LEGA NAVALE Le spugne i biofiltri di domani Fabio Ledda e Renata Manconi perficie agli abissi e dai mari tropicali a quelli polari. Sono organismi filtratori attivi che si nutrono trattenendo la frazione organica particolata o disciolta presente nelle acque. La loro elevata capacità di rigenerazione, in grado di produrre organismi perfettamente funzionali a partire da piccoli frammenti di pochi centimetri cubici di volume, li rende soggetti ideali per la coltura in mare destinata alla produzione di biomassa per molteplici aspetti applicativi. La spongicoltura nasce come soluzione razionale al problema dello sfruttamento eccessivo delle spugne mediterranee di grande interesse commerciale che, insieme a recenti epidemie, ha causato la moria di interi banchi spongiferi. Ha attualmente importanti finalità anche nella produzione su larga scala di biomassa utilizzabile, di alto interesse applicativo nei campi farmaceutico, biomedico e industriale tramite l’estrazione di composti bioattivi prodotti naturalmente dalle spugne. La coltura di questi organismi in mare può essere inoltre finalizzata alla depurazione delle acque soggette a pesanti carichi organici o batterici causati da intensa attività antropica Un interessante contributo della Sezione di Rapallo In ambito scientifico è opinione ampiamente condivisa che l’ambiente marino rappresenti un’importantissima, e finora poco sfruttata, fonte di nuove risorse dal potenziale impiego biotecnologico. Gli invertebrati marini costituiscono una risorsa abbondante dei nostri mari e si sono rivelati capaci di performances che l’uomo può utilizzare in vari campi. Le conoscenze di base sulla loro biologia ed ecologia, già acquisite nel corso dei decenni passati, hanno fornito una solida piattaforma di partenza sulla quale basarsi nell’orientare le successive ricerche. Nel settore delle biotecnologie marine, fra gli invertebrati, i poriferi o spugne rappresentano organismi ideali per la ricerca applicata in un’ottica di sfruttamento sostenibile delle risorse naturali; queste, con circa 15.000 specie descritte in tutto il mondo, sono il più antico Phylum vivente tra gli organismi multicellulari animali, privi di organi specializzati e con pochi tessuti definiti. Nell’ambiente marino, costituiscono un importante elemento del benthos sessile ed hanno diffusione dalla su- 26 marzo-aprile 2009 LEGA NAVALE Il gruppo di ricerca quali si incontrano, del DTRS, anche conad esempio, in aree giuntamente a gruppi portuali, porticcioli di ricerca di altri ateturistici, in prossiminei italiani, opera già tà di allevamenti ittida diversi anni nella ci e di condotte di sperimentazione di scarico fognario urimpianti di allevabano a mare. mento di spugne. I Proprio in questo Il pontile della Sezione di Rapallo con, sul tavolato, i moduli per l’allevamento delle spugne; dati ottenuti sulle pocontesto applicatiin apertura una Dysidea avara che produce molecole utili per la biomedicina tenzialità di allevavo, da alcuni anni la mento di numerose Sezione LNI di Raspecie di spugne con interesse commerciale hanno consentipallo, offre supporto logistico al gruppo di ricerca del proto la messa a punto di diversi protocolli di allevamento con la fessor Roberto Pronzato del Dipartimento Tecnico Ricerca produzione dei due brevetti USAMA® e SAFEAQUAPLAN®. e Sperimentazione (DTRS) dell’Università di Genova, per Le recenti attività presso la Sezione di Rapallo sono final’allestimento di alcuni impianti pilota finalizzati alla sperilizzate all’ottimizzazione dei protocolli di spongicoltura in mentazione di biofiltri a base di spugne nei porti turistici. aree portuali, alla definizione della capacità di reazione Com’è noto, l’intensa attività nautica, a cui si aggiunge la delle spugne, all’allevamento e alla sperimentazione delle frequente prossimità di scarichi urbani, causa in queste loro capacità di biofiltrazione in queste aree degradate. aree un elevato impatto ambientale, che si riflette anche In recenti esperiennelle zone circoze pilota nei mari stanti. Le tecnologie La spongicoltura, nell’immagine i frammenti destinati ad accrescersi sui loro supporti, potrebbe ovviare italiani, la sopravvidi spongicoltura per i problemi creati dall’eccessivo sfruttamento dei banchi naturali di spugne venza in allevamenla messa a punto di to di diverse specie biofiltri per il bioridi demosponge ha medio delle masse dato risultati tra il d’acqua della fascia 70 e il 100% in costiera mirano alla spongicoltura in individuazione di sositu, con potenzialiluzioni ecologicatà di crescita, e mente ed economiquindi di produzione camente sostenibili di biomassa, tra il del problema legato 30% e il 50% in un all’inquinamento orsolo anno di coltura. ganico, da derivati Inoltre, da risultati del petrolio e da di test svolti in labometalli pesanti. marzo-aprile 2009 27 LEGA NAVALE Un bell’esemplare di axinella polipoides, spugna gialla con portamento eretto ratorio dal gruppo di ricerca, sul potere filtrante dei poriferi, cioè sui valori di clearance rate e di ritenzione sul particolato organico e batterico, è stata valutata una capacità di pompaggio dell’acqua di questi animali in 14 litri per ora, con una capacità di ritenzione di 7x1.010 batteri per ora per 1metro quadrato di copertura. L’Haliclona mediterranea ha una peculiare forma a canne d’organo 28 Le recenti sperimentazioni effettuate nel Porto di Rapallo hanno prodotto dei risultati preliminari confrontabili con le precedenti esperienze di spongicoltura in situ, per quanto riguarda sia i tassi di crescita, sia le potenzialità di biofiltrazione, stimate nella capacità di rimozione di quasi il 50% della carica batterica e organica presenti in colonna d’acqua. Un altro risvolto significativo tra le applicazioni della spongicoltura in porto riguarda lo sfruttamento razionale delle spugne come fonte di metaboliti di interesse applicativo nel settore industriale per la produzione di prodotti antivegetativi (antifoulant). In seguito alle restrizioni imposte dall’IMO (International Maritime Organization) e dall’Unione Europea sulla produzione e utilizzo di vernici antifoulant a base di composti organo-stannici e di metalli pesanti, nel settore delle biotecnologie marine è considerata come prioritaria la ricerca di biocidi di origine naturale prodotti dagli organismi marini. È noto che le spugne producono naturalmente composti che agiscono nelle strategie di competizione per lo spazio e nei meccanismi di difesa chimica contro la predazione in quanto inibiscono l’insediamento del microfouling (batteri, funghi, microalghe), del macrofouling (macroalghe, ed invertebrati bentonici quali balani, mitili, etc.) e dei parassiti. In questo contesto la spongicoltura nell’ambito di un porto presenta come interessante aspetto applicativo sia la produzione di biomassa finalizzata all’estrazione di questi composti, sia l’allevamento finalizzato al rilascio naturale di queste sostanze da parte delle spugne in coltura agendo direttamente a favore delle strutture sommerse circostanti. Questo aspetto è tuttora soggetto delle ricerche del gruppo del DTRS. Le attività attualmente in corso presso la Lega Navale di Rapallo mettono in evidenza l’importanza e le potenzialità del lavoro svolto in sinergia tra “addetti ai lavori” e ricercatori nel contesto della ricerca scientifica finalizzata allo sfruttamento razionale delle risorse ma anche alla protezione e conservazione dell’ambiente marino. Fabio Ledda e Renata Manconi marzo-aprile 2009