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I vari stili fotografici: Ritratto
Il ritratto fotografico è uno dei più diffusi stili di fotografia. Tutti quanti con in mano
una macchina fotografica almeno una volta ne hanno fatto uno. Ma proprio perché è
uno dei più tentati è anche uno stile che nasconde delle insidie nella sua
composizione.
Prima di addentrarmi nel vedere come un ritratto può essere composto in maniera
quasi impeccabile vorrei vederne un po’ la storia e il perché di tanto successo
nell’ambito fotografico, e non solo.
Intanto cerchiamo di capire una cosa: perché il ritratto?
Perché racconta l’uomo, la persona, cioè racconta la vita. Inoltre la possibilità di
reperire continuamente “soggetti” lo rende il più diffuso.
Ma proprio per questa sua caratteristica si raccontare l’uomo lo rende anche il più
complicato e il più insidioso dal punto di vista tecnico.
Arriviamo al come fare un ritratto, intanto partiamo da una regolina base che
accomuna i ritrattisti: L’IMPORTANZA DELL’OCCHIO!
Come per il pesce al mercato, anche nel ritratto fotografico l’occhio è il simbolo di
“freschezza” della fotografia. Ma come si fa a paragonare un occhio di pesce al
ritratto? Beh io l’ho appena fatto, ma vi spiego il perché.
È diffusa la filosofia che il ritratto per essere bene eseguito, perché qualche
intenditore, osservando la vostra fotografia possa dire “buon ritratto” l’unica cosa
che deve assolutamente essere a fuoco è l’occhio. Può essere interamente sfuocata
tranne che nell’occhio.
Un ulteriore regolina o trucchetto è che nell’occhio ci sia il riflesso di una luce, un
flash o una finestra, il sole o la luna, questo riflesso crea un bagliore che conferisce
“vita” alla foto. Un occhio senza bagliore è come se
fosse morto, queste regoline, da quel che ne so,
derivano dalle tecniche di ritratto di pittura, o
almeno così mi diceva il mio insegnante di arte alle
superiori.
2 Corso Spiccio di Fotografia come si compone un ritratto?
Quando si pensa al ritratto la prima cosa che viene in mente è l’immagine di un
volto, in primo piano, in realtà abbiamo già detto che il ritratto è tutto ciò che
riguarda la figura umana, dal suo occhio al suo alluce. Inoltre dobbiamo sempre
ricordarci che il ritratto deve, oltre a immortalare un soggetto, anche raccontarne la
storia, dire chi è, cosa fa nella vita e tutte quelle informazioni che guardando la
fotografia io devo riuscire a percepire. Quindi se io dovessi inquadrare una persona
sul suo posto di lavoro sarebbe sempre un ritratto? CERTO.
Il ritratto, ma in generale tutta la fotografia, nella sua composizione deve rispondere
a 5 domande: chi?/cosa? Dove? Come? Quando? Perché?
Queste 5 domande devono aiutare il fotografo a comporre la foto e il lettore ad
interpretarla:
- chi?/cosa? : il soggetto della nostra fotografia deve essere esplicito, chiaro e
visibile, deve attirare l’attenzione, focalizzarla su di sé.
- Dove? : dove ci si trovava nel momento in cui si scattava la foto, mare o
montagna, casa o giardino.
- Come? : questa è la parte più complessa, infatti nel come rientrano l’obiettivo
usato, l’impostazione del diaframma, se l’inquadratura è orizzontale o
verticale, se si è usato un flash oppure no, se l’immagine è tutta nitida oppure
no; in sostanza COME!
- Quando? : mattina, pomeriggio, sera, notte, inverno, estate, primavera,
autunno, sono elementi importanti per la composizione perché trasmettono
emozioni molto forti.
- Perché? : il perché si è scelto una certa inquadratura, perché quel soggetto e
non un altro, perché quel posto, cioè dalla fotografia deve uscire il perché il
fotografo ha deciso di fare quella fotografia e nel modo in cui l’ha fatta.
GLI OBIETTIVI per i ritratti
Gli obiettivi maggiormente usati per i ritratti, quelli “politicamente corretti”, sono
quegli obiettivi con lunghezza focale tra 50 mm e 200 mm e anche molto luminosi,
cioè che abbiano un’apertura del diaframma di almeno f2,8.
Obiettivi con queste caratteristiche offrono la possibilità di giocare maggiormente
con la profondità di campo, diventando estremamente selettivi e “choosy” sulla
messa a fuoco. Affrontando questo tema ci da la possibilità di parlare di una regola
fotografica importantissima: INFRANGERE LE REGOLE! Esatto, avete capito bene, a
cosa servono le regole se non per essere infrante?
Feininger, scrisse sulla composizione fotografica: “L’orizzonte, o un’altra
linea importante, non deve mai dividere l’immagine in due parti uguali
perché ne risulterebbe un effetto monotono. Ma se il fotografo con la sua
foto volesse proprio rendere l’idea della monotonia?”
http://carlomassarutto.com 3 Corso spiccio di Fotograifa Lo stesso discorso è applicabile al ritratto: ma se il fotografo con il suo
ritratto volesse dare un punto di vista diverso perché non potrebbe usare
un obiettivo grandangolare?
Per spiegare questo concetto devo entrare un po’ nel tecnico, spero mi
scusiate, un obiettivo con una lunghezza focale di circa 50 mm è detto
“normale” perché il suo campo visivo è molto simile a quello dell’occhio
umano, obiettivi che superano
in ampiezza questo angolo
vengono chiamati grandangoli,
quelli che sono più “chiusi”,
invece, sono detti “tele
obiettivi”; per chiarire meglio
questo concetto inserisco uno
schemino che mostra bene
come i grandangolari variano
da 14 mm a 24/28 mm, cioè da
114° a 76° di angolo di campo.
Da 114° a 180° gradi rientrano
gli obiettivi “fish-eye”, di cui
parleremo poco più avanti.
Ma torniamo alla nostra
domanda: un ritratto con un grandangolo è sbagliato? In linea di massima
si, ma la verità è che dipende da cosa si vuole raccontare, come sempre..
Se il fotografo volesse raccontare il
corpo umano come un paesaggio da
raccontare nel suo insieme perché
non dovrebbe usare un grandangolo?
L’importante è che si sappia sempre
quali sono i limiti e i pregi
dell’obiettivo utilizzato:
un grandangolo crea dei difetti
nell’immagine dovuti alla
convergenza o divergenza delle linee
verticali, e tende a stravolgere il
campo prospettico: tutto ciò che è
vicino diventa molto grande.