Città di Torino
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S O M M A R I O
1. CENNI STORICI................................................................................................................................. 3
1.1 LA CITTADELLA FORTIFICATA ......................................................................................................... 3
1.2 IL MASTIO ........................................................................................................................................ 4
2. CARATTERISTICHE DELL’EDIFICIO ............................................................................................ 5
3. CRONOPROGRAMMA DELLE FASI ATTUATIVE...................................................................... 9
4. FATTIBILITÀ AMMINISTRATIVA, TECNICA E UTILITÀ DELL’OPERA................................. 9
5. IL PROGETTO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA......................................................... 11
5.1 CONSIDERAZIONI GENERALI E FINALITÀ DEL PROGETTO ............................................................ 11
5.2 SCELTE PROGETTUALI .................................................................................................................. 13
6. ILLUSTRAZIONE DELLE OPERE ................................................................................................ 15
6.1 PIANO TERRA ................................................................................................................................ 15
6.2 PIANO MEZZANINO ........................................................................................................................ 18
6.3 PIANO PRIMO ................................................................................................................................. 18
6.4 PIANO SECONDO ........................................................................................................................... 19
6.5 TERRAZZI....................................................................................................................................... 19
6.6 OPERE STRUTTURALI .................................................................................................................... 20
6.7 OPERE DI RESTAURO .................................................................................................................... 21
6.8 OPERE EDILI ACCESSORIE AGLI IMPIANTI .................................................................................... 22
6.9 OPERE IMPIANTISTICHE ................................................................................................................ 23
6.10 SISTEMAZIONI ESTERNE ............................................................................................................. 24
7. VERIFICA DI CONFORMITA’ ALLE NORME ............................................................................ 24
7.1 NORME DEL P.R.G.C. .................................................................................................................. 24
7.2 NORME IN MATERIA DI TUTELA DI BENI CULTURALI, AMBIENTALI E PAESISTICI ........................ 26
7.3 ACCESSIBILITÀ, VIE DI ESODO E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO ......................................... 26
7.4 SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE ................................................................. 26
7.5 SICUREZZA ANTINCENDIO ............................................................................................................. 26
8. PRINCIPALE NORMATIVA DI RIFERIMENTO........................................................................... 27
Mastio della Cittadella – Restauro e recupero funzionale
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1. CENNI STORICI
1.1 La Cittadella fortificata
La Cittadella fortificata di Torino, costruita nel punto più alto della città, fu eretta nel
1564, su disegno dell’Urbinate Francesco Paciotto, per ordine del duca Emanuele Filiberto
di Savoia.
La fortezza, pur non essendo l’unica in Europa, avendone
il Paciotto edificata una simile ad Anversa, oltre ad essere
considerata un capolavoro di architettura militare, ha
rappresentato per secoli uno dei più grandiosi esempi di
costruzione a “fronte bastionato”, realizzata per sfidare il
tempo e la storia.
Famosi furono gli assedi che coinvolsero la fortificazione
pentagonale: tra il 1640 e il 1642, ad opera dei sostenitori
di Tommaso di Savoia con la difesa delle forze francesi e
ducali fedeli a Cristina di Francia, nel 1706 quando
avvenne il famoso episodio di Pietro Micca e nel 1799 quando la fortezza capitolò
arrendendosi agli Austro-Russi. Nei periodi di pace venne adibita a caserma o a prigione.
Significativa è la grande e profonda cisterna, cosiddetto “Cisternone”, posta nell’area
centrale della costruzione pentagonale, simile a quella tuttora esistente di Orvieto, che per
mezzo di una doppia rampa elicoidale permetteva ai cavalli di scendere fino
all’abbeveratoio.
Essa venne riempita di terra e cadaveri nel 1800, sotto assedio degli Austriaci e l’intera
struttura venne pesantemente danneggiata, soprattutto per i grandi incendi scoppiati al
suo interno.
La Cittadella, di cui oggi rimane soltanto il Mastio, nella seconda metà del secolo scorso
venne progressivamente smantellata con il progredire urbanistico della città e le poche
parti superstiti furono dimesse al Comune.
Planimetria storica, Ignazio Amedeo Galletti. Pianta geometrica della Reale Città e
Cittadella di Torino colla loro fortificazione, 1790 (ASTC – tipi e disegni 64.2.13)
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1.2 Il Mastio
Nel 1689 si avviarono consistenti interventi di ristrutturazione, voluti da Vittorio
Amedeo II, dove venne trasformata la disposizione strutturale interna del Mastio.
Si aggiunsero alcuni ambienti a ridosso della controfacciata principale, modificando
l’impianto architettonico originario costituito da tra navate longitudinali, disposte su due
livelli. Si realizzano alcuni soppalchi in legno e relative scalette di accesso, vengono
costruiti il corpo di guardia, il ricovero delle artiglierie e ricavata la casamatta a piano terra
a presidio dell’androne carraio delimitato da saracinesche a ghigliottina, dal quale
dipartivano due ponti levatoi.
Nel periodo compreso tra il 1689 e il 1691, viene eretto il
portale in Pietra di Gassino, che incornicia l’ingresso
principale del Mastio.
Dopo molti anni di abbandono, nel 1893, il Mastio viene
sottoposto ad un radicale intervento di risistemazione ad
opera dell’Ing. Riccardo Brayda, su incarico della
municipalità, il quale ripristinò l’edificio nella sua forma
originale e lo riadattò come sede museale per ospitarvi le
raccolte provenienti dall’Arsenale, dalla Fucina di Valdocco,
dal nuovo Arsenale di Borgo Dora e da altri depositi militari.
Durante i lavori di restauro venne demolito il tetto
provvisorio, ripavimentato il terrazzo con nuovi mattoni disposti a coltello e a spina di
pesce, rifatti alcuni merloni e cannoniere, costruite le guardiole ai quattro angoli,
ripristinata una piccola scala che dal terrazzo conduceva al primo piano e riattata la
lanterna centrale, le cui aperture erano state murate e il cui tetto cadeva in rovina.
Nello stesso periodo vengono riparati i muri laterali a Sud e a Nord e liberati dalle
costruzioni che vi erano addossate, servendosi in gran parte di mattoni antichi
corrispondenti a quelli della costruzione primitiva.
Vengono tamponate alcune aperture, praticate quando l’edificio era stato suddiviso
orizzontalmente in più piani, e ridotte le finestre sul fronte principale.
La destinazione a Museo di Artiglieria costrinse il Genio Militare ad aprire ampi finestroni
nella parete di ponente.
Si interviene sull’arcone centrale” rimettendo nella prima forma tanto il cordone di mattoni
orizzontale, quanto i vani verticali, entro cui scorrevano le catene del ponte caditoio”.
Vengono ripristinate le scale interne ed esterne, queste ultime molto danneggiate dal
tempo e dall’uso e viene rifatto totalmente l’intonaco interno e completato il pavimento in
lastre di pietra e rifatti i pavimenti nei locali dei piani superiori.
Viene colmato il fossato interno, mentre ai due lati del Mastio, dove rimanevano alcuni
tratti degli antichi bastioni, furono realizzati interventi di risitemazione, ridando forma a
quello di destra e lasciando quello a sinistra come rudere.
Brayda suggerisce di mettere due lapidi ai fianchi dell’apertura principale con la pianta
della cittadella e con l’indicazione degli assedi, lapidi tuttora esistenti.
Negli anni compresi tra il 1934 e il 1940 vengono effettuati dalla municipalità un insieme di
interventi di carattere manutentivo, sia all’esterno del fabbricato, sia all’interno di alcune
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sale, dovuti principalmente alla vetustà dell’edificio e ai gravi problemi derivanti dalle
infiltrazioni d’acqua nelle murature e al piano terra.
Nel 1946, a seguito dei danneggiamenti subiti durante la seconda Guerra Mondiale,
l’edificio è nuovamente sottoposto ad un radicale intervento di riparazione, con ingenti
lavori di manutenzione e sostituzione delle parti distrutte, interessando la sua quasi
totalità.
Nel 1960, il Sindaco di Torino autorizza i lavori di recupero del Museo con la realizzazione
del nuovo padiglione espositivo, localizzato sul lato nord-est della struttura, consentendo
l’ampliamento del Museo, il quale viene totalmente riallestito e aperto al pubblico in
occasione delle celebrazioni del 1961.
Per maggiori approfondimenti sugli avvenimenti e sulla storia del Mastio occorre fare
riferimento alla “Relazione storica” specialistica allegata ai documenti di progetto.
Giovanni Battista Borra, Passaggio pubblico della Cittadella, 1749, (A. S. C.T., Collezione Simeom)
2. CARATTERISTICHE DELL’EDIFICIO
Il complesso in oggetto, di proprietà della Città, sorge all’interno del centro storico,
nell'area compresa tra Corso Galileo Ferraris, Via Cernaia, Via Amedeo Avogadro e Via
Carlo Promis e localizzato nella parte centrale del lotto urbano, dove risulta circondato da
un giardino pubblico prospiciente la viabilità urbana, facilmente accessibile da ogni lato e
dotato di una pavimentazione in porfido, idonea al percorso pedonale e adeguata
all’avvicinamento di mezzi pesanti in emergenza, sia sul fronte principale, sia su quello
posteriore.
L'edificio, a causa delle elevate condizioni di degrado dei vari componenti architettonici e
strutturali, è solo parzialmente utilizzato quale sede del Museo Nazionale di Artiglieria ed
accoglie collezioni di pregio e di interesse storico, localizzate al piano terra e primo, con
un’accessibilità del pubblico limitata al solo piano terra in conseguenza dei cedimenti dello
scalone di accesso al piano superiore.
Il Museo è attualmente gestito dal Comando Militare RCF Interregionale Nord dell'Esercito
Italiano, in qualità di proprietario delle collezioni e gestore dell’attività museale.
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Il Mastio, di impianto
cinquecentesco, è costituito
da un corpo di fabbrica di
forma
quadrangolare,
avente dimensioni in pianta
pari a m 37,00 x 37,00
circa, che si sviluppa su più
livelli fuori terra, a cui si
affianca, sul lato nord, il
corpo di fabbrica del
Padiglione
“Italia
61”,
avente dimensioni in pianta
di m 30,00 m. x 30,00,
circa, addossato, da un
lato,
ai
bastioni
cinquecenteschi e ricoperto
dal terreno scosceso, sul
lato opposto.
La massiccia struttura del complesso storico è in muratura portante
e racchiude, all’interno dei muri perimetrali, laterali, un sistema di
intercapedini nelle quali sono ricavate scale e gallerie a piano
inclinato, realizzate per consentire la dislocazione delle truppe e
delle relative armi, dalle quali si raggiungono i vari livelli della
struttura storica con aperture intermedie e fino al terrazzo con le
due uscite contrapposte.
L’ingresso principale avviene dal lato est, attraverso un grande
portone ligneo, ferrato, il quale immette direttamente nell’androne
carraio, presidiato da in un singolare ambiente (casamatta) dove
sono presenti elementi tipici delle architetture militari, quali l’infilata di nicchie, poste sulle
pareti laterali, collegate ad altrettante feritoie e direzionate verso l’interno del Mastio.
Dall’androne carraio, attraverso un piccolo locale voltato, si raggiunge un ampio salone
centrale a tre navate, impostate su grandi pilastri in pietra di Gassino, dal quale si accede
direttamente al giardino posteriore, attraverso il portone centrale in ferro e vetro.
Due file di arcate voltate, mettono in comunicazione l’ambiente centrale con i due saloni
laterali, posti lungo l’asse longitudinale del complesso, dove troviamo, sul lato sud, lo
scalone ottocentesco di accesso al livello superiore.
Un passaggio ricavato nel muro perimetrale a nord del Mastio consente di raggiungere il
padiglione di Italia 61, realizzato a seguito dell’asportazione del “Ramparo” in terra di
contenimento della cortina muraria fortificata, sopravvissuta alle demolizioni per
ottocentesche.
Il Padiglione presenta una scarsa qualità edilizia, realizzato con struttura in cemento
armato, con impermeabilizzazioni inadeguate, dotato di impiantistica insufficiente,
scarsamente coibentato e pavimentato con scaglie di pietra irregolari e precarie, risulta
incongruo con le caratteristiche storiche del Mastio.
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Sul lato Est, la struttura del Padiglione è delimitata da una cortina di contrafforti voltati, in
mattoni e pietra, di possente impatto, ultimo esempio, in Torino, delle strutture di
ancoraggio delle muraglie difensive con i relativi terrapieni interni.
Nella parte centrale della struttura storica, verso il lato Est, è ricavato un piano mezzanino;
antico locale dove erano collocati i meccanismi per l’azionamento dei sistemi difensivi. La
saletta voltata, pavimentata in marmette di cemento colorato, è raggiungibile con una
fatiscente scala in pietra dall’atrio centrale ed è illuminata da due feritoie, poste sulla
facciata principale del Mastio, sopra il portale dell’ingresso.
Al primo piano, sovrapposti ai saloni sottostanti, sono presenti tre grandi ambienti voltati,
illuminati dalle aperture ricavate sulla parte perimetrale posteriore e collegati tra di loro
attraverso varchi sulle pareti portanti di spina.
Da queste sale, in corrispondenza della parte anteriore dell’edificio, si aprono due passate
laterali che portano a due rampe interne, contrapposte, utilizzate in passato per il transito
dei cannoni e che consentono di raggiungere i piani esterni dei terrapieni, mediante due
porte ferrate.
Nella parte centrale del primo livello è presente una saletta, posta a quota rialzata e
collocata lungo la facciata anteriore dell’edificio, nella zona dove dipartono le due rampe
dei cannoni, con affaccio diretto sul salone e collegata con quest’ultimo attraverso due
scalette interne.
Tale ambiente, illuminato da due aperture simmetriche verso la facciata anteriore, veniva
utilizzato, in passato, per il controllo del transito al sottostante androne carraio.
Al secondo livello sono presenti due piccoli ambienti voltati, contrapposti, situati in
corrispondenza del fronte anteriore e illuminati da due finestre poste ai lati della facciata.
Dal secondo livello del Mastio, attraverso una piccola scaletta di servizio, si raggiunge il
terrazzo, con la costruzione centrale della “Lanterna”, caratteristica costruzione a forma
circolare dove in passato si ricoverano i pezzi di artiglieria, coperta con un tetto a falda
inclinata e rivestita in tegole piemontesi, oggi utilizzata per l’esposizione delle bandiere.
I prospetti esterni del Mastio, in laterizio a vista, si presentano sobri ed imponenti e con
poche aperture, distribuite simmetricamente sulle facciate di levante e di ponente. Sulla
facciata principale emerge il portale in pietra di Gassino che incornicia l’ingresso
principale, con il grande sovrapporta ad arco, tamponato in mattoni a vista, dove sono
ancora presenti i due tagli verticali che in passato consentivano lo scorrimento delle
catene del ponte levatoio.
Sulla parete di ponente sono presenti quattro grandi
finestroni che portano la luce naturale all’interno delle sale
espositive, mentre nella parte centrale emerge un apparato
decorativo neobarocco, posto in rilievo rispetto alla parete di
fondo, che si sviluppa in verticale, racchiudendo il portone
carraio e l’apertura del primo livello e formando un unico
disegno, con volute e bugnati in calce.
Le facciate, nella parte superiore, sono delimitate da una
cornice di merloni e cannoniere in mattoni a vista, con
quattro guardiole angolari, di forma esagonale, sostenute da
mensoloni in pietra.
I terrazzi risultano attualmente pavimentati con i teli delle
guaine impermeabili, in pessime condizioni di conservazione
ed incongruenti rispetto alla tipologia dell’edificio.
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L’area esterna è destinata a giardino pubblico, con percorsi pedonali ed aiuole modellate
in base all’andamento del terreno, dove emergono i terrapieni dei rampari laterali, a fianco
delle scale esterne longitudinali, realizzati per mascherare i punti di frattura delle cortine
murarie abbattute.
Il terrapieno del lato Sud incorpora i ruderi della
fortificazione creando una collinetta, con un
piccolo giardino roccioso di conglomerato
cementizio verso la parte anteriore e con alberi
di alto fusto dislocati anche nelle vicinanze della
struttura storica.
Il terrapieno del lato nord racchiude la struttura
del
Padiglione
di
Italia
61,
come
precedentemente descritto, formando una
scarpata molto scoscesa, piantumata con alberi
di medio fusto.
La scarpata del lato nord termina contro il
terrazzo del Padiglione da un lato, mentre verso
Via Cernia è delimitata da un muro preesistente
in laterizio e pietra, con contrafforti interni,
probabilmente
realizzato
nel
periodo
ottocentesco per il contenimento del terreno.
All’interno, le sale sono interamente intonacate
e decorate, ad esclusione dei contrafforti voltati
del padiglione Italia 61 che mantengono la
tessitura a vista.
Gli intonaci e le decorazioni sono di recente fattura e presentano tracce di elevato
degrado, soprattutto al primo livello del Mastio, dove sono presenti macchie di umidità
piuttosto consistenti, con distacchi e sfarinamenti del materiale.
Le sale del piano terra sono pavimentate in lastre di pietra, mentre ai piani superiori sono
presenti dei pavimenti in marmette di cemento di forma esagonale.
Le scale interne, di impianto cinquecentesco, hanno le pedate in mattoni a vista con
angolari in listelli in legno massello, mentre le due rampe dei cannoni, sono rifinite con un
selciato in ciottoli di fiume.
Gli infissi delle finestre sono principalmente in ferro, in pessimo stato di conservazione e
non garantiscono la tenuta dell’acqua, dell’aria e della polvere.
Il fabbricato è allacciato a pubblici servizi, quali la rete idrica, il sistema fognario, l’energia
elettrica, il gas, nonché le linee telefoniche.
Gli impianti all’interno dell’edificio, se pur di recente realizzazione non risultano idonei e
coerenti con le caratteristiche architettoniche della struttura e, pertanto, andranno
totalmente rivisti e sostituiti con nuove apparecchiature ed elementi a norma di legge.
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3. CRONOPROGRAMMA DELLE FASI ATTUATIVE
Fasi attuative
- Approvazione progetto definitivo
Tempi
Aprile-Maggio 2008
- Trasloco delle collezioni
Luglio 2008
- Finanziamento delle opere
giugno 2008
- Appalto integrato con sviluppo progetto esecutivo
Settembre 2008
- Inizio lavori
Dicembre 2008
- Fine lavori
Agosto 2010
- Certificato di Collaudo
febbraio 2011
La tempistica indicata è di larga massima, in quanto non è possibile tenere conto di
eventuali ritardi che si potrebbero verificare durante l’iter burocratico, non imputabili a
negligenza da parte della Stazione Appaltante.
4. FATTIBILITÀ AMMINISTRATIVA, TECNICA E UTILITÀ DELL’OPERA
In relazione alla rilevanza del complesso dal punto di vista storico - culturale e di
immagine della Città e per fermarne i processi di degrado, è stato predisposto il progetto
per la realizzazione delle opere di restauro e di riqualificazione funzionale del Mastio della
Cittadella, adibito a Museo Nazionale d’Artiglieria.
La necessità di procedere all’esecuzione del suddetto intervento assume un ulteriore
particolare rilievo, inquadrandosi tra le opere strategiche, finalizzate all’accoglienza dei
visitatori, da promuovere in vista delle manifestazioni che si terranno nell’anno 2011, in
occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 23 novembre 2007,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 281 del 3 dicembre 2007, è stato, infatti, dichiarato il
“grande evento” sul territorio nazionale in occasione delle celebrazioni del 2011 e, con
successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 23 novembre 2007,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 282 del 4 dicembre 2007, sono state impartite le
disposizioni per lo svolgimento delle manifestazioni nazionali, dichiarando gli interventi
finalizzati alle celebrazioni indifferibili, urgenti e di pubblica utilità, unitamente alle possibili
deroghe alle disposizioni normative vigenti.
Le opere in oggetto, relative agli interventi di carattere civile per il recupero del complesso
architettonico, che la Città intende realizzare in via prioritaria, con un primo lotto di importo
lordo complessivo stimato pari ad Euro 10.000.000,00 I.V.A. compresa, saranno effettuate
nell’ambito degli interventi strategici programmati per le manifestazioni del 2011.
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Le opere civili di completamento e la dotazione e realizzazione degli allestimenti del
Museo saranno invece oggetto di un secondo lotto, il cui specifico appalto verrà finanziato
e attuato dalla Città stessa, successivamente alle manifestazioni del 2011.
L’opera verrà quindi inserita, per l’anno 2008, nel Programma Triennale delle Opere
Pubbliche per gli anni 2008/2010, allegato al Bilancio di Previsione 2008, in corso di
approvazione da parte degli organi competenti, al codice opera n. 2806, per un importo
complessivo di Euro 10.000.000,00, di cui Euro 7.400.000,00 finanziati dallo Stato
nell’ambito del programma per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia ed Euro 2.600.000,00
dalla Città di Torino, attraverso apposito mutuo, a medio/lungo termine, da contrarre con
Istituto da stabilire.
Le procedure di affidamento dei lavori verranno svolte a cura dell’apposita Struttura di
Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in qualità di stazione appaltante
avente competenza, su tutto il territorio nazionale, per l’attuazione degli interventi connessi
alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
I lavori in oggetto saranno affidati mediante appalto integrato, ai sensi dell’articolo 53,
comma 2, lettera b, del Decreto Legislativo 163/2006 e s.m.i. e dell’articolo 140 del D.P.R.
554/99 e s.m.i., avente ad oggetto la progettazione esecutiva e l’insieme delle opere e
delle provviste necessarie per la realizzazione degli interventi di restauro e di
riqualificazione funzionale del Mastio della Cittadella e annessi servizi, con destinazione a
Museo Nazionale d’Artiglieria.
Con disposizione di servizio del Direttore della Divisione Servizi Tecnici ed Edilizia per i
Servizi Culturali, Sociali e Commerciali, in data 7 agosto 2007, prot. n° 9706, l’Arch.
Rosalba Stura è stata nominata Responsabile del Procedimento, per lo sviluppo del
progetto in oggetto, ai sensi dell’art. 10, comma 1 del D.Lgs. 163/06.
Con ordini di servizio prot. n. 12389 del 22 ottobre 2007, prot. n. 12493 del 24 ottobre
2007, prot. n. 12526 del 25 ottobre 2007, prot. n. 14294 del 5 dicembre 2007, e prot. n.
3546 del 20 marzo 2008, è stato costituito il gruppo di lavoro per la progettazione
preliminare e definitiva delle opere di cui all’oggetto, composto principalmente da
personale tecnico interno dell’Amministrazione.
Per lo sviluppo del progetto si è reso necessario ricorrere ad alcune professionalità
esterne per l’espletamento di attività di supporto; quali la rilevazione delle quote
planimetriche ed altimetriche dell’edificio e delle aree esterne, la redazione di elaborati
grafici bidimensionali e tridimensionali, l’esecuzione di indagini non distruttivo delle
strutture preesistenti, le verifiche e le indagini storico-stratigrafiche con redazione della
scheda tecnica di restauro ai sensi dell’articolo 202, comma 2, del D.Lgs. 163/2006 e
s.m.i.
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Gli incarichi di cui sopra, sono stati conferiti ad ogni singolo professionista, mediante
specifiche determinazioni dirigenziali, ai sensi degli articoli 90, comma 6 e 125, comma 11
del Decreto Legislativo 163/2006 e s.m.i.
Ai sensi dell’art. 93, comma 2, del D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e dell’art. 15, comma 2,
del regolamento generale DPR n. 554/99, nonché dal citato articolo 53, comma 2, lettera
b, del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i. la progettazione delle opere in esame è stata sviluppata in
due fasi, costituite dal progetto preliminare e dal progetto definitivo, mentre il progetto
esecutivo sarà sviluppato in sede di appalto integrato.
Ai sensi dell’art. 200 c. 1 del D.Lgs. 163/2006, il Responsabile del Procedimento, accertate
le esigenze di coordinamento dei lavori, ritiene necessario l’affidamento congiunto delle
opere relative alla categoria prevalente di appalto (OG2) con le opere concernenti beni
mobili e superfici decorate di beni architettonici afferenti le lavorazioni di restauro.
Con Deliberazione della Giunta Comunale in data 18 dicembre 2007 (n. mecc. 2007
10116/060), esecutiva dal 4 gennaio 2008 è stato approvato il progetto preliminare.
Per il progetto sono stati acquisiti i seguenti pareri favorevoli:
- Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Torino, rilasciata in
data 14 gennaio 2008, Prot. n° PS/23721;
- Comando Regione Militare Nord – Museo Storico Nazionale di Artiglieria,
trasmesso in data 18 dicembre 2007.
5. IL PROGETTO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA
5.1 Considerazioni generali e finalità del progetto
Il Mastio della Cittadella è soggetto alla “tutela delle cose d’interesse storico-artistico in
quanto rappresenta, per la sua armoniosa struttura, un capolavoro di architettura militare
della seconda metà del secolo XVI°; [1] così il Soprintendente ai Monumenti del Piemonte
scriveva al Sindaco di Torino, nel mese di maggio 1968. In considerazione della notevole
importanza storica dell’edificio, l’intervento da realizzare per le manifestazioni espositive
del 2011, dovrà essere condotto con estrema attenzione, al fine di conservare e
valorizzare le testimonianze storiche raccontate dall’architettura dell’edificio.
Sulla base di tale affermazione, è stato, quindi, sviluppato un progetto in riferimento ad
alcuni obiettivi fondamentali:
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necessità di adottare soluzioni architettoniche adeguate per dare maggior rilievo
alle caratteristiche originarie della struttura e dare risalto al significato delle
fortificazioni ancora presenti;
seguire criteri di armonizzazione nella scelta dei materiali dei nuovi manufatti che
inevitabilmente saranno inseriti, al fine di rispettare le caratteristiche formali
dell’edificio;
sanare le situazioni di degrado dei componenti edilizi del complesso storico e delle
aree esterne attigue;
recuperare il complesso, nel rispetto delle sue caratteristiche formali e costruttive,
migliorando la fruibilità del museo da parte dei visitatori;
migliorare l’organizzazione degli spazi e dei percorsi, garantendo l’utilizzo del
fabbricato in sicurezza e adeguandolo alle attuali disposizioni del regolamento
igienico ed edilizio della Città;
dotare il complesso di servizi e di predisposizioni tecnologiche adeguate a
garantire condizioni ottimali di comfort ambientale e di benessere, secondo gli
attuali standards normativi e nel rispetto delle strutture antiche;
In questa fase si è provveduto a sviluppare il progetto definitivo, sulla base del progetto
preliminare approvato, precedentemente, con Deliberazione della Giunta Comunale in
data 18 dicembre 2007 (n. mecc. 2007 10116/060), esecutiva dal 4 gennaio 2008.
I dati sono stati desunti in parte da materiale già in possesso della Città ed in parte
rinvenuti da esiti di sopralluoghi effettuati, indagini di mercato e sondaggi eseguiti.
Le linee progettuali di carattere funzionale sono state individuate, valutate e concordate
con i funzionari della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Piemonte,
oltre che con il Direttore del Museo.
Gli interventi del primo lotto si possono sommariamente dividere in:
˘
Opere edili, per la risistemazione e la riorganizzazione degli spazi interni in modo
funzionale e per tutte le opere di sistemazione, adeguamento normativo e recupero;
˘
Opere di restauro, per sanare le situazioni di degrado degli elementi di particolare
interesse storico – artistico e per il recupero degli apparati murari cinquecenteschi,
esterni ed interni, i manufatti lapidei e alcune decorazioni in stucco sui portali
esterni;
˘
Opere strutturali, per la realizzazione di nuove strutture relative ai vani tecnici, agli
adeguamenti del Padiglione “Italia 61” e per i ripristini della struttura cinquecentesca
del Mastio;
˘
Opere impiantistiche, per adeguare l’edificio alle nuove esigenze normative e di
funzione espositiva-museale e dotarlo di tutte le componenti necessarie per
ottimizzare le condizioni di comfort e di benessere ambientale;
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Detti interventi sono stati previsti dopo il compimento ed il perfezionamento di approfondite
ed accurate analisi, sondaggi, e per quanto possibile verifiche dello stato di fatto, della
stabilità della struttura e dello stato di degrado degli elementi costitutivi dell’edificio, al fine
di calibrare le opere da realizzare sulle reali esigenze e problematiche.
5.2 Scelte progettuali
La necessità di mantenere in efficienza il complesso quale sede espositiva-museale, con
annessi servizi, ha condotto all’elaborazione di un progetto che prevede, in primo luogo,
interventi orientati al restauro conservativo e alla salvaguardia delle strutture storiche, oltre
ad un insieme di opere di carattere architettonico, strutturale ed impiantistico per la
riorganizzazione delle funzioni e degli spazi interni, in riferimento ai parametri e ai vincoli
da rispettare e sulla base delle indicazioni fornite dai diversi enti ed organismi coinvolti.
La ridistribuzione delle funzioni e dei percorsi interni che il progetto rappresenta, oltre che
rispondere alle intenzioni e alla volontà di valorizzare la storia del manufatto e ai nuovi
parametri di carattere funzionale di un museo attuale, consentono, al tempo stesso, una
migliore suddivisione tra le aree interne destinate agli utenti e quelle per gli addetti e i
lavoratori del Museo.
Le scelte progettuali sono state, pertanto, assunte con il criterio di realizzare i lavori
necessari a determinare le caratteristiche architettoniche e funzionali degli ambienti senza
arrecare, con le nuove opere, ulteriori rimaneggiamenti all’impianto storico dell’edificio
anzi, al contrario, cercando ove possibile di recuperarne e porne in evidenza le
testimonianze storiche significative.
Tali scelte sono state maturate sulla base delle indicazioni fornite dalla direzione del
Museo, oltre che dalle informazioni via, via assunte attraverso le ricerche conoscitive
condotte sull’edificio, quali rilievi, studi e indagini storiche e architettoniche e dai risultati di
indagini puntuali, riportate ed illustrate nei vari documenti allegati al progetto, volte ad
individuare le caratteristiche e gli elementi costitutivi dei singoli ambienti.
Una progettazione quindi mirata a ricercare e ad individuare le linee di minor resistenza
delle stratificazioni storiche dell’edificato, per raggiungere gli obiettivi di adeguamento degli
spazi alle nuove esigenze funzionali.
Le opere proposte per il Mastio della Cittadella seguono, inoltre, il criterio della reversibilità
dell’intervento, privilegiando soluzioni maggiormente assimilabili a strutture di carattere
allestitivo, provvisionale, piuttosto che edilizio, attraverso l’utilizzo di nuovi manufatti in
carpenteria metallica, i quali presentano, per le loro caratteristiche e per il rapporto che ne
deriva con il contesto, aspetti di leggibilità e riconoscibilità rispetto alle stratificazioni ed
alle trame dell’edificato storico.
A queste fanno riscontro invece i lavori di restauro del costruito, tutti orientati dalla volontà
di realizzare un corretto recupero filologico della storia della fabbrica, evidenziandone le
sue stratificazioni.
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In linea generale, il progetto prevede di recuperare il corpo di fabbrica del Mastio
destinandolo essenzialmente alla parte espositiva-museale, distribuita essenzialmente su
due livelli, con alcune aree destinate ai servizi per il pubblico e alle aree di accoglienza,
localizzate nella parte anteriore dell’edificio, in corrispondenza dell’ingresso principale.
Il manufatto di “Italia 61” collocato in adiacenza alla struttura storica, sarà, invece,
totalmente risistemato, mantenendo l’ingombro attuale e destinato anch’esso a spazio
espositivo, recuperando un piano soppalco, di nuova formazione, destinato ad uffici e
servizi per gli addetti, con un nuovo affaccio su Via Cernaia.
Sul lato interno del giardino del versante nord-ovest, al di sotto del ramparo di
interramento del padiglione, opportunamente rimodellato, sarà recuperata un’area
destinata ai servizi tecnologici, al carico e scarico e ai servizi degli addetti.
Per conciliare le condizioni del complesso architettonico con i vincoli imposti dalle
normative vigenti, sono stati affrontati i vari aspetti legati ai collegamenti orizzontali e
verticali, in modo tale da rendere accessibili i locali, anche da parte di persone con limitate
capacità motorie.
I vari livelli del Mastio, attualmente, sono serviti da scale interne inadeguate e carenti; lo
scalone principale ottocentesco che collega le sale del piano terra con il primo piano è in
condizioni di elevato degrado e non garantisce la stabilità dal punto di vista strutturale.
Nel progetto si prevede un nuovo corpo scala principale, in sostituzione di quello
preesistente, con struttura portante in acciaio, realizzato con due rampe contrapposte, ad
andamento lineare, che si compone con la struttura verticale del nuovo impianto
ascensore, del tipo elettromeccanico a funi, per il raggiungimento del primo livello del
Mastio, dove si sviluppano le attività espositive di carattere permanente.
Allo stesso modo, nello spazio di “Italia 61” si prevede la collocazione di un nuovo corpo
scala con ascensore, per il raggiungimento del piano soppalco e del terrazzo del
padiglione, ai fini del suo eventuale utilizzo per esposizioni all’aperto.
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Schizzi di progetto
6. ILLUSTRAZIONE DELLE OPERE
6.1 Piano terra
A questo piano sono previsti gli interventi più rilevanti, poiché si tratta di realizzare il nuovo
sistema di accesso al museo, la sistemazione degli spazi di accoglienza e di servizio al
pubblico e la riqualificazione degli spazi destinati al percorso espositivo.
Il Mastio
Come accennato al punto precedente, l’ingresso principale al Museo avverrà dal portone
ligneo, ferrato del Mastio, posto sulla facciata principale, con accesso diretto dal giardino.
Da questo, attraverso lo spazio aperto dell’androne, dedicato a punto informativo, si potrà
accedere ad un area di prima accoglienza per il pubblico, a libera circolazione, dove
troveranno sistemazione i servizi di guardaroba, i servizi igienici, un locale adibito a
piccole conferenze e video e uno spazio adibito a book shop.
L’intera area di prima accoglienza, fruibile anche dal pubblico non direttamente interessato
alla visita mussale, immette al salone centrale del Mastio, mediante porte vetrate di nuova
realizzazione, dove sarà collocata la nuova biglietteria.
Nel grande salone centrale a tre navate e nelle due sale laterali, poste in adiacenza,
troveranno collocazione le mostre di carattere permanente.
All’interno del salone longitudinale sud, sarà collocato un nuovo manufatto per i
collegamenti verticali, costituito da una nuova scala in acciaio, a due rampe contrapposte,
e da un nuovo ascensore panoramico in acciaio e vetro, in modo da consentire al pubblico
di raggiungere comodamente il primo livello, dove continuerà l’esposizione delle mostre
permanenti.
Il nuovo gruppo scala-ascensore sarà realizzato nel rispetto delle caratteristiche
architettoniche esistenti e senza ulteriori demolizioni delle volte, in quanto sostituirà
l’attuale scalone, in precarie condizioni di stabilità statica.
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Si dovrà procedere alla rimozione completa delle pavimentazioni esistenti, oggetto di
recenti rimaneggiamenti, con porzioni rifatte malamente, consentendo così la verifica
completa delle strutture sottostanti e l’esecuzione degli eventuali interventi necessari,
l’interposizione dei passaggi dei nuovi impianti elettrici ed il posizionamento di nuovi
impianti di riscaldamento.
A pavimento è prevista la realizzazione di un vespaio aerato, mediante l’utilizzo di
elementi prefabbricati, dopo la rimozione completa degli attuali pavimenti e sottofondi. Tali
lavorazioni richiederanno l’abbassamento dell’attuale livello di fondazione, con eventuale
sottomurazione delle murature esistenti, attigue alle zone interessate dall’intervento, per la
profondità strettamente necessaria a garantire la buona esecuzione delle opere.
Le pavimentazioni all’interno del Mastio saranno completamente sostituite con altre di tipo
lapideo, con disegno, materiale e colore compatibili con il contesto originale.
I serramenti esistenti presentano situazioni di elevato degrado, causanti infiltrazioni
d’acqua ed efflorescenze sugli intonaci interni e saranno, pertanto, sostituiti con ante di
forma e colore in accordo con gli originali e dotati di vetri a norma di sicurezza e nel
rispetto dei parametri per il consumo energetico.
Per il rispetto delle normative antincendio dovranno essere realizzate le necessarie
compartimentazioni e alcuni serramenti esistenti dovranno essere adeguati nelle forme e
dimensioni, al fine di garantire il normale deflusso delle persone, rispettando le
caratteristiche originarie, altri saranno sostituiti con nuove tipologie aventi tenuta REI 120.
Le volte saranno oggetto di opportuni interventi di consolidamento, in particolare dove
sono presenti fenomeni di forte degrado, con presenza di crepe, fessurazioni, distacco di
materiali.
Negli ambienti interni del Mastio si prevedono alcuni interventi di restauro conservativo
delle parti lapidee ed il rifacimento degli intonaci ammalorati.
Nelle sale destinate all’esposizione, gli interventi di sostituzione degli apparati impiantistici
sono orientati a concentrare il più possibile in strutture a forma di cassonetto, o con
apposite schermature, tutti i terminali degli impianti, al fine di ridurre il forte impatto visivo
che quelle arrecano agli ambienti storici.
Il Padiglione Italia 61
Il Padiglione di Italia 61, attiguo alla struttura del Mastio, sarà oggetto di un radicale
intervento di ristrutturazione, con mantenimento dell’ingombro planimetrico dell’attuale
costruzione in cemento armato e con recupero e restauro della cortina muraria del
bastione cinquecentesco, costituita da una successione di contrafforti ed arcate che
delimitano il tamponamento perimetrale del lato est e che oggi risultano ancora integri e
totalmente leggibili.
Il Padiglione sarà costituito da un nuovo solaio di copertura con strutture di sostegno in
acciaio e da un nuovo piano di calpestio, pavimentato in lastre di materiale lapideo
ricomposto, posto alla stessa quota del Mastio, in modo da agevolare il percorso del
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pubblico, il quale potrà raggiungere l’interno del Padiglione, dove sono previste mostre di
carattere temporaneo, attraverso un varco sulla parete perimetrale nord del Mastio, in
corrispondenza della rampa antica, a piano inclinato, che percorre l’interno delle muratura
cinquecentesca e che sarà pertanto visibile in tutto il suo sviluppo, diventando anch’essa
parte del museo.
Tale collegamento diventa un corridoio in corrispondenza dello spazio libero sotto la scala
esterna, in mattoni, del lato nord, permettendo un percorso di visita lineare e continuo tra
gli spazi espositivi delle mostre permanenti e quelle temporanee, nel caso della loro
apertura in contemporanea.
Sul fronte rivolto verso Via Cernaia, il Padiglione avrà un nuovo affaccio vetrato, arretrato
rispetto alla cortina muraria ottocentesca che attualmente delimita il riempimento in terra a
ridosso della struttura di Italia 61.
Il muro ottocentesco con i suoi contrafforti, opportunamente restaurato e sottomurato,
costituirà una nuova quinta muraria di separazione visiva tra la struttura e il giardino e si
potrà attraversare in corrispondenza di due fenditure che lasciano intravedere le superfici
trasparenti retrostanti, dove si trova l’accesso diretto al Padiglione che funge anche da
uscita di sicurezza per il pubblico del museo.
L’accesso diretto al Padiglione consentirà al museo di utilizzare gli spazi espositivi in modo
e tempi diversificati e, quindi, una totale flessibilità della struttura.
Per questo motivo, anche nel Padiglione di Italia 61 sono state ricavate alcune piccole
zone da dedicare all’accoglienza e ai servizi per il pubblico, da utilizzare in alternativa agli
spazi già previsti all’interno del Mastio con la medesima funzione.
La considerevole altezza interna del Padiglione consente di realizzare un piano
intermedio, soprastante l’area di accoglienza, sul fronte nord, destinato agli uffici e relativi
servizi, con accesso indipendente.
Il terrazzo del Padiglione, recuperato e dotato di una nuova pavimentazione in lastre di
pietra di Luserna, si potrà utilizzare per eventuali esposizioni all’aperto e sarà raggiungibile
dal piano terra del Padiglione, attraverso la scala e l’ascensore di nuova formazione e dal
Mastio, attraverso l’antica rampa dei cannoni del lato nord.
Sul fianco ovest del Padiglione, in una zona isolata rispetto ai percorsi del pubblico, è
previsto un nuovo blocco edilizio suddiviso in due aree, destinate una ai locali per le
macchine e le attrezzature impiantistiche e l’altra ai locali di servizio degli addetti, quali
spogliatoi, servizi igienici, ripostigli, ecc.
Con l’asportazione dell’attuale terrapieno si potranno realizzare le nuove volumetrie allo
stesso livello del piano terra ed occultarle totalmente rimodellando i profili del terreno, a
simulazione del ramparo preesistente.
Il blocco tecnologico risulterà così, totalmente interrato, ad esclusione del collegamento
orizzontale per l’accesso del carico e scarico e per le uscite di sicurezza.
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I muri di contenimento terra, in cemento armato, saranno dotati di un rivestimento in lastre
di rame preossidato, di colore bronzeo, in modo da ottenere un netto distacco tra i
materiali storici e quelli di nuova realizzazione.
Schizzi di progetto. Particolare lato nord, verso Via Cernaia
6.2 Piano mezzanino
Il livello mezzanino, sovrastante l’androne carraio, sarà raggiungibile dall’attuale scala in
pietra, che verrà opportunamente restaurata, ed utilizzato come sala studio e piccolo
ricovero di volumi storici e materiale iconografico del museo.
Il locale sarà dotato di nuove pavimentazioni in lapideo ricomposto, in sostituzione delle
attuali marmette di calcestruzzo, con inserimento di nuovi tracciati impiantistici nel
sottofondo del pavimento.
6.3 Piano primo
Il piano primo dell’edificio storico ospita tre ambienti voltati che si sviluppano sull’asse
longitudinale della struttura e sovrastanti le sale del piano terra, destinati alle esposizioni di
carattere permanente.
L’accesso al primo piano avviene tramite il nuovo corpo scala–ascensore, già descritto per
il piano terra, dove l’inserimento di una nuova passerella in acciaio consentirà al pubblico
la continuità del percorso all’interno della sala sud, con affaccio diretto sul livello
sottostante e sulle strutture del collegamento verticale.
A questo piano sarà asportato l’attuale soppalco ligneo, posto lungo le pareti perimetrali
della sala sud, realizzato in tempi recenti e non idoneo alle attuali esigenze espositive.
Il collegamento dei percorsi tra gli ambienti espositivi avverrà dalle attuali passate presenti
sui muri di spina, opportunamente adeguate in larghezza.
Dal salone centrale si accede ad un ambiente posto ad una quota superiore, attraverso
due rampe di scale esistenti e una nuova piattaforma elevatrice per le persone con
difficoltà motorie, destinato alle attività di carattere didattico.
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Lo stesso locale comunica con le due rampe contrapposte, sul lato sud del Mastio, che in
passato consentivano il transito dei cannoni, pavimentate in ciottolato e sfocianti sui
terrazzi laterali, permettendo ai visitatori di percorrere la “suggestiva” strada interna e, al
tempo stesso, di utilizzare i due portoni come uscite di sicurezza verso l’esterno.
La riapertura dei varchi di accesso alle scale laterali, presenti all’interno delle intercapedini
dei muri portanti del Mastio, permetterà di raggiungere il piano terra, da un lato, e il
terrazzo superiore, dall’altro, attraverso un singolare percorso che consentirà al pubblico
una visione adeguata della struttura storica militare.
I locali di questo piano saranno dotati di nuove pavimentazioni in lapideo ricomposto, in
sostituzione delle attuali marmette di calcestruzzo, consentendo, così, la verifica delle
volte sottostanti e l’esecuzione degli eventuali interventi di consolidamento, oltre
all’interposizione dei passaggi dei nuovi impianti nel sottofondo del pavimento.
I serramenti esistenti, come per il piano terra, saranno sostituiti con ante in acciaio di
forma e colore in accordo con gli originali e dotati di vetri a norma di sicurezza e nel
rispetto dei parametri per il consumo energetico.
6.4 Piano secondo
Le due piccole sale voltate del secondo livello, difficilmente raggiungibili, saranno utilizzate
per il posizionamento delle unità di trattamento aria dei saloni espositivi e saranno
accessibili soltanto agli addetti.
6.5 Terrazzi
Il terrazzo del Mastio potrà essere raggiunto da gruppi limitati di visitatori, attraverso le
scale storiche, poste all’interno delle murature perimetrali, costituite da pedate rifinite in
mattoni pieni e listelli trasversali in legno, opportunamente restaurate.
Al termine delle due rampe di scale, sono presenti due piccoli locali di sbarco, voltati, i
quali, adattati alle quote necessarie per consentire il transito del pubblico, saranno
recuperati e protetti con un rivestimento in lastre di rame preossidato, di colore bronzeo,
proposto anche come protezione delle merlature e delle cannoniere presenti sull’intero
perimetro del terrazzo.
L’intera superficie del terrazzo sarà dotata di nuove guaine impermeabilizzanti e di nuove
coibentazioni, asportando parte dell’attuale riempimento, al fine di ottenere la completa
revisione delle pendenze per lo scolo della acque meteoriche, mentre il piano di calpestio
sarà ripavimentato in lastre di pietra di Luserna.
Allo stesso modo, saranno conservate e restaurate le quattro guardiole angolari,
attualmente molto compromesse, soprattutto in corrispondenza dei mensoloni di sostegno.
La rotonda al centro del terrazzo sarà anch’essa restaurata ed utilizzata come eventuale
spazio espositivo, se pur in modo molto limitato, non essendo facilmente raggiungibile.
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6.6 Opere strutturali
Interventi di sottomurazione e consolidamento strutturale
Sulla base delle verifiche e dei sondaggi effettuati, le murature portanti e i contrafforti
saranno oggetto di interventi di sottomurazione, in particolare nelle zone dove si prevede
la formazione di vespai e intercapedini che avranno anche la funzione di rinforzo,
costituendo un importante contrasto delle murature storiche.
Un intervento significativo riguarderà l’apparato murario ottocentesco, verso il fronte di Via
Cernaia, fatto risalire agli interventi del Brayda, costituito da una muratura esterna in
mattoni e conci di pietra, legata ad una cortina di maschi murari, voltati, posti ad intervalli
regolari e fondati su un basamento di cemento armato.
Tale struttura, che il progetto prevede di mantenere quale quinta muraria a testimonianza
delle evoluzioni storiche del complesso, sarà fondata ad una quota maggiore rispetto a
quella attuale, in modo da raggiungere lo stesso piano di fondazione del padiglione
espositivo.
Le strutture murarie portanti interessate da fenomeni di degrado materico dei componenti,
con presenza di fessurazioni e distacchi, saranno oggetto di interventi di risarcitura e cuciscuci, con tecniche puntualmente descritte nella relazione di dettaglio delle opere
strutturali.
Adeguamento del Padiglione Italia 61 e nuovi volumi tecnici
Il progetto prevede un significativo intervento strutturale per l’adeguamento del Padiglione
Italia 61, con la realizzazione di nuovi locali tecnici, completamente interrati, sul fronte
ovest del complesso, destinati a contenere gli spazi di servizio del museo e le nuove
componenti impiantistiche, sia termiche, sia elettriche.
Il padiglione espositivo, che si sviluppa con un estensione planimetrica di circa mt 30 per
18, è costituito da un un’unica volumetria, addossata al Mastio, con una parte suddivisa su
due livelli, destinata ad ingresso–accoglienza del pubblico, a piano terra, e ad uffici quella
superiore.
La nuova struttura di sostegno dell’area espositiva, sarà costituita da un sistema binato di
travature e da coppie di colonne in carpenteria metallica, poste ad intervalli regolari, in
funzione delle scansioni determinate dai contrafforti di impianto cinquecentesco, con un
solaio di copertura in elementi metallici autoportanti, con funzione di contenimento degli
strati superiori del pacchetto di copertura, con relative impermeabilizzazioni e
coibentazioni.
Il solaio intermedio del piano soppalco è previsto in latero-cemento, mentre il blocco scala
di collegamento sarà realizzato con una struttura in cemento armato gradonato e
racchiude al suo interno il nuovo vano ascensore con strutture in acciaio e tamponamenti
in vetro.
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Le strutture di sostegno dei vani tecnici sono previste in cemento armato, con solaio in
latero-cemento ad andamento irregolare, secondo le pendenze previste per il nuovo
giardino pensile, inclinato, sul fronte ovest.
Rinforzo e consolidamento delle volte
Le volte in muratura del Mastio saranno oggetto di un accurato intervento di
consolidamento e di rinforzo strutturale, reso possibile dall’asportazione degli attuali
pavimenti e sottofondi, con inserimento di idonei elementi metallici di incatenamento, ad
integrazione di quelli esistenti, in modo da migliorare gli aspetti legati alla stabilità e alla
portata richiesta per le strutture museali.
Formazione di passate e cavedi impiantistici
I tagli a sezione obbligata da prevedersi ai vari piani dell’edificio storico, per la creazione di
nuove passate e adeguamento di quelle esistenti, saranno realizzati mediante
l’inserimento nelle murature di adeguati profili metallici, che richiedono un’insieme di
operazioni da condursi con estrema cautela, in modo da non compromettere le murature
storiche.
Allo stesso modo si procederà alla realizzazione dei cavedi verticali, nei quali dovranno
transitare le canalizzazioni impiantistiche.
Nuovo blocco scala-ascensore a struttura metallica
All’interno del Mastio è prevista la realizzazione di un nuovo corpo scala di collegamento
del piano terra con il piano primo, con struttura portante in acciao, costituita da cosciali
paralleli, posti lateralmente alle rampe e ai pianerottoli, con gradini in lamiera piegata per il
supporto delle pedate in pietra.
L’intera struttura sarà appesa, mediante tiranti in acciaio, ad un’orditura metallica
composta da travi binate, collocate all’imposta della volta superiore a botte.
Il nuovo corpo scala si compone con il vano ascensore, previsto anch’esso con struttura
portante in profili metallici e tamponamenti in vetro.
6.7 Opere di restauro
Il Mastio non conserva apparati decorativi di natura artistica, quali affreschi, decorazioni
pittoriche o stucchi, pavimenti di pregio, arredi lignei alle pareti tipo boiserie, porte e
sovrapporte di pregio. Sono presenti alcune vetrine e bacheche risalenti all’allestimento
del Museo di fine Ottocento, che sono da conservate, ma che esulano dall’intervento di
restauro in progetto, in quanto saranno asportate a cura del Comando militare.
Gli ambienti interni sono interamente intonacati, con evidenti distacchi e zone molto
degradate e gli intonaci risultano in buona parte rifatti nel tempo, come documentato dai
risultati delle indagini allegate al progetto.
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Anche i pavimenti, in lastre di pietra al piano terreno e formelle di cemento bicolore agli
altri piani, sono stati interamente rifatti.
Le facciate del Mastio sono in mattoni pieni a vista, con il primo ordine inclinato a scarpa,
dove emerge una muratura mista in laterizio e conci di pietra, soggetta nel tempo a
numerosi interventi di ripristino, alcuni piuttosto invasivi ed incongrui rispetto alle
caratteristiche originarie.
Gli unici elementi decorativi delle facciate sono i due portali presenti sui prospetti est e
ovest, dei quali quello sulla facciata principale è stato oggetto di restaura nel 1994.
Il terrazzo per via delle numerose infiltrazioni è stato impermeabilizzato con guaine che
risvoltano fino sulle facce superiori delle cannoniere e dei merli, creando una specie di
vascone, e snaturando completamente l’architettura del luogo.
All’interno, le opere di restauro prevedono in linea generale un intervento di attento
recupero delle parti dove è ancora presente l’intonaco originario e principalmente in
corrispondenza della “casamatta” e della navata centrale del piano terra, mentre, sul resto
delle superfici si prevede di rimuovere i vari strati di intonaco cementizio, con rifacimento
mediante l’impiego di prodotti più consoni con le attuali tecniche di restauro.
L’asportazione dei pavimenti del piano terra e lo scavo dello strato sottostante, per la
formazione del vespaio, consentirà di attuare un attento esame di carattere archeologico,
con lo studio e la verifica di eventuali resti, in particolare nella zona del “diamante” dove si
ipotizza il ritrovamento dello storico ambiente interrato.
Allo stesso modo, anche gli scavi previste per il nuovo piano di fondazione del padiglione
di Italia 61, consentirà di riscoprire eventuali resti archeologici, con particolare riferimento
alle preesistenze del monastero di S. Salutore.
All’esterno, le murature a vista dovranno essere trattate con un intervento complessivo di
risanamento e di riequilibratura dei toni cromatrici, attraverso la ripresa dei giunti,
utilizzando apposite malte colorate in pasta, con caratteristiche di finitura simili a quelle
originarie.
L’iter progettuale di approfondimento a livello esecutivo e la successiva realizzazione delle
opere dovranno comprendere momenti di verifica con le Soprintendenze competenti, oltre
ad un approfondimento delle indagini conoscitive, già svolte in questa prima fase, per
valutare le proposte di progetto e definire maggiormente le caratteristiche operative.
6.8 Opere edili accessorie agli impianti
Nel progetto si prevedono tutte le opere edili necessarie al passaggio degli impianti,
ponendo particolare attenzione ai punti più significativi per la tutela del bene, tenuto conto
della possibilità di sfruttare, ove possibile, i passaggi già esistenti, quali i camini, le vecchie
tracce, etc.
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6.9 Opere impiantistiche
Le opere impiantistiche proposte in progetto, riflettono le nuove scelte di suddivisione degli
spazi, il nuovo percorso di visita, nonché la necessità di messa a norma e in sicurezza
dell’intero complesso, secondo i canoni normativi più recenti applicabili ad un edificio che,
oltre ad essere monumento di sé stesso, è anche sede museale.
Alla parte di complesso edilizio esistente non è in genere obbligatoria l’applicazione della
normativa sul risparmio energetico, essendo un edificio vincolato; tuttavia, data l’ampiezza
delle murature perimetrali e considerando i carichi energetici prevedibili al suo interno,
l’edificio, di sua natura, può considerarsi a ridotto consumo energetico a meno delle
aperture finestrate.
In ogni caso si prevedono interventi orientati ad agire sulla riduzione dei consumi
energetici adottando macchine ed apparecchiature ad alta efficienza e gestendo l’insieme
tecnologico attraverso sofisticati software di supervisione. Da qui la necessità di una
Control-Room che avrà anche i compiti della gestione della sicurezza dell’intero edificio.
Considerando inoltre le nuove destinazioni d’uso concernenti soprattutto la creazione di
nuovi spazi di accoglienza per il pubblico, esposizioni permanenti e temporanee, sale
riunioni e conferenze, ricevimento opere e servizi per il personale, l’attuale assetto
impiantistico non può considerarsi adeguato e, pertanto, dovrà essere totalmente
demolito.
Occorrerà quindi effettuare una serie di interventi impiantistici inerenti la funzionalità e la
sicurezza dei nuovi spazi creati, attraverso l’installazione di nuovi impianti di riscaldamento
e di climatizzazione, di illuminazione e di forza motrice, di rilevazione incendi, di diffusione
sonora, di videosorveglianza ed antintrusione, di supervisione, di trasmissione dati e
telefonici, oltre all’impianto idrico sanitario, alla dotazione di apparecchiature per
l’estinzione incendi, nonché alle reti fognarie e di smaltimento e adduzione delle acque.
I nuovi impianti hanno lo scopo di garantire il benessere, il controllo e la salvaguardia dei
visitatori, del personale addetto e delle opere esposte, o conservate, in rispondenza della
normativa tecnica e legislativa vigente e sono progettati in funzione delle condizioni
termoigrometriche e dei valori di illuminamento indispensabili per le nuove destinazioni
d’uso.
La realizzazione dei nuovi impianti necessita di nuovi locali tecnologici, in cui ubicare le
varie apparecchiature ed in particolare la cabina elettrica BT, telefonia e dati, gli UPS per
l’impianto di sicurezza, la centrale termica, la centrale di distribuzione dei fluidi, il gruppo
frigo, il gruppo antincendio e l’unità di trattamento aria.
In linea generale il progetto risponde alla norma UNI 10339, per quanto attiene la
circolazione dell’aria all’interno dei locali, alla norma EN 12464, per quanto attiene i valori
di illuminamento da realizzare, alla norma CEI 64-8 per gli impianti elettrici, alla norma UNI
9795, per l’impianto di rivelazione fumi e, infine, al DM 569/92 per la normativa tecnica da
applicare agli edifici storici adibiti a musei.
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6.10 Sistemazioni esterne
L’area circostante l’edificio viene interessata da alcuni interventi di sbancamento per il
rifacimento dei piani esterni, in modo da rivedere totalmente il sistema delle pendenze, al
fine di migliorare lo smaltimento delle acque meteoriche, attualmente molto critico.
Con l’occasione si procederà al rifacimento dei percorsi perimetrali, mediante la posa di
nuove pavimentazioni in ciottolato e porfido, da integrarsi con i rimanenti vialetti pedonali
del giardino.
Nella riorganizzazione delle sistemazioni esterne dovranno essere integrate le griglie di
raccolta dell’acqua piovana, i piè di gronda e le eventuali griglie di ventilazione delle
intercapedini e di sbocco degli impianti.
7. VERIFICA DI CONFORMITA’ ALLE NORME
7.1 Norme del P.R.G.C.
Il Piano Regolatore della Città inserisce il Mastio della Cittadella nel gruppo “EDIFICI DI
GRAN PRESTIGIO”, con fronti di architettura uniforme e di notevole pregio (vedi tavola
PRGC - Tipi d’Intervento scala 1:1000), inoltre ricade nella Zona Urbana Centrale Storica,
zona di interesse archeologico, ed è un edificio vincolato dalla Soprintendenza ai Beni
Architettonici con RRR del 6 maggio 1968.
L’edificio è destinato a servizi pubblici del tipo “Attrezzature d’interesse generale Z”,
compreso in zona verde “V” (vedi tavola PRGC - Azzonamento scala 1:5000); inoltre
ricade nella parte piana della città, con classe di stabilità I(P), pertanto non soggetta a
inondazioni e allagamenti.
Con riferimento all’art. 10 del Piano, sul Mastio sono consentiti i seguenti interventi:
FRONTI ESTERNI:
SISTEMA DISTRIBUTIVO:
- scale e androni padronali
- scale e androni minori
INTERNO:
(RES) restauro conservativo
(RES) restauro conservativo
(RIS) risanamento conservativo
(RES) restauro conservativo
Tali interventi sono specificati nell’Allegato A del Piano (punti 3 e 4), e pertanto è
consentito eseguire le operazioni riportate di seguito in modo sintetico:
FRONTI ESTERNI: ripristinare il disegno originario dei fronti; rifare parti di murature
degradate; reintegrare parti e finiture mancanti; pulire e consolidare i paramenti murari a
vista; sostituire i serramenti; costruire intercapedini e recinzioni adeguate; rifare le
coperture mantenendo le pendenze e le sagome preesistenti.
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SISTEMA DISTRIBUTIVO: ripristinare e valorizzare i percorsi e i collegamenti originari;
inserire ascensori all’interno del corpo di fabbrica; eliminare o sostituire le scale prive di
pregio; integrare il sistema distributivo con nuove scale possibilmente all’interno
dell’edificio.
INTERNO: realizzare tramezzi; consolidare gli elementi strutturali; restaurare gli elementi
di pregio; adeguare e installare impianti tecnologici in modo consono al disegno
dell’edificio.
Le suddette operazioni sono così mirate a conservare l’edificio nella sua caratterizzazione
tipologica, strutturale, formale e ornamentale originaria o storicamente consolidata; non
possono essere aggiunti volumi a quelli esistenti, se non volumi con destinazione a servizi
tecnologici, che il progetto prevede di inserire nella parte del Padiglione “Italia ‘61”.
Una considerazione a parte viene fatta per il Padiglione “Italia ‘61”, realizzato sul fianco
nord del Mastio nel 1961, in occasione delle celebrazioni del primo Centenario dell’Unità
d’Italia.
E’ una struttura di cemento armato, di fatto un ampio salone addossato sui lati sud, est e
nord alle murature storiche e con alcuni locali tecnici e di servizio ricavati sotto la scarpata
verde con arbusti e siepi che occulta il fronte ovest.
Con riferimento all’art. 10 del Piano, sul Padiglione sono consentiti gli interventi di (RIE)
ristrutturazione edilizia (punto 5 dell’Allegato A):
FRONTI ESTERNI: ricomposizione parziale dei fronti in modo congruente con la
caratterizzazione storica del tessuto edilizio circostante; sostituzione della struttura di
copertura con modeste modifiche delle quote d’imposta e di colmo (non superiori a cm,
40) dovute a motivi strutturali e di consolidamento; realizzazione di sequenze di lucernari,
anche in difformità con le prescrizioni del Regolamento Edilizio.
SISTEMA DISTRIBUTIVO: riorganizzazione e integrazione del sistema distributivo con
l’inserimento di nuove scale e ascensori, possibilmente all’interno dell’edificio e nel rispetto
dei caratteri compositivi degli ambienti.
INTERNO: rifacimento dell’interno dell’edificio in funzione delle destinazioni d’uso
ammesse, modifica delle quote degli orizzontamenti, anche con la realizzazione di nuove
superfici utili, all’interno dei volumi esistenti; modificazioni parziali dei volumi e delle
superfici nel rispetto del PRG solo con un progetto esteso all’intera cellula edilizia;
installazione di impianti tecnologici e delle relative reti, se necessario anche all’esterno
dell’edificio, nel rispetto delle caratterizzazioni architettoniche del complesso. Infatti, il
progetto prevede di mantenere la sagoma del terrapieno esistente e di non alterare la
composizione esterna del complesso monumentale.
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7.2 Norme in materia di tutela di Beni Culturali, Ambientali e Paesistici
L’edificio è sottoposto a vincolo da parte degli enti di tutela, ai sensi del D. Lgs. 22 gennaio
2004, n. 42 -Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio- e s.m.i.
La Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Torino ha espresso
parere favorevole al progetto preliminare e di fattibilità, con nota formale in data 14
gennaio 2008, prot. n. 23721.
7.3 Accessibilità, vie di esodo e sicurezza sui luoghi di lavoro
L'accesso principale al museo avverrà dal fronte che si affaccia sul Corso Galileo Ferraris,
attraverso i vialetti esistenti del parco e dal fronte su Via Cernia, dove è stato creato il
nuovo accesso al Padiglione Italia 61.
Le vie di fuga del complesso verso l’esterno sono diverse, grazie alla localizzazione della
struttura al centro del parco di pertinenza e garantiscono un comodo ed ordinato deflusso
delle persone nella varie direzioni. Nell’edificio è prevista una scala protetta, sia per
consentire il deflusso del pubblico proveniente dal terrazzo del Padiglione, sia
l’accessibilità agli uffici in modo autonomo ed indipendente.
I locali tecnici sono dotati di accessi e vie di esodo indipendenti.
A tutti i livelli del complesso sono comunque presenti idonee vie di esodo in caso di
emergenza.
Nel progetto sono stati rispettati gli standard tecnici previsti dalla vigente normativa, sia a
livello nazionale, sia a livello locale, in materia igienico-sanitaria, relativamente alle
seguenti problematiche:
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Mezzi di protezione dall’umidità;
Altezza utile dei locali;
Aerazione naturale e ventilazione dei locali;
Illuminazione naturale ed artificiale;
Servizi igienici e spogliatoi;
Percorsi orizzontali e verticali, vie ed uscite di emergenza;
Barriere architettoniche.
7.4 Superamento delle barriere architettoniche
L’edificio è soggetto al rispetto di tutte le prescrizioni di cui al D.P.R. 24 luglio 1996 n. 503;
pertanto sono previste le opere necessarie a rendere accessibili, anche alle persone
aventi limitate capacità motorie, tutti i locali aperti al pubblico e le zone ad esclusivo uso
degli addetti, compresi gli uffici.
L’edificio sarà dotato di servizi utilizzabili anche da persone su sedia a ruote e pertanto
dotati di corrimani, maniglioni ribaltabili, rubinetterie a leva, campanello di emergenza e
quant'altro previsto dalla normativa di riferimento.
7.5 Sicurezza antincendio
Per quanto riguarda la sicurezza antincendio, il progetto prevede l’inserimento di idonei
sistemi, atti a garantire il primo intervento in caso di incendio, pertanto, verranno ubicati in
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varie zone dell’edificio estintori a polvere, idranti e/o naspi, in riferimento alle prescrizioni
normative vigenti.
Per l'intervento da parte dei Vigili del Fuoco, è previsto un idrante soprasuolo con attacco
motopompa, ubicato in prossimità del fabbricato.
Il progetto è stato sottoposto all’esame preventivo del Comando Provinciale dei Vigili del
Fuoco di Torino, il quale, in occasione di ripetuti incontri, ha espresso parere verbale
favorevole.
Al termine dei lavori verrà presentata, sempre al Comando Provinciale VV.F., la pratica
per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi.
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8. PRINCIPALE NORMATIVA DI RIFERIMENTO
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Legge 20 marzo 1865 n. 2248 All. f) sulle opere pubbliche, ad eccezione degli articoli
abrogati dal Regolamento Generale, D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 554;
Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42: Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, e
s.m.i.;
Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i.: Codice dei contratti pubblici relativi a
lavori, servizi e forniture di attuazione delle direttive 2004/17 CE e 2004/18 CE”;
D.P.R. 21.12.1999 n. 554: regolamento sui lavori pubblici;
D.P.R. 06.06.2001 n. 380: testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in
materia edilizia, come modificato dalla Legge n. 301 del 2002 e dalla Legge n. 326 del
2003;
D.P.R. 24.07.1996, n. 503 e s.m.i.: Regolamento recante norme per l’eliminazione delle
barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici;
D.M. 20.05.1992 n. 569: Regolamento contenente norme di sicurezza antincendio per gli
edifici storici ed artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre;
D.M. Interno 19.08.1996 n. 149, relativo all'approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di
intrattenimento e di pubblico spettacolo;
D.P.R. 27.04.1955 n. 547, in merito al tema della prevenzione infortuni sul lavoro;
Decreto Legislativo 626/94 e s.m.i.: Attuazione delle direttive CEE riguardanti il
miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e D.Lgs 242
del 19/03/1996 e circolari relative;
Legge n. 46 del 5.03.1990 e s.m.i.: Norme per la sicurezza degli impianti" e DPR 447 del
06/12/91;
Decreto Legislativo 494/96 e s.m.i.: Attuazione direttiva CEE 92/57 concernente le
prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei e mobili;
Legge 5 novembre 1971 n° 1086: Norme per la discipl ina delle opere in conglomerato
cementizio, normale e precompresso ed a struttura metallica;
D.M. 14.09.2005: Norme tecniche per le costruzioni;
Normative Tecniche redatte dal C.N.R., dall’UNI, dall’UNICHIM, dal CEI, dal CEI-UNEL e
dalle Commissioni NORMAL, anche se non espressamente richiamate nella presente
relazione;
Regolamento d’Igiene della Città di Torino;
Regolamento Edilizio della Città di Torino.
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