Palazzolo Acreide (SR) Sala Teatro «Liceo Classico Statale Umberto I» Viale R. Siciliana, angolo Via Perpignano - 8 giugno 2016 - ore 17.30 Epidicus Laboratorio Teatrale “A. Einstein” 2016 Trama Note di regia Lo schiavo Epidico,un tipo furfantesco ma con una singolare attitudine al comando che lo fa simile ad un pretore comico degno però di bastonate(come dice il suo stesso nome”colui che amministra la giustizia”una sorta di magistrato alla rovescia),viene a sapere che il suo giovane padrone Stratippocle è tornato dalla guerra con un nuovo amore per una giovane,per il cui acquisto ha contratto un debito di quaranta mine. Lo schiavo comunica al pubblico con aria paratragica di essere nei guai,poiché,per accontentare una precedente infatuazione del padroncino per una schiava suonatrice di lira,Acropolistide,l’ha per suo incarico acquistata con dei soldi ottenuti dal padre,Perifane,al quale ha fatto credere che si tratta di una glia da lui avuta in gioventù (di nome Perfettissima). Per pagare il debito del padroncino,Epidico inventa a Perifane una bugia simile in parte alla verità,che cioè il glio ama Acropolistide,una suonatrice di lira,e sarà meglio per il bene del giovane e per salvare la buona reputazione della famiglia, che la compri il padre per poi sbarazzarsene cedendola ad un ricco soldato disposto a comprarla. Ottenuto con questo stratagemma il denaro da Perifane,lo consegna al giovane padroncino. Nel frattempo e in fretta,Epidico deve trovare una ragazza che si nga Acropolistide,visto che quella vera vive nella casa del vecchio padrone che la crede sua glia. Quando però arriva il soldato che dovrebbe portare via Acropolistide,naturalmente non la riconosce nella fanciulla che gli viene presentata come tale e che infatti è un’altra, reclutata da Epidico per recitarne la parte;ma ,come se non bastasse,arriva anche Filippa la madre della glia avuta da Perifane in gioventù e ovviamente anche lei non riconosce in Acropolistide sua glia. Infuriato per la doppia presa in giro Perifane va in cerca di Epidico per dargli la dovuta punizione ma Epidico al colmo dello sconforto,per caso,si imbatte nella fanciulla amata e acquistata da Stratippocle e riconosce in lei la vera glia del vecchio Perifane. Invece delle bastonate ci sarà per Epidico la libertà. Infatti Perifane ha ritrovato sua glia e Stratippocle….una sorella!E’ vero che ha perduto con ciò il suo ultimo amore ma gli resta per consolarsi il primo,quello della schiava suonatrice Acropolistide. Nella commedia si fronteggiano la malizia inventiva e la capacità “poietica”del servo. Quando sembra che l’intelligenza umana con le sue enormi risorse sia al tappeto,interviene,inaspettata,un’occasione non provocata:ma ancora una volta è l’iniziativa umana a saperla cogliere e sfruttare. Quel che Epidico si inventa somiglia pericolosamente alla verità ma la realtà assume alla ne l’aspetto voluto dalle invenzioni del servo:tra il reale e l’immaginario i fronti si sovrappongono e si scambiano le parti. A trionfare è, dunque, il servo o meglio quell’attitudine tutta umana e soprattutto romana ,a determinare a colpi d’ingegno il proprio e l’altrui destino. (da:”Storia del teatro”-Garzanti) Protagonista degli studi su interpretazione e tecniche sceniche, Plauto continua ad essere per i giovani partecipanti al Laboratorio teatrale del Liceo A. Einstein, motivo di scoperte storico-letterarie e ponte di riferimento per l’analisi della Commedia occidentale di tutti i tempi. Le fabulae di Plauto appartengono alla Commedia palliata , cioè derivano da esemplari greci, che lui ridusse per il teatro romano, inventando per le sue traduzioni uno stile assolutamente personale, in cui il linguaggio è ricavato dalla conversazione quotidiana dei suoi tempi e dall’attenzione continua alla sonorità data dal ritmo e dal suo amore per la musica. Inventore dell’opera buffa , così è ricordato Plauto. E in effetti, la tensione predominante nelle sue opere è la ricerca, la spinta, la necessità dell’effetto comico, anche a scapito della logica testuale. Epidico , testo scelto da noi come messa in scena nale del percorso laboratoriale di quest’anno, è proprio la prova di quanto sopra asserito. La commedia in questione è tutta incentrata sulla gura del servus callidus, il servo furbo e ingannatore , Epidico appunto, che ancor più che in Pseudolus o Curculio deve fare appello a tutta la sua intelligenza e creatività per salvare , nascondere, reinventare gli amori del suo padroncino e risolvere brillantemente i guasti da questo causati. Commedia intricata e di non immediata fruibilità, data la presenza del doppio inganno ai danni della classica gura del padre e delle gure femminili che costituiscono l’avvicendarsi dei rapporti tra personaggi. Qui è ancor più evidente il riferimento meta teatrale del teatro plautino per cui si va a stabilire l’identità tra fabula e fallacia ( inganno): la commedia, come rappresentazione di una nzione ha il suo doppio speculare nella macchinazione che i personaggi mettono in scena. Gli spunti riferiti all’ambiente e alle vicende da cui scaturiscono i personaggi, sono stati per noi chiavi di lettura per rendere più evidenti i rapporti interpersonali e più chiaro il progetto mentale del servo per aiutare il giovane padrone e, nel contempo, salvaguardare la propria schiena e la sua intelligenza. Plauto sembra che amasse moltissimo questa sua “creatura”, che alcuni hanno giudicato “ un inno alla trasgressione e al sovvertimento dei valori”: noi, d’accordo con lui, abbiamo ammirato , in Epidico, la magistrale maestria con cui il servo, ricco solo di arguzia, riesce a far diventare verità la menzogna e esempio raro di fedeltà la trasgressione. Epidico di Plauto si conclude con la frase del protagonista : “ questi è colui che si è conquistata la libertà con la sua malizia”. Un inno all’Intelligenza ,quindi , e alla consapevolezza di sé. Con questi presupposti e con la ricerca , all’interno del testo, dei sottotesti più signicativi per la “costruzione” scenica, abbiamo lavorato tutti, senza mai dimenticare i “colori” e i caratteri tipici del teatro dello scrittore latino più ricco di “aceto italico”. Aurora Gorgone Lidia Follone Rosamaria Spena