CASA Dove abitano le emozioni Definizione • • Per casa si intende una qualsiasi struttura utilizzata dall'uomo per ripararsi dagli agenti atmosferici; essa generalmente ospita uno o più nuclei familiari e talvolta anche animali. Può in parte corrispondere al concetto di unità abitativa coniato dal Movimento moderno in architettura ed è stato nella storia il primo elemento fabbricato, che è andato ad incidere sull'ambiente naturale realizzando l'ambiente costruito proprio dei paesi e delle città. Tipologie • La grotta è la prima forma di casa riparata, scavata nella roccia in seguito a fenomeni d'erosione, soprattutto marina, fluviale o glaciale e di altre specie. • La tenda, invece, accompagna fin dal suo apparire il nomadismo dell'uomo e ancora esiste in forme assai varie. • La capanna, che compare nel Neolitico, implica già un progetto di architettura primitiva; il tipo più elementare è un riparo costruito con rami piegati ad arco e fissati al terreno per le due estremità e quindi ricoperti di frasche. • Un tipo particolare di abitazione, anch'esso risalente al Neolitico, è costituito dalle palafitte, ovvero da case di legno innalzate su piattaforme infisse nell'acqua su alti pali, allo scopo di difesa in ambienti acquitrinosi e paludosi. Materiali • • • • I materiali variano secondo il clima e la cultura del popolo: dal feltro dei Mongoli alla pelle di bufalo dei Sioux al ghiaccio per gli igloo. L'uso del legno per le abitazioni è comunque tipico delle aree boschive settentrionali ed estremo orientali, mentre l'uso del mattone contraddistingue le aree meridionali e orientali. La costruzione con muri di argilla, ciottoli e pietre a blocchi cominciò alla fine del Neolitico, nelle grandi civiltà d'oriente. Qui iniziarono ad essere costruite case la cui struttura rimarrà immutata nel corso dei secoli. Sono prevalentemente abitazioni ad uno o più piani, con il tetto a forma di terrazza che serve a raccogliere l'acqua piovana. Attualmente in Giappone le case sono strutturate per i frequenti terremoti, per questo sono leggerissime e mobili. Matti Suuronen, FUTURE HOUSE, 1968, siti vari A Soluzioni abitative odierne Casa monofamiliare destinata ad ospitare un solo nucleo famigliare e può essere o: – casa isolata se circondata da uno spazio verde privato. Questa tipologia abitativa richiede un considerevole sviluppo di strade e condutture per i servizi ed è caratteristica delle aree a densità abitativa molto bassa. – casa a schiera se costituite dall'aggregazione di alloggi unifamiliari, ciascuno dei quali ha due lati in comune con gli alloggi contigui e dispone di due fronti liberi, l'ingresso e il giardinetto privato, e generalmente si dipana su due piani. Paul Rudolph, MILAM RESIDENCE, 1962, Jacksonville Florida, Usa Palazzina plurifamiliare • • La Palazzina plurifamiliare è un condominio consistente in un fabbricato solitamente libero da ogni lato, costruito su aree piuttosto ristrette, con 2-6 appartamenti per piano e con un numero variabile di piani solitamente 3-6. Caratteristico di questa tipologia abitativa sono i cortili interni o le chiostrine sulle quali si affacciano i vani di servizio. Questa soluzione abitativa si è diffusa nelle prime fasce periferiche delle grandi città nel secondo dopoguerra, non sempre con effetti positivi. Difatti questa soluzione abitativa spesso dà luogo a edifici isolati ma vicinissimi gli uni dagli altri, senza i servizi pubblici e le aree verdi Casa a torre • Casa a torre è un particolare tipo di condominio isolato a sviluppo verticale le cui origini nascono dalla necessità di diradare nel verde gli edifici pur mantenendo alta la densità abitativa. • Questa soluzione abitativa fu promossa soprattutto dagli architetti razionalisti nella prima metà del '900 perché offriva maggior superficie libera di suolo per uso pubblico e gli alloggi erano dotati di migliori condizioni di illuminazione e aerazione. La casa a torre può superare i 30 metri e presenta un numero variabile di appartamenti per piano Spazi interni e aggregazione • Le moderne case sono dotate di più spazi interni adibiti a specifiche funzioni. Tra i principali: • l'ingresso è la stanza in cui si apre la porta di entrata; • il salotto o soggiorno è la stanza accogliente e di dimensioni relativamente ampie in cui si sta abitualmente nel tempo libero; • la cucina è la stanza adibita alla preparazione a alla cottura dei cibi. È detta cucina abitabile qualora è abbastanza grande da poter consumare in lei i pasti (altrimenti vi è la sala da pranzo). In Italia la cucina molto spesso è utilizzata alla stregua del salotto diventando la stanza principale in cui si soggiorna; • la sala da pranzo stanza destinata al consumo dei cibi; • il disimpegno o corridoio di servizio è il locale della casa che consente l'accesso ad altri locali della casa; Steffan Berglund, VILLA SPIES, 1969, Toro, Svezia Spazi interni e aggregazione • il bagno è la stanza destinata all'igiene personale ed è dotata dei necessari apparecchi igienici. Spesso per questioni di economicità e spazio il bagno ricopre anche il ruolo della lavanderia, dotandosi degli apparecchi necessari al lavaggio dei capi di vestiario; • la lavanderia è la stanza adibiti al lavaggio e trattamento dei capi di vestiario; • la camera da letto è la stanza destinata al riposo e al recupero notturno e può essere "matrimoniale" se adibiti a letto matrimoniale, "doppia" se adibiti a due letti singoli o "singola" se adibita a un solo letto singolo. Si chiama "camera degli ospiti" se adibiti esclusivamente al pernottamento degli ospiti; • il balcone, la terrazza o la loggia negli appartamenti sono tesi a sopperire all'assenza di un giardino. Il valore simbolico e sociale • • • • La casa non è solo il luogo fisico costruito e abitato dagli uomini. Essa è anche una rappresentazione simbolica A livello psicologico profondo, la casa va a costituirsi come le fondamenta stesse della vita psichica di un individuo, per cui «la casa non è soltanto un luogo, ma anche l’insieme di sentimenti associato a esso.» L'azione simbolica realizzata dalla "casa" sulla vita psichica degli individui si riflette anche su quella sociale, andando a rappresentare un costrutto chiave che riunisce, e in parte sovrappone, tre campi: oltre che quello intrapsichico, anche quello interpersonale e quello sociopolitico. Di conseguenza, quando si perde la "casa" si perdono o si frammentano anche le sue funzioni organizzatrici e contenitrici e ciò può portare alla frantumazione dei tre livelli: individuale-personale, familiare-coniugale e socio-economico/culturale-politico Casa - alloggio • • L'abitazione è lo spazio nel quale la famiglia organizza le proprie attività, elabora i propri stili di vita, sperimenta le proprie immagini culturali, esplica le proprie funzioni. A volte, per riferirsi a questi aspetti funzionali del posto dove si svolge la sfera privata, si utilizzano anche i termini di alloggio o di casa. In realtà alloggio, anche appartamento, indica uno spazio per svolgere la funzione dell'abitare inserito in un complesso (condominio) composto di spazi simili o più in generale si riferisce alla funzione di riposo/rifugio assolta da tale spazio; casa indica una costruzione isolata e completa in se stessa e i significati culturali e globali dell'abitare. Semantica - Sociologia • • • Nella analisi semantica di diversi intellettuali ed artisti il termine viene collegato ai concetti di fermarsi, sostare e più ancora "essere in pace, essere portato alla pace, dimorare in essa". Fermarsi, costruire, essere sono tanti significati di abitare e tutti esprimono radicamento, identificazione, sicurezza, trasformazione dello spazio geografico e dell'habitat. In termini globali, casa ed abitare indicano rifugio delle cose più preziose dell'universo (e anzitutto di sé), ma anche riferimento e inseparabilità di questo essere rifugio con l'ambiente circostante La “casa” come storia della famiglia • • Un'altra funzione importante della casa è quella di fornire una base coerente alla storia delle famiglie. Una storia che non ha valore obiettivo ma che ordina e rende coerente tutti i momenti che gli individui hanno vissuto, da quelli peggiori a quelli migliori. In questo modo essi sono resi intellegibili, comprensibili e danno, agli attori di quegli stessi eventi, un senso di continuità e di prevedibilità La ricerca estetica Casa su misura • • • • La casa è molto di più che una “macchina per abitare”. Può essere un luogo di lavoro, una galleria d’arte, un teatro, uno spazio per il tempo libero. È un edificio da modellare secondo il nostro modi di operare e di organizzare la nostra vita. L’idea di una casa su misura, calibrata esattamente sul modo in cui vogliamo vivere, è un sogno che tutti vogliono realizzare anche se per molti rimane un lusso. La casa con un layout progettato su misura è anche e naturalmente una fonte di bellezza e di piacere. La casa e l’architetto • Per l’architetto l’ambiente domestico ha una risonanza e una valenza particolari: l’incarico per una casa diventa da subito un progetto fortemente personale e determina un legame unico tra cliente e progettista, una collaborazione che si protrae nel tempo. • Questa relazione può essere talvolta facile e armoniosa, altre volte tesa e difficoltosa. • Nella storia dell’architettura alcuni dei committenti lamentarono infatti che molto spesso la “sperimentazione d’avanguardia” di alcuni progetti architettonici abitativi non si conciliava con l’esigenza di uno spazio confortevole, abitabile. Tuttavia diversi di questi mecenati riconoscevano che questa tipologia di casa “ diventa un oggetto culturale”. Architetto – progetto - innovazione • • L’incarico residenziale consente di formulare idee e sviluppare un sistema di principi che si spera possano ispirare la produzione futura per molto tempo. (Richard Meier) Dal punto di vista dell’espressione delle idee architettoniche si tratta di una tipologia essenziale che formalmente offre la scala più intima alla quale lavorare e simbolicamente ha sempre mantenuto una forza straordinaria, sia come nitida rappresentazione delle vite che si svolgono tra le sue pareti sia come influenza determinante sull’evoluzione dell’architettura del corso dei secoli. Philip Johnson, CASA DI VETRO, 1949, Connecticut, USA La casa dell’architetto • • • La casa che l’architetto disegna per sé è molto spesso una sorta di manifesto della sua ricerca formale-poetica. È un banco di prova che determina un impatto anche sulla carriera futura. Ma lo stesso vale anche per le case realizzate per amici o parenti, dove l’architetto ha ampi margini di libertà Queste figure di architetti hanno inoltre una visione “rinascimentale”: sono scrittori e teorici, dipingono, disegnano e spesso nelle loro case esprimono il loro talento di disegnatori di mobili, di lampada, di design. Frank O. Gehry, GEHRY HOUSE, 1978, Santa Monica, Los Angeles, California, USA La visione dell’architettura e la casa • • • Esistono case che hanno condizionato la storia dell’architettura e che fanno parte dell’immaginario collettivo. Ad esempio la Rotonda di Palladio o la Casa sulla cascata di Wrigth. Il valore iconico di questi edifici deriva da molti motivi: – Sono sperimentazioni innovative – Sono diventate un paradigma architettonico per un determinato movimento di architettura o stile – Ciascuno di essi ha costituito molto spesso un momento chiave della carriera di un architetto, divenendo addirittura l’opera più conosciuta Case - riviste d’architettura – turismo architettonico • • Particolarmente dal secondo dopoguerra le riviste d’architettura diventano strumenti sempre più importanti per la presentazione delle idee e della figura dell’architetto. Esempi: “Art & Architecture”, “Domus”, ecc. Il turismo architettonico • Fenomeno recente, il turismo architettonico consiste in un pacchetto di viaggio, organizzato attraverso agenzie specializzate, che comprende la visita di celebri opere di architettura contemporanea. XX SECOLO Nuovi spazi – nuove tecnologie • Seguire lo sviluppo dell’unità abitativa, nel passaggio tra Ottocento e Novecento, è molto complesso; possiamo comunque prendere come riferimento due elementi: – Un più libera articolazione degli spazi (con planimetrie innovative-spazi fluidi, area domestica multifunzionale-”spazio universale”, ecc.) con un sempre maggiore interesse verso un forte rapporto tra spazi interni ed esterni; è venuta meno quindi la distinzione tra “spazi privati” e “spazi comuni/di rappresentanza/formali” – Utilizzazione di nuove possibilità strutturali con l’impiego di nuovi materiali (es. il calcestruzzo, acciaio, vetro, ecc.) in modi inediti o l’utilizzazione di materiali naturali – Eliminazione dell’ornamento ART NOUVEAU Henri Sauvage, Villa Majorelle, Nancy, Francia,1902 Antoni Plàcid Guillem Gaudí i Cornet Gaudì Casa Milà Barcellona, 1905-10 Il valore simbolico Antoni Gaudì, Casa Milà, Barcellona, 1905-10 Il capolavoro Casa Milà Barcellona, 1905-10 Un capolavoro • Perché è un capolavoro? – Rompe con i codici e le convenzioni architettoniche precedenti, anticipando soluzioni tecniche e formali che avranno grande seguito nel secolo appena concluso; – Rimanda ad istanze e ricerche artistiche quali l’Espressionismo, il Cubismo, il Surrealismo, l’Informale, ecc. – Sottende una geometria complessa, molto creativa (ripresa dagli architetti contemporanei) che rifiuta ogni rappresentazione bidimensionale; è quasi una geometria non-euclidea che rifugge le superfici rigate e che si sviluppa su forme avvolgenti che negano lo iato tra elementi portati e portanti. – Si pone in modo anticlassico rispetto alla tradizione Antoni Gaudì, Casa Milà, Barcellona, 1905-10 Storia • • La Casa Milà, detta La Pedrera (dal catalano Pedrera = cava), fu costruita tra il 1905 e il 1907 da Antoni Gaudí a Barcellona al numero 92 del celebre Passeig de Gràcia, nella zona barcellonese dell'Ensanche (in catalano Eixample), su incarico di Roser Segimon y Pere Milà, ricco uomo d’affari, per il suo imminente matrimonio. Al piano nobile troverà sistemazione l’appartamento della famiglia Milà; gli altri appartamenti saranno affittati. L'edificio che occupa un lotto angolare, è composto da 6 piani, su ognuno dei quali ci sono 4 appartamenti; sono presenti 2 cortili interni, che garantiscono elevata luminosità a tutti gli appartamenti; un’autorimessa nel sotterraneo e una lavanderia comune nella mansarda Storia • Rimangono pochi disegni originali, che documentano l’evoluzione del progetto. Contesto urbano • Gaudì con il suo progetto rompe la rigida ortogonalità della struttura urbana basata su rigidi isolati. • Gaudì inoltre deve confrontarsi con i rigidi regolamenti edilizi che vincolano l’alzato e tutta la struttura. • Sia la pianta che i prospetti contraddicono la rigidità della maglia urbana. • La struttura si apre all’esterno con i cortili interni che inglobano uomini e spazio. Il pubblico (la strada) e il privato (i cortili) si integrano • I prospetti si isolano dal contesto architettonico in modo potente e dissonante; l’edifico dichiara la propria presenza. Forma – la linea curva Espressionismo • Gaudí progettò l'abitazione mantenendo fede all'indirizzo del modernismo catalano, esaltando appieno il suo spirito innovatore sia per quanto riguarda le strutture che le forme architettoniche e le decorazioni ed adottando come elemento fondante la linea curva, chiaramente fitomorfica e richiamante l'immagine delle onde del mare, che trionfa in svariati motivi presenti nella struttura (facciata, interni, mobili); l’angolo viene negato • L’architettura ha qualcosa di fiabesco, riprende la tradizione popolare, ma anche elementi del mondo arabo. • Imperfezione, apertura alla casualità, rifiuto di gerarchie; nutrito di Medioevo e Barocco Gaudì permea la sua architettura di immaginazione ma rigorosamente verificata dal controllo razionale. • L’edifico si pone come un masso materico come se delle forze contrastanti lo scuotessero ora espandendolo ora risucchiandolo in un continuo gioco di concavo e convesso; tutto questo è sottolineato dalla luce che crea intensi effetti di luce-ombra Il primo progetto della facciata • • • Il primo progetto della facciata presenta della variazioni rispetto a quanto realizzato; l’elemento più evidente era l’inserimento di un grande gruppo scultoreo rappresentante la Vergine con il Bambino sul coronamento; Questo elemento rimanda alla cultura popolare che vedeva in tutto il quotidiano la dimensione del sacro e quindi anche nello spazio abitativo. Il progetto sarà poi abbandonati a causa dei movimenti anticattolici Ricostruzione del progetto del gruppo scultoreo della Vergine del Rosario – mai realizzato – per il coronamento dell’edificio. Finestre - balconi • Sono “buchi”, tutti diversi, senza una forma precisa: non cerchi, quadrati, rettangoli, ecc. • Sono curvi, ovoidali, ecc. sono cavità che si ritagliano nel muro marcandone la profondità. • Gaudì evita la monotononia reiterativa a favore di una molteplicità che diviene fondamento dell’insieme. • Queste cavità si pongono su piani diversi e sono orientati in direzioni diverse Casa Milà Pianta • • • • • Nella Casa Milà non c'è simmetria; le proiezioni orizzontali dei piani si differenziano l'una dall'altra. Gaudì riesce a comporre in questo modo lo spazio eliminando i muri portanti, poggiando tutto su travi e pilastri collocati in modo libero Anche negli interni non ci sono linee rette, e tutto è modellato in modo plastico. Gaudì adotta la pianta libera, instabile; viene negata ogni simmetria e ortogonalità generando spazi irregolari e molteplici Gli spazi degli appartamenti si articolano in tre zone: – spazi comunicanti con funzione di rappresentanza che danno sullo spazio esterno urbano; – Spazi di servizio (cucina, bagno, ecc.) che si raggruppano intorno ai cortili – Camere da letto che danno sull’affaccio interno dell’isolato. I cortili • • L'architetto catalano introduce un'innovazione: i due cortili interni non sono rettangolari, ma ovali, con le pareti che si allargano salendo, per cercare di raccogliere tutta la luce possibile. Sono veri e propri pozzi di luce Piano interrato • Lo sperimentalismo strutturale si manifestò anche al piano interrato con un grande vano coperto con una struttura metallica a "ruota di bicicletta" Il tetto – desván - azotea • Il sottotetto (desván) è adibito a lavanderia; la copertura è sostenuta da un gran numero di archi parabolici in laterizio a sezione catenaria, che dopo il recente restauro danno l'idea, dall'interno di una struttura scheletrica ed all'esterno di un paesaggio montagnoso popolato dagli episodi plastici dei camini • Un grande spazio percorribile, attraversato da scalette e gradini che seguono i saliscendi dove le donne possono incontrarsi, incrociando gli scorci di cielo e città • Nel sottotetto attualmente è allestito un interessante museo sulle tecniche costruttive di Antoni Gaudí. • L’azotea è il percorso scoperto popolato dalla presenza dei camini I camini • • Sono inserti plastici inafferrabili per il loro carattere fortemente intriso di mistero Sono forme quasi antropomorfiche, presenze oniriche, magiche I materiali • • • • • A livello tecnico egli decise fra i primi di utilizzare il cemento armato come elemento base, sul quale poi sovrapporre i materiali di copertura, come azulejos frammentati e pietra viva. La facciata esterna dell'edificio è rivestita di pietra grezza proveniente dal massiccio di El Garraf e di Vilafranca del Penedès; fu proprio questa particolarità che le avvalse l'appellativo de La Pedrera. In effetti l'edificio presenta l'aspetto di parete rocciosa, ondulata, plasmata da forze geologiche; cromaticamente la pietra, lavorata in modo scabro e con blocchi di forma diversa, varia in relazione alla luce. La variazione dei materiali in facciata si nota soprattutto nella parte superiore dove prevale una lavorazione in diagonale. Altro materiale fondamentale per Casa Milà è sicuramente il ferro battuto, utilizzato nelle porte, nei balconi e nella struttura stessa dell'abitazione. Altra importante innovazione tecnica fu l'utilizzo del vetro armato che costituisce la pavimentazione trasparente di diversi balconi presenti nella struttura. Analisi • Trencadis: termine catalano che indica il mosaico composto da pezzetti di ceramica e marmi frantumata. • Diverso dal mosaico, dove ogni tessera è il relazione con l’altra; qui tutto è dovuto alla casualità. • Gaudì usa la potenzialità della materia di scarto conferendogli attraverso la creazione una valore artistico Gli appartamenti • • • La delimitazione degli spazi avviene attraverso elementi mistilinei, che evitano l’ortogonalità Alcuni appartamenti sono stati arredati da Gaudì All’interno ritroviamo l’ispirazione fitomorfica dell’esterno. In Europa Gerrit Rietveld, CASA SCHRÖDER, 1924, Utrecht, Olanda Razionalismo Le Corbusier 1931 - Villa Savoye Veduta del fronte sud-occidentale Veduta del fronte settentrionale Schizzo prospettico Soggiorno, primo piano Terrazza Dettaglio Analisi • • • • Il tema della machine à habiter La struttura della villa si può intendere come una promenade architettonica in quanto fulcro dell’edifico è una rampa che dal vestibolo di ingresso conduce al primo piano, dove consente di addentrarsi nei vari ambienti, tutti definiti da volumi primari, e infine porta alla terrazza superiore. Sul tetto abbiamo dei volumi liberi nello spazio ponendosi quali fattori di mediazione tra l’ordine cartesiano dell’edifico e l’ordine naturale. Le Corbusier ricerca quindi la conciliazione degli opposti. I cinque punti per una nuova architettura Pilotis • I Pilotis (piloni) sostituiscono i voluminosi setti in muratura che penetravano fin dentro il terreno, per fungere infine da fondazioni, creando invece dei sostegni molto esili, poggiati su dei plinti, su cui appoggiare poi i solai in calcestruzzo armato. L'edificio è retto così da alti piloni puntiformi,di cemento armato anch'essi, che elevano la costruzione separandola dal terreno e dall'umidità. L'area ora disponibile viene utilizzata come giardino, garage o - se in città - per far passare strade. Tetto-giardino • Il Tetto-giardino (tetto a terrazza ) restituisce all'uomo il verde, che non è solo sotto l'edificio ma anche e soprattutto sopra. • Tra i giunti delle lastre di copertura viene messo il terreno e seminati erba e piante, che hanno una funzione coibente nei confronti dei piani inferiori e rendono lussureggiante e vivibile il tetto, dove si può realizzare anche una piscina. • Il tetto giardino è un concetto realizzabile anche grazie all'uso del calcestruzzo armato: questo materiale rende infatti possibile la costruzione di solai particolarmente resistenti in quanto resiste alla cosiddetta trazione, generata dalla flessione delle strutture (gravate del peso proprio e di quanto vi viene appoggiato), molto meglio dei precedenti sistemi volti a realizzare piani orizzontali. Plan libre (pianta libera) • Il Plan libre (pianta libera) è resa possibile dalla creazione di uno scheletro portante in cemento armato che elimina la funzione delle murature portanti che 'schiavizzavano' la pianta dell'edificio, permettendo all'architetto di costruire l'abitazione in tutta libertà e disponendo le pareti a piacimento. La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro) • • La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro) è un'altra grande innovazione permessa dal calcestruzzo armato. La facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo una straordinaria illuminazione degli interni ed un contatto più diretto con l'esterno. Facciata libera • La Facciata libera è una derivazione anch'essa dello scheletro portante in calcestruzzo armato. Consiste nella libertà di creare facciate non più costituite di murature aventi funzioni strutturali, ma semplicemente da una serie di elementi orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere tamponati a piacimento, sia con pareti isolanti che con infissi trasparenti. Razionalismo - ITALIA Giuseppe Terragni, VILLA BIANCA, 1937, Seveso, Milano, Italia Bauhaus Walter Gropius, GROPIUS HOUSE, 1938, Lincoln, Massachusetts, Usa Architettura organica Frank Lloyd Wright The Fallingwater (La casa sulla cascata) 1936 L’architettura organica • • • • Frank Lloyd Wright è stato un architetto statunitense e una figura centrale dell' architettura organica. Assieme a Le Corbusier, che rappresenta forse in maniera più emblematica l'altro lato dell'architettura moderna, quello della cosiddetta architettura funzionale, è uno dei maggiori esponenti del Movimento Moderno in architettura. Romanticamente legato all'ideologia individualistica del "pionierismo" statunitense, si volse all'approfondimento del rapporto fra l'individuo e lo spazio architettonico e fra questo e la natura, assunta come fondamentale riferimento esterno. Questi suoi interessi lo portarono a prediligere come tema le case d'abitazione unifamiliari ("prairie houses"), che costituirono l'aspetto determinante del suo primo periodo di attività. L’architettura organica • Nel suo volume Architettura organica del 1939 Frank Lloyd Wright esprime compiutamente la sua idea di architettura. • Un'architettura che ha come idea trainante il rifiuto della mera ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, così come una società organica dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione esterna contrastante con la natura dell'uomo. • La progettazione architettonica deve creare un'armonia tra l'uomo e la natura, costruire un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali propri dell'uomo (costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell'intorno ambientale del sito. • Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio architettonico. L’architettura organica • • The Fallingwater (la casa sulla cascata) del 1936 è l'esempio più pragmatico ed eccezionale di questo modo wrightiano di fare ed intendere l'architettura. Una frase molto significativa del pensiero architettonico di Frank Lloyd Wright è la seguente : "... Per Architettura Organica io intendo un'architettura che si sviluppi dall'interno all'esterno, in armonia con le condizioni del suo essere, distinta da un'architettura che venga applicata dall'esterno...". L’architettura organica Egli definì inoltre architettura organica quella architettura che è: • appropriata al tempo, • appropriata al luogo • appropriata all’uomo. L’architettura organica - Appropriata al tempo • • Appropriato al tempo egli intendeva che un edificio dovrebbe appartenere all’epoca in cui è creato. Un edificio del ventesimo secolo non deve imitare uno del diciassettesimo. Egli sosteneva che gli edifici del passato rispecchiavano stili di vita, schemi sociali e situazioni non più valide in tempi moderni. Un edifico del ventesimo secolo, inoltre dovrebbe essere costruito con i materiali e le tecniche a disposizione nel momento in cui viene progettato L’architettura organica - Appropriata al luogo • • • Wright riteneva appropriata al luogo un edifico che fosse armonizzato con l’ambiente naturale e con il paesaggio e da questi valorizzato. Questa concezione, all’inizio del secolo, lo poneva all’avanguardia in quella che oggi chiamiamo pianificazione ambientale. Nelle Prairie Houses egli costruì avendo in mente il paesaggio delle praterie, per cui le case ebbero uno sviluppo prevalentemente orizzontale e gli ambienti abitativi furono elevati rispetto al piano della prateria per consentire la vista panoramica circostante. L’architettura organica - Appropriata all’uomo • Con appropriata all’uomo Wright intendeva che la funzione primaria di un edifico è quella di servire la gente. • Per questo progettò le sue strutture con l’uomo come unità di misura. Egli esaltava i valori umani, e la sua architettura faceva altrettanto. • Ed è con la centralità dell’uomo che si spiega il concetto che “la realtà di un edifico è rappresentata dallo spazio interno vivibile, non dai muri e dal soffitto.” • La sua ricerca tesa a rendere libero lo spazio iniziò già nelle prime case, in cui egli aprì gli ambienti eliminando i divisori non necessari e creando per la famiglia quella che è stata chiamata “pianta libera”. Sul presente • • In tempi più recenti nuovi settori dell'architettura rispettosi della natura come l'architettura bioclimatica l'architettura sostenibile, l'architettura alternativa, l'architettura ecologica, la bioarchitettura hanno portato nuovi apporti specialisti. Queste nuove tendenze “naturalistiche” ricercano un nuovo rapporto con la tecnologia "appropriato" all'insieme di riferimento. Da ciò è derivato il termine di tecnologia appropriata. Questa ricerca però è da sempre ossatura portante dell'Architettura organica, che può essere definita come "madre" di tutte le architetture che tendono all'armonia tra uomo tecnologia e natura. La formazione La vita provinciale (Wisconsin) 1887 - Lo Studio Sullivan Tipica casa di pionieri, 1683 1893 Apre uno studio di architettura Prime commissioni (Casa Winslow a River Forest, Illinois) 1905 Primo viaggio in Giappone Le “prairie house” Prairie houses • L'architettura organica può riconoscersi nel programma di Wright per le prairie houses, che sembra plasmare la struttura della costruzione armonizzandola con l'uomo e l'intorno ambientale; è la realizzazione di quel nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale che è il fine essenziale di questa architettura e che raggiunge nelle opere di questo maestro il suo livello più alto. Il tema della casa 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Ogni individuo deve avere una propria casa e questa deve essere espressione della personalità di chi la abita Integrare l’edificio con il sito. Ogni architettura dovrà crescere senza sforzo dal luogo Ridurre al minimo il numero delle stanze che compongono l’edifico, superando la logica della pianta ottocentesca composta da vani rigidi e semi indipendenti a favore di uno spazio libero e variabile Garantire continuità tra interno ed esterno dell’edificio, intendendo le pareti e aperture come elementi partecipi di un unico sistema spaziale Usare pochi materiali cercando di metterne in risalto le caratteristiche proprie alla loro natura. Ricercare la maggiore integrazione possibile tra elementi tecnici, arredi e spazio interno. Eliminare tutti quegli elementi decorativi che, unicamente fini a se stessi, ingombrano i fronti degli edifici Il “progetto organico” I punti più importanti di questo progetto organico: 1. ridurre al minimo le partizioni , l'aria e la luce devono permeare l'insieme realizzando un'unità architettonica; 2. creare un armonia dell' edificio con l 'ambiente esterno accentuando l'aggetto delle superfici orizzontali della casa; 3. dare proporzioni logiche ed umane alle aperture interne ed esterne rendendole naturalmente ricorrenti in tutta la struttura dell'edificio; 4. evitare le combinazioni di diversi materiali usando per quanto possibile un unico materiale la cui natura deve legarsi all'edificio divenendo espressione della sua funzione 5. incorporare organicamente gli impianti come elementi interreagenti nella struttura dell'edificio; 6. far divenire l'arredamento parte integrante dell'edificio come architettura organica col tutto. Il camino • • Il camino diventa il perno del sistema compositivo, elemento di unione tra cielo e terra, simbolo della dimensione domestica. E’ l’elemento più intimo dell’abitazione, l’elemento attorno a cui si riunisce la famiglia, anzi ne costituisce il cuore interno, il perno simbolico più evocativo, secondo la più schietta tradizione dei pionieri Ideologia • La centralità del tema della “casa” è l’espressione di quella componente inconfondibile ed intrinseca all’opera di Wright: l’orgoglioso aspetto soggettivizzante, espressione dell’individualismo creativo, del culto della personalità che riconosciamo come uno degli elementi caratterizzanti della cultura americana. Robie Hause, 1909, Chicago Il capolavoro The Fallingwater (La casa sulla cascata) 1936 Una vecchia cartolina con la cascata prima della costruzione della casa Storia • La Casa sulla cascata è il nome italiano con cui è più nota Fallingwater, o Casa Kaufmann dal nome del suo proprietario, una villa progettata e realizzata a Bear Run in Pennsylvania (Stati Uniti d'America) dall'architetto Frank Lloyd Wright e considerata uno dei capolavori dell'architettura moderna. Storia • Fallingwater nasce da un progetto del 1935 per Edgar J. Kaufmann, un ricco e sofisticato commerciante di Pittsburgh. • La sua costruzione, iniziata nel 1936, termina nel 1939. Frank Lloyd Wright è ispirato dalla famiglia Kaufmann che è affascinata da una cascata su un ruscello chiamato Bear Run che corre sui boschi montuosi dell’ovest della Pennsylvania. • Così realizza una serie di piani a terrazza a sbalzo e sovrapposte, che si richiamano alla stratificazione delle rocce del sito e che aggettano audacemente sopra la cascata creando un eccezionale effetto scenico. • La pietra nativa si fonde con le strutture in cemento armato color beige (originariamente color albicocca chiaro) che si amalgamano come in un unico impasto; così che la costruzione non può essere immaginata in nessun altro luogo se non in questo. Casa - Museo • • La famiglia Kaufmann usa l’abitazione come casa di vacanza sino agli anni cinquanta, donandola nel 1963 al Western Pennsylvania Conservancy, che la fa diventare una casa museo aperta al pubblico con migliaia di visitatori ogni anno. L’abitazione conserva intatto quasi tutto l’arredamento disegnato da Wright e numerosi oggetti d’arte di famosi artisti dell’epoca, oltre a tappezzerie e libri originali. Poetica • Quest'architettura (definita dal suo autore "architettura organica") promuove un'armonia tra l'uomo e la natura, la creazione di un nuovo sistema in equilibrio tra l'ambiente costruito e l'ambiente naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali (costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell'intorno ambientale del sito. • Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo architettonico. Wright in FallingWater adopera per raggiungere la sua architettura organica non solo i materiali del luogo, come la pietra, ma anche e soprattutto una moderna tecnologia espressiva, che nonostante la sua apparente dirompenza si integra meravigliosamente con i suoi volumi nello spazio del luogo Una vecchia cartolina con la cascata prima della costruzione della casa F Struttura • • • • Al piano principale ed al lato del camino, poggiante su un macigno e fulcro della composizione, è il grande soggiorno aperto verso sud e fiancheggiato da due terrazze; sul suo angolo ad est è l'ingresso al quale segue la scala che porta ai piani superiori. La zona giorno occupa il lato nord dell'edificio; dal soggiorno con una scala si scende al basamento dell'edificio, dove dall'acqua della cascata emergono sagomati sostegni di cemento ed altri elementi portanti, formati da blocchi di pietra locale. I tre piani della casa si arretrano gradualmente dal corpo roccioso centrale, il succedersi dei piani equivale ad un continuo incrociarsi di un volume sull'altro. La logica compositiva si basa sul saldo rapporto con l'ambiente circostante: la dissimmetricità dei corpi e lo slittamento dei volumi riflettono e al contempo esaltano l'organico "disordine" proprio della natura del luogo. La tradizionale scatola dell’abitazione è “esplosa” lasciando liberi i volumi. F dettaglio Ricerche architettoniche di altri architetti Alvar Aalto, VILLA MAIREA, 1939, Noormarkku, Finlandia Philip Johnson, CASA DI VETRO, 1949, Connecticut, USA Ludwig Mies van der Rohe Farnswort house Aquisgrana, 27 marzo 1886 Chicago,17 agosto 1969 Biografia • Nato ad Aquisgrana con il nome di Maria Ludwig Michael Mies, è il più giovane di cinque fratelli. Il padre Michael Mies è uno scalpellino • Sarà l’architetto ad aggiungere al cognome paterno anche quello materno. • Nel 1907 entra nello studio di Peter Behrens, architetto di fama internazionale, dove rimane fino al 1912. Sotto l'influenza di Behrens, Mies sviluppa un approccio stilistico basato su una tecnica strutturale avanzata. Sviluppa anche una simpatia per il "credo" estetico sia del Costruttivismo Russo che del gruppo del De Stijl olandese • I suoi contributi maggiori alla filosofia architettonica dei tardi anni '20 e '30 li dà come direttore della Bauhaus. • Durante questo periodo progettò numerosi edifici, tra i quali il Padiglione di Barcellona (inclusi gli arredi interni e la celebre poltrona Barcellona) Biografia • Nei tardi anni '30 dovette lasciare il paese, amareggiato per l'ascesa del potere nazista. Quando arrivò negli Stati Uniti, la sua influenza come designer era già notevole: era stato il direttore della scuola del Bauhaus per molti anni ed aveva vinto numerosi ed importanti concorsi per la progettazione di opere architettoniche. • Mies van der Rohe si stabilì a Chicago, dove divenne il preside della scuola di architettura al Chicago's Armour Institute of Technology (più tardi rinominato Illinois Institute of Technology - IIT) • Dal 1946 al 1950, Mies van der Rohe costruì la Farnsworth House per Edith Farnsworth, un ricco medico di Chicago. Fu la prima casa costruita da Mies van der Rohe negli Usa. • Nel 1958, costruì quella che è considerata l'espressione massima dell'International Style dell'architettura, il Seagram Building, a New York. Biografia • Nel 1962, ormai anziano e malato, è incaricato di realizzare il museo di arte contemporanea a Berlino. • La Neue Nationalgalerie è l'opera più grandiosa e tragica di Mies: un'aula quadrata di quasi sessantacinque metri di lato con un tetto che poggia solo su otto pilastri in acciaio. L'ultimo edificio realizzato da Mies van der Rohe ne consacra la figura ad un'architettura classica senza tempo, paragonabile a quella dei templi greci. Poetica - Pensiero Poetica L’architettura è la volontà dell’epoca tradotta in spazio. Vivente. In cambiamento. Nuova. • Rifiuto del storicismo: l’architettura deve esprimere il proprio tempo Poetica L’architettura è la volontà dell’epoca tradotta in spazio. Vivente. In cambiamento. Nuova. • L’essenza dell’architettura è il costruire (da qui la sua attenzione per ogni dettaglio costruttivo). L’architettura è ricondotta a tecnica • Gli edifici devono perciò assumere un valore atemporale, recuperando quella che è la sostanza dell’architettura: il costruire Poetica L’architettura è la volontà dell’epoca tradotta in spazio. Vivente. In cambiamento. Nuova. • La scopo dell’architettura non è dare una forma (stabilita a priori); piuttosto la forma è il risultato di un processo (di progettazione) che diventa l’elemento essenziale. Variando il processo cambia anche la forma. • Il procedimento-progettazione è il momento in cui ci si confronta con la sostanza dell’architettura (il costruire, la funzionalità), che rimane distinta dalle componenti figurative (decorazione) e di rappresentazione (il valore simbolico). • Determinare la forma a partire dall’essenza del compito, con i mezzi del nostro tempo. Poetica- Uomo e ambiente • L’uomo quando si insedia nel mondo attua un processo imprescindibile di “culturalizzazione” dell’ambiente naturale, processo che crea un’inevitabilmente frattura e distacco (non esiste il “silenzio della forma”). • Tuttavia secondo Mies è possibile ridurre al minimo questa distanza attraverso un processo di riduzione arrivando a un grado zero dell’atto costruttivo. Poetica Edifici pelle ossa ("skin and bone") Da qui un processo a ritroso, una rigorosa ricerca di semplificazione e purificazione dell’atto costruttivo. Nella sua lunga ricerca si configura quindi una grammatica basata su: • il pilastro in acciaio • il telaio in acciaio e vetro Poetica Edifici pelle ossa ("skin and bone") • La struttura, la sua tamponatura (vetro, mattoni, marmo, cemento, ecc.) e il basamento diventano i punti fondanti. • È il grado zero del costruire: base (stilobate) struttura (verticali e orizzontali) chiusura. • Famoso il suo motto: "il meno è più" ("less is more") Poetica Due spazialità: protettiva / di apertura Gli spazi creati (se pur isomorfi, liberi, astratti, contemplativi) sono pensati per accogliere la vita, ma non abbandonandosi alla sua casualità. Mies lavora su due tipi di spazialità complementari: • lo spazio scatolare chiuso e tradizionale, che rimanda alle necessità primarie dell’uomo e alla natura protettiva dell’architettura; • dall’altro una spazialità isomorfa e aperta al mondo che riguarda la dimensione quasi divina dell’uomo, il suo desiderio di abitare nel mondo, il suo liberarsi dalla stretta necessità e dunque dalla dimensione corporea. Casa Farnsworth Fox River Valley, Plano (Illinois) 1945/50 Casa in vetro a struttura d’acciaio Storia • • • • La Casa Farnsworth (in inglese Farnsworth House) è uno dei più celebri progetti. Progettata e costruita, tra il 1945 e il 1951, come casa per i weekend è costituita da un monolocale, con al centro il blocco dei servizi. È collacata in un contesto un tempo rurale, a 90 chilometri a sudovest di Chicago, nei pressi del fiume Fox, a sud della cittadina di Plano. La casa in vetro e acciaio fu commissionata dalla dr.ssa Edith Farnsworth, che desiderava un luogo dove poter godere della natura e dedicarsi ai suoi hobby. Mies creò una casa di 140 m² che è divenuta uno dei simboli del movimento moderno. Storia • • La commessa aveva le caratteristiche ideali per un architetto, ma fu rovinata da una controversia pubblica, fra il committente e l'autore, iniziata a costruzione quasi ultimata. La casa costò 74.000 dollari del 1951, equivalenti a circa un milione di dollari del 2006, contro un preventivo di 58.400 dollari, con un onere aggiuntivo di oltre il 26% dovuto all'aumento dei prezzi dei materiali del dopoguerra e alla scarsità di mano d'opera per i massicci arruolamenti nella Guerra di Corea. Storia • Giunti vicino al completamento della costruzione, l'inasprirsi dei rapporti tra la dottoressa Farnsworth e Mies condusse alla denuncia da parte dell'architetto/costruttore per un mancato pagamento di $28,173 nei costi di costruzione. • La proprietaria allora fece domanda di risarcimento per presunti danni. L'avvocato di Mies riuscì a dimostrare che la Farnsworth aveva approvato i piani e l'aumento di spesa, e la corte impose alla proprietaria di saldare i conti. • Le accuse di negligenza da parte della dottoressa vennero dunque respinte come infondate. È stata comunque una vittoria amara per Mies, considerando la pubblicità negativa che seguì la vicenda. Il conflitto portò come risultato il non completamento dell'opera e la mancanza di arredo all'interno. Analisi Grandi cristalli posati nella natura. L’arte di levare fino all’estrema semplicità di aspetto, lascia meglio indovinare la pura bellezza dei volumi Struttura • • • • Le caratteristiche essenziali della casa sono immediatamente evidenti. L'uso di pareti vetrate apre l'interno verso l'ambiente circostante, limitando l'opacità alle sole partizioni orizzontali, due lastre, che racchiudono l'ambiente abitabile. I bordi delle lastre sono caratterizzati dall'uso di acciaio a vista, dipinto di bianco. La casa si trova a circa 1,5 metri da terra, sopraelevata mediante 8 pilastri (con il profilo ad H), anch'essi in acciaio bianco, collegati alla piastra del pavimento e a quella del soffitto. L'edificio sembra galleggiare senza peso sopra la superficie che occupa. Una terza piastra, leggermente ribassata rispetto al livello della casa, funge da collegamento tra il suolo e il piccolo portico antistante l'ingresso. I gradini, la terrazza e il pavimento sono in lastre di travertino; i vetri hanno tende di shantung grezzo. Interno - OPEN SPACE • Mies applica qui il concetto di open space, un grande spazio non strutturato, ma disponibile ad adattarsi alle esigenze di più persone. Al centro della grande camera si trova il "nocciolo" dei servizi, due blocchi in legno contenenti un guardaroba, il bagno e la cucina. • Lo spazio restante è caratterizzato dalla presenza di elementi mobili che suggeriscono una suddivisione spaziale non rigida. • Il concetto di stanza singola utilizzabile liberamente e flessibile, priva di ostacoli all'interno e racchiusa da una cortina vetrata retta da un esile apparato strutturale, è uno degli ideali architettonici che più caratterizzeranno la carriera americana di Mies van der Rohe. • La Farnsworth House è molto significativa in quanto prima completa realizzazione di questo ideale, prototipo della sua visione di come dovrebbe essere l'architettura in un'era tecnologica. Casa Farnsworth, 1945-1951, Plano, Illinois, Usa Architettura • • L'edificio ricevette grandi elogi da parte delle riviste architettoniche, con il risultato di attirare sciami di visitatori indesiderati che volevano rimirare il capolavoro di Mies. Tuttavia, a seguito dell'azione legale indetta da Edith Farnsworth, la casa divenne un simbolo dei conflitti sociali caratterizzanti l'era McCarthy. L'abitazione fu oggetto di critiche da parte delle riviste anti-moderniste, che arrivarono perfino ad additarla come tentativo comunista di soppiantare l'abitazione tradizionale americana. I punti principali delle critiche vertevano sulle grandi pareti vetrate, il tetto piano e la mancanza di calore rispetto agli edifici tradizionali. Nonostante ciò, la casa Farnsworth è stata acclamata come uno dei capolavori del Movimento Moderno, e Mies ha ricevuto la Medal of Freedom dal presidente americano per il suo contributo all'architettura. Philip Johnson vi ha tratto ispirazione per realizzare la sua Glass House Opere Seagram Building a New York Altre case Curzio Malaparte, CASA MALAPARTE, 1941, Capri, Italia Carlo Scarpa, VILLA OTTOLENGHI, 1978, Bardolino, Verona, Italia Antti Lovag, PALAIS BULLES, 1989, Canne, Francia A A A Simon Ungers, T-HOUSE, Wilton, Saratoga Sprongs, New York, Usa Anthony Hudson, BAGGY HOUSE, 1994, Devon, Inghilterra Shigeru Ban, PAPER HOUSE, 1995, Yamanashi, Giappone Future Systems, CASA IN GALLES, 1996, Milford Haven, Galles Ken Shuttleworth, CRESCENT HOUSE, 1997, Wiltshire, Inghilterra A Steven Holl, Y HOUSE, 1999, New York, Usa Steven Holl, Y HOUSE, 1999, New York, Usa A Sean Godsell CARTER/TUCKER HOUSE 2000 Victoria, Australia ARCHITETTURA CONTEMPORANEA Sostenibilità e consapevolezza ambientale Norman Foster L’architettura high tech Norman Foster Biografia • • • • • • Sir Norman Foster (Stockport, 1 giugno 1935) è un architetto e designer britannico, tra i principali esponenti dell'architettura high tech. Foster nacque a Manchester in una famiglia di operai, lasciò la scuola a 16 anni e andò a lavorare negli Uffici del Tesoro del comune di Manchester. Dopo il servizio militare nella Royal Air Force si iscrisse alla Scuola di Architettura e Pianificazione Urbana dell'Università di Manchester e conseguì il diploma nel 1961. Continuò gli studi all'Università di Yale, negli Stati Uniti. Tornato in Inghilterra, Foster fondò nel 1965 uno studio, Team 4, con Richard e Sue Rogers e la moglie Wendy. Nel 1967 Rogers lasciò Team 4 per lavorare con Renzo Piano, e Foster fondò con la moglie la Foster Associates, ora nota come Foster and Partners. Tra il 1971 e il 1983 collaborò con Buckminster Fuller su diversi progetti, affermandosi a livello internazionale. Architetto “superstar” • Foster ha ricevuto importanti riconoscimenti e premi. Nel 1990 è stato nominato baronetto dalla corte britannica, nel 1997 gli è stato conferito l'Order of Merit e nel 1999 è stato insignito del titolo di Lord. • Ha vinto due premi Stirling (1998 e 2004) e un premio Pritzker (1999). Foster ha tuttavia ricevuto alcune critiche nel Regno Unito, dove è definito da alcuni un architetto "superstar", in conseguenza del fatto che a certi architetti viene riservato uno stato preferenziale in base alla loro fama. • Attualmente la società Foster and Partners ha sedi a Berlino, Francoforte, Glasgow, Hong Kong, Londra e Tokyo e conta più di 700 dipendenti Pensiero - Poetica Sede della Hong Kong and Shanghai Bank nel cuore del quartiere finanziario di Hong Kong (197986) Il pensiero – Qualità della vita • "...Fin dagli inizi, trent'anni fa, lo Studio ha improntato la propria attività alla ricerca della qualità, nella convinzione che la qualità di ciò che ci circonda abbia un'influenza diretta sulla qualità della nostra vita sia sul posto di lavoro, sia nelle nostre case, sia negli spazi pubblici. Il pensiero – Dalla maniglia al grattacielo • L'attenzione alla dimensione sociale deriva dalla consapevolezza che l'architettura è generata dai bisogni dell'uomo, che sono bisogni dello spirito oltre che materiali. Questa filosofia e questi valori, che ispirano ogni nostro lavoro, non mutano a seconda della scala e delle dimensioni dei progetti. • Il che spiega perchè, per noi, nessun dettaglio è di poca importanza e perchè prodighiamo la stessa cura anche al disegno di un mobile, di una maniglia, di un rubinetto. Sono tutti elementi, infatti, che contribuiscono a creare l'ambiente con cui veniamo in contatto ogni giorno della nostra vita: la qualità del design, della funzionalità, della fabbricazione di ognuno di essi ha rilevanza fondamentale...". Il progetto • L’affermazione cardine del pensiero di Foster è che “virtualmente tutto quanto è stato costruito dall’uomo ha subito un processo progettuale che implica scelte e decisioni”. Da qui la considerazione che ogni atto di trasformazione è architettura. • Il progetto è l’idea chiave del suo metodo: il progetto inteso come un processo realizzato da un team affiatato che riunisce, senza confonderle ma fondendole in unità d’intenti, diverse competenze che si confrontano tra loro e con i soggetti che il progetto implica (committenti, realizzatori, utilizzatori). • La pratica dell’architettura è ripristinare un ordine possibile in un mondo disordinato; da qui il pensiero di come un luogo possa essere reso migliore, attraverso l’architettura, rispetto allo stato delle cose. Il progetto • Lo scopo dell’architettura-progetto è quindi ripristinare un ordine possibile in un mondo disordinato; da qui il pensiero di come un luogo possa essere reso migliore, attraverso l’architettura, rispetto allo stato delle cose. Il luogo e la tipologia architettonica • La visione del luogo dove il progetto va ad inserirsi è l’atto preliminare e fondativo; il luogo va interrogato nella sua complessità fisica e nell’affollamento delle presenze umane. • Perciò non esistono tipologie architettoniche predeterminate (da riproporre) ma ogni soluzione è diversa perchè in relazione al luogo. • “L’unica costante è il cambiamento”; ogni tipologia (il museo, gli uffici, l’aereoporto) va ripensata e tenuta aperta a future trasformazioni in relazione agli usi ed al tempo. Flussi - Trasparenza - Luce • L’architettura viene definita e strutturata dal pensiero del movimento e dal flusso di persone che vi si muovono internamente. • Perciò è importante che la comunità che abita un edifico sia resa visibile all’esterno e a se stessa; da qui la “religione della trasparenza” che rende visibile i flussi delle persone e che permette di mantenere un contatto visivo e fisico con la realtà naturale esterna. • Tuttavia non si tratta dell’idea modernista dello spazio aperto sul mondo in quanto rimane l’idea della prestazione-funzione dell’edifico dunque la sua natura di rifugio. • Tutto questo si concretizza nelle grandissime superfici trasparenti che caratterizzano le sue architetture. • All’idea della trasparenza è legata quella della luce, componente fondamentale della sua ricerca; grandi diaframmi trasparenti che lasciano filtrare dall’alto la luce naturale Reichstag, Berlino (1999) T Spazio isomorfo e polifunzionale • Conseguente all’idea di un’architettura volta a lasciarsi attraversare da flussi vitali e materiali, teatro di tempo e movimento, è la concezione di uno spazio isomorfo e polifunzionale (i modelli sono molti tra cui il Crystal Palace, o la ricerca di Mies van der Rohe). • Uno spazio privo di caratterizzazione spaziale, estensibile all’infinito fondato sul principio costruttivo del montaggio. • L’idea di uno spazio aperto dove ci si muove liberamente si richiama ad una dei modelli spaziali cari a Foster, ovvero il volo. Tecnologia • L’idea dell’edificio come luogo di flussi , si estende alla sua vita materiale al pensiero del movimento di acqua, rifiuti, aria, elettricità, informazioni, automobili, treni, aerei, ecc. • Tutta la componente impiantistica non è vista come un limite, non come un impedimento alla qualità formale dell’architettura, ma al contrario come occasione non meno di altre degna di attenzione progettuale e formale. • Da qui la definizione un po’ riduttiva di “estetica high tech” • L’aspetto tecnologico si sviluppa in relazione anche alla realizzazione dei progetti: rapidità costruttiva e drastica riduzione dei costi attraverso l’utilizzazione di materiali industriali prefabbricati. A questo iniziale interesse si aggiunge nel tempo la sperimentazione di tecnologie estremamente innovative e tecnologicamente avanzate a cui si affianca tuttavia la costante attenzione alla tradizione The Sage Gateshead, Gatheshead, Gran Bretagna La definizione estetica • Ogni dettaglio merita un’attenzione progettuale che si va ad integrare quindi alla scala dell’edifico che a sua volta si relaziona con la città o il paesaggio circostante. • Foster rifiuta la visione “cosmetica” che interviene sull’edificio dopo che l’atto costruttivo è stato compiuto. • Vale a dire non ci sono “decorazioni” nella sua architettura e l’aspetto estetico è intrinseco all’aspetto progettuale/tecnico; in questo ci si richiama ancora una volta a figure come quella di Joseph Paxton. La definizione estetica • Vi è in questo anche una sottile polemica contro il Modernismo che comunque dava molto spazio ad un’elaborazione formale molto soggettiva e individuale( architetto-artista). • Foster contrappone l’idea di un progettista anonimo che è soprattutto problem solver ; da qui il suo lavorare in team, dove ad esempio la componente ingegneristica non è ancella della forma architettonica. • Tuttavia un team ha bisogno di un leader che è appunto l’architetto che si fa custode della forma complessiva, manager, comunicatore con l’esterno, ecc. La storia – Integrazione Il microchip e il giardino zen • Il concetto chiave del progetto è: integrazione; non confronto o scontro tra presente e passato, ma fusione delle loro visibili e invisibili strutture. • Ogni epoca lascia un segno ed ha una propria identità. • La continuità è consustanziale allo spirito del nuovo. • L’architettura è il matrimonio tra il funzionale (il microchip) e lo spirituale (il giardino zen). • Non c’è contraddizione nel coniugare tradizione e nuove tecnologie. In ogni epoca le strutture più durevoli hanno sempre spinto ai limiti la tecnologia: la cattedrale gotica, i templi lignei giapponesi, gli edifici dell’antica Roma Carr₫ d’Art, 1984-93, Nimes, Francia Il pensiero “ecologico” - Sostenibilità • Foster sottolinea come una delle priorità della moderna architettura sia la necessità di perseguire linee di sviluppo sostenibile. • La necessità di controllare l’impatto sull’ambiente delle attività umane non è mai stato tanto urgente come oggi. • La sostenibilità deve pero essere pensata con un approccio olistico (olismo= teoria secondo cui l’organismo è un tutto superiore alla semplice somma delle sue parti) in cui si tenga conto della collocazione e della funzione di un edificio, della sua flessibilità e della sua durata, dell’orientamento, della forma e della struttura, dei sistemi di ventilazione e riscaldamento, dei materiali impiegati; tutto questo ha un impatto sulla quantità di energia spesa per costruire e mantenere un edificio • L’uso quindi di tecnologie per il risparmio energetico: uso di sistemi di illuminazione a bassa intensità, vetri riflettenti la luce e il calore, coibentazione, ecc. Sede Centrale Hearst, 2000-2006, New York, Usa Il pensiero “ecologico” - Densità abitativa e qualità architettonica • • • • • Vi sono altri elementi, non secondari, da considerare: la crescita della popolazione mondiale e lo spostamento di gran parte di essa verso i grandi centri urbani. La pianificazione urbana permette anche il risparmio energetico: ad esempio le auto rappresentano un problema cruciale; per ridurre gli spostamenti in auto dobbiamo promuovere lo sviluppo di città compatte e di nuovi insediamenti ad alta densità. Quale rapporto tuttavia può esserci tra densità abitativa e qualità architettonica? L’alta densità ha generato contesti più poveri ma anche situazioni positive (Monaco, ecc.) La risposta avviene attraverso molti spunti: il risparmio del “suolo” rivitalizzando il patrimonio storico esistente e promuovendo appunto strutture ad alta densità abitativa dove vengono raggruppati funzioni lavorative e abitative creando così comunità localizzate in cui trasporti, lavoro, scuole e negozi siano collocati rispetto alla propria abitazione a distanze raggiungibili a piedi o in bicilcetta. Lavorando quindi anche sulle infrastrutture (trasporti, ecc.) Il 30 St Mary Axe conosciuto anche come The Gherkin (Il Cetriolino) oppure, facendo riferimento al proprietario (il gruppo assicurativo Swiss Re) come The Swiss Re Tower, Swiss Re Building o Swiss Re Centre Chesa Futura St. Moritz, Svizzera 2000-2002 Modello metodologico • “Chesa Futura”, espressione “romancia” per dire “Casa Futura” è’ una specie di “dirigibile” sinuoso la cui costruzione è frutto della collaborazione di una folta schiera di professionisti locali, inglesi e, perfino, statunitensi. • L’edificio per appartamenti è stato progettato unendo tecnologia all’avanguardia e tradizione antica. In fase di progettazione sono stati usati programmi avanzati di disegno tridimensionale cad per ottenere una forma molto innovativa. • La casa si pone come un possibile modello metodologico, applicabile anche in altri contesti, incentrato sull’impiego di risorse locali e sull’applicazione, anche in aree non metropolitane, di un principio centrale nella ricerca dell’architetto inglese, ovvero la densificazione abitativa, in chiave di risparmio energetico, con alti standard di qualità. Descrizione • Norman Foster ha creato un complesso residenziale unico nel suo genere destinato ad acquirenti esclusivi. • L’edificio è costituito da tre piani e due livelli sotterranei adibiti a parcheggio. • La sua forma arrotondata è una risposta alla conformazione del territorio ed alle condizioni climatiche locali. Permette di evitare un’apparenza massiccia e contemporaneamente di avere ampia vista panoramica sulla valle e sul lago di St. Moritz. • L'edificio è alto quasi 15 m ed ospita sei appartamenti, ognuno dei quali composto da 8 a 10 locali, completamente esposti al sole. • Gli appartamenti si raggruppano rispettivamente attorno ad uno dei due nuclei cilindrici rivestiti di calcestruzzo,nei quali si trovano i vani scale e ascensori. L'accesso ai due piani del parcheggio è sotterraneo, esattamente come tutti i locali tecnici. • Verso il lato sud gli appartamenti si aprono al sole con grandi vetrate e logge; qui si collocano gli ambienti di soggiorno; nella zona a nord è distribuita la zona notte; qui le finestre sono strette e profonde ispirate all’architettura tradizionale. Struttura • • La struttura è sollevata dal suolo ed appoggiata su otto pilotis in acciaio: fa parte della tradizione svizzera che le costruzioni in montagna siano staccate dal suolo, per ovviare al problema della neve che si deposita nei mesi invernali. La forma è stata perfezionata con un programma che unisce pianta e alzato del progetto per creare un volume tridimensionale. Le informazioni digitali ottenute sono state direttamente trasferite agli strumenti di taglio per la realizzazione dei modelli di studio e successivamente alle macchine con cui sono stati lavorati i componenti costruttivi in legno. Tecnica • • • Il telaio dell’edificio è costituito da una struttura di sostegno in acciaio e da travi in legno lamellare di 6 o 7 metri di lunghezza. Il “pacchetto” delle pareti esterne comprende le scandole, i listelli, la struttura curva lamellare, la camera d’aria con l’isolamento termico e la controparete in cartongesso. Le tegole in larice che formano la pelle esterna dell’edificio sono state lavorate dalle mani di artigiani che hanno un’esperienza derivata dalla tradizione nell’uso del legno lunga generazioni. Queste tegole provengono da alberi che si trovano alla stessa altitudine del sito dell’intervento e sono state tagliate durante l’inverno, quando il legno è secco e privo di linfa, in modo che non si restringano. Nel tempo cambieranno la propria colorazione ed appariranno come parte integrante del paesaggio. Tecnica • La copertura dell’edificio è in rame, anch’esso materiale di antica tradizione locale perché è sufficientemente malleabile per essere posato in opera anche quando la temperatura si abbassa. L’edificio è aperto all’ingresso della luce solare attraverso i balconi verso sud, mentre è chiuso a nord dove si affaccia sulle montagne ed è esposto ai venti freddi. Una maggiore inerzia termica dei tamponamenti su questo lato contribuiscono ad aumentarne l’isolamento. • La forma curva permette alle finestre di avvolgersi attorno alla facciata, proporzionando le viste panoramiche sul lago e sulle montagne circostanti. Linguaggio -tecnica • Con la Chesa Futura Norman Foster ha imposto nuovi standard: un'intelligente scelta di materiali, la precisione nella lavorazione, l'inalterabilità per lunghi decenni, l'integrazione nel contesto esistente e un linguaggio formale che deriva coerentemente da esigenze tecniche. Tutti requisiti che sono stati anche alla base della comunicazione integrale del progetto.