http://carlomassarutto.com 1 Corso spiccio di Fotograifa Quarto Step I vari stili fotografici: Ritratto Il ritratto fotografico è uno dei più diffusi stili di fotografia. Tutti quanti con in mano una macchina fotografica almeno una volta ne hanno fatto uno. Ma proprio perché è uno dei più tentati è anche uno stile che nasconde delle insidie nella sua composizione. Prima di addentrarmi nel vedere come un ritratto può essere composto in maniera quasi impeccabile vorrei vederne un po’ la storia e il perché di tanto successo nell’ambito fotografico, e non solo. Intanto cerchiamo di capire una cosa: perché il ritratto? Perché racconta l’uomo, la persona, cioè racconta la vita. Inoltre la possibilità di reperire continuamente “soggetti” lo rende il più diffuso. Ma proprio per questa sua caratteristica si raccontare l’uomo lo rende anche il più complicato e il più insidioso dal punto di vista tecnico. Arriviamo al come fare un ritratto, intanto partiamo da una regolina base che accomuna i ritrattisti: L’IMPORTANZA DELL’OCCHIO! Come per il pesce al mercato, anche nel ritratto fotografico l’occhio è il simbolo di “freschezza” della fotografia. Ma come si fa a paragonare un occhio di pesce al ritratto? Beh io l’ho appena fatto, ma vi spiego il perché. È diffusa la filosofia che il ritratto per essere bene eseguito, perché qualche intenditore, osservando la vostra fotografia possa dire “buon ritratto” l’unica cosa che deve assolutamente essere a fuoco è l’occhio. Può essere interamente sfuocata tranne che nell’occhio. Un ulteriore regolina o trucchetto è che nell’occhio ci sia il riflesso di una luce, un flash o una finestra, il sole o la luna, questo riflesso crea un bagliore che conferisce “vita” alla foto. Un occhio senza bagliore è come se fosse morto, queste regoline, da quel che ne so, derivano dalle tecniche di ritratto di pittura, o almeno così mi diceva il mio insegnante di arte alle superiori. 2 Corso Spiccio di Fotografia come si compone un ritratto? Quando si pensa al ritratto la prima cosa che viene in mente è l’immagine di un volto, in primo piano, in realtà abbiamo già detto che il ritratto è tutto ciò che riguarda la figura umana, dal suo occhio al suo alluce. Inoltre dobbiamo sempre ricordarci che il ritratto deve, oltre a immortalare un soggetto, anche raccontarne la storia, dire chi è, cosa fa nella vita e tutte quelle informazioni che guardando la fotografia io devo riuscire a percepire. Quindi se io dovessi inquadrare una persona sul suo posto di lavoro sarebbe sempre un ritratto? CERTO. Il ritratto, ma in generale tutta la fotografia, nella sua composizione deve rispondere a 5 domande: chi?/cosa? Dove? Come? Quando? Perché? Queste 5 domande devono aiutare il fotografo a comporre la foto e il lettore ad interpretarla: - chi?/cosa? : il soggetto della nostra fotografia deve essere esplicito, chiaro e visibile, deve attirare l’attenzione, focalizzarla su di sé. - Dove? : dove ci si trovava nel momento in cui si scattava la foto, mare o montagna, casa o giardino. - Come? : questa è la parte più complessa, infatti nel come rientrano l’obiettivo usato, l’impostazione del diaframma, se l’inquadratura è orizzontale o verticale, se si è usato un flash oppure no, se l’immagine è tutta nitida oppure no; in sostanza COME! - Quando? : mattina, pomeriggio, sera, notte, inverno, estate, primavera, autunno, sono elementi importanti per la composizione perché trasmettono emozioni molto forti. - Perché? : il perché si è scelto una certa inquadratura, perché quel soggetto e non un altro, perché quel posto, cioè dalla fotografia deve uscire il perché il fotografo ha deciso di fare quella fotografia e nel modo in cui l’ha fatta. GLI OBIETTIVI per i ritratti Gli obiettivi maggiormente usati per i ritratti, quelli “politicamente corretti”, sono quegli obiettivi con lunghezza focale tra 50 mm e 200 mm e anche molto luminosi, cioè che abbiano un’apertura del diaframma di almeno f2,8. Obiettivi con queste caratteristiche offrono la possibilità di giocare maggiormente con la profondità di campo, diventando estremamente selettivi e “choosy” sulla messa a fuoco. Affrontando questo tema ci da la possibilità di parlare di una regola fotografica importantissima: INFRANGERE LE REGOLE! Esatto, avete capito bene, a cosa servono le regole se non per essere infrante? Feininger, scrisse sulla composizione fotografica: “L’orizzonte, o un’altra linea importante, non deve mai dividere l’immagine in due parti uguali perché ne risulterebbe un effetto monotono. Ma se il fotografo con la sua foto volesse proprio rendere l’idea della monotonia?” http://carlomassarutto.com 3 Corso spiccio di Fotograifa Lo stesso discorso è applicabile al ritratto: ma se il fotografo con il suo ritratto volesse dare un punto di vista diverso perché non potrebbe usare un obiettivo grandangolare? Per spiegare questo concetto devo entrare un po’ nel tecnico, spero mi scusiate, un obiettivo con una lunghezza focale di circa 50 mm è detto “normale” perché il suo campo visivo è molto simile a quello dell’occhio umano, obiettivi che superano in ampiezza questo angolo vengono chiamati grandangoli, quelli che sono più “chiusi”, invece, sono detti “tele obiettivi”; per chiarire meglio questo concetto inserisco uno schemino che mostra bene come i grandangolari variano da 14 mm a 24/28 mm, cioè da 114° a 76° di angolo di campo. Da 114° a 180° gradi rientrano gli obiettivi “fish-eye”, di cui parleremo poco più avanti. Ma torniamo alla nostra domanda: un ritratto con un grandangolo è sbagliato? In linea di massima si, ma la verità è che dipende da cosa si vuole raccontare, come sempre.. Se il fotografo volesse raccontare il corpo umano come un paesaggio da raccontare nel suo insieme perché non dovrebbe usare un grandangolo? L’importante è che si sappia sempre quali sono i limiti e i pregi dell’obiettivo utilizzato: un grandangolo crea dei difetti nell’immagine dovuti alla convergenza o divergenza delle linee verticali, e tende a stravolgere il campo prospettico: tutto ciò che è vicino diventa molto grande.