OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO Simbologie nel disegno edile MATERIALI IN SEZIONE FINESTRE I tratteggi previsti per i materiali in sezione sono indicati dalla tabella UNI 3972, ai quali se ne aggiungono altri utilizzati nella pratica professionale. In genere una legenda apposta nel disegno spiega la simbologia utilizzata. UNI 3972 FINESTRE IN PIANTA Con sguancio inclinato e mazzetta 1 : 100 ÷ 200 Muratura e laterizi (le diverse campiture sono usate secondo la scala o le scelte grafiche) PORTE ⬜ alle fibre Con sguancio inclinato Con sguancio a squadro e mazzetta è Legno // alle fibre Con sguancio a squadro senza mazzetta Calcestruzzo (i due simboli sono usati a seconda della scala) 1 : 50 Terreno Finestra a una anta RAPPRESENTAZIONI IN PIANTA Porte a una anta Finestra a due ante Malta di calce o intonaco FINESTRE IN ALZATO Marmo e ceramica Rappresentazione dei movimenti di apertura (visti dall’interno) Pietrame a secco per drenaggio o vespaio Porte a due ante Materiali isolanti Manti bituminosi UNI 8370 Gomma e guarnizioni Ruotante a una anta Ruotante a due ante A vasistas esterno A vasistas interno Porte a vento ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• nota bene Normalmente nei disegni di progetto gli infissi (porte e finestre) vengono designati con sigle che trovano corrispondenza in un apposito elenco (detto abaco infissi) che descrive le caratteristiche del singolo tipo di infisso usato. A visiera esterna a una anta A visiera interna a due ante A bilico Scorrevole Porte a soffietto ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 1 RAPPRESENTAZIONE TECNICA SCALE SANITARI (UNI 9511-2) Nelle scale in pianta la freccia indica il verso di salita. IN PIANTA Usuali IN ALZATO UNI 9511-2 UNI 9511-2 Usuali Acquaio semplice con gocciolatoio Acquaio doppio con gocciolatoio Lavabo Lavabo a canale Vasca da bagno Vasca a sedile Doccia Bidet Vaso a sedile Vaso a pavimento Orinatoio a parete Orinatoio multiplo a pavimento ASCENSORI FORI NEI MURI Ascensore con contrappeso posteriore ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• nota bene Nel disegno con strumenti tradizionali si utilizzano spesso simboli trasferibili prodotti anche in scale diverse. Condotti fognari Canne fumarie Camini esalatori Ascensore con contrappeso laterale ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 2 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO ARREDI IMPIANTI ELETTRICI APPARECCHI DOMESTICI Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 3 RAPPRESENTAZIONE TECNICA Quotatura (UNI ISO 129-1) Quotatura è l’insieme delle quote e delle informazioni alfanumeriche necessarie a determinare le dimensioni di un oggetto in tutti i suoi elementi. Quota è l’insieme della linea di misura, delle linee di riferimento e del valore numerico che definisce una dimensione nel disegno. Ciascun elemento dell’oggetto deve essere quotato non più di una volta. PRINCÌPI GENERALI DI QUOTATURA Le quote di un disegno devono essere espresse nella stessa unità di misura. Un’eccezione è costituita dalle quote ausiliarie, aggiuntive per comodità di lettura. In genere le quote sono espresse in mm; altre unità di misura devono essere indicate esplicitamente. 20 NOMENCLATURA 10 14 Quotatura ripetuta, quindi errata. 8 8 14 valore numerico linea di riferimento 30 Quote in cm Ø20 20 linea di misura Le quote (UNI ISO 129-1) sono distinte in: Le quote non si devono rilevare dal disegno mediante scala. • quote funzionali, essenziali alla funzione dell’oggetto; • quote non funzionali, non essenziali alla funzione dell’oggetto; • quote ausiliarie, già deducibili da altre quote, ma utili per evitare calcoli. Esse si indicano tra parentesi. F Le quote devono essere disposte sulle viste che mostrano l’elemento da quotare nel modo più chiaro. 16 14 A 26 F 46 Quotatura incompleta, quindi errata. NF La quota A è molto più chiara della quota B, quindi è da preferire. Una quota funzionale non si deve dedurre da altre quote. B NF NF Gli elementi normalizzati (viti, chiodi, ecc.) possono non essere quotati, ma individuati mediante designazione normalizzata o altro codice. (Aux) F = Funzionale NF = Non funzionale Aux = Ausiliaria 3 3 •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• nota bene In una quotatura geometrica, che descrive cioè solo la forma e le dimensioni dell’oggetto, non vi è distinzione tra quote funzionali e non funzionali; questa distinzione è invece essenziale in una quotatura funzionale. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4 11 Chiodi 4 x 20 UNI 134 16 38 La lunghezza del gambo della vite è una quota funzionale e quindi non si deve ricavare da altre quote; pertanto la quotatura è errata. Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO Le linee di misura si eseguono con linea continua fine (tipo 1.1). Non si possono utilizzare altri tipi di linee (mista fine, a tratti, ecc.). 2 Ø3 Frecce proporzionate alla grandezza del disegno CARATTERISTICHE DELLE LINEE DI RIFERIMENTO In un disegno si deve usare lo stesso tipo di freccia terminale. NO NO Aperta a 30° Chiusa a 30° Le linee di riferimento collegano punti dell’oggetto con le estremità delle linee di misura, sporgendo di poco da esse. Vengono disegnate con linea continua fine (tipo 1.1). La linea di riferimento sopravanza la linea di misura, mentre questa si arresta sull’altra. Le estremità delle linee di misura sono provviste di: • frecce terminali, delle forme riportate in figura, con angoli variabili da 15° a 90°; le frecce chiuse possono essere annerite; • nelle quote di diametri. 32 La linea di misura individua una dimensione dell’oggetto; in generale è provvista di frecce terminali alle estremità ed è delimitata da linee di riferimento. Frecce e tratti obliqui devono essere dimensionati in proporzione alla grandezza del disegno e in funzione delle esigenze di chiarezza. Ø CARATTERISTICHE DELLE LINEE DI MISURA Normalmente le frecce si dispongono all’interno delle linee di riferimento; in caso di mancanza di spazio si possono disegnare all’esterno. Aperta a 90° Piena a 30° • tratti obliqui, inclinati di 45° rispetto alla linea di misura; In alcuni casi si possono disegnare linee di misura incomplete: Le linee di riferimento hanno inizio nell’estremo dell’elemento da quotare. È anche possibile distaccarle di una piccola misura (circa 8 volte lo spessore della linea usata). • nelle semiviste o semisezioni di parti simmetriche; in questi casi la linea di misura oltrepassa l’asse di simmetria; Ø30 Ø26 Qualora le linee di riferimento avessero origine in un punto su linee di costruzione, queste ultime proseguono di poco oltre il punto stesso. • punto, quando non vi è spazio sufficiente per frecce terminali; • circonferenza, con diametro di circa 3 mm, quando l’estremità è origine di un sistema di riferimento. Ø20 Ø26 Ø32 Ø22 • nella quotatura riferita a una origine; Come linee di riferimento si possono usare assi di simmetria, linee di contorno, ecc. 25 15 10 nota bene 10 ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• In un disegno devono apparire frecce disegnate tutte nella stessa modalità. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 5 RAPPRESENTAZIONE TECNICA DISPOSIZIONE DELLE LINEE DI RIFERIMENTO DISPOSIZIONE DELLE LINEE DI MISURA Per quanto possibile le linee di riferimento devono essere disposte secondo i seguenti criteri. Le linee di misura devono essere disposte secondo i seguenti criteri. 1. Non devono intersecare altre linee del disegno. 6. Devono riferirsi a elementi paralleli al piano del disegno. Le linee di misura, quindi, non possono riferirsi a dimensioni viste di scorcio. 1. Non devono coincidere con assi di simmetria, linee di contorno o di riferimento. NO NO SÌ 2. Devono, per quanto possibile, essere disposte all’esterno delle figure. SÌ 2. Non devono intersecare le linee di misura. NO SÌ 7. Devono essere tracciate interamente anche se riferite a elementi rappresentati con interruzioni. NO SÌ 3. Devono essere opportunamente distanziate tra loro e dal contorno delle figure. NO NO SCRITTURA DEI VALORI NUMERICI SÌ NO 3. Sono perpendicolari alle linee di misura. SÌ SÌ I valori numerici devono essere scritti secondo i seguenti criteri. 4. Devono essere parallele alla dimensione a cui si riferiscono. 1. Devono essere ben leggibili. NO NO SÌ 7 5. Non devono, per quanto possibile, intersecare le linee di riferimento. 90° 90° SÌ Le linee di misura andranno quindi disegnate in ordine progressivo, dalle minori alle maggiori, allontanandosi dal contorno delle figure. Eccezionalmente le linee di riferimento possono essere oblique rispetto alle linee di misura, come in figura. 7 NO 7 7 7 7 SÌ 2. Non devono sovrapporsi alle linee del disegno. 8 8 NO 6 SÌ NO SÌ Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO 3. Le cifre devono essere disposte parallelamente alle linee di misura, al di sopra e staccate da esse. I valori devono essere letti dalla base o dal lato destro del disegno. 13 22 QUOTATURA DI ANGOLI QUOTATURA DI FORI La linea di misura di un angolo è costituita da un arco con centro nel vertice dell’angolo. Le linee di riferimento si trovano sui lati dell’angolo. I fori si quotano con i loro diametri e gli interassi (posizione degli assi). NO SÌ 13 9 90° I valori di quote oblique vanno orientati come in figura. 60° 17 ° 60 17 17 17 17 17 QUOTATURA DI DIAMETRI Ø6 Le linee di misura possono essere costituite da segmenti diametrali oppure da segmenti esterni paralleli a un asse. Il valore numerico è preceduto dal simbolo Ø. Ø6 Ø 6 Ø9 30° Il valore dell’angolo viene disposto come indicato nella figura. 17 17 60° 17 ° 17 30 17 17 60° 60 ° 60 ° Elementi rappresentati fuori scala (per esempio quelli troppo lunghi e ingombranti) vengono quotati con cifre sottolineate. QUOTATURA DI ARCHI La linea di misura è un arco concentrico con quello da quotare, mentre le linee di riferimento si trovano sui raggi passanti per gli estremi dell’arco stesso. Il valore numerico è preceduto dal 27 simbolo . QUOTATURA DI PARTI SFERICHE 17 80 12 QUOTATURA DI ELEMENTI RIPETUTI La quotatura di elementi ripetuti a distanze costanti può essere semplificata come in figura. 3 x 16 = (48) 8 SR SØ16 Ø 8 Le parti sferiche si quotano mediante il diametro o il raggio, preceduti dai simboli rispettivamente SØ e SR. Quando la linea di misura è parziale, essa prosegue oltre il centro. QUOTATURA DI ELEMENTI FUORI SCALA QUOTATURA DI RAGGI Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 5 x 6 = (30) QUOTATURA DI QUADRI I quadri (barre a sezione quadrata) vengono quotati con il lato preceduto dal simbolo . 6 6 Le linee di misura sono segmenti radiali, interni o esterni; la linea di misura presenta una sola freccia R terminale con la 5 punta rivolta verso la circonferenza. Il valore numerico è preceR 5 duto dal simbolo R. Qualora vi sia possibilità di confondere il valore del passo e il numero dei passi, si quota anche un singolo passo. 7 RAPPRESENTAZIONE TECNICA QUOTATURA DI SMUSSI SISTEMI DI QUOTATURA IN SERIE Gli smussi si quotano con l’altezza della superficie smussata e il semiangolo al vertice. Se il semiangolo al vertice è di 45°, la quota può essere eseguita come in figura. In questo sistema ogni quota è determinata rispetto a quella contigua. Esso è particolarmente vantaggioso quando l’accumulo di errori costruttivi dalla misura indicata non compromette la funzionalità dell’oggetto. Le quote ausiliarie, indicate tra parentesi, possono facilitare la lettura di misure ricavabili solo con calcoli talora complessi. 20° 6 쐍 Quotatura a quote sovrapposte (o progressiva) È una quotatura in parallelo semplificata con l’adozione di un’unica linea di misura e con l’elemento di origine che assume la quota 0. L’origine deve essere contrassegnata da un cerchietto; dalla parte opposta all’origine ogni quota porta una sola freccia terminale. 0 3 x 45° 0 0 QUOTATURA DI INFISSI IN PIANTA 0 80 140 150 Il valore numerico deve essere apposto in prossimità della freccia in uno dei due modi seguenti: (Aux) La quotatura di infissi (porte, finestre) in pianta si esegue mediante: • il valore della larghezza del vano, sopra l’asse; • il valore dell’altezza del vano, sotto l’asse. (Aux) (Aux) • sul prolungamento della linea di riferimento (fig. A); • al di sopra della linea di misura e un po’ staccata da essa (fig. B). A B (Aux) QUOTATURA DI LIVELLI ALTIMETRICI I livelli altimetrici si indicano con frecce come quelle usate in figura. 6 SISTEMI DI QUOTE CON ORIGINE COMUNE 6 12 18 18 Finestra 12 Porta 0 0 쐍 Quotatura in parallelo SISTEMI DI QUOTATURA COMBINATA Le quote in questo sistema sono riferite a una stessa origine. Si evita in questo modo la possibilità di accumulare errori costruttivi; è un sistema particolarmente indicato per lavorazioni con macchine a spostamento progressivo. Dalla combinazione dei due precedenti sistemi si ottiene una quotatura che soddisfa tutte le esigenze del disegno costruttivo. + 8,20 + 6,40 + 5,60 SISTEMI DI QUOTATURA I sistemi di quotatura servono a organizzare le singole quote secondo criteri funzionali alle esigenze descrittive e operative. Alcuni sistemi rendono il disegno più semplice e meno ingombro di quote, altri aiutano l’operatore a trovare riferimenti fissi e funzionali ad alcune lavorazioni (per esempio i sistemi con origine comune e quello per coordinate). ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• nota bene Le linee di misura devono essere disposte a distanza costante; in disegni su formati A4 oppure A3 questa distanza può essere compresa tra 7 e 12 mm. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 8 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO SISTEMI DI QUOTATURA IN COORDINATE QUOTATURA DI ASSONOMETRIE (UNI 3975) 쐍 Coordinate cartesiane Nel caso di quotatura di assonometrie si applicano tutte le norme viste finora. Le linee di misura e di riferimento sono però parallele agli assi dell’assonometria utilizzata. Alcuni esempi sono riportati di seguito. In una tabella sono riportati i valori delle coordinate cartesiane di elementi connotati da sigle o numeri. D O z 15 25 25 15 25 ,0 0 Ø 4 6 8 4 10 20 y 29 24 27 13 10 0 ,0 y x 6 18 37 9 27 40 B A B C D E 0 ,0 C 15 A E Nella tabella sono indicate con x e y le coordinate del centro del foro, con Ø il diametro e con z la sua profondità. x 30,00 O x = 27 y = 21 ,0 ,0 0 0 O ,0 Quote in m 20 x = 33 y=4 In alternativa all’uso della tabella si possono indicare le coordinate a fianco di ciascun punto. 10 30 y 0 x=7 y = 16 x 8,00 O 5,60 In una tabella si possono anche riportare i valori delle coordinate polari, rispetto a riferimenti costituiti da un’origine O e da un asse orientato. 5,60 00 8, 쐍 Coordinate polari O ϑ M 0° 15° 30° 45° 60° 75° 40,0 37,1 31,7 27,1 24,1 22,5 ϑ M 90° 105° 120° 135° 150° 165° 180° 22,0 22,5 24,1 26,8 30,3 33,7 35,0 Nella tabella sono indicati con M il modulo del singolo punto e con l’anomalia dello stesso. 20 3, 00 4, ϑ Quote in m 3,20 4,00 0 20 9x 30 =( 27 0) 10 0 30 •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• memo 17 Le coordinate polari sono: • modulo, cioè la distanza di un punto dall’origine; • anomalia, cioè l’angolo formato dall’asse con la semiretta condotta dall’origine al punto. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 20 0 10 10x17 = (170) M Quote in cm 9 RAPPRESENTAZIONE TECNICA ESEMPI DI DISEGNO QUOTATO ESEMPIO 1 ESEMPIO 2 Sezione di conduttura fognaria in calcestruzzo Prospetto di edificio 141 103 202 103 122 144 161 144 58 +1108 95 102 +979 20 20 20 36 20 201 +944 +659 121 187 121 20 141 37 20 +624 20 20 20 20 348 319 20 379 20 20 161 20 0 121 Quote in cm 240 87 159 (607) Quote in cm ESEMPIO 3 20 160 10 10 236 10 210 444 275 140 107 350 70 400 20 30 110 143 240 267 240 77 10 10 80 133 30 131 30 80 425 10 60 30 10 80 130 685 62 490 20 400 140 140 315 90 220 395 220 260 205 72 62 30 20 20 Pianta di alloggio Quote in cm 10 603 77 520 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO Elaborati grafici Rappresentare un edificio è un’operazione complessa, in particolare quando si tratta di un progetto, destinato a fornire informazioni molto diverse e dettagliate di un oggetto ancora inesistente. Per questo gli elaborati grafici sono spesso numerosi e diversificati; a seconda della fase di progetto si avranno elaborati di massima, che offrono gli elementi principali per le fasi preliminari, ed elaborati esecutivi, destinati a fornire informazioni particolareggiate a chi realizza l’opera. Nel progetto di massima gli elaborati sono realizzati in scale più ridotte e sono meno numerosi di quelli presenti in un progetto esecutivo. In quest’ultimo devono figurare elaborazioni diverse sia per scala sia per finalità, ma ben concatenate; dai disegni di inquadramento complessivo si deve facilmente pervenire a quelli più dettagliati, da una pianta si deve ricavare il riferimento a una sezione. Inoltre alcuni elaborati sono destinati a una informazione specialistica (come disegni di carpenteria, di impiantistica, ecc.) mentre altri sono indirizzati a un destinatario più generico (come le piante, i prospetti e, ancora di più, le visualizzazioni tridimensionali). In un progetto o in un rilievo figurano elaborati, per quantità e per qualità, funzionali agli scopi e alla complessità dell’edificio; vediamo di seguito quali sono i principali. PLANIMETRIE Con questo tipo di elaborato (da non confondere con le piante) si intende fornire un inquadramento della costruzione nel territorio circostante. Una planimetria non è altro che una vista dall’alto, in scala variabile tra 1:5000 e 1:200; in essa vengono rappresentati gli elementi principali dell’ambiente, da quelli topografici (curve di livello, strade, ecc.) a quelli geografici (orientamento). Planimetria del progetto di scuola a Cogoleto, Genova (arch. Maurizio Renzi). PIANTE Sono forse gli elaborati grafici più importanti per la descrizione dell’edificio. La pianta è la vista dall’alto dell’edificio sezionato con un piano orizzontale; in genere questo piano viene situato a un’altezza di circa 1 m dal pavimento. In casi particolari questa altezza può essere variata, per rendere più chiaro il disegno: è questo il caso di finestre con davanzale molto alto, di nicchie, ecc. Le piante vengono eseguite in scale molto varie, tra 1:200 e 1:20, e conseguentemente si avvalgono di simbologie assai diverse; tra queste la più rilevante è la rappresentazione degli elementi sezionati, che possono essere campìti (cioè riempiti di un particolare fondo grafico) con tratteggio, anneriti o semplicemente evidenziati con linee più spesse. Pianta del progetto di scuola a Cogoleto, Genova (arch. Maurizio Renzi). Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 11 RAPPRESENTAZIONE TECNICA PROSPETTI Consistono in proiezioni ortogonali su piani verticali, in genere paralleli ai muri perimetrali. La loro denominazione è legata all’orientamento («prospetto Nord»), alla topografia («prospetto su via…») oppure a indicazioni presenti sulla planimetria («prospetto A»). Prospetto del progetto di scuola a Cogoleto, Genova (arch. Maurizio Renzi). SEZIONI Sono proiezioni ortogonali ottenute mediante piani di sezione disposti in modo opportuno; la posizione di questi piani deve essere chiaramente indicata sulle piante, mediante tracce, frecce e lettere. Sezione del progetto di scuola a Cogoleto, Genova (arch. Maurizio Renzi). PARTICOLARI SCHEMI D’IMPIANTI Con scale grandi (tra 1:20 e 1:1) rappresentano in pianta, sezione o prospetto, zone significative, anche se limitate, dell’edificio. Servono a fornire indicazioni, sommarie o molto dettagliate, per la realizzazione degli impianti tecnologici, quali quello termico, elettrico, idraulico, ecc. 12 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO ELABORATI DI VISUALIZZAZIONE Anche se meno importanti dei precedenti dal punto di vista esecutivo, gli elaborati di visualizzazione tridimensionale (assonometrie e prospettive) danno un valido aiuto per la comprensione del complesso o delle qualità spaziali dell’edificio. Assonometria (in alto) e prospettiva (in basso) del progetto per l’ospedale di Siracusa (arch. Maurizio Renzi). Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 13 RAPPRESENTAZIONE TECNICA VISUALIZZAZIONI AL COMPUTER La computergrafica sta innovando radicalmente le potenzialità descrittive del disegno; a rappresentazioni analoghe a quelle tradizionali, si aggiungono tecniche nuove e suggestive, quali i rendering o le animazioni. Progetto di scuola a Cogoleto, Genova (progetto arch. Maurizio Renzi, elaborazione arch. Alberto Quacquarini). 14 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO CORRELAZIONE TRA ELABORATI Tra i diversi elaborati deve risultare chiara la relazione. Tipico è il caso delle sezioni, che possono essere comprese solo grazie ai riferimenti riportati sulle piante. Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 15 RAPPRESENTAZIONE TECNICA FINALITÀ DEGLI ELABORATI Una pianta può essere trattata graficamente in una certa scala e in modi diversi, ciascuno dei quali corrispondente a una determinata esigenza. Questa pianta si propone di evidenziare la tipologia dell’alloggio; pertanto riporta solo la quotatura essenziale e le caratteristiche dei diversi ambienti. 440 LETTO 12,60 mq CUCINA 10,65 mq SOGGIORNO 20,80 mq 490 RIP. 3,28 mq 400 77 603 70 267 131 60 10 90 685 20 220 260 20 20 20 30 72 62 P3 205 140 F2 220 395 425 P1 P2 F4 140 160 130 62 210 133 P2 P2 10 236 30 490 400 Questa pianta, invece, si sofferma maggiormente sulle caratteristiche dimensionali, riportando una quotatura dettagliata. È da notare la designazione degli infissi con sigle, che trovano rispondenza nell’abaco infissi. P1 P2 30 10 10 F6 77 107 240 444 240 275 350 F4 140 400 143 110 30 20 F3 520 BALCONE 11,30 mq 425 350 LETTO 14,00 mq 315 BAGNO 6,35 mq 240 400 Questa pianta, infine, presenta uno schema di massima dell’arredo. 16 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO SCHEDA STORICA LA CARTOGRAFIA La rappresentazione della superficie terrestre o di una sua parte su di un piano risale a tempi antichissimi, in particolare ai grandi imperi (Mesopotamia, Egitto); ma solo in Grecia, alcuni secoli prima di Cristo, la cartografia venne affrontata con spirito scientifico, intrecciandosi strettamente con la geometria e l’astronomia. Ritratto di Gerhard Kremer, detto Mercatore, padre della moderna cartografia. Ecumene, di Piero del Massaio (1460). Con le scoperte geografiche e con la nascita del pensiero scientifico, le teorie astronomiche, geometriche e proiettive rivoluzionarono la cartografia. Nel XVII sec. l’olandese Willebrord Snell (detto Snellius) mise a punto il metodo della triangolazione per rilievi di distanze e altezze, mentre il fiammingo Gerhard Kremer, detto Mercatore (15121594), creò la proiezione cartografica legata al suo nome, che fu decisiva per lo sviluppo dei grandi viaggi. Con il XVIII sec. nacque la geodesìa, che diede un’idea più precisa sulla forma della Terra: considerata schiacciata ai poli e rigonfia all’equatore, con la configurazione propria di un ellissoide di rotazione, venne poi, con i contributi di Pierre-Simon Laplace e di Karl Friedrich Gauss, definita mediante una superficie convenzionale detta geoide. Secondo Eratostene, fu Anassimandro (VI sec. a.C.) a tentare per primo il disegno di tutta la Terra. A Dicearco, discepolo di Aristotele (IV sec. a.C.), si attribuisce la prima carta dell’ecumene (il mondo abitato), perfezionata poi da Eratostene (III sec. a.C.). In questo periodo vennero delineate le prime ipotesi, spesso basate su presupposti filosofici, sulla forma e sulle dimensioni della Terra. Se Pitagora ebbe l’intuizione sulla sfericità della Terra, argomentata dalla perfezione della forma sferica, solo con Eratostene, della scuola di Alessandria d’Egitto, si giunse a una misurazione scientifica della circonferenza terrestre. Marino di Tiro, intorno al 120 d.C., introdusse nella cartografia la proiezione cilindrica con latitudine e longitudine, calcolate in gradi e non in stadi, e Claudio Tolomeo (II sec. d.C.) ideò il metodo delle proiezioni coniche. Nel Medioevo, decadute le ricerche scientifiche sulla cartografia, acquistarono importanza i portolani e le carte nautiche, che descrivevano con precisione il profilo costiero e le rotte da un porto all’altro. Portolano del Mediterraneo occidentale di Giacomo Russo di Messina (1533). Carta nautica di Mercatore (1574). Nonostante la forte distorsione delle terre, la grande utilità per i naviganti consisteva nel fornire corretti angoli per le rotte. Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 17 RAPPRESENTAZIONE TECNICA Cartografia equatore ica ellissoide verticale geocentrica raggio polare 6357 km meridiano La forma e le dimensioni della Terra sono oggetto di studio di un particolare settore delle scienze: la geodesìa. La necessità di studiare scientificamente il pianeta terrestre ha sempre spinto a ricondurre la superficie fisica della Terra a un modello geometrico, che possa essere analizzato con metodi matematici. Le maggiori o minori esigenze di precisione hanno condotto a delineare modelli più o meno complessi a seconda degli scopi. Per rappresentare una piccola zona di territorio si può tranquillamente approssimare la superficie terrestre a una superficie piana. Per lo studio elementare dei fenomeni geografici si può ricorrere con migliore approssimazione a un’identificazione della superficie terrestre con una sfera; in questo caso le rugosità dei rilievi montuosi vengono trascurate perché irrilevanti rispetto alle dimensioni della sfera. Esso può essere immaginato come se la superficie media degli oceani si estendesse anche sopra le terre emerse; esso tuttavia presenta delle lievi depressioni in corrispondenza delle profondità oceaniche e degli innalzamenti sui rilievi terrestri. Il geoide è una superficie matematica ideale, vicina a quella reale, e si discosta di poche decine di metri (al massimo 120 m) da quella dell’ellissoide. Per le sue irregolarità la verticale del filo a piombo (verticale fisica) in un suo punto non coincide perfettamente con la retta passante per il centro della Terra (verticale geocentrica). fis verticale FORMA E DIMENSIONI DELLA TERRA geoide raggio equatoriale 6378 km Il profilo del geoide presenta scostamenti da quello dell’ellissoide e mostra avvallamenti in corrispondenza dei mari, e sporgenze in corrispondenza dei rilievi montuosi. Per maggiori esigenze di precisione negli studi geodetici si approssima la superficie terrestre a un ellissoide di rotazione. Questa forma è facilmente comprensibile dall’osservazione che la Terra non è immobile ma ruota velocemente intorno al suo asse; da questo segue che la massa terrestre è soggetta a forze centrifughe maggiori nella zona equatoriale e ha quindi subìto una graduale deformazione, con depressioni ai poli e un rigonfiamento all’equatore. Questa forma giustifica anche le variazioni della forza di gravità in punti differenti del globo, a causa della loro diversa distanza dal centro della Terra. L’ellissoide di rotazione è stato assunto dall’Unione Geodetica Internazionale come solido di riferimento per la rappresentazione della forma della Terra. Tuttavia c’è da notare che lo schiacciamento polare è di 1/297 (cioè la differenza tra i due semiassi è 1/297 del semiasse equatoriale) e quindi non differisce molto da una sfera. DIMENSIONI DELLA TERRA (ellissoide internazionale) Raggio equatoriale 6 378 388 m Raggio polare 6 356 912 m Raggio di una sfera avente lo stesso volume della Terra 6 371 221 m Lunghezza del circolo meridiano 40 009 152 m Lunghezza dell’equatore 40 076 594 m Volume della Terra 1 083 319 780 000 km3 Ricerche geodetiche più accurate hanno però evidenziato che la superficie terrestre non coincide esattamente con l’ellissoide di rotazione. Esso infatti non tiene conto dei rilievi della crosta terrestre, delle depressioni oceaniche, delle diverse densità dei materiali rocciosi; questa disomogeneità delle masse crea irregolari distribuzioni della forza di gravità sulla superficie terrestre. Di conseguenza si è pensato di descrivere la superficie terrestre con una superficie irregolare, perpendicolare in ogni suo punto alla direzione del filo a piombo; a questo solido è stato dato il nome di geoide. 18 COORDINATE ASTRONOMICHE E GEOGRAFICHE Per determinare la posizione di un punto sulla superficie terrestre si ricorre a una coppia di valori chiamati coordinate (v. anche pag. A21). Se gli strumenti usati per rilevare la posizione di un punto sulla superficie terrestre sono di tipo astronomico, essi fanno riferimento alla verticale passante per il punto, e quindi si hanno le coordinate astronomiche. Se invece gli strumenti fanno esclusivo riferimento alla superficie terrestre, si ottengono le coordinate geografiche. 쐍 Coordinate astronomiche Esse sono essenziali nella nautica, nell’aeronautica e nell’astronautica, poiché gli strumenti di un mezzo mobile si avvalgono di misurazioni di angoli rispetto agli astri; in questi casi è fondamentale riferirsi alla verticale fisica (cioè alla direzione del filo a piombo). Pertanto le coordinate astronomiche considerano il punto da rilevare come appartenente al geoide che, come si è visto in precedenza, è perpendicolare in ogni suo punto alla direzione del filo a piombo. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• glossario La superficie fisica della Terra viene definita come la superficie che separa l’atmosfera dalla crosta terrestre (litosfera) e dagli oceani (idrosfera). Asse terrestre: è l’asse di rotazione della Terra. Poli: sono i due punti di intersezione tra l’asse terrestre e la superficie della Terra. Equatore: è il cerchio d’intersezione tra la Terra e il piano perpendicolare all’asse ed equidistante dai poli. Ellissoide di rotazione: è il solido originato dalla rotazione di un’ellisse intorno a un suo asse. Nel caso della Terra, la rotazione avviene intorno all’asse minore, cioè quello polare. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO 쐍 Coordinate geografiche Sono ottenute con misurazioni che hanno come riferimento la verticale geocentrica per il punto da rilevare. Pertanto le coordinate geografiche considerano il punto da rilevare come appartenente all’ellissoide di rotazione terrestre. Poiché la verticale geocentrica si discosta lievemente dalla verticale fisica (v. quanto detto in precedenza), le coordinate geografiche di un punto non coincidono esattamente con le coordinate astronomiche. Sia le coordinate astronomiche sia le coordinate geografiche sono costituite da una coppia di valori angolari chiamati latitudine e longitudine. Questi due valori angolari sono misurati rispetto ad alcuni piani di riferimento: piano equatoriale e piano meridiano. PARALLELI E MERIDIANI piano equatoriale ϕ e nt La latitudine (ϕ) è uguale all’altezza della stella Polare sul piano dell’orizzonte nel punto considerato. I paralleli sono originati dall’intersezione della superficie terrestre con i piani paralleli a quello equatoriale. parallelo Greenwich antimeridiano a anti meridiano b an time ridiano c meridiano a ia merid no c P meridiano b I meridiani sono originati dall’intersezione della superficie terrestre con i piani passanti per l’asse terrestre. ϕ zo equatore RAGGI DELLA STELLA POLARE iz parallelo La latitudine (ϕ) di un punto sulla superficie terrestre è l’angolo che la verticale per il punto forma con il piano dell’equatore. Se la verticale per il punto è quella fisica, si ottiene la latitudine astronomica; se invece si considera la verticale geocentrica si ha la latitudine geografica. Il lieve scostamento dei due valori conduce a identificare la latitudine di un punto con l’angolo che l’orizzonte forma con il nord o il sud astronomico. Per esempio la latitudine di un punto dell’emisfero boreale coincide con l’altezza della stella Polare, cioè l’angolo che i suoi raggi formano con l’orizzonte. Questo metodo è stato da secoli adottato da navigatori e astronomi per rilevare la latitudine di un punto, con l’ausilio di uno strumento di rilevazione chiamato sestante. I punti di uno stesso parallelo presentano tutti la stessa latitudine che, procedendo dall’equatore verso i poli, varia da 0° a 90°. A seconda se il punto si trovi nell’emisfero boreale o in quello australe, si ha una latitudine nord (N) oppure una latitudine sud (S). or La Terra ruota intorno a un asse che interseca la superficie terrestre in due poli; il polo Nord è quello dal quale un ipotetico osservatore vedrebbe ruotare la Terra in senso antiorario, quello opposto è il polo Sud. Per piano equatoriale si intende il piano perpendicolare all’asse terrestre ed equidistante dai poli. L’intersezione del piano equatoriale con la superficie terrestre è un circolo chiamato equatore. I piani paralleli a quello equatoriale intersecano la superficie terrestre in circoli denominati paralleli. Allontanandosi dall’equatore i paralleli presentano un raggio decrescente, fino ad annullarsi ai poli. Se invece si prende in considerazione un semipiano passante per l’asse terrestre, esso interseca la superficie terrestre in un semicircolo (più esattamente in una semiellisse) chiamato meridiano. A ogni meridiano si oppone un antimeridiano, a esso complanare. Al contrario dei paralleli i meridiani presentano tutti la stessa lunghezza. Per ogni punto della superficie terrestre passa un meridiano e un parallelo, mediante i quali è possibile definire la latitudine e la longitudine del punto stesso. LATITUDINE E LONGITUDINE equatore La latitudine (ϕ) può essere anche definita come l’angolo sotteso dall’arco di meridiano che congiunge il punto con l’equatore. La longitudine (λ) si può invece definire come l’angolo sotteso dall’arco di parallelo che va dal punto al meridiano fondamentale. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• memo Il piano equatoriale divide la superficie terrestre in due emisferi: l’emisfero nord, o boreale, e l’emisfero sud, o australe. Il piano dell’orizzonte è il piano tangente alla superficie terrestre nel punto di osservazione. La parola meridiano viene dal latino meridies (mezzogiorno). Infatti tutti i punti di uno stesso meridiano presentano la stessa ora astronomica, e quindi su di essi il mezzogiorno è simultaneo. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone La longitudine (λ) è l’angolo compreso tra il meridiano passante per il punto e il meridiano fondamentale, cioè quello assunto come riferimento; per la cartografia internazionale il meridiano fondamentale è quello di Greenwich (località nei pressi di Londra). I punti di uno stesso meridiano presentano tutti la stessa longitudine. Allontanandosi dal meridiano fondamentale, la longitudine cresce da 0° a 180°, e si distingue in longitudine est (E), se si procede verso oriente, e in longitudine ovest (W), se si procede verso occidente. 19 RAPPRESENTAZIONE TECNICA RAPPRESENTARE LA SUPERFICIE TERRESTRE Tramite il disegno tecnico si realizzano rappresentazioni di oggetti che li descrivono in modo chiaro e inequivocabile; tra le rappresentazioni e gli oggetti si crea una rigorosa corrispondenza tra elementi omologhi. Questa corrispondenza biunivoca consente di risalire da elementi del disegno ai corrispondenti elementi reali e viceversa. Nel disegno cartografico questa corrispondenza si deve instaurare tra la superficie terrestre e la rappresentazione cartografica (detta carta). In questo caso però le complicazioni aumentano per il fatto che la superficie terrestre, come visto in precedenza, è una superficie ellissoidale o più approssimativamente sferica. Questo tipo di superficie può essere riprodotto correttamente attraverso modelli tridimensionali quali i globi. In questo caso, però, il vantaggio viene drasticamente ridotto da un’approssimazione elevata, dovuta alle dimensioni ridotte che il globo deve avere per non risultare troppo ingombrante. La praticità di una rappresentazione piana (cioè bidimensionale) della superficie terrestre è indiscutibilmente superiore a quella dei globi o di altri modelli tridimensionali. Per questo motivo le carte vengono da secoli usate, in ambito scientifico o nella vita comune, anche se inevitabilmente «macchiate» da un difetto rilevante: la deformazione. In una carta è infatti sempre presente una deformazione lineare o una deformazione superficiale oppure una deformazione angolare. Dalle conoscenze di disegno tecnico è infatti noto che, tramite metodi proiettivi, rappresentazioni bidimensionali prive di deformazioni si possono ottenere solo dalle superfici piane; mediante i metodi di sviluppo, invece, si possono ricavare rappresentazioni indeformate da superfici poliedriche (cioè con facce piane), da superfici cilindriche e da superfici coniche. In buona sostanza non esiste un metodo per rappresentare senza deformazioni una superficie sferica o ellissoidale su di un piano. Con accorgimenti scientifici si può cercare di ridurre gli errori di forma e far sì che la carta presenti dei requisiti funzionali alle nostre esigenze. Carta azimutale equivalente di Lambert che fornisce, soprattutto nella zona vicina al centro, una rappresentazione delle superfici in proporzioni vere. Infine si dicono isogone o conformi quelle carte che presentano angoli inalterati rispetto a quelli reali, in particolare quelli rispetto a meridiani e paralleli. Nessuna carta presenta simultaneamente le caratteristiche di equidistanza, equivalenza e isogonia: ne può possedere una o al massimo due. Pertanto l’adozione di un tipo di carta deve essere mirata agli scopi di chi la usa. Se una carta isogona è particolarmente adatta per la navigazione marittima e aerea, la carta equidistante può risultare funzionale per usi turistici o militari. 80° 64° CARATTERISTICHE DELLE CARTE 48° Secondo il tipo di deformazione che presentano le carte sono distinte in: equidistanti, equivalenti e isogone (o conformi). Sono dette equidistanti le carte che, lungo determinate direzioni, mantengono distanze proporzionali a quelle reali; è da notare che nessuna carta può mantenere l’equidistanza lungo tutte le direzioni. Si dicono invece equivalenti le carte che conservano le aree delle superfici rappresentate in proporzione con quelle reali. -72° 32° 0° -16° -32° -48° -64° -180° -144° -108° -72° -36° 0° 36° 72° 108° 144° -80° 180° La carta di Mercatore è isogona, molto usata nella navigazione per la conservazione degli angoli rilevati nella realtà, utilissima per il tracciamento di rotte. La stessa carta non è però né equidistante (con la latitudine crescono le distanze), né equivalente (la Groenlandia sembra avere un’area paragonabile a quella dell’Africa!). Carta azimutale equidistante che fornisce una rappresentazione fedele nelle distanze dal centro. 20 Poiché le carte presentano comunque una qualche deformazione, esse sono rappresentazioni approssimate. L’approssimazione è maggiore nelle carte che rappresentano grandi superfici terrestri (come per esempio i planisferi), mentre è praticamente trascurabile nelle rappresentazioni di ridotte zone di territorio. Inoltre le carte sono rappresentazioni ridotte della superficie terrestre; il rapporto tra le sue dimensioni e quelle reali è espresso dalla scala. Infine le carte sono rappresentazioni simboliche; oltre a semplificare l’oggetto da rappresentare, ne mettono in evidenza solo alcune particolarità raffigurate mediante simbologie o segni convenzionali. Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE DELLE ALTIMETRIE SCALE E SIMBOLOGIE DELLE CARTE Come è noto nel disegno tecnico per scala si intende il rapporto tra le dimensioni lineari del disegno e quelle dell’oggetto reale (v. pag. A25). Come nei disegni tecnici, anche nelle carte deve apparire l’indicazione della scala. Questa può essere espressa come scala metrica, cioè un rapporto tra due numeri, il primo dei quali corrisponde alle misure rilevate nel disegno e il secondo a quelle dell’oggetto reale. Pertanto, se ai margini di una carta compare la scritta «Scala 1 : 1 000 000», significa che a 1 mm della carta ne corrispondono 1 000 000 nella realtà, e quindi 1 mm equivale a 1000 m o anche a 1 km. Questo rapporto è indipendente dall’unità di misura usata, sia essa il millimetro, il metro o il pollice (in inglese inch). Per motivi di praticità di consultazione e di stampa della carta, la scala può anche apparire come scala grafica, cioè un segmento graduato sul quale sono riportate direttamente le lunghezze reali. Riportando sul segmento una qualsiasi lunghezza rilevata dalla carta si può leggere la dimensione reale. 0 1: 50 000 1 1: 200 000 0 Tinte altimetriche Sfumo 1 miglio 1 0 0 Tratteggio 2 km 0 0 1: 100 000 Isoipse 2 4 km 1 1 2 1 3 2 2 miglia 4 8 km 3 4 miglia Esempi di scale metriche e relative scale grafiche in kilometri e in miglia terrestri (1 miglio terrestre = 1609 m). A seconda della scala e degli scopi la carta può presentare dettagli più o meno accentuati, può raffigurare alcune caratteristiche ed escluderne altre. Per esempio un planisfero rappresenterà solo le terre emerse, gli oceani e il reticolo di meridiani e paralleli; una carta topografica, invece, essendo molto più dettagliata, dovrà selezionare gli elementi da evidenziare, come quelli idrografici o geologici. Gli elementi della carta sono indicati mediante simbologie, cioè segni convenzionali, che normalmente sono raccolti in una tabella detta legenda, che appare ai margini della carta o dell’atlante.I simboli cartografici possono riguardare elementi planimetrici oppure altimetrici. Tra gli elementi planimetrici naturali figurano quelli idrografici (fiumi, laghi, ecc.), quelli geologici (natura dei terreni e delle rocce), quelli relativi alla vegetazione (colture, boschi, ecc.); altri tipi di simboli sono relativi a elementi politico-amministrativi (confini di stato, regione, proprietà, ecc.) o a elementi antropici (vie di comunicazione, centri abitati, edifici, ecc.). Tra gli elementi altimetrici compaiono le altitudini e le profondità. I simboli relativi possono essere tratteggi, colori o curve di livello (isoipse per le altitudini, isobate per le profondità). Le curve di livello sono le linee ottenute sezionando la superficie terrestre con piani paralleli ed equidistanti. Le linee così generate vengono quindi proiettate sul piano della carta. Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone Carta 1:25 000 dell’IGM in cui sono usate le isoipse per descrivere le altitudini. Carta nautica in cui sono usate le isobate per descrivere le profondità del mare. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• glossario Atlante: è una raccolta sistematica di carte, sia generali sia tematiche. Questo nome fu usato per la prima volta da Mercatore (XVI sec.) per la sua raccolta di carte, sul cui frontespizio si citava Atlante, il gigante che nella mitologia greca sorreggeva il globo terrestre. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 21 RAPPRESENTAZIONE TECNICA CLASSIFICAZIONE DELLE CARTE Le carte vengono classificate in base alla loro scala oppure al loro contenuto. La classificazione in base alla scala comprende: • carte geografiche, con scala minore di 1:1 000 000, che rappresentano superfici di dimensione nazionale o continentale; in esse rientrano anche planisferi e mappamondi ; • carte corografiche, con scala compresa tra 1:1 000 000 e 1:100 000, che raffigurano zone abbastanza estese; di questo tipo sono le carte automobilistiche ; • carte topografiche, con scala compresa tra 1:100 000 e 1:10 000, che rappresentano limitate zone di territorio con molti particolari; sono adottate per il rilevamento del territorio da parte degli istituti cartografici e servono per ricavarne carte a scala minore (perciò sono dette carte di base); • piante o mappe, con scala maggiore di 1:10 000; molto dettagliate, sono utilizzate per rappresentare centri abitati (piante urbane) o proprietà fondiarie e immobiliari (mappe catastali). Carta geografica 1:1 000 000. Carta topografica 1:100 000. Carta corografica 1:200 000. Pianta 1:5000. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• glossario Planisfero: è la rappresentazione su di un piano di tutta la superficie terrestre in un solo disegno. Mappamondo: è la rappresentazione su di un piano di tutta la superficie terrestre divisa nei due emisferi. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 22 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO La classificazione in base al contenuto delle carte distingue: • carte generali, comprendenti le carte fisiche, che raffigurano gli elementi naturali del territorio (pianure, monti, fiumi, ecc.), e le carte politiche, che evidenziano confini politico-amministrativi, centri abitati, vie di comunicazione ecc.; • carte speciali, che si occupano di particolari aspetti naturali; tra di esse figurano le carte idrografiche, le carte geologiche, le carte nautiche e aeronautiche, le carte climatiche, le carte sismiche, le carte pedologiche (che si occupano dei terreni, della vegetazione e delle colture). • carte tematiche, che riguardano particolari elementi di geografia antropica o economica; sono di questo tipo le carte economiche (attività agricole, industriali, commerciali, materie prime, ecc.), le carte antropologiche (lingue, religioni, popolazione), le carte turistiche . Le carte tematiche per descrivere particolari fenomeni e la loro variazione si servono, oltre che della simbologia cartografica, anche di cartogrammi (colorazione a mosaico delle diverse zone), di diagrammi, istogrammi, ideogrammi. Carta fisica. Carta geologica. Carta politica. Carta dell’attività industriale. Carta pedologica. LEGENDA Meccanica Vetro, ceramica, materiale da costruzione Elettrotecnica, elettronica Oreficeria Legno e carta, stampa ed editoria Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 23 RAPPRESENTAZIONE TECNICA PROIEZIONI CARTOGRAFICHE I sistemi adottati per riportare i punti della superficie terrestre sul piano della carta prendono il nome di proiezioni cartografiche. Esse in alcuni casi si avvalgono di metodi propri della geometria proiettiva, in altri utilizzano procedimenti matematici. Le proiezioni cartografiche vengono distinte in proiezioni pure, proiezioni modificate e proiezioni convenzionali. Le proiezioni pure si ottengono mediante una superficie ausiliaria sulla quale i punti della superficie terrestre vengono riportati secondo i metodi della geometria proiettiva. Se la superficie ausiliaria è un piano, si hanno proiezioni zenitali; se invece essa è una superficie cilindrica o conica (sviluppabili sul piano), si ottengono proiezioni di sviluppo. Le proiezioni modificate si ricavano dalle precedenti apportando correzioni matematiche volte a eliminare alcune deformazioni e quindi a rendere la carta equidistante, equivalente oppure isogona. Le proiezioni convenzionali, dette anche rappresentazioni, utilizzano relazioni matematiche tra i punti della superficie terrestre e quelli della carta. In tal modo si ottengono carte che soddisfano i requisiti dell’equidistanza, dell’equivalenza o dell’isogonia. 쐍 Classificazione secondo la posizione del centro di proiezione Il centro di proiezione si trova comunque sulla retta zenitale (di qui il nome di proiezioni zenitali). Se il centro di proiezione coincide con il centro della sfera terrestre, si ottiene una proiezione centrografica; se esso invece si trova agli antipodi del punto di tangenza del piano, si ha una proiezione stereografica. Se il centro di proiezione si trova a distanza finita dal piano, si ottiene una proiezione scenografica; se invece è a distanza infinita (quindi le rette proiettanti sono parallele), si ha una proiezione ortografica. Quest’ultima, pertanto, non è altro che una proiezione ortogonale su di un piano tangente alla sfera terrestre. Proiezione centrografica polare. Proiezione stereografica polare. Proiezione scenografica polare. Proiezione ortografica polare. 쐍 Classificazione secondo la posizione del piano di proiezione ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• glossario Retta zenitale: è la perpendicolare al piano dell’orizzonte passante per il punto considerato. Antipodi: sono i punti della sfera terrestre diametralmente opposti. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 24 PROIEZIONI ZENITALI CENTROGRAFICA STEREOGRAFICA SCENOGRAFICA POLARE ORTOGRAFICA C=∞ C C EQUATORIALE Le proiezioni zenitali si servono dei metodi della geometria proiettiva per riportare su una superficie piana i punti della superficie terrestre. Esse sono classificate secondo la disposizione del piano e secondo la posizione del centro di proiezione. Dalla combinazione di piani e centri di proiezione in diversa posizione si ottengono molteplici tipi di proiezioni zenitali (v. tabella a fondo pagina). OBLIQUA PROIEZIONI ZENITALI A seconda della disposizione del piano rispetto alla sfera terrestre si possono distinguere proiezioni polari, quando esso è tangente ai poli, proiezioni equatoriali, se è tangente all’equatore, e proiezioni oblique, se è tangente in un punto qualsiasi. Le proiezioni zenitali presentano requisiti che le rendono utili per diversi ambiti e scopi. Per esempio, le proiezioni polari rappresentano i paralleli come circonferenze concentriche e i meridiani come raggi; sono isogone, ma presentano deformazioni crescenti verso la periferia e quindi sono utili per rappresentare le zone artica o antartica. Le proiezioni centrografiche (dette anche gnomoniche) hanno un uso prevalente nella navigazione, poiché rappresentano con segmenti di retta la ortodromia, cioè la linea più breve passante per due punti della sfera terrestre. Le proiezioni ortografiche hanno il requisito dell’equidistanza lungo alcune direzioni; sono usate in ambito militare. C P P P P P1 P1 P1 P P P1 C P P1 C P P1 P P1 P1 C=∞ C P1 C P1 P P C P1 P1 C C=∞ P Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO PROIEZIONI DI SVILUPPO 쐍 Proiezioni cilindriche La superficie ausiliaria sulla quale si proiettano i punti è una superficie cilindrica tangente all’equatore; in taluni casi si usano superfici cilindriche che intersecano la sfera terrestre in corrispondenza di due paralleli, ma con asse coincidente con quello della Terra. La superficie cilindrica viene quindi sviluppata su di un piano. Il reticolo di meridiani e paralleli è rappresentato da una griglia a maglie rettangolari; le rette verticali sono equidistanti e raffigurano i meridiani, mentre le rette orizzontali, con distanze decrescenti verso i poli, rappresentano i paralleli. Queste carte sono equidistanti lungo il singolo parallelo, ma le distanze si presentano in scala solamente lungo il parallelo di tangenza o di intersezione; lungo gli altri paralleli le distanze crescono verso i poli. In prossimità del parallelo di tangenza queste carte sono pressoché equivalenti e isogone. 쐍 Proiezioni coniche In questo caso la superficie ausiliaria è una superficie conica, tangente lungo un parallelo o secante lungo due diversi paralleli. Dopo lo sviluppo della superficie conica, il reticolo è costituito da archi di circonferenza concentrici, che rappresentano i paralleli, e da raggi a distanza angolare costante, che raffigurano i meridiani. Le maglie di questo reticolo, formate da due segmenti e due archi, prendono il nome di trapezoidi. Anche queste carte risultano equidistanti lungo il singolo parallelo, ma la proporzione indicata dalla scala sussiste solo per il parallelo di tangenza o d’intersezione; le distanze lungo gli altri paralleli diminuiscono verso i poli e crescono verso l’equatore. Nella fascia circostante il parallelo di tangenza sono sostanzialmente rispettati anche i requisiti di equivalenza e isogonia. PROIEZIONI MODIFICATE Per rendere le proiezioni pure, sia zenitali sia di sviluppo, più utili ai fini pratici, esse sono state corrette in modo da presentare requisiti particolari. Tra le diverse proiezioni modificate assume una particolare rilevanza la proiezione di Mercatore (v. figura a pag. D45). Essa è una proiezione cilindrica con centro di proiezione al centro della Terra e con superficie cilindrica tangente all’equatore; meridiani e paralleli formano maglie rettangolari, con basi costanti ma con altezze crescenti con la latitudine. Le deformazioni sono molto vistose alle alte latitudini, ma nella fascia equatoriale sono quasi inesistenti. Il grande merito della carta Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone di Mercatore è quello di essere isogona (o conforme); questa prerogativa l’ha resa particolarmente adatta alla costruzione delle carte nautiche. In esse, infatti, una retta passante per due punti corrisponde alla lossodromia, cioè la linea che passa per due punti della superficie terrestre e che mantiene costante l’angolo rispetto ai meridiani (in pratica l’angolo di rotta). La linea lossodromica non è la più breve tra due punti della Terra, quale è invece l’ortodromia, ma presenta indiscutibili comodità, specialmente per la navigazione di corto raggio. 25 RAPPRESENTAZIONE TECNICA PROIEZIONI CONVENZIONALI Le proiezioni convenzionali (dette anche rappresentazioni) sono ottenute con procedimenti matematici che mettono in corrispondenza i punti della superficie terrestre con i punti della carta. Tra le proiezioni convenzionali è preminente la proiezione trasversa di Mercatore, di cui si parlerà più diffusamente nelle pagine seguenti. Essa è una proiezione cilindrica trasversa, cioè con asse perpendicolare a quello terrestre e tangente alla Terra in un meridiano. A questa proiezione si applicano i procedimenti matematici definiti da Gauss, per cui la proiezione prende anche il nome di proiezione conforme di Gauss. Infatti essa risulta conforme (o isogona) lungo il fuso di 6° centrato sul meridiano di tangenza. Altre proiezioni convenzionali sono i planisferi, che rappresentano il reticolo di meridiani e paralleli con griglie di forma varia. Tra di essi è frequentemente usata la rappresentazione omalografica di Mollweide, che racchiude il reticolo in un’ellisse con asse maggiore (l’equatore) doppio rispetto all’asse minore (il meridiano). Altra rappresentazione usata per i planisferi è la rappresentazione discontinua di Goode-Philip, in cui il globo terrestre si presenta discontinuo in corrispondenza degli oceani, ma è disegnato in modo da conservare il requisito dell’equivalenza. 80° 60° 30° 0° 30° 60° 80° Rappresentazione omalografica di Mollweide. Questo tipo di rappresentazione usa come superficie ausiliaria un cilindro con asse perpendicolare a quello terrestre e tangente alla Terra in un meridiano. La proiezione di sviluppo così ottenuta presenta deformazioni molto ridotte quando la zona rappresentata è contenuta entro un fuso di 6° di longitudine. Pertanto si è divisa la Nel sistema UTM la superficie cilindrica superficie terrestre in 60 è tangente al meridiano centrale del fuso. fusi di 6° e in 20 fasce di 8°; queste ultime, quindi, coprono la superficie del globo fino a latitudini 80 °N e 80 °S. Le calotte polari sono escluse dal sistema UTM e vengono rappresentate con proiezioni stereografiche polari (UPS, cioè Universale Stereografica Polare). Nel sistema UTM i fusi sono indicati da numeri progressivi a partire dall’antimeridiano di Greenwich verso est, mentre le fasce sono designate con lettere maiuscole da sud verso nord. L’intersezione di un fuso con una fascia delimita una zona. La superficie terrestre risulta quindi suddivisa in 1200 zone. Ognuna di esse viene indicata con il numero di fuso seguito dal numero di fascia (per esempio 20P). Per ogni zona viene eseguita la proiezione su una superficie cilindrica tangente al meridiano centrale del fuso di appartenenza. Le singole zone vengono poi divise in quadrati di 100 km di lato, ciascuno indicato da una coppia di lettere. Il territorio italiano si estende entro longitudini che vanno da 6° 37' 32" E a 18° 31' 13" E, quindi comprese nei fusi 32, 33 e 34. Le latitudini, invece, variano da 35° 29' 26" N a 47° 05' 29" N, quindi sono contenute nelle fasce S e T. Pertanto nel reticolo del sistema UTM l’Italia dovrebbe occupare le zone 32S, 32T, 33S, 33T, 34S, 34T. Ma poiché nel fuso 34 ricade solo una limitata zona della Puglia, si è esteso il fuso 33 in modo tale che tutta l’Italia ricada nelle zone 32S, 32T, 33S e 33T. 80° W 60° X V 40° U T 20° S 0° R 20° 40° 60° Q P 80° Rappresentazione discontinua di Goode-Philip. N 18 M 43 42 19 20 SISTEMA CARTOGRAFICO UTM La cartografia internazionale è stata inquadrata in un sistema che utilizza la proiezione trasversa di Mercatore (o rappresentazione di Gauss), e che pertanto viene identificato con il nome di sistema UTM (Universal Transverse Mercator). 41 21 L 22 K 23 37 24 25 26 27 28 35 36 29 30 31 32 33 34 38 39 40 J H •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• glossario Fuso: è la parte di superficie terrestre delimitata da due meridiani. G F Fascia: è la parte di superficie terrestre delimitata da due paralleli. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 26 Nella griglia del sistema UTM l’Italia occupa le zone 32S, 32T, 33S e 33T. Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO CARTOGRAFIA IGM La cartografia ufficiale italiana è realizzata dagli organi cartografici dello Stato, quali l’Istituto Geografico Militare (per le carte topografiche), l’Istituto Idrografico della Marina (per le carte nautiche), la Sezione Fotocartografica dello Stato Maggiore dell’Aeronautica (per le carte aeronautiche), la Direzione Generale del Catasto (per le carte catastali), il Servizio Geologico (per le carte geologiche). La cartografia topografica è stata demandata fin dalla nascita dello Stato italiano all’IGM (Istituto Geografico Militare), che ha elaborato la carta topografica d’Italia in scala 1:100 000. Essa era realizzata con un tipo di proiezione detta naturale policentrica, che dal 1946 è stata abbandonata a favore della rappresentazione di Gauss, adattata alle esigenze italiane dallo scienziato Giovanni Boaga, e pertanto chiamata proiezione conforme di Gauss-Boaga. Questa proiezione, per zone di limitata estensione, garantisce requisiti di equidistanza, equivalenza e isogonia; essa inoltre è alla base del sistema UTM, al quale l’Italia ha aderito dal 1948. L’aggiornamento della carta topografica d’Italia 1:100 000 secondo il sistema UTM è stato avviato e sospeso negli anni ’60, ma è stata iniziata la pubblicazione di carte in scala 1:50 000 aggiornate e realizzate secondo il sistema UTM. La carta ufficiale d’Italia è ancora la carta topografica alla scala 1:100 000 corredata di grafici di correzione delle coordinate per il passaggio dalla proiezione Gauss-Boaga al sistema UTM. La carta topografica d’Italia in scala 1:100 000 viene stampata in fogli numerati da 1 a 277, ai quali si devono aggiungere altri 8 fogli che rappresentano zone di confine. Ogni foglio copre una superficie di 30' in longitudine e di 20' in latitudine. Ciascun foglio della carta topografica d’Italia viene diviso in quattro quadranti, che individuano superfici di 15' in longitudine e di 10' in latitudine. Ogni quadrante, rappresentato in scala 1:50 000, viene designato da un numero romano (I, II, III e IV), procedendo in senso orario da quello in alto a destra. A sua volta ogni quadrante viene diviso in quattro tavolette, disegnate in scala 1:25 000 e individuate dalla posizione geografica occupata nel quadrante (NE, SE, SO e NO). Ciascuna tavoletta a sua volta comprende quattro sezioni in scala 1:10 000 e contrassegnate da lettere maiuscole (A, B, C e D) procedendo da quella in alto a destra in senso orario. Oltre che dalle sigle, le diverse carte sono designate anche dal nome della località più importante raffigurata nella carta. Così, per esempio, il foglio 1:100 000 che rappresenta Roma viene indicato con «F.150, Roma», mentre una tavoletta 1:25 000 viene contrassegnata da «F.79 III NO, Prazzo». 6° 5° 4° 3° 2° 1° Svizzera 47° 1 2 5 5A 6 7 8 15 16 17 18 19 27 28 29 30 31 32 33 34 41 42 43 44 45 46 47 54 55 56 57 58 59 60 61 66 67 68 69 70 71 72 73 46° 45° 3 4 0° 1A 1° 2° 3° 4° 5° 6° Austria 47° 4A 4B 4C 9 10 11 12 13 14 14A Slovenia 20 21 22 23 24 25 26 35 36 37 38 39 40 40A 48 49 50 51 52 53 53A 62 63 64 65 46° Croazia 45° 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 44° 97 98 99 100 101 102 103 Francia 104 105 106 107 108 109 110 44° 111 112 113 114 115 116 117 118 Mare Adriatico 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 43° 135 136 137 138 139 140 141 Corsica 42° 43° 142 143 144 145 146 147 148 42° 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 179 180 181 182 41° 192 193 194 195 205 206 207 208 216 217 218 220 224 225 226 227 40° 170 171 172 173 174 175 176 177 178 41° 183 184 185 186 187 188 189 190 191 196 197 198 199 200 201 202 203 204 213 214215 209 210 211 212 40° 223 220 221 222 Mare Tirreno 228 229 230 231 236 237 238 232 233 234 235 39° Mare Ionio 245 246 247 244 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 38° 0 100 200 km 4° 3° 38° 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 37° 5° 39° 241 242 243 239 240 2° 1° 0° 1° 2° 3° 37° 4° 5° 6° Quadro d’unione dei fogli della carta topografica d’Italia alla scala 1:100 000. In questa carta l’origine delle longitudini è situata sul meridiano di Monte Mario (Roma), che presenta una longitudine di 12° 27' 08",40 E rispetto al meridiano di Greenwich. Quadrante IV I 1 : 50 000 NO NE Tavolette III II 1 : 25 000 SO Dividendo il foglio in scala 1:100 000 si definiscono le zone delle altre rappresentazioni in diversa scala. SE D A Sezioni C B ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• glossario Restituzione aerofotogrammetrica: è la rappresentazione grafica di elementi topografici ripresi mediante foto aeree eseguite con sofisticate apparecchiature ed elaborate con tecniche proiettive. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 27 RAPPRESENTAZIONE TECNICA 쐍 Cartografia di base Il complesso delle carte IGM alle diverse scale è stato costruito sulla base di rilievi per la formazione della carta d’Italia alla scala 1:25 000. Essa pertanto è la cartografia di base, dalla quale sono state ottenute anche le altre carte in scala 1:50 000 e 1:100 000. Sulla base di una rete geodetica di punti d’appoggio, di cui sono precisamente individuate le coordinate, vengono elaborate restituzioni aerofotogrammetriche, i cui dati vengono poi integrati da ricognizioni a terra. La precisione richiesta per il disegno finale degli elementi planimetrici deve essere tale da non superare scarti grafici di 0,5 mm. Particolare di una carta IGM alla scala 1:25 000. 쐍 Cartografia derivata Dalla carta d’Italia alla scala 1:25 000 viene ricavata la cartografia derivata, cioè quella alla scala 1:50 000 e la carta topografica d’Italia alla scala 1:100 000. Per le loro dimensioni, ovviamente, non si può procedere a una pura e semplice riduzione in scala, riportando tutti i dettagli contenuti nella cartografia di base. Per costruire la cartografia derivata si procede quindi a una operazione di spoglio, cioè allo sfoltimento dei particolari da rappresentare. Questa operazione deve approdare a una rappresentazione che comprenda dati topografici significativi senza che la carta risulti confusa e illeggibile. In tal senso si sfoltiscono le curve di livello, si semplificano le linee di strade e corsi d’acqua, si accorpano edifici; ma si apportano anche modifiche alle dimensioni di elementi che altrimenti risulterebbero illeggibili, tenendo anche conto delle tecniche di stampa adottate. In tale procedimento per la costruzione della cartografia derivata si ridefinisce la simbologia che, pur sostanzialmente analoga, subisce adattamenti per le dimensioni e le caratteristiche. Per esempio l’uso dei colori, adottato in vario modo nelle diverse edizioni, condiziona la simbologia delle altimetrie (a tratteggio, a sfumo, a tinte) o di altri elementi topografici. Particolare di una carta IGM alla scala 1:50 000. Particolare di una carta IGM alla scala 1:100 000. 28 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO CARTOGRAFIA CATASTALE La cartografia catastale italiana è affidata all’Agenzia del territorio, decentrata in uffici provinciali. Il sistema cartografico usato per le carte catastali è quello della rappresentazione conforme di Gauss-Boaga. Le mappe catastali vengono articolate in sezioni, ulteriormente suddivise in fogli, stampati in formato 70 × 100 cm. Ogni foglio rappresenta una zona i cui limiti sono coincidenti con confini di proprietà. Le diverse sezioni sono designate mediante lettere maiuscole (A, B, C, ...), mentre i fogli sono contraddistinti da numeri arabi (1, 2, 3, ...). In generale le mappe vengono prodotte in scala 1:2000, ma sono usate anche le scale 1:1000 e 1:500 per zone con elevato frazionamento, oppure la scala 1:4000 per zone con ridotto frazionamento. Per esempio il catasto edilizio urbano è realizzato da mappe in scala 1:1000 e 1:500, mentre per il catasto terreni si usano mappe in scala 1:2000 o 1:4000. All’interno di uno stesso foglio può essere necessaria la rappresentazione di una zona in scala più grande; in questi casi si indicano come sviluppi quelli raffigurati sullo stesso foglio, oppure come allegati quelli disegnati su fogli separati. Nelle mappe catastali sono rappresentati i limiti delle particelle catastali; esse sono porzioni continue di terreno, appartenenti a uno stesso proprietario e riservate a una stessa destinazione d’uso o di coltura. Nelle mappe sono anche rappresentati, senza che costituiscano particelle, i limiti di vie di comunicazione (strade, ferrovie, ecc.) e di vie d’acqua (fiumi, canali, ecc.) di pubblica proprietà, i confini amministrativi (nazionali, comunali, ecc.). Le singole particelle catastali possono essere costituite da un fabbricato con attinenze coperte (dipendenze dell’edificio) o scoperte (cortili, giardini), purché esse siano contigue. Particelle separate sono invece fabbricati contigui di diversa proprietà, fabbricati contigui dello stesso proprietario, ma di qualità o destinazione diversa, attinenze di un edificio separate dallo stesso. Oltre alle scritturazioni e ai numeri delle particelle, la simbologia catastale prevede l’uso di linee, per l’indicazione dei limiti di particelle o di altre superfici, e di simboli per altri elementi topografici. In alcuni comuni ancora si fa uso delle vecchie mappe catastali su carta, talvolta digitalizzate in formato raster (bitmap). PRINCIPALI TIPI DI PARTICELLE NELLE MAPPE CATASTALI Particella costituita da fabbricato con attinenza scoperta. 48 Particella costituita da fabbricato con attinenze (una scoperta e due coperte). 35 Particella (97) costituita da fabbricato con attinenza e altra particella (98) attigua ma con caratteristiche diverse. 98 97 551 / 02 559 557 1 7 297 561 / 01 9 10 58 57 561 / 02 171 LINEE ADOTTATE NELLA SIMBOLOGIA DI ELEMENTI CATASTALI 98 55 190 101 172 12 53 61 54 Cagliari 13 189 64 31 15 16 41 Via 65 43 298 17 8 57 9 30 Nuoro Sassari 20 2533 24 26 27 28 29 77 78 79 Linea continua per limiti di particelle o altri elementi topografici (in questo caso, strada e corso d'acqua di proprietà pubblica). 30 52 18 191 117 14 56 175 21 144 68 22 Vi 6 27 28 Via 80 21 29 20 15 30 45 46 Linea tratteggiata per elementi topografici interni a una particella (in questo caso, una strada privata). 81 167 215 22 81 66 41 44 29 Cagliari 40 35 Via Orist Via 33 Via 32 34 ano 42 25 33 35 169 Le mappe catastali sono state quasi completamente digitalizzate in formato vettoriale, al fine di avere stampe ad alta risoluzione per scopi professionali o istituzionali. Il disegno mostra un esempio di questa nuova versione delle mappe. Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 34 56 58 Linea punteggiata per elementi topografici sottostanti a una particella (in questo caso, una strada in galleria). 57 29 RAPPRESENTAZIONE TECNICA PRINCIPALI TIPI DI PARTICELLE NELLE MAPPE CATASTALI Graffa (unisce attinenze di una stessa particella catastale) Segno di unione (unisce diverse particelle catastali) Punto trigonometrico Verso di scorrimento delle acque Canale che costeggia una particella Canale che divide due particelle Strada privata che costeggia una particella Strada privata che divide due particelle Sede stradale (linea continua) con piano stradale a tornanti (linea tratteggiata) Il decentramento amministrativo, avviato dall’istituzione delle Regioni negli anni ’70, ha assegnato a questi enti la funzione di governo del territorio e delle attività produttive; per assolvere a queste funzioni e alla domanda di strumenti di intervento sul territorio da parte di altri enti locali (province, comuni, comunità montane), le Regioni hanno avviato la costruzione di una cartografia tecnica che fosse adeguata alle esigenze di pianificazione territoriale, di programmazione urbanistica, di difesa delle risorse ambientali e artistiche, di sviluppo delle attività produttive. Ai requisiti di una cartografia tecnica rivolta a queste esigenze non corrispondevano né le carte topografiche IGM, in scala abbastanza piccola, né le mappe catastali, in scala troppo grande. Pertanto le diverse Regioni hanno scelto di costruire la Carta Tecnica Regionale (CTR) in scale comprese tra 1:10 000 (come la Regione Lazio) e 1:5000 (come la Regione Emilia-Romagna). Tutte comunque hanno adottato il reticolato geografico del sistema UTM, inquadrando le sezioni (1:10 000) o gli elementi (1:5000) come sottomultipli della cartografia IGM. Per la costruzione delle carte regionali si è ovunque fatto ricorso al supporto cartografico IGM, alla rete geodetica nazionale e alla collaborazione tecnico-scientifica dell’IGM stesso; ai supporti cartografici esistenti si sono sovrapposte le restituzioni aerofotogrammetriche appositamente realizzate, con successive ricognizioni sul territorio, disegno e formazione dei tipi. Le sezioni o gli elementi della CTR sono contraddistinti dal nome della località più importante ivi rappresentata, e da un numero che per le prime tre cifre coincide con quello del foglio IGM alla scala 1:50 000. La simbologia adottata è in genere basata sulle norme della Commissione Geodetica Nazionale; i particolari rilevati sul territorio sono riportati in scala, finché la dimensione del disegno lo consente, altrimenti sono indicati mediante segni convenzionali. Finché è possibile viene riportato con scritturazioni il nome della località (toponimo) o dell’elemento topografico (fiumi, strade, edifici, ecc.). Oltre alle informazioni a margine riguardanti le coordinate geografiche, la CTR fornisce una rappresentazione generale della morfologia del territorio (forme naturali o artificiali del terreno), dell’idrografia (fiumi, laghi, canali, ecc.), della vegetazione (colture, boschi, ecc.) e delle opere dell’uomo (edifici civili o industriali, viabilità e ferrovie, ecc.). stri D Strada con banchine alte e scale CARTOGRAFIA TECNICA REGIONALE Mae 93 32,0 34,2 34,2 Via Edificio con due attinenze non disgiunte 26,8 34,3 Via Lu igi IDO Ga zzott i TIEP 33,2 37,0 33,1 34,2 34,3 2 AR RN 34,7 33,8 33,9 TE STR BE Ga ADE zzott i LLO DI 34,6FOSSALTA Via Edificio con chiostrina interna, coperta a piano terra 67 27,8 RR EN 34,0 34,2 TO 34,7 34,2 34,4 17 34,1 27,8 Edificio con corpo aggettante S.S . 33,9 36,1 ORFANOTROFIO SS O 33,1 34,3 FO 36,3 34,5 34,5 (N. 66 Edificio con corpo aggettante su strada pubblica 34,3 35,2 9) 34,6 35,4 Particolare di un elemento della CTR della Regione Emilia-Romagna in scala 1:5000. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• glossario 10 12 (11) Fabbricato (11) sottostante le particelle edilizie 10 e 12, composte di edificio e attinenza scoperta Punto trigonometrico: è un vertice della rete trigonometrica di primo ordine (o rete geodetica italiana). Questa rete copre l’intero territorio nazionale ed è formata da maglie triangolari, costruite con il metodo della triangolazione. A questa rete si integrano reti di secondo, terzo e quarto ordine, sempre più fitte. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 30 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO CARTE SPECIALI E TEMATICHE Come già accennato, oltre alle carte generali, vengono prodotte anche carte speciali e tematiche, che descrivono specifici aspetti del territorio. Esse sono prodotte sia da organi ufficiali dello Stato (come l’Istituto Idrografico della Marina o l’Ufficio Geologico) sia da enti pubblici o privati. Mentre le carte speciali descrivono particolari aspetti naturali (idrografici, geologici, sismologici, ecc.), le carte tematiche rappresentano elementi di geografia antropica (economia, popolazione, turismo, ecc.). Sia le carte speciali sia quelle tematiche si servono della cartografia generale (geografica, corografica o topografica) per semplificarne alcuni dettagli e aggiungervi dati relativi allo studio di un tema (di qui il termine «tematico»). La varietà dei fenomeni costringe i cartografi a servirsi di tecniche di rappresentazione molto varie. Questi fenomeni possono essere descritti in termini solo qualitativi (per esempio la diversa dislocazione delle materie prime) oppure in termini quantitativi (per esempio la quantità dei vari prodotti minerari); si possono rappresentare fenomeni statici (per esempio la struttura geologica di un territorio) oppure dinamici (per esempio la crescita della popolazione). Secondo i casi ci si serve di simboli, diagrammi, istogrammi, colori, tratteggi, cartogrammi (colorazione a mosaico delle diverse zone), nonché delle necessarie legende a margine della carta. Il tutto deve essere ideato e realizzato in modo da evitare che la carta sia troppo densa di segni e quindi scarsamente leggibile. Le carte nautiche sono carte speciali destinate alla navigazione e che quindi evidenziano profondità delle acque, fari, punti cospicui, relitti, ecc. In queste carte, una relativa alle precipitazioni e l’altra alle temperature, si è fatto ricorso alla colorazione a mosaico delle zone che presentano dati omogenei. In questa carta tematica i dati relativi alla pesca e all’allevamento sono riportati mediante aree in colore e istogrammi. Nell’ambito delle carte tematiche è da ricordare una particolare tecnica, quella delle rappresentazioni metacartografiche; esse mantengono in linea di massima la dislocazione degli elementi geografici, ma li semplificano e li deformano in modo che le loro aree siano proporzionali ai dati socio-economici da rappresentare. Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 31 RAPPRESENTAZIONE TECNICA Suggerimenti di metodo PREPARAZIONE DEL DISEGNO 쐍 Analisi dell’oggetto Studiare dettagliatamente il pezzo e le sue dimensioni reali. 쐍 Stesura dello schizzo preparatorio Dopo aver definito quali rappresentazioni disegnare, si può iniziare a tracciare lo schizzo preparatorio completo di quotatura. Per la tracciatura delle quote si tengano presenti i seguenti suggerimenti. ESEMPIO 쐍 Analisi dell’oggetto L’oggetto da rappresentare consiste in una piastrina, con risalto superiore e scanalatura inferiore. La stessa è attraversata da tre fori ed è raccordata alle estremità da due semicilindri. 쐍 Stesura del disegno • Si disegnano le viste lasciando intorno a esse lo spazio necessario per le quote. • Si tracciano le linee di riferimento in modo che sporgano di circa 1 mm dalla linea di misura. • Si cura l’allineamento e la distanza uniforme delle linee di misura. • Si appongono accuratamente le frecce e i valori delle quote. 24 6 • Disporre le viste sul foglio in modo che vi sia spazio sufficiente per le quote. • Lasciare una distanza costante tra quote parallele. • Disegnare frecce e numeri in modo uniforme. • i diametri dei fori vanno quotati senza il simbolo Ø, perché sono disposti in riferimento diretto con le circonferenze; • è superfluo aggiungere la quota della larghezza totale della piastrina, perché già ricavabile dagli interassi e dalla conoscenza dei raggi (R10) delle semicirconferenze dei raccordi. 6 쐍 Stesura del disegno È da notare che: 8 • Ricordare sempre che le quote riportano solo valori reali delle misure, a prescindere dalla scala del disegno. • Per una quotatura geometrica, che prescinde dalle esigenze tecniche, è generalmente preferibile il sistema di quotatura in serie o quella progressiva, perché comportano un minore ingombro sul disegno. • Disporre le quote nella vista che mostra l’elemento da quotare nel modo più chiaro. • Disporre le quote esternamente alla figura, evitando che le linee di riferimento la attraversino. • Per le quote disposte parallelamente iniziare dalla più piccola e passare alle successive allontanandosi dal profilo della figura: ciò al fine di evitare l’intersezione tra linee di riferimento e linee di misura. • I fori si quotano con l’interasse (posizione dell’asse del foro) e il diametro. • Evitare la ripetizione di una stessa quota su viste diverse. • Non indicare quote già ricavabili da altre per somma o per differenza. 12 쐍 Stesura dello schizzo preparatorio Ø8 Ø8 Ø8 • Nella vista frontale indicare gli spessori della piastrina e del risalto da un lato della figura e, sul lato opposto, la quota dello spessore della scanalatura; in questa stessa vista è opportuno disporre anche le quote della larghezza della scanalatura e del risalto. • Nella vista dall’alto quotare i fori mediante interasse e diametri, la profondità della piastrina, coincidente con i diametri delle semicirconferenze di raccordo. 32 20 Dopo aver tracciato le viste, si aggiunge la quotatura seguendo i seguenti suggerimenti. 24 24 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone ESERCITAZIONE 1 ESERCITAZIONE 2 Dalle assonometrie planometriche ricavare in scala 1:200 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste secondo un metodo a piacere ESERCITAZIONE 3 Dalle assonometrie planometriche ricavare in scala 1:200 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste secondo un metodo a piacere Dalle assonometrie cavaliere dimetriche ricavare in scala 1:500 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste secondo un metodo a piacere N N Scala 1:500 N ESERCITAZIONE 4 Dalle assonometrie planometriche ricavare in scala 1:500 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste secondo un metodo a piacere N Scala 1:200 Scala 1:200 N N N Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone N Scala 1:500 33 ESERCITAZIONI OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO ESERCITAZIONI RAPPRESENTAZIONE TECNICA ESERCITAZIONE 5 ESERCITAZIONE 6 Dalle assonometrie planometriche ricavare in scala 1:200 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste secondo il metodo delle frecce Dalle assonometrie planometriche ricavare in scala 1:200 i prospetti e la planimetria dell’edificio, disponendo le viste secondo il metodo delle frecce N N Scala 1:200 Scala 1:200 N 34 N Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO 16 16 Schema volumetrico di edificio In scala opportuna disegnare le viste quotate necessarie alla completa descrizione dell’edificio ESERCITAZIONI ESERCITAZIONE 7 18 20 10 20 10 12 10 5 28 10 14 24 12 Quote in m ESERCITAZIONE 8 10 Schema volumetrico di copertura della Basilica di Massenzio a Roma 15 In scala opportuna disegnare tre viste quotate 18 (74 15 18 ) 18 5 10 10 16 2 2 16 2 30 16 2 16 30 Quote in m 2 ESERCITAZIONE 9 Schema volumetrico di arco trionfale 2 1, In scala opportuna disegnare tre viste quotate 1,2 2 1, 2,2 8 21 R4 R 5,6 8 16 2 8 5 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 9 9 5 Quote in m 35 ESERCITAZIONE 10 Schema volumetrico del Ponte Fabricio a Roma In scala opportuna disegnare tre viste quotate 3 2 5 R 2,5 5 7 R1,5 10 Quote in m ESERCITAZIONE 11 7,5 7,5 10 ESERCITAZIONE 12 Portarotoli in legno Poltroncina in legno (Gerrit Rietveld) In scala 1:2 disegnare tre viste quotate dei due componenti (disegno di particolari) e l’assonometria cavaliera degli elementi assemblati (disegno complessivo) In scala 1:10 disegnare tre viste quotate e l’assonometria cavaliera 6 56 50 2 Ø4 Ø3 Ø4 2 2 35 6 30 23 5 2 5 15 Ø4 Ø3 Ø4 20 2 2 53, 2 2 2 32 64 5 20 2 15 2 2 23 Quote in cm R 5 1, R 5 5 3,2 5 12 Quote in cm 17 ESERCITAZIONI RAPPRESENTAZIONE TECNICA Sezione sul piano di simmetria 36 Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone OSSERVAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E PROGETTO ESERCITAZIONI ESERCITAZIONE 13 40 Disegnare le stesse viste in scala a piacere, correggendo gli errori di quotatura 7 26 7 44 90° 14 40 12 12 14 34 4 14 ESERCITAZIONE 14 18 Ø12 Disegnare le stesse viste in scala a piacere, correggendo gli errori di quotatura 9 7 10 4 90° 7 18 16 7 60 ESERCITAZIONE 15 Nella pianta dell’alloggio disegnare porte (a una anta), finestre (a due ante, senza mazzetta e con sguancio a squadro), porte-finestre per gli ambienti che danno sul balcone (una a due ante, l’altra a una anta) e canna fognaria adiacente al bagno. Bagno Cucina Letto 2 Balcone Salotto - Pranzo Letto 1 Ripostiglio Copyright © 2014 Zanichelli Editore SpA, Bologna [5753] Questo file è un’estensione online dei corsi di disegno di Sergio Sammarone 37