Cartagine: antico esempio di integrazione culturale di successo

Cartagine: antico esempio di
integrazione culturale di
successo
Ho visitato Cartagine, nell’attuale Tunisia, alcuni anni fa e
la cosa che più mi sorprese fu la posizione sulla collina in
faccia al mare, stupenda, un balcone sul Mar Mediterraneo.
Dell’antica capitale fenicia, che il mito vuole sia stata
fondata da una donna, la regina Didone, è rimasto poco; i
romani comandati da Scipione Emiliano, rivali e vittoriosi, la
ridussero in macerie nel 146 a. C. e sulle sue ceneri venne
costruita una nuova città, capitale della provincia romana
d’Africa. Il sito archeologico risulta una commistione di
aspetti urbanistici di base di epoca fenicia a cui si sono
integrati e sovrapposti aspetti architettonici di epoca
romana. Cartagine è sito Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Mappa localizzazione sito
archeologico
La fondazione di Cartagine. Recentemente una squadra di
archeologici tedeschi ha individuato, nel giacimento di Rue
Ibn Chabaat di Cartagine, una zona denominata Quartiere di
Didone che corrisponde agli strati più antichi della città
punica. Sono state realizzate in questo punto delle datazioni
con il carbonio 14 che hanno determinato date tra l’835 e
l’800 a.C.; la fondazione di Cartagine, pertanto, risale al IX
secolo avanti Cristo. Fu in quegli anni che un gruppo di
fenici, minacciati dai vicini assiri, partirono da Tiro, in
Fenicia, nell’attuale Libano e, dopo essersi fermati a Cipro,
arrivarono sulle coste dell’attuale Tunisia dove crearono
alleanze con le popolazioni locali.
Maschera fenicia
L’integrazione fenicia a Cartagine. Nell’area gli archeologi
hanno individuato fori per conficcare pali usati in piccole
capanne, tipiche forme di insediamento preesistenti l’arrivo
dei fenici. Sembra che tutto il fronte meridionale della
collina dove sorgeva Cartagine fosse edificato con queste
capanne con coperture vegetali, tra le quali si aprivano spazi
simili a piazze e dove si effettuavano gli scambi commerciali.
Gli indigeni, infatti, avevano accolto positivamente l’arrivo,
non aggressivo, dei fenici in quanto avevano capito che poteva
essere incrementato il commercio dei loro prodotti e, quindi,
i loro guadagni. Cartagine non fu una colonia isolata, ma sin
dalle sue origini si aprì all’influenza di culture diverse;
Cartagine aveva capito, da subito, che l’integrazione e la
commistione le avrebbe assicurato il controllo sul territorio
circostante, fondamentale per il suo successivo sviluppo. Fu
così che Cartagine, unita e prosperosa, raggiunge in pochi
decenni la supremazia su tutte le altre colonie fenicie del
Mediterraneo.
Rappresentazione
di
Cartagine vista dal mare in
stampa spagnola del 1754
Lo sviluppo di Cartagine. Nel V secolo a.C., Cartagine si
trasforma in un’importante città abitata fino a 400.000
abitanti; la città aveva edifici a più piani (una novità per
l’epoca), un sistema fognario e un grande porto con attività
sia commerciale che militare.
Gli 80 elefanti schierati
da Annibale nella battaglia
di Zama
La politica di espansione nel Mediterraneo e le tre guerre
puniche (264 a.C. – 146 a. C.) Unita e prosperosa, Cartagine
cominciò ad avere ambizioni di egemonia sul Mediterraneo. Fu
così che cominciò a porre le basi di quello che sarebbe stato
chiamato “imperialismo cartaginese”: stipulò accordi politico-
economici con altri stati della regione e costruì un potente
esercito. Cartagine puntava all’egemonia sul Mediterraneo e,
in particolare, al controllo della Sicilia, ma non aveva fatto
bene i conti con Roma, con la quale entrò in conflitto.
Scoppiò così la prima guerra punica dove Cartagine fu
sconfitta, dovette cedere la Sicilia e pagare un alto riscatto
di guerra. Cartagine ci riprovò con Annibale, ma dopo la
sconfitta nella battaglia di Zama, si arrese al generale
romano Scipione che impose durissime condizioni alla città.
Roma e Cartagine tornarono a scontrarsi nella terza guerra
punica che decretò la sconfitta definitiva di Cartagine,
assediata e distrutta da Scipione Emiliano.
La fondazione di Cartagine
con Didone in un dipinto di
William Turner (1815)
Cartagine e Didone. La leggenda vorrebbe che a capo dei coloni
fenici in fuga vi fosse la regina Didone, in fuga dal fratello
che le aveva ucciso il marito e zio per questioni ereditarie.
I fenici sbarcarono in una baia presso la quale sorgeva una
collina e Didone dovette patteggiare con il sovrano della
popolazione locale per poter sbarcare; Didone lo convinse a
venderle il terreno che potesse essere contenuto in una pelle
di bue, dichiarando che ne aveva bisogno per far riposare i
suoi uomini; fatto l’accordo, la regina fece tagliare la pelle
di bue in sottilissime strisce con le quali coprì la
superficie necessaria per fondare una città. Famosa è anche la
leggenda della Didone abbandonata da Enea: la partenza non
annunciata del condottiero troiano Enea, per fondare una nuova
città in Italia, avrebbe provocato il suicidio della regina
cartaginese. Miti e leggende!
Il tofet di Cartagine
La visita del sito archeologico. Dell’antica Cartagine fenicia
possiamo ancora ammirare: i resti dell’impianto urbano, del
porto, tratti delle antiche strade, importanti edifici di
culto come il tofet, un santuario a cielo aperto nel quale
erano sepolti i resti dei sacrifici. Dell’antica Cartagine
romana possiamo ammirare: l’acquedotto, le tracce degli
antichi luoghi d’incontro o di ricreazione come il forum, il
teatro, le terme di Antonino Pio (le più grandi rinvenute
fuori Roma), i resti di residenze private e di templi. Al
Musée National de Carthage sono poi esposti, per motivi di
conservazione e sicurezza, reperti rinvenuti nel sito, quali
betili e stele, sarcofagi in marmo, gioielli, mosaici ed
anfore.
Buona visita storica a Cartagine!
Cinzia Malaguti
Bibliografia:
Storica NG nr. 83
W. Huss, Cartagine, Bologna, Il Mulino, 1999
R. Miles, Carthago delenda est. Ascesa e caduta di un’antica
civiltà, Milano, Mondadori, 2012
S. Moscati, Introduzione alle guerre puniche: origini e
sviluppo dell’impero di Cartagine, Torino, SEI, 1994
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