ES RIVISTA DI ECONOMIA E MARKETING SULLA FILIERA DEI BENI DI CONSUMO PRODOTTI ITTICI Dal mare allo scaffale La grande distribuzione punta sul pesce: ormai quasi tutti gli ipermercati hanno un banco pescheria dove le vendite hanno già raggiunto il 67% del venduto su base nazionale, mentre i consumi continuano a crescere. dal n. 5/08 articolo offerto da: www.sealedair-emea.com TR AT T I www.largoconsumo.info articolo offerto da: DISTRIBUZIONE www.sealedair-emea.com RIVISTA DI ECONOMIA E MARKETING SULLA FILIERA DEI BENI DI CONSUMO estratto dal n. 5/2008 Dal mare allo scaffale La grande distribuzione punta sul pesce: ormai quasi tutti gli ipermercati hanno un banco pescheria dove le vendite hanno già raggiunto il 67% del venduto su base nazionale, mentre i consumi continuano a crescere. di Gabr iele Ch io di* Per uno sguardo allargato sugli argomenti affrontati in questo articolo, vi segnaliamo i seguenti Percorsi di Lettura: PL-0207-008 (Conserve ittiche) www.largoconsumo.info/percorsi indubbio che l’avvento e lo sviluppo della grande distribuzione organizzata in Italia abbia creato una rivoluzione nelle abitudini d’acquisto dei consumatori: è stato un vero e proprio “fenomeno sociologico e culturale” che ha stravolto la vita delle città e modificato lo stile di vita e il tessuto sociale ed economico delle province italiane. Il processo innovativo è stato favorito dalle pubbliche amministrazioni, seguendo un preciso indirizzo di politica economica e distributiva dello Stato italiano teso a ridurre i processi inflazionistici e a modernizzare la distribuzione. L’adeguamento agli standard europei di distribuzione commerciale delle grosse insegne presenti in Italia e la progressiva penetrazione di grossi gruppi europei, specialmente francesi, ha generato, dall’inizio degli anni Novanta, una crescita di centri commerciali e di ipermercati, con una conseguente moria di piccoli esercizi commerciali; essi si sono ubicati dapprima nelle regioni del Nord per spostarsi progressivamente anche nel Centro e Sud Italia. È sia in termini di immagine. È stata l’occasione per rinnovare un settore che soffriva di rendite di posizione e metodi di commercializzazione obsoleti, non al passo con i tempi. Il mercato era in mano a grossisti e piccoli dettaglianti, pescherie e commercianti ambulanti, i quali spesso abusavano del loro potere a danno dei pescatori che spesso non potevano fare a meno di passare per determinati canali, con scarsa soddisfazione economica. Inoltre, la costante riduzione del pescato nei mari prospicienti la Penisola ha causato un forte aumento delle importazioni dei prodotti ittici freschi provenienti da tutto il mondo: dal salmone norvegese alle sogliole olandesi, dal pesce persico del Lago Vittoria ai pesci pregiati dell’Oceano Indiano, senza dimenticare il forte aumento dei prodotti ittici allevati come spigole, orate e trote. Ormai, con i moderni mezzi di trasporto e comunicazione, é possibile avere sui banchi pescheria dei punti di vendita all’interno degli ipermercati pesce fresco proveniente da tutto il mondo, con una varietà e un livello di servizio sino a oggi sconosciuti e poco praticati dai commercianti tradizionali, i quali continuavano ad offrire le solite varietà di prodotti locali, con molta discontinuità e basso livello di servizio. Senza contare che all’interno dei punti di vendita de- Anche la distribuzione e il consumo dei prodotti ittici hanno risentito delle nuove formule commerciali e distributive: quasi tutti gli ipermercati hanno previsto al loro interno un banco pescheria, un vero e proprio “valore aggiunto” per i punti di vendita, sia in termini di marginalità Foto: Archivio Largo Consumo GUSTO E SALUTE LARGO CONSUMO n. 5/2008 © Editoriale Largo Consumo gli ipermercati i prodotti vengono puliti, eviscerati, preparati e addirittura conditi o precotti, seguendo attente politiche di marketing che i capi reparto adottano seguendo le strategie decise a monte dalle insegne più importanti, le quali colgono nei prodotti ittici un’ottima opportunità di crescita e sviluppo dei reparti di prodotti freschi in generale. In alcuni punti di vendita l’incidenza sul fatturato del banco pescheria arriva anche al 3% con punte di marginalità sulle vendite che possono superare anche il 25%: numeri importanti che giustificano appieno l’attenzione delle insegne più importanti nei confronti dei prodotti ittici in generale. Da tempo, infatti, nel settore ittico si ricercavano nuove strategie di marketing e di come riuscire a trasmettere la giusta qualità dei prodotti, a innovare, adottando nuove tecniche con il preciso intento di far crescere il settore dei prodotti ittici in generale. Il mercato del pesce richiede l’ausilio di tecniche commerciali specifiche e, in momenti di cambiamento come quello che stiamo vivendo, risulta fondamentale studiare le scelte d’acquisto dei consumatori dell’epoca moderna. Esse sono influenzate da molteplici fattori quali: il livello culturale medio dei consumatori; nuovi stili di vita e mutate abitudini di consumo; nuove motivazioni d’acquisto; una nuova sensibilità nei confronti dell’ambiente, dell’ecologia e del salutismo. E proprio sul salutismo, la genuinità, la facilità di preparazione e di consumo si sono concentrate le azioni promozionali all’interno dei punti vendita della gdo; al giorno d’oggi, sulla base delle analisi effettuate dal Censis e da Euriskos il problema ambientale e la difesa della salute legata alla qualità della vita sono diventati una priorità per i consumatori del terzo millennio i quali richiedono per sé e per i propri cari prodotti sani e di provenienza garantita. L’ambiente marino ha suscitato da sempre un’immagine di purezza e salute. Il pesce per antonomasia è buono e fa bene: chi non ricorda, per esempio, che durante i periodi di svezzamento dei bambini i medici consigliavano un’alimentazione a base di pesce bianco (la classica sogliola nostrana) che contiene acidi grassi essenziali utili allo sviluppo delle cellule del sistema nervoso. “Nutriti di salute!”: è’ questo uno ÐE 2 www.largoconsumo.info articolo offerto da: DISTRIBUZIONE www.sealedair-emea.com RIVISTA DI ECONOMIA E MARKETING SULLA FILIERA DEI BENI DI CONSUMO estratto dal n. 5/2008 Focus Un incontro a Packforu m s u l pa c k e i l m a rk e ti n g dei prodotti ittici S ealed Air Cryovac è leader mondiale nelle soluzioni di packaging per molti mercati alimentari, tra i quali quello ittico, in costante crescita e quindi portatore di sempre nuove esigenze. Questo mercato si è sviluppato rapidamente, da un punto di vista quantitativo, ed è cambiato per quanto riguarda le esigenze di gusto, praticità, costanza di qualità, tracciabilità e sicurezza. L’industria europea dei prodotti ittici è di tipo tradizionale: si vanno ampliando, però, le attività degli allevamenti che garantiscono sicurezza e volume dei prodotti. In questo contesto, la grande distribuzione svolge una funzione sempre più importante aggiudicandosi, a seconda dei Paesi, dal 50 al 70% del fatturato. Anche il settore del self-service è in rapido sviluppo. C o m e v e n d e re al meglio il pesce In Europa, il confezionamento del pesce nei locali interni dei supermercati è limitato per legge, se non espressamente vietato, per ragioni di salute e sicurezza alimentare. Il confezionamento centralizzato è quindi la scelta del futuro. CaseReady è una risposta dinamica alla forte situazione di concorrenza che domina il mercato perché contribuisce a modernizzare la distribuzione, riduce i costi della logistica, mette i prodotti a disposizione di nuovi consumatori e incrementa i ricavi di tutti gli operatori del settore. I materiali impiegati nel confezionamento assolvono a importanti funzioni, per quanto riguarda la protezione, il marketing e il merchandising, ma anche per la cottura dei prodotti. Per analizzare la situazione e gli sviluppi di questo performante mercato, mettendo a confronto alcuni protagonisti, il 9 e 10 aprile scorsi Sealed Air Cryovac ha organizzato a Packforum, il Centro espositivo permanente per i propri clienti sito a Roissy Charles De Gaulle, nei pressi di Parigi, il secondo evento sul confezionamento e il marketing dei prodotti ittici. Il programma dell’incontro – introdotto da Luc Sauban, Case Ready European Marketing Manager, Cryovac Food – prevedeva due giornate di studio, con relazioni di esperti di industrie leader nel confezionamento dei prodotti ittici, una serie di workshop e una visita a un grande supermdercato francese. Per il folto gruppo di partecipanti, la “due giorni” parigina è stata pertanto l’occasione di conoscere le soluzioni di confezionamento Cryovac e di entrare in contatto con esponenti di punta dell’industria alimentare. Cryovac Packaging e Cryovac Food Solutions, sono unità di business di Sealed Air e leader nei materiali innovativi di packaging rigidi e flessibili, nonché nei sistemi e servizi di un’ampia gamma di applicazioni alimentari. Con oltre 3.000 dipendenti nella regione, Sealed Air Cryovac Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) dispone di impianti di produzione situati in Francia, Germania, Uk, Spagna, Russia, Polonia, Ungheria, Sudafrica, Botswana e Italia, che è anche sede del Sealed Air Cryovac EMEA Packaging Technical Center. Sealed Air srl Cryovac Food Solutions – Cryovac Packaging Via Trento, 7 – 20017 Passirana di Rho (Mi) Tel. 02.9332415 – Fax 02.9332382 – www.sealedair-emea.com Largo Consumo 5/2008 Comunicazione d’impresa © Editoriale Largo Consumo srl © Editoriale Largo Consumo dei nuovi slogan coniati dagli operatori del settore. Per tali motivi il mercato diventerà sempre più blu, proprio perché sarà possibile catalizzare nei confronti del mare e dei prodotti che da esso derivano un’attitudine diversa da parte dei clienti che riscoprono stimoli di consumo, legati anche ad antiche abitudini alimentari che tendono a valorizzare il consumo di pesce. LA LEVA DELLA SOSTENIBILITÀ I consumatori, quindi, in virtù della qualità certificata dei prodotti saranno disposti anche a spendere “qualche cosa in più” a patto di ricevere un prodotto di qualità migliore. Le scelte non sono condizionate unicamente dal prezzo: le motivazioni d’acquisto dei consumatori tendono a favorire prodotti che provengano da aziende che pongono la difesa dell’ambiente, della sostenibilità dello sfruttamento delle risorse naturali e la tutela della qualità della vita al primo posto. A livello inconscio essi, acquistando un prodotto di qualità certificata, placano un “senso di colpa” che avvertono nei confronti di un ambiente che hanno contribuito a deturpare e ad inquinare. Le strategie di comunicazione quindi non fanno leva più su effetti speciali, ma tendono a informare un cliente sempre più documentato e interessato alla provenienza dei prodotti, alla loro salubrità e qualità. A tal proposito è importante segnalare come le più importanti insegne come Coop, Conad, Esselunga abbiano dato vita a progetti finalizzati all’offerta di prodotti a marchio, provenienti da allevamenti nazionali certificati. Si sono creati percorsi qualità e di controllo di filiera, come nel caso di Conad, come conferma il category manager di Conad Centro-Nord, Massimo Davoli: prodotti come spigole, orate, trote, frutti di mare o prodotti di quarta e quinta gamma vengono offerti sotto l’egida della “marca commerciale” proprio per sfruttare gli aspetti peculiari dei prodotti a vantaggio dell’immagine complessiva delle aziende distributrici. Si è cercato di dare “un nome al pesce”, adottando tecniche già sperimentate in altri settori come ad esempio quello delle carni avicole. Osservando le statistiche di vendita, pubblicate da Ismea, riportate nell’articolo si può osservare come negli ultimi anni la distribuzione dei prodotti ittici abbia subito una rivoluzione. Le ÐE LARGO CONSUMO n. 5/2008 3 www.largoconsumo.info articolo offerto da: DISTRIBUZIONE www.sealedair-emea.com RIVISTA DI ECONOMIA E MARKETING SULLA FILIERA DEI BENI DI CONSUMO 673 estratto dal n. 5/2008 Foto: Archivio Largo Consumo quantità di pesce commercializzate dalla gdo sono in costante aumento: le vendite effettuate presso i banchi pescheria degli ipermercati sono arrivate oramai al 67% del venduto su base nazionale con una tendenza a crescere, a danno di pescherie tradizionali e venditori ambulanti che perdono sempre più terreno nei confronti della grande distribuzione. L’aumento di vendite del pesce nelle grandi superfici ha creato un’attenzione particolare da parte dei capi settori del super-fresco che stanno concentrando molta attenzione ai reparti dei prodotti ittici. Essi si sono accorti che possono realizzare ottime performance sia in termini di fatturato che di marginalità. Il consumatore moderno che frequenta le grandi superfici di vendita, ha progressivamente mutato l’attitudine nei confronti del pesce: la ricerca costante di prodotti sani, la cui rintracciabilità sia sicura e certificabile, si coniuga perfettamente con i prodotti ittici. Per soddisfare queste esigenze é necessario adottare strumenti e azioni di marketing che mettano in atto una comunicazione efficace che tenga conto di tutti i plus del prodotto. In tale contesto sono privilegiate le azioni di co-marketing che associano all’affidabilità della marca della distribuzione progetti specifici, intrapresi da fornitori lungimiranti e consapevoli che solo attraverso la creazione di sinergie con i partners commerciali si riusciranno ad ottenere risultati utili a superare l’attuale situazione di stallo del settore. Così per esempio Fiorital di Venezia è riuscita a coniugare un’ampia offerta di prodotti a servizi logistici integrati a favore della gdo: il direttore marketing, Sanguin afferma che oramai quasi il 70% del fatturato dell’azienda viene realizzato con le forniture a favore delle più importanti insegne. Gli sforzi dell’azienda sono concentrati nel migliorare sempre di più sia la qualità dei prodotti sia la puntualità delle consegne e l’organizzazione delle piattaforme; senza dimenticare i prodotti trasformati di alta gamma, distribuiti con il marchio “ Dal mar” che stanno già ottenendo ottimi risultati in termini di vendita, seguendo l’onda di crescita dei prodotti tra- sformati “pronti da cuocere” all’interno delle grandi superfici di vendita. LE PIATTAFORME DI SMISTAMENTO Foto: Archivio Largo Consumo 7469 Quasi tutte le maggiori insegne si sono dotate di piattaforme distributive utili a smistare i prodotti nei vari punti vendita ubicati in zone strategiche ed equidistanti da interporti, porti e aeroporti. I servizi di logistica spesso vengono offerti dalle aziende fornitrici degli ipermercati: difatti grosse aziende commerciali, che importano e distribuiscono prodotti provenienti da tutto il mondo, hanno creato società di trasporti autonome, come nel caso di Fiorital di Venezia, le quali forniscono servizi integrati alle grosse insegne che trovano molto conveniente esternalizzare le consegne ai propri punti vendita. Sono servizi che rientrano nelle azioni di partenariato sopra descritte e che permettono ad aziende lungimiran- LARGO CONSUMO n. 5/2008 © Editoriale Largo Consumo ti di poter trattare alla pari con “grossi clienti”. Le grandi catene spesso abusano di una posizione dominante, in virtù della potenzialità di vendita a disposizione: esse necessitano di servizi integrati, oltre ad una conoscenza dei mercati d’approvvigionamento e dei prodotti, reperibile solo all’esterno, presso aziende specializzate, caratterizzate dalla presenza al loro interno di figure professionali esperte. Molte di queste aziende sono ubicate in zone strategiche, nei pressi di porti o mercati d’approvvigionamento come ad esempio Chioggia o San Benedetto del Tronto. Il consumo dei prodotti ittici è in costante aumento in Italia e, rispettando la conformazione della penisola, anche molto variegato: l’italiano medio consuma oltre 22 kg di pesce l’anno, in aumento del 2,8% rispetto all’annualità 2006. Ancora lontano dai 36 kg di consumo pro capite degli spagnoli ma in crescita. È da notare come ad esempio nelle città costiere si tenda a consumare più pesce nostrano, in ragione della conoscenza del prodotto da parte dei consumatori locali i quali hanno abitudini diverse dai consumatori delle grandi città del Nord o dai centri dell’entroterra. Per tale motivo i prodotti importati e trasformati hanno maggiore penetrazione nelle località meno avvezze storicamente alla preparazione di piatti a base di pesce, riuscendo però a diversificare i consumi a vantaggio di nuovi prodotti di quarta e quinta gamma che suppliscono capacità di lavorazione e preparazione dei piatti. È una nuova tendenza generale del mercato causata dal fatto che la donna moderna è impegnata al lavoro e, non avendo più molto tempo a disposizione da dedicare alla cucina, preferisce acquistare prodotti pronti da cuocere o addirittura precotti. La variabile legata al tempo e alla facilità di preparazione, alla bontà dei prodotti ittici e all’aspetto salutistico del pesce in generale, favorisce la crescita dei consumi, specialmente nel canale della gdo. Accanto al banco pescheria, dotato di servizio, sono difatti ubicate isole frigorifere all’interno delle quali sono disposti prodotti a libero ser- ÐE 4 www.largoconsumo.info articolo offerto da: www.sealedair-emea.com DISTRIBUZIONE RIVISTA DI ECONOMIA E MARKETING SULLA FILIERA DEI BENI DI CONSUMO estratto dal n. 5/2008 vizio già confezionati in atmosfera modificata, come pesci già eviscerati e puliti, prodotti panati, sughi pronti e prodotti ricettati tipici: essi possono essere conservati per periodi che arrivano sino a 9-10 gg garantendo un’ottima rotazione con un alto indice di sicurezza ed affidabilità alimentare. Un’attenzione a parte merita il settore dei molluschi e frutti di mare in generale: con l’avvento della gdo è stato necessario cercare nuove tecniche di depurazione, conservazione e commercializzazione di prodotti soggetti spesso a controlli da parte delle autorità sanitarie sulla base delle frequenti intossicazioni causate da prodotti non sempre salubri e pescati in località con alto grado d’inquinamento. Oggi è possibile trovare prodotti addirittura sottovuoto confezionati da aziende innovative che riescono a garantire ai consumatori prodotti sani e provenienza certificata, con un alto standard qualitativo. Molte aziende ubicate nel distretto del Delta del Po, e sulla fascia prospiciente il mare Adriatico sono riuscite, sia con prodotti provenienti da allevamenti come la vongola verace sia con prodotti tipici delle coste adriatiche come lupini e fasolari, a creare un mercato di consumo in tutte le città italiane, facilitate in questo processo di penetrazione anche dalla gdo che dispone sui propri banchi pescheria sempre di una vasta gamma di frutti di mare. Aziende come per esempio Effelle pesca di Bosco Mesola, ubicata sul Delta del Po, hanno saputo offrire frutti di mare allevati in zona, confezionati in “vuoto compensato”, riuscendo a realizzare una tipologia di packaging particolarmente adatta al libero servizio. Sinergie utili che stimolano l’innovazione e i percorsi di certificazione così come afferma Luca Bergamin, titolare dell’azienda e artefice delle nuove strategie commerciali intraprese insieme con importanti insegne della gdo clienti della Effelle pesca. La continuità dell’offerta è garantita anche nel caso dei molluschi da importazioni di prodotti provenienti da tutto il mondo: sono disponibili prodotti provenienti dall’estero come ad esempio le ostriche francesi o le cozze spagnole presenti sui banchi vendita in periodi durante i quali non sono in produzione negli allevamenti ubicati nei mari italiani. Il processo di globalizzazione ha interessato ovviamente anche il settore dei prodotti ittici: una maggiore conoscenza e mezzi di trasporto veloci consentono d’importare oltre 900.000 tonnellate di prodotti, quasi il doppio delle quantità di prodotto nostrano con un aumento del 3,4% rispetto all’anno precedente. La pesca nazionale risente di un periodo di crisi dovuto sia al calo del pescato negli ultimi anni (–20% circa) sia all’alto costo dei carburanti che non consente più alla flotta peschereccia italiana di raggiungere livelli di competitività con altri paesi come la Spagna, la Francia, l’Olanda che dispongono di imbarcazioni più grandi e consone ad effettuare battute di pesca in zone pescose del mare Mediterraneo o addirittura sugli Oceani. L’Unione europea ha cercato di aiutare le aziende del settore mediante l’ausilio di fondi strutturali dedicati (Fep) ma, come succede spesso in Italia, le politiche d’aiuto a favore di territori o settori particolari in difficoltà non riescono a raggiungere gli obiettivi prefissi a causa di lungaggini burocratiche. Ragione per cui la pesca italiana si sta riducendo ad una pesca costiera, con barche di piccola stazza, lasciando sempre più spazio alla penetrazione di prodotti ittici importati che spesso, a causa della forza dell’euro rispetto al dollaro, arrivano sui nostri banchi a prezzi davvero competitivi. È possibile trovare filetti di cernia o altri pesci pregiati freschi provenienti dal Sud America, a prezzi migliori rispetti ai filetti di branzino allevato prodotto in Italia o persico del Lago Vittoria in Tanzania o pangasio del fiume Mecong in Vietnam a prezzi davvero competitivi. Il pesce nostrano è oramai diventato un lusso, da destinare a consumi estemporanei o a cene tematiche e molto occasionali. Si tratta di un processo inarrestabile migliorabile solamente con l’ausilio di politiche economiche e nuove strategie finalizzate a migliorare ed incrementare la produzione interna, soprattutto gli allevamenti, come quelli di branzini e orate sul mare Tirreno, di ricciole e tonno in Sicilia, in mare aperto, e di pesci d’acqua dolce come le trote o storioni tipiche di regioni come l’Umbria e la Lombardia. Il settore della gdo è oggi più che mai in grado di supportare questo processo di crescita, insieme con le aziende produttrici, della trasformazione e commercializzazione di prodotti ittici, favorendo una conoscenza sempre più ampia di un settore di sicuro avvenire per l’economia nazionale, sostenuto da una crescita costante dei consumi di prodotti salubri e di gusto raffinato, soprattutto se preparati con l’ausilio di ricette che solo la cucina italiana è in grado d’offrire. * Chiodi Consulting LARGO CONSUMO n. 5/2008 © Editoriale Largo Consumo 5