Principi di sicurezza (1) 1. Principi di sicurezza Può essere definito sicuro ciò che è esente da pericoli. In altre parole, se si presuppone che una apparecchiatura elettrica possa essere pericolosa, sarà necessario, attraverso opportune contromisure, renderla sicura. Se si considera un insieme di N apparecchi funzionanti nelle medesime condizioni e si chiama g(t) l’insieme tra questi apparecchi che presentano un guasto dopo un certo tempo t, è possibile definire la grandezza P(t) come il pericolo che si verifichi questo guasto dopo un tempo t. Il pericolo che questo accada potrà essere espresso da un numero compreso tra 0 e 1 e rappresenta la probabilità che questo evento si verifichi in un tempo t prestabilito. La grandezza S(t) viene definita sicurezza rispetto al guasto. Definizione di rischio Non sempre come conseguenza di un evento sfavorevole si ha un danno. Questo vuol dire che anche il danno ha una certa probabilità di verificarsi. Dall’espressione del rischio r(t) si può notare come esso dipenda dal prodotto kd. Ad un danno maggiore può quindi non corrispondere un rischio maggiore. Il prodotto kd viene chiamato “danno probabile”. Se k è la probabilità che si verifichi il danno in conseguenza di un guasto e d l' entità del danno si ottiene: r(t) = P(t) kd Affidabilità della sicurezza di un sistema La probabilità che un’apparecchiatura non presenti difetti o guasti durante un certo tempo prestabilito di funzionamento si dice affidabilità. Le parole affidabilità e sicurezza non vanno però confuse tra di loro in quanto non esprimono lo stesso concetto ; la prima si riferisce a tutti i guasti che possono pregiudicare il buon funzionamento dell’apparecchiatura, la seconda si riferisce solo a quelli che pregiudicano la sicurezza della stessa. Nella determinazione della sicurezza globale di un sistema si distinguono fondamentalmente due sistemi : sistemi “serie” e sistemi “parallelo”. Nel primo caso il tasso di guasto complessivo è pari alla somma dei singoli tassi di guasto per cui la sicurezza risultante è minore della sicurezza del componente meno sicuro. Nel secondo caso la sicurezza aumenta con il numero di componenti ed è maggiore della sicurezza del componente più sicuro. Livello di sicurezza accettabile Un danno può verificarsi per cause di natura sconosciuta o non prevedibili (cause di forza maggiore) oppure a causa di un rischio previsto e ritenuto accettabile o per il fallimento delle misure di protezione adottate (cause fortuite). Poiché non è tecnicamente ed economicamente possibile ridurre il rischio a zero occorre definire un “livello di sicurezza accettabile” (fig. 1.1). Fig. 1.1 - Curva sicurezza-costo Il compromesso tra economia e sicurezza ci fornisce il livello di sicurezza accettabile, tenendo però presente tutti i parametri che determinano il buon funzionamento di un impianto o di una apparecchiatura. La curva sicurezza-costo di figura presenta un asintoto orizzontale per il valore di S = 1 equivalente ad un costo infinito. Poiché tutte le misure che contribuiscono al miglioramento della sicurezza di un sistema comportano un costo è ovvio che si deve stabilire il massimo costo possibile e la minima sicurezza accettabile per poi poter adottare le necessarie misure di protezione. Normalmente si procede confrontando l’incremento di sicurezza per unità di costo e, dato un tipo di curva sicurezza-costo come quello di figura, quando l’incremento di sicurezza è irrilevante rispetto alle risorse investite si trova il punto voluto. Pericolo Causa o origine di un danno o di una perdita potenziali. (UNI11230 – Gestione del rischio) Potenziale sorgente di danno (UNI EN ISO 12100-1) Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (sostanza, attrezzo, metodo di lavoro) avente la potenzialità di causare danni. (Orientamenti CEE riguardo alla valutazione dei rischi di lavoro) Fonte di possibili lesioni o danni alla salute. Il terminepericolo è generalmente usato insieme ad altre parole che definiscono la sua origine o la natura della lesione o del danno alla salute previsti: pericolo di elettrocuzione, di schiacciamento, di intossicazione, ….(Norma Uni EN 292 parte I/1991 - ritirata) Fonte o situazione potenzialmente dannosa in termini di lesioni o malattie, danni alle proprietà, all’ambiente di lavoro, all’ambiente circostante o una combinazione di questi. (OHSAS 18001, 3.4) PERICOLO ≠ RISCHIO PERICOLO ≡ FATTORE DI RISCHIO Il pericolo è una proprietà intrinseca (della situazione, oggetto, sostanza, ecc.) non legata a fattori esterni; è una situazione, oggetto, sostanza, etc. che per le sue proprietà o caratteristiche ha la capacità di causare un danno alle persone. Danno � Qualunque conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’evento (UNI 11230 – Gestione del rischio) Lesione fisica o danno alla salute (UNI EN ISO 12100-1) Gravità delle conseguenze che si verificano al concretizzarsi del pericolo La magnitudo delle conseguenze M può essere espressa come una funzione del numero di soggetti coinvolti in quel tipo di pericolo e del livello di danno ad essi provocato. Rischio � Insieme della possibilità di un evento e delle sue conseguenze sugli obiettivi. (UNI 11230 – Gestione del rischio) � Combinazione della probabilità di accadimento di un danno e della gravità di quel danno. (UNI EN ISO 12100-1) � Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno. (Orientamenti CEE riguardo alla valutazione dei rischi di lavoro) � Combinazione della probabilità e della conseguenza del verificarsi di uno specifico evento pericoloso. (OHSAS 18001, 3.4) Il rischio è un concetto probabilistico, è la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno alle persone. La nozione di rischio implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno. Scala delle Probabilità Criterio di Valutazione 4 Livello di probabilità Altamente probabile 3 Probabile - La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se in modo automatico o diretto. - È noto qualche episodio di cui alla mancanza ha fatto seguire il danno. - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe una moderata sorpresa in azienda. 2 Poco probabile - La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi. - Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi.- Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa. 1 Improbabile - La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti. - Non sono noti episodi già verificatisi. - Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità P -Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori -Si sono già verificati danni per la stessa azienda o in aziende simili o in situazioni operative simili - Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcuno stupore in azienda Scala della gravità del danno D 4 Livello del danno Gravissimo Criterio di Valutazione - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale. - Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti. 2 Grave -Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale. - Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti. 3 Medio - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile.Esposizione cronica con effetti reversibili. 1 Lieve - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. - Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili Stima del rischio Stima del rischio R Programmazione degli interventi R > 8 Azioni correttive necessarie da programmare con urgenza 4 < R < 8 Azioni correttive e/o migliorative necessarie da programmare nel breve termine 2 < R < 3 Azioni correttive e/o migliorative necessarie da programmare nel medio termine Eventuali misure da considerare in sede di riesame della valutazione R = 1 Riduzione del Rischio Gli interventi devono quindi ridurre il rischio fino a: � Rischio tollerabile: rischio accettato in seguito alla ponderazione del rischio. Il rischio tollerabile è anche detto “rischio non significativo” o “rischio accettabile”. Il rischio tollerabile non dovrebbe richiedere ulteriore trattamento. � Rischio residuo: Rischio rimanente a seguito del trattamento del rischio. Il rischio residuo comprende anche i rischi non identificabili. UNI 11230 – Gestione del rischio Prevenzione: agisce riducendo la probabilità di accadimento Azioni di riduzione del rischio (Ki) Protezione: agisce diminuendo la gravità del danno R = P x D / Σki Prevenzione Le misure di prevenzione sono di tipo strutturale o organizzativo, come: � L'informazione, la formazione e l'addestramento dei lavoratori; � La progettazione, costruzione e corretto utilizzo di ambienti, strutture, macchine, attrezzature e impianti; � L'evitare situazioni di pericolo che possano determinare un danno probabile (rischio); � L'adozione di comportamenti e procedure operative adeguate. Protezione � La protezione attiva è quella che gli stessi operatori devono attivare (Estintori, Arresti di emergenza), indossare (caschi, scarpe). � La protezione passiva interviene anche senza il comando umano (impianto rilevazione incendio). R = P x D P=prevenzione D= protezione