Introduzione all`inclusione formativa

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Introduzione all’inclusione
formativa
Rosanna Buono
Come nasce il concetto di inclusione?
Émile Durkheim, uno dei padri della sociologia, può considerarsi il
precursore degli studi sull’inclusione. Si pensi ai suoi costrutti di
solidarietà meccanica e solidarietà organica (Della divisione del lavoro
sociale -1893).
Si deve a Thomas Marshall il merito di aver introdotto negli anni
Cinquanta il concetto di inclusione come nuova categoria
interpretativa dei processi di democratizzazione delle società
occidentali evidenziando i nessi tra l’esercizio dei diritti civili e la
struttura sociale delle disuguaglianze (Cittadinanza e classe sociale -1950).
Di qui in avanti numerose teorie sociologiche si
occuperanno di inclusione, ma sarà la teoria dei sistemi
quella che darà il contributo scientifico più
accreditabile.
L’approccio sistemico al concetto di
inclusione
Con Niklas Luhmann (fine secolo XX) si ha un approccio
completamente nuovo al concetto di inclusione. Egli sostituisce
all’analisi delle disuguaglianze sociali quella dell’esclusione dai
sottosistemi (economico, politico, culturale, ecc.) che
compongono il sistema società. Si perviene, così, allo studio
dell’inclusione attraverso lo studio delle esclusioni (N. Luhmann, K.E.
Schorr, Il sistema educativo. Problemi di riflessività, 1988).
Luhmann leggerà l’esclusione come un processo
multifattoriale e dinamico. L’allentamento dei sistemi di
integrazione fa sì che l’esclusione da un sottosistema comporti
l’esclusione da altri sottosistemi del vivere democratico.
Una definizione di inclusione
È un processo dinamico e multifattoriale
teso a creare reti di legami significativi
che favoriscono la partecipazione attiva ed
organica di tutti
soggetti agli ambiti
fondamentali del vivere
democratico,
prevenendo i processi
di esclusione
e marginalizzazione.
L’educazione inclusiva
• I primi tentativi di teorizzazione del paradigma dell’inclusione
in educazione si hanno a partire dagli anni Novanta grazie ad
alcuni documenti internazionali finalizzati a promuovere
l’Educazione per tutti.
• L’UNESCO è tra le organizzazioni più impegnate nel
concettualizzare l’educazione inclusiva a cominciare dai
documenti della conferenza di Salamanca del 1994 e dal
Forum mondiale dell’educazione svoltosi a Dakar nel 2000.
• Particolarmente interessante è il testo dell’UNESCO Open File
on Inclusive Education , dedicato agli insegnanti.
• Il 25 e 28 novembre 2008 a Ginevra si è tenuta la 48ma
sessione della Conferenza internazionale sull’educazione
dell’UNESCO. Essa è stata dedicata all’Inclusive education: the
way of the future.
L’educazione inclusiva
(48ma sessione della Conferenza internazionale sull’educazione dell’UNESCO
Ginevra il 25 e 28 novembre 2008)
• L’educazione inclusiva è un concetto in continua evoluzione che può essere
utile per orientare le politiche e le strategie che si occupano delle cause e
delle conseguenze della discriminazione, della diseguaglianza e
dell’esclusione all’interno della cornice complessiva degli obiettivi di
Educazione Per Tutti.
• La rimozione delle barriere che ostacolano la partecipazione
all’apprendimento da parte di tutti gli alunni è l’elemento fondamentale
dell’educazione inclusiva, che è autenticamente fondata sul diritto e impone
una revisione e una rivisitazione di tutti gli aspetti del sistema educativo.
• L’educazione inclusiva è un processo in corso all’interno di quei sistemi
educativi che focalizzano la propria attenzione sia su coloro che sono
esclusi dall’accesso all’istruzione sia su coloro che, pur frequentando la
scuola, non apprendono.
L’educazione inclusiva
(48ma sessione della Conferenza internazionale sull’educazione dell’UNESCO
Ginevra il 25 e 28 novembre 2008)
• La realizzazione di un sistema educativo più inclusivo richiede un
forte impegno ad operare per una società più giusta, equa e
pacifica. Richiede anche l’adozione di politiche intersettoriali che
eliminino i fattori sociali, economici, politici e culturali che
producono esclusione sia dal sistema educativo che all’interno del
sistema stesso.
• Tuttavia il concetto di educazione inclusiva è spesso frainteso e
soggetto a diverse interpretazioni.
• In molti paesi l’inclusione è ancora percepita come un approccio
che si occupa di inserire i bambini con disabilità nelle classi
ordinarie.
Sul
piano
internazionale,
tuttavia,
viene
progressivamente vista in un’ottica più ampia, come una riforma
che sostiene e valorizza la diversità tra tutti gli alunni.
• La Conferenza ha evidenziato, pertanto, la necessità di meglio
precisare la dimensione concettuale dell’inclusione rispetto ai
costrutti teorici di Bisogni educativi speciali e Integrazione.
L’educazione inclusiva
(48ma sessione della Conferenza internazionale sull’educazione dell’UNESCO
Ginevra il 25 e 28 novembre 2008)
Bisogni educativi speciali
• Storicamente - e a ancora oggi in molte aree del mondo, come ad esempio nell’est e sud-est europeo, così
come nel Commonwealth dei Paesi Indipendenti e in alcune zone dell’Asia - il concetto e le pratiche di
educazione inclusiva sono state limitate soprattutto ai ragazzi con bisogni educativi speciali, intendendo
con questo concetto prevalentemente ragazzi con disabilità fisiche o mentali o i rifugiati.
• Da questo punto di vista, gli approcci e le risposte considerate adeguate ai bisogni degli alunni sono state
soprattutto di tipo riparatore e correttivo, con l’aumento delle scuole speciali, dei percorsi educativi
individualizzati e degli insegnanti specializzati.
• Una conseguenza importante di percorsi educativi differenziati e di strutture istituzionali per alunni con
bisogni educativi speciali è stata la loro segregazione e il loro isolamento all’interno del sistema educativo.
Integrazione
• Il concetto è emerso negli anni Ottanta come alternativa ai modelli scolastici e ai curricoli differenziati per
alunni con bisogni educativi speciali, con l’obiettivo di inserire questi alunni nelle scuole ordinarie.
Essendo incentrata soprattutto sugli alunni con disabilità lievi, l’integrazione rischia di diventare solo un
dispositivo retorico piuttosto che una pratica concreta e rischia di trasformarsi più in un cambio fisico di
aule piuttosto che in una modifica dei contenuti curricolari e pedagogici adeguati ai bisogni educativi degli
alunni.
Inclusione
• Nell’ambito di visione più ampia del concetto di integrazione, l’educazione inclusiva implica l’elaborazione e
l’implementazione di una vasta gamma di strategie di apprendimento che rispondano in maniera puntuale
alle differenze dei discenti. In questo senso si richiede ai sistemi educativi di rispondere alle aspettative e ai
bisogni dei bambini e dei giovani con la consapevolezza che, basandosi su uno schema rigido di
integrazione, la possibilità di fornire opportunità reali di apprendimento è molto limitata.
Non vi è alcuna dicotomia tra politiche e paradigmi di integrazione e politiche e paradigmi di inclusione.
Una possibile definizione di inclusione
formativa
È un processo educativo
intenzionale finalizzato a
creare nodi comunicativi,
reti cognitive, emozionali
e motivazionali intorno ai
processi di costruzione
della conoscenza.
L’inclusione formativa ha
come obiettivo prioritario
la promozione del
successo formativo.
Il valore sociale dell’inclusione formativa
L’inclusione formativa costituisce
una
strada
percorribile
per
contrastare le tante forme di
marginalità, precarietà, esclusione
della società contemporanea.
In
un’ottica
sistemica,
infatti,
l’inclusione nel sistema di istruzione e
formazione può e deve promuovere e
sostenere l’inclusione negli altri
sistemi sociali (politico, economico,
culturale, ecc.)
Inclusione formativa e promozione del
successo formativo
La scuola inclusiva promuove e sostiene il successo
scolastico di tutti gli studenti agendo sul senso di
appartenenza e responsabilità individuale e sociale.
Previene e interviene sui fenomeni di droup-out
creando, intorno ai processi di costruzione della
conoscenza, sistemi relazionali che facciano da
“ancoraggio”.
Vuole ricostruire quei legami sociali ormai
“spezzati” tra universo-studenti e universo-scuola.
L’inclusione formativa pone al centro
dei processi di costruzione della
conoscenza le relazioni tra
lo studente
e il docente
gli
studenti
i docenti
Dimensione relazionale dell’inclusione
formativa
• Conoscere è un atto di partecipazione a complessi
sistemi sociali di apprendimento (E. Wenger, 2000);
• l’apprendimento è un processo sociale che
procede dall’interpsichico all’intrapsichico (L.S.
Vygotskij, 1962);
• la componente cognitiva dell’apprendimento è
strettamente connessa a quella emozionale;
• ogni docente deve avere delle solide competenze
nella comunicazione emotivo – relazionale;
• ogni classe deve essere trasformata in una
comunità di apprendimento.
Cos’è una comunità di apprendimento?
Una comunità di apprendimento
può essere definita come un’entità
di gruppo cooperativa che:
• è dotata di coesione;
• promuove l’autoriflessione;
• alimenta il senso di appartenenza.
I
suoi
membri
lavorano
quotidianamente a obiettivi comuni
basati sulla relazione faccia a faccia
rispettando le diverse prospettive,
valori e stili di vita. (F. Batini, A. Fontana,
2003)
Cos’è una comunità di apprendimento? Quali vantaggi ha?
È un insieme formato da ragazzi che si aiutano reciprocamente per
apprendere meglio (Anna).
È un modo di stare insieme in
cui
unisci
i
valori
dell’apprendimento con quelli
dell’amicizia (Axel).
La comunità di apprendimento
ti aiuta a fare amicizie
profonde che ti aiutano a
studiare meglio, anche quando
sei in difficoltà (Stephen).
A volte ci si sente parte di una comunità di apprendimento, altre
no. In questo periodo non mi va di venire a scuola e non so perché,
però la comunità di apprendimento serve a non emarginare
nessuno e ad aiutare chi è in difficoltà (Giada).
… e ancora
Nella comunità di
apprendimento i nostri
errori e quelli dei
nostri compagni sono
“un
asso
nella
manica”, cioè una
risorsa
importante
“per vincere il gioco” e
imparare meglio (Alice,
Alessio, Andrea, Anna,
Marco, Lorenzo).
Tanti slogan per una scuola inclusiva
Comunità di apprendimento.
vincente del nostro successo !
La
carta
Accendi la tua mente e
collegala con la comunità.
Aggiorna la tua mente
avviando il download
della tua comunità
Fai goal con il pallone della comunità!
Classe II D
Diversità , uguaglianza
ed equità
Capacitazione,
Identità sociale e
individuale
empowerment
L’inclusione formativa
Conoscenza come
bene relazionale
Interdipendenza positiva,
corresponsabilità
Dimensione
Capitale sociale
emotivo- relazionale
della comunicazione
Capitale culturale
Comunità di
apprendimento
Ambienti di apprendimento inclusivi
Mettono al centro delle attività le relazioni cognitive ed
emozionali del gruppo classe per produrre forme di sapere e
conoscenza dialogiche.
Sono palestre in cui allenare:
• l’ascolto efficace
• il pensiero riflessivo, ermeneutico, itinerante
• il decentramento cognitivo
• il saper lavorare insieme e il saper lavorare autonomamente
• la consapevolezza e l’autoregolazione metacognitiva
potenziando
L’IDENTITA’ SOCIALE e
L’IDENTITA’ INDIVIDUALE
Il docente inclusivo
• È colui che fa lavorare bene i suoi ragazzi insieme
(Gianmarco);
• l’insegnante inclusivo è quello che libera la sua mente e la
riempie con quella dei suoi ragazzi (Marco).
• Il docente inclusivo è sempre un docente incluso
(un insegnante).
Scuole
Comunità scolastiche
Comunità di ricerca
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