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I crediti di firma ed il
credito al consumo
Economia delle aziende di
credito
A.A. 2008/2009
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Università degli studi Roma Tre - Economia delle aziende di credito, A.A. 2008/2009
I crediti di firma
1) Introduzione
1.1 I crediti di firma
1.2 Funzione dei crediti di firma
2) Le accettazioni bancarie
2.1 Le accettazioni bancarie
2.2 Caratteristiche delle accettazioni bancarie
2.3 Costo delle accettazioni bancarie
2.4 Esempio di accettazione bancaria (3)
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Indice degli argomenti trattati
3) La polizza di credito commerciale
3.1 La polizza di credito commerciale
3.2 Caratteristiche dello strumento
3.3 Costi per l’emittente
4) La cambiale finanziaria
4.1 La cambiale finanziaria
4.2 Gli emittenti
4.3 Il costo per l’emittente
5) Il certificato d’investimento
3
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1.1 I crediti di firma
z
z
z
z
Attraverso i crediti di firma la banca si impegna ad
assumere o garantire l’obbligazione di un terzo soggetto
Tali operazioni comportano un esborso finanziario solo in
caso d’insolvenza del cliente affidato
Sono comunque concessioni di credito poiché impegnano
la responsabilità patrimoniale della banca e possono
trasformarsi in crediti per cassa; come tali devono essere
precedute dalle tradizionali analisi di affidabilità della
clientela
Tali crediti vengono iscritti in bilancio sotto la riga, alla voce
“garanzie rilasciate” e dettagliati in nota integrativa; la
remunerazione che ne scaturisce è rappresentata da
commissioni attive che alimentano il margine
d’intermediazione
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1.2 Funzioni dei crediti di firma
z
z
z
garantire il buon fine di operazioni commerciali con controparti
estere (import/export)
garantire l’adempimento di obbligazioni non monetarie, come
la regolare esecuzione di determinati lavori, ed evitare la
prestazione di cauzioni in denaro in occasione della
partecipazione a gare d’appalto
facilitare le imprese che si rivolgono direttamente al mercato
per l’ottenimento di risorse finanziarie. Concentriamoci su
quest’ultima finalità, analizzando
z le accettazioni bancarie
z le polizze di credito commerciale
z le cambiali finanziarie e i certificati d’investimento
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2.1 L’accettazione bancaria
z
z
z
z
L’impresa affidata (traente) ordina alla banca accettante di
pagare una determinata somma di denaro ad una scadenza
prefissata
Apponendo la propria firma la banca assume la qualità di
obbligato in via principale, rendendo il titolo a bassissimo
rischio di insolvenza
L’impresa, per ottenere le risorse finanziarie di cui necessita,
cede la cambiale tratta sul mercato monetario direttamente o
tramite l’intervento di un intermediario finanziario: il titolo
circola con girate senza garanzia, quindi i diversi portatori non
assumono la veste di obbligati in via di regresso
Alla scadenza, l’ultimo portatore potrà presentare la tratta alla
banca accettante, presso la quale l’impresa traente avrà
provveduto a costituire la provvista necessaria per estinguere
l’obbligazione
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2.2 Caratteristiche delle
accettazioni bancarie
z
z
z
z
taglio libero tra i 50.000 e i 500.000 euro
scadenza tra i 3 e i 6 mesi, ma ne esistono anche di più
brevi (30-60 giorni)
obbligazione sottostante: non c’è una transazione
commerciale sottostante; l’impresa utilizza l’accettazione
per ottenere credito, non per anticipare l’incasso di crediti
commerciali già vantati
finalità dell’operazione: attraverso l’intervento della
banca, l’azienda riesce ad ottenere un più basso costo
del funding rispetto a quello che avrebbe ottenuto
rivolgendosi direttamente al mercato
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2.3 Costo delle accettazioni
bancarie
z
L’impresa traente deve sostenere i seguenti costi:
z
z
z
z
la commissione a favore della banca accettante, compresa
tra lo 0,25% e l’1,50%
la commissione di negoziazione da riconoscere al dealer
che si occupa del collocamento sul mercato monetario,
variabile tra lo 0,25% e lo 0,50%
il tasso d’interesse usato per attualizzare il valore nominale
dell’accettazione; talvolta l’intermediario applica un tasso
all inclusive, comprensivo di commissioni implicite
l’imposta di bollo e di registro pari allo 0,01% del valore
nominale della tratta
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2.4 Esempio di
accettazione bancaria *
z
z
z
In data 31/1 la società Kappa Spa ottiene presso la
banca Emme la firma di accettazione su una tratta di
50.000 euro con scadenza a tre mesi (30/4). Nello
stesso giorno incarica l’intermediario Zeta Spa di
negoziare l’accettazione che in data 5 febbraio viene
collocata presso l’investitore Carlo Rossi
La commissione d’accettazione è pari allo 0,5% a cui si
aggiungono i bolli di legge
L’intermediario “Z” opera con i seguenti tassi
(comprensivi di commissioni implicite): denaro 5%
(applicato all’impresa cedente) e lettera 4,5% (applicato
all’investitore acquirente). Si usa il procedimento
dell’anno commerciale
* Tratto da Munari L. “Strumenti finanziari e creditizi”, McGraw Hill 2006
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Valore nominale tratta
Commissione d’accettazione
Sconto
Bolli
50.000
50.000*0,5%
250
50.000*5%*90/360
625
50.000*0,01%
5
Totale costi
880
Netto ricavo
49.120
Il costo totale del finanziamento per la società K è dato da:
tot.oneri 365
880 365
ia =
⋅
=
⋅
= 7,35%
netto ricavo gg 49120 89
L’intermediario vende l’accettazione al signor Rossi applicando il
tasso lettera per gli 85 giorni compresi tra la data d’acquisto, 5/2, e
la data di scadenza, 30/4. Gli interessi vengono applicati sul valore
nominale dell’effetto
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Valore di rimborso
Sconto
50.000
50.000*4,5*85/36.000
Prezzo d’acquisto
Ritenuta fiscale
531,25
49.468,75
531,25*27%
Utile netto
143,44
387,81
Il tasso di rendimento effettivo per l’investitore è pari a:
utile netto 365
387,81 365
ia =
⋅
=
⋅
= 3,41%
prezzo gg 49468,75 85
La presenza di una ritenuta fiscale piuttosto elevata, introdotta nel
1997, ha comportato una minor convenienza all’utilizzo di tale
strumento
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3.1 La polizza di credito
commerciale
z
L’impresa emittente predispone un documento di
riconoscimento del debito, che a scadenza verrà rimborsato
all’ultimo portatore; per rendere lo strumento altamente
garantito e negoziabile si rivolge ad una banca per ottenere
una fideiussione. Fideiussione e documento di riconoscimento
del debito formano la polizza di credito commerciale che viene
consegnata all’impresa creditrice
z
L’impresa creditrice monetizza il suo credito cedendo la
polizza sul mercato monetario, di solito con l’intervento di un
intermediario finanziario
z
L’ultimo portatore può incassare la polizza presso la banca
garante alla quale, nel frattempo, l’emittente avrà trasferito le
risorse necessarie al rimborso
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3.2 Caratteristiche dello
strumento
taglio elevato (250.000-500.000 euro)
durata sempre inferiore ai 12 mesi
differenze rispetto all’accettazione bancaria:
z
z
z
z
z
z
non è un titolo di credito, ma un documento che attesta
l’esistenza di un debito; di conseguenza non ci sono bolli
cambiari e la circolazione avviene tramite un apposito atto
di cessione del credito, non mediante girata
spesso esiste una transazione commerciale sottostante tra
impresa debitrice e creditrice
la banca non assume la veste di obbligato principale, ma
solo di garante
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3.3 Costi per l’emittente
z
L’impresa emittente deve sostenere i seguenti costi:
z
z
z
gli interessi da riconoscere alla società creditrice, pari alla
differenza tra il valore nominale della polizza ed il suo
valore di rimborso
la commissione per il rilascio della fideiussione bancaria
(tra lo 0,15% e lo 0,40%, a seconda del merito creditizio)
la commissione di negoziazione per l’intermediario
finanziario che si occupa del collocamento sul mercato
monetario, di solito pari allo 0,5%
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4.1 La cambiale finanziaria
z
z
z
La cambiale finanziaria è stata introdotta nel nostro
ordinamento con la legge n. 43/1994. E’ un titolo cambiario, che
incorpora la promessa di pagare a scadenza una determinata
somma di denaro all’ultimo portatore
Il titolo viene emesso in serie con offerta al pubblico indistinto
dei risparmiatori; la successiva circolazione avviene tramite
girate senza garanzia. Tali caratteristiche rendono la cambiale
finanziaria un valore mobiliare dedicato alla raccolta del
risparmio presso il pubblico
Il taglio va da un minimo di 50.000 euro ad un massimo di
500.000, con scadenza compresa tra i 3 e i 12 mesi
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4.2 Gli emittenti
z
L’emissione può avvenire da parte di:
z
z
z
z
società con titoli quotati su mercati regolamentati; in questo
caso non c’è bisogno di garanzie accessorie
spa e sapa non quotate, solo se gli ultimi tre bilanci sono in
utile e se viene rilasciata garanzia da parte di un
intermediario finanziario
società finanziarie iscritte all’albo ex art 107 del TUB
Si tratta di uno strumento specificamente dedicato alla
raccolta di risorse finanziarie a breve termine
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4.2 Il costo per l’emittente
Il costo per l’emittente è costituito da:
z
z
z
z
z
z
il tasso d’interesse da corrispondere agli investitori
la commissione per il rilascio della garanzia da parte
della banca (0,1%-0,5% del valore nominale)
la commissione da riconoscere all’intermediario
finanziario che cura la negoziazione (0,1%-0,3%)
l’imposta di bollo (0,01%) e l’imposta di registro per
la negoziazione
La ritenuta fiscale sul rendimento
dell’investitore è pari al 12,50%
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5. Il certificato
d’investimento
E’ uno strumento simile alla cambiale finanziaria
per quanto riguarda i soggetti emittenti e le
garanzie richieste. Le uniche differenze
riguardano:
z
z
z
z
La durata: il certificato d’investimento ha durata
superiore ad un anno
La forma giuridica: il certificato d’investimento non ha
natura cambiaria
Il meccanismo di emissione: il certificato d’investimento
può non essere emesso in serie, ma come strumento di
finanziamento individuale
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Il credito al consumo
1) Il credito al consumo
1.1 Il credito al consumo: aspetti normativi (2)
1.2 La domanda di credito al consumo (2)
1.3 Tipologie di credito al consumo
1.4 Il credito finalizzato
1.5 Il credito non finalizzato
2) L’offerta
2.1 Gli operatori (3)
2.2 L’evoluzione dell’offerta
3) Il processo produttivo e gestionale
4) L’impatto di Basilea 2
5) La crescita del mercato
6) Incidenza sul PIL
7) Altri dati di mercato
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1.1 Il credito al consumo:
aspetti normativi
z
z
art. 121 TUB: Per credito al consumo si intende
la concessione, nell’esercizio di un’attività
commerciale o professionale, di credito sotto
forma di dilazione di pagamento, di
finanziamento o di altra analoga facilitazione
finanziaria a favore di una persona fisica che
agisce per scopi estranei all’attività
imprenditoriale o professionale eventualmente
svolta (consumatore)
Si tratta, quindi, di una forma di finanziamento
destinata a soddisfare i bisogni di consumo delle
famiglie
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1.1 Il credito al consumo:
aspetti normativi (2)
z
z
Il contratto deve essere redatto per iscritto, con
consegna di una copia al cliente. In caso di inosservanza
della forma prescritta il contratto è nullo
Il contratto deve indicare in modo trasparente due figure
di tasso:
z
z
il TAN (Tasso Annuo Nominale), che misura il solo costo
per interessi passivi
il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), che tiene conto di
tutte le altre componenti di costo a carico del cliente, quali
spese di apertura pratica, spese per l’istruttoria di
affidamento, etc. Dal punto di vista finanziario è il tasso
interno di rendimento che uguaglia il valore attuale delle
somme erogate a quello di tutti gli importi pagati dal
debitore
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1.2 La domanda di credito al
consumo
z
In Italia la domanda di credito al consumo è stata a
lungo frenata da alcuni fattori, oggi notevolmente
attenuati:
z
z
z
z
basso consumo di beni durevoli e semidurevoli rispetto
ad altri Paesi europei
forte propensione al risparmio, investito in attività
facilmente liquidabili e poco soggette alle fluttuazioni di
mercato (titoli di Stato)
tassi d’interesse piuttosto elevati che rendevano onerose
le operazioni di prestito
esistenza di una fitta rete di relazioni familiari e parentali
in grado di soddisfare al proprio interno le esigenze di
indebitamento
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1.2 La domanda di credito al
consumo (2)
z
La domanda di credito al consumo dipende da 3 variabili:
Deb = Y * C/Y * Deb/C
dove:
Deb = flusso annuale di prestiti al consumo
Y = reddito annuo delle famiglie
C = consumi finali annui delle famiglie
C/Y = propensione media al consumo
Deb/C = propensione media al finanziamento esterno
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1.3 Tipologie di credito al
consumo
z
Il credito al consumo può assumere due diverse forme:
z
z
credito finalizzato: il credito è legato all’acquisto di uno
specifico bene prescelto dal cliente e viene erogato
direttamente presso il punto vendita. Il consumatore lo
percepisce come uno strumento di pagamento
Esempio: acquisto di un’automobile con pagamento rateale
credito non finalizzato: finanziamenti pluriennali di importo
relativamente contenuto, senza specifica destinazione
Esempio: prestito personale ottenuto dalla propria banca ed
erogato tramite conto corrente, che può essere utilizzato per
la copertura di diversi bisogni (ristrutturazioni di immobili,
spese mediche, etc.). Il consumatore lo percepisce più
chiaramente come forma di indebitamento
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1.4 Il credito finalizzato
z
z
z
prestito rateale classico: la somma viene erogata in
un’unica soluzione al momento dell’acquisto del bene e
restituita secondo un determinato piano d’ammortamento
(generalmente a rata costante e tasso fisso)
credito revolving: è un prodotto repeat, offerto a clienti
che hanno completato (o stanno completando)
positivamente un’operazione di rateale classico. La linea di
credito può essere utilizzata per effettuare acquisti presso
esercizi commerciali convenzionati e generalmente viene
supportata dal rilascio di una carta di credito. Se è
possibile ottenere anche anticipi in contanti si ricade nel
caso del credito non finalizzato
leasing al consumo: locazione finanziaria concessa ad un
consumatore, generalmente per l’acquisto di autoveicoli
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1.5 Il credito non finalizzato
z
z
z
prestito personale rateale: viene erogata in un’unica
soluzione una somma di denaro, poi restituita dal cliente in
rate costanti a tasso fisso
apertura di credito rotativa: è una linea di credito che
consente all’utilizzatore di veder ripristinata la disponibilità
iniziale, via via che vengono regolarmente rimborsati gli utilizzi
precedenti. Di solito è supportata da una carta di credito che
consente sia di dilazionare il pagamento degli acquisti
effettuati presso gli esercizi convenzionati, sia di ottenere
anticipi in contante
cessione del quinto: un lavoratore dipendente cede quote
del proprio stipendio per rimborsare un finanziamento
ricevuto. L’operazione è assistita da assicurazione contro il
rischio di morte o licenziamento del dipendente
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2.1 Gli operatori
Banche generaliste: sono le aziende di credito che
operano nel settore retail. Detengono la leadership
nell’offerta di credito non finalizzato, essendo in grado
di offrire prestiti personali a costi espliciti inferiori
rispetto agli operatori specializzati. Perché?
1.
z
z
le banche generaliste erogano il prestito tramite accredito
in conto corrente senza perdere la disponibilità delle
risorse finanziarie fino al reale utilizzo da parte del cliente
l’obiettivo principale è quello di completare la gamma di
servizi a disposizione della clientela; di conseguenza le
politiche di prezzo non mirano alla redditività del singolo
prodotto, ma alla remuneratività dell’intero rapporto con il
cliente
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2.1 Gli operatori (2)
2.
Operatori specializzati: sono società finanziarie
specializzate nell’erogazione di credito al consumo.
Detengono la leadership nell’offerta di credito finalizzato,
ma stanno guadagnando quota anche nel non finalizzato.
Possono essere distinte in:
z
z
Società di emanazione bancaria (o assicurativa) che offrono credito
per diverse tipologie di beni, attraverso una vasta rete di
commercianti convenzionati; il principale obiettivo di gestione è la
redditività delle singole operazioni
Società captive: sono il braccio finanziario di imprese industriali e
finanziano l’acquisto di beni della casa madre (esempio: finanziarie
di case automobilistiche). Il principale obiettivo gestionale è
promuovere la vendita dei prodotti dell’impresa industriale
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2.1 Gli operatori (3)
z
In Italia risultano poco diffusi:
z
z
gli operatori indipendenti, non emanazione di gruppi industriali,
bancari o assicurativi; non si tratta di una caratteristica solo
italiana poiché il credito al consumo beneficia di sinergie nello
svolgimento congiunto di attività creditizia, produttiva e
distributiva
gli operatori controllati da grandi catene di distribuzione
commerciale; si tratta di una caratteristica italiana, dovuta alla
tradizionale frammentazione della nostra rete distributiva.
All’estero (Francia, UK, USA) i grandi retailers controllano da
tempo operatori specializzati nel credito al consumo
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2.2 L’evoluzione dell’offerta (1)
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2.2 L’evoluzione dell’offerta (2)
BANCHE GENERALISTE
OPERATORI SPECIALIZZATI
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3. Il processo produttivo e
gestionale
z
z
z
z
Gli operatori del credito al consumo hanno un elevato
numero di contratti di importo relativamente modesto
Spesso non c’è contatto con la clientela e l’esito della
procedura di valutazione deve essere molto veloce
(es: richiesta del finanziamento presso il concessionario
ove si acquista l’autovettura)
La clientela è costituita da consumatori che non
dispongono dell’informativa normalmente richiesta alle
società
Le procedure di valutazione sono altamente standardizzate
e si basano sull’assegnazione di un punteggio che
sintetizza il merito creditizio del soggetto, in base alle sue
caratteristiche economiche e personali (credit scoring)
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4. L’impatto di Basilea 2
z
z
z
Le norme di Basilea 2 prevedono un minor requisito
patrimoniale per il portafoglio di crediti retail.
Nell’approccio standard il coefficiente di ponderazione è
sceso al 75% rispetto al precedente 100% (il che porta il
requisito patrimoniale dall’8% al 6%)
Nell’approccio basato sui rating interni la banca fornisce
proprie stime della PD, EAD ed LGD. Ad esempio una
PD del 5% associata ad una LGD del 45% si traduce in
un requisito patrimoniale del 4% dell’esposizione
Questa diminuzione dei requisiti di capitale rende
conveniente l’offerta di credito al consumo anche a fasce
di clientela più rischiose (immigrati e lavoratori atipici)
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5. Crescita del mercato
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6. Incidenza sul PIL
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7. Altri dati di mercato
z
L’aumento del credito al consumo può essere interpretato
come un peggioramento delle condizioni delle famiglie,
costrette a ricorrere in modo eccessivo all’indebitamento
Secondo l’ABI, invece, il contestuale
aumento della propensione al
risparmio (dall’8% del 2000 all’11% del
2005) fa pensare che l’aumento della
domanda di credito al consumo non
dipenda dalla minore disponibilità di
reddito, ma da un cambiamento
culturale, come sarebbe dimostrato
dall’analisi delle classi di reddito dei
richiedenti il finanziamento
Classi di reddito
>3000 euro
1500-3000 euro 34,7%
1201-1500 euro 16,9%
1001-1200 euro 12,4%
801-1000 euro 12,1%
<800 euro
Fonte: ABI 2006
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15,3%
8,6%
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7. Altri dati di mercato
Fonte: EURISKO
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7. Altri dati di mercato
Fonte: EURISKO
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