Anno sedicesimo dicembre 2011 OtticaFisiopatologica ® Guest Editorial Un nuovo approccio multiplo, sinergico e razionale alla terapia topica delle patologie croniche dell’occhio Maurizio ROLANDO Centro per le Malattie della Superficie Oculare, Genova Introduzione L’aspettativa di vita nei paesi sviluppati economicamente si è andata progressivamente sviluppando, e si ritiene che il trend verso una vita più lunga tenderà a mantenersi per i prossimi anni. Questo vuole dire che il numero delle persone anziane tenderà ad aumentare e dal momento che le persone anziane tendono ad avere malattie oculari con maggiore frequenza con la crescita dell’età, le società moderne tendono a trasferire molta parte della sfida all’invecchiamento alla comunità oftalmica. Le più frequenti cause di diminuzione visiva quali la cataratta, il glaucoma, la retinopatia diabetica e la degenerazione maculare legata all’età sono dipendenti dall’invecchiamento, ma anche patologie che non agiscono direttamente sulla visione, ma che sono in grado di ridurre la qualità di vita in modo significativo, come la disfunzione lacrimale e in minor misura la presbiopia sono legate al passare degli anni. Il progresso nella comprensione dei fenomeni legati all’invecchiamento ci ha portato nuovi modi di pensare sulle possibilità e la necessità di intervenire sui meccanismi che ne sono all’origine. La ricerca scientifica sui processi alla base dell’invecchiamento ha prodotto conoscenze che forniscono oggi gli strumenti per iniziare a combattere almeno in parte questo fenomeno. Per ironia della sorte, l’ossigeno, un elemento indispensabile per la vita, può in certe situazioni, avere effetti deleteri sul corpo umano. La maggior parte degli effetti deleteri dell’ossigeno sono legati alla formazione e all'attività di composti conosciuti come Specie Reattive dell’Ossigeno (ROS: Reactive Oxigen Species). La gran parte di queste ROS sono i radicali liberi, composti altamente instabili e molto reattivi. I radicali liberi derivano da processi metabolici, fisiologici e non, dell’organismo o da sorgenti esterne come radiazioni ionizzanti, fumo di sigaretta, inquinanti atmosferici e sostanze chimiche industriali, che portano alla produzione di prostaglandine, fagocitosi ed attivazione del citocromo p450. Talvolta il sistema immunitario crea di proposito i radicali liberi per neutralizzare virus e batteri. Il radicale libero in cerca di stabilità si unisce alle molecole circostanti rendendole instabili e danneggiandole, come se un single si introducesse in una sala da ballo separando una coppia, con la 219 Anno sedicesimo dicembre 2011 Guest Editorial Un nuovo approccio multiplo, sinergico e razionale alla terapia topica delle patologie croniche dell’occhio 220 creazione di un altro single che a sua volta romperà un’altra coppia e così via. Se non inattivati, i radicali liberi possono infatti danneggiare tutte le grandi molecole inclusi proteine, carboidrati, lipidi ed acidi nucleici (DNA). È noto che i mitocondri sono particolarmente sensibili all'attività negativa dei radicali liberi1. L'attività dei mitocondri è critica per le funzioni oculari dal momento che essi rappresentano la maggiore sorgente per la produzione dell’energia e giocano un ruolo fondamentale nella differenziazione e nella sopravvivenza cellulare. Una disfunzione mitocondriale può quindi essere l’esito oltre che di una mutazione genetica ereditaria (ad esempio nella neuropatia ottica ereditaria di Leber) anche di un danno ossidativo indipendente che porta ad un danno cumulativo dei mitocondri con il passare del tempo. È evidente che la suscettibilità del genoma mitocondriale al danno ossidativo è un punto di debolezza nel sistema di difesa delle cellule oculari ed è un fattore importante nella genesi delle patologie croniche dell’occhio, che tipicamente (riflettendo progressivi e cumulativi fenomeni di ossidazione) sono lentamente ingravescenti e tendono a comparire progressivamente con l’aumentare dell’età, come le malattie croniche della superficie oculare, il glaucoma, la cataratta, la degenerazione maculare legata all’età, ecc. 2 Che fare? È evidente quindi che in tutte le patologie croniche legate all’invecchiamento sia importante garantire una protezione efficace e prolungata nei confronti del danno ossidativo. Le capacità del nostro corpo di controllare i processi dannosi di ossidazione si basano sulla possibilità di controllare la concentrazione dei composti necessari alla loro produzione quali i ROS (Reactive Oxigen Species) ed gli ioni metallici. I ROS sono inattivati mediante sistemi enzimatici come le catalasi le perossidasi e le superossido-dismutasi3. Molti degli ioni metallici sono legati a proteine per scopi metabolici o di trasporto. Tuttavia in molti casi di malattia o in corso dei cambiamenti legati all’età le capacità antiossidanti e di legare i metalli possono andare perdute4, di qui l’importanza dei composti ad attività chelante capaci di sottrarre ed inattivare gli ioni metallici. OtticaFisiopatologica ® Un nuovo approccio multiplo, sinergico e razionale alla terapia topica delle patologie croniche dell’occhio Infiammazione e danno ossidativo La seconda linea di difesa dopo la prevenzione nella formazione di radicali liberi è quella di aumentare la presenza di agenti antiossidanti. Un antiossidante è una molecola sufficientemente stabile da essere capace di donare una molecola di ossigeno ad un radicale libero e neutralizzarlo. Gli antiossidanti, come la vitamina E e la vitamina A hanno mostrato la capacità di prevenire il danno ossidativo neutralizzando i radicali liberi, ma recentemente è stato dimostrato che possiedono anche la capacità di bloccare o ridurre in modo significativo lo stato infiammatorio, attraverso l’inattivazione delle proteine ossidanti. Quindi oltre che rimuovere i radicali liberi gli antiossidanti hanno un'attività antinfiammatoria. Inoltre è stato dimostrato che la combinazione di più agenti antiossidanti aumenta la capacità antinfiammatoria (Journal of the American Geriatrics Society; July 2004). Il Metil Sulfonil Metano (MSM) Il Metil Sulfonil Metano (“MSM”) è un solfuro organico naturale presente in tutti gli organismi viventi ed è una delle componenti principali del nostro corpo (si calcola che in un individuo di 75 Kg circa 2 Kg siano rappresentati da solfuro). La sua presenza e soprattutto l’importanza come valore percentuale di peso ma soprattutto di attività è stata messa in luce da Robert Herschler e Stanley Jacob della facoltà di medicina dell’università dell’Oregon in USA5. MSM nell’uomo viene assorbito attraverso la catena alimentare. Sfortunatamente l'MSM viene perduto attraverso i processi di cottura, conservazione e disidratazione. L’MSM è un componente di almeno 150 composti del nostro corpo (tessuto connettivo, costituenti dei tessuti mucosi) ed interviene nel funzionamento di molti enzimi e proteine strutturali. Livelli significativi di MSM sono quindi importanti per il corretto funzionamento dei processi biologici del nostro corpo e per la prevenzione delle forme degenerative legate all’età caratterizzate dalla progressiva perdita di efficacia dei meccanismi di rinnovamento e difesa. Livelli insufficienti di MSM possono comportare nel tempo la comparsa di disfunzioni o malattie facilmente evitabili. 221 Anno sedicesimo dicembre 2011 Guest Editorial Un nuovo approccio multiplo, sinergico e razionale alla terapia topica delle patologie croniche dell’occhio 222 Lo zolfo attivo entra nella composizione di molte molecole biologiche: Aminoacidi metionina, cisteina e cistina Proteine collagene, cheratina Vitamine vitamine del complesso B: biotina, tiamina Ormoni insulina Coenzimi coenzima A Antiossidanti glutatione, N-acetilcisteina, acido alfa lipoico (ALA) Carboidrati Glucosoaminoglicani, eparina Lo zolfo biologicamente attivo, come quello presente nel metilsulfonilmetano, esercita inoltre un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’integrità e dell’elasticità del tessuto connettivo. Forma, infatti, legami flessibili (ponti di-solfuro) tra le proteine ed è il componente principale dei glucosaminoglicani, dei proteoglicani, della glucosamina, della condroitina che formano, insieme al collagene e alle altre proteine la matrice extracellulare. Lo zolfo biologicamente attivo è fondamentale anche per il corretto funzionamento cellulare e, in caso di carenza, l’organismo non riesce a ricostruire cellule sane, flessibili e soprattutto permeabili. La capacità dell'MSM di mantenere una buona permeabilità cellulare permette inoltre una più facile eliminazione delle tossine e favorisce l'assimilazione di nutrienti e vitamine, riducendo contemporaneamente l'infiammazione. Ciò spiega perché l'MSM può ridurre l’infiammazione e gli stati irritativi che spesso sono causati da un accumulo di sostanze tossiche esogene o che sono il risultato dei processi infiammatori stessi, interrompendo il circolo vizioso che tende a mantenere la malattia. Inoltre l’MSM ha un'attività di “scavenger” di radicali liberi e forse anche a questa caratteristica oltre che alla sua attività di componente enzimatico, che si deve l’attività antinfiammatoria che lo caratterizza. L’MSM ostacola infatti l'azione dei radicali liberi, disattivandoli. Lo zolfo, infatti, rientra nella composizione di aminoacidi solforati come metionina, cisteina e taurina, considerati potenti antiossidanti, tali aminoacidi sono presenti in enzimi antiossidanti la cui attività biologica è in parte dovuta ai legami covalenti di-solfuro. Recentemente è stato dimostrato che l'MSM migliora la penetrazione di composti all’interno delle cellule e all’interno dell’occhio ed in particolare dell'EDTA: una sostanza antiossidante con importanti attività chelanti6. La combinazione EDTA–MSM somministrata per via topica era capace di raggiungere la retina, e la coroide in concentrazioni significative. OtticaFisiopatologica ® Un nuovo approccio multiplo, sinergico e razionale alla terapia topica delle patologie croniche dell’occhio 223 l’Acido Etilen - Diamino - Tetracetico (EDTA) L’EDTA, ha attività antiossidanti estremamente potenti, capace di arrestare ed impedire le reazioni ossidanti catalizzate dai metalli quali ad esempio quelle catalizzate dal Fe che come è noto sono tra i processi critici nello sviluppo della cataratta e della degenerazione maculare legata all’età ed ha la capacità di intervenire nel controllo di numerosi processi infiammatori riducendo l’attività degli enzimi infiammatori mediante la privazione e l’inattivazione degli indispensabili ioni metallici. Se consideriamo la cascata dello sviluppo del danno ai tessuti, la capacità di chelare i metalli dell’EDTA ha un'azione alta: riduzione dei ROS7, un'azione intermedia: riduzione delle proteine pro infiammatorie8 ed un'azione bassa: modificazioni della penetrazione intra cellulare del calcio, riduzione delle caspasi e dell’apoptosi: C9. Malgrado l’ampio razionale basato sulle conoscenze che la chelazione dei metalli ha un marcato effetto inibente sullo sviluppo della cataratta, che indicherebbe una utilità nell'utilizzare agenti chelanti nella prevenzione della formazione della cataratta, a questo non è seguita l’applicazione clinica per la scarsa bio disponibilità dei preparati chelanti e la difficoltà nel farli penetrare all’interno dell’occhio in modo e quantità adeguati. Dati recentissimi mostrano invece che la combinazione di MSM ed EDTA è in grado di raggiungere i tessuti posti all’interno dell’occhio. MSM-EDTA e malattie oculari legate all’età In vitro, la somministrazione di EDTA-MSM diminuisce del 40% l’opacificazione del cristallino indotta dai processi ossidativi nei cristallini di ratto in coltura attraverso un sistema di chelazione degli ioni metallici. In un esperimento in vivo l'applicazione topica di un carrier capace di aumentare la permeabilità cellulare come il Metil Suflfonil Metano (MSM) ed Anno sedicesimo dicembre 2011 Guest Editorial Un nuovo approccio multiplo, sinergico e razionale alla terapia topica delle patologie croniche dell’occhio 224 un chelante dei metalli divalenti quale l’Acido Etilen-Diamino- Tetracetico (EDTA) in topi diabetici ha ridotto in modo significativo la proliferazione cellulare epiteliale ed il rigonfiamento delle fibre negli stati iniziali della formazione della cataratta e ha diminuito l’opacità del 50% dopo 60 gg di terapia. I dati sperimentali consentono di suggerire molte possibilità e potenziali applicazioni della combinazione di EDTA-MSM per la terapia topica delle malattie oculari oltre la cataratta. Come abbiamo visto le reazioni di ossidazione collegate alla catalizzazione da parte di ioni metallici sono implicate in un gran numero di malattie legate all’età, per le quali la terapia chelante potrebbe essere benefica. In oftalmologia c’è una evidenza abbondante che non solo la cataratta10 ma anche la degenerazione maculare legata all’età (DMLA)11, il glaucoma12, la retinopatia diabetica e diverse malattie degenerative del sistema nervoso13 sono legate all'attività degli ioni ferrosi suggerendo uno spazio significativo per una terapia topica innovativa ed efficace a base di chelanti14 e di protezione ed interruzione dei fenomeni ossidativi. Il film lacrimale Il film lacrimale ha importanti capacità antiossidanti capaci di proteggere gli epiteli, tuttavia in presenza di un alterato turnover o di una scarsa produzione queste capacità sono fortemente ridotte lasciando la superficie oculare esposta all’attività nociva dei radicali liberi. Lo stress ossidativo conseguente è un fenomeno biologicamente rilevante ed è legato intimamente ad una serie di eventi cellulari che portano alla evoluzione ed alla propagazione del danno, sia che questo sia stato originato direttamente da un fenomeno ossidativo sia che il processo iniziale sia stato estraneo al fenomeno ossidativo. C’è una crescente evidenza nella letteratura oftalmica che il danno da stress ossidativo sia coinvolto anche nella propagazione del danno cellulare che porta alla evoluzione di patologie della superficie oculare. Quando in un gruppo di 178 occhi affetti da disfunzione lacrimale sono stati valutati i livelli di per ossidasi lipidica e di mieloperossidasi come parametri di attività infiammatoria e danno tessutale ossidativo e sono stati confrontati con i livelli ottenibili da un gruppo di 132 controlli sani, si è visto che questi due fattori erano significativamente più espressi nel fluido lacrimale dei pazienti con disfunzione lacrimale rispetto ai sani e OtticaFisiopatologica ® Un nuovo approccio multiplo, sinergico e razionale alla terapia topica delle patologie croniche dell’occhio che vi era correlazione con il livello della sintomatologia, suggerendo che i radicali liberi ed il processo ossidativo erano legati all'infiammazione ed erano coinvolti nella patogenesi, nell’automantenimento e nella progressione della malattia15. È stato suggerito inoltre che l’inibizione dello stress ossidativo sia un passo importante nell’interrompere il ciclo che porta al danno cellulare in questa malattia. L’esposizione per pochi minuti delle lacrime ad un ambiente ricco di ozono (O3) porta rapidamente alla distruzione di alcune proteine fondamentali quale la lattoferrina ed il lisozima16. Nei soggetti affetti da disfunzione lacrimale l’utilizzazione di MSM appare quindi particolarmente importante per la capacità di riattivare e proteggere i legami di zolfo, cruciali nel mantenimento dell’attività e la salute dello strato mucoso e nella capacità di controllare in modo “morbido” e prolungato, senza effetti collaterali nocivi, i processi infiammatori mediati o causati dall’aumento dei radicali liberi tipico di questa patologia. È inoltre interessante rilevare che l’esposizione al sole e ad un ambiente ricco di ozono dell’acido ialuronico, una sostanza componente il tessuto corneale, ma anche molto usata nella terapia sostitutiva delle disfunzioni lacrimali, comporta la perdita delle caratteristiche viscoelastiche tipiche della sostanza, indicando la denaturazione dei polimeri che la costituiscono da parte dei processi ossidativi17. L’attività antiossidante della combinazione MSM-EDTAAntiossidanti può avere un effetto protettivo anche sulle terapie per la disfunzione lacrimale eventualmente associate. Conclusioni Un approccio terapeutico nuovo si sta oggi proponendo nella terapia topica delle malattie croniche dell’occhio legate all’età: la combinazione di principi tra di loro sinergici che: a) siano capaci di interferire con le cascate infiammatorie esistenti, b) siano mirati non solo al processo patogenetico in corso ma anche alle sorgenti della malattia agendo ove possibile in modo preventivo, c) abbiano un basso livello di tossicità e possano essere utilizzati nel lungo termine. 225 Anno sedicesimo dicembre 2011 Guest Editorial Un nuovo approccio multiplo, sinergico e razionale alla terapia topica delle patologie croniche dell’occhio 226 La ricerca scientifica sui processi dell’invecchiamento è diventata ormai matura ed ha prodotto conoscenze che possono e devono essere applicate18. L’approccio pratico che utilizzi in modo combinato e sinergico i principi basilari suggeriti dall’Age-Related Eye Disease Study (2003) e dalle ricerche che si sono susseguite negli ultimi 10 anni: antiossidanti, chelanti dei metalli e zolfo biologicamente attivo (Oftyvit® gocce oculari, BAIF International products NY) associati ad una dieta appropriata è l’inizio di una possibilità preventiva e terapeutica attuale straordinariamente interessante. L’Oftyvit® collirio (BAIF International products NY) in somministrazione relativamente frequente 4-6 volte al giorno, è la preparazione che segue questi principi ed ha le componenti necessarie per realizzare in modo compiuto questo importante passo. Rappresenta un nuovo concetto simultaneo di prevenzione e di terapia topica che accetta la sfida portata dalle nuove conoscenze nei confronti dei processi di invecchiamento oculare. BIBLIOGRAFIA 1. Chen JJ, Yu BP. Alterations in mitochondrial membrane fluidity by lipid peroxidation products. 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