Scheda artistica e tecnica in formato pdf.

annuncio pubblicitario
associazione culturale
[email protected]
www.teatrodellelce.it
codice fscale: 94135500489
partita IVA: 05859210485
regia Marco Di Costanzo
con Daniele Caini, Erik Haglund, Tatiana Muntoni
suono Andrea Pistolesi
arrangiamenti vocali Lucia Sargenti, adattamento Marco Di Costanzo, produzione Teatro dell'Elce in
collaborazione con Teatro della Pergola, Teatro Solare di Fiesole, Teatro Excelsior di Reggello con il
sostegno di Regione Toscana
Farruscad e Cherestanì, tratto dalla faba teatrale “La donna serpente” di Carlo Gozzi, intreccia la trama
favolosa e orientaleggiante dell'autore settecentesco con la vicenda di una misconosciuta compagnia
teatrale nata tra gli operai delle cave, gli scalpellini, nella piccola frazione di Maiano (Fiesole) negli anni
Trenta.
Il testo di Gozzi narra l'avventurosa storia d'amore tra il principe Farruscad e la bellissima fata
Cherestanì, regina del favoloso regno di Eldorado: un terribile incantesimo non permette a Cherestanì di
diventare mortale come il suo amato se egli non supererà alcune tremende prove. Lo smarrimento del
principe Farruscad, in balia di una realtà in continua metamorfosi, si manifesta in un gioco di specchi tra
realtà e illusione, commedia e dramma, teatro e vita.
Il contrasto tra la faba di Gozzi e la vicenda dei tre attori squattrinati, ultimi superstiti della compagnia
degli scalpellini, è il vero nucleo tematico del lavoro che, in ultima analisi, indaga le dinamiche della vita
in stato di crisi. Lo spettacolo si avvale di registri diversi, dal grottesco al melodramma, passando per il
canto, e si nutre dell'energia dei tre giovani interpreti che danno vita a tutti i personaggi in uno spazio
scenico costituito da due bauli e un tappeto. L'allestimento, nella sua impostazione giocosa, è un
omaggio alla poetica di E. Vachtangov e al suo celebre “Principessa Turandot”.
Teatro dell'Elce – Associazione Culturale
via della Pergola, 25 50121 Firenze Italia – tel. +39 055 245723 – [email protected] – www.teatrodellelce.it
STAMPA
«Il lavoro dell'Elce, “Farruscad e Cherestanì”, […] ha in sé del giocoso, del parodistico, del goliardico, del teatro
nel teatro, e della metafora. Naif i tre interpreti che giocano sull'ingenuità sulla scena per costruire un varietà
colorato con musichette e flastrocche, banjo e armonica, che li avvicina all'Orchestra del Titanic che continuava a
suonare nonostante il transatlantico colasse a picco. Qui è la crisi, economica ma anche del teatro ma anche della
società e dei valori, che se da una parte mette ansia dall'altra è fonte di gioia sperticata, alla maniera di Petrolini,
amaro e geniale. Dai bauli escono mondi di tele e lenzuoli e abiti, i cambi costumi sono a vista, gli attori sono anche
musicisti, campana tibetana, o rumoristi. Esponente di una commedia dell'arte con guizzi curiosi l'Elce ha saputo,
sperimentando anche nel linguaggio o nelle pose da cinema muto, rendere allegro ma non frivolo un lavoro che già
funziona».
Tommaso Chimenti, Corriere Nazionale, (6/5/2013), in occasione del primo studio presentato al Teatro
della Pergola.
«Il prestigio è un trucco che gioca a nascondino. Del semplice flo di spago diventa un paio di baff o un bastone si
tramuta in uno scettro perché l’unica domanda possibile è: “come andrà a fnire?” È tutto fnto e lo prendiamo per
tutto vero. Non riusciamo a capire quando, ma è successo. Proprio lì davanti a noi.
“Farruscad e Cherestanì”, regia di Marco Di Costanzo, indica con forza gentile che la magia è negli occhi di chi
ascolta. Il resto è fato sospeso. Presentata nel maggio scorso, ancora in forma ridotta di studio, alla Pergola di
Firenze, la nuova produzione del Teatro dell’Elce ha debuttato in prima nazionale ne “Il Sole d’Inverno”, la
nascente stagione teatrale di Fiesole a cura di Teatro Solare. In scena Daniele Caini, Erik Haglund e Tatiana
Muntoni, tre giovani attori all’esordio sulle scene da professionisti, hanno dato voce, corpo e anima a una
fantasmagoria teatrale che strabilia per dinamicità e inventiva.
Sono gli ultimi rimasti di un’immaginaria compagnia, il Pubblico Teatro di Maiano, nata per allietare gli
scalpellini al ritorno dal lavoro. L’arte a quel tempo andava verso il pubblico, lo scolpiva come pietra cavandogli ciò
che non pensava di avere dentro di sé. Adesso, però, sembra non essercene più bisogno e le erbacce si sono prese
tutto: i tre attori sono riusciti a salvare solo due grandi bauli, poveri come muri sbrecciati, ma ricchi di voglia di
continuare a esistere per raccontare la loro storia con le parole d’amore e sortilegi tra il principe Farruscad e la
bellissima fata Cherestanì.
Tratto dalla faba teatrale “La donna serpente” di Carlo Gozzi, lo spettacolo nello spettacolo recupera la Commedia
dell’Arte per fonderla alla faba. Su un tappeto che è il rettangolo magico dove commedia e dramma, verità e
illusione si scambiano una ftta “corrispondenza”, Caini, Haglund e Muntoni vanno come Peter Pan a caccia
dell’ombra che restituisca loro i pensieri felici di quando erano ragazzi e bastava credere per fare. Cantano, ballano
e recitano tenendo lo sguardo alto sull’orizzonte della fantasia. La povertà dei mezzi non svilisce l’atto creativo,
anzi, lo inizia alla forza e all’intraprendenza, perché impone di considerare ciò che ha lasciato la “piena” della crisi
– di tutte le crisi che un uomo può attraversare – come una miniera di opportunità inestimabili per ricominciare la
propria vita, sera dopo sera, storia dopo storia.
Entro i confni della faba, quindi, “Farruscad e Cherestanì” disegna il territorio fermo e preciso di quale dovrebbe
essere il compito dell’artista oggi: aiutare la costruzione di relazioni genuine, fondate sull’essere, non sull’avere.
Come la compagnia Pubblico Teatro di Maiano per gli scalpellini. Come i tre giovani interpreti dello spettacolo, che
provengono dagli storici “Centri di Attività Teatrale” del Comune di Fiesole e con questa produzione, che si è
svolta a Fiesole e qui ha debuttato, hanno restituito al loro territorio quanto di meglio sono diventati.
La realtà quotidiana, però, fa resistenza agli assalti dell’immaginazione creatrice e lo si vede bene dal fatto che i
vestiti da sera degli attori, i papillon, la scollatura, le scarpe basse in tela nera con cui si sono presentati al pubblico
a inizio spettacolo, sono sempre visibili, anche sotto i costumi fabeschi. È un attrito che Di Costanzo ci mette
davanti come uno specchio: riconoscere lì dentro le stesse rughe del tempo sui nostri volti è il primo passo per
accettare ciò che non possiamo cambiare. Niente è ritrovato fnché non si è davvero perduto».
Matteo Brighenti, recensito.net (19 novembre 2013)
Teatro dell'Elce – Associazione Culturale
via della Pergola, 25 50121 Firenze Italia – tel. +39 055 245723 – [email protected] – www.teatrodellelce.it
SCHEDA TECNICA
Durata: 1h15'.
Tempo di montaggio: 1 ora (escluso montaggio luci e puntamento).
Tempo di smontaggio: 1 ora.
Note: a montaggio avvenuto, lo spazio scenico e i camerini devono essere a disposizione della
compagnia almeno tre ore prima della rappresentazione.
Testo tutelato SIAE: codice 910725A.
Programma musicale tutelato SIAE:
• A. Schnittke, Thema – Titelmusik, da Die Geschichte Eines Unbekannten Schauspielers (1'03”)
• A. Schnittke, Agitato II – Reise, da Die Geschichte Eines Unbekannten Schauspielers (3'39”)
• A. Schnittke, Walzer (Abschied), da Die Geschichte Eines Unbekannten Schauspielers (3'23”)
• A. Schnittke, Thema und Marsch, da Die Geschichte Eines Unbekannten Schauspielers (1'26”)
• A. Schnittke, Epilog - Finale, da Die Geschichte Eines Unbekannten Schauspielers (2'18”)
• A. Schnittke, Traum, da Die Kommissarin (1'11”)
• A. Schnittke, Spiel, da Die Kommissarin (1'08”)
Impianto luci:
• 12 proiettori QPS 1000W con bandiere, ganci e porta-fltri;
• 1 sagomatore con gancio e porta-fltri;
• 6 proiettori PAR 1000W con ganci e porta-fltri;
• possibilità di collegare agevolmente al dimmer un segui-persona che sarà posto all'interno dello
spazio scenico;
• dimmer min. 12 canali e relativa console doppio banco.
Impianto suono:
• impianto di diffusione stereofonico di potenza adeguata alla dimensione della sala;
• mixer audio.
Crediti:
titolo
Farruscad e Cherestanì
da “La donna serpente” di Carlo Gozzi
regia
Marco Di Costanzo
con
Daniele Caini, Erik Haglund, Tatiana Muntoni
suono
Andrea Pistolesi
arrangiamenti vocali
Lucia Sargenti
adattamento
Marco Di Costanzo
produzione
Teatro dell'Elce
in collaborazione con
Teatro della Pergola, Teatro Solare di Fiesole, Teatro Excelsior di Reggello
con il sostegno di
Regione Toscana
Responsabile tecnico: Marco, tel. 333 3932129.
CONTATTI E INFORMAZIONI
Per ulteriore materiale o per qualsiasi informazione sullo spettacolo o sulla compagnia, è consultabile il
sito web:
http://www.teatrodellelce.it/produzioni/farruscad-e-cherestani/
Per qualsiasi informazione, è possibile contattare lo 055 245723 o l'indirizzo email [email protected].
Teatro dell'Elce – Associazione Culturale
via della Pergola, 25 50121 Firenze Italia – tel. +39 055 245723 – [email protected] – www.teatrodellelce.it
Scarica