MYKEY
MK
Key to Diagnosis
La chiave per il futuro
Key to Diagnosis
Aroldo Rizzo
Direttore Laboratorio di Anatomia Patologica, Ospedale V. Cervello,
Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti, Palermo
Roberto Pisa
Patologo, Membro del Consiglio Direttivo, Fondazione San Camillo Forlanini
per l'Eccellenza Clinica e la Ricerca, Roma
Marco Chilosi
Direttore della U.O.C. di Anatomia Patologica,
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona
Claudio Doglioni
Direttore U.O. Anatomia Patologica, Istituto Scientifico San Raffaele,
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
Aroldo Rizzo
Direttore Laboratorio di Anatomia Patologica,
Ospedale V. Cervello, Azienda Ospedaliera
Ospedali Riuniti, Palermo
Software
e filosofia
dei sistemi
esperti
Key to Diagnosis
Anni fa venne pubblicato un libro di Monod dal titolo “Il caso e
la necessità”. Il titolo mi restò sempre impresso. Di volta in volta ho
dato significati differenti al titolo, ma l’idea che un software nasca
dal caso e dalla necessità mi sembra fortemente vera.
MY KEY
è un sistema
basato
sull’esperienza
che diventa
conoscenza,
per poi diventare
nuovamente
esperienza
Frequentemente quando si pensa alla nascita di un software per
lavoro si pensa ad un gruppo di informatici che intervistano l’esperto
per estrarre le nozioni da elaborare. È anche possibile che questo
possa accadere, in una serie limitata di casi, ma la maggior parte
delle volte il percorso è molto più tortuoso, privo di contorni definiti;
un percorso pieno di ipotesi, errori, delusioni e speranze. Per fare
un Sistema Esperto per patologi, per fare un software che possa rivoluzionare il nostro lavoro e dargli valore si devono affrontare molte
difficoltà.
Bisogna studiare i primi Sistemi Esperti nati negli anni ‘60-’70.
Ma questi parlano di metodologia bayesiana, di matrice delle decisioni, di epistemologia. E pongono domande sulla razionalità limitata, la teoria della mente, la teoria cognitiva. Allora le nostre
domande, quelle del Patologo, quali sono? Come si arriva alla diagnosi? Come si valuta un’ipotesi e si memorizza una conoscenza?
Come si prendono decisioni in situazioni di rischio e di incertezza?
E cosa sono le diagnosi a Pattern Recognition e quelle a punteggio?
Tante, troppe domande. Tante, troppe e difficili le risposte. Ma
allora è giusto lavorare con software che sembrano ideati e costruiti
Key to Diagnosis
come sofisticate e sicure macchine da scrivere? Software ignoranti
di medicina, di errori, di dubbi? No, penso di no.
I software hanno sempre affascinato per le domande che pongono e le possibili risposte che offrono. Affascinano per la loro fragilità e la loro forza, la loro liquidità. Ho impiegato più di 12 anni per
ideare, progettare e costruire un software che ho denominato SoPhia, un prototipo di Sistema Esperto e gestionale, un prototipo
che oggi contiene centinaia di migliaia di referti, di test di ICH e BM,
migliaia di articoli. Un software “artigianale” che mi ha aiutato a
prendere decisioni sulla validità dei test, sulla loro sensibilità e specificità, in sintesi un Decision Making per la diagnostica con un motore matematico. Un software che ha tentato di risolvere, con
Meme, il problema della rappresentazione e del collo di bottiglia
della conoscenza. Un prototipo che, infine, è diventato padre e
madre di My Key.
Ma come spesso capita My Key è diventato adulto, è diventato
un sistema di navigazione, un Global Positioning System - GPS per
la conoscenza. Contiene delle rotte, ma soprattutto registra le
tracce del tuo pensiero di patologo, le tracce delle tue decisioni,
delle tue ipotesi diagnostiche.
Registra le tracce dei tuoi percorsi per costruire nuove rotte. Per
rielaborare ed ottimizzare i tuoi percorsi. My Key è diventato un
software evoluto. Frutto dell’esperienza e della conoscenza di quat-
Key to Diagnosis
tro patologi. Frutto di interminabili discussioni, di ipotesi contrastanti, di animata dialettica.
Frutto del lavoro e della capacità di informatici veri e … pazienti.
Ma anche frutto di un management aziendale che ha creduto che
un “prototipo” potesse diventare un prodotto. Un’idea, un progetto.
Che ha preso decisioni in situazioni di incertezza, come è giusto
che sia, come le sfide richiedono. Una sfida iniziata tanti anni fa,
per caso. Per la necessità di dare risposte nuove a domande vecchie sulla conoscenza.
Il caso, appunto e la necessità.
Una sfida
iniziata tanti anni fa
per caso.
Per la necessità
di dare risposte
nuove a domande
vecchie sulla
conoscenza
Roberto Pisa
Patologo, Membro del Consiglio Direttivo,
Fondazione San Camillo Forlanini
per l'Eccellenza Clinica e la Ricerca, Roma
Vantaggi
per l’Anatomia
Patologica
Key to Diagnosis
Un progetto rivoluzionario merita una doverosa premessa. Ho
partecipato per tre volte alla gestazione di un sistema informatico
per l’Anatomia Patologica. Le prime due per il laboratorio di cui ero
responsabile, all’Ospedale Cervello di Palermo (1993) e al San Camillo-Forlanini di Roma (2000). La terza occasione propostami
dall’amico e collega Aroldo Rizzo insieme alla A. Menarini Diagnostics si concretizza ora, dopo un proficuo lavoro insieme ai colleghi
Chilosi, Doglioni e al già citato Rizzo, con la nascita di My Key, un
progetto rivoluzionario per i laboratori italiani di Anatomia Patologica (2009-2012).
Chi si dota di un sistema informativo, in genere sceglie il prodotto disponibile sul mercato che assomigli maggiormente alla soluzione ideale che ognuno immagina per il proprio laboratorio. O
meglio ancora, può contribuire con la propria esperienza professionale alla costruzione sartoriale di un sistema informativo tagliato
sulle misure delle esigenze del proprio laboratorio.
Chi ha avuto esperienza di costruzione di sistemi informativi
con gli informatici, sa che alla base sta l’analisi organizzativa, ed
essa ne costituisce le fondamenta. Ogni direttore di Anatomia Patologica trasmette all’informatico che la deve tradurre in programma, due informazioni complesse: l’organizzazione attuale che
il sistema deve sostenere e quella che si proietta nel futuro, per
cui si chiede al sistema un contributo e una facilitazione nella realizzazione.
Key to Diagnosis
Si tratta di due tipi d’informazione che hanno a che fare con il
tempo: l’esperienza organizzativa pregressa fino a quella attuale e
l’organizzazione che il laboratorio persegue nel proprio futuro locale. A queste va aggiunta nel caso dell’Anatomia Patologica il
ritmo e la qualità dei cambiamenti tecnologici e professionali, cioè
di gestione dei cambiamenti culturali, che la disciplina continua a
registrare a partire dagli anni ’80.
Nel caso di My Key si è dovuta trasmettere agli informatici la variabilità organizzativa nei laboratori di Anatomia Patologica: sia
quella finora esistente, sia quella prospettica, e tutto ciò nel contesto
di una disciplina in sé sottoposta a continui cambiamenti. Trattandosi di un sistema informativo composto da un braccio gestionale
basato sull’esperienza e da un braccio esperto basato sulla conoscenza, l’operazione di trasmissione dell’organizzazione agli informatici ha dovuto affrontare il tema della conoscenza/esperienza.
Come si organizza un laboratorio di Anatomia Patologica rispetto
alla conoscenza/esperienza?
La questione ha soluzioni differenti, ma abbastanza semplici
quando affronta l’aggiornamento professionale e l’implementazione
della conoscenza individuale del Patologo. Ma come la si organizza
in un gruppo di lavoro? Come la si incorpora negli strumenti di controllo ed analisi dell’attività, per verificare obiettivi e standard operativi? Come creare uno strumento amichevole in grado di assistere
il Patologo nella diagnosi? Per far ciò, il caso (in italiano) deve con-
Il sistema
informatico
è diventato
progressivamente
anche un sistema
formativo per
il giovane patologo,
ma anche un utile
tutor per il patologo
specialista quando si
trova ad affrontare
casi in settori
di patologia meno
intensamente
frequentati
Key to Diagnosis
frontarsi con l’articolo pubblicato (in inglese) ed entrambi devono
tradursi in codici e dati matematicamente elaborabili dal computer
in termini cibernetici positivo/negativo, 0/1.
Alla base
del sistema
informativo
sta l’Analisi
organizzativa,
ed essa ne
costituisce
le fondamenta
Risolta questa esigenza, l’ipotesi diagnostica del caso può confrontarsi con la diagnosi differenziale tra entità affini, recuperare i
test per confermarla o escluderla, sia dalla banca dati esperienziale
del proprio laboratorio, sia da quella esistente nella letteratura disponibile. La conoscenza viene importata come bibliografia, ma
perché sia interattiva, viene trasformata in un’unità sintetica mnemonica che contiene i dati essenziali in termini di test positivi e negativi, ad esempio, di immunoistochimica o di biologia molecolare.
Questa unità critica, denominata Meme, è il contenitore dei dati essenziali provenienti da un articolo. Ma Meme è presto divenuto,
con l’aggiunta di ipertesto, la porta di accesso a internet ed anche
il contenitore di link a siti selezionati per l’efficacia didattica nella
descrizione delle patologie o per la qualità della documentazione
digitale di vetrini dimostrativi.
Il sistema informatico è progressivamente divenuto anche un sistema formativo per il giovane Patologo, ma anche un utile tutor
per il Patologo specialista quando si trova ad affrontare casi in settori di patologia meno intensamente frequentati.
Marco Chilosi
Direttore della U.O.C. di Anatomia Patologica,
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata,
Verona
Il suo ruolo nell’Ambito
tecnologico diagnostico
dell’Anatomia Patologica
Key to Diagnosis
Fronteggiare con competenza l’organizzazione delle attività di
un’Unità Diagnostica di istopatologia non è semplice a causa dell’evoluzione rapidissima delle conoscenze, delle metodologie e
delle richieste che provengono dalla medicina moderna (aderenza
a linee guida sempre più esigenti, standardizzazione, nuove classificazioni, validazione diagnostica con marcatori immunoistologici,
marcatori prognostici e predittivi), ed anche per rispondere in modo
adeguato ed aggiornato alle norme di legge e alle nuove esigenze
economico-organizzative (privacy, norme di sicurezza, utilizzo di
reagenti marcati, smaltimeno rifiuti, sistema qualità, accreditamento
e certificazione, standardizzazione e linee guida, tracciabilità, carichi di lavoro, liste d’attese e tempi di risposta, e molti altri fattori).
La nostra Disciplina
e il nostro
ruolo come
Anatomopatologi
sono al centro
di una rapida
e complessa
evoluzione, che
non può essere
fronteggiata
con una visione
tradizionale,
ma necessita
di nuovi approcci
metodologici
e strumentali
L’evoluzione della nostra disciplina e del nostro ruolo come Anatomopatologi ha avuto un incremento di complessità notevolissimo,
che difficilmente può essere fronteggiato con approccio tradizionale,
ma necessita di nuovi approcci metodologici e strumentali. Appare
sempre più chiaro come una valida risposta alla crescente complessità sia la disponibilità di piattaforme informatiche “multitask”, progettate specificamente per ben definite tipologie di attività, basate
su analisi dettagliate dei percorsi lavorativi e delle differenti tipologie
professionali per contribuire alla realizzazione di un prodotto di qualità. L’integrazione per il singolo e per il sistema va progettata come
“consolle di comando” capace di fornire a diversi livelli del processo
e a diversi tipologie di operatori (Amministrativi, Tecnici, Patologi)
strumenti di gestione efficienti ed implementabili.
Key to Diagnosis
Un sistema gestionale efficiente ed aggiornato può contribuire
significativamente alla soluzione delle differenti problematiche correlate all’immissione dei dati relativi ai campioni bioptici in fase di
registrazione, assistere nella transizione dei campioni nelle differenti
fasi del processo di allestimento dei preparati istologici e anche garantire standard di sicurezza idonei per evitare errori.
Ma nella nostra idea di “consolle di comando” c’è anche l’idea
di creare un Sistema Esperto capace di interagire con il Patologo
durante l’attività diagnostica, fornendo piattaforme differenziate di
gestione dati basate sull’integrazione tra conoscenza ed esperienza.
L’applicazione di questa logica va a colmare l’esigenza sempre crescente di adeguamento agli standard qualitativi necessari per fornire
dati aggiornati e corretti, rispondendo alle necessità del Patologo
nel singolo caso, fornendo contemporaneamente le informazioni
necessarie per formare un data-base comune da utilizzare nelle
sempre più necessarie attività di standardizzazione, controllo di qualità, razionalizzazione delle spese. Questa parte del sistema è particolarmente mirato a rendere più razionale ed efficace la gestione
dei dati complementari da fornire assieme al referto istologico, cioè
quelli ottenuti con analisi di morfologia molecolare, immunoistochimica, FISH, citometria a flusso, biologia molecolare.
L’evoluzione di questa tipologia di test è rapidissima e tutti noi
sappiamo quanto sia complesso il processo di scelta, utilizzo e refertazione dei numerosi marcatori utilizzabili e da utilizzare. La rac-
Key to Diagnosis
colta e la gestione dei dati presenti in letteratura non è semplice ed
è comunque da validare nelle singole Unità Operative; la trasmissione dei dati, anche all’interno della stessa struttura, è di difficile
realizzazione.
My Key rende
più razionale
ed efficace
la gestione dei
dati complementari
da fornire assieme
al referto istologico,
cioè quelli ottenuti
con analisi
di morfologia
molecolare,
immunoistochimica,
FISH, citometria
a flusso o biologia
molecolare
Questa tipologia di problemi può trovare soluzione nell’utilizzo
di Sistemi Esperti come My Key, capaci di fornire dati utili (ad esempio la scelta di un idoneo profilo immunofenotipico da utilizzare in
un particolare contesto di diagnosi differenziale). La validazione del
profilo viene fornita dal sistema non come una precostituita tabella
di “positivi” e “negativi”, ma grazie all’integrazione tra i dati presenti
in letteratura e quelli raccolti nell’esperienza professionale del singolo Professionista e della sua struttura. Un sistema così concepito
può inoltre essere di grande utilità nella trasmissione delle conoscenze, fungendo da supporto didattico, professionalmente specifico e legato all’esperienza diretta, di notevole efficacia per
rispondere alle esigenze di addestramento e aggiornamento.
Claudio Doglioni
Direttore U.O. Anatomia Patologica, Istituto
Scientifico San Raffaele, Università Vita-Salute
San Raffaele, Milano
Opportunità
per il Management
Ospedaliero
Key to Diagnosis
L’Anatomia Patologica sta profondamente cambiando. Si vanno
modificando sia gli aspetti professionali che quelli gestionali. La necessità di specializzazione è elevata nelle diverse patologie e si introducono nuove tecnologie nella diagnostica molecolare, la
digitalizzazione dei preparati istologici diventa strumento diagnostico e nuove competenze professionali sono necessarie per rispondere alle richieste della medicina molecolare. L’Anatomia
Patologica va acquisendo quindi una crescente complessità per rispondere ai livelli elevati di efficienza e qualità richiesti.
Per gestire questa complessità professionale ed organizzativa
è necessario poter disporre nei nostri laboratori di un sistema informatico che mantenga strettamente interconnessi i diversi aspetti
dell’attività tecnica, diagnostica, di controllo qualità, di standardizzazione e di supporto diagnostico oltre che amministrativa e di controllo economico. My Key, gestendo ed integrando tutte le attività
dell’Anatomia Patologica in un unico sistema informatico, può permettere ai nostri laboratori un salto qualitativo sia sul versante dei
processi di preparazione tecnica e nei momenti diagnostici sia
nell’ambito gestionale ed amministrativo; su questi aspetti voglio
fare delle brevi considerazioni.
I sistemi informatici fino ad oggi disponibili per i laboratori di
Anatomia Patologica miravano a coprire essenzialmente l’attività
di accettazione e refertazione diagnostica, lasciando per lo più sco-
Key to Diagnosis
perti gli altri ambiti professionali ed organizzativi, per la cui gestione,
in ogni laboratorio, si sono adottate le più svariate soluzioni, spesso
con un collage di programmi raramente integrati fra loro. My Key
nasce per supportare sia la gestione più evoluta della diagnostica
istocitopatologica sia gli aspetti tecnici, amministrativi e di controllo
economico.
Per affrontare la difficile fase di riorganizzazione del Sistema Sanitario dobbiamo poter disporre di strumenti che ci permettano non
solo di rendere più rapido ed accurato l’iter diagnostico, ma anche
che ci permettano un’analisi precisa dei costi delle nostre diverse
attività. Dobbiamo considerare che i programmi di gestione di servizi
diagnostici a noi affini, quali ad esempio i laboratori di Chimica Clinica o di Microbiologia ed Immunologia, dispongono già da tempo
di strumenti informatici in grado di integrare tutte le attività dei servizi. Questo nostro “ritardo” ha sicuramente ridotto la nostra capacità organizzativa e ci trova in posizione di debolezza nel far
conoscere e capire le specificità della nostra disciplina.
La completa tracciabilità non solo dei singoli campioni, ma
anche delle attività che vedono impegnati i diversi operatori, per
poter arrivare alla definizione puntuale delle risorse umane e materiali necessarie per l’esecuzione delle diverse tipologie di prestazioni che effettuiamo, può permetterci una adeguata analisi e
valutazione economica della nostra specifica attività.
My Key nasce
per supportare
sia la gestione
più evoluta
della diagnostica
istocitopatologica
sia gli aspetti
tecnici,
amministrativi
che quelli
di controllo
economico
Key to Diagnosis
Si può così arrivare alla definizione di costi standard per le diverse prestazioni, rapidamente aggiornabili con il mutare delle necessità diagnostiche, utili non solo come strumento di valutazione
interna della nostra attività, ma anche per le amministrazioni ospedaliere come riferimento per la definizione delle dotazioni organiche
e degli obiettivi di budget delle diverse unità operative.
La disponibilità
di strumenti integrati
di controllo
dell’attività
nei nostri servizi
permetterà
una gestione
più efficiente
ed un più attento
utilizzo delle
risorse economiche
ed umane
La chiave per il futuro