Alcune note sulle serie di potenze1 G. Falqui Contents 1 Preliminari 1 2 Serie di potenze 3 3 Rappresentazione di funzioni mediante serie di potenze 3.1 Esempi notevoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2 Formula di Eulero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 9 12 4 Derivazione ed integrazione per serie 4.1 Applicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 17 5 Prodotto di serie 21 1 Preliminari Nel corso di Matematica I (o Istituzioni di Matematica) sono stati illustrati i concetti di serie numerica ed i criteri per la convergenza di una serie. Ricordiamo brevemente che il concetto di serie numerica formalizza la nozione di somma infinita, nel seguente modo: sia data una successione di numeri (reali o complessi) {an }∞ n=1 . Il simbolo ∞ X an (1.1) n=1 si dice serie numerica (associata alla – o definita dalla) successione {an }∞ n=0 . A partire dalla (1.1) si considera la successione delle somme parziali, ovvero la 1 Queste sono note non formali delle lezioni relative alle serie di potenze tenute durante il corso di Matematica II e Complementi di Matematica nell’ a/a 2006/2007. Commenti e correzioni saranno benvenuti. Per una esposizione più sistematica, si può consultare il libro di J. Stewart, Calcolo, Vol. I, Apogeo Editori, Milano (2002). 1 successione {sn }∞ n=1 definita da sn = n X k=1 ak , n = 1, 2, . . . , ∞, (1.2) e.g., s1 = a1 , s2 = a1 + a2 e cosı̀ via. Se vale che lim sn = S, con S finito, n→∞ P si dice che la serie ∞ n=1 an è convergente, e S si chiama somma della serie. Se il limite o non esiste, o, se esiste, è infinito, la serie si dice non convergente. Esempio 1. Riportiamo qui l’esempio della serie geometrica di ragione r, con |r| < 1 anche perchè ci utile in seguito. Psarà ∞ Consideriamo dunque n=1 r n−1 . La successione delle somme parziali sn ad essa associata è data da s1 = 1, s2 = 1 + r, s3 = 1 + r + r 2 , s4 = 1 + r + r 2 + r 3 , . . . , Fissiamo n e consideriamo: sn = 1 + r + r 2 + · · · + r n−1 r sn = r + r 2 + · · · + r n−1 + r n . (1.3) Sottraendo termine a termine, sn − r sn ≡ (1 − r)sn = 1 − r n ⇒ sn = 1 − rn . 1−r Dunque dato che |r| < 1 si ha che la serie geometrica è convergente, e la sua 1 1 − rn = . somma è S = lim n→∞ 1 − r 1−r P P Criterio del confronto. Siano an e bn serie a termini non negativi. Allora: P P 1. Se an ≤ bn ∀n e bn è convergente, allora an è convergente. P P 2. an ≥ bn ∀n e bn non è convergente, allora an non è convergente. P Definizione. Una serie an si dice assolutamente P convergente se la serie dei valori assoluti (o moduli, nel campo complesso) |an | è convergente. Osservazione. Una serie assolutamente convergente è convergente. Non è, in generale, vero il viceversa. 2 Criterio del rapporto. Questo criterio permette di stabilire (condizionatamente) la convergenza assoluta di una serie calcolando il limite del rapporto tra due termini successivi. In particolare, il criterio si formula cosı̀ Sia an+1 lim | | = L; Allora: n→∞ an P 1. Se L < 1 (strettamente), an è assolutamente convergente e dunque convergente; P 2. Se L > 1 (strettamente), an non è convergente. 3. Se L = 1 il criterio non dice nulla. Ancora, risulta spesso molto P utile, per le serie a termini alternati il Criterio di Leibniz: sia an una serie a termini alternati (cioè di segno alternativamente positivo e negativo, ovvero, in una formula, an = (−1)n bn , con bn > 0). Supponiamo inoltre che la successione dei numeri positivi bn sia decresente, P n (bn+1 < bn , ∀ n). Allora la serie (−1) b n è convergentre, e, inoltre, se S è la P n sua somma (S = n (−1) bn ), e sn denota la sua n-esima somma parziale, si ha |S − sn | < bn+1 . A parole: per una serie a termini alternati che soddisfi le ipotesi di cui sopra, la somma parziale n-esima stima il valore della somma della serie con un errore che in modulo è non superiore a primo termine che si “trascura”. 2 Serie di potenze Le serie di potenze (centrate in x0 , dove x0 è un numero reale o complesso) possono essere pensate come generalizzazioni dei polinomi di Taylor. In generale, esse sono “definite” da espressioni del tipo n X n=0 bn (x − x0 )n (2.1) dove bn sono numeri reali (o complessi). Esse possono essere viste come serie nelle quali il termine generale an = bn (x − x0 )n dipende dal “parametro” x attraverso il fattore (x − x0 )n . È chiaro che, per i valori di x per i quali la serie converge, la serie (o meglio, la somma della serie) definirà una funzione di x. Il problema primo che ci si pone, data un serie 3 di potenze della forma (2.1), è dunque determinare per quali valori di x essa converge. Osservazioni preliminari: 1) La serie (2.1) converge sempre (cioè, indipendentemente dalla scelta dei coefficienti numerici an ) almeno per x = x0 ; infatti, per x = x0 , la sequenza dei termini generali si banalizza a a0 = b0 , 0, 0, 0, 0, · · · e dunque per x = x0 non siamo in presenza di una serie, ma di una somma finita (anzi, di un solo numero non nullo!). 2) x = x0 può essere l’unico punto in cui una serie converge; ad esempio, X n!(x − x0 )n n non converge per alcun x diverso da x0 . Se riprendiamo l’esempio della serie geometrica, notiamo che essa è una serie di potenze; infatti (scrivendo x al posto di r, e rinumerando i termini nella espressione data più sopra) si ha che la serie geometrica di ragione x si scrive come ∞ X xn , n=0 ovvero è proprio della forma (2.1), con: x0 = 0, bn = 1 ∀n. Il risultato base della teoria delle serie di potenze si può formulare nel seguente modo: Teorema: Supponiamo che la serie di potenze ∞ X n=0 an (x − x0 )n (2.2) converga assolutamente per x = x1 6= x0 ; allora converge assolutamente per −|x1 − x0 | < |x − x0 | < |x1 − x0 | (2.3) Osservazione. Il risultato dice che, se x è una variabile reale, se la serie (2.2) converge assolutamente in un punto x1 diverso da x0 , allora converge in tutto 4 l’intervallo simmetrico di semiapiezza |x1 − x0 |; se x è complesso, allora la serie converge in tutto il cerchio di raggio r = |x1 − x0 | centrato in x0 . Dimostrazione. Poniamo per semplicità x0 = 0 e x1 > 0. Dall’ipotesi sappiamo che la serie numerica ∞ X an (x1 )n , con x1 > 0 n=0 converge assolutamente. Consideriamo la serie (2.2), e riscriviamo il suo termine generale come x an xn = an ( )n xn1 ; x1 la serie dei moduli si scriverà, analogamente, come ∞ X n=0 n |an |(|x|) = ∞ X x n |an |( xn1 . x1 n=0 | {z } =r n La condizione (2.3) si traduce nel caso x0 = 0 nella condizione |x| < |x1 |, ovvero 0 < r < 1. Quindi abbiamo che il termine generale Pdella nserie dei moduli qui sopra è maggiorato dal termine generale della serie |an |x1 , che è convergente. Dunque, il criterio del confronto assicura la convergenza assoluta della serie (2.2) per |x| < |x1 |. Il caso delle serie di potenze centrate in x0 6= 0 è del tutto analogo. P Osserviamo ora che, se riusciamo a stabilire che la serie data ∞ n=0 an (x − n x0 ) converge per x = x2 , con |x2 − x0 | > |x1 − x0 |, allora possiamo concludere che la serie converge in tutto l’intervallo P (o cerchio, se siamo sui complessi) n |x − x0 | < |x2 − x0 |; di fatto, data la serie ∞ n=0 an (x − x0 ) , si danno tre casi: 1. La serie converge solo in x = x0 2. La serie converge per tutti gli x reali (o complessi) 3. Esiste un numero positivo R tale che la serie converge in |x − x0 | < R e non converge per |x − x0 | > R. Il numero R in questione si chiama raggio di convergenza della serie (2.1). Talvolta si compendiano i casi 1 e 2 qui sopra dicendo che nel caso 1, il raggio è zero, e nel caso 2, il raggio è infinito. Il problema tipico che ci si pone in questo ambito è il seguente: data una serie di potenze, si vuole determinare il suo raggio di convergenza; se questo è 5 finito (e non nullo, beninteso), ci si può domandare che cosa succede se x assume i valori “estremi”, ovvero se |x − x0 | = R. Esempio 2. Consideriamo la serie ∞ X 2n n=1 n3 xn . (2.4) Vogliamo calcolare per quali valori (reali) di x essa converge. Utilizziamo il criterio del rapporto. Detto an il termine generale di (2.4) si ha: n+1 e dunque, semplificando, 2 n+1 an+1 (n+1) 3 x , = 2n n an x n3 an+1 = 2 |x| n + 1 n . an | n{z } 1 3 ) ) =(1+ n Otteniamo an+1 = 2 |x| lim (1 + 1 )3 = 2 |x|. lim n→∞ n→∞ an n Quindi, per il criterio del rapporto, la serie converge assolutamente per 1 2 |x| < 1, ⇔ |x| < , 2 mentre non converge per |x| > 21 . Dunque la serie (2.4) ha raggio di convergenza R = 21 . Resta da esaminare il caso x = ± 12 ; sostituendo direttamente nella (2.4) questi valori di x si ottiene ∞ X 1 1 per x = si ha , 2 n3 n=1 ∞ X 1 (−1)n per x = − si ha 2 n3 n=1 Entrambe dei valori reali per i quali P∞ 2n nqueste serie convergono, per cui l’insieme 1 1 x converge è l’intervallo chiuso [− , ]. n=1 n3 2 2 Esercizio. Si dimostri che la serie ∞ X ( −1 )n n √3 x n + 3 n=0 6 converge in (−3, 3] (ovvero per −3 < x ≤ 3). Esercizio Sui calcoli per quali valori di x reali la serie ∞ X n=1 converge. 3 (−1)n (x + 2)n n 2n Rappresentazione di funzioni mediante serie di potenze L’idea della rappresentazione di una funzione come serie di potenze si può intuire riconsiderando la serie geometrica (Esempio 1), con r = x. Quando leggiamo da sinistra a destra la relazione ∞ X 1 ′′ , (3.1) xn = “ Per |x| < 1 1 − x n=0 vogliamo significare che se |x| < 1 la serie in questione converge; al variare di x nell’intervallo (−1, 1) definisce una funzione f di x a valori reali, e, finalmente, 1 questa funzione non è nient’altro che il reciproco di (1−x), cioè f (x) = . (1 − x) Consideriamo ora il problem di construire il polinomio k-esimo di Taylor 1 associato a f (x) = centrato in x0 = 02 . Per farlo dobbiamo calcolare 1−x f (0) e il valore delle derivate di f (x) in x = 0 fino all’ordine k. Ovviamente, f (0) = 1; poi, per la derivata prima, f ′ (x) = Per la derivata seconda, f ′′ (x) = −1 1 (−1) = ⇒ f ′ (0) = 1. 2 (1 − x) (1 − x)2 −2 2 1 d = (−1) = ⇒ f ′′ (0) = 2, 2 3 dx (1 − x) (1 − x) (1 − x)3 e per la derivata terza, f ′′′ (x) = d −3 · 2 3·2 2 = (−1) = ⇒ f ′′′ (0) = 1. 3 4 dx (1 − x) (1 − x) (1 − x)4 2 Serie (o polinomi) di Taylor centrati in x0 = 0 si dicono solitamente serie (o polinomi) di Mc Laurin. 7 Non è difficile convincersi (o dimostrare per induzione) che, per la derivata j-esima vale la formula j! dj dj 1 1 = j!, ∀ j ∈ N. = , e dunque dxj (1 − x) (1 − x)j+1 dxj (1 − x) x=0 Quindi, per ogni k finito, il polinomio di Taylor di ordine k centrato in zero 1 (ovvero il polinomio di Mc Laurin di ordine k) di è dato da3 1−x 1 + x + x2 + · · · xk . Allora leggere la relazione (3.1), da destra a sinistra, come la serie geometPposso 1 n nell’intervallo |x| < 1, cioè generalizza rica n x rappresenta la funzione 1−x la nozione di polinomio di Taylor. In generale, rappresentare una funzione in serie di potenze nell’intorno di x = x0 significa esprimerla mediante una somma infinita di termini della forma an (x − x0 )n , n = 0, 1, . . .. Talvolta (poche volte) la rappresentazione in serie di potenze di una funzione può essere trovata con metodi elementari (cioè, “trucchi”). Un esempio è il seguente: 1 Sia f (x) = . Per esprimerla in serie di potenze centrate in x0 = 0, 1 + x2 basta notare che 1 1 f (x) = = , 2 1+x 1 − (−x2 ) e dunque che, con la sostituzione −x2 = y, abbiamo (nella nuova variabile y) una funzione della quale conosciamo lo sviluppo in serie di potenze (è la solita serie geometrica...); quindi lo sviluppo in serie (in y) di f sarà f (y) = ∞ X yn n=0 che è assolutamente convergente per |y| < 1; sostituendo y = −x2 in questa formula si ha lo sviluppo ∞ ∞ X X 1 2 n (−1)n x2n . (−x ) = = 1 + x2 n=0 n=0 3 (3.2) Si ricordi che in generale, il polinomio di Taylor di ordine k di una funzione f (x), centrato 1 ′′ in x = x0 è dato dal polinomio in x Pk (f )(x) = f (x0 ) + f ′ (0)(x − x0 ) + 2! f (x0 )(x − x0 )2 + 1 ( 1 ′′′ 3 k 3! f (x0 )(x − x0 ) + · · · + k! f k)(x0 )(x − x0 ) . 8 Esercizio. Calcolare lo sviluppo in serie di potenze nell’intorno di x0 = 0 della funzione x2 g(x) = 4 − x2 1 , e 4 − x2 = 4(1 − ( x2 )2 ). Suggerimenti: a) g(x) = x2 · 4 − x2 Un metodo algoritmico (ma non sempre il più efficace) per calcolare lo sviluppo in serie di una funzione f (x) si basa sulla osservazione (riportata anche più sopra) che lo sviluppo in serie di una funzione P generalizza la nozione di polin nomio di Taylor. Dunque, se una serie di potenze ∞ n−0 an (x − x0 ) rappresenta una funzione f (x) dovrà valere dk ′′ ′′′ f (x) k f (x0 ) f (x0 ) dx x=x0 ′ a0 = f (x0 ), a1 = f (x0 ), a2 = , a3 = , . . . , ak = . 2(!) 3! k! Leggendo queste relazioni da destra a sinistra si ha che i coefficienti ak dello sviluppo in serie di una funzione f (x) nell’intorno di x = x0 sono dati dai valori che la derivata k-esima di f assume in x = x0 , divisi per k!. Osservazioni. 1) La serie geometrica è un esempio lampante del fatto che la 1 serie di potenze centrata in 0 di 1−x rappresenta la funzione solo nell’intervallo |x| < 1, cioè un intervallo più piccolo dell’insieme di definizione della funzione di partenza. Come vederemo più sotto, lo stesso accade per f (x) = arctan(x). 2) Il metodo del calcolo delle derivate è algoritmico, ma può essere pesante, in quanto richiede il calcolo di tutte le derivate della funzione. 3.1 Esempi notevoli 1. La funzione esponenziale. Cerchiamo lo sviluppo in serie di f (x) = exp x = ex nell’intorno di x0 = 0. Abbiamo f (0) = e0 = 1, f ′ (x) = ex ⇒ f ′ (0) = 1, e, in generale, dk x dk x x e = e ⇒ e =1 dxk dxk x=0 Dunque la serie di potenze di ex nell’intorno di x = 0 è data da ∞ X 1 n x n! n=0 9 (3.3) Proposizione. La serie (3.3) converge per ogni x reale e quindi si può scrivere, senza ulteriori specificazioni, ex = ∞ X 1 n x . n! n=0 Verifichiamo l’affermazione sulla convergenze della serie in questione. Si ha n+1 x an+1 (n+1)! = n . x an n! Semplificando, an+1 = |x| ⇒ lim an+1 = 0, ∀ x ∈ R, n→∞ an n+1 an e dunque il criterio del rapporto ci dice appunto che questa serie converge per tutti i valori di x reali. Osserviamo inoltre che laP serie (3.3) converge anche per zn x = z complesso. Si può dunque vedere la serie ∞ n=0 n! come una definizione dell’esponenziale in campo complesso. 2 Le funzioni cos(x) e sin(x). Consideriamo lo sviluppo in serie di cos(x) sempre nell’intorno di x0 = 0. Notiamo che: d cos x = − sin(x); dx d3 cos(x) = sin(x); dx3 d2 d cos x = (− sin(x)) = − cos(x); 2 dx dx d4 cos(x) = cos(x). dx4 Dunque le derivate hanno un andamento “periodico” in n, di periodo 4; infatti, d0 iterando la formula qui sopra (e chiamando per comodità di notazione dx 0 f (x) ≡ f (x)), si ha: dn cos(x) = cos(x), se n = 4k; dxn dn cos(x) = − cos(x), se n = 4k + 2; dxn 10 dn cos(x) = − sin(x), se n = 4k + 1; dxn dn cos(x) = sin(x), se n = 4k + 3. dxn (3.4) Per calcolare lo sviluppo in serie di Taylor in un intorno di 0 di cos(x) si devono calcolare il valore delle derivate di cos(x) in x = 0; dalla formula qui sopra si ha dn dxn dn cos(x) = 1, se n = 4k; x=0 dxn cos(x) = = −1, se n = 4k + 2; x=0 dn cos(x) = 0, se n = 4k + 1; x=0 dxn dn cos(x) = 0, se n = 4k + 3. dxn (3.5) Dunque, lo sviluppo in serie di Taylor centrato in x0 = 0 di cos(x) è: ∞ X (−1)n (−1) 2 1 4 1+ x + x +··· = x2n . 2 4! (2n)! n=0 (3.6) Proposizione. Lo sviluppo in serie qui dato di cos(x) converge per ogni x reale. Per verificare questo fatto, è utile fare una premessa di carattere abbastanza generale. Vogliamo applicare anche qui il criterio del rapporto. Peraltro, cosı̀ come l’abbiamo enunciato, sembra che qui non abbia senso, dato che i coefficienti a1 , a3 , a5 eccetera (cioè i coefficienti di posto dispari, in una sola frase) sono nulli. Si può però notare che la serie di potenze qui sopra, scritta nella variabile y = x2 è ∞ X (−1)n n y , (2n)! n=0 ovvero, ha tutti i coefficienti an non nulli. Applichiamo dunque il criterio del rapporto a quest’ultima rappresentazione. Abbiamo n+1 Semplificando, y an+1 (2n+2)! = n . y an (2n)! an+1 an+1 |y| = = 0, ∀ y ∈ R, ⇒ lim n→∞ an (2n + 2)(2n + 1) an il che verifica l’asserto, dato che, in particolare, vale per y = x2 . Anche qui osserviamo che questo procedimento può essere visto come la definizione della funzione cos(z) per z ∈ C, dato che la convergenza della serie è assoluta. 11 Esercizio Verificare che lo sviluppo in serie di Taylor centrato nell’origine di sin(x) è ∞ X (−1)n 2n+1 sin(x) = x . (3.7) (2n + 1)! n=0 e che questo sviluppo converge per ogni x reale, nonché ogni z complesso. Esercizio Calcolare lo sviluppo in serie di Mc Laurin di cosh(x) = ex + e−x ex − e−x , e sinh(x) = , 2 2 o notando che la derivata di cosh(x) è sinh(x) e viceversa, oppure utilizzando le proprietà dello sviluppo in serie dell’esponenziale. 3.2 Formula di Eulero Interpretando le formule (3.3, 3.6, e 3.7) possiamo dare la dimostrazione della formula di Eulero (che verrà usata nella teoria delle equazioni differenziali lineari del secondo ordine), eiθ = cos(θ) + i sin(θ). (3.8) L’osservazione di base è la seguente: dalla definizione di funzione esponenziale come funzione inversa del logaritmo naturale, e dunque, sostanzialmente, dal fatto che d x e = ex , (3.9) dx abbiamo calcolato lo sviluppo in serie di ex come (3.3). Dal fatto che la serie converge assolutamente per tutti gli x, possiamo definire l’esponenziale di un numero complesso z come la somma della serie corrispondente, ovvero, porre per definizione ∞ X zn ez = , ∀z ∈ C. n! n=0 In particolare, per z = iθ puramente immaginario (e dunque θ reale) abbiamo: iθ e = ∞ n n X i θ n=0 12 n! . Ora suddividiamo questa serie in due, sommando separatamente i termini di indice pari e indice dispari4 , ovvero scriviamo ∞ n n X i θ n! n=0 = X in θn X in θn + . n! n! n pari n dispari Qui osserviamo che la somma su n pari si scrive come somma per n = 2k, k = 0, · · · , ∞, e quella su n dispari come somma per n = 2k + 1, k = 0, · · · , ∞, e dunque otteniamo e iθ = ∞ 2k 2k X i θ k=0 (2k)! + ∞ 2 k+1 2 k+1 X i θ k=0 (3.10) (2k + 1)! A questo punto bisogna ricordare che 1 con k pari i2k = (−1)k i2k = ⇒ i2k+1 (= i · (i2k ) = (−1)k · i. −1 con k dispari Utilizzando la prima di queste due formule nella prima serie del membro destro di (3.10) e la seconda nella seconda serie si ha che (3.10) diviene ei θ = ∞ X (−1)k θ2 k k=0 (2k)! +i· ∞ X (−1)k θ2 k+1 k=0 (2k + 1)! . Confrontando queste due espressioni rispettivamente con (3.6) ed (3.7) si ottengono proprio le formule di Eulero. La formula di Newton per (1 + x)α Un’altra funzione della quale è possibile calcolare semplicemente ed esplicitamente lo sviluppo in serie di McLaurin è la funzione f (x) = (1 + x)α p dove α è un numero reale (e.g., un generico numero razionale, α = , p e q q coprimi). Basta osservare che la formula d (1 + x)α = α(1 + x)α−1 dx 4 Questa operazione è lecita perché la serie converge assolutamente. 13 vale per ogni α. Iterando, si ha che, per k = 1, 2, . . ., dk (1 + x)α = α · (α − 1) · · · (α − k + 1)(1 + x)α−k | {z } dxk k fattori Se definiamo il simbolo combinatorio generalizzato k fattori }| { z α · (α − 1) · · · (α − k + 1) α , k≥1 = k! k α = 1, 0 otteniamo che la serie di McLaurin associata a (1 + x)α è data da ∞ X dk α k x , dato che k (1 + x)α x=0 = α · (α − 1) · · · (α − k + 1) . | {z } dx k k=0 (3.11) k fattori Ci dobbiamo ora chiedere per quali valori di x questa serie converge (e dunque rappresenta effettivamente la funzione data. Applichiamo il criterio del rapporto, supponendo che α non sia un intero positivo – anche perchè, in questo caso, (1 + x)α è un polinomio. k+1 α α ak+1 k+1 k+1 x = = |x| α α ak xk k k Quidi dobbiamo calcolare il limite per k → ∞ dell’ultimo rapporto. Abbiamo k+1 fattori α k+1 α k e dunque si ha dato che z }| { α · (α − 1) · · · (α − k) k! = · (k + 1)! α · (α − 1) · · · (α − k + 1) | {z } k fattori ak+1 = lim |x| (α − k) = |x|, lim k→∞ k→∞ ak k+1 α − k = lim k − α = 1. lim k→∞ k + 1 k→∞ k + 1 Dunque il raggio di convergenza della serie binomiale (3.11) è 1 e dunque possiamo dire che ∞ X α k α x , per |x| < 1. (1 + x) = k k=0 14 Analogamente si ha che α k x , per |x| < 1 (−1) (1 − x) = k k=0 ∞ X α e, ad esempio, k ∞ X α 2k x , per |x| < 1, (1 + x ) = k k=0 2 α nonchè varianti di queste formule. 4 Derivazione ed integrazione per serie La proprietà di una funzione di potere essere rappresentatata in serie di potenze implica notevoli proprietà della stessa, proprietà che hanno, come vedremo, interesse in campo “applicativo”5 . Teorema: Sia f (x) rappresentabile (o sviluppabile) in serie di potenze in un intorno di x0 , cioè supponiamo che valga f (x) = ∞ X n=0 an (x − x0 )n (4.1) con la serie che ha raggio di convergenza non nullo (eventualmente, infinito). Allora f (x) è derivabile, e, nell’intervallo di convergenza della serie qui sopra vale che f ′ (x) è sviluppabile in serie di potenze, e la sua rappresentazione in serie è data da ∞ X f ′ (x) = nan (x − x0 )n−1 (4.2) n=1 Dimostrazione. La dimostrazione di questo fatto è una semplice applicazione del criterio del rapporto. Infatti, detto bn (x − x0 )n il termine generale della serie (4.2), si ha bn (x − x0 )n = nan+1 (x − x0 )n . Dunque 5 bn+1 (x − x0 )n+1 (n + 1)an+2 (x − x0 ) . bn (x − x− 0)n nan+1 Cioè, proprietà che permettono di “fare dei conti”. 15 Ma allora n+1 bn+1 (x − x0 )n+1 = lim an+1 (x − x0 ) , lim n→∞ n→∞ bn (x − x− 0)n an (x − x− 0)n e dunque la serie della derivata converge dove converge quella della serie di partenza. Osservazione. Iterando il ragionamento, si vede che una funzione sviluppabile in serie di Taylor in un intervallo (aperto) I = (x0 − R, x0 + R) ammette nello stesso intervallo I derivate di ogni ordine; tali derivate sono a loro volta sviluppabili in serie di potenze, e la loro rappresentazione in serie di potenze si ottiene per iterazione della formula con la quale la (4.2) si ottiene dalla (4.1). Ad esempio, lo sviluppo inserie di f ′′ (x) sarà: ′′ f (x) = ∞ X n=2 (n(n − 1))an (x − x0 )n−2 , e cosı̀ via. A questa proprietà notevole si dà il nome di derivazione termine a termine. In altre parole, questa proprietà generalizza al caso delle serie assolutamente convergenti la proprietà ben nota del fatto che la derivata di una somma finita di funzioni è la somma delle derivate dei singoli addendi. Analogamente al teorema di “derivazione termine a termine” vale anche un teorema di integrazione termine a termine. Esso dice che se per f (x) vale lo sviluppo (4.1), cioè ∞ X f (x) = an (x − x0 )n , n=0 allora f (x) è integrabile in ogni compatto contenuto in I, il suo integrale indefinito è a sua volta sviluppabile in serie di potenze in I, e si ha ! Z Z X ∞ ∞ X an n (x − x0 )n+1 dx = C + f (x) dx ≡ an (x − x0 ) n + 1 n=0 n=0 Nota. Il modo più corretto di scrivere la formula di integrazione termine a termine è, e.g. nel caso x0 = 0, il seguente: ! Z x X ∞ ∞ X an n+1 n an (t ) dt = x . n + 1 0 n=0 n=0 Esempio. Lo sviluppo in serie di arctan(x). Osserviamo che le prime derivate di f (x) = arctan(x) sono: f ′ (x) = 3 x2 − 1 1 x ′′′ ′′ , f (x) = 2 ,... , f (x) = −2 1 + x2 (1 + x2 )2 (1 + x2 )3 16 e dunque risulta difficile pensare di dare una formula finita per il calcolo della derivata n-esima, con n generale. Per trovare lo sviluppo in serie di arctan(x) possiamo però procedere in questo modo. Osserviamo che noi conosciamo lo sviluppo in serie della derivata di arctan(x) in 0; infatti ∞ X 1 d arctan(x) = = (−1)n x2n , per |x| < 1 dx 1 + x2 n=0 Utilizzando la formula di integrazione termine a termine, e osservato che Z x d arctan(t) dt = arctan(x) − arctan(0) = arctan(x) dt 0 6 abbiamo che arctan(x) = = Z x ( ∞ X 0 n=0 ∞ X (−1)n t2n ) dt = (−1) n=0 n Z x X ∞ (−1)n 2n+1 t dt = x . n + 1 n=0 (4.3) 2n 0 Esercizio. Dimostrare che lo sviluppo in serie di potenze log(1 + x) in un intorno di x = 0 è ∞ X (−1)n n+1 log(1 + x) = x n+1 n=0 d 1 log(1 + x) = . dx 1+x Esercizio. Calocolare lo sviluppo inserie di Mc Laurin di f (x) = arcsin(x). Suggerimento: 4.1 Applicazioni . Esercizio a Calcolare cos(x) − 1 + x2 /2 x→0 x2 x2 sin( ) 4 lim 6 Scegliendo la determinazione naturale (cioè più semplice) dell’arco tangente, arctan(0) = 0. 17 Soluzione 0 Il limite proposto è una forma indeterminata del tipo [ ]. 0 Il denominatore va a zero come x4 ; infatti, abbiamo che il suo sviluppo in serie è x2 (sin(x2 /4)) ≃ x2 (x2 /4 − (x/4)3 /3! + · · · ) ≃ x4 /4 + · · · Dobbiamo dunque calcolare lo sviluppo di Mc Laurin del numeratore fino al quarto ordine. Ricordando che cos(x) = 1 − x2 /2! + x4 /4! + · · · otteniamo che cos(x) − 1 + x/2 = x4 /4! + · · · Dunque abbiamo 1 x4 /4! + · · · cos(x) − 1 + x2 /2 = . = lim 2 4 x→0 x /4 + · · · x→0 6 x x2 sin( ) 4 lim Esercizio b Si calcoli lim x→0 (1 − x) 2/3 − 1 x2 sin (x) − x . Soluzione Anche qui si ha una forma indeterminata del tipo h0i , 0 ovvero che sia il numeratore (N) che il denominatore (D) tendono a zero per x → 0. Dato che N e D sono sviluppabili in serie di Mc Laurin, possiamo calcolare il limite proposto attraverso il loro sviluppo in serie. Gli sviluppi in serie delle funzioni coinvolte sono: ∞ X x2n+1 x3 x5 sin(x) = (−1)n =x− + +··· , 2n + 1! 6 120 n=0 ∞ X 2 2/3 1 4 2/3 2/3 (−x)n = 1 − x − x2 − x3 + · · · , (1 − x) = (1 + (−x)) = n 3 9 81 n=0 (4.4) 18 dove con i puntini · · · indichiamo termini di ordine superiore a quelli scritti. Sostituendo (4.4) nel limite proposto otteniamo che il numeratore N diventa 2 1 2 N = (1 − x − x2 + · · · − 1)x2 = − x3 + · · · , 3 9 3 ed il numeratore diventa D =x− Quindi, x5 1 x3 + + · · · − x = − x3 + · · · . 6 120 6 − 23 x3 + · · · − 23 x3 N = lim = lim 1 3 = 4. lim x→0 − 1 x3 + · · · x→0 − x x→0 D 6 6 (4.5) Per risolvere l’esercizio non è peraltro necessario ricordarsi a memoria gli sviluppi (4.4). Infatti sappiamo che: sin(0) = 0; sin′ (0) = cos(0) = 1, sin′′ (0) = − sin(0) = 0, sin′′′ (0) = − cos(0) = 1. Dalla definizione di sviluppo di Mc Laurin (di una funzione sviluppabile in serie di Mc Laurin....), ∞ X f (n) (0) (4.6) f (x) = n! n=0 abbiamo sin(x) = x − 61 x3 + · · · , e dunque vediamo che il primo termine non nullo dello sviluppo in serie di Mc Laurin del denominatore D = sin(x) − x è il termine cubico 1 (4.7) − x3 6 Quindi, per calcolare il limite proposto dobbiamo calcolare lo sviluppo di Mc Laurin del numeratore fino all’ordine 3. Data la presenza a numeratore del fattore x2 , dobbiamo in ultima analisi calcolare lo sviluppo al primo ordine di (1 − x)2/3 − 1. Utilizzando la definizione (4.6) ho (1 − x)2/3 = 1 + Dato che, per x > 1, d (1 − x)2/3 x=0 x + · · · dx 2 2 1 d ), (1 − x)2/3 = − (1 − x)−1/3 (= − √ 3 dx 3 3 1−x 19 2 d (1 − x)2/3 x=0 = − . Dunque il termine di ordine 3 nello sviluppo si ha che dx 3 del numeratore è 2 − x3 . (4.8) 3 Il limite proposto si può dunque calcolare facendo il limite del rapporto di (4.7) e (4.8). Tale limite dà (come deve....) 4, ovvero il risultato del calcolo svolto in (4.5). Esercizio c Calcolare 1 con un errore inferiore a . 100 Z 1 exp(−x2 ) dx 0 Soluzione L’integrando è la serie esponenziale con argomento x2 . Tale serie converge assolutamente ed uniformemente per tutti i valori reali dell’argomento, quindi possimo integrare termine a termine. Lo sviluppo in serie di Mc Laurin di exp(−x2 ) è exp(x2 ) = ∞ X i=0 (−1)n x2n = 1 − x2 + x4 /2! − x6 /3! + · · · . n! Integrando termine a termine ottengo: Z 1 ∞ 1 X x3 x5 1 2 exp(−x ) dx = (x − + + ···) 0 = , (−1)n 3 10 (2n + 1)n! 0 i=0 (4.9) dato che il contributo dell’estremo inferiore di integrazione è nullo. La serie cosı̀ ottenuta è una serie a termini alternati, con il modulo del 1 decrescente e che tende a zero per n → ∞. termine generale, ovvero (2n + 1)n! P n Posso quindi utilizzare il teorema di Leibnitz che dice che, se ∞ i=0 (−1) bn è una serie che soddisfa le ipotesi di cui sopra, essa converge (diciamo a S) ed inoltre N X |S − (−1)n bn | ≤ bN +1 i=1 20 ovvero, a parole, che la differenza tra la somma della serie e la sua n-sima somma parziale è limitata dal modulo del primo termine che si trascura. Quindi, riconsiderando la equazione (4.9), per risolvere il problema nella maniera più “economica”, dovrò trovare il più piccolo valore di n per il quale valga 1 1 ≤ (2n + 1)n! 100 ovvero il minimo valore di n per il quale (2n + 1)n! ≥ 100. Conviene tabulare i primi valori di n e (2n + 1)n! come: 0 1 2 3 4 5 ··· 1 3 10 42 216 · · · · · · Quindi il valore cercato di n è n = 4 e dunque, a meno di 1/100, Z 1 3 X 1 2 exp(−x ) dx ≃ (−1)n (2n + 1)n! 0 i=0 = 1 − 1/3 + 1/10 − 1/42 = 5 210 − 70 + 21 − 5 156 26 = = . 210 210 35 Prodotto di serie In questa ultima sezione introduciamo il concetto di prodotto di serie di potenze. Per comodità di notazione, le serie saranno in x0 = 0. P∞ centrate P n n a x e g(x) = b x due serie di potenze con raggio Siano f (x) = ∞ i=0 n n=0 n di convergenza, rispettivamente rf ed rg . Allora il prodotto h(x) = f (x) · g(x) è rappresentabile in serie di potenze in |x| < min(rf , rg ) come ∞ n X X n cn x , dove cn = aj bn−j . (5.1) h(x) = n=0 j=0 Questa definizione/risultato di serie di potenze è una diretta generalizzazione delle note regole di moltiplicazioni di polinomi7 . Infatti, scrivendo per esteso, si ha: h(x) = f (x) · g(x) = (a0 + a1 x + a2 x2 + a3 x3 + · · · )(b0 + b1 x + b2 x2 + b3 x3 + · · · ) = (a0 b0 ) + (a1 b0 + a0 b1 ) x + (a0 b2 + a1 b1 + a2 b0 )x2 + (a0 b3 + a1 b2 + a2 b1 + a3 b0 ) x3 + · · · , 7 La dimostrazione della convergenza della serie prodotto è troppo lunga e tecnica per essere qui riportata. 21 cioè i coefficienti dello sviluppo di h(x) sono proprio dati dalla seconda delle formule (5.1). La formula (5.1) può essere utile per calcolare lo sviluppo in serie di potenze (in particolare, almeno i primi termini) di un prodotto di funzioni – delle quali si conoscano gli sviluppi in serie di Mc Laurin – , senza dover calcolare le derivate della funzione prodotto. Esercizio. Provare che lo sviluppo al settimo ordine di 1 f (x) = sin(2 x)(1 + x2 ) 2 è 13 1007 7 1 x + o x8 . f (x) = 2 x − x3 − x5 + 3 20 2520 Le formule (5.1) possono essere usate per calcolare P∞ il reciproco di una serie di potenze. Ovvero: supponiamo che f (x) = n=0 sia una serie di potenze (centrata in x0 = 0) con raggio di convergenza R, e sia f (0) = a0 6= 0. (5.2) Allora esiste un intervallo −R′ < x < R′ , con R′ eventualmente più piccolo di 1 R nel quale la funzione g(x) := è sviluppabile in serie di potenze, cioè f (x) rappresentabile come ∞ X g(x) = bn xn , |x| < R′ . (5.3) n=0 I coefficienti bn si possono calcolare ricorsivamente attraverso la seconda formula (5.1), utilizzando la seguente Proposizione (“principio”Pdi identità per le serie di potenze): Due serie P n n f1 (x) = ∞ a x ed f2 (x) = ∞ n=0 n n=0 bn x , assolutamente convergenti in |x| < R (eventualemnte, R = ∞) coincidono se e solo se vale l’ugualglianza di tutti i coefficienti, ovvero se e solo se an = bn , n = 0, 1, 2, . . . . (5.4) Prima di dimostrare questa proposizione, notiamo che essa rappresenta la naturale estensione al caso delle serie (convergenti) del principio di identità di polinomi di grado N finito. La validità della proposizione si può verificare, ad esempio, in questo modo. Se vale (5.4), allora, evidentemente, f1 (x) coincide con f2 (x). Il viceversa è lievemente più sottile. Ricordiamo che, per |x| < R le funzioni f1 (x) ed f2 (x), 22 definite come somma delle serie corrispondenti, sono infinitamente derivabili, e vale che dn f (x)x=0 = n!an , n = 0, 1, 2, . . . . n dx dn dn f1 (x) = dx Ora, se f1 (x) = f2 (x) per |x| < R, allora vale che n f2 (x), sempre n dx per |x| < R e, a fortiori, dn dn f (x) f (x) = 1 2 x=0 x=0 n n dx dx | {z } | {z } =n!an il che dimostra l’asserto. =n!bn al problema di determinare lo sviluppo del reciproco di f (x) = P∞Ritorniamo n a x , a = 6 0, cioè di calcolare i coefficienti bn che compaiono nella (5.3). 0 n=0 n Osserviamo che, per definizione di reciproco, f (x)g(x) ≡ 1 e possiamo (anche se è un modo un po’ barocco di rappresentarla) pensare alla costante 1 come alla serie di potenze definita da 1= ∞ X αn xn , n=0 con α0 = 0, αi = 0 se i 6= 0. (5.5) Questo di permette di scrivere 1 = f (x)g(x) come ( ∞ X an xn )( n=0 ∞ X n=0 bn xn ) = ∞ X αn xn , n=0 con gli αn definiti da (5.5). Ricordando la definizione di coefficiente n-esimo del prodotto di serie di potenze e utilizzando il principio di identità delle serie, vediamo che i coefficienti cn della serie prodotto devono verificare le equazioni: c0 c1 c2 c3 =1 =0 =0 =0 .. . cn = 0 .. . ⇐⇒ a0 b0 = 1 a0 b1 + a1 b0 = 0 a0 b2 + a1 b1 + a2 b0 = 0 a0 b3 + a1 b2 + a2 b1 + a3 b0 = 0 .. Pn . j=0 aj bn−j = 0 .. . 23 (5.6) La seconda colonna (di infinite equazioni) di questa formula deve esser pensata come un sistema lineare nelle incognite {bj }j=0,...,∞ con coefficienti noti dati dai coefficienti ai . Le proprietà di (5.6) che fanno sı̀ che (ricorsivamente) il sistema sia risolubile sono le seguenti: 1) a0 6= 0 2) la n − esima equazione (con n ≥ 1) si può riscrivere come a0 bn = − n X j=1 aj bn−j = − (a1 bn−1 + a2 bn−2 + · · · + an b0 ) Infatti, tenuto conto della prima proprietà, si ha: b0 = 1 ; a0 bn = − 1 ((a1 bn−1 + a2 bn−2 + · · · + an b0 ) , n ≥ 1, a0 dal che si evince che il sistema è ricorsivamente risolubile perchè, dalla seconda di queste, si vede che, una volta noti i coefficienti {b1 , b2 . . . , bn−1 } è possibile calcolare esplicitamente il coefficiente bn . Esercizio. Calcolare lo sviluppo di Mc Laurin all’ottavo ordine di 1 . cos(x) Risultato: 1 1 5 61 6 277 8 = 1 + x2 + x4 + x + x + O x10 cos(x) 2 24 720 8064 Esercizio. Utilizzando il risultato precedente, – nonchè le formule per il prodotto delle serie di potenze - calcolare lo sviluppo di Mc Laurin al settimo ordine di g(x) = tan(x) Risultato 2 17 7 1 x + O x8 tan(x) = x + x3 + x5 + 3 15 315 Esercizio. Verificare che lo sviluppo di Mc Laurin al settimo ordine di tanh(x) ≡ è sinh(x) cosh(x) 2 17 7 1 x + O x8 . tanh(x) = x − x3 + x5 − 3 15 315 24