L’iconografia dei Santi nuovi nella Toscana medievale: presentazione di un database
Struttura:
I dati relativi a ogni singola opera sono stati organizzati sotto forma di un database creato attraverso
l’uso del programma Filemaker. Le informazioni relative a ciascuna opera sono state archiviate a
formato fisso in un record, strutturato in più campi, aventi costanti caratteristiche.
È necessario premettere che, in questa sede, abbiamo preferito mostravi solo una parte della
schedatura delle opere reperite al fine di rendere più agile e rapida la descrizione del lavoro.
Ogni opera, qui inserita all’interno della tabella generale di tutto il materiale schedato, può essere
visualizzata singolarmente, quale un separato modulo [Agostino Novello, 2]:
ogni record presenta, accanto al nome del personaggio che è soggetto della rappresentazione, una
riproduzione digitale dell’opera con una risoluzione non troppo alta che consenta una corretta
lettura dell’immagine ma al tempo stesso non appesantisca e rallenti l’utilizzo del programma.
Segue quindi l’indicazione dell’ubicazione dell’opera, l’autore, la datazione, il soggetto (la singola
e isolata immagine del personaggio ma anche una specifica scena della sua vita o di un suo
miracolo), la tecnica, la provenienza, le eventuali iscrizioni e infine le più importanti e recenti
indicazioni bibliografiche, di carattere storico artistico, relative l’opera così schedata. È possibile
intervenire in ognuno dei campi selezionando la voce interessata che, in alcuni casi, presenta dei
campi fissi – come nel caso della tecnica – che consentono di rispettare una maggiore uniformità nel
criterio di indicazione dei dati. Ogni modifica e aggiunta sarà sempre automaticamente salvata dal
programma.
Le voci attraverso le quali è organizzato ogni record possono poi essere ordinate secondo le nostre
specifiche esigenze e a seconda del tipo analisi che si vuole fare. Qui presentiamo tutti i record
ordinati secondo il nome del santo, scelta che consente di sapere rapidamente quante attestazioni
figurative siamo riuscite a reperire per ogni singolo personaggio. È possibile però riorganizzare i
file secondo una qualsiasi altra voce.
Al fine di operare rapidamente ricerche ed eventualmente ricavare delle statistiche, sebbene parziali
poiché il materiale raccolto non può certo considerarsi completo, il database consente inoltre di
effettuare specifiche ricerche sui dati acquisiti interrogando le singole voci che compongono il
sistema. Operando una ricerca per luogo, ad esempio, è possibile ricavare l’elenco di tutte le opere
collocate in una delle città toscane studiate, ad esempio a Firenze.
Da una ricerca per tecnica si può ricavare che del numero complessivo delle opere schedate, circa
500, circa la metà sono dipinti su tavola.
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[La ricerca ho prodotto la creazione di 513 record, ovvero la schedatura di 513 opere suddivise in:
270 dipinti su tavola
137 affreschi
24 miniature
23 opere scultoree]
_Uno degli elementi di interesse e innovazioni offerti da questo database consiste infatti nella
catalogazione di tutte le diverse tecniche artistiche attraverso le quali sono state realizzate le opere
raffiguranti i personaggi in esame. Nei fondamentali repertori iconografici esistenti, come il Kaftal
la cui struttura ci ha offerto comunque un valido modello, sono infatti prese in considerazioni solo
le opere pittoriche; questa ricerca, sebbene non esaustiva, ha invece vagliato le più varie tecniche
artistiche (affreschi, sculture, tavole dipinte, miniature, prodotti d’oreficeria, etc.).
E’ stato così possibile notare rapidamente la netta prevalenza dei dipinti su tavola, oggetti che
ovviamente si sono più facilmente e meglio conservati attraverso i secoli e che, nella maggior parte
dei casi erano destinati all’arredo di edifici sacri.
CICLI
Agostino Novello, tavola
Ambrogio Sansedoni, Predica, singolo affresco
Andrea Corsini, predella
Caterina da Siena, tavola
Filippo Benizzi, affresco
Filippo Ciardella, tavola
Fina, scultura, tavola e affresco
Francesco d’Assisi, rilievo
Gioacchino da Siena, rilievo
Giovanna da Signa, affresco
Giulia da Certaldo, tavola
Nicola da Tolentino, affresco
Ranieri Rasini, tavola
Umiltà, tavola
Interfaccia utente
Resta fondamentale ricordare che il programma di FileMaker così strutturato e utilizzato è
finalizzato unicamente alla schedatura delle opere d’arte e riguarda dunque solo la parte di carattere
storico artistico e iconografico della nostra ricerca. Affinché i dati iconografici raccolti possano
legarsi a quelli agiografici è stata poi pensata un’interfaccia grafica, estremamente semplice ma
funzionale, che consenta di avere una visione completa dello studio svolto per ciascun personaggio
[ciò che si frappone fra l’utente e il programma in cui sono raccolti i dati]. Riportiamo l’esempio di
interfaccia realizzato per Agostino Novello [interfaccia: Agostino Novello]
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In alto sono riportate le indicazioni fondamentali di natura agiografica.
Segue dunque la parte iconografica, ambito più specifico del nostro lavoro, organizzata in una
prima sezione nella quale sono indicati gli attributi distintivi del personaggio, l’elenco delle scene
illustranti gli episodi della vita e i miracoli, e infine la bibliografia iconografica che include, indicati
in modo abbreviato, tutti i principali repertori iconografici e gli eventuali studi monografici.
Sono poi elencate le opere raffiguranti il santo o beato in esame, i cui dati sono organizzati secondo
i campi fissi precedentemente definiti nel programma di FileMaker, accompagnati sempre da una
riproduzione digitale dell’opera.
Di parte di questi personaggi abbiamo reperito cicli pittorici e scultorei che illustrano episodi della
vita e dei miracoli post mortem, cicli che però non risultano numerosi.
Netta è infatti la prevalenza delle immagini singole di santi e beati raffigurati generalmente a figura
intera, in posa frontale, accompagnata dai caratteristici attributi che consentono l’identificazione del
personaggio e che in questo periodo sono ormai ben definiti e distintivi. Parte delle immagini
reperite provano che il culto di determinati personaggi fosse promosso da una comunità di fedeli
ancor prima della loro canonizzazione, attraverso l’esecuzione di una loro immagine conforme
all’iconografia tradizionale dei personaggi sacri (beato Agostino Novello, OESA, † 1309, il cui
culto è stato confermato nel 1759; Alberto Magno, OP, † 1280, canonizzato da Pio XI nel 1931; il
beato Antonio Patrizi da Monticano, OESA, † 1311, culto confermato da Pio VII nel 1804; il beato
Bartolo da Buompedoni, prete, † 1300, culto confermato da Pio X nel 1910; san Filippo Benizi,
OSM, generale dell’Ordine, † 1285, culto confermato da Clemente X nel 1671; il beato Francesco
Patrizi da Siena, OSM, † 1328, culto confermato S. Congregazione dei Riti nel 1743; il beato
Giacchino Piccolomini, OSM, † 1306, culto confermato da Paolo V nel 1609; il beato Giordano di
Sassonia, OP, † 1237, culto confermato nel 1826).
Il database ha consentito anche di confermare quanto fosse più frequente la rappresentazione sia di
singoli personaggi che di generici rappresentanti degli Ordini mendicanti e, fra questi, soprattutto
dei Domenicani che hanno più attestazioni fra tutti. In particolare, per quanto riguarda l’Ordine dei
Predicatori, va notato che le numerose testimonianze figurative non si limitano solo alla
rappresentazione del santo fondatore, ma anche di altri santi nuovi domenicani quali ad esempio il
beato Ambrogio Sansedoni, il beato Giordano di Sassonia, santa Caterina da Siena, san Pietro
Martire, per i quali è attestato un culto profondo e diffuso.
Lo stesso discorso non può invece essere fatto per i Francescani: in questo caso l’immagine di
Francesco d’Assisi rimane quella di gran lunga più diffusa a testimonianza di un culto più
profondamente legato al singolo personaggio che non all’intero Ordine dei Minori.
Le testimonianze figurative reperite provano anche quanto fosse profondamente radicato il culto nei
confronti di beate e sante vergini locali, spesso recluse, raffigurate attraverso singole immagini ma
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anche all’interno di cicli figurativi, quali, ad esempio, santa Zita da Lucca [interfaccia: santa Zita]
(santa vergine sepolta nella chiesa di San Frediano a Lucca, scomparsa nel 1278 e canonizzata da
Innocenzo XII nel 1695), la beata Giulia della Rena da Certaldo (terziaria agostiniana e reclusa, †
1367, culto ab immemorabili confermato da Pio VII, 1819 sepolta nella chiesa dei SS. Jacopo e
Michele a Certaldo), la beata Giovanna da Signa (reclusa, † 1307, Culto confermato da Pio VI,
1798, sepolta a Signa, pieve di San Giovanni Battista), santa Fina da San Gimignano [interfaccia:
santa Fina] († 1253, reliquie a San Gimignano, collegiata).
Di santa Fina esistono, oltre le singole immagini e un paio di busti reliquario, numerose scene
illustrate in dipinti su tavola, affreschi e rilievi scultorei: gli episodi della vita illustrati in una tavola
dipinta nel 1402 da Lorenzo di Niccolò, oggi conservata presso il Museo Civico di San Gimignano,
gli affreschi eseguiti da Domenico Ghirlandaio nel 1473 nella cappella dedicata alla santa presso la
Collegiata di San Gimignano e, sempre all’interno della Collegiata, la serie di rilievi scultorei
realizzati nel 1475 da Benedetto da Maiano.
Possiamo concludere che il lavoro così impostato deve considerarsi ancora in fieri e non può avere
pretese di esaustività poiché, sebbene siano state reperite numerose opere, indagini ulteriormente
approfondite, in particolare attraverso ricognizioni sul luogo, consentirebbero di certo di ampliare la
raccolta di documenti figurativi. Ma il lavoro finora svolto offre comunque un materiale che,
raccolto con questi criteri, può essere sufficiente ad avviare studi più circostanziati su singoli
personaggi o contesti particolarmente significativi e sulla relazione esistente fra immagini e contesti
di fruizione, tra forme di devozione e manifestazioni artistiche.
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