Le donne: presente e futuro dell`africa. Intervista a

II Parte - Approfondimento
Le donne: presente e futuro dell’africa.
Intervista a Elisa Kidané.
Elisa Kidané. Eritrea. Poetessa. Da sempre in prima linea nel rivendicare il grande
ruolo delle donne africane. In ogni settore della vita: dalla famiglia, all’economia,
alla politica, fino alla chiesa, ancora troppo legata a modelli maschilisti.
L’abbiamo incontrata. Ne è nata questa chiacchierata che vorremmo mettere
come preludio a questo canto alle donne africane.
Donna e mamma. Un nesso inscindibile in
Africa. Se ne sono accorti anche gli psicologi.
Tutti ci dicono che il rapporto tra mamma e
figlio deve essere strettissimo. Ma da che
mondo è mondo le nostre madri hanno con i
figli questo rapporto di pelle a pelle. Basti
vedere i bambini fino a 1-2 anni ancora
attaccati alla madre, che sa di dover avere
questo rapporto assolutamente naturale e
intimo col proprio figlio. Rapporto che
infonde sicurezza al figlio stesso. Si può dire
che l’immagine che unisce ogni meridiano e
ogni parallelo del nostro continente sia
proprio l’immagine della mamma che porta
addosso il proprio figlio. Quasi a dire: “Ho
tenuto in grembo una creatura per 9 mesi,
adesso non posso allontanarla da me, finché
non sarò sicura che sappia camminare con le
sue gambe”. Infatti dopo 2-3 anni quando la
mamma è sicura che il bambino è in grado di
andare per la sua strada, lo lascia andare.
Senza cedere a quel mammismo tipicamente
occidentale. Sa che ora può lasciarlo andare
per il mondo, proprio perché nei primi anni
della vita, attraverso il latte, l’affetto e questo
attaccamento corporeo, gli ha trasmesso tutti
quei valori che sono tipici della donna
africana. La capacità di resistenza e di
sofferenza ma soprattutto la capacità di
sognare un mondo migliore.
Elisa tu canti le donne. Soprattutto le
donne africane. Ma che hanno di
particolare queste donne? Hanno di
particolare la resistenza che le rende uniche.
Se l’Africa rimane in piedi e ha la capacità di
sopravvivere è proprio grazie a questo lavoro
silenzioso, nascosto ma nello stesso tempo
tenace, delle nostre donne. Donne che oltre a
portare nel cuore questo continente, se lo
portano sulle spalle. Questa è un’espressione
a cui sono affezionata, perché realmente le
donne si vedono ogni giorno camminare su
queste strade polverose e non polverose con
carichi di sopravvivenza sulla testa e sulle
spalle. Non ci sono stati in Africa, o
perlomeno non si sono conosciuti, movimenti
femministi che abbiano infiammato le piazze.
Il movimento femminista è stato portato
avanti silenziosamente, con grande sofferenza
ma anche con tanta tenacia. Io credo che
quelle africane siano le donne della vera
resistenza.
Qual è, a tuo avviso, il ruolo della donna
nella famiglia e nella società africana? Del
tessere. Del creare relazioni. Non attraverso
quel chiacchierare che può sembrare
tipicamente donnesco. Le donne africane
tessono la vita, le relazioni, tessono e
costruiscono quelle situazioni che riescono a
far sopravvivere la famiglia, il villaggio, il
paese. Una capacità questa che purtroppo non
è mai stata valorizzata. Adesso in molti
governi africani comincia ad esserci la
presenza di donne. Una sfida per tanti governi
spesso dittatoriali. Saranno loro anche questa
volta a fare in modo che il ruolo dei governi
non sia quello di schiacciare il popolo, ma di
salvarlo.
Le donne africane hanno un ruolo molto
forte anche nel commercio e nell’economia
in genere. Intanto riescono a non rendere
l’economia una cosa burocratica e noiosa. I
mercati dell’Africa, prevalentemente portati
avanti dalle donne, sono veramente un
tripudio di festa e di colori. Le donne hanno la
capacità di rendere l’economia non barbosa
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ma un elemento vivificante. Tante volte ho
sentito commenti sull’economia africana che
va alla deriva. Sappiamo ormai che essa che
sta in piedi grazie al lavoro sotterraneo delle
donne. Sono nate anche associazioni di
imprenditoria femminile, poco conosciute ma
che tengono in piedi gran parte dei mercati
dell’Africa in maniera molto spicciola e
concreta. Anche se non sono valutate in
nessuna Borsa del mondo. Ormai in Africa si
riconosce che il denaro in mano alle donne
frutta non solo per la famiglia ma per tutto il
villaggio. Le associazioni che vogliono fare
progetti in Africa, per prima cosa devono
chiamare le donne e possono essere certe che
con loro qualsiasi progetto andrà avanti,
perché le donne sanno che costituisce la
sopravvivenza per i loro figli. Peccato che
finora l’occidente non sia riuscito a cogliere
questa capacità imprenditoriale delle donne,
che sarà il futuro dell’Africa come è già stato
il presente e il passato.
religiose africane si impegnino in quei settori
che sono stati sempre coperti dai maschi.
Come lo studio della teologia o della Bibbia.
In questo modo potranno dare una mano
anche alle loro sorelle laiche ad esercitare
quel ruolo che spetta loro nella chiesa.
Nell’Africa dei conflitti le donne
continuano a tessere la pace. Ricordo che
durante la guerra di liberazione in Eritrea i
nostri patrioti dicevano che il ruolo della
donna nel campo di battaglia è determinante.
Ma le donne lavorano anche dopo i periodi di
conflitto. Per ricostruire le basi della pace. In
Etiopia ad esempio c’è un gruppo di
bravissime donne avvocatesse. In generale,
c’è un risveglio del ruolo della donna in
Africa non solo sui propri diritti individuali,
ma anche sui diritti delle proprie sorelle e
questo è meraviglioso. C’è ovunque una
fioritura di associazioni femminili che
lavorano per la pace. In tanti paesi africani ci
sono leggi contro le donne e so che ci sono
donne entrate in Parlamento che lavorano per
abbattere tali norme. Sarebbe da far conoscere
anche attraverso i mezzi di comunicazione il
lavoro sottile, lento ma bellissimo di queste
donne che stanno cercando di far rifiorire ciò
che merita.
Ma anche in Africa nella chiesa il ruolo
delle donne non è sufficientemente tenuto
in considerazione. Io spero che, anche
attraverso il prossimo sinodo africano, si
rifletta sulla situazione della donna perché è
l’ultimo baluardo ancora da abbattere. La
resistenza delle donne ha permesso loro in
tante parti dell’Africa di andare avanti. Fino a
poco tempo fa non esistevano catechiste, oggi
si sta cominciando a dare spazio a questa
figura nuova. Altre chiese, come quella
Protestante, sono più avanti di noi. Hanno
teologhe che interpretano la parola di Dio con
occhi e cuore di donna e stanno venendo fuori
delle riflessioni meravigliose. Nella chiesa
cattolica è tutto più difficile. Occorre che le
Cosa ne pensi dell’idea di dare il Premio
Nobel per la pace alle donne africane nel
loro insieme? Finalmente. Ci voleva. Io
penso che le donne dell’Africa meritino nel
loro insieme un premio per il lavoro che da
millenni portano avanti. Se il nostro
continente oggi è ancora vivo è perché le
donne lo sorreggono nel cuore e sulle spalle.
Speriamo di raggiungere questo obiettivo.
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