Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al

Federcasa Lombardia
Associazione R egionale f ra l e Aziende
Lombarde per l’Edilizia R esidenziale
Casa e Opere Pubbliche
Linee guida per una casa durevole e
sostenibile in relazione al parco edilizio
esistente nel territorio di Milano
ricerca affidata ad AIRE
a cura del Politecnico di Milano
e dell’Università di Bologna
Tomo 11
I volume
Osservatorio Regionale sulla Condizione Abitativa
Studi e Ricerche
Federcasa Lombardia
Casa e Opere Pubbliche
Associazione Regionale fra le Aziende
Lombarde per l’Edilizia Residenziale
Linee guida per una casa durevole e
sostenibile in relazione al parco edilizio
esistente nel territorio di Milano
ricerca affidata ad AIRE
a cura del Politecnico di Milano
e dell’Università di Bologna
I
Osservatorio Regionale sulla Condizione Abitativa
Studi e Ricerche
Milano, dicembre 2008
VOLUME
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel
territorio di Milano
Project leader: Prof.ssa Arch. Maria Antonietta Crippa - Di.A.P. - Politecnico di Milano
Rapporto conclusivo sintetico
Gruppo di Lavoro Politecnico di Milano:
Prof.ssa Arch. Maria Antonietta Crippa (responsabile) - Prof. Arch. Ferdinando Zanzottera
Gruppo di Lavoro Università di Bologna:
Prof. Ing. Roberto Mingucci (responsabile) - Prof. Ing. Paolo Vestrucci - Ing. Simone Garagnani Ing. Elettra Barbieri - Società NIER Bologna
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Indice
I volume
Prefazione ..................................................................................................................................... 5
TEMI DELLA RICERCA............................................................................................................ 9
A - Analisi del parco di edilizia residenziale pubblica, problematiche generali
per il suo recupero ........................................................................................................... 9
B - Innovazione a Livello di Progettazione ............................................................................ 9
C - Innovazione a Livello di Materiali ................................................................................... 12
D - Innovazione a Livello di Componenti e Sistemi Impiantistici ...................................... 12
E - Innovazione a Livello di Sistemi di Controllo e Gestione............................................. 12
F - Implicazioni nel Rapporto con l’Utenza.......................................................................... 13
G - Aspetti Economici e Finanziari....................................................................................... 13
Conclusioni................................................................................................................................. 17
1. Criteri generali ................................................................................................................... 17
1.1. Rispetto dei limiti di consumo....................................................................................... 17
1.2. Comportamento dell’Utenza......................................................................................... 18
1.3. Durabilità dei componenti edilizi................................................................................... 19
2.1 Controllo di elementi architettonici................................................................................. 19
2.2 Controllo del Sistema Costruttivo .................................................................................. 22
3.1 Controllo di elementi architettonici................................................................................. 25
3.2 Controllo del Sistema Costruttivo .................................................................................. 26
4.1 Costi di investimento e di esercizio ............................................................................... 31
4.2 Valutazioni su casi - studio............................................................................................ 32
Introduzione alla sezione A ....................................................................................................... 35
Introduzione alla sezione B ....................................................................................................... 38
A - Analisi del parco di edilizia residenziale pubblica: problematiche generali per il
suo recupero.......................................................................................................................... 43
A1. Alcune considerazioni preliminari................................................................................. 43
A2. Il patrimonio immobiliare ALER nella città di Milano e Provincia............................... 45
A3. Il patrimonio immobiliare residenziale ALER nella città di Milano e
Provincia ......................................................................................................................... 57
B - Innovazione a livello di progettazione
B.1 Analisi della legislazione internazionale, nazionale, regionale................................. 113
B.2 Indagine sui riferimenti tecnici internazionali, nazionali, regionali .......................... 134
B.3 Casi di studio: interventi o progetti orientati al risparmio energetico...................... 148
B.4 Analisi di strumenti di simulazione evoluti e completi, già disponibili sul
mercato ......................................................................................................................... 162
B.5 Aspetti fisici e tecnologici da considerare nel corso della progettazione e
della costruzione di un edificio ................................................................................... 176
B.6 Criteri, metodi, strumenti per la “durabilità” e “sostenibilità” della residenza
sovvenzionata............................................................................................................... 211
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Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
II volume
B.7 Casi analitici di studio .................................................................................................. 243
B7.1 Il Borgo Pirelli sito a Milano .................................................................................... 243
B7.1 Il Borgo in relazione alla città.................................................................................. 243
B7.1.1 Il contesto urbano (cenni storici e stato attuale) ............................................. 243
B7.1.2 Analisi delle caratteristiche architettoniche e costruttive dei manufatti
edilizi del Borgo Pirelli.................................................................................... 253
B7.2 Edificio a Torre sito a Cernusco sul Naviglio .......................................................... 301
B7.3 Caso di studio analitico........................................................................................... 347
C. - Innovazione a livello di materiali ...................................................................................... 361
D. - Innovazione a livello di componenti e sistemi impiantistici .......................................... 415
E. - Sistemi di controllo e gestione......................................................................................... 457
F. - Implicazioni nel rapporto con l’utenza ............................................................................. 462
G. - Aspetti economici.............................................................................................................. 464
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Prefazione
Maria Antonietta Crippa
Roberto Mingucci
Il volume che si presenta sintetizza le indagini condotte per la definizione delle “Linee guida per
una casa durevole e sostenibile, in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano”,
incarico affidato a due gruppi di ricercatori distinti ma coordinati dall’unico project leader, la
prof.ssa Maria Antonietta Crippa. La ricerca è stata sviluppata tra ottobre 2006 e dicembre 2007,
in ottemperanza a due contratti.
Il primo è stato stipulato tra Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Pianificazione, e
l’Associazione Italiana per la promozione degli studi e delle ricerche per l’Edilizia (A.I.R.E.) di
Milano (in ottemperanza alla Deliberazione della Giunta Regionale VII/17898 del 01.06.04, che
approva la convenzione tra Federcasa Lombardia e la Regione Lombardia per la realizzazione di
studi e di ricerche per l’Osservatorio sulla condizione abitativa, e della convenzione Federcasa
Lombardia/A.I.R.E.1 per la realizzazione della ricerca oggetto del contratto stesso). Responsabile
della ricerca, svolta presso il Politecnico di Milano, nel Dipartimento di Architettura e
pianificazione (DiAP) è stata la prof.ssa arch. Maria Antonietta Crippa; collaboratore Prof. arch.
Ferdinando Zanzottera.
Il secondo è stato stipulato tra la Fondazione Alma Mater Studiorum, dell’Università degli Studi di
Bologna, e l’Associazione Italiana per la promozione degli studi e delle ricerche per l’Edilizia
(A.I.R.E) di Milano (in ottemperanza alla Deliberazione della Giunta Regionale VII/17898, come
più sopra indicato). Responsabile della ricerca, svolta presso l’Università di Bologna-Fondazione
Alma Mater, è stato il Prof. Roberto Mingucci del Dipartimento di Architettura e Pianificazione
Territoriale; collaboratori: Prof. Ing. Paolo Vestrucci; Ing. Simone Garagnani; Ing. Elettra Barbieri;
Società NIER Bologna2.
Tra le parti in gioco si era steso un programma congiunto che impegnava gli studiosi nei termini
qui sotto dettagliati. I gruppi si impegnavano a sviluppare:
“una ricerca […] che risponde alla necessità di adeguare abitazioni popolari esistenti, quindi a
carico dell’istituzione pubblica, e di realizzarne di nuove, che abbiano:
- costo di adeguamento o di costruzione inferiore o uguale a quello oggi di mercato;
- costo di gestione energetica inferiore all’attuale;
- basso impatto ambientale a livello di ciclo di vita;
- soluzioni confortevoli e architettura gradevole”.
con l’attivazione di due gruppi distinti, ma in stretta collaborazione.
La ricerca pertanto doveva essere svolta su due fronti, l’esistente e il nuovo, connessione
concettuale e operativa, del Politecnico di Milano e dell’Università di Bologna; come responsabile
del coordinamento tra i gruppi era stata individuata la prof.ssa Maria Antonietta Crippa.
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Referente per A.I.R.E.: dott.ssa Maria Grazia Favole; Referenti per Regione Lombardia: arch. Francesco
Bargiggia, arch. Valeria Milani, Direzione Generale Casa e Opere Pubbliche.
Nello specifico della ricerca, sotto la supervisione, l’integrazione e il controllo dei Proff. Roberto Mingucci e Paolo
Vestrucci, il gruppo di lavoro afferente l’Università di Bologna ha visto la partecipazione di: Simone Garagnani,
impegnato nell’analisi della legislazione e dei riferimenti tecnici internazionali, nazionali, regionali, oltre che alla
definizione di criteri, metodi e strumenti per la progettazione edilizia e dei loro rapporti finali con l’utenza; Nicola
Mezzadri, del gruppo NIER di Bologna, impegnato nell’analisi di diversi casi di studio, nelle valutazioni
economiche ed energetiche dei componenti impiantistici e dei materiali, oltre che all’esame degli strumenti di
simulazione evoluti, già disponibili sul mercato; Elettra Barbieri, curatrice degli elementi tecnologici da considerare
nel corso della progettazione e della costruzione di un edificio.
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Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
L’indagine, inoltre, doveva rispondere a esigenze di concretezza, sia in riferimento al parco
edilizio esistente che al progetto di nuove architetture; si chiedeva anche attenzione a nuovi
materiali e a nuovi processi edilizi. L’indagine tuttavia non doveva essere concepita solo in
dipendenza da modelli di residenze popolari, costruite attualmente, secondo le regole di mercato.
Essa doveva essere sviluppata, in linea di principio, anche come istruttoria che rendesse
possibile avviare eventualmente, in una fase successiva di ricerca, una realistica
sperimentazione pratica, relativa alla realizzazione di almeno un episodio edilizio, uno per il
nuovo e uno per l’esistente.
Nell’accordo contrattuale si concludeva:
“La ricerca si propone di produrre una linea guida […] per la realizzazione di interventi che
abbiano caratteristiche elevate da un punto di vista energetico e ambientale, in presenza del
vincolo economico che caratterizza l’edilizia pubblica.
Lo studio affronterà le seguenti tematiche:
- analisi del parco di edilizia residenziale pubblica: si prevede di analizzare il parco edilizio
suddetto (relativamente alla Regione Lombardia). Presa conoscenza dei dati ufficiali e delle
informazioni accessibili di tale patrimonio, verrà proposta una metodologia di classificazione,
basandosi su caratteristiche note, quali la tipologia, i materiali utilizzati, la localizzazione,
l’esposizione, l’anno di costruzione, ecc., in funzione del presente studio. Si definirà in seguito
un numero limitato di casi, su cui condurre sopralluoghi per l’acquisizione di informazioni in
dettaglio, al fine di poter calibrare l’analisi, precedentemente svolta, sull’insieme oggetto di studio.
In tal modo potranno essere desunti, a livello parametrico, le principali caratteristiche energetiche
e quindi gli interventi migliorativi ipotizzabili;
- innovazione a livello di progettazione: indagine sia sul versante energetico sia su quello
ambientale, secondo la metodologia dell’LCA (Life Cycle Assessment);
- innovazione a livello di materiali: si indagherà sui modi nei quali la scelta dei materiali può
essere orientata da elementi quali: riciclabilità, ecologia, igiene interna, comfort ambientale e
microclimatico, durabilità, ecc.;
- innovazione a livello di componenti e sistemi impiantistici: indagine sulla gamma degli interventi
possibili (ormai amplissima): cogenerazione/trigenerazione, pompe di calore, fotovoltaico,
idrogeno, pavimenti/soffitti/pareti radianti, pareti ventilate, “doppia pelle”, sistemi di illuminazione
ad alta efficienza, accumuli notturni di caldo e freddo, ecc.;
- innovazione a livello di sistemi di controllo e gestione: indagine su strumentazione elettronica e
informatica che rendono oggi disponibili sistemi in grado di rivisitare vecchi problemi, fornendo
soluzioni diverse da quelle del passato (ad esempio sull’“eterno” problema “centralizzato-vsautonomo”);
- implicazioni nel rapporto con l’utenza: indagine sul problema dell’investimento (realizzato dal
pubblico) e del canone (richiesto alle famiglie), al fine di evitare che punti di vista particolari
diventino ostacolo all’obbiettivo generale del risparmio energetico e della qualità ambientale,
ricercando soluzioni atte a recuperare risorse per il pubblico, a fronte di risparmi (magari maggiori
delle risorse recuperate) accertati dell’utenza;
- aspetti economici e finanziari: stante l’obiettivo preposto, l’analisi costi/benefici, sviluppata
tenendo conto di tutti i fattori (non solo di quelli direttamente quantificabili) è vincolo ineludibile.
Lo studio si svilupperà secondo le seguenti fasi:
- Fase 1: sintesi dello stato dell’arte sulle tematiche suddette, con particolare riferimento alle
esperienza maturate in Lombardia e alle principali esperienze in Europa (limitatamente alla
edilizia residenziale pubblica). La sintesi riguarderà le esperienze consolidate, le esperienze
prototipiche e le linee di ricerca più avanzata oggi in essere.
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
- Fase 2: definizione e compilazione di opportune schede tecniche ed economiche relative ai
diversi tipi di intervento e scelta componentistica, tecnologica, gestionale
- Fase 3: sviluppo delle linee guida”.
Risultati - La ricerca avrà come esito la produzione di una linea guida, rivolta agli operatori del
settore dell’edilizia residenziale pubblica”.
A metà novembre 2006 venne messo a punto un documento per l’avvio dei lavori, sottoscritto
congiuntamente dai due gruppi di ricerca. Lo si richiama qui, per dar ragione delle prime messe a
punto:
Premessa
Questo primo documento, steso a seguito di incontri con i referenti scientifici regionali, l’arch.
Francesco Bargiggia e l’arch. Valeria Milani, della Direzione Generale Casa e Opere Pubbliche di
Regione Lombardia, precisa e adegua le linee fondamentali della ricerca in oggetto, individuate
nei contratti.
Essa è stata articolata, in sede di incarico, in sette sezioni di carattere generale e finalizzata
esplicitamente alla definizione di una linea guida, espressione con la quale si intendeva indicare
la volontà di giungere a concreta propositività finale, più che ad uno strumento tipo ‘manuale’, di
carattere teorico.
Gli incontri successivi alla stipula dell’incarico, sia con i referenti regionali sia tra i membri dei due
gruppi di ricerca, di Milano e Bologna, hanno evidenziato la necessità di sottoporre tale primo
schema d’orientamento al vaglio di fondamentali verifiche relative ai seguenti aspetti:
-
-
-
-
possibilità e tempi di effettiva acquisizione di dati e informazioni fondamentali presso le
istituzioni lombarde, vale a dire la stessa Regione Lombardia (tramite contatti con gli
assessorati competenti), Unità di Coordinamento Punti Energia della Regione
Lombardia e l’ALER;
valutazione di privilegiare, in modo quasi esclusivo, edifici pubblici residenziali del
Comune di Milano, in ragione della eccezionale ampiezza del patrimonio edilizio,
prodotto nell’ampio arco temporale di un secolo, con tecnologie e materiali diversi, la cui
conoscenza non può essere data per nota in modo scontato, in base alle bibliografie più
diffuse e accreditate;
attenzione ad articolare correttamente il tema della ricerca nella differenziazione, oltre
che condivisione, tra problemi del parco edilizio pubblico esistente e problemi di nuove
costruzioni. Nel primo caso, infatti, non solo si aprono interrogativi tecnologici di intervento nel “costruito”, che il progetto del nuovo non ha necessità di affrontare, ma - in
ragione dell’esteso arco temporale in cui l’edilizia pubblica milanese è stata realizzata si aprono interrogativi non irrilevanti di recupero, restauro, conservazione/demolizione,
salvaguardia/valorizzazione del paesaggio urbano. La presente ricerca, di carattere
tecnico, espunge, seppur in modo oculato, i rilevanti problemi sociali relativi all’edilizia
popolare;
conseguente attenzione alla dimensione culturale, non solo tecnologica, della ricerca in
oggetto, per la necessità di intrecciare orientamenti legislativi, strumentazioni tecniche
disponibili, caratteri di cultura abitativa locale e orientamenti disciplinari europei sulla
valorizzazione del paesaggio urbano e del “quadro di vita” dei suoi abitanti, con i
processi innovativi che, comunque, costituiscono perno principale attorno al quale ruota
la ricerca stessa; tale dimensione culturale dovrà presiedere alla definizione di quella
che, in prima istanza, si è chiamata “linea guida” e che, più propriamente è da intendere
come istruttoria procedurale;
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Federcasa Lombardia
-
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Regione Lombardia
distinta attenzione a comparti e/o complessi pubblici e singoli edifici, sia nel caso del
patrimonio edilizio ALER di Milano che nell’analisi delle più innovative realizzazioni
prodotte in tempi recenti;
attenzione ad una graduale, corretta articolazione del processo analitico, segnalato nel
primo dei sette punti programmatici della ricerca, che dovrà essere composta da:
1 - ampia ricerca bibliografica, anche su fonti dell’epoca della costruzione di alcuni
complessi o edifici;
2 - raccolta dati Aler di Milano secondo una scaletta utile ai fini della messa a fuoco
dell’innovazione in campo energetico;
3 - individuazione di esperienze internazionali, nazionali, regionali esemplari, per
livello sperimentale o per approccio culturale/ambientale;
4 - evidenza delle criticità di soluzioni adottate.
Pertanto si segnala che lo schema settenario iniziale, da contratto, viene, per ora, ribadito, come
sintetico riferimento per il processo analitico e per quello “ideativo”, ma verrà articolato per gradi,
a partire dal prossimo, Primo rapporto intermedio, cui farà seguito un Secondo rapporto
intermedio, distinto in due settori A e B corrispondenti ai due contratti facenti capo a Milano e
Bologna, precedente a quello conclusivo, unitario.
In generale si segnala che, poiché la ricerca non è finalizzata né alla redazione di un progetto, né
principalmente all’elaborazione di vere e proprie linee guida, ma alla definizione dei caratteri
fondamentali di una eco-compatibilità nell’ambito della città di Milano, relazionata a quanto già è
stato fatto, si ipotizza che essa dovrà articolarsi in rapporto a casi e situazioni specifiche, da
individuare nel corso della ricerca stessa.
Si ribadisce, pertanto, che essa non ha un carattere teorico generale o scientifico sul piano dei
principi, ma tende a conoscere e mettere in relazione:
1 - le migliori sperimentazioni esistenti oggi sul mercato,
2 - la situazione legislativa e sperimentale già attuata in Lombardia,
3 - l’entità e lo stato di fatto dell’edilizia pubblica milanese,
4 - l’individuazione di alcuni edifici di edilizia pubblica in cui verificare le ipotesi formulate di
eco-compatibilità ed eco-sostenibilità.
Tema centrale resta la componente innovativa dell’eco-compatibilità, da esaminare nella sua
concreta attuazione rispetto a:
o le possibili nuove soluzioni architettoniche connesse al mercato e alle caratteristiche
ambientali disponibili sia per il pubblico sia per il privato;
o il patrimonio edilizio esistente e il tipo di modifiche che possono ivi essere introdotte.
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
TEMI DELLA RICERCA
A - Analisi del parco di edilizia residenziale pubblica, problematiche generali per il suo
recupero
A1 - Analisi del patrimonio esistente in gestione all’ALER
(con particolare attenzione al patrimonio gestito dall’ALER di Milano), che comprende più di
120.000 alloggi di proprietà regionale affidati alla cura e gestione dell’ALER: è uno dei patrimoni
di edilizia residenziale pubblica regionale più consistenti in Europa.
A2 - Problematica del recupero, riuso e restauro del moderno
A partire dal 1990 circa non si parla più di crescita urbana, ma di ridisegno dell’esistente. Sono
scattati, di conseguenza, problemi di recupero, riuso, restauro del moderno che toccano, in modi
diversi, anche l’edilizia pubblica residenziale.
B - Innovazione a Livello di Progettazione
Si sono messe in moto ormai da alcuni anni in Lombardia sperimentazioni, legislazioni, dialoghi
operativi con le istituzioni comunali, che hanno prodotto Regolamenti edilizi appositamente
elaborati ed adeguati alle tematiche di eco-compatibilità, in termini ritenuti i più opportuni per le
singole realtà locali.
Occorre in via preliminare effettuare analisi sugli interventi architettonici miranti al risparmio
energetico già realizzati nel campo dell’edilizia residenziale e di altre realtà edilizie (scuole, sedi
comunali, ecc.), comprovati da sperimentazioni in atto pubblicate nella letteratura specifica o
rintracciabili tramite ricerche in rete.
Tali soluzioni non saranno presentate come una semplice elencazione di possibilità tecnologiche
(antologia dei materiali da costruzione innovativi e tecnologie per il risparmio energetico), ma
rapportate alla realtà milanese-lombarda, tramite specifici criteri e parametri.
Le soluzioni prospettate, inoltre, dovrebbero riguardare una duplice scala:
a - quella delle singole realtà abitative (es. singolo edificio e semplice complesso
architettonico);
b - quella macroscopica di interi quartieri, applicando metodologie di più ampia valenza e
complessità (es. teleriscaldamento).
B.1 Analisi delle normative e della legislazione internazionale, nazionale, regionale in
vigore, finalizzata all’identificazione dei requisiti minimi relativi al risparmio energetico e alla
certificazione energetica degli edifici da rispettare, oltre che alla individuazione delle
caratteristiche principali, in termini di prestazioni minime richieste, per i componenti, i materiali, i
sistemi e gli impianti.
B.2 Indagine sui riferimenti tecnici internazionali, nazionali, regionali al fine di trarre
indicazioni da utilizzare nella definizione di linee guida da seguire nella progettazione. Uno di
questi sarà il Protocollo ITACA, un’ottima base di partenza per definire e strutturare il processo di
progettazione di un edificio, che risponda a precisi requisiti di risparmio energetico. In particolare
il Protocollo ITACA è utile per:
- definire i principi, da seguire nella progettazione, e le attività che devono precedere la
fase di progettazione vera e propria (ad esempio l’analisi del sito),
- definire le analisi e i calcoli aggiuntivi, da eseguire per verificare il raggiungimento degli
obiettivi prefissati,
- definire criteri qualitativi e quantitativi, per eseguire la certificazione energetica degli
edifici,
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Federcasa Lombardia
-
Regione Lombardia
identificare i parametri caratteristici dei materiali più rilevanti dal punto di vista del
risparmio energetico da utilizzare nella progettazione,
identificare gli aspetti più rilevanti dal punto di vista del risparmio energetico, da
considerare nella fase di progettazione.
B.3 Indagine sulle esperienze in corso o in divenire, internazionali, nazionali, regionali,
relative alla realizzazione di interventi edilizi eco-sostenibili.
Tra le esperienze nazionali, si presterà particolare attenzione a “CasaClima”, promossa dalla
Provincia Autonoma di Bolzano, per completare e integrare le indagini di cui al punto B.2; se ne
trarranno indicazioni pratiche circa le modalità di progettazione, le caratteristiche dei materiali e le
modalità per eseguire la certificazione energetica di un edificio.
B.4 Indagine ed analisi degli strumenti di simulazione più evoluti e completi disponibili
(TRNSYS 15, RADIANCE, ecc.) sulla certificazione energetica e sulla valutazione del fabbisogno
energetico degli edifici, fornendo indicazioni sulle loro potenzialità e sui casi nei quali è più o
meno indicato utilizzarli.
B.5 I risultati ottenuti dalle attività di cui ai punti B.2, B.3 e B.4 consentiranno di
identificare gli aspetti tecnologici da considerare nel corso della progettazione e della
costruzione di un edificio.
Il presente step si propone di fare una sintesi di tali risultati al fine di estrapolarne indicazioni e
linee guida pratiche e fornire indicazioni al progettista per contestualizzare al caso concreto criteri
e metodi che possono risultare generici. L’ipotesi dovrà essere articolata in modo diverso per
- intervento sull’esistente, in ragione delle problematiche culturali conservative;
- progetto nuovo
B.6 Definizione di criteri, metodi e strumenti da utilizzare per verificare la bontà del progetto e
il rispetto dei requisiti prestazionali richiesti, dal punto di vista energetico e conseguente verifica
di rispondenza alle normative.
B.7 Fornire almeno 1+1 caso di studio pratico al fine di esemplificare l’utilizzo e l’applicazione
pratica dell’istruttoria procedurale messa a punto prodotte.
La metodologia proposta ha le caratteristiche generali del Life Cycle Assessment di un edificio, di
cui nella seguente figura si riporta una rappresentazione.
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Definizione dei
requisiti
Analisi Normativa e
definizione prestazioni
minime (B.1)
Indagine sui riferimenti
tecnici nazionali ed
internazionali e
definizione linee guida
per progettazione (B.2)
Progettazione
Indagine sulle esperienze
relative alla realizzazione
di interventi edilizi ecosostenibili (B.3)
Indagine ed analisi degli
strumenti di simulazione
più evoluti e completi
disponibili (B.4)
Sintesi Aspetti
Tecnologici da
considerare (B.5)
Validazione
Definizione di criteri,
metodi e strumenti per la
verifica del
soddisfacimento dei
requisiti richiesti (B.6)
Utilizzo materiali, sistemi
ed impianti con elevate
prestazioni dal punto di
vista energetico (B.??)
Costruzione
Utilizzo materiali, sistemi
ed impianti a basso
impatto ambientale, cioè
ricliclabili (B.??)
Assessment
Definizione dei criteri per
la verifica in sito della
rispondenza dell’edificio
“as built” alle specifiche
(B.??)
Uso e Manutenzione
dell’edificio
Definizione dei criteri,
obblighi normativi,
metodologia e
suggerimenti per un
ottimale utilizzo
dell’edificio (B.??)
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Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
C - Innovazione a Livello di Materiali
L’indagine relativa alla scelta dei materiali sarà orientata da diversi elementi criteri: riciclabilità,
ecologia, igiene interna, comfort ambientale e microclimatico, durabilità, ecc.
Tale indagine ha carattere preliminare ad ogni ipotesi operativa e si svilupperà in: indagine sulle
banche dati esistenti e sugli studi di settore (Piattaforma Europea, CasaClima, ecc); definizione di
un elenco tipo dei dati tecnici ed economici e delle modalità di reperimento delle informazioni.
Sarà necessario pervenire a:
1 - un quadro sintetico dei materiali maggiormente innovativi e relativi campi di applicazione,
2 - identificazione sufficientemente ampia dei materiali edilizi utilizzati nel corso del secolo
nell’edilizia popolare milanese. A supporto dell’indagine si presenteranno alcune
esperienze significative, indispensabili per raggiungere gli scopi qui sotto elencate:
C.1 Mediante l’analisi delle normative applicabili, degli Standard e Riferimenti Tecnici
(ad esempio Protocollo ITACA) e le esperienze pilota nazionali ed internazionali
sulla realizzazione di edifici eco-sostenibili (quali ad esempio CasaClima), ci si
propone di identificare gli aspetti che devono essere considerati nella scelta dei
materiali, per la realizzazione di edifici eco-sostenibili (riciclabilità, ecologia, igiene
interna, comfort ambientale e microclimatico, curabilità, risparmio energetico,
illuminazione naturale, ecc.).
C.2 Per ciascuno degli aspetti di cui al punto C.1, mediante indagini analoghe a quelle
già indicate al punto precedente o nel B, ci si propone di individuare un target
numerico minimo (al fine di soddisfare i vincoli normativi) ed un target numerico
ottimale (al fine di raggiungere uno standard superiore a quello minimo richiesto
dalla normativa).
C.3 Ci si propone l’individuazione le tipologie e le famiglie di materiali che possono
concorrere a raggiungere il target prestazionale, prefissato per ciascuno degli
aspetti di cui al punto C.1, con indicazione delle loro caratteristiche fisiche e dei
relativi campi applicazione.
C.4 Mediante un’indagine sulle Banche Dati esistenti, si individueranno una o più
Banche Dati di materiali utilizzabili in realizzazioni eco-sostenibili, cui attingere per
ottenere informazioni tecniche di dettaglio, utili alla progettazione. Oltre alla lista
delle Banche Dati disponibili alle quali si può accedere verranno fornite indicazioni
circa le modalità di accesso ed utilizzo e le informazioni in esse disponibili.
C.5 In stretta connessione con l’attività di cui al punto C.4, sarà redatto un elenco tipo
di materiali, con relativi dati tecnici (solo principali), campi di applicazione e
indicazioni economiche; per ciascun materiale sarà fornito il link alla o alle Banche
Dati, contenenti tutte le informazioni tecniche di dettaglio.
C.6 Mediante un’indagine presso i maggiori Centri di Ricerca (ENEA, CNR, e altri),
presso le maggiori Università (Politecnico di Milano, Università di Bologna,
Politecnico di Torino) e presso i maggiori produttori, si farà il punto sulle principali
innovazioni in termini di materiali da utilizzare nella costruzioni di edifici ecosostenibili, fornendo al contempo indicazioni circa la loro effettiva applicabilità.
D - Innovazione a Livello di Componenti e Sistemi Impiantistici
Si potrà fornire una panoramica delle soluzioni tecniche a livello di componenti e impianti,
innovative dal punto di vista dell’impatto ambientale e del risparmio energetico, corredata da
indagine sulla gamma degli interventi possibili e da panoramica dell’impiantistica innovativa.
E - Innovazione a Livello di Sistemi di Controllo e Gestione
Ci si propone di effettuale una indagine su strumentazione elettronica ed informatica di controllo e
gestione, sulla panoramica dei sistemi di gestione innovativi con qualificazione dell’efficienza e
dell’efficacia degli stessi, da un punto di vista energetico ed ambientale, tramite opportuni
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
indicatori, sui criteri di selezione e di supporto alle decisioni, nella scelta dei sistemi di controllo e
gestione.
Casi studio verranno prodotti a supporto della ricerca. Tale indagine, sulla strumentazione
elettronica e informatica di controllo e gestione oggi disponibile, analizzerà le potenzialità e le
modalità di utilizzo sia in impianti esistenti sia su nuovi impianti. Ci si propone inoltre di
considerare l’opportunità di utilizzo di un impianto di riscaldamento centralizzato nel caso dei
comparti urbani, integrato con opportuni sistemi di controllo e gestione, in luogo di impianti di
riscaldamento autonomi.
F - Implicazioni nel Rapporto con l’Utenza
Ci si propone di condurre un’indagine mirata opportunamente sul problema dell’investimento
(realizzato dal pubblico) e del canone (richiesto alle famiglie), al fine di evitare che punti di vista
particolari diventino ostacolo all’obiettivo generale del risparmio energetico e della qualità
ambientale, ricercando soluzioni atte a recuperare risorse per il pubblico, a fronte di risparmi
accertati (magari maggiori delle risorse recuperate) dell’utenza.
G - Aspetti Economici e Finanziari
Stante l’obiettivo preposto, l’analisi costi/benefici, sviluppata tenendo conto di tutti i fattori (non
solo di quelli direttamente quantificabili), è ineludibile.
Queste aree tematiche nel corso della ricerca saranno indagate ricorrendo a tre pratiche
operative tra loro correlate”.
Qui si seguito si indica sinteticamente l’indice del rapporto finale della ricerca consegnata 20
dicembre 2007:
PREMESSA
Parte I
A. ANALISI DEL PARCO DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA, PROBLEMATICHE
GENERALI PER IL SUO RECUPERO
A1. Alcune considerazioni preliminari
A2. Il patrimonio immobiliare ALER nella città di Milano e Provincia
A3. Il patrimonio immobiliare residenziale ALER nella città di Milano e Provincia
A4. Selezione di alcune immagini della campagna fotografica realizzata sul patrimonio
residenziale immobiliare ALER della città di Milano nei mesi di luglio e agosto 2007 (A 4.1.
Complesso Molise-Calvairate; A 4.2 “Complesso” di viale Porpora; A 4.3 “Complesso” Mazzini; A
4.4 “Complesso” Borgo Pirelli; A 4.5 “Complesso” Riguarda)
A5. Analisi delle Centrali termiche e degli impianti di riscaldamento gestiti dall’ALER:
tipologie, servizi e adeguamenti normativi
A6. Evidenziazione tabellare dei dati principali inerenti le Centrali termiche e gli
impianti di riscaldamento gestiti dall’ALER
Parte II
B. INNOVAZIONE A LIVELLO DI PROGETTAZIONE
B1. Analisi della legislazione internazionale, nazionale, regionale
-
Inquadramento generale del panorama legislativo internazionale analizzato;
Inquadramento generale del panorama legislativo nazionale analizzato;
La legge Finanziaria 2008: implicazioni di carattere energetico;
Inquadramento generale del panorama legislativo regionale analizzato;
Il Piano d’Azione per l’Energia;
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Regione Lombardia
- Analisi dei Regolamenti Edilizi;
- Appendice normativa;
- Leggi nazionali;
- Leggi regionali
B2. Indagine sui riferimenti tecnici internazionali, nazionali, regionali
- Protocolli e linee guida alla progettazione esistenti;
- Protocolli nazionali (CasaClima; Protocollo ITACA; Sistema BestClass; EcoAbita)
- Protocolli esteri; (GBC – Green Building Challenge; SAP Procedure; The Energy
Saving Trust; Frankfurter Energie-Pab; EnergieAusweis; Minergie©)
- Elenco Enti Certificatori accreditati; Sacert; ANAB;ICEA)
B3. Casi di studio: interventi o progetti orientati al risparmio energetico
- Analisi dei casi di studio;
- Indicazioni specifiche sui risultati ottenuti per i singoli campi di indagine;
- Schede sintetiche dei casi di studio analizzati
B4. Analisi di strumenti di simulazione evoluti e completi, già disponibili sul mercato
Introduzione: il settore dell'edilizia;
Progettazione integrata;
Dinamiche di scambio termico;
La metodologia tradizionale di progettazione;
Modellazione matematica e Simulazione;
I software di simulazione;
Evoluzione storica della "Metodologia di Progettazione";
Utilizzo degli strumenti di simulazione;
Valutazione dei diversi tool;- BestClass 2.1; Design Builder 1.2; EcoTect 5.50; Energy
Plus 2.0; ESP-r 11.3; TRNSYS 16;
- Considerazioni finali e software di uso locale della Regione Lombardia
B5. Aspetti tecnologici da considerare nel corso della progettazione e della costruzione
di un edificio
-
- Effetti della normativa sui criteri progettuali d’involucro;
- Miglioramento delle prestazioni energetiche estive ed invernali dei componenti
d’involucro reso obbligatorio dalle nuove norme regionali;
- Componenti dell'involucro edilizio;
- Partizioni verticali esterne opache omogenee;
- Partizioni verticali esterne opache complesse;
- Strutture trasparenti verticali esterne
- Infissi esterni;
- Coperture;
- Basamento
B6. Definizione di criteri, metodi, strumenti
- I principi fondamentali e le categorie di intervento;
- Qualità architettonica;
- Tipologia edilizia e analisi del sito (Tipologia edilizia e analisi del contesto costruito;
Tipologia Edilizia e coefficiente di forma);
- Tecnologie costruttive;
- Tecnologie impiantistiche;
- Ventilazione (con recupero di calore);
- Climatizzazione Invernale;
- Fonti Energetiche Rinnovabili;
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- Gestione ambientale;
- Esempi di schede progettuali
B7. Casi analitici di studio
- Il Borgo Pirelli sito a Milano
- Il Borgo in relazione alla città (Il contesto urbano- cenni storici e stato attuale; Cenni
storici del quartiere-giardino);
- Analisi delle caratteristiche architettoniche e costruttive dei manufatti edilizi del Borgo
Pirelli;
- I paramenti esterni: caratteri architettonici e figurativi;
- Gli alloggi: caratteri distributivi ed articolazione degli spazi;
- Sistemi degli ingressi;
- Organizzazione delle aree destinate ai servizi e ai disimpegni;
- Le aree pertinenziali: consistenza e caratteristiche;
- Analisi strutturale;
- Analisi delle finiture (Le pavimentazioni, Rivestimenti verticali, Soffitti, Serramenti);
- Analisi dello stato di degrado e di conservazione delle strutture architettoniche del
Borgo Pirelli;
- Osservazioni sullo stato di degrado dei paramenti esterni (Alterazione cromatica,
Deposito superficiale, Erosione, Fessurazioni e fatturazione, Mancanze e lacune,
Macchie, Presenza di vegetazione, Stuccature -presenza di incoerenti-,
Superfetazione);
- Borgo Pirelli:le ragioni della scelta di un edificio campione sul quale applicare
l’istruttoria procedurale messa a punto;
- Restauro del moderno, innovazione tecnologica e risparmio energetico;
- La scelta del “Villino” di via Sacchetti 31;
- Diagnosi Energetica dell’unità abitativa e proposte di intervento; Bibliografia sintetica
sul Borgo Pirelli
- Edificio a Torre sito a Cernusco sul Naviglio
- Analisi del contesto;
- Descrizione dell’edificio;
- Diagnosi Energetica dell’unità abitativa;
- Incremento prestazionali;
- Incremento prestazionale
- Quattro edifici residenziali siti in via Beroaldo e Ungarelli in Bologna
C. Innovazione a livello di materiali
- I parametri relativi alle prestazioni termiche;
- Aspetti ecologici, sanitari, materie prime e ciclo di produzione;
- Isolamento acustico;
- Altri requisiti;
- Individuazione delle tipologie e delle famiglie di materiali che possono concorrere a
raggiungere il target prestazionale ed elenco tipo di materiali;
- Le Murature;
- Il vetro;
- Materiali impermeabilizzanti
D. Innovazione a livello di componenti e sistemi impiantistici
- Introduzione;
- Generatore di calore;
- Impianto: caldaia a temperatura scorrevole;
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-
Regione Lombardia
Impianto: caldaia a condensazione;
Impianto: caldaia ad idrogeno;
Impianto: pompa di calore;
Pompa di calore geotermica;
Pompa di calore a gas (ghp);
Ghp a recupero diretto;
Ghp a recupero indiretto;
Impianto: pannelli solari termici;
Collettori piani vetrati;
Pannelli in materiale plastico;
Collettori sottovuoto;
Impianto: micro-cogenerazione;
Impianto: teleriscaldamento;
Impianto: recuperatore di calore dall’aria viziata;
Impianto: pannelli radianti;
Impianto: sistema di regolazione;
Impianto: fotovoltaico;
Schede riassuntive per gli impianti
E. Innovazione a livello di sistemi di controllo e gestione
- Descrizione generale;
- Vantaggi ed esempi applicativi
F. Implicazioni nel rapporto con l’utenza
G. Aspetti economici
- Considerazioni sui costi derivanti da gestione del patrimonio;
- Studi, dati bibliografici, casi di studio;
- Caso studio analitico per una nuova realizzazione
Conclusioni: innovazione, recupero della tradizione
1. Criteri generali (Rispetto dei limiti di consumo; Comportamento dell’utenza; Durabilità dei
componenti edilizi)
2. Progettazione di nuovi edifici (Controllo di elementi architettonici; Forma dell’edificio;
Orientamento dell’edificio; Ombreggiamento; Finestrature; Controllo del Sistema
Costruttivo; Isolamento dell’involucro; Soluzioni impiantistiche; Integrazione impiantiarchitettura; Uso di energie alternative)
3. Interventi di riqualificazione degli Edifici Esistenti (Controllo di elementi architettonici;
Forma dell’edificio; Orientamento dell’edificio; Ombreggiamento, Finestrature, Controllo del
Sistema Costruttivo; Isolamento dell’involucro; Soluzioni impiantistiche; Integrazione
impianti-architettura; Uso di energie alternative)
4. Costi per l’efficienza energetica dei fabbricati (Costi di investimento e di esercizio;
Valutazioni su casi – studio)
Glossario
Bibliografia
Sintetico elenco ragionato dei siti dedicati al risparmio energetico
Occorre precisare che per facilitare eventuali approfondimenti tematici tra le parti, mantenere tutti
i rimandi interni ai testi e agevolare la parametrazione tra quanto qui riportato e ciò che è
contenuto nella relazione finale, si è deciso di presentare i differenti capitoli con la numerazione e
la nomenclatura originaria. I testi qui riprodotti, pertanto, presentano alcuni salti nella
numerazione dei capitoli determinata da scelte editoriali e di selezione.
Si pongono, infine, qui di seguito le conclusioni presentate nel Rapporto finale, congiuntamente
elaborate da entrambi i gruppi di ricerca, di Milano e di Bologna, relative sia alle problematiche di
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
recupero del patrimonio edilizio esistente, implicanti pertanto la sua tutela e valorizzazione oltre
che i necessari processi innovativi, sia alle problematiche della nuova edilizia investita
pienamente dai processi innovativi.
Conclusioni
1. Criteri generali
Dall’ampia panoramica di letteratura esaminata durante il corso della ricerca, si evince con
chiarezza che sussiste un collegamento stretto tra comfort, salubrità, assenza di elementi
inquinanti nelle abitazioni e consumo energetico controllato. Qualche protocollo per la
certificazione energetica ritiene il consumo energetico parametro di misura per una valutazione
complessiva di qualità della costruzione. Potrebbe apparire una forzatura, oltre che una
concessione all'attuale marcata sensibilità per le soluzioni progettuali e costruttive che mirano al
risparmio energetico, ma è giusto osservare che esiste una relazione concreta fra i due obiettivi
(qualità e risparmio di energia).
Sulla scorta di questa logica però, i requisiti di prestazione che siano definiti principalmente come
valori di abbattimento del consumo energetico, possono risultare riduttivi ed inadeguati,
soprattutto se basati su costose scelte di materiali innovativi o su comportamenti degli utenti al
limite del ragionevole utilizzo del fabbricato.
Occorre quindi, come sempre, considerare il problema in tutti i suoi aspetti, evitando che nelle
soluzioni prospettate come virtuose, si creino situazioni non confortevoli od insalubri, incompatibili
con il concetto di qualità abitativa reale.
Per questo motivo le linee guida che dalla ricerca sviluppata emergono, vengono formulate
elencando criteri generali, che si possono poi dettagliare in specifiche problematiche, sia riferite
ad interventi su un patrimonio edilizio esistente, sia che caratterizzino progetti di nuove
costruzioni.
1 - CRITERI PER INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE, VALIDI ANCHE
PER IL PROGETTO DI NUOVI EDIFICI:
1.1. Rispetto dei limiti di consumo
Sono indicati dalla legge ora in vigore e costituiscono quindi i veri termini di riferimento per
valutare eventuali prestazioni migliorative e sostenibili in termini di costo-beneficio. Nell’allegato C
del D.Lgs n. 311 del 2006 sono infatti riportati i nuovi limiti nazionali di consumo di energia
primaria per riscaldamento (kWh/m2 anno) in funzione del rapporto superficie/volume dell’edificio
e della zona climatica.
La regione Lombardia nel suo Decreto della Giunta Regionale del 26 giugno 2007 - n. 8/5018 ha
recepito tali valori estendendoli fin d'ora, a quanto richiesto dalle norme nazionali per l'anno 2011.
Il rispetto dei limiti di consumo previsti dalla normativa vigente viene influenzato da diversi aspetti
tra i quali si possono annoverare come elementi privilegiati i requisiti dell’involucro ed il
controllo della ventilazione. La riduzione dei consumi si caratterizza infatti attraverso qualità e
prestazioni legate a queste fondamentali componenti.
Per quanto attiene all’involucro, il basamento, le pareti verticali e le coperture (valutati nelle loro
varianti opache e trasparenti) sono quindi elementi chiave per raggiungere l’obbiettivo desiderato
di alta prestazione energetica del fabbricato. Caratteristica positiva e non trascurabile è poi quella
che lega un buon isolamento termico dell’involucro, ad un adeguato isolamento acustico rispetto
all'esterno del fabbricato3.
Il sistema Minergie®, che la ricerca ha assunto come principale riferimento nella stesura delle
linee guida, indica poi come fondamentale, il requisito di ventilazione controllata, affiancata ad
3
Questo aspetto, oggi regolamentato da norme specifiche per le costruzioni, concorre sicuramente a definire la
qualità della struttura architettonica e segnala una sinergia fra prestazioni richieste garantendo scelte costruttive
coerenti e senza interferenze negative nelle tecnologie adottate.
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Regione Lombardia
un sistema con recupero di calore. Questa scelta introduce però un elemento progettuale che
potrà portare a discussioni e valutazioni anche contrastanti (perché di norma l’aerazione dei locali
di residenza è attuata tramite l’apertura diretta delle finestre e non tramite automatismi di
impianto). Del resto, una ventilazione affidata totalmente al buon comportamento dell’utenza,
provoca, se male utilizzata, una dispersione molto significativa di calore. Questa alea sui risultati
conseguibili, nell’ambito dei nuovi regimi di contenimento energetico viene quindi considerata con
molto sospetto.
A nostro avviso, senza negare la possibilità di ventilare tramite controllo diretto delle aperture da
parte dei residenti, la predisposizione di un impianto automatico che garantisca i ricambi minimi di
legge può costituire una buona valvola di sicurezza per il controllo di volumi sempre più ermetici.
Questa scelta, ovviamente, è da privilegiare quando sia possibile tenerne conto fin dalla prima
fase di progettazione, in modo da poter superare alcuni dei limiti di realizzazione dell’impianto
(rumorosità, sistemazione delle canalizzazioni, accessibilità dei filtri, ecc.).
1.2. Comportamento dell’Utenza
Valutando la possibilità di una “educazione al risparmio” degli utenti di fabbricati progettati per
un’ottimizzazione energetica, è da esplorare la qualità dei riscontri economici ottenibili nella
gestione dei fabbricati stessi.
Il comportamento virtuoso dell'utenza, fattore che come è noto possiede un’alta
indeterminazione, è operabile infatti solo a fronte di una specifica ed efficace campagna
informativa e di controllo.
Aspetto preliminare ma necessario per incentivare il risparmio desiderato, è quello di garantire un
ritorno economico personalizzato alla singola utenza (che comporta la necessità di misurare
l’entità dei singoli consumi e di ripartirne proporzionalmente la spesa).
Tale modalità di riparto dei consumi consente di sensibilizzare adeguatamente l’utenza,
inducendola a porre maggiore attenzione, nel controllo del consumo familiare. In particolare il
comportamento da suggerire riguarda alcuni aspetti significativi:
- apertura delle finestre per ventilazione;
- regolazione del funzionamento degli impianti da riscaldamento e raffrescamento;
- utilizzo controllato della produzione di acqua calda per uso domestico;
- installazione di elettrodomestici a basso consumo.
Apertura delle finestre per ventilazione
Una loro apertura poco controllata, rischia di vanificare il guadagno energetico ottenuto da un
significativo isolamento dell’involucro e da un impianto di ventilazione e riscaldamento
dimensionati di conseguenza. La possibilità di aprire le finestre può comunque essere garantita,
specie per la ventilazione in stagioni intermedie poiché il comfort climatico di un edificio è
determinato anche dalla qualità dell'aria
Regolazione del funzionamento degli impianti da riscaldamento e raffrescamento
Utilizzando timer in grado di azionare i dispositivi nelle fasce orarie opportune, si può garantire
una diminuzione degli sprechi energetici. E’ consigliato infatti mantenere la temperatura interna
dell’abitazione ai 20°C, solamente durante le ore diurne di reale occupazione, si possono
ottenere significativi risparmi poiché, per un solo grado di aumento di temperatura interna i
consumi crescono di circa l’8%.
Utilizzo controllato della produzione di acqua calda per uso domestico
Le quantità di acqua utilizzate per l’igiene personale o per il lavaggio di abiti e stoviglie, sono
estremamente variabili, tuttavia si può stimare per il solo riscaldamento di acqua sanitaria, un
consumo medio di circa 4.500 KWh, in un nucleo familiare composto da quattro persone4. Poiché
si tratta di un consumo significativo, ogni attenzione a ridurlo o quanto meno a non aumentarlo
produce un significativo risparmio.
4
Dato riferito a valori riscontrati nelle città di Torino, Roma e Bari, indagine “EcoRete”.
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Anche la normativa nazionale appare sensibile a questo aspetto, tanto che nell’allegato I, comma
12 del D.Lgs. n. 311/2006, è chiaramente espresso l’obbligo di utilizzo di fonti rinnovabili per
coprire il 50% (20% nei centri storici) del fabbisogno annuo di energia primaria per il solo
riscaldamento dell’acqua domestica.
Installazione di elettrodomestici a basso consumo
L’utilizzo di elettrodomestici, ormai molto diffuso, che comporta un impiego quasi esclusivo di
energia elettrica (energia molto pregiata in ragione della sua produzione) indica una doverosa
attenzione alla riduzione dei consumi in questo specifico settore. Analogamente, come già
espresso nel capitolo B6, occorre privilegiare anche dispositivi di illuminazione durevoli nel tempo
e a basso consumo5. A titolo di esempio, si è osservato che se le città utilizzassero la tecnologia
a led per l'illuminazione pubblica (più costosa in termini di installazione, ma molto vantaggiosa
per la manutenzione) si risparmierebbe ogni anno l'energia equivalente a 14 milioni di barili di
petrolio, con grande beneficio per l’ambiente. Si stima infatti che le applicazioni dell'illuminazione
da led con linee elettriche a bassa potenza potrebbero ridurre la domanda di energia del paese
per una potenza complessiva pari a quella di due centrali elettriche.
1.3. Durabilità dei componenti edilizi
Determinare con un sufficiente grado di approssimazione la durata di vita di un organismo edilizio
non è sempre un facile obiettivo da raggiungere, dal momento che sono diversi i parametri che
entrano in gioco nel bilancio complessivo; certo è che la buona qualità dei materiali da
costruzione riveste sicuramente un importante ruolo, classificandosi come una garanzia di
risparmio economico nel tempo, in grado di ridurre eventuali costi di manutenzione o sostituzione
per elementi ammalorati di posa relativamente recente rispetto alla vita del fabbricato.
La durabilità dei componenti edilizi infatti è un fattore talmente sensibile, da essere oggetto di una
specifica norma UNI 11156, “Valutazione della durabilità dei componenti edilizi”, la quale indica il
comportamento nel tempo dei componenti edilizi quando sottoposti all’influenza degli agenti
specifici previsti nella fase di esercizio.
Recependo alcuni aspetti della direttiva ISO 15686 “Buildings and constructed assets. Service life
planning”, quadro generale a livello internazionale in merito alla valutazione della vita utile di un
edificio, la UNI 11156 definisce la vita utile del singolo componente (Service life) come il periodo
di tempo che intercorre tra la prima posa e il momento in cui l’elemento tecnico non è più in grado
di garantire i livelli prestazionali richieste, considerando un livello di manutenzione minimo
durante il periodo di uso e gestione dell’organismo edilizio6.
Nello specifico ambito di questo studio, garantire un funzionamento costante delle caratteristiche
prestazionali dell’involucro permette, come facilmente immaginabile, di prolungare nel tempo i
vantaggi del contenimento energetico previsto in fase di progettazione.
2. PROGETTAZIONE DI NUOVI EDIFICI
2.1 Controllo di elementi architettonici
2.1.1 Forma dell’edificio
È noto da sempre che la compattezza dei volumi di un fabbricato incide fortemente sulle sue
dispersioni termiche in quanto la superficie dell'involucro condiziona le trasmissioni di calore
verso l’esterno.
5
6
La durata di una lampada infatti è un fattore importante da considerare. Una lampada ad incandescenza, ad
esempio, ha una durata media di utilizzo di 1000 ore. Essa raddoppia a 2000 ore per una lampada alogena, e
raggiunge il picco di valore con le fluorescenti, in media 8000 ore. All'interno di questa categoria è comunque
necessario distinguere tra le lampade fluorescenti ad alofosfati (6000 ore) e quelle a trifosfori (12000 ore). Ad
affermarlo sono gli stessi produttori mondiali come Osram e Philips, da “Il salvagente” - Settimanale dei diritti, dei
consumi e delle scelte, 9 marzo 2006.
Sia la ISO 15686 che la norma UNI 11156, infine, introducono anche il termine di Design Life o vita utile di
progetto, indicante la “vita utile che il progettista pone come obiettivo, in termini di durata, del suo progetto” (fonte:
Wikipedia.it).
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Regione Lombardia
Questo aspetto definisce un importante coefficiente del fabbricato, che viene detto appunto “di
forma”, la cui ottimizzazione aumenta le prestazioni energetiche, consentendo un risparmio che
può raggiungere il 40% del calore disperso. Il coefficiente risulta strettamente legato alla tipologia
del fabbricato (schiera, linea, torre) e dipende quindi anche delle scelte di Piano Particolareggiato
oltre che dalla progettazione architettonica finale.
La legge attuale (si veda a tal proposito quanto espresso nei capitoli B1 e B5) tiene conto di
questo fattore in un modo particolare e, forse anche nella prospettiva di non limitare
eccessivamente le soluzioni formali di progetto, consente un consumo annuo di energia primaria
più elevato a quegli organismi edilizi che risultano possedere più superficie disperdente (e quindi
un peggior coefficiente di forma). La qualità del coefficiente quindi non consente di lucrare un
risparmio sulla qualità di isolamento termico dell’involucro (riducendosi, con il migliorare del
coefficiente, la quantità consentita di consumo annuo di energia primaria) ma resta condizione
necessaria per ottimizzare consumi e prestazioni del fabbricato.
La scelta progettuale di questo parametro quindi, a parità di zona climatica, resta decisiva sia per
i risparmi di costo di costruzione sia per l’efficienza energetica complessiva.
2.1.2 Orientamento dell’edificio
Altra considerazione nota da sempre ai progettisti, è che una significativa percentuale di
risparmio sul consumo invernale si può ottenere anche mediante un orientamento oculato dei
locali di appartamento. Essa dipende, ovviamente, anche dalla tipologia degli alloggi interni al
fabbricato oltre che dal suo orientamento complessivo. Oggi questo vantaggio si realizza in
prevalenza sfruttando uno sviluppo dell'alloggio con fronti affacciati sud-nord. Tale vantaggio è
documentabile in particolare quando le finestre esposte a sud non sono ombreggiate in inverno e
riescono in tal modo a garantire un adeguato apporto di energia solare nel periodo freddo.
L’ombreggiamento dovrebbero essere garantito invece nel periodo estivo, per evitare ai locali
(dotati per la circostanza prima descritta, di ampie finestrature a sud) un surriscaldamento
indesiderato nel periodo caldo.
Si può osservare in generale che adeguate valutazioni sulle scelte di forma ed orientamento del
fabbricato, sviluppate in fase di progetto preliminare, di fatto consentono di ottimizzare il
contributo dell'energia disponibile nel contesto e di contribuire alla riduzione dei costi di gestione
dell'intervento.
Sempre in relazione al controllo dell’energia solare, le distanze tra edifici contigui (o all’interno
dello stesso lotto) dovrebbero essere anche tali da garantire nel periodo estivo un ragionevole ed
adeguato ombreggiamento di facciata, limitando il più possibile l’effetto “isola di calore” a livello di
comparto7.
Risulta quindi in generale che l’orientamento che privilegia l’esposizione a sud di buona parte
delle superfici disperdenti (asse del fabbricato in direzione est-ovest), combinato ad una scelta
tipologica di volume compatto, consente di limitare il fabbisogno di energia primaria per il
riscaldamento e la climatizzazione estiva. La scelta di questo tipo di orientamento risulta anche
interessante per un ulteriore motivo: lo sviluppo di metà della superficie di copertura inclinata a
sud, consente anche di integrare soluzioni impiantistiche che sfruttano l’energia solare.
2.1.3. Ombreggiamento
L’analisi del soleggiamento e dell’ombreggiamento esistenti di un sito, risulta sempre utile a
garantire un corretto orientamento dell’edificio da progettare, oltre che per l’adozione di eventuali
sistemi solari passivi o attivi disegnati esplicitamente per la protezione o il guadagno di energia.
L’ombreggiamento dell’area in cui insediare il fabbricato può essere infatti condizionato dalla
conformazione naturale, dal verde o dall'edificato.
7
Il panorama urbano della città è sovente caratterizzato da una buona estensione delle superfici asfaltate ed
edificate, con spazi verdi normalmente poco estesi e ben confinati. Questi fattori se sommati al carico del traffico,
alla possibile prossimità di aree industriali, all’utilizzo del riscaldamento domestico, portano a un aumento generale
della temperatura media annua cittadina con sensibili modifiche al comportamento locale meteorologico. Tale
effetto viene comunemente indicato con il termine di isola di calore.
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
A questa analisi si affianca quella che consente di conoscere le condizioni di illuminamento
naturale, valutazione che costituisce anche una verifica delle condizioni di salubrità interne. Oltre
a questo è da considerare la struttura fisica del fabbricato stesso che può generare ombre
opportune (o inopportune in rapporto al periodo invernale od estivo) su se stesso ed in special
modo sulle proprie aperture vetrate. Si può vedere dunque che una soluzione generale ottimale
non esiste, ma che essa dipende da scelte complessive attente a considerare tutti gli aspetti del
problema. Il controllo analitico di questo aspetto (come esplicitato in particolare nel capitolo B4) è
ben risolto da specifici software, che sono da utilizzare in fase di progetto preliminare e definitivo.
I programmi8 in grado di ottimizzare le superfici di frangisole e di analizzare i migliori effetti di
schermatura solare ottenibili in periodi ben precisi dell’anno, operano mediante stesura di
assonometrie solari e grafici legati alla posizione geografica, sono di estremo ausilio per il
progettista.
2.1.4. Finestrature
L’impiego dell’irraggiamento solare attraverso le finestre rientra tra le misure efficaci rese
disponibili da una corretta scelta della struttura architettonica del fabbricato ed è da sempre
auspicato dalle normative e dai regolamenti edilizi comunali. Gli ambienti con finestre ampie e
con buona esposizione risultano infatti luminosi ed accoglienti mentre consentono di ridurre il
periodo di riscaldamento. Ciò implica un consumo minore di energia per il riscaldamento
invernale, anche se è poi indispensabile adottare alcuni accorgimenti per rendere questo apporto
efficace e non negativo sia per quanto attiene alle loro caratteristiche di coibenza termica, sia per
la quota di energia accumulata in primavera ed estate, quando l’irraggiamento solare è più forte e
la richiesta di calore più limitata9.
Tralasciando gli aspetti tecnologici relativi alle aperture vetrate (che possono consistere in
caratteristiche meccaniche o di materiali componenti, in grado di influenzare significativamente il
loro comportamento termico ed il loro costo), si pongono comunque al progettista sia il problema
del loro orientamento, sia quello del loro ombreggiamento, in rapporto anche alla loro effettiva
estensione. Si è valutato che il maggior beneficio (invernale) si ottiene con finestrature a sud non
ombreggiate10 mentre in caso di finestre ombreggiate da elementi permanenti, naturali od
artificiali, l’efficacia aumenta per quelle esposte ad est o ad ovest.
Per quanto riguarda la climatizzazione estiva, il caso delle finestre a sud ha dimostrato di poter
essere trattato efficacemente con ombreggiamento indotto tramite apparati mobili.
Studi più dettagliati, hanno poi affiancato il guadagno di energia ottenuta dall'irraggiamento
solare, alle caratteristiche di isolamento possedute dai vetri utilizzati.
Un ulteriore aspetto, spesso trascurato, riguarda la progettazione specifica delle intelaiature. Una
ridotta incidenza dell’estensione dei telai rispetto ad una data apertura, comporta infatti sia un
risparmio di costo, sia una migliore prestazione energetica dell'intero infisso.
L’ermeticità delle finestrature (auspicata da molti protocolli di certificazione) costituisce un
ulteriore elemento di qualificazione energetica, anche se costringe in modo particolare a
sviluppare una attenta strategia per la ventilazione degli alloggi.
Non si può prescindere infine dal problema dei ponti termici che tali elementi presentano e che gli
infissi moderni hanno in buona misura dimostrato di risolvere con l’introduzione di elementi
isolanti di taglio termico.
8
9
10
Nella fattispecie, si rileva che il software Ecotect (vedasi capitolo B4) possiede un modulo specifico per la
valutazione delle assonometrie solari ed il calcolo della percentuale di ombreggiamento delle differenti superfici
dei fabbricati.
Occorre utilizzare materiali permeabili al calore, per assicurarne l’accumulo e privilegiare le pavimentazioni chiare
aiuta a non incentivare il surriscaldamento nei punti di irraggiamento diretto ed a riflettere il calore ed a distribuirlo
nell’ambiente.
L'entità del risparmio ottenibile dipende naturalmente anche dal fattore climatico, quindi dalle caratteristiche
stagionali legate all’ambito geografico.
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2.2 Controllo del Sistema Costruttivo
2.2.1. Isolamento dell’involucro
Il ruolo dell’involucro del fabbricato è da tutti riconosciuto centrale per la realizzazione di un buon
isolamento termico dello stesso. Perché esso sia in grado di isolare correttamente gli ambienti,
deve presentare caratteristiche precise, riferite all’interazione dei differenti materiali che lo
compongono.
Dai dati esposti (capitolo B5 e C) si osserva che i materiali sintetici, a parità di spessore coibente,
sono più performanti nel periodo invernale, oltre che più economici di quelli naturali,11 anche se a
discapito della sostenibilità complessiva del pacchetto costruttivo.
I materiali isolanti naturali d’altro canto conferiscono al pacchetto maggiori proprietà inerziali, a
parità di spessore, grazie all’elevata densità che li caratterizza e risultano quindi più performanti
nel periodo estivo, quando maggiore risulta l’irraggiamento solare. Una evidenza generale
riguarda alcuni materiali costruttivi di largo utilizzo (il cemento armato e l’acciaio ad esempio).
Essi possiedono uno scarso potere isolante e, nel caso in cui la barriera tra interno ed esterno sia
costituita solo da questi materiali, la protezione termica risulta sempre di scarso valore. Questa
caratteristica di conducibilità, quando anche sia concentrata nelle sole parti strutturali, genera il
tipico effetto di ponte termico che deve pertanto essere ben controllato (l’esempio più immediato
è costituito da un pilastro inserito in modo passante in una muratura).
Più in generale, laddove vi siano parti con spessore ridotto, vi è sempre una significativa
dispersione di calore (è il caso, ad esempio, delle finestre12). Le soluzioni disponibili per ovviare a
questi inconvenienti prevedono l’uso di materiali con spiccate qualità isolanti, in modo da
ottenere, anche con relativamente piccoli spessori, una buona resistenza termica e quindi una
bassa trasmittanza dei componenti. Questi isolanti, generalmente molto fragili, di norma non
consentono di essere posti in opera senza adeguata protezione e necessitano di essere coperti
sia con intonaci di normale consistenza sia con rivestimenti più qualificati. Spesso la natura del
ponte termico (ad esempio quella dei balconi) comporta soluzioni più complesse, introducendo
extracosti pesanti, tanto che in alcuni casi, la correzione dei ponti termici può risultare più
onerosa del resto dell’isolamento dell'involucro13.
La ricerca di settore ha sviluppato al riguardo, una particolare attenzione sull’applicazione di
nuovi materiali in edilizia, ma l’edilizia sociale, a motivo della ricerca di bassi costi di realizzazione
e di fattibilità esecutiva e manutentiva semplificata, si presta poco all’utilizzo di materiali innovativi
di involucro, sia dal punto di vista delle materie prime, normalmente caratterizzate da costi
elevati14, sia a motivo delle difficoltà da superare per porli correttamente in opera.
Un’analoga valutazione si presenta anche per le soluzioni a doppia pelle (oggi molto diffuse) che
sono particolarmente utilizzate nelle costruzioni destinate al terziario o a funzioni pubbliche. Nelle
strutture destinate al residenziale i guadagni energetici ottenibili con finestrature di grande
dimensione e ad elevate prestazioni sono importanti infatti, solo se esse risultano ben
dimensionate ed affiancate ad altre tecnologie di contenimento. Il risparmio che se ne ottiene
risulta comunque più ridotto rispetto a quello che si può ottenere con quota parte maggiore di
pareti opache e comporta di contro sovracosti che possono essere elevati.
Lo scenario di riferimento italiano nel settore del residenziale risulta essere fortemente
caratterizzato da tecnologie tradizionali, spesso di valenza locale, dove la massività del
componente d’involucro esterno contribuisce al raggiungimento del comfort termo igrometrico
11
12
13
14
22
Alcune considerazioni sono state fatte con riferimento alla composizione del pacchetto delle pareti opache, in
particolare per la scelta del materiale isolante e della disposizione dei blocchi laterizio, qualora presenti.
Vedasi “Breviario del risparmio energetico in edilizia”, pubblicato da CENTREDIL – ANCE Lombardia Centro
regionale dei costruttori edili lombardi
È questo il punto di contraddizione fra quanti sostengono che l’aumento di isolamento ha una incidenza di costo
modesta e chi invece lo valuta economicamente oneroso.
Si riporta ancora una volta un esempio di questo tipo, rappresentato dai materiali a cambiamento di fase (PCM)
(cfr. capitolo C).
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
interno. A tal proposito infatti alcuni studi sono stati mirati ad una trasposizione dei criteri di
efficienza energetica della casa passiva alle realtà più conosciute degli involucri in muratura
portante “massiva”15.
Dei differenti sistemi di involucro che si sono analizzati durante il corso di questa ricerca, si è
evidenziato come le differenti caratteristiche di ognuno dipendano, oltre che per gli elementi di
base (identificabili nella chiusura esterna, nell’intercapedine e nella chiusura interna), anche dagli
elementi complementari (quali sistemi di compartimentazione, di ventilazione, ecc.) che
innescano fenomeni di natura termofisica (come l’effetto serra e l’effetto camino). In generale,
quando si fa riferimento ad un sistema d’involucro si considerano le caratteristiche complessive
del pacchetto, valutando ai diversi livelli ottenibili di inerzia termica, di isolamento termico e
acustico, di controllo dell’illuminazione interna, di protezione dagli agenti atmosferici, ecc., che
possono essere soddisfatte mediante l’applicazione di singoli strati, ognuno dei quali risulta
funzionale alla definizione di specifici standard.
Sulla base di queste ed altre considerazioni, si sono selezionate una serie di “soluzioni conformi”,
da adottare in rapporto a specifiche considerazioni di progetto e da sviluppare caso per caso,
relativamente alle caratteristiche del luogo e della tipologia edilizia adottata.
Tecnologie costruttive come pareti omogenee realizzate con blocchi termici e intonaco
termoisolante o l’utilizzo di blocchi in laterizio porizzato coibentati dall’esterno mediante pannelli
isolanti applicati a “cappotto”, od ancora murature massicce in laterizio porizzato isolate
esternamente mediante pannelli rivestiti in mattoni faccia vista, si sono rivelati come possibilità
concrete di realizzazione per involucri di buona resa, soprattutto se relazionati a tipologie in linea
dotate di diversi piani.
2.2.2. Soluzioni Impiantistiche
Nel capitolo D si è trattata diffusamente la tematica dell’integrazione degli impianti, (in particolare
di quelli termici) incaricati di fornire all’interno dell’organismo edilizio l’energia necessaria a
compensare quella che esso disperde, per mantenerlo alla temperatura prefissata. In generale su
questo importante aspetto di qualificazione del fabbricato si possono riassumere le seguenti
considerazioni.
Considerando che l’energia necessaria per climatizzare l’edificio risente dei rendimenti (inferiori
all’unità) dei sistemi di distribuzione, regolazione ed emissione (terminali di impianto)16 la
soluzione disponibile e dotata di miglior considerazione per impianti di dimensione normale è
attualmente rappresentata dalla caldaia a condensazione (ad altissimo rendimento) alimentata a
gas naturale. Essa nelle valutazioni di ottimizzazione dei consumi è accoppiata a sistemi che
impiegano fluido termovettore a bassa temperatura (tipicamente quindi i pannelli radianti), e che
possono essere previsti a pavimento (soluzione più frequente fino ad ora) ma anche a parete o a
soffitto17. L’impianto centralizzato (anche a scala di quartiere, se le dimensioni dell’intervento lo
consentono), sposato a sistemi di regolazione e contabilizzazione di tipo individuale
(contacalorie), è senza dubbio la soluzione preferibile per motivi di rendimento energetico,
vantaggi fiscali, etc.18;
La cogenerazione (in grossi impianti a scala di quartiere) risulta vantaggiosa nel caso di
sfruttamento del calore anche in periodo estivo ( si parla in questo casi di trigenerazione). Tale
soluzione però non appare ancora prospettabile sopratutto per l’edilizia di tipo sociale.
15
16
17
18
“Elementi di progettazione tecnologica sostenibile”, di Anna Barozzi, in “Il progetto eco-sostenibile metodi e
soluzioni per la casa è la città”, Clueb 2007
Poichè la potenza consumata dalle caldaia non è totalmente resa all’organismo edilizio (una parte viene
dispersa), è definito rendimento η il rapporto fra la potenza resa e quella consumata.
Le altezze dei fabbricati esistenti di età superiore ai cinquanta anni sono tali da rendere possibile un
adeguamento impiantistico del tipo a pannelli radianti localizzabile all’interno di una intercapedine creata con
adeguato controsoffitto nella quota di altezza che eccede i metri 2,70 attualmente considerati come altezza utile
per la residenza.
In caso di impianti centralizzati di taglia medio-alta o alta risulta particolarmente efficiente il ricorso a soluzioni di
tipo modulare.
23
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In caso di disponibilità e prossimità di rete di teleriscaldamento (ad esempio ad una distanza
minore di 1000 m, come suggerito dalle normative!) in generale va preferita la scelta di
allacciamento, verificandone comunque la sostenibilità tecnico/economica.
La tecnologia della pompa di calore con sonda geotermica, associata a sistemi con fluidi
termovettori a bassa temperatura, merita anch’essa grande attenzione in ragione della sua
elevata efficienza energetica. Per ogni unità di energia primaria infatti (convertita in energia
elettrica dal parco elettrico nazionale) l’impianto a pompa di calore ne fornisce 1,6 unità, mentre
per un impianto termico tradizionale il rapporto è al massimo dell’ordine di 1:1.
I vantaggi associati all’uso di tale tecnologia aumenterebbero in caso di scelta di climatizzazione
estiva19 in quanto sarebbe possibile provvedere sia al riscaldamento che al raffrescamento con
unico impianto (reversibile).
Le pompe di calore con sonda geotermica, a differenza degli impianti con condensatore in aria
(caratterizzati da prestazioni scadenti con temperature dell’aria esterna basse) presentano un
ottimo funzionamento indipendentemente dalla temperatura dell’aria e non richiedono
sovradimensionamenti o impianti di integrazione. Gli extracosti rispetto a impianti tradizionali
presentano tempi di ritorno economico in un periodo di circa 8-10 anni.
2.2.3. Integrazione impianti-architettura
È questa un dimensione del problema di progetto che attiene sia al controllo della qualità
architettonica sia all'efficacia del risparmio di energia. L'integrazione fra soluzione impiantistica e
fabbricato (particolarmente per quelli che utilizzano energia solare) non sempre viene considerata
come condizione di qualità complessiva del fabbricato, sia come rendimento energetico, sia come
pregio architettonico, sia infine come qualità rispetto all’esigenza di manutenzione.
Gli impianti a pannelli solari ad esempio, si prestano bene come fonte energetica per il
riscaldamento dell’acqua calda sanitaria e come integrazione al condizionamento invernale (e
persino estivo). Questo particolare elemento progettuale interferisce con vari elementi
architettonici ed ha quindi un impatto non trascurabile nella ricerca di soluzioni ottimali di
progetto.
L'elemento principale di un impianto solare termico infatti è il collettore, componente visibile
esposto alla luce solare e normalmente installato sulle falde dei tetti o su appositi supporti, in
giardino o su terrazze.
Questo aspetto, insieme a conseguenze legate ad una maggiore riflessività luminosa verso
l’ambiente limitrofo, è da valutare con molta attenzione e costituisce senza dubbio un problema
che sarà necessario affrontare se la nuova normativa in vigore indurrà un diffuso utilizzo di
questo tipo di impianti. L’impatto che le antenne televisive hanno avuto sul deterioramento dello
sky-line delle nostre città, sarà un pallido esempio di quanto potrebbe succedere se si attivasse
una installazione non controllata di tanti pannelli solari.
2.2.4. Uso di energie alternative
L’energia solare è già stata citata come base di impianti innovativi di facile utilizzo. Normalmente
infatti questo tipo di impianto è conveniente dal momento che l’energia prodotta è solitamente
utilizzata per produrre acqua calda sanitaria ad una temperatura di circa 60-70°C, accumulabile in
appositi serbatoi. Il sistema copre in media, il 50% del fabbisogno termico annuale necessario per
la produzione di acqua calda ad uso sanitario e l’intero fabbisogno nel periodo da aprile ad ottobre.
Più diffusamente ci soffermeremo su questo tipo di utilizzi nel capitolo dedicato agli interventi sul
patrimonio esistente, vista la congruità di utilizzo di questo tipo di energia anche per quel caso.
Tra le possibilità di sfruttamento di energie alternative, va anche considerato il teleriscaldamento,
di cui abbiamo già citato alcuni aspetti favorevoli, che può essere considerata per ora fra le più
convenienti fonti di energia non convenzionale. In particolare quando l’energia è resa disponibile,
come fornitura di acqua surriscaldata, proveniente mediante tubazioni da centrali elettriche o da
impianti industriali. Si tratta di calore che in genere andrebbe disperso nell’ambiente ed il cui
19
24
Tale scelta però, come abbiamo già ricordato, risulta normalmente “fuori standard” per l’edilizia sociale.
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
utilizzo rappresenta quindi un vantaggio assoluto20. Analogamente può essere considerata
energia non convenzionale quella fornita da impianti di cogenerazione.
Ancora, anche per le pompe di calore si può parlare di energia non convenzionale sebbene il
processo specifico richieda energia elettrica, un tipo di energia cioè particolarmente pregiata21.
L’impiantistica attuale sta sviluppando molte di queste teoriche opportunità ma si può constatare
realisticamente che le frontiere attuali dell’utilizzo delle energie alternative per la residenza sono
particolarmente rappresentate dall’utilizzo dell’energia solare (termica o fotovoltaica). Tali
impianti, in qualche modo sollecitati esplicitamente dalla nuova normativa, sono infatti al centro
dell’attenzione sia dei tecnici sia degli utenti e le loro varie applicazioni sono già da oggi messe
sotto osservazione in interventi di varia dimensione (vedi capitolo D).
3 RIQUALIFICAZIONE DI EDIFICI ESISTENTI
3.1 Controllo di elementi architettonici
La ricerca ha mostrato come la “qualità architettonica” riferita al tema particolare del contenimento
dei consumi energetici sia una componente di rilievo nella progettazione edilizia. Si è riscontrato (si
veda a tal proposito il capitolo B6) che la tendenza costruttiva indifferenziata di grandi volumi, con
moduli ripetuti, consente a volte economie costruttive ma di contro, in fase di utilizzo, determina
spesso spazi non funzionali, di scarsa qualità architettonica e con conseguenze negative anche in
termini di dispersione di calore e con un non indifferente aumento dei costi di gestione.
La necessità di intervenire su un patrimonio di edilizia esistente, porta quindi a considerare in
un’ottica nuova tecniche di intervento e materiali da costruzione validi, come passaggi
fondamentali per il raggiungimento di un buon livello di prestazione energetica.
La riqualificazione dell’involucro, elemento chiave per il contenimento attivo del calore in inverno
e per offrire riparo dal calore estivo, costituisce il punto centrale degli interventi da progettare…
3.1.1. Forma dell’edificio
Sul patrimonio esistente, interventi di modifica della forma dell’edificio sono possibili solo in rari
casi di ristrutturazione complessiva.
Nella normalità degli progetti si tratterà quindi di verificare la condizione del coefficiente di forma
esistente a cui, come da norma, occorrerà riferire la qualità dell’isolamento da realizzare per il
fabbricato, in rapporto ai limiti di isolamento prescritti ed alla classe che si vorrà raggiungere.
Il Coefficiente di Forma è quindi, anche in questo caso, parametro importante22, la cui
consistenza può di fatto consentire un risparmio generale.
3.1.2.. Orientamento dell’edificio
Anche in questo caso la scelta risulta già attuata e non modificabile se non, eventualmente per
quanto attiene le singola porzioni del fabbricato, la sua evoluzione tipologica e distributiva.
Va considerato che fino ad una certa epoca, la tradizione progettuale esprimeva una sostanziale
attenzione al problema dell’orientamento del fabbricato, eventualmente privilegiando (dove le
scelte urbanistiche lo rendevano possibile) la disposizione secondo l'“asse eliotermico”.
Negli interventi di riqualificazione questo aspetto può essere valorizzato, ma resta il fatto che le
scelte strategiche da attuare riguardano il problema dell’utilizzo dell’energia solare accumulabile
in ragione delle condizioni geometriche già esistenti con un eventuale possibile intervento sulle
destinazioni d’uso dei locali e di assetto dell’alloggio.
20
21
22
Per un edificio, il vantaggio consiste in un contributo di calore fornito alla caldaia, con economia sulla potenzialità
dell’impianto e manutenzione.
All’estero sono già oggi proposti kit progettati anche per l’impianto di case unifamiliari. Sembra quindi che vi sia
una clientela disposta ad un investimento da recuperare nel tempo Conti economici sviluppati indicano un tempo
di ritorno dell’investimento di pochi anni, che diminuiscono ulteriormente nel caso di impianti di grandi dimensioni,
con punte di assoluta convenienza teorica nel caso la fonte di calore sia l’acqua od il terreno. Una condizione
necessaria però, è la disponibilità di adeguata potenza elettrica.
Parametro necessario all'individuazione dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale,
espresso in kWh/m3 anno.
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3.1.3. Ombreggiamento
L’orientamento, l’assetto distributivo e la tipologia di un fabbricato esistente sono elementi
costituenti un datum non modificabile. Ciò nondimeno, nel corso della ricerca sono state
evidenziate alcune soluzioni per la protezione da energie da irraggiamento indesiderate (come
l’ombreggiamento del fabbricato, in particolare come aiuto al condizionamento estivo dello stesso).
Ancora una volta è stato possibile fare riferimento a software dedicati, per poter dimensionare
correttamente i sistemi di ombreggiamento applicabili a finestre o più in generale ad aperture già
esistenti. Intervenire sull’ambiente costruito, sebbene vincolato normativamente come già esposto,
significa valutare tra le altre cose come modificare e, più in generale, come intervenire sugli aspetti
energetici indotti dalla luminosità ambientale presente. Il controllo dell’albedo23 ad esempio, della
pavimentazione degli spazi pubblici (strade, marciapiedi, parcheggi, ecc.) deve permettere la
riduzione delle temperature superficiali con effetti sul comfort esterno e sulla riduzione dei carichi
solari nel condizionamento degli spazi chiusi limitrofi. La semplice scelta di materiali ad elevato
albedo per la realizzazione delle superfici urbane deve essere effettuata nella direzione della
riduzione delle temperature delle superfici e sui carichi di raffrescamento garantendo nel contempo
effetti sul comfort e benessere delle persone (evitare gli sbalzi termici freddo interno-caldo
esterno). Il ricorso al verde non può avere soltanto un valore decorativo, ma deve essere
progettato e dimensionato in modo da produrre effetti sul microclima dell'area, mitigando i picchi di
temperatura estivi e consentendo un ombreggiamento utile nel controllare l'irraggiamento solare
diretto sugli edifici e sulle superfici circostanti durante le diverse ore del giorno.
3.1.4. Finestrature
L’aerazione normalmente immaginata nella residenza è quella attuata tramite l’apertura delle
finestre. Una tale ventilazione, oltre che risultare totalmente affidata al comportamento
dell’utenza, provoca una dispersione di calore significativa, che nell’ambito dei nuovi regimi di
contenimento energetico può essere controllata. Nelle abitazioni convenzionali tale dispersione
corrisponde all’incirca alla metà del contributo energetico delle perdite subite, alle quali vengono
sottratti gli apporti solari diretti, mentre nelle abitazioni con involucro dotato di una buona
coibentazione, essa risulta circa uguale al valore globale di trasmissione totale del calore24.
Per questa ragione ad esempio il protocollo Minergie®, già più volte citato, propone
correttamente di considerare come una costante di intervento la realizzazione di un impianto di
ventilazione con recupero di calore.
In seguito a queste considerazioni è importante considerare le caratteristiche del sistema di
riscaldamento e ventilazione (centralizzato o individuale), per cui sono decisive sia le condizioni
generali esistenti del fabbricato sia le esigenze manifestate dai condomini.
All’impianto di ventilazione con recupero di calore sono però associati alcuni problemi, che
condizionano non poco la scelta, tra i quali: 1 - l’esigenza di un adeguato livello di
insonorizzazione per i canali d’aria principali, oltre al dimensionamento degli stessi in modo da
avere una ridotta velocità del flusso d’aria (con una velocità massima del flusso di 2,5 m/s, o
meglio ancora di 2,0 m/s); 2 - la pulizia periodica dei filtri (con un ciclo di almeno due volte
all’anno.) che comporta di avere i canali dell’aria, le scatole di distribuzione e i silenziatori
facilmente accessibili.
3.2 Controllo del Sistema Costruttivo
3.2.1. Isolamento dell’involucro
Per realizzare un buon isolamento dell’involucro di edifici esistenti, la tecnica del rivestimento
esterno a cappotto per le pareti opache, presenta molti aspetti positivi . Esso non richiede una
camera d’aria e si può quindi eseguire direttamente sulla muratura esistente se di consistenza e
spessore adeguati L’intervento che ne deriva, non risulta troppo invasivo anche se presenta, nel
23
24
26
Un’esplicita definizione di albedo è inserita nel glossario alfabetico presente a conclusione della ricerca.
Nel capitolo B6 è presente una valutazione quantitativa per queste considerazioni in grado, mediante l’utilizzo di
grafici, di esporre con maggiore precisione tali bilanci energetici.
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
caso di rilevanti spessori di isolante, alcuni problemi in termini di distanze dai confini e rifinitura di
aperture esistenti.
Il grande vantaggio di questa tecnica è che la funzione isolante, affidata al rivestimento esterno
che ricopre tutta la superficie, annulla gran parte dei ponti termici esistenti25.
Per l’esecuzione in cantiere vengono usati molti i tipi di isolante normalmente posabile sotto
forma di pannello rigido di adeguata consistenza26. Per le norme nazionali in vigore negli anni ‘90
lo strato isolante doveva essere di circa 3-5 cm, mentre ora, per rientrare nei limiti di legge
vigenti anche in Lombardia, occorre considerare spessori molto maggiori. La finitura dello strato
isolante viene realizzata normalmente con un “rasante” (previa applicazione di una rete di
ancoraggio) che sostituisce il tradizionale intonaco.
Non pochi costruttori hanno nei confronti del sistema esposto alcune riserve, rivolte alla potenziale
fragilità della facciata esterna e conseguentemente alla sua durabilità (un tale rivestimento infatti
non avrà mai la resistenza di un laterizio a vista o di un intonaco tradizionale ben eseguito).
Per quanto attiene agli infissi esterni, al fine di rispettare i requisiti fissati dalle normative nazionali
e regionali, la loro scelta dovrebbe essere orientata su parametri che considerino:
• minimo rapporto superficie telaio/superficie vetrata (dipendente dai valori normativi vigenti);
• scelta di vetri camera (doppi o tripli) ed eventualmente riempiti con gas speciali;
• scelta del materiale dei telai a minore trasmittanza e/o telai con dispositivi di taglio termico;
• possibilità di aggiungere un secondo infisso esterno, creando così una camera d’aria
protettiva.
3.2.2. Soluzioni Impiantistiche
Per gli edifici esistenti, nella grande maggioranza dei casi la riqualificazione energetica può
prevedere la sostituzione degli impianti termici, quando obsoleti e poco efficienti, con nuovi
impianti ad alto rendimento. Più difficoltoso in questi casi, risulta un intervento radicale che
interessi anche gli impianti di distribuzione e i terminali di emissione (a meno di non considerare
la soluzione proposta al paragrafo 3.1.4).
Il passaggio ad esempio a sistemi con fluidi termovettori a bassa temperatura e pannelli radianti
quali terminali, oppure da impianti autonomi ad un unico impianto centralizzato o infine un
cambiamento di combustibile (da gasolio a gas naturale) sono soluzioni quasi sempre molto
onerose. Tutti questi interventi sono caratterizzati tuttavia da ricadute positive in termini energetici27.
La sostituzione della caldaia progettata successivamente alla realizzazione di interventi
sull’involucro edilizio, consente di poter valutare un impianto di potenza inferiore a quella
originale, con ulteriore risparmio di investimento e di consumi.
È importante sottolineare che la sostituzione di impianti di 15-20 anni di età si rende opportuna (e
a volte necessaria) per ragioni di sicurezza prima ancora che di risparmio energetico.
Nella sostituzione del generatore di calore poi, la principale alternativa oggi disponibile sul
mercato e quella tra una caldaia a condensazione ed una ad alto rendimento. Come è noto, nel
caso di una caldaia a condensazione i rendimenti risultano essere tanto più elevati quanto più è
bassa la temperatura di funzionamento dei corpi riscaldanti (pannelli radianti).
In tal senso, va considerata attentamente la possibilità di sfruttare le elevate altezze interne dei
vani presenti in molti edifici esistenti, per realizzare pannelli radianti a soffitto, soluzione
impiantistica di più semplice realizzazione rispetto all’intervento su pavimento o parete.
Come esemplificazione si riporta nel seguito un diagramma nel quale vengono indicati i principali
interventi attuabili su un edificio esistente, di altezza adeguata, per ricondurlo ad un migliore
comportamento energetico (anche nel rispetto di eventuali vincoli storico/urbanistici e strutturali).
25
26
27
Il termine “cappotto” è quindi efficace, anche se non del tutto esauriente. Esso mette al riparo esternamente tutta
la struttura, proteggendola dalle variazioni termiche, fonte di sollecitazioni non trascurabile.
Vedi materiali al capitolo C
Il risparmio energetico ottenibile può variare da un 5% fino a valori significativamente più elevati (anche superiori
al 20-25%) nel caso in cui l’impianto sostituito sia in cattivo stato di manutenzione ed efficienza.
27
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Schema riassuntivo di alcuni interventi possibili sull’esistente.
Pure la sostituzione di impianti esistenti con impianti a pompa di calore con sonda geotermica è
una soluzione energeticamente interessante, come già sottolineato, ma può essere prevista nel
caso di impianti di tipo centralizzato (da accoppiare a sistemi di contabilizzazione individuali) e
richiede la disponibilità di spazio esterno per la realizzazione delle sonde geotermiche: per ogni
kW di energia termica da scambiare con il terreno occorrono 20 m di sonde. Questo può risultare
difficoltoso nel caso di spazio ridotto ed aree densamente interessate da sottoservizi interrati. Va
considerato però che gli extracosti, rispetto ad un impianto tradizionale, presentano un tempo di
ritorno dell’ordine dei 8-10 anni.
3.2.3 Integrazione impianti-architettura
La classica disposizione del fabbricato, con sviluppo longitudinale secondo l'asse eliotermico,
oggi si rapporta in particolare ad una ulteriore condizione: l’integrazione dei sistemi di captazione
solare con l’architettura del fabbricato. Appositi studi, correlati strettamente all’analisi delle
percorrenze solari, possono agevolare il posizionamento di pannelli esterni anche su edifici già
costruiti, senza trascurare la loro integrazione con la specifica struttura architettonica. La
sostituzione di impianti esistenti con sistemi più moderni, destinati ad un impiego
energeticamente ottimale dei generatori di calore, è fortemente consigliabile 28.
L’eventuale utilizzo di caldaie a condensazione permette maggiori risparmi e minori emissioni di
CO2 in atmosfera, come sintetizzato nelle verifiche effettuate per il caso di studio su edificio
esistente, dove si sono presentate anche valutazioni di carattere economico per queste minori
emissioni.
Per ottenere prestazioni energetiche di un certo significato occorre dunque ricorrere alla
combinazione di varie misure specifiche.
3.2.4 Uso di energie alternative
Il ricorso ad energie alternative ed in particolare al solare, in interventi su edifici esistenti
rappresenta un’opportunità al fine di ridurre il consumo di risorse energetiche fossili e diminuire le
emissioni di gas climalteranti e di inquinanti in atmosfera.
L’introduzione di un obbligo normativo, in alcuni specifici casi (interventi di ristrutturazione generale)
impone infatti l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia anche in edifici esistenti. In
questi casi, impianti fotovoltaici, che possono contribuire a ridurre il fabbisogno di energia elettrica
dell’edificio, nonostante i costi di installazione elevati, potranno diffondersi in ragione di incentivi
fiscali importanti, che ne rendono conveniente e con tempi di ritorno ragionevoli, l’installazione.
28
Nel capitolo D, ad esempio, si sono diffusamente trattati i sistemi a temperatura scorrevole per impianti a bassa
richiesta di calore. Tale soluzione si presta con particolari vantaggi all’esistente.
28
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Identicamente gli impianti solari termici potranno essere installati per contribuire, oltre alla
produzione di acqua calda sanitaria, anche alla integrazione del riscaldamento, specie se di tipo
a bassa temperatura radiante.
Per il settore residenziale la fonte energetica rinnovabile utilizzabile in maniera più estesa, è
infatti quella solare, sfruttabile attraverso differenti tecnologie e soluzioni che comprendono in
particolare29:
• produzione acqua calda sanitaria (con possibile integrazione del circuito di riscaldamento);
• fotovoltaico;
• raffrescamento solare.
Produzione di acqua calda sanitaria
L’Italia offre condizioni meteorologiche favorevoli per l’utilizzo dell’energia solare; anche nel Nord
Italia, e quindi nell’area lombarda, il valore di insolazione è pari infatti a 1200 kWh/m² all’anno,
valore superiore al fabbisogno annuo procapite (1000 kWh) di calore necessario per la
preparazione di acqua calda ad uso residenziale.
A queste condizioni un impianto solare standard consente di risparmiare fino al 50-80% per la
preparazione di acqua calda sanitaria (ACS) e il 20-40% per la domanda complessiva di calore
destinato al riscaldamento degli ambienti. Ricordando che attualmente la produzione di ACS
assorbe il 12% dell’energia consumata nel residenziale e che nello stesso settore il 67% della
stessa è impiegato per il riscaldamento degli ambienti, se ne deduce che prevedere l’installazione
di pannelli solari negli edifici di nuova fabbricazione e nelle maggiori ristrutturazioni, garantirebbe
una significativa riduzione dei consumi energetici oltre che un indiscusso vantaggio ambientale30.
Per una situazione con orientamento ideale (esposizione Sud, inclinazione 30°, superficie per
Nord Italia 1,2 m²) e dimensionando i collettori in relazione al fabbisogno giornaliero di acqua
calda (50 l/giorno), si riesce a coprire completamente il fabbisogno di acqua sanitaria nei mesi
estivi31. Ovviamente orientamenti diversi da quello ideale riducono la prestazione dell’impianto;
nella maggior parte dei casi questo può essere compensato da un minimo aumento della
superficie dei collettori32. Le emissioni di CO2 evitate grazie alla copertura del 60% del fabbisogno
energetico corrispondono a circa 2,86 kg CO2 m²/ anno33.
Fotovoltaico
Come per la produzione di acqua calda, anche il fotovoltaico (FV) è in grado di garantire
potenzialmente un notevole abbattimento dei consumi elettrici, quindi dei consumi energetici
primari.34 In questo caso gli interventi di integrazione architettonica si distinguono a seconda del
tipo di superficie dell’edificio utilizzata per l’impianto:
• tetto piano
• tetto inclinato
• facciata
Il mercato offre attualmente tegole FV che assomigliano, almeno per forma, alle tegole tradizionali
(portoghesi, marsigliesi o coppo romano), anche se ulteriori miglioramenti sono necessari. È da
rilevare tuttavia che la riduzione delle dimensioni dei moduli semplifica l’installazione in virtù della
Tralasciando i sistemi solari passivi, più legati alle soluzioni architettoniche che npn agli impianti.
Soprattutto se il ricorso ai pannelli solari fosse adeguatamente integrato all’architettura esistente.
31 I valori citati valgono per i collettori piani. Per collettori a tubo sottovuoto sono sufficienti 2/3 della superficie calcolata.
32 I dati standard considerano il costo complessivo di un impianto solare di 500 – 750 € per ogni m² di pannello
installato. Stimando per l’unità abitativa di 100 m² un consumo annuale di 250 l. di ACS, si può prevedere
l’installazione di 5 m² di pannelli, posizionati sulla falda del tetto esposta a Sud. Se l’inclinazione segue
l’andamento del coperto (per il quale si ipotizza un angolo di inclinazione di 17° - con una riduzione del 3% di resa)
si ottiene una migliore integrazione architettonica dei pannelli con la copertura.
33 I costi stimati incidono in modo minimo sul costo di costruzione: ipotizzando un investimento di 3000 € si valuta un
sovracosto di circa il 3% al m². Il Comune di Carugate ha stimato sovracosti inferiori allo 0,5% con un integrazione
del 50% del fabbisogno di ACS derivante da tecnologia di sfruttamento solare.
34 Lo sfruttamento ottimale della radiazione solare segue i principi dei pannelli solari per ACS, quindi le correzioni in
base all’inclinazione zenitale ed azimutale sono le medesime.
29
30
29
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maggiore modularità del sistema. Le voci che costituiscono il costo di un sistema FV sono: costi di
investimento, costi d’esercizio (manutenzione e personale) e altri costi (assicurazioni e tasse). Il
costo d’investimento è in prima approssimazione diviso al 50% tra i moduli, al 25% per gli altri
dispositivi elettrici e meccanici e il rimanente 25% per l’installazione. Nel corso degli ultimi due
decenni il prezzo dei moduli è notevolmente diminuito al crescere del mercato. Tuttavia, oggi, il
costo medio di un impianto completo (modulo FV, inverter, installazione, domande, ecc.) è ancora
dell’ordine di 7 €/Watt, livello insufficiente a rendere questa tecnologia competitiva con le quelle
tradizionali per la produzione di energia elettrica, se non per particolari nicchie di mercato.
La parziale competitività del sistema è ottenibile oggi solamente grazie a finanziamenti statali
che, offerti sotto il nome di “Conto Energia” permettono un tempo di ritorno per un impianto da 2
kWp, stimabile in 10 anni. I vantaggi dei sistemi fotovoltaici sono come si è detto la modularità, le
ridotte esigenze di manutenzione, la semplicità d’utilizzo e, soprattutto, un impatto ambientale
estremamente basso.
In particolare, durante la fase di esercizio, l’unico vero impatto è rappresentato dall’occupazione
di superficie. I benefici ambientali ottenibili sono proporzionali alla quantità di energia prodotta,
supponendo che questa vada a sostituire energia altrimenti fornita da fonti convenzionali35.
Si può dire quindi che ogni kWh prodotto dal sistema fotovoltaico evita l’emissione di 0,58 kg di
anidride carbonica e di altri inquinanti minori.Per quantificare l’impatto che tale sostituzione ha
sull’ambiente è opportuno riferirsi ad un esempio pratico.
Si considerino degli impianti fotovoltaici installati sui tetti di abitazioni a Milano con una potenza di
picco di 1 kWp (orientati a Sud con inclinazione 30°). L’emissione di anidride carbonica evitata in
un anno si calcola moltiplicando il valore dell’energia elettrica prodotta dai sistemi per il fattore di
emissione del mix elettrico. Per stimare l’emissione evitata nel tempo di vita dell’impianto è
sufficiente moltiplicare le emissioni evitate annue per i 30 anni di vita stimata degli impianti.
La tabella seguente riporta l’esempio di calcolo:
Si osserva che un sistema fotovoltaico installato a Milano evita, in 15 anni di attività, l’emissione
in aria di oltre 10 tonnellate di anidride carbonica36.
Raffrescamento solare
Il raffrescamento legato allo sfruttamento dell’energia solare è una tecnologia non ancora diffusa,
in relazione soprattutto ai costi, come applicazione nell’edilizia sociale. È opportuno però tenere
presente, soprattutto in prospettiva, la possibilità di assicurare climatizzazione estiva mediante lo
sfruttamento del calore prodotto con pannelli solari per alimentare delle macchine ad
assorbimento (H2O – NH3 oppure LiBr)37.
I tempi di ritorno economico attualmente medio-lunghi (4-6 anni per il solare termico e 9-12 anni
per il fotovoltaico) risultano comunque convenienti considerando la durata media degli impianti
(secondo alcuni autori pari a 20 anni per il solare termico e 30 anni per il fotovoltaico).
Concludendo, sembra di poter considerare inevitabile, nel medio-lungo periodo, il passaggio a
fonti di energia diverse da quelle convenzionali anche e soprattutto per quanto riguarda il settore
Per produrre un chilowattora, in Italia vengono bruciati mediamente l’equivalente di 2,56 kWh sotto forma di
combustibili fossili e di conseguenza emessi nell’aria circa 0,58 kg di anidride carbonica.
36 Questi risultati indicano che se il costo dell’energia considerasse in modo maggiore il costo sociale legato ai disagi
provocati all’ambiente urbano, il fotovoltaico potrebbe essere considerato in modo migliore.
37 È ancora da sottolineare il fatto che, quelle solari, sono tecnologie caratterizzate da un forte costo iniziale, da un
tipo di progettazione diverso da quello degli impianti tradizionali e da una forte integrazione all’interno del sistema
edificio-impianto.
35
30
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
residenziale. Questo per almeno due ragioni: la prima perché il costo delle fonti convenzionali
tende a salire a livelli elevati a causa di un incremento della domanda ed a fronte di un’offerta in
diminuzione; la seconda perché, attraverso un impulso fornito alla ricerca, ad una politica di
sostegno per le fonti non inquinanti ed infine all’allargamento del mercato, si potrà forse ottenere
una sensibile riduzione dei costi di questi impianti.
4. Costi per l’efficienza energetica dei fabbricati
È interessante rilevare che il metodo svizzero Minergie® indica (nei suoi principi di buona
progettazione architettonica verificati in un gran numero di interventi) che si possono produrre
soluzioni costruttive che non portano ad aggravi nei costi di investimento e mantenimento, ad
esempio attraverso corrette valutazioni di analisi del sito, di corretta posa degli elementi
costruttivi, di adeguato utilizzo degli impianti, ecc., bensì consentono una riduzione complessiva
degli stessi. L’esperienza citata è quindi significativa per indicare che la soluzione architettonica
ed esecutiva non è indifferente in termini di risparmio energetico. Resta comunque necessario
considerare, alla luce di comparazioni più specifiche tra tipologie differenti, per quali aspetti le
quantità e le qualità degli elementi in gioco portano a risparmi reali e misurabili.
Gli aspetti di carattere economico significativi per la ricerca, sono già stati esposti nel capitolo G
di questa relazione finale, e sono stati prodotti come analisi di due casi di studio per interventi di
nuova edificazione e di riqualificazione di edifici esistenti.
La qualificazione energetica (sia per i nuovi edifici, ormai obbligati al rispetto della nuova
normativa, sia per gli edifici esistenti) deve tenere in conto, contemporaneamente, i costi
d’intervento e i costi di esercizio (risparmi energetici resi possibili dall’intervento stesso). La
valutazione di sostenibilità economica si baserà infatti sulla quantificazione del tempo necessario
per coprire, con i risparmi ottenuti, i maggiori costi di intervento (tempo di ritorno)38.
4.1 Costi di investimento e di esercizio
Esaminata una significativa rassegna di dati ed esperienze riguardanti interventi per la
qualificazione energetica degli edifici, è possibile formulare le seguenti considerazioni:
- gli extracosti per il raggiungimento di elevate prestazioni energetiche (segnalati fino ad
oggi in assenza di norme ora definite dal D.Lgs 311/2006) variavano ovviamente in
funzione della tipologia edilizia ed in particolare diminuivano progressivamente nella
sequenza indicata:
- edificio isolato > villette schiera > edificio in linea > edificio a torre.
- per queste ultime due tipologie edilizie (certamente fra quelle di maggiore interesse per
edilizia residenziale pubblica) gli extracosti corrispondenti al raggiungimento di standard
di tipo Classe “A” sono indicati in letteratura con un valore compreso tra il 4 o il 5% e
l’11% del costo di una soluzione edilizia fino a ieri considerata di normale qualità
(rispetto della Legge 10/’91);
- gli extracosti ovviamente, aumentano con la classe energetica di riferimento ma l’aumento
non è lineare in tutto il campo. Presenta un punto di flesso, per le 2 tipologie in linea e a
torre, in corrispondenza di valori di fabbisogno energetico attorno a 50 kWh/m² anno,
quindi tra le classi che il protocollo CasaClima®, ad esempio, individua come “C” e “B”;
- i valori di risparmio energetico possono toccare, per edifici in classe “A”, anche l’80%
(nel confronto con le prestazioni standard ex legge 10/'91), mentre nei casi di edifici con
prestazioni meno performanti (es: classe “C”) si ottengono risparmi dell’ordine del 3040%, confermati da esperienze reali;
- i costi di costruzione presi a base di questo confronto sono stati frequentemente
quantificati negli anni scorsi, stimati in letteratura, attorno a 900-1.000 €/m², ma sulla
base di dati di mercato attuali, si ritiene che per l’area milanese, possano oggi risultare
superiori, anche per l’edilizia residenziale pubblica.
38
La valutazione separata dei due costi, senza la loro combinazione nell’indicatore “tempo di ritorno”, renderebbe
difficile la verifica di sostenibilità economica.
31
Federcasa Lombardia
-
Regione Lombardia
Per interventi monitorati nel 2007 in zona bolognese si sono verificati dei valori
relativamente più alti:
Caso a
1.617,9
Caso d
1.491,01
Costi unitari Su
(€/m2 di Su)
Costi unitari Sc
1.018,6
938,71
(€/m2 di S.C.) (#)
(#) S.C. = superficie complessiva = Su + 60% SNR (superficie non residenziale)
-
-
per interventi recentemente monitorati per la zona metropolitana di Milano segnalano
invece - interventi in edilizia privata- un costo di realizzazione di circa 1800 €/m2
(considerando per i metri quadri di riferimento la SLP). Tale valore appare quindi più
rispondente alla congiuntura economico-edilizia esistente al momento della stesura di
queste note39;
i valori del periodo di pay-back, per le tipologie considerate - in linea e a torre - legati
naturalmente alla classe energetica raggiunta, si possono considerare con una certa
approssimazione. Ne citeremo un esempio riferito al caso di studio per nuovi interventi.
4.2 Valutazioni su casi - studio
Con la finalità di verificare e quantificare gli effettivi costi di investimento e di manutenzione in un
ambito contestuale ben definito, l’analisi di un caso studio relativo ad edifici esistenti del
patrimonio ALER in Milano40 ha fatto emergere i seguenti risultati:
- la maggiore efficacia (risparmio energetico) è raggiunta dagli interventi di isolamento
delle pareti opache verticali, che portano a una riduzione del 39-42% del fabbisogno,
con costi caratterizzati da tempi di ritorno minori di 14 anni; seguono gli interventi di
isolamento sul solaio del sottotetto (riduzione del 17% ca.) e bassi tempi di ritorno
dell’investimento minori di 6 anni, la sostituzione degli infissi ( riduzione dell’11% di
fabbisogno energetico e tempi di ritorno di quasi 20 anni) e l’isolamento del solaio del
piano terra (riduzione del 5-6% e tempi di ritorno di 17 – 20 anni);
- la sostituzione dell’impianto termico porta a una riduzione del 5% del fabbisogno
energetico, con tempi di ritorno però elevati; va evidenziato che lo strumento di
simulazione utilizzato (software CENED della Regione Lombardia) sembra sovrastimare
il rendimento degli impianti di elevata età e quindi gli interventi di sostituzione ne
risultano penalizzati in termini di efficacia energetica ed economica;
- benché le riduzioni di fabbisogno energetico, in termini assoluti, possano essere anche
significative (fino a -158,9 kWh/m²*anno), nessuno degli interventi elementari porta ad
assegnazione di classe energetica inferiore a quella di partenza (G);
- tramite interventi combinati (su involucro opaco, finestrature e sostituzione impianti) è
possibile ottenere risultati molto significativi, con riduzioni fino a circa l’85% (con
raggiungimento della classe energetica B della Regione Lombardia) con tempi di ritorno
tuttavia superiori ai 10 anni.
- con riferimento a uno degli scenari di intervento combinato più rappresentativi, si
osserva che più del 50% del risparmio è dato dall’isolamento delle pareti opache, a cui
si aggiungono contributi del 21% e 8% rispettivamente dell’isolamento di solaio di
sottotetto e solaio del piano terra. Gli interventi sugli infissi portano a risparmio del 14%
e quelli di sostituzione delle caldaie contribuiscono al 6%.
39
40
32
Permane purtroppo, nei dati forniti in letteratura, l’ambiguità del metro quadro considerato come unità di
valutazione. In queste condizioni non sono facili i raffronti fra dati forniti per interventi differenti
Nello specifico, si tratta del già citato Quartiere Borgo Pirelli,caratterizzato da edifici di tipologia a schiera con
attuali prestazioni energetiche molto scadenti (classe energetica G della Regione Lombardia).
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Nell’ambito degli aspetti di costi gestionali, possono essere considerati anche i “costi
ambientali” associati all’esercizio (ma anche alla costruzione e alle altre fasi del ciclo di
vita) dei fabbricati.
- Tra le esternalità ambientali va ricordato l’impatto anche economico, delle emissioni di
gas ad effetto serra – in particolare CO2 – derivanti dall’utilizzo di combustibili negli
impianti termici. La monetizzazione di questi impatti non ha riferimenti univoci e vi sono
stati molti studi e programmi di ricerca tesi a dare ad essi una quantificazione
monetaria, come già citato per il progetto europeo ExternE nel capitolo G.
Il caso di nuova progettazione esaminato nell’ambito della ricerca, permette poi di confrontare i
valori di risparmio energetico ottenibile dai miglioramenti di prestazioni dei singoli componenti
dell’involucro (= miglior isolamento)41, coi valori di extracosto realizzati per ogni componente
(pareti opache, infissi esterni, copertura, basamento). In questo caso il costo di costruzione base
si riferisce ad un fabbricato che necessariamente risponde alla nuova normativa (ed i cui costi
unitari sono già stati segnalati precedentemente più sopra). Gli extracosti quindi sono stati
valutati per confronto fra questo fabbricato base e quello che potrebbe essere valutato di classe
A, intervenendo con un sostanziale miglioramento su impianti e involucro.
Per quest’ultimo aspetto (isolamento involucro) si è potuto sviluppare un parallelo fra i costi di
investimento per il miglioramento di ogni componente ed i valori di risparmio teorico che, sempre
per ogni componente, potevano essere (mediamente) attesi.
Da questo parallelo si possono ottenere valutazioni sintetiche sulla corretta scelta di spesa
effettuata per portare (in questo caso specifico) il fabbricato base in classe A.
Nel seguito si riporta quindi una tabella di sintesi, recante i valori economici per il passaggio dalla
costruzione base (rispondente alle richieste normative vigenti) alle prestazioni che consentono di
ottenere la classe A, attraverso interventi migliorativi distinti.
-
Casi
Interventi su involucro
Caso a) TOTALE Costi Costruzione
Aumento dei Costi
(€)
Costi di costruzione
(€)
Fabbisogno
Energ. Prim.
(Kwh/m2.a)
+ 8,5%
rispetto al caso d
2.289.938,11
24,6
2.110.356,43
65,8
+ Isolamento solaio copertura (ghiaia o
verde)
2785,86
(3,4%)
+Isolamento delle pareti verticali opache
54.472,46
(66,6%)
+ Isolamento degli infissi
19.164,00
(23,4%)
+ Isolamento solaio verso cantina
5.336,23
(6,5%)
Caso d) TOTALE Costi Costruzione
Valore base
L’involucro infatti, permette un’ottimizzazione complessiva di prestazione (= risparmio di consumi)
attraverso l’ottimizzazione delle coibenze dei vari componenti, per una percentuale che mediamente può essere valutata in circa il 73% dei consumi teorici totali, secondo i seguenti rapporti42:
Isolamento delle coperture:
9% circa 12% (del totale involucro)
Isolamento delle pareti opache: 29%
“40%“
Isolamento degli infissi:
18%
“25%“
Isolamento basamento:
17%
“23%“
Totale
73%
100%
41
42
Desunti dallo studio Minergie®.
V. “L’abitazione Minergie - Manuale di aiuto alla progettazione”. I valori sono desunti per interventi sull’esistente
ma tenendo come riferimento un edificio di comportamento standard, per molti aspetti simile al fabbricato
rispondente ai minimi attualmente consentiti in Lombardia.
33
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Nel caso specifico di via Beroaldo le spese delle componenti di involucro migliorate presentano i
seguenti valori parziali di incidenza:
Isolamento delle coperture:
3,4% extra-costo
Isolamento delle pareti opache:
66,6%
Isolamento degli infissi:
23,4%
Isolamento basamento :
6,5%
In estrema sintesi il confronto mostra quindi i seguenti valori:
Intervento
Percentuale max. di risparmio
atteso
Aumento di costo
(rispetto al caso base)
Isolamento delle coperture
12%
3,4%
Isolamento delle pareti opache
40%
66,6%
Isolamento degli infissi
25%
23,4%
Isolamento verso cantine e basamento
23%
6,5%
Analizzando i valori percentuali esposti, emerge che per alcuni elementi l’incremento di spesa si
può confrontare con il guadagno di prestazione che l’ottimizzazione dell’elemento stesso
consentirebbe di ottenere (a titolo di esempio, a fronte di un incremento di spesa del 66,6%
relativo al miglior isolamento delle pareti opache, si poteva ottenere un risparmio di consumi pari
solo al 40% di quello complessivo. Per l’isolamento degli infissi invece, il miglioramento atteso del
25% trova un 23,4% di investimento effettuato per tale voce).
Questo metodo consente pertanto al progettista, a fronte di percentuali di investimento
preventivabili, di valutare se esse risultano congrue rispetto al miglioramento atteso per ogni
singolo componente edilizio.
Come considerazione generale rispetto al caso di nuove costruzioni, gli extracosti calcolati (in
valore assoluto) e le differenze nei costi di gestione, rispetto al caso base, rispettoso della norma,
sono riepilogate nel prospetto seguente43.
Caso a)
Caso b)
Caso c)
Extracosto
costruzione
(rispetto caso d)
(€)
179.591,18
97.832,13
19.243,68
Risparmio annuale per energia
per riscaldamento
(rispetto caso d)
(€/anno)
4796,73
2654,50
605,41
Risparmio per esternalità
(emissioni CO2)
(rispetto caso d)
(€/anno)
272,51
151,03
36,12
Pay-back [anni]
35,4
34,9
30,0
Il confronto come già osservato nel capitolo G, mostra che in termini di costo monetario il
risparmio conseguente ai minori consumi energetici, compensa gli extracosti di investimento
iniziale con tempi di ritorno assai lunghi.
In generale quindi si conferma la condizione che un investimento per conseguire risparmi estremi
consumi energetici non si compensa ragionevolmente con il solo risparmio di costo combustibile.
A maggior ragione se lo si considerasse defiscalizzato. Su questo aspetto però occorre
considerare che le valutazioni possono e devono tener conto anche di altri aspetti, in particolare
di quello che concerne la riduzione di gas serra conformemente agli accordi internazionali da
tempo siglati. Come varie Finanziarie hanno dimostrato, saranno gli incentivi concessi ai
costruttori che potranno accelerare un comportamento socialmente virtuoso e nel lungo periodo
anche economicamente valido.
43
34
Il costo del gas naturale, come già segnalato, è stato ipotizzato pari a 0,5 €/Sm³ mentre alle emissioni di CO2 è stato
attribuito un valore economico di 20 €/t sulla base del valore attuale dei permessi di emissione nel mercato europeo.
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Introduzione alla sezione A
Maria Antonietta Crippa
La ricerca “Linee guida per una casa durevole e sostenibile, in relazione al parco edilizio
esistente nel territorio di Milano” che qui si presenta, è stata proposta per raggiungere uno scopo
finale preciso: l’individuazione di un costo minimo o di più costi minimi per l’attivazione di forme di
risparmio energetico nell’edilizia pubblica del territorio di Milano. Essa è stata però impostata per
rispondente anche a esigenze informative ampie, non esauribili nell’obiettivo molto concreto qui
sopra individuato benché su di esso convergenti,obiettivo inteso quale indicatore di riferimento
per operatività istituzionali, di AIRE e Regione Lombardia in particolare, che dalla ricerca possono
trarre anche più generali elementi valutativi.
L’indagine dunque si inscrive nella vastissima problematica del risparmio energetico e della
ricerca del minor carico inquinante perseguibile sia nella gestione del patrimonio edilizio
esistente, quella pubblico in particolare, sia nel progetto di nuove costruzioni, anche in questo
caso con particolare attenzione a quelle di iniziativa pubblica. Allo stimolo generalizzato al
risparmio energetico, motivato dalla limitatezza delle risorse di questo tipo a disposizione in tutto
il pianeta, oltre che alle preoccupazioni per il rischio di mutamenti climatici generali con gravi
ricadute sulla qualità di vita nei contesti abitati, si risponde oggi in vari modi nelle diverse nazioni
del mondo.
Il contesto edilizio della modifica, del recupero persino della tutela degli edifici preesistenti oltre
che quello delle nuove costruzioni è stato radicalmente coinvolto, anche se in forme spesso non
del tutto prive di interne contraddittorietà, dalle problematiche del risparmio energetico, secondo
un approccio tecnologico, con specifiche caratterizzazioni di metodo e pratiche largamente
condivise a livello internazionale, pratiche che tuttavia non possono prescindere da obiettivi
nazionali e regionali, in cui svolgono ruoli fondamentali, sul piano della legislazione, della
promozione di conoscenza e di pratiche virtuose, le istituzioni pubbliche.
Gli studiosi impegnati nell’indagine che qui si presenta hanno a lungo dialogato per far interagire
conoscenze di metodo scientifico, di orientamenti legislativi internazionali, di casi emblematici
messi a fuoco, in indagini ed esplorazioni condotte autonomamente sia a Milano che a Bologna,
per raggiungere un globale atteggiamento condiviso, che consentisse di perseguire l’obiettivo
assegnato alla ricerca. Come in ogni seria indagine, un vasto bagaglio conoscitivo non ha potuto
essere travasato negli esiti finali, che necessariamente puntano l’attenzione si acquisizioni meno
note e su fenomeni che interessano direttamente gli operatori del settore, le Amministrazioni
pubbliche in particolare. Esigenze di chiarezza editoriale, inoltre, hanno comportano, per questa
pubblicazione, la netta divisione in due sezioni del Rapporto finale della ricerca stessa, in più parti
in realtà composto, per così dire, a due mani.
Il volume pertanto presenta, oltre ad una premessa generale, che dettaglia l’articolazione dei temi
e conclusioni complessive raggiunte dal gruppo nel suo insieme, avente come project leader la
prof. Maria Antonietta Crippa, due distinte premesse alle due sezioni, quella milanese e quella
bolognese, che si sono assunte il compito di sintetizzare i due principali ambiti di lavoro e i
rispettivi esiti raggiunti.
Questa prima premessa funge pertanto da introduzione alle indagini svolte dal prof. arch.
Zanzottera sulla realtà edilizia pubblica milanese, con particolare attenzione a: A Analisi del parco
di edilizia residenziale pubblica: problematiche generali per il suo recupero; A2. Il patrimonio
immobiliare ALER nella città di Milano e Provincia; A3. Il patrimonio immobiliare residenziale
ALER nella città di Milano e Provincia; A4. Alcune immagini dello stato di conservazione del
patrimonio residenziale immobiliare ALER della città di Milano; A5. Analisi delle Centrali termiche
e degli impianti di riscaldamento gestiti dall’ALER: tipologie, servizi e adeguamenti normativi.
L’isolamento di questi cinque problemi risponde all’esigenza di dar rilievo alla acquisizione e
messa a punto di conoscenze del tutto nuove, relative alla situazione del patrimonio edilizio
35
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
milanese, come è noto di entità e qualità del tutto eccezionali, investito oggi da problematiche
d’uso e gestione di grande rilievo, talvolta anche drammatiche.
Il taglio tecnico delle linee guida che ora si presentano, dunque, ha intercettato situazioni milanesi
che meritano di essere portate in primo piano, discusse e valutate. A monte della loro messa a
fuoco stanno tre vasti ambiti, responsabili dei processi di cambiamento in corso negli contesti
urbani, con dinamiche di eccezionale accelerazione e complessità, anche in ragione della scala
implicata, in Milano e nel suo hinterland. Essi sono: a) il progetto, non solo nuova architettura ma
anche relativa a modifiche dell’esistente e di intervento, per casi esemplari, di restauro del
moderno; b) il piano urbano/territoriale, che investe problemi di continuum urbano, di forte impatto
nell’area nord della Lombardia, sul fronte di molte questioni quali traffico o inquinamento
ambientale; c) le politiche urbane, in cui intrecciano i loro compiti e metodi istituzioni diverse,
nell’attuale fase cruciale della storia di Milano poiché si sono prefigurate, negli ultimi anni,
fondamentali premesse di cambiamento dello scenario urbano e il fenomeno denominato Real
Estate, relativo a complessi interventi di riqualificazione di aree dimesse.
A fronte di questioni ampie sinteticamente richiamate nei tre ambiti sopraccitati, la ricerca ha
dunque affrontato un nodo di primaria importanza per la vita civile: la casa. Si è occupata, infatti,
dello stato di fatto e adeguamento - in vista di durevolezza e sostenibilità - di un bene primario,
costituitosi in Milano, anche come grande parco pubblico di immobili nel corso del XX secolo.
Si tratta di un eccezionale patrimonio/risorsa di complessa gestione. Il tema specialistico e
tecnico del risparmio energetico, e delle sue conseguenze sugli equilibri ambientali e climatici
della città, è rilevante anche in ragione della vastità del patrimonio abitativo cui occorre fare
riferimento.
In questi primi anni del XXI secolo il quadro residenziale milanese e lombardo risulta dunque
profondamente modificato rispetto a quello della metà del secolo scorso, in fase di fervore
costruttivo dopo la seconda guerra mondiale e di grande immigrazione in Milano, con
conseguente necessità di “case popolari” urgenti e numerose.
Per cogliere sinteticamente i fattori di continuità e discontinuità tra ora e allora vale la pena di
provare a stabilire un confronto, sulla base di uno stralcio di un testo chiaro e sintetico. Scriveva
nel 1957 su “Casabella-Continuità” (n. 216, L’edilizia economica nella comunità urbana) E.
Cerutti: “Dall’esterno all’interno, per ogni via di penetrazione ai grandi centri urbani, si presenta
quasi ovunque evidentissima una triplice caratterizzazione edilizia, che si manifesta con scarsa o
nulla disciplina e che denuncia chiaramente le proprie cause di origine: troviamo infatti nuclei di
polverizzazione edilizia di piccole entità a germinazione spontanea, suggerite da una
pianificazione istintiva, incontrollata e di significato contingente; in più caratterizzata dalla
tendenza a costituirsi come fenomeno aggressivo, di invasione, con tipi edilizi di bassa qualità
costruttiva, che si ripetono per un elementare fenomeno di mimetismo senza riguardo a costituire,
su densità omogenee, un coerente tessuto distributivo; troviamo poi i nuclei di edilizia economica
realizzati dagli enti e infine i blocchi disordinati e viziati da presunzione qualitativa dell’edilizia
speculativa nello squallido e invadente disordine”.
Cerutti individua tre fenomenologie distinte di edilizia residenziale in crescita: una aggressiva
polarizzazione di nuclei residenziali spontanei di bassa qualità; interventi progettati da enti
pubblici, con carattere di edilizia economica; edilizia speculativa con presunzione di qualità. La
valutazione è negativa in generale, ma attenta anche ad evidenziare un futuro più significativo
per uno solo dei tre fenomeni. Proseguiva infatti l’autore dello scritto: “Di questi tre aspetti
dell’edilizia, il secondo è destinato al maggiore sviluppo, anzi a costituire nell’avvenire la
caratterizzazione predominante. Da circa mezzo secolo si costruiscono case a carattere
popolare, dapprima come edifici inseriti nella trama preesistente poi affinati in isolati, indi in
nuclei, ora accentrati in gruppi per un meccanismo di addizione che si è sviluppato di pari passo
con l’aumentare delle richieste e con l’incremento naturale del fenomeno urbano; la parola
quartiere venne introdotta per qualificare in qualche modo i complessi edilizi che superavano un
certo numero di abitanti, poiché il significato organizzativo del termine non venne mai considerato
36
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
con senso prevalente sugli elementi quantitativi del numero dei vani e dei metri cubi per ettaro”. Il
“quadro della città attuale: attorno al nucleo d’origine sorgono raggruppamenti di questo tipo, che
non presentano una reale connessione con il centro urbano e che non hanno nemmeno in sé
quei valori determinanti, corrispondenti alla reale importanza di cui avrebbero capacità […]
Avremo compiuto un grande passo avanti il giorno in cui si potranno cancellare dal vocabolario
delle sigle e delle consuetudini […] certe formule quali ‘quartiere autonomo’ od anche come si
dice per errore ‘quartiere autosufficiente’ di case popolari, di case minime, di case per senza tetto
e così via […] Cosa avverrà in effetti, quando fra qualche anno, tradotti in concreto quelli che per
ora sono i criteri direttivi e presupposti del C.E.P., ci troveremo di fronte a colossali complessi
realizzati a progetto, qualitativamente tipizzati ed uniformi, con il solo pregio di caratteristiche
ambientali […] nella migliore delle ipotesi difficilmente assimilabile dalla città: che anzi una errata
o soltanto non ponderata localizzazione dei quartieri coordinati potrebbe addirittura sovvertire la
struttura della città stessa”.
Senza pretese di ricostruzioni storiche, il breve richiamo intende ricordare che lo sforzo enorme
degli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, con vittorie e sconfitte, errori e scelte giuste
(non è questa la sede per avanzare valutazioni) ha dato luogo comunque ad un
patrimonio/risorsa che “ha sovvertito” la forma della città di Milano.
Si aggiunga che attualmente avanzano sia una nuova richiesta abitativa che nuove esigenze
civili, quali la sicurezza, come baluardo a incertezze e paure, affermata spesso anche a
condizione di limitare libertà individuali; un inedito senso di equità, scarsamente caratterizzata da
agevoli forme di solidarietà o “fratellanza”; l’esistenza di reti di rapporti spesso sganciate dai
luoghi di residenza, oltre che non predeterminate o predefinite dalla vita collettiva.
In queste condizioni di frammentazione sociale, di variabilità di esigenze anche individuali non
facilmente predeterminabile, di rapida mutazione in corso dello scenario urbano milanese, il tema
tecnico del risparmio energetico nel parco dell’edilizia pubblica del territorio milanese acquista,
pur nella sua estrema particolarità tematica e tecnica, valenza importante ai tre livelli spora
individuati: del progetto, del piano, delle politiche pubbliche.
È questione, estremamente parziale rispetto all’insieme delle tematiche residuali urbane; tuttavia
costringe a una riflessione sull’intero patrimonio edilizio, che oggi necessità di adeguamenti e
cure diverse, ancora prima di ulteriori accrescimenti. Il contributo della ricerca Linee guida che qui
si presenta apre dunque squarci su temi che eccedono il suo scopo; ciò è parso inevitabile in
ragione del valore eccezionale, sotto molti punti di vista, del patrimonio esistente.
In analogia con le valutazioni di carattere economico per interventi su edifici di nuova costruzione,
le valutazioni sui complessi edilizi esistenti sono stati ricavati dall’analisi dei casi di studio,
considerando che la qualificazione energetica dei fabbricati deve tenere in conto,
contemporaneamente, i costi d’intervento e i costi di esercizio (tutti i risparmi energetici resi
possibili dall’intervento stesso). Di conseguenza, la valutazione di sostenibilità economica si è
basata, in ambedue i settori, sulla quantificazione del tempo necessario per coprire, con i
risparmi ottenuti, i maggiori costi di intervento (tempo di ritorno).
37
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Introduzione alla sezione B
Roberto Mingucci
Questa seconda parte della ricerca, tesa ad individuare linee guida per interventi residenziali
pubblici orientati alla realizzazione di case durevoli e sostenibili (in relazione al parco edilizio del
territorio milanese) puntava ad individuare aspetti significativi di una corretta impostazione nella
progettazione e realizzazione di nuovi interventi costruttivi destinati alla residenza. Come in parte
già segnalato, essa ha preso avvio da una ampia analisi degli strumenti normativi e progettuali
recentemente predisposti per affrontare sistematicamente il problema del risparmio energetico e
della riduzione di emissioni nocive per l’ambiente.
La consapevolezza raggiunta in questi ultimi anni, riguardo alla limitatezza delle risorse
energetiche disponibili ed al rischio di alterazioni climatiche e di qualità dell’ambiente urbano, ha
fatto emergere una maggiore sensibilità di istituzioni ed organi di governo verso approcci
tecnologici e metodologici che conducano ad un minore carico inquinante del processo
costruttivo e ad un minor dispendio energetico a livello globale. In particolare il Protocollo di
Kyoto, pur nei limiti di una discussa impostazione del problema, ha di fatto segnato un punto di
svolta significativo nell’assunzione di responsabilità da parte di molti governi ed istituzioni
internazionali. Per garantire una drastica riduzione delle emissioni di elementi potenzialmente
clima-alteranti il settore edilizio, parte cospicua dei settori interessati al consumo energetico e al
carico inquinante in atmosfera, ha cominciato a reagire positivamente e diffusamente a questa
sfida.
Nell’ambito della ricerca si è quindi svolta un’indagine generale sulla normativa nazionale ed
internazionale del settore per fornire un panorama di come le Pubbliche Amministrazioni abbiano
fissato regolamenti e norme finalizzate alla corretta realizzazione degli interventi costruttivi in
termini di sostenibilità ambientale.
Sono state documentate le prescrizioni normative in materia di risparmio energetico afferenti
differenti livelli di applicazione: sono state sintetizzale le principali norme internazionali, nazionali
e regionali, vigenti (e note alla data del settembre 2007).
Nel corso della ricerca si è constatata una attiva e crescente vivacità da parte degli organi
legislativi nazionali e regionali in merito alle problematiche in parola, sebbene decreti legislativi
importanti e strategici come il n.311, approvato al finire del 2006, non abbiano in realtà ancora
raggiunto quella maturità applicativa, rappresentata da decreti attuativi ancora dibattuti e che
stentano ancora oggi nel vedere la luce.
Si è però assistito alla proposizione e pubblicazione di procedure incentivanti il “buon costruire”,
anche e soprattutto nel campo dell’edilizia residenziale sociale. Ne costituisce esempio la Legge
Finanziaria del 2008, contenente una significativa parte inerente le implicazioni di carattere
energetico in edilizia44.
Con tre articoli, per un totale di oltre mille commi complessivi, sono indicate le misure atte a
favorire interventi mirati all’edilizia sostenibile.
La legge n. 244 del 2007, in vigore dal 1° gennaio 2008, contiene inoltre diverse misure fiscali di
diretto interesse per il settore immobiliare e concede tre anni di vita per le detrazioni,
consentendo in tal modo una migliore e dilazionata programmazione degli interventi.
L’emanazione della legge ha fornito la possibilità di correggere alcuni errori nella tabella della
trasmittanza termica degli infissi allegata al precedente Decreto Legislativo n.192 del 2005 e
soprattutto per concedere un’ulteriore agevolazione semplificando l’iter per la sostituzione degli
44
Essendo stato tale provvedimento emanato dopo la data di conclusione della presente ricerca ed essendo dagli
scriventi considerato di interesse ai fini di una corretta disamina procedurale, si coglie l’occasione in questa sede
per arricchire il quadro di leggi esposto più oltre con alcuni cenni alla Legge 24 dicembre 2007, n. 244 - legge
Finanziaria 2008.
38
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
infissi stessi e l’installazione dei pannelli solari. Per questi due interventi, dunque, dal primo
gennaio 2008 non serve più la certificazione energetica da inviare all’Enea45.
Il bonus detraibile poi (in misura del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici - art.1,
commi 20-24 e 286), è stato esteso anche a tutti gli interventi di adeguamento delle caldaie, non
più solo a quelle a condensazione.
La legge Finanziaria 2008 ha introdotto la proroga sino al 2010 della detrazione pari al 55% delle
spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, introdotta dall’art.1,
commi 344-347, della legge 296/2006.
Nel disporre la proroga, la legge 244/2007 ha inoltre introdotto anche alcune modifiche alla
disciplina dell’agevolazione, prevedendo:
- la sostituzione della Tabella 346, allegata alla legge 296/2006, con efficacia dal 1°
gennaio 2007, che rende operativa l’agevolazione anche per gli interventi relativi alle
strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti) degli edifici;
- la ridefinizione tramite decreto (che sarebbe stato da emanare entro il 28 febbraio
2008!) dei limiti di fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione
invernale, ai fini degli interventi di “riqualificazione globale” (art.1, comma 344, legge
296/2006) e dei valori di trasmittanza termica per gli interventi sulle strutture opache
verticali, finestre comprensive di infissi e strutture opache orizzontali (art.1, comma 345,
legge 296/2006);
- la possibilità di ripartire la detrazione in un numero di quote annuali di pari importo non
inferiore a 3 e non superiore a 10, su scelta irrevocabile del contribuente all’atto della
prima detrazione - art.1, comma 24, lett. b;
- una semplificazione per la sostituzione di finestre comprensive di infissi in singole unità
immobiliari e per l’installazione di pannelli solari, per le quali non è più richiesta la
certificazione/qualificazione energetica dell’edificio - art.1, comma 24, lett. c;
- l’estensione dell’agevolazione alle spese sostenute, entro il 31 dicembre 2009, per la
sostituzione, intera o parziale, dell’impianto di climatizzazione invernale non a
condensazione;
- l’estensione dell’agevolazione alle spese sostenute, fino al 31 dicembre 2010, per la
sostituzione integrale dell`impianto di climatizzazione invernale con pompe di calore ad
alta efficienza e con impianti geotermici, sempre nel limite massimo di detrazione di
30.000 euro (art.1, comma 347, legge 296/2006) - art.1, comma 286.
Di interesse poi per il settore elettrico il comma 162, che istituisce il “Fondo per il risparmio e
l'efficienza energetica” con una dotazione di un milione di euro, finalizzato al finanziamento di
campagne informative sulle misure che consentono la riduzione dei consumi energetici per
migliorare l’efficienza energetica, con particolare riguardo all’avvio di una campagna per la
45
46
Fonte: Edilizia e territorio - Gruppo “Il Sole 24 ORE” - 29 dicembre 2007
Infatti si esplicita che la tabella 3 allegata alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, è sostituita, con efficacia dal 1°
gennaio 2007, dalla seguente Tabella 3 (Art. 1, comma 345):
Zona climatica Strutture opache verticali
Strutture opache orizzontali Finestre comprensive di
infissi
Coperture Pavimenti
A
0,72
0,42
0,74
5,0
B
0,54
0,42
0,55
3,6
C
0,46
0,42
0,49
3,0
D
0,40
0,35
0,41
2,8
E
0,37
0,32
0,38
2,5
F
0,35
0,31
0,36
2,2
39
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
progressiva e totale sostituzione delle lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo,
atte a limitare i dispendi di energia della pubblica illuminazione.
Sono poi degne di nota le indicazioni emerse dai Piani Energetici Regionali, rivolti ad incentivare
un uso efficiente dell’energia, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la riqualificazione del sistema
elettrico.
Sono state inserite in tali piani le emergenze nei campi delle nuove tecnologie nell’industria, della
certificazione energetica degli edifici e dello sviluppo dei servizi di Energy Management.
Dalle analisi sui decreti nazionali, ordinamenti regionali e regolamenti edilizi comunali (con
interesse al territorio lombardo), è parso naturale il successivo esame dei principali protocolli e
delle linee guida esistenti nella letteratura di settore in materia di risparmio energetico.
Si sono presi in considerazione diversi metodi e procedure di determinazione per possibili
indicatori, aventi come fine ultimo quello di porre all’attenzione dei progettisti le criticità emergenti
nel soddisfacimento dei requisiti necessari ad una buona prestazione energetica dei fabbricati.
Anche in questo caso si è partiti da un quadro di indagine sovra-nazionale per giungere a
procedure più localizzate nelle regioni e nelle provincie italiane.
È apparso degno di menzione, ad esempio, il procedimento anglosassone suggerito dal Green
Building Challenge (GBC), uno sforzo di collaborazione internazionale rivolto alla formalizzazione
di uno strumento in grado di garantire uno sviluppo sostenibile degli edifici e dell’ambiente in cui
essi vengono collocati.
Il GBC si riferisce alle tipologie edilizie specifiche di edifici per uffici, di scuole e di edifici
residenziali, compresi gli aspetti del riutilizzo dei fabbricati stessi durante il loro ciclo di vita utile.
In Italia invece si sono analizzati i casi di CasaClima® (protocollo finalizzato alla valutazione in
fase di progettazione, cioè prima della costruzione effettiva, di quale classe di consumo
energetico raggiungerà l’edificio una volta in essere) e il Protocollo ITACA, strumento di
valutazione energetico-ambientale corredato da schede nelle quali viene inquadrato ogni singolo
requisito relativo ai diversi aspetti dell'eco-sostenibilità di un progetto architettonico.
Tuttavia è alla struttura del sistema elvetico Minergie®, che la ricerca ha guardato con particolare
interesse, assumendolo come principale riferimento nella stesura delle citate linee guida. Le sue
caratteristiche lo hanno portato ad essere giudicato come un organico strumento di indagine e
progetto a disposizione delle figure professionali coinvolte nel processo edilizio.
In esso tutto l’edificio viene trattato come un sistema integrato: l’involucro costruttivo assume
primaria importanza, assieme alle installazioni tecniche che contribuiscono al funzionamento
globale del fabbricato.47
Per quanto riguarda invece la materia di certificazione, inquadrata in questo lavoro come
strumento di verifica dei criteri progettuali esposti nella ricerca, sono stati esaminati vari strumenti
di rilevante interesse, tra i quali si ricordano il BestClass di Sacert, ANAB, ICEA, ecc.
Per ottenere valutazioni oggettive sull’attendibilità delle procedure e delle tecnologie in essere al
momento della stesura originale, si sono poi raccolti e analizzati dei casi-studio, i quali hanno
portato ad osservare esempi di realizzazioni o progetti di edilizia residenziale pubblica che
incorporano soluzioni “avanzate” finalizzate al contenimento dei consumi ed al miglioramento
della compatibilità ambientale.
L’analisi delle sperimentazioni (nazionali e internazionali), esaminate con particolare attenzione
alle scelte congruenti con le indicazioni dei già citati protocolli di riferimento per la valutazione
delle prestazioni energetiche dei fabbricati, è stata realizzata mediante schede descrittive.
Queste hanno consentito di collezionare informazioni sugli elementi utili a completare e integrare
le indagini consentendo di trarre indicazioni pratiche circa le modalità di progettazione, le loro
caratteristiche edilizie ed architettoniche e sui materiali utilizzati.
Sono stati presi in considerazione interventi a due differenti scale, quella urbana e quella
architettonica, con tipologie edilizie diverse, con prevalenza della organizzazione in linea (con
47
40
Minergie® è un marchio registrato e quindi protetto a norma di Legge. In Svizzera, esso può essere usato solo
per edifici per i quali il raggiungimento dello standard è comprovato.
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
orientamento preferenziale secondo asse nord-sud), oppure con tipologia a torre, anche se
quest’ultima appare meno rappresentata in quanto economicamente più onerosa.
Laddove possibile si è cercato di interpretare le scelte progettuali onde pervenire ad una stima
verosimile dei costi di realizzazione effettivi.
Un capitolo a parte è stato dedicato agli strumenti informatici finalizzati alla progettazione ed alla
certificazione energetica, in grado di quantificare il fabbisogno energetico degli edifici. Differenti
pacchetti sono stati diffusamente testati, fornendo indicazioni sui loro costi operativi, sulle loro
potenzialità e sui casi nei quali è più indicato utilizzarli.
Da ricordare che alla luce del rinnovato interesse per le tematiche qui espresse, molte case
produttrici di software (anche di rilevanza mondiale!) stanno attivamente elaborando (al momento
della stesura di questa pubblicazione) nuovi pacchetti applicativi, integrati a diversi livelli in
programmi informatici CAD di grande diffusione e già ben radicati nel flusso di lavoro di gran
parte degli studi anche di media dimensione.
Un’ulteriore sviluppo computazionale rilevato, rispetto a quanto è stato puntualizzato nel
dicembre 2007, è oggi costituito da simulazioni più accurate dei fenomeni fisici, destinate ad
esempio a rappresentare in modo adeguato i movimenti delle masse di aria all'interno di edifici
per valutarne gli apporti energetici. Queste moderne tecniche di simulazione (denominate con
l'acronimo CFD - Computazione Fluido Dinamica) stanno ad indicare che si sta diffondendo un
approccio più rigoroso e scientifico alla modellazione dell’edificio, oggi non limitata alla sola
definizione geometrica del fabbricato.
Questi programmi applicativi si sono rivelati decisivi per la valutazione delle specificità intrinseche
degli aspetti ambientali e tecnologici da considerare nel corso della progettazione e della
costruzione dei fabbricati. Si è ritenuto pertanto doveroso documentare i caratteri costruttivi
connessi alla qualificazione energetica ad uso residenziale, recuperando ed elencando le
modalità esecutive maggiormente diffuse e rispondenti alle indicazioni prescrittive di legge.
Una concisa sintesi dei principi, dei metodi e degli strumenti per il progetto di nuove abitazioni e
per la riqualificazione di quelle esistenti, è stata effettuata per soddisfare i principi normativi e di
miglioramento energetico degli alloggi di edilizia economico-popolare. I criteri di prescrizione,
tipici delle normative, sono stati affiancati da criteri di soluzione, proposti e motivati nelle singole
fasi di progetto.
Terminata la raccolta e l’interpretazione della eterogenea moltitudine di elementi maturati durante
la ricerca, si sono affrontate nel dettaglio le analisi di un caso di studio analitico significativo: un
progetto per la costruzione di quattro edifici residenziali di sovvenzionata siti in Bologna (via
Beroaldo e Ungarelli). Tale progetto, in corso di realizzazione, è stato valutato in parallelo,
attraverso il confronto di tecnologie e materiali differenti da quelli effettivamente utilizzati,
simulando i diversi comportamenti prestazionali ottenibili con modificate combinazioni di involucro
e di impianti, pur garantendo i valori di legge.
Per ogni ipotesi progettuale sono stati determinati i principali indici energetici (tramite modello
CENED, approvato dalla Regione Lombardia) e sono stati quantificati i costi di costruzione,
attraverso uno specifico Computo Metrico Estimativo.
Questo approccio ha fornito le basi necessarie alla formulazione di criteri da considerare nella
scelta dei materiali e per la realizzazione complessiva di edifici eco-sostenibili, oltre che alla
stesura di una panoramica della tecnologia impiantistica esistente e delle soluzioni più
promettenti, attualmente in evoluzione, comprese alcune indicazioni inerenti le modalità e i
sistemi elettronici che possono essere utilizzati nella gestione e nel controllo di edifici progettati in
un’ottica generale di risparmio energetico.
Gli aspetti di carattere economico per interventi di nuova edificazione, significativi per la ricerca,
sono stati quindi ricavati dall’analisi dei casi di studio, considerando che la qualificazione
energetica dei fabbricati deve tenere in conto, contemporaneamente, i costi d’intervento e i costi
41
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
di esercizio (tutti i risparmi energetici resi possibili dall’intervento stesso). La valutazione di
sostenibilità economica si è quindi basata sulla quantificazione del tempo necessario per coprire,
con i risparmi ottenuti, i maggiori costi di intervento (tempo di ritorno).
Dall'ampia panoramica ottenibile tramite la letteratura esaminata durante il corso della ricerca, si
evince con chiarezza che sussiste un collegamento stretto tra comfort, salubrità, assenza di
elementi inquinanti nelle abitazioni e consumo energetico controllato.
Per questo motivo le linee guida che dalla ricerca sviluppata sono scaturite, sono state formulate
elencando “criteri generali” e l’aspetto qualitativo del progetto è stato indagato con l’intento di
consentire di poter giungere ad un livello analitico di dettaglio dei problemi che attenga al
controllo della qualità architettonica oltre che all'efficacia delle soluzioni dirette al risparmio di
energia, ove l'integrazione fra elementi impiantistici e fabbricato possa venire considerata come
condizione di qualità complessiva (di rendimento energetico, di pregio architettonico, di qualità
rispetto all’esigenza di manutenzione).
Come da facile premessa l’indagine ha confermato il convincimento e la suggestione che il buon
costruire, inteso come un consapevole utilizzo della migliore tradizione architettonico - costruttiva,
continui a costituire la base ineliminabile per una valida risposta alla domanda di risparmio
energetico da parte di chi vive ed usa l’organismo edilizio. L’affiancamento di strumenti e tecniche
innovative, di materiali di nuova concezione e di processi progettuali basati anche su strumenti
complessi rende la sfida della ricerca di soluzioni sostenibili, particolarmente nell’edilizia sociale,
un terreno sul quale il progettista può e deve continuamente confrontarsi nell’intento di migliorare
l’ordine nell’ambiente costruito.
42
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
A - Analisi del parco di edilizia residenziale pubblica:
problematiche generali per il suo recupero
Ferdinando Zanzottera
A1. Alcune considerazioni preliminari
Questo capitolo è stato costruito a seguito di approfondita esplorazione di alcuni temi e di
raccolta di conoscenze che sono stati ulteriormente specificati e che costituiscono i fattori portanti
basilari sui quali sono state fondate le conclusioni della ricerca e le proposte operative confluite
nella relazione finale.
Il suo scopo principale è quello di offrire un quadro conoscitivo, il più possibile approfondito, delle
problematiche energetiche applicate al patrimonio residenziale a scala nazionale e
internazionale.
Pur perseguendo lo scopo di offrire un materiale omogeneo esposto con sistematicità, non si è puntato all’esaustività degli argomenti trattati, in ragione della loro vastità, ci si è orientati invece a proporre un quadro interpretativo sufficientemente dettagliato ma soprattutto organicamente articolato.
La presente relazione, pertanto, mira a far comprendere la complessità dei fenomeni connessi al
patrimonio edilizio pubblico costruito nel corso del XX secolo nella città di Milano. Più
precisamente offre, a seguito di approfondita esplorazione, una disanima del parco immobiliare
dell’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale (ALER).
La ricerca ha pertanto esplorato innanzi tutto le differenti fonti bibliografiche e documentarie
esistenti, riscontrando anche notevoli contraddizioni in termini patrimoniali.
Acquisita la decisione di accantonare la possibilità di sfruttare i dati che periodicamente sono
apparsi in maniera frammentaria su riviste specializzate o sulla letteratura scientifica, si propone
nelle pagine seguenti un’analisi puntuale del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica della
città e della Provincia di Milano, attraverso l’analisi diretta del “Censimento patrimoniale ALER”
fornito direttamente dall’Ufficio Patrimonio e Demanio della sede centrale. La Direzione
dell’Istituto, nella persona della dott.sa Anna Bubbico, ha ritenuto opportuno “filtrare” il database
di alcuni dati sensibili, quali, ad esempio, gli edifici sfitti, vuoti, occupati abusivamente, ecc.
Si segnala comunque che la vasta banca dati, messa a disposizione e utilizzata, ha consentito di
accedere ad un fondamentale e ricchissimo patrimonio di informazioni costituito da oltre 5 milioni
di dati, suddivisi in aree di competenza territoriale delle filiali ALER (1.637.268 dati sul patrimonio
della Filiale Milano Sud Ovest, 1.897.606 dati sul patrimonio della Filiale Milano Nord Est e
1.772.700 dati sul patrimonio afferente alla Provincia di Milano).
In particolare si sono considerati i seguenti dati:
1 - la Filiale ALER al quale appartiene l’unità immobiliare
2 - la Zona ALER di appartenenza
3 - il codice del quartiere
4 - il codice dell’unità immobiliare
5 - la stato della proprietà
6 - l’indirizzo della proprietà immobiliare
7 - il numero civico dell’unità immobiliare
8 - la località dell’unità immobiliare
9 - il codice del fabbricato
10 - la scala dell’unità immobiliare
11 - il numero dell’alloggio o dell’unità immobiliare
12 - il piano al quale è situata l’unità immobiliare
13 - la caratura dell’unità immobiliare
14 - la caratura dell’impianto di risalita dell’unità immobiliare
43
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
15 - la caratura dell’impianto di riscaldamento dell’unità immobiliare
16 - lo stato di conservazione dell’unità immobiliare
17 - la normativa di riferimento dell’unità immobiliare
18 - la tipologia gestionale
19 - la tipologia delle unità alloggio
20 - la destinazione
21 - lo stato di assegnazione
22 -le caratteristiche catastali (foglio, principale, subalterno, zona, categoria, classe, vani,
cubatura, superficie)
23 - il tipo di gestione patrimoniale
24 - la tipologia LCG
25 - la tipologia di destinazione d’uso dell’unità immobiliare
26 - la superficie reale dell’unità immobiliare
27 - la superficie convenzionale dell’unità immobiliare
28 - l’anno di costruzione dell’unità immobiliare
29 - il nome del quartiere nel quale è inserita l’unità immobiliare
I dati patrimoniali analizzati non riguardano solamente i beni fisicamente posseduti attualmente
dall’ALER. Si sono infatti eseguiti numerosi approfondimenti anche sul patrimonio ceduto,
cessato e demolito in questi ultimi anni dall’Azienda milanese.
Da questi dati di secondo tipo è emerso che, fino alle grandi dismissioni patrimoniali finalizzate
alla monetizzazione finanziaria per avere dei capitali da investire in manutenzione straordinaria, il
patrimonio ALER consisteva in 139.670 unità immobiliari mentre alla fine del 2006 ALER
possedeva 79.670 proprietà immobili. Attraverso i dati patrimoniali fornitici si evince, quindi, che
129.456 proprietà immobiliari sono state cedute ma che, tuttavia, ne gestisce ancora un cospicuo
numero a vario titolo.
Come accennato nella Prima relazione intermedia, il patrimonio ALER “costituisce uno dei
patrimoni di edilizia residenziale pubblica regionale più consistenti in Europa”, del quale nel
presente studio si percorrono le principali fasi storiche, anche per consentire la comprensione di
un quadro storico generalizzato dal quale scaturiranno le scelte operative e valutative della fase
conclusiva del lavoro.
Particolare attenzione è stata inoltre posta nell’analisi dei dati che riguardano gli anni di
fabbricazione dell’edilizia residenziale pubblica, del loro stato di conservazione e della
consistenza e qualità delle centrali termiche esistenti e gestite direttamente dall’ALER.
Per quest’ultimo tema la ricerca si è avvalsa del materiale fornito dalla Direzione per le Politiche
Energetiche dello stesso Istituto, nella persona dell’ing. Pierantonio Zanoncelli.
In questo caso il materiale fornito consisteva nelle schede di un censimento in atto e continuo
aggiornamento sulle singole centrali termiche presenti nelle proprietà di Milano e Provincia, non
ancora organizzato con moderne strutture digitalizzate che possano facilitare la leggibilità e il
confronto dei dati. Nell’ambito del presente studio si precisa che si è scelto, quando possibile di
mantenere le dizioni utilizzate nelle schede tecniche fornite dall’ALER affinché si potesse
facilmente paragonare le tabelle elaborate con i dati originari e ancora in uso presso l’ALER.
Tuttavia occorre precisare che il censimento fornito è risultato carente e parzialmente incompleto,
poiché al suo interno, ad esempio, non compaiono i conclamati casi di complessi residenziali
particolarmente problematici per quanto concerne la gestione del riscaldamento, del combustibile
impiegato e delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre. Nulli, inoltre, sono stati i
tentativi reiterati per poter accedere a dati più completi, ai libretti caldaia e ai dati sui reali
consumi per il riscaldamento, che avrebbero consentito analisi più dettagliate e avrebbero offerto
dati certi sui consumi dei singoli stabili e sulle reali emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera,
consentendo anche paragoni e parallelismo tra edifici tipologicamente assimilabili.
44
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
A2. Il patrimonio immobiliare ALER nella città di Milano e Provincia
Il parco delle proprietà immobiliari gestito attualmente dell’ALER Milano ammonta a 129.456
unità, delle quali 79.670 costituiscono anche il suo patrimonio immobiliare.
Esso è caratterizzato da differenti destinazioni d’uso ed è costituito da edifici residenziali,
autorimesse, box, posti auto, uffici, laboratori, edifici commerciali, terreni agricoli, ecc. Questi
ultimi ammontano ad alcuni milioni di metri quadrati situati in prevalenza nella estrema periferia
urbana o in provincia48.
Tale patrimonio è stato realizzato a partire dall’inizio del XX secolo impiegando tutte le tipologie
planimetrico-costruttive elaborate nell’ambito della progettazione architettonica e con tecnologie e
finiture murarie differenti, corrispondenti ai linguaggi espressivi dell’architettura residenziale del
periodo della loro realizzazione.
Questo considerevole patrimonio costituisce un osservatorio privilegiato sul vasto panorama
dell’architettura urbana milanese, che può essere analizzato attraverso specifiche discipline che
aiutino a comprendere il rapporto che intercorre tra periferia e centro urbano, campagna e città,
oltre che tematiche di tipo compositivo, urbanistico, storiografico, tecnologico, ecc.
Data la vastità e l’eterogeneità di questo patrimonio da molti critici viene proposta e definita come
una sorta di “città nella città”, con grandi aree residenziali omogenee architettonicamente
impermeabili al resto della città e separate dal contesto attraverso recinzioni e partiture
metalliche.
Per comprendere maggiormente il fenomeno e l’importanza che il patrimonio dell’ALER riveste
all’interno della storia dell’architettura si è deciso, in questa sede, di ampliare le analisi compiute
anche sull’edilizia che in questi ultimi decenni l’Istituto ha venduto o demolito.
48
Queste aree non sono state computate nelle tabelle e nei grafici inerenti le proprietà immobiliari dell’ALER e non
devono essere confuse con ciò che viene presentato e definito dall’Istituto stesso come “Aree”.
45
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Le tabelle e i relativi grafici presentati in questa prima sezione sono dunque comprensivi delle
10.214 unità immobiliari che oggi non appartengono più al patrimonio ALER e che parzialmente
non sono da essa più gestite.
Patrimonio storico dell’ALER della città di Milano e Provincia espresso numericamente e suddiviso per
tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e
cessato)
Destinazione immobili
Filiale S O
Filiale N E
Provincia
TOT
RESIDENZIALE
20705
18956
24811
64472
RESIDENZIALE CEDUTA
11641
20356
11169
43166
RESIDENZIALE FERP
962
993
43
1998
AREA49
123
26
118
267
BOX/POSTO AUTO
2038
2249
5252
9539
BOX/POSTO AUTO CEDUTO
3013
2202
811
6026
184
182
127
493
1015
1493
393
2901
258
233
103
594
39939
46690
42827
129456
3146
3246
3822
10214
43085
49936
46649
139670
FUNZIONALE
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE CEDUTA
TOT
DEMOLITA/CESSATA
TOT
25000
20000
15000
10000
Filiale S O
0
Filiale N E
Provincia
R
ES RE
S
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O
N
O ESI
NA
N
D
L
E
R
ES NZ E
IA
ID
E N LE
ZI
A.
.
5000
Patrimonio storico dell’Aler della città di Milano e Provincia espresso numericamente e suddiviso per
tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
49
46
Nel presente studio si è deciso di computare nei grafici e nelle tabelle le proprietà immobiliari afferenti alla
categoria “Aree”, escludendo la categoria “terreni” che consta in migliaia di metri quadri e comprende piccoli orti
urbani, grandi aree agricole e parchi provinciali.
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Dall’analisi del patrimonio immobiliare ALER appare immediatamente evidente che l’attività
edilizia dell’Istituto si sia concentrata principalmente all’interno della città di Milano, privilegiando,
soprattutto nei decenni passati, l’edificazione di strutture residenziali all’interno dei confini
comunali.
Il numero delle proprietà gestite afferenti alle due filiali (Sud-Ovest e Nord-Est) è infatti di 86.629,
a fronte di un patrimonio di 42.827 unità immobiliari gestite nel territorio provinciale che, nel 2003,
erano disseminati in 158 comuni.
Patrimonio storico dell’ALER della sola città di Milano espresso numerica-mente e suddiviso per tipologie di
destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Destinazione immobili
RESIDENZIALE
Filiale S O
Filiale N E
TOT
20705
18956
39661
11641
20356
31997
3146
3246
6392
BOX/POSTO AUTO CEDUTO
3013
2202
5215
BOX/POSTO AUTO
2038
2249
4287
NON RESIDENZIALE
1015
1493
2508
RESIDENZIALE FERP
962
993
1955
NON RESIDENZIALE CEDUTA
258
233
491
FUNZIONALE
184
182
366
AREA
123
26
149
43085
49936
93021
RESIDENZIALE CEDUTA
DEMOLITA/CESSATA
TOT
50
Il numero maggiore delle proprietà riguarda, naturalmente, l’edilizia residenziale, seguito dai box
e dai posti auto e, con un considerevole scarto numerico, da unità immobiliari connesse ad
attività commerciali e non residenziali. Analoga è la situazione del patrimonio collocato nella
provincia di Milano, il quale, tuttavia, si differenza per la politica dismissiva.
50
Nel presente studio si è deciso di lasciare la categoria “Demolita/Cessata” che, nella documentazione interna
dell’ALER indica i beni immobili demoliti o ceduti, dei quali, in questa sede, diviene impossibile ricostruirne tutte le
fasi storiche e l’entità patrimoniale precisa.
47
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
AREA
FUNZIONALE
50000
45000
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
40000
RESIDENZIALE FERP
35000
30000
NON RESIDENZIALE
25000
BOX/POSTO AUTO
20000
15000
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
10000
DEMOLITA/CESSATA
5000
0
RESIDENZIALE CEDUTA
Filiale S O
Filiale N E
RESIDENZIALE
Patrimonio storico dell’Aler della sola città di Milano espresso numericamente e suddiviso per tipologie di
destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
RESIDENZIALE
34,4%
RESIDENZIALE CEDUTA
2,1%
0,2%
RESIDENZIALE FERP
4,6%
AREA
5,6%
BOX/POSTO AUTO
6,9%
0,4%
2,7%
0,5%
42,6%
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
DEMOLITA/CESSATA
FUNZIONALE
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
Patrimonio storico dell’Aler della sola città di Milano espresso numericamente in percentuale e suddiviso
per tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
48
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
RESIDENZIALE
30,9%
RESIDENZIALE CEDUTA
1,4%
0,2%
RESIDENZIALE FERP
6,8%
AREA
4,3%
BOX/POSTO AUTO
7,3%
0,4%
2,1%
0,4%
46,2%
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
DEMOLITA/CESSATA
FUNZIONALE
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
Patrimonio storico dall’Aler della città di Milano e Provincia espresso numericamente in percentuale e
suddiviso per tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Dalla comparazione delle tipologie di destinazione d’uso degli immobili in gestione all’ALER
appare evidente che non esistono grandi differenze tra la composizione del patrimonio
complessivo (Milano e Provincia) e quello esclusivamente milanese.
Grandi differenze, invece, risultano nelle dinamiche delle cessioni, sia in ambito residenziale che
in quello legato al mondo dei trasporti e del parcheggio, con conseguenze direttamente connesse
alle possibilità di intervento in ambito di risparmio energetico e di emissioni di anidride carbonica
nell’atmosfera.
Nel territorio urbano milanese il patrimonio residenziale si sta avvicinando numericamente a quello
rimasto di proprietà ALER che, attualmente, rappresenta il 55% del patrimonio gestito. Nel solo
territorio provinciale, invece, il numero delle proprietà cedute è pari al 31% di quello gestito51.
31%
45%
55%
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
RESIDENZIALE CEDUTA
69%
Confronto tra le percentuali di immobili residenziali di proprietà ALER e di immobili residenziali ceduti nel
territorio comunale di Milano e nel solo territorio provinciale.
51
In questi calcoli si è deciso di non considerare il patrimonio residenziale FERP che, a livello complessivo
costituisce circa il 2%. Per l’impiego di questo valore si rimanda alle analisi inserite nel proseguo della relazione
specificamente dedicate all’analisi del patrimonio immobiliare residenziale.
49
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Tale differenziazione appare macroscopica, invece, se si analizzano le cessioni dei box e dei
posti auto. In questo caso nel territorio comunale il numero dei box e posti auto ceduti ha
superato quello dei beni di proprietà, attestatosi al 45%, mentre nel solo territorio provinciale il
numero dei box ceduti è pari al 13%.
13%
45%
55%
BOX/POSTO AUTO
BOX/POSTO AUTO
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
87%
Confronto tra le percentuali di box e posti auto di proprietà ALER e di box e posti auto ceduti nel territorio
comunale di Milano e nel solo territorio provinciale.
Particolarmente significative appaiono le analisi condotte sul medesimo patrimonio immobiliare
analizzato in termini di superfici (espresse in metri quadrati reali). Da esse si può facilmente
ricavare che il patrimonio storico dell’ALER nella sua complessità raggiunge quasi gli 8 milioni di
metri quadri.
Poter dunque conoscere e poter in parte intervenire sistematicamente su questo patrimonio in
termini di efficienza e risparmio energetico, significa poter contribuire in maniera seria e
consistente sia nell’ambito dell’abbassamento dei consumi energetici, sia nella limitazione dei
danni ambientali determinati anche dall’impiego di impianti di riscaldamento non in perfetto stato
di conservazione e spesso in avanzato stato di obsolescenza strutturale.
Patrimonio storico dell’ALER nella città di Milano e Provincia espresso in Mq reali e suddiviso per tipologie
di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Destinazione immobili
RESIDENZIALE
Filiale S O
Filiale N E
Provincia
TOT
1115530,77
1057224,89
1722869,24
3895624,90
805015,85
1364850,28
784766,41
2954632,54
53408,13
34234,04
2293,00
89935,17
78,47
6302,79
290,01
6671,27
BOX/POSTO AUTO
28238,29
28303,49
74020,78
130562,56
BOX/POSTO AUTO CEDUTO
38283,22
29428,87
9719,05
77431,14
RESIDENZIALE CEDUTA
RESIDENZIALE FERP
AREA
FUNZIONALE
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE CEDUTA
TOT
DEMOLITA/CESSATA
TOT
50
9017,43
11901,30
3612,05
24530,78
69618,56
84806,88
74688,37
229113,81
6752,62
12908,64
15699,60
35360,86
2125943,34
2629961,18
2687958,51
7687958,51
57625,45
88187,76
70599,62
216412,83
2183568,79
2718148,94
2758558,13
7660275,86
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
1800000
1600000
1400000
1200000
1000000
800000
600000
400000
200000
0
R
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Filiale S O
Filiale N E
Provincia
Patrimonio storico dell’ALER della città di Milano e Provincia espresso in Mq reali e suddiviso per tipologie
di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Dai dati forniti appare evidente che la superficie totale degli immobili residenziali di proprietà
dell’ALER sia pari a circa 4 milioni di metri quadri, alla quale seguono quasi 3 milioni di metri
quadri che sono stati recentemente venduti (di cui una parte è comunque da essa gestita a
differente titolo), 229.113,81 metri quadri appartenenti ad immobili non residenziali, e 200.000
metri quadrati occupati da box e posti auto.
Le disparità tra l’entità patrimoniale delle due aree milanesi riscontrabili in termini quantitativi,
appaio generalmente confermate anche in termini di superficie reale.
Patrimonio storico dell’ALER nella sola città di Milano espresso in Mq reali e suddiviso per tipologie di
destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Destinazione immobili
RESIDENZIALE
Filiale S O
Filiale N E
TOT
1115530,77
1057224,89
2172755,66
805015,85
1364850,28
2169866,13
53408,13
34234,04
87642,17
78,47
6302,79
6381,26
BOX/POSTO AUTO
28238,29
28303,49
56541,78
BOX/POSTO AUTO CEDUTO
38283,22
29428,87
67712,09
DEMOLITA/CESSATA
57625,45
88187,76
145813,21
9017,43
11901,30
20918,73
69618,56
84806,88
154425,44
6752,62
12908,64
19661,26
2183568,79
2718148,94
4901717,73
RESIDENZIALE CEDUTA
RESIDENZIALE FERP
AREA
FUNZIONALE
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE CEDUTA
TOT
51
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
NON RESIDENZIALE
3000000
FUNZIONALE
2500000
DEMOLITA/CESSATA
2000000
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
1500000
BOX/POSTO AUTO
1000000
AREA
500000
RESIDENZIALE FERP
0
Filiale S O
RESIDENZIALE CEDUTA
Filiale N E
RESIDENZIALE
Patrimonio storico dell’ALER della sola città di Milano espresso in Mq reali e suddiviso per tipologie di
destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Maggiori differenziazioni, invece, si riscontrano in termini percentuali nella suddivisione interna
delle tipologie patrimoniali.
Se si analizzano le superfici del solo ambito comunale di Milano, ci si accorge che il patrimonio
immobiliare residenziale di proprietà ALER coincide esattamente con quello residenziale ceduto
(44,3%). La differenza, in ambito residenziale, è dunque celata unicamente nell’ambito delle
quote residenziali Fuori ERP (1,8%).
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
44,3%
1,8%
RESIDENZIALE FERP
0,1%
1,2%
AREA
1,4%
BOX/POSTO AUTO
3,0%
0,4%
3,2%
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
DEMOLITA/CESSATA
0,4%
FUNZIONALE
44,3%
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
Patrimonio storico dell’ALER della sola città di Milano espresso in Mq reali e suddiviso per tipologie di
destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
52
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
RESIDENZIALE
38,6%
RESIDENZIALE CEDUTA
1,2%
RESIDENZIALE FERP
0,1%
1,7%
1,0%
AREA
BOX/POSTO AUTO
2,8%
0,3%
3,0%
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
DEMOLITA/CESSATA
0,5%
FUNZIONALE
50,9%
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
Patrimonio storico dell’ALER della città di Milano e Provincia espresso in Mq reali e suddiviso per tipologie
di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
31%
49%
51%
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
RESIDENZIALE CEDUTA
69%
Confronto tra le percentuali di immobili residenziali di proprietà ALER e di immobili residenziali ceduti nel
territorio comunale di Milano e nel solo territorio provinciale.
Opposto, invece, è il fenomeno che interessa la superficie dei beni immobiliari rappresentati da
box e posti auto. Mentre nel solo territorio provinciale la quota dei beni ceduti espressa in metri
quadri coincide esattamente con quella espressa numericamente (sempre 13%), la superficie
ceduta nel territorio comunale di Milano rappresenta il 53% di quelli gestiti, diminuendo del 2%
rispetto al valore numerico di riferimento. Appare dunque evidente che la differenza del valore
ottenuto dipenda esclusivamente dalle dimensioni dei box e dei posti auto, decisamente inferiori
all’interno del territorio comunale di Milano rispetto a quello provinciale.
53
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
13%
BOX/POSTO AUTO
BOX/POSTO AUTO
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
47%
53%
87%
Confronto tra le percentuali di box e posti auto di proprietà ALER e di box e posti auto ceduti nel territorio
comunale di Milano e nel solo territorio provinciale.
Dati leggermente differenti appaio dalle analisi compiute sulle superfici espresse in metri quadri
convenzionali che, sebbene si impieghino nelle pratiche burocratiche-amministrative, non
dovrebbero essere impiegate nell’ambito di interventi progettuali e architettonici. Gli unici dati da
considerare, dunque, sono quelli afferenti alla realtà edilizia, sebbene in molti casi questi valori
sono stati desunti approssimativamente da progetti di massima o dalla documentazione
archivistica esistente, e non da rilievi sistematici ed organici eseguiti sui singoli manufatti
architettonici.
Patrimonio storico dell’ALER della città di Milano e Provincia espresso in Mq convenzionali e suddiviso per
tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e
cessato)
Destinazione immobili
RESIDENZIALE
Filiale S O
Filiale N E
Provincia
TOT
1207271,78
1126694,08
1827997,90
4161963,76
843425,03
1432752,16
816757,51
3092934,70
56241,91
38261,59
2546,72
97050,22
78,47
6307,99
290,01
6676,47
BOX/POSTO AUTO
35961,29
34218,20
79503,93
149683,42
BOX/POSTO AUTO CEDUTO
45191,91
35312,49
11387,28
91891,68
4853,02
5735,52
1342,05
11930,59
68351,57
81915,93
41668,35
191935,85
7507,58
13812,68
15643,67
36963,93
2268882,56
2775010,64
2797137,42
8036674,44
60965,02
94039,73
77603,00
232607,75
2329847,58
2869050,37
2874740,42
8073638,37
RESIDENZIALE CEDUTA
RESIDENZIALE FERP
AREA
FUNZIONALE
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE CEDUTA
TOT
DEMOLITA/CESSATA
TOT
54
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
2000000
1800000
1600000
1400000
1200000
1000000
800000
600000
400000
200000
0
Filiale S O
R
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ES
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ID
A
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A.
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Filiale N E
Provincia
Patrimonio storico dell’ALER della città di Milano e Provincia espresso in Mq convenzionali e suddiviso per
tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Patrimonio storico dell’ALER nella sola città di Milano espresso in Mq convenzionali e suddiviso per
tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e
cessato)
Destinazione immobili
RESIDENZIALE
Filiale S O
Filiale N E
TOT
1207271,78
1126694,08
2333965,86
843425,03
1432752,16
2276177,19
56241,91
38261,59
94503,50
78,47
6307,99
6386,46
BOX/POSTO AUTO
35961,29
34218,20
70179,49
BOX/POSTO AUTO CEDUTO
45191,91
35312,49
80504,40
DEMOLITA/CESSATA
60965,02
94039,73
155004,75
4853,02
5735,52
10588,54
68351,57
81915,93
150267,50
7507,58
13812,68
21320,26
2329847,58
2869050,37
5198897,95
RESIDENZIALE CEDUTA
RESIDENZIALE FERP
AREA
FUNZIONALE
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE CEDUTA
TOT
55
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
NON RESIDENZIALE
3000000
FUNZIONALE
2500000
DEMOLITA/CESSATA
2000000
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
1500000
BOX/POSTO AUTO
1000000
AREA
500000
RESIDENZIALE FERP
0
Filiale S O
RESIDENZIALE CEDUTA
Filiale N E
RESIDENZIALE
Patrimonio storico dell’ALER della sola città di Milano espresso in Mq convenzionali e suddiviso per
tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
43,8%
1,8%
RESIDENZIALE FERP
0,1%
1,3%
1,5%
AREA
BOX/POSTO AUTO
3,0%
0,2%
2,9%
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
DEMOLITA/CESSATA
0,4%
FUNZIONALE
44,9%
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
Patrimonio storico dell’ALER della sola città di Milano espresso in Mq convenzionali e suddiviso per
tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
56
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
RESIDENZIALE
38,3%
RESIDENZIALE CEDUTA
1,2%
0,1%
RESIDENZIALE FERP
AREA
1,9%
1,1%
2,9%
0,1%
2,4%
0,5%
51,6%
BOX/POSTO AUTO
BOX/POSTO AUTO
CEDUTO
DEMOLITA/CESSATA
FUNZIONALE
NON RESIDENZIALE
NON RESIDENZIALE
CEDUTA
Patrimonio storico dell’ALER della città di Milano e Provincia espresso in Mq reali e suddiviso per tipologie
di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
A3. Il patrimonio immobiliare residenziale ALER nella città di Milano e Provincia
Il patrimonio residenziale ALER era costituito da 109.636 unità immobiliari sparse su tutto il
territorio provinciale. Di queste 73.613 erano collocate internamente l’abitato urbano di Milano,
mentre le rimanenti 36.023 erano sparse in 162 comuni della provincia.
Dopo le cessioni di parte del suo parco immobiliare il patrimonio residenziale attuale è di 66.470 unità.
Il patrimonio residenziale gestito dall’ALER è dunque suddiviso con molte differenze numeriche
quantitative e consistenze architettoniche nei seguenti comuni: Abbiategrasso, Agrate Brianza,
Albairate, Albiate, Arconte, Arese, Arluno, Assago, Bareggio, Barlassina, Basiano, Bellinzago
Lombardo, Bernareggio, Besana in Brianza, Besate, Biassono, Rinasco, Boffalora Sopra Ticino,
Bollate, Bovisio-Masciago, Bresso, Brugherio, Bubbiano, Buccinasco, Burago di Folgora,
Buscate, Busnago, Bussero, Busto Garolfo, Cambiago, Canegrate, Carate Brianza, Carnate,
Carpiano, Casarile, Casorezzo, Cassano d’Adda, Cassina de Pecchi, Cassinetta di Lugagnano,
Castano Primo, Cavenago di Brianza, Ceriano Laghetto, Cernusco sul Naviglio, Cerro al Lambro,
Cerro Maggiore, Cesano Boscone, Cesano Maderno, Cesate, Cinisello Balsamo, Cisliano,
Cologno Monzese, Volturano, Concorezzo, Corbetta, Cormano, Cornaredo, Cornate d’Adda,
Corsico, Cuggiono, Cusano Dilanino, Dairago, Desio, Gaggiano, Garbagnate Milanese, Gessate,
Giussano, Gorgonzola, Grezzago, Gudo Visconti, Inveruno, Indago, Lacchiarella, Lainate,
Mazzate, Legnano, Lentate sul Severo, Lesmo, Limbiate, Lissone, Locate Di Triulzi, Macherio,
Magenta, Magnano, Marcallo con Casone, Masate, Meda, Mediglia, Melegnano, Melzo, Mesero,
Monza, Morimondo, Motta Visconti, Muggiò, Nerviano, Nova Milanese, Novate Milanese,
Noviglio, Opera, Ossona, Azzero, Paderno Dugnano, Pantigliate, Parabiago, Paullo, Pero,
Peschiera Borromeo, Pessano con Bornago, Pieve Emanuele, Pioltello, Pogliano Milanese,
Pozzo d’Adda, Pozzuolo Martesana, Pregnana Milanese, Renate, Rescaldina, Rho, Robecchetto
con Induco, Robecco sul Naviglio, Rodano, Roncello, Ronco Brigantino, Rosate, Rozzano, San
Colombano al Lambro, San Donato Milanese, San Giorgio su Legnano, San Giuliano Milanese,
San Vittore Olona, San Zenone al Lambro, Santo Stefano Ticino, Sedriano, Segrate, Senato,
Seregno, Sesto San Giovanni, Settala, Settimo Milanese, Severo, Solaro, Subiate, Trezzano
Rosa, Trezzano sul Naviglio, Trezzo sull’Adda, Tribiano, Truccazzano, Turbino, Usmate Velate,
Vanzaghello, Vaprio d’Adda, Varedo, Vedano al Lambro, Veduggio con Colzano, Vermezzo,
Vignate, Villa Cortese, Villasanta, Vimercate, Vimodrone, Vittuone, Zelo Surrigone e Zibido San
Giacomo.
57
Federcasa Lombardia
Destinazione immobili
Regione Lombardia
Filiale S O
Filiale N E
Provincia
TOT
RESIDENZIALE
20705
18956
24811
64472
RESIDENZIALE CEDUTA
11641
20356
11169
43166
962
993
43
1998
33308
40305
36023
109636
RESIDENZIALE FUORI ERP
TOT
La percentuale numerica degli immobili residenziali Fuori ERP è molto limitata. Quasi del tutto
insignificante ai fini statistici risulta questa particolare forma di edilizia presente nel territorio
provinciale, poiché essa raggiunge solamente la quota approssimativa del 1%. A Milano, invece,
il numero di unità abitative Fuori ERP costituisce il 2,7% dell’intero patrimonio, facendo attestare
la cifra media dell’intera fascia urbana e provinciale al valore appena inferiore al 2%.
Consistente è la quota del patrimonio residenziale ceduto dall’ALER. A Milano, infatti, tale realtà
ha raggiunto il 43,5% dell’intero patrimonio storico. Ad esso si contrappone il 53,95% degli
immobili non ceduti di sua proprietà. Anche in questo caso è il territorio provinciale a ricalibrare le
cifre, poiché la quota degli immobili ceduti (11.169 unità) costituisce solamente il 31% del suo
parco immobiliare storico.
Complessivamente il patrimonio ALER residenziale è così composto:
Destinazione immobili
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
RESIDENZIALE FUORI ERP
Valore percentuale
58,8 %
39,4 %
1,8 %
2,7%
RESIDENZIALE
43,5%
RESIDENZIALE CEDUTA
53,9%
RESIDENZIALE FERP
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dall’ALER della sola città di Milano espresso numericamente in
percentuale e suddiviso per tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
58
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
31,0%
0,1%
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
RESIDENZIALE FERP
68,9%
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dall’ALER della sola provincia di Milano espresso
numericamente in percentuale e suddiviso per tipologie di destinazione d’uso delle singole unità
immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
1,8%
39,4%
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
58,8%
RESIDENZIALE FERP
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dall’ALER in Milano (città e Provincia) espresso
numericamente in percentuale e suddiviso per tipologie di destinazione d’uso delle singole unità
immobiliari (compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Anche in termini di superficie la composizione generale non cambia in maniera significativa.
Se si considerano i metri quadri reali il patrimonio ALER residenziale è così composto:
Destinazione immobili
Valore percentuale
RESIDENZIALE
56,1 %
RESIDENZIALE CEDUTA
42,6 %
RESIDENZIALE FUORI ERP
1,3 %
59
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Se si considerano, invece, i metri quadri convenzionali la suddivisione risulta la seguente:
Destinazione immobili
Valore percentuale
RESIDENZIALE
56,6 %
RESIDENZIALE CEDUTA
42,1 %
RESIDENZIALE FUORI ERP
1,3 %
1,3%
42,6%
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
56,1%
RESIDENZIALE FERP
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dell’ALER in Milano (città e Provincia) espresso in Mq reali e
suddiviso per tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
1,3%
42,1%
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE CEDUTA
56,6%
RESIDENZIALE FERP
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dell’ALER in Milano (città e Provincia) espresso in Mq
convenzionali e suddiviso per tipologie di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
60
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dell’ALER a Milano (città e Provincia) suddiviso per tipologie di
destinazione
Destinazione immobili
Numero unità immobiliari
mq reali
mq convenzionali
RESIDENZIALE
64472
3895624,90
4161963,76
RESIDENZIALE CEDUTA
43166
2954632,54
3092934,70
1998
89935,97
97050,22
109636
6940193,41
7351948,68
RESIDENZIALE FUORI ERP
TOT
2500000
2000000
1500000
MQ REALI
MQ CONVENZIONALI
1000000
500000
0
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE
CEDUTA
RESIDENZIALE
FERP
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dell’ALER nella sola città di Milano (città e Provincia)
suddiviso per tipologie di destinazione
2000000
1800000
1600000
1400000
1200000
1000000
MQ REALI
MQ CONVENZIONALI
800000
600000
400000
200000
0
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE
CEDUTA
RESIDENZIALE
FERP
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dell’ALER a Milano (città e Provincia)
suddiviso per tipologie di destinazione
61
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Patrimonio storico dell’edilizia residenziale dell’ALER nella sola città di Milano suddiviso per tipologie di
destinazione
Destinazione immobili
N. UNITA' IMM
REALE
CONVENZIONALE
RESIDENZIALE
39661
2172755,66
2333965,86
RESIDENZIALE CEDUTA
31997
2169866,13
2276177,19
1955
87642,17
94503,50
73613
2456309,21
4704646,55
RESIDENZIALE FUORI ERP
TOT
Differenze patrimoniali esistono anche in relazione alle due diverse filiali milanesi (Filiale SudOvest e Filiale Nord-Est). Ovviamente tali discrepanze sono legate a fattori endogeni territoriali, a
criteri di divisione amministrativa della superficie comunale e alla composizione dei nuclei sociali
che abitano o hanno abitato all’interno dei complessi residenziali.
Lampanti differenziazioni si manifestano, ad esempio, in relazione alla quantità degli immobili
residenziali ceduti nel comparto nord-occidentale della città, che risulta essere quasi il doppio
dell’altra filiale milanese.
25000
20000
15000
10000
5000
Filiale N E
0
Filiale S O
RESIDENZIALE
RESIDENZIALE
CEDUTA
RESIDENZIALE
FERP
Patrimonio dell’edilizia residenziale gestito dall’ALER a Milano suddiviso per tipologie di destinazione e
Filiali territoriali
Secondo alcune stime pubblicate negli anni Novanta il patrimonio di proprietà dell’ALER era
suddivisibile per macro epoche costruttive.
Secondo questa ricostruzione presentata da Gian Battista Barbarossa esso era schematicamente
suddivisibile in quattro epoche costruttive: il 17% corrispondeva alle costruzioni comprese tra il
1902 ed il 1935, il 29% a quelle edificate tra il 1936 ed il 1965, il 33% era costituito da architetture
costruite tra il 1966 e il 1975 (di cui il 21% in edilizia prefabbricata e il 12% con sistemi
tradizionali) e il rimanente 20% era l’architettura milanese eretta dopo il 1976.
Il presente studio propone una suddivisione del patrimonio ALER per decennio di costruzione,
anche se è evidente che commistioni stilistiche, strutturali e tecnologiche abbiano caratterizzato
l’edilizia e l’operare architettonico senza rispettare una rigida divisione decennale.
La schematizzazione che si propone in questa sede, sebbene basata su un rigoroso sistema di
schedatura e sulla realizzazione di un apposito database, ha dunque tutti i limiti di uno studio che
non si fonda sulla rigorosa ricerca archivistica. Quest’ultima, d'altronde, sarebbe stata impossibile
62
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
da attuare nei tempi fissati dalla ricerca, trattandosi di un patrimonio che conta 40.305 unità
immobiliari ancora di proprietà ALER.
Da questa esemplificazione appare evidente che l’architettura preminente in termini numerici
delle unità abitative sia quella edificata negli anni Trenta (20,8%), seguita da quella degli anni
Sessanta (19,5%), degli anni Settanta (14,7%) e degli anni Venti (13,3%).
Nell’analizzare i dati, tuttavia, occorre tener presente che ALER accorpa ai risultati delle nuove
costruzioni del XX secolo anche i dati relativi ai quartieri oggetto di sensibili trasformazioni, nei
quali si è intervenuti attraverso sostanziali rinnovamenti e adeguamenti, operando sventramenti
interni, modificazione delle superfici, realizzazioni di facciate dotate di cappotto, ecc.
Agli anni Duemila, ad esempio, afferiscono i lavori del quartiere denominato “Nuovo Mazzini”,
mentre l’edilizia degli anni Novanta comprende anche l’intervento eseguito nel quartiere “Nuovo
Stadera”.
Sebbene il criterio di periodizzazione qui applicato presenti non pochi aspetti di criticabilità sul
piano storico e storiografico, lo si è scelto in rapporto alla finalità della ricerca e al dato di fatto
che nei grandi interventi architettonici operati in questi due ultimi decenni si sono effettuati
sventramenti significativi delle volumetrie architettoniche originarie, si sono sperimentate nuove
tecnologie di coibentazione e di risparmio energetico, si sono impiegati e testati materiali
certamente non adoperati nel periodo della “prima edificazione”.
Risulta evidente che, con la classificazione qui adottata, il patrimonio immobiliare residenziale di
proprietà ALER sito a Milano viene riletto, rispetto alle consuetudini più diffuse, secondo un
sostanziale “sbilanciamento” storico, dal momento che appare per così dire ridimensionata la
quantità degli edifici edificati negli anni Venti e Trenta.
Tuttavia tramite la sequenza cronologica decennale qui scelta emerge che, se si considera il
numero delle unità abitative, i dati analizzati confermano che il parco residenziale, costituito da
edilizia edificata prima del 1950, rappresenta ancora oggi una cifra superiore al 50%.
9000
8000
Primo decennio del XX secolo
7000
Anni 10
Anni 20
6000
Anni 30
5000
Anni 40
Anni 50
4000
Anni 60
Anni 70
3000
Anni 80
2000
Anni 90
XXI secolo
1000
0
1
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà ALER
suddiviso per decenni costruttivi
63
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
19,5%
3,8%
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
13,3%
Anni 20
14,7%
Anni 30
Anni 40
Anni 50
Anni 60
Anni 70
8,5%
20,8%
14,8%
Anni 80
0,5%
Anni 90
0,5%
XXI secolo
1,5%
2,1%
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà ALER
suddiviso per decenni costruttivi
Completamente differente, invece, appare la quantificazione del patrimonio ALER ceduto ed ora
solamente in parte da essa gestito. Le fasce storiche di questo patrimonio di influenza più o meno
diretta dell’ALER, sono infatti caratterizzate da una forte prevalenza dell’architettura degli anni
Sessanta, che da sola rappresenta il 52,4% del patrimonio ceduto.
18000
16000
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
14000
Anni 20
12000
Anni 30
Anni 40
10000
Anni 50
8000
Anni 60
Anni 70
6000
Anni 80
Anni 90
4000
XXI secolo
2000
Incerta
0
1
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduto e parzialmente in gestione all’ALER
suddiviso per decenni costruttivi
64
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Primo decennio del XX secolo
0%
0%
0%
Anni 10
Anni 20
11%
5% 0% 4,7%
6%
Anni 30
5%
Anni 40
15%
Anni 50
Anni 60
Anni 70
Anni 80
52,4%
Anni 90
XXI secolo
Incerta
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduto e parzialmente in gestione all’ALER suddiviso per
decenni costruttivi
Ancora differente è la specifica del patrimonio Fuori ERP che, tuttavia, come accennato
superiormente, interessa numericamente meno del 2% del parco residenziale storico dell’ALER
collocato nella città di Milano.
Del patrimonio immobiliare fuori dall’Edilizia Residenziale Pubblica il 38,8% è stato realizzato
negli anni Trenta, il 18,2% negli anni Venti, il 18% nel decennio presente e il 12,2% negli anni
Quaranta. Anche senza approfondire dettagliatamente l’origine storica dell’edilizia afferente in
questo studio al XXI secolo, è evidente la vetustà di questo particolare patrimonio, che
numericamente consta in 1.955 unità. Il 75,4% di essi, infatti, è stato costruito prima del 1950.
800
700
Primo decennio del XX secolo
600
Anni 10
Anni 20
500
Anni 30
Anni 40
400
Anni 50
Anni 60
300
Anni 70
Anni 80
200
Anni 90
XXI secolo
100
0
1
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi
65
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
1,9%
2,4%
Primo decennio del XX secolo
1,9%
Anni 10
0,3%
Anni 20
12,2%
0,0%
38,8%
Anni 30
Anni 40
18,0%
Anni 50
Anni 60
1,1%
Anni 70
5,1%
18,2%
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà dell’ALER suddiviso per decenni costruttivi
espresso in termini di unità immobiliari
Primo decennio
del XX secolo Anni 10
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
Filiale SO
229
214
2129
3589
4761
487
Filiale N E
359
627
3748
4646
507
1034
TOT
588
841
5877
8235
5268
1521
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
Filiale SO
4228
3262
1624
182
0
Filiale N E
3495
2571
1757
0
212
TOT
7723
5833
3381
182
212
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduto e parzialmente gestito dall’ALER suddiviso per decenni
costruttivi espresso in termini di unità immobiliari
Primo decennio
del XX secolo Anni 10
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
Filiale SO
0
0
423
844
883
1438
Filiale N E
39
50
1092
960
815
3366
TOT
39
50
1515
1804
1698
4804
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
Datazione
incerta
XXI secolo
Filiale SO
4384
2418
0
0
44
1207
Filiale N E
12380
1052
87
63
0
452
TOT
16764
3470
87
63
44
1659
66
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi espresso in termini di unità immobiliari
Primo decennio
del XX secolo
Anni 10
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
Filiale SO
5
0
111
229
225
5
Filiale N E
16
100
244
530
14
33
TOT
21
100
355
759
239
38
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
Filiale SO
1
31
4
0
351
Filiale N E
46
7
1
0
2
TOT
47
38
5
0
352
La suddivisione in decenni del patrimonio residenziale di proprietà dell’ALER che considera le
singole unità immobiliari risulta leggermente differente se raffrontato ai dati inerenti le superfici
espresse in metri quadri reali. In questo caso l’edilizia preminente non è più quella degli anni
Trenta, ma quella degli anni Sessanta (23%), seguita dall’edilizia costruita nel decennio
successivo (19,8%).
Mentre in termini di unità immobiliari gli edifici costruiti nella prima metà del secolo costituivano il
51,5% della proprietà ALER, in termini di superficie reale questa architettura copre “solamente” il
42,5%. Ciò significa che i tagli degli alloggi sono gradatamente divenuti più grandi. L’unità
residenziale media degli anni Trenta, ad esempio, è di 41 mq, a fronte di appartamenti medi di
64,59 mq degli anni Sessanta e di 73,92 mq degli anni Settanta.
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
4,1%
10,1%
23,0%
15,6%
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
19,8%
13,9%
1,6%
9,7%
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
1,3%
0,5%
0,4%
XXI secolo
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà ALER
suddiviso per decenni costruttivi
67
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
500000
Primo decennio del XX secolo
450000
Anni 10
400000
Anni 20
350000
Anni 30
300000
Anni 40
250000
Anni 50
200000
Anni 60
150000
Anni 70
100000
Anni 80
50000
Anni 90
XXI secolo
0
1
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà ALER
suddiviso per decenni costruttivi
La maggiore dimensione degli alloggi della seconda metà del secolo ha certamente favorito la
cessione di parte del patrimonio immobiliare posseduto dall’ALER. Tuttavia ridurre la
problematica della dismissione al semplice taglio degli alloggi sarebbe comunque tendenzioso e
fuorviante, poiché sono molteplici le ragioni economiche e sociali che hanno favorito una
significativa cessione del patrimonio immobiliare di determinate epoche temporali.
Oggi la maggior parte della superficie (espressa in metri quadri reali) ceduta dall’ALER
appartiene agli anni Sessanta e da solo costituisce il 52,7% dell’intero patrimonio ceduto.
Primo decennio del XX secolo
1200000
Anni 10
1000000
Anni 20
Anni 30
800000
Anni 40
600000
Anni 50
400000
Anni 70
Anni 60
Anni 80
200000
Anni 90
XXI secolo
0
1
Incerta
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduto e oggi parzialmente amministrato dall’ALER
suddiviso per decenni costruttivi
68
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
Anni 20
52,7%
Anni 30
Anni 40
Anni 50
Anni 60
13,2%
Anni 70
14,0%
4,4%3,9% 3,9%0,1% 7,0% 0,3%
0,2%
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
0,1%
Incerta
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduto e oggi parzialmente amministrato dall’ALER
suddiviso per decenni costruttivi
Lo stesso fenomeno riscontrato nell’edilizia residenziale ceduta dall’ALER, che riduce l’impatto
percentuale delle unità immobiliari edificate degli anni Trenta, caratterizza anche il patrimonio
immobiliare Fuori dall’Edilizia Residenziale Pubblica. In questo caso la principale architettura
risulta essere quella edificata nel presente decennio.
Si tratta di un dato che tuttavia è parzialmente sfalsato dal concetto storiografico adottato
dall’ALER e parzialmente impiegato anche in queste analisi, finalizzato a una migliore
conoscenza del patrimonio residenziale pubblico e del suo comportamento prestazionale
energetico.
Se la percentuale del patrimonio Fuori ERP dell’edilizia costruita prima del 1950 in termini
assoluti costituisce il 75,4% delle similari unità immobiliari, la percentuale che ricopre la superficie
reale di questa architettura si attesta intorno al 65,9%.
2,8%
2,0%
2,4%
Primo decennio del XX secolo
0,2%
9,0%
Anni 10
0,0%
Anni 20
Anni 30
28,4%
Anni 40
Anni 50
36,6%
Anni 60
Anni 70
13,8%
3,7%
1,0%
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi espresso in termini di unità immobiliari
69
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
35000
Primo decennio del XX secolo
30000
Anni 10
Anni 20
25000
Anni 30
20000
Anni 40
Anni 50
15000
Anni 60
Anni 70
10000
Anni 80
5000
Anni 90
XXI secolo
0
1
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi espresso in termini di unità immobiliari
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà dell’ALER suddiviso per decenni costruttivi
espresso in termini di metri quadri reali
Primo decennio
del XX secolo
Anni 10
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
Filiale SO
9377,08
8587,89
105194,17
144862,35
194314,33
29244,76
Filiale N E
18587,77
26914,94
196335,42
193934,90
25645,81
59456,77
TOT
27964,85
35502,83
301529,59
338797,25
219960,14
88701,53
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
Filiale SO
274763,21
241267,17
99179,10
8740,71
0
Filiale N E
224044,45
189932,67
111009,62
0
11362,54
TOT
498807,66
431199,84
210188,72
8740,71
11362,54
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduto dall’ALER suddiviso per decenni costruttivi espresso in
termini di metri quadri reali
Primo decennio
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
del XX secolo Anni 10
Filiale SO
0
0
22908,98
37394,12
46579,05
84114,89
Filiale N E
2145,85
2331,77
61099,89
48424,92
50067,09
203572,69
TOT
2145,85
2331,77
84008,87
85819,04
96646,14
287687,58
Filiale SO
Filiale N E
TOT
Datazione
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
incerta
293006,04
211390,08
0
0
2915,36
112707,33
854197,79
92341,85
6942,34
4437,14
0
39288,95
1147203,8
303731,93
6942,34
4437,14
2915,36
151996,28
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi espresso in termini di metri quadri reali
Primo decennio
Anni 10
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
del XX secolo
Filiale SO
214,78
0
3466,95
7753,35
7430,91
213,72
Filiale N E
674,12
3286,14
8584,78
17163,78
497,28
1563,50
TOT
888,9o
3286,14
12051,73
24917,13
7928,19
1777,22
70
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Anni 60
Filiale SO
Filiale N E
TOT
Anni 70
74,31
2060
2134,31
Anni 80
Anni 90
2183,93
263,3
2447,23
138,19
31,43
169,62
0
0
0
XXI secolo
31931,99
109,71
32041,7
La situazione del patrimonio storico immobiliare residenziale di ALER espresso in meri quadri
convenzionali mostra solamente alcune piccole variazioni rispetto alla suddivisione dettata
dall’analisi dei metri quadri reali. Queste sono in parte dovute alla poca attendibilità di alcuni dati
forniti riguardanti le superfici di 44 unità immobiliari edificate o radicalmente trasformate nel XXI
secolo nell’area di competenza della Filiale Sud-Ovest.
Di seguito, pertanto si riportano le tabelle e i grafici dei dati analizzati.
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà dell’ALER suddiviso per decenni costruttivi
espresso in termini di metri quadri convenzionali
Primo decennio
del XX secolo Anni 10
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
Filiale SO
9598,83
9174,91
109483,48
156319,26
228061,52
32172,90
Filiale N E
19466,82
29111,36
206588,99
204507,63
29274,88
65887,61
TOT
29065,65
38286,27
316072,47
360826,89
257336,40
98060,51
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
Filiale SO
289510,27
252181,69
110145,91
10623,01
0
Filiale N E
240604,69
198223,36
121536,19
0
11492,55
TOT
530114,96
450405,05
231682,1
10623,01
11492,55
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduto dall’ALER suddiviso per decenni costruttivi espresso in
termini di metri quadri convenzionali
Primo decennio
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
del XX secolo Anni 10
Filiale SO
0
0
24198,34
39928,4
46430,67
92872,35
Filiale N E
2158,72
2388,90
63903,84
52469,01
56968,78
221718,89
TOT
2158,72
2388,90
88102,18
92397,41
103399,45
314591,24
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
Datazione
incerta
XXI secolo
Filiale SO
309553,34
217657,52
0
Filiale N E
886627,11
95255,21
7209,76
4633,05
0
39418,89
1196180,45
312912,73
7209,76
4633,05 Dato non attendibile
152203,3
TOT
0 Dato non attendibile
112784,4
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi espresso in termini di metri quadri
convenzionali
Primo decennio
del XX secolo
Anni 10
Anni 20
Anni 30
Anni 40
Anni 50
Filiale SO
227,09
0
3826,73
8808,7
8690,14
251,92
Filiale N E
706,75
3637,46
9416,24
19256,42
545,19
1794,99
TOT
933,84
3637,46
13242,97
28065,12
9235,33
2046,91
71
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
Filiale SO
75,94
2291,21
138,19
0
31931,99
Filiale N E
2428,02
313,13
40,14
0
123,25
TOT
2503,96
2604,34
178,33
0
32055,24
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
4,2%
11,0%
Anni 20
22,7%
Anni 30
Anni 40
15,5%
Anni 50
Anni 60
19,3%
13,5%
1,6%
Anni 70
9,9%
Anni 80
0,5%
Anni 90
0,5%
1,2%
XXI secolo
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà ALER
suddiviso per decenni costruttivi
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
Anni 20
52,6%
Anni 30
Anni 40
Anni 50
13,7%
Anni 60
Anni 70
13,8%
4,5% 4,1%
0,3%
0,1%
3,9%
0,1%
0,2%
6,7%
Anni 80
Anni 90
XXI secolo
0,0%
Incerta
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduto suddiviso per decenni costruttivi
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
3,8%
Anni 20
14,0%
1,0%
Anni 30
29,7%
Anni 40
Anni 50
Anni 60
33,9%
9,8%
0,0%
Anni 80
2,6%
0,2%
2,8%
Anni 70
2,2%
Anni 90
XXI secolo
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi espresso in termini di unità immobiliari
72
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
600000
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
500000
Anni 20
400000
Anni 30
Anni 40
300000
Anni 50
Anni 60
200000
Anni 70
Anni 80
100000
Anni 90
XXI secolo
0
1
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese di proprietà ALER suddiviso per decenni costruttivi
Primo decennio del XX secolo
1200000
Anni 10
1000000
Anni 20
Anni 30
800000
Anni 40
600000
Anni 50
400000
Anni 70
Anni 60
Anni 80
200000
Anni 90
XXI secolo
0
Incerta
1
Patrimonio dell’edilizia residenziale milanese ceduta dall’ALER
suddiviso per decenni costruttivi
35000
Primo decennio del XX secolo
Anni 10
30000
Anni 20
25000
Anni 30
Anni 40
20000
Anni 50
15000
Anni 60
Anni 70
10000
Anni 80
5000
Anni 90
XXI secolo
0
1
Parco milanese Fuori ERP suddiviso per decenni costruttivi
espresso in termini di unità immobiliari
73
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Secondo lo studio compiuto da Gian Battista Barbarossa negli anni Novanta su circa 130.000
alloggi residenziali di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Milano il patrimonio
residenziale era tecnologicamente suddivisibile nelle seguenti cinque classi:
Muratura piena
17 %
Struttura mista
30 %
Alloggi prefabbricati a pannelli portanti
21 %
Struttura puntiforme e tamponamento con intercapedine
12 %
Edilizia industrializzata
20 %
Oggi questi calcoli sarebbero completamente da rivedere alla luce delle avvenute demolizioni,
cessazioni, aggiunte e modificazioni delle consistenze patrimoniali dell’ALER.
Il parco residenziale milanese, infatti, da una lato è stato fortemente influenzato dalla presa di
coscienza avvenuta negli anni Ottanta e Novanta della vetustà edilizia del suo patrimonio e del
suo stato di conservazione. In questi due decenni, infatti, ci si rese conto che una considerevole
parte del parco immobiliare versava in precarie condizioni conservative e si valutò che
economicamente la situazione stava per divenire drammatica.
Per far fronte all’emergenza, acuita da una grave condizione economica di passività dell’Istituto,
in quel frangente si pensò di ricorre alla vendita di parte del patrimonio immobiliare IACP per
poter disporre immediatamente di capitali da reinvestire.
Si procedette, quindi, ad una prima alienazione di circa 10.000 alloggi con lo scopo di risanare il
bilancio e poter intervenire con opere di manutenzione straordinaria.
Rispondendo ai suoi compiti istituzionali, inoltre, in questi ultimi anni l’ALER si è sforzato di
ascoltare le nuove istanze provenienti dalla società civile e dalle inevitabili modificazione dello
scenario urbano di riferimento. Richieste sempre maggiori provengono, infatti, da particolari
categorie sociali quali anziani, extracomunitari, studenti, diversamente abili e impiegati
temporanei legati alla flessibilità e precarietà del mercato lavorativo. La frammentazione dei
nuclei familiari, inoltre, ha subito un rapido e inaspettato aumento.
Il trend di crescita del numero dei nuclei familiari costituiti da una sola persona in questi ultimi
anni ha continuato inesorabilmente ad aumentare, rendendo ancora più complessa la situazione
che si era registrata tra il 1997 ed il 2003, quando il numero delle persone sole locatarie di unità
residenziali di proprietà dell’ALER erano passato dal 9,7% al 29,01%.
Diversificare e rendere maggiormente flessibili le strutture architettoniche è divenuto quindi uno
dei compiti principali dell’Istituto che, insieme alla Regione Lombardia e ad altre istituzioni locali,
hanno svolto un’attenta azione di concertazione nell’ambito della riqualificazione urbana e del
proprio patrimonio immobiliare. Tuttavia, malgrado questi sforzi, cospicue parti del patrimonio
residenziale pubblico versano ancora in condizioni di conservazione precaria.
La stessa Azienda Lombarda Edilizia Residenziale negli scorsi anni ha sentito la necessità di
verificare lo stato conservativo del suo patrimonio immobiliare per non risultare economicamente
sperequativa nei confronti dei suoi utenti. L’ufficio patrimoniale si è dunque occupato di
catalogare il proprio patrimonio edilizio schedandolo secondo alcune grandi macrocategorie:
- Classe di Conservazione 1 (edifici in buono stato di conservazione assegnati al 100%
del canone locatario)
- Classe di Conservazione 2 (edifici con gravi danni, verificati da sopraluoghi appositamente predisposti, assegnati con una detrazione del 20% sul normale canone locatario)
- Classe di Conservazione 3 (edifici che non risultano a norma - es. non conformi alle
prescrizioni sancite dalla Legge n. 457 del 5 agosto del 1978 - assegnati con una
detrazione del 40% sul normale canone locatario)
- Classi di Conservazione 4 e di Conservazione N (edifici in buono stato di conservazione
assegnati al 100% del canone locatario seguendo nuove modalità contrattuali)
74
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Il patrimonio residenziale ALER edificato all’interno dei confini comunali è caratterizzato da una
rilevante percentuale di architetture non a norma o gravemente carenti dal punto di vista
funzionale e conservativo. Complessivamente 16.421,41 mq dello storico patrimonio residenziale
ALER appartiene alla seconda classe conservativa, mentre il numero di metri quadri che “non
sono a norma” raggiungono la cifra di 111.448,33 mq.
La situazione appare evidente nella sua drammaticità se si analizza l’intero parco immobiliare
residenziale milanese dell’ALER. Gli edifici di classe 2 o 3 sono 4.326 (489.584,79 mq), una
quota che sfiora il 30% del patrimonio residenziale di sua proprietà. Gli edifici numericamente più
consistenti, ad eccezione delle classi 1, 4 e N, che insieme raggiungono il 71,7%, sono quelli non
a norma (27,7%). Seguono le architetture di classe 2 che costituiscono lo 0,4% del patrimonio
residenziale.
16000
14000
12000
10000
8000
Filiale S 0
6000
Filiale N E
4000
2000
Co
ns
er
va
zio
ne
Co
1
ns
er
va
zio
ne
Co
2
ns
er
va
zi
on
e
Co
3
ns
er
va
zi
on
e
Co
4
ns
er
va
zio
ne
N
No
n
ril
ev
at
a
0
Analisi quantitativa delle unità immobiliari residenziali milanesi di proprietà dell’ALER suddivise per classi
di conservazione
0,2%
27,7%
Conservazione 1 + 4 + N
Conservazione 2
Conservazione 3
0,4%
Non rilevata
71,7%
Analisi quantitativa delle unità immobiliari residenziali milanesi di proprietà dell’ALER suddivise per classi
di conservazione
75
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Tuttavia la situazione risulta leggermente meno grave se si analizzano i metri quadri reali degli
edifici. In questo caso gli appartamenti “regolari” rivestono il 77,2% del patrimonio residenziale di
proprietà ALER, mentre la Classe 3 scende al 22%, fecendo registrare, nel contempo, un leggero
incremento della classe 2 (0,5%).
22,0%
0,2%
Conservazione 1 + 4 + N
0,5%
Conservazione 2
Conservazione 3
Non rilevata
77,2%
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq reali) delle unità immobiliari residenziali milanesi di
proprietà dell’ALER suddivise per classi di conservazione
900000
800000
700000
600000
500000
400000
Filiale S 0
300000
Filiale N E
200000
100000
Co
ns
er
va
zio
ne
Co
1
ns
er
va
zio
ne
Co
2
ns
er
va
zio
ne
Co
3
ns
er
va
zio
ne
Co
4
ns
er
va
zio
ne
N
No
n
ril
ev
at
a
0
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq reali) delle unità immobiliari residenziali milanesi di
proprietà dell’ALER suddivise per classi di conservazione
Un ulteriore decremento si ottiene se si considerano i metri quadri convenzionali in sostituzione di
quelli reali. Con questo valore il patrimonio assegnato al 100% della quota locataria raggiunge il
78,2%, mentre la classe 2 scende al 21%.
76
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
21,0%
0,3%
Conservazione 1
0,5%
Conservazione 2
Conservazione 3
Non rilevata
78,2%
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq convenzionali) delle unità immobiliari residenziali
milanesi di proprietà dell’ALER suddivise per classi di conservazione
1000000,00
900000,00
800000,00
700000,00
600000,00
500000,00
Filiale S 0
Filiale N E
400000,00
300000,00
200000,00
100000,00
0,00
Conservazione
1
Conservazione
3
Conservazione
N
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq convenzionali) delle unità immobiliari residenziali
milanesi di proprietà dell’ALER suddivise per classi di conservazione
In media con questi risultati sono anche i dati ottenibili dall’analisi delle architetture milanesi Fuori
ERP. Numericamente esse ricalcano la situazione dell’architettura residenziale di proprietà ALER
assegnata convenzionalmente. In questo caso il patrimonio di classe 1 si attesta al 74,2%, gli
edifici di classe 3 costituisco in 19% del patrimonio, mentre completamente assente è
l’architettura di classe 2.
77
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
700
600
500
400
300
Filiale S 0
Filiale N E
200
100
Co
ns
er
va
zio
ne
Co
1
ns
er
va
zio
ne
Co
2
ns
er
va
zio
ne
Co
3
ns
er
va
zio
ne
Co
4
ns
er
va
zio
ne
N
No
n
ril
ev
at
a
0
Analisi quantitativa delle unità immobiliari milanesi Fuori ERP
suddivise per classi di conservazione
6,8%
19,0%
Conservazione 1
Conservazione 2
Conservazione 3
0,0%
Non rilevata
74,2%
Analisi quantitativa delle unità immobiliari milanesi Fuori ERP
suddivise per classi di conservazione
Incrementi costanti si possono avere analizzando i metri quadri reali e i metri quadri
convenzionali. Nel primo caso gli edifici non a norma assegnati con una detrazione del 40% sul
normale canone locatario rappresentano il 13,8% dell’insieme, mentre nel secondo caso questa
quota scende sino al 13,1%.
78
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
40000
35000
30000
25000
20000
15000
Filiale S 0
Filiale N E
10000
5000
Co
ns
er
va
zio
ne
Co
1
ns
er
va
zio
ne
Co
2
ns
er
va
zio
ne
Co
3
ns
er
va
zio
ne
Co
4
ns
er
va
zio
ne
N
No
n
ril
ev
at
a
0
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq reali) delle unità immobiliari milanesi
Fuori ERP suddivise per classi di conservazione
45000,00
40000,00
35000,00
30000,00
25000,00
20000,00
Filiale S 0
15000,00
Filiale N E
10000,00
5000,00
Co
ns
er
va
zio
ne
Co
1
ns
er
va
zio
ne
Co
2
ns
er
va
zio
ne
Co
3
ns
er
va
zio
ne
Co
4
ns
er
va
zio
ne
N
No
n
ril
ev
at
a
0,00
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq convenzionali) delle unità immobiliari milanesi
Fuori ERP suddivise per classi di conservazione
79
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
10,7%
13,8%
Conservazione 1
0,0%
Conservazione 2
Conservazione 3
Non rilevata
75,5%
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq reali) delle unità immobiliari milanesi
Fuori ERP suddivise per classi di conservazione
9,9%
13,1%
Conservazione 1
0,0%
Conservazione 2
Conservazione 3
Non rilevata
77,0%
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq convenzionali) delle unità immobiliari milanesi
Fuori ERP suddivise per classi di conservazione
Situazione inversa caratterizza l’edilizia residenziale ceduta negli anni passati dall’ALER. Di
questi il 90,6% appartiene alla categoria superiore. Solo il 6,9% afferisce alla classe terza, mentre
lo 0,2% confluisce in classe 2.
80
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
20000
18000
16000
14000
12000
10000
Filiale S 0
Filiale N E
8000
6000
4000
2000
0
Conservazione
1
Conservazione
3
Conservazione
N
Analisi quantitativa delle unità immobiliari residenziali milanesi cedute dall’ALER suddivise per classi di
conservazione
0,2% 6,9%
2,3%
Conservazione 1
Conservazione 2
Conservazione 3
Non rilevata
90,6%
Analisi quantitativa delle unità immobiliari residenziali milanesi cedute dall’ALER suddivise per classi di
conservazione
Anche in questo caso il risultato più alto lo si raggiunge se si analizzano i dati appartenenti alle
superfici dei beni immobili residenziali, che per il 92,2% risultano adeguati.
In questi anni, seguendo le logiche dismessive già accennate, l’ALER ha dunque consentito la
dismissione di quote consistenti del proprio parco immobiliare che appariva decisamente meglio
conservato rispetto a quello rimasto di sua proprietà.
81
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
1400000
1200000
1000000
800000
600000
Filiale S 0
Filiale N E
400000
200000
Co
ns
er
va
zio
ne
Co
1
ns
er
va
zio
ne
Co
2
ns
er
va
zio
ne
Co
3
ns
er
va
zio
ne
Co
4
ns
er
va
zio
ne
N
No
n
ril
ev
at
a
0
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq reali) delle unità immobiliari residenziali milanesi cedute
dall’ALER suddivise per classi di conservazione
0,3% 4,7%
2,7%
Conservazione 1
Conservazione 2
Conservazione 3
Non rilevata
92,2%
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq reali) delle unità immobiliari residenziali milanesi cedute
dall’ALER suddivise per classi di conservazione
82
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
1400000,00
1200000,00
1000000,00
800000,00
600000,00
Filiale S 0
Filiale N E
400000,00
200000,00
3
Co
ns
er
va
zio
ne
4
Co
ns
er
va
zio
ne
N
2
Co
ns
er
va
zio
ne
Co
ns
er
va
zio
ne
Co
ns
er
va
zio
ne
1
0,00
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq convenzionali) delle unità immobiliari residenziali
milanesi cedute dall’ALER suddivise per classi di conservazione
0,3% 4,6%
2,7%
Conservazione 1
Conservazione 2
Conservazione 3
Non rilevata
92,4%
Analisi quantitativa delle superfici (espresse in mq convenzionali) delle unità immobiliari residenziali
milanesi cedute dall’ALER suddivise per classi di conservazione
Le manifestazioni di degrado sono differenziate in base alla tecnica costruttiva impiegata. Le
cause maggiori sono imputabili alle infiltrazioni di acque meteoriche dalla facciate e alla presenza
di ponti termici che producono condense.
Numericamente rilevanti, inoltre, sono le strutture architettoniche ALER nelle quali sono presenti
fenomeni di fessurazione e fratturazione delle fasce marcapiano e degli elementi aggettanti (es.
balconi e sporti di gronda), segni dovuti al rigonfiamento, distacco e caduta parziale dei
rivestimenti murari, e le manifestazione tipiche dovute alla vetustà dei materiali e delle tecnologie
impiegate e dei serramenti, molti dei quali risultano poco performanti per quanto riguarda la
dispersione termica e la tenuta agli agenti atmosferici. Schematicamente le finiture superficiali
delle facciate esterne dell’edilizia residenziale milanese di proprietà dell’ALER si possono
riassumere in tre macrocategorie principali:
83
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
- facciate intonacate con malta confezionata a base di calce spenta;
- facciate intonacate con calci idrauliche scadenti o intonaci più recenti
- facciate rivestite con lastre lapidee, clinker e tessere ceramiche
Oltre a queste tre tipologie il vasto panorama edilizio residenzial-popolare edificato nel Novecento
a Milano è caratterizzato da numerose altre soluzione che, tuttavia, rimangono numericamente
meno significative.
Le facciate con intonaci con malte a base di calce spenta sono particolarmente presenti negli edifici
della prima metà del secolo. Generalmente esse sono costituite da un intonaco dello spessore
variabile tra i 2 e i 4 centimetri, impiegato anche per livellare le numerose irregolarità degli apparati
murari. Nei primi anni Ottanta, infatti, alcune indagini compiute dal servizio Ricerche e Sviluppo
dello IACP di Milano aveva riscontrato numerosi intonaci di cospicuo spessore in cui la calce spenta
impiegata per la realizzazione della malta non era ancora carbonatata.
In questo tipo di facciate il degrado più appariscente, oltre alle fessurazioni degli intonaci, sono le
lacune e la perdita di parti anche cospicue del rivestimento. Col trascorre degli anni, infatti, le
facciate sono state dipinte con pitture a base di calce e colla. Questi strati più sottili e recenti
hanno formato una pellicola superficiale perfettamente carbonatata con un modulo elastico, una
capacità meccanica e una resistenza alla diffusione del vapore superiori rispetto agli strati
sottostanti. A causa dei processi di carbonatazione tra i due strati si è forma della condensa
determinata dall’umidità migratoria dall’interno della parete all’esterno dell’edificio, con la
conseguente perdita della resistenza meccanica degli strati più interni.
Gli shock termici e gli shock igrometrici, che hanno prodotto una costante azione di dilatazionecompressione e di ritiro degli intonaci, hanno generato delle tensioni che gli strati più superficiali
non riescono a contenere, provocando la rottura. Dalle microfessurazioni così prodotte, si è
innescato un procedimento di ulteriore aggressione igrometrica degli strati più interni che, a sua
volta, ha provocato l’avvio di processi degenerativi più gravi e diffusi.
Su molte di queste facciate negli anni Sessanta sono riscontrabili interventi di ridipinture in cui
sono state impiegate “pitture dure” e sono stati realizzati ulteriori strati di intonaci plastici o finiture
di malte cementizie che, presentando un’elevata resistenza alla diffusione del vapore, hanno
facilitato la creazione di fenomeni di degrado.
Analoghe problematiche interessano le facciate degli edifici sui quali, in epoche più recenti dei
casi citati superiormente, sono stati impiegati intonaci a base di calce idraulica scadente o
intonaci più recenti di bassa qualità. In molti casi le facciate presentano: un eccessivo spessore
dell’intonaco; l’impiego di una malta con la componente legante eccessiva; un tempo troppo
rapido di essiccazione. In questi casi le facciate degli edifici vengono ad essere interessate da
quei fenomeni di microdegrado diffuso di fessurazione definito “a ragnatela”. Con il passare del
tempo, inoltre, le microfessurazioni si sono trasformate e lentamente è scemata la capacità di
proteggere gli strati inferiori dagli agenti atmosferici. Oggi si riscontrano, dunque, distacchi degli
strati di rivestimento più superficiali.
Numericamente più limitate sono le facciate degli stabili di proprietà ALER nei quali sono presenti
rivestimenti ceramici, in clinker o in lastre lapidee. In questi casi la profonda diversità del modulo
elastico dei differenti materiali, fortemente sollecitati dagli shock termici, ha consentito il
movimento traslatorio degli elementi più esterni ai quali gli strati di supporto non sempre sono
riusciti ad opporsi. Le continue sollecitazioni e i conseguenti movimenti del rivestimento sono
dunque la causa principale del suo distacco con la creazione di lacune, non solo antiestetiche.
In tutti i casi evidenziati, infatti, le patologie in atto producono o accelerano altri processi
degenerativi delle facciate che, di conseguenza, vengono menomate parzialmente nella loro
funzione generale protettiva dello stabile e delle sue caratteristiche connesse alla capacità di
contenere il consumo energetico52.
52
Per i temi dei degradi riscontrati nelle facciate di alcuni insediamenti ALER si rimanda a una piccola selezione di
immagini allegate in un’apposita sezione di questo stesso studio.
84
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Oltre alle variazioni dimensionali dei singoli alloggi il patrimonio residenziale ALER è
caratterizzato da una forte eterogeneità dimensionale dei suoi complessi residenziali. La tipologia
insediativa è molto variabile. Attualmente si spazia da intere porzioni di città, energeticamente
servite dal teleriscaldamento, che contano oltre 50 edifici, alle singole unità immobiliari quali, ad
esempio, quella rimasta solitaria nel quartiere Campo dei Fiori.
La stessa diversificazione visibile nell’ambito dei quartieri è riscontrabile anche all’interno dei singoli
edifici per quanto concerne le tipologie e il numero di unità residenziali che la compongono. Tra i
casi più noti vi è il quartiere Sant’Ambrogio, i cui fabbricati in linea possedevano oltre 200 alloggi e il
Borgo Pirelli, costituito da un insieme di villette con quattro unità immobiliari ciascuna.
Per quanto concerne i quartieri quasi il 90% di essi possiede un numero complessivo di unità
immobiliari inferiore al 1.000, ai quali si contrappongono quartieri con oltre 4.000 proprietà. È questo
il caso del quartiere Forlanini (4013), Lorenteggio (4255), Gallaratese (4334) e Mazzini (4490).
89,0%
Meno di 1000
Da 1001 a 2000
Da 2001 a 3000
Da 3001 a 4000
Da 4001 a 5000
5,3%
2,4%
0,5%
2,9%
Patrimonio storico dell’ALER della sola città di Milano suddiviso per numero di unità immobiliari (compreso
il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Occorre precisare che in questa sede si è scelto di opere per una rigorosa separazione nominale
dei singoli quartieri corrispondente alla loro posizione giuridica e correlata a particolari codici
convenzionali dell’ALER. Alcuni dei quartieri che nella realtà urbana costituiscono un’unica unità,
sono giuridicamente e amministrativamente scomponibili in differenti aree. Uno dei casi più
interessanti è forse costituito dall’area urbana del Gallaratese, che formalmente è suddiviso in
dodici quartieri e che se fosse considerato nella sua totalità arriverebbe a contare 9479 unità
immobiliari.
GALLARATESE
4334
GALLARATESE C.18207
152
GALLARATESE C.18661
72
GALLARATESE C.18662
180
GALLARATESE C.18663
189
GALLARATESE C.18918
24
GALLARATESE C.18919
108
GALLARATESE G.2 LG.513
14
GALLARATESE G1
2641
GALLARATESE G2
1632
GALLARATESE G2 LG.166
70
GALLARATESE G2 LG.457
63
85
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Gli insediamenti con meno di 1.000 beni immobili presentano anch’essi una forte frammentazione
interna. Di questi quartieri, infatti, 95 hanno meno di 100 unità insediative, ai quali si
contrappongono la realtà del quartiere Barona e Aldini 2, che possiedono rispettivamente 811 e
840 unità immobiliari.
Meno di 100
Da 101 a 200
Da 201 a 300
51,1%
18,3%
Da 301 a 400
Da 401 a 500
Da 501 a 600
8,1%
5,9%
3,2%
2,2%
1,1%
Da 601 a 700
Da 701 a 800
5,4%
Da 801 a 900
3,2%
Da 901 a 1000
1,6%
Patrimonio storico dell’ALER della sola città di Milano suddiviso per numero di unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
Decisamente più frazionata è la suddivisione dei quartieri nei quali l’ALER è proprietaria o
gestisce meno di 100 unità immobiliari. Di queste ben 12 possiedono meno di 10 unità, mentre
altre, come il quartieri denominati “Vasari” e “Vitalba C.10940” possiedono un numero di unità
immobiliari rispettivamente di 98 e 99 unità.
Meno di 10
5,3%
6,3%
Da 11 a 20
12,6%
Da 21 a 30
12,6%
15,8%
Da 31 a 40
Da 41 a 50
Da 51 a 60
6,3%
Da 61 a 70
8,4%
7,4%
17,9%
7,4%
Da 71 a 80
Da 81 a 90
Da 91 a 100
Patrimonio gestito dall’ALER nella sola città di Milano suddiviso per numero di unità immobiliari
(compreso il patrimonio ceduto, demolito e cessato)
86
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
A4. Alcune immagini dello stato di conservazione del patrimonio residenziale immobiliare
ALER della città di Milano
Le analisi connesse alla ricerca sono state accompagnate da un’attenta campagna fotografica
mirata a documentare lo stato di conservazione di alcuni importanti complessi residenziali ALER.
Le analisi sono state condotte a più livelli e in differenti momenti dell’anno. Accanto alla
campagna fotografica appositamente realizzata si sono effettuate ricerche d’archivio in numerose
banche-date e fototeche quali, ad esempio, la Fototeca dell’Istituto di Storia dell’Arte Lombarda.
Si sono inoltre confrontate le immagini ottenute dalle campagne fotografiche con recenti studi
figurativi compiuti in ambito universitario all’interno dei corsi di Storia del Restauro della Prof.
Maria Antonietta Crippa e di Storia del Costruire Contemporaneo e Storia dell’Architettura e della
Città Contemporanea del Prof. Ferdinando Zanzottera.
Tra tutto il materiale prodotto si è scelto in questa sede di presentare un numero limitato di
immagini fotografiche relative solamente ad alcuni complessi residenziali tipologicamente
differenti tra loro che presentano stati conservativi e finiture superficiali eterogenei eseguite, nella
maggior parte dei casi, da Roberto Rossi. I complessi residenziali dei quali in questa sede si
propongono sintetici micro-rilievi fotografici sono:
- Complesso residenziale Molise Calvairate
- Complesso residenziale Porpora
- Complesso residenziale Mazzini
- Complesso residenziale Borgo Pirelli
- Complesso residenziale Niguarda
A4.1 “Complesso” Molise-Calvairate
87
Federcasa Lombardia
88
Regione Lombardia
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
89
Federcasa Lombardia
A4.2 “Complesso” di viale Porpora
90
Regione Lombardia
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
91
Federcasa Lombardia
92
Regione Lombardia
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
A4.3 “Complesso” Mazzini
93
Federcasa Lombardia
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
95
Federcasa Lombardia
A4.4 “Complesso” Borgo Pirelli
96
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
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Federcasa Lombardia
A4.5 “Complesso” Riguarda
98
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
99
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
A5. Analisi delle Centrali termiche e degli impianti di riscaldamento gestiti dall’ALER:
tipologie, servizi e adeguamenti normativi
L’eterogeneità dei dati raccolti sull’edilizia residenziale appare in qualche modo corrispondente a
quella dei dati delle centrali termiche gestite dall’ALER che si sono potute analizzare.
Per le analisi ci si è basati sul materiale documentario messo a disposizione dalla Direzione per
le Politiche Energetiche dell’ente milanese, che nella persona dell’ing. Pierantonio Zanoncelli ha
fornito dei dati che si sono inseriti un apposito database. Malgrado le reiterate domande nessun
dato è stato fornito in merito ai libretti caldaia e ai consumi di tutte le caldaie oggetto di questo
specifico tema. Solamente nei primi mesi del 2008, oltre la data di conclusione e di consegna di
questo lavoro, sono stati forniti alcuni dati poco parametrabili con quelli consegnati nei mesi
prima, inerenti il consumo di un numero di edifici considerato poco significativo per il
raggiungimento degli obiettivi che questo stesso studio si è prefissato.
Come accennato precedentemente in questo documento, il censimento è tuttavia risultato
carente e parzialmente incompleto, poiché al suo interno non compaiono alcuni casi di complessi
residenziali particolarmente problematici per le tematiche energetiche.
L’analisi che si propone riguarda un complesso di 193 centrali termiche dislocate in 70 comuni
della Provincia di Milano53. Complessivamente esse servono 2.537.057,85, corrispondenti al 33%
del patrimonio immobiliare storico dell’ALER nel territorio di Milano (città e provincia). Questa
percentuale diviene particolarmente significativa se si considera che solamente tre centrali
termiche analizzate servono beni che non appartengono all’ALER (tre stabili di proprietà del
Comune di Legnano). Le caldaie analizzate servono, dunque, il 60% della superficie riscaldate di
proprietà dell’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale.
Ovviamene la distribuzione sul territorio risulta disomogenea. Vi sono comuni nei quali l’ALER
gestisce una sola centrale termica, mentre ve ne sono altri nei quali la presenza di questa
Azienda risulta più significativa e impegnativa. Le centrali analizzate, infatti hanno riguardato 42
comuni con una sola centrale termica, 19 comuni con 5 centrali, 5 comuni con 3 caldaie, 2
comuni con 4 centrali termiche, un comune con 6 impianti di riscaldamento e il Comune di
Milano, nel quale le centrali termiche analizzate sono state 83.
6%
4%
1 %1 %
C o m u n i c o n 1 c e n t ra le t e r m ic a
C o m u n i c o n 2 c e n t ra li t e r m ic h e
C o m u n i c o n 3 c e n t ra li t e r m ic h e
27%
C o m u n i c o n 4 c e n t ra li t e r m ic h e
61%
C o m u n i c o n 6 c e n t ra li t e r m ic h e
C o m u n i c o n 8 3 c e n tr a li t e r m ic h e
53
In modo particolare si sono analizzate le centrali termiche presenti nel territorio comunale di Abbiategrasso, Agrate
Brianza, Albairate, Arese, Bellinzago Lombardo, Bollate, Burago Folgora, Buscate, Bussero, Carate Brianza,
Cassano d'Adda, Castano Primo, Ceriano Laghetto, Cernusco sul Naviglio, Cerro Maggiore, Cesano Boscone,
Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Concorezzo, Corbetta, Cornate d'Adda, Corsico, Dairago, Gaggiano,
Gessate, Gorgonzola, Inveruno, Indago, Lainate, Legnano, Limbiate, Lissone, Macherio, Magenta, Marcallo con
Casone, Meda, Melegnano, Melzo, Milano, Monza, Moribondo, Motta Visconti, Nova Milanese, Opera, Ossona,
Paderno Dugnano, Parabiago, Pioltello, Pogliano Milanese, Pozzo d'Adda, Rho, Robecchetto, Robecco sul
Naviglio, Roncello, Rozzano, San Colombano Lambro, San Donato Milanese, San Giorgio su Legnano, San
Giuliano Milanese, Sedriano, Seregno, Sesto San Giovanni, Settala, Settimo Milanese, Severo, Trezzano Rosa,
Trezzo d'Adda, Turbino, Veduggio, Vimodrone
100
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Differente è anche l’utenza servita e la destinazione delle unità immobiliari. La parte più
consistente spetta all’edilizia residenziale, poiché le 193 centrali termiche analizzate servono
complessivamente 44.408 alloggi, 491 negozi, 141 laboratori e 44 seminterrati. Le rimanenti 119
unità immobiliari sono diversamente destinate.
45000
40000
35000
Alloggi
30000
Laboratori
Negozi
Seminterrati
Altre destinazioni
25000
20000
15000
10000
5000
0
1
Destinazione delle superfici servite in base all’entità delle unità immobiliari
Alloggi
Laboratori
Negozi
Seminterrati
1
Altre destinazioni
44000
44200
44400
44600
44800
45000
45200
45400
Destinazione delle superfici servite in base all’entità delle unità immobiliari
In base al numero delle unità abitative il parco immobiliare residenziale ricopre il 94,6% degli
immobili serviti. Sebbene questa tipologia rimanga fortemente predominante, tale cifra si
ridimensiona di pochi punti percentuali se si analizzano le superfici servite espresse in metri
quadri. La quantità di metri quadri serviti impiegati a scopo residenziale è infatti pari al 94,6%
della superficie complessiva.
Il rapporto tra le differenti tipologie edilizie non subisce considerevoli variazioni anche se si
considerano i combustibili impiegati dalle differenti centrali termiche.
101
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Le superfici riscaldate con impianti a gasolio sono quantitativamente ridotte e nel complesso esse
costituiscono il 9,4% dell’intero parco edilizio analizzato.
Le superfici degli immobili serviti dalle caldaie analizzate sono schematizzabili nella seguente
tabella:
Gasolio
225.734,06
978,50
1.441,52
103,13
663,77
228.920,98
Alloggi
Laboratori
Negozi
Seminterrati
Altri
TOT
Metano
2.174.929,72
6.406,22
38.839,64
1.349,98
86.611,31
2.308.136,87
2.500.000,00
2.000.000,00
1.500.000,00
Gasolio
Metano
1.000.000,00
500.000,00
0,00
Alloggi
Laboratori
Negozi
Seminterrati
Altri
Combustibili impiegati dalle centrali termiche per riscaldare le differenti tipologie immobiliari
Oltre al parco immobiliare, il presente studio ha indagato le singole componenti tecniche delle
centrali termiche.
Complessivamente i generatori di calore analizzati sono stati 301, diversamente distribuiti negli
immobili. La maggioranza delle centrali termiche sono dotate di un solo bruciatore, mentre in 80
complessi residenziali esse sono risultati in un numero maggiore. Cinquantacinque complessi
architettonici sono dotati di 2 generatori, 22 immobili possiedono 3 generatori di calore, mentre
solo 3 centrali termiche sono dotate di 4 generatori differenti.
102
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
11%
2%
Complessi residenziali con 1 solo
generatore di calore
Complessi residenziali con 2
generatori di calore
28%
59%
Complessi residenziali con 3
generatori di calore
Complessi residenziali con 4
generatori di calore
Benché la maggior parte dei bruciatori appartenga al decennio attuale, parte dei generatori sono
assolutamente obsoleti. Preoccupante ai fini dell’efficienza energetica, ad esempio, è la presenza
di 5 generatori degli anni Sessanta e di 3 generatori del decennio successivo.
Datazione dei generatori di calore
Anni Sessanta
Anni Settanta
Anni Ottanta
Anni Novanta
Dopo il 2000
Dato non disponibile
5
3
20
106
165
2
TOT.
301
1%2%1%
7%
Anni Sessanta
Anni Settanta
Anni Ottanta
Anni Novanta
54%
35%
Dopo il 2000
Dato non disponibile
Datazione dei generatori di calore riscontrati nelle centrali termiche analizzate
103
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Analoghe perplessità desta il rinvenimento di bruciatori degli anni Ottanta, presenti in 48 centrali
termiche. È evidente che le centrali analizzate difettino in efficienza energetica con il
conseguente aumento dei consumi e di anidride carbonica immessa nell’atmosfera.
Datazione dei bruciatori
Anni Sessanta
Anni Settanta
Anni Ottanta
Anni Novanta
Dopo il 2000
Dato non disponibile
0
0
48
82
160
11
TOT.
301
4%
16%
Anni Ottanta
Anni Novanta
Dopo il 2000
27%
53%
Dato non disponibile
Datazione dei bruciatori riscontrati nelle centrali termiche analizzate
La tipologia dei generatori appare molto eterogenea, anche se oltre l’80% di essi può ricondursi
alla categoria “Acqua calda/acciaio tubi di fumo”.
Fluido/tipologia gener. - gr. Term.
Acqua calda/3 o 4 stelle condensazione
Acqua calda/acciaio 3 giri di fumo
Acqua calda/acciaio 3 giri di fumo T.S.
Acqua calda/acciaio condensazione
Acqua calda/acciaio tubi di fumo
Acqua calda/condensazione
Acqua calda/elementi in ghisa scomponibili
Acqua calda/gruppo termico
Acqua calda/gruppo termico bassa pressione
Acqua calda/gruppo termico in ghisa
Acqua/acciaio tubi di fumo
Vapore b.p./acciaio tubi di fumo
Vapore/acciaio a tubi d'acqua
TOT.
104
5
21
2
2
243
2
1
1
1
1
4
5
13
301
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Acqua calda/3 o 4 stelle condensazione
Acqua calda/acciaio 3 giri di fumo
Acqua calda/acciaio 3 giri di fumo T.S.
Acqua calda/acciaio condensazione
81%
Acqua calda/acciaio tubi di fumo
Acqua calda/condensazione
1%
Acqua calda/elementi in ghisa scomponibili
Acqua calda/gruppo termico
1%
7%
Acqua calda/gruppo termico bassa pressione
2%
4%
Acqua calda/gruppo termico in ghisa
2%
0%
0% 1%
0%
Acqua/acciaio tubi di fumo
Vapore b.p./acciaio tubi di fumo
0%
1%
Vapore/acciaio a tubi d'acqua
Tipologia dei generatori riscontrati nelle centrali termiche analizzate
Ovviamente anche la loro potenza nominale è differente. Il differenziale rilevato è significativo,
anche se si riscontra una prevalenza di generatori di piccola o media potenza.
Potenza nominale dei singoli generatori
Da 1 a 100
Da 101 a 200
Da 201 a 300
Da 301 a 400
Da 401 a 500
Da 501 a 600
Da 601 a 700
Da 701 a 800
Da 801 a 900
Da 901 a 1000
Da 1001 a 1500
Da 1501 a 2000
Da 2001 a 2500
Da 2501 a 3000
Da 3001 a 3500
Da 3501 a 4000
Da 4001 a 4500
Da 4501 a 5000
Da 5001 a 6000
Da 6001 a 7000
Da 7001 a 8000
Da 8001 a 9000
Da 9001 a 10000
Da 10001 a 11000
Da 11001 a 12000
Da 12001 a 13000
Da 13001 a 14000
Da 14001 a 15000
TOT
12
45
43
18
28
19
16
2
24
11
34
24
2
2
2
0
3
0
6
0
0
3
0
0
1
0
4
2
301
105
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Da 13001 a 14000
Da 11001 a 12000
Da 9001 a 10000
Da 7001 a 8000
Da 5001 a 6000
Da 4001 a 4500
Da 3001 a 3500
Da 2001 a 2500
Da 1001 a 1500
Da 801 a 900
Da 601 a 700
Da 401 a 500
Da 201 a 300
Da 1 a 100
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Potenza nominale dei singoli generatori riscontrati nelle centrali termiche analizzate
La vetustà di alcuni impianti è accompagnata da un generalizzato non adeguamento impiantistico
degli immobili.
I dati messi a disposizioni dalla Direzione per le Politiche Energetiche dell’ALER, infatti, rivelano
che l’adeguamento alle norme contenute nella legge 10 riguardanti la coibentazione, sia stato
effettuato solamente sullo 0,51% dei metri quadri serviti dalle caldaie analizzate.
2.500.000,00
2.000.000,00
1.500.000,00
Alloggi
Laboratori
1.000.000,00
Negozi
Seminterrati
500.000,00
Altri
0,00
Non adeguato
Altri
Seminterrati
Adeguato
Negozi
Laboratori
Alloggi
Adeguamento alla Legge 10 degli edifici serviti dalle centrali termiche analizzate
106
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Le schede fornite dall’Ufficio Tecnico forniscono dati relativi anche alle conformità rispetto alle
prescrizioni relative alla coibentazione sancite dalla Legge 373. In questo caso la superficie che
si trova a norma ascende a 229.459,91 metri quadri (9%), lasciando non adeguati 2.307.597,94
metri quadri.
2.500.000,00
2.000.000,00
1.500.000,00
1.000.000,00
Alloggi
Laboratori
500.000,00
Negozi
Seminterrati
0,00
Adeguato
Alloggi
Laboratori
Non adeguato
Negozi
Seminterrati
Altri
Altri
Adeguamento alla Legge 373 degli edifici serviti dalle centrali termiche analizzate
Ancora più drammatica risulta la situazione fotografata rispetto alla presenza di doppi vetri con
coefficiente dispersione pari a 0,7. In questo caso risultano adeguati solamente 164.537,45 metri
quadri, pari al 6,49% della superficie servita dalla centrali termiche. Nessun intervento è stato
dunque eseguito su 2.136.168,86 metri quadri di quelli analizzati.
2.500.000,00
2.000.000,00
1.500.000,00
Alloggi
Laboratori
1.000.000,00
Negozi
Seminterrati
500.000,00
Altri
0,00
Non adeguato
Altri
Seminterrati
Adeguato
Negozi
Laboratori
Alloggi
Adeguamento delle strutture architettoniche con doppi vetri con coefficiente di dispersione 0,7
107
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Coibentazione Legge 373
e doppi vetri K 0,7
Solo doppi vetri K 0,7
Alloggi
Laboratori
Solo Coibentazione Legge
373
Negozi
Seminterrati
Solo coibentazione Legge
10
Altri
Nessuno intervento
0,00
500.000,00
1.000.000,00 1.500.000,00 2.000.000,00 2.500.000,00
Adeguamento delle strutture architettoniche a normative e prescrizioni inerenti il risparmio energetico
Nessuno intervento
Solo coibentazione Legge 10
Solo Coibentazione Legge 373
Solo doppi vetri K 0,7
Coibentazione Legge 373 e doppi
vetri K 0,7
Adeguamento delle strutture architettoniche a normative e prescrizioni inerenti il risparmio energetico
1%
9%
6%
0%
Nessuno intervento
Solo coibentazione Legge 10
Solo Coibentazione Legge
373
Solo doppi vetri K 0,7
Coibentazione Legge 373 e
doppi vetri K 0,7
84%
Adeguamento delle strutture architettoniche a normative e prescrizioni inerenti il risparmio energetico
108
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Migliore, invece è la situazione inerente l’adeguamento delle canne fumarie. Il 50,55% della
superficie servita si trova infatti oggi a norma. Se nel loro complesso i metri quadri adeguati
superano la metà della superficie complessiva, nell’ambito dell’edilizia residenziale tale dato
risulta opposto. In queste unità immobiliari, infatti, i metri quadri adeguati sono 1.239.175,30, a
fronte di un patrimonio di 1.161.488 mq non adeguati.
Adeguamento della canna fumaria
Adeguato
Non adeguato
1.239.175,30
1.161.488,48
Laboratori
5.236,53
2.148,19
Negozi
26962,03
13319,13
868,81
584,3
Altri
10277,24
76997,84
TOT
1.282.519,91
1.254.537,94
Alloggi
Seminterrati
Altri
Seminterrati
Negozi
Adeguato
Non adeguato
Laboratori
Alloggi
0,00
200.000,00 400.000,00 600.000,00 800.000,00 1.000.000,001.200.000,001.400.000,00
Adeguamento delle canne fumarie degli edifici serviti dalle centrali termiche analizzate
109
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
0,51%
9%
Adeguat o
Adeguat o
Non adeguat o
Non adeguat o
91%
99,49%
1%
9%
6,49%
6%
0%
Nessuno intervento
Solo coibentazione Legge 10
Adeguat o
Solo Coibentazione Legge
373
Non adeguat o
Solo doppi vetri K 0,7
Coibentazione Legge 373 e
doppi vetri K 0,7
93,51%
84%
Confronto delle percentuali di adeguamento alle normative e prescrizioni connesse a risparmio energetico
e alle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera
In queste analisi occorre, tuttavia, precisare che nel presente studio si sono mantenute le dizioni
presente nelle schede delle centrali termiche fornite dall’ALER, per facilitare eventuali ulteriori
approfondimenti e la parametrazioni dei dati stessi.
In particolare si segnala che tali schede non considerano la vetustà degli edifici e la data di
costruzione degli immobili, elemento certamente non trascurabile per la verifica dell’obbligatorietà
di adeguamento ad alcune leggi menzionate (es. legge 10). Anche in questo caso l’impossibilità
di accedere a dati più completi non hanno consentito una verifica generale e un dettagliato
approfondimento del tema. Tale assenza è certamente dipesa anche dallo stato giuridico della
proprietà degli immobili di cui sono state fornite le schede tecniche delle caldaie, che, come
analizzato in dettaglio precedentemente, sono anche di proprietà comunale.
Emblematici appaiono dunque i casi dei comuni di Legnano e Limbiate. Nel primo comune
l’ALER gestisce quattro centrali termiche situate in complessi residenziali per il 75 % di proprietà
comunale e, di conseguenza, privi di indicazioni cronologiche. Per quanto concerne gli edifici
residenziali di edilizia popolare siti nel territorio comunale di Limbiate, invece, occorre precisare
discrasie e contraddizioni nei dati forniti dall’ALER stesso. Mentre le schede relative le singole
caldaie indicano l’ALER come ente proprietario di alcuni edifici, essi risultano completamente
assenti dall’inventario patrimoniale generale.
Per le ragioni sopra esposte non è stato possibile effettuare dei calcoli compiuti e dettagliati
capaci di offrire uno scenario completo di sviluppo e di dettagliate ipotesi di intervento. Si può
tuttavia proporre alcune rapide ipotesi sui consumi dell’intero patrimonio immobiliare dell’ALER.
In base a parametrazioni inerenti i consumi medi nazionali e del territorio milanese è possibile,
infatti, ipotizzare un consumo annuo, per il solo settore residenziale di 4.514.681,2 litri di gasolio
e di 31.248.180 mc. di metano. Da questo primo scenario ipotizzato si può prevedere che, se
l’intero patrimonio residenziale ALER fosse completamente riscaldato a metano, si potrebbe
avrebbe una diminuzione dei consumi variabile dal 20 al 30 % e un risparmio di immissione di
Co2 di circa 119.639 tonnellate annue.
Parimenti si può ipotizzare che inserendo caldaie di nuova generazione si otterrebbero dei
rendimenti superiori del 20-30 % e che sostituendo le caldaie vetuste con un’età maggiore di 15
110
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
anni (che attualmente servono 40.022,74 mq.) si otterrebbe un risparmio energetico di circa
200.113,7 litri di gasolio, generando minori emissioni di Co2 di circa 5.303 tonnellate annue.
Dato, quest’ultimo, certamente non trascurabile sia in termini ambientali che economici. Tali
minore emissioni, infatti, possiedono un valore nominale di circa 106.060,00 Euro.
Tutti i limiti relativi ai dati disponibili menzionati superiormente consentono di sottolineare
l’urgenza di realizzare un ampliamento storcico-conoscitivo del patrimonio residenziale di
proprietà dell’ALER, di monitorare compiutamente il parco caldaie esistente e di prevedere degli
interventi di manutenzione-sostituzione delle centrali termiche esistenti, realizzando anche alcuni
accorgimenti tecnici capaci di annullare o limitare i danni provocati dai fanghi e dai “depositi
solidi”, che molto spesso causano la rottura delle pompe delle centrali termiche.
I dati presentati in questo stesso capitolo evidenziano come, anche ai fini del risparmio
energetico, risulti fondamentale la conoscenza del patrimonio residenziale ALER, che
necessiterebbe anche della predisposizione di uno strumento di agile consultazione finalizzato a
raccogliere i dati necessari a realizzare i certificati energetici. Occorrerebbe, pertanto, creare una
banca dati in cui far confluire in maniera sistematica tutti quegli elementi utili e indispensabili per
compiere studi sui consumi energetici dei fabbricati e, di conseguenza, da impiegare come base
per qualsiasi ipotesi progettuale finalizzata al risparmio energetico. In questo database dovrebbe
pertanto confluire i dati inerenti, ad esempio, la superficie dell’involucro opaco, la superficie
dell’involucro trasparente, la tipologia del serramento, dettagli della struttura costruttiva, ecc. Tale
sistema informatizzato non risulta ancora in possesso dell’ALER e costituirebbe un utile
strumento da poter impiegare anche nell’ambito delle cessioni o vendite dei beni immobili di
proprietà dell’Azienda.
Analogamente occorrerebbe realizzare un sistema di monitoraggio continuo del parco caldaie
degli stabili di proprietà ALER e delle caldaie gestite direttamente dall’Azienda. Si dovrebbe
dunque realizzare uno strumento per il censimento informatizzato di facile e immediata
implementazione delle caldaie, in cui far confluire in tempo reale tutti i dati relativi alle analisi dei
fumi e di rendimento previsti dalla legge vigente, i dati contenuti nei libretti caldaia e la verifica
dell’esistenza di elementi di sicurezza finalizzati a preservare gli impianti dai danni provocati dai
fanghi e dai “depositi solidi” menzionati in altre parti di questo stesso studio.
111
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
B - Innovazione a livello di progettazione
B.1 Analisi della legislazione internazionale, nazionale, regionale
Roberto Mingucci
Paolo Vestrucci
Simone Garagnani
Elettra Barbieri
Società NIER Bologna
In questo capitolo viene documentata una sintesi delle prescrizioni normative esaminate in
materia di risparmio energetico, afferenti il livello internazionale, nazionale e regionale di
applicazione. Vengono inoltre esposte le considerazioni fatte per i diversi organi di certificazione
energetica esaminati alla data del settembre 2007.
Inquadramento generale del panorama legislativo internazionale analizzato
L’11 dicembre 1997 veniva firmato il cosiddetto Protocollo di Kyoto54, dal nome della cittadina
giapponese che ospitò la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici
(UNFCCC) ed il riscaldamento globale; tale trattato istituiva l’obbligo per i paesi industrializzati di
garantire una drastica riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio e altri
cinque gas serra, precisamente metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed
esafluoro di zolfo) in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni registrate dal 1990
(considerato come anno base) fino al periodo 2008-2012.
Paesi aderenti al “protocollo di Kyoto” (in verde i paesi che hanno ratificato l’intesa)
L’impegno allora proposto dai paesi aderenti è stato successivamente formalizzato con diverse
normative generali tra le quali la direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio
d’Europa, emanata il 16 dicembre 2002 e concernente il rendimento energetico nell'edilizia55.
54
55
Il trattato è entrato ufficialmente in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica da parte della Russia.
Anche se per quest’ultima definizione “on the energy performance of buildings” (così come citato nel documento
originale), una traduzione più corretta sarebbe: “sulle prestazioni energetiche degli edifici”. Le “prestazioni”
comprendono infatti rendimenti degli impianti e qualità dell’edificio sotto diversi punti di vista.
113
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Il consumo di risorse dei fabbricati adibiti ad attività terziarie e residenziali viene infatti
considerato strategico dal momento che il settore costituisce da solo il 40% dei consumi finali di
energia dell’intera Comunità Europea.
La direttiva 2002/91/CE presenta dunque delle indicazioni generali ad ampio spettro di
applicazione, invitando già dai primi articoli ad un'attenzione, in fase progettuale, alle
caratteristiche della localizzazione dell’intervento e degli impianti tecnologici; infatti si impone che
ai sensi della direttiva 89/106/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1988, relativa al
riavvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri
concernenti i prodotti da costruzione, l'edificio ed i relativi impianti di riscaldamento,
condizionamento ed aerazione debbano essere progettati e realizzati in modo da richiedere, in
esercizio, un basso consumo di energia, tenuto conto delle condizioni climatiche del luogo e nel
rispetto del benessere degli occupanti.
Questo principio è stato recepito in Italia dalla legge n.10 del 1991. Purtroppo però a detta di
molti tecnici la normativa che ne è seguita, con i suoi limiti esosi e con metodi di calcolo
complicati e forse discutibilmente corretti, ne ha di fatto vanificato i risultati.
La direttiva 2002/91/CE ancora recita: il rendimento energetico degli edifici dovrebbe essere
calcolato in base ad una metodologia, che può essere differenziata a livello regionale, che
consideri, oltre alla coibentazione, una serie di altri fattori che svolgono un ruolo di crescente
importanza, come il tipo di impianto di riscaldamento e condizionamento, l'impiego di fonti di
energia rinnovabili e le caratteristiche architettoniche dell'edificio.
I caratteri nei confronti dei quali i progettisti devono confrontarsi, sono poi espressi per gli edifici
di nuova costruzione: ...“gli Stati membri provvedono affinché gli edifici di nuova costruzione
soddisfino i requisiti minimi di rendimento. Per gli edifici di nuova costruzione la cui metratura utile
totale supera i 1000 m2, gli Stati membri provvedono affinché la fattibilità tecnica, ambientale ed
economica di sistemi alternativi quali:
- sistemi di fornitura energetica decentrati basati su energie rinnovabili,
- cogenerazione,
- sistemi di riscaldamento e climatizzazione a distanza (complesso di edifici/condomini), se
disponibili,
- pompe di calore,
a certe condizioni, sia valutata e sia tenuta presente prima dell'inizio dei lavori di costruzione”.
Appare immediato come queste raccomandazioni possano già essere di indirizzo, seppure
estremamente generali, all’attività di progetto non solo di tipo impiantistico ma anche
architettonico-compositivo.
Gli stati membri dunque hanno avuto l’onere di legiferare in accordo con la Direttiva e, come
sintetizzato nel corso di questo studio, hanno interpretato localmente le indicazioni generali
fornite; di seguito è riportato un breve quadro della situazione normativa dei paesi che negli ultimi
anni più si sono dimostrati sensibili al problema del contenimento energetico.
Belgio
Leggi federali 10 agosto 2001 e 23 agosto 2004. Le principali misure adottate a livello
regionale consistono nel recepimento della normativa europea.
Estonia
È stato predisposto un programma nazionale per il Risparmio energetico con
l’obiettivo di garantire che il consumo di energia primaria nel 2010 non superi il livello
del 2003. Riprende in parte la direttiva europea.
Germania
La legge per l’efficienza energetica degli edifici, risalente al 1976, è stata emendata
nel 2005 per adeguarsi alla direttiva comunitaria.
Grecia
La legge n. 3468/2005 ha previsto una semplificazione delle procedure per gli
investimenti nelle fonti rinnovabili e nei processi di cogenerazione, in linea con la
normativa europea in materia di risparmio energetico.
114
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Slovenia
Il Parlamento ha adottato il National Energy Programme, recante gli obiettivi in termini
di efficienza energetica, solo in parte rispondenti alla direttiva europea.
Svezia
Per il settore residenziale, nel 2005 è stata approvata una legge finalizzata
all’efficienza energetica degli edifici, che avrà un’applicazione graduale, non parallela
alla direttiva comunitaria.
Regno Unito
Esiste un Piano di azione per l’efficienza energetica, che illustra gli obiettivi e le
misure chiave per raggiungerli.
Inquadramento generale del panorama legislativo nazionale analizzato.
In Italia l’allineamento alla direttiva 2002/91/CE è stato attuato con diverse leggi, atte a definire gli
svariati ambiti di intervento proposti; tuttavia la disposizione normativa forse più nota, che ha
fornito le basi per il recepimento della direttiva europea essendo già in vigore sul territorio
italiano, fu la legge n. 10 del 9 gennaio 1991 (Norme in materia di uso razionale dell'energia, di
risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia), sviluppata con l'intento di
razionalizzare l'utilizzo dell'energia per il riscaldamento degli edifici ed ancora oggi valida sotto
alcuni aspetti di calcolo delle dispersioni.
Per meglio comprendere la situazione tecnico normativa che ha portato alla stesura della legge n.
10 è necessario illustrare sia pur brevemente il quadro normativo contestuale.
Dei decreti attuativi recanti le modalità di applicazione previsti, solo uno, ancorché di primaria
importanza, è stato emanato in tempi accettabili anche se ben maggiori dei previsti 180 giorni: il
d.P.R. 29 agosto 1993, n. 412. Esso fu promulgato con lo scopo preciso di regolamentare a
fondo la materia, interessandosi della progettazione, dell’installazione e della tenuta in esercizio
degli impianti termici. In questa normativa, sono state definite le condizioni al contorno per
effettuare il calcolo della dispersione di calore e i parametri da confrontare con valori limiti di
legge. In particolare i metodi e gli algoritmi con cui tali parametri si sarebbero dovuti calcolare
erano rimandati a specifiche norme tecniche a cura dell’UNI, da adottarsi con apposito decreto
(emanato il 6 agosto 1994) destinato a trasformare le norme UNI da norme volontarie a
disposizioni cogenti.
Si rammenta, a conclusione di questo punto, come tali metodologie di calcolo siano rimaste
sostanzialmente uguali a se stesse fino al 2005, non tenendo conto in alcun modo delle
innovazioni tecnologiche, a meno delle limitate novità introdotte dal d.P.R. 660 del 1996 e dalle
modifiche apportate al 412 dal d.P.R. 551 del 1999.
Inserito contestualmente in un ampio piano energetico di estensione nazionale, il testo della
legge n.10 del 1991 ha diviso l'Italia in aree geografiche distinte e in zone climatiche,
classificandole con periodi precisi di esercizio a determinate temperature. Le zone climatiche
sono state valutate anche in base alle velocità dei venti dominanti, con coefficienti di esposizione
indicati per le differenti necessità. Purtroppo però, a causa dei ritardi dell’emanazione degli
ulteriori decreti attuativi previsti dalla legge stessa56, ma anche a causa di una scarsa
considerazione del problema energetico in Italia, in quel periodo le speranze e gli obiettivi della
norma sono stati disattesi.
La legge esponeva una metodologia per la valutazione del bilancio energetico di un edificio
ancora oggi valida, in cui apporti e dispersioni di calore erano da concepire in maniera che la loro
somma algebrica rappresentasse il bilancio energetico. Per far sì che questo bilancio fosse attivo
(cioè l'interno dell'edificio fosse più caldo e confortevole dell'esterno) era necessario spendere
dell'energia (primaria) per ottenere una determinata temperatura prefissata (21°C nello specifico).
La legge imponeva anche la verifica della tenuta dell'isolamento di pareti e tetto al fine di non
disperdere inutilmente energia, con l'obiettivo dichiarato di mantenere il più possibile il calore
56
Per far fronte a questa necessità di regolamentazione, non sono mai stati purtroppo emanati i decreti attuativi della
legge 10 in particolare quelli previsti dai comma 1 e 2 dell’articolo 4 della legge stessa.
115
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
senza liberarlo verso l’esterno. Un ulteriore punto in cui la legge era molto rigorosa riguardava il
rendimento: al di sotto di certi valori non poteva esserci il risparmio energetico prefissato.
Il successivo decreto legislativo n. 192 del 19 agosto 2005, documento pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale del 23 settembre 2005, recependo esplicitamente la direttiva 2009/'91/CE rese ancora
più rigida la procedura poiché i calcoli si dovevano condurre anche per il periodo estivo
contrariamente a quanto imposto dalla legge 10/'91 che imponeva la verifica per il solo periodo
invernale; con questa legge nacque dunque l'idea di edificio certificato sotto il profilo energetico
per tutto l’arco temporale annuo.
Il d.lgs. 192/2005 quindi fu quindi una ulteriore possibilità di enunciazione per principi e regole
atte a sensibilizzare i progettisti a tutti i livelli: instaurando l'obbligo del solare termico su tutti i
nuovi edifici con una previsione per 1.000.000 di metri quadrati di impianti solari termici all’anno,
oltre all'obbligo della certificazione energetica, si auspicò una accelerazione decisa per interventi
mirati al risparmio energetico ed all'utilizzo di fonti rinnovabili in edilizia.
Il decreto 192 differenziava gli adempimenti da condurre in relazione alla tipologia dell’intervento
edilizio previsto (articolo 3) e distingueva le nuove edificazioni dalle ristrutturazioni totali, dalle
ristrutturazioni parziali, dalle sostituzioni del generatore di calore.
Le metodologie di calcolo, la disciplina per la progettazione, l’installazione e la manutenzione
degli impianti termici, i criteri di progettazione per l’edilizia sovvenzionata e convenzionata,
dovevano essere definiti da specifici decreti da emanarsi entro 120 giorni dalla data in vigore del
decreto legislativo, ma mai promulgati compiutamente.
È importante segnalare che venne introdotto un nuovo parametro per descrivere le prestazioni
energetiche dell’edificio: il FAEP (Fabbisogno Annuo di Energia Primaria) espresso in kWh/m2
anno. Tale parametro doveva essere infatti confrontato con i valori di legge, differenziati a
seconda della zona climatica già descritta.
Prima di illustrare sinteticamente le raccomandazioni cogenti del decreto 192 espresse per gli
edifici di nuova costruzione, si premette che per tutte le categorie di edifici si doveva procedere
alla verifica dell’assenza di condensazioni superficiali ed interstiziali delle strutture opache. Tale
verifica permetteva secondo la norma di evitare che all’interno del pacchetto costruttivo si
potesse formare umidità nella stagione invernale, evaporante nella stagione estiva, garantendo
così la stabilità e la salubrità della struttura.
Per gli edifici di nuova edificazione, si doveva calcolare il FAEP e i valori delle trasmittanze delle
strutture disperdenti vetrate e opache. Gli adempimenti richiesti potevano ritenersi soddisfatti
qualora il FAEP calcolato risultasse inferiore o uguale a quello limite. In alternativa, nel caso di mancato rispetto del FAEP limite, la verifica richiesta dal decreto era positivamente superata se contemporaneamente erano accettabili le trasmittanze delle strutture opache e vetrate, se minori uguali dei
relativi valori limite, e il rendimento globale medio stagionale, se maggiore o uguale del valore limite.
In tal caso il calcolo del FAEP poteva essere omesso assumendo per esso il relativo valore minimo.
A distanza di poco più di un anno dall'approvazione del d.lgs 192/05, in luogo dei decreti attuativi
di completamento, i cui termini erano scaduti (entro l`8 febbraio 2006 per i decreti riguardanti la
metodologia di calcolo ed i requisiti della prestazione energetica, entro l`8 aprile 2006 per il
decreto contenente le Linee guida nazionali per la certificazione energetica), è entrato in vigore il
2 febbraio 2007, il d.lgs. n. 311 del 29 dicembre 2006 "Disposizioni correttive ed integrative al
d.lgs 192/05, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico
nell'edilizia", che ne modifica alcuni contenuti ed obiettivi originari (il d.lgs. 311/06 viene divulgato
il 1 febbraio 2007 nella G.U. al Supplemento Ordinario n. 26).
Gli ambiti di intervento della norma suddetta e attuale al momento della scrittura di questo testo,
si riferiscono ad edifici di nuova costruzione, ristrutturazioni parziali e integrali, ampliamenti di
volume, ristrutturazioni di impianti e sostituzione dei generatori (art. 3) con una successiva
definizione di criteri generali per una metodologia di calcolo, da emanarsi entro 120 giorni
dall’entrata in vigore del decreto.
116
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Inoltre quello che era il precedente attestato di certificazione energetica (documento attestante la
prestazione energetica di alcuni parametri energetici dell’edificio) è sostituito nel testo
dall’attestato di qualificazione energetica, nel quale sono riportati i fabbisogni di energia primaria
di calcolo, o dell'unità immobiliare ed i corrispondenti valori massimi ammissibili fissati dalla
normativa in vigore per il caso specifico o, ove non siano fissati tali limiti, per un identico edificio
di nuova costruzione.
Dal punto di vista cronologico quindi, il panorama legislativo nazionale per la progettazione in
generale e per gli interventi di edilizia residenziale in particolare, è variato secondo la seguente
tabella:
2 agosto 2005
pubblicazione in G.U. del D.Min. n.178, decreto attuativo Legge 10/91
8 ottobre 2005
pubblicazione in G.U. del d.lgs. n.192
15 ottobre 2005
ripubblicazione completa in G.U. del d.lgs. n.192
1 febbraio 2007
pubblicazione in G.U. del d.lgs. N. 311 che corregge ed integra il d.lgs. 192
Gli unici casi esclusi dall’applicazione del d.lgs. n.192 e successivo d.lgs. n. 311 riguardano gli
edifici di particolare interesse storico, i fabbricati industriali, artigianali ed agricoli riscaldati solo da
processi per le proprie esigenze produttive, i fabbricati isolati con superficie utile < 50 m² e gli
impianti installati ai fini del processo produttivo realizzato nell’edificio, anche se utilizzati, in parte
non preponderante, per gli usi tipici del settore civile. Per tutti gli altri casi, quindi per i casi di
nuova progettazione di complessi residenziali pubblici come da oggetto di questo studio, sono
stati previsti dei requisiti minimi da rispettare in materia di efficienza energetica.
In base al tipo di intervento esistono 3 differenti livelli d’applicazione:
a) applicazione integrale a tutto l’edificio
b) applicazione integrale ma limitata al solo intervento di ampliamento
c) applicazione limitata al rispetto di parametri solo per alcuni elementi nel caso di interventi su
edifici esistenti.
L’attestato di certificazione energetica deve da questo momento essere allegato all'atto di
compravendita, (in originale o copia autenticata) nel caso di trasferimento a titolo oneroso
dell'intero immobile o della singola unità immobiliare; deve essere messo a disposizione del
conduttore o ad esso consegnato in copia dichiarata dal proprietario conforme all'originale in suo
possesso, nel caso di locazione; ha una validità temporale massima di 10 anni a partire dal suo
rilascio, ed è aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione che modifica la prestazione
energetica dell'edificio o dell'impianto; inoltre comprende i dati relativi all'efficienza energetica
propri dell'edificio, i valori vigenti a norma di legge e i valori di riferimento, che consentono ai
cittadini di valutare e confrontare la prestazione energetica dell'edificio e deve essere corredato
da suggerimenti in merito agli interventi più significativi ed economicamente convenienti per il
miglioramento della predetta prestazione; esso deve poi essere affisso in luogo facilmente visibile
negli edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico, la cui metratura utile totale supera i
1000 metri quadrati, l'attestato di certificazione energetica.
Come in altre disposizioni normative, è presente una clausola di cedevolezza (Art. 17) che si
esplicita dichiarando che le norme del d.lgs. e dei futuri decreti attuativi si applicano per le
Regioni e le Province autonome finché non abbiano provveduto al recepimento della direttiva con
dunque l’obbligo al rispetto dei vincoli nazionali. Dal punto di vista progettuale, sono importanti gli
allegati del decreto legislativo, in particolar modo gli allegati C ed I, con le verifiche che devono
essere condotte. Per chiarezza espositiva si riporta nel seguito una sintesi di tali documenti.
117
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Allegato C
Contiene le prescrizioni per il calcolo; risulta in questo senso molto importante la definizione dell’
Indice di prestazione energetica EP in grado di esprimere il consumo di energia primaria totale
riferita all'unità di superficie utile o volume lordo ( kWh/m2 anno o kWh/m3 anno ).
Nelle tabelle seguenti si riportano tali valori consentiti, in funzione della zona climatica di
appartenenza. Il territorio nazionale infatti è stato suddiviso in sei zone climatiche, con
indicazione nella tabella A, allegata al d.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, della zona alla quale
appartiene ogni singolo Comune.
Valori limite dell’indice di prestazione energetica per edifici residenziali E1
esclusi Collegi, Conventi, Case di cura e Caserme (kWh/m2 anno)
Valori limite dell’indice di prestazione energetica per tutti gli altri edifici (kWh/m3 anno)
Allegato I
Per comprendere quali indicazioni e limiti di legge si debbano rispettare viene proposta la
seguente procedura basata su 3 passaggi (I, II e III):
I - Si determina la categoria d’applicazione del decreto nella quale si ricade a seconda del tipo di
intervento;
II - Si ricava l’elenco completo delle prescrizioni da rispettare dallo “Schema delle verifiche”
incrociando la categoria d’intervento (che viene definita in una Tabella I) e la categoria
dell’edificio in esame (E1, E2, ecc..., riportate già nel d.P.R. n. 412/93)
118
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
III - Si prende atto del contenuto delle prescrizioni da rispettare consultando la tabella “Elenco
delle verifiche”, sempre inclusa nell’allegato.
Grafico indicativo per il tipo di intervento da attuare secondo l’Allegato I.
La categoria dell’edificio, come già definita nel d.P.R. n. 412/93, si ricava dal seguente prospetto:
E. 1 (1)
E. 1 (2)
E. 1 (3)
E. 2
E. 3
E. 4
E. 5
E. 6
E. 7
E. 8
EDIFICI RESIDENZIALI con occupazione continuativa
EDIFICI RESIDENZIALI con occupazione saltuaria
EDIFICI ADIBITI ad ALBERGO, PENSIONE ed attività similari
EDIFICI per UFFICI e assimilabili
OSPEDALI, CASE di CURA, e CLINICHE
EDIFICI adibiti ad attività RICREATIVE, associative o di culto e assimilabili
EDIFICI adibiti ad attività COMMERCIALI
EDIFICI adibiti ad attività SPORTIVE
EDIFICI adibiti ad attività SCOLASTICHE
EDIFICI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI riscaldati per il comfort degli occupanti
Da ultimo, osservando il grafico successivo e incrociando la categoria d’intervento (colonne) con
la tipologia dell’edificio (righe) si ottiene l’elenco completo delle prescrizione da rispettare:
Le prescrizioni sono poi esplicitate in tabelle che forniscono valori per i parametri tecnici di
trasmittanza per le strutture opache orizzontali, verticali trasparenti e vetrate. La grande
119
Federcasa Lombardia
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innovazione del d.lgs. 192/05, la considerazione degli aspetti energetici estivi, è ripresa al comma
9 del punto I, dove è richiesto di verificare che per la limitazione dei fabbisogni della
climatizzazione estiva e per il contenimento della temperatura interna negli ambienti siano
presenti efficaci elementi di schermatura delle superfici vetrate (esterni o interni), siano sfruttate
al meglio le condizioni ambientali esterne e le caratteristiche distributive dell’edificio per
ottimizzare la ventilazione naturale, siano adottati sistemi di ventilazione meccanica controllata
nel caso non sia efficace lo sfruttamento della ventilazione naturale. Nel qual caso è prescritta
l’adozione di un recuperatore di calore ogni qual volta la portata totale di ricambio (G) e il numero
di ore di funzionamento (M) del sistema di ventilazione, siano superiori ai valori limite (Art.5,
comma 13 e Allegato C d.P.R. n. 412/93).
Viene inoltre chiaramente enunciata l’obbligatorietà di utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione
di energia termica, per almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta
dall’utenza (punto J). Tale limite è ridotto al 20% per edifici situati nei centri storici.
È fatto obbligo di utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica (punto K) e di
predisposizione delle opere necessarie a favorire il collegamento a reti di teleriscaldamento nel
caso di tratti di rete ad una distanza inferiore a 1000 metri o in presenza di progetti approvati per
la realizzazione di tale rete (punto L).
I calcoli e le verifiche necessari al rispetto del decreto sono da eseguirsi utilizzando metodi che
garantiscano risultati conformi alle migliori regole tecniche. Si considerano rispondenti a tale
requisito le normative UNI e CEN vigenti o altri metodi di calcolo recepiti con decreto del Ministro
dello sviluppo economico. L’utilizzo di altri metodi, procedure e specifiche tecniche sviluppate da
organismi istituzionali nazionali, quali l’ENEA, le università o gli istituti del CNR, è possibile,
motivandone l’uso nella relazione tecnica di progetto, purché i risultati conseguiti risultino
equivalenti o conservativi rispetto a quelli ottenibili con i metodi di calcolo precedentemente detti.
Nel calcolo rigoroso della prestazione energetica dell’edificio occorre prendere in considerazione i
seguenti elementi:
- lo scambio termico per trasmissione tra l’ambiente climatizzato e l’ambiente esterno;
- lo scambio termico per ventilazione (naturale e meccanica);
- lo scambio termico per trasmissione e ventilazione tra zone adiacenti a temperatura diversa;
- gli apporti termici interni e gli apporti termici solari;
- l’accumulo del calore nella massa dell’edificio;
- l’eventuale controllo dell’umidità negli ambienti climatizzati;
- le modalità di emissione del calore negli impianti termici e le corrispondenti perdite di energia;
- le modalità di distribuzione del calore negli impianti termici e le corrispondenti perdite di energia;
- le modalità di accumulo del calore negli impianti termici e le corrispondenti perdite di energia;
- le modalità di generazione del calore e le corrispondenti perdite di energia;
- l’effetto di eventuali sistemi impiantistici per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia;
In estrema sintesi, l’allegato I specifica i seguenti punti da analizzare:
• Verifica del Fabbisogno di Energia primaria (FEP Limite) in funzione del rapporto S/V
e dei Gradi Giorno (Allegato C) espresso in kWh/m2 anno per gli edifici residenziali e
assimilabili e in kWh/m3 anno per tutti gli altri. Tale fabbisogno indica la quantità di energia
primaria richiesta, nel corso di una anno, per mantenere negli ambienti riscaldati la
temperatura di progetto.
• Verifica dei valor limite di trasmittanza riportati nell’Allegato C.
• In caso di ristrutturazione (rifacimento di pareti esterne, di intonaci esterni, del tetto o
dell’impermeabilizzazione delle coperture) i valori della trasmittanza U devono essere
inferiori o uguali a quelli riportati nell’allegato C.
• Per potenze termiche superiori a 100 kW è obbligatoria la Diagnosi Energetica.
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
• Se il rapporto tra Superficie finestrata e superficie utile è inferiore a 0,18 è ammesso il
calcolo semplificato purché siano rispettati alcuni criteri impiantistici. (Nel caso di calcolo
analitico il valore della trasmittanza dei singoli elementi non deve risultare superiore del
30% rispetto a quello limite riportato in tabella nell’allegato C).
• Accorgimenti per la riduzione del carico estivo (schermature, massa efficace, ventilazione,
ecc.)
Inquadramento generale del panorama legislativo regionale analizzato
In tema di risparmio energetico l’evoluzione del panorama normativo, soprattutto in ambito
comunitario, evidenzia la necessità di adeguare le disposizioni locali (che definiscono i criteri
generali tecnico-costruttivi) ai parametri energetici, che contribuiscono a conseguire gli obiettivi di
limitazione delle emissioni di gas ad effetto serra posti dal protocollo di Kyoto57.
È quindi necessario sviluppare un breve capitolo in cui verranno esposte sinteticamente le
normative più rilevanti a livello locale, che interessano specificamente la regione Lombardia58.
Legge Regionale del 27 marzo 2000 - n. 17
La Legge Regionale del 27 marzo 2000 - n. 17 “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad
uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso”, si propone in particolare di
ridurre l’inquinamento luminoso e i consumi energetici da esso derivanti; viene considerato
inquinamento luminoso dell’atmosfera ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda
al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e in particolar modo se orientata al di
sopra della linea di orizzonte.
La Regione incentiva l’adeguamento degli impianti di illuminazione esterna esistenti anche in
relazione alle leggi 9 gennaio 1991, n. 9 (Norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico
nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia,
autoproduzione e disposizioni fiscali) e 9 gennaio 1991, n. 10 (Norme per l’attuazione del piano
energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo
delle fonti rinnovabili di energia) per l’attuazione del Piano energetico nazionale. Tutti i capitolati
relativi all’illuminazione pubblica e privata devono essere conformi alle finalità della legge.
Legge regionale 16 febbraio 2004 n. 1
La regione Lombardia, al fine di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e favorire il risparmio
energetico stimolando gli utenti ad evitare lo spreco di risorse energetiche, con questa norma sul
“Contenimento dei consumi energetici negli edifici attraverso la contabilizzazione del calore” si fa
promotrice della trasformazione degli impianti di riscaldamento centralizzati in impianti autonomi
mediante l’adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni
singola unità immobiliare.
Legge regionale 21 dicembre 2004 n. 39
Questa legge propone un uso razionale di energia, lo sviluppo di fonti rinnovabili e la riduzione di
elementi inquinanti nell’aria.
Le disposizioni, nell’ambito della politica energetica regionale, sono finalizzate a:
- conseguire il contenimento dei consumi di energia negli edifici, attraverso il miglioramento
delle prestazioni energetiche negli involucri edilizi e degli impianti termici
57
58
La Regione Lombardia dettava già, nel 2004 con la L.R. 21.12.2004 n. 39, disposizioni “che prevalgono sui
regolamenti e sulle altre norme comunali” (art. 1), al fine di attuare un uso razionale dell’energia nel settore edilizio
con l’intento dichiarato di “ridurre l’emissione in atmosfera di gas inquinanti e climalteranti” (art.1) indicando, tra i
suoi principali obiettivi, il “contenimento dei consumi di energia negli edifici, attraverso il miglioramento delle
prestazioni energetiche degli involucri edilizi e degli impianti termici” .
Il testo integrale delle normative regionali specifiche esaminate viene riportato in appendice al presente capitolo ed
è allegato contestualmente al supporto digitale compreso nella ricerca.
121
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- migliorare le condizioni di sicurezza, benessere abitativo e compatibilità ambientale
dell’utilizzo dell’energia
- promuovere adeguati livelli di qualità dei servizi di diagnostica energetica, analisi economica,
progettazione,installazione, esercizio e manutenzione.
Gli obiettivi dichiarati sono:
- migliorare le caratteristiche termo-fisiche degli involucri edilizi (per evitare dispersioni di calore)
- migliorare l’efficienza degli impianti tecnologici asserviti agli edifici
- valorizzare l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile
- assicurare la predisposizione di appositi catasti degli impianti
- promuovere la realizzazione di diagnosi energetiche
- promuovere la termoregolazione degli ambienti riscaldati e la contabilizzazione individuale del
calore
- incentivare finanziariamente la realizzazione di interventi di recupero energetico
La legge sancisce che per la realizzazione del miglioramento termico gli edifici possiedano impianti
concepiti e realizzati in modo da consentire il contenimento di energia primaria per il riscaldamento
invernale e la climatizzazione estiva, intervenendo sull’involucro edilizio, sul rendimento dell’impianto.
Per valorizzare le fonti energetiche alternative la legge prevede il ricorso a fonti di energia
rinnovabile per edifici di qualsiasi tipo, ai fini del soddisfacimento del fabbisogno energetico per il
riscaldamento, il condizionamento, l’illuminazione e la produzione di acqua calda sanitaria.
Legge regionale 11 dicembre 2006 n. 24
La Regione Lombardia ha promulgato la Legge regionale 11 dicembre 2006 - n. 24 "Norme per
la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente"
che presenta una serie di disposizioni e misure interessanti, atte a dimostrare la consapevolezza
riguardo alla necessità di una politica integrata, sistematica e onnicomprensiva che voglia
perseguire l’obiettivo della prevenzione e riduzione delle emissioni nocive in atmosfera.
La L.R. 24/2006 contiene disposizioni e misure per:
- programmare su scala regionale interventi per il risanamento della qualità dell’aria
- integrare gli strumenti di monitoraggio e valutazione della qualità dell’aria
- promuovere accordi con le imprese e con gli enti locali per il rispetto del Protocollo di Kyoto
- favorire l’adozione di sistemi di gestione ambientale nel settore produttivo
- migliorare il rendimento energetico nell’edilizia
- incentivare l’utilizzo delle risorse geotermiche
- promuovere l’utilizzo delle biomasse in ambito civile
- disincentivare il traffico veicolare privato
- migliorare il servizio pubblico locale e la mobilità
- sviluppare la mobilità ciclistica e pedonale
- prevenire e ridurre le emissioni provenienti da attività agricole
- promuovere la produzione energetica agro-forestale
Per quanto riguarda le singole misure, di un certo interesse sono:
a) le iniziative congiunte tra Regione e Camere di Commercio per favorire l’adozione nel
settore produttivo di sistemi di gestione ambientale e l’adozione di nuove tecnologie per
il risparmio di energia e materia;
b) l’incentivazione della risorse geotermiche a bassa entalpia e delle pompe di calore per il
teleriscaldamento ed i teleraffrescamento degli edifici;
c) l’integrazione del trasporto pubblico locale su gomma, con quello ferroviario e
metropolitano;
d) la promozione della mobilità ciclistica e pedonale attraverso la realizzazione di percorsi
e zone protette;
122
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
e)
gli interventi di gestione sostenibile e incremento del patrimonio forestale al fine
dell’assorbimento di carbonio atmosferico.
Suscitano invece alcune perplessità le singole misure riguardanti:
a) la mancata indicazione dell’obbligo di riconversione a metano per gli impianti termici
civili alimentati con olio combustibile e carbone nei centri urbani metanizzati;
b) l’istituzione dell’inventario regionale dei depositi di carbonio assorbiti e stoccati dagli
ecosistemi forestali, che se male applicata può dare adito a interpretazioni distorte sulla
compensazione della quote di emissione;
c) la superficialità con cui viene affrontata e promossa la filiera delle fonti energetiche
rinnovabili di origine agroforestale e agro-alimentare e di produzione dei biocombustibili.
Questa ricerca ha tenuto conto anche delle indicazioni fornite dalle Agenzie Locali dell’energia
della Regione Lombardia che, come Rete dei Punti Energia, hanno elaborato una procedura
(operativa) per la certificazione energetica degli edifici corredata di una piattaforma software
basata sulle norme italiane UNI-CTI 10344-10379. Con queste premesse, le Agenzie forniscono,
oltre all’attestato di certificazione energetica, una diagnosi energetica dell’edificio, identificando gli
elementi di spreco.
La procedura di controllo citata è rivolta agli Enti preposti per la gestione delle certificazioni
energetiche degli edifici (Enti di accreditamento), ai soggetti delegati alla certificazione (tecnici
certificatori), a progettisti, proprietari, operatori dell’edilizia e utenti per consentire una
progettazione energetica dell’edificio coerente con gli obiettivi di raggiungimento di un
determinato livello di prestazione energetica.
Si applica su base volontaria fino all’emanazione delle norme nazionali o regionali in attuazione
della Direttiva 2002/91/CE e del d.lgs. 192/05. La procedura è stata elaborata all’interno del
Dipartimento BEST del Politecnico di Milano e può essere applicata nei Comuni della Regione
Lombardia nei quali il Regolamento Edilizio prevede già la certificazione energetica.
Decreto della Giunta Regionale 26 giugno 2007 - n. 8/5018
In osservanza degli art. 9 e 25 della L.R. 24/2006 ed in attuazione del d.lgs. 192/2005, la Giunta
Regionale della Lombardia ha emanato in data 26 giugno 2007, il decreto n. 8/5018
Determinazioni inerenti la certificazione energetica degli edifici, per rispondere alla richiesta del
d.lgs. 192/2005 in merito allo sviluppo da parte delle Regioni di un sistema di certificazione
energetica coerente con i principi generali del decreto (art. 9, comma 3-bis).
Viene rammentato che la stessa Giunta regionale, con deliberazione n. 1539 del 22 dicembre
2005 (modificata con delibera n. 2183 del 22 marzo 2006), aveva approvato lo schema di
convenzione con l’Associazione Reti di Punti Energia 59, finalizzata all’aggiornamento del Piano
d’Azione del Programma energetico regionale e all’incentivazione dell’uso razionale dell’energia e
delle fonti rinnovabili, dove venivano già inclusi l’elaborazione di una proposta per certificare
l’efficienza energetica degli edifici adibiti ad uso residenziale e terziario, i requisiti di prestazione
energetica degli involucri edilizi, degli impianti termici e dei generatori di calore (art. 9, lettera a).
Inoltre viene menzionata la d.g.r. 3938 del 27 dicembre 2007, con la quale era stata approvata la
procedura di calcolo per certificare il fabbisogno energetico degli edifici, premettendo la necessità
di una successiva integrazione con la procedura di calcolo relativa all’illuminazione e alla
climatizzazione estiva e dando atto che, con successivi provvedimenti, sarebbe stata definita la
59
A tal proposito, si segnala che i Punti Energia hanno attivato a partire dall’agosto 2007, il sito web CENED
(Certificazione Energetica degli Edifici), dal quale è stato possibile ricavare il software di calcolo più oltre esposto.
Dal 1° gennaio 2008 inoltre i Punti Energia diventeranno parte di CESTEC SpA, Società a Socio Unico Regione
Lombardia, da molto tempo attiva nell’ambito dell’innovazione tecnologica. La cessione del ramo d’azienda Punti
Energia a CESTEC SpA si propone prioritariamente l’obiettivo di consolidare e sviluppare il know-how e la capacità
operativa del sistema regionale rispetto ai temi dell’efficienza energetica, dello sviluppo delle fonti rinnovabili,
dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità energetico-ambientale dei diversi settori della vita civile lombarda.
123
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Regione Lombardia
procedura amministrativa per il rilascio della certificazione energetica e la procedura per la
qualificazione dei soggetti certificatori.
Considerato che il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria Regionale 2007-2009
include gli obiettivi della piena attuazione alla certificazione energetica e del risparmio energetico
in edilizia, ritenuti misure con cui contrastare l’inquinamento atmosferico, ed esaminato il
documento Disposizioni inerenti all’efficienza energetica in edilizia, che riguarda la procedura di
calcolo aggiornata rispetto a quella approvata con d.g.r. 3938 del 27 dicembre 2006, il decreto
prevede che si debba implementare il calcolo come incluso nello stesso attraverso un software
pubblicato sul sito della Direzione regionale competente, in modo che possa essere utilizzato
gratuitamente da tutti i soggetti interessati.
Nel caso di edifici di nuova costruzione, interventi di demolizione e ricostruzione in manutenzione
straordinaria o ristrutturazione e ampliamenti volumetrici, sempre che il volume a temperatura
controllata della nuova porzione dell’edificio risulti superiore al 20% di quello esistente, si
procede, in sede progettuale:
a) alla determinazione dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale,
EPH, ed alla verifica che lo stesso risulti inferiore ai valori limite che sono riportati nella
Tabelle A.1 – A.2 di cui all’Allegato A, a seconda della classe dell’edificio, in funzione della
zona climatica in cui esso e situato e del suo rapporto di forma;
b) al calcolo del rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico e alla verifica che lo
stesso risulti superiore al valore limite calcolato secondo quanto previsto sempre nell’Allegato A.
Tabella A.1 – Valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso
in kWh/m2 anno, per gli edifici della categoria E.1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme.
Tabella A.2 – Valori limite dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso
in kWh/m3 anno, per tutti gli edifici con l’esclusione di quelli appartenenti alla categoria E.1.
Sempre secondo il d.g.r, i valori di trasmittanza limite per i singoli componenti opachi e vetrati che
delimitano l’involucro dell’edificio, vigenti sul territorio regionale, sono riportati nella seguente
Tabella A.3.
Tabella A.3 - Valori limite della trasmittanza termica espressa in W/m2K.
124
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Si riporta lo schema della scheda di certificazione energetica così come prevista dal d.g.r. n.
8/5018 e come dovrà essere redatta:
125
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Deliberazione della Giunta Regionale n. 8/5773, Certificazione energetica degli edifici,
integrazioni e modifiche alla D.G.R n. 5018/2007.
Rispetto a quanto già esposto, la Regione Lombardia ha fissato più recenti criteri per determinare
i requisiti di prestazione energetica e gli attestati di certificazione di edifici e impianti, sia di nuova
costruzione che in fase di ristrutturazione. La nuova normativa è stata emessa con delibera
regionale VIII n. 5773 del 31 ottobre 2007 e comporta modifiche ed integrazioni alla Delibera
della Giunta Regionale n.5018/2007 che verranno di seguito esposte in sintesi.
I provvedimenti contenuti nella Delibera sono finalizzati ad attuare il risparmio energetico, l'uso
razionale dell'energia e la produzione energetica da fonti rinnovabili e sono stati adottati in
conformità ai principi fondamentali fissati dalle direttive della Comunità Europea, come già
espresso nella documentazione precedente.
In cooperazione con il Ministero dello Sviluppo Economico infatti, già il provvedimento “Disposizioni
inerenti all’efficienza energetica in edilizia” approvato con DGR 5018/2007 proponeva soluzioni,
comportamenti e metodi che potessero permettere di fare un ulteriore salto di qualità verso
un’edilizia a basso consumo di energia. Le disposizioni ivi contenute erano finalizzate ad “attuare il
risparmio energetico, l’uso razionale dell’energia e la produzione energetica da fonti energetiche
rinnovabili in conformità ai principi fondamentali fissati dalla Direttiva 2002/91/CE e dal Decreto
legislativo del 19 agosto 2005, n. 192, così come modificato con Decreto legislativo del 29 dicembre
2006, n. 311, e in attuazione degli articoli 9 e 25 della legge regionale del 2 dicembre 2006, n. 24”.
Dopo aver valutato secondo criteri di oggettività i diversi suggerimenti posti dai differenti attori
coinvolti, al fine di promuovere una migliore efficienza energetica nel settore civile in Lombardia,
sono state previste misure più restrittive rispetto a quelle imposte a livello nazionale, senza per
questo rinunciare a salvaguardare gli aspetti economici, di vivibilità e di salvaguardia degli
elementi di tipicità costruttiva.
Le disposizioni presenti nella Delibera VIII n.5773/07 hanno validità a partire dal 1° gennaio 2008
per tutte le denunce di inizio attività ed i permessi di costruire richiesti e vanno a modificare e
integrare le “Disposizioni inerenti all'efficienza energetica in edilizia”.
Per quanto concerne i requisiti di prestazione energetica degli edifici, rispetto a quanto previsto
dai dispositivi nazionali, la Regione Lombardia applica infatti, a partire dal 1° gennaio 2008, i limiti
previsti sul territorio nazionale con decorrenza 1° gennaio 2010, anticipando virtuosamente la
normativa nazionale e promuovendo concretamente sul territorio il risparmio energetico.
A seconda del tipo di intervento, tali limiti saranno o di tipo prestazionale, ossia collegati alla
capacità del sistema edificio-impianto di richiedere un fabbisogno energetico contenuto, o di
carattere prescrittivo, per i soli componenti opachi e trasparenti, legati all’utilizzo dei materiali in
grado di garantire la migliore efficienza.
Le nuove disposizioni riguardano tutte le tipologie di edifici così come sono classificate in base
alla loro destinazione d'uso. Sono pensate per garantire il contenimento dei consumi energetici e
la riduzione delle emissioni inquinanti.
Più in particolare individuano le condizioni di progettazione e costruzione delle nuove strutture
edilizie, di quelle da riqualificare e delle relative tipologie di impianti.
Sono esclusi dall'applicazione di queste disposizioni gli edifici che fanno parte del patrimonio
culturale e paesaggistico del territorio, ma anche i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non
residenziali, i fabbricati isolati con una superficie inferiore a 50 metri quadri e gli impianti installati
per gli usi tipici del settore civile.
Oltre ai requisiti di prestazione energetica per le diverse tipologie di edifici, la delibera fissa i
criteri per conferire loro la certificazione energetica, ossia quel complesso di operazioni svolte dai
soggetti accreditati per il rilascio dell'attestato di certificazione60.
60
L’articolo 13 della Delibera VIII n.5773, varia le norme con le quali vengono accreditati i soggetti certificatori; infatti
presso l’Organismo Regionale di accreditamento è istituito l’elenco dei soggetti certificatori, abilitati alla
certificazione energetica degli edifici, all’interno del quale possono comparire, e di conseguenza esercitare,
126
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Il conseguimento dell'attestato, infatti, avviene dopo aver determinato le prestazioni energetiche
di ciascun fabbricato ed eventualmente, dopo aver stabilito alcuni caratteristici parametri
energetici del sistema edificio-impianti.
Nello specifico il processo di certificazione prevede l'attribuzione di una classe energetica di
appartenenza dell'edificio e la definizione di possibili interventi migliorativi delle prestazioni
energetiche sia dell'edificio sia degli impianti.
Nella stessa direzione, la maggiore convenienza economica della riqualificazione energetica,
ottenuta contabilizzando anche i costi che si riversano sull'ambiente, rientra nel sistema
strategico della Regione Lombardia per accrescere la cultura del risparmio energetico attraverso
comportamenti coscienti, condivisi e sostenibili, volti ad una efficace salvaguardia ambientale.
Appare interessante anche la modifica apportata a tutto quanto attiene la produzione di acqua
calda sanitaria derivante da fonti energetiche rinnovabili. La precedente delibera della giunta
regionale n. 5018/2007 al punto 4.12 prevedeva che: ”A partire dalla data di pubblicazione del
presente provvedimento, nel caso di edifici pubblici e privati di nuova costruzione, in occasione di
nuova installazione o di ristrutturazione di impianti termici, è obbligatorio progettare e realizzare
l’impianto di produzione di energia termica in modo tale da coprire almeno il 50% del fabbisogno
annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria attraverso il
contributo di impianti solari termici. Tale limite è ridotto al 20% per gli edifici situati nei centri
storici”.
Ore invece il testo è stato modificato il integrato come segue: “A partire dalla data di
pubblicazione del presente provvedimento, nel caso di edifici pubblici e privati di nuova
costruzione, in occasione di nuova installazione o di ristrutturazione di impianti termici, destinati
anche alla produzione di acqua calda sanitaria, è obbligatorio progettare e realizzare l’impianto di
produzione di energia termica in modo tale da coprire almeno il 50% del fabbisogno annuo di
energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria attraverso il contributo di
impianti alimentati da collettori solari termici o da risorse geotermiche o da pompe di calore a
bassa entalpia in coerenza con l’art.10 della L.R. 24/06 o dalle biomasse. A tal fine le biomasse
devono essere utilizzate nel rispetto delle disposizioni che la regione Lombardia emana ai sensi
dell’art. 11 della L.R. 24/06 e dei piani d’azione per il contenimento e la prevenzione degli episodi
acuti di inquinamento atmosferico adottati ai sensi del d.lgs. 351/1999. Il limite è ridotto al 20%
per gli edifici situati nei centri storici. La copertura del 50% del fabbisogno annuo di energia
primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria attraverso il contributo di impianti
alimentati da fonti energetiche rinnovabili, si intende rispettata, qualora l’acqua calda sanitaria
derivi da una rete di teleriscaldamento o da reflui energetici di un processo produttivo non
altrimenti utilizzabili”.
Da ultimo appare interessante rilevare che l’attestato di certificazione energetica ha ancora una
validità massima di 10 anni a partire dal suo rilascio ma che oltre ad essere compilato ed ha
serrato da un soggetto certificatore iscritto nell’apposito elenco regionale, esso deve essere
timbrato per l’accettazione dal comune di riferimento nella località dove è collocato il fabbricato.
Il Piano d’Azione per l’Energia
Il Piano d’Azione per l’Energia (PAE) è la denominazione per lo strumento operativo del
Programma Energetico Regionale (PER) della Lombardia, approvato dalla Giunta regionale il
21.3.2003 e del quale recepisce gli obiettivi generali, già delineati nell’Atto di Indirizzo per la
politica energetica approvato dal Consiglio Regionale il 3 dicembre 2002 (Deliberazione
VII/0674). In tale documento come scopo finale della politica energetica della Regione Lombardia
è stato indicato come perseguire lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale,
finalizzato a minimizzare i costi dell’energia prodotta ed i relativi impatti sull’ambiente.
soltanto figure professionali in possesso di specifici requisiti inerenti le conoscenze necessarie per valutare gli
aspetti energetici dei fabbricati.
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Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
La programmazione energetica regionale risulta articolata in obiettivi strategici, linee di intervento
e indirizzi di politica energetica.
Gli obiettivi strategici inoltre sono stati strutturati in modo da ridurre il costo dell’energia (per
contenere la spesa per le famiglie e per migliorare la competitività del sistema delle imprese) e
ridurre le emissioni climalteranti ed inquinanti, nel rispetto delle peculiarità dell’ambiente e del
territorio, oltre che a promuovere la crescita competitiva dell’industria delle nuove tecnologie
energetiche.
Al fine di raggiungere gli obiettivi strategici fissati nel Atto di Indirizzo del 2002, la Regione
Lombardia ha individuato specifiche linee di intervento che sono state rimodulate sulla base
dell’aggiornamento del Bilancio energetico regionale al 31 dicembre 2004, per garantire il
soddisfacimento degli obiettivi strategici individuati.
Gli indirizzi di politica energetica precedenti si riferivano ad ipotesi di sviluppo maturate sulla base
del Bilancio energetico elaborato al 31 dicembre 2000. Pertanto i nuovi indirizzi di politica
energetica regionale sono stati necessariamente collegati ad un insieme più complesso ed
integrato di misure ed azioni atte a supportare le linee di intervento previste.
Per rispettare gli obiettivi strategici approvati nel 2002, ma preoccupandosi nel contempo di
recepire le necessità di aggiornamento rispetto al mutato quadro energetico ed ambientale
lombardo, le linee di intervento si sono articolate per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle
emissioni di gas serra fissati dal Protocollo di Kyoto, incrementando la quota di copertura del
fabbisogno elettrico attraverso le fonti energetiche rinnovabili e diminuendo i consumi energetici
negli usi finali (nel rispetto della Direttiva 2006/32/CE).
Il PAE è così un documento di programmazione orientato all’individuazione di misure ed azioni,
oltre che uno strumento quadro flessibile e fortemente operativo. Sulla base delle valutazioni
desunte dal bilancio energetico regionale, sono state effettuate considerazioni circa le criticità del
sistema energetico ed ambientale lombardo. La componente ambientale, intesa come
macrotematica comprendente sia il livello globale (emissioni di gas serra e rispetto del Protocollo
di Kyoto) sia quello regionale (emissioni di inquinanti atmosferici, impatto su suolo e sottosuolo),
non è stata disgiunta nelle valutazioni sulla situazione attuale al momento della stesura e
neppure sulle valutazioni degli sviluppi futuri.
L’arco temporale prescelto per l’analisi dei risultati delle misure e delle azioni individuate si è
posto come termine di riferimento il 2012, motivando la scelta sulla base della necessità di
finalizzare il Piano al termine del quadriennio fissato dal Protocollo di Kyoto (2008 – 2012) e di
prevedere un quinquennio di azioni più coerente con la filosofia di concretezza del PAE stesso.
Il PAE è composto nello specifico dal Bilancio Energetico Regionale, che ne costituisce la base
conoscitiva, e dalle Misure ed Azioni di Piano. Il documento quindi risulta composto dalle sezioni:
• Analisi ragionata del Bilancio e degli scenari di evoluzione tendenziale;
• Descrizione delle linee di intervento del PAE (Misure e schede Azioni);
• Scenari di Piano con riferimento temporale fissato al 2012;
• Conclusioni, Piano di monitoraggio e sviluppi futuri.
La prima parte, in particolare, rappresenta in sostanza un’analisi critica del sistema energetico ed
ambientale lombardo aggiornato al 2004 e degli scenari tendenziali al 2015; comprende, inoltre,
valutazioni puntuali relative all’offerta e alla sicurezza energetica del parco impiantistico regionale
e dei Piani di sviluppo delle reti di trasporto dell’energia elettrica e del gas. La seconda parte
riporta un’analisi delle Linee di intervento individuate e dei relativi target di riferimento e una
descrizione delle Misure, suddivise nelle seguenti macrotematiche:
1. Risparmio energetico e Razionalizzazione;
2. Sviluppo delle Fonti Energetiche Rinnovabili;
3. Mercato dell’energia, i Titoli di Efficienza Energetica;
4. Interventi normativi, amministrativi, Accordi volontari, Ricerca & Sviluppo.
128
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Nell’ambito di ciascuna Misura sono state individuate Azioni di intervento, successivamente
riportate in formato di schede sintetiche, al fine di renderne agevole la lettura e l’utilizzo.
Nella terza parte sono stati individuati gli scenari di intervento, che si vanno a sommare allo
“Scenario tendenziale”, contenente l’evoluzione “business as usual” (BAU), inserito nella sezione
di Bilancio.
Lo Scenario Alto rappresenta l’insieme degli interventi la cui attuazione consentirebbe il pieno
raggiungimento degli obiettivi di “sostenibilità” presi in sede internazionale (Protocollo di Kyoto,
Direttiva sulle fonti rinnovabili, Direttiva sull’efficienza energetica); tale scenario risulta fortemente
impegnativo dal punto di vista economico e gestionale (attivazione di azioni di filiera, accordi
volontari, tavoli di concertazione con portatori di interesse, ecc.);
Lo Scenario Medio comprende un insieme di interventi che, rispetto allo Scenario Alto, prevedono
una penetrazione inferiore e determinano quindi un impegno economico e gestionale più soft;
Lo Scenario Tendenziale riporta l’evoluzione tendenziale rispetto all’andamento storico dei
consumi, elaborata sulla base di opportuni scenari di sviluppo delle variabili socioeconomiche
(lato domanda) e le previsioni di incremento dell’offerta energetica connesse all’entrata in
esercizio di nuove centrali termoelettriche, all’aumento della produzione di energia da FER (così
come previsto dall’autorizzazioni di nuovi impianti qualificati IAFR) e al miglioramento della
distribuzione e della trasmissione di energia elettrica a seguito degli interventi di
razionalizzazione della rete.
Così come accade per la previsione dello “Scenario tendenziale”, anche nella definizione degli
scenari “Medio” e “Alto” sono state effettuate considerazioni circa lo sviluppo del sistema
energetico lombardo, indipendentemente dall'attuazione o meno delle Misure/Azioni previste dal
PAE. Si ritiene ragionevole ipotizzare un progressivo miglioramento delle condizioni di
sostenibilità energetica ed ambientale a livello regionale sulla base dell'applicazione completa
della normativa vigente. Questa ipotesi non è stata considerata nella definizione dello “Scenario
tendenziale”, in quanto si è scelto di posizionarsi al livello evolutivo peggiore.
Analisi dei Regolamenti Edilizi
La scelta di studiare ed eventualmente intervenire sui Regolamenti Edilizi comunali si basa sulla
convinzione che essi rappresentino ancora lo strumento amministrativo più vicino alla dimensione
locale. Le Amministrazioni Comunali, con i propri regolamenti, possono infatti fare in modo che lo
sviluppo edilizio del territorio rimanga fedele alle peculiarità culturali, geografiche e storiche della
realtà locale in cui ci si trova, sia essa in pianura, lungo un fiume, sui pendii di un monte, ecc.
All’interno di questo contesto i Regolamenti Edilizi comunali sono ancora gli strumenti più
adeguati affinché i diversificati territori lombardi possano ricevere dall’attività edilizia valore
aggiunto in termini ambientali, ecologici e paesaggistici, nella misura in cui vengano recepiti i
principi dell’efficienza e del risparmio energetico.
I Regolamenti Edilizi sono stati introdotti nelle normative dello Stato Italiano fin dal periodo
dell’unificazione (1861) e accompagnano storicamente la trasformazione del territorio nazionale,
accogliendone e disciplinandone le mutazioni dei bisogni, delle sensibilità, delle esigenze e
dell’urbanizzazione. Questa è una caratteristica che conservano anche oggi e grazie alla quale
rimangono lo strumento più completo in tema di regolamentazione edilizia, indicando ai vari soggetti
(progettisti, committenti, operatori dell’edilizia) specifiche normative per la nuova edificazione e la
ristrutturazione del patrimonio edilizio consolidato. Diventa quindi fondamentale inserire nelle
normative edilizie un’attenzione speciale all’eco-sostenibilità ambientale ed al risparmio energetico.
Nel grafico seguente sono elencati i comuni geograficamente localizzati intorno alla cintura
milanese per i quali è stata condotta una analisi dei regolamenti edilizi ivi vigenti.
129
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Ne è emersa una sostanziale necessità di adeguamento sia alla Direttiva Europea, ma
soprattutto alle nuove normative specifiche nazionali. I nuovi Regolamenti Edilizi dovrebbero
costituire, per la tematica del risparmio energetico e della sostenibilità edilizia, un insieme di
indicazioni più prestazionali che prescrittive per condurre i progettisti ed i cittadini ad una
maggiore responsabilizzazione in materia di consumi energetici ed emissioni di agenti inquinanti
e climalteranti.
REC
MILANO
Abbiategrasso
Bergamo
Carugate
Cologno Monzese
Como
Legnano
Lodi
Monza
Rho
Segrate
Vigevano
Entrata in vigore
Indicazioni su sostenibilità e risparmio energetico
Vengono presentate raccomandazioni di progetto essenziali per gli
20 ott. 1999
involucri (artt. 42 e 43) senza entrare nel merito energetico della
coibentazione (art. 55)
Nessun riferimento preciso
12 dic. 2001
Capo VI – Involucro, impianti, fonti rinnovabili (d.lgs. 192/’05)
Fissa norme tecniche per la progettazione dell’involucro, superando di
fatto i limiti imposti dal riferimento legislativo nazionale (lg. 10/91),
24 dic. 2003
rispetta i valori imposti dal d.lgs. 311 per il fotovoltaico e cita metodi di
produzione energetica da fonti rinnovabili.
29 mar. 2000
Riferimento (art.10) alla legge n.10/’91
15 dic. 1977
Nessun riferimento preciso
Nessun riferimento preciso a normative o prescrizioni
20 set. 2001
Nessun riferimento preciso a normative o prescrizioni
20 giu.1997 (agg.) Nessun riferimento preciso (solo indicazioni di salubrità ambientale)
Riferimento alle indicazioni di progetto (involucro, impianti, fonti
29 nov.2005 (agg.)
rinnovabili) nel rispetto del piano energetico comunale
22 ott. 1997
Riferimento (art.47) alla legge n.10/’91
Nessun riferimento preciso a normative prescrizioni
Per la trattazione delle direttive recepite nei Regolamenti Edilizi Comunali, si è deciso di riportare
alcuni stralci di un testo scritto dal Dott. Emilio Galbiati riguardante la stesura del nuovo
regolamento del Comune di Carugate in Lombardia.
Si tratta di un comune di 12.559 abitanti della provincia di Milano, collocato sul confine
meridionale della Brianza, su suoli di origine morenica.
130
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
“Nell’ambito dell’esperienza vissuta dalla Amministrazione comunale di Carugate, attualmente
con Barcellona unica in Europa, ritengo di potere avere individuato, durante i quasi due anni di
studio, i fattori che si sono resi necessari per una corretta applicazione di un Regolamento
Edilizio evoluto e proiettato verso una cultura di sostenibilità e qualità della vita.
Gli elementi cardine possono essere così individuati:
- Fattore emozionale
- Fattore legislativo
- Fattore gestionale
- Fattore di monitoraggio
1 Fattore emozionale
Il fattore emozionale è di grandissima importanza su di una normativa di questa natura, dove si
stimola il cittadino ad una condivisione anche filosofica che entra nell’ argomento della
sostenibilità ambientale.
Tale condizione è data da un intervento che deve partire da lontano ed ha assolutamente
bisogno di una condivisione, anche politica sulla gestione dell’ambiente e del territorio.
Nel caso specifico di Carugate si sono proposte moltissime iniziative ambientali, negli ultimi tre
anni, tra le quali possiamo annoverare:
- La raccolta differenziata (con performance vicine al 70% il comune è classificato tra i primi 50
in Italia).
- Un bando di finanziamento per lo smaltimento dell’amianto ( in tre anni si è potuto smaltire
oltre 5000 mq. di amianto solo sulla residenza).
- La fondazione di un ufficio “Biciclette” e di un Mobility Manager influenzando con investimenti
su percorsi ciclopedonali ed iniziative l’utilizzo di una mobilità alternativa che si avvicini alle
esigenze ambientali.
- Una convenzione con possibilità di finanziamento per la riconversione di veicoli non catalitici
con combustibili alternativi.
- L’acquisto di mezzi elettrici da mettere a disposizione della cittadinanza per favorire l’uso
didattico di veicoli alternativi.
- Concorsi di valorizzazione degli spazi di verde privato che considerano i giardini, ma anche
semplicemente i balconi e i terrazzi fioriti.
- Il riconoscimento, mediante il PRG, all’interno del territorio cittadino di due Parchi di interesse
sovracomunale per una superficie di 1,6 milioni di metri quadrati.
- Un programma di riqualificazione ambientale per una collocazione di 3.000 alberi sul territorio
in quattro anni.
- La collocazione di una centralina di rilevamento sull’inquinamento dell’aria in alcuni periodi
critici.
Appare chiara la funzione culturale ed orientativa di tutte queste iniziative rispetto ai cittadini, ed
in questo contesto il Regolamento Edilizio diventa un elemento di completamento di una politica
percorsa.
(…)
2 Fattore Legislativo
Nell’ambito della proposta di una normativa come quella contenuta nel nostro Regolamento
Edilizio, è necessario considerare alcuni fattori stimolati dalla complessità dell’argomento.
La scelta dei consulenti sulla materia ambientale è essenziale, e nel caso Comune di Carugate si
è incaricata un’Agenzia della Regione Lombardia specializzata nello studio di energie alternative
che fa capo a docenti del Politecnico di Milano.
(…)
I punti salienti della normativa sono:
- L’applicazione del testo unico.
- L’utilizzo delle acque piovane per i sistemi di irrigazione.
131
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
- L’utilizzo dei pannelli solari negli edifici di nuova edificazione e l’incentivo su edifici esistenti
residenziali.
- L’obbligo dell’installazione di caldaie a condensazione e valvole termostatiche.
- L’obbligo di eseguire verifiche per la legge 10 sul contenimento energetico rispettando
parametri più rigorosi che si avvicinano a quelli del nord-Europa.
- Introduzione del concetto di “ Serre climatiche ” per favorire un miglior isolamento termico
utilizzando bonus volumetrici ma ponendo regole precise per scoraggiare gli abusi edilizi.
- Norme contro l’inquinamento luminoso già recepite dalle normative vigenti Regionali 17/2000.
- Regolamento del verde privato che prevede l’obbligo della progettazione del verde con gli
edifici e con i parcheggi stabilendo parametri di base e caratteristiche arboree.
- Normativa disabili con deroghe volumetriche non solo per l’abbattimento delle barriere
architettoniche ma anche per esigenze provate di vivibilità del soggetto disabile ( vasca per
cure terapiche).
- Istituzione di un “Certificato di qualità” dell’edificio da rilasciare al momento dell’abitabilità.
3 Fattore Gestionale
Una fase che riveste enorme importanza è quella gestionale rispetto alle problematiche
contemplate dal Regolamento Edilizio.
Normalmente le tematiche previste hanno aspetti innovativi ed estremamente complessi ed in
molti casi, soprattutto nella prima fase è necessario che siano esposte in maniera semplice ed
estremamente chiara, sia per il professionista sia per il costruttore sia utente finale.
Per questo scopo, nel nostro caso, sono state studiate schede applicative facilitate per le
verifiche e per la presentazione dei progetti, che hanno lo scopo di semplificare e schematizzare
le parti più complesse.
Questo espediente diventa di grande aiuto anche agli istruttori delle pratiche che, nei casi di
piccoli comuni ove le risorse umane sono assai limitate, la semplificazione dell’istanza è di
grande aiuto anche per la verifica e l’istruzione della stessa.
(…)
4 Fattore di monitoraggio
Su interventi di tipo sperimentale, ed in campi assolutamente nuovi la fase di monitoraggio è
assolutamente indispensabile, sia per poter capire la corrispondenza e l’approccio dell’utente, sia
per valutare i risultati sul territorio.
L’analisi deve anche portare in superficie i fattori critici per potere intervenire con modifiche della
norma mirate.
(…)
Appendice normativa:
Di seguito si riportano i riferimenti alle leggi nazionali e regionali esaminati durante il corso di
questa ricerca.
Inquadramento generale del panorama legislativo nazionale analizzato.
- Legge n. 10 del 9 gennaio 1991 - “Norme in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio
energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”
- d.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 - “Regolamento recante norme per la progettazione,
l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del
contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4 della legge n.10/91”
- d.P.R. 15 novembre 1996 n.660 - “Regolamento per l'attuazione della direttiva 92/42/CEE
concernente i requisiti di rendimento delle nuove caldaie ad acqua calda, alimentate con
combustibili liquidi o gassosi”
132
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
- d.P.R. 21 dicembre 1999 n.551 - “Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente
della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e
manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di
energia”
- d.lgs. n. 192 del 19 agosto 2005 - “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento
energetico nell’edilizia”
- d.lgs. n. 311 del 29 dicembre 2006 "Disposizioni correttive ed integrative al d.lgs 192/05,
recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia"
Inquadramento generale del panorama legislativo regionale analizzato
- La Legge Regionale del 27 marzo 2000 - n. 17 “Misure urgenti in tema di risparmio energetico
ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso”
- Legge regionale 16 febbraio 2004 n. 1 - “Contenimento dei consumi energetici negli edifici
attraverso la contabilizzazione del calore”
- Legge regionale 21 dicembre 2004 n. 39
- Legge regionale 11 dicembre 2006 n. 24 - "Norme per la prevenzione e la riduzione delle
emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente"
- Decreto della Giunta Regionale 26 giugno 2007 - n. 8/5018 - “Determinazioni inerenti la
certificazione energetica degli edifici”
- Deliberazione della Giunta Regionale n.8/5773, “Certificazione energetica degli edifici,
integrazioni e modifiche alla D.G.R n.5018/2007”.
133
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
B.2 Indagine sui riferimenti tecnici internazionali, nazionali, regionali
Roberto Mingucci
Paolo Vestrucci
Simone Garagnani
Elettra Barbieri
Società NIER Bologna
In questo capitolo viene esposta una sintesi delle analisi finalizzate all’individuazione dei
principali protocolli e linee guida esistenti in materia di risparmio energetico; il quadro proposto
prende le mosse da una indagine di contesto internazionale, nazionale e regionale.
Protocolli e linee guida alla progettazione esistenti
Dal panorama legislativo emerso nel capitolo precedente, si evince che la problematica del
risparmio energetico è per una regione come la Lombardia di primaria importanza.
Nel seguito si procede quindi nell’esame dei protocolli e delle metodologie che consentono
l’individuazione di buone regole di progettazione e, cosa ben più importante, la certificazione
energetica dell’edificio progettato.
La messa a punto di norme, di linee guida e di strumenti di valutazione per una progettazione
edilizia più sostenibile, risulta infatti un’operazione molto complessa. Essa deve tener conto di
innumerevoli indicatori che si riferiscono a tutte le fasi del ciclo di vita del manufatto,
dall’estrazione delle materie prime per la produzione dei materiali, alla effettiva costruzione, alla
manutenzione successiva fino a giungere alla dismissione e alla demolizione dell’edificio.
Durante lo svolgimento della ricerca, si sono presi in considerazione diversi metodi e procedure
di determinazione per possibili indicatori, aventi come fine ultimo quello di porre all’attenzione dei
progettisti le criticità emergenti nel soddisfacimento dei requisiti necessari ad una buona
prestazione energetica dei fabbricati.
Sia a livello nazionale che internazionale, l’approccio comune di questi documenti guida, intesi
come veri e propri protocolli di progettazione, appare diretto ad evidenziare l’importanza di una
sinergia da instaurarsi tra i singoli componenti di un edificio, il quale viene ad assumere
conseguentemente la connotazione di un organismo a tutti gli effetti.
Aspetti come la cura nell’esecuzione degli involucri, l’ottimizzazione degli apporti derivanti da fonti
energetiche rinnovabili, la progettazione di sistemi impiantistici integrati e ben rapportati al
costruito, sono una base piuttosto comune in tutti i documenti incontrati, sebbene in taluni casi
essi siano stati affrontati più dettagliatamente o con l’aggiunta di indicazioni più minuziose alla
comprensione delle relazioni tra loro esistenti.
Sebbene con alcuni anni di ritardo rispetto alla sperimentazione condotta nel resto dell’Europa,
ritardo determinato verosimilmente dalla realtà politica, geografica e morfologica più eterogenea
e difficilmente unificabile della penisola, anche in Italia la tendenza è stata quella di elaborare
strumenti in grado di considerare questi aspetti ed inquadrarli in processi correlati alla richiesta
normativa ed alle singole tecnologie costruttive locali.
È interessante prendere atto che sia in Italia che più in generale nel territorio europeo, la gestione
da parte di chi abita il fabbricato è un parametro resosi importante in termini di sostenibilità. Tale
responsabilizzazione dell’utenza infatti, insieme all’affiancamento di tecnologie integrate di
controllo (domotica), può valorizzare e rendere più efficaci scelte impiantistiche formulate in fase
progettuale, in particolar modo all’interno di un contesto residenziale, come quello oggetto di
questa ricerca, dove un comportamento virtuoso dei fruitori potrebbe condurre ad una
remunerazione percentuale delle spese di mantenimento da sostenere.
Esposte queste doverose premesse, si sono tenute in considerazione le metodologie locali volte
a formalizzare procedure di valutazione o certificazione delle prestazioni energetiche degli edifici,
134
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
con l’intenzione di reperire per questa ricerca le indicazioni più significative insite nelle diverse
stesure.
È apparso degno di menzione il procedimento suggerito dal Green Building Challenge, uno
sforzo di collaborazione internazionale rivolto alla stesura di uno strumento per uno sviluppo
sostenibile degli edifici e dell’ambiente in cui essi vengono collocati.
Esso prevede l’avanzamento nello stato dell’arte relativo alle metodologie di valutazione delle
performance ambientali degli edifici, la rilevanza per la progettazione del verde e per i metodi di
valutazione ambientale degli edifici ed infine la sponsorizzazione di conferenze per l’interscambio
tra la ricerca e la pratica dell’edilizia sostenibile e per diffondere le valutazioni delle prestazioni di
edifici progressivi e senso ambientale.
Il Green Building Challenge si riferisce a tre tipologie edilizie specifiche: agli edifici per uffici, alle
scuole ed agli edifici residenziali, compresi gli aspetti del riutilizzo dei fabbricati stessi.
Quest’ultimo campo di applicazione è quello risultato più di interesse.
Le performance degli edifici sono valutate in relazione al consumo di risorse, al carico
ambientale, alla qualità della vita interna, alla qualità del servizio, agli aspetti economici e alla
gestione pre-realizzazione, parzialmente espressi con una metodica simile a quella che si
vorrebbe introdurre in questa ricerca. Similmente, anche l’Energy Saving Trust stabilisce degli
standard di riferimento energetico che vanno oltre le regolamentazioni per gli edifici in uso nella
attuale progettazione, costruzione e manutenzione edilizia. Questi standard contribuiscono a
formare un pacchetto integrato di misurazioni per i parametri di contenimento energetico,
ventilazione, riscaldamento, illuminazione e produzione di acqua calda sanitaria. Sono poi stati
esaminati dei riferimenti inclusivi di linee guida e raccomandazioni tecniche in grado di illustrare
questi standard e che successivamente sono stati integrati nelle valutazioni che si esporranno nei
capitoli successivi.
Viene pertanto proposta in estrema sintesi una serie non è esaustiva di questi protocolli aventi in
comune l’obiettivo della ricerca di un metodo di valutazione che possa fungere da strumento per
la progettazione di edifici residenziali, maggiormente sostenibili dal punto di vista energetico e
ambientale. Verranno esposti nell’ordine documenti di carattere nazionale prima, ed
internazionale nel seguito.
Protocolli nazionali
Anche in Italia nonostante il ritardo di alcuni anni rispetto al resto dell’Europa per quanto riguarda
la messa a punto della sperimentazione, ritardo determinato verosimilmente dalla realtà politica
geografica e morfologica più eterogenea e difficilmente unificabile italiana, la tendenza è quella di
elaborare uno strumento unico nazionale.
Prima di arrivare a ciò tuttavia, si sono formulate diverse metodologie locali volte a formalizzare
una procedura per valutare e certificare le prestazioni energetiche degli edifici. Si procede alla
segnalazione delle più rilevanti incontrate.
Casa Clima®
CasaClima® è sostanzialmente un metodo di calcolo e valutazione del risparmio energetico per i
nuovi edifici ideato da Norbert Lantschner (direttore dell'ufficio aria e rumore, dipartimento
all'urbanistica, ambiente ed energia, della provincia di Bolzano). L’involucro anche in questo
caso, e come di seguito sinteticamente riportato in tabella, è uno degli aspetti fondamentali da
tenere in considerazione durante la progettazione degli interventi.
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Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Prospetto dei valori contemplati da CasaClima® per l’involucro (fonte: CasaClima®)
CasaClima® è finalizzato alla valutazione in fase di progettazione, cioè prima della costruzione
effettiva, di quale classe di consumo energetico raggiungerà l’edificio una volta in essere.
CasaClima® nasce in ottemperanza a quanto già stabilito dalla Comunità Europea (Direttiva CEE
2002/91/CE) in ottemperanza a quanto prescritto dal Protocollo di Kyoto.
Lo schema di classificazione CasaClima® offre una scala di valori o indice termico (espressi in
kWh/anno) a cui si assegna una classe di merito dell’edificio. Il fabbisogno energetico viene
ricavato sulla base della documentazione inoltrata in fase di progetto e con l’ausilio di un metodo
di calcolo standardizzato.
Tale modello ha riscosso numerosi consensi in questi ultimi anni, soprattutto in Alto Adige;
tuttavia si prende atto che ha collezionato nel contempo anche svariate critiche, soprattutto per
quanto riguarda la biocompatibilità e la eco-sostenibilità dei propri fabbricati tipo. Secondo Ugo
Sasso, presidente nazionale dell’Istituto di Bioarchitettura, il dibattito in edilizia è tutto concentrato
sul risparmio energetico e questo tende a squilibrare la prospettiva ecologica. “Se in un muro di
mattoni”, continua Sasso, “si inseriscono un pannello di polistirolo, un potente mastice, un telo in
fibra di vetro ed un intonaco plastico, si realizza una CasaClima® che risparmia energia, ma nel
lungo termine, quando eventualmente si dovrà demolire il tutto, si potrebbero avere seri problemi
di smaltimento dei materiali”61.
Si possono poi rilevare alcune note inerenti un discorso più ampio in termini di qualità, sempre
enunciati dal contributo di Sasso: ”In Alto Adige vedo tante belle case nuove, tutte a risparmio
energetico: sono tanti cubetti bianchi, non in linea con il paesaggio. Un discorso che vale anche per
gli insediamenti industriali. La Zona produttiva di Bolzano realizzata dal fascismo ha una struttura
urbanistica pregevole. I nuovi insediamenti, invece, sono edifici originalissimi, ma scollegati dal
contesto. La qualità non nasce come somma di edifici pregevoli, ma come relazione tra le parti”.
Quello della qualità architettonica legata alle scelte dei progettisti di organismi energeticamente
vantaggiosi è uno degli aspetti che più difficilmente si evidenzia nell’analisi di regolamenti e
protocolli. Nonostante la richiesta normativa sia infatti molto specifica in termini di performance di
materiali e geometrie, non si può affermare che essa sia altrettanto esigente per
regolamentazioni e validazioni di contesto costruito.
CasaClima® non parla di qualità, ma tratta i differenti aspetti soprattutto in termini tecnologici,
inserendo i fabbricati in fasce energetiche di consumo (CasaClima® Oro, classe A, classe B e
così via). Tuttavia, così come anche per le indicazioni normative vigenti, la classificazione
energetica dell’edificio avviene solamente ad opera ultimata e non sulla base del progetto. I
tecnici verificano la costruzione in loco con l’ausilio di termografie e del “Blower-Door-Test”.
Intervista rilasciata al quotidiano “Corriere dell'Alto Adige” - BOLZANO - sezione: Bolzano e Provincia - data: 200711-25 - pag: 7
61
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Probabilmente quello che non è contemplato dal protocollo è una metodica procedura che
consenta al progettista scelte mutuate da opportunità differenti a seconda delle necessità e degli
obiettivi da raggiungere.
Da un punto di vista tecnico, il certificato CasaClima® informa il consumatore attraverso una
presentazione semplificata riguardo al fabbisogno energetico di una casa. Il senso del certificato
CasaClima® è, tra le altre cose, quello di facilitare l’utente nel decidere l‘acquisto o l’affitto di
un’abitazione mediante la trasparenza dei costi energetici.
Il Certificato CasaClima® contiene due distinte sezioni di classificazione energetica: nella prima
viene riportata la classe di isolamento termico, nella seconda la qualità degli impianti tecnologici.
Con l’ausilio di una tabella policromatica possono essere riconosciute le varie classi di
fabbisogno termico (verde per un basso fabbisogno/rosso per un alto fabbisogno) e quindi
conoscere con immediatezza l’effettivo consumo di energia.
La classificazione si riferisce però solo al riscaldamento invernale e non considera altri fabbisogni
specifici come il condizionamento estivo, l’energia elettrica per l’illuminazione e la ventilazione,
limitandosi a classificare il fabbisogno dell’involucro e trascurando il rapporto involucro-impianti e
la valorizzazione di soluzioni impiantistiche low energy.
Nello specifico, CasaClima® Oro, ha la migliore efficienza energetica avendo un fabbisogno
termico di 10 kWh/m2 anno. Essa viene chiamata “casa da un litro” perché in un anno consuma
un solo litro di gasolio per metro quadrato di superficie abitata. Vi è poi CasaClima® A; costituita
137
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
da case che hanno un fabbisogno termico fino a 30 kWh/m2 anno. Sono case da 3 litri di gasolio
o 3 metri cubi di metano per metro quadrato di superficie abitata. Segue CasaClima® B; dove
sono raggruppate abitazioni che hanno un fabbisogno termico fino a 50 kWh/m2 anno. Sono case
da 5 litri di gasolio o 5 metri cubi di metano per metro quadrato di superficie abitata.
La denominazione di CasaClimaPiú® poi viene data a quegli edifici abitativi che vengono costruiti
in modo ecologico e che utilizzano energie rinnovabili per il proprio fabbisogno di calore. Lo
scopo di questa denominazione é di promuovere lo sviluppo di costruzioni realizzate nel pieno
rispetto dell’ambiente. Le CasaClimaPiú® devono soddisfare i seguenti criteri:
• il fabbisogno termico deve essere inferiore ai 50 kWh/m2 anno;
• il riscaldamento deve essere garantito da fonti energetiche rinnovabili, l’impianto termico
cioè funziona senza combustibili fossili;
• non vengono utilizzati materiali di costruzione dannosi per l’ambiente e per la salute;
• almeno uno dei seguenti provvedimenti ecologici deve essere adottato: pannelli
fotovoltaici, collettori solari, per l’acqua sanitaria o per il riscaldamento, utilizzo di acqua
piovana, tetto verde.
Protocollo ITACA
Diversa è la struttura del protocollo sviluppato da ITACA (Istituto per l'innovazione e la
trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale) il quale si prefigura come uno strumento
di valutazione energetico-ambientale, corredato da settanta schede, in cui viene inquadrato ogni
singolo requisito relativo ai diversi aspetti dell'eco-sostenibilità di un progetto.
Con la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro il 6 dicembre 2001, ITACA ha ritenuto
necessario avviare un confronto tra le regioni italiane tale da consentire la formulazione di una
serie di regole condivise con le quali poter definire le soglie ed i requisiti necessari per la
predisposizione di progetti con caratteristiche di bioedilizia. Molte Regioni infatti stanno operando
nel settore con finalità ed ottiche profondamente diverse. È su tali basi che è stato elaborato un
protocollo di lavoro condiviso (Protocollo ITACA) che consenta di attribuire un punteggio di ecosostenibilità agli edifici ma soprattutto è stata definita, in modo univoco, una regola basata su
presupposti di certezza scientifica, interesse pubblico e semplicità.
La base concettuale è costituita dal GBC (Green Building Challenge, protocollo inglese esposto
più oltre), per il quale ITACA ha interpretato un approccio alle costruzioni basato sulla
sostenibilità ambientale, dove le risorse e le materie prime siano utilizzate in modo ecologico e la
riduzione dei carichi ambientali sia consistente.
138
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Un aspetto positivo di questo approccio è la diffusa analisi delle singole problematiche mirata a
comprendere le conseguenze che ogni scelta progettuale ha sul livello di prestazione energetica
ed ambientale globale dell’edificio. Del resto, l’ottica prestazionale era già stata esplicitata nelle
linee guida europee della Direttiva Energy Performance of Buildings (EPBD) 2002/91/CE, del 16
dicembre 2002.
Ne deriva che ogni prestazione diventa misurabile e confrontabile con prestazioni standard, quindi
la qualità dell’oggetto edilizio può essere valutata oggettivamente e classificata in funzione del
confronto con altri edifici contestualmente valutati. In realtà però la versione attuale del protocollo
ITACA contiene ancora un discreto numero di indicatori prestazionali qualitativi, che vengono
descritti sotto forma di possibili scenari e la cui valutazione è di tipo solamente qualitativo.
Un passo necessario allo sviluppo ulteriore di queste normative dovrebbe essere dunque la
possibilità di quantificare questi concetti di qualità. Questa ottica di pesatura rappresenta un
punto di forza per quanto riguarda la plasmabilità dello strumento, in funzione delle priorità che si
vogliono assegnare alle diverse problematiche e che possono dipendere dal contesto territoriale,
politico, economico, ecc.62
Esempio di pesatura dei punteggi assegnati ai caratteri presi in esame dal protocollo ITACA.
Sistema BESTCLASS - Protocollo di Sacert
Per la definizione degli usi energetici da prendere in considerazione nella certificazione, gli
indicatori di prestazione energetica da adottare e le procedure per la classificazione degli edifici si
è analizzato anche il sistema BESTCLASS, protocollo proposto da Sacert e adottato dalla
provincia di Milano.
Questa procedura definisce gli usi energetici da prendere in considerazione nella certificazione, la
normativa di riferimento, i dati e le ipotesi da adottare nel calcolo delle prestazioni energetiche, gli
62
Parte di queste considerazioni è stata tratta dall’articolo “Approccio prestazionale alla certificazione energetica ed
ambientale degli edifici: considerazioni sull’applicazione del protocollo ITACA”, a firma dell’ing. Paola Zampiero
(iiSBEItalia).
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indicatori di prestazione energetica da adottare e le procedure per la classificazione degli edifici mediante un certificato energetico, reso pubblico dalla successiva attribuzione di una targa energetica.
Si tratta di una metodologia elaborata da un gruppo di ricercatori del dipartimento BEST del
Politecnico di Milano sulla base di una convenzione con la Provincia di Milano, che ha visto la
collaborazione di ANIT (Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico). Il modello
di calcolo proposto fa riferimento alla normativa vigente al momento di questa stesura e
considera gli usi energetici dovuti alla climatizzazione invernale, alla ventilazione e alla
produzione di acqua calda per usi sanitari. Nel bilancio energetico è l’unico modello per la
certificazione che considera il contributo delle fonti rinnovabili.
Sintesi degli indicatori BestClass per la classificazione energetica
Schema applicativo del metodo BestClass
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Si rammenta però, che l’approccio BESTCLASS è finalizzato alla certificazione di progetto, quindi
lo strumento si configura come un protocollo di verifica e non reca indicazioni esplicite sulla
progettazione tecnologica o architettonica.
Ecoabita
Ecoabita è un progetto della Provincia di Reggio Emilia, in collaborazione con la Regione Emilia
Romagna, il Comune di Reggio ed ACER, per la diffusione della certificazione energetica degli
edifici. Ecoabita assegna agli edifici che consentono di raggiungere un particolare risparmio energetico, una targa ed un certificato, in grado di informare il consumatore sul fabbisogno energetico
dell'edificio, al fine di conoscerne anticipatamente i costi di gestione per il riscaldamento invernale.
L'adesione di un Comune alla “Rete Ecoabita” non comporta modifiche specifiche al regolamento
edilizio, ma solo l'implementazione graduale di una procedura che permetta al progettista, al
costruttore o al committente di presentare presso i competenti uffici comunali la richiesta di
certificazione del proprio edificio, fino ad ottenere, a costruzione o ristrutturazione avvenuta, la
certificazione e la targa per l'edificio stesso.
Alcuni Comuni hanno proceduto comunque alla modifica dei loro Regolamenti, introducendo
importanti e interessanti novità in termini di requisiti, criteri di sostenibilità ed incentivi. Al
momento della stesura di questa ricerca, sono consultabili pubblicamente i regolamenti dei
comuni di Reggio Emilia e Bagnolo in Piano, oltre ad una bozza di proposta di regolamento per
un generico comune di piccole dimensioni.
Il progettista ad ogni modo assume un ruolo fondamentale nel processo, essendo in grado di
scegliere le tecniche costruttive più opportune, l'orientamento, i materiali, o l'eventuale
integrazione di impianti a fonti rinnovabili, come i pannelli solari termici o fotovoltaici.
Inoltre, le abitazioni che ottengono la certificazione Ecoabita sono verificate con un collaudo al
momento della conclusione dei lavori, per garantire l'effettiva rispondenza al progetto di quanto
realizzato. Una casa certificata Ecoabita consente di ridurre le spese per il riscaldamento, di
aumentare il comfort abitativo e di rispettare l’ambiente. Sono previste cinque classi energetiche,
calcolate in funzione dei consumi per il riscaldamento, in rapporto al limite massimo previsto dalla
normativa nazionale.
Una casa in Classe C consuma il 30% in meno di una casa convenzionale mentre una casa in
Classe B il 50% in meno, per arrivare ad una casa in Classe A, il 70% in meno.
La classe A+ contraddistingue la casa con il consumo energetico più basso, ovvero l’85% in
meno di una casa convenzionale. Una casa che espone la targa Ecoabita può appartenere alle
sole categorie A+, A, B o C.
Protocolli esteri
GBC - Green Building Challenge (Gran Bretagna)
Il Green Building Challenge è uno sforzo di collaborazione internazionale, rivolto alla stesura di uno
strumento per uno sviluppo sostenibile degli edifici e dell’ambiente in cui essi vengono collocati.
Obiettivi generali del Green Building Challenge sono:
- l’avanzamento nello stato dell’arte relativo alle metodologie di valutazione delle performance
ambientali degli edifici,
- lo sviluppo dell’osservatorio legato alle questioni ambientali per sostenere la loro rilevanza per
la progettazione verde e per i contenuti da struttura dei metodi di valutazione ambientale degli
edifici.
- la sponsorizzazione di conferenze per l’interscambio tra la ricerca e la pratica dell’edilizia sostenibile e per diffondere le valutazioni delle prestazioni di edifici progressivi e senso ambientale
Il Green Building Challenge fa riferimento a tre tipologie edilizie specifiche, vale a dire agli edifici per
uffici, alle scuole ed agli edifici residenziali, compresi gli aspetti del riutilizzo dei fabbricati stessi.
Le performance degli edifici sono valutate in relazione al consumo di risorse, al carico
ambientale, alla qualità ambientale interna, alla qualità del servizio, agli aspetti economici e alla
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gestione pre-realizzazione. Il protocollo dunque costituisce una traccia per lo sviluppo dei metodi
di valutazioni linee guida per la sostenibilità.
SAP Procedure (Gran Bretagna)
In Gran Bretagna sono presenti sul mercato diverse etichettature energetiche, in particolare la
NHER (National home energy rating) con una scala di riferimento da 0 a 10 e la MVT (Star point)
con una scala di riferimento da 1 a 5 stelle.
Il punteggio energetico attribuito ad una abitazione sia secondo il metro NHER o quello MVT, è
inteso come una misura dell’efficienza energetica dell’immobile in termini di costi energetici riferiti
all’unità di superficie.
Il governo inglese ha sviluppato poi un proprio schema generale di certificazione per esplicitare
questo punteggio, mediante un metodo chiamato SAP (Standard assessment procedure), con
una propria scala di valori che varia da 0 a 100. Il SAP consente inoltre di tradurre i punteggi
ottenuti anche con gli altri sistemi di certificazione privati citati, riportando i parametri in una scala
da 0 a 100, in modo da avere un unico sistema di riferimento comparativo per la qualità
energetica degli edifici.
The Energy Saving Trust (Gran Bretagna)
L’Energy Saving Trust stabilisce degli standard di riferimento energetico che vanno oltre le
regolamentazioni per gli edifici in uso nella attuale progettazione, costruzione e manutenzione
edilizia. Questi standard contribuiscono a formare un pacchetto integrato di misurazioni per i
parametri di contenimento energetico, ventilazione, riscaldamento, illuminazione e produzione di
acqua calda sanitaria. Sono postati pubblicati dei riferimenti inclusivi di linee guida e
raccomandazioni tecniche in grado di illustrare questi standard.
Frankfurter Energie-Pab (Germania)
Da ormai diversi anni la giunta comunale di Francoforte in Germania ha introdotto il “Frankfurter
Energie-Pab”, un procedimento parametrico per la determinazione del consumo energetico delle
abitazioni.
Partendo da prefissati valori di utilizzo e nel quadro delle prescrizioni normative, vengono
determinati valori parametrici di energia espressi in kWh/m2 anno , specifici per ogni tipologia di
edificio. Solo se questi valori sono rispettati è possibile accedere agli aiuti dell’edilizia sociale
previsti dall’ordinamento tedesco.
EnergieAusweis (Austria)
Nel campo della certificazione energetica la provincia federale dell’Alta Austria ha iniziato un
programma volontario di certificazione energetica chiamato “EnergieAusweis”. Il Programma
iniziato nel gennaio del 1993 prevede aiuti nella misura di circa 4.000 euro per la costruzione
delle case che siano progettate per massimizzare il risparmio energetico.
Minergie® (Confederazione Elvetica)
Minergie®, questo il nome del sistema che appare rispondere in maniera più organica e puntuale
alle problematiche di contenimento energetico, designa e qualifica beni e servizi che permettono
un impiego razionale delle risorse energetiche ed un ampio ricorso alle energie rinnovabili,
migliorando al tempo stesso la qualità di vita e riducendo il carico ambientale. Tutto l’edificio viene
trattato come un sistema integrale, così come dalle necessità individuate per il contesto
progettuale metodologico che si vuole suggerire: l’involucro costruttivo assume primaria importanza, assieme alle installazioni tecniche che contribuiscono al funzionamento globale del fabbricato.
Accanto agli standard per edifici Minergie® (dalla crasi dei termini Minimal Energie) ci sono
anche prescrizioni per singoli elementi costruttivi e sistemi: i cosiddetti moduli certificati.
142
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Il protocollo Minergie® è differenziato infatti per 12 categorie di edifici: abitazioni plurifamiliari;
abitazioni monofamiliari, terziario, scuole, commercio, ristorazione, luoghi d'incontro63, ospedali,
industrie, deposti, installazioni sportive, piscine coperte. Per l’ambito residenziale lo standard
definisce cinque esigenze per gli edifici:
• esigenze globali riguardanti l'involucro per garantire una costruzione sostenibile;
• ricambio d’aria tramite l’aerazione controllata, ancor più efficace se affiancata da un
sistema meccanico di recupero di calore64;
• valore limite dell’indice energetico che permette di quantificare la qualità della costruzione
e quindi di valutarla in modo attendibile;
• esigenze aggiuntive, a dipendenza della categoria di edificio, che riguardano
l’illuminazione, la produzione industriale di freddo e caldo;
• l’investimento supplementare rispetto ad un oggetto analogo convenzionale può essere al
massimo del 10%.
Un altro interessante criterio espresso in questo protocollo, è il principio che non appare sufficiente
impacchettare un edificio con un ulteriore strato d'isolamento termico per raggiungere un basso
consumo energetico. Esso per poter soddisfare i severi requisiti di Minergie® deve essere
concepito quale sistema completo e quindi progettato, costruito e ottimizzato per il funzionamento
di tutte le sue componenti in modo conseguente al raggiungimento di questo obiettivo. Questo
aspetto è decisamente molto importante soprattutto se raffrontato alla situazione normativa italiana
fino al d.lgs. 192/2005 in particolare, dove la soglia prestazionale relativa all’isolamento
dell’involucro, rispettando la quale era consentita l’omissione della verifica del fabbisogno di
energia primaria, lasciava i tecnici perplessi: i valori di trasmittanza termica, infatti, non sono i soli
responsabili dell’ammontare dei consumi energetici, ma lo sono anche il fattore di forma
dell’edificio, l’orientamento rispetto al percorso solare, il posizionamento della “massa termica”
dell’involucro, il rapporto tra superfici vetrate e superfici opache, ecc. Tutti gli aspetti dunque
concorrono all’ottenimento di un risultato. Fortunatamente questo tipo di approccio è contemplato
dall’attuale normativa italiana, per la quale si rimanda ai capitoli precedenti.
Per quanto riguarda Minergie-P, il più restrittivo standard passivo sviluppato a partire dai criteri
base, devono essere rispettate precise e severe indicazioni:
• bassa potenza termica specifica
• basso fabbisogno di energia termica
• basso indice energetico ponderato per aerazione, riscaldamento e acqua calda
• elevata impermeabilità all'aria dell'involucro
• elettrodomestici di classe energetica A e A+
Minergie® è un marchio registrato e quindi protetto a norma di Legge. Il marchio può essere
usato solo per edifici per i quali il raggiungimento dello standard è comprovato. Esso richiede
inoltre che il consumo generale di energia non superi il 75 % di quello di un edificio medio e che
l’impiego di fonti fossili non superi il 50 %.
Minergie® è differenziato per 12 categorie di edifici: abitazioni plurifamiliari; abitazioni
monofamiliari, terziario, scuole, commercio, ristorazione, luoghi d'incontro, ospedali, industrie,
deposti, installazioni sportive,piscine coperte.
Minergie®-P è invece applicabile per le sole abitazioni plurifamiliari, abitazioni monofamiliari e
amministrazioni.
63
64
Un esempio curioso tuttavia significativo dell’applicazione di Minergie®, è rappresentato dal centro per esposizioni
Paul Klee a Berna, progettato dall’architetto italiano Renzo Piano ed avente una facciata in vetro estesa per oltre
150 m.
Questo importante fattore, che ha ulteriormente reso interessante l’approccio Minergie, è stato confermato anche
dalle valutazioni sui casi di studio più oltre esposti, dove le verifiche condotte con i modelli di calcolo CENED
hanno dimostrato un comportamento decisamente migliore nei sistemi impiantistici centralizzati con
apparecchiature di recupero calore.
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Lo standard Minergie® definisce cinque esigenze per gli edifici:
• esigenze globali riguardanti l'involucro per garantire una costruzione sostenibile;
• ricambio d’aria tramite l’aerazione controllata;
• valore limite dell’indice energetico che permette di quantificare la qualità della costruzione
e quindi di valutarla in modo attendibile;
• esigenze aggiuntive, a dipendenza della categoria di edificio, che riguardano
l’illuminazione, la produzione industriale di freddo e caldo;
• l’investimento supplementare rispetto ad un oggetto analogo convenzionale può essere al
massimo del 10%.
Per ogni tipologia costruttiva Minergie® distingue tra edifici di nuova costruzione e ed edifici di
vecchia costruzione (ante 1990).
Abbreviazioni:
Qh: fabbisogno di calore per il riscaldamento, secondo SIA 380/1 (2001)
Qhli: valore limite per il fabbisogno di calore, secondo SIA 380/1 (2001)
P: potenza
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Per quanto riguarda Minergie®– P l’indice energetico ponderato deve essere:
Per edifici d'abitazione AP e AM
Egew ≤ 30 kWh/m2 (108 MJ/m2)
Per edifici amministrativi
Egew ≤ 25 kWh/m2 (90 MJ/m2)
Procedura operativa
La maggior parte dei documenti necessari per la certificazione di uno stabile secondo Minergie®
sono gli stessi da produrre per la procedura d’autorizzazione a costruire in Svizzera. Per quanto
riguarda Minergie® – P la procedura è ancora una volta simile, con alcune variazioni nel
formulario di verifica.
Progettisti, architetti o ingegneri, hanno l’obbligo di inoltro della domanda al centro di
certificazione cantonale. La domanda solitamente contiene il calcolo secondo la norma nazionale
SIA 380/1 “L’energia termica nell’edilizia” come pure il formulario di verifica Minergie®. La
documentazione necessaria per la certificazione si integra nell’iter della procedura per
l’ottenimento della licenza edilizia. In alcuni cantoni la verifica Minergie® sostituisce la verifica
energetica cantonale.
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Il centro di certificazione successivamente esamina l’incarto del progetto e rilascia, se le esigenze
sono soddisfatte, un certificato provvisorio. Da questo momento l’edificio, più precisamente il
progetto, può essere denominato con la qualifica Minergie®, anche a scopo pubblicitario.
I professionisti se ne assumono così la responsabilità, anche alla fine dei lavori di cantiere.
Il centro di certificazione è competente per il rilascio del marchio, costituito da un certificato
definitivo, contenente il numero di registrazione, il quale garantisce che l’edificio è rispondente a
Minergie®. La qualità viene esaminata tramite dei sopralluoghi a campione, anche durante la
fase di cantiere. In questo modo Minergie® offre un efficace sistema di controllo anche della
qualità in fase di realizzazione.
Elenco Enti Certificatori accreditati
Per quanto riguarda invece la materia di certificazione, inquadrata in questo lavoro come
strumento di verifica dei criteri progettuali esposti nei capitoli successivi, sono stati esaminati vari
strumenti di rilevante interesse.
SACERT
Il primo Sistema di Accreditamento degli Organismi di Certificazione degli Edifici è nato per
iniziativa della Provincia di Milano in collaborazione con i Comuni di Melzo e Carugate. Un mezzo
per promuovere la certificazione energetica, ma soprattutto la qualità e la trasparenza in un
settore strategico come quello dell'edilizia pubblica e civile.
Con il SACERT, l'idea è quella di creare anche le condizioni operative per una maggiore
diffusione e considerazione delle regole dell'efficienza energetica, in accordo con le recenti
disposizioni legislative che impongono l'obbligo della certificazione oltre che per le nuove
costruzioni anche per quelle oggetto di compravendita.
Sarà compito dell'Associazione, formare, accreditare e controllare i certificatori.
Nuove figure professionali che dovranno verificare le prestazioni degli edifici dal punto di vista dei
loro consumi di energia sul modello della procedura di certificazione BEST Class messa a punto
dal Politecnico di Milano, partner del progetto.
Insieme all'attestato energetico, i verificatori accreditati rilasceranno anche una targa in tutto
simile all'energy label in uso da anni per i nostri elettrodomestici, che indicherà in unità fisiche
(Kwh/m2) i consumi dell'immobile.
ANAB - Associazione Nazionale per l’Architettura Bioecologica
Anche se di natura più ampia, si segnala ancora il lavoro di ANAB (Associazione nazionale di
Architettura Bioecologica), Promotrice di SB100 - Sustainable Buildings with 100 actions - ovvero
Architettura sostenibile in 100 azioni. Questo sistema è un elenco ragionato di obiettivi e di azioni
necessarie per raggiungerli, ma anche una lista per controllarne l'efficacia. Gli argomenti sono
raccolti in tre aree tematiche: Biologica - Ecologica – Sociale funzionanti in modo orizzontale,
suggerendo la graduale progressione dalla individuazione degli obbiettivi, attraverso la
definizione delle azioni, fino al controllo dei risultati.
Diversi Comuni ed Enti pubblici e privati di diverso tipo hanno aderito al sistema SB100, ognuno
adattando lo strumento alle proprie specifiche necessità. La finalità è quella di implementare una
rete che possa rapidamente attivare occasioni di confronto e di scambio sulla sostenibilità e il
settore edilizio a livello nazionale e internazionale.
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Schema dei principi basilari di SB100.
Istituto di Certificazione Etico-Ambientale (ICEA)
È tra i più importanti organismi del settore in Italia e in Europa, con oltre diecimila aziende
controllate a forte valenza etica, ambientale e sociale, trecento tecnici e ventitre Strutture
Operative Territoriali in Italia e all'estero. Per favorire uno sviluppo equo e socialmente sostenibile
che dall’agricoltura biologica si estende agli altri settori del bioecologico.
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B.3 Casi di studio: interventi o progetti orientati al risparmio energetico
Roberto Mingucci
Paolo Vestrucci
Simone Garagnani
Elettra Barbieri
Società NIER Bologna
La rassegna dei casi-studio analizzati lungo tutta la ricerca, ha portato ad osservare esempi di
realizzazioni o progetti di edilizia residenziale pubblica che incorporano soluzioni “avanzate”
finalizzate al contenimento dei consumi energetici e al miglioramento della compatibilità
ambientale. In questo capitolo ne verranno esposte le considerazioni emerse.
Analisi dei casi di studio
Con l’obiettivo di individuare le tendenze di innovazione e di sperimentazione promosse da vari
soggetti (pubblici e privati) sul tema della qualità prestazionale sotto il profilo energetico in fabbricati
destinati alla residenza, si sono censite esperienze di progettazione recente, specificamente
orientati a questo obiettivo, in modo da costituire una sorta di banca dati per i casi di studio.
L’analisi delle sperimentazioni (nazionali e internazionali), esaminate con particolare attenzione
alle scelte congruenti con le indicazioni dei protocolli di riferimento per la valutazione delle
prestazioni energetiche dei fabbricati (e tra questi facendo particolare riferimento al sistema
elvetico di Minergie©), è stata realizzata mediante schede descrittive. Queste hanno consentito di
raccogliere informazioni sugli elementi utili a completare e integrare le indagini sviluppate sui
Protocolli citati (di cui al punto B.2) consentendo di trarre indicazioni pratiche circa le modalità di
progettazione, le caratteristiche edilizie ed architettoniche e sui materiali utilizzati.
Un assioma ormai divenuto popolare, al punto che ha mosso non solo legislatori di molte nazioni
ma anche il mercato, riguarda il cosiddetto “sesto carburante”, ossia il “risparmio di energia”, che
costituisce potenzialmente il maggior fattore di riduzione complessiva dei consumi a livello
mondiale. Il risparmio è infatti economico per definizione, è pulito e soprattutto sostenibile.
Migliora non solo la qualità dell’ambiente ma anche la qualità della vita e il comfort abitativo. Per
quanto a molti possa apparire sorprendente quindi, oggi si insiste sul fatto che la più efficace ed
ampia innovazione delle fonti di energia è proprio il risparmio energetico. Ma l’aspetto più
importante è che il sesto carburante costituisce una risorsa praticamente non sfruttata,
soprattutto nell’edilizia residenziale.
Oggi il 90% circa dell'approvvigionamento energetico mondiale proviene da fonti non rinnovabili:
petrolio, carbone, gas naturale, uranio. Le fonti rinnovabili, compresa la biomassa, restano
penultime nella graduatoria dell'utilizzo energetico. I combustibili fossili infatti, ancora a buon
mercato nonostante gli importanti aumenti legati a complesse regole di mercato, costituiscono di
fatto il fulcro della società moderna. Il potere decisionale in materia di approvvigionamento e
fissazione dei prezzi dell'energia si concentra spesso in regioni politicamente instabili. L'uso
inefficiente dei combustibili fossili quindi oltre a contribuire ai problemi di inquinamento dell'aria
ed alle emissioni di gas serra, mette a rischio l'approvvigionamento energetico e, in ultima analisi,
la qualità della vita.
La casistica di progetti esaminata, scelta per fornire un panorama obiettivo sulla sensibilità al
tema espressa oggi da parte dei progettisti, ha permesso di individuare alcune tendenze su
applicazioni delle metodologie che vengono all’oggi utilizzate per la costruzione di residenze ecocompatibili e sostenibili.
Questa prima analisi non si è limitata, volutamente, ai soli esempi rinvenibili in ambito territoriale
lombardo, ma ha inglobato anche esperienze internazionali (europee e non), per valutare con un
148
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
margine di esposizione più vasto le scelte tecnologiche e progettuali ritenute più vantaggiose in
contesti differenti.
L’analisi delle esperienze significative, condotta a largo raggio comprendendo anche realtà
territoriali diverse dall’Italia, si è basata su fonti informative molto varie: riviste, pubblicazioni, libri,
ricerche, tesi di laurea, banche dati, materiale in rete internet nonché, in determinati casi,
approcci diretti con progettisti e con Aziende Regionali per la casa.
La realizzazione di una casa durevole e sostenibile, con riferimento particolare all’efficienza
energetica ma anche all’impatto ambientale in generale, presuppone un’attenzione progettuale
accurata rivolta sia alle soluzioni architettoniche, sia ai materiali, agli impianti, ai componenti, agli
aspetti gestionali, ecc.
Obiettivo pertanto di quest’analisi di progetti o recenti realizzazioni è quello di individuare le scelte
“strategiche” operate dai progettisti e di poter dunque delineare lo “stato dell’arte” nella nuova
qualità dell’edificazione per la residenza, mettendone a fuoco gli aspetti innovativi e sostenibili in
termini di costi. L’analisi tenderà quindi a verificare anche quanto l’adozione di queste soluzioni
incida sui costi di costruzione.
Per guidare l’analisi dei casi-studio è stata predisposta, partendo dagli esempi significativi già
disponibili (e in particolare, tra gli altri: Protocollo Minergie per la valutazione della qualità
energetica ed ambientale di un edificio; Requisiti volontari del Regolamento Edilizio tipo della
Regione Emilia-Romagna di cui al DGR 21/2001; Studio “COS.E.BIO. COSti Edificio BIOedile.
Valutazione comparativa dei costi di un edificio in bioedilizia, Provincia di Modena, ottobre 2005;
Scheda di censimento BIOECOLAB), una scheda di lettura del progetto di tipo informatizzato,
relazionata con un data-base per una avanzata archiviazione e gestione dei dati e delle
informazioni raccolte.
Le schede non sono state certamente esaustive in termini di quantità di dati, ma hanno fornito un
ausilio, sufficientemente agile, alla lettura del progetto con attenzione rivolta ai principali soluzioni
indirizzate al contenimento energetico e alla bioedilizia.
Con lo scopo di gestire le informazioni, si sono preparate delle schede sintetiche, per prendere in
esame i seguenti aspetti distintivi:
• analisi del sito - ubicazione (località geografica, eventuale definizione dei gradi giorno se
catalogati, latitudine ed altitudine sul livello medio del mare), dati dimensionali,
orientamento rispetto all’asse eliotermico, descrizione generale degli interventi, ecc.
• tipologia dell’involucro ed aspetti architettonici - tipologia edilizia, caratteristiche
dell’involucro (dal tipo di basamento, alla composizione delle partizioni verticali ed
orizzontali, alle caratteristiche degli infissi e delle coperture);
• impianti - eventuale schedatura della presenza di specifici impianti di riscaldamento,
sanitari, elettrici, e di ventilazione, con attenzione posta sull’utilizzo di accorgimenti o
tecnologie di nuova concezione;
• comfort ambientale - con particolare attenzione al comfort termico (con valutazioni sulla
trasmittanza se presenti e di tecnologie in grado di valorizzare le caratteristiche di inerzia
termica) ed acustico (con sintesi delle indicazioni rinvenute per l’abbattimento dei rumori
provenienti dall’esterno o dall’interno).
• risparmio risorsa idrica - con evidenziazione di eventuali metodi di riduzione del
consumo di acqua potabile, del recupero acque meteoriche, del recupero acque grigie;
• analisi dei costi e rapporto con l’utenza – per i quali si effettueranno delle valutazioni in
una fase successiva di indagine.
La stesura dei moduli comparativi, per le quali si riporta in seguito un esempio di layout così
come approntato per agevolare la comprensione di quanto si è ritenuto prioritario segnalare, è
stata sistematizzata in un database informativo secondo la logica di una scheda estesa,
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comprensiva di campi atti ad ospitare note stralciate dalla fonte originale, e da una scheda
sintetica, per la verifica di quali e quanti dati risultino presenti per l’analisi statistica.
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
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Esempio di layout per la scheda di indagine estesa, con in evidenza i campi analizzati per ogni singolo
caso di studio.
Da sottolineare che in ogni scheda descrittiva è presente un riferimento ipertestuale specifico al
documento originale dal quale sono state estratte le informazioni censite; anche la fonte, ove
possibile, è stata segnalata in formato digitale per consentirne un immediato richiamo attraverso
link ipertestuali.
152
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
La scheda sintetica invece, allegata come modello schematico alle pagine seguenti, si propone la
finalità di esporre in modalità riassuntiva e sistematica la disponibilità dei dati analizzati.
La consultazione di questo modello infatti rende più agevole il reperimento di informazioni che
possono poi essere approfondite in un secondo momento, facendo riferimento alle omologhe voci
della relativa scheda estesa.
Esempio di layout per la scheda di indagine sintetica.
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Sono stati presi in considerazione interventi a due differenti scale, quella urbana e quella
architettonica.
Successivamente l’analisi è stata concentrata in modo particolare a esperienze censite nel DB
(diventati “casi di studio”) rispondenti in generale ai seguenti criteri:
1.
localizzazione, salvo casi particolari, in Italia e più specificatamente nel territorio milanese o
lombardo o, dove possibile, nell’area della Pianura Padana, in località comunque
caratterizzate da condizioni climatiche - in termini di gradi-giorno - il più possibile prossime
a quelle della città di Milano (2404 GG);
2.
appartenenza, salvo casi particolari, alla tipologia della edilizia residenziale pubblica; alcuni
“sconfinamenti” nell’edilizia residenziale non pubblica (ma facendo sempre riferimento a
edifici plurifamiliari) ha permesso di approfondire alcune soluzioni più avanzate e
particolari, soprattutto dal punto di vista aggregativo;
3.
stato di progettazione o di realizzazione recente, dove sia stato possibile reperire
informazioni su materiali e tecnologie moderne od innovative;
4.
significatività delle soluzioni incorporate nel progetto sotto il profilo dell’efficienza
energetica e della sostenibilità ambientale;
5.
disponibilità di informazioni e dati per una sufficiente caratterizzazione del progetto o della
realizzazione.
La rassegna dei casi-studio ha portato ad osservare che il numero di realizzazioni o progetti di
edilizia residenziale pubblica che incorporano soluzioni “avanzate” finalizzate al contenimento dei
consumi energetici e al miglioramento della compatibilità ambientale risulta in numero piuttosto
limitato rispetto al numero di fabbricati in costruzione, benché in trend certamente crescente.
Ancora più limitato il numero di progetti o realizzazioni che è stato possibile caratterizzare in
modo sufficiente, grazie alla disponibilità di informazioni e dati attraverso le fonti già indicate.
Tuttavia si riporta nel seguito una tabella indicante la denominazione e l’ubicazione geografica
delle esperienze analizzate sino a questo momento.
Denominazione
Localizzazione
1
Casa da 2 litri
Ozzano dell’Emilia (BO)
2
Casa unifamiliare
Goito (Mn)
3
Condominio Rosenbach
Bolzano
4
Recupero di un edificio industriale
Steyr (Austria)
5
“3-Liter-Haus“
Ludwigshafen (Germania)
6
Att Viikki Sunh
Helsinki
7
House of the future
Austria
8
Casa a basso consumo approvvigionata con il sole
Monte Carasso (CH)
9
Casa a basso consumo energetico nella Magnusstrasse
Zurigo (CH)
10
Progetto malaspina
Comune di Pioltello - Milano
11
Intervento di riprogettazione energetica Passivhaus
Italia centrale
12
The Hockerton Housing Project
Hockerton
13
Aberdeen City Council
Aberdeen
14
PassivHouse a Goteborg
Svezia
15
BIOPEP - Nuovo quartiere residenziale a Nonantola
Modena
16
Oekosiedlung Gartnerhof - Vienna
Austria
17
Villetta a basso consumo energetico Ebnat-Kappel
San Gallo (Svizzera)
18
Il palazzo “Wohnen & Arbeiten” (Abitare & lavorare)
Friburgo
154
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Denominazione
Localizzazione
19
Alloggi per anziani a Domat EMS
Svizzera
20
Complesso a Nancystrasse
Karlsruhe (Germany)
21
Conservation Co-operative Apartment Building
Ottawa, Canada
22
15 esempi di architettura bioclimatica
Austria
24
Quartiere residenziale Gneiss Moss
Salisburgo - Austria
25
Casa Schurmann di Buttisholz (LU)
Svizzera
26
Midtown Lofts
Minneapolis (US)
27
Complesso residenziale
Comune di Medicina
28
Casa di Cerasco
Cerasco CN
29
Complesso residenziale Preganziol
Preganziol TREVISO
30
Ölz Bündt,
Vorarlberg Austria
31
Area development Bo01 - City of Tomorrow
Malmö, Sweden
32
Klosterenga
Oslo, Norway
33
BIG Heimbau AG
Flensburg, Germany
34
Wohnen am Lohbach Housing
Innsbruck, Austria
35
Beddington Zero Energy Housing
Sutton, England
36
Quartiere Kronsberg
Hannover, Germania
37
Housing Complex "La Cité Jardin"
Bétheny, Reims (F)
38
Edificio “Ebora”
Reggio Emilia
39
Residenze Parco Europa
Bagnolo in Piano, RE
40
Sentihäuser
Kriens, Svizzera
41
“MODELLO TORINO 2006”
Vinovo (TO)
42
Edifici di PEEP “Tre Ponti”
Carpi (MO)
43
Comparto PEEP N. 51 di Cognento (MO)
44
“La torre delle serre”
Modena, località Cognento
Torino, Strada del Drosso
45
Case a schiera di Via Scaino e Via Pinelli, Padova
Padova
46
Edificio per 18 alloggi a Bagnolo in Piano (RE)
Bagnolo in piano (RE)
47
Salvatierra – condominio passivo a Rennes (Quartiere Beauregard).
Quartiere Beauregard, Rennes,
Francia
48
Edificio passivo, Jesi, Ancona
Jesi (AN)
49
Quartiere Casanova
Bolzano
50
Biopep - Lotto 35
Nonantola (MO)
51
Quartiere Kronsberg, Hannover, Germania
Hannover, Germania
52
Quartiere BedZED, Sutton, Inghilterra
Sutton, Inghilterra
53
Edificio residenziale in legno e laterizio “CLASSE A+ DI CASA CLIMA” Mirandola (MO)
54
CasanovA - Residenza ad alta efficienza energetica
Reggio Emilia
55
Quartiere Madonnina
Modena
56
Casa ecologica Bovisa 90
Milano Quartiere Bovisa
57
Quartiere Budellungo
Parma
58
Complesso ACER – Quartiere Barco
Ferrara
155
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Indicazioni specifiche sui risultati ottenuti per i singoli campi di indagine
Analisi del sito
Una corretta progettazione sostenibile e bioclimatica non può prescindere, come dimostrano la
maggior parte dei casi-studio analizzati, da una corretta disamina del sito, che può richiedere un
livello di approfondimento molto differente; l’analisi minimale deve prendere in considerazione
almeno il tema del soleggiamento e dell’ombreggiamento per garantire un corretto orientamento
dell’edificio e poi per il calcolo degli apporti gratuiti, la progettazione dell’involucro e delle superfici
vetrate e la verifica delle condizioni termoigrometriche interne.
Lo studio del soleggiamento/ombreggiamento può essere svolto con supporto di idonei strumenti
software di simulazione (vedasi relativo capitolo di approfondimento), alcuni dei quali disponibili in
modo gratuito e di utilizzo relativamente semplice.
Appare interessante rilevare, come evidenziato dal grafico successivo, che un sensibile numero
di fabbricati esaminati presenta un allineamento dell’asse dell’edificio quasi perpendicolare alla
traiettoria apparente del movimento solare (oltre il 56% con asse Nord Sud).
Un’analisi del sito più approfondita (che può trovare maggiore giustificazione in un intervento a
scala di quartiere o comunque riguardante più edifici o interventi edilizi di significativa
consistenza) può essere estesa ai seguenti temi:
• regime dei venti (nelle diverse stagioni);
• geologia e litologia (in senso più ampio rispetto ai caratteri geotecnici indispensabili ai fini
della progettazione strutturale);
• geopatologia;
• clima acustico.
Tipologia edilizia
I casi-studio considerati comprendono tipologie edilizie diverse, con prevalenza della tipologia in
linea (con orientamento preferenziale secondo asse nord-sud), mentre la tipologia a torre appare
meno rappresentata (vedi “La Torre delle Serre”, Torino).
Risulta importante esporre qualche considerazione in merito alle geometrie schedate; il
parametro di giudizio che risulta maggiormente discriminante nelle valutazioni di contenimento
energetico dalla maggioranza dei testi e delle normative studiate è il rapporto tra superficie
disperdente (o irraggiata) S e volume del fabbricato V (Coefficiente di Forma S/V).
Partendo da questo dato, appare subito un primo fondamentale aspetto: un edificio a torre, a
parità di altezza utile dei vani, presenta un rapporto S/V più favorevole rispettivamente ad uno in
linea, ad uno a schiera ed infine ad uno isolato.
156
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Diagramma dei guadagni e perdite termiche in funzione della forma e del clima
Nonostante questo riscontro teorico la tipologia in linea risulta essere quella presa in
considerazione con più favore dai progettisti. Le ragioni possono essere di natura economica (un
edificio a più piani verticali è più oneroso in termini di realizzazione impiantistica, strutturale e dei
collegamenti meccanici di ascensori e ventilazioni forzate) oppure legata all’esistenza di vincoli
ambientali od urbanistici.
È interessante rilevare però che molte scelte progettuali, particolarmente in territorio estero,
stanno convergendo verso tipologie a torre con destinazioni residenziali, ricettive e del terziario.
L’obiettivo estremo appare essere la creazione di complessi abitativi autosufficienti sotto il profilo
energetico, con una gestione individuale dei consumi anche quando la produzione sia
centralizzata.
Distribuzione delle tipologie adottate nei differenti casi di studio.
Merita sottolineare che nell’analisi delle tipologie si è cercato di recuperare anche l’informazione
del protocollo di risparmio energetico eventualmente utilizzato nella progettazione e la
conseguente classe di consumo raggiunta.
Tipologia dell’involucro
L’analisi dell’involucro è stata stilata distinguendo le componenti stesse in:
- basamento;
- chiusure verticali (distinguendo in opache e trasparenti, per le quali in scheda si è estratta, se
disponibile, l’indicazione sulla tecnologia utilizzata per gli infissi);
- coperture.
157
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La quasi totalità dei casi trattati presenta basamenti a contatto con il terreno, soprattutto in quelle
realtà dove è possibile sfruttare gradienti di temperatura favorevoli con il terreno profondo (energia
geotermica), in grado di agevolare la produzione di energia per il riscaldamento dell’acqua sanitaria.
Significativo in tal senso il caso di Ceraso per lo sfruttamento di gradiente con il terreno.
Molto frequente il ricorso (per le parti strutturali e/o per l’involucro esterno) a blocchi in
termolaterizio ecologico porizzati (alveolari), ottenuti con farina di legno o altri materiali naturali.
Spesso sono utilizzati blocchi di grosso spessore (es: 30-38 cm) a volte con forma a “T”, e il
collegamento dei blocchi è in alcuni casi effettuato utilizzando una malta a base di calce e
cemento pozzolanico naturale.
Questo tipo di tamponamento resistente garantisce buone prestazioni in termini di contenimento
delle dispersioni termiche e favorisce una certa permeabilità all’aria ed al vapore.
Nel caso di edifici con struttura in cemento armato, necessaria in caso di maggiore impegno
strutturale e comunque da prendere in opportuna considerazione se la progettazione deve essere
condotta in luoghi di conclamata sismicità, è normalmente previsto l’impiego di cementi pozzolanici
e a volte l’utilizzo, per le armature, di metallo a bassa conduttività elettromagnetica e/o la messa a
terra del ferro e interruzioni (si veda la scheda ad esempio del “Modello Torino 2006”).
L’edificio residenziale (non pubblico) “Casanova” in Reggio Emilia presenta la particolarità di
essere costituito da una struttura interamente a secco in blocchi-cassero di legno mineralizzato,
integrati da un getto di conglomerato cementizio armato; le prestazioni energetiche sono molto
elevate ma probabilmente lo sono anche i costi (da verificare rispetto a soluzioni costruttive
convenzionali).
In un caso di natura particolarmente sperimentale(“Salavatierra”, Rennes, Francia), che si ritiene
scarsamente replicabile nella realtà milanese, la struttura è di tipo misto calcestruzzo-terra-legno:
facciate est/ovest/nord pannelli in legno con isolante in lana di fibre di canapa; facciata sud mattoni di “bauge” protetti da un intonaco a base di calce (sintesi di terra cruda e paglia
compattata: elevato livello di isolamento termico e acustico, elevata inerzia termica e accumulo di
calore, riutilizzabilità e riciclabilità, compatibilità ambientale e basso impatto).
Il legno, probabilmente per i costi e la ridotta disponibilità, nell’area padana risulta raramente
impiegato come materiale per la realizzazione dell’involucro esterno; importante valutarne le
conseguenze anche in funzione delle normative vigenti di prevenzione incendi, che ne
classificano l’utilizzo imponendo scelte restrittive.
La tipologia di copertura risulta a volte piana e a volte a falde, in numero più o meno corrispondente
nei casi esaminati; la soluzione ventilata è risultata impiegata in un ridotto numero di casi tra quelli
analizzati e lo stesso vale per la tipologia di tetto verde. Da rilevare che in rare occorrenze sono
state previste coperture trasparenti o con aperture tali da consentire passaggio di luce ed aria.
Più in generale:
i.
I solai in diversi casi-studio sono realizzati con struttura mista c.a. e legno oppure in
legno; in molti casi-studio non è disponibile una informazione di dettaglio in merito.
ii.
Per gli isolamenti sono molto frequentemente utilizzati materiali in fibre vegetali (es:
pannelli in fibra di legno, pannelli in sughero, lana di canapa, lana di legno, fibra di juta,
cellulosa, pannelli in vetro cellulare) oppure perlite (es: per caldane termoisolanti).
iii.
In un caso-studio (abitazioni a Bagnolo in Piano (RE), peraltro non di edilizia pubblica)
l’intercapedine di spessore 5 cm delle partizioni interne contiene due strati di pannelli
Celenit N® (pannello in lana di legno di abete mineralizzata e legata con cemento
Portland ad alta resistenza: spessore 20 mm; massa superficiale: 10 kg/m²).
iv.
I serramenti sono frequentemente in legno trattati con vernici di origine vegetale e
comunque senza sostanze nocive / tossiche con vetri doppi a camera o comunque
basso emissivi e siliconi a base vegetale per la sigillatura. Va tenuto presente che le
nuove realizzazione dovranno incorporare vetri e serramenti ad elevate prestazioni in
termini di trasmittanza, in quanto i requisiti di legge (d.lgs. 311/2006) sono molto
restritivi. Ai fini del contenimento dei consumi complessivi le superfici vetrate vanno
158
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
v.
vi.
vii.
viii.
tenute al minimo65, soprattutto sulle facciate esposte non a sud, compatibilmente con
esigenze di una buona illuminazione naturale e dei requisiti di legge.
Tra le finiture sono frequentemente utilizzati: intonaci (termointonaci) a base di calce
idraulica (e in certi casi con terra cruda, per gli interni); tinteggi (esterni) ai silicati di
potassio; tinteggi (interni) a calce e terre naturali; trattamento strutture lignee con sali di
boro e cere d’api o altri prodotti naturali; colle e vernici privi di componenti tossiche, a
base di componenti naturali e dotati di certificazione.
Tra i materiali plastici é previsto – a volte – l’uso di tubature in polietilene o polipropilene
(in quanto materiali riciclabili) con riduzione e/o eliminazione del P.V.C., contenente
cloruro di polivinile.
Sono stati evidenziati pochissimi casi di facciata ventilata o doppia pelle, anche se
appare significativo l’esperimento dell’edificio Ebora a Reggio Emilia, dove seguendo le
indicazioni del protocollo provinciale locale EcoAbita, è stato posto in opera un
“cappotto termico” ai piani in elevazione ed un rivestimento ventilato di pietra al
basamento, con lo scopo di evitare umidità di risalita ed aumentare contestualmente
l’inerzia termica dei paramenti murari.
Da segnalare anche la sperimentazione svizzera di Domat, nella residenza per anziani
EMS, dove il problema dell’aumento di inerzia termica dell’involucro è stato affrontato
con l’utilizzo di materiali PCM (Phase Changing Materials), in grado di cambiare il loro
stato fisico a seconda dei differenti livelli di temperatura, garantendo ottimali condizioni
di isolamento.
Quasi tutti i casi-studio rivelano in linea generale un’elevata attenzione progettuale verso l’utilizzo di
materiali naturali o bio-ecocompatibili, scelti, preferibilmente, tra quelli con marchi di qualità
ecologica e caratterizzati da un basso impatto ambientale in ogni fase del ciclo di vita (produzione,
utilizzo, smaltimento), biodegradabili o riciclabili in dismissione e salubri per gli abitanti.
Impianti
Estremamente diffuso, nei casi-studio analizzati, il sistema di riscaldamento con pannelli radianti
con fluido termovettore a bassa temperatura (a pavimento66, a pareti, a soffitto) accoppiato a
caldaia a condensazione. Anche i sistemi di regolazione e controllo individuali nonché
contabilizzazione (contacalorie con telelettura) in caso di impianti centralizzati sono presenti in un
buon numero di casi-studio analizzati. La soluzione impiantistica sopra descritta rappresenta la
soluzione “standardizzata” per le nuove realizzazioni anche di edilizia pubblica.
Va sottolineato che gli impianti centralizzati (accoppiati evidentemente a sistemi distribuiti di
controllo e contabilizzazione) rappresentano una soluzione ottimale sia sotto il profilo dei
rendimenti, normalmente più elevati di quelli degli impianti autonomi, sia sotto quello della
manutenzione, particolarmente quando le unità abitative sono in numero consistente ed un solo
impianto ben dimensionato evita sprechi.
Dove sono presenti reti di teleriscaldamento è stato ovviamente previsto l’allacciamento (es: “la
Torre delle Serre”, Torino; edificio “Salvatierra”, Rennes; CasanovA, Reggio Emilia).
In pochi casi (es: PEEP Cognento) sono stati previsti, almeno tra le soluzioni studiate, impianti a
pompa di calore per il riscaldamento estivo e il raffrescamento invernale.
Risultano molto frequenti i pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS) e, in
qualche raro caso, anche come supporto all’impianto tradizionale collegando il sistema a pannelli
solari con una caldaia a condensazione.
65
66
La trasmittanza delle superfici vetrate è infatti sempre più elevata di quella delle superfici opache.
I pannelli a pavimento sono meno indicati nel caso di loro utilizzo anche per raffrescamento.
159
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Tale seconda soluzione è poco raccomandabile, se non è presente una forma di utilizzo
dell’acqua calda in eccesso prodotta nel periodo estivo, in quanto si ha rischio di
surriscaldamenti, sovrapressioni, etc.
In alcuni casi-studio, in considerazione dell’elevata tenuta dei serramenti e dell’involucro, è stato
previsto un impianto di ventilazione meccanica a risparmio energetico ed alto comfort ambientale,
caratterizzato da un sistema di recupero del calore a “flussi incrociati” ad alta efficienza. La
ventilazione meccanica può essere di specifico interesse, sotto il profilo igienico e del comfort,
per l’edilizia residenziale pubblica, ove l’utenza, in determinati casi, può risultare meno attenta al
ricambio d’aria tramite apertura volontaria delle finestre.
Impianti fotovoltaici sono stati previsti in alcuni dei casi-studio analizzati. (edificio residenziale in
Mirandola; Quartiere BedZED, Sutton, Inghilterra; edificio passivo in Jesi).
Nel caso-studio “Quartiere Casanova” in Bolzano è previsto lo sfruttamento dell’energia solare in
eccesso per la produzione di energia frigorifera attraverso macchine frigorifere ad assorbimento
(con un impianto centralizzato).
In diversi casi si è posta attenzione alla progettazione degli impianti elettrici ai fini della protezione
dei residenti dai campi elettromagnetici, tramite un sistema distributivo a stella con disgiuntore
elettrico a servizio della “zona notte”.
Comfort Ambientale
La tipologia in linea / schiera, che è risultata la più diffusa nei casi considerati, è caratterizzata da
rapporti S/V tipicamente attorno a 0,5 (linea) – 0,65 (schiera), contro valori attorno a 0,30-0,35 di
edifici a torre. Queste tipologie favoriscono certamente la ventilazione passante naturale e
consentono soprattutto orientamento dell’edificio secondo asse est-ovest, con affaccio degli
ambienti principali e delle superfici finestrate maggiori a sud – (si veda il diagramma solare
relativo a Milano nella figura successiva) e contemporaneamente maggiore flessibilità nella
disposizione degli ambienti.
Diagramma solare relativo alla città di Milano
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Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Orientamenti solari consigliate per i vari ambienti
L’orientamento dell’edificio secondo asse eliotermico e una forma opportuna consentono
apprezzabili guadagni termici senza alcun aggravio di costo in termini costruttivi, come
schematizzato nei grafici precedenti.
Le forme sono generalmente compatte e regolari, tali da contenere il più possibile le dispersioni,
con superfici finestrate tendenzialmente ridotte e maggiormente concentrate, come già ricordato,
nelle pareti rivolte verso sud.
Oltre all’orientamento, diversi casi-studio incorporano strategie per lo sfruttamento del
soleggiamento invernale (serre, logge, etc.) e contemporaneamente misure per il controllo del
soleggiamento estivo (generalmente: frangisole, tende, etc. e aggetti di opportuna profondità a
protezione dei raggi solari inclinati estivi, nonché, in certi casi, alberature a foglia caduca nelle
aree esterne).
In un unico caso (case a schiera di Via Scaino e Via Pinelli, Comune di Padova), in un gruppo di
alloggi, è prevista la realizzazione di Muro di Trombe.
Comfort Acustico
In generale mancano riscontri affidabili in merito al rispetto dei requisiti di protezione dal rumore
interno ed esterno (DPCM 05/12/1997), ma va detto che le soluzioni finalizzate alla riduzione
delle dispersioni termiche sono in generale utili anche ai fini del fonoisolamento.
Si rileva tuttavia che questo aspetto non trova un riscontro informativo adeguato nella
documentazione che si è potuta reperire.
Risparmio risorse idriche
In diversi casi-studio sono presenti accorgimenti per il risparmio della risorsa idrica, tra cui:
vasche di raccolta delle acque meteoriche per usi irrigui, rubinetterie e sciacquoni con limitatori di
portata. Alcuni progetti prevedono il recupero delle acque grigie (es: per w.c.).
Protezione dal rumore
In generale mancano riscontri in merito al rispetto dei requisiti di protezione dal rumore interno ed
esterno (DPCM 05/12/1997), ma va detto che le soluzioni finalizzate alla riduzione delle
dispersioni termiche sono in generale utili anche ai fini del fonoisolamento.
Costi
I dati disponibili (che non riguardano tutti i casi-studio e a volte risultano datati) indicano valori di
extracosto per la costruzione di edifici con contenuti di efficienza energetica (non particolarmente
spinta) e di bioedilizia, dell’ordine del 10% e per contro risparmi di gestione dell’ordine del 30-40%.
161
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B.4 Analisi di strumenti di simulazione evoluti e completi, già disponibili sul mercato
Roberto Mingucci
Paolo Vestrucci
Simone Garagnani
Elettra Barbieri
Società NIER Bologna
In questo capitolo vengono illustrati strumenti (TRNSYS 15, RADIANCE, ecc.) per la
certificazione energetica e per la valutazione del fabbisogno energetico degli edifici che sono stati
diffusamente esaminati, fornendo indicazioni sui costi, sulle loro potenzialità, sui casi nei quali è
più o meno indicato utilizzarli.
Introduzione: il settore dell’edilizia
L’analisi dei consumi energetici italiani per macro settori d’utilizzo pone l’accento sull'importanza
del settore edile (30%) secondo solo a quello dei trasporti (31%) e seguito immediatamente
dall'industria (29%). Più della metà della richiesta d'energia del settore edile è soddisfatta dal gas
naturale (51.9%), seguito dall'energia elettrica (27.7%), dai combustibili liquidi (17.7%), dalle fonti
rinnovabili (2.5%) e dai combustibili solidi (0.2%). Il 25% delle emissioni totali nazionali di CO2
sono dovuti alla produzione di energia per il riscaldamento degli edifici e per la produzione di
acqua calda sanitaria. L'efficienza energetica degli edifici è così per l'Italia una priorità da tre punti
di vista: quello ambientale, energetico e per la qualità della vita dei cittadini.
Progettazione integrata
Il metodo tradizionale di progettazione degli edifici trascura le interazioni dinamico-termiche tra
edificio-impianto e edificio-ambiente, i progettisti iniziano a pensare agli impianti di riscaldamento,
raffreddamento, illuminazione, ecc., quando l’edificio è stato già concepito o quasi ultimato,
procedendo così, la scelta dell’impianto non influenza la progettazione dell'edificio ma è fatta solo
in base all’esigenza di soddisfare le richieste degli occupanti di condizioni confortevoli, allo stesso
modo le caratteristiche ambientali e topologiche del sito vengono di rado tenute in conto nella
fase di concepimento del sistema edificio-impianto. Le esigenze di ottimizzazione dei consumi
energetici e riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti, impongono un cambiamento di
questo approccio, è necessaria una progettazione che consideri l'edificio come un tutto uno con
il “contesto”, che valuti simultaneamente la struttura dell’edificio, le condizioni climatiche e
topologiche del sito, i sistemi d’impianto e le condizioni di comfort, in tale prospettiva un supporto
decisivo può essere dato dai software di simulazione.
Dinamiche di scambio termico
Un edificio è un sistema in costante interazione con l'ambiente circostante, soggetto ai
cambiamenti climatici e alle tempo-varianti richieste degli occupanti.
La condizione di benessere fisico e mentale delle persone dentro un edificio, che è composta da
quattro aspetti comfort termico, comfort visivo, comfort acustico e qualità dell'aria, è determinata
da un certo numero di sorgenti che agiscono attraverso vari processi di trasferimento del calore e
della massa.
Le principali sorgenti sono :
• il clima esterno del quale le principali variabili sono: la temperatura dell’aria, la temperatura
radiante, l’umidità, la radiazione solare, la velocità e direzione del vento
• gli occupanti che provocano guadagni casuali per il loro metabolismo, uso di luci o altre
apparecchiature
• l'impianto di riscaldamento, raffreddamento, ventilazione.
162
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
I principali processi di scambio energetico sono:
• conduzione attraverso la struttura dell'edificio e le pareti divisorie interne;
• irraggiamento nella forma di trasmissione solare attraverso le parti trasparenti dell'edificio,
e nella forma di scambi a onda lunga tra le superfici;
• convezione provocata dagli scambi di calore tra l'aria e le superfici, e tra i componenti
d'impianto;
• flusso d'aria attraverso la struttura dell'edificio, dentro l'edificio, e dentro il sistema di
riscaldamento, raffreddamento e/o ventilazione;
• flussi fluidi dentro il sistema d'impianto.
Il clima interno può essere controllato dagli occupanti in due modi:
• alterando la struttura dell'edificio o le partizioni interne per esempio aprendo le finestre o le
porte, usando o meno sistemi di schermatura;
• regolando il punto di funzionamento di un qualche strumento di controllo che può agire sul
sistema ausiliario o sull'edificio attraverso l'automazione.
Un sistema dinamico così complesso necessita di strumenti che consentano a ingegneri e
architetti di valutare in maniera veloce e al contempo accurata l’impatto delle loro scelte
progettuali dal punto di vista energetico e del comfort.
La metodologia tradizionale di progettazione
Il metodo tradizionale di progettazione prevede la stima delle performance degli edifici attraverso
l'uso di specifici codici di conformità (ad esempio le Norme Tecniche UNI e software derivati). Il
rispetto dei codici di conformità tutela gli ingegneri e gli architetti dalla progettazione di edifici
“energivori” ma non implica necessariamente che le soluzioni adottate siano le migliori possibili e
dal punto di vista energetico e dal punto di vista del comfort.
Opinione comune è che l’adozione di modelli virtuali che riproducano in modo quantitativo un
sistema reale senza che esso sia realmente costruito, in fase meta-progettuale può migliorare la
performance energetica a tal punto di superare per ben oltre il 50% i corrispondenti requisiti di
conformità. La simulazione secondo molti è un potente strumento per la ricerca di soluzioni
progettuali che assicurino le condizioni di confort per gli occupanti, per ridurre i consumi
energetici, per attenuare l’impatto ambientale, incontrare le esigenze di uno sviluppo sostenibile e
contribuire all’abbattimento dei cambiamenti climatici. La premessa a tutto ciò è che il tool di
simulazione sia basato su un modello matematico che rifletta in maniera completa e in modo
sufficientemente dettagliato il sistema fisico oggetto delle analisi e che l'utente compili in maniera
corretta il file di input.
Modellazione matematica e Simulazione
La modellazione è l’arte di sviluppare un modello che il più fedelmente possibile rappresenti un
sistema complesso: un modello matematico è una rappresentazione astratta, descrittiva di un
sistema fisico ottenuta impiegando la matematica come linguaggio. Ciascun modello, di un
sistema è riferito a significativi e rilevanti aspetti del suo comportamento, significativi rispetto
all'applicazione in cui il modello è usato; si dice che il modello è orientato mediante la definizione
degli input e output.
• Gli output sono le grandezze che caratterizzano gli aspetti del comportamento del sistema
a cui si è interessati.
• Gli input sono quelle grandezze di cui si vuole valutare l'influenza sugli aspetti del
comportamento del sistema sopra definiti.
La simulazione è lo sviluppo e l’uso dei modelli al computer, permette di “dar vita al modello
matematico”, consentendo di studiare sistemi che non esistono ancora in maniera veloce ed
economica e in condizioni avverse.
163
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I software di simulazione
Un modello di un sistema al computer è un software cioè un modello dimostrativo del sistema
reale. Le funzioni di base di un software di simulazione sono sintetizzate dai moduli di Input Simulazione - Output.
• input questo modulo deve “iniziare” tutte le quantità necessarie nel percorso della
simulazione: i valori iniziali delle variabili su tutto il dominio spaziale e i parametri della
simulazione (come i limiti sulla variabile temporale, i metodi di soluzione delle equazioni
differenziali, le tolleranze scelte per la soluzione numerica delle equazioni). Inoltre la
descrizione dei componenti e del sistema, e i dati fissati devono essere tradotti dal
linguaggio dell’utente in un appropriato linguaggio computerizzato, in modo da poter
essere eseguito dal computer. Il computer esegue la traduzione evitandola all'utente, tale
modulo può quindi essere considerato come il front-end tra utente e computer
• simulazione questo modulo è il nocciolo del software, è costituito dalle equazioni
algebriche e differenziali che rappresentano il sistema; esso ha il compito di risolvere le
equazioni, generare i risultati agli intervalli di tempo richiesti, incrementare la variabile
temporale, ecc.
• output produce grafici, tabelle nelle forme desiderate.
Da un punto di vista matematico la parte più importante di un software è il modulo di
simulazione, in realtà, gran parte delle differenze tra i vari tool sono dovute alla qualità
delle interfacce dei moduli di input e di output, questo perché i software di simulazione
sono progettati proprio per rendere l'utente libero dai dettagli della programmazione, anche
se la conoscenza dei linguaggi del computer (Fortran, Pascal, ecc.) risulta vantaggiosa nel
momento in cui l’utente voglia sviluppare le sue routine.
Evoluzione storica della “Metodologia di Progettazione”
La necessità di valutare la prestazione energetica dei manufatti edilizi nacque con la crisi
energetica degli anni Settanta, che portò alla ribalta dell'opinione pubblica mondiale il problema
dell’esaurimento delle risorse di combustibili fossili e della dipendenza energetica: nel 1973
durante la guerra del Kippur i paesi membri dell’OPEC tagliarono, per rappresaglia, le forniture di
greggio ai paesi occidentali provocando una forte ascesa del prezzo del petrolio, fu allora che si
iniziò a parlare di risparmio energetico; oggi il problema del risparmio energetico e della
sostenibilità è sollecitato anche da un altro aspetto, oltre a quelli già citati, ossia, la necessità di
tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. In tal senso i paesi membri dell’Unione Europea in
primis hanno dato un forte impulso attraverso la ratifica del Protocollo di Kyoto, che pone loro dei
precisi impegni di riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti nel breve e medio periodo.
Negli anni Settanta, in seguito alla crisi conseguente la guerra del Kippur, Università e Centri di
Ricerca iniziarono a sviluppare strumenti di simulazione per stimare i crescenti consumi del
settore civile. Questi studi finanziati per lo più da fondi pubblici e ancora oggi in fase di sviluppo
hanno prodotto diversi strumenti di simulazione con differenti capacità di modellazione, requisiti
computazionali e accuratezza nella previsione delle performance.
Alcuni di questi “tool” focalizzano la loro attenzione sul comportamento energetico globale
dell’edificio altri su prestazioni specifiche come la ventilazione e i flussi d’aria o l’illuminamento e il
daylighting, altri su componenti specifici di impianto (H.V.A.C., sistemi solari ecc.), altri ancora su
sistemi e componenti edilizi specifici (l’involucro trasparente). Inizialmente i tool di simulazione
erano principalmente usati da ricercatori e consulenti specializzati per lo sviluppo di codici e
standard di conformità e per la progettazione di edifici complessi. Nel frattempo in diversi
segmenti dell’industria edilizia si verificò un aumento dell’utilizzo dei calcolatori per risolvere le
pratiche lavorative quotidiane come la progettazione grafica, le valutazioni economiche ecc.
164
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Questo trend è ancora in corso oggi e ha comportato un crescente affinamento degli strumenti di
modellazione, adottati da un numero sempre crescente di progettisti. Negli anni Novanta si è
assistito ad un progressivo sviluppo degli strumenti di simulazione sotto il profilo dell’accuratezza
e capacità di modellazione e alla diffusione degli stessi nella progettazione edilizia. In tal senso
gli sforzi si concentrarono sullo sviluppo delle interfacce dei motori esistenti al fine di facilitare la
compilazione dei file di input e la lettura dei risultati. Il lavoro su entrambi i fronti è ancora oggi in
corso, periodicamente i tool vengono aggiornati e ne vengono lanciati sul mercato di più raffinati,
al passo con l’evoluzione delle tecnologie edilizie e delle normative tecniche e legislative.
Gli sforzi compiuti da aziende private e non per rendere commercializzabili i tool di simulazione
hanno avuto un successo marginale a causa di diverse barriere tecniche e socio politiche. I criteri
di performance energetica vengono applicati solo ad una ridotta frazione della progettazione
edilizia e retrofit e spesso dopo che la fase progettuale è stata già completata . In questi casi le
migliorie indotte dagli strumenti di simulazione possono essere solo marginali, e questo fino a
quando l’uso di tali strumenti non diventi, come auspicabile, una pratica corrente nella fase metaprogettuale.
Utilizzo degli strumenti di simulazione
Un uso affidabile ed efficace degli strumenti di simulazione richiede la padronanza dei modelli
utilizzati e la conoscenza delle assunzioni incorporate. Un utente inesperto può compromettere la
validità della previsione. I più sofisticati motori di simulazione permettono di sviluppare analisi
precise ma richiedono non indifferenti sforzi computazionali, oltre a parecchia attenzione nella
compilazione dei file di input. Lo sforzo più impegnativo di preparazione degli input è assorbito
dalla definizione della geometria dell’edificio; oltre alle coordinate geometriche, all’orientamento e
all’esposizione, le superfici includono anche parametri fisici e termodinamici.
Oltre alle specifiche geometriche gli input necessari per portare a termine una simulazione
energetica devono contenere informazioni concernenti la fisica dell’edificio (infiltrazioni,
ventilazione naturale, coefficienti convettivi… ecc.) e il contesto ambientale (Temperatura e
umidità dell’aria, radiazione solare, temperatura e caratteristiche del terreno, velocità e direzione
del vento, ecc.) I dati climatici utilizzati nelle simulazioni sono derivati statisticamente da
misurazioni reali e rappresentativi di specifiche località, pratica corrente è l'utilizzo del Test
Meteorological Year; il TMY è costituito da dodici file mensili reali contenenti ciascuno la
sequenza oraria di dati meteorologici più probabile, ogni mese deriva da uno degli anni della
serie storica di dati meteorologici accumulati ed è scelto in quanto “tipicamente rappresentativo”
del mese in oggetto. In aggiunta agli input precedenti è necessario specificare come l’edificio
opera e viene usato: questo significa descrivere la tipologia degli impianti meccanici , ma più in
generale il funzionamento, la programmazione e il controllo di tutti gli impianti che consumano e
producano energia. Poi occorre definire gli schedule di utilizzo dell’oggetto edilizio (grado di
occupazione, apporti indiretti dovuti alle apparecchiature, ecc.) che si diversificano per tipo di
giorno, mese e anno.
Diversamente dai codici di conformità in cui gli output sono fissi e predeterminati, i motori di
simulazione offrono la possibilità di scegliere e combinare un’ampia gamma di output. Infatti è
possibile, nell’ottica di una progettazione integrata, prevedere contemporaneamente varie
prestazioni (energetiche, termiche, illuminotecniche, economiche, architettoniche ecc). I costi di
simulazione dipendono dagli strumenti utilizzati e dal modo in cui sono usati. I prezzi degli
strumenti variano da alcune centinaia di euro per tool semplificati alle migliaia dei più sofisticati. I
costi dei software sono modesti rispetto al costo di chi li utilizza dai 10 €/ora per uno studente
formato ai 120€/ora per un utente esperto.
Valutazione dei diversi tool
L'emanazione della direttiva 2002/91/CE da parte del parlamento europeo e le successive leggi
nazionali, e/o regionali hanno scosso il settore della progettazione e dell'edilizia in genere,
165
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Regione Lombardia
affermando i principi base della bio-architettura e muovendo i primi passi verso l'affermazione
definitiva dei principi della progettazione integrata.
Obiettivo preliminare di questo studio è stato quello di produrre delle schede riassuntive
contenenti una sintesi delle principali caratteristiche dei più diffusi software per la simulazione
energetica, concentrandosi su quelli che privilegiano l’analisi del comportamento globale del
sistema edificio/impianto; attraverso queste schede (nel seguito stralciate nella loro intestazione)
si riportano informazioni di dettaglio sulle potenzialità, sull'approccio alla modellazione, sulla
qualità dell'interfaccia grafica e sulla difficoltà/facilità di utilizzo dello strumento.
166
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
167
Federcasa Lombardia
168
Regione Lombardia
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
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Federcasa Lombardia
170
Regione Lombardia
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Considerazioni finali e software di uso locale della Regione Lombardia
Sono stati dunque presentati gli strumenti di simulazione più evoluti disponibili per la valutazione
del fabbisogno energetico e la certificazione energetica degli edifici. Tali ausili informatici
permettono di sviluppare il progetto in maniera integrata considerando l'edificio come un tutto uno
con il “contesto”, valutando simultaneamente:
• la struttura dell'edificio;
• le condizioni climatiche e topologiche del sito;
171
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• i sistemi d'impianto;
• i sistemi di controllo e gestione;
• le condizioni di comfort degli occupanti.
I risultati delle analisi sono stati esposti in delle schede riassuntive in cui vengono date delle
informazioni di dettaglio su:
• potenzialità;
• approccio alla modellazione;
• qualità dell’interfaccia grafica;
• difficoltà/facilità di utilizzo dello strumento;
• costi ecc.
In generale gli strumenti analizzati rappresentano elementi di estrema utilità, applicabili sia ad
edifici esistenti sia ad edifici di nuova costruzione, per:
• ricercare soluzioni progettuali innovative;
• ottimizzare le prestazioni energetiche degli edifici/impianti;
• effettuare una progettazione integrata.
I software di simulazione energetica presentano anche importanti differenze; alcuni programmi
permettono di effettuare le analisi energetiche in maniera dinamica e dettagliata, altri si limitano a
rispettare determinati codici di conformità come le norme UNI ecc.
Gli strumenti di simulazione possono così essere suddivisi:
• “Statici” che facilitano l’applicazione di norme, regolamenti e simili;
• “Dinamici” utili per l’ottimizzazione delle scelte progettuali;
• “Dinamici con possibilità di applicazioni di tipo CFD (Computational Fluid Dynamics)”;
questi ultimi non sono stati considerati nello studio in quanto il loro utilizzo è efficace e
opportuno solo nell’ambito di settori quali ricerca e sviluppo di componenti e sistemi, ecc.
Tra i numerosi software analizzati si ricordano per diffusione i seguenti:
• ESP-r: software open source con licenza di tipo GNU che permette di simulare la
performance del sistema edificio in maniera “dinamica” e integrata, frutto dell’attività
dell’Energy Simulation Research Unit dell’Università di Strathclyde (Scozia) e di altri
ricercatori di varie nazionalità; esso è in continuo sviluppo in attesa di rilasciare una prima
versione di tipo commerciale;
• Trnsys: strumento di simulazione votato agli aspetti impiantistici;
• Ecotect: strumento più votato ai calcoli illuminotecnici e acustici;
• Design Builder con la sua versione italiana (Evolvente) più orientato alla prestazione
energetica dell’edificio.
Alla prima famiglia (software di tipo statico) appartiene anche il codice CENED, approvato dalla
Regione Lombardia per le finalità connesse alla disciplina della certificazione energetica degli
edifici, che per questo motivo merita un approfondimento.
La Regione Lombardia ha approvato la disciplina complessiva per la certificazione energetica
degli edifici, definita, nel D.g.r. 26 giugno 2007 - n. 8/5018, “Disposizioni inerenti all’efficienza
energetica in edilizia”, modificata con il D.g.r. 31 ottobre 2007 - n. 8/5773, e ha disposto nello
stesso decreto (Allegato E) l’implementazione della procedura di calcolo denominata CENED,
sviluppata da ITC-CNR in collaborazione con i Punti Energia S.c.a.r.l.
La Procedura “CENED” può essere suddivisa in tre parti o moduli principali:
172
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
• La prima riguarda la valutazione del Fabbisogno energetico dell’Involucro per la
climatizzazione invernale denominato QH valutato su base mensile QH,m, e
comprendente l’Energia dispersa per trasmissione e ventilazione, la valutazione degli
apporti di calore interni, solari e del loro fattore di utilizzazione.
• La seconda riguarda l’impatto dell’impianto sul soddisfacimento del fabbisogno energetico
per la climatizzazione invernale e la produzione di acqua calda ad usi sanitari.
• La terza concerne i contributi dovuti all'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili sulle
richieste energetiche.
La compilazione del file di input avviene in modo semplice attraverso un interfaccia grafica dalla
quale si accede ai diversi moduli che guidano l’utente nell'immissione dei dati necessari per la
definizione del sistema edificio/impianto.
In output si ottiene il certificato energetico che evidenzia il Fabbisogno Netto di Energia Specifica
dell'Involucro, il Fabbisogno di Energia Primaria Specifica, il Fabbisogno di Energia Primaria
Totale, il Contributo Energetico Specifico da Rinnovabili e le Emissioni di CO2 equivalenti;
l’indicazione della classe energetica avviene in base al risultato del calcolo relativo al Fabbisogno
di Energia Primaria Specifica del sistema oggetto dell'analisi.
La procedura di calcolo si basa sulle metodologie standard di riferimento: UNI EN 832, UNI
10347, UNI 10348, UNI 10349, UNI 10351, ecc, ed è stata sottoposta ad una analisi di
validazione, riguardante il calcolo del fabbisogno energetico dell'involucro per la climatizzazione
invernale, confrontando i risultati del CENED e i risultati della soluzione analitica del problema
della trasmissione del calore per un semplice sistema di edificio sito in Milano.
Interfaccia CENED: Modulo I, definizione degli ambienti riscaldati
173
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Interfaccia CENED: Modulo II, definizione dell'impianto di riscaldamento
Interfaccia CENED: Modulo II, definizione dell'impianto per l'acqua calda sanitaria
174
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Interfaccia CENED: Modulo di output, Indicatori di prestazione energetica
175
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Regione Lombardia
B.5 Aspetti fisici e tecnologici da considerare nel corso della progettazione e della
costruzione di un edificio
Roberto Mingucci
Paolo Vestrucci
Simone Garagnani
Elettra Barbieri
Società NIER Bologna
In questo capitolo si documentano i caratteri costruttivi connessi alla qualificazione energetica di
un fabbricato residenziale, recuperando ed elencando le modalità esecutive maggiormente
diffuse ed aggiornabili alle nuove caratteristiche energetiche divenute prescrittive.
Il Decreto Legislativo 311/2006 si pone quale strumento-guida (di carattere nazionale) volto a
promuovere gli obiettivi di risparmio energetico nelle costruzioni, indicando le modalità per
migliorare l’efficienza energetica del costruito anche tramite nuovi criteri progettuali. Questo
obiettivo ha effetti sulla scelta della tipologia edilizia e sulla tecnologia costruttiva dell’involucro.
Esso infatti interviene in modo decisivo sulla limitazione dei consumi energetici invernali ed estivi.
In rapporto alla posizione geografica (zona climatica) ed alla forma dei fabbricati (coefficiente di
forma), vien fissato il limite di energia utilizzabile per condizionare il volume residenziale
considerato, imponendo così un generale miglioramento delle prestazioni energetiche
dell’involucro edilizio (senza che sia possibile, quindi, lucrare un risparmio sulla riduzione della
sua qualità utilizzando le migliori condizioni legate alla posizione o alla forma del fabbricato) e
definendo di conseguenza nuovi standard di isolamento progressivo da applicare a superfici
verticali ed orizzontali, sia opache sia trasparenti.
Se si considerano gli aspetti energetici legati ad un edificio residenziale, si nota immediatamente
che il condizionamento invernale ad esempio (componente primaria dei consumi totali) è
fortemente influenzato dalle perdite di calore per trasmissione attraverso l'involucro e per
ventilazione dei locali, ed è conclusivo che tali componenti del consumo energetico del
fabbricato, debbano essere controllate attraverso la corretta progettazione sia del suo involucro
sia dei suoi impianti civili.
In questa logica si muovono tutti i protocolli che sono stati attivati per la certificazione energetica
dei fabbricati e, fra questi, il modello a cui si intende far riferimento (il protocollo Minergie®)
considera fondamentale l’ottimo comportamento termocinetico dell’involucro e mira ad isolare
perfettamente gli ambienti interni da quelli esterni, a valorizzare l’effetto d’accumulo e
l’integrazione dei sistemi solari attivi sulla superficie d'involucro. Tale strategia consente infatti di
compensare le richieste energetiche del fabbricato (ridotte al minimo) relative alla climatizzazione
sia estiva sia invernale.
Nel corso della ricerca si è potuto valutare che tutte le realizzazioni considerate (i casi-studio)
hanno dedicato attenzione alla definizione di alcuni aspetti fondamentali per la qualificazione
energetica:
• Fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale;
• Rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico;
• Capacità di accumulo delle partizioni verticali opache esterne;
• Predisposizione di elementi schermanti (interni ed esterni all’involucro) per mitigare l’effetto
surriscaldamento.
Si è osservato poi che i vari interventi adottano sostanzialmente, tutti quanti, accorgimenti
progettuali volti a:
• Minimizzare le perdite di calore per trasmissione e ventilazione nel periodo invernale;
• Massimizzare i guadagni di calore esterni nel periodo invernale;
176
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
• Minimizzare o prevenire, nel periodo estivo, i guadagni di calore esterni ed i carichi interni.
• Modulare e sfasare nell’arco della giornata i carichi termici nel periodo estivo
• Rimuovere il calore entrante (per ventilazione e in seguito allo sfasamento e smorza-mento
dell’onda termica incidente nelle facciate sovraesposte all’irraggiamento).
In particolare, dato che gli apporti energetici solari sono fondamentali per la qualità energetica dei
fabbricati, la progettazione deve tener conto degli effetti provocati da questa radiazione,
sfruttandola al meglio per entrambe le condizioni (invernale ed estiva). Una prima considerazione
che emerge, per gli edifici di nuova costruzione analizzati, è che essi vengono ad essere
posizionati in grande prevalenza con l’asse longitudinale lungo la direttrice est-ovest.
Per quanto riguarda lo sfasamento dei carichi termici, la tecnica di prevenzione del
surriscaldamento degli ambienti consiste proprio nello smorzare l’onda termica proveniente
dall’esterno, sfasandola nell’arco della giornata. Questa strategia infatti, come è noto, porta
notevoli attenuazioni dei picchi di richiesta di raffrescamento nelle ore più calde, alternando ai
cicli di immagazzinamento del calore i cicli di scarico durante le ore più fresche.
I parametri sfasamento e smorzamento sono gli indici del grado di inerzia termica della parete.
La ventilazione notturna è estremamente utile per la rimozione del calore dalla massa termica
dell’edificio ma si devono evitare le infiltrazioni d’aria quando le temperature esterne sono
superiori a quelle interne. La ventilazione viene realizzata mediante un flusso d’aria, che prima di
essere messo in circolo nell’edificio, viene raffreddato (ad esempio attraverso condotti o locali
sotterranei o giardini adiacenti alla costruzione).
Le tecniche di dissipazione del calore naturali sono:
- il raffrescamento radiativo, che utilizza come “pozzo termico” il cielo,
- il raffrescamento evaporativo, che utilizza come “pozzo” l’acqua o l’aria,
- il raffrescamento convettivo, che utilizza come “pozzo” l’aria
- il georaffrescamento, che si avvale del salto di temperatura legato al terreno.
Effetti della normativa sui criteri progettuali d’involucro
Fra i Comuni che risultano virtuosi in Regione Lombardia (in sintonia quindi con la nuova
legislazione nazionale e regionale) alcuni (quelli ad esempio di Corbetta, Melzo e Carugate)
hanno già inserito nel proprio Regolamento Edilizio quei principi che garantiscono un elevato
isolamento d’involucro, utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e naturali (acqua e sole), impiego di
tecnologie bioclimatiche e riduzione dell’impatto ambientale.
Preoccupazione generale però, rispetto all'introduzione di un rinnovato rigore nella qualità
energetica dei nuovi fabbricati, è stata e resta la considerazione di consentire il raggiungimento
delle prestazioni indicate dalla normativa con costi di costruzione sostenibili sia dall'operatore
pubblico sia da quello privato67.
Miglioramento delle prestazioni energetiche estive ed invernali dei componenti d’involucro
reso obbligatorio dalle nuove norme regionali.
Il limite posto alle perdite di calore che si realizzano attraverso l’involucro esterno di un fabbricato
(limite che discende dal fissare un valore inderogabile alla trasmittanza termica dei suoi
componenti, variabile in relazione alla tipologia edilizia ed alla zona climatica), ha l'obiettivo di
ridurre drasticamente il fabbisogno energetico annuale per la climatizzazione invernale68.
67
68
Da indagini condotte per analizzare le prestazioni energetiche d’involucro a “regime” dal 1 gennaio 2010, risulta
che rispetto alle condizioni esistenti per la realizzazione del parco edilizio lombardo (facenti riferimento alla
precedente Legge n. 10/1991) il sovrapprezzo stimato, rispetto al costo base per quegli interventi è inferiore al
3%, per un risparmio stimato, sul consumo annuo di energia, pari al 42,3%.
Per limitare il fabbisogno energetico derivante dalla climatizzazione estiva invece, il legislatore interviene
proponendo una serie di “buone pratiche” che vanno dal porre un limite inferiore al valore della massa termica,
per le zone climatiche A, B, C, D, fino ai consigli bioclimatici di progettazione integrata edificio-ambiente.
177
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Regione Lombardia
Il miglioramento delle prestazioni energetiche dell’involucro edilizio è fissato quindi tramite nuovi
standard di isolamento dell'involucro, applicabili a superfici verticali ed orizzontali (opache e
trasparenti).
Esso è riassunto dalle tabelle seguenti:
Punto 2, Allegato C. Trasmittanza termica delle strutture opache verticali.
Zona climatica
Dal 1 gennaio2006
U [W/m2 K]
Dal 1 gennaio 2008
U [W/ m2 K]
Dal 1 gennaio 2010
U [W/ m2 K]
A
0,85
0,72
0,62
B
0,64
0,54
0,48
C
0,57
0,46
0,40
D
0,50
0,40
0,36
E
0,46
0,37
0,34
F
0,44
0,35
0,33
Tabella 2.1: Valori limite della trasmittanza termica espressi in funzione della zona climatica, così
come è individuata nel DPR n. 412/'93.
Punto 3.1, Trasmittanza termica delle strutture opache orizzontali o inclinate. Coperture-Solai
controterra
Zona climatica
Dal 1 gennaio2006
U [W/ m2 K]
Dal 1 gennaio 2008
U [W/ m2 K]
Dal 1 gennaio 2010
U [W/ m2 K]
A
0,80
0,42
0,38
B
0,60
0,42
0,38
C
0,55
0,42
0,38
D
0,46
0,35
0,32
E
0,43
0,32
0,30
F
0,80
0,42
0,38
Tabella 3.1: Valori limite della trasmittanza termica espressi in funzione della zona climatica, così
come è individuata nel DPR n. 412/'93.
Punto 3.2, Allegato C. Pavimenti.
Zona climatica
Dal 1 gennaio2006
U [W/ m2 K]
Dal 1 gennaio 2008
U [W/ m2 K]
Dal 1 gennaio 2010
U [W/ m2 K]
A
0,80
0,74
0,65
B
0,60
0,55
0,49
C
0,55
0,49
0,42
D
0,46
0,41
0,36
E
0,43
0,38
0,33
F
0,41
0,36
0,32
Tabella 3.2: Valori limite della trasmittanza termica espressi in funzione della zona climatica, così
come è individuata nel DPR n. 412/'93.
178
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Punto 4, Allegato C. Trasmittanza termica delle chiusure trasparenti comprensive d’infisso.
Zona climatica
Dal 1 gennaio2006
U [W/ m2 K]
Dal 1 gennaio 2008
U [W/ m2 K]
Dal 1 gennaio 2010
U [W/ m2 K]
A
5,5
5,0
4,6
B
4,0
3,6
3,0
C
3,3
3,0
2,6
D
3,1
2,8
2,4
E
2,8
2,5
2,2
F
2,4
2,2
2,1
Tabella 4: Valori limite della trasmittanza termica espressi in funzione della zona climatica, così
come è individuata nel DPR n. 412/’93.
Componenti verticali opache
Le risposte alle richieste di efficienza energetica e di sostenibilità possono essere offerte, in
questo settore, da innovazioni molto diverse fra loro, che riguardano:
Rappresentazione grafica tratta da “Secondo tavolo dell’innovazione sugli involucri evoluti”,
Laboratorio di Ricerca per un costruire sicuro, sostenibile ed efficiente, F. Conato).
Attraverso l’indagine, l’analisi e la scelta dei materiali e dei componenti d’involucro si può
raggiungere un adeguato livello prestazionale mediante l'utilizzo di diverse filiere produttive,
fortemente interconnesse:
• Soluzioni tecniche tradizionali e tecnologie innovative (applicabili alle chiusure esterne).
• Sistemi impiantistici e di automazione degli edifici.
Lo scenario di riferimento italiano, specie nel settore del residenziale, risulta essere fortemente
caratterizzato (per aspetti di tipo culturale, costruttivo, normativo, economico e climatico) da
tecnologie tradizionali, spesso di valenza locale, dove la massività del componente d’involucro
esterno (che esplica sovente anche una funzione portante oltre che di protezione dagli agenti
atmosferici) contribuisce al raggiungimento del comfort termo igrometrico interno.69
Classificazione dei sistemi di involucro ad alte prestazioni
I sistemi d’involucro che oggi possiamo definire ad alte prestazioni, possono essere classificati
(come già abbiamo accennato) in tradizionali ed evoluti.
Quelli di tipo tradizionale a loro volta si possono distinguere in omogenei o complessi, in
relazione al numero e alla tipologia dei materiali che compongono la loro stratigrafia ed in
relazione alla collocazione del materiale isolante. Essi presentano sia la facciata interna sia
quella esterna con materiale opaco.
69
Queste peculiarità vengono invece superate nelle costruzioni dedicate al terziario, dove sempre più spesso
vengono sperimentati sistemi di ottimizzazione delle prestazioni d’involucro mediante soluzioni tecnologiche
innovative.
179
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Il sistema d’involucro di tipo evoluto si distingue oltre per gli elementi di base (identificabili nella
chiusura esterna, nell’intercapedine e nella chiusura interna) per gli elementi complementari
(quali sistemi di compartimentazione, di ventilazione, ecc.) che innescano fenomeni di natura
fisica e termofisica (come l’effetto serra e l’effetto camino).
Gli involucri innovativi si distinguono per il comportamento dinamico che si realizza
nell’intercapedine e possono essere classificati in funzione della natura dei materiali con i quali si
realizzano le facciate:
• Facciate a doppia pelle in vetro, trasparente su trasparente
• Facciate a doppia pelle di tipo misto, trasparente su opaco
• Facciate traslucide su facciate in vetro, traslucido su trasparente
• Facciate ventilate, opaco su opaco
In generale, quando si fa riferimento ad un sistema d’involucro ad alte prestazioni si considerano
le caratteristiche complessive del pacchetto che possono essere soddisfatte mediante
l’applicazione di singoli strati, anche sottili, ognuno dei quali risulta funzionale alla definizione di
specifici standard.
Rappresentazione grafica tratta da “Secondo tavolo dell’innovazione sugli involucri evoluti”,
Laboratorio di Ricerca per un costruire sicuro, sostenibile ed efficiente, F. Conato.
Soluzioni da considerare per interventi di nuova costruzione e riqualificazione.
Dall’ampia letteratura esistente in materia, nell'arco della ricerca ed in base alle indicazioni
reperite nei casi di studio, si sono tratte indicazioni su pacchetti dei componenti di involucro, le cui
caratteristiche qualitative in rapporto ai costi presunti70 sono state considerate interessanti per
interventi di edilizia popolare da realizzare in Lombardia. Sulla base di queste considerazioni si
sono selezionate una serie di schede descrittive che vengono riportate come soluzioni conformi
da adottare in rapporto a specifiche considerazioni di progetto da sviluppare caso per caso,
relativamente alle caratteristiche del luogo e della tipologia adottata.
I sistemi considerati, in prevalenza di tipo tradizionale, utilizzati per mitigare e proteggere gli
ambienti interni dagli agenti atmosferici, come già detto esplicano molteplici funzioni, che si
estendono dalla capacità portante e/o di solo tamponamento, fino al controllo dei flussi energetici
entranti ed uscenti.
Dal punto di vista geometrico e termofisico, costituiscono la superficie disperdente di estensione
maggiore rispetto agli altri componenti, ma come è stato ben documentato da molti studi,
possono influire in minima parte sul bilancio energetico estivo ed invernale quando risultano ben
coibentati e dotati di una massa sufficiente in grado di garantire l’effetto di accumulo e di rilascio
termico al variare della temperatura esterna.
La letteratura esistente considera i muri perimetrali distinguendoli per le loro capacità71:
70
71
I costi reali infatti dipendono da condizioni di mercato legate anche a condizioni locali particolari e difficilmente
valutabili in astratto e a-temporalmente.
La Normativa di riferimento per il calcolo delle prestazioni energetiche estive ed invernali è contenuta in vari
riferimenti: Calcolo attenuazione e sfasamento secondo la norma UNI EN ISO 13786; Calcolo temperatura
superficiale interna estiva secondo la norma EN ISO 13792; Calcolo della trasmittanza secondo la norma EN ISO
6946; Verifica rischio condensa superficiale ed interstiziale secondo la norma UNI EN ISO 13788.
180
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
• Termoisolanti. I materiali per murature possiedono una conduttività termica troppo
elevata per poter conferire al muro una buona capacità isolante. Si utilizzano a questo
scopo laterizi porizzati e strati di materiali a bassa conduttività termica. In fase di
progettazione, a parità di trasmittanza termica del pacchetto d’involucro, la posizione
dell’isolante influenza in modo significativo il comportamento dell’insieme della parete.
• Inerziali. La capacità di accumulo termico esercitata dalla massa termica efficace del
componente edilizio, dipende dalla densità, dalle caratteristiche proprie dei materiali,
dalla stratigrafia interna e dal periodo di oscillazione della sollecitazione. La massa è
l’indice della risposta inerziale offerta dal componente opaco, a livello di smorzamento e
sfasamento dell’onda termica incidente sulla superficie esterna.
• Igrometriche. La capacità di assorbire, temporaneamente, l’umidità in eccesso dell’aria
e di restituirla quando questa lo necessiti. Questa capacità è tipica dei materiali porosi
come il laterizio e il legno e dell’intonaco realizzato con sabbia e calce.
• Fonoisolanti. La capacità di abbattimento acustico, propria dei muri pesanti. Le
murature leggere devono invece essere composte da diversi strati, ognuno dei quali
contribuisce all’abbattimento del suono.
Componenti dell'involucro edilizio
Partizioni verticali esterne opache omogenee
Soluzione 1
Parete omogenea realizzata con blocchi termici e intonaco termoisolante.
Informazioni generali ambientali
Zona climatica:
Comune:
Gradi giorno:
E
Milano
2404 GG
Informazioni tecnico descrittive
Il pacchetto d’involucro si compone, partendo dalla superficie esterna, di uno strato di
termointonaco di 3 cm., un blocco termico di 30 cm. e uno strato di termointonaco di 2 cm.
Rispetto ai laterizi tradizionali, il processo produttivo dei blocchi porizzati prevede l’aggiunta di
una quantità determinata di materiali combustibili di varia natura (quali perle di polistirene
espanso, segatura di legno, sansa di olive) all’argilla cruda, che durante la cottura lasciano cavità
vuote (alveoli) tra loro non comunicanti, che alleggeriscono il manufatto e ne migliorano le
prestazioni termocoibenti. L’isolamento viene ottenuto per massima parte del suo valore
attraverso l’inclusione dell’aria, solo in piccola parte dipende dalle caratteristiche chimiche e
minerali delle sostanze che costituiscono i prodotti. Le murature realizzate con blocchi in laterizio
alveolato conservano le caratteristiche di permeabilità al passaggio del vapore acqueo dei laterizi
tradizionali, nei confronti dei quali presentano un vantaggio dato dalla migliore resistenza termica.
Tali proprietà dipendono, oltre che dal tipo di materiale anche dallo spessore della muratura. Un
contributo alla capacità di isolamento dei blocchi può essere dato anche dal disegno della
foratura, che, presentando un elevato numero di file di fori molto stretti nella direzione
perpendicolare alla direzione del flusso termico, impediscono i moti convettivi dell’aria all’interno
del blocco o della muratura.
181
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Regione Lombardia
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte.
Caratteristiche stratigrafiche e termofisiche del componente
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Termo intonaco
0.03
250
0.051
0.588
Blocco termico
0.30
780
0.162
1.852
Termo intonaco
0.02
250
0.051
0.392
Spessore d’involucro*
Massa superficiale
35,0cm
246.50 kg/m²
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime”**
Resistenza termica totale
0.312 W/m²K
0.340 W/m²K
3.002 m²K/W
Parametri termici dinamici:
Fattore di decremento
Sfasamento
0.078
15h17’
* La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Il pacchetto d’involucro omogeneo, usato tradizionalmente nell’edilizia locale come elemento
portante o di tamponamento rientra nei valori minimi di prestazione energetica a regime,
applicando sulla superficie interna ed esterna della parete uno strato di intonaco termoisolante di
almeno 2cm.
Si tratta di intonaci premiscelati a base di speciali leganti idraulici e perle vergini sferiche di
polistirene espanso con granulometria costante preaddittivata, sono permeabili alla diffusione del
vapore acqueo e sono applicabili manualmente o con proiezione meccanica.
Nel prospetto riportato si considerano le caratteristiche isolanti del pacchetto tecnologico isolato
dal contesto costruttivo nel quale potrebbe essere inserirsi, in quanto, in questa fase si vuole
definire una struttura che rispetta i limiti riportati nell’Allegato C del d.lgs 311/2006.
In relazione ad una specifica tipologia edilizia oggetto di studio, nel caso si verifichi la presenza di
componenti edilizi disomogenei per caratteristiche termiche occorre verificare la trasmittanza
182
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
termica della parete a ponte termico corretto o in alternativa si assume come limite per la
trasmittanza quella ponderata rispetto alle superfici dei ponti termici e la parete corrente.
Se il ponte termico, per scelta progettuale, non risultasse corretto si opterebbe per una soluzione
tecnologica d’involucro con trasmittanza superiore rispetto ai limiti di legge che, risulta accettabile
ai fini di questa verifica ma influisce negativamente, in relazione all’estensione della stessa
rispetto al complessivo della superficie disperdente, sul fabbisogno di energia primaria per la
climatizzazione invernale.
Partizioni verticali esterne opache complesse
Soluzione 1
Muratura massiccia intonacata, realizzata mediante l’utilizzo di blocchi in laterizio porizzato
coibentata dall’esterno mediante un pannello isolante rigido applicato a “cappotto”
Dati generali ambientali
Zona climatica:
Comune:
Gradi giorno:
E
Milano
2404GG
Informazioni tecnico descrittive
Il pacchetto d’involucro si compone, partendo dalla superficie esterna, di due strati di intonaco di
cui uno isolante per 2cm di spessore totale, un pannello isolante rigido in polistirene espanso
sinterizzato ESP di 6.5cm, uno blocco termico in laterizio di 30cm e uno strato di intonaco di
calce di 1.5cm.
Il sistema di isolamento termico dall’esterno ad intonaco sottile, detto anche “sistema a cappotto”,
consente, grazie all’applicazione in continuità del materiale isolante sulla superficie disperdente
esterna, di ottimizzare le prestazioni energetiche d’insieme a fronte di maggiori costi e difficoltà
nella realizzazione. La tecnica di isolamento del pacchetto d’involucro rende stabili le condizioni
termoigrometriche della parete sia d’inverno che d’estate riducendo la fatica termica dei materiali
(essendo minore il salto termico medio nell’alternarsi delle stagioni), protegge gli strati sottostanti
dagli agenti atmosferici, favorisce l’effetto di volano termico della struttura, annulla i fenomeni di
assorbimento capillare delle acque per il basso coeff. di assorbimento Ka<120 e, consente di
eliminare definitivamente il problema dei ponti termici in prossimità delle zone di discontinuità, la
formazione di condensa e l’insorgere delle muffe. Oltre ai vantaggi energetici e sanitari risulta
essere una tecnica di ristrutturazione energetica particolarmente indicata nei casi di ripristino di
superfici verticali il cui rivestimento è in fase di avanzato stato di degrado, salvo i casi di
ristrutturazione energetica di edifici storici o di particolare interesse architettonico o culturale (che,
per altro, il recente d.lgs 311/2006 non prende in considerazione).
L’intervento dall’esterno evita di alterare i volumi degli ambienti interni. È consigliato in ambienti
riscaldati in continuo con interruzioni notturna. Durante il funzionamento dell’impianto si ha un
notevole accumulo di calore nelle pareti e il suo rilascio avviene nelle ore notturne durante la fase
di spegnimento dello stesso, senza influire pesantemente sul comfort ambientale.
183
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte.
Caratteristiche tecnologiche e termofisiche del componente
Sotto il punto di vista tecnologico il pacchetto di adatta per tutte le soluzioni tipologiche legate al
residenziale (a torre, in linea, isolata) grazie alle caratteristiche di leggerezza e facilità di posa in
opera, inoltre grazie all’elevato potere isolante che conferisce all’involucro, può essere
considerato come la soluzione che consente di raggiungere le prestazioni energetiche di legge a
fronte di uno spessore d’involucro “contenuto”.
Lo schema sottostante esemplifica alcune considerazioni che riguardano il rapporto spessore
d’involucro e natura del materiale isolante:
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Polistirene espanso estruso
0.065
35
0.034
1.911
Blocco in laterizio
0.300
780
0.280
1,071
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
184
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Vantaggi/Svantaggi
• I materiali sintetici, a parità di spessore coibente, sono più performanti nel periodo
invernale e più economici di quelli naturali, a discapito della sostenibilità del pacchetto
costruttivo.
Il pacchetto isolato mediante l’uso di lastre di polistirene espanso estruso rientra nei limiti
di trasmittanza previsti per il 2010 con spessori d’involucro relativamente contenuti, grazie
al basso coeff. di conducibilità del materiale, ma penalizza le prestazioni estive dello
stesso in quanto presenta una densità 10 volte inferiore rispetto al pannello isolante in lana
di legno mineralizzata.
• I materiali isolanti naturali conferiscono al pacchetto maggiori proprietà inerziali, a parità di
spessore, grazie all’elevata densità che li caratterizza. Il pacchetto risulta più performante
nel periodo estivo.
• Totale eliminazione dei ponti termici
• Assenza di condensa superficiale e interstiziale nel pacchetto d’involucro durante e al
termine del periodo di riscaldamento
• Massimo rapporto costi/benefici nei casi di ristrutturazione energetica dell’intero
complesso, e di costruzione ex-novo.
Le caratteristiche termiche di facciata si possono riassumere come segue:
Isolante applicato*
Spessore d’involucro
Massa superficiale
ESP
6.5cm
39,5cm
267,28 kg/m²
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime” **
Resistenza termica totale
0,314W/m²K
0,340 W/m²K
3,184m²K/W
Parametri termici dinamici:
Fattore di decremento
Sfasamento
0,1097
12h28’
* La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore dell’isolante e d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Soluzione 2
Muratura massiccia in blocchi di laterizio porizzato isolata dall’esterno mediante pannello rigido
continuo e rivestimento esterno in mattoni faccia vista.
Dati generali ambientali
Zona climatica:
Comune:
Gradi giorno:
E
Milano
2404GG
185
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Informazioni tecnico descrittive
Il pacchetto d’involucro si compone, partendo dalla superficie esterna, di una parete in mattoni
faccia vista di 12cm, un pannello isolante in polistirene espanso sinterizzato di 6cm, una parete
interna realizzata in blocchi di laterizio termici, uno strato di intonaco di calce di 1.5cm verso
l’interno. Questa soluzione rispetto al caso precedente, presenta tutti i vantaggi della struttura
isolata mediante un pannello continuo posto all’esterno della massa termica e, grazie alla maggior
inerzia termica fornita dai mattoni di rivestimento, si può inserire uno spessore d’isolante inferiore.
È sempre consigliabile adottare un dispositivo che garantisca un minimo di aerazione
(dell’intercapedine) per lo smaltimento di eventuale umidità dovuta a fenomeni di condensa, o a
infiltrazioni meteoriche causate da difetti esecutivi. A tale scopo è sufficiente prevedere, nella
parte bassa della muratura, degli sfoghi che possono essere realizzati sia mediante griglie
metalliche collocate in sostituzione di un mattone (ogni due metri circa), oppure non stilando con
malta alcuni giunti verticali della prima fila di mattoni (almeno uno ogni tre).
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte.
Caratteristiche tecnologiche e termofisiche del componente
Il pacchetto si adatta ad una casistica più ristretta di soluzioni tipologiche edilizie, in ragione della
funzione portante svolta dal blocco in laterizio, della scarsa flessibilità d’involucro legata ad un
ancoraggio puntuale fra i due corsi di parete,della massa che caratterizza l’insieme e del basso
rapporto benefici/costi se paragonato al caso precedente. Si adatta alle tipologie in linea, a
schiera e isolata. La soluzione si caratterizza per l’alto valore della massa superficiale che
consente di ridurre notevolmente le situazioni di disconfort ambientale causate dai carichi termici
entranti estivi e, a fronte di uno spessore d’involucro inferiore ai 50cm si raggiungono le
prestazioni d’isolamento valide dal 1 gennaio 2010.
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Laterizio pieno faccia vista
0.120
1800
0.800
0.150
Polistirene espanso estruso
0.060
35
0.034
1.765
Blocco in laterizio
0.300
780
0.280
1,071
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Isolante applicato*
Spessore d’involucro
Massa superficiale
186
ESP
6,0 cm
49,5 cm
453,10 kg/m²
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime” **
Resistenza termica totale
0.315 W/m²K
0.340 W/m²K
3.172 m²K/W
Parametri termici dinamici:
Fattore di decremento
Sfasamento
0.058
16h43’
* La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore dell’isolante e d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Soluzione 3
Muratura di tamponamento a “cassa vuota” con isolamento nell’intercapedine
Dati generali ambientali
Zona climatica:
Comune:
Gradi giorno:
E
Milano
2404GG
Informazioni tecnico descrittive
Il sistema d’involucro si compone, partendo dalla superficie esterna, di una parete in mattoni pieni
faccia vista di 12cm, un’intercapedine areata di 4cm, un pannello isolante rigido in polistirene
espanso sinterizzato di 7,5cm, una parete di tamponamento in laterizi forati da 15cm e uno strato
di intonaco di calce e cemento di 1.5cm. La parete esterna è realizzata con elementi di maggior
spessore e massa. Il sistema meglio, conosciuto come “muro a cassavuota”, tipico delle strutture
intelaiate in c.a., consta di due pareti dello stesso o di diverso materiale e di differenti dimensioni,
separate da una camera d’aria continua, al cui interno si colloca un pannello isolante rigido.
Questa soluzione elimina il problema della condensa superficiale ed interstiziale, insito nel
sistema costruttivo adottato a travi e pilastri, proteggendo i punti di discontinuità materica con uno
strato isolante continuo verso l’esterno.
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte.
187
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Caratteristiche tecnologiche e termofisiche del componente
Il pacchetto si adatta ad una casistica legata a tipologie edilizie che adottano una struttura
intelaiata con sviluppo in verticale limitato e con geometrie d’insieme semplici e compatte. Il
pacchetto funge da tamponamento e da barriera isolante dell’involucro: uno strato continuo di
materiale isolante elimina il problema dei ponti termici in corrispondenza di travi e pilastri e
aumenta la capacità termica della porzione di parete rivolta verso l’ambiente interno.
La soluzione si caratterizza per l’alto valore della massa superficiale che consente di ridurre
notevolmente le situazioni di disconfort ambientale causate dai carichi termici entranti estivi e, a
fronte di uno spessore d’involucro inferiore ai 50cm si raggiungono le prestazioni d’isolamento
valide dal 1 gennaio 2010.
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Laterizio pieno faccia vista
0.120
1800
0.800
0.150
Intercapedine d’aria
0.040
-
Polistirene espanso estruso
0.075
35
0.034
2.206
Laterizio forato
0.150
760
0,333
0,450
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Isolante applicato*
Spessore d’involucro
Massa superficiale
0,268
ESP
7,5cm
38,5cm
332,64kg/m²
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime” **
Resistenza termica totale
0,310 W/m²K
0,340 W/m²K
3,260 m²K/W
Parametri termici dinamici:
Fattore di decremento
Sfasamento
0,0182
11h37’
* La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore dell’isolante e d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Soluzione 4
Parete doppia a cassetta con elementi forati in laterizio
Dati generali ambientali
Zona climatica: E
Comune:
Gradi giorno:
188
Milano
2404GG
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Informazioni tecnico descrittive
Il sistema murario si compone, partendo dalla superficie esterna, di uno strato di intonaco di
1,5cm, una parete in blocchi di laterizio forati di 15cm, un pannello isolante rigido in polistirene
espanso di 7,00cm, una parete in blocchi di laterizio forati di 15cm e uno strato di intonaco di
calce e cemento di 1.5cm verso l’interno.
Il pacchetto sopra descritto è la soluzione d’involucro più diffusa in Italia e rappresenta la prima e
più significativa evoluzione della parete perimetrale da elemento monolitico a unità tecnologica
pluristrato, costituita da una sequenza ordinata e funzionale di stratificazioni in grado di garantire
un corretto funzionamento della chiusura sotto l’effetto degli agenti interni ed esterni.
Caratteristiche tecnologiche e termofisiche del componente
Il pacchetto si adatta ad una casistica legata a tipologie edilizie che adottano una struttura intelaiata
con sviluppo in verticale non trascurabile (tipologia a torre), dove la geometria d’insieme segue la
scelta tecnologica di tipo strutturale e il pacchetto funge da tamponamento. La soluzione consente
di ridurre le perdite di calore mediante uno spessore d’involucro analogo alla più virtuosa tecnologia
a “cappotto” ma non consente di eliminare i ponti termici in prossimità di travi e pilastri e i problemi
di benessere ambientale legati alla formazione di condensa superficiale e interstiziale.
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Laterizio forato
0.150
760
0,333
0,450
Polistirene espanso estruso
0.070
35
0.034
2.206
Laterizio forato
0.150
760
0,333
0,450
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Lo schema sottostante sottolinea l’analogia termofisica con il pacchetto isolato dall’esterno, valida
sia d’estate che d’inverno, puntando l’attenzione sull’andamento della temperatura che negli strati
intermedi può raggiungere un valore critico.
Materiali isolanti a confronto:
Vantaggi/Svantaggi
• L’effetto “volano termico” è presente, anche se in minima parte, nella parete interna
garantendo una rapida messa a regime della temperatura quando il sistema di
riscaldamento funziona con un regime intermittente o attenuato.
• Presenza di ponti termici lungo travi e pilastri, possibile formazione di condensa
superficiale e interstiziale.
189
Federcasa Lombardia
Isolante applicato
Spessore d’involucro
Massa superficiale
Regione Lombardia
*
ESP
7.0cm
40.0cm
285.29 kg/m²
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime” **
Resistenza termica totale
0.320 W/m²K
0.340 W/m²K
3.308 m²K/W
Parametri termici dinamici:
Fattore di decremento
Sfasamento
0.148
13h11’
* La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore dell’isolante e d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Soluzione 5
Muratura massiccia intonacata, realizzata mediante l’utilizzo di blocchi in laterizio porizzato,
coibentata termicamente dall’interno mediante cartongesso incollato su un pannello isolante
munito di freno al vapore
Dati generali ambientali
Zona climatica:
Comune:
Gradi giorno:
E
Milano
2404GG
Informazioni tecnico descrittive
L’isolamento delle pareti perimetrali dall’interno consiste nell’applicazione di un pannello di elevate
caratteristiche termiche e meccaniche sulla superficie rivolta verso l’ambiente riscaldato. Questa
soluzione è usata largamente nelle ristrutturazioni di singole unità immobiliari , quando non è
possibile intervenire dall’esterno ma si desidera migliorare le prestazioni energetiche d’insieme.
È il caso di murature portanti in mattoni faccia vista o nel rinnovo di edifici esistenti quando la
carenza di isolamento fa insorgere problemi di natura igrometrica o quando per la saltuaria
utilizzazione degli ambienti è da privilegiare un rapido riscaldamento delle zone abitative. È da
notare che il posizionamento dell’isolante sulla faccia interna della partizione verticale d’involucro
riduce sensibilmente gli effetti dovuti all’inerzia termica della stessa.
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte.
190
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Caratteristiche tecniche e termofisiche del componente
Il pacchetto si adatta ad una casistica legata a tipologie edilizie diverse in relazione alla funzione
dello stesso rispetto all’insieme. Se il pacchetto svolge una funzione portante, le tipologie edilizie
a cui si fa riferimento sono quelle in linea con uno sviluppo massimo di tre/quattro piani, a schiera
e isolate, in caso contrario fra le tipologie rientra anche la torre.
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Blocchi forati
0.300
780
0.280
1,071
Polistirene espanso estruso
0.065
35
0.034
1.911
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Lo schema sottostante sottolinea l’analogia termofisica con il pacchetto isolato dall’esterno e
nell’intercapedine, ma la differenze vanno ad accentuarsi considerando il comportamento
igrometrico e l’andamento delle temperature superficiali ed interstiziali della parete:
Vantaggi/Svantaggi:
• Presenza di ponti termici lungo travi e pilastri se non si cura la continuità dello strato
isolante in prossimità dell’intersezione fra solaio di calpestio-parete -solaio di copertura,
possibili problemi connessi alla formazione di condensa superficiale/interstiziale in
prossimità delle zone di discontinuità materica
• Assenza totale dell’effetto “volano termico”
Isolante applicato*
Spessore d’involucro
Massa superficiale
ESP
6.5cm
39,5cm
267,28 kg/m²
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime” **
Resistenza termica totale
0,314W/m²K
0,340 W/m²K
3,184 m²K/W
Parametri termici dinamici:
Fattore di decremento
Sfasamento
0,1097
12h28’
* La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore dell’isolante e d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
191
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Strutture trasparenti verticali esterne
Le strutture trasparenti costituiscono notoriamente elementi critici d’involucro, perché rompono la
continuità dell'elemento a maggior resistenza termica, creando un’area che favorisce le perdite di
calore sia per trasmissione sia per ventilazione. A tal proposito, la recente normativa introduce
una maggiore attenzione verso tali strutture che, se ben progettate, possono costituire uno
strumento per garantire buone prestazioni in fatto di isolamento ed anche elementi integrati di
schermatura solare.
Il tema delle strutture trasparenti è molto importante quindi, perché in fase di bilancio energetico
esse influiscono sensibilmente sia sulle valutazioni inerenti le perdite di calore per trasmissione
sia sugli apporti gratuiti di energia solare nel periodo invernale.
In particolare gli aspetti legati alle caratteristiche delle superfici vetrate attengono all’analisi della
radiazione solare incidente in relazione alla posizione geografica ed all’orientamento, alla
tipologia e tecnologia costruttiva ed alle dimensioni delle superfici vetrate.
Per considerare questi aspetti occorre definire un meccanismo che valuti attraverso simulazioni
dinamiche, giornaliere e mensili, gli effetti legati al dimensionamento delle aperture rispetto alla
loro esposizione, la collocazione degli ambienti (dimensionandone il giusto rapporto di
illuminazione diurna in funzione delle specifiche attività sviluppate al loro interno), gli effetti
derivanti dall’ombreggiamento delle superfici trasparenti (in relazione all’esposizione e al periodo
dell’anno).
In una prima fase di analisi, di tipo sostanzialmente quantitativo, si procede individuando
l’orientamento di ogni singolo componente vetrato, presente sulla superficie d’involucro, rispetto
al percorso solare. Utilizzando appositi diagrammi solari e tabelle dell’intensità energetica si
definisce l’intensità radiativa incidente su ciascuna esposizione valutando in che misura il dato
quantitativo di partenza risulta verificato in relazione alle caratteristiche morfologiche dell’edificio,
alle ombre portate di corpi edilizi o masse naturali. Questa analisi iniziale consente di valutare e
controllare gli apporti gratuiti estivi ed invernali derivanti dai fenomeni di interazione solecostruito.
In generale quindi si può riassumere che i principali parametri da controllare si concentrano in
fase progettuale e sono legati alle esigenze di isolamento, tenuta, controllo solare, ventilazione
naturale. In gran parte quindi si risolvono studiando l’esposizione del fabbricato rispetto alla
posizione del sole sull’orizzonte e l’orientamento delle superfici vetrate e le destinazioni d’uso del
fabbricato.
Controllo dispersioni per trasmissione
Partendo dal presupposto che l’utilizzatore si attenga ad un comportamento razionale, le
dispersioni risultano in grossa parte attenuate se si fa riferimento ai nuovi valori di trasmittanza
termica di legge, e già a partire dal 1 gennaio 2006.
Limiti di legge (L.311/2006):
Zona climatica
Dal 1 gennaio2006
U [W/mq K]
Dal 1 gennaio 2008
U [W/mq K]
Dal 1 gennaio 2010
U [W/mq K]
Telaio e vetro
Vetro
Telaio e vetro
Vetro
Telaio e vetro
Vetro
D
3,1
2,6
2,8
2,1
2,4
1,9
E
2,8
2,4
2,4
1,9
2,2
1,7
F
2,4
2,3
2,2
1,7
2,0
1,3
mentre per la Regione Lombardia (DGR 31.10.2007- tab.A3 –allegato A)
192
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Zona climatica
Dal 1 gennaio 2008 U [W/mq K]
D
2,4
E
2,2
F
2,0
I dati in tabella seguente, riportano alcuni valori caratteristici dei componenti trasparenti, a parità
di proprietà del telaio:
U [w/mqk]
Telaio in alluminio con taglio termico
Finestra con vetro tradizionale semplice
4.5
Finestra con vetro tradizionale doppio
2.9
Finestra con doppio vetro basso emissivo
1.3
Finestra con triplo vetro basso emissivo, intercapedine riempita con Argon 4-16-4
0.9-1.1
Negli edifici a consumo controllato, le finestre vengono munite di vetri trasparenti termici tripli,
riempiti nell’intercapedine con gas nobili quali Argon, Kripton o SF6, il telaio è a taglio termico, la
sua percentuale rispetto alla superficie totale vetrata viene ridotta al minimo cercando di ridurre
gli sviluppi del giunto vetro-telaio quindi la presenza dei ponti termici dovuti alle caratteristiche
costruttive del telaio stesso. La percentuale di ottimizzazione si aggira intorno al 15% delle
dispersioni, in quanto nell’edilizia civile, la superficie dei telai rispetto a quella dell’involucro varia
dal 15-45%. Successivamente va controllato il dettaglio costruttivo in fase di progettazione e di
esecuzione, per minimizzare le perdite di calore dovute alle discontinuità materiche che si
verificano in corrispondenza del giunto componente edilizio opaco-trasparente.
(fonte: protocollo Minergie )
Sistemi di controllo e schermatura della radiazione solare
Le tecniche di controllo solare si avvalgono di dispositivi che minimizzano la quantità di calore
incidente sulla superficie vetrata e il guadagno solare in ingresso nel componente trasparente
specie nel periodo estivo. I dispositivi applicati all’esterno del componente trasparente
contribuiscono ad aumentare la resistenza termica della finestra nel regime invernale poiché
rappresentano un ulteriore strato di protezione nel pacchetto di involucro e creano
un’intercapedine areata supplementare tra l’elemento schermante e il vetro.
193
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
I sistemi per il controllo solare endogeno, possono essere classificati nelle seguenti categorie:
- Vetri e pellicole deputati al controllo della radiazione solare
- Sistemi per il controllo della luce naturale
I vetri a controllo solare sono costituiti da vetri float rivestiti con sottili multistrati dielettrici o
metallici che, attraverso fenomeni di interferenza ottica, selezionano la radiazione visibile e
schermano quella ultravioletta. Sono adatti per edifici collocati in zone caratterizzate da eccessivo
surriscaldamento e discomfort luminoso, specie nella stagione estiva.
I soli vetri hanno valori di trasmittanza molto elevati, pari a U= 4,4-5,0 W/mqK, un coefficiente di
trasmissione del visibile pari a 55-65% e un fattore solare di 40-50%.
Se inseriti in una vetrata isolante, ovvero accoppiati con un vetro basso emissivo, possono
raggiungere valori di trasmittanza pari a U= 2 W/mqK, al di sotto dei limiti più restrittivi di legge.
I vetri selettivi, invece sono ottenuti mediante deposizione catodica sottovuoto di più strati di
metalli nobili su un vetro float o colorato in pasta. Il materiale si caratterizza per l’elevata
trasmissione luminosa, il limitato apporto energetico e i bassi valori di remissività. Le prestazioni,
pertanto, risultano intermedie rispetto ai vetri a controllo solare e basso emissivi: permettono un
buon passaggio del flusso luminoso a fronte di un limitato apporto energetico della radiazione
solare.
Questi vetri si caratterizzano per la trasmittanza U= 1,2-1,9 W/mqK, un coefficiente di
trasmissione del visibile pari a 60-65% e un fattore solare di 30-40%.
Sono particolarmente adatti per edifici collocati in aree climatiche caratterizzate da condizioni
variabili in estate e inverno.
- Componenti esterni per la schermatura dei raggi luminosi.
Se si vuole agire dall’esterno limitando l’ingresso della radiazione solare, nelle sue componenti di
radiazione visibile e infrarossa, si possono inserire dei dispositivi che possono avere geometrie
diverse in relazione ai principi ottici di azione.
Possiamo distinguere i sistemi a riflessione luminosa e quelli a diffusione luminosa. I primi sono
costituiti da elementi di ombreggiamento che proiettano la radiazione solare diretta in un luogo
esterno al cono visivo dell’utente: sono pensati per l’ombreggiamento solare, ma possono
controllare anche i fenomeni di abbagliamento. Appartengono a questa categoria le lamelle, i
brise-soleil, le veneziane, le lamelle all’interno di intercapedini vetrate ecc.
Sono dispositivi installati sul lato esterno dell’involucro, per massimizzare le funzioni schermanti
sul componente trasparente, sono realizzate con i materiali più disparati dall’alluminio
preverniciato o anodizzato, all’acciaio, plastica, pietra, legno, metallo, vetro, celle fotovoltaiche.
Le performance luminose e termiche dipendono dai materiali con cui sono costituite, risultano
superiori nel caso di dispositivi opachi.
I criteri di scelta e di progettazione dei sistemi di schermatura solare, fanno riferimento in primo
luogo alle caratteristiche climatiche e di variabilità stagionale del luogo, all’orientamento
dell’edificio e alla sua integrazione nel contesto costruito e naturale, come fattori che possono
mitigare gli effetti della radiazione solare.
In relazione ai dati di out-put relativi all’analisi della radiazione solare incidente in relazione alla
tipologia edilizia del costruito oggetto di studio, si individuano i giorni in cui i componenti vetrati
devono essere schermati e se occorre procedere verso una soluzione di schermatura fissa o
mobile in relazione all’esposizione del componete stesso.
In generale il fronte esposto a sud, richiede una schermatura orizzontale fissa che è ottima nel
periodo estivo, quando l’angolo di incidenza dei raggi solari è alto rispetto all’orizzonte e in
inverno non limita l’ingresso degli apporti gratuiti solari caratterizzati da un angolo di incidenza
basso. È importante sottolineare che la schermature passiva esterna essendo fissa, deve essere
progettata per adattarsi alle necessità di protezione solare all’alternarsi delle stagioni quindi deve
limitare il più possibile i fenomeni di riflessione della radiazione solare, di abbagliamento e di
mitigazione degli apporti gratuiti invernali, senza influenzare la visibilità verso l’esterno. È il caso
194
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
degli aggetti di facciata posti in prossimità dell’apertura superiore della finestra o più aggetti
distanziati in l’altezza.
Il dimensionamento corretto di questi elementi si basa sull’ausilio di un nomogramma che
consente di ricavare le linee di ombreggiamento limiti invernali ed estive al fine di determinare,
fissata l’altezza della finestra, la profondità dello sporto e l’altezza dell’elemento sopraluce o
dell’intervello fra un aggetto orizzontale e l’altro.
Nei fronti est ed ovest la radiazione solare estiva si caratterizza per angoli di incidenza molto
bassi quindi si consiglia la predisposizione di un sistema schermante con elementi verticali
ravvicinati e regolabili che, a differenza delle tipologie precedenti possono ridurre notevolmente la
visuale.
Per fornire un quadro di insieme, i sistemi che schermano i raggi solari passanti attraverso i
componenti vetrati possono essere distinti in due categorie:
Tipologia
Funzionamento
Sistema
Descrizione
Funzionamento
Applicabilità
Luoghi con
condizioni di
Tettoie/griglie Aggetti in facciata ad
irraggiamento
orizzontali
altezze variabili
costati dove il
sole è alto
sull’orizzonte
Luoghi con
Inclinazione che
Struttura installata
condizioni
Schermi fissi che Frangisoli/
intercetta la radiazione
verticalmente con range di
climatiche e
non riescono a griglie
delle ore e nei giorni
regolazione 4-5°
irraggiamento
modulare il tipo di orizzontali
più caldi
costanti
risposta alle
sollecitazioni
Rullo a molla o a motore,
Orientamento
esterne
Il grado di protezione
guidato con cavetti
Sistemi a rullo
sud, climi
d’acciaio, che regola
dipende dal peso del
in tessuto
particolarmente
tessuto e dalla trama
l’altezza del tessuto
soleggiati
schermante
Inclinazione che
Orientamento
Griglie
Griglie in materiale
intercetta la radiazione sud, climi
metalliche
metallico
delle ore e nei giorni
particolarmente
più caldi
soleggiati
Pale verticali in alluminio
Schermi che
consentono di
estruso o trafilato di
modulare i
sezione ogivale,
Sistema che regola
Climi temperati
Frangisole
movimentati con
l’inclinazione ma non con ampia
parametri di
regolabili a
meccanismo a catena. È riflette la radiazione
variabilità
risposta alle
pale verticali
all’interno dei locali
stagionale
sollecitazioni
possibile eliminarli
completamente quando
energetiche
esterne
necessita
Frangisole a
Lamelle in alluminio,
La rotazione delle
Climi temperati
lamelle e
sospese orizzontalmente lamelle scherma la
con ampia
tende alla
con cordini a scalette che radiazione solare a
variabilità
veneziana da
ruotano di 180°
qualsiasi incidenza
stagionale
esterno
Lamelle in alluminio dove
la tenda può assumere
Climi temperati
Tende a
qualsiasi
Rotazione a 360°,
con ampia
lamelle o alla posizione(soffitto, parete, schermatura totale dei
variabilità
veneziana
direttamente sul
raggi solari
stagionale
fermavetro del
serramento)
Schermature attive
Schermature passive esterne
Inclinazione che
intercetta la radiazione
delle ore e nei giorni
più caldi
195
Federcasa Lombardia
Tipologia
Funzionamento
Regione Lombardia
Sistema
Descrizione
Livello di protezione
delle radiazione solare
elevato. Semplifica il
problema
dell’integrazione
schermo-serramento
con minore impatto
architettonico in
facciata
La veneziana in
Le soluzioni si dividono in
vetrocamera scherma,
sistema a slitta
gradua l’energia solare
magnetica, sistema a
entrante e incrementa il
rinvio magnetico, sistema
fattore isolante del
motorizzato
retrocamera
Il binario superiore è
dotato di meccanismo che
fa ruotare le lamelle di
Tende a
360° fino a farle
bande verticali
impacchettare
lateralmente per liberare
l’ingombro
Protezioni
integrate nel
sistema
serramentovetro
Funzionamento
Applicabilità
Climi temperati
con ampia
variabilità
stagionale
Climi temperati
con ampia
variabilità
stagionale
Criteri di progettazione della schermatura solare
Schema A
Il dimensionamento del frangisole orizzontale fisso richiede la conoscenza della latitudine del sito
e del numero di giorni durante i quali la finestra deve essere totalmente schermata. In base a
questi dati, con l’ausilio di un nomogramma, è possibile ricavare le linee di ombreggiamento limite
invernali ed estive al fine di determinare, fissata l’altezza della finestra, la profondità dello sporto
e l’altezza dell’elemento sopraluce. Una schermatura orizzontale sul fronte sud, quando il sole è
alto all’orizzonte, consente di non compromettere l’ingresso dei raggi solari nel periodo invernale.
(fonte: rivista “Progetto Energia”)
Schema B
La figura mostra come la presenza di elementi fissi distanziati (A) può presentare zone con luce
diffusa e di abbagliamento. La mensola (B) suddivide la finestra in due parti senza comprometterne la visibilità abbinando all’ombreggiamento la riflessione della luce all’interno della stanza. Il
frangisole a lamelle o a pale si basa sulla variazione del numero e della distanza degli elementi
orizzontali o verticali disposti davanti alla superficie vetrata, per la regolazione dei flussi solari ed
energetici.
La schermatura verticale con estensione che comprende tutta l’apertura della finestra è
applicabile sui fronti nord, est ed ovest dove è necessario schermare la radiazione diffusa e dove
gli angoli d’incidenza dei raggi solari estivi risultano molto bassi, quindi il sistema di oscuramento
deve essere verticale con lamelle ravvicinate a discapito della riduzione della visuale.
196
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
(fonte: rivista “Progetto Energia”)
Infissi esterni
Finestre con telai in legno
Informazioni tecnico descrittive
Il legno utilizzato per la realizzazione di serramenti deve garantire una buona stabilità
dimensionale, che dipende da diversi fattori quali la corretta essiccazione a cui viene sottoposto il
materiale, il metodo di taglio e il tipo di legno.
La scelta del tipo di legno deve essere studiata in relazione a diversi fattori quali:
- prediligere essenze legnose reperibili nel luogo;
- utilizzare essenze resinose, più resistenti agli sbalzi di temperatura, specie se si impiegano i
serramenti in zone fredde e umide;
- prediligere le essenze poco nodose, in quanto risultano più stabili a lavorazione terminata.
Esistono in commercio infissi in legno con l’anima in sughero. Questi serramenti garantiscono
una buona tenuta all’aria, all'acqua e resistenza al vento, incrementano le caratteristica termiche
ed acustiche (ottenendo ottimi risultati nell'abbattimento del rumore esterno e di un migliore
scambio termico).
In fase di dismissione del serramento i due elementi risultano difficilmente separabili, non
consentendo quindi il recupero differenziato dei diversi materiali.72
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte)
72
Esistono anche tipologie di infissi con soluzioni ibride, diverse da quelle citate, di cui si può trovare
documentazione sui siti:
http://www.edilportale.com/edilcatalogo0/EdilCatalogo_SchedaProdotto.asp?IDProdotto=3778 e
http://www.edilportale.com/edilcatalogo0/EdilCatalogo_SchedaProdotto.asp?IDProdotto=3777
197
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Caratteristiche tecnologiche e termofisiche del componente
In tabella vengono riportati i valori medi di trasmittanza che caratterizzano una casistica di
serramenti in legno con spessore del telaio di 5cm, divisi per tipologia d’apertura, e per tipologia
di superficie vetrata:
Tipologia
apertura
Tipologia telaio
d[mm]
70
Apertura
90x150mm
Tipo
70
4-6-4
4-12-4
4-16-4
Triplo
Trattamento
superficiale
Trattate
Trattate
Trattate
Gas
Ug
[W/m²K]
Uw
[W/m²K]
Argon
Argon
Kripton
2,3
1,7
1,3
2,5
2,0
1,9
4-6-4-6-4 Non trattate
4-9-4-9-4 Non trattate
4-12-4-12- Trattate
4
Aria
Kripton
Argon
2,3
1,7
1,3
2,4
1,9
1,8
Doppio
4-6-4
4-12-4
4-16-4
Argon
Argon
Kripton
2,3
1,7
1,3
2,4
1,9
1,7
Triplo
4-6-4-6-4 Non trattate
4-9-4-9-4 Non trattate
4-12-4-12- Trattate
4
Aria
Kripton
Argon
2,3
1,7
1,3
2,4
1,8
1,5
Doppio
4-6-4
4-12-4
4-16-4
Argon
Argon
Kripton
2,3
1,7
1,3
2,5
1,9
1,8
Triplo
4-6-4-6-4 Non trattate
4-9-4-9-4 Non trattate
4-12-4-12- Trattate
4
Aria
Kripton
Argon
2,3
1,7
1,3
2,4
1,8
1,7
Doppio
4-6-4
4-12-4
4-16-4
Argon
Argon
Kripton
2,3
1,7
1,3
2,4
1,9
1,5
Triplo
4-6-4-6-4 Non trattate
4-9-4-9-4 Non trattate
4-12-4-12- Trattate
4
Aria
Kripton
Argon
2,3
1,7
1,3
2,4
1,8
1,4
Legno
100
Dimen.
[mm]
Doppio
Legno
100
Apertura
doppia/tripla/
porta finestra
120x150mm
180x150mm
120x210mm
Tipologia vetro
Trattate
Trattate
Trattate
Trattate
Trattate
Trattate
Trattate
Trattate
Trattate
(Dati tecnici ottenuti da simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Trasmittanza telaio con d=70mm,
Trasmittanza telaio con d=100mm,
Uf= 1,65 [W/m²K]
Uf= 1,42 [W/m²K]
Classe di permeabilità all’aria
Tenuta all’acqua
Resistenza al vento
classe A3 (2)
classe E4 (3)
classe V3 (4)
198
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Trasmittanza termica del telaio
- larghezza media telaio 30mm
- larghezza media telaio 50mm
- larghezza media telaio 100mm
2.20 W/m2K
1.90 W/ m2K
1.42 W/ m2K (1)
Permeabilità all’aria
classe A3 (2)
Tenuta all’acqua
classe E4 (3)
Resistenza al vento
classe V3 (4)
Isolamento acustico
classe R3 (5)
(1) secondo la UNI EN 10077 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure – Calcolo della trasmittanza
termica – Metodo semplificato
(2) secondo la UNI EN 1026 Finestra e porte finestre - Tenuta all’aria - Classificazione
(3) secondo la UNI EN 1027 Finestre e porte finestre - Tenuta all’acqua – Classificazione
(4) secondo la UNI EN 12211 Finestre e porte finestre - Resistenza al carico del vento (5) Classificazione secondo la norma UNI 8204 vetro 10/12/5 Rw=40
Finestre con telai in alluminio
Informazioni tecnico descrittive
Gli infissi costruiti con telai in alluminio risultano molto robusti e resistenti agli agenti atmosferici.
L’elevata conducibilità del materiale, però, favorisce le dispersioni termiche; questa caratteristica
fa sì che si creino anche fenomeni di condensa dovuti all’umidità contenuta nell’aria a contatto
con una superficie a bassa temperatura. I serramenti a taglio termico con membrana
termoisolante sono in grado di sigillare termicamente l’infisso migliorando, inoltre, le
caratteristiche acustiche degli ambienti favorendo il maggior assorbimento delle vibrazioni
sonore. Essi sono basati sul principio di creare un’interruzione tra l’ambiente esterno e quello
interno riducendo notevolmente la trasmittanza termica dell’elemento. Esistono dei processi di
verniciatura delle leghe metalliche che consentono di proteggerle maggiormente aumentando la
loro resistenza alla corrosione e quindi la loro durata. Durante la permanenza in opera,
nonostante i trattamenti subiti, non rilasciano sostanze tossiche.
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte)
199
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Caratteristiche termofisiche del componente
In tabella vengono riportati i valori medi di trasmittanza che caratterizzano una casistica di
serramenti in alluminio a taglio termico, divisi per tipologia d’apertura, e per tipologia di superficie
vetrata:
Tipologia
apertura
Tipologia
telaio
Tipologia vetro
Uw
[W/m²K]
Taglio termico Tipo
Tutte
Alluminio
Dim [20mm]
Uf
[W/m²K]
Dimen.
[mm]
Trattamento
superficiale
Gas
Doppio
4-6-4
4-12-4
4-16-4
Trattate
Trattate
Trattate
Argon
Argon
Kripton
2,3
1,7
1,3
2,5
2,1
1,8
Triplo
4-6-4-6-4 Non trattate
4-9-4-9-4 Non trattate
4-12-4-12-4 Trattate
Aria
Kripton
Argon
2,3
1,7
1,3
2,5
2,1
1,8
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Trasmittanza telaio con d=20mm,
Classe di permeabilità all’aria:
Tenuta all’acqua
Resistenza al vento
Uf= 3 [W/m²K]
classe A3 (2)
classe E3 (3)
classe V3 (4)
(1) secondo la UNI EN 10077 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure – Calcolo della trasmittanza
termica – Metodo semplificato
(2) secondo la UNI EN 1026 Finestra e porte finestre - Tenuta all’aria - Classificazione
(3) secondo la UNI EN 1027 Finestre e porte finestre - Tenuta all’acqua – Classificazione
(4) secondo la UNI EN 12211 Finestre e porte finestre - Resistenza al carico del vento (5) Classificazione secondo la norma UNI 8204 vetro 10/12/5 Rw=40
Trasmittanza termica del telaio
- con taglio termico
- senza taglio termico
3.1-3.7 W/m2K
7.0 W/m2K
Permeabilità all’aria
classe A3
Tenuta all’acqua
classe E3
Resistenza al vento
classe V3
Finestre con telai in materiale plastico
Informazioni tecnico descrittive
I materiali plastici si prestano alla realizzazione di telai per le superfici vetrate grazie all’ottima
resistenza agli agenti atmosferici ed in particolare alla radiazione solare, all’ottimo isolamento
termico ed acustico, all’insensibilità agli acidi, all’inattaccabilità di microrganismi delle muffe ed
infine all’autoestinguenza.
Le caratteristiche termiche, acustiche e meccaniche rimangono inalterate nel tempo e,
generalmente quelle legate alle prestazioni energetiche sono intermedie fra i telai in legno e quelli
metallici mentre, le caratteristiche di permeabilità, tenuta all’acqua e di resistenza al vento sono
analoghe a quelle dei telai metallici.
200
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte)
Caratteristiche tecnologiche e termofisiche del componente
In questa fase di analisi, vengono considerate le configurazioni possibili per raggiungere i valori di
trasmittanza fissati per legge, a partire dal 1 gennaio 2006 fino ad arrivare a regime. In tabella
vengono riportati i valori medi di isolamento termico che caratterizzano una casistica di
serramenti in pvc profilo vuoto con due camere, divisi per tipologia d’apertura, e per tipologia di
superficie vetrata:
Tipologia
apertura
Tipologia
telaio
Tipologia vetro
Uw
[W/m²K]
Profilo
con Tipo
due camere
vuote
Tutte
Uf
[W/m²K]
Dimensione
[mm]
Trattamento
Superficiale
Gas
Doppio
4-6-4
4-12-4
4-16-4
Trattate
Trattate
Trattate
Argon
Argon
Kripton
2,3
1,7
1,3
2,3
1,9
1,6
Triplo
4-6-4-6-4
4-9-4-9-4
4-12-4-12-4
Non trattate
Non trattate
Trattate
Aria
Kripton
Argon
2,3
1,7
1,3
2,3
1,9
1,6
Pvc
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Trasmittanza telaio in pvc con profilo a due camere vuote, Uf= 2,2 [W/m²K]
Classe di permeabilità all’aria
classe A3 (2)
Tenuta all’acqua
classe E3 (3)
Resistenza al vento
classe V3 (4)
(1) secondo la UNI EN 10077 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure – Calcolo della trasmittanza
termica – Metodo semplificato
(2) secondo la UNI EN 1026 Finestra e porte finestre - Tenuta all’aria - Classificazione
(3) secondo la UNI EN 1027 Finestre e porte finestre - Tenuta all’acqua – Classificazione
(4) secondo la UNI EN 12211 Finestre e porte finestre - Resistenza al carico del vento (5) Classificazione secondo la norma UNI 8204 vetro 10/12/5 Rw=40
201
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Si può osservare quindi che le prestazioni energetiche del fabbricato sono connesse alla buona
progettazione ed esecuzione degli infissi. La loro qualità ha una notevole importanza sia nel caso
di nuova costruzione, sia per interventi di ristrutturazione edilizia.
In seguito alle disposizioni di legge ora vigenti, che fissano il grado di isolamento minimo dei
componenti di involucro opachi e trasparenti e il limite al fabbisogno di energia primaria per la
climatizzazione invernale, occorre considerare che gli interventi possibili non si limitano al
controllo delle dispersioni attraverso il vetro ma comprendono il controllo di tutti gli elementi che
compongono il serramento.
Gli interventi, analizzati sinteticamente nel seguente rapporto, possono riassumersi secondo uno
schema costi/benefici:
Zona climatica Parametro
controllo
di Componente
Vetro
Dispersioni
Cassonetti
D/E/F
Vetro
Infiltrazioni
Telaio
Intervento
Doppi vetri/
Sostituzione
Isolamento del
componete
Aggiunta di un
secondo serramento
Guarnizioni
supplementari
Costo indicativo Risparmio
€/m2
energetico %
41,00
15-20
9,00
5-10
100,00
7-10
6,20
5-10
Fonte ENEA
Per quanto attiene quindi alle possibili ristrutturazioni di edilizia esistente, ll letteratura su questo
aspetto, molto diffusa, riporta dati interessanti sul risparmio e sul relativo costo di intervento
riferito a m2 di manufatto .
Nella tabella seguente si mostra il risultato ottenibile per interventi su componenti dell'involucro
edilizio di fabbricati esistenti.
Risparmio energetico medio conseguibile in interventi di ristrutturazione:
Pareti
Copertura
Serramenti
Costo medio materiale
(€/m2) 11-15
30
24
Costo medio manodopera
(€/ m2) 15-25
20-30
25
Risparmio energetico
(%)
3-5
10-15
15-20
Fonte ENEA
Coperture
Strutture opache inclinate esterne
Il sistema di copertura a falde è la soluzione tecnologica più diffusa in Italia.
Il decreto legislativo 311/2006, fissa nuovi limiti sulle prestazioni energetiche invernali dei
componenti d’involucro, incluse le coperture che, rispetto agli standard attuali consentono di
limitare fortemente le dispersioni a fronte di un risparmio energetico medio del 40-45%.
Le cause che inducono allo studio delle prestazioni di copertura sono le situazioni di discomfort
termo igrometrico che si registrano alle basse temperature d’inverno e nelle calde giornate estive.
I parametri che rendono possibile tale studio sono la trasmittanza termica, come misura della
caratteristica del pacchetto di resistere al passaggio del calore, la riduzione dell’ampiezza e lo
spostamento di fase come attitudine ad immagazzinare calore.
202
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
La capacità isolantI della struttura opaca inclinata dipendono dal tipo di isolante, di struttura
portante (in acciaio, legno o latero-cemento), dall’eventuale presenza di ponti termici e dalla
ventosità del sito.
Il valore della riduzione dell’ampiezza d’onda e dello sfasamento dipendono dal tipo e dalla
collocazione dello strato isolante, dalla capacità termica e dalla densità dei materiali, dal colore e
dalla riflettenza del manto di copertura e dalla ventilazione del pacchetto per il 5-7%.
Le funzioni dello strato termoisolante sono molteplici, in primo luogo previene l’insorgere di
situazioni termo igrometriche critiche, assicurando notevoli economie di esercizio e sensibili
vantaggi in termini di comfort abitativo, poi svolge una funzione protettiva nei confronti della
struttura, soprattutto quando questa è in legno, e deve soddisfare i requisiti di resistenza alle
sollecitazioni tipiche dei manti di copertura tradizionali.
Le principali tecniche d’isolamento si possono distinguere in tre categorie:
• Sistemi di isolamento con ventilazione sottotegola
• Sistemi di isolamento senza ventilazione sottotegola
• Sistemi di isolamento della soletta di sottotetti non praticabili
Limiti minimi inerenti le prestazioni energetiche invernali (L.311/2006):
Zona climatica
Dal 1 gennaio2006
U [W/mq K]
0,43
0,41
E
F
Dal 1 gennaio 2008
U [W/mq K]
0,32
0,31
Dal 1 gennaio 2010
U [W/mq K]
0,30
0,29
mentre per la Regione Lombardia (DGR 31.10.2007- tab.A3 –allegato A)
Zona climatica
Dal 1 gennaio 2008 U [W/mq K]
D
0,32
E
0,30
F
0,29
Strutture in latero cemento ventilate/non ventilate
Soluzione 1a, 1b
Copertura ventilata/non ventilata con struttura portante in laterocemento e isolamento applicato a “cappotto”, tetto caldo.
Dati generali ambientali
Zona climatica:
Comune:
Gradi giorno:
E
Milano
2404 GG
Informazioni tecnico descrittive
Il pacchetto di copertura si compone, partendo dalla superficie esterna, di un manto di copertura
in tegole, listelli di pendenza, canale di ventilazione sottotegola 5cm, pannello isolante di
polistirene espanso sinterizzato di 8cm, strato impermeabilizzante, soletta in latero-cemento di
20cm e strato di intonaco isolante in calce e cemento di 1.5 cm.
La ventilazione è un fattore importante per la buona progettazione della copertura perché ne
assicura l’uniformità termica, nel caso di abbondanti nevicate e frequenti cicli di gelo e disgelo,
prevenendo lo scioglimento repentino del ghiaccio in gronda con conseguenti sollecitazioni del
203
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
manto e possibili infiltrazioni dell’acqua, in condizioni climatiche meno severe favorisce lo
smaltimento del vapor d’acqua proveniente dai locali sottostanti evitando la condensazione sotto
il manto o nel sottotetto, durante il periodo estivo genera moti convettivi nel sottotegola riducendo
la sollecitazione termica delle parti sottostanti il manto di copertura.
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte)
Caratteristiche tecnologiche e termofisiche del componente
La struttura si caratterizza per il doppio isolamento previsto nel pacchetto d’involucro e all’esterno
dello stesso, fra il manto di copertura e la guaina impermeabilizzante.
Questa soluzione rientra fra quelle adottabili in progettazioni energeticamente consapevoli perché
riduce in grossa parte le perdite di calore per trasmissione, che sono fra le più accentuate a
causa del costante flusso di aria calda verso l’alto, e in grossa quantità i carichi di calore estivi
derivanti dall’irraggiamento, grazie al flusso d’aria costante che mitiga ed espelle quota parte del
calore assorbito dalla struttura portante di copertura.
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Manto di copertura
0.015
-
-
0,01
Intercapedine d’aria debolmente ventilata
0.300
-
-
0,105
Guaina impermeabilizzante
0,03
-
-
-
Polistirene espanso estruso
0.100
35
0.034
2.941
Solaio in latero cemento
0.200
1200
0,606
0,330
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Isolante applicato*
Spessore d’involucro
Massa superficiale
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime” **
Resistenza termica totale
204
ESP
10 cm
40,50 cm
248,85 kg/m²
0,298 W/m²K
0,300 W/m²K
3,402 m²K/W
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Parametri termici dinamici:
Fattore di decremento
Sfasamento
0,211
9h52’
*La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore dell’isolante e d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario e dinamico, software MC4)
Soluzione 1a
Parametri termici stazionari e dinamici del pacchetto con ventilazione:
Spessore mat.
coibente
U [W/mqK]
pacchetto
Riduzione dispersioni Fattore di decremento
%*
Sfasamento orario
ESP 4cm
0.480
0%
0,205
10h10’
ESP 6cm
0.385
20%
0,194
10h20’
ESP 8cm
0.314
34,6%
0,186
10h28’
ESP 10cm
0,298
37,9%
0,179
10h32’
Soluzione1b
Parametri termici stazionari e dinamici del pacchetto senza ventilazione:
Spessore mat.
coibente
U [W/mqK]
pacchetto
Riduzione dispersioni Fattore di decremento Sfasamento orario
%*
ESP 4cm
0.499
0%
0,233
9h17’
ESP 6cm
0.397
21,3%
0,221
9h33’
ESP 8cm
0.322
36,8%
0,213
9h50’
ESP 10cm
0,302
39,5%
0,207
10h05’
* Riduzione delle dispersioni di calore in % nel range di prestazioni, previste per legge, valide dal 1 gennaio 2006 al 1
gennaio 2010.
I dati riportati in tabella, desunti da una serie di simulazioni operate in regime di trasmissione
statico e dinamico periodico, evidenziano il comportamento di un pacchetto di copertura
caratterizzato da una medesima distribuzione stratigrafica dove aumenta progressivamente lo
spessore dello strato a minore conducibilità termica.
I risultati sottolineano l’effetto benefico della ventilazione sottotegola nel periodo estivo dove,
comparando casi analoghi, il fattore di decremento risulta sempre inferiore e lo sfasamento
dell’onda termica sempre superiore di almeno 1h.
Nel regime invernale i valori di trasmittanza, a parità di spessore isolante, sono simili in entrambi i
pacchetti.
Le prestazioni energetiche della soluzione 1a possono peggiorare in ragione all’importanza
dell’effetto convettivo generato dalla ventilazione sottotegola che potrebbe incrementare lo
scambio di calore.
205
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Strutture in legno ventilate/non ventilate
Soluzione 2 Copertura ventilata in legno con isolamento termico esterno, “tetto caldo”
Dati generali ambientali
Zona climatica:
Comune:
Gradi giorno:
E
Milano
2404GG
Informazioni tecnico descrittive
Il sistema di copertura si compone, partendo dalla superficie esterna, di un manto di copertura in
tegole, una contro-listellatura che permette la realizzazione del canale di ventilazione sottotegola,
strato impermeabilizzante, pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato, tavolato piallato e
travi piallate di sostegno. Il pacchetto di copertura denominato a “tetto caldo” consente di
mantenere temperato il clima della zona sottotetto, durante il periodo invernale e presenta la
struttura portante dai danni recati dalle elevate escursioni termiche. La ventilazione di copertura
si ottiene normalmente tramite una doppia listellatura sulla quale si posano le tegole, oppure
tramite l’uso di pannelli termoisolanti preformati dotati di distanziatori per la posa del manto di
copertura.
Il movimento d’aria è proporzionale alla temperatura esterna, alla pendenza della falda e allo
spessore dell’intercapedine di ventilazione.
Rappresentazione grafica tratta da “Tecnologie Costruttive”,
edito da Environment Park, Sportello bioedilizia, Regione Piemonte.
Caratteristiche tecnologiche e termofisiche del componente
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
Manto di copertura
0.015
-
debolmente 0.450
-
-
0,205
Intercapedine
ventilata
d’aria
λ [W/mK]
R [m2K/W]
0,01
Guaina impermeabilizzante
0,03
-
-
-
Polistirene espanso estruso
0.100
35
0.034
2.941
Struttura in legno
0.060
-
-
-
(Dati tecnici ottenuti in seguito di simulazioni in regime termico stazionario, software KlimaEuropa)
206
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
I dati riportati in tabella evidenziano le differenze che insistono nell’utilizzo di materiali isolanti di
natura diversa : il solaio di copertura, realizzato con travi a vista, necessita di uno strato isolante
che associa all’alta resistenza termica una buona capacità termica in modo smorzare e ritardare
sensibilmente gli effetti della radiazione solare incidente sul manto di copertura nel periodo
estivo. In questa soluzione mancano i benefici derivanti dalla struttura portante massiccia, tipica
della soluzione costruttiva in latero-cemento.
Gli effetti derivanti dalla scelta di due materiali isolanti diversi per caratteristiche inerziali e di
conducibilità termica si possono desumere dalle seguenti tabelle:
Parametri termici stazionari e dinamici per pacchetto con ventilazione:
Spessore mat.
coibente
U [W/mqK]
pacchetto
Riduzione
dispersioni %
Fattore di
decremento
Sfasamento
orario
ESP 4cm
0.496
0%
0,540
6h15’
ESP 6cm
0.396
20,8%
0,526
6h34’
ESP 8cm
0.321
36,5%
0,513
6h54’
ESP 10cm
0,295
38,5%
0,442
5h60’
Spessore mat.
coibente
U [W/mqK]
pacchetto
Riduzione
dispersioni %*
Fattore di
decremento
Sfasamento
orario
FW 4cm
0.831
-
0,460
6h56’
FW 6cm
0.703
-
0,389
8h12’
FW 8cm
0.609
-
0,322
9h30’
FW 10cm
0.537
-
0,261
10h48’
FW 12cm
0,480
0%
0,208
12h07’
FW 14cm
0,434
9,6%
0,164
13h25’
FW 16cm
0,396
17,5%
0,128
14h44’
FW 18cm
0,364
24,1%
0,100
16h02’
FW 20cm
0,338
29,6%
0,070
17h20’
FW 22cm
0,300
37,5%
0,060
17h40’
* Riduzione delle dispersioni di calore in % nel range di prestazioni, previste per legge, valide dal 1 gennaio 2006 al 1
gennaio 2010.
Parametri termici stazionari e dinamici per pacchetto senza ventilazione:
Spessore mat.
coibente
U [W/mqK]
pacchetto
Riduzione
dispersioni %
Fattore di
decremento
Sfasamento
orario
ESP 5cm
0,464
0%
0,502
5h22’
ESP 6cm
0,408
20,8%
0,494
5h30’
ESP 8cm
0.329
36,5%
0,481
5h45’
ESP 10cm
0,300
37,5%
0,449
5h50’
207
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Spessore mat.
coibente
U [W/mqK]
pacchetto
Riduzione
dispersioni %*
Fattore di
decremento
Sfasamento
orario
FW 4cm
0.840
-
0,460
6h56’
FW 6cm
0.710
-
0,389
8h12’
FW 8cm
0.620
-
0,322
9h30’
FW 10cm
0.557
-
0,261
10h48’
FW 12cm
0,477
0%
0,255
10h50’
FW 14cm
0,429
9,6%
0,205
12h16’
FW 16cm
0,389
17,5%
0,163
13h21’
FW 18cm
0,357
24,1%
0,128
14h36’
FW 20cm
0,329
29,6%
0,100
15h51’
FW 22cm
0,309
37,5%
0,078
17h06’
* Riduzione delle dispersioni di calore in % nel range di prestazioni, previste per legge, valide dal 1 gennaio 2006 al 1
gennaio 2010.
BASAMENTO
Strutture opache orizzontali esterne
Soluzione 1
Solaio di calpestio in latero-cemento verso terra o verso locali non
riscaldati.
Informazioni tecnico descrittive
Il pacchetto realizzato verso terra si compone, partendo dalla superficie interna, di uno
strato di pavimento e allettamento di 2,5 cm., sottofondo in calcestruzzo per impianti 6cm,
pannello rigido in polistirene espanso estruso di 5 cm., solaio in latero-cemento di 20 cm.
Caratteristiche termofisiche del componente
Questa soluzione corrisponde al pacchetto tipico adattabile ad ogni tipologia edilizia
legata al residenziale. Il pacchetto d’involucro deve far fronte alle sole perdite per
trasmissione verso il terreno o verso scantinati non riscaldati quindi i parametri da
controllare si riducono alla sola trasmittanza.
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Pavimentazione
0.015
2300
1
0,015
Allettamento in malta di cemento
0.010
2000
1,4
0,007
Caldana in calcestruzzo allegg.
0,05
400
0,139
0,359
Polistirene espanso estruso
0.085
35
0.034
2.305
Solaio in latero cemento
0.200
1200
0,606
0,330
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Isolante applicato*
Spessore d’involucro
Massa superficiale
208
ESP
8,5 cm
51,5 cm
406,30 kg/m²K
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime” **
Resistenza termica totale
0,300 W/m²K
0,330 W/m²K
3,330 m²K/W
*La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore dell’isolante e d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario, software KlimaEuropa).
Soluzione 2
Solaio in latero-cemento su pilotis isolato a “cappotto” verso ambiente non
riscaldato
Informazioni tecnico descrittive
Caratteristiche stratigrafiche e termofisiche del componente
Descrizione componente
s [m]
ρ [kg/m3]
λ [W/mK]
R [m2K/W]
Pavimentazione
0.015
2300
1
0,015
Allettamento in malta di cemento
0.015
2000
1,4
0,007
Caldana in calcestruzzo allegg.
0,05
400
0,139
0,359
Solaio in latero cemento
0.085
35
0.034
2.305
Polistirene espanso estruso
0.200
1200
0,606
0,330
Intonaco di calce e cemento
0.015
1800
0.930
0.016
Isolante applicato*
Spessore d’involucro
Massa superficiale
Parametri termici stazionari:
Trasmittanza termica totale
Trasmittanza termica a “regime” **
Resistenza termica totale
ESP
8,5 cm
51,5 cm
406,30 kg/m²K
0,300 W/m²K
0,330 W/m²K
3,330 m²K/W
*La soluzione proposta è quella che consente di raggiungere le prestazioni energetiche a “regime” a fronte di uno
spessore dell’isolante e d’involucro minimo.
**Trasmittanza termica a “regime”ossia il valore di trasmittanza valido dal 1 gennaio 2010.
(Dati tecnici ottenuti in seguito a simulazioni in regime termico stazionario, software KlimaEuropa).
209
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
B6. Criteri, metodi, strumenti per la “durabilità” e “sostenibilità” della residenza
sovvenzionata
Roberto Mingucci
Paolo Vestrucci
Simone Garagnani
Elettra Barbieri
Società NIER Bologna
Nel presente Capitolo si espone una sintesi dei criteri, dei metodi e degli strumenti che vengono
proposti per il progetto di nuove abitazioni e per la riqualificazione di quelle esistenti, destinati a
soddisfare i criteri normativi e di miglioramento energetico per alloggi di edilizia economicopopolare. I criteri di prescrizione, tipici delle normative, sono affiancati da criteri di soluzione,
proposti e motivati nelle singole fasi di progetto.
Tema generale della ricerca, considerando il patrimonio residenziale pubblico in una prospettiva
di durabilità e sostenibilità, è l’individuazione di linee guida per un risparmio complessivo delle
risorse energetiche destinate alla costruzione e gestione degli edifici residenziali, da ottenersi nel
rispetto della normativa nazionale e regionale. L'obiettivo va perseguito all'interno di una scelta
politico-culturale che continua a privilegiare la realizzazione di edifici residenziali di qualità ma in
un’ottica di ottimizzazione e riduzione dei costi necessari. Esso va quindi costruito attraverso una
approfondita analisi di tutte le possibili soluzioni progettuali che possano consentire di ottimizzare
l'investimento necessario senza per questo ridurre il livello di benessere abitativo più generale.
Le soluzioni su cui la sperimentazione ha concentrato la propria attenzione sono quelle rivolte
principalmente a realizzare sia un involucro di qualità superiore (soprattutto in termini di
isolamento termico) sia a controllare meticolosamente gli apporti e le sottrazioni di energia (che in
un edificio si realizzano soprattutto attraverso la luce solare, l’aerazione e la ventilazione).
Non va dimenticata però l’attenzione da riservare all’integrazione ed al coordinamento fra la
soluzione architettonico/urbanistica e quella impiantistica, specialmente quella diretta allo
sfruttamento di energie alternative, che, in ragione dell’obbligo ora fissato dalle norme,
rappresenterà una condizione generale in tutti i nuovi interventi.
Una visione completa del problema appare possibile solo analizzando globalmente il processo di
progetto e di realizzazione dei fabbricati. I provvedimenti più importanti devono essere organizzati
in specifici "pacchetti" che potranno far riferimento sia alle fasi del processo (preliminare,
definitiva, esecutiva) sia ai componenti del sistema edilizio considerato (pareti esterne, infissi,
copertura, basamento, ecc.).
Ogni oggetto richiede infatti elementi d’intervento molto differenziati tra loro73, e risulta quindi
importante che il singolo pacchetto sia pensato per parti ben definite e indipendenti dell’edificio, in
modo da poterlo eseguire completamente, anche in autonomia esecutiva rispetto al resto.
Spesso sussistono tra i singoli interventi effetti di interazione che possono incidere sulla
consistenza finale delle componenti stesse. Questo può avvenire anche tra interventi relativi ai
singoli pacchetti, che possono essere realizzati in fasi diverse durante la costruzione del
fabbricato74. In altri casi la scelta progettuale può imporre una contemporaneità di intervento per
garantire l'efficacia globale della soluzione adottata.
73
74
Questa modalità progettuale e costruttiva è alla base di vari protocolli di certificazione del risparmio energetico,
come si può desumere dalle indicazioni fornite per l’applicazione dei protocolli CasaClima® o ITACA®, ma
ancora più organicamente ci sembra essere contenuta nelle linee progettuali suggerite dal protocollo svizzero
Minergie®.
Un esempio di questo tipo di interazione può riferirsi alla sostituzione della caldaia dell’impianto di riscaldamento.
Se tale sostituzione viene programmata dopo il risanamento delle facciate e/o la posa di nuove finestre
(entrambe maggiormente isolate) sarà infatti sufficiente una caldaia di potenza ridotta rispetto alla precedente.
211
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Più in generale si può affermare che è necessaria una combinazione coordinata di provvedimenti
costruttivi ed impiantistici per ottenere risultati di risparmio di energia evitando incongruenze che
inciderebbero pesantemente sia sui risultati sia sui costi finali.
Un esempio di strutturazione degli aspetti di pacchetto per interventi (Protocollo Minergie®)
I principi fondamentali e le categorie di intervento
Nella stesura di questa ricerca si è privilegiata la sintonia con il Protocollo Svizzero Minergie®
che ha, fra l’altro, il merito di individuare in modo semplice la sequenza di interventi possibili e
significativi per nuove costruzioni e per il recupero di quelle esistenti. In questa prospettiva si è
formulato un quadro sintetico di Intervento, enucleando:
- i principi da osservare per il raggiungimento dell'obbiettivo fissato
- le categorie di intervento da privilegiare come realizzazione degli stessi principi.
212
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Quadro di sintesi dei principi fondamentali, esplicitati in differenti categorie di intervento.
Seguendo un ordine gerarchico, i principi fondamentali della progettazione, specificamente volta
al risparmio delle risorse energetiche, vengono indicati ricorrendo a cinque classi che
raggruppano gli aspetti fondamentali dell’azione complessiva di progetto:
1.
2.
3.
4.
5.
Rispetto dei fattori ambientali
Efficienza dell’involucro
Impiantistica per una aerazione meccanica controllata
Rispetto delle normative nazionale e regionali sul risparmio energetico in edilizia
Oculato contenimento dei costi
Poiché, la qualità di un edificio dipende dalla qualità dei singoli sistemi ed elementi che lo
compongono, questi sistemi ed elementi più importanti potranno essere definiti tramite liste di
controllo strutturate secondo le quattro categorie di:
1.
2.
3.
4.
Qualità architettonica
Tecnologie costruttive
Tecnologie impiantistiche
Gestione ambientale
Un simile approccio consente di percorrere analiticamente le varie fasi del processo di progetto e
di definire le soluzioni di dettaglio a partire sia dalle scelte già effettuate nelle fasi precedenti (che
influenzano e condizionano le possibilità di scelte successive) sia dalle caratteristiche che lo
specifico protocollo scelto offre o determina per le singole azioni.
213
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Struttura gerarchica per le liste di controllo afferenti le categorie di intervento.
1. Qualità architettonica
Nel procedere -step by step- nella redazione del progetto (secondo la scelta specifica che sarà
competenza del singolo progettista in riferimento al sito su cui intervenire) la "qualità
architettonica" riferita al tema particolare del contenimento dei consumi energetici sarà da
considerare almeno sotto tre aspetti, tutti di sicuro impatto rispetto alle caratteristiche energetiche
del fabbricato:
- tipologia generale del fabbricato (la forma, il posizionamento e l'assetto distributivo);
- soluzioni per l'accumulo di energia esterna (il dimensionamento e la posizione di
aperture, camini di ventilazione ed illuminazione, serre solari, ecc., oltre alle integrazioni
degli impianti di captazione solare);
- soluzioni per la protezione da energie indesiderate (le soluzioni complessive adottate
per l'ombreggiamento del fabbricato, in particolare come aiuto al condizionamento
estivo dello stesso).
Nel controllo della qualità architettonica occorre tener conto di tutti gli aspetti legati alla
progettazione del fabbricato, sia dal punto di vista tipologico, in relazione alle analisi del contesto
ed alle soluzioni distributive, sia le integrazioni attuabili con la parte impiantistica adottata per
ottimizzare le prestazioni energetiche in rapporto alla normativa vigente, in un’ottica di risparmio e
di sfruttamento di fonti rinnovabili.
1.1 Tipologia edilizia e analisi del sito
L’approccio progettuale di tipo eco-sostenibile (trattato solo parzialmente nel decreto legislativo n.
311/2006) è fortemente condizionato dall’ambiente in cui si colloca l’intervento. Dalla lettura degli
elementi che caratterizzano il sito si traggono infatti i dati che possono essere utilizzati
direttamente nel progetto e le indicazioni da porre in essere per salvaguardare l’ambiente stesso.
Gli obiettivi di questo aspetto del progetto quindi, si possono riassumere in:
- salvaguardia dell’ambiente (considerando il processo edilizio nella sua totalità ed
estendendo la verifica di compatibilità nello spazio e nel tempo.)
214
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
uso razionale delle risorse e delle potenzialità offerte dal sito (in relazione agli obiettivi
di benessere e di risparmio energetico e delle risorse ambientali.)
In questa prospettiva il punto di partenza è quindi costituita dall’analisi del paraggio, analisi che
consente di definire il microclima e le risorse naturali della zona d’intervento, nonché
l’integrazione dell’intervento stesso con il contesto costruito esistente.
A scala urbanistico-edilizia l’analisi del luogo può avere livelli di approfondimento differenti.
Spesso l’analisi minimale prende in considerazione il tema del soleggiamento e
dell’ombreggiamento per garantire un corretto orientamento dell’edificio e per la scelta della
tipologia edilizia e della tecnologia costruttiva d’involucro, per l’adozione di eventuali sistemi solari
passivi o attivi per la protezione o il guadagno di energia e, infine, per la verifica delle condizioni
termo-igrometriche interne (analisi delle caratteristiche costruttive dell’impianto termico, delle
specifiche dei generatori di calore e dei sistemi di termoregolazione).
In questo caso si prevede l’analisi dei fattori climatici e ambientali. I primi agiscono come un
campo di forze sull’organismo edilizio e sono dati di progetto che, insieme alla definizione degli
obiettivi, permettono di operare scelte attraverso la giusta combinazione fra il suo orientamento e
le sue caratteristiche morfologiche, tecnologiche e distributive.
Gli elementi reperiti vanno adattati alla zona oggetto d’analisi, relazionando l’intervento con gli
aspetti topografici del sito (altezza relativa, pendenza del terreno, ostruzioni alla radiazione solare
e al vento nei diversi orientamenti...), il tipo di forma urbana, la densità edilizia, l’altezza degli
edifici circostanti, il tipo di tessuto urbano, i vincoli amministrativi. (Di particolare importanza è
l'individuazione della presenza di quelle ostruzioni artificiali o naturali che influenzano le
caratteristiche climatiche locali, condizionando il microclima caratteristico.)
-
In particolare durante questa analisi preliminare si fa riferimento a:
1. Clima igrotermico e alle precipitazioni locali
2. Disponibilità di luce naturale
3. Disponibilità di fonti energetiche rinnovabili
4. Clima acustico
5. Campi elettromagnetici
Nei fattori ambientali rientrano quegli elementi che risultano influenzati direttamente
dall’intervento edilizio e sono legati alla salvaguardia dell’ambiente in senso fisico e culturale. In
relazione alla localizzazione geografica poi (latitudine, longitudine, altitudine) varie fonti
consentono accesso ai dati climatici (norme, cartografie tecniche od osservatori climatici).
Attraverso l'analisi di questi elementi si determina:
1. Il clima igrometrico e le precipitazioni:
- andamento della temperatura dell’aria (massima, minima, media ed escursione termica);
- andamento della pressione parziale del vapore nell’aria;
- piovosità media annuale e mensile.
2. Il movimento apparente del sole, che fornirà indicazione per:
- il numero di ore di sole mensili;
- l’andamento della radiazione solare diretta e diffusa sul piano orizzontale (assonometrie
solari);
- l’andamento della radiazione solare per i diversi orientamenti e inclinazioni delle
superfici.
3. L’analisi delle brezze:
- classi di stabilità atmosferica (distribuzione delle frequenze annuali dei venti);
- andamento della velocità e direzione del vento.
4. La disponibilità di fonti energetiche rinnovabili:
215
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Occorre valutare le potenzialità insite nello sfruttamento:
- dell’energia solare (termico/fotovoltaico) in relazione al clima e all’esposizione del sito;
- dell’energia eolica in relazione alla disponibilità annuale di vento;
- dei corsi d’acqua come forza elettromotrice;
- della biomassa e dei biogas;
- del collegamento a reti di teleriscaldamento urbane esistenti;
- di installazioni di sistemi di microcogenerazione e teleriscaldamento.
5. La disponibilità di luce naturale attraverso:
- il modello di cielo coperto standard CIE;
- il modello di cielo sereno con lo strumento delle assonometrie solari;
- la visibilità del cielo attraverso le ostruzioni esterne75.
1.2. Tipologia edilizia e analisi del contesto costruito
In questa fase occorre verificare l’integrazione dell’edificio con il contesto costruito circostante per
conformare la qualità del progetto e quella ambientale. Si valuteranno conseguentemente gli
aspetti progettuali tipici: distributivi, dei percorsi, del verde interno (da inserire nel sistema più
vasto dei percorsi e del verde della zona, garantendone la continuità);
Si valuteranno anche le tipologie edilizie e le caratteristiche degli edifici preesistenti, per
adeguare ad essi il nuovo intervento e calibrare i rapporti fra vecchi e nuovi edifici.
La scelta dell'orientamento del fabbricato sarà tale da garantire in modo ottimale l’esposizione al
sole per ogni elemento (spazio di sosta, percorso principale esterno, ecc.) in modo da poter
applicare correttamente il controllo dell’impatto sole-aria e illuminazione naturale.
Il complesso insediativo deve essere progettato considerando anche l’importanza delle brezze
naturali e cercando di determinare movimenti indotti dell’aria, da utilizzare come elemento di
controllo delle condizioni microclimatiche sia dello spazio urbano sia dell'edificio, per un progetto
dei sistemi di ventilazione naturali. Va considerata anche la necessità di protezione dai venti
freddi invernali ed un adeguato sfruttamento di quelli estivi.
La qualità dell’aria, altro parametro importante, va ricercata attraverso:
1. Controllo dei movimenti d’aria
2. Uso controllato del verde
3. Razionalizzazione dei percorsi esterni
4. Incentivazione della mobilità pedonale e ciclabile
5. Riduzione e controllo delle immissioni dovute al clima.
I materiali e le tecnologie costruttive adottate per la realizzazione del progetto, delle sistemazioni
esterne e delle opere di urbanizzazione, dovranno essere adeguate sia sotto il profilo dei costi
(valutando: costruzione, manutenzione e gestione), sia dell'eco-compatibilità e della loro
reperibilità in loco.
75
Si prevedono infatti tre condizioni di valutazione per la disponibilità di luce naturale:
− valutazione del modello di cielo coperto standard CIE; per la determinazione dei livelli di illuminamento in
un’area si definisce il modello di cielo (visto come sorgente di luce) caratteristico di quell’area,
determinando la distribuzione della luminanza della volta celeste specifica del luogo (in assenza di quello
specifico del sito si assume come riferimento il cielo standard della città nella quale si progetta);
− valutazione del modello di cielo sereno in riferimento alla posizione del sole per alcuni periodi dell’anno; la
posizione apparente del sole viene determinata attraverso la conoscenza di due angoli, azimutale e di
altezza solare, variabili in funzione della latitudine e longitudine e consente di valutare la presenza
dell’irraggiamento solare diretto, la sua disponibilità temporale e nonché gli angoli di incidenza dei raggi
solari sulla zona di analisi (raggi solari bassi o alti rispetto all’orizzonte).
− valutazione della visibilità del cielo attraverso le ostruzioni esterne - L’analisi delle ostruzioni dovute
all’orografia del terreno (terrapieni, rilevati stradali, colline, ecc.); ostruzioni dovute alla presenza del verde
(alberi e vegetazione che si frappongono tra l’area ed il cielo), con oscuramento variabile in funzione della
stagione (alberi sempreverdi o a foglia caduca); ostruzioni dovute alla presenza di edifici, esistenti o di
futura realizzazione secondo la vigente pianificazione urbanistica generale o attuativa.
216
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Per quanto riguarda la valutazione delle caratteristiche microclimatiche e ambientali degli spazi
aperti adiacenti agli edifici76, sono fondamentali le caratteristiche dei materiali di pavimentazione
e rivestimento, nonché di quelli che costituiscono gli elementi di arredo esterno e la dotazione di
elementi vegetali. La loro scelta richiede lo stesso grado di attenzione posto per altre parti
dell’edificio. Tali elementi, assieme alle pareti che li delimitano, influiscono in modo determinante
sul benessere termico degli utenti degli spazi stessi, oltre a rappresentare un valore autonomo
dal punto di vista estetico-funzionale.
La temperatura superficiale costituisce la principale variabile per la definizione delle interazioni
termiche fra i materiali e l’ambiente esterno77 ed essa è influenzata dalle condizioni di
irraggiamento delle superfici e dal coefficiente di emissività (spettro di lunghezze d’onda
dell’infrarosso); quest’ultimo è funzione del tipo di materiale, del colore, del trattamento e/o delle
condizioni d’usura della superficie.
Le superfici chiare hanno ovviamente un'albedo78 più alta delle superfici scure e pertanto la
scelta di colorazioni chiare dell’involucro e della pavimentazione esterne all’edifico (strade,
marciapiedi, parcheggi, etc.) permette la riduzione delle temperature superficiali e la riduzione dei
carichi solari ai fini del condizionamento degli spazi chiusi. Il ricorso ad un adeguato progetto del
verde e ad elementi architettonici dotati di fontane o specchi d’acqua dovrà essere dimensionato
in modo da produrre effetti controllati sul microclima dell'area, specie per i picchi di temperatura
estivi e per controllare l'irraggiamento solare diretto sugli edifici e sulle superfici circostanti
durante le diverse ore del giorno.
Anche altre soluzioni di progetto possono consentire riduzioni sia dell'assorbimento della
radiazione solare, in estate, sia delle dispersioni per convezione, in inverno.
Buona norma, del resto già ampiamente diffusa è anche quella di curare l'ombreggiamento delle
zone adibite a parcheggio o delle zone stradali che sono utilizzate per lo stazionamento dei
veicoli. In generale l'esperienza indica che è bene garantire una copertura dell’ombreggiatura di
almeno il 50% della superficie lorda del parcheggio.
1.3. Tipologia Edilizia e coefficiente di forma
Il Coefficiente di forma, altro parametro selezionato anche dalla normativa come elemento
primario in questa categoria di interventi,79 indica che ad una superficie disperdente più ampia
rispetto al volume riscaldato, corrispondono maggiori perdite di calore. Un rapporto ridotto tra la
superficie dell’involucro e quella dei piani consente un sensibile risparmio di energia. Per questa
configurazione del fabbricato peraltro, non si prevedono costi aggiuntivi in termini di costruzione,
ma piuttosto si valuta un risparmio.
Oltre al coefficiente di forma la qualità complessiva in termini di risparmio energetico dipende
anche dell’orientamento del fabbricato, che ovviamente incide a sua volta sulla tipologia da
adottare. La classica disposizione del fabbricato, con sviluppo longitudinale secondo l'asse
eliotermico, oggi si rapporta ad una ulteriore condizione: l’integrazione dei sistemi di captazione
solare con l’architettura del fabbricato.
La soluzione che vede come scelta prevalente la disposizione degli appartamenti con fronte EstOvest (zona notte a est, zona giorno a ovest) si alterna quindi ad una disposizione che vede il
fronte maggiore con esposizione sud-nord (zona notte e zona giorno passanti nord-sud).
L’assetto est-ovest non è invece adeguato per il massimo sfruttamento dell'energia solare
attraverso pannelli integrati con la forma del fabbricato.
PREFER-G. Scudo-Manuale per la progettazione integrata “energy saving”- parte prima
PREFER-G. Scudo-Manuale per la progettazione integrata “energy saving”- parte prima
78 L'albedo (dal latino albēdo, “bianchezza”, da album, “bianco”) di una superficie è la frazione di luce o, più in
generale, di radiazione incidente che viene riflessa indietro. L’esatto valore della frazione dipende, per lo stesso
materiale, dalla lunghezza d’onda della radiazione considerata. Se la parola albedo viene usata senza ulteriori
specifiche, si intende la luce visibile.
79 parametro necessario all’individuazione dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale,
espresso in kWh/m3 anno.
76
77
217
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Si può concludere comunque che adeguate valutazioni sulle scelte di forma ed orientamento del
fabbricato, sviluppate in fase di progetto preliminare, di fatto consentono di ottimizzare il
contributo dell'energia disponibile nel contesto e di contribuire alla riduzione dei costi complessivi
dell'intervento.
Sempre in relazione allo sfruttamento dell’energia solare, le distanze tra edifici contigui o
all’interno dello stesso lotto, dovrebbero essere tali da garantire (nelle peggiori condizioni
ambientali al 21 dicembre) il minimo ombreggiamento possibile sulle facciate.
Risulta quindi in generale che l’orientamento che privilegia l’esposizione a sud di buona parte
delle superfici disperdenti, combinato ad una scelta tipologica di volume compatto, consente di
limitare il fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento e la climatizzazione estiva.
Lo schema che segue, ampiamente noto, esemplifica le relazioni che coesistono fra gli apporti
gratuiti di energia, l’orientamento dell’asse longitudinale e il coefficiente di forma dell’edificio:
218
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Prevedendo l’utilizzo di superfici vetrate molto ampie su facciate che presentano un affaccio
critico, si possono comunque predisporre elementi che mitigano gli effetti dell’irraggiamento
diretto quali:
sistemi a “doppia pelle” (in materiale riflettente o non assorbente delle radiazioni) lungo le
superfici verticali dell’involucro in particolare quelle esposte ad est ed ovest, con fessure o
lamelle (effetto persiana) in grado far filtrare la luce e l’aria e respingendo la radiazione
diretta.
teli protettivi e/o pellicole esterne sulle superfici vetrate (i tendaggi interni non sono
sufficienti a mitigare l’effetto radiante superficiale) ed in subordine schermi oscuranti
esterni (persiane).
modulatori solari interni, come sistemi orientabili di schermatura, che controllano la
radiazione solare e possono dirigerla all’interno di uno spazio utile (o sul pavimento o sul
soffitto) in cui si trova un accumulatore di calore, o che, quando le condizioni lo richiedono,
sono anche in grado di riflettere all’esterno i raggi solari.
sistemi solari passivi (come dispositivi per la captazione, accumulo e trasferimento
dell’energia termica) finalizzati al riscaldamento degli ambienti interni o alla creazione di
“effetti tampone” per evitare il surriscaldamento delle aree adiacenti. Sono composti da
elementi tecnici speciali dell’involucro edilizio che forniscono un apporto termico gratuito
aggiuntivo, rispetto agli elementi tecnici ordinari, tramite il trasferimento, all’interno degli
edifici, di calore generato per effetto serra. Questo trasferimento avviene sia per
irraggiamento diretto attraverso vetrate, per conduzione attraverso le pareti e per
convezione quando sono presenti aperture di ventilazione. In relazione al tipo prevalente,
di trasferimento del calore ed al circuito di distribuzione dell’aria, si differenziano sistemi ad
incremento diretto, indiretto ed isolato.
I principali tipi di sistemi solari passivi che possono essere applicati, sono:
parete ad accumulo convettiva (Muro di Trombe): rapporto tra l’area del muro di accumulo
esposto a sud e l’area di pavimento del locale da riscaldare = da 0.33 a 0.75;
serre solari completamente vetrate negli spazi comuni esposti a sud. Le serre d’inverno
sono elementi architettonici realizzati ad hoc, per ridurre gli effetti della radiazione solare
nei mesi estivi incrementandola in quelli invernali.
219
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Il rapporto fra l’area calpestabile della serra e quella vetrata esposta a sud varia normalmente fra
0,5 ed 1. Negli ambienti interni, l’energia liberata dalle persone, dagli apparecchi elettrici e dalle
fonti luminose in generale, accentuano l’effetto riscaldamento che si somma all’eventuale calore
proveniente dall’esterno.
Un ulteriore fattore da tenere in considerazione, per sfruttare a pieno i benefici derivanti
dall’esposizione dell’edificio, è l'attenta differenziazione e distribuzione degli spazi abitativi, in
relazione al loro uso effettivo. Si è riscontrato che la tendenza costruttiva indifferenziata di grandi
volumi con moduli standard, consente forti economie progettuali costruttive, ma in fase di utilizzo
questo determina molto spesso spazi abbandonati, sotto utilizzati, mal riscaldati, con
conseguenze negative in termini di dispersioni di calore verso le aree non climatizzate e con un
considerevole aumento dei costi di gestione.
Per proteggere gli ambienti dai guadagni termici esterni sono quindi vari gli aspetti caratteristici
del fabbricato da controllare, aspetti che coinvolgono la tipologia d’isolamento dell’involucro,
l’inerzia termica delle strutture opache perimetrali, la forma dell’edificio, le tecniche di controllo
solare attraverso l’ombreggiatura e la schermatura delle superfici vetrate.
Quelli citati sono alcuni fra i principali, che possono essere dettagliati in apposite schede
(esemplificate nella parte finale del capitolo) da definire in ogni specifico progetto.
2. Tecnologie costruttive
Come risulta evidente dalle caratteristiche del problema affrontato, elemento decisivo per il
contenimento delle dispersioni di un fabbricato risulta il suo involucro, nelle sue caratteristiche di
forma, esposizione e tecnologia costruttiva. Esaminati i primi due aspetti, vediamo ora la qualità
costruttiva che esso può raggiungere (in soluzioni controllate in termini di costo).
220
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
Come descritto nel capitolo precedente (v. modulo B5 di questa ricerca, inerente gli aspetti
tecnologici da considerare nel corso della progettazione e della costruzione di un edificio) la
definizione di scelte tecnologiche riferite all'involucro del fabbricato può avere orientamenti
generali tratti sia da esperienze costruttive tradizionali sia da soluzioni innovative basate, queste
ultime, su materiali specificamente prodotti e/o assemblati, per ottimizzare il consumo energetico
del fabbricato (v. modulo C della presente ricerca).
Valutazioni aderenti a precise condizioni di progetto possono invece essere effettuate quando
siano noti sia le condizioni del paraggio sia gli obiettivi specifici di progetto che consentano di
valutare i criteri legati ad un’ottica di convenienza economica e fattibilità di realizzazione.
Resta assodato comunque che la progettazione e realizzazione di un buon involucro risulta
essere la condizione primaria per un risparmio energetico effettivo oltre che sinonimo di qualità
edilizia e benessere abitativo.
Il basamento, le pareti verticali e le coperture, valutati nelle loro varianti opache e trasparenti
sono quindi elementi chiave per raggiungere l’obbiettivo desiderato ed il rispetto delle norme
attuali (l'inserimento di finestre di standard superiore, ad esempio, è garanzia di una condizione
ottimale per il risparmio di energia).80
Un quadro dell’efficacia dei principali provvedimenti riguardanti gli aspetti costruttivi dell’involucro
desunto dall’analisi dei singoli sistemi e prodotta secondo la documentazione del Protocollo
Minergie®, è riportato qui di seguito.
La prima tabella è riferita a singoli provvedimenti costruttivi, la seconda invece a gruppi
(pacchetti) di provvedimenti. Il grado di efficacia di essi, espresso in percentuale sul consumo
totale di energia per la gestione del fabbricato, è un utile indicatore per orientare le strategie e le
scelte di intervento sia per fabbricati esistenti sia per progetti di nuove realizzazioni.
Va osservato che per il protocollo Minergie® il fabbricato di riferimento considerato (quello che
costituisce il termine di confronto per definire le percentuali di incremento dei risparmi ottenibili)
ha una qualità di isolamento molto migliore di quella posta come limite inferiore dalla normativa
italiana.
Singolo provvedimento costruttivo
Miglioramento
da
a
Coibentazione del solaio di copertura U=0,40
della cantina
U=0,30
U=0,20
2
4
2%5%
U=0,30
U=0,25
U=0,20
U=0,15
3
6
8
3%6%9%
U=0,30
U=0,20
U=0,15
U=0,12
3
4
5
3%4%5%
1,3/65%
1,1/65%
0,8/52%
2
1
2%1%
U=2,6
U=2.3
U=2.1
1
2
1%2%
Isolamento di facciata
Isolamento del tetto
Vetrate U/g
Telai delle finestrature
80
∆Ew
kWh/m2
%
La condizione di un buon isolamento termico di norma garantisce anche un adeguato isolamento acustico verso
l'esterno, condizione oggi sottoposta anch'essa a norme specifiche anche nelle costruzioni per la residenza.
Questa condizione di sinergia fra le due norme consente di realizzare involucri di prestazioni adeguate con scelte
costruttive coerenti e senza interferenze negative per le due caratteristiche desiderate.
221
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Pacchetti di provvedimenti costruttivi
Miglioramento
da
a
Edificio di riferimento
∆Ew
kWh/m2
%
94
100%
Isolamento termico I
Isolamento solaio / cantina
U=0,40
U=0,30
2
Isolamento di facciata
U=0,30
U=0,25
3
Isolamento del tetto
U=0,30
U=0,20
3
Cassonetti, porte esterne, ecc…
1
Totale
8
9%
Isolamento termico II
Isolamento solaio / cantina
U=0,40
U=0,30
2
Isolamento di facciata
U=0,30
U=0,20
6
Isolamento del tetto
U=0,30
U=0,15
4
Cassonetti, porte esterne, ecc…
1
Totale
13
14%
Isolamento termico III
Isolamento solaio / cantina
U=0,40
U=0,20
4
Isolamento di facciata
U=0,30
U=0,15
8
Isolamento del tetto
U=0,30
U=0,12
5
Cassonetti, porte esterne, ecc…
1
Totale
19
20%
Finestre I
Vetro (U/g)
1,3/65%
1.1/65%
2
Telaio
U=2.6
U=2.3
1
Totale
3
4%
I valori della presente tabella possono discostarsi dalla precedente a causa delle
reciproche influenze tra diversi provvedimenti.
I dati presentati mostrano che :
- Un buon isolamento delle pareti opache può contribuire a una riduzione significativa dei
fabbisogni termici e si può realizzarla con sovracosti da minimi a medi a seconda del materiale
impiegato.
La tabella che segue tratta dal protocollo Minergie®
222
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
dove:
A Qualità normale (edificio di riferimento Minergie®)
B Involucro con isolamento superiore,
C Tecnica costruttiva con superisolamento
Alcune considerazioni possono essere fatte con riferimento alla composizione del pacchetto delle
pareti opache, in particolare per la scelta del materiale isolante, qualora presente.
Consideriamo ad esempio il pacchetto d’involucro (scelto tra quelli analizzati al capitolo B5) che
si compone, partendo dalla superficie esterna, di due strati di intonaco di cui uno isolante per 2
cm di spessore totale, un pannello isolante rigido in polistirene espanso sinterizzato ESP di 6.5
cm, uno blocco termico in laterizio di 30 cm e uno strato di intonaco di calce di 1.5 cm.
Il pacchetto è caratterizzato nella tabella e nella figura che seguono.
Descrizione componente
Intonaco di calce e cemento
s [m]
0.015
ρ [kg/m3]
1800
λ [W/mK]
0.930
R [m2K/W]
0.016
Termo intonaco
Polistirene espanso estruso
Blocco termico
Intonaco di calce e cemento
0.020
0.065
0.300
0.015
250
35
780
1800
0.051
0.034
0.162
0.930
0.392
1.912
1.852
0.016
Il pacchetto nel suo complesso è caratterizzato da trasmittanza U=0,25 W/m²K
Lo stesso contributo di isolamento fornito dallo spessore di polistirene può essere dato dai
seguenti materiali, di cui sono messi a confronto spessori e costi unitari.
Spessore (m)
Polistirene espanso (ESP)
Lana di roccia (pannelli)
Vetro cellulare
Pannelli di sughero
Fibra di legno (pannelli)
Costo indicativo medio (€/m²)
(per spessore indicato)
16.10
8.00
32.00
27.60
19.70
0.065
0.077
0.077
0.078
0.080
Costo indicativo medio (€/m²) (per spessore indicato)
35.00
30.00
25.00
20.00
15.00
10.00
Fibra di
legno
(pannelli)
Pannelli di
sughero
Vetro
cellulare
Lana di
roccia
(pannelli)
0.00
Polistirene
espanso
(ESP)
5.00
Come si evince anche dal capitolo dedicato ai vari materiali da costruzione, i materiali sintetici, a
parità di spessore coibente, sono più performanti (nel periodo invernale) ed economici di quelli
naturali, a discapito però della sostenibilità complessiva del pacchetto costruttivo.
223
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La muratura descritta, isolata mediante l’uso di lastre di polistirene espanso estruso, rientra nei
limiti di trasmittanza previsti per il 2010 con spessori d’involucro relativamente contenuti (grazie al
basso coeff. di conducibilità del materiale) ma penalizza le prestazioni estive dello stesso in
quanto esso presenta una densità assai ridotta (10 volte inferiore rispetto al pannello isolante in
lana di legno mineralizzata).
I materiali isolanti naturali conferiscono invece al pacchetto maggiori proprietà inerziali, a parità di
spessore, grazie all’elevata densità che li caratterizza. Il pacchetto risulta quindi più performante
nel periodo estivo.
Sotto il profilo del bilancio ambientale complessivo (LCA) la valutazione complessiva porta a
indicare come altamente preferibili in generale i materiali di origine vegetali (lana, fibre di
cellulosa, sughero, canapa, lino, cotone, lana di legno e fibre di legno, etc.) mentre i materiali di
origine minerale (vetro cellulare, perlite, vermiculite, silicato di calcio, argilla espansa, etc.)
presentano, in generale, un bilancio ambientale spesso meno favorevole.
I materiali sintetici come polistireni e poliuretani hanno ciclo di vita con impatti ambientali
significativamente superiori agli altri.
L’edilizia sociale, a motivo della ricerca di bassi costi di realizzazione, si presta poco all’utilizzo di
materiali innovativi, che normalmente sono caratterizzati da costi elevati.81
La ricerca in atto comunque, propone all’attenzione dei progettisti una ampia gamma di materiali
di interesse, e fra questi, benché non innovativi in senso stretto, sono anche da citare:
• pannelli di isolante termico e fonoassorbente in fibra di poliestere riciclata, ottenuti dalla
raccolta e lavorazione delle bottiglie in PET;
• pannelli in fibra di legno mineralizzata;
• materiali isolanti di origine vegetale (fibre di canapa, kenaf, lino, mais, etc.).
In edilizia l’innovazione, da sempre, procede molto lentamente e spesso con scarsa
considerazione da parte degli addetti alle costruzioni, ma la situazione attuale ha di fatto imposto
una attenzione particolare all’utilizzo di materiali nuovi che vadano nella direzione di sostenibilità
ambientale e di costi contenuti. Il binomio non è di semplice realizzazione ma la sfida è lanciata e
così l’inerzia tradizionale (non la prudenza!) riceve oggi una scossa del tutto speciale.
Elemento speciale, anche per l’evoluzione di gusto e di sperimentazioni architettoniche, è quello
delle chiusure trasparenti dei fabbricati. Se le soluzioni a doppia pelle sono particolarmente
utilizzate nelle costruzioni destinate al terziario o a funzioni pubbliche, anche nelle strutture
destinate al residenziale i risparmi energetici ottenibili con finestre ad elevate prestazioni
energetiche sono importanti e ben analizzati.
Essi risultano percentualmente più ridotti rispetto a quelli ottenibili per le pareti opache e
comportano invece sovracosti da minimi ad elevati. È evidente che, per interventi sull’esistente tutto
dipende dal livello qualitativo degli infissi posti in opera in periodi e con caratteristiche fra loro molto
differenti. In ogni caso, ai fini di rispettare i requisiti fissati dalle normative nazionali e regionali, le
strategie per la scelta delle finestrature devono essere orientate come di seguito indicato:
• minimo rapporto superficie del telaio/superficie vetrata;
• scelta di vetri a più strati (2 o 3), più importante rispetto allo spessore della lastra di vetro,
ed eventualmente riempimenti con gas speciali;
• scelta del materiale dei telai a minore trasmittanza e telai con taglio termico;
• complessivamente le caratteristiche della parte vetrata e del telaio devono essere tali da
rispettare i requisiti, in termini di trasmittanza, fissati dalle norme;
81
un esempio di questo tipo è rappresentato dai materiali a cambiamento di fase (PCM) (es: microsfere di materiali
sintetici o paraffine in intonaci, pannelli di gesso, miscele di calcestruzzo, altri prodotti per pavimenti), idonei a
conferire alle pareti opache maggiori caratteristiche di inerzia termica.
224
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
• un alto fattore solare “g” dei vetri, risulta vantaggioso in inverno ma sfavorevole in estate,
occorre quindi una scelta caso per caso (in base a esposizione, ampiezza delle superfici
finestrate, etc.).
3. Tecnologie impiantistiche
Alcune interessanti valutazioni, rispondenti e più volte concordanti con quanto via via è emerso
nella conduzione di questa ricerca, sono state reperite nella manualistica a corredo delle
pubblicazioni82 svizzere per la diffusione del protocollo Minergie®
L’edificio e gli impianti domestici per un fabbricato a basso consumo devono formare un sistema
unico. I provvedimenti architettonici e tecnico-costruttivi sono il presupposto per un
funzionamento efficace degli impianti. Di conseguenza, il progettista dell’edificio dovrà occuparsi
anche dell’impiantistica e viceversa.
Ventilazione (con recupero di calore)
L’aerazione normalmente considerata nella residenza è quella attuata tramite l’apertura delle
finestre. Una tale ventilazione, oltre che risultare totalmente affidata al comportamento
dell’utenza, provoca una dispersione di calore significativa, che nell’ambito dei nuovi regimi di
contenimento energetico va senz’altro controllata. Nelle abitazioni «normali» tale dispersione
corrisponde all’incirca alla metà del saldo di trasmissione (le perdite meno gli apporti solari)
mentre nelle abitazioni con involucro dotato di una buona coibentazione, essa risulta circa uguale
al saldo della trasmissione totale di calore.
82
L'abitazione MINERGIE®: Manuale di aiuto alla progettazione (2006, formato: A4; 26 pagine)
225
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Regione Lombardia
Per questa ragione quindi il protocollo Minergie® propone giustamente di considerare come una
costante di intervento la realizzazione di un impianto di ventilazione con recupero di calore.
Questo tipo di impianto, di regola, è facilmente installabile a condizione di tenerne conto fin dalla
prima fase di progettazione. All’interno di questa scelta, aspetto importante da definire risulta poi
quello legato alla caratteristica del sistema (centralizzato o individuale), per cui sono decisive sia
le condizioni locali del fabbricato sia le esigenze manifestate dai condomini eventuali. All’impianto
di ventilazione con recupero di calore sono però associati alcuni problemi, che condizionano non
poco la soluzione:
1 - l’esigenza di un adeguato livello di insonorizzazione per i canali d’aria principali, oltre al
dimensionamento degli stessi in modo da avere una ridotta velocità del flusso d’aria (con una
velocità massima del flusso di 2,5 m/s, o meglio ancora di 2,0 m/s).
2 - la pulizia periodica dei filtri (con un ciclo di almeno due volte all’anno.) che comporta di avere i
canali dell’aria, le scatole di distribuzione e i silenziatori facilmente accessibili.
Il confronto che anche il Manuale Minergie® ripropone evidenzia però la qualità connessa con
tale soluzione impiantistica. La ventilazione nell’abitazione infatti si può ottenere:
- per infiltrazione, con un ricambio d’aria non controllato attraverso gli spifferi di infissi mal
assemblati.83
- con apertura finestra:
continua, oggi tramite anta a ribalta sempre socchiusa. Oltre che poco confortevole
(crea ambienti freddi e umidità), comporta sprechi energetici notevoli.
intermittente, con breve apertura delle finestre ogni 2 ore. Teoricamente corretta, ma
troppo laboriosa nella pratica quotidiana.
- con impianto, confortevole ed unico sistema efficace in termini di comportamento diffuso.
Se ben eseguito comporta assenza di correnti d’aria e di freddo, garantendo un buon
Comfort, assenza di inquinanti, pollini, fumo, radon. Favorisce anche assenza di condensa
e quindi di muffe sulle pareti, un recupero del calore ed un risparmio sul costo del
riscaldamento.
Nel protocollo citato si valuta che l’intervento consenta un risparmio significativo a fronte di un
costo accettabile.
Climatizzazione Invernale
Oltre alle considerazioni che il citato manuale Minergie® propone sulla tipologia di impianto di
riscaldamento, si possono sintetizzare alcune considerazioni di strategia generale per interventi
in aree di edilizia residenziale.
in caso di disponibilità e prossimità (es: d < 1000 m, come suggerito dalla normativa sia
nazionale che regionale della Lombardia) di rete di teleriscaldamento va preferita in linea
generale la scelta di allacciamento (verificando caso per caso la fattibilità tecnica ed
economica). Oltre ai vantaggi legati al risparmio di energia primaria, in quanto le reti sono
normalmente alimentate da impianti centralizzati di grossa taglia e/o da impianti di
termovalorizzazione, il teleriscaldamento consente di evitare le presenza di reti per il
trasporto del gas naturale e di centrali con impianti di combustione posizionate presso le
utenze, con evidenti vantaggi per la sicurezza;
in assenza di specifici vincoli o necessità, è preferibile (per motivi di rendimento
energetico, vantaggi fiscali, etc.) la scelta di impianto di tipo centralizzato anche a scala di
fabbricato o di complesso residenziale (con impianti di micro/cogenerazione, nel caso di
potenze impegnate previste di oltre 1 MW termico) accoppiato a sistemi di gestione e
contabilizzazione di tipo individuale, che hanno raggiunto elevato grado di affidabilità.
La cogenerazione (es: a scala di quartiere) risulta particolarmente vantaggiosa nel caso di
sfruttamento del calore anche in periodo estivo (trigenerazione);
83
Gli infissi attualmente disponibili sono ormai a tenuta ermetica.
226
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
mediante caldaia a condensazione, alimentata a gas naturale accoppiata, quale sistema di
emissione negli ambienti, a pannelli radianti (con varie soluzioni possibili: a pavimento, a
parete, a soffitto, altre). Nel caso di impianto centralizzato a scala di condominio o di più
edifici, è consigliabile l’utilizzo di impianto modulare, che permette di ottimizzare
ulteriormente i consumi. La percentuale ottimizzabile, rispetto ad impianto tradizionale, è
dell’ordine del 6-10% con extracosti, rispetto a impianto tradizionale, dell’ordine del 25%.84
Fonti Energetiche Rinnovabili
Il ricorso alle Fonti Energetiche Rinnovabili è certamente da perseguire al fine di ridurre il
consumo di risorse energetiche tradizionali (fossili) e soprattutto ridurre le emissioni di gas
climalteranti e di inquinanti in atmosfera.
Per il solare termico e per il solare fotovoltaico valgono le dotazione minime attualmente previste
dalla normativa nazionale e regionale; in particolare, per il solare termico, la normativa della
Regione Lombardia prevede l’obbligo, salvo impossibilità documentate, di progettare e realizzare
l’impianto di produzione di energia termica in modo tale da coprire almeno il 50% del fabbisogno
annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria attraverso il
contributo di impianti solari termici. Tale limite è ridotto al 20% per gli edifici situati nei centri
storici. Per quanto riguarda invece il solare fotovoltaico la Legge Finanziaria 2007 (n. 296/06), al
comma 350, prevede l’introduzione nel Regolamento Edilizio Comunale dell’obbligo di una quota
di fotovoltaico pari a 0,2 kW per ogni unità abitativa in tutti gli edifici di nuova costruzione. Tale
obbligo è vincolante per ottenere il rilascio del permesso a costruire.
Va valutata la possibilità e opportunità di integrare, anche impiantisticamente, la produzione di
calore tramite caldaia a condensazione e quella tramite pannelli solari. Gli impianti solari di
maggiori dimensioni possono contribuire al riscaldamento dei locali nelle stagioni intermedie,
consentendo così di ridurre il periodo totale d’impiego dell’impianto di riscaldamento principale.
Percentuale ottimizzabile: alcuni punti percentuali
Costi aggiuntivi: medio-alti
Gli impianti di ventilazione meccanica con recupero di calore, utili per garantire condizioni di
comfort interne e salubrità (minore formazioni di muffe), diventano energeticamente importanti
per il raggiungimento delle classi più elevate di prestazione energetica degli edifici; le perdite per
ventilazione rappresentano infatti una quota significativa (fino al 20-25%) delle dispersioni
energetiche in un edificio e possono avere incidenza anche superiore nelle abitazioni dotate di
una buona coibentazione (es. U<0,2 W/m²K).
Un impianto di ricambio dell’aria con recupero di calore è il secondo provvedimento tecnico in
ordine d’importanza (e di redditività) dopo l’isolamento termico.
Una sistema d’isolamento di qualità richiede l’impiego di un impianto di ricambio dell’aria.
Percentuale ottimizzabile: fino al 65% (secondo Protocollo Minergie®).
Costi aggiuntivi: medio-bassi.
Sono da considerare in prospettiva futura, con la diffusione probabile dei sistemi di
raffrescamento estivo anche nell’edilizia sociale, anche le seguenti tecnologie:
pompa di calore (con scambiatore in aria), che risulta del tutto competitiva, in quanto a costi
di installazione, con impianto tradizionale (riscaldamento + raffrescamento) e consente buoni
risparmi sui consumi energetici invernali. Gli svantaggi sono rappresentati dal calo di
prestazioni con temperature esterne basse, con conseguente necessità di impianto
integrativo, e ad applicazioni che prevedono fluidi termovettori a bassa temperatura;
pompa di calore con sonda geotermica, che presenta invece buon funzionamento
indipendentemente dalla temperatura dell’aria e può essere dimensionata per 100% del
fabbisogno ma risulta caratterizzata da costi superiori (gli extracosti hanno tempi di ritorno
84
È opportuno ricordare che è meglio un sistema di riscaldamento convenzionale in una casa ben isolata piuttosto
che un costoso sistema di riscaldamento alternativo in una casa isolata in modo convenzionale.
227
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
di circa 10 anni); i dispositivi più efficienti mostrano un COP (coefficient of performance =
calore fornito/elettricità richiesta) di valore superiore a 4.
vi sono applicazioni potenzialmente interessanti, sempre in prospettiva futura, dell’energia
solare come integrazione sia per la climatizzazione estiva (raffrescamento solare) che
invernale.
Va tenuto presente il progressivo innalzamento della falda che si è realizzato nel territorio
milanese ed ha portato alla realizzazione o alla previsione di nuovi pozzi che renderanno
disponibile una risorsa idrica con quantità e caratteristiche tali per poter essere utilizzata, con
ottimi risultati, anche a scopo energetico per il raffrescamento e/o il riscaldamento di edifici
pubblici e privati85.
Un quadro dell’efficacia dei principali provvedimenti, secondo la documentazione del Protocollo
Minergie®, è di seguito riportato.
Il grado di efficacia è un utile indicatore per orientare le scelte di intervento.
Miglioramento
Singoli provvedimenti costruttivi
∆Ew
da
a
kWh/m2
MJ/m2
%
Impianto di ricambio dell'aria
Finestra
η=75%
16
57
17%
Caldaia a condensazione a gas o nafta
η=85%
η=93%
9
32
9%
aria - acqua
COP=2
10
37
11%
salamoia - acqua
COP=4
46
164
48%
acqua - acqua
COP=6
58
209
61%
24
85
25%
14
51
15%
Nafta+con.
7
25
7%
2
Nafta+el.
-6
-20
-6%
10
Nafta+solare
12
44
13%
11
Nafta+RC
8
27
8%
12
Nafta+S+RC
15
54
16%
17
PdC
11
39
11%
18
PdC+S
18
64
19%
19
PdC+RC
15
54
16%
20
PdC+S+RC
19
69
20%
Provvedimenti impiantistici
Pompa di calore (solo risc.)
Unità forza - Calore
Nafta + elettricità
Nafta+el.
Fotovoltaico
Nafta+el.
Acqua calda combinazione
Nafta+el.
50
m2
Gestione ambientale
In una gestione integrata del risparmio energetico, i concetti di consapevolezza da parte
dell’utenza per gli edifici di nuova costruzione sono di indiscutibile rilevanza. Aspetti di arredabilità
ottimizzata, di buona gestione di impianti di riscaldamento, di tecnologie d’involucro e di scelta
ponderata di elettrodomestici a basso consumo, se affiancati da sistemi integrati di domotica,
possono condurre a miglioramenti sensibili dei consumi usuali per uso abitativo.
Da una indagine Istat dell’ottobre 2006 inerente i consumi energetici in ambito domestico, il 79%
degli utilizzi, escludendo l'automobile, è dovuto al riscaldamento ed all’impiego di
elettrodomestici. Nello specifico i dati rilevati hanno portato alla seguente differenziazione:
85
Si veda a tale proposito lo studio “Recupero energetico da acque di falda in Comune di Milano. Aspetti tecnici,
ambientali, economici, giuridici. Studio di fattibilità”, Fondazione Lombardia per l’Ambiente (1999).
228
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
riscaldamento
55%
automobile
31%
acqua (calda)
7%
apparecchi refrigeranti, lavatrice
4%
cucina
2%
illuminazione
1%
Ne emerge una attenzione che deve essere prestata nell’utilizzo consapevole da parte degli
utenti di impianti ed aperture per limitare gli sprechi ed ottimizzare il comportamento delle
macchine da riscaldamento e raffrescamento. Come si è più volte indicato, i costi di
riscaldamento possono essere ridotti drasticamente anche grazie a un buon isolamento termico
della casa, ma la ventilazione è importante per garantire la salubrità degli ambienti.
Interessante, anche per la gestione condominiale di edifici in edilizia economica popolare, è la
lista di “buone norme” fornita da IMQ, l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità, che per lo specifico
tema del riscaldamento si riporta a seguire:
- In caso di impianti centralizzati, è importante disporre della contabilizzazione che, grazie a
una serie di contatori individuali, consente di pagare solo il calore consumato. Con la
contabilizzazione, l’impianto centralizzato diventa, infatti, a tutti gli effetti, simile a un impianto
autonomo.
- Anche nell’ipotesi di riscaldamento autonomo, l’installazione di una valvola termostatica sui
radiatori consente di regolare automaticamente la temperatura degli ambienti più caldi.
- Per il riscaldamento, il gas comporta sempre un risparmio energetico rispetto al gasolio e
all'elettricità.
- All’inizio di stagione, far effettuare un’accurata manutenzione dell’impianto da personale
specializzato. Per le caldaie a gas, la manutenzione annuale è un obbligo di legge.
- Regolare il termostato in modo che all'interno dei locali la temperatura non superi i 20° C.
Ogni grado in più aumenta il consumo del 7% e non è salutare.
- Eliminare le possibili dispersioni di calore dalle finestre mediante guarnizioni supplementari,
doppi vetri, doppi serramenti, isolamento del cassonetto.
- Appena scende il buio, abbassare le tapparelle se presenti: in questo modo, la dispersione di
calore si riduce del 50%.
- Non coprire i termosifoni con tende o altri arredi (copritermosifoni etc) in quanto ostacolano la
circolazione dell'aria calda.
- Chiudere la valvola dei termosifoni nei locali non abitati.
- Se il termosifone è posto su una parete che dà verso l’esterno, magari sotto la finestra,
inserire fra questo e il muro un pannello di materiale isolante.
- Almeno un’ora prima di andare a dormire o di uscire di casa, spegnere il riscaldamento o
ridurre la temperatura per sfruttare il calore immagazzinato nei muri.
- Lasciare aperte le finestre e le porte solo il tempo necessario per cambiare l’aria: bastano
pochi minuti.
- Per essere sicure, le caldaie devono soddisfare i requisiti essenziali della direttiva europea
90/396/CE e devono essere state controllate da un organismo notificato che ne attesta la
conformità e ne sorveglia la produzione. Le caldaie che riportano la marcatura CE seguita dal
numero 0051 sono caldaie che rispettano tali requisiti e sono state controllate dall’IMQ.
Per gli elettrodomestici, in generale, occorrerebbe incentivare l’acquisto di elettrodomestici a
basso consumo di energia. Sull'etichetta energetica, obbligatoria per frigoriferi, congelatori e loro
combinazioni, lavatrici, asciugabiancheria, lavastoviglie, forni elettrici e condizionatori, è riportata
obbligatoriamente la classe di efficienza (cioè il rapporto tra prestazioni e consumi), calcolata
sulla base di 7 classi, che vanno dalla lettera A (con i consumi più bassi) alla lettera G (con i
229
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
consumi più alti). Sarebbero inoltre da preferire apparecchi a tecnologia avanzata, costruiti con
dispositivi elettronici che consentono una automatizzazione delle funzioni e dei programmi,
riducendo anche i tempi di utilizzo e i consumi.
Nello specifico, gli elettrodomestici di utilizzo comune in ambito domestico dovrebbero seguire
queste regole d’uso:
Lavatrici
Un uso corretto della lavatrice (che consuma, in media, 2000-2300 watt) può far risparmiare
anche il 45% di energia elettrica: questo vantaggio si ottiene quando l'apparecchio è a pieno
carico. In questo modo, non solo si risparmia, ma il lavaggio risulta più efficace.
Si può ridurre del 20% il costo dell'acqua calda per la lavatrice, collegandola direttamente alla
rete. Si tratta di una modifica semplice quando l’impianto idraulico è in fase di realizzazione. La
maggior parte delle lavatrici utilizzano, infatti, acqua fredda che viene poi riscaldata dalla
resistenza elettrica interna all'elettrodomestico.
Lavastoviglie
La lavastoviglie è un elettrodomestico che si usa tutti i giorni e che consuma, in media, 2-2,5
kWh. Un uso accorto può ridurre i consumi in modo considerevole. Ad esempio si può escludere
dal programma la fase di asciugatura, che consuma molta elettricità: aprendo lo sportello e
lasciando circolare l'aria, si ottengono gli stessi risultati, con un risparmio di elettricità del 45%.
Frigorifero e congelatore
Un uso corretto del frigorifero e del congelatore (consumo medio 100-240 watt/h, a secondo del
tipo) può far risparmiare fino al 50% di energia elettrica. Questo accade se l’apparecchio è
collocato nel punto più fresco della cucina, lontano da fonti di calore, facendo attenzione a
lasciare uno spazio di almeno 10 cm tra la parete e il retro dell'apparecchio, in modo che sia ben
areato. Le principali case costruttrici poi raccomandano di aprire la porta il minimo indispensabile
e, soprattutto, tenerla aperta il meno possibile per evitare la dispersione di temperatura e, di
conseguenza, lo spreco di energia. Importante regolare il termostato su posizioni intermedie: il
freddo eccessivo comporta un aumento dei consumi del 10-15%.
Forno
Il forno elettrico consente di ottenere più facilmente una temperatura costante, ma utilizza una fonte
di energia più costosa. Quello a gas, invece, ne utilizza una più economica, ha un riscaldamento più
rapido, ma una regolazione della temperatura più difficile.Tra i forni elettrici, i modelli ventilati
consentono una distribuzione uniforme del calore, migliori risultati e minori consumi.
Il microonde è il tipo di forno che consuma meno in assoluto (1200-1500 watt contro 2200-2300
watt del forno elettrico), ma non può essere considerato sostitutivo del forno tradizionale, a meno
che non sia combinato con altre funzioni (grill, ventilato) che ne fanno però aumentare
sensibilmente i consumi. Un uso corretto del forno elettrico può, comunque, far risparmiare fino al
30% di energia.
Condizionatore
In base alle prestazioni, il confronto fra Monoblocco e Split (cioè composto da due elementi) è
leggermente più favorevole allo Split in quanto, per raffreddare il condensatore, utilizza l'aria esterna.
In base alla funzionalità, invece, il Monoblocco è sicuramente più maneggevole. I condizionatori fissi
dotati di inverter, un dispositivo di programmazione elettronica, raggiungono la temperatura desiderata in tempi più brevi e la mantengono costante, facendo risparmiare dal 10% al 30% di energia.
Anche un uso corretto del condizionatore (che consuma, in media, 2200-2400 watt) può far
risparmiare circa il 5% di energia elettrica:
La tematica dell’arredamento degli interni, pur essendo tradizionalmente lasciata all’utenza dalla
maggioranza dei progettisti, assume una valenza non trascurabile se rapportata a soluzioni di
risparmio energetico.
230
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
La scelta ad esempio di cromatismi chiari per i rivestimenti dei pavimenti, permette durante il
periodo invernale, una diffusività maggiore della luce entrante dalle aperture trasparenti delle
pareti. Ne deriva che l’utilizzo di moquettes e tappeti dovrebbe essere sconsigliato nel momento
in cui valutazioni di luminosità interna fossero state effettuate per il progetto.
Con la medesima finalità, la proposta di arredi ottimizzati per edifici in edilizia economica
popolare, dovrebbe tener conto della permeabilità luminosa invernale anche disincentivando il
montaggio di mobilia sviluppata in altezza (armadi, scaffalature, librerie, ecc.) nei pressi di pareti
vetrate che ne risulterebbero schermate.
Nel periodo estivo invece, l’utilizzo di tendaggi interni potrebbe costituire una superficie riscaldata,
in grado di riscaldare e movimentare convettivamente l’aria interna, riscaldandola. L’utilizzo di
apparati di ombreggiamento architettonici dunque sarebbe da privilegiare, anche per non
influenzare con apporti negativi, il lavoro termico delle eventuale apparecchiature di raffrescamento.
Merita infine un cenno, il crescente utilizzo di strumenti elettronici in grado di gestire i diversi
apparati presenti in un ambiente domestico, in quella che viene definita domotica86.
Essa esprime direttamente i concetti di automazione informatizzata legati alla casa, occupandosi
delle seguenti priorità:
- automatizzare le funzioni possibili all’interno della casa attraverso soluzioni
tecnologiche che migliorano gli apparati già esistenti e forniscono nuovi servizi;
- collegare tutti gli elementi della casa e di farli colloquiare a livello fisico;
- integrare e coordinare il tutto in un “sistema di automazione domestica”.
Grazie alle sue capacità di gestire in modo automatico le funzioni del sistema casa, è facile
comprendere quanto la Home Automation potrà divenire utile per migliorare la gestione
economica, il comfort, la qualità e la sicurezza della vita all’interno delle abitazioni.
Nel seguito, con intenti esplicativi, viene riportato un grafico di esempio utile per la comprensione
del livello di interazione esistente tra i diversi componenti di un sistema domotico.
Tale elaborazione deriva da uno studio molto più ampio a cura dell’Ing. D. Scaradozzi, della
facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche.
Esempio di controllo centralizzato in un sistema di domotica: elettrodomestici e impianti dialogano tra loro
permettendo un utilizzo ottimizzato e senza sprechi.
86
DOMOTICA: è un neologismo che deriva dal francese “domotique”, contrazione della parola latina “domus” (casa,
o dal greco “domos”, con lo stesso significato).
231
Federcasa Lombardia
Regione Lombardia
Le tecnologie costruttive considerate saranno espresse in relazione alla qualità definita per la
realizzazione dell'involucro esterno del fabbricato, vero artefice del contenimentoTale
esplicitazione potrà essere incrociata con una normale lista di controllo del processo di progetto,
nella forma che ogni progettista potrà riferire al caso specifico, introducendo una elencazione
delle varie azioni di progetto che enfatizzi il tema del risparmio energetico.
Una tale situazione, utile a rendere trasparente e verificabile la struttura di scelte progettuali
adottate, si può per ogni progetto definire mediante tabelle strutturate come quelle sotto riportate:
Fasi del processo di progetto:
EDIFICIO RESIDENZIALE
PROGETTO DEFINITIVO
FASE
AZIONE DI PROGETTO
Definizione
Individuazione Soluzioni
geometria
planimetriche
fabbricato
Soluzioni di alzato
Soluzioni aggetti
Dimensionamento/orientamento
aperture
Definizione Coefficiente di Forma
Definizione sistema
Sistema strutturale
edilizio
Pareti esterne
Infissi esterni
Copertura
Basamento
Definizione sistema Ventilazione Naturale/Artificiale
Impianti
Condizionamento Invernale
Condizionamento Estivo
Fornitura/Distribuzione idrica
Impianti elettrici/cablaggi
1.
PROGETTO PRELIMINARE
PROGETTO PRELIMINARE
FASE
AZIONE DI PROGETTO
Analisi del sito
Ventilazione naturale
Soleggiamento
/ombreggiamento
Albedo naturale/artificiale
Protezione acustica esterna
Geopatologie/georisorse
Energie alternative
Definizione Tipologica Esame vincoli urbanistici
del Fabbricato:
Tipologia Fabbricato
Orientamento fabricato
Assetto distributivo alloggi
Composizione/Integrazione
Impianti
Fase specifica:
Analisi del sito
Azione: Ventilazione naturale
Obiettivi:
Riferimenti normativi e tecnici:
Soluzioni adottate:
Interazioni di progetto:
Costi/Incentivi:
La stesura, ad opera dei progettisti, di queste schede esplicative proposte per criteri e scelte, si
potrebbe inserire poi in un quadro più ampio di raccolta dati.
Infatti, secondo le disposizioni legislative vigenti, è compito del progettista effettuare i calcoli
necessari per le verifiche dei requisiti di prestazione energetica e degli impianti, per poi produrre
una relazione tecnica documentale che il proprietario dell'edificio dovrà depositare in Comune,
insieme alla richiesta di permesso di costruire o alla denuncia di inizio di attività87.
87
Come si evince dalla regolamentazione regionale (cfr. capitolo B1), entro trenta giorni dal rilascio del titolo
abilitativo, o anche prima dell'inizio dei lavori, il proprietario dell'edificio la committenza potrà dare l'incarico a un
soggetto certificatore di compilare l'attestato di certificazione energetica.
232
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
La creazione e gestione inoltre del catasto delle certificazioni energetiche degli edifici, mediante
la realizzazione e gestione di programmi informatici in grado di raccogliere questi dati, è una
indicazione normativa ben precisa e chiaramente espressa dal quadro normativo vigente88.
L’individuazione in maniera precisa e coerente con il processo progettuale di elementi che
permettano una univoca catalogazione del dato energetico e della soluzione tecnica utilizzata per
ottenerlo, si potrebbe configurare come un parametro di valutazione interessante, per schedare e
consultare più agevolmente in seconda istanza una intera serie di informazioni; questo strumento
potrebbe consentire anche in ambito decisionale, di esaminare aspetti incrociati per valutare
fattibilità e convenienza di futuri interventi, in un’ottica di gestione ottimizzata delle politiche
abitative in edilizia economica popolare.
Di seguito, a titolo esemplificativo, si riportano alcune schede compilate secondo i criteri appena
esposti. Volutamente sono state considerate due azioni di progetto appartenenti a fasi distinte, al
fine di mostrare la potenzialità e la flessibilità del metodo di archiviazione proposto.
Fondamentalmente la scheda si compone di una introduzione generale sull’azione, seguita da
approfondimenti (gestibili come link ipertestuali) inerenti soluzioni e costi, mantenuti in documenti
distinti ma correlati secondo relazioni di intervento.
I riferimenti tecnologici e progettuali sono stati mutuati dalle analisi riguardanti il caso di studio
sulla nuova edificazione, più oltre esposto nel corso di questa ricerca.
1. PROGETTO PRELIMINARE
Azione: Ventilazione naturale
Fase specifica:
Soluzioni adottate:
Obiettivi dell’azione:
Riferimenti normativi e tecnici:
-
-
Garantire un adeguato ricambio d’aria all’interno
degli ambienti.
Possibilità di sfruttare la ventilazione naturale e
di raffrescare gli ambienti senza dover attivare
impianti meccanici.
Limitare comunque la necessità eventuale di
ventilazione meccanica, soprattutto nel periodo
estivo, mediante terminali che, se non
opportunamente posizionati rispetto alla
postazione degli utenti, portano a condizioni di
disagio o malessere.
Risparmio energetico derivante da minore
utilizzo di terminali d’impianto e conseguente
diminuzione di emissioni nocive in atmosfera.
-
-
-
88
Analisi del sito
UNI-EN-ISO 7730, 1997
Ambienti termici moderati - Determinazione degli
indici PMV e PPD e specifiche per le condizioni di
benessere termico
ASHRAE 55, 1996
Thermal environmental conditions for human
occupancy
ASHRAE 62, 1999
Ventilation for acceptable indoor air quality
UNI 10339, 1995
Impianti aeraulici ai fini di benessere. Generalità,
classificazione e requisiti. Regole per l’offerta,
l’ordine e la fornitura
UNI-EN 42, 1975
Metodi di prova delle finestre. Prove di
permeabilità all’aria
UNI 7979, 1979
Serramenti esterni verticali. Classificazione in
base alla permeabilità all’aria
ISO 9972, 1996T
Thermal insulation. Determination of building
airtightness. Fan pressurization method
d.lgs. n. 311/2006 “Disposizioni correttive e
integrative al decreto legislativo 19/8/05 n. 192,
recante attuazione della direttiva 2002/91/CE,
relativa al rendimento energetico nell’edilizia”.
Il software specifico per la regione Lombardia (CENED) finalizzato all’adempimento dei procedimenti
amministrativi cogenti richiede già il trasferimento dei parametri di calcolo di ogni fabbricato certificato, verso
unità centralizzate di immagazzinamento dati (cfr. capitolo B4).
233
Federcasa Lombardia
1. PROGETTO PRELIMINARE
Azione: Ventilazione naturale
Soluzioni adottate:
Link alla scheda relativa
Costi/Incentivi:
Link alla scheda relativa
Fase specifica:
Analisi del sito
Soluzioni adottate:
Interazioni di progetto:
-
Orientamento del fabbricato
Analisi dei venti dominanti
Analisi del percorso solare
Progetto del verde
Cross ventilation
Impianto di ventilazione forzata
1.
Obblighi Normativi:
•
d.lgs. 311/2006 (Allegato I, Sezione I, comma 9): Verificare che per la limitazione dei fabbisogni per la
climatizzazione estiva e per il contenimento della temperatura interna negli ambienti:
- siano presenti efficaci elementi di schermatura delle superfici vetrate (esterni o interni);
- siano sfruttate al meglio le condizioni ambientali esterne e le caratteristiche distributive dell’edificio per
ottimizzare la ventilazione naturale;
- siano adottati sistemi di ventilazione meccanica controllata nel caso non sia efficace lo sfruttamento
della ventilazione naturale. Nel qual caso è prescritta l’adozione di un recuperatore di calore ogni qual
volta la portata totale di ricambio (G) e il numero di ore di funzionamento (M) del sistema di ventilazione,
siano superiori ai valori limite riportati nella seguente tabella (Art.5, comma 13 e Allegato C DPR 412/93):
•
Regolamento Edilizio Comunale vigente e sue prescrizioni in materia di orientamento degli edifici.
2.
Parametri che influenzano la soluzione:
-
Corretto orientamento dell’edificio,
Disposizione ottimale dei locali e dei vani interni,
Numero ottimale e localizzazione delle aperture (la possibilità di raffrescamento è legata alle temperature
dell’aria esterna ed al percorso che la stessa compie fino a giungere all’interno degli ambienti),
Valutazione delle caratteristiche climatiche responsabili dei flussi naturali: azione del vento (variabile in
velocità e direzione non solo stagionalmente ma anche giornalmente, soggetto alla presenza di elementi
che ostruiscono o ne modificano il flusso quali edifici, variazioni in quota del terreno, presenza di
vegetazione),
Valutazione dell’azione di forze termiche specifiche del sito (che nascono dalla presenza di gradienti
termici): dal caso di aree esterne protette dall’irraggiamento solare (fasce boschive, ampie aree
ombreggiate), al passaggio dell’aria attraverso ampie zone dell’edificio mantenute in ombra o meglio a
contatto con il terreno.
-
-
3.
Scelte progettuali:
-
Orientamento studiato in modo da favorire il gradiente termico tra i fronti con esposizione contrapposta ai
venti freddi/caldi.
Utilizzo di schermature di verde contro i venti freddi.
Realizzazione di camini ventilanti interni al fabbricato.
Presenza in tutti i locali di abitazione permanente (ad esclusione quindi di corridoi e disimpegni) di sistemi
di aerazione naturale diretta.
Le finestre di detti locali prospettano direttamente su spazi liberi o su cortili nel rispetto dei rapporti
aeroilluminanti richiesti dal regolamento locale d'igiene.
-
234
Regione Lombardia
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
1. PROGETTO PRELIMINARE
Fase specifica:
Analisi del sito
Azione: Ventilazione naturale
Soluzioni adottate:
Studio accurato della ventilazione naturale incrociata, che in estate può giocare un ruolo importante
insieme all’inerzia termica. Permettendo gli alti tassi di ventilazione naturale quando la temperatura esterna
è più bassa della temperatura interna prevalente, è possibile raffreddare la carica di massa termica interna.
Questo effetto di raffreddamento fornisce una capacità supplementare alla massa termica di assorbire i
guadagni di calore durante il periodo di alta esposizione solare, durante le ore di giorno.
Approccio integrato del sistema edificio-impianto, progettazione sinergica architettonica-impiantistica.
Scelta adeguata delle caratteristiche termofisiche dei componenti edilizi in regime dinamico e delle
tecnologie impiantistiche più idonee ed avanzate al conseguimento degli obiettivi prefissati.
Azione: Ventilazione naturale
Costi/Incentivi:
L’analisi dei costi, riferita alla fase di studio della ventilazione naturale ed a tutte le azioni di analisi del sito, ha fatto
riferimento al Regolamento Edilizio Comunale vigente e a quanto approvato dalla Giunta Comunale di Milano il 16
novembre 2007. Gli oneri sono stati revisionati nel caso di edilizia residenziale convenzionata dove si tratterebbe di
passare, nel caso di opera realizzata secondo i migliori parametri di risparmio energetico, da € 79,86 a € 93 al metro
quadrato, quindi con un incremento del 16%.
Per quanto riguarda i possibili effetti sul mercato degli alloggi si deve considerare che attualmente il costo di
realizzazione di un fabbricato residenziale è di circa 1200/1300 €/mq e gli oneri incidono mediamente per 79,86
€/mq.
Allo stato attuale la normativa vigente consente esclusivamente di applicare delle riduzioni degli oneri ad interventi
“finalizzati al risparmio energetico” pertanto si è proposto di riconoscere una riduzione, da applicarsi in modo
articolato sino ad un massimo del 30% (sull’importo come variato, quindi, in caso di riduzione massima, l’incremento
degli oneri per la residenza sarebbe del 53%).
Trattandosi di intervento di nuova edificazione, il presente progetto si configura come rientrante nel suddetto ambito,
in ragione di tutti gli interventi mirati ad un’ottica di contenimento delle emissioni nocive e risparmio di risorse
energetiche.
2.
PROGETTO DEFINITIVO
Azione: Pareti esterne
Obiettivi dell’azione:
-
-
Minimizzare le perdite di calore per trasmissione
nel periodo invernale;
Massimizzare i guadagni di calore esterni nel
periodo invernale;
Minimizzare o prevenire, nel periodo estivo, i
guadagni di calore esterni ed i carichi interni.
Modulare e sfasare nell’arco della giornata i
carichi termici nel periodo estivo
Rimuovere il calore entrante (per ventilazione e
in seguito allo sfasamento e smorzamento
dell’onda termica incidente nelle facciate
sovraesposte all’irraggiamento).
Miglioramento del comfort termo-igrometrico ;
Miglioramento dell’efficienza degli impianti
termici
Fase specifica: Definizione del sistema edilizio
Riferimenti normativi e tecnici:
-
-
-
-
-
Legge n. 64 del 2 Febbraio 1974
“Provvedimenti per le costruzioni con particolari
prescrizioni per le zone sismiche” e successive
modifiche.
D.M. 20 Novembre 1987
“Norme tecniche per la progettazione esecuzione e
collaudo degli edifici in muratura e per il loro
consolidamento”.
Circolare Min. LL.PP. n. 30787 del 4 Gennaio 1989
“Istruzioni in merito alle norme di progettazione
esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e
per il loro consolidamento”.
Eurocodice EC 6
“Regole unificate comuni per le strutture in
muratura”.
Circolare Min. LL.PP. Cons. Sup. 24 Maggio 1999
n. 22671
“Istruzioni relative ai carichi, sovraccarichi ed ai
criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzioni”.
D.M. 16 Gennaio 1996
“Norme tecniche per le costruzioni in zone
sismiche”.
Circolare Min. LL.PP. 10 Aprile 1997 n. 65
“Istruzioni per l’applicazione delle norme tecniche
di cui al D.M. 16 Gennaio 1996.
D.P.C.M. 5 dicembre 1997
235
Federcasa Lombardia
2.
PROGETTO DEFINITIVO
Soluzioni adottate:
Link alla scheda relativa
Costi/Incentivi:
Link alla scheda relativa
Azione: Pareti esterne
Regione Lombardia
Fase specifica: Definizione del sistema edilizio
“Determinazione dei requisiti acustici degli edifici”.
- d.lgs. n. 311/2006 “Disposizioni correttive e
integrative al decreto legislativo 19/8/05 n. 192,
recante attuazione della direttiva 2002/91/CE,
relativa al rendimento energetico nell’edilizia”.
- D.G.R. 26/06/2007 n. 8/5018
"Determinazioni inerenti la certificazione energetica
degli edifici, in attuazione del d.lgs. 192/2005 e
degli artt. 9 e 25, l.r. 24/2006".
Interazioni di progetto:
Orientamento del fabbricato
Controllo emissioni nocive
Controllo della trasmissione termica
Controllo della radiazione solare
Controllo della trasmissione termica
Soluzioni adottate:
1. L’intervento prevede una superficie utile riscaldata pari a 1641,6 m², con un volume riscaldato pari a 7447,3 m³,
ed un rapporto S/V pari a 0,4 m-1. Si prevede la realizzazione di alloggi e servizi di quartiere al piano terra.
2. Minimizzazione delle dispersioni per conduzione: i valori di isolamento per i materiali scelti per i componenti
opachi sono sensibilmente inferiori ai nuovi limiti di legge imposti dal D.L.192/05;
3. Massimizzazione degli apporti gratuiti, sia solari che interni: questo obiettivo, dato anche il contesto urbanistico
in cui i nuovi edifici si collocano, non è raggiunto con un orientamento ottimale di tutte le aperture vetrate (Sud
– Sud Est), ma piuttosto con un buon comportamento di inerzia termica delle componenti opache;
4. Attenzione alla tenuta all'aria dell'involucro (ermeticità);
5. Gli edifici presentano struttura in c.a. e tamponamenti in termolaterizio con aggiunta di strato di materiale
isolante (EPS) e finitura esterna con intonaco oppure con laterizio faccia vista. A titolo di esempio è riportata di
seguito la sezione della parete verticale perimetrale con intonaco e i relativi dati di spessore e isolamento.
6. Per dimostrare l’influenza della massa sul comfort termico in estate e nelle stagioni intermedie ad impianto
spento, dal confronto del comportamento termico di murature ad alta e media inerzia compresenti nel
fabbricato, si specifica che l’involucro progettato possiede un buon comportamento (è pertanto da preferire un
involucro a maggior inerzia rispetto ad una parete leggera e superisolata, sempre sfavorita dal punto di vista
del comfort).
7. L’utilizzo di involucri molto (o completamente) vetrati è del tutto sconveniente nei nostri climi, poiché determina
sempre un aumento dei consumi. Pertanto gli involucri ad elevata inerzia termica garantiscono notevole
miglioramento del comfort soprattutto nelle stagioni intermedie e risparmi energetici nell’intero arco dell’anno,
236
Linee guida per una casa durevole e sostenibile in relazione al parco edilizio esistente nel territorio di Milano
2.
PROGETTO DEFINITIVO
Fase specifica: Definizione del sistema edilizio
nel caso di un uso intermittente dell’impianto di climatizzazione.
8. Le soluzioni progettuali incorporate nel progetto base e riguardanti il sistema edificio-impianti, orientate a
ottenere elevate prestazioni energetiche, sono tali da collocare l’intervento in classe A anche secondo la
normativa della Regione Lombardia (DGR 26/06/2007 e s.m.i.).
Azione: Pareti esterne
Costi/Incentivi:
Le pareti esterne di perimetrazione e tamponamento sono composte in massima parte da pareti in blocchi termici
rettificati dello spessore di cm. 30 e da blocchi fonoisolanti con argilla espansa da cm. 25. Entrambe le murature
sono trattate con tecnologia di cappotto termico e vengono analizzate nel seguito individualmente dal punto di
vista dei costi.
1.
Termoblocco da cm. 30 con cappotto
Nella tabella riassuntiva seguente vengono forniti alcuni parametri economici riferiti ai costi unitari degli elementi
principali costituenti il pacchetto di muratura analizzato.
Elemento
Rivestimento di finitura colorata del cappotto (resina silossanica)
Pannello in polistirene espanso EPS con grafite (spessore cm.12)
Termolaterizio per muratura di tipo M1 (spessore cm. 30)
Intonaco a base di calce
2.
Prezzo unitario
15,20
€/m2
19
€/m2
190
€/m3
11,40
€/m2
Termoblocco da cm. 25 con cappotto
Nella tabella riassuntiva seguente vengono forniti alcuni parametri economici riferiti ai costi unitari degli elementi
principali costituenti il pacchetto di muratura analizzato.
237
Federcasa Lombardia
2.
PROGETTO DEFINITIVO
Regione Lombardia
Fase specifica: Definizione del sistema edilizio
Elemento
Rivestimento di finitura colorata del cappotto (resina silossanica, sp. cm.1)
Pannello in polistirene espanso EPS con grafite (spessore cm.12)
Termolaterizio per muratura di tipo M1 (spessore cm. 30)
Termointonaco in spessore (spessore cm. 5)
Prezzo unitario
15,20
€/m2
19
€/m2
190
€/m3
28,50
€/m2
Agevolazioni ed incentivi
Si precisa che per le operazioni di progettazione delle partizioni esterne e l’abbattimento relativo dei costi di
costruzione si può fare riferimento ai cosiddetti “Mutui Verdi”, fondi previsti da alcuni dei principali istituti bancari
lombardi.
Si ricorda che dei 200 milioni di euro destinati dalla Finanziaria 2007 all’attuazione del Protocollo di Kyoto, 50
milioni dei quali sono stati destinati alla promozione delle fonti rinnovabili. La Provincia di Milano a tal fine ha
indetto un bando che ha portato alla costituzione di partnership pubblico/privato per co-finanziare gli interessi sui
prestiti destinati a rendere più efficienti le abitazioni e installare impianti alimentati da fonti rinnovabili.
I cittadini che hanno ottenuto prestiti per ristrutturare le proprie case e ridurre i consumi energetici a tasso zero,
hanno ottenuto di restituire il denaro prestato senza pagare interessi, i quali sono stati ripartiti equamente tra la
Provincia di Milano e le Banche di Credito Cooperativo di Carugate e di Cernusco sul Naviglio.
Inoltre l’art. 1, comma 288, della Legge 244/2007 (Finanziaria 2008) prevede che siano prorogate per gli anni
2008, 2009 e 2010, per una quota pari al 36% delle spese sostenute e nei limiti di 48.000 euro per unità
immobiliare, le agevolazioni tributarie in materia di recupero del patrimonio edilizio relativo ad interventi di
miglioramento del comportamento energetico e nuova edificazione.
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