Stagione Minimal Teatro 2016/17 Mercoledì 5 Ottobre 2016 ore 21 Ippolito Chiarello FANCULO PENSIERO- STANZA 510 dal romanzo "Fanculopensiero" di Maksim Cristan con Ippolito Chiarello drammaturgia Michele Santeramo regia Simona Gonella Maksim Cristan è croato, ricco e affermato. Un giorno lascia la sua Beretta Chevrolet ad un semaforo, con il motore acceso, e se ne va. In un albergo: stanza 510. Lascia che i suoi cellulari si scarichino e si ferma a guardare il soffitto: fanculo. Fanculo pensiero. Poi va alla stazione, prende il primo treno per Milano e si mette a vivere per strada. E per strada scrive. Scrive della decisione di mollare tutto, dei suoi incontri, delle sue donne, di una vita che non vuole più – per niente – essere come prima. Anche il protagonista dello spettacolo, interpretato da Ippolito Chiarello, apparentemente è ricco e affermato. Anche lui un giorno lascia la sua Beretta Chevrolet ad un semaforo, con il motore acceso, e se ne va. In un albergo: stanza 510. Ma c’è un problema: la stanza 510 non c’è. Lo spazio in cui agisce il personaggio è un rettangolo dal vago sapore di pista da ballo. Questa è la sfida – o l’esperimento – cui il personaggio dà vita: mette in scena in maniera quanto mai letterale tutti gli oggetti e i mobili di questa ipotetica stanza, la abita nei minimi dettagli, la evoca e con essa anche gli altri personaggi utili al suo esperimento, che altro non è che il gioco crudele di mettere in scena la sua vita, quella da cui vuole scappare, quella che lo ha portato fino alla stanza 510 e quella futura, che può solo immaginare. Lo spettacolo tenta una via per analizzare il desiderio di fuga ormai così violentemente connaturato nella contemporaneità. Mette di fronte ai tanti che vorrebbero andarsene a fan… l’esperimento di uno che ci prova e che usa i mezzi classici della rappresentazione per rappresentare e presentarsi le alternative possibili. Il personaggio principale si spinge fino al limite del non ritorno ma fallisce. Qualsiasi nuovo ruolo indossi ha lo stesso sapore del cappotto di classe con cui è entrato nel teatro/stanza 510. Dal 4 al 24 ottobre Ippolito Chiarello sarà in residenza al Minimal Teatro, lo abiterà lavorando e provando il suo nuovo spettacolo Heroes –testo di Francesco Niccolini. Si tratta di un attraversamento cioè la compagnia attraversa vari luoghi in Italia in residenza per la realizzazione dello spettacolo, è già stato in Lombardia presso L’Associazione Interdisciplinare delle Arti / qui e Ora Residenza Teatrale di Milano , sarà da noi e poi nel Lazio presso l’associazione Culturale 20 chiavi e in Puglia a Ruvo presso La luna nel Letto. Il 19 ottobre alle ore 21 farà delle prove aperte ad ingresso libero Heroes di Francesco Niccolini Con Ippolito Chiarello Non è una notte come le altre. Se tutto quello che si dice è vero, è l'ultima notte dell'umanità. Ma forse è tutta una montatura. Nessuno può dirlo con certezza e metterci una mano sul fuoco. In una radio, di notte, sta per andare in onda l'ultima puntata di una trasmissione molto amata del dj più amato. Il suo nome: Clark Kent, o almeno così si fa chiamare. Racconta destini sorprendenti, inattesi, da farsi venire i brividi: appuntamenti con la morte di quelli che lasciano il segno, e un sapore strano in bocca. Amaro. Arsenico, probabilmente. È una trasmissione per insonni: molta musica, qualche racconto, dediche, telefonate. E per questa notte senza precedenti (e soprattutto a rischio di essere senza seguito), una diretta senza fine. O meglio, sino alla fine. Quando la corrente salterà, dopo che il riscaldamento è già saltato da giorni, e il peggio ormai a un passo. Racconti, canzoni, parole, dediche, tutto intrecciato e soprattutto intriso delle storie delle star esplose in cielo (o agli inferi), nel loro ventisettesimo anno di età: Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Robert Johnson, Jim Morrison, Amy Winehouse, e tutti gli altri del club. Questa notte sono in strabuona compagnia, dato che insieme a loro vengono evocati anche Jeff Buckley, Elvis Presley, Andy Warhol. Più le vite di tutti noi, eroi per una notte, o per una vita, già per il semplice fatto di avere il coraggio di restare vivi, al posto di lavoro, su questa nave impazzita. In attesa che Superman ci salvi. Che un miracolo ci salvi. Che qualcuno ci salvi. Che nessuno ci salvi, per favore... lasciateci morire. La catastrofe si compirà? Sarà tutto vero o l'ennesima montatura mediatica a scopi demenzial-pubblicitari? Superman ci ama davvero o si sta prendendo gioco dei suoi fedeli? Chi lo può dire. E’ uno spettacolo concepito per infiniti frammenti, paure, amori e contraddizioni: tutto in una notte, fatta di parole, telefonate, note, voci, lacrime, pubblicità, rimpianti e ben tre finali diversi. Il testo ha vinto il Premio Robert Johnson Giovedì 10 novembre 2016 ore 21 Di e con Oscar de Summa STASERA SONO IN VENA produzione La Corte Ospitale in collaborazione con Armunia - Festival Inequilibrio Io sono qui! Sono vivo!Dopo aver passato una stagione all'inferno, dopo aver attraversato la bruttura che cambia le linee del volto, le rende dure e sinonimo di dolore. Il dolore che si nasconde in ogni piega del corpo, il dolore che detta le azioni da compiere proprio per sottrarsi a quel dolore. Un dolore fisico prima di tutto, un dolore che conforta e ci distrae da un dolore ancora più grande, quello della nostra anima, quello del nostro spirito che non trova collocazione nella società. Quello del nostro sentirsi sempre inadeguati, fuori luogo. Ed é qui che prima di tutto fa breccia l'idea di una "Panacea per tutti i mali", una medicina che ci tolga dall'imbarazzo di vivere, è qui che fa il suo ingresso trionfale ed incontrastato "la droga". Chiaro, ognuno poi ha la sua preferita, la sua prediletta... Ma tutte un unico comun denominatore: toglierci a noi stessi sottolineando la necessità di appartenerci. Stasera sono In vena è uno spettacolo ironico e amaro al tempo stesso, in cui racconto parte della mia adolescenza in Puglia, negli anni Ottanta: sono gli anni in cui si è formata la Sacra Corona Unita, organizzazione che ha allargato i suoi settori di investimento scoprendo che il disagio umano è una delle cose che in assoluto rendono di più sul mercato. Un racconto semplice sul piano-sequenza di una terra che decide di cambiare direzione, di appropriarsi del proprio male. Si sorride delle vicende del protagonista dall'inizio alla fine, tranne che in alcune fratture che interrompono la narrazione, ci ricordano che quello di cui stiamo parlando è vero, è già successo, e buttano una luce sinistra sulla situazione di oggi: il mercato delle droghe performative, come la cocaina, genera introiti che superano il Pil di alcune nazioni come la Spagna o la stessa Italia. Sabato 19 novembre ore 16.00 il CoRe presenta Dove ci porta il CoRe? Un appuntamento speciale con il Co.Re, coro formato nel 2010 dalle persone residenti nelle strutture per anziani dell’Empolese-Valdelsa, e anche i loro familiari, i volontari e gli operatori che nelle strutture lavorano. Le storie che si raccontano sono quelle della vita degli stessi anziani partecipanti. L’ingresso a questo spettacolo è gratuito Giovedì 24 novembre 2016 ore 21 Sacchi di Sabbia/Pistoia Teatri QUATTRO MOSCHETTIERI IN AMERICA regia Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo con la collaborazione di Giulia Solano I 4 moschettieri in America è ambientato nell’America degli Anni Trenta: qui, i famosi eroi di Dumas si ritrovano a inseguire – tra gangster, pupe e sparatorie il sogno di una nuova grandezza, che solo il cinema potrà soddisfare. Un pastiche che si avvale di gustose contaminazioni: dal cinema di Billy Wilder, ai testi di Jules Verne, alle moderne graphic novel. Uno spettacolo che traccia figure lasciando a chi guarda il lavoro di immaginare, è il cuore di questa avventura dedicata ai piccoli spettatori. Complice della compagnia, il pittore Guido Bartoli, chiamato a illustrare il teatro giocattolo che costituirà il centro della scena. Lunedì 5 dicembre 2016 ore 21 Frigo Produzioni di e con Claudia Marsicano e Francesco Alberici Ideazione e regia: Francesco Alberici e Claudia Marsicano Socialmente Pungente ritratto generazionale. Due stralunati esemplari umani inebetiti dai talent show e alienati dai social network sono i protagonisti di SocialMente, una ragazza obesa persa nel sogno di diventare una cantante di successo e un ragazzo dall’aspetto allucinato e dal pallore cadaverico per la scarsa propensione a uscire all’aria aperta, sono zombie che fissano nel vuoto, vivono tra lo schermo del televisore e un frigorifero con la F di Facebook, e intrecciano dialoghi dai ritmi esasperatamente rallentati, in tono meccanico, gelidamente impersonale. La loro conversazione, a tratti alquanto surreale, eppure immersa in una quotidianità che ci sfiora da vicino e forse un po’ – nostro malgrado – ci appartiene, diverte e graffia coi suoi lampi di feroce ironia, ma risulta nel complesso sottilmente agghiacciante: quella che lo spettacolo ci mostra è la grottesca foto collettiva dei figli smarriti e abbandonati a se stessi di un’epoca che ha fatto di tutto per svuotarli, per privarli di qualunque interesse, per renderli indifferenti e incapaci di veri sentimenti. I due sono colti in quella specie di limbo opprimente in cui stanno rintanati a coltivare i loro miraggi digitali, ma potremmo trovarli seduti accanto a noi in tram o incontrarli fra i banchi del supermercato. 16 dicembre 2016 ore 21 GLI Omini Famiglia Campione di e con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini e Giulia Zacch ini produzione Gli Omini in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola residenza artistica Associazione Teatrale Pistoiese con il sostegno Regione Toscana Questa è l’ora di una famiglia come tante. Lo sguardo su un corridoio come tanti, che dà su una porta chiusa. I nonni aspettano di morire, i genitori sono troppi, i figli continuano a girare a vuoto. Ma uno di loro domani parte, abbandona il posto di combattimento. Un altro invece ha scelto un viaggio diverso, si è chiuso nel bagno, dietro quella porta. E’ da una settimana che non esce, e non parla. Ma mangia, state tranquilli che mangia. Dieci sono i personaggi. Tre le generazioni a confronto. Tre gli attori visibili in tutto. Così che il gioco pian piano e che ognuno sia nonno, padre e figlio di se’ stesso. Così che il ritratto dell’oggi, delle piccole province, della gente di valle, della famiglia campione, si astragga dalla realtà, rimanendo sospesa nel tempo. La famiglia Campione ha alle spalle un percorso fatto di indagini e laboratori, un progetto che ha coinvolto cinque comuni della provincia fiorentina e più di ottanta giovani. Così i personaggi sono dieci, ma assumono i modi, le parole, le storie di centinaia di persone conosciute per strada. BABBO- Inizio a preoccuparmi. FIGLIO- E’ un po’ tardi per iniziare.