- Chiesa Cristiana Evangelica Battista

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http://www.nev.it/nev/2017/02/14/un-contributo-cattolico-ad-una-lettura-ecumenica-della-giustificazioneper-fede/
Un contributo cattolico ad una lettura ecumenica della giustificazione per fede
Alla Facoltà valdese di Roma una lezione del cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la
promozione dell’unità dei cristiani, “Sull’attualità della dottrina cristiana della giustificazione per fede”
Roma (NEV), 14 febbraio 2017 – Vent’anni dopo il dibattito tra l’allora cardinale Joseph Ratzinger e il
professor Paolo Ricca, la Facoltà valdese di teologia di Roma torna ad ospitare un alto esponente vaticano, il
cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Un evento
per l’ateneo valdese la cui aula magna, lo scorso 13 febbraio, si è riempita di un pubblico qualificato per
competenze e rappresentanza sia del mondo cattolico sia di quello protestante – tra gli altri, erano presenti il
vice direttore de “La civiltà cattolica” Giancarlo Pani, la presidente dell’Opera per le chiese metodiste in
Italia pastora Mirella Manocchio, il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini. Ad introdurre
Koch è stato il professor Fulvio Ferrario, decano della Facoltà valdese.
Quella del cardinale Koch è stata una lezione – che non ha previsto dibattito – molto densa e argomentata
“Sull’attualità della dottrina cristiana della giustificazione”. Un titolo più che mai significativo perché intende
situare la dottrina che sta alla base della Riforma del XVI secolo non in un ambito confessionale, bensì
cristiano, patrimonio ecumenico tanto della chiesa cattolica quanto di quelle protestanti. D’altra parte, non si
tratta di un tema inesplorato: nell’ottobre del 1999 luterani e cattolici hanno infatti sottoscritto la Dichiarazione
congiunta sulla giustificazione per fede, “una pietra miliare – ha ricordato Koch – senza la quale non sarebbe
stato possibile in questo 2017 pensare a una commemorazione congiunta della Riforma protestante”.
Attingendo alla riflessione del card. Joseph Ratzinger – successivamente Benedetto XVI – e citando
ampiamente il Nuovo Testamento, Koch ha mostrato come cattolici e protestanti condividano il carattere
incondizionato e incommensurabile della grazia divina. L’essere umano, ha detto Koch, è caratterizzato da una
“ricettività creaturale”: come nessuno può crearsi da sé, allo stesso modo nessuno può redimersi da se stesso,
affidandosi per la salvezza alle proprie opere. “L’essere umano non è in grado di giustificarsi davanti a Dio,
ma è Dio che lo giustifica, cioè lo accoglie”. Da parte sua, l’essere umano deve semplicemente accogliere nella
fede ciò che Dio compie.
Koch ha quindi evidenziato alcune questioni problematiche, alcuni nodi ancora tutti da verificare. Affermata
la preminenza della grazia divina sull’operare umano, è possibile considerare una collaborazione dell’essere
umano all’agire di Dio?, si è chiesto Koch. “La croce di Cristo – ha affermato il cardinale – non è solo il dono
di Dio all’umanità, ma è anche il donarsi dell’uomo Gesù a Dio”.
Se Dio è relazione, questa relazione deve prevedere un doppio movimento – da Dio verso l’essere umano, ma
anche dal basso dell’essere umano verso Dio. Questioni, queste ultime, che nella comprensione del relatore
allargherebbero il dibattito alla ricerca di un consenso sull’antropologia, sull’ecclesiologia e addirittura sulla
mariologia.
Koch ha quindi concluso affermando che “la dottrina della giustificazione per fede non divide i cristiani, li
unisce”, anche se storicamente è successo il contrario. E a sostegno di questa convinzione ha citato una
preghiera di Santa Teresa di Lisieux: “Non voglio ammassare meriti per il cielo; voglio lavorare solo per il tuo
Amore …Al tramonto di questa vita, mi presenterò a Te, o Signore, con le mani vuote, perché non voglio
domandarti di cantare le mie opere…voglio rivestirmi della tua Giustizia”.
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