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Assessorato
Cultura
L’ARTISTA
È INDIFFERENTE
ALL’ANTICO
O AL NUOVO,
MA NON ACCETTA
LE COSE STANTÌE.
(Ezra Pound)
Scenario
Sensibile
IL TEATRO IRONICO
FUORI DAGLI SCHEMI
2010-2011
AOSTA
TEATRO GIACOSA
ORE 21
10
SCENARIO SENSIBILE* 10
S
ono particolarmente felice di poter salutare, insieme al pubblico di appassionati, il ritorno di SCENARIO SENSIBILE nell’ambito della stagione di eventi e
spettacoli che caratterizza l’offerta culturale dell’Amministrazione comunale di Aosta. La
rassegna di teatro non convenzionale proposta da “Envers Teatro”, con la sapiente quanto competente direzione artistica di Valeriano Gialli, colma un piccolo vuoto, restituendo
alla popolazione una parentesi di riflessione artistica quanto mai attuale e desiderata.
La decima edizione si caratterizza per la consueta cura e l’elevata qualità della proposta
drammaturgica che si incentra, come è consuetudine, sulla rilettura di grandi “classici”
della storia del teatro alternata ai testi più innovativi ed interessanti del panorama italiano contemporaneo, con attori del calibro di Franco Branciaroli e Valter Malosti, per non
citare che due dei più significativi mattatori della scene teatrali italiane ed europee che si
esibiranno ad Aosta. Nuova, invece, è la “location”di SCENARIO SENSIBILE 2010/2011 che
trasloca dalla storica sede del Théâtre de laVille al prestigioso Teatro Giacosa, a simboleggiare la nuova, ancor più elevata, dimensione cui la rassegna, senza falsa modestia,
legittimamente aspira. Merito di tale crescita sono, senza dubbio, le prestigiose sinergie
dispiegate nell’organizzazione del calendario, rappresentate dall’Assessorato Istruzione
e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta e dalla Fondazione Circuito teatrale del
Piemonte cui va il mio ringraziamento per aver creduto e sostenuto il progetto artistico.
Anche in virtù della mia età, spero di poter vedere molti ragazzi tra il pubblico della
rassegna, nel solco di una tradizione che, da sempre, fa di SCENARIO SENSIBILE uno strumento di avvicinamento al teatro da parte dei più giovani con finalità educative e di approfondimento delle tematiche affrontate. Vi auguro, dunque, buon divertimento, certo
che ritroverete negli spettacoli proposti dalla rassegna l’essenza della magia del teatro.
Andrea Edoardo Paron
Assessore alla Cultura - Comune di Aosta
L’
Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle
d’Aosta ha definito una convenzione con la Fondazione Circuito
Teatrale del Piemonte che prevede una collaborazione con la prestigiosa
Fondazione per la programmazione della rassegna SCENARIO SENSIBILE.
La sinergia porterà, inoltre, nei comuni piemontesi anche spettacoli di
compagnie valdostane impegnate nell’ambito del teatro di prosa. La convenzione mira
dunque al raggiungimento di un importante duplice obiettivo: offrire al pubblico valdostano una rassegna di qualità che, per le originali scelte artistiche del suo direttore
Valeriano Gialli, completi l’offerta teatrale della nostra Regione e, nello stesso tempo,
proporre un’ulteriore opportunità alle nostre compagnie di esibirsi su diversi palcoscenici al di fuori dei confini regionali.
La particolare attenzione nella programmazione alle giovani generazioni è inoltre
motivo di plauso dell’Assessorato Istruzione e Cultura che ai giovani e alla loro formazione culturale destina progettualità, investimenti e risorse. Il teatro è uno dei linguaggi
che aiutano i ragazzi ad affinare la propria sensibilità estetica e la propria creatività e gli
insegnanti valdostani da tempo ne hanno compreso le potenzialità didattiche inserendo l’attività teatrale nell’offerta formativa delle scuole.
Non resta quindi che augurare un fortunato ritorno alla rassegna SCENARIO SENSIBILE che, sono certo, incontrerà il consenso del pubblico che ha già assistito numeroso
alle precedenti edizioni e si dimostrerà una piacevole scoperta per chi si avvicina per la
prima volta alla sua programmazione.
Laurent Viérin
Assessore all’Istruzione e Cultura
della Regione autonoma Valle d’Aosta
D 19/12/10 - GLENGARRY GLEN ROSS
di
David Mamet. (Dramma avvincente e contemporaneo, da cui il film premio Oscar
con Al Pacino e Jack Lemmon). Jurij Ferrini
e altri sei attori fanno crepitare il mondo
dei predatori-venditori immobiliari e scatenano sotto i nostri occhi disperazioni e
comportamenti privi di ogni morale che
sono di drammatica attualità. Tutti gli attori al massimo della resa e dell’incisività
espressiva.
D 16/01/11 - MANDRAGOLA
(commedia
comica e nera). Il celebre capolavoro di
Machiavelli, la “commedia perfetta”, vero
e proprio prototipo di tutta la letteratura teatrale italiana cinque e seicentesca.
L’elemento più godibile sta nella trama e
nelle battute, recitate dagli attori di Ugo
Chiti con un gioco straordinariamente
scintillante.
M 01/02/11 - DON CHISCIOTTE
(romanzo
mitico, divertente). Franco Branciaroli in
un progetto teatrale clamoroso. Il romanzo
che segna il passaggio dal mondo antico al
mondo moderno risolto a teatro in un colpo solo: “l’imitazione” (di Gassman e Bene).
Visto da migliaia di spettatori e migliaia di
studenti. Trasmesso dalla Rai in occasione
della giornata mondiale del Teatro. “Franco
Branciaroli, un grande assoluto. Un attore
meraviglioso, che può tutto” F. Cordelli.
Corriere della Sera.
M 16/02/11 - INRI
(diverte, incanta, convince). La nuova danza ironica. Due attoridanzatori che riescono a tenere meravigliosamente la scena, sospesi tra poesia e
dolce irriverenza. Divertono ed ipnotizzano
con magici movimenti, perfette sincronie e
diverse occasioni per ridere.
D 13/03/11 - MADE IN ITALY (comico, dissa-
crante) Breve, fulminante, spudorato. pop,
punk e trash. Uno spettacolo cult, diverso,
davvero da non perdere. Un successo di
pubblico enorme quanto meritato. Lunghe
onde di applausi, cariche di entusiasmo.
“Uno dei fenomeni più audaci e innovativi
del teatro italiano degli ultimi vent’anni” R.
Palazzi-Il Sole 24 Ore
S 09/04/11 - MOLIERE/LA SCUOLA DELLE MOGLI
(geniale farsa comica). Se non si fa ridere con questo testo si fallisce. Ma quanta
tragedia c’è nel comico? Andò in scena a
Parigi il 26 dicembre 1662 con un successo
immenso. Faceva ridere e insieme mobilitava il pubblico contro il suo stesso sistema
di idee. “Quest’anno non ho visto, tranne
“La scuola delle mogli” di Valter Malosti, un
solo spettacolo memorabile.” F. Cordelli - Il
Corriere della sera
L 18/04/11 - STORIE D’ ITALIA IN 150 DATE
(divertente, ironico) Bruno Gambarotta e
le Sorelle Suburbe danno vita a una sorta
di cabaret storico-politico, a un recital divertito e irriverente portando in scena le
cronache di politica e di costume che la
“ditta” Fruttero&Gramellini, tra lampi di sarcasmo e gusto per il paradossale, scrive su
La Stampa per prepararci alle commemorazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia.
M 03/05/11 - FURIOSUS (il teatro musicale
ba-rock-o di Gialli. dall’ Orlando Furioso).
Un testo bellissimo per una scorribanda
eroica e amorosa colma di passione, colori
e ironia, che si svolge nel profondo cieco
mondo incantato, dove tutti agiscono
in stato di invasamento, su uno sfondo
sublunare di intrichi vegetali, foreste selvatiche, mari crudeli, deserti arsi; dove
ognuno si perde correndo dietro l’incanto
dei propri desideri...
*
La rassegna Scenario Sensibile® è nata
dalla collaborazione tra la Compagnia Envers Teatro, il Comune di Aosta, la Regione
Autonoma Valle d’Aosta e la Fondazione
Circuito Teatrale Piemonte. Vuole essere un
punto di riferimento per gli spettatori che
cercano nel teatro divertimento e piacere,
sensibili all’ originalità, all’autenticità, alla
bellezza, all’ironia, ma anche a una conoscenza dallo sguardo inconsueto.
Questa edizione mette a confronto
grandi classici, risolti in scena con
forte autonomia creativa, e nuovi
eccitanti modi di far teatro da parte
della più recente generazione di teatranti (Made in Italy, Inri).
valeriano gialli
DOMENICA 19 DICEMBRE 2010 ORE 21
Progetto URT con il contributo di Regione Piemonte.
In collaborazione con Sistema Teatro Torino e Fondazione CTP
GLENGARRY GLEN ROSS
di David Mamet
traduzione di Roberto Buffagni
con Jurji Ferrini, Mattia Fabris,
Fortunato Cerlino,
Carlo Orlando, Marco Zanutto,
acopo Bicocche, Angelo Tronca
regia Cristina Pezzoli
“J
urij Ferrini e altri 6 attori fanno crepitare il mondo dei predatori senza scrupoli, i venditori immobiliari visti come i
nuovi ladri di bestiame che un tempo seguivano le mandrie.
Mamet lavora sul cinismo, che ci parla di graudatorie fra i venditori (chi arriva terzo è licenziato), di vendite che prescindono
dal prodotto, e scatena sotto i nostri occhi comportamenti privi
di ogni moralità e disperazioni che sono di drammatica attualità in questi anni di rapace crisi economica. È l’ultima spiaggia
del capitalismo andato in cancrena. La regia della Pezzoli è priva di compiacimenti e decorativismi. Ferrini e i suoi compagni
al massimo della resa e dell’incisività espressiva”
O. Guerrieri - La Stampa
www.progettourt.it
DOMENICA 16 GENNAIO 2011 ORE 21
ARCA AZZURRA TEATRO
con Regione Toscana e Comune S. Casciano Val di Pesa
MANDRAGOLA
di Niccolò Machiavelli
ideazione dello spazio, adattamento e regia Ugo Chiti
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali,
Massimo Salvianti, Lucia Socci e Lorenzo Carmagnini,
Giulia Rupi, Paolo Ciotti
Costumi Giuliana Colzi
Luci Marco Messeri
Musiche Vanni Cassori e Jonathan Chiti
La
“commedia perfetta”, modello di ogni altra nel Cinquecento e Seicento italiano. Nasconde la profondità del
panorama desolato dell’universale corruzione e immoralità,
nella superficie della divertentissima e ridanciana beffa che
il giovane Callimaco, complici il faccendiere Ligurio e il cinico
frate Timoteo, conduce ai danni del vecchio e sciocco messer
Nicia, allo scopo di “giacere” con la sua bella moglie Lucrezia.
Chiti, con grande rispetto del capolavoro originale lascia
intatte le scene che descrivono direttamente l’azione della
“beffa” ai danni dell’ingenuo Nicia, e riscrive in un vivace fiorentino attuale quelle nelle quali si gioca la descrizione dei
caratteri dei personaggi e affida il Prologo e la conclusione
delle scene che segnano la fine dei vari atti, alle considerazioni di un personaggio di sua totale invenzione, una Ninfa che
commenta l’azione e ne trae premesse e conclusioni. Così l’
aspetto più importante e godibile rimane nella trama e nelle
battute, recitate qui da attori eccellenti, con un gioco straordinariamente scintillante.
www.arca-azzura.it
MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011 ORE 21 TEATRO DE GLI INCAMMINATI
DON CHISCIOTTE
di Cervantes
con Franco Branciaroli
progetto e regia Franco Branciaroli
scene Margherita Palli
costumi Caterina Lucchiari
musiche Daniele D’Angelo
Fr
anco Branciaroli, in un progetto teatrale clamoroso, affronta un mito per eccellenza, il “romanzo più d’ avanguardia che ci sia”, che segna lo spartiacque tra mondo antico (dove la verità era la verità) e mondo moderno (dove non
si è più certi se la verità sia la verità oppure sia una specie di
teatro, ossia una imitazione finta della verità).
Lo vedremo nei panni di Don Chisciotte e di Sancho. Ma ne
siamo sicuri? No... nei panni di Vittorio Gassman e Carmelo
Bene, che imitano Don Chisciotte e Sancho. Branciaroli dunque non fa Chisciotte, ma imita Gassman che, fallendo, lo
interpreta, e Carmelo Bene, con il quale, negli anni ’70, ha
fatto un indimenticabile Faust con la regia di Aldo Trionfo.
In un colpo solo Branciaroli mette a posto qualsiasi e tutte le
interpretazioni del Don Chisciotte e i problemi della sua irrappresentabilità. Infatti non lo rappresenta, lo recita come
un poema. Ma è Branciaroli? o Gassman e Bene?
L’idea di partenza è un colpo di genio (“come Don Chisciotte
imita i cavalieri, io imito i cavalieri della scena, Gassman e
Bene”). Lo spettacolo è anche divertente. E Branciaroli è tra i
più grandi di sempre. Un grande assoluto.
Con questo spettacolo rinnova i fasti e i modi della straordinaria stagione teatrale italiana dell’ attore mattatore, dei
suoi modi, dei suoi vezzi, e perché no, anche dei suoi (pochi)
difetti.
valeriano gialli
www.incamminati.it
MERCOLEDÌ 16 FEBBRAIO 2011 ORE 21
ZEROGRAMMI con Festival Oriente Occidente, La Piattaforma
con il sostegno di: Regione Piemonte
INRI
regia, coreografia ed interpretazione:
Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea
collaborazione alla drammaturgia: Fabio Chiriatti
luci: Chiara Guglielmi
“Sorridente e grottesca parodia di certo bigottismo religioso ancora presente nel nostro sud. Esilaranti e divertentissimi”
(M. Guatterini - Il Sole 24 Ore)
“Una dolce e mai blasfema ribellione.
Divertono ed ipnotizzano con magici movimenti e perfette sincronie”
(A. Di Maso)
IN
RI è un progetto per 2 attori-danzatori. Il tema intorno
al quale ruota l’intera coreografia è la pratica della fede.
I personaggi di questo racconto, paradossali, improbabili pur
nella loro veridicità, si muovono sulla scena in un percorso
che imita quello di una liturgia. Parlano di una religione dai
tratti “meridionali”, che profuma di mandarini sui presepi, che
risuona di bolero nelle piazze dopo le sacre processioni, una
religione di docili vecchiette rosario-munite ancora bardate
in nero, il cui Dio, dopo la benedizione nel luogo imputato,
le raggiunge tra le cose domestiche. La liturgia, nei modi,
nei segni che si ripetono, nelle intonazioni, diventa danza di
mani giunte e ginocchia gonfie, canto di preghiere imparate
a memoria in latino. I gesti e i suoni del rito rimangono detti
a metà, per il timore di sbagliare, di peccare, in una teologia
dove si mettono le mani in avanti, prima che il peccato, sempre nascosto dietro l’angolo, ci si stampi in faccia.
www.zerogrammi.org
DOMENICA 13 MARZO 2011 ORE 20,50
BABILONIA TEATRI in collaborazione con
Opera Estate Festival Veneto con il sostegno di:
Viva Opera Circus/Teatro Dell’ Angelo
MADE IN ITALY
di e con Valeria Raimondi e Enrico Castellani
scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe
costumi Franca Piccoli
luci e audio Ilaria Dalle Donne
movimenti di scena Luca Scotton
PREMIO SCENARIO 2007 - PREMIO VERTIGINE 2010
Il
“made in Italy” ritratto come fabbrica di pregiudizi, volgarità e ipocrisia; straordinario produttore di luoghi comuni
e di modelli famigliari ispirati al presepe ma pervasi da idoli mediatici, intolleranza, fanatismo. Il made in Italy è un prodotto tragicamente umoristico, la cui comicità è assolutamente originale
e irresistibile.
Made in italy non racconta una storia. Fotografa quello che
ci circonda. Affronta in modo ironico, caustico e dissacrante
le contraddizioni del nostro tempo. Le scene non iniziano e
non finiscono. Vengono continuamente interrotte. Morsicate.
Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. Gli
attori non recitano. La musica è sempre presente e detta la logica con cui le cose accadono. Come in un video-clip. made
in italy è un groviglio di parole. È un groviglio di icone. Per un
teatro pop. Per un teatro rock.Per un teatro punk. Un teatro sovrabbondante di suggestioni, ma privo di soluzioni. Mio padre
è comunista e considera la gente una massa di coglioni mio
zio è ignorante e sa tutto casini non può essere alleato con un
gruppo parlamentare denominato lega per l’indipendenza
della padania quindi gli chiede di cambiare nome se lo stato
non fosse burocrazia sarei un cittadino se la chiesa non esistesse sarei cattolico
“Uno dei fenomeni più audaci e innovativi del teatro italiano degli
ultimi vent’anni” R. Palazzi -Il Sole 24 Ore
www.babiloniateatri.it
SABATO 9 APRILE 2011 ORE 21
TEATRO DI DIONISO - TEATRO STABILE TORINO
in collaborazione con Fondazione CTP
con il sostegno di: Regione Piemonte e Sistema Teatro Torino,
MOLIERE/LA SCUOLA DELLE MOGLI
uno spettacolo di Valter Malosti
versione italiana e adattamento di Valter Malosti
Arnolphe, alias Signore del Ceppo: Valter Malosti
Chrysalde, Alain: Mariano Pirrello, Georgette, una vecchia,
le massime: Valentina Virando, Agnès: Giulia Cotugno,
Horace: Marco Imparato, Enrique: Fausto Caroli, Oronte,
un notaio: Gianluca Gambino
suono Gup Alcaro - costumi: Federica Genovesi
scene Carmelo Giammello - luci: Francesco Dell’Elba
scelte musicali Valter Malosti
“S
e non si fa ridere con questo testo si fallisce. Arnolphe, inventatosi “Signore del Ceppo”, è un ricco “originale”, feroce sbeffeggiatore delle disgrazie
coniugali, pensatore sui generis, ossessionato dall’idea di costruirsi una moglie perfetta, una sorta di bambola innocente, schiava e ottusa, che lo risparmi dalle corna.
Arnolphe sta per sposare la giovanissima Agnès, una trovatella che egli stesso ha
cresciuto ed educato, con la complicità delle suore di un convento, nella più totale
ignoranza. Ma la Natura sceglie percorsi imprevedibili e Agnès muterà in maniera
travolgente il suo destino e quello di Arnolphe. Colgo nella pièce un carattere visionario: il delirio in cui sprofonda Arnolphe al termine della commedia si trasforma in una
vera e propria anatomia della rovina. Stabilito il fatto che La scuola delle mogli non è
una semplice farsa, sostengo che la farsa naturalmente debba conservarsi. Immagino
uno spazio circolare, una sorta di isola che, riaffiorata, ha portato alla luce le rovine di un
palazzo o di una piazza, dominata da un grande ceppo e dalle sue radici inaridite. Sullo
sfondo si staglia un grande armadio rosso, scatola magica, casa e prigione.
Attraverso un processo di ri-creazione del testo, seguendo anzitutto un intuito
musicale e guidato nella traduzione da un gesto linguistico che deve poi farsi teatro,
ho costruito una partitura che passando per il melodramma verdiano arriva alla canzone, all’hip hop, e ho trovato una misura espressiva in versi liberi, giocando con la lingua
attraverso rime, assonanze e ritorni di suono, a volte screziandola con un francese maccheronico, eco della lingua artificiale dei comici italiani che dominavano i palcoscenici
parigini del ‘600.” Valter Malosti
“Al primo incontro con Molière, Valter Malosti prende il testo contromano, esaltandolo a contenitore di un’ossessione senza scampo, dove lo sghignazzo puro si confonde con l’amarezza e l’infelicità del personaggio principale, da lui stesso interpretato su un tappeto sonoro che va da Verdi a Giorgio Gaber” - M.G. Gregori. Web
“C’è una continuità tra il precedente Venere e Adone di Shakespeare e La scuola delle
mogli di Molière che mutano il loro regista, Valter Malosti, in una figura di spicco del
nostro teatro. Egli è uno dei pochi che interpretando monumenti dei secoli scorsi o
autori contemporanei, maturano uno stile.” - Franco Cordelli. Il Corriere della Sera
LUNEDÌ 18 APRILE 2011 ORE 21
TEMPI MODERNI-produzione Tpe
in collaborazione con LA STAMPA e COMITATO ITALIA 150
STORIE D’ ITALIA
in
150 DATE
testi di Fruttero & Gramellini
con Bruno Gambarotta e le Sorelle Suburbe
Da
qualche tempo, un curioso cammino verso le celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia è proposto sulle pagine de La Stampa da Fruttero&Gramellini (ditta giornalisticoletteraria che allude, con assonanza di rima, a un’altra radicata
nel cuore degli appassionati di letteratura italiana contemporanea): si tratta di cronachette di politica e di costume che
raccontano caratteri della vita del nostro Paese dagli anni in
cui l’Italia era appena stata unificata e cercava di diventare un
paese moderno ed europeo, fino ai giorni nostri. La verve dei
due scrittori e la loro capacità di saper cogliere esempi paradigmatici dei difetti e delle debolezze nazionali, consente di far
diventare quei raccontini di microstoria lontana e recente degli
straordinari reportage di sconsolante attualità, tra lampi di sarcasmo e gusto per il paradossale.
Con questi testi Bruno Gambarotta e le Sorelle Suburbe (Tiziana Catalano e Luisella Tamietto) danno vita a una sorta di cabaret storico-politico, a un recital divertito e irriverente.
MARTEDÌ 3 MAGGIO 2011 ORE 21
ENVERS TEATRO e ARTI di ERIS con il patrocinio di
Regione autonoma Valle d’ Aosta e Fondazione CRT
FURIOSUS
dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto - 1000 versi scelti da Guido Davico Bonino
uno spettacolo di Valeriano Gialli
Paola Corti, Astolfo - Valeriano Gialli, Orlando - Valentina Virando, Angelica - Michela Lucenti, Bradamante - Emanuela Serra, Sacripante.
colori e pittura Guglielmo Croce, costumi Federica Genovesi,
scene Maurizio Agostinetto, coreografie Michela Lucenti,
suono GUP Alcaro, scelte musicali Valeriano Gialli
“Gialli (e tutti i suoi splendidi attori e artisti con lui), con una regia acuta e alchemica è riuscito
a conciliare il grande poema dell’ Ariosto e i giorni nostri in uno spettacolo di rara intensità e
bellezza, nitido, armonioso, accattivante, suggestivo.” F.P. Web
“L’Orlando Furioso è un grandioso “romanzo” delle meraviglie, di mondi incantati e di personaggi inconsueti e stupefacenti... uno spettacolo multicolore sul mondo che ha perso la sua
tragica profondità e di essa resta solo un gioco misterioso, appassionante e ilare, ma pieno
di scricchiolii di terremoto”. I. Calvino
La
storia che si svolge è quella della fuga di Angelica dai suoi spasimanti. Poi
Angelica incontra Sacripante nel bosco e viene salvata da Bradamante. Orlando lascia l’ accampamento di Carlo Magno per ritrovare Angelica. Angelica incontra
un eremita e viene salvata dai pirati. Orlando combatte contro l’Orca marina. Orlando
entra nel castello incantato del Mago Atlante dove si illude di vedere Angelica, ma Angelica è pura illusione. Angelica incontra il saraceno Medoro, se ne innamora e lo sposa.
Orlando impazzisce per il dolore e compie folli imprese distruttive. In una spiaggia della
Spagna Angelica e Orlando finalmente si incontrano, ma non si riconoscono. Il paladino Astolfo sale con l’ippogrifo sulla Luna, dove recupera il senno perduto da Orlando.
Tutto accade come in un cieco mondo seducente e incantato, dove tutti sono
sempre in fuga, su sfondi vegetali e sublunari, foreste selvatiche, mari crudeli, spiagge
roventi; e tutti agiscono in uno stato di invasamento, spinti da una idea fissa interiore,
da uno stato di estasi e ognuno insegue l’incanto del proprio desiderio travolgente,
ma sempre a vuoto. Lo spettacolo mostra gli attori al centro di una macchina teatrale
musicale e visiva. Un teatro-pittura nel quale gli attori si fondono nelle immagini. E un
teatro musicale ba-rock-o nel quale la recitazione si fonde come un canto nella musica
e lo spettatore viaggia nello spettacolo lasciandosi andare al flusso della sua colonna
sonora come in un’opera musicale. La scenografia - un letto magico in un campo di
papaveri - non descrive nulla di reale e di concreto, è come uno stato d’animo o l’evocazione di un sogno. Immaginate allora una superficie di colori e di suoni smaglianti in
cui i corpi degli attori si perdono e si dissolvono. Un mondo in cui si soffre e si ama fino
alla disperazione e alla follia, ma tutto è solo come un gioco. Un gioco misterioso e senza senso, appassionante e ìlare, apparentemente armonico, ma pieno di smarrimento.
Pieno di vuoto: Ariosto aveva intuito che la profondità della vita si stava dissolvendo
nella superficie del mondo.
www.envers.it
SCENARIO SENSIBILE 10
Teatro Giacosa di Aosta ore 21
INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI E ABBONAMENTI
(ore 10,30 - 13): ENVERS TEATRO
Tel. 393 901 81 52
[email protected] - www.envers.it
I titolari di abbonamento che non occupano la poltrona
entro le ore 21 perdono il diritto al posto numerato e potranno
occupare i posti eventualmente disponibili.
BIGLIETTI PER SPETTACOLO
Intero 14 € - Ridotto 12 € (under 30, over 60, associazioni)
Gruppi di almeno 3 studenti 5 € a studente
(insegnanti accompagnatori: gratuito).
ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI CON POSTO FISSO
Intero 80 € - Ridotto 56 € (under 30, over 60, associazioni)
L’abbonamento è cedibile e può essere utilizzato
da persone diverse per spettacoli diversi.
evento promosso da
COMUNE DI AOSTA
Andrea Edoardo Paron, Assessore alla Cultura
Servizio cultura: Elisabetta Comin - William Parrella
Elena Luboz - Raffaella Genovesi
progetto e realizzazione
ENVERS TEATRO
Valeriano Gialli, cura della rassegna
Francesca Pontiggia e Paola Zara, coordinamento e segreteria
con il Patrocinio di
ASSESSORATO ISTRUZIONE E CULTURA
DELLA REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA
Laurent Viérin, Assessore Istruzione e Cultura
della Regione autonoma Valle d’Aosta
e la collaborazione di
FONDAZIONE CTP
Pietro Ragionieri, presidente - Patrizia Coletta, direttore
Nadia Macis, programmazione artistica
La rassegna Scenario Sensibile® è dedicata a Giuseppe Bartolucci
PIER FRANCESCO GRIZI GRAFICO
CI
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LL
A OS
E D’ A OS
TA
TE
Assessorato
Cultura