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Le apparizioni mariane / 1
Riflessione mariana
Parte prima
Le apparizioni sono un fenomeno sempre attuale nella storia della
Chiesa, già la Sacra Scrittura di fatto attesta molte apparizioni, se poi
noi, rileggendo la storia della Chiesa, dal tempo patristico a oggi,
diventa praticamente impossibile calcolare il numero delle apparizioni
documentate, anche se queste a loro volta possono essere
variamente discusse e valutate. Indubbiamente, alcune di esse
abbiamo avuto un peso determinante nella storia della Chiesa, basti
pensare alle apparizioni di Paray-le-Monial (santa Margherita
Alacoque – Sacro Cuore) e di Lourdes (santa Bernadetta Soubirous),
o nella vita spirituale di una persona, come è il caso di santa Gemma
Galgani a Lucca).
Le apparizioni che interessano il nostro corso sono quelle relative alla
Madre di Dio, la prima delle quali secondo una tradizione spagnola
risalirebbe a quando Maria era ancora in vita. La Madonna del Pilar,
statua che si venera a Saragozza, richiama appunto l’ apparizione
della Vergine, ancora vivente, su una colonna a san Giacomo. Una
seconda apparizione, sempre secondo la tradizione, risalirebbe al
periodo successivo alla sua morte, o più esattamente alla sua
assunzione in cielo con il corpo: gli apostoli riuniti ad Efeso,
imploravano l’ aiuto della Vergine, questa sarebbe loro apparsa
radiosa di luce promettendo che mai li avrebbe abbandonati.
Secondo alcuni calcoli, da allora le apparizioni documentate della
Madonna sono circa un migliaio: la Vergine Santa. Da questi
documenti emergono due dati che ci invano a riflettere:
- la Vergine è apparsa all’ uomo di tutti i tempi e in tutti i luoghi;
- a partire dal secolo XIX le apparizioni mariane hanno avuto una
notevole crescita.
È soprattutto quest’ ultimo dato che ci invita ad un approfondimento
della tematica in questione.
L’ apparizione un problema sempre attuale
Prima iniziare ad affrontare il tema apparizione nella sua
problematicità ed ermeneutica, penso sia giunto presentare
brevemente l’ atteggiamento che la Chiesa ha da sempre adottato di
fronte a questo fenomeno, un atteggiamento segnato dalla massima
prudenza e dal dubbio sistematico, comportamento comprensibile e
doveroso, perché non è facile accettare che la Madre di Dio si
manifesti a comuni mortali, affidando loro messaggi.
Tuttavia nel tempo l’ autorità della Chiesa, ha riconosciuto,
approvandone il culto, alcune di queste numerose apparizioni, queste
sono una decina, altre poi sono state riconosciute a livello locale dai
vescovi. Ogni decisione è stata presa dopo un’ attenta analisi sia dei
fatti, sia dell’ imponente fenomenologia che spesso l’ evento
apparizione porta con se.
Inoltre, non va dimenticato che la Vergine, nel suo manifestarsi, non
usa canoni stereotipi, ma utilizza una fenomenologia diversa e
particolarissima, basti pensare a statue o immagini che hanno pianto
lacrime (Siracusa), anche di sangue (Civitavecchia, e prima ancora il
fenomeno accaduto a Lazise). In un caso ancora attuale a Damasco,
sull’ immagine della Vergine appare olio.
Dopo questa premessa ci possiamo chiedere, cosa si intende per
apparizione? Si intende la manifestazione visibile di un essere la cui
vista in quel luogo o in quel momento è inconsueta e inspiegabile
tenendo conto dello sviluppo naturale delle cose, per questo al termine
apparizione si sostituisce quello di visione. L’ ambito psicofisico in cui
generalmente si manifesta viene definito estasi, stato che subentra in
modo repentino e indipendente dalla volontà del veggente, il quale per
tutta la durata del fenomeno risulta totalmente estraneo al mondo che
lo circonda, pur tuttavia rimando presente e perfettamente desto a
tutto ciò che appare al suo occhio interiore.
La Chiesa quando parla di questo fenomeno utilizzando un linguaggio
più specifico parla di rivelazioni private o particolari. Private, perché
come attesta nel documento del Vaticano II Dei Verbum, con il rivelarsi
di Cristo si è conclusa la manifestazione pubblica di Dio, infatti, Cristo
è l’ ultima parola di Dio all’ umanità. Tuttavia consapevole di quale
terreno minato sia questo ambito, la Chiesa anche quando ha
approvato ufficialmente un’ apparizione non ha mai applicato al
giudizio che dava il principio dell’ infallibilità, essa si limita solo a
sottolineare i motivi per cui ritiene poter dar ascolto alle parole del
veggente, o dei veggenti, invita i fedeli a credervi, senza tuttavia farne
obbligo a nessuno, cioè non ne fa un articolo di fede.
Questo modo di procedere è stato codificato da papa Benedetto XIV
(1740-1758) nel suo De Servorum Dei Beatificatione, nel capitolo 32
del secondo libro si legge: «Portiamo a conoscenza che
l’ autorizzazione data dalla Chiesa ad una rivelazione privata non è
altro che il consenso accordato dopo un attento esame, affinché
questa rivelazione sia conosciuta per l’ edificazione e il bene dei
fedeli. A queste rivelazioni, anche se approvate dalla Chiesa, non si
deve accordare un assenso di fede cattolica. Occorre, secondo le
regole della prudenza, dare loro l’ assenso della fede umana, in
quanto siffatte rivelazioni sono probabili e piamente credibili. Si può
dunque rifiutare il proprio assenso a dette rivelazioni, e non prenderle
in considerazione, purché lo si faccia con l’ opportuno riserbo, per
delle buone ragioni e senza sentimenti di disprezzo». A queste norme
la Chiesa si è sempre attenuta.
Dopo questa premessa iniziamo ad approfondire il tema.
L’ apparizione si inserisce nell’ ambito della rivelazione, e più
specificatamente nell’ ambito della rivelazione privata. Il termine
privato, si usa quando si intende riferirsi a rivelazioni che sono in
opposizione a quella pubblica . Questa specifica non è legata
all’ autorità rivelante, quanto al grado di certezza, del fine e della
destinazione, perché a differenza di quella pubblica, nelle rivelazioni
private non c’ è certezza circa la loro origine divina e il loro fine non è
la salvezza dell’ uomo come tale. Ciò perché la destinazione, pur
essendo rivolta alla Chiesa, non sfugge all’ ambito cronologico, che la
lega a una certa epoca, rischiando così di renderla superflua in
un’ altra.
Inoltre, alla Rivelazione pubblica è dovuta l’ obbedienza della fede,
«con la quale l’ uomo si abbandona tutto a Dio liberamente, prestando
“ il pieno ossequio dell’ intelletto e della volontà a Dio che rivela” »
(DV 5, il testo riporta una citazione dalla Dei Filius). Mentre alla
rivelazione privata «va concessa quella forma di adesione dipendente
dalle prove arrecate e dall’ esercizio del proprio senso critico:
un’ adesione, tuttavia, analoga a quella che si dà alle certezze morali,
distinta da quella data all’ evidenza scientifica».
Ciò che caratterizza la rivelazione privata è l’ orientamento pratico e
concreto finalizzato a promuovere o sostenere l’ incremento della vita
d’ ascesi e d’ interiorità, tuttavia per poter operare in questa
direzione, la rivelazione privata deve mettere in luce un aspetto
particolare delle Rivelazione pubblica, rendendolo più chiaro e
sviscerandone la forza di carità. Nesso che, ad esempio, emerge tra la
teologia biblica della misericordia e dell’ amore che Dio ha
manifestato agli uomini in Gesù Cristo e la devozione al Sacro Cuore;
quest’ ultima si può considerare espressione storica di quella teologia.
Così pure c’ è un filo logico che unisce la mariologia legate alle grandi
apparizioni come Lourdes e l’ intensa pratica sacramentale,
osservabile nei santuari mariani. Questo legame tra Rivelazione
pubblica e rivelazione privata è possibile solo quando quest’ ultima è
autentica, per cui la Chiesa ha fissato alcune regole per discernere
l’ autenticità delle rivelazioni private.
p. Gino Alberto Faccioli, “ Santa Maria di Monte Berico”
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