ESERCITAZIONE 1 Valutazione dei consumi globali di energia e delle emissioni di un sistema Il sistema a cui faremo generalmente riferimento in questo corso sarà uno stabilimento di azienda manifatturiera, ma tutte le considerazioni e le metodologie possono essere applicate con le opportune modifiche a qualsiasi altro sistema che utilizzi energia: un’azienda di servizi, un ospedale, un Comune, un edificio residenziale, una centrale termoelettrica, ecc. Una delle prime cose che devono essere fatte quando si voglia iniziare ad occuparsi di gestione dell’energia è quantificare l’entità dei consumi energetici. Uno stabilimento può utilizzare energie di tipo diverso (energia elettrica, combustibili di vario genere, fluidi termovettori acquistati all’esterno: es. stabilimento allacciato ad una rete di teleriscaldamento), espresse in unità di misura diverse. FIGURA 1. L’azienda e il sistema Paese σ’ σ (QHUJLDHOHWWULFD $]LHQGD )OXLGL WHUPRYHWWRUL Cee 3HUGLWHSHU 3HUGLWHSHU WUDVSRUWR WUDVSRUWR WUDVIRUPD]LRQL WUDVIRUPD]LRQL &HQWUDOLGL JHQHUD]LRQH &RPEXVWLELOL 3HUGLWHSHU 3HUGLWHSHU JHQHUD]LRQH JHQHUD]LRQH WUDVSRUWR WUDVSRUWR 3HUGLWHSHU 3HUGLWHSHU WUDVIRUPD]LRQL WUDVIRUPD]LRQL WUDVSRUWR WUDVSRUWR C’ Gestione dei Sistemi Energetici - Esercitazioni 1 Valutazione dei consumi globali di energia e delle emissioni di un sistema Come valutare i consumi globali, cumulando quelli relativi alle diverse forme di energia? Occorre convertire i vari consumi energetici in unità di misura omogenee e poi sommarli. Tipicamente si utilizzano le tonnellate di petrolio equivalenti. Le tonnellate equivalenti di petrolio sono una grandezza con una doppia natura: a rigore sono una massa (1 tep = 1000 kg di petrolio), ma possono anche essere visti come energia (1 tep ↔ energia sviluppata dalla combustione di 1 tonnellata di petrolio), passando attraverso il potere calorifico convenzionale del petrolio: H i, p = 41860 kJ ⁄ kg . L’energia sviluppata dalla combustione di 1 t di petrolio vale quindi 41.86 GJ. Per valutare i propri consumi, l’azienda ha due possibilità: • riferirsi al volume di controllo racchiuso da σ , che delimita i confini dello stabilimento; • riferirsi al volume di controllo racchiuso da σ’ , che delimita i confini del sistema Paese (es: l’Italia). Mentre nel primo caso si valutano i cosiddetti consumi finali di energia, nel secondo si valutano i consumi di energia primaria, cioè la somma dei consumi finali (che sono i consumi veri e propri dello stabilimento) più tutti i consumi di energia dovuti alle perdite imputabili a processi di trasformazione e al trasporto. Quest’ultimo modo di valutazione dei consumi è quello prescritto in Italia dalla legge n. 10/91 “Norme per l’attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”. L’art. 19 prevede che tutti i consumatori di energia, sia privati che pubblici, che superino una certa soglia di consumo annuo (calcolato in tep e in termini di energia primaria) debbano nominare un tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (anche chiamato energy manager1), il cui nominativo deve essere comunicato al Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, oggi Ministero delle Attività produttive. Le soglie sono in realtà due: • 10000 tep/anno per i soggetti del settore industriale; • 1000 tep/anno per i soggetti di tutti gli altri settori: civile, terziario, dei trasporti. L’energy manager, che può essere un dipendente oppure un consulente esterno, deve associare alla conoscenza dei processi la conoscenza dell’aspetto energia. I suoi compiti principali sono: • predisporre bilanci energetici (conoscere i consumi, conoscere i contratti di acquisto, conoscere le utenze energetiche, ecc.); • individuare azioni, interventi, procedure per promuovere l’uso efficiente dell’energia all’interno della propria struttura. I responsabili per l’uso razionale dell’energia in Italia nel 2003 erano circa 2.500 (fonte: F.I.R.E., Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia). Metodologia per il calcolo dei consumi energetici, secondo la circolare M.I.C.A. n. 219/f (1992). La circolare del M.I.C.A. del 2 marzo 1992 n. 219/f contiene alcune note esplicative sulla metodologia di valutazione dei consumi energetici ai fini dell’eventuale nomina dell’energy manager, secondo quanto prescritto dalla L. 10/91. 1. In realtà, la figura dell'energy manager nasce nel mondo anglosassone ai tempi della prima crisi petrolifera del 1973, e in Italia con l’art. 22 della legge n. 308/82: si prevedeva che tutte le imprese con più di 1000 dipendenti e con consumo riferito all'anno precedente superiore a 10000 tep comunicassero ogni anno al Ministero dell'Industria il nome del funzionario responsabile per la conservazione dell’energia; la legge non dava indicazione né di ruolo né di incarichi e rimase sostanzialmente inapplicata. 2 Gestione dei Sistemi Energetici - Esercitazioni a) La valutazione dei consumi va riferita all’energia consumata per la produzione di beni (semilavorati, manufatti ecc.) o per la prestazione di servizi (trasporto di persone o merci, illuminazione, climatizzazione ambienti, fornitura di energia elettrica, ecc.), indipendentemente dal fatto che detti beni e servizi vengano utilizzati in proprio o destinati a terzi. Tale valutazione va riferita ai consumi globali del soggetto, cumulando quelli relativi alle diverse fonti ed ai diversi usi. b) La valutazione dei consumi va effettuata in termini di energia primaria ed espressa in tep. c) Per i combustibili (combustibili fossili, prodotti derivati da rifiuti organici ed inorganici o da scarti di lavorazione, ecc.) il calcolo dei tep va effettuato tenendo conto del loro potere calorifico inferiore. La quantità di petrolio m p in grado di generare la stessa quantità di energia generata dal consumo di una certa quantità di combustibile m avente potere calorifico inferiore H i (valore da richiedere al fornitore) è pari a: m⋅H m p = --------------i H i, p (1.1) dove H i, p è il potere calorifico inferiore del petrolio. In mancanza di dati precisi sui prodotti combustibili utilizzati, si possono adottare le equivalenze indicative riportate nella tabella che segue. Essa prende in considerazione soltanto alcuni prodotti combustibili; le equivalenze sono state ottenute utilizzando l’equazione (1.1) e valori convenzionali dei poteri calorifici inferiori H i . FIGURA 2. EQUIVALENTI ENERGETICI DI ALCUNI PRODOTTI COMBUSTIBILI (da circolare del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato del 2 marzo 1992, n. 219/f) Prodotto Gasolio Olio combustibile Gas di petrolio liquefatti (GPL) Benzine Carbon fossile Carbone di legna Antracite e prodotti antracinosi Legna da ardere Lignite Gas naturale Equivalenza 1 t <--> 1.08 tep 1 t <--> 0.98 tep 1 t <--> 1.10 tep 1 t <--> 1.20 tep 1 t <--> 0.74 tep 1 t <--> 0.75 tep 1 t <--> 0.70 tep 1 t <--> 0.45 tep 1 t <--> 0.25 tep 1000 Nm3 <--> 0.82 tep 3 o N.B. Condizioni normali ( Nm ): riferite a t = 0 C , p = 1 atm . 3 o Condizioni standard ( Sm ): riferite a t = 15 C , p = 1 atm . 3 1 Sm = 1.055 Nm 3 d) L’energia elettrica viene valorizzata secondo la tabella seguente, a seconda che la tensione di fornitura sia AT o MT, oppure BT2. EQUIVALENZA TRA ENERGIA ELETTRICA E TEP (da circolare del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato del 2 marzo 1992, n. 219/f) FIGURA 3. Tensione di fornitura dell’energia elettrica AT o MT BT Equivalenza 1 MWh <--> 0.23 tep 1 MWh <--> 0.25 tep 2. BT: fino a 1000 V. MT: da 1 kV a 35 kV. AT: oltre 35 kV. Gestione dei Sistemi Energetici - Esercitazioni 3 Valutazione dei consumi globali di energia e delle emissioni di un sistema e) Per i fluidi termovettori, i tep devono essere valutati mediante la relazione: m ⋅ ∆h m p = 1.2 ⋅ --------------H i, p (1.2) dove: m p e H i, p sono le grandezze di cui all’equazione (1.1) m = massa di fluido termovettore consumata ∆h = variazione di entalpia del fluido termovettore 1.2 = fattore correttivo (adimensionale) che tiene conto in modo convenzionale del rendimento di produzione e distribuzione dell'energia termica. NB. Poiché m ⋅ ∆h è l’effetto utile (calore ceduto dal fluido termovettore all’utenza) e m p ⋅ H i, p è la spesa necessaria, si ha che il rendimento convenzionale di produzione e distribuzione dell'energia termica implicito nell’equazione (1.2) vale: m ⋅ ∆h 1 η = --------------------- = ------- = 0.833 1.2 m p ⋅ H i, p f) Per le fonti rinnovabili si adottano i criteri di conversione validi per l'energia elettrica, qualora sia prodotto tale vettore (es. fotovoltaico, idraulico, eolico), o quelle della formula valida per i fluidi termovettori, se il vettore prodotto è energia termica (es. solare termico o geotermia per usi termici). Osservazione) Utilizzando i dati della figura 3 si può ricavare il rendimento medio del sistema elettrico nazionale sottinteso in tali equivalenze: C ee η sist, el = ------C’ (1.3) dove C ee è il consumo finale di energia elettrica e C’ e la quantità di energia primaria che è necessario consumare affinché la quantità C ee possa essere prodotta e resa disponibile all’utilizzatore. Per come è definito, η sist, el tiene conto di: • rendimento medio di generazione; • • • • • • perdite di trasformazione MT/AT3; perdite di trasporto sulla rete di trasporto AT (rete di trasmissione); perdite di trasformazione AT/MT; perdite di trasporto sulla rete di trasporto MT (rete di distribuzione MT); perdite di trasformazione MT/BT; perdite di trasporto sulla rete di trasporto BT (rete di distribuzione BT). Nel caso di fornitura in BT, l’equivalenza tra MWh e tep è più favorevole rispetto al caso di fornitura MT o AT perché sul sistema elettrico nazionale non gravano le perdite dovute alle ultime due cause (gravano sull’utente). 3. Normalmente la generazione avviene in MT, poi l’energia elettrica viene trasformata in AT per l’immissione nella rete di trasmissione. 4 Gestione dei Sistemi Energetici - Esercitazioni Contabilizzazione delle emissioni di gas ad effetto serra. L’anidride carbonica (CO2) non è il solo gas che provoca l’effetto serra in atmosfera: anche altri gas hanno effetti simili, spesso molto più dannosi, ma, per fortuna, non vengono emessi in quantità elevatissime come nel caso della CO2, che viene prodotta in tutti i processi di combustione. I principali altri gas ad effetto serra sono il metano, il protossido di azoto, l’esafluoruro di zolfo, i gas refrigeranti (clorofluorocarburi CFC, idroclorofluorocarburi HCFC, idrofluorocarburi HFC, ecc.) La comunità scientifica internazionale ha valutato la capacità di ciascuno di essi di contribuire all’effetto serra rapportandola a quella del più importante, che è l’anidride carbonica. Per tenere conto anche di questi gas si è soliti considerarli in termini di CO2 equivalente. Un’azienda può dunque valutare le proprie emissioni di gas serra in termini di CO2 equivalente secondo opportuni coefficienti di conversione: gli indici GWP (Global Warming Potential). Gli indici GWP utilizzati in ambito nazionale ed internazionale sono quelli proposti dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), un’istituzione fondata nel 1988 dall’ONU (in particolare dall’UNED, United Nations Environment Programme) e dal World Meteorological Organization (WMO) con lo scopo di studiare i problemi legati ai potenziali cambiamenti climatici su scala mondiale. E’ stato assunto pari a 1 il potenziale di effetto serra di 1 kg di CO2 per un certo periodo. Sono stati scelti tre orizzonti temporali di riferimento (20, 100 e 500 anni). In effetti la diversa azione di un gas serra rispetto all'anidride carbonica dipende dal periodo in anni che si considera e questo perché i composti riescono ad essere distrutti naturalmente ad opera della radiazione elettromagnetica ultravioletta con tempi diversi legati soprattutto alla loro struttura chimica. Il riferimento più frequente è quello a 100 anni (GWP100). FIGURA 4. Global Warming Potentials (Fonte: IPCC Third Assessment Report Climate Change 2001: The Scientific Basis, Cambridge, UK, Cambridge University Press, 2001) Gas Denominazione CO2 Biossido di carbonio CH4 Metano N2O Protossido di azoto SF6 GWP20 GWP100 GWP500 1 1 1 62 23 7 275 296 156 Esafluoruro di zolfo 15100 22200 32400 CFC-12 R12 10200 10600 5200 HFC-134a R134a 3300 1300 400 HCFC-22 R22 4800 1700 540 ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... Gestione dei Sistemi Energetici - Esercitazioni 5 Valutazione dei consumi globali di energia e delle emissioni di un sistema DIPARTIMENTO DI ENERGETICA - POLITECNICO DI TORINO ESERCITAZIONE N. 1 DI GESTIONE DEI SISTEMI ENERGETICI 1. L’azienda XYZ ha acquistato, nell’anno 2000, i quantitativi di energia elettrica e di gas naturale riportati nella tabella seguente. Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic ENERGIA ELETTRICA media tensione GAS NATURALE caldaie Consumi (kWh) Consumi (Sm ) Consumi (Sm ) 183150 227610 273690 215370 261990 266040 279270 120456 252000 256518 264918 207858 40758 32849 22172 10500 0 0 0 0 0 1230 24414 31639 1294 1532 1161 1278 781 984 940 499 911 1760 798 1420 3 GAS NATURALE mensa 3 a) Calcolare il consumo di energia primaria (secondo la L. 10/91) dell’azienda nell’anno considerato, conoscendo: • potere calorifico inferiore del gas naturale Hi, gn = 47450 kJ ⁄ kg ; • densità del gas naturale ρ gn = 0.76 kg ⁄ Sm 3 . b) Sapendo che l’azienda XYZ opera nel settore metalmeccanico, dire se è tenuta per legge alla nomina del responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia. c) A quanto ammontano i consumi finali di energia dell’azienda (espressi in tep) nel 2000? A cosa è dovuta la differenza tra consumi di energia primaria e consumi finali? [a) 798.4 tep , b) no, c) 394 tep ] 2. I consumi di energia primaria dell’azienda ABC in un anno sono stati pari a 500 tep , così ripartiti: • 75% energia elettrica BT; • 20% gas naturale per riscaldamento; • 5% gasolio per autotrazione. Con riferimento alla Figura 2 e alla Figura 3, determinare: a) il consumo di energia elettrica; 3 b) il consumo di gas naturale, espresso in Sm ; c) il consumo di gasolio; d) calcolare il rendimento medio di generazione, trasporto e trasformazione dell’energia elettrica che è implicito nell’equivalenza indicata dal Ministero, sia per le forniture in MT (o AT) che per quelle in BT. 3 [a) 1500 MWh , b) 115593.6 Sm , c) 23148 kg , d) η MT = 0.3739 , η BT = 0.3440 ] 6 Gestione dei Sistemi Energetici - Esercitazioni Un’azienda acquista l’energia termica di cui ha bisogno per il riscaldamento degli ambienti ( 1.5 GWh ⁄ anno ) dalla vicina centrale di teleriscaldamento; per l’elet- 3. tricità (fabbisogno: 2.5 GWh ⁄ anno ) si rivolge ad un’azienda confinante che possiede un impianto per la produzione di energia elettrica MT. Altri dati: • la centrale di teleriscaldamento è costituita da caldaie a biomassa 3 ( H i, bio = 3.5 kWh ⁄ kg , ρ bio = 350 kg ⁄ m ) con rendimento medio stagionale dell’80%; • l’impianto per la generazione dell’energia elettrica è a gas naturale 3 ( H i, gn = 34123 kJ ⁄ Nm ), con rendimento medio del 35% Calcolare il consumo annuo di energia primaria espresso in tep, secondo la L. 10/ 91. [ 729.8 tep ] 4. Calcolare i chilogrammi di CO2 emessi durante la combustione completa rispettivamente di: a) 1 litro di benzina; b) 1 litro di gasolio; c) 1 metro cubo standard di gas naturale. kJ Potere calorifico inferiore ⎛ ------⎞ ⎝ kg⎠ Combustibile Formula bruta Densità Benzina C y H 1.87y kg 0.75 -----l 44000 Gasolio C y H 1.8y kg 0.81 -----l 43200 Gas naturale C y H 3.8y N 0.1y kg 0.76 ---------3Sm 45000 d) A quanto ammontano le emissioni di CO2 per unità di energia sviluppata in ciascuno dei tre casi? g g g [a) 2.38 kg , b) 2.58 kg , c) 1.94 kg , d) 72 -------- , 74 -------- , 57 -------- ] MJ 5. MJ MJ La tabella che segue è un estratto del Rapporto Ambientale 2003 dell’azienda AEM Milano, riguardante le emissioni in atmosfera4. Tipologia di emissione Unità di misura Valore CO2 t 1089243 NOx t 652 CO t 30 Gas naturale migliaia Nm3 17364 SF6 kg 184 R22 kg 32 Gestione dei Sistemi Energetici - Esercitazioni 7 Valutazione dei consumi globali di energia e delle emissioni di un sistema Le prime tre sostanze derivano dai processi di conversione dell’energia che hanno luogo nelle sue centrali termoelettriche, mentre le emissioni di gas naturale sono imputabili a perdite durante il processo di distribuzione del gas, quelle di esafluoruro di zolfo a perdite in quadri ed interruttori elettrici, quelle di R22 a perdite negli impianti di raffreddamento che servono processi/fabbricati. Calcolare le emissioni di CO2 equivalente, usando i fattori di conversione a 100 anni proposti dall’Intergovernmental Panel on Climate Change. Altri dati: approssimare il gas naturale a metano, densità del metano kg ρ = 0.7174 ----------3- . Nm Di seguito sono riportati i Global Warming Potential a 100 anni delle sostanze interessate. Tipologia di emissione GWP100 CO2 1 NOx - CO - CH4 23 SF6 22200 R22 1700 [1.38 milioni t CO2 eq.] 4. Fonte: http://www.aem.it/home/cms/ambiente/ambiente_qualita_sicurezza/ rapporto_ambientale/anno_2003/includes/Pagine8_ambientale2003.pdf 8 Gestione dei Sistemi Energetici - Esercitazioni