Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 19/03/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
19/03/2016 Il Mattino - Nazionale
Sanità. la Giunta De Luca sblocca 75 nuove farmacie
6
19/03/2016 Corriere dell'Alto Adige - Alto Adige
La sala negata ai sindacati medici Critiche al presidente Comberlato
7
18/03/2016 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Taranto
«Farmacie, urgenze ignorate una nuova in area già servita»
8
19/03/2016 La Nuova Provincia di Biella
Per i non autosufficienti niente più medicine in farmacia Ora l ' Asl le consegna a
casa. Ma i tempi sono lunghi
9
18/03/2016 La Stampa Web 04:37
Tra 20 anni 63mila farmacisti saranno disoccupati. Gli Ordini: "Serve il numero
chiuso all'Università"
10
18/03/2016 Panorama.it
Sanità: l'allarme, oltre 60 mila farmacisti disoccupati nel giro di 20 anni
12
18/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
FarmacistaPiù. Fofi lancia l'allarme. Tra 20 anni saranno più di 60mila i farmacisti
italiani disoccupati. Serve numero chiuso all'Università
13
18/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
FarmacistaPiù/2. Il futuro della formazione? Tra numero chiuso e nuovi percorsi di
studio per i farmacistI di domani
14
SANITÀ NAZIONALE
19/03/2016 La Repubblica - Nazionale
"Ho il tumore e una tac fra 600 giorni"
16
19/03/2016 La Stampa - Nazionale
Contro tumori e Hiv arrivano le pillole d'oro
18
19/03/2016 La Stampa - Nazionale
Lorenzin: contro big pharma un fronte Ue-Usa
20
19/03/2016 La Stampa - Nazionale
Timori di cancro con Actos Aifa: "Sì, ma si valuti il beneficio"
21
19/03/2016 Milano Finanza
Amici per la pelle
22
19/03/2016 ItaliaOggi
Prezzi delle cure contro il cancro, esplosione ingiustificata
24
19/03/2016 Avvenire - Nazionale
«La cooperazione riparte ma non fermerà i flussi»
25
19/03/2016 Il Giornale - Nazionale
Dalla malasanità 1,8 miliardi di tasse in più
27
19/03/2016 L'Unità - Nazionale
È Angelucci il parlamentare più ricco
28
19/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
Il caso Sospetti su farmaco anti-diabete Gli esperti: «Nessun rischio cancro»
29
19/03/2016 Il Secolo XIX - Nazionale
In Italia arrivano le pillole d'oro e il welfare rischia il collasso
30
19/03/2016 Il Giornale d'Italia
"Fa venire il tumore", dubbi sull'Actos
32
19/03/2016 La Notizia Giornale
Cure nuove per riparare il cuore E si tagliano pure gli sprechi
33
18/03/2016 Medicina Integrata
Medicina Naturale diventa "Medicina Integrata"
34
VITA IN FARMACIA
19/03/2016 Corriere della Sera - Milano
Sanità, la svolta INDISPENSABILE
37
19/03/2016 La Repubblica - Milano
Alla Mangiagalli tutto esaurito per le mammografie ma c'è posto in altri ospedali
38
19/03/2016 La Repubblica - Roma
Appalti pilotati all'Umberto I Gli affari della gang del sindacalista
40
19/03/2016 La Repubblica - Genova
Viale alla Asl3: "Eliminare i doppioni"
41
19/03/2016 La Stampa - Aosta
La posta dei lettori.
42
19/03/2016 La Stampa - Biella
Dalla basilica all'antica farmacia Il Fai apre le porte ai suoi gioielli
43
19/03/2016 QN - La Nazione - Siena
UN'ALTRA RAPINA
44
19/03/2016 QN - La Nazione - La Spezia
Farmacia sulla Variante Cisa Richiesta arrivata in Comune
45
19/03/2016 Il Gazzettino - Udine
Medicinali senza ricetta, assolti i camici bianchi Farmacista condannato a otto mesi
per una truffa
46
19/03/2016 Il Mattino - Salerno
Un bando per le nuove farmacie
47
PROFESSIONI
19/03/2016 Milano Finanza
Futuro europeo per Doc Generici
49
19/03/2016 La Notizia Giornale
Allergie, malanni diversi per lei e per lui
50
PERSONAGGI
19/03/2016 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Brindisi
Onorevoli e senatori: ecco ricchi e "poveri"
52
IN PRIMO PIANO
8 articoli
19/03/2016
Pag. 42
diffusione:41509
tiratura:56403
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La decisione
Sanità. la Giunta De Luca sblocca 75 nuove farmacie
Assegnate subito 75 nuove sedi farmaceutiche con l'impegno a sbloccarne altre in tempi brevi: è la svolta
decisa dall'Amministrazione De Luca che cerca di dare una risposta alle esigenze di un settore che rischia
di produrre solo nuovi disoccupati. Le richieste di nuove farmacie sono bloccate da anni. E dal 2009 era
stato definito un bando di concorso che serviva a dare almeno una risposta parziale. Bisognava definire la
nuova graduatoria regionale di farmacisti idonei all'assegnazione di sedi farmaceutiche di nuova istituzione
o vacanti di titolare. Dopo sette anni di nulla, c'è stata la svolta decisa dell'amministrazione De Luca che ha
permesso di sbloccare il concorso. Di conseguenza la Commissione ha consegnato gli atti definitivi.
Accertata la regolarità delle procedure concorsuali, l'amministrazione regionale ha immediatamente
predisposto il decreto dirigenziale per l'approvazione della graduatoria definitiva, con il relativo elenco di
sedi farmaceutiche disponibili, che ora sarà pubblicata sul Burc. Saranno assegnate, in fase di primo
interpello, già 75 sedi farmaceutiche che forniranno un'offerta più capillare ai cittadini producendo anche
posti di lavoro. La commissione regionale, tuttavia, continua il suo lavoro per cercare di rispondere alle
esigenze del settore e anche a quelle dei cittadini che, con più offerte, potranno ottenere un servizio
migliore, magari anche con una maggiore concorrenza tra i gestori delle farmacie. Proprio ieri, d'altra parte,
è arrivato è arrivato l'allarme della Federazione degli ordini dei farmacisti, la Fofi, che prevede nel giro di
vent'anni in Italia almeno 50mila nuovi farmacisti disoccupati, che si aggiungono ai quasi 13mila che già
oggi sono in cerca di occupazione. Secondo l'analisi della Federazione «una volta concluse le nuove
assegnazioni di farmacie dopo il concorso straordinario di qualche anno fa si conteranno circa 21 mila
farmacie, di cui 18 mila private, tutte convenzionate con il servizio sanitario nazionalen. Sono poi presenti
circa 4 mila parafarmacie private. Ma i farmacisti attivi iscritti all'Ordine sono 92 mila». «Condividiamo i
timori della Federazione nazionale degli Ordini dei farmacisti - dice Francesco Emilio Borrelli - ed è proprio
per questo che, nei mesi scorsi, abbiamo sollecitato l'intervento del presidente De Luca per lo sblocco delle
graduatorie per l'assegnazione di nuove farmacie». Secondo il presidente del gruppo regionale Campania
libera, Psi e Davvero Verdi, proprio quella segnalazione ha fatto scattare le procedure per sbloccare quelle
graduatorie, un provvedimento che permetterà a centinaia di giovani farmacisti campani di poter entrare nel
mondo del lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
6
19/03/2016
Pag. 8 Ed. Alto Adige
diffusione:11196
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La sala negata ai sindacati medici Critiche al presidente Comberlato
Rubino: «La sede dell' ordine è anche nostra». Raccolta di firme per protesta
Luigi Ruggera
BOLZANO Scoppia la polemica all'interno dell'Ordine dei medici, dopo che il presidente Michele
Comberlato ha negato una sala per una conferenza stampa. A chiedere la sala erano stati i sindacalisti dei
medici di medicina generale: Susanna Hofmann (Snami), Luigi Rubino (Fimmg) e Gianni Pontarelli (Smi)
avevano chiesto l'utilizzo di una sala presso la sede dell'ordine dei medici, in via Volta a Bolzano, per
organizzare una conferenza stampa in cui annunciare degli scioperi dei medici di famiglia per protestare
contro alcune decisioni prese dalla Provincia sulla riorganizzazione del sistema sanitario. «Nonostante la
sede sia anche casa nostra, è pagata con i soldi dei nostri iscritti - protesta Luigi Rubino, che è anche
membro del consiglio dell'ordine - siamo stati costretti ad affittare la sala di un noto albergo del centro
storico per allestire la conferenza stampa. Tutto questo è assurdo, perché non c'era alcun motivo per
negarci la sala, visto che non c'erano altre conferenze o appuntamenti in programma. La sala ci è stata
negata solo per il tentativo di non voler infastidire la Provincia. Non solo, ma per un secondo incontro,
siamo stati ospitati dall'Ordine dei farmacisti, che ci ha concesso gentilmente e senza alcun problema una
loro sala per un nostro incontro sindacale». In quest'ultimo incontro, i sindacati dei medici di famiglia hanno
dato inizio ad una raccolta di firme per protesta. «Hanno firmato tutti i presenti, una trentina di colleghi»
spiega Rubino.
«Aver negato la sala - prosegue - pare una mossa incomprensibile, visto oltretutto che non c'è alcun
regolamento per l'uso della sala. Ho già chiesto che venga messa all'ordine del giorno della prossima
seduta dell'ordine dei medici, lunedì prossimo, una discussione sulla vicenda dell'utilizzo della sala. Si
concede la sala perché venga a parlare un infermiere assieme all'assessora Stocker - ricorda il segretario
della Fimmg - per esporci proposte di riforma del territorio, come se l'ordine dei medici fosse il luogo
privilegiato per discutere di ciò che invece più appropriatamente dovrebbe essere discusso in un confronto
con i sindacati medici, e poi si nega la sala a chi rappresenta i medici iscritti alle proprie organizzazioni
sindacali». Rubino ha anche scritto una lettera a tutti i medici di medicina generale della Provincia, per
metterli a conoscenza della vicenda. «Molti di costoro - rivela Rubino - vorrebbero addirittura rifiutarsi di
pagare l'iscrizione all'Ordine, per protesta, ma si tratta di una provocazione da stigmatizzare, in quanto il
pagamento dell'iscrizione della quota rappresenta un obbligo di legge per poter esercitare la professione».
In conclusione, comunque, i medici di famiglia hanno considerato la negazione della sala come
«un'intollerabile discriminazione». Rubino conclude: «L'Ordine dei medici deve essere la nostra casa. Invito
il presidente Comberlato a riflettere e a mostrare maggiore solidarietà e disponibilità verso i colleghi».
Chiamato direttamente in causa, e interpellato per una replica, Comberlato ha spiegato: «La richiesta della
sala si riferiva allo svolgimento di un'attività sindacale, che a mio avviso dev'essere tenuta separata
dall'attività dell'Ordine».
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
7
18/03/2016
Pag. 22 Ed. Taranto
diffusione:11936
tiratura:15599
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(C) Il QuotidianoDiPUglia | ID: 00188264 | IP: 93.63.249.2 MANDURIA Duggento avvisa il Comune: «Il
quartiere Santa Gemma attende, farò esposto al ministero»
«Farmacie, urgenze ignorate una nuova in area già servita»
di Gianluca CERESIO Decisa l'apertura di una nuova farmacia: Duggento punta il dito nei confronti
dell'amministrazione e dell'ordine dei Farmacisti. «Alea iacta est», a breve una nuova farmacia aprirà i
battenti su via Gigli, in pieno centro abitato, in un'area già ampiamente servita da 2 farmacie e 2
parafarmacie. Al contrario, il quartiere Santa Gemma, detto anche (Napoli Piccolo), dove abitano migliaia di
persone, è completamente privo di farmacia. Ed è proprio questo il motivo che ha portato già 3 anni fa l'ex
consigliere comunale, Giorgio Duggento, residente da sempre in quel quartiere, a chiedere,
all'amministrazione comunale prima e alla Procura poi, di fare luce sulla vicenda. Infatti, esattamente a
dicembre 2012, l'ex consigliere presentò un ricorso alla Procura della Repubblica di Taranto, avverso la
decisione dell'Ordine dei farmacisti di concedere la nuova apertura su via Gigli, su suggerimento del
dirigente del comune di Manduria. «Purtroppo - dice Duggento - a tutt'oggi, si resta in attesa di una risposta
da parte della procura, tant'è che dopo una adeguata raccolta firme dei residenti del quartiere Santa
Gemma, ho deciso di presentare un esposto anche al Ministero e alle altre autorità competenti, sperando di
conoscere ogni particolare della vicenda». L'ex consigliere considera quanto sta avvenendo, «frutto di un
volere politico e non di una logica legata alle esigenze dei cittadini che, in questo caso sono state
calpestate». È certamente da sottolineare che il quartiere Santa Gemma, rimane isolato dal resto della città
e, come sottolinea l'ex consigliere, da anni si lotta contro questo isolamento con il quale devono convivere
migliaia di cittadini e subire disagi a causa dello sbarramento causato dalla linea ferroviaria, di
conseguenza dalla presenza dei diversi passaggi a livello che costringono spesso a lunghe attese e alla
formazione di lunghe file di veicoli che creano anche ingorghi del traffico. Una vita a singhiozzo che
costringe gli abitanti della zona a doversi adeguare agli orari di passaggio dei treni, per potersi recare in
città a fare shopping, oppure per raggiungere l'ospedale, per recarsi a scuola o al lavoro, o andare appunto
in farmacia. La vicenda di questa nuova apertura in via Gigli, risale a circa 4 anni fa, allorchè in data 12
aprile 2012, l'ordine dei farmacisti espresse parere favorevole per due nuove farmacie nella cittadina
messapica, di cui una nella frazione di San Pietro in Bevagna e l'altra in città. «Ora - conclude Duggento mentre si sollecita una risposta da parte della procura, annuncio l'invio di un esposto anche al ministero e
alle altre autorità competenti in materia, con richiesta di approfondimento e chiarimento della vicenda,
affinchè si possa spiegare ai cittadini manduriani, il perché sia stata negata l'apertura di una farmacia nel
quartiere Santa Gemma».
Foto: Una delle farmacie a Manduria
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
8
19/03/2016
Pag. 15
diffusione:15000
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SANITÀ Il presidente di Federfarma, Friolotto: «Decisione presa dall' azienda per risparmiare ma alla fine i
costi potrebbero aumentare»
Per i non autosufficienti niente più medicine in farmacia Ora l ' Asl le
consegna a casa. Ma i tempi sono lunghi
BIELLA (mtx) Se fino a tre settimane fa le persone non autosufficienti - o i propri familiari potevano andare
direttamente in farmacia a ritirare i medicinali a loro necessari, adesso non è più possibile. Dal 1 marzo,
infatti, la convenzione esistente da diversi anni tra l' Azienda sanitaria e le farmacie biellesi è stata
interrotta. Ora i medicinali vengono consegnati a domicilio dal personale Asl che ha in cura i pazienti (a
distanza di giorni o di settimane, dunque) oppure, in caso di urgenza è possibile ottenerli presso la sola
farmacia dell' ospedale di Ponderano. Una soluzione, improvvisa e inattesa, che ha creato parecchio
malumore tra i diretti i nte re ssati. «Sono venuto in redazione spiega una delle persone direttamente
coinvolta - a nome di centinaia di altri pazienti che si trovano nella mia stessa situazione. È una vergogna
quanto è accaduto. Non si può vietare alle persone di rifornirsi di medicine dalla farmacia che si vuole. In
parole povere ci hanno messi nella classica situazione difficilissima: o mangi la minestra o salti dalla
finestra. Così non è accettabile. Obbligare a comprare esclusivamente in un certo luogo un bene
indispensabile per la sopravvivenza, come i medicinali, è contro ogni concetto di demo crazia». L'uomo,
che parla a nome di molti ma anche della moglie che è iscritta alla cartella clinica Adi (i non autosufficienti,
appunto), lamenta la situazione che è venuta a crearsi nel giro di poco tempo: «Adesso è tutto più
complicato. Se prima bastava recarsi in farmacia con la ricetta del medico ora bisogna farsi compilare un
modulo dal medico curante che deve essere riconsegnato all'infermiera incaricata dell' assistenza
domiciliare; in questo modo le medicine necessarie vengono consegnate nel corso della visita domiciliare
successiva. Se invece c'è l' urg enza il malato può andare solamente presso la farmacia dell' ospe dale, giù
a Ponderano. Così i tempi si allungano notevolmente. Bisogna prenotare i farmaci un mese prima per il
mese dopo. Non è giusto, anche nei confronti di chi copre il servizio sanitario sul territorio che ha una
quantità di lavoro molto superiore rispetto a prima». «L'Azienda sanitaria - spiega il titolare di una farmacia
cittadina ha fatto delle scelte che non facilitano il cittadino, per di più appartenente a una categoria in
evidenti difficoltà. La ragione di questa nuova disposizione è solamente economica ma è tutto da
dimostrare che alla fine ci sarà un effettivo risparmio.. Speriamo solo che i medicinali destinati alle persone
siano preparati da un farmacista, la figura professionale deputata a questo compito, e non un altro
operatore sanitario». Sull' argomento abbiamo chiesto delucidazioni anche all' ordine dei farmacisti.
«Quello che era un protocollo firmato da tanti anni - spiega il dott. Renzo Friolotto, presidente Federfarma
Biella Vercelli è stato interrotto dal primo di marzo, dopo una proroga ottenuta a dicembre. Tra l' altro erano
stati riconosciuti all'Asl degli extra-sconti rispetto al normale su tutti i medicinali destinati a persone in
possesso della cartella clinica ADI (non autosufficienti, ndr). Oltre a questo, un altro punto a favore dei
pazienti era l' immediata reperibilità perchè, gli interessati potevano rivolgersi direttamente al farmacista di
fiducia. Questo fino alle settimane scorse quando abbiamo ricevuto una semplice comunicazione con la
quale l' Azienda sanitaria ha comunicato di non rinnovare l' accordo per questioni di bilancio. A questo
punto abbiamo contattato l' Azienda per trovare una soluzione ma al momento le posizioni tra Federfarma e
Asl rimangono lontane anche se i contatti non sono interrotti. Crediamo che la nuova politica aziendale non
poterà benefici economici. Anzi, se l'Asl vuole avvicinarsi alla funzione che svolgono da sempre le farmacie
avrà dei costi di gran lunga superiori ai 154mila euro vogliono r ispar miare».
Foto: Il presidente di Feder fa rma Biella, l' associazione che raggruppa le farmacie, Renzo Friolotto critico
contro il nuovo metodo di consegna dei farmaci per i pazienti che usuf ruiscono dell'assis tenza domicilia re
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
9
18/03/2016 04:37
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Tra 20 anni 63mila farmacisti saranno disoccupati. Gli Ordini: "Serve il
numero chiuso all'Università"
«Hanno un figlio farmacista... Beati loro!» Nell'immaginario sociale italiano la laurea in farmacia ancora oggi
è una sorta di terno al Lotto. Ma forse non è più così, e quel titolo sembra proprio non essere più un
biglietto di prima classe per una vita ricca di soddisfazioni. I farmaci, bene inteso, si vendono sempre ma
ormai nelle farmacie arrivano in maggioranza i generici a prezzi bassissimi con margini di guadagno molto
relativi e soprattutto i farmacisti italiani sono tantissimi (circa 92mila), molto più delle farmacie e
parafarmacie che, nonostante la previsione di nuove aperture dopo il concorso straordinario di qualche
anno fa, supereranno di poco la soglia delle 20mila, tra pubbliche e private, alle quali si aggiungono circa
4mila parafarmacie. E lo spettro di un futuro da disoccupati per decine di migliaia di neo laureati è alle
porte. Secondi i calcoli presentati oggi dallo stato maggiore della Federazione nazionale degli Ordini dei
farmacisti italiani (Fofi) presieduta da Andrea Mandelli, se non si interverrà presto con correttivi drastici
nella programmazione universitaria, nel giro di una ventina d'anni saranno 63mila i laureati in farmacia a
spasso. I conti si fanno presto: ogni anno si iscrivono all'Ordine dei farmacisti 4.000 neo laureati e il sistema
(tra farmacie, parafarmacie, ospedali e aziende farmaceutiche) non riesce ad assorbirne più di 1.500.
Quindi un saldo negativo di 2.500 laureti l'anno, destinati a restare nel limbo del mercato del lavoro in
attesa di un'occupazione che difficilmente potrà essere quella per la quale hanno fatto cinque anni di
università. «Quando si parla di farmacisti, quasi sempre - ha spiegato Mandelli - si pensa solo alla farmacia.
Raramente si parla di farmacisti, in quanto tali, indipendentemente che siano proprietari o meno di una
farmacia». E la stragrande maggioranza dei farmacisti lavora già oggi presso farmacie e parafarmacie solo
come collaboratore, oppure lavora in ospedale, nelle Asl o nelle aziende del farmaco con trattamenti
economici molto differenziati tra loro e che, nella maggioranza dei casi, non sono certo "privilegiati". Né dal
punto di vista economico (un farmacista collaboratore di farmacia guadagna mediamente circa 1.300 euro
al mese) né dal punto di vista delle tutele contrattuali, essendo in crescita il ricorso a forme di lavoro
flessibile se non del tutto precarie. In sostanza essere farmacista oggi non coincide più da tempo con la
proprietà di una farmacia e anche questa professione deve ormai far fronte a una crisi di certezze
occupazionali e di difficoltà economiche in forte crescita in tutte le parti d'Italia. Come uscirne? Per la Fofi la
prima cosa da fare è introdurre il numero chiuso all'accesso ai corsi di laurea in Farmacia, come già da
tempo in vigore per la laurea in Medicina, da stabilire in base alle effettive possibilità di assorbimento dei
neo laureati. Poi i tempi sono maturi per fare della farmacia un polo sanitario multifunzionale. Un vero e
proprio presidio della rete extraospedaliera, attivo in molteplici campi di attività dando così spazio e
opportunità alle nuove leve della professione. Dal controllo sulla corretta assunzione dei farmaci da parte
dei pazienti/clienti, la cosiddetta "aderenza terapeutica" (basti pensare che il 50% dei pazienti non è
"aderente" e che il 25% dei ricoveri in ospedale è legato proprio alla cattiva gestione delle terapie
farmacologiche), all'attività di screening della popolazione sana a scopo di prevenzione (per esempio per il
diabete) in collaborazione con i medici di famiglia. Fino al monitoraggio del paziente cronico e alla gestione
di programmi di educazione sanitaria. Ma non basta. Per tornare ad essere remunerativa, la farmacia, non
può più essere pagata dal Servizio sanitario nazionale esclusivamente a percentuale sul prezzo dei farmaci
venduti. Secondo la Fofi bisogna remunerare anche l'atto professionale, prevedendo, oltre alla percentuale
sulle vendite (che visto l'ingresso massiccio di farmaci a basso costo si sta via via riducendo) anche un
compenso per la singola dispensazione del farmaco. E infine un'ultima richiesta al Governo. «I farmaci
innovativi devono tornare ad essere disponibili anche nelle farmacie - spiega Mandelli - per venire incontro
alle esigenze di continuità terapeutica del cittadino, senza costringerlo ad andare per forza in ospedale a
ritirare i medicinali per la cura di malattie molto spesso croniche e che quindi hanno bisogno di una terapia
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
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IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
La Stampa Web
18/03/2016 04:37
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18/03/2016
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Panorama.it
Sanità: l'allarme, oltre 60 mila farmacisti disoccupati nel giro di 20 anni
Roma, 18 mar. (AdnKronos Salute) - Nel giro di 20 anni, in Italia, ci saranno almeno 50 mila nuovi
farmacisti disoccupati, che si aggiungono ai quasi 13 mila che già oggi sono in cerca di occupazione. Un
'esercito' di 63.000 professionisti si ritroverà senza lavoro. E' l'allarme lanciato dalla Federazione degli
Ordini dei farmacisti (Fofi) che, da FarmacistaPiù 2016 a Firenze, fa una serie di proposte al Governo e alle
Istituzioni universitarie e sanitarie "per scongiurare questo scenario e rilanciare la professione del
farmacista come operatore sanitario qualificato che, al fianco di medici e infermieri, costituisce già oggi la
terza professione sanitaria in termini numerici e soprattutto di capacità relazionale e contatto diretto con il
cittadino e il paziente".Secondo gli ultimi dati di Joint Action Health Workforce Planning and Forecasting,
per il periodo 2015-2040, emerge un fabbisogno occupazionale in Italia di circa 1.500 farmacisti l'anno. A
fronte di questo dato si registrano circa 4.700 nuovi laureati in farmacia, dei quali 4 mila si iscrivono all'Albo
con l'aspirazione di esercitare a pieno titolo la professione. Sulla base di queste valutazioni, vengono
stimati i farmacisti senza lavoro da qui a 20 anni. Una cifra considerevole.Non solo. In Italia, "una volta
concluse le nuove assegnazioni di farmacie dopo il concorso straordinario di qualche anno fa - rileva la Fofi
- si conteranno circa 21 mila farmacie, di cui 18 mila private, tutte convenzionate con il Ssn. Sono poi
presenti circa 4 mila parafarmacie private. Ma i farmacisti attivi iscritti all'Ordine sono ben 92 mila e non tutti
possono contare - sottolinea la Federazione - su una titolarità di farmacia o parafarmacia, che in ogni caso
devono fare i conti anch'esse da anni con la crisi economica che ha colpito anche questo settore. La
stragrande maggioranza lavora ormai nelle farmacie e parafarmacie come collaboratore, oppure in
ospedale, nelle Asl o nelle aziende farmaceutiche, con trattamenti economici molto differenziati e, nella
maggioranza dei casi, non sono certo privilegiati". (segue)
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Scienza
18/03/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
FarmacistaPiù. Fofi lancia l'allarme. Tra 20 anni saranno più di 60mila i
farmacisti italiani disoccupati. Serve numero chiuso all'Università
La denuncia dell' Ordine dei Farmacisti nella conferenza stampa di apertura della manifestazione
inaugurata oggi a Firenze. Ecco le proposte della Federazione per evitare il disastro. Dalla
programmazione vincolata degli accessi ai corsi di laurea alla farmacia dei servizi multifunzionale inserita
nella riforma della medicina territoriale in atto. Ma anche nuova reminerazione per il lavoro del farmacista in
farmacia e la reintrouzione dei farmaci innovativi nelle farmacie come misure di rilancio del settore
18 MAR - Si sono aperti oggi i battenti della terza edizione di FarmacistaPiù la convention promossa da Fofi
, Fondazione Cannavò e Utifar che in tre giorni di convegni e dibattiti vedrà impegnate a Firenze migliaia di
farmacisti provenienti da tutta Italia. Come sta il settore? Quale futuro aspetta le giovani leve? Ai due
quesiti hanno dato oggi le prime risposte i vertici della Federazione degli Ordini dei farmacisti in una
confernenza stampa cui hanno partecipato il presidente Andrea Mandelli, il vice presidente Luigi
d'Ambrosio Lettieri, il segretario Maurizio Pace, il tesoriere Mario Giaccone e il presidente di Utifar Eugenio
Leopardi. "Quando si parla di farmacisti, quasi sempre,- hanno esordito i vertici della Fofi - si pensa solo
alla farmacia, intesa come luogo fisico di esercizio dell'attività di vendita di farmaci e presidi sanitari.
Raramente si parla di farmacisti, in quanto tali, indipendentemente che siano proprietari o meno di una
farmacia". Questo equivoco ha senza dubbio radicato una visione della professione del farmacista che
ormai non risponde più alla realtà del settore. Basti pensare che in Italia, una volta concluse le nuove
assegnazioni di farmacie dopo il concorso straordinario di qualche anno fa, si conteranno circa 21mila
farmacie di cui 18mila private, tutte convenzionate con il Ssn. Sono poi presenti circa 4mila parafarmacie
private.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
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18/03/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
FarmacistaPiù/2. Il futuro della formazione? Tra numero chiuso e nuovi
percorsi di studio per i farmacistI di domani
Questi i temi affrontati oggi durante il convegno 'Formazione universitaria e prospettive occupazionali'
all'interno della kermesse dei farmacisti in corso a Firenze. Mandelli : "Allargare la possibilità di impiegare il
farmacista e le sue competenze.
18 MAR - La formazione del farmacista del futuro probabilmente si dirigerà in due direzioni: da un lato è
molto forte la prospettiva del numero chiuso visto l'alto numero di farmacisti, ma dall'altro occorrerà puntare
su nuovi percorsi di studio che siano in grado di formare un professionista che sia sempre più in grado di
rispondere alle nuove esigenze di salute dei cittadini, in un'ottica che vedrà sempre più i farmacisti
interagire e collaborare con le altre professionalità del Ssn. Questi alcuni degli argomento trattati durante il
convegno 'Formazione universitaria e prospettive occupazionali' tenutosi all'interno della kermesse
FarmacistaPiù in corso a Firenze. "Il nostro piano di studi va modificato - ha detto Andrea Mandelli,
presidente Fofi - alla luce delle mutate esigenze della gente. Il problema di fondo è che in questo momento
il programma europeo che controlla il fabbisogno di professionisti sanitari in Europa e in Italia, dimostra dati
alla mano che abbiamo troppi iscritti all'Albo rispetto alle possibilità che il mercato offre ai laureati in
farmacia. E da qui parte la riflessione di Farmacistapiù. Una riflessione sul futuro dei giovani".
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Lavoro e Professioni
SANITÀ NAZIONALE
14 articoli
19/03/2016
Pag. 18
diffusione:237405
tiratura:336211
"Ho il tumore e una tac fra 600 giorni"
Dopo l'inchiesta di "Repubblica" una donna pugliese racconta il suo calvario: "Mi hanno fissato l'esame ad
ottobre 2017. Solo dopo il mio esposto qualcosa si è mosso. Spero che il mio caso serva anche agli altri"
CHIARA SPAGNOLO
LECCE. «Ottobre 2017: quando ho letto la data in cui avrei potuto effettuare la Tac mi è crollato il mondo
addosso: combatto da sei anni contro un tumore, a febbraio un esame ha riscontrato nuove macchie, avevo
bisogno di un'analisi più approfondita ma ad ottobre dell'anno prossimo potrei essere morta». Santina
Geusa non usa mezzi termini.
La cinquantunenne di Campi Salentina, con la sua denuncia al Tribunale dei diritti del malato di Lecce, ha
fatto esplodere il caso delle liste d'attesa infinite, anche per esami urgenti, nelle strutture pubbliche del
Salento. Un fenomeno diffuso ormai in tutto il Paese, come abbiamo raccontato in un'inchiesta ieri su
Repubblica. Tempi che raggiungono anche i 500 giorni di attesa per esami importanti come una
mammografia. «Raccontare è faticoso - dice Santina Geusa - ma spero che almeno possa servire a
smuovere le acque».
Ha chiesto una tac addominale il 22 febbraio scorso, è stata fissata per il 20 ottobre 2017. Le Asl pugliesi
dicono che spesso i tempi si allungano perché le richieste sono formulate in modo errate, nel suo caso
l'urgenza era indicata nella richiesta? «Certo. Era indicata sia per la malattia che ho, che per i nuovi
problemi emersi di recente e che il mio oncologo voleva approfondire subito. A Forlì, dove sono in cura dal
2010, ho fatto la visita di controllo il 3 febbraio e il 9 la Pet, dalla quale sono risultate complicazioni. Per non
restare a lungo lontana da casa ho deciso di fare la Tac a Lecce e ho prenotato in una struttura privata, al
costo di 210 euro, per cercare di sbrigarmi in fretta.
Quando mi sono recata a fare l'esame, il radiologo, venuto a conoscenza della mia allergia al mezzo di
contrasto, non ha voluto effettuarlo perché la clinica è priva del reparto di Rianimazione. Perciò sono stata
costretta a rivolgermi all'ospedale pubblico tramite il Cup, il centro unico di prenotazione». La Asl di Lecce
sostiene però che lei ha rifiutato di effettuare la tac a giugno in strutture diverse dall'ospedale Fazzi.
«Mi è stata proposta la data del 3 giugno 2016 al presidio poliambulatoriale di Campi, ma non trattandosi di
un ospedale è anch'esso privo della Rianimazione, quindi avrei corso gli stessi rischi che in una struttura
privata. Se avessi dovuto mettere in pericolo la mia vita, tanto valeva fare subito l'esame dove avevo
prenotato inizialmente. Altre date non me ne sono state proposte». Quindi si è rivolta al Tribunale dei diritti
del malato e subito dopo è successo qualcosa.
«Ho denunciato la cosa e poi sono tornata alla Radiologia dell'ospedale insieme ai rappresentanti del
Tribunale diritti del malato. Dopo insistenze, e vedendo la documentazione, è stata fissata una risonanza
magnetica per l'8 marzo e il risultato non è stato buono. Subito dopo Pasqua tornerò a Forlì per sottopormi
a un altro ciclo di chemioterapia, non oso pensare a cosa avrebbero trovato nel mio corpo se per avere
questa nuova diagnosi avessi aspettato l'anno prossimo».
È la prima volta che le capita di prenotare una tac per una data così lontana? «No, praticamente è
successo ogni volta che dovevo fare controlli durante i cicli chemioterapici: quella che avrei dovuto fare a
dicembre 2014 è slittata a marzo 2015, quella di settembre a fine novembre. Per sei anni non ho fatto altro
che chiedere favori, ogni volta che ho dovuto effettuare una tac in una struttura pubblica del Salento. Ora
sono stanca, curarsi è un diritto non una corsa ad ostacoli, io ho scelto di farlo in parte al Nord ma mi è
costato soldi ed energie ed ora anche il mio fisico non ce la fa più».
IL SONDAGGIO I TEMPI DI ATTESA Ieri abbiamo pubblicato i risultati di una nostra indagine in dieci città
italiane. Tempi di attesa infiniti per visite ed esami e a Roma ci sono ospedali dove neppure si può
prenotare
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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La testimonianza
19/03/2016
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Foto: L'AMAREZZA
Foto: Quando ho letto la data mi è crollato il mondo addosso Com'è possibile non capire che certi esami
sono urgenti?
Foto: DIRITTO NEGATO
Foto: Ora sono stanca, curarsi è un diritto non una corsa ad ostacoli, costa soldi ed energie e il mio fisico
non ce la fa più
19/03/2016
Pag. 1
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tiratura:249918
Contro tumori e Hiv arrivano le pillole d'oro
Paolo Russo
A PAGINA 11 Fa r m ac i s a l vav i t a m a c a r i d a m o r i re. P ro mettono di s confi gge re i tumori,
mettere la museruola all'Hi v, comb atte re demenza e Alzheimer ma con costi, spesso intorno ai 100 mila
eu ro per un ciclo te rapeutic o, che minacciano di sbanca re il nost ro wel fa re o, come già acc ade per l
'ep atite C, di confinarne l'uso solo ai mal ati più g ravi. B i g- p h a r m a l i c h i a m a «blockbuster», come i
film di cassetta. Ma qui pa rliamo di pillole d 'o ro, cap aci di far vola re da 3 a 150 milia rdi di dollari il valo
re di u n'azienda come l 'americana Gile ad, che ha acquist ato il b revetto del «So fosbuvir», il primo
medicinale cap ace di e radica re il virus dell 'ep atite C. Lo St ato i t a l i a n o l o p a ga i n m e d i a 15mila
eu ro a ciclo te rapeutico di 24 settiman e, g razie al b raccio di ferro in gaggiato dall 'A genzia italiana del
farmaco (Ai fa) con la Gilead, che era partita da 42mila ogni 12 settiman e. «Contiamo di poter t ratta re tutti
i mal ati di ep atite nell 'a rco di sei anni g razie ai nu ovi farm aci in arri vo, che coste ranno men o, e
radiche ranno il virus in 4 anziché 12 settimane e con minori ef fetti coll ate rali. È per questo che non ha
senso dilapida re o ra riso rse p reziose per le pe rsone in fette ma senza mal attia conclam ata», spie ga
Luca Pani, diretto re dell 'Ai fa. La valanga di super pillole Il bello o il problema è che di farmaci capaci di
curare quel che prima non lo era ne sono in arrivo una valanga. L'Fda, l'agenzia del farmaco americana, ne
ha autorizzati lo s co rso anno 4 3, in attesa di sbarcare anche da noi con prezzi anche più alti di quelli della
super pillola anti-epatit e. Quasi la metà di questi medicinali è per la cura delle mal attie ra re. Gli altri sono
contro vari tipi di tumor e, l'insufficienza cardiaca, infezioni urinarie e int ra- addominali gravi. Tanti sono
anche i farmaci in stato avanzato di sperimentazione. «Presto - assicura Pani - arri ve ranno nu ovi
medicinali capaci di "congelare" il virus dell'Hiv e di colpirlo appena tenta di uscire dalle riser ve in cui si
annida». Come dire che non ci saranno più nuove in fezioni, che o ggi ma rciano al ritmo del più 4% l'anno.
Pochi giorni fa sono intanto sbarcate sui banconi delle n o s t re fa r m ac i e l e n u ove iniezioni d'oro
anticolesterol o. Ali rocumab ed evolocumab sono i nomi impronunciabili dei due principi attivi. In attesa che
l 'Ai fa ne contratti il prezzo per iscriverli nella lista dei mutuabili, sono disponibili, per chi può permetterseli,
alla modica cifra di 1200 euro per un mese di terapia. «Anticorpi monoclonali capaci di ridurre il colesterolo
del 75-85%, molto più delle vecchie statine, poco efficaci su quello di origine familiare» spiega Marcello
Arca, specialista delle malattie del matabolismo lipidico del Policlinico Umberto I di Roma. P ur abb attendo
i costi della metà, p robabilmente i farmaci sa ranno mutuabili solo per chi ha alle spalle ischemie o infarti. E
sempre a caro prezzo sono in arrivo nuovi antibiotici. In attesa che si concludano le sperimentazioni già
avanz ate sugli anticorpi monoclonali cont ro l 'Alzheimer e sindromi iniziali di demenza, informa l'Aifa.
Svolta contro i tumori È però sul fronte dei farmaci oncologici che si profila una vera rivoluzione. «Si è
aperta una nuova era della medicina, da un lato con le genomica che consente di trovare la chiave per
colpire le singole cellule tumorali e, dall'altro, con l'immunoterapia capace di generare reazioni
dell'organismo in grado di sconfiggere il tumo re», spie ga il p ro fessor Maurizio Tomirotti, presidente del
Cipomo, il Collegio dei primari oncologi. «La vera novità è che se fino a ora questi farmaci intelligenti si
sono rilevati efficaci per tumori più rari, i nuovi risultano in grado di attaccare quelli a più alta diffusione,
come i melanomi o i tumori alla mammella e al polmone». La speranza si affievolisce però parlando di costi.
«Per una delle terapie in avanzato stato di sperimentazione si parla già di un milione di dollari per un anno
di cura e la spirale dei prezzi sembra inarrestabile», ammette Tomirotti. «Per questo prima di tutto serve
l'appropriatezza, ossia i soldi vanno investiti nei farmaci che hanno un reale alto valore terapeutico
aggiunto». E tra le nuove pillole d'oro «non sempre è così», afferma citando uno studio Usa. Dove il tema
delle pillole super costose è entrato con forza nella campagna elettorale. c
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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COSTI ALLE STELLE
19/03/2016
Pag. 1
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tiratura:249918
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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I nuovi farmaci miracolosi Epatite C Il primo medicinale che permette di eradicare del tutto l'epatite C si
chiama Sofosbuvir e il brevetto è stato acquistato dall'americana Gilead, la cui quotazione è salita da 3 a
150 miliardi di dollari Hiv Sono in fase di sperimentazione alcuni farmaci che promettono di congelare il
virus dell'Hiv e lo colpiscono quando «alza la testa» tentando di uscire dalla riserve nelle quali si annida
Colesterolo Sono già in farmacia, e l'Aifa sta contrattando il prezzo per renderli mutuabili, l'alirocumab e
l'evolocumab, iniezioni che consentono di ridurre il colesterolo del 75-85%: 1200 euro il ciclo di un mese
Alzheimer In attesa che si concludano le sperimentazioni che sono in stadio avanzato, alcuni anticorpi
monoclonali promettono di essere una validissima soluzione all'Alzheimer e ai sintomi della demenza senile
Foto: Salvavita I farmaci di nuova generazione promettono miracoli contro malattie letali, ma sono sotto
brevetto e le aziende li fanno pagare molto ANSA
19/03/2016
Pag. 11
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tiratura:249918
Lorenzin : contro big pharma un fronte Ue-Usa
[PA. RU.]
«La spesa farmaceutica ospedaliera è fuori controllo per 1,8 miliardi di euro» ha annunciato il ministro della
salute, Beatrice Lorenzin, spiegando che proprio in quella fascia del prontuario finiscono i costosissimi
farmaci innovativi fino a ieri sfornati con il contagocce ma ora pronti a sbarcare in massa dagli Usa e dal
resto d'Europa. Come riuscire quindi ad evitare la bancarotta, senza che dalle nuove cure resti tagliata fuori
la maggioranza dei pazienti? «So di andare contro corrente, ma dico che le risorse basteranno perché i
nuovi farmaci, curando in modo più efficace, abbatteranno i costi ancor più alti dell'assistenza dovuta a chi
oggi non guarisce», afferma il direttore dell'Aifa, Luca Pani. Fermo restando che «serve un forte
investimento iniziale e una diversa allocazione delle risorse sanitarie». Nel frattempo la strada maestra
sarebbe quella di indurre big-pharma a prezzi più ragionevoli. Lorenzin nelle segrete stanze di Bruxelles e
Washington sta provando a convincere i suoi colleghi che Fda americana ed Ema europea dovrebbero fare
fronte comune nel contrattare i prezzi. Ma i signori della pillola sono tra i primi finanziatori della politica.
Ecco allora che dai Paesi anglosassoni arriva il «Qualy», complicato sistema di calcolo, in base al quale il
prezzo del medicinale è rapportato al numero e alla qualità degli anni di vita guadagnati grazie al farmaco.
Sotto una certa soglia Canada, Australia e Regno Unito non rimborsano. Può sembrare eticamente
opinabile ma i sostenitori del metodo assicurano che senza scelte, anche dolorose, vengono a mancare
risorse per le cure più efficaci.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Le trattative
19/03/2016
Pag. 11
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Timori di cancro con Actos Aifa : "Sì, ma si valuti il beneficio"
PAOLA ITALIANO
La relazione con il rischio di cancro alla vescica «è nota da tempo, ma va valutato il rapporto rischiobeneficio»: Luca Pani, direttore generale dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), interviene così dopo la
notizia dell'inchiesta aperta dalla procura di Torino sul farmaco antidiabetico Actos, prodotto dalla
giapponese Takeda. Pani sottolinea che il prodotto «va utilizzato in una particolare categoria di pazienti con
diabete 2 più grave, che non possono essere trattati con altri farmaci». L'inchiesta torinese, per ora contro
ignoti, è aperta da mesi: ad avviarla, dopo l'esposto presentato dall'associazione Promesa (Professioni
mediche sanitarie) era stato il sostituto procuratore Raffaele Guariniello, titolare delle indagini in materia di
salute. Dopo il pensionamento del magistrato, a fine 2015, il fascicolo è passato al pm Ciro Santoriello.
Primo obiettivo degli accertamenti, condotti dai carabinieri del Nas: appurare perché in altri Paesi, come
Francia e Germania, il farmaco è stato sospeso a partire dal 2011, mentre in Italia è tuttora in vendita.
Anche a fronte delle multe inflitte negli Stati Uniti a Takeda e Ely Lilly al pagamento di danni per 9 miliardi di
dollari, poi ridotti a 36,8 milioni, perché le aziende avrebbero intenzionalmente nascosto alcuni rischi
correlati all'uso del farmaco. Ma mentre l'Aifa parla di «rischi noti» sull'aumento della possibilità di contrarre
cancro alla vescica, Takeda in una nota dice invece che «i risultati a 10 anni confermano che non c'è
incremento del rischio globale di carcinoma della vescica n e i p a z i e n t i t rat t at i co n Actos». Specifica
che l'azienda opera secondo le regole prescritte dalle autorità europee e nazionali, e aggiun ge che
«Takeda Italia ha inviato a tutti i prescrittori una Nota Inform ati va Importante (Lu glio 2011), nonché il
relativo materiale educazionale e gli stampati aggiornati (gennaio 2012 e agosto 2014), per sensibilizzarli a
prescrivere il farmaco in modo appropriato». Il dibattito è anche politico: la senatrice del Movimento 5 Stelle
Michela Montevecchi, prima firmataria di un'interrogazione depositata nel gennaio scorso sul medicinale,
chiede al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di rispondere alle domande, pressapoco le stesse
dell'esposto presentato a Torino. In particolare, si chiedono gli esiti e i costi di «Tosca», una
sperimentazione condotta a partire dal 2008 dalla Società diabetologica italiana e finanziata dall'Aifa per
valutare gli effetti cardiovascolari del pioglitazione, principio attivo di Actos, in aggiunta a un altro principio
(la metformina). Ieri è stata diffusa la notizia che lo studio terminerà nel 2018. «Il nostro obiettivo - spiega
l'avvocato Riccardo Salomone, che assiste Promesa - è avere chiarezza: vogliamo sapere se il farmaco,
oggi ancora prescrivibile in Italia, è pericoloso oppure no. Dopo più di un anno, dal ministero ancora non
abbiamo avuto risposte né sull'eventuale pericolosità del farmaco né sugli esiti dell'indagine Tosca. Ora
vogliamo sapere, anche per tutti i pazienti che sono sottoposti all'uso del farmaco». c
Sulla Stampa Sull'edizione di ieri la notizia dell'inchiesta torinese sul farmaco contro il diabete che
aumenterebbe il rischio di cancro alla vescica.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'agenzia sul farmaco contro il diabete
19/03/2016
Pag. 1 N.55 - 19 marzo 2016
diffusione:64390
tiratura:120083
Amici per la pelle
Elena Correggia
Diagnostica di ultima generazione, fototerapia, farmaci biotecnologici e nuove creme rappresentano gli
alleati all'avanguardia contro una serie di fastidiose patologie dermatologiche che in molti casi pregiudicano
anche la qualità della vita di chi ne è affetto. A cominciare dalla psoriasi, una malattia ad andamento
cronico e recidivante caratterizzata da chiazze rossastre e tondeggianti con margini netti che possono
comparire su tutta la superficie corporea ma prevalentemente su cuoio capelluto, tronco e arti. «Tra pochi
mesi sarà disponibile anche in Italia secukinumab, un nuovo farmaco biologico, ovvero un anticorpo
monoclonale che, grazie alla particolare efficacia rispetto ai già efficaci anticorpi esistenti e ai ridotti effetti
collaterali in termini di immunosoppressione, ha ottenuto l'autorizzazione dall'Emea come farmaco di prima
linea per la cura della psoriasi», ha spiegato Enzo Berardesca, direttore della dermatologia clinica
dell'Istituto San Gallicano di Roma. Secukinumab rappresenta il primo inibitore selettivo dell'interleuchina
17, una delle citochine infiammatorie responsabili della malattia. Per le forme lievi di psoriasi o a supporto
di altre terapie è stato da poco introdotto negli Stati Uniti e a breve sarà disponibile anche in Italia
apremilast, farmaco in compresse appartenente al gruppo delle small molecules. «Si tratta di un farmaco
che interviene a monte con un diverso meccanismo di azione, penetrando a livello cellulare e bloccando i
recettori alla base dell'infiammazione», ha precisato Berardesca. Nel campo della diagnostica, esami della
cute sempre più accurati sono possibili grazie alle migliorie nella microscopia confocale mediante software
che consentono di ottimizzare la qualità delle immagini e ottenere dati microscopici dettagliati in tempo
reale. «L'uso del microscopio confocale per la valutazione non solo del melanoma ma anche di altri tumori
cutanei si sta diffondendo, in quanto rende possibile quantificare con precisione l'estensione della lesione
prima di intervenire chirurgicamente», ha proseguito Berardesca, «oggi questa tecnica permette di
effettuare una sorta di biopsia virtuale e quindi di «vedere dentro la pelle» senza asportarla, riducendo così
il ricorso alla biopsia tradizionale invasiva e dimostrandosi una metodica utile anche per la valutazione di
patologie dermatologiche infiammatorie». Antiestetiche macchie bianche contraddistinguono invece la
vitiligine, per la quale la terapia oggi più utilizzata è la fototerapia. «I raggi ultravioletti esercitano sulla pelle
importanti azioni biologiche, prime fra tutte quelle antiproliferativa e immunomodulante», ha affermato Maria
Concetta Fargnoli, professore associato del dipartimento di dermatologia dell'Università de L'Aquila, «nelle
forme più estese di vitiligine si utilizza spesso la fototerapia Uvb a banda stretta. Di recente introduzione è
poi il laser a eccimeri Xtrac, un laser a luce pulsata che promuove la proliferazione dei melanociti ai bordi
della chiazza di vitiligine o nei follicoli piliferi». Una possibile alternativa al trattamento convenzionale è
costituita dal trapianto di melanociti autologhi non coltivati, benché rappresenti ancora una metodologia
invasiva. Il trapianto offre una sorgente nuova di melanociti nell'area di vitiligine affinché i melanociti
possano crescere e proliferare, dando luogo al processo di repigmentazione. Via il rossore. Patologia
infiammatoria cronica della pelle con tendenza alle recidive, la rosacea colpisce soprattutto le aree centrali
del viso e si manifesta inizialmente come rossore e successivamente con eritema persistente e con la
comparsa di papule e pustole, ma anche prurito e scarsa sopportazione dei prodotti di norma utilizzati per
la cura quotidiana della pelle. «Fra i fattori che predispongono a questa malattia vi sono la pelle chiara, ma
anche l'appartenenza alla razza asiatica, la familiarità e fattori ormonali», ha spiegato Corinna Rigoni,
dermatologa e presidente dell'associazione Donne dermatologhe Italia, «inoltre è stata riscontrata in alcuni
casi una connessione con l'helicobacter pylori e un'intensificazione favorita dell'inquinamento. Nella forma
iniziale si tende a confondere la rosacea con una semplice couperose e a sottovalutarla, mentre è
importante diagnosticarla per circoscriverla e curarla tempestivamente. Per trattare la manifestazione
eritematosa o con la presenza di capillari evidenti oggi è disponibile brimonidina, da applicare associata a
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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SALUTE
19/03/2016
Pag. 1 N.55 - 19 marzo 2016
diffusione:64390
tiratura:120083
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
una semplice crema idratante, che agisce a livello sintomatico con una vasocostrizione periferica per 12
ore, consentendo quindi di affrontare la giornata con più serenità. Nella forma con papule o pustole si può
intervenire con antibiotici topici come metronidazolo o con antimicrobici come l'acido azelaico e di recente
con ivermectina in crema, una molecola particolarmente efficace che oltre ad agire contro l'infiammazione
contrasta la colonizzazione da parte di demodex, un acaro che si infiltra nel follicolo sebaceo e che nei
soggetti affetti da rosacea tende a proliferare». Il sole come medicina. La cheratosi attinica è invece una
lesione precancerosa dovuta all'esposizione solare senza adeguate protezioni, da trattare anche per
evitare la sua degenerazione. Per la singola lesione si interviene di norma con procedure ablative che
distruggono il tessuto come la crioterapia con azoto liquido e la laserterapia oppure la chirurgia se la
lesione è spessa o è necessario un esame istologico. «I trattamenti rivolti al campo di cancerizzazione
consentono invece di trattare anche le lesioni subcliniche, ovvero non evidenti a occhio nudo, prevenendo
l'insorgenza di nuove cheratosi attiniche o di recidive», ha commentato Fargnoli, «fra i più recenti
trattamenti ha dimostrato un'efficacia del 70-90% con un eccellente risultato cosmetico la terapia
fotodinamica che utilizza una sostanza fotosensibilizzante, l'acido metil-aminolevulinico, applicato sulla
zona da trattare in occlusione per tre ore e poi attivato da una luce di lunghezza d'onda specifica
determinando necrosi cellulare selettiva delle cellule tumorali». Fra i limiti della terapia vi è il dolore durante
l'illuminazione, che dura fra 7 e 9 minuti, la necessità di degenza post trattamento e i lunghi tempi di attesa
per accedere ai centri specializzati nei quali è disponibile l'apparecchiatura. Problemi che dovrebbero
essere superati grazie all'imminente introduzione anche in Italia della terapia fotodinamica daylight, che
utilizza la luce del giorno invece di una sorgente di luce artificiale. I due studi multicentrici condotti in
Australia e in Europa hanno infatti dimostrato come la daylight sia un'alternativa efficace e sicura rispetto
alla terapia fotodinamica tradizionale, accompagnata a una riduzione significativa del dolore e a tempi di
esecuzione ridotti. (riproduzione riservata)
19/03/2016
Pag. 14
diffusione:33717
tiratura:72280
Prezzi delle cure contro il cancro, esplosione ingiustificata
SIMONETTA SCARANE
Le cure contro il cancro costano care, troppo care, sempre più care. Per mettere fine a una situazione
esplosiva, 110 oncologi ed ematologi francesi hanno deciso di lanciare un appello attraverso lo storico
quotidiano francese Le Figaro. Tra questi, ci sono anche due pesi massimi dell'oncologia francese: Jean
Paul Vernant, docente di ematolgia, autore del terzo piano di azione contro il cancro del ministero della
salute francese, e Dominique Maraninchi, docente di oncologia, già direttore dell'Agenzia francese del
farmaco e past-president dell'istituto francese dei tumori. Prima di loro, l'allarme era già stato lanciato,
l'anno scorso, da alcuni oncologi americani con una lettera aperta a tutte le più prestigiose riviste mediche
Usa. I motivi di questa straordinaria mobilitazione si devono al fatto che la situazione è diventata veramente
esplosiva: «Si è creata una bolla e sta per esplodere», ha dichiarato Vernant guardando «i profi tti indecenti
dell'industria farmaceutica». Già nel 2013 Vernant aveva denunciato profi tti che superavano in percentuale
il fatturato dell'industria del lusso. A suo dire l'industria farmaceutica determina i propri prezzi in funzione di
quello che il mercato è pronto a pagare. Se in Europa le cure contro il cancro sono care, lo sono il doppio
negli Usa, secondo Vernant. L'industria farmaceutica si difende affermando la necessità di ottenere un
ritorno degli investimenti. Con il proprio appello i 110 oncologi francesi vogliono difendere l'idea che è
necessario pagare il giusto prezzo dei medicinali, ma oggi gli industriali non lo calcolano più sulla base
delle risorse investite in ricerca e sviluppo, il 15% circa del fatturato. I 110 specialisti del cancro propongono
alle farmaceutiche di arrivare a un prezzo che, sì, tenga conto degli investimenti in ricerca e sviluppo
(considerando anche quella dell'accademia) ma ad esso aggiunga un ritorno «ragionevole»
dell'investimento, eventualmente defi nito a priori. Un'idea che è stata rispedita al mittente dal Leem, il
raggruppamento francese delle imprese farmaceutiche), con la motivazione che la determinazione a priori
del margine avrebbe un effetto disincentivante per l'industria del settore. E inoltre, un approccio
strettamente analitico al prezzo potrebbe andare a svantaggio del valore terapeutico del farmaco
orientando la ricerca verso le molecole più redditizie, non necessariamente le più utili. Gli inglesi hanno già
deciso di non rimborsare le cure giudicate troppo costose rispetto alla loro efficacia. È proprio per evitare
che si arrivi a questo anche in Francia che i 110 oncologi fi rmatari dell'appello chiedono un sistema di
arbitraggio dei prezzi «più democratico e più trasparente, che deve coinvolgere anche i rappresentanti dei
pazienti e dei professionisti». Una richiesta necessaria dal momento che, è la denuncia dei 110, oggi in
Francia «la trattativa sui prezzi avviene in maniera opaca all'interno del Comitato economico dei prodotti
per la salute (Ceps)». L'allarme è stato lanciato e adesso l'appello dei 110 oncologi francesi diventerà una
petizione. © Riproduzione riservata
Foto: Jean-Paul Vernant
Foto: Le pagine di Esteri sono a cura di Sabina Rodi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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APPELLO DI 110 MIGLIORI SPECIALISTI FRANCESI PER RIDURRE IL COSTO DEI TRATTAMENTI
ONCOLOGICI
19/03/2016
Pag. 12
diffusione:115363
tiratura:148885
Gentiloni: serve una generazione, l'Africa ha grandi chance. Il Cuamm a Freetown Progetto di Medici con
l'Africa nella capitale della Sierra Leone all'ospedale materno-infantile per commemorare don Luigi
Mazzucato
LUCA LIVERANI
ROMA Dopo la tempesta dell'Ebola, la sanità in Sierra Leone prova a ripartire. E Medici con l'AfricaCuamm scommette sull'ospedale materno-infantile di Freetown, dove finora un solo ginecologo doveva
seguire 5mila parti l'anno in un bacino di utenza da 60mila. È il progetto in memoria di don Luigi Mazzucato,
fondatore e motore instancabile dell'ong di cooperazione sanitaria, scomparso a novembre dopo una vita
spesa per l'Africa. «Una personalità straordinaria come tutto questo mondo di cooperatori italiani», dice il
ministro degli esteri Paolo Gentiloni, partecipando alla presentazione del progetto. «Il rapporto con il
Cuamm dura da oltre 30 anni - sottolinea - e questa sfida a Freetown sarà sostenuta anche dalla
cooperazione italiana». Gentiloni affronta il legame migrazioni-cooperazione: «Negli ultimi due mesi e
mezzo, anche per la scelta della rotta balcanica da parte di siriani, afghani e bengalesi - i tre quarti dei
migranti sono arrivati dagli stati dell'Africa occidentale come il Gambia. Chi dice "aiutiamoli a casa loro" dice
una cosa ovvia e sacrosanta, ma usata come arma contundente, per non aiutarli quando arrivano via mare,
è sospetta e poco convincente». Comunque «la cooperazione che facciamo non avrà risultati immediati sui
flussi, togliamoci dalla testa questa illusione. Non ci sarà una soluzione a breve, ci vorrà una generazione.
E nel frattempo è fondamentale il lavoro delle ong con il contributo della cooperazione italiana».
L'attenzione dell'Italia c'è: la visita del premier Renzi a inizio febbraio, la terza, quella in corso del
presidente Sergio Mattarella, poi «il 18 e 19 maggio prossimi - annuncia Gentiloni - la conferenza a Roma
con tutti i ministri degli esteri africani». Segnali che si accompagnano all'avvio della neonata Agenzia
italiana per la cooperazione internazionale e al raddoppio entro il triennio 20162018 nel Def (il documento
di programmazione economica) dei fondi dell'Aps, l'aiuto pubblico allo sviluppo, «pur sapendo che è molto
basso» visto che «raggiungeremo la percentuale del Pil dei paesi meno virtuosi». Il momento è cruciale:
«Trenta anni fa l'Africa era il continente perduto, tra aids, povertà, corruzione. Oggi - dice Gentiloni - è un
continente in bilico, dove si alternano cose positive, come lo sviluppo della piccola e media agricoltura,
l'emancipazione femminile, il miglioramento dei dati sulla mortalità infantile e crescita del pil, assieme a
guerre, terrorismo, corruzione, cambiamenti climatici che provocano flussi migratori». Medici con l'AfricaCuamm (l'antica sigla del "Collegio universitario aspiranti e medici missionari" di Padova) è da 65 anni in
Africa, dov'è intervenuto in 40 paesi con 157 programmi, inviando oltre 1.500 persone. Oggi è in Angola,
Etiopia, Sud Sudan, Uganda, Tanzania, Mozambico e Sierra Leone. Qui, nella capitale, sta sostenendo il
Princess Christian Maternity Hospital con l'invio di tre ginecologi e un tecnico e un piano di gestione e
formazione. Nel 2014 i ricoveri sono stati 9mila, i parti 5mila di cui 1.329 cesarei. Solo a novembre 11 morti
materne. «A Padova i parti sono 4 mila l'anno - è il paragone di don Dante Carraro - assistiti da 50 tra
ginecologi e ostetrici». Il direttore della ong, successore di don Mazzucato, si arrabbia con chi dice che «è
inutile spendere per l'Africa perché tanto non cambia nulla»: «Non è vero, sono cambiate tante cose per
tante mamme e bambini. La cooperazione, se fatta bene, è azione di cambiamento positivo». All'incontro
Chiara Scannagatta, medico cooperante in Sud Sudan, ricorda che «nonostante le difficoltà don Luigi
sorrideva sempre, perché diceva "alla fine ne vale sempre la pena"». Il giornalista e scrittore Gian Antonio
Stella condivide un ricordo personale di don Mazzuccato: «Un prete secco come un chiodo, con le pile che
non si scaricavano mai. Possedeva pochi vestiti, una valigia e qualche libro, eppure pochi hanno lasciato
un'eredità così ricca». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: SIERRA LEONE L'ospedale di "Medici con l'Africa Cuamm"
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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«La cooperazione riparte ma non fermerà i flussi»
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
diffusione:115363
tiratura:148885
19/03/2016
Pag. 12
Foto: (Ansa)
19/03/2016
Pag. 8
diffusione:74472
tiratura:140585
Dalla malasanità 1,8 miliardi di tasse in più
«La malasanità divide l'Italia: nelle regioni in "rosso" ci sono 1,8 miliardi di tasse in più su cittadini e imprese
mentre sui piccoli imprenditori Irap e Irpef pesano per il 21% in più». È il quadro che emerge da una
rilevazione di Confartigianato, «secondo la quale la malasanità pesa soprattutto sulle tasche degli
imprenditori costretti a finanziare con tasse sempre più alte la cattiva gestione dei conti regionali. Tra il
2006 e il 2014 il Sistema sanitario nazionale ha totalizzato perdite per 35 miliardi, con una media di 3,9
miliardi l'anno. I più penalizzati sono cittadini e imprenditori di 8 Regioni con Piani di rientro del deficit
sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Sicilia, Piemonte, Puglia) che, per risanare le
gestioni in sofferenza, subiscono un maggior prelievo fiscale di 1,8 miliardi, pari a 61 euro in più per
abitante, rispetto alle Regioni con i conti sanitari in ordine.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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CONFARTIGIANATO
19/03/2016
Pag. 10
L'Unità
diffusione:22216
tiratura:57915
È Angelucci il parlamentare più ricco
Sono state pubblicate ieri sui siti di Camera e Senato le dichiarazioni dei redditi 2015 di parlamentari e
leader politici. Antonio Angelucci, imprenditore romano nel settore della sanità privata, e Giulio Tremonti,
avvocato tributarista oltre che ex ministro, sono i parlamentari che se la passano meglio. Angelucci,
deputato, risulta aver maturato nel 2014 4 milioni 67mila 110 euro. Tremonti, che è invece senatore, 3
milioni 937mila 517. In Senato tra i milionari svetta anche Niccolò Ghedini (2.480.753 euro). Alla Camera si
segnala l'avvocato bresciano Gregorio Gitti (2.169.015 euro) e il patron della Brembo Alberto Bombassei
(1.507.078 euro). Beppe Grillo, in compenso, raddoppia. Il leader del M5S è passato dai 147mila 531 euro
di reddito del 2013 (in merito alla dichiarazione del 2014) a un imponibile di 355mila 247 euro dichiarato nel
2015 per l'anno di imposta 2014. Nel governo il più ricco risulta Gianluca Galletti, ministro dell'Ambiente,
con 126.119 mila euro. Settimo posto per Matteo Renzi, con 107.960 di reddito imponibile, di poco
superiore rispetto alla dichiarazione del 2014 (98.961).
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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REDDITI ONLINE
19/03/2016
Pag. 24
diffusione:107763
tiratura:138399
ROMA . Il farmaco anti-diabete Actos, a base di pioglitazone - sul quale la procura di Torino ha aperto
un'inchiesta per un presunto rischio di contrarre il cancro alla vescica - «ha un rapporto rischio-beneficio
favorevole, e va dunque utilizzato, in una particolare categoria di pazienti con diabete 2 più grave, che non
possono essere trattati con altri farmaci». Lo afferma il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (
Aifa), Luca Pani. «Non è stata accertata nessuna relazione tra il farmaco anti-diabete Actos e il presunto
rischio di contrarre il cancro alla vescica». Lo dice chiaramente il presidente della Società Italiana di
diabetologia (Sid) Enzo Bonora citando uno studio finanziato dall'Aifa e uno studio internazionale. «Lo
studio Kaiser - afferma Bonora - ha ulteriormente negato l'esistenza di connessione tra il farmaco e
l'insorgenza del cancro».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Il caso Sospetti su farmaco anti-diabete Gli esperti: «Nessun rischio
cancro»
19/03/2016
Pag. 10
diffusione:49386
tiratura:65704
In Italia arrivano le pillole d'oro e il welfare rischia il collasso
Dopo l'epatite C, medicine contro l'Hiv, i tumori e il colesterolo L'agenzia del farmaco : costretti a scegliere
chi curare subito Presto in Italia decine di farmaci "miracolosi", l'Fda ne ha appena approvati 43
PAOLO RUSSO
ROMA. Farmaci salvavita ma cari da morire. Promettono di sconfiggere i tumori, mettere la museruola
all'Hiv, combattere demenza e Alzheimer ma con costi, spesso intorno ai 100 mila euro per un ciclo
terapeutico, che minacciano di sbancare il nostro welfare o, come già accade per l'epatite C, di confinarne
l'uso solo ai malati più gravi. Big-pharma li chiama «blockbuster», come i film di cassetta. Ma qui parliamo
di pillole d'oro, capaci di far volare da 3 a 150 miliardi di dollari il valore di un'azienda come l'americana
Gilead, che ha acquistato il brevetto del «Sofosbuvir», il primo medicinale capace di eradicare il virus
dell'epatite C. Lo Stato italiano lo paga in media 15mila euro a ciclo terapeutico di 24 settimane, grazie al
braccio di ferro ingaggiato dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) con la Gilead, che era partita da 42mila
ogni 12 settimane. «Contiamo di poter trattare tutti i malati di epatite nell'arco di sei anni grazie ai nuovi
farmaci in arrivo, che costeranno meno, eradicheranno il virus in 4 anziché 12 settimane e con minori effetti
collaterali. È per questo che non ha senso dilapidare ora risorse preziose per le persone infette ma senza
malattia conclamata», spiega Luca Pani, direttore dell'Aifa. La valanga di super pillole Il bello o il problema
è che di farmaci capaci di curare quel che prima non lo era ne sono in arrivo una valanga. L'Fda, l'agenzia
del farmaco americana, ne ha autorizzati lo scorso anno 43, in attesa di sbarcare anche da noi con prezzi
anche più alti di quelli della super pillola anti-epatite. Quasi la metà di questi medicinali è per la cura delle
malattie rare. Gli altri sono contro vari tipi di tumore, l'insufficienza cardiaca, infezioni urinarie e intraaddominali gravi. Tanti sono anche i farmaci in stato avanzato di sperimentazione. «Presto - assicura Pani arriveranno nuovi medicinali capaci di "congelare" il virus dell'Hiv e di colpirlo appena tenta di uscire dalle
riserve in cui si annida». Come dire che non ci saranno più nuove infezioni, che oggi marciano al ritmo del
più 4% l'anno. Pochi giorni fa sono intanto sbarcate sui banconi delle nostre farmacie le nuove iniezioni
d'oro anticolesterolo. Alirocumab ed evolocumab sono i nomi impronunciabili dei due principi attivi. In attesa
che l'Aifa ne contratti il prezzo per iscriverli nella lista dei mutuabili, sono disponibili, per chi può
permetterseli, alla modica cifra di 1200 euro per un mese di terapia. «Anticorpi monoclonali capaci di ridurre
il colesterolo del 75-85%, molto più delle vecchie statine, poco efficaci su quello di origine familiare» spiega
Marcello Arca, specialista delle malattie del metabolismo lipidico del Policlinico Umberto I di Roma. Pur
abbattendo i costi della metà, probabilmente i farmaci saranno mutuabili solo per chi ha alle spalle ischemie
o infarti. E sempre a caro prezzo sono in arrivo nuovi antibiotici. In attesa che si concludano le
sperimentazioni già avanzate sugli anticorpi monoclonali contro l'Alzheimer e sindromi iniziali di demenza,
informa l'Aifa. Svolta contro i tumori È però sul fronte dei farmaci oncologici che si profila una vera
rivoluzione. «Si è aperta una nuova era della medicina, da un lato con le genomica che consente di trovare
la chiave per colpire le singole cellule tumorali e, dall'altro, con l'immunoterapia capace di generare reazioni
dell'organismo in grado di sconfiggere il tumore», spiega il professor Maurizio Tomirotti, presidente del
Cipomo, il Collegio dei primari oncologi. «La vera novità è che se fino a ora questi farmaci intelligenti si
sono rilevati efficaci per tumori più rari, i nuovi risultano in grado di attaccare quelli a più alta diffusione,
come i melanomi o i tumori alla mammella e al polmone». La speranza si affievolisce però parlando di costi.
«Per una delle terapie in avanzato stato di sperimentazione si parla già di un milione di dollari per un anno
di cura e la spirale dei prezzi sembra inarrestabile», ammette Tomirotti. «Per questo prima di tutto serve
l'appropriatezza, ossia i soldi vanno investiti nei farmaci che hanno un reale alto valore terapeutico
aggiunto». E tra le nuove pillole d'oro «non sempre è cos ì », afferma citando uno studio Usa. Dove il tema
delle pillole super costose è entrato con forza nella campagna elettorale. BY NC ND ALCUNI DIRITTI
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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SONO SOTTO BREVETTO E HANNO PREZZI ALTISSIMI IL CASO
19/03/2016
Pag. 10
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RISERVATI
Foto: Arrivano nuovi farmaci per le malattie rare: i prezzi saranno alti
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Il Giornale d'Italia
"Fa venire il tumore", dubbi sull'Actos
Conterrebbe un principio attivo associato a un aumento del rischio di contrarre il cancro alla vescica
di Barbara Fruch Francia e Germania lo hanno già ritirato dal mercato, ma in Italia è ancora in commercio.
Per questo Actos, il farmaco usato per la cura del diabete mellito di tipo 2, è al centro dell'inchiesta della
Procura di Torino. Motivo? Secondo alcuni studi conterrebbe infatti un principio attivo associato a un
aumento del rischio di contrarre il cancro alla vescica. L'inchiesta è partita da un esposto presentato
dall'associazione Promesa (Protezione professioni mediche e sanitarie) scritto dall'avvocato Riccardo
Salomone. L'ipotesi di reato è commercio o somministrazione di medicinali guasti. "Alcuni studi
epidemiologici - ha spiegato l'avvocato Riccardo Salomone - hanno sollevato taluni dubbi in termini di
sicurezza del pioglitazone che hanno comportato alcuni warning da parte delle autorità regolatorie nazionali
e internazionali che in alcuni casi hanno portato alla sospensione del farmaco". Nell'esposto si sottolinea
come già dal 2007 il Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp, che opera in seno all'Ema, l'Agenzia
europea per i medicinali) al termine della revisione sugli antidiabetici contenenti pioglitazone, sollevasse
preoccupazioni sul rapporto tra benefici e rischi per i pazienti in cura con Actos. Inoltre, nella denuncia il
legale di Promesa ricorda che "nel luglio 2008 è stato avviato uno studio sperimentale dal nome Tosca,
finanziato dall'Aifa, che aveva la finalità di valutare gli effetti sul l'incidenza di eventi cardiovascolari
dell'aggiunta di pioglitazone alla metformina in pazienti con diabete mellito di tipo II (quello più comune,
ndr). Il nostro obiettivo è avere chiarezza, vogliamo sapere se il farmaco, oggi ancora prescrivibile in Italia,
è pericoloso oppure no. Della vicenda si sono interessati anche diversi senatori, ma dopo più di un anno dal
ministero ancora non abbiamo avuto risposte né sulla eventuale pericolosità del farmaco né sugli esiti
dell'indagine Tosca. Ora vogliamo sapere, anche per tutti i pazienti che sono sottoposti all'uso del farmaco
". Il medicinale distribuito dalla Takeda Pharmaceutical Co. e dalla Eli Lilly & Co è da tempo sotto accusa:
in Germania e Francia la vendita è sospesa sin dal 2001, mentre negli Stati Unitile aziende produttrici sono
state condannate al pagamento di danni per 9 miliardi di dollari, poi ridotti a 36,8 milioni. Il motivo della
condanna sta nel fatto che avrebbero intenzionalmente nascosto i rischi correlati all'uso del farmaco e che
avrebbero distrutto parte della documentazione scientifica. Insomma, pare evidente che il farmaco faccia
male, ma non si sa quanto. Mentre infatti pare appurato che aumenta i rischi di cancro alla vescica, non si
conoscono i termini della correlazione tra uso del medicinale e l'eventuale comparsa di cellule
cancerogene. Su questo ora si dovrà far luce.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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LA PROCURA DI TORINO APRE UN'INCHIESTA SUL FARMACO PER IL DIABETE
19/03/2016
Pag. 14
Cure nuove per riparare il cuore E si tagliano pure gli sprechi
Arriva la rivoluzione con gli stent endovascolari Non sono invasivi e riducono la degenza ospedaliera Con i
dispositivi di ultima generazione si può operare sull'aorta senza neppure usare il bisturi
monica tagliapietra
Si chiama Nexus ed è la rivoluzione in campo cardiovascolare. Una protesi di ultimissima generazione che
permette di trattare gravissimi aneurismi dell'aorta arrivando vicino al cuore ma senza rischi per il paziente
e soprattutto senza tagli. E non solo. Oltre ad essere una soluzione per tutti i casi dichiarati inoperabili dalla
medicina, Nexus taglia pure gli sprechi sanitari. Nonostante sia una endoprotesi di ultima generazione e
quindi con dei costi apparentemente elevati, il suo uso comporta invece un enorme risparmio, perché
mediante questo tipo di trattamento vengono abbattuti notevolmente i costi di degenza post-operatoria e
quindi i di ricovero, ma soprattutto viene ridotto il periodo da trascorrere in terapia intensiva, che
prevederebbe un monitoraggio costante con spese quindi molto elevate. RISULTATI POSITIVI Ridurre gli
sprechi e aiutare il paziente è l'obiettivo della Sicve (Società italiana di chirurgia vascolare ed
endovascolare) al centro dell'evento congiunto Sicve-Collegio degli Ordinari-Collegio dei Primari dedicato a
"Innovazione tecnologica tra appropriatezza e sostenibilità economica" organizzato a Matera che si
concluderà domani. Nexus finora è sta ta impiantata a 3 pazienti in Italia tutti operati al "San Filippo Neri" di
Roma dal professor Nicola Mangialardi, presidente della Sicve, e altrettanti in tutto il resto del mondo con
risultati straordinari. Ma c'è un'altra novità che sta ormai prendendo piede è quella dei dispositivi vascolari
di ultimissima generazione come i palloni da angioplastica medicati che danno la possibilità di portare,
anche qui senza la necessità di tagli chirurgici, il farmaco anti aterosclerosi direttamente sulle placche delle
pareti arteriose. Oppure gli stent innovativi che oltre a dilatare l'arteria ristretta rilasciano lentamente un
farmaco che impedisce alla placca di riformarsi. E ancora, da sottolineare il trattamento mininvasivo di vasi
nobili come le carotidi che portano il sangue al cervello con l'uso di rivoluzionari sistemi di protezione
cerebrale e di nuovi stent impermeabili e conformabili alla parete dell'arteria, in grado di ridurre o di
azzerare le complicazioni emboliche durante l'intervento. "La vita media della popolazione è aumentata di
circa dieci anni - afferma il professor Nicola Mangialardi -nell'ultimo quarto di secolo. E questo anche grazie
a più adeguati e sofistica ti trattamenti delle patologie cardiovascolari. La migliore conoscenza e la possibile
prevenzione dei fattori di rischio, i nuovi farmaci e, soprattutto, l'innovazione tecnologica in discipline come
la chirurgia cardiovascolare hanno trasformato in realtà degli scenari che solo qualche decennio fa
potevano sembrare fantascientifici". La SICVE si pone proprio questo come obiettivo: l'appropriatezza delle
cure per l'ottimizzazione della spesa.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Nessun dolore
18/03/2016
Pag. 6 N.1 - febbraio 2016
Medicina Integrata
Medicina Naturale diventa "Medicina Integrata"
ELIO ROSSI
Al giorno d'oggi tutto cambia con molta rapidità, e anche la nostra rivista dopo tanti anni ha deciso di
cambiare, impostazione grafica e titolo. Da questo numero Medicina Naturale diventa Medicina Integrata,
un nuovo nome per nuovi contenuti e nuovi progetti. Il vecchio nome esprimeva l'idea, che ancora oggi ha
un suo razionale, che "naturale è meglio". Meglio dell'inquinamento costante dell'ambiente, dell'aria che
respiriamo e dell'acqua che beviamo, meglio della chimica nel cibo, meglio degli OGM e meglio anche dei
farmaci chimici. Questa situazione nel panorama mondiale non è cambiata, anzi! Ciò che è cambiato nel
corso del tempo è la strategia di risposta complessiva, oggi sempre di più basata sull'integrazione della
medicina convenzionale con la medicina complementare, con l'obiettivo di fornire ai cittadini "il meglio di
entrambi questi mondi" (the best ofboth worlds). Il problema della definizione dell'insieme delle medicine e
delle pratiche utilizzate per prevenire e trattare i malati, spesso molto diverse tra loro come origine, principi
costitutivi, metodologia, e strumenti di intervento, è un problema molto dibattuto che ha accompagnato nel
tempo lo sviluppo e la diffusione delle medicine complementari. Per molto tempo, e tuttora, si è usato il
termine di "non convenzionale", più neutro rispetto ad altri ma che è stato criticato perché definisce
l'oggetto attraverso una negazione, esprime "ciò che non è" anziché affermare un'identità. In ambiente
anglosassone si è poi diffuso internazionalmente il termine Medicina Complementare e Alternativa (CAM),
definite come l'insieme di quelle terapie e interventi sanitari non considerate essere parte della medicina
convenzionale. Da qualche tempo si preferisce semplicemente parlare di medicine complementari, senza la
parola "alternative" quando si vuole ribadire il concetto di una medicina che è "altra" rispetto alla medicina
convenzionale ma non in opposizione a questa. Recentemente l'autorevole National Centre for
Complementary and Alternative Medicine (NCCAM), la struttura finanziata con milioni di dollari del Governo
USA che all'interno del National Health Institute americano si occupa delle medicine non convenzionali, ha
deciso di cambiare la propria denominazione. E' infatti diventato National Centre for Complementary and
Integrative Health (NCCIH), partendo dalla considerazione che molto spesso le persone utilizzano come
intercambiabili i termini "alternativo" e "complementare" che però corrispondono a concetti differenti.
Secondo il NCCIH se una terapia non convenzionale viene usata insieme alla medicina convenzionale è
considerata complementare; se invece viene usata al posto della terapia convenzionale viene considerata
alternativa. E' chiaro che ogni terapia, convenzionale o non, non è di per sé "alternativa" o
"complementare"; u n trattamento può essere usato in modo "aggiuntivo" a un trattamento convenzionale
per migliorarne l'effetto, oppure per ridurne gli effetti avversi, come avviene ormai in modo sempre più
diffuso nel caso dell'oncologia integrata, ma può essere preso in considerazione anche come un'alternativa
a un trattamento convenzionale quando questo si rivela inefficace oppure inutilizzabile per esempio a causa
degli effetti avversi che produce in un paziente ipersensibile a una certa sostanza. E' quindi il terapeuta che
decide di volta in volta di intervenire sostituendo o accompagnando il trattamento convenzionale con "altro"
che si dimostra a volte più efficace, in qualche caso risolutivo, o che altre volte rappresenta un approccio
solo più dolce e delicato alla salute del paziente. Che cosa significa allora per questa rivista la parola
"medicina integrata"? Ci sono molte definizioni in letteratura, ma tutte si riferiscono a un collegamento fra la
medicina convenzionale e medicina complementare che agiscono in modo sinergico e coordinato nel
processo di cura, così come avviene da tempo anche nel nostro paese, nel trattamento dei pazienti
oncologici, nel dolore, in pediatria, nel percorso nascita. Sempre a partire, laddove possibile, dalle prove di
efficacia che ogni terapia è in grado di produrre in ciascuna patologia. Anche in Italia il fenomeno
dell'integrazione sta prendendo piede, con un ritmo e una diffusione forse minori rispetto ad altri paesi (per
esempio del nord Europa) ma comunque importante e crescente. Sono ormai decine le esperienze di
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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EDITORIALE
18/03/2016
Pag. 6 N.1 - febbraio 2016
Medicina Integrata
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/03/2016
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integrazione a livello sanitario pubblico: ambulatori ospedalieri e progetti di medicina integrata; corsi di
formazione e master universitari; la ricerca che, affannosamente e senza risorse, cerca di fornire alla clinica
le necessarie evidenze che devono guidarne lo sviluppo; norme regolatone della formazione e della pratica
professionale che sono ormai uscite dall'ambito regionale dove sono nate e che hanno raggiunto il livello
nazionale e un domani, chissà, Europeo. In questo contesto il punto di riferimento nostro e di tutto il settore
deve essere il paziente, i suoi bisogni e i suoi desideri. E' sua la richiesta di una medicina che sia dolce ma
anche efficace, capace di risolvere il sintomo ma anche di incidere sulla salute nel suo complesso. Per
rispondere a questa richiesta il medico deve possedere la capacità professionale di utilizzare tutte le frecce
del proprio arco per centrare il bersaglio di una medicina della persona, un "bilinguismo" che consenta di
associare alla competenza clinica anche la conoscenza degli strumenti terapeutici complementari. E la
nostra rivista, Medicina Integrata, vuole essere al tempo stesso uno strumento utile di diffusione della
conoscenza ma anche di attivazione di processi innovativi e sostenibili in ambito sanitario per garantire a
tutti i cittadini la possibilità di scegliere la migliore opzione terapeutica disponibile.
OGGI LA STRATEGIA DI CURA È SEMPRE DI PIÙ BASATA SULL'INTEGRAZIONE DELLA MEDICINA
CONVENZIONALE CON LA MEDICINA COMPLEMENTARE PER FORNIRE AL PAZIENTE "IL MEGLIO
DI ENTRAMBI QUESTI MONDI"
Da Medicina Naturale a Medicina Integrata, un percorso editoriale condiviso La rivista Medicina Integrata
non è una novità sul mercato: rappresenta la naturale evoluzione della storica testata Medicina Naturale e
ne rende solo più attuale l'approccio a una filosofia terapeutica che è in naturale evoluzione. 11 cammino
intrapreso dalla storica Natom, poi ribattezzata Medicina Naturale all'inizio degli anni Novanta, porta oggi la
testata di Tecniche Nuove - sempre sotto la direzione di Elio Rossi a occuparsi ancor più da vicino
d'informazione e di formazione nell'ambito della medicina intesa come approccio al paziente nella sua
totalità: un approccio che intende portare all'attenzione di tutti i medici, senza escludere nessuno ma in
un'ottica assolutamente allargata, approcci terapeutici che vanno a completare - e a integrare, appunto quelli più tradizionali, dei quali spesso completano l'efficacia. Medicina Integrata promuove un dialogo
proficuo fra le discipline olistiche e la medicina accademica, che non sono antagoniste bensì
complementari. Due facce, quindi, di una stessa medaglia che hanno ragione di coesistere nella
complementarietà e integrazione. La rivista rappresenta ancora di più proseguendo in un percorso culturale
già da tempo intrapreso - un punto di riferimento sinergico per quanti si occupano di trattamenti, terapie,
prevenzione primaria ed educazione a nuovi e più sani stili di vita. È proprio lavorando sugli stili di vita del
paziente che i medici - tutti i medici - potranno portare a compimento il loro progetto di healthcare, che ha
nella prevenzione il suo cardine e che nell'unione della medicina convenzionale, delle diverse terapie
complementari, della corretta dietologia e dell'importante bagaglio di nutraceutici oggi a disposizione, trova
un moderno e razionale fondamento largamente condiviso. Paolo Pegoraro
VITA IN FARMACIA
10 articoli
19/03/2016
Pag. 1 Ed. Milano
diffusione:332893
tiratura:417702
Sanità , la svolta INDISPENSABILE
Adriana Bazzi
Il sovraffollamento dei pronto soccorso non è più una malattia acuta della sanità, limitata cioè a quei periodi
invernali di picchi di influenza o a quelli estivi, con le ondate di calore, particolarmente pericolose per gli
anziani, ma è diventata cronica. A Milano, come ha raccontato ieri Simona Ravizza su queste pagine, i
malati rimangono parcheggiati, anche per mezz'ora, sulle barelle dell'ambulanza prima di arrivare
all'accettazione. Va un po' meglio in altri ospedali lombardi, ma il problema esiste e ha anche riscontri
nazionali.
I motivi ? Tanti. Innanzitutto la riduzione dei posti letto e la contrazione degli organici (medici e infermieri,
che, come stabilito da un direttiva europea appena recepita in Italia, ora hanno turni di riposo più rigidi). E
poi la richiesta di aiuto da parte di persone (i famosi «codici bianchi») che non hanno urgenze immediate:
secondo alcuni dati, gli accessi impropri si aggirerebbero attorno al 20-30 per cento, una percentuale non
trascurabile. Terzo: il fatto che, soprattutto in Lombardia, la sanità ruota attorno agli ospedali, mentre
manca una medicina territoriale efficiente.
Le conseguenze? Il problema grave non è soltanto il disagio per il paziente o la mancanza di
comunicazione fra medici e parenti, ma è che, secondo alcuni dati internazionali, la mortalità, in queste
circostanze, aumenta di circa il 30 per cento (più errori e ritardi nelle diagnosi di patologie gravi). Secondo
elemento: si finisce per rimandare i ricoveri «programmati», perché, nel frattempo, il letto viene occupato da
chi arriva dal pronto soccorso.
Le soluzioni? Eccone alcune su cui, peraltro, si discute da tempo e che sono state prese in considerazione
anche dall'ultima Riforma del sistema sanitario in Lombardia. Organizzare seriamente una medicina
territoriale che si prenda carico di certe categorie di pazienti e «alleggerisca» gli ospedali. Garantire, non
solo a parole, la famosa continuità assistenziale: la possibilità, cioè, che quando un malato viene dimesso
dall'ospedale, venga seguito a casa propria. Ripensare (ma questo si è già detto, più volte, anche su
questo giornale) al ruolo dei medici di famiglia che devono assumersi più responsabilità nella gestione dei
pazienti, soprattutto cronici e anziani. Promuovere la prevenzione secondaria. Un piccolo esempio: se un
diabetico o un cardiopatico, magari anziano, è ben seguito a domicilio, è più difficile che arrivi all'ultimo
momento in pronto soccorso con qualche complicanza della sua malattia.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Le attese nei pronto soccorso
19/03/2016
Pag. 5 Ed. Milano
diffusione:237405
tiratura:336211
Alla Mangiagalli tutto esaurito per le mammografie ma c'è posto in altri
ospedali
Il problema per i "controlli", gli esami prescritti senza codice di priorità Tempi di attesa più contenuti alla
Melloni, al Fatebenefratelli e a Niguarda Se si è disposti a pagare di tasca propria (dai 150 euro in su) le
attese si riducono a pochi giorni
ALESSANDRA CORICA
LA PRIMA telefonata risale al 9 marzo. La seconda a ieri.
Ma la conversazione è rimasta, a distanza di dieci giorni, invariata: «Vorrei prenotare una mammografia
bilaterale in Mangiagalli». «Mi spiace - risponde l'operatrice del call center regionale - è impossibile: le
agende sono chiuse». Succede nella clinica di via della Commenda, che dipende dal Policlinico, e dove al
momento è praticamente impossibile riuscire a fissare l'esame di screening che le donne, a partire dai 50
anni (se non hanno avuto problemi in passato, o parenti prossime ammalate di tumore) devono fare ogni
due anni.
Il problema riguarda gli esami prescritti come "controlli". Senza, cioè, che il medico inserisca nella ricetta
un codice di priorità, che determina l'urgenza con cui la mammografia deve essere fatta. Se, cioè, entro 3,
30 o 60 giorni: in questi casi, infatti, i tempi vengono rispettati. Diverso, invece, è il caso dei controlli
prescritti senza "priorità", e per questo non devono rientrare in questi paletti. «Il punto è dare la risposta
giusta al momento giusto - dice Laura Chiappa, direttore sanitario del Policlinico-Mangiagalli - Da noi ogni
anno circa 20mila donne fanno la mammografia.
La metà rientra nei programmi di screening regionale, con controlli ogni due anni per le donne dai 50 anni
in su. Le altre, invece, sono donne che sono state operate e devono fare i controlli periodici, o che hanno
priorità rispetto ad altre poiché la loro condizione pone un dubbio clinico da chiarire con l'esame. Queste
pazienti non attendono mesi». Discorso differente, invece, per chi non ha urgenza: «Per loro, è vero, i tempi
si allungano. Anche se - sottolinea Chiappa - la risposta del call center sulle "agende chiuse" non è
corretta: magari ci sono attese lunghe, ma l'appuntamento può essere fissato». Anche se non prima di 18 o
24 mesi.
Il problema riguarda anche altri ospedali: alla Melloni, altra clinica specializzata nella cura delle donne, ci
vogliono 100 giorni per una mammografia. Al Fatebenefratelli 84, al Niguarda 80.
Se però si mette mano al portafoglio, la situazione cambia: così a La Madoninna, clinica privata in via
Quadronno, con 150 euro si può fare la mammografia martedì prossimo. Stessa data al Centro diagnostico
italiano, in via Saint Bon, al costo di 180 euro: se invece, nella stessa struttura, si decide di usare la ricetta
rossa, l'attesa è di 50 giorni. Da qualsiasi lato la si guardi, insomma, poco cambia: le pazienti che vogliono
fare l'esame senza pagare (se non il ticket) devono armarsi di santa pazienza. Cosa che vale anche per
altre prestazioni, come ecografie, visite oculistiche o ortopediche. «Sì, ma la questione, più che riguardare
un singolo ospedale, interessa l'intero sistema - ragiona Giuseppe Genduso, direttore sanitario del
Niguarda - Penso alle eccessive prescrizioni, e ai tanti esami richiesti per precauzione che poi si rivelano
negativi ma allungano comunque le attese». È la cosiddetta "medicina difensiva", a cui un decreto del
ministero della Salute ha cercato di mettere un argine, individuando le 200 prestazioni "abusate" per
mettervi un freno.
Il provvedimento, al momento, è però in attesa di revisione, dopo la valanga di proteste di medici e
sindacati. «C'è poi - aggiunge Tommaso Saporito, direttore sanitario del Sacco-Fatebene - la questione
delle 11 ore di stacco tra i turni, obbligatoria da novembre: in alcuni casi ha creato problemi». Visto che, per
coprire le guardia notturne e le reperibilità nei reparti di chirurgia e di radiologia, gli ospedali spesso sono
stati costretti a diminuire le visite e gli esami in ambulatorio.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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La sanità
19/03/2016
Pag. 5 Ed. Milano
diffusione:237405
tiratura:336211
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www.mangiagalli.it www.ospedaleniguarda.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: LE PAZIENTI Ogni anno circa 20mila donne si sottopongono a mammografia alla Mangiagalli
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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19/03/2016
Pag. 1 Ed. Roma
diffusione:237405
tiratura:336211
Appalti pilotati all'Umberto I Gli affari della gang del sindacalista
ANNA RITA CILLIS LORENZO D'ALBERGO
SERVIZI A PAGINA VII IL "Barone" del Policlinico e la cricca delle auto del Policlinico non si ponevano
limiti. Tra una puntatina al solarium con la Fiat Croma dell'Umberto I e un salto al bar di viale Ippocrate a
bordo della Panda aziendale, Claudio Proietti trovava anche il tempo di gestire in proprio gli appalti
dell'ospedale universitario in barba a ogni legge. Il sindacalista della Uil e coordinatore dell'autoparco della
struttura sanitaria finito due giorni fa agli arresti domiciliari aveva anche il potere di favorire le ditte amiche.
Dopo aver messo le mani sulla carta intestata del Policlinico, senza passare attraverso un normale bando
di gara e con la complicità di un impiegato dell'area amministrativa, Proietti era riuscito ad affidare a due
benzinai di San Lorenzo il servizio di fornitura di carburante e di sostituzione degli pneumatici per le vetture
dell'autoparco aziendale dell'Umberto I. Nessuna gara e affidamento addirittura "a voce" anche per il
contratto per il lavaggio delle 30 macchine e delle altrettante ambulanze dell'ospedale.
All'azienda prescelta, in barba a ogni legge, fino all'aprile del 2015 sono finiti 700 euro al mese.
L'abuso si è ripetuto per quasi 5 anni, per un esborso totale da 41.300 euro. Sono invece 12.763 quelli
spariti dalle casse del Policlinico per la benzina. «Con artifici e raggiri», si legge nell'ordinanza, erano
riusciti a entrare nelle grazie del titolare di un distributore che gonfiava ad arte le fatture destinate
all'ospedale. Così i membri della banda riuscivano a fare il pieno sia alle vetture aziendali che alle proprie.
Ovviamente facendo pagare tutto all'azienda sanitaria.
La truffa è andata avanti per interi mesi, fino all'intervento della procura e degli agenti del commissariato
San Lorenzo. Gli stessi che hanno interrotto anche il traffico di cocaina a bordo delle auto mediche del
Policlinico.
www.regione.lazio.it www.roma.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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L'INCHIESTA
19/03/2016
Pag. 9 Ed. Genova
diffusione:237405
tiratura:336211
Viale alla Asl3: "Eliminare i doppioni"
Confermati gli orientamenti: meno ricoveri in ospedale e più ambulatori
(massimiliano salvo)
IL tour del Libro Bianco della Sanità ligure approda a Genova, con la presentazione del dettagliato dossier
al collegio di direzione della Asl3, alle associazioni no profit, ai sindacati, agli ordini dei medici e degli
odontoiatri.
«I presìdi della Liguria saranno mantenuti», conferma l'assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale.
«La direzione su cui dovremo lavorare sarà attribuire a ognuno una specialità. Ogni luogo dovrà diventare
un punto di riferimento per tutti i cittadini liguri», continua la Viale. «Anche le realtà piccole possono essere
importanti».
Per rientrare nel fondo assegnato alla Liguria - poco più di 3 miliardi e 44 milioni di euro - servono degli
accorgimenti.
Ma l'assessore non vuole parlare di tagli. «Si tratta di razionalizzare. Per esempio non si possono fare
interventi chirurgici simili a pochi chilometri di distanza. In un territorio come la Liguria non ci possiamo
permettere dei doppioni. Rimarranno ovviamente escluse le emergenze, quindi non verranno toccati i
pronto soccorso».
L'altro punto fermo sarà rafforzare il rapporto tra gli ospedali e il territorio, con un'integrazione tra la sanità
e il sociale, due ambiti che finora sono rimasti separati. «Il sociale può fare risparmiare risorse e alleggerire
il carico della sanità mette in evidenza, l'assessore - E la sanità potrà, così, migliorare la propria efficienza e
il servizio». Bisognerà quindi avvicinare il più possibile le cure al paziente. «Questa è la strada migliore per
la riduzione dei costi e per migliorare la qualità della vita dei malati». L'assessore Viale fa un esempio: negli
ospedali dovranno andare solo i casi acuti, mentre saranno incentivati i programmi di dimissioni assistite.
«Ci sono sempre stati casi di anziani che restavano in ospedale perché non avevano parenti a seguirli. Il
progetto "Meglio a casa", che abbiamo ereditato, consente invece di farli ritornare nelle loro abitazioni e
ricevere assistenza a domicilio». Lunedì il Libro Bianco sarà presentato a Spezia, ad aprile, invece,
comincerà la consultazione con i sindaci e i territori.
Foto: SONIA VIALE L'assessore alla salute e vice presidente della Regione, Sonia Viale, ieri ha presentato
il "Libro bianco" della sanità a Genova.
Una tappa del tour ligure
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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LA SANITÀ / L' ASSESSORE REGIONALE ILLUSTRA IL LIBRO BIANCO A GENOVA. LUNEDÌ SARÀ
ALLA SPEZIA
19/03/2016
Pag. 48 Ed. Aosta
diffusione:174381
tiratura:249918
Grazie per il podio
ma ora è un sogno
R i ngraziamo la redazione della Stampa «Sport Valle d'Aosta» di domenica scorsa, per averci «regalato»
un terzo posto in Pierra Menta Jeunes; in realtà, dopo le due tappe siamo giunti ai piedi del podio, in quarta
posizione. Ancor più, dopo il vostro elogio, saremo stimolati nel migliorare le prestazioni in discesa,
purtroppo nota dolente delle nostre gare! Ma lo sport è anche questo! Con l'occasione ringraziamo i nostri
allenatori di Asiva e Sci Club Corrado Gex e tutti coloro che ci sono a fianco nella nostra esperienza
agonistica di sci alpinismo.
Fabien & Sebastien
Guichardaz
cogne Addio ricetta rossa
arriva l'elettronica
Addio alla vecchia e familiare «ricetta rossa». Adesso si cambia. Sarà sostituita dalla ricetta elettronica, o
«dematerializzata». La legge che archivia i blocchetti rossi del medico, come ricorda la Federazione
nazionale dei medici di famiglia Fimmg, è in realtà del dicembre 2015 e recepisce un decreto di più di tre
anni fa. Grazie alla nuova ricetta, spiegano i medici, da martedì i farmaci potranno essere ritirati anche fuori
dalla regione di residenza. Se fino a ieri un cittadino laziale poteva ritirare il medicinale solo nel Lazio (e se
era in viaggio doveva pagarlo di tasca propria), con questa novità la sua impegnativa sarà valida su tutto il
territorio nazionale. Le farmacie applicheranno il ticket della regione di residenza dell'assistito. «A partire
dal primo marzo - spiega la Fimmg - dovrebbe essere disponibile per tutte le farmacie il sistema di calcolo
di ticket ed esenzioni della regione di provenienza di ogni cittadino». In caso contrario, continua il sindacato
dei medici, «verranno applicati, in via transitoria, i criteri della regione in cui ci si trova». Dopo alcuni blocchi
informatici, il sistema è dunque ora ai nastri di partenza: per prescrivere un farmaco, un accertamento o
una visita, il medico si collegherà a un sistema informatico, lo stesso visibile al farmacista che ci
consegnerà le medicine prescritte (e relative esenzioni). Attraverso i codici a barre stampati sul piccolo
foglio A5 che ci verrà rilasciato dal medico, il farmacista recupererà la prescrizione direttamente on-line e ci
consegnerà la medicina di cui abbiamo bisogno. Ma ricetta elettronica non è ancora sinonimo di abolizione
della carta. Per ora, infatti, riceveremo dal dottore un piccolo promemoria da consegnare al bancone della
farmacia, che permetterà di recuperare la prescrizione anche in caso di malfunzionamenti del sistema o
assenza di linea Internet. Il sistema partirà in automatico in tutte le regioni, eccetto la Campania, e sarà
valido per tutti i tipi di medicinali. Restano esclusi dal nuovo metodo, fino al 2017, alcuni farmaci come gli
stupefacenti, l'ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano
terapeutico Aifa. «Dietro i vantaggi della smaterializzazione si cela però un rovescio della medaglia», ha
dichiarato il Segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo. «Il
rischio è che tutti gli oneri della nuova ricetta ricadano sui medici, che già - lamenta il segretario - sono
oberati tra codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza, con un
aggravio di lavoro che significa tempo tolto alle visite e attese più lunghe per gli assistiti .
bruno albertinelli
federconsumatori vda
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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La posta dei lettori.
19/03/2016
Pag. 49 Ed. Biella
diffusione:174381
tiratura:249918
roberto maggio
Quale luogo migliore da aprire al pubblico se non l'area dell'ex parcheggione?
Avrà pensato a questo la delegazione di Vercelli del Fondo Ambiente Italiano in occasione delle XXIV
Giornate Fai di Primavera, istituite in tutta Italia per rendere fruibili a chiunque opere, palazzi e monumenti
non sempre accessibili. Porte aperte, quindi, alla Manica delle donne e all'antica Farmacia, che rientrano
nel complesso dell'ex ospedale Maggiore, sottoposto in questi due anni ad una lunga fase di restauro.
Cantieri aperti
I due luoghi apriranno per l'occasione oggi e domani dalle 10 alle 18; il Comune di Vercelli, per oggi, ha
organizzato «Cantieri aperti», quattro visite guidate con prenotazione, che hanno fatto registrare il tutto
esaurito. Per il sopralluogo gli organizzatori consigliano di indossare scarponcini da montagna o scarpe
antinfortunistiche. Tuttavia l'area sarà visitabile in entrambi i giorni grazie agli apprendisti ciceroni del Fai,
che si sono preparati per ogni curiosità e richiesta del pubblico. Saranno presenti in tutti i luoghi aderenti
alle Giornate di Primavera.
Tra i luoghi aperti quest'anno c'è anche la basilica Sant'Andrea, che aprirà ai visitatori oggi dalle 10 alle 18
e domenica dopo la messa di metà mattina, quindi dalle 12 alle 18. Sarà disponibile al pubblico anche l'aula
capitolare nel chiostro, sia oggi sia domani dalle 15,30 alle 16,30. La delegazione guidata da Paoletta Picco
ha messo a disposizione anche il Dugentesco, rimasto inagibile a lungo, sia oggi sia domani dalle 10 alle
18. Le iniziative del Fondo Ambiente coinvolgono anche il Museo Leone, che oggi e domani offre l'entrata
gratuita ai soci Fai nei consueti orari di apertura (sabato e domenica 10-12 e 15-18) e il ridotto per i non
soci; e il Borgogna, che domani alle 16,30, nel nuovo appuntamento con «L'Arte si fa sentire», coinvolgerà i
visitatori alla scoperta delle opere provenienti dall'abbazia di Lucedio: due pale d'altare di Guala e Mayerle,
che le sale di via Antonio Borgogna conservano temporaneamente. Costo 10 euro; ridotto 8 euro per i soci
Fai (ingresso e visita). La stessa abbazia attorno alla quale i monaci Cistercensi bonificarono il territorio
introducendo per primi in Italia la coltivazione del riso, sarà aperta domani con visita guidata alle 10,30 e
alle 16; chi vuole può anche salire sul campanile alle 11,30 e 15,30. Trino protagonista grazie all'apertura di
Palazzo Paleologo, antica residenza del Marchesato del Monferrato, che sarà aperto oggi e domani dalle
10 alle 18. La basilica Sant'Andrea, palazzo Dugentesco, palazzo Paleologo, la Manica delle donne e
l'antica Farmacia saranno accessibili anche dai diversamente abili; ci sarà una corsia preferenziale per i
soci Fai, con possibilità di iscriversi in loco. Le Giornate Fai di primavera sono patrocinate da Regione,
Comune di Vercelli e Trino. Per qualsiasi variazione nel programma consultare www.giornatefai.it. BY NC
ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Dalla basilica all'antica farmacia Il Fai apre le porte ai suoi gioielli
19/03/2016
Pag. 4 Ed. Siena
diffusione:83019
tiratura:109970
ANCORA una farmacia presa di mira dai rapinatori. Ieri sera all'ora di chiusura due uomini con in testa un
casco da moto e armati di pistola (verosimilmente giocattolo) sono entrati nella farmacia di ponte a Tressa
proprio mentre stava chiudendo. In quel momento era presente solo una dottoressa e non c'erano altre
persone. Mostrando l'arma uno dei malviventi si è fatto consegnare l'incasso della giornata: ottocento euro.
Una volta presi i soldi i due malviventi sono fuggiti facendo perdere le loro tracce. E' stata la stessa
«vittima» del colpo a chiamare subito dopo i carabinieri. Una pattuglia in breve è arrivata a Ponte a Tressa,
mentre altri carabinieri istituivano in tutta la zona vari posti di controllo e facevano ricerche lungo le strade
che potevano essere state scelte dai fuggitivi. Le battute sono andate avanti a lungo ma non hanno dato
alcun risultato. Secondo le prime dichiarazioni rese ai militari dalla derubata lo sconosciuto che le ha
puntato contro la pistola non ha detto una parola e lei non l'ha visto in faccia proprio per quel casco
integrale che indossava. A PRIMA VISTA la rapina di ieri sera sembra essere la fotocopia di quella
compiuta giovedì alla farmacia della Tognazza. Stesso modus operandi (il colpo poco prima della chiusura)
e uguale dinamica anche se ad onor del vero alla Tognazza era entrato solo un malvivente. Gli uomini
dell'Arma stanno cercando di capire se nella nostra zona sia arrivata una gang specializzata in rapine a
negozi e farmacie. Al momento, purtroppo, gli elementi in mani agli uomini dell'Arma sono davvero pochi.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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UN'ALTRA RAPINA
19/03/2016
Pag. 24 Ed. La Spezia
diffusione:83019
tiratura:109970
UNA NUOVA farmacia a Sarzana. Ad inviare la richiesta, urgente, al Comune è stata l'Asl 5 spezzino che
ha allegato alla nota la domanda di apertura inoltrata all'azienda sanitaria dai dottori Maria Rosaria
Tongiani e Federico Gia. La farmacia, che si chiamerà Santa Caterina, avrà la sede in via Variante Aurelia
al civico 31 e come fanno osservare i richiedenti i locali in cui aprirà «si trovano all'interno della sede
famaceutica individuata con delibera della giunta comunale n.59 del 9 maggio 2012».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Farmacia sulla Variante Cisa Richiesta arrivata in Comune
19/03/2016
Pag. 13 Ed. Udine
diffusione:57504
tiratura:74714
UDINE - Non ci fu né truffa né falso. Sono cadute quasi tutte le accuse per la vicenda dei farmaci
consegnati ai pazienti senza prescrizione medica, con la ricetta compilata solo a posteriori e le fustelle
preventivamente staccate dalle confezioni e poi inviate al servizio sanitario per il rimborso, che aveva
portato a giudizio il titolare della farmacia Sant'Antonio di Cervignano, Edoardo Vidali, 45 anni. E che aveva
messo nei guai anche due medici di medicina generale Donata Venir, 62, e Roberto Aschettino, 59. Lo ha
stabilito ieri il giudice monocratico del tribunale di Udine Mauro Qualizza che ha assolto i due medici con
formula piena da tutte le accuse perché il fatto non sussiste e non costituisce reato. La stessa formula, il
fatto non sussiste, è stata utilizzata dal giudice per assolvere anche Vidali da buona parte delle
contestazioni.
Il farmacista è stato condannato a 8 mesi di reclusione e 300 euro di multa, pena sospesa, per una sola
ipotesi di truffa. Secondo quanto ricostruito dall'accusa, Vidali avrebbe provveduto a defustellare le scatole
e inviarle per il rimborso anche quando i pazienti, muniti di regolare prescrizione, non passavano più a
ritirare i medicinali inizialmente non presenti in farmacia. Le scatole senza fustelle sarebbero poi state
consegnate ad altri acquirenti che si presentavano con ricette bianche, incassando così sia il rimborso che
il denaro del paziente. La sentenza è stata pronunciata ieri dopo oltre un'ora di camera di consiglio.
L'assoluzione era stata invocata dalle difese dei tre imputati. I medicinali sarebbero stati consegnati senza
ricetta, compilata a posteriori, «solo talvolta per pazienti cronici e affetti da gravi malattie quando non era
possibile averla prima, magari in giornate di festa. In ogni caso si trattava di pazienti conosciuti e per
farmaci attinenti alle loro patologie», hanno spiegato l'avvocato Giorgio Caruso (per Venir) e Massimo Vittor
(legale di Aschettino con il collega Nicola Caruso). «Si tratta di capire - ha aggiunto l'avvocato Michele
Sartoretti per Vidali - se delle anomalie del formalismo normativo, peraltro riferito a norme secondarie, sono
lecite quando garantiscono la miglior prestazione sanitaria al paziente».
Elena Viotto
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Medicinali senza ricetta, assolti i camici bianchi Farmacista condannato
a otto mesi per una truffa
19/03/2016
Pag. 38 Ed. Salerno
diffusione:41509
tiratura:56403
Un bando per le nuove farmacie
Assegnate subito 75 nuove sedi farmaceutiche con l'impegno a sbloccarne altre in tempi brevi: è la svolta
decisa dall'amministrazione De Luca che cerca di dare una risposta alle esigenze di un settore che rischia
di produrre solo nuovi disoccupati. Le richieste di nuove farmacie sono bloccate da anni. E dal 2009 era
stato definito un bando di concorso che serviva a dare almeno una risposta parziale. Bisognava definire la
nuova graduatoria regionale di farmacisti idonei all'assegnazione di sedi farmaceutiche di nuova istituzione
o vacanti di titolare.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/03/2016
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La salute
PROFESSIONI
2 articoli
19/03/2016
Pag. 26 N.55 - 19 marzo 2016
diffusione:64390
tiratura:120083
Stefania Peveraro
C'è un disegno ampio di consolidamento del settore a livello europeo, dietro l'acquisizione di Doc Generici
da parte di Cvc Capital Partners annunciata la scorsa settimana per un valore intorno ai 650 milioni di euro.
Secondo quanto risulta a Milano Finanza non si tratta di un progetto dai tempi immediati, ma a medio
termine, e che potrebbe vedere appunto il gruppo italiano produttore di farmaci generici come parte
importante di una piattaforma europea. Cvc, guidata in Italia dal partner Giampiero Mazza, ha già una
partecipazione importante nel settore, in Alvogen, insieme al fondo sovrano di Singapore, Temasek. I due
hanno rilevato la partecipazione dal fondo Pamplona lo scorso giugno, sulla base di una valutazione del
gruppo di 2 miliardi di dollari. Tornando a Doc Generici, il piano industriale condiviso con il management,
che reinvestirà nel gruppo per il 5-10% del capitale, prevede, da un lato, l'ampliamento della gamma di
prodotti all'oftalmologia e agli integratori alimentari nell'ambito delle terapie cardiovascolari e, dall'altro, il
potenzialmente del marchio, per accrescere i ricavi da farmaci di classi diverse da quelli a totale rimborso a
carico del servizio sanitario nazionale. L'acquisizione è stata condotta dalla newco italiana Debussy spa, a
sua volta controllata da un'altra newco italiana, Debussy Investimenti, che fa capo a Cvc tramite la
lussemburghese Debussy sarl. Nei prossimi giorni sarà definita la struttura del finanziamento, che per il
momento è stato interamente sottoscritto da Unicredit, che ha proposto linee senior per 300 milioni e un
second-lien da 75 milioni a 7-8 anni, entrambi in capo alle newco italiane. Unicredit, poi, procederà alla
sindacazione del prestito ad altre banche, tra le quali Hsbc. Doc Generici ha chiuso il 2015 con un fatturato
consolidato 2015 di circa 180 milioni e un ebitda di 61 milioni. Il venditore Charterhouse aveva acquistato il
gruppo nel 2013 per una valutazione di 7-8 volte l'ebitda, per 320-340 milioni, sulla base di un fatturato
2012 di 131,8 milioni e un ebitda di 43-44 milioni. (riproduzione riservata)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Futuro europeo per Doc Generici
19/03/2016
Pag. 13
Allergie, malanni diversi per lei e per lui
Gli uomini soffrono per gli starnuti e il cattivo umore mentre le donne lamentano prurito e occhi lucidi
sara zeno
Neppure le allergie sono uguali da nord a sud. Sembra infatti che nonostante un italiano su cinque sia
sensibile all'arrivo della primavera, le persone che abitano in Piemonte siano più colpite di quelle che
abitano in Sicilia. Il momento peggiore è la mattina, mentre quasi il 15% soffre soprattutto di notte. Poi c'è
un 16% a cui i sintomi non danno tregua per tutto il giorno. Questa è la fotografia scattata da Assosalute,
l'Associazione nazionale dei farmaci di automedicazione, che ha promos so un'indagine su circa 1.000
persone. Dal report sembra che le allergie cambino anche in base al sesso, lui si lamenta soprattutto degli
starnuti e diventa subito di cattivo umore, lei patisce gli occhi lucidi e i conseguenzia li bruciori. Oltre la
metà delle donne (56,8%), infatti, trova estremamente irritante il prurito oculare, contro il 42,7% dei maschi.
Per più di un uomo su due (57,5%), invece, gli starnuti sono insopportabili, contro il 49,6% del gentil sesso.
Le allergie sono in continuo aumento. Si stima infatti che nell'ultimo decennio gli allergici siano aumentati
del 5% l'anno. Lo studio, inoltre, evidenzia che gli uomini colpiti dal fenomeno perdono più facilmente il
sorriso: uno su tre è di cattivo umore, contro una donna su quattro. In aggiunta, i maschi accusano
maggiormente diffi coltà a concentrarsi. E quasi il 12% rinuncia all'attività sportiva (contro il 2,4% delle
donne). Le donne, invece, limitano all'essenziale i rapporti sociali, preferendo chiudersi in casa per non
stare all'aria aperta. Per combattere le allergie un italiano su tre, assume farmaci di automedicazione,
facendo ri corso a quelli più sicuri ed efficaci nell'alleviare i sintomi.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 19/03/2016
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Come difendersi Strani sintomi
PERSONAGGI
1 articolo
19/03/2016
Pag. 5 Ed. Brindisi
diffusione:11936
tiratura:15599
Onorevoli e senatori: ecco ricchi e "poveri"
Pubblicati sul sito del Parlamento i redditi del 2014 L'avvocato Chiarelli il più benestante alla Camera Il
meno abbiente Le dichiarazioni Il viceministro Bellanova eletta nelle liste del Pd si attesta sui 94.076 euro
L'ex sindacalista tarantino Ludovico Vico si consola con appena 28mila euro
di Nicola QUARANTA Un avvocato patrocinante in Cassazione il più "ricco", un sindacalista il meno
"benestante". Tanto emerge facendo i conti in tasca ai parlamentari di Lecce, Brindisi e Taranto. Fotografia
che emerge dalle dichiarazioni dei redditi del 2015 (anno d'imposta 2014) pubblicate online sul sito
"www.parlamento.it" in nome della trasparenza amministrativa. Il testacoda è tutto tarantino: la palma d'oro
va al deputato Gianfranco Chiarelli, avvocato, di Martina Franca, espressione del gruppo dei Conservatori e
riformisti. Nel 2015, infatti, ha dichiarato un reddito imponibile di 569.015 euro. Alle sue spalle il vuoto. O
quasi. Risiede nel capoluogo ionico, ma con molti meno agi, Ludovico Vico, sindacalisti e funzionario di
partito, deputato del Partito Democratico, che nel 2015 ha dichiarato un reddito imponibile di "appena"
28.980 euro. Il "più" e il "meno". In mezzo un esercito di parlamentari che gode di un reddito annuo
superiore ai 60mila euro e nella stragrande maggioranza dei casi superiore ai 90mila euro. Centro, destra,
sinistra: la collocazione politica, evidentemente, non fa la differenza. Le entrate sono quelle: certificate. Al
pari delle somme destinate ai rispettivi partiti: tutto nero su bianco, dunque. Ed i conti dei "nostri"
parlamentari rispecchiano lo stato di salute del resto dell'emiciclo. Nel dettaglio, dunque, i conti tra i banchi.
In rigoroso ordine alfabetico, la documentazione patrimoniale 2015 dei deputati: Teresa Bellanova
(cegliese, deputata Pd, attuale vice ministro allo Sviluppo economico) 94.076 euro, Salvatore Capone
(deputato Pd) 98.471 euro, Gianfranco Chiarelli (deputato Cor) 569.015 euro, Nicola Ciracì (deputato Cor)
66.250 euro, Diego De Lorenzis (deputato M5S) 98.330 euro, Donatella Duranti (deputata Sinistra italiana)
96.781 euro, Alessandro Furnari (deputato Gruppo misto) 98.471 euro, Vincenzo Labriola (deputato M5S)
98.471 euro, Elisa Mariano (deputato Pd) 95.667 euro, Roberto Marti (deputato Cor) 93.437 euro, Federico
Massa (deputato Pd) 286.127 euro, Toni Matarrelli (deputato gruppo misto) 98.471 euro, Rocco Palese
(deputato Cor) 90.886 euro, Michele Pelillo (deputato Pd) 90.468 euro, Ludovico Vico (deputato Pd) 28.980
euro. Tra i senatori al primo posto si piazza Dario Stefàno (gruppo misto, leader del movimento La Puglia in
più) con 130.130 euro. In coda il senatore Pd Salvatore Tomaselli, che nel 2015 ha dichiarato un reddito
imponibile pari a 95.200 euro. Di seguito il resto dei dati patrimoniali dei rappresentanti di Lecce, Brindisi e
Taranto seduti sugli scranni di Palazzo Madama: Francesco Bruni (senatore Cor) 102.839 euro, Maurizio
Buccarella (senatore M5S) 112.565 euro, Daniela Donno (senatrice M5S) 100.319 euro, Anna Finocchiaro
(senatrice Pd eletta a Taranto) 142.800 euro, Pietro Iurlaro (senatore Ala) 98.045 euro, Nicola Latorre
(senatore Pd) 128.181 euro, Barbara Lezzi (senatrice M5S) 98.096 euro, Vittorio Zizza (senatore Cor)
110.830 euro. Una radiografia che non si discosta quasi per nulla rispetto a quella dello scorso anno e che,
portafogli alla mano, sembrerebbe attestare la "casta" dei politici non necessariamente tra le ricche del
Paese. E neppure pescando nelle tasche dei parlamentari pugliesi dal volto noto spuntano milioni:
L'economista Francesco Boccia si attesta sui 120.490 euro, il professore Franco Cassano (deputato Pd,
114.420 euro), Nicola Fratoianni (deputato di Sinistra Italiana, 95.136 euro), Salvatore Matarrese (deputato
di Scelta civica, 232.517 euro), Francesco Paolo Sisto (Forza Italia, 454.227 euro). Tra i senatori: Luigi
D'Ambrosio Lettieri (Cor, 188.763 euro), Antonio Azzolini (Ap, 115.992 euro), Francesco Maria Amoruso
(Ala, 101.603 euro), il presidente dell'Anci Puglia Luigi Perrone (Cor, 131.712 euro).
ZOOM Tra i senatori al primo posto si piazza Dario Stefàno (leader de La Puglia in più) con 130.130 euro
Gianfranco Chiarelli, avvocato, di Martina Franca, ha dichiarato un reddito di 569.015 euro Il senatore e
farmacista Vittorio Zizza (espressione dei Conservatori e Riformisti): 110.830 euro Teresa Bellanova vice
ministro allo Sviluppo economico, ha dichiarato 94.076 euro Il grillino Maurizio Buccarella tra i parlamentari
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Salentini più "ricchi", con 112.565 euro
I dati patrimoniali Camera Teresa Bellanova (Pd) Salvatore Capone (Pd) Gianfranco Chiarelli (Cor) Nicola
Ciracì (Cor) Diego De Lorenzis (M5S) Donatella Duranti (Sinistra italiana) Alessandro Furnari (Gruppo
Misto) Vincenzo Labriola (M5S) Elisa Mariano (Pd) Roberto Marti (Cor) Federico Massa (Pd) Toni Matarrelli
(Gruppo Misto) Rocco Palese (Cor) Michele Pelillo (Pd) Ludovico Vico (Pd) Dichiarazioni del 2015 94.076
98.471 569.015 66.250 98.330 96.781 98.471 98.471 95.667 93.437 286.127 98.471 90.886 90.468 28.980
Senato Francesco Bruni (Cor) Maurizio Buccarella (M5S) Daniela Donno (M5S) Pietro Iurlaro (Ala) Nicola
Latorre (Pd) Barbara Lezzi (M5S) Dario Stefàno (Gruppo Misto) Salvatore Tomaselli (Pd) Vittorio Zizza
(Cor) 102.839 112.565 100.319 98.045 128.181 98.096 130.130 95.200 110.830