquisto del genere e non esiterei a rimanere con Kata, o al massimo ad usare l’Hydrofobia di ThinkTank. Vorrei concludere ricordando che stiamo parlando del modello E-702 di Kata, fabbricato appositamente per contenere un corpo professionale e non, con obiettivo che deve avere come lunghezza massima quella del 70-200 f/2.8 compreso di lenshood. Per chi avesse bisogno di modelli superiori c’è tutta la serie Kata di estensioni della rain cover, dotati anche di apposita apertura per il monopiede. • Federico Modica CCImagazine 2 - 4 sentieri fotografici Organizzazione perfetta. Luoghi da favola e gente splendida. Si riassume in poche parole il mega meeting del Trentino. Organizzato in modo certosino da bravo padrone di casa, Marco “Ossido” Oss, il meeting entrerà sicuramente negli annali del CCI. La speranza ora è che questo importante incontro non sia il solo ma che a seguire ne arrivino tanti altri dove il piacere di incontrarsi, scambiare due parole davanti ad un buon bicchiere di birra o fresca acqua, la faccia da padrone. Ma ora lasciamo il racconto all’ideatore. Sandro Piras INCONTRO TRENTINO L’idea di un incontro “lungo” tra i Soci del Canon Club Italia, nasce dopo l’ultimo ritrovo organizzato in trentino a fine 2008 dopo la visita ad Arte Sella. Ad inizio anno con alcuni soci storici in MP si spinge e si cerca l’ispirazione di un nuovo incontro ma appunto un ritrovo Il mitico Marco Ossido, organizzatore del meeting per almeno un weekend. La data da prima sembrava segnata ad inizio anno con la visita ad un centro faunistico nella primissima periferia della città, poi un po’ per i tempi stretti e per non aver avuto i giusti riscontri da parte degli interessati, l’idea non prende piede. Il tutto si concretizza invece per una due giorni a luglio, se pur la data ed il periodo potesse coincidere con le classiche “ferie”, si spera in un incontro numeroso tra i Soci. Premetto che l’aiuto, la voglia di realizzarlo ed il supporto da parte dei Soci trentini è sempre stata tanta, tanta come la voglia di vederci ritrovare numerosi e proprio questo mi ha dato tanta forza in più per realizzare l’evento. La mia idea è per lo più stare assieme, vedendo qualche pezzetto della nostra amata terra, il trentino, senza strafare come distanze e impegno verso i nostri ospiti e appunto visto che il tempo quando si sta assieme è sempre poco e passa in fretta, l’idea si concretizza per una due giorni, con pernotto in loco per i più distanti. I mesi dell’anno passano in fretta e tra i vari impegni e lavori mi trovo ad aprile con ancora poca carne al fuoco, anche cercando di sfruttare una due giorni centrando qualche festa o ponte i giorni e le occasioni buone sono proprio al limite. Poi, sfidando la sorte decido per il 18/19-07-2009. Il periodo è classico di ferie, ma chissà che appunto questa data sia favorevole per l’incontro, appunto per i più lontani che potrebbero programmare una gita in trentino…. Da quando sono iscritto al C.C.I. mi sono sempre “divertito” a fare altri piccoli incontri, di un solo giorno però, ma sempre ricchi d’entusiasmo e di ottima gente, CCImagazine 2 - 5 sempre con lo scopo di far conoscere la mia terra, il trentino, nei suoi vari aspetti e lo stare assieme, cioè fraternizzare e conoscerci fisicamente. Infatti lo scopo degli eventi proposti, non solo il mio, è appunto conoscerci, visto che il C.C.I. principalmente è una realtà virtuale. A questo punto ci vuole un posto/ luogo cardine di interesse. Negli anni ho proposto vari luoghi, Castel Beseno, il Doss Trento, i mercatini di Natale e se pur avendo due giorni a disposizione la mia idea è quella di non far fare ai nostri potenziali ospiti troppi chilometri e/o spostamenti. Alla fine decido per la visita al giardino botanico, ottimo soggetto fotografico, sito sul Monte Bondone, la montagna dei trentini raggiungibili in meno di mezz’ora di macchina. Anche per il pranzo, pur non conoscendo la qualità della cucina personalmente, il Rifugio di fronte al giardino potrebbe essere ottimo supporto. Poi il Bondone è noto per i suoi prati e panorami, quindi fatta la visita al giardino e mangiato nel pomeriggio ci si può rilassa- re o stare in cede per il meglio, come mia conrelax senza il suetudine provo a scrivere ad un minimo impe- quotidiano locale per far presente gno. dell’incontro, anche perché i nuFaccio un so- meri sono sempre più importanti. pralluogo al Sento anche l’A.P.T. locale ( Agengiardino bo- zia Per il Turismo ) per chiedere se tanico e mi c’era la possibilità di avere qualche accordo con piccolo ricordo souvenir da abbiil rifugio per il nare ad una lotteria tra i presenti menù, quindi ( trentini esclusi ) da fare a fine avvertiti i trentini ed alcuni “per- giornata quale ricordo e promoziosonaggi noti” che hanno spinto per ne locale. Mi attivo anche per dare la realizzazione di questa due gior- a tutti i bimbi un piccolissimo preni lancio la proposta in lista. Di li a sente, un dolcetto, tanto per renpoco fioccano le proposte e la lista derli partecipi e un ricordo speciadei presenti si allungo settimana le alla famiglia che ci ha raggiunta per settimana. I più optano per da più lontano. la formula dei due giorni, ma con Visto che appunto la maggior pargrande stupore e approvazione te dei presenti arriverà in loco già vengono con le famiglie e bimbi! dal sabato allora mi attivo per fare Per il pernotto li dirotto verso il una cenetta tutti assime e senza Garni Ester già di mia conoscen- restare in città, prevedendo la caza e in poco la struttura si riempie, lura cittadina opto per prenotate così grazie ad un amico e Socio “il giardino delle Spezie” di Paderchiedo per una convenzione con gnone, nella valle dei laghi a venti il Grand Hotel Trento. Tutto pro- minuti da Trento, dove in un bel CCImagazine 2 - 6 parco giochi i ragazzi si possono divertire, le signore chiacchierare comodamente nel giardino e per chi lo vuole fare alcuni scatti al vicini Castel Toblino, lungo il Lago di S.Massenza. Come detto i numeri alla fine si fanno importanti, arrivando a QUARANTA adulti e SETTE bambini, con la straordinaria presenza della Famiglia martuzzieddu giunta in aereo dalla SARDEGNA, ma anche Soci giunti da Genova, Trieste, lombardia, veneto ecc. ecc. Così il meeting inizia il sabato pomeriggio, dopo l’arrivo dei più che si sistemano nei due punti di pernotto alle 17 con le staffette trentini si curano di accompagnare i nostri ospiti fino al nostro puntello, quindi appello, consegna della cartina con i principali punti d’incontro e si parte per la volta di Padernone per la pizzata. Come già detto giunti a destinazione e fatta la tradizionale e immancabile foto di gruppo libertà totale prima dell’aperitivo in giardino. A termine della cena, attorno alle 22 ci diamo appuntamento con alcuni irriducibili per fare due passi a Trento. Così cavalletto e birretta della staffa in centro a Trento e verso l’una ci diamo la buona notte. La mattina del grande giorno è arrivata, tutti sono puntuali al ritrovo, nuovo appello e mega serpentone di macchine che salgono il Monte Bondone. La giornata è stupenda, un cielo terso e azzurro ci accoglie sui tornanti e quasi alla cime piccola sosta per fotografare una prima parte del Gruppo di brenta che si vede all’orizzonte. Scolliniamo e arriviamo in Loc. Viote dove si trova il Rigigio e l’orto botanico. Anche qui, mega foto di gruppo e via a fotografare i fiori alpini. C’è chi appunto si addentra nei fiori con le lenti macro, chi fa due chiacchiere e ci si conosce. Infatti per molto questo incontro è occasione per concretizzare un avatar, un nikename che tanto si legge o si scrive nelle pagine del nostro Forum. Dopo il pranzo lasciamo il rifugio e ci rilassiamo sui prati che ci circondano e socializziamo ancora e dopo la lotteria il pomeriggio prosegue con tanta goliardia, chi beve birra, chi guarda con un binocolo, chi fa un poker, chi prende il sole e chi canta accompagnata dalla mitica chitarra magistralmente suonata da Breizh. Il pomeriggio passa molto allegramente e in fretta e in molti salutano il gruppo per prendere la strada del rientro. L’incontro Trentini finisce, ma nelle menti di molti Soci resterà indelebile questo evento e ci si da appuntamento al prossimo…. Che dire, GRAZIE A TUTTI, grazie a chi ci ha raggiunto anche da molto lontano, da chi ha dato tutto in giornata sciroppandosi diversi chilometri, grazie a chi mi ha aiutato in particolare a tutti i trentini presenti e come già detto, appunto, grazie a chi c’è stato, senza di Voi non ci sarebbe stato nessun meeting !! • Marco Oss “Ossido” CCImagazine 2 - 7 foto di Chunk79 foto di Shotobass CCImagazine 2 - 8 foto di Chunk79 foto di Shotobass CCImagazine 2 - 9 scrivere con la luce IL MOSSO CREATIVO Una delle principali preoccupazioni del fotografo è quella di tenere la macchina ben salda tra le mani per evitare fotografie mosse. In questo articolo vediamo invece come utilizzare l’effetto mosso per caratterizzare le immagini con un senso artistico. Il mosso è una dei maggiori errori che si riscontrano in fotografia, soprattutto quando le condizioni di luce sono critiche come in scene notturne, o comunque con poca luce, o, più in generale, quando si utilizzano tempi di esposizione troppo lunghi, in relazione alla luminosità della scena ritratta, ma anche in relazione alla velocità con cui si muove il soggetto che intendiamo ritrarre. Per quanto concerne la ripresa a mano libera, una buona regola (anche se alquanto empirica) per evitare il mosso è quella di impostare un tempo di scatto pari all’incirca al “reciproco” della focale utilizzata. Mi spiego con un paio di esempi: se utilizziamo obiettivo con ua focale da 105mm, il tempo di scatto di “sicurezza” è di circa 1/100 di secondo; con una ottica da 300mm il tempo “limite” diventa 1/300... e così via. Questa regola vale per chi utilizza sensori full frame. In caso di APSC bisogna ricordarsi di moltiplicare le focali per il fattore di crop e dal risultato ricavare il tempo di posa di “sicurezza”. Come si intuisce, maggiore sarà la focale, più breve sarà il tempo di esposizione (fonte: wikipedia). Altra tecnica per evitare foto mosse consiste nell’utilizzo del cavalletto. Ma, come vedremo tra poco, il cavalletto (o comunque un generico appoggio solido e sicuro) sarà un alleato prezioso anche per gestire il mosso. Bene: questa è la regola, ma adesso proviamo a fare un ragionamento un po’ filosofico e proviamo a mettere in discussione i dettami dei manuali. Facciamoci queste domande un po’... “reazionarie”: posso utilizzare la situazione di scarsità di luce e/o di movimento della scena a mio vantaggio? Ma cosa succede se utilizzo la mia fotocamera con tempi “lunghi” e muovendomi di proposito? E ancora: come faccio a dare alla mie immagini un senso artistico particolare? Belle domande, alle quali cerchiamo di rispondere in questo articolo. Andiamo con ordine e cominciamo con una premessa: non è facile realizzare una foto con un mosso artisticamente accettabile. Troverete di certo qualcuno (in alcuni casi anche molti...) che vi dirà:”questa fotografia è sbagliata perchè è mossa”. Quanti di noi, all’inizio della propria “carriera” fotografica, hanno scartato decisamente decine di foto perché mosse? Io ne faccio tuttora molte di foto mosse (!!). Del resto tutti i testi consigliano di evitare l’uso di tempi di otturazione troppo lenti (vedi più sopra) proprio per far sì che il soggetto, anche se in movimento, risulti nitido nella nostra immagine anche nel caso in cui il fotografo muova involontariamen- te la fotocamera. Andando avanti con l’esperienza e soddisfacendo la voglia di sperimentare, invece, si impara che l’effetto di mosso, se ben calcolato, può conferire più dinamicità all’immagine e rendere con maggiore efficacia il senso della velocità. In altri casi casi possiamo programmare il mosso per ottenere una immagine creativa. Naturalmente non ci sono limiti fisici in merito all’attrezzatura da utilizzare: una fotocamera compatta può restituire grandi soddisfazioni anche se una reflex penso sia più adatta avendo una ampia gamma di tempi di posa selezionabili, una messa a fuoco decisamente più performante (anche se tanto dipende dalla lente che si monta) e uno scatto a raffica generalmente più veloce. Per quanto riguarda i soggetti e le scene da ritrarre l’unico limite è la fantasia: io qui ora farò solo qualche esempio, ma i modi di creare mosso artistico sono davvero infiniti: non diamoci limiti. Il tram dall’ esterno... Alcune volte è necessario utilizzare un cavalletto per fissare il movimento. Apparentemente questa frase sembra essere una contrad- Canon Eos 300D; Canon EF-S 35-70; F/7,1; 1”; Iso 400 CCImagazine 2 - 10 Canon Eos 300D; Canon EF 50mm; F/2,8; 1”; Iso 100 dizione in termini, ma pensandoci ... e dall’interno Dopo averlo fotografato, il tram, bene è proprio così. Il cavalletto serve a gestire la scena, il conte- ci sono salito sopra per tornare a casa :-) In realtà questa seconda sto, lo sfondo per riprodurlo nitido e chiaro. Il movimento del sogget- fotografia l’ho scattata in un altro momento, ma sempre sopra uno to farà il resto. di quei bellissimi tram di inizio seHo scattato questa fotografia in centro a Milano, la mia città. Na- colo che circolano per Milano e turalmente non è una idea mia, che, secondo me, la caratterizzano così tanto. Era un tardo pomema mi piaceva molto l’effetto del riggio di una uggiosa domenica di mosso visto in molte immagini di automobili nella notte: avete pre- novembre e mi sono posizionato in fondo alla vettura semi vuota. sente quelle foto in cui si vedono Ho appoggiato la fotocamera sulle strisce rosse dei fanali? Ecco, io lo scorrimano vicino al vetro e ho ho pensato di riporoporre il tema in una particolare chiave Meneghi- scattato. Il primo risultato è stana. Dopo molte prove sono arriva- to deludente principalmente perchè l’immagine risultava essere to a questo risultato. Ho scattato in manuale con un tempo di posa di 1” e con diaframma tutto aperto (f/3.5). Ho scelto di mettere a fuoco lo sfondo, dato che il soggetto in primo piano sarebbe venuto poco nitido per scelta. Avere foto nitide a livello accettabile tenendo la macchina perfettamente ferma tra le mani con una posa così lunga è molto molto difficile (ma non impossibile). Io non avevo il cavalletto con me, quella sera, quindi ho utilizzato un supporto di fortuna. Ho appoggiato la macchina fotografica in verticale ad un palo della luce, ho aspettato il tram e poi... click! Ecco il risultato. semplicemente una foto mossa. Il movimento del tram non era reso in modo abbastanza deciso e il senso di dinamicità non veniva trasmesso. In compenso i sobbalzi del tram hanno fatto si che il contesto risultasse poco nitido e restituisse una sensazione di mosso non controllato e quindi di una fotografia semplicemente sbagliata. Allora ho spostato la rotella delle impostazioni da P a M e ho cominciato a giocare coi tempi e i diaframmi. Sono arrivato a questo risultato esponendo la scena per 1” a f/8, in modo da ottenere una profondità di campo appena accettabile. Ho lasciato invece che la macchina scegliesse il fuoco. Certamente una impostazione del fuoco manuale avrebbe restituito una immagine diversa. La ruota panoramica. Questo è un mosso un po’ particolare. In fase di scatto, non si muove il soggetto, non si muove il fotografo e non si muove nemmeno la fotocamera. Si muove solo... la lunghezza focale. Questa particolare tecnica si chiama effetto zoom.Ora vi racconto. Ero in giro per la periferia est di Milano e ho visto la ruota panoramica del lunapark dell’Idroscalo. Ho fatto due o tre scatti, ma il risultato era molto Canon Eos 300D; Canon EF 70-300; F/3,5; 1,3”; Iso 100 CCImagazine 2 - 11 insoddisfacente, banale e affatto suggestivo. Mi sono fermato a pensare come rendere più interessante il soggetto e mi è venuta in mente una foto vista su una comunità fotografica su internet dove era ritratto un albero di Natale con una tecnica molto particolare. In pratica la tecnica consiste nel variare la focale dello zoom mentre l’otturatore è aperto. Ho voluto provarci anche io. Ho montato uno zoom abbastanza scarso dal punto di vista della qualità, ma con una escursione focale discretamente lunga: il 70-300. Anche in questo caso programma M, e fuoco manuale sulla giostra. Ho provato con diversi tempi di esposizione: il risultato migliore l’ho ottenuto con 1,3” di posa e f/3.5. In dettaglio questa tecnica, che secondo me è molto suggestiva, consiste nel tenere aperto l’otturatore per un tempo abbastanza lungo, ruotando la ghiera dello zoom dell’obiettivo dalla focale più corta a quella più lunga con un movimento fluido e costante, ma deciso, senza scatti o interruzioni della rotazione. Ho provato a fare anche il movimento inverso: ruotare, cioè, la ghiera dello zoom dalla focale più lunga a quella più corta, ma trovo che il risultato non sia altrettanto suggestivo. Però magari provando e riprovando... Le difficoltà maggiori che ho incontrato in questo caso sono due: la prima riguarda la velocità del movimento della ghiera dello zoom: deve essere sempre costante, come dicevo, ma soprattutto deve essere abbastanza lenta per comprendere tutto il tempo di posa. L’ideale è iniziare il movimento un nanosecondo prima che l’otturatore si apra e concluderlo un nanosecondo dopo che l’otturatore si chiuda. Il secondo problema, invece, riguarda il fatto di evitare i movimenti mentre con la mano si varia la focale dello zoom. Un buon cavalletto solido è essenziale per ottenere risultati accettabili e l’autoscatto aiuta molto. Ballando sul mondo Prima vi avevo detto che scattare a mano con tempi di esposizione alti (diciamo sopra il mezzo secondo) è molto difficile. Senza l’ausilio di un buon teppiedi o di un appoggio generico, maggiore è il tempo di posa, maggiore è la difficoltà di ottenere immagini accettabili in termini di nitidezza, ma anche -nel nostro caso- di controllare il mosso a fini artistici e creativi. Certo, difficile; ma non impossibile! E questa fotografia ne è la prova. Si tratta di persone che ballano il liscio nelle classiche feste di paese, all’aperto d’estate. E’ ovviamente la meno peggio fra Canon Eos 300D; Canon EF-S 35-70; F/3,5; 2.5”; Iso 100 una serie di più di 20 scatti tutti dello stesso tipo. Le condizioni di luce erano particolarmente difficili: era sera e la scena era illuminata dai classici proiettori da sala da ballo. Siamo all’aperto e luci di disturbo arrivano un po’ da tutte le parti. Ho deciso di lasciar fare tutto alla fotocamera per la scelta di tempi e diaframmi: ho usato il programma P per poter concentrare i miei sforzi sull’ immobilità della macchina tra le mie mani durante lo scatto. I dati exif della foto originale dicono: 100iso, f3,5, tempo di posa 2.5”. Difficile si, ma non impossibile, con una grandissima pazienza, buone basi fotografiche, tanta costanza, una infinità di passione e una dose infinita di... fortuna. Il Ruscello E finiamo con un classico: il mosso usato sull’acqua in movimento. Questa è una tecnica molto diffusa per rendere l’acqua con effetti davvero accattivanti. Ho scattato questa foto l’anno scorso nelle mie amate montagne. Le difficoltà principali nello scattare questo genere di foto è tenere ben ferma la fotocamera. Un buon cavalletto direi che è essenziale. Altro aspetto da controllare bene è la luce. Per ottenere questo tipo di effetto sull’acqua è necessario che l’ottu- Canon Eos 1D MarkII; Canon EF 50mm; F32; 1/8”; Iso L CCImagazine 2 - 12 fetto con un diaframma molto ratore stia aperto per un tempo chiuso (f32), iso bassi (L cioè 50), abbastanza lungo: maggiore è e un tempo di posa di 1/8 di seil tempo di posa, più suggestivo risulta l’effetto mosso dell’acqua. condo. Ho visto foto scattate con la stessa tecnica fatte al tramonto, Qualche seria difficoltà potrebbe esserci in giornate molto lumino- al mare, con tempi di posa anche superiori al secondo: l’effetto delse, di pieno sole. In questo caso la risacca delle onde sulla battigia, un buon filtro neutral density che leva uno, due o anche tre stop, uniti ai toni caldi della luce del crepuò risultare molto utile. In alter- puscolo restituiva effetti davvero suggestivi. nativa meglio scegliere le ore del crepuscolo per poter utilizzare iso bassi, diaframmi chiusi e tempi alti. Ottimo: adesso possiamo proprio Questa fotografia è frutto di diver- rispondere alle domande che ci se prove con tempi e diaframmi di- siamo fatti all’inizio di queste righe, non credete? E le risposte versi. La maggior difficoltà che ho sono alla portata di ognuno di incontrato è stata quella di trovare un buon equilibrio tra una inqua- noi. Si, posso usare la scarsità di luce a mio vantaggio. Si, posso dratura ideale e il fatto di riuscire a tenere ferma la reflex per tutto “giocare” con tempi e diaframmi il tempo di posa. Mi sono sdraia- per rendere la mia immagine più accattivante dal punto di vista arto per terra sull’erba di fronte al tistico e creativo. No, la difficoltà ruscello e ho appoggiato la Canon su un sasso. Ho ottenuto quest’ef- della scena a livello di luce non è un buon motivo per non scattare. Si, posso rendere dinamica la mia immagine muovendo il soggetto, la macchina, lo sfondo, la focale... a mia scelta a seconda di quello che voglio ottenere. Bene, questo è tutto per quanto riguarda il mosso creativo. Spero di aver suscitato il vostro interesse su queste tecniche forse inusuali ma certamente accattivanti, almeno per me. Ricordate che nulla è scolpito sulla roccia nel mondo della fotografia. E’ vero, ci sono le regole, ed è altrettanto vero che è necessario conoscerle bene prima di poterle “violare”, ma nulla e nessuno ci impedisce di provare, immaginare, inventare, creare... Non datevi limiti se non la vostra immaginazione e fantasia. • in piazza EVENTI FOTOGRAFICI lillipuz73 a cura di.... Mostre Milano: mostra fotografica “United Artists of Italy” dal 24 Settembre 2009 al 31 Gennaio 2010 La galleria Massimo Minimi organizza dal 24 settembre 2009 al 31 gennaio 2010 presso la Fondazione Stelline la mostra fotografica la mostra intitolata “united artist of italy” nella quale verrano presentate lepiù importanti opere scattate da 22 fra i più fotografi italiani. La mostra sarà dedicata ai ritratti degli artisti più significativi del periodo contemporaneo, la mostra non si limiterà a mostrare semplici immagini ma bensi di creare un percorso dedicato alla storia dell'arte comtemporanea mostrando gli artisti nel volto e negli atteggiamenti. La mostra “United Artists of Italy” di Milano è inoltre arricchita da una sezione inedita che raccoglie 11 fotoritratti eseguiti dalla giovane fotografa siciliana Michela Forte. MOSTRA FOTOGRAFICA “UNITED ARTISTS OF ITALY” Milano, Fondazione Stelline, corso Magenta 61 Dal 24 Settembre 2009 al 31 Gennaio 2010 Orario Mostra: dal martedì alla domenica dalle ore 10:00 alle ore 20:00 (chiuso il lunedì) Costo Biglietti Mostra: - biglietto intero € 8 - biglietto ridotto € 6 - biglietto scuole € 3 PER INFORMAZIONI: Tel 02-45462411 CCImagazine 2 - 13 Nonluoghi 17 Settembre - 17 Ottobre 2009 - Autori: Roberto Mosi Da giovedi 17 settembre presso la biblioteca palagio di parte guelfa si inaugura la mostra di roberto mosi con il tema fotografia e poesie “non luoghi” L'autore mischia fotografia e poesia in modo da creare una narrazzione semplice e immediata. INFORMAZIONI: vernissage: 17 settembre 2009, ore 18.00, Sala dei Consoli dove: Firenze (FI) presso: Biblioteca Palagio Parte Guelfa, Piazza Di Parte Guelfa 1 orari: da lunedì a venerdì 9.00–18.30; sabato 9.00–13.00 biglietti: ingresso libero PER ULTERIORI INFORMAZIONI: tel: 055 2616029 - 055 2616030 fax: 055 2616031 [email protected] www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/ppguelfa.htm Il futurismo nella fotografia Dal 17 settembre al 15 novembre 2009 presso il Museo di Storia della Fotografia F.lli Alinari, piazza Santa Maria Novella 14A rosso - Firenze si terrà la mostra futurismo nella fotografia la mostra contenti 120 opere fra i più importanti fotografi futuristi tra quali Ivo penneggi, vinicio palladini. La mostra e organizzata dalla fondazioni alinari, il museo del cinema e della fotografia di torino e il mart di trento e rovereto. Riscopri l'italia il fotoamatore organizza un concorso fotografico con tema “riscopri l'italia” i premi in palio per i vincitori premi tra reflex e videocamere sony, la partecipazione è aperta a tutti senza spese di partecipazone, le stampe dovranno essere da un min di 12x18 ad un massimo di 20x30 senza post-produzione il concorso si chiude il 30 settembre 2009. Diaframmi visuali I fotografi Armen Casnati e Matteo Cirenei presentano dal 24settembre al 9 ottobre a milano presso lo showroom Minotti Cucine ed extrahenrytimi la mostra con tema “diaframmi visuali” il tema si sviluppa attraverso una lenta ed accurata visione sul mondo da cui la ricerca di trovare dei “diaframmi visuali” in modo da rallentare la percezione attraverso una visione forzata con la quale andare oltre. Secondo gli autori tutte le fotografie hanno un “diaframma” che visto in maniera simbolica come cllegamento tra punto di vista del fotografo e del luogo fotografato creano una simbiosi tra composizione e sfondo creando un'equilibrio tra loro indispensabile per una buona riuscita dell'immagine. Curatore: Giorgio Tartaro, giornalista. Vernissage: giovedì 24 settembre 2009, ore 18.30 - 21.30 Durante il vernissage sarà possibile degustare i vini del Castello di Volpaia Dove: showroom Minotti Cucine ed extrahenrytimi piazza diaz 5 - Milano mostra: fino al 9 ottobre 2009 Orari: lunedì-venerdì 10-19; sabato 11-18; domenica chiuso Concorso Fotografico Europeo EBT 2009 Anche quest'anno l'ente bilaterale del turismo presenterà un concorso fotografico per selezionare 13 immagini che formeranno il caledario del 2010. l'iscrizione e limitata a fotoamatori maggioreni e il costo e di 10 euro il tema di quest'anno sarà dedicato al :TURISMO: INTRECCIO DI IMMAGINI, EMOZIONI IN UN MONDO GLOBALE. Per i vincitori i premi saranno: 1° premio: 800 euro + soggiorno di 2 notti per due persone in una capitale europea offerto dall’Hotel Papadopoli di Venezia. 2° premio: 500 euro 3° premio: 400 euro Premio “Fulvio Roiter”: una fotografia autografata dal maestro per chi fosse interessato ad iscriversi e inviare le foto PENSO SAS - Concorso fotografico EBT 2009 Via Marignana, 108/C 31021 Mogliano Veneto TV – Italy [email protected] per maggiori informazioni in merito consigliamo di visitare il sito http://www.ebt.ve.it/ CCImagazine 2 - 14 caffé con l’autore MatteoeMariaelena:duecuoriinunclick. gio che abbiamo concluso e prevalentemente saranno foto di ritratti animali. Una parte a colori ed una in bianco e nero. Canon EOS-1D Mark III; f/6.3; 1/1250sec; focale 600mm I suoi scatti hanno più volte lasciato esterrefatti molti di noi che nelle pagine del forum hanno potuto apprezzarne la bellezza. Rapaci, leoni, fenicotteri, volpi e gufi. Aquile, paesaggi da sogno e macro da urlo. E tutte con un denominatore comune: la perfezione nel raccontare il mondo. Questo è Matteo Bonfanti. Brianzolo dalla nascita. Nato nel 1975, all'età di 19 anni comincia a girare e fotografare il mondo insieme all'allora fidanzata ed oggi moglie Marialelena con la quale ha sempre condiviso ogni tipo di passione dalla fotografia al tiro con l'arco alla subacquea. La prima macchina fotografica era una Minolta che conserva ancora. Con sua moglie Marielena ed i fidi Canon 600 f.4 e Canon 300 f2.8, Matteo e Marielena, hanno girato il mondo non solo verso gli altri quattro continenti ma anche sotto casa propria, perché le belle foto arrivano anche apprezzando ciò che ci circonda. Una passione che ora culmina con una mostra della durata di un mese che comincia sabato 12/09/2009 in un noto locale frequentato dagli artisti con base Milano. Questo il link: http://www.milanomia.com/VIA/MONTENERO/FRESCOART/FRESCOART.htm Matteo, partiamo da questo punto di arrivo. La mostra. La mostra è organizzata da un amico del mitico Breizh (che tutti conosciamo come una colonna del CCI – ndg -). Lui cura la parte artistica del locale dapprima selezionando gli artisti che espongono ed aiutando nella selezione delle foto. Il tema sarà l'Africa,l'ultimo viag- Wow. Questo è l’oggi ma nel passato, come è nata e cresciuta la passione per la fotografia. La passione,come tutte le passioni VERE, è nata per caso. Appena diciottenne ho provato ad impugnare una reflex, quella di mio cognato e da subito sono rimasto affascinato all'idea di poter comporre attraverso il mirino quello che solitamente si osserva con minore attenzione, vedendo il mondo con un’altra prospettiva, diciamo così. Prima di passare a Canon avevo un corredo Minolta di tutto rispetto col quale ho fatto i migliori scatti della mia vita, vuoi perchè legati al ricordo, vuoi perchè eseguiti in posti meravigliosi. Come pensi che il digitale possa aver cambiato la fotografia targata rullino e carica manuale. Canon EOS-1D Mark III; f/4; 1/640sec; iso-400; focale 600mm CCImagazine 2 - 15 Canon EOS-1D Mark III; f/5.6; 1/320sec; iso-800; focale 600mm Canon EOS-1D Mark III; f/2.8; 1/4000sec; iso-200; focale 300mm Nel mio caso ha comportato una notevole spesa legata al cambio di tutto il corredo. Questo perchè Minolta non ha saputo/voluto restare al passo con gli altri marchi. Confesso che seppure io non sia mai stato uno dall'otturatore facile, col digitale qualche scatto in più me lo concedo. Credo comunque che il digitale offra a chiunque la possibilità di fare foto con la massima libertà e la minima spesa a livello di quello che una volta era sviluppo e stampa. Ad oggi l'analogico non mi manca ma,qualora ne sentissi la necessità, qualche rullo lo scatterei senza alcun problema. produzione. Sicuramente sulle ottiche. Sono dell'idea che un buon obiettivo montato su qualsiasi corpo dia ottimi risultati. Sul contrario ho dei dubbi. Da autodidatta il consiglio che posso dare è quello di affrontare la crescita fotografica con umiltà, accettando i consigli e facendo tesoro delle esperienze. Quando parti per i tuoi viaggi, che attrezzatura porti e soprattutto quanto tempo impieghi per studiare il luogo che andrai a visitare. In quest'ultimo viaggio in Kenya abbiamo portato 1DMarkIII 1DMarkIIN 300f2.8 600f4. 70/200f2.8 Sigma 12/24 Duplicatori di focale Flash Monopiede e treppiede Il trasporto è stata sicuramente la parte più impegnativa del viaggio ma dovevamo affrontare 10 giorni di safari. Siamo contenti di aver portato tutto, niente è risultato superfluo. Per viaggi all'estero ed in paesi come Africa, India e simili consiglio sempre (e lo facciamo anche noi) di affidarsi a locali per guide e trasporti. Quando scattiamo in Italia col nostro gruppo di amici andiamo in posti quasi sempre facilmente raggiungibili che si conoscono sia per il passaparola che per le ricerche personali. • Sandro Piras Quanto conta per te la post produzione. In percentuale direi un dieci percento. Faccio il massimo in fase di scatto, primo perchè non ho esperienza di post produzione e secondo per un discorso personale. Non condanno chi ne fa uso, anzi, li invidio per questa capacità che a me, al momento, manca. Dovendo spendere dei soldi per la fotografia, su cosa punteresti: fotocamera, obiettivi, accessori, un buon libro sulla fotografia oppure uno sulla post Canon EOS-1D Mark III; f/4; 1/1600sec; iso-400; focale 600mm CCImagazine 2 - 16 LA DIECI GIORNI EQUESTRE dietro le quinte Preparazione psicologica e fisica, gli ingredienti giusti Sono veramente pochi gli eventi che durano dieci giorni, ma sono ancor meno quelli che impegnano fisicamente e psicologicamente come la “10 giorni equestre” di Predazzo: una decina di giorni dedicati a concorsi internazionali e nazionali di salto ostacoli alla quale hanno partecipato un grandissimo numero di binomi cavalierecavallo, più e meno conosciuti. La prima cosa da prendere in considerazione analizzando lo svolgimento di un evento del genere, visto dagli occhi del fotografo o fotogiornalista, è la grandezza del campo di gara: il campo di Predazzo, oltre ad essere uno dei migliori campi per quanto riguarda cura e manutenzione, è anche il campo gara più grande in tutta Italia. Questo fattore non va assolutamente sottovalutato in quanto già suggestiva vista del complesso di gara dall’alto dopo i primi giorni le gambe cominciano a stancarsi, a causa delle camminate veloci da una parte all’altra per trovare “ la luce”, per trovare il momento e del continuo ripetersi dello stesso percorso per 10, 20 ma anche 40 volte. Non è da sottovalutare la grande responsabilità che si aggiunge al già faticato compito del fotogiornalista: la documentazione di sponsor, attività contemporanee in area vip, foto-interviste e tutto ciò che concerne la vita dentro e fuori dal campo gara. Analizzando anche una sola delle giornate passate qui, si comprende perfettamente il grosso workflow da seguire minuziosamente: sveglia alle 7.00, inizio delle attività alle 8.00, trattamento e separazione delle foto della precedente giornata, report delle gare più importanti ed eventuali recuperi di sponsor e banner vari. Infine la completa disposizione agli addetti stampa: cosa fondamentale per creare un perfetto connubio tra foto e testi. Chi mi ha affiancato in questi dieci giorni sono stati i giornalisti Mauro Bonvecchio e Matteo Lunelli che, grazie al loro impegno, hanno innalzato l’attenzione mediatica dell’evento. La lista di sponsor è stata lunga da completare: cercare di cogliere un banner, animato da un salto in primo piano oppure vivacizzato da un’inquadratura artistica non è cosa che si fa in un paio di giorni e a me ha portato via esattamente sette dei dieci giorni a disposizione. Nel frattempo però il fotogiornalismo imponeva un’accurata doCCImagazine 2 - 17 cumentazione di podi, premiazioni, cadute e chi più ne ha più ne metta. L’input ovviamente non è stato mio ma i vari servizi venivano esplicitamente richiesti dagli addetti stampa: foto di “celebrità” del mondo ippico, foto di singoli atleti fuori dalla gara, foto di organizzatori o tutto ciò che poteva regalare un buon motivo per lasciare spazio alla carta stampata. Moltissimi sono gli spunti che una manifestazione di tale rilevanza e dimensioni può portare nell’anima di ogni fotografo…grazie a queste manifestazioni, che sono di livello internazionale, il fotografo può crescere e migliorarsi insieme all’organizzazione delle stesse. Il lavoro dei MEDIA per manifestazioni di calibro internazionale è veramente molto importante e perciò è fondamentale trovarsi pronti ad affrontarlo già qualche settimana prima di esso, partecipando a riunioni della direzione ed esponendo le proprie idee e preferenze. Successivamente, dopo aver pianificato in modo accurato il tutto si può passare all’organizzazione personale: attrezzatura fotografica, attrezzatura “press” e riordino delle idee. Avendo già lavorato a diversi concorsi ippici e di conseguenza avendo le idee già molto chiare sull’argomento, le fasi pre- La Sala stampa cedentemente descritte mi hanno rubato non troppo tempo. Passiamo ora ai dati più tecnici per i lettori di questo articolo: come si prepara il fotografo ad affrontare un lavoro di tale portata? Fondamentale è la scelta dell’attrezzatura: raramente si utilizzerà lo scatto multiplo alla massima velocità, per cui un corpo 1D non è obbligatorio. Mi sento vivamente di consigliare un corredo composto da un corpo FF e un corpo APSC, dotati di obiettivi 15mm fish-eye, 16-35, 24-70 e 70-200. Infine tornerà utilissimo in un campo grande come quello di Predazzo il moltiplicatore di focale 1,4x. Gli obiettivi saranno spesso intercambiati e non esiste un obiettivo che possa essere tenuto fisso su una macchina, perché ad un evento del genere non si può non fare a meno di qualche vetro. 3 memory da 2 GB e 3 da 4 GB sono perfette per il tutto, unite da un HDD esterno collegato ad un buon Mac con Bridge e Photoshop accesi ed infine con un buon lettore di memory card, preferibilmente fire wire. Pocket Wizard per contornare il tutto ed una serie molto ampia di supporti: supporto da terra per appoggiare la macchina fotografica e scattare con i PW (Pocket Wizard), Manfrotto Super Clamp o Magic Arm per scattare a distanza con la macchina attaccata ad un’ostacolo, treppiedi per un eventuale 300mm. Fondamentale anche il numero di batterie: almeno 2 per macchina a meno che non parliamo delle nuove 1D, con cui giù una batteria è sufficiente. Io ho deciso di organizzarmi al meglio che sono riuscito: binomio 40D e 1D e svariati obiettivi. Come sempre nel mio zaino c’erano i PocketWizard, che sono stati fondamentali per alcuni scatti pieni di vita. Monopiede e treppiedi sono rimasti a casa, ovviamente, in quanto potendo stare in campo ho utilizzato focali fino a 200mm al massimo moltiplicate con l’extender 1,4x. In loro assenza però ho avuto modo di perfezionare le tecniche di utilizzo del Manfrotto MagicArm con annessa la Super Clamp, ovvero un braccio che mi ha permesso di montare la fotocamera direttamente sugli ostacoli. Al mio fianco, come già anticipato, una 1D e una 40D corredati da 2470, 70-200, moltiplicatore 1,4x e, special guest, il 16-35. Il 16-35, per un evento del genere, è stato più che altro un obiettivo “specialistico” nel senso che ha avuto utilizzo solamente per le foto con i “maghi tascabili” (pocket wizard) inserito in un ostacolo per riprese di effetto. Sempre con me il 24-70 che è stata la scelta migliore per il 90% delle volte grazie alla sua escursione e alla sua qualità, aggiunti al fatto di essere una lente che non ha affatto una vista attraverso la mia postazione stampa CCImagazine 2 - 18 paura di qualche goccia d’acqua. Il 70-200 è stato ugualmente utile in riprese mirate alla valorizzazione di sponsor e marchi pubblicitari, altro elemento fondamentale per un fotoreporter. Grazie al moltiplicatore sono riuscito ad ottenere immagini perfette dall’elicottero, che ha accompagnato me e il collega di SKY in un giro sopra al campo gara e al paese ospitante: Predazzo. Non è stato molto facile gestirsi in due in uno spazio minuscolo, quale quello del portellone dell’elicottero, ma come sempre è stato divertente anche se non è mai una delle operazioni più facili da compiere per via delle alte vibrazioni e della pericolosità del tutto. Per le riprese dal’alto il mio binomio preferito è sempre il 24-70 montato su una 1D e il 70-200 o il 300 montato su un corpo APSC. Tempi rapidi e iso medi per evitare le vibrazioni dell’elicottero ed un po’ di fantasia, senza aver paura a sperimentare effetti come l’effetto zoom che dall’elicottero, se ben Suggestiva ripresa dal basso EXIF: 40D + 24-70 f/2.8 1/800, f/11, 24mm ISO 500 studiato, produce effetti stupendi. In sala stampa avevamo 3 portatili (2 macbook pro e un Toshiba), connessione wireless per l’immediato invio delle foto agli interessati, telefono con numero dedicato ed un bel frigo bar per rifocillarsi vista anche la grande quantità di caldo. Le giornate sono state pienamente impegnate, con un lavoro continuativo dalle 7 di mattina alle 20, contando anche il pranzo, sempre li in zona, che ci occupava poco tempo (mezz’ora solitamente). Se mai vi dovesse capitare di fotografare ad un evento del genere, vi consiglio di armarvi di molte energie, fisiche e mentali ma soprattutto di moltissima fantasia, che in un evento del genere è sempre obbligatoria per variare gli scatti. • Federico Modica CCImagazine 2 - 19 astrofotografia startrail Ripendere la rotazione della volta stellata Startrail di 123 minuti in assenza della Luna Canon Eos 40D -EF-S 17/85mm. f/4-5,6 IS USM @17mm.- 41x180 sec. F.6,3 - ISO 400 Un saluto stellare ed un bentornato agli amici del CCI! Con la speranza che la prima uscita di questa rubrica abbia catturato l’interesse di qualcuno di voi, in questo numero vorrei proporre un genere di ripresa del cielo notturno che regala risultati entusiasmanti e rende possibile dare sfogo alla propria creatività ed inventiva senza dover necessariamente disporre di una strumentazione specializzata: La Rotazione della Volta Stellata o Startrail. Nel fotografare il cielo notturno ci accorgeremo che i colori delle immagini sono quasi irreali o comunque diversi da come noi li percepiamo con i nostri occhi. Questo dipende dal fatto che i sensori, o le pellicole, delle nostre fotocamere hanno una sensibilità superiore alle frequenze luminose rispetto al nostro apparato visivo. Infatti vedremo come le stelle, o le strisciate che i loro fotoni lasciano sul sensore/pellicola, saranno variamente ed intensamente colorati. Ciò è dovuto al fatto che le stelle emettono radiazioni luminose dif- ferenti in base alla loro tempera- seconda della distanza dalla Stella tura superficiale ed alla loro com- Polare degli astri presenti nel campo inquadrato. Questo è dovuto al posizione chimica. Più sono fredde più tendono verso il rosso, per fatto che l’asse di rotazione della passare all’arancione, giallo, bian- Terra punta proprio nelle immediate vicinanze di questa stella che, co o azzurro all’aumentare della loro corrispondente temperatu- come vedremo, nella maggior parte dei casi sarà molto utile per dora. Anche il cielo potrà assumere nare spettacolarità alle immagini. delle tonalità inaspettate e con effetti a volte incredibili. Una qual- Se non si è in grado di localizzarla, esiste un sistema per trovarla che forma di illuminazione esiste facilmente ed è quello di usare sempre, perfino la luminosità della come riferimento la costellazione Via Lattea contribuisce, nei luoghi più remoti assolutamente esen- dell’Orsa maggiore, conosciuta anche come Grande Carro, l’asteti da inquinamento luminoso, a schiarire il fondo cielo. Sfruttando il movimento della terra con delle fotografie a lunga posa si potrà registrare il moto apparente della Volta Stellata, evidenziato dalle strisciate delle stelle che formeranno dei variopinti archi luminosi più Come trovare la stella polare nel cielo notturno Canon Eos 40D EF-S 17/85mm f/4-5,6 IS USM @17mm.- 59 sec. F.6,3 -ISO 500 o meno lunghi a CCImagazine 2 - 20 risma composto dalle sue stelle più luminose. Unendo con una linea immaginaria le due stelle che compongono il lato posteriore del Carro ed allontanandosi di circa cinque volte la distanza tra di loro, si raggiunge una stella di discreta luminosità, la Stella Polare appunto, che si trova all’estremità del timone del Piccolo Carro. Quindi conosciuti un po’ più da vicino i soggetti ed i meccanismi che andremo a fotografare, ora vediamo un po’ cosa ci serve per la realizzazione di questo piccolo ma intrigante progetto. Strumentazione. Oltre alla macchina ed a un obiettivo a corta focale, va benissimo anche il 18/55 o il 17/85 spesso presenti nei kit delle reflex digitali Canon, servirà un cavalletto sufficientemente stabile e, se possibile, un telecomando per lo scatto remoto. Al posto di quest’ultimo può anche andare bene l’autoscatto, ma limiterà le singole esposizioni al massimo a 30 secondi, restringendo le possibilità creative delle riprese. Chi poi può disporre di un telecomando programmabile, come il Canon TC80n3, sarà nelle condizioni migliori per utilizzare il tempo necessario alle esposizioni, inevitabilmente molto lungo, per occuparsi anche di altre attività come ad esempio osservare il cielo o fare qualche chiacchierata in compagnia. Utile sarà anche avere una batteria di riserva se si prevede di realizzare una serie di riprese molto lunga. Scelta del luogo e del momento. Sarà importante ai fini del risultato finale scegliere un luogo ed un momento adatto a questo genere di riprese. I tempi di esposizione saranno lunghi, perciò è assolutamente necessario allontanarsi da forti fonti di luce che rovinerebbero irrimediabilmente l’immagine. Per lo stesso motivo è bene attendere almeno un’ora dopo il tramonto, evitare le serate in cui la luna è presente nel cielo anche se, in alcuni casi creativi, potrebbe rendere l’immagine affascinante rischiarando un eventuale soggetto o panorama circostante incluso volontariamente nel campo inquadrato. È bene anche cercare di posizionare l’attrezzatura in un luogo riparato dalle folate di vento che potrebbe far traballare o addirittura far cadere il cavalletto. Tecniche di ripresa. È qui che ci si può sbizzarrire! Infatti, salvo alcune raccomandazioni che esporrò qui di seguito, non si può parlare di una regola fissa. A seconda degli effetti che si vogliono ottenere Startrail di 90 minuti con presenza della Luna in cielo Canon Eos 40D EF-S 17/85mm. f/4-5,6 IS USM @17mm. - 30x180 sec. F.5,6 ISO 400 possono essere adottate numerose varianti. Le raccomandazioni più importanti sono di effettuare una serie più lunga possibile di esposizioni al fine di mantenere sufficientemente scuro il fondo cielo minimizzando il rumore elettronico, di curare al massimo la focheggiatura e di eliminare ogni tipo di vibrazione. La messa a fuoco delle stelle, anche se la focale è molto corta, è basilare. Prima di tutto è necessario disattivare, se disponibili, l’Autofocus e lo Stabilizzatore di Immagini. Se si ha a disposizione il Live View, usarlo all’ingrandimento massimo su di una stella molto luminosa, altrimenti usare il mirino focheggiando fino a che la stella inquadrata non diventi il più puntiforme possibile e poi procedere ad una prova con un’esposizione non troppo lunga, 20/30 secondi 100/200 iso, e verificare l’immagine ottenuta. Le vibrazioni si possono evitare, oltre alla sistemazione in un luogo riparato dal vento, utilizzando innanzitutto la funzione specchietto sollevato o il Live View attivato, poi, se possibile, scattare con il telecomando avendo l’accortezza di mantenere il cavo sempre morbido, sia durante lo scatto sia quando lo si rilascia, per evitare che il filo teso possa trasmettere movimenti alla strumentazione. In alternativa usare l’autoscatto con ritardo di 10 secondi ad ogni inizio ripresa. Effettuare molte riprese, queste verranno poi facilmente assemblate con l’ausilio di un programma appositamente realizzato che esporrò in un paragrafo seguente. Questa tecnica è molto redditizia e semplice quando si usa una reflex digitale. Essa permette di ottenere immagini con basso rumore elettronico e non satura il fondo cielo. Creatività. Sebbene la ripresa della rotazione della Volta Stellata sia affascinante di per se stessa, rischia di diventare ben presto CCImagazine 2 - 21 monotona dopo il raggiungimento delle tecniche ideali. Per ovviare a questo, è consigliabile includere nell’inquadratura dei soggetti che possono arricchire e rendere più reale l’immagine aiutandosi con dei colpi di flash, sfruttare la luce della Luna o delle tenui illumina- può andare sul sito www.danheller. com/star-trails.html e trarre degli interessanti spunti dalle meravigliose immagini realizzate. Sommare le immagini con STARTRAILS. A questo punto non rimane che comporre l’immagine finale Startrail di 90 minuti con presenza della Luna in cielo (Pale di Cimone) Canon Eos 40D EF-S 17/85mm. f/4-5,6 IS USM @22mm. - 20x180 sec. F.5,6 ISO 400 zioni presenti nel campo visivo o anche farsi aiutare da qualcuno che in una delle esposizioni maneggi una debole torcia o una candela illuminando dei soggetti o disegnando delle tracce luminose ai margini del fotogramma. Questo naturalmente comporta un aggiustamento della focale, dei tempi di esposizione, del diaframma e degli iso. Focali consigliabili vanno dai 15 agli 85 mm, diaframma dal più aperto possibile ad un 6,3, iso dai 100 ai 400. Si presenteranno svariate situazioni a seconda della presenza o meno di inquinamento luminoso, trasparenza del cielo, presenza della Luna o di altri elementi che possono influire positivamente o negativamente al risultato finale. Qui entra in gioco anche la capacità di saper sfruttare ogni variabile per poter realizzare delle composizioni originali. Queste sono delle indicazioni di massima, ma chiunque può proporre o trovare la soluzione più adatta e personalizzarla. Chi vuole sommando tutte le esposizioni realizzate. Grazie al grande Federico Manzini, che in un articolo sulla rivista di Astronomia Nuovo Orione lo ha segnalato, ho trovato molto utile, semplice e veloce il programma Startrails, sviluppato da Achim Schaller di Friburgo , Germania, scaricabile gratuitamente dal sito www.startrails.de/html/software.html. Il peso è di soli 200kb e l’interfaccia è molto semplice ed intuitiva ed è possibile realizzare anche dei filmati avi per visualizzare il movimento della rotazione. E’molto consigliabile proprio per la sua praticità nel produrre immagini d’effetto con le riprese ottenute dalle camere digitali di panorami con la volta stellata che si muove sopra di essi. Pillole di Astronomia. Tutti noi sappiamo bene che la Terra ruota su se stessa ed orbita attorno al sole con una certa regolarità. La sua posizione nel Sistema Solare, protetta all’esterno dai Pianeti Giganti e ad una distanza ideale dal Sole, e l’avere un satellite di grandi dimensioni come la Luna che, con un gioco gravitazionale stupefacente, mantiene costante l’inclinazione dell’asse terrestre sono alcuni dei fattori che hanno contribuito in maniera decisiva a garantire un tempo sufficientemente lungo di relativa stabilità tale da permettere l’evolversi di forme di vita intelligente. E’ ben nota anche la peculiarità della Stella Polare che, fin dall’antichità, è stata utilizzata dall’uomo come punto di riferimento per i propri spostamenti. Infatti l’asse di rotazione dell’emisfero settentrionale terrestre punta in una zona del cielo vicinissima proprio a questa stella che, grazie alla sua discreta luminosità, per millenni ha facilitato non poco le cose a viaggiatori di terra e di mare. Ma forse non tutti sanno che la Stella Polare non è stata e non sarà sempre l’effettiva “Stella Polare” del nostro cielo. Ai tempi dell’edificazione della Grande Piramide di Cheope la stella polare si poteva identificare in Thuban, l’astro più luminoso della costellazione del Draco, e fra 12.000 anni invece lo sarà Vega, il più luminoso della costellazione della Lyra. Tutto ciò è dovuto ad una lieve oscillazione dell’asse di rotazione terrestre, simile a quello di una trottola, e denominata precessione degli Equinozi: www. Astroarte.it/astronomia/corso/precessione.htm Per questo numero è tutto e, nella speranza di poter essere stato sufficientemente chiaro, ricordo che nei giorni seguenti la pubblicazione di questo numero del Magazine, aprirò un Topic nella sezione Astrofotografia del Forum, con l’intento di poter dare spazio alle vostre richieste di eventuali ulteriori chiarimenti ed anche per dare spazio ai risultati ottenuti. Buona Luce e Cieli Sereni! • Flashiridium CCImagazine 2 - 22 dal forum nick:Nymphalidae; nome:Alessandra Acremoni e Rocco Marciano; titolo:Procambarus clarkii Canon EOS 40D; Fish eye Sigma 15 mm f/14; 1/60sec; iso-100; distanza focale 15mm nome: nicola verardo; titolo: olio nikon D700M; nikkor 105 micro f/8.0; 1/60 sec; iso 200 CCImagazine 2 - 23 Autore:Diego Rocco; Nick:Redoctober; TITOLO:Tempus fugit Canon eos 450D; Canon ef-s 18-55 is 1/1250 sec; f/5; iso-100; lunghezza focale: 46mm Nome: Carmelo Leggiero; nick:MonteCristo; titolo:Valentina Macchina: Eos 40D; Lente: EF 85mm 1.8 Apertura: f 2.8; 1/80 sec.; ISO: 100; lunghezza focale 85mm CCImagazine 2 - 24 Titolo - Aurora in città: la chiesa di S. Giustina a Padova; Autore: Andrea Gasparotto; Nickname: AndreaSixties Canon PowerShot SX100 IS f/4; 1/250sec; iso 100 nome: Giovanni Zola; titolo: Sachsenring Canon EOS-1D Mark II N; canon 28-300 IS f/5.6; 1/200sec; iso-50; distanza focale 300mm CCImagazine 2 - 25 AUTORE: Filippo Picinni Leopardi; nick: filippo66; titolo: Welcome to Mars Canon EOS 5D Mark II; Canon EF 16-35 f2,8 L USM II; 1/80 sec; f 11; 50 ISO ;Lunghezza focale: 16mm Autore: Gianluca Nuzzo; Nick: Giansu; Titolo: Broken Camera: Canon EOS 40D; Obiettivo: Tamron 17-50mm f/2.8 Tempo: 0.005 sec (1/200); Diaframma: f/8.0; Lunghezza focale: 33 mm; ISO: 100 CCImagazine 2 - 26 Nick: R.O.S; Titolo: il treno dei sogni Canon EOS 40D; Canon 24-105 L Apertura f / 9; Esposizione 1/250 sec.; Focale @24mm; ISO 100 Nick: ascaniotealdi; Nome: ascanio tealdi; Titolo: Libellula terrific, calopteryx splendens Canon eos 40D; EF100mm f/2.8 Macro USM; 1/160sec; iso-800; distanza focale 100mm CCImagazine 2 - 27 Titolo foto. Viaggiare; Nickname: Picture ; Nome e Cognome: Giovanni Del Curto Macchina: Canon Eos 40D; Obbiettivo: Tamron 18/250 mm. Diaframma: F/25; Tempo: 1/80 sec.; ISO: 400; Distanza focale: 50 mm. nome:Paolo Albertini; nick:c@ppuccino kid; titolo: la città immaginaria #4 Canon EOS 20D; canon ef-s 10-22 f/8.0; 1/10 sec; iso-100 CCImagazine 2 - 28 Il Canon Club Italia è la prima e unica community di canonisti nata per gli appassionati e possessori di materiale Canon, da quando siamo nati (2005) hanno tentato di imitarci in tutti i modi, ma le imitazioni hanno le gambe corte, come le bugie!!! Un portale Fotografico rivolto a tutti con un occhio di riguardo verso il mondo della fotografia visto attraverso attrezzature Canon, il nostro portale è aperto a tutti, massima libertà di opinione, siamo svincolati da ogni realtà commerciale e quindi totalmente indipendenti!! Diffidate dalle imitazioni, l'unico Canon Club siamo noi!!! iscrivetevi in tanti, qui è tutto gratis!!!! WWW.CANONCLUBITALIA.COM