GRATIS 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi Numero 4 - 2013 La Cannabis non è doping di Giovanna Dark AMSTERDAM CU PWIN N ER WWW.PARADISE-SEEDS.COM Atomical Haze ® In questa edizione: Corso di cannabicoltura per principianti ›› 15 Prepariamoci alla ›› 26 fioritura Come districarsi nella scelta del seme da piantare per l'auto›› 45 medicamento Sportivi di tutto il mondo: gioite! Da ora in poi, nel mondo dello sport, la cannabis sarà depenalizzata, o quasi. A deciderlo è stata la WADA, l'Agenzia Mondiale Antidoping, che ha alzato sensibilmente l'asticella della soglia di positività a un livello che certifica la canna libera – sportivamente parlando – almeno fino al giorno prima "rilassanti", insomma un beneficio sulla prestazione. La proibizione riguardava infatti soltanto la gara, la competizione. Tanto che nei controlli a sorpresa, invece, la cannabis non si cercava neanche. Il problema è che con quella soglia, 15 nanogrammi, la rete rischiava di colpire anche il consumo in una festa (ma non il fumo passivo, che secondo gli esperti non produce più di 2-3 nanogram- a new growth experience. [una nuova esperienza di crescita] pass it on! Venite a visitare il nostro nuovo sito www.plagron.com ricco di nuovi tutorial e consigli Ve lo ricordate il campione di nuoto Michael Phelps che asciugava un bong? Ve la ricordate l'indignazione generale che ne era conseguita? Ecco, solo nel 2011, in tutto il mondo si erano registrati 445 casi di positività alla cannabis, ben l'8% del totale. Una bella fetta della torta e una grande fatica (sprecata) per i laboratori d'analisi che invece avrebbero sostanze ben più pericolose da individuare. della competizione. La decisione è stata presa senza aspettare la conferenza mondiale antidoping che si svolgerà in Sudafrica, a Johannesburg, dal 12 al 15 novembre, e che scriverà il nuovo codice del 2015. La traduzione operativa è già in vigore dallo scorso 11 maggio: la soglia di tolleranza non sarà più a 15 nanogrammi per millilitro, ma addirittura 150. Un innalzamento che dovrebbe praticamente cancellare l'80% delle positività del genere, forse anche di più. La questione che il mondo dello sport ha posto in essere è in qualche modo politica, mediatica ed economica. E ha sicuramente anche delle ricadute. In effetti, la positività per cannabis non era una sanzione di carattere morale visto che l'esame antidoping per la sostanza era ristretto soltanto ai controlli post gara. Il principio era quello di colpire eventuali vantaggi indiretti, la parola più usata è il passaggio a quota 150, si dovrebbe colpire soltanto il consumo nelle immediate vicinanze, un giorno o giù di lì, della competizione. mi/millilitro nell'urina) magari un paio di settimane prima della competizione e senza alcun fine dopante. Sui tempi di smaltimento della sostanza – ricordiamolo – non c'è ancora un pronunciamento scientifico definito. Ora, con Anche Faso, il bassista degli Elio e le storie tese, nel 2002 ricevette una sospensione di 8 mesi dall'attività agonistica, per essere stato sorpreso a fumare una canna prima di una partita. In quel periodo, durante i suoi commenti delle partite di baseball, trasmesse da Tele+, più volte ribadì il suo disgusto per il mondo del calcio, dove invece i giocatori sorpresi a utilizzare sostanze dopanti ben più pericolose ed efficaci della cannabis hanno ricevuto sospensioni di minore durata, ulteriormente ridotte e per di più scontate durante le pause estive. Come ormai ogni studio scientifico acclama a gran Continua a pagina 3 3 Continua dalla prima pagina voce, la cannabis non fa parte delle sostanze dannose alla salute umana e probabilmente anche consce di questo, diverse federazioni sportive internazionali avevano chiesto la cancellazione del divieto già dal 1999, anno in cui la normativa è entrata in vigore. In ogni caso la decisione della WADA segna una novità importante nel siste- ma antidoping e rappresenta l'ennesimo segnale istituzionale verso un generale ripensamento sulla pericolosità e l'accettabilità sociale della cannabis. Se anche i più intransigenti giudici del fair play convengono sul fatto che una cannetta ogni tanto non può fare male, né tantomeno può alterare le prestazioni fisiche, allora di che reati stiamo parlando? La sanzione non è una soluzione, depenalizzare rappresenta invece una possibilità. Ciao Bartec Serious 6 è una miscela di genetiche del Canada con Sativalandrace africana ottenuta attraverso un lungo processo di selezione e incroci. Serious Seeds voleva creare un ceppo estremamente resistente alle muffe e che terminasse il ciclo di crescita in outdoor PRIMA degli altri nei climi umidi e freddi, alla fine di settembre. In outdoor Serious 6 diventa alta e slanciata con cime ben ricoperte di foglioline e uno strato particolarmente spesso di cristalli. Metà delle piante mostra splendidi pistilli rosa. Alla fine della fioritura questi pistilli rosa lasciano spazio al color violaceo di calici e foglie. Serious 6 è una Sativa quasi pura con una fioritura molto breve, che garantisce anche ottimi risultati indoor. Si riempie e produce cime lunghe e dense ricoperte abbondantemente di tricomi. L’aroma di Serious 6 è stratificato: agrumi, anice e spezie. L’effetto è mentale ma di lucidità, il che permette di essere attivi e creativi. Appena lanciata sul mercato e già vincitrice di una Highlife Cup 2013! Tipo: Fase vegetativa consigliata per le pianticelle: Tempo di fioritura indoor: Resa indoor: Raccolto outdoor/serra: ibrido F1, Sativa quasi pura 3-(4) settimane 55 - 60 giorni 400-550 g/m2 fine di settembre Banca dei semi: Serious Seeds. Foto: GBI. Serious 6 L'editor dell'edizione polacca di Soft Secrets ci lascia a soli 38 anni È con immenso dispiacere che Soft Secrets annuncia la morte dei uno dei suoi migliori editor. Bartec Siarna alias Zdenek Vyskoczil, è stato trovato morto nella sua abitazione lo scorso 17 maggio, colpito fatalmente da un'emorragia cerebrale. Bartec è stato il caporedattore della versione polacca di Soft Secrets fin dalla primissima pubblicazione nel 2008 e in questi cinque anni ha sempre lavorato con la massima dedizione e professionalità. Con lui perdiamo non solo un abile ed entusiasta redattore ma soprattutto un caro amico, intelligente e spiritoso. I nostri pensieri e il nostro affetto vanno alla moglie di Bartec, Martyna, e a Victor il figlio di tre anni che Bartec letteralmente idolatrava. Perchè, prima di essere un libero pensatore, un professionista encomiabile e un giornalista di prima classe, Bartec è stato soprattutto un padre amorevole e un marito attento. Riposa in pace caro amico. Ci hai lasciati troppo presto e ci mancherai moltissimo. Lo staff di Soft Secrets 4 IN MEMORIAM Ciao Andrea hanno visto che nel cosiddetto mondo cristiano-cattolico, i ragazzini di 13-14-15 anni cominciano a lasciare la chiesa. Però tant’è questa spiritualità. Il bisogno di rituali... » di Carlos Rafael Esposito La prima volta che ricordo di aver visto Don Gallo ero a piazzale Kennedy durante il G8 di Genova. Nel cielo bollente, minacciose vorticavano le pale dell'elicottero della polizia e, con le spalle ai reparti antisommossa, Don Gallo ci parlò. Disse parole di lotta e speranza e la tensione acquistò in quel momento il significato politico della ribellione. Lo rividi poi, anni dopo, all'università di Bologna. Venne a parlare di antiproibizionismo e tenne banco di fronte ad una platea di studenti incuriositi. SSIT: Vuol dire che la droga ha riempito un buco di spiritualità? « I primi dieci, quindici anni io scherzavo con gli eroinomani. Cercando di capire. Gli dicevo a quelli di seconda, terza generazione: “Sta un po' a sentire, vedo che vai a elemosinare, vieni da me che te la do io l’eroina.” E loro mi rispondevano: “Ah tu sei capace di darmela, allora vengo”. Io però ponevo una condizione dicendo: Nella seguente intervista, registrata presso la Comunità San Benedetto al Porto nella primavera del 2011, il “prete degli ultimi”, mentre sfogliava incuriosito una copia di Soft Secrets, portatagli in omaggio, parla del proibizionismo. Questa è la mia maniera per salutare un uomo che aveva il pregio di essere un prete dalla parte di chi normalmente serve solo a riempire le nostre civilissime galere. Un uomo che ha insegnato molto, anche a un anticlericale come me. fatto un’indagine di mercato, per farti capire, così minuziosa che è costata più dell’indagine fatta quando hanno lanciato la Coca Cola. Tanto è vero che la Coca Cola c’è ancora. Tutto: i rigiri, i mercati, prima eroina, poi cocaina, poi quello di far passare la cannabis nelle liste delle droghe pesanti. Tutto calcolato. Persino noi preti siamo responsabili secondo “Non ti buchi, la sniffi”. E invece no Gallo! E belin e giù con il laccio! ». SSIT: Ma ha mai visto un tossico farsi in vena di fronte a lei? (Sbuffa rumorosamente) « Quante volte. Qui. Una volta la Paolina che è viva ancora adesso, GIOVANARDI &CO. FANNO LA GUERRA AI DROGATI, NON LA GUERRA ALLA DROGA. PERCHÉ COME GUERRA ALLA DROGA IL FALLIMENTO È TOTALE che non ho mai detto! Io ci vivo da 40 anni nei vicoli, ma da tutte le parti. Se tu adesso volessi la droga io in mezz'ora - prende il telefono - “ Pronto ciao Strega” (una vecchia tossica che sopravvive) anche se le dicessi 500 grammi, l’unica cosa che mi direbbe sarebbe: “Ce li hanno i soldi?”.» « La droga è libera. È qui il problema. Libera e selvaggia. Ne avrò visto di tagli. Una volta dieci anni fa in Sardegna, una famiglia si è intestardita, avendone le possibilità, dopo che alla mattina a casa si ritrovò con 4 overdosi. Questa famiglia è andata a fondo e ha fatto fare l’autopsia. Trovarono strictinina nel taglio. La polvere, più scendi la catena verso il basso, giù giù giù, trovi il pusher, quello più basso, che per guadagnare taglia. Quindi siamo nella strage mafiosa ». SSIT: Perché la definisce una strage mafiosa? « Perché l’organizzazione è loro. Anni e anni fa ho parlato con un giornalista che mi ha confidato che le mafie, prima di lanciare sul mercato questo grande commercio, hanno SSIT: Cosa ne pensi della legge FiniGiovanardi? « Vorrei sapere chi l’ha letta la legge vigente. Ma facciamo un passo indietro. Siamo nel 2006. Perché la legge 162 del 1990 di Jervolino-Vassalli addirittura, contro ogni codice di procedura penale, aveva stabilito lo stato di tossicomane come reato. Craxi fulminato a New York da Giuliani e dalla tolleranza zero. E insomma lo stato di tossicomane è reato, che se vai a vedere manco le prostitute.. La legge Merlin... Questa era la JervolinoVassalli. Tanto è vero che ci fu un referendum nel 1993. Pochissima pubblicità, a parte Pannella&Co. ma i cittadini l'avevano capita. Vince il referendum al 54% e abolisce quegli articoli li, belin. E la cosa resta vacante... ». SSIT: E poi? « A Giovanardi lo avevo già detto due anni fa: è legale la coltivazione secondo le vostre leggi? Lui mi rispose di no. Allora io gli chiesi: e allora come mai sono quadruplicate? Voi fate la guerra ai drogati, non la guerra alla droga. Perché come guerra alla droga il fallimento è totale ». « Mi hanno detto che, per caso, ad una televisione locale hanno domandato al consigliere regionale della Lega Rixi (NDR. Politico ligure), se collaborasse con Don Gallo. Lui ha risposto: “ Ma come si fa a collaborare con Don Gallo che va nelle scuole a dire che vuole la droga libera?”. Belin è l’unica cosa svegliava dopo il collasso all’ospedale dicendo “sono ancora viva”, però nel cosciente mi ha risposto così. Belin ho visto delle cose... ». il mio amico giornalista. Per esempio hanno caricato l’assunzione, sempre e soprattutto all’inizio, come una fase di ritualizzazione. E perché? Perché nell’analisi approfondita stava preparando tutto mentre mi dava le spalle. Belin Paolina, dico, tu sai che c’è l’overdose dietro l’angolo. Lei mi risponde, girandosi di scatto e mi dice: “Magari”. Poi invece si « Come c'è il governo successivo, sale la coppia Fini-Mantovano, il quale è un magistrato, e preparano la legge. Poi ci furono degli scontri fra camerati e i due rompono. In quel momento si infila Giovanardi. Va a Palermo, a fine legislatura, se non sbaglio siamo alla fine del 2006. Lui da Palermo corre a Roma con questa nuova legge di 120 articoli. Storie che il Parlamento non ha il tempo e l’avvenire, la tragedia di tanti giovani che non viene discussa per niente. Perché? Il Parlamento dove tutti erano interessati alla torta, sta discutendo la legge sui giochi olimpici di Torino. Allora cosa fa? Questa legge Fini-Giovanardi, ed è una vergogna con responsabilità e complicità, entra nelle legge dei giochi olimpici come emendamento nell’ambito dell’antidoping. Ma ti rendi conto? La 685 del 1 gennaio del 1975, cosa mette al centro? La scuola. Ogni provveditorato, ogni istituto, la legge di Craxi toglie tutto. Quando a Giovanardi dico, ma come con la nuova legge potevi rimettere la scuola al centro? E invece la scuola niente. Con la scuola cosa fanno? Un’assemblea all’anno. Io queste cose le dico da sempre. Mai però abbiamo detto liberalizzazione, perché la droga è già libera, ma legalizzazione. Ci vuole un binario, una legge che consenta di affrontare il problema perché siamo veramente in una strage...». Seguiteci su Facebook e sarete sempre aggiornati sull'attualità del mondo cannabico. Ancora non ci seguite sui social network? Apri il tuo profilo Facebook, cerca “Soft Secrets Italia” e metti “Mi Piace”. Tutte le informazioni della rivista e del nostro sito “cannabis.info/IT” in un solo colpo. Finalmente Soft Secrets è anche su Facebook. 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Tanti saluti, buona coltivazione e complimenti davvero per la rivista! CHRISTIAN Ciao Christian! Grazie per la foto innanzitutto. Hai operato benissimo, uno scrog è quello che serve negli spazi piccoli come il tuo. Anche la scelta genetica ci piace, la AK è sempre una piacevole sorpresa da tenere in growbox. Continua così! Questo è il nostro raccolto di Critical di Royal Queen Seeds cosa vi sembra? Un saluto e continuate così! Keep growing, verdi saluti!!! CARLITO'S GREEN CREW Carlito sei un gran bravo grower, si vede chiaramente la tua intenzione di crescere mostri straproduttivi, data la grandezza del vaso. Inoltre quel riflettore ad ala di gabbiano e quel ventilatore a clip ci fanno pensare ad un professionista delle growbox. Continua così, magari la prossima volta cerca su seedfinder.eu quale strain e quale seedbank è meglio per te. Amici di Soft Secrets, vi mando le foto della mia bellissima ragazza e 3 delle nostre piantine di Kady Kush by Reserva Privada cresciute inizialmente con 250W CFL e fiorite sotto 400W HPS spettro rosso e fertilizzate solo con melassa inglese (durante la fioritura). 100% bio! Che dire? Ottime piante, crescono senza problemi e sono molto resistenti a muffe e insetti, e ripagano le tue cure con una quantità di resina impressionante, cime molto pesanti e profumate. Dopo i primi 2 tiri, carichi di sapore dolcissimo e con note di Diesel (la genetica è Og.kush x Trainwreck), già si sente la sua predominanza indica, con uno stone incredibile che dura molto a lungo! Sperando di essere "ricompensato" per gli sforzi con dei semi da far crescere con cura, vi mando un saluto, keep on growing brothers! G. Grande bro! La tua coltivazione ci piace perché hai scelto il bio. Queste sono piante cresciute in maniera biologica e nonostante si veda che hanno sofferto un'ipossia radicale, possiamo solo invidiarti per il sapore organico che sentirai fumandola. Keep growing bio! Volete vincere semi FEMMINIZZATI di DINAFEM? Mandateci una fotografia della vostra stanza di coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft Secrets. DINAFEM vi manderà una confezione da 3 semi femminizzati. Se nella fotografia dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie o ragazza che indossano un micro bikini sexy o dell’intimo molto allettante, riceverete una confezione 2 x 3 di semi femminizzati. La fotografia del mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM! Mandate le vostre fotografie via e-mail a [email protected] o mandatele alla nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci piacciono le fotografie di piante in fase vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e belle donne! Buona fortuna! E-mail: [email protected] 7 L'indirizzo non è specificato perché non vogliamo nessun seme o premio ma solo la nostra foto pubblicata dalla vostra stupenda rivista. Purtroppo ci siamo dimenticati di inserire la pagina del vostro giornale nella foto, quindi l'abbiamo aggiunta a computer... Vi posso assicurare che delle cime così dure si fanno fatica a trovare anche ad Amsterdam! Saluti & Grazie ANONIMO Saluti dalle mie Signore A. Ma che belle signore! Peccato che si veda poco di entrambe… Mi raccomando evitate sempre di tenere la corrente sotto la linea dell’acqua! Togliete subito quella tripla presa da terra! Elettricità e acqua assieme non si sposano bene. Buonissimi fiori e date un occhio su google per migliorarvi sempre! ANONIMA Ma che bella infiorescenza! Non ci hai detto però niente sul tuo setup e a vederla così possiamo solo esser felici per voi due: chissà che fumate profumate! A presto e grazie ancora per la foto. Ciao Anonimo, hai una foto che è una medaglia. Cioè da un lato possiamo vedere 4000 W di potenza ben impiegata su un mare di mazar che stanno benissimo. Dall’altro però c’è un intruso senza tette nella coltivazione… Continua a pensare alle cime dure, le donne ce le mette Amsterdam. Continuate così, buoni fiori! Ciao a tutti, questa è la mia White Widow autofiorente della Dinafem alla penultima settimana di fioritura, ho utilizzato una lampada HPS agro da 400W con terriccio Bio-bizz e fertilizzante Canna Flores per la fase di fioritura. Purtroppo ho soltanto questa donna, accontentatevi! ANTONIO Grande Antonio! Anche se è l’unica donna che hai possiamo dire che le sai trattare veramente bene. Hai un setup molto interessante, orientato alla coltivazione biologica che sai ci piace moltissimo.L'unico consiglio che ci sentiamo di darti è quello di allargare il vaso, usane uno da almeno 11 litri. Continua così, buon’estate! 8 FLASH PRODOTTI DUTCH PASSION SOSTIENE I VAPORIZZATORI ONA CRUMBLE ALLA MELA C’è sempre più sostegno per i vaporizzatori, come alternativa sana al fumo di erba. Dutch Passion ha spiegato come sia rimasta colpita dai progressi recenti raggiunti a livello di qualità e performance dei vaporizzatori portatili. Non si tratta solo di vaporizzatori ‘senza fumo’ e più sani, ma grazie a questa soluzione consentono ai fan della cannabis di utilizzare il fumo in maniera più efficiente. Chi è passato ai vaporizzatori dice spesso che l’erba dura il doppio rispetto a quanto non avvenga fumando canne. Un altro vantaggio del vaporizzatore rispetto alla canna è il fattore invisibilità. Si può infatti usare un vaporizzatore e nessuno di chi vi circonda sentirà alcun odore. Una canna si sente da lontano. Per alcuni coltivatori che si convertono al vaporizzatore potrebbe essere una buona soluzione per avere discrezione con i vicini. Prodotto: “ONA Crumble alla mela”. Descrizione: “ONA Crumble alla mela” è ora disponibile dai grossisti di Easy Grow e sta andando a ruba! Presentiamo la nuova essenza della nuovissima Serie ONA Black Label, che usa la stessa formula unica come gli altri profumi comprovati e conserva le sue eccellenti capacità di neutralizzazione degli odori, con il nuovo gradevole odore di mela. ONA agisce tramite la naturale evaporazione e quando le particelle di ONA entrano in contatto con le molecole di qualsiasi odore, si legano fisicamente ad esse, rendendole nulle ed inerti, tenendo fuori l’odore indesiderato. Non tossico, ecologico, sicuro da usare in ambienti con persone, animali domestici e piante. L’originale e miglior neutralizzatore di odori nelle industrie idroponiche, mai superato..solo malamente copiato. I visitatori del sito di Dutch Passion possono acquistare i vaporizzatori Da Vinci o Whispr che vengono forniti con il Pro-grinder Dutch Passion. La maggior parte dei centri di giardinaggio e tutti i distributori più importanti offrono un’ampia gamma di vaporizzatori, fra cui il Da Vinci e il Whispr. Dutch Passion non vende i vaporizzatori ai negozi e ai distributori, ma li offre solo ai clienti del sito www.dutch-passion.nl ALGA GROW AND ALGA BLOOM - BASIC NUTRIENT www.easy-grow.co.uk/ona Fertilizzante biologico a base di alghe per la fase di crescita e fioritura DUTCH PASSION ANNUNCIA IL RITORNO DELLA BLUE VELVET Alga Grow e Alga Bloom: due fertilizzanti che insieme garantiscono un raccolto maggiore e un gusto migliore. Un elemento essenziale per entrambi i prodotti sono le alghe marine. Le alghe marine contengono vitamine, amminoacidi, fermenti e ormoni naturali che aumentano la fertilità del suolo e stimolano lo sviluppo della pianta. Dutch Passion ha rilanciato la Blue Velvet, la varietà sorella della famosa Blueberry. La Blue Velvet è stata prodotta per la prima volta negli anni Novanta, quando Dutch Passion e DJ Short hanno collaborato sul famoso progetto Blueberry. Le alghe marine assicurano una vita stabilmente sana del suolo. La tua crescita prospererà in maniera naturale. Le alghe marine sono in grado di accumulare elementi nutrienti e renderli disponibili per la pianta quando necessario. Aggiungendo le alghe marine a Alga Grow e Alga Bloom, la pianta riceve il nutrimento necessario per una crescita e fioritura sana e robusta. La Blue Velvet è una varietà metà indica metà sativa, sebbene sia l’indica la parte che tende a esprimersi più chiaramente producendo piante corte, solide e produttive che spesso rimangono alte circa 60-70 cm. In outdoor, in buone condizioni, può diventare più alta, raggiungendo fino a 2 metri. Ha un chiaro sapore fruttato con un forte effetto fisico e spesso produce un’evidente colorazione blue e viola a livello di foglie e di cime. Quando la si fuma si dice che sia molto forte, sebbene delicata come il velluto, ragion per cui porta questo nome. Alga Grow e Alga Bloom sono dei fertilizzanti biologici creati appositamente per la coltivazione nel terreno. Alga Grow è utilizzato durante la fase di crescita della pianta. Questo fertilizzante biologico assicura una crescita sana e regolare ed una formazione forte delle radici. Puoi utilizzare Alga Bloom durante la fase di fioritura della tua pianta. Alga Bloom assicura delle piante sane e robuste oltre che una ricca fioritura. Vantaggi di Alga Grow e Alga Bloom: t0SNPOJOBUVSBMJEFMMBDSFTDJUBFGJP ritura per rese elevate. t4UJNPMBMBQSPEV[JPOFEJDMPSPGJMMB t'PSOJTDFQSPUF[JPOFDPOUSPDPODFO trazioni elevate di sali e muffe. t1VÛ FTTFSF VUJMJ[[BUP BODIF DPNF fertilizzante fogliare Per ottenere il miglior risultato utilizzare Alga Grow e Alga Bloom in combinazione con altri prodotti della gamma 100% BIO grow style. Questo è lo stile di crescita perfetto per i coltivatori inesperti e patiti. Con un minimo sforzo otterrai un prodotto finale dal gusto intenso. Hai ancora delle domande? [email protected] Per informazioni aggiuntive relative a Alga Grow, Alga Bloom e agli altri prodotti, www.plagron.com La Blue Velvet è un’attenta combinazione della pazzesca chocolate Thai, di una Oxacan messicana e di una speciale Indica afgana. La selezione è stata fata con semi di banche di 20 anni, frutto del lavoro originario sulla Blueberry/Blue Velvet. www.dutch-passion.nl NEW NEW 25€ 22€ 3 CRITICAL+ 2.0 AUTOFLOWERING NEW 20€ 3 CRITICAL CHEESE AUTOFLOWERING 25€ BLUE CHEESE AUTOFLOWERING 22€ 3 22€ 3 WHITE WIDOW AUTOFLOWERING 23€ 3 19€ 3 3 CHEESE WHITE CHEESE NEW NEW AUTOFLOWERING 25€ 3 AUTOFLOWERING 27€ 3 25€ 3 3 AUTOFLOWERING MOBY DICK ORIGINAL AMNESIA AUTOFLOWERING AUTOFLOWERING AUTOFLOWERING CRIRICAL+ DINACHEM DINAMEX NEW NEW NEW NEW NEW NEW 21€ 3 KUSH’N’CHEESE 26€ 3 ORIGINAL AMNESIA 21€ 3 DEEP CHEESE 28€ 3 CRITICAL+ HAZE 2.0 18€ 3 20€ 24€ 3 BLUE CHEESE 3 BLUE THAI 33€ MOBY DICK 3 CHEESE 25€ 3 3 OG KUSH ORIGINAL STRAWBERRY COUGH 21€ 3 25€ 23€ 3 CRITICAL JACK 25€ 3 WHITE WIDOW 10 SPECIALE VARIETÀ 2013 12 varietà facili da coltivare Skunk#1 di Sensi Seeds. Apre la classifica della signorina del 2013, un classico. La Skunk #1 è l’ibrido con più influenza nella storia della cannabis. pianta molto vigorosa, cresce quasi da sola sopportando insetti infestanti e inconvenienti. Lunghi rami con fiori ricoperti di abbondante resina. Cheeskaberry di Venus Seeds. Fioritura rapida, facile da concimare e resistente a insetti infestanti e muffe. Early Widow di Advanced Seeds. White Widow in versione precoce. Classico per chi vuole un raccolto rapido con molta resina. Il suo vigore la rende una pianta molto facile da coltivare in outdoor. Easy Bud di Royal Queen Seeds. Autofiorente della vecchia scuola, migliorata, offre un vigore incredibile e molta rapidità. Soria Pura di Huerta Urbana Seeds AutoMazar di Dutch Passion. La Mazar è sempre stata facile da coltivare, il che s’incrementa nella versione autofiorente. Generosa produzione di cime con sapore di hashish di buona qualità. Deimos di Buddha Seeds. La signorina del 2012 è un classico delle autofiorenti, con una buona produzione senza complicazioni come garanzia primaria. Effetto gradevole e rilassante. Superskunk di Vision Seeds. Cresce con molta forza e produce cime odorose e dolci. Estremamente resistente agli errori, per cui è consigliata per i principianti. Wappa di Paradise Seeds. Raccolto di cime dolci in poco tempo. Indica robusta dall’effetto rilassante. Timanfaya di VIP Seeds. Incrocio di Big Devil 2# e Northern Lights, questa varie- tà auto è veloce e facile da coltivare e raggiunge dimensioni generose con una buona produzione. Perfetta per i principianti di tutto il mondo. Criminal Jack di Biohazard Seeds. Non richiede molta nutrizione ed è adatta per i coltivatori principianti, ma anche per quelli navigati che ameranno la sua potenza e i suoi aromi. Power Skunk di Kannabia Seeds. Puro potere Skunk, una pianta da battaglia adatta a tutti i coltivatori, in cui si uniscono la forza della Skunk e l’effetto definito della Black Domina. Ganja Selecta Facile coltivazione Skunk #1 - Sensi Seeds Cheeskaberry - Venus Genetics Early widow - Advanced Seeds Easy Bud - Royal Queen Seeds AutoMazar - Dutch Passion Deimos - Buddha Seeds Superskunk - Vision Seeds Wappa - Paradise Seeds Timanfaya - VIP Seeds Criminal Jack - Biohazard Seeds Power Skunk - Kannabia Seeds Soria Pura - Huerta Urbana Seeds Soria Pura di Huerta Urbana Seeds. Incrocio di Afgana e Skunk acclimatato alla coltura in altezza, per cui resiste bene al freddo. Pianta vigorosa e facile da coltivare. Cime dense e molto odorose. Wappa di Paradise Seeds. Foto: GBI Deimos di Buddha Seeds ECCO UNA PIANTAGIONE ALLA MODA... 11 WORLD CANNABIS NEGLI USA IL PROIBIZIONISMO NON INTENDE CEDERE Provaci ancora SAM In questi ultimi mesi negli USA, anche per effetto del cambio di atteggiamento dei media e dell'elettorato, si è aperta la questione della regolamentazione del mercato della cannabis. In Colorado sarà lo stesso governatore ad applicare la volontà popolare espressa dagli elettori con la proposition 64 che autorizza chi ha compiuto 21 anni a coltivare 6 piante per uso personale, a detenere 28 grammi di infiorescenze e un albo di coltivatori professionisti. Avendo istituito un mercato legale, si pone già il problema dei cani della polizia costretti a riciclarsi o ad emigrare. I segugi di zio Sam sembrano asserragliati anch'essi in un canile di Enrico Fletzer alla ricerca continua di un osso da rodere e sempre esposti alle critiche. Non mancano le preoccupazioni di tutti i soggetti in causa, mentre impazzano le campagne scatenate dagli ultimi moicani del progetto SAM, acronimo per Smart Approaches to Marijuana, un'associazione ultra-proibizionista che contrasta apertamente il nuovo corso espresso dai referendum dello scorso novembre ma che di “smart” ha davvero ben poco. Su questo punto si nota la differenza con l'Italia perché qui i media forniscono informazioni ogni giorno più accurate sull'argomento. Sarà che agli americani non piacciono i furbi ma quello che frega quelli di SAM è il fatto di essere un disco ormai rotto, con argomenti molto simili a quelli del nostro DPA. Anche perché la scuola e gli istruttori sono entrambi made in USA. Per SAM la battaglia contro la legalizzazione è una questione di vita o di morte. Vale dunque impegnarsi con tutti gli sforzi in battaglie di retroguardia ancora ben foraggiate. Gli argomenti pseudoscientifici addotti sono quasi sempre gli stessi dalla teoria del passaggio dalla canapa all'eroina, alla presunta aumentata potenza della cannabis con la conseguente capacità della stessa di slatentizzare psicosi (con la conseguente esplosione di follia tra gli adolescenti). Un atteggiamento che omette sempre e comunque il nesso tra effetti acuti/cronici ed effetti sociali delle sostanze legali ed illegali, favorendo mafie di ogni genere e la proliferazione incontrollata di voci che sono tutto il contrario della tanto decantata evidenza scientifica. Contraddizioni talmente evidenti da attirare le attenzioni del giornalista indipendente Mike Riggs, che ha analizzato da vicino le argomentazioni di Kevin Sabet (principale ambasciatore di SAM, ex consigliere di Bush ed Obama) che durante un comizio in Ohio aveva affermato come il 90% dei pazienti che usano cannabis negli USA non abbia né il cancro né il glaucoma. Al quotidiano Columbus Dispatch, lo stesso Sabet aveva riferito: “Solo il 5% di quelli che la ricevono presentano dei problemi medici seri”, sostenendo che le cure per le quali la marijuana era generalmente prescritta fossero il mal di testa e lo stress. E così la quasi totalità di queste persone non sarebbero gravemente ammalate? Magari stanno bluffano con la scusa dello stress e del piede d'atleta? Pare pensarla così anche l'altro fondatore di SAM, Patrick Kennedy che aveva poco prima fatto sapere alla stampa come “l'80% di chi ne ha fatto richiesta non ha né il cancro, né il Parkinson né il glaucoma. Non hanno nulla che possa esser in qualche modo riconducibile all'utilizzo della marijuana medica”. Fossero così le cose – scrive Riggs – allora sarebbe l' 80 % dei pazienti a bluffare e non il 90% o il 95%. Sabet e Kennedy saranno pure dei furbi ma sono deboli con le cifre, tanto che lo stesso Sabet ha riferito a Salon come “la marijuana di oggi risulta dieci volte più potente di quella degli anni '60”, mentre dall'altra riferiva all'Huffington Post come la stessa fosse “da cinque a sei volte più potente ed efficace” rispetto ai tempi di Woodstock, per poi finire a scrivere in un editoriale di suo pugno che si sarebbe trattato di una erba solo “4-5 volte” più potente. Per Riggs non ci sarebbe nulla di male a dissentire tra persone di opinioni contrastanti ma il problema con questi personaggi è che risulta “ancora più difficile di quanto dovrebbe discutere di politica delle droghe con interlocutori che ogni volta che si presentano alle discussioni con degli elementi sempre discordanti”. Ma non c'è due senza tre, perché il progetto Smart Approaching to Marijuana ha raccolto un altro personaggio che la spara ancora più grossa. È il dr. Christian Thurstone, che è riuscito a sostenere come i consumatori potrebbero cominciare a voler utilizzare la cannabis in vena, piuttosto che mangiarla o fumarla. Forse gli hanno riferito che in Italia un tal Gianfranco Fini ha affermato che tutte le droghe sono uguali e che quindi le modalità di assunzione o i prezzi dovevano esser anch'essi uguali... “Pare che la gente cerchi sempre di più di avere uno sballo sempre più profondo, manifestando una crescente dipendenza alla marijuana. – ha affermato questo direttore sanitario di Denver – Io mi preoccupo che questo potrebbe essere un prossimo passo verso l'iniezione delTHC. La gente che inizia con le pillole può gradualmente iniziare a sniffare o a fumare eroina e poi a iniettarla. È solo un altro modo per avere uno sballo più intenso perché iniettata raggiunge il cervello piuttosto rapidamente”. Thurstone conclude il suo articolo "Higher and Higher" – traducibile con un laconico Sempre più sballati – affermando : "È ragionevole ora interrogarsi su quanto bisognerà aspettare prima di vedere un uso iniettivo del THC, specialmente se verrà legalizzata la marijuana”. Eppure è lo stesso Thurstone ad ammettere come nessuno dei suoi pazienti abbia mai fatto una cosa del genere: “Io non l'ho visto dal punto di vista clinico – afferma il medico – e non l'ho trovato descritto se non in studi di ricerca, che sostengono come sia possibile ricavare una forma iniettabile di marijuana. Io non so esattamente come fare la preparazione per essere onesto, e non so come differisca lo stato di ebbrezza. Posso fare solo delle ipotesi”. PER SMART APPROACHES TO MARIJUANA LA BATTAGLIA CONTRO LA LEGALIZZAZIONE È UNA QUESTIONE DI VITA O DI MORTE Insomma, la madre dei cretini è sempre incinta ma di una cosa possiamo esser sicuri: gli esponenti di SAM stanno perdendo ogni forma di pudore. Ne va della loro testa e dei loro lucrosi incarichi tra Washington, New York,Vienna e pure Roma. Sempre che glielo permettano. 12 ESTRAZIONE Dal BHO al Budder Grazie ai ragazzi di Growland, che ci aprono le porte per condividere con noi le loro esperienze e conoscenze, impareremo a fare un'estrazione di cannabinoidi con il butano. Growland è un fioraio specializzato, cioè un grow shop, nato a Madrid con l'intento di portare qualcosa di positivo alla comunità della cannabis. Questi ragazzi si sono specializzati in estrazioni, e insegnano quello che sanno a chiunque voglia imparare. E non parliamo delle classiche estrazioni di polline con ghiaccio o a secco, né della tecnica moderna del NitroHash.... ci riferiamo a oli puri di cannabis, una delizia per Miky Pérez il palato, un high da pazzi e un effetto medicinale impareggiabile. Lo raccogliamo tutto per In sintesi, il BHO (Olio Butano Hash), o miele di cannabis, è un'estrazione di cannabinoidi che si compie facendo scorrere il butano attraverso la marijuana. Il liquido che fuoriesce al mescolarsi dei componenti, quando il gas è evaporato, lascia un residuo che, raffreddato, si rompe come un vetro fragilissimo mentre, quando è caldo, è identico al miele (per colore, sostanza e densità) – da questo deriva il suo nome. Questo “miele” è molto popolare negli Stati Uniti, in Olanda e in Canada, sia nelle cerchie più sibarite che, e sopratutto, fra gli utenti medicinali. Per i consumatori esclusivamente medicinali, questi oli sono molti utili perché si possono diluire con altri oli (per esempio, l'olio d'oliva), che rende molto più semplice adattare la dose per ogni paziente in modo che si ottengano solo gli effetti desiderati, evitando altri effetti psicoattivi (come le allucinazioni). Inoltre, si tratta di un materiale facilmente trasportabile, di cui sono necessarie quantità molto basse data l'alta concentrazione di cannabinoidi. Cosa ci serve? Per fare un'estrazione perfetta senza lasciare alcun residuo o resti di gas, i ragazzi di Growland ci consigliano di usare materiali di buona qualità; si riferiscono non tanto alla materia prima quanto agli strumenti da usare. Per quest'estrazione di BHO abbiamo utilizzato i seguenti strumenti: un tubo in acciaio, - che può anche essere in un altro materiale, o persino in acciaio Cantina con tutto il necessario chirurgico, ma per quanto riguarda il rapporto qualità/prezzo il consiglio di Growland è usare l'acciaio (dal diametro o la lunghezza invece dipendono solo la quantità di erba e butano da usare); un pezzo di rete in acciaio da 50 micron che ricopra un'estremità del tubo e qualche tipo di presa per fissarla (non bisogna mai usare un elastico perché il butano lo scioglie); un tappo in gomma con un'apertura al centro per il diametro del tubo; gas butano – la cosa più semplice è usare le bombolette di gas per ricaricare gli accendini (la qualità dell'estrazione dipende dal gas che usiamo); due pentole da cucina per fare un bagnomaria, quindi una deve poter contenere l'altro (l'ideale sarebbe usare pentole in vetro); dei coltelli o cutter per poter raccogliere l'olio in maniera facile e pulita. ché entra!) nel tubo, lo tappiamo e lo lasciamo per un'ora nel congelatore. Se il tubo è in metallo, è indispensabile usare guanti o stracci per tenerlo, dopo averlo raffreddato e durante l'estrazione. Scaldiamo l'acqua fino a ebollizione per il bagnomaria con le pentole in vetro; quando sono calde e posizionate correttamente, iniziamo l'estrazione. Fin qui abbiamo visto il materiale di base necessario per effettuare un'estrazione di buona qualità ma, come abbiamo già detto, impareremo anche come si fa il budder, quindi servono anche degli strumenti per la pulizia. Si tratta di una piccola pompa da vuoto collegata a un essiccatore e una piastra di Petri (un piattino scientifico in vetro) sulla quale porre l'estrazione da pulire. Colleghiamo la bomboletta del gas con la bocchetta corrispondente al tappo di gomma del tubo e indirizziamo l'altra estremità ai contenitori del bagnomaria. Il passo successivo andrebbe fatto all'aria aperta. Stringendo il contenitore, il gas si libera e inizia a scorrere attraverso l'erba; dopo pochi secondi inizia a uscire un liquido marrone. Mentre esce il gas liquido con i cannabinoidi, dipingiamo la superficie della pentola, scaricando l'estrazione in maniera uniforme. È meglio farlo in due volte; usiamo metà contenitore, aspettiamo un paio di minuti e poi ripetiamo il procedimento. Se abbiamo usato quantità grandi di marijuana, dovremo usare più gas. La proporzione è all'incirca il doppio del gas rispetto alla quantità di erba usata. Ed ecco pronta l'estrazione, resta solo da rimuovere il gas. Il processo d'estrazione Budder Ora la materia prima e tutti i materiali sono preparati e pronti. Non importa che l'erba che usiamo sia composta da bud di primissima qualità (anche se migliore è, meglio viene l'estrazione); si possono usare anche i resti o i ritagli secchi delle nostre piante. Senza pressarla troppo, mettiamo l'erba (fin- Di solito la gente non ha una pompa da vuoto o un essiccatore in casa, quindi di solito si rimuove il gas forando le bolle di gas e rastrellando l'estrazione con uno stuzzicadenti. Poi lo raccogliamo tutto con un coltello e lo stendiamo nella piastra di Petri. Con tutto il “burro” unto, mettiamo la Dipingendo la superficie con gas e cannabinoidi stenderlo nella piastra di Petri L'estrazione che si gonfia nell'essiccatore BHO di alta qualità pronto per il consumo piastra al centro dell'essiccatore, chiudiamo, la colleghiamo alla pompa da vuoto e accendiamo. Quello che succede adesso è davvero sorprendente; tutta l'estrazione inizia a gonfiarsi, trasformandosi in una spugna, per poi riabbassarsi. Questo è il gas che si separa dai cannabinoidi. Il processo si può ripetere a piacimento; basta mettere la piastra nelle pentole calde e, ogni volta che voliamo, metterla nuovamente nell'essiccatore. Possiamo ripetere il processo fino a cinque volte prima di considerarla “pronta per il consumo”. Il risultato è un'estrazione di primissima qualità, un autentico BHO totalmente ripulito dal gas e con una concentrazione di THC tra il 60% e il 70%. 13 Il budder da vicino Come tocco finale all'articolo precedente, dove abbiamo visto come pulire il BHO con una pompa da vuoto per ottenere il Budder; adesso vi forniamo una serie di fotografie del suddetto processo, scattate dal team di Grow / Ripper Seeds. Fate attenzione a come si gonfia l'olio La Grow – Ripper Seeds dopo la purga a vuoto.. 14 SPECIALE VARIETÀ 2013 12 varietà nuove F1 Fast Version di Sweet Seeds. Apriamo questa classifica con una linea intera di varietà, perché l’occasione è propizia. Sweet Seeds presenta le Fast, versioni inserite nel loro catalogo, con raccolto anticipato di una o due settimane. Questa stagione inizia con la versione Fast di quattro classici: Green Poison F1 Fast Version, Cream Caramel F1 Fast Version, Sweet Special F1 Fast Version e Sweet Cheese F1 Fast Version. Serious6 di Serious Seeds. Un’altra novità molto importante è che finalmente Serious Seeds ha lanciato un’altra varietà. Sativa dal raccolto molto rapido, ideale per la coltura outdoor, poiché è vigorosa e resiste ai problemi. Kush’n’Cheese di Dinafem. Kush che unisce il famoso aroma Cheese e ne aumenta la produzione. Unisce due dei sapori più noti al mondo ai risultati deliziosi che faranno salivare le papille gustative. Alta potenza ed effetto duraturo. Canadian Kush di Medical Seeds. Senza dubbio i sapori Kush saranno molto presenti questa stagione. Questa varietà unisce una Purple Kush della California e una Special K del Canada. Foglie corte e larghe, molto in stile Indica. Cime dense e ricoperte di resina. Aroma terroso, con presenza di uva e pino. Le varietà officinali con un rapporto 1 a 1 di CBD e THC sono una delle novità che cominceranno a diffondersi. Dance World di Royal Queen Seeds è l’incrocio di due fenotipi di Dancehall, varietà a elevato contenuto di THC e CBD, per cui è considerato estremamente officinale. Altezza media e raccolto rapido. Alpujarreña di Pyramid Seeds. Arriva sul mercato una varietà Underground, selezionata nel sud della Spagna da una tribù hippie che la coltiva da decenni. Molto resistente e con raccolto rapido, ideale per la coltura outdoor. Toxic di Ripper Seeds. L’incrocio di Amnesia Haze e Critical è un’altra delle mode del 2013. Ripper Seeds ha fatto un Novità Ganja Selecta buon lavoro, con un ibrido equilibrato che mantiene il carattere di Sativa, ma con un sapore molto dolce e fruttato. Cime grosse e con molti tricomi. Big Trip di Family Ganjah Seeds Bank. All’inizio è stata incrociata una selezione di Somango e una selezione di Northern Lights. Sono stati scelti due esemplari con un intenso odore di formaggio, sfumature violacee ed elevata produzione. Sono stati incrociati, ottenendo la generazione F2. Di queste sono state selezionate 4 piante che di cui è stato fatto un back-crossing con la Somango P1. Questa è la linea Big Grip: un vero e proprio viaggio per i sensi! Black Sakan di Sakan Seeds. Incrocio di Sativa Brasiliana e Afgana, sviluppa piante alte, cime grandi e dense, con aroma intenso, molta resina ed effetto rilassante. Nortikal di Gualuka. Essenza pura di Skunk, con un sapore che piace e convince, essendo dolce, fruttato e con accenti agrumati. Mantiene anche la F1 Fast Version - Sweet Seeds Serious6 - Serious Seeds Kush’n’Cheese - Dinafem Canadian Kush - Medical Seeds Dance World - Royal Queen Seeds Alpujarreña - Pyramid Seeds Toxic - Ripper Seeds Big Trip - Family Ganjah Seeds Bank Black Sakan - Sakan Seeds Nortikal - Gualuka La Turca - GreenHand Genetics Pineapple Sativa - Kera Seeds forza classica della Skunk, con grandi gruppi di fiori, molto odorosi. La Turca. GreenHand Genetics è una nuova banca creata da esperti coltivatori e collezionisti di genetiche. La Turca sarà una delle stelle, una pianta molto potente che vale la pena provare. Pineapple Sativa di Kera Seeds. Incrocio di una Sativa californiana con un intenso sapore di ananas e un’europea molto dolce. Nell’ibrido finale predomina il gusto fruttato, un effetto molto gradevole e stimolante. Alpujarreña di Pyramid Seeds Big Trip di Family Ganjah Seeds Bank Black Sakan di Sakan Seeds Kush’n’Cheese di Dinafem Pineapple Sativa di Kera Seeds La Turca di GreenHand Genetics Nortikal di Gualuka Serious6 di Serious Seeds 15 OUTDOOR FOR DUMMIES Il raccolto Corso di cannabicoltura per principianti IV Quando si danno il cambio estate e autunno, si avvicina il traguardo della maratona annuale dei coltivatori. Ora che s’intravede l’arrivo, è importante mantenere il ritmo sostenuto. Bisogna addirittura dare un colpo d’acceleratore, mettere tutte le energie rimaste nell’ultimo sprint, perché abbassare la guardia può portare, dopo così tante bracciate a nuoto, a morire sulla riva. Raccogliere al momento giusto, curare, essiccare e immagazzinare sono gli ultimi passaggi della nostra lunga corsa di fondo. Se si sbaglia, si possono rovinare i livelli di THC, sarà dunque necessario mantenere la psicoattività del materiale di cui disponiamo durante l’intero processo. Ultimi giorni Man mano che diminuiscono le ore di sole e le piante notano che si avvicina l’inverno, queste accelerano il processo di maturazione e ingrossano i fiori. I germo- Cima poco matura gli si uniscono gli uni con gli altri e i rami si piegano sotto il loro peso. È importante tenere sotto controllo le piante, bisogna legare i rami deboli, oltre ad aver pronta una struttura per coprirle in caso di temporale. Tenete sempre sott’occhio il tempo per coprire le piante in caso di pioggia, perché se si bagna il substrato, nel coprirlo, quando esce il sole, si forma condensa dovuta all’umidità che comincerà a evaporare. Scrutare il cielo e guardare le previsioni meteorologiche aiutano a essere preparati all’arrivo del temporale. Conviene non concimare le piante questi ultimi giorni, in modo tale che possano assimilare il possibile eccesso che si può essere formato. Nella coltura in vasi si consiglia di lavare bene le radici e per questo l’acqua va somministrata in quantità doppia rispetto ai litri del substrato, perché deve scorrere abbondante attraverso i fori di drenaggio, inizialmente colorata per la presenza dei resti di fertilizzante e poi più pulita e chiara. I complessi a base di enzimi aiutano a rompere l’accumulo di sali e a disintossicare la pianta. Si trovano anche concimi specifici per migliorare il sapore alla fine della fioritura, oltre ad altri concimi volti ad accelerare di qualche giorno la fase finale del processo. Fatto sta che nel periodo finale conviene tenere razionata l’acqua, in modo tale che la pianta riduce in parte la produzione, ma si concentra maggiormente sulle sue proprietà, come odore, sapore ed effetto. Naturalmente, nelle zone più asciutte o in caso di piante invase dal ragno rosso, non conviene razionare troppo l’acqua, ma bisogna somministrarne a sufficienza perché la pianta arrivi viva al raccolto. Quando è già troppo tardi per nebulizzare o utilizzare insetti predatori, l’unico rimedio contro il ragno rosso è aumentare l’umidità per rallentare il suo ciclo vitale. È importante sorvegliare l’attacco di muffa o insetti infestanti negli ultimi giorni, in quanto l’unione di bruchi ed elevata umidità può diffondere la tanto temuta Botrite fra i fiori. È già tardi per nebulizzare con BT o per prendere altre misure di controllo, quindi la cosa migliore è ispezionare la pianta ogni giorno, per togliere i bruchi a mano ed eliminare i germogli infetti prima che contagino il resto. Quando si lavora su germogli ammuffiti, bisogna trattarli con molta cautela: il procedimento più sicuro è quello di togliere l’intero rametto, non solo la parte infetta. Tappate il taglio con pasta da potatura affinché la ferita non funga da porta d’ingresso per altre infezioni. Bisogna separare con attenzione la parte ammuffita e scartarla in pattumiera, mentre il pezzo sano del germoglio può essere utilizzato mediante essiccatura rapida: vi darà un’idea di quali saranno più o meno la qualità e la potenza del raccolto. Disinfettate con alcol e con un panno gli strumenti che entrano a contatto con la muffa. Scegliere il momento È normale che il cannabicultore sia impaziente e voglia raccogliere quanto prima, ma Gruppo di fiori maturo 16 Piante alla fine della fioritura sostenute con corde estrarre le forbici troppo presto diminuisce la produzione, oltre ad avere piante con un contenuto inferiore di cannabinoidi. Bisogna quindi essere pazienti, oltre che vigilanti. Alla fine di settembre e all’inizio di ottobre si raccolgono le Indiche e varietà più precoci, mentre gli ibridi generalmente sono pronti in ottobre. Le piante più Sative possono allungare la fioritura fino a novembre, dicembre o anche oltre, per cui, prima di piantare una Sativa pura con lunga fioritura, bisogna essere certi che l’area climatica sia adatta, perché richiederà un autunno mite, senza gelate o temporali. Bisogna stare attenti a fare in modo che le luci notturne non interrompano la fase di buio, perché la pianta ha bisogno di oscurità continua per la fioritura completa. È sbagliato raccogliere seguendo le indicazioni riportate nei cataloghi o secondo i suggerimenti di un altro cannabicultore che ha già provato la genetica. Questi dati sono riferimenti generali, ma la realtà è un’altra. Ogni luogo e ogni pianta è un caso a se stante. Il metodo più conosciuto per determinare il momento del raccolto è quello dei pistilli. I germogli sono composti di questi filamenti bianchi e man mano che la pianta matura, lasciano questo immacolato colore bianco e acquisiscono toni scuri. Quando oltre il 70% degli stessi ha cambiato colore, sarà giunto il momento di raccogliere. Questo metodo è facile da applicare, ma non è completamente affidabile, dato che ci sono varietà i cui fiori scuriscono prima rispetto ad altre, oltre al fatto che l’influenza del clima può portare a questo fenomeno prima che sia pronta la pianta. Il metodo di osservazione dei tricomi è il più affidabile. Con un microscopio o una lente d’ingrandimento si tengono sott’occhio i tricomi. Quando la pianta è in fase di fioritura, i tricomi che emergono hanno la testa trasparente. Quando la pianta comincia a stabilizzarsi, la testa di questi tricomi comincia ad abbandonare la trasparenza e ad acquisire un color latte, addirittura ambrato, in alcuni casi. Quando la metà dei tricomi di un gruppo di fiori passa da color cristallino a color latte, è giunto il momento in cui è consigliato raccogliere, sebbene ogni coltivatore debba adattare questa regola alle proprie esigenze: da un lato l’impatto del clima e le previsioni del tempo nei giorni seguenti, dall’altro i gusti personali. Se si raccoglie una pianta Coltivazione pronta per il raccolto prima che sia matura, conterrà meno CBD e l’effetto sarà più cerebrale, mentre se la si lascia crescere oltre la maturazione, produrrà più CBD e sarà più narcotica. Per trovare il momento più adatto a ogni coltivatore, non c’è nulla di meglio che raccogliere in momenti diversi ed essiccare separatamente i risultati, il che consentirà poi di paragonarli e decidere quale è il migliore. Il raccolto Nelle operazioni di raccolta e cura, è importante disporre di strumenti adatti, affilati che facciano tagli netti e non che portino a distruggere i tessuti. Servono forbici per potare robuste, o addirittura una sega per tagliare il gambo o i rami principali. L’operazione di cura della cima richiede varie paia di forbici affilate. Se c’è un’infezione da muffa, conviene utilizzare un paio di forbici solo per la pulizia delle parti contaminate. È utile avere alcol e panni per pulire regolarmente le forbici. Scegliete modelli comodi, perché dovrete tenerle in mano per molte ore. Ci sono forbici di questo tipo con molla interna, che agevolano abbastanza il lavoro. Una confezione di guanti in lattice usa e getta è fondamentale per tenere pulite le mani, perché senza protezione, possono finire con l’essere ricoperte da una vera e propria crosta di resina. Sono utili anche scatole di plastica o vassoi dove lasciare le cime prima di farle essiccare. Il sistema più tradizionale è quello di tagliare le piante intere e di appenderle a testa in giù, ma non è obbligatorio farlo così. Dato che non tutti i fiori maturano allo stesso tempo, si possono raccogliere a scaglioni. In questo modo si avvisano i rimanenti che rimane loro poco tempo per la maturazione, oltre che permettere loro di avere accesso alla luce. Un buon metodo è raccogliere dapprima i gruppi di fiori superiori e lasciare del tempo in più alle cime inferiori meno sviluppate. A quanto pare, l’orario in cui il contenuto di THC è più elevato è l’alba, per cui si cerca di raccogliere di mattina presto. La cura consiste nel togliere dai rami le foglie senza resina. Si comincia dalle foglie più grandi e poi si eliminano quelle a fianco alle cime. Tagliate le foglie dalla base per non lasciare sbavature o piccioli. Infine tagliate le punte delle foglioline ricoperte di resina. A seconda delle preferenze e delle condizioni climatiche, il coltivatore può scegliere uno stile più o meno intensivo. L’ideale per il raccolto è Luogo per l’essiccatura con deumidificatore Vassoi di essiccatura lavorare in squadra. In questo caso, conviene suddividere i compiti, per esempio uno si occupa di tagliare i rami ed eliminare le foglie più grandi, altri due le curano, una quarta persona controlla il tutto alla ricerca d’insetti infestanti o muffa, oltre ad appendere le cime nel luogo destinato all’essiccatura. Ci sono coltivatori che preferiscono curare le piante in vivo prima di raccoglierle. Alcuni giorni prima tolgono le foglie più grandi e poi passano alle piccole. Questo manda alla pianta un segnale del fatto che si sta avvicinando la fine, il che la spinge a maturare più velocemente. Essiccatura Quando si tagliano le piante, bisogna farle essiccare affinché i cannabinoidi che con- tengono diventino psicoattivi. La luce e il calore degradano il THC, quindi le piante vanno fatte essiccare in un luogo buio, fresco e arieggiato. La procedura normale è quella d’improvvisare un luogo per l’essiccatura tendendo delle corde da un lato all’altro di una stanza, ma si possono usare anche degli stendini portatili. Appendere le piante a testa in giù non aumenta la quantità di THC, sebbene sia abbastanza comodo e dia al prodotto finale un aspetto più tondeggiante. Si possono acquistare vassoi pieghevoli per l’essiccatura, che sono estremamente facili da montare e trasportare, perfetti per sfruttare lo spazio. Un sistema per chi vuole un’essiccatura rapida è quello di mettere questi vassoi in un armadio di 18 coltura e di utilizzare un estrattore per creare corrente d’aria che acceleri il processo. Cime raccolte precocemente Procedimento sottovuoto Conviene usare un termoigrometro per controllare i valori. L’ideale è mantenere l’umidità attorno al 60%. In caso di eccessi, un deumidificatore può essere d’aiuto per ottenere un ambiente adatto. Se sono state raccolte le piante quando sono molto umide o invase dalla muffa, non c’è dubbio che per assicurarsi il raccolto, bisogna dare un colpo di riscaldamento con aria calda nel luogo destinato all’essiccatura e una volta eliminato il rischio che la muffa si espanda, va tolto il riscaldamento e rallentata la fase finale del processo, in modo tale che si elimini la clorofilla. Conviene usare un ventilatore a bassa potenza nel luogo dell’essiccatura per creare una piccola corrente che muova l’aria all’interno, senza impattare direttamente sulle cime. Il momento ideale oscilla fra due e tre settimane. Alla fine la pianta deve aver perso tre quarti del suo peso. Se si fa essiccare troppo rapidamente, la clorofilla rimane intrappolata nei tessuti vegetali e di conseguenza avrà sapore di foraggio anche mesi dopo il raccolto, mentre un’eccessiva lentezza porta le cime a marcire. Se il luogo d’essiccatura è caldo e con poca umidità, la sfida è quella di ottenere un’essiccatura lenta. Appendere le piante intere o con la maggior parte delle foglie è una buona soluzione per amministrare bene il tempo. In aree umide, il problema è che ci mettono molto a essiccare e in questi casi conviene spezzettare al massimo i rami e fare una cura profonda. Attenti alle cime molto grosse, perché all’interno si può nascondere muffa. Conviene essiccare separatamente le varie parti della pianta. Le foglie grandi sono adatte alla cucina, mentre le piccole danno un eccellente hashish. Le cime principali sono quelle con il maggior effetto, mentre quelle inferiori hanno meno potenza. Immagazzinamento del raccolto Anche se sembrano asciutti in superficie, i fiori sono umidi all’interno, per cui bisogna aspettare che l’essiccatura sia uniforme prima di completare il processo. Se non si vuole curare l’erba, basta aspettare che i gambi sottili siano ben croccanti, perché questo è il segnale che sono finalmente essiccati. Si deve dare un ultimo spintone e la si conserva nei recipienti finali. Bisogna aprire regolarmente questi contenitori per verificare che vada tutto bene, soprattutto all’inizio. Verificate che le cime non abbiano preso umidità e se così fosse, toglietele dai contenitori e fatele essiccare un po’ prima di rimetterle negli stessi. Per chi è ansioso di provare il raccolto, ci sono metodi di essiccatura rapida, anche se non sono consigliabili, perché ne risente il gusto e si degrada una parte del THC. Ad ogni modo, se il desiderio di un raccolto rapido è forte, si può fare una prima essiccatura con vari sistemi. Il gel di silicio assorbe l’umidità. Mettete in un recipiente uno strato di gel di silicio, carta assorbente e poche cime. È anche possibile usare il forno un po’ aperto, somministrando in varie fasi una quantità moderata di calore. Con un deumidificatore ci vogliono al massimo due giorni, ma in questo caso quello che fumerete sarà migliore rispetto a quanto non otterreste con i metodi rapidi. Cura e conservazione La cura è una sorta di fermentazione controllata, nella quale i sapori si condensano e il gusto si addolcisce. Per procedere alla cura, si rallenta l’essiccatura delle cime appena prima della fine. Per questo si mettono nel luogo di essiccatura in scatoloni di cartone o contenitori in legno, come quelli che si regalano a Natale, che sono una risorsa molto utile in questo caso. Dopo un periodo intermedio, si conclude la cura in contenitori a tenuta stagna se i fiori sono un po’ più umidi, questo processo è più fine dell’essiccatura rapida, richiede attenzione e una buona mano per il coltivatore. La marihuana asciutta o curata deve essere conservata in contenitori a tenuta stagna e opachi, che la proteggano dalla luce, dal calore e dall’aria. La plastica ha la fama di degradare il THC, per cui in genere si usano contenitori in vetro e li si immagazzina in un luogo buio. Una volta asciutta, conviene riempire i contenitori, in modo tale che entri meno aria. Si possono anche spezzettare le cime e metterle nei contenitori usando una macchina per il sottovuoto, cosicché non vengano raggiunte dall’aria, oltre a non emettere alcun odore. Con il raccolto nei contenitori, arriva per il coltivatore di cannabis un momento magico, perché finalmente può godersi il frutto del suo lavoro, mentre progetta la stagione seguente che si sta avvicinando. 19 PUNTO LEGALE Referendum, istruzioni per l'uso A COLLOQUIO CON MARIO STADERINI, PROMOTORE PER I RADICALI per avvalorare le proposte referendarie entro l'anno successivo è quella di depositare le firme entro il 30 settembre dell'anno corrente. Dopo questo termine la presentazione slitta all'anno successivo, in questo caso al 2015, quando probabilmente si andrà a elezioni anticipate e si dovrà rifare tutto daccapo. Ne abbiamo dato conto nello scorso numero, ma la questione è importante ed è bene sviscerare il più a fondo possibile tutto quello che riguarda la issue “depenalizzazione”. Il 2013 sarà sicuramente ricordato negli annali della democrazia diretta come l'anno della mobilitazione popolare per lo sdoganamento della cannabis. I risultati più che positivi dei referendum statunitensi dello scorso novembre – con la liberalizzazione a scopo ricreativo negli stati di Colorado e Washington – hanno senza dubbio agito da propulsore per il dibattito pubblico ma per quanto riguarda l'informazione ci sono ancora ancora molte lacune da riempire e dubbi da fugare.. di Giovanna Dark Per capire meglio i tempi, le modalità e soprattutto i perché della mobilitazione referendaria, parleremo con Mario Staderini, segretario del partito Radicale e promotore dei sei referendum che hanno come oggetto il finanziamento pubblico dei partiti, il sistema dell'otto per mille, la legge sull'immigrazione, il divorzio breve oltre che, ovviamente, l'abrogazione di parte della Fini-Giovanardi. SSIT: Attualmente, in Italia, si parla di almeno tre diverse raccolte firme per la depenalizzazione dell'uso della cannabis: la vostra, quella del comitato 3Leggi e quella del Progetto Free Weed. Perché non unire le forze di fronte ad un obiettivo comune? Il fiorire di iniziative nasce dalla constatazione che il tema delle politiche sulle droghe è praticamente un tabù in Italia. Non è nell'agenda adesso, né lo sarà in questa legislatura o nella prossima. Perché è innegabile che dal 1993 (NDA. Anno in cui il 77% degli italiani votò a favore nel referendum sulla depenalizzazione del consumo personale) in Italia è vietato parlare seriamente di droghe. Se lo si fa, lo si fa al massimo in televisione e nei termini manichei dell'essere “pro o contro”. E questo ha portato a quel vero e proprio flagello sociale che è il proibizionismo. C'è quindi esigenza SSIT: Posto che vi auguriamo di portare a termine positivamente il vostro progetto, cosa si chiederà di abrogare della legge attuale? Quello che proponiamo noi come Radicali è l'abrogazione dell'articolo 73 comma 5 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, ovvero l'abolizione della pena detentiva per i fatti di lieve entità (NDA. la pena pecuniaria, invece, rimarrebbe comunque). Vorremmo cancellare quella parte di legge pensata per trasformare il consumatore in spacciatore, perché è abbastanza palese che uno che ha anche 10-20 grammi di hashish o marijuana non può certo essere considerato un narcotrafficante. Certo la nostra è una battaglia antiproibizionista e il nostro obiettivo è da sempre quello della legalizzazione, ma dato che tramite referendum la liberalizzazione è impossibile – a causa delle convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese –, possiamo almeno provare ad eliminare la criminalizzazione di una condotta oggettivamente non lesiva di terzi. vamente attraverso la criminalizzazione. E i risultati si vedono. SSIT: Sono in molti a sostenere che un ripensamento generale sulla legge attuale avrebbe effetti positivi soprattutto sul proverbiale ingolfamento del sistema giustizia italiano. Quello che proponiamo con il referendum avrebbe effetti positivi non solo per la giustizia ma anche per le forze dell'ordine e per il 100% dei cittadini italiani. Con la depenalizzazione dei casi di lieve entità i tribunali sarebbero sgravati dall'incombenza di celebrare lunghi processi, le carceri si svuoterebbero di quasi la metà e gli stessi poliziotti sarebbero liberi di impiegare altrove il tempo e il denaro per le loro indagini. Indagare, processare e incarcerare persone per la detenzione di pochi grammi di cannabis è un evidente spreco di risorse, oltre che un torto ai diritti individuali. Quando poi la giustizia e la difesa funzionano in modo efficace tutti i cittadini ne beneficiano. SSIT: Quali sono le modalità di partecipazione alla vostra iniziativa? Cosa occorre per firmare? Per poter firmare legalmente basta essere maggiorenni ed essere in possesso di un documento di identità valido, non serve altro. Per quanto riguarda il “dove”, è possibile firmare ai tavoli presenti nelle principali piazze italiane, oppure bisogna recarsi alla segreteria del proprio comune e chiedere specificatamente di poter firmare. Poi abbiamo assolutamente bisogno di persone che si adoperino concretamente per il progetto: ci servono autenticatori, volontari per tenere più presidi sul territorio, per- VORREMMO CANCELLARE QUELLA PARTE DI LEGGE PENSATA PER TRASFORMARE IL CONSUMATORE IN SPACCIATORE di democrazia diretta ma sul fatto di associarci posso dire che con il comitato 3Leggi stiamo già lavorando, consapevoli che la spinta popolare e la collaborazione sono necessarie per il raggiungimento dell'obiettivo. Da metà giugno è partita la raccolta firme e l'obiettivo è quello di arrivare a 500.000 entro settembre. SSIT: Memore di molte buone proposte lasciate nel dimenticatoio della burocrazia italiana, quali sono le tempistiche per imbastire una tornata referendaria? Secondo la Costituzione, la tempistica SSIT: Secondo le sue fonti e la sua esperienza, in quale misura la legge Fini-Giovanardi incide sul sovraffollamento carcerario? Oggi, dati alla mano, il 42% dei detenuti italiani si trova in carcere per effetto della Fini-Giovanardi. Di questi almeno un terzo sconta la pena per fatti di lieve entità. Questa legge si è illusa di regolare un comportamento sociale diffuso (NDA. Secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, uscito ai primi di giugno, sono tre milioni gli europei che fanno uso di cannabis ogni giorno) solo ed esclusi- sone che diffondano il messaggio sui social networks. Con la scusa che se ne è parlato e se parla ancora pochissimo, c'è poca informazione e dunque meno possibilità di agire. SSIT: Per i lettori che fossero interessati a sostenervi concretamente, dove possono rivolgersi? Possono andare sul sito www.cambiamonoi.it e registrarsi nel form che appare in home page. Perché questa – lo ripeto – non è una battaglia che vinciamo da soli, come Radicali. La collaborazione di chiunque è la benvenuta. Anzi, è necessaria. Simple words + Quick photos = Easy success! Marijuana Grow Basics The EASY Guide for Cannabis Aficionados by Jorge Cervantes €21.95 NEW Download FREE pages from Jorge’s books ONLINE www.amazon.com www.amazon.ca www.amazon.co.uk www.amazon.de www.amazon.fr www.amazon.jp Jorge’s simple easy guide shows American, Canadian and European techniques to grow the maximum yield of the most potent cannabis possible—including week-by-week photo-based instructions to grow a 12-week crop from seed and a 10-week crop of clones. Even first timers are guaranteed a heavy harvest! 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Il terreno minerale organico medio è composto al 45% da particelle minerali, al 5% da organismi vivi e morti, come batteri, protozoi, microbi, funghi, vermi della terra, eccetera e al 50% da aria e acqua. I tre fattori base contribuiscono alla crescita delle radici nel terreno: struttura, pH e contenuto di nutrienti organici e minerali. Ci sono due modi base in cui la maggior parte dei coltivatori vede il terreno. Il primo è quello di vederlo come sostanza organica da nutrire, in modo tale che le radici della cannabis possano estrarre i nutrienti necessari in maniera rapida ed efficiente e nella maggior quantità possibile. In outdoor e nei grossi contenitori in serra e in indoor ci sono grandi volumi di terreno e si possono applicare i principi organici completi. L’altro modo di vedere il terreno è come mezzo di coltura che contiene elementi chimici, fertilizzanti a base di sali (nutrienti), aria e acqua. In indoor e spesso in serra, questo è il modo in cui la maggior parte dei coltivatori si avvicina alla coltivazione. Sporco, terra e miscele senza terra Lo sporco si trova sotto le vostre unghie. La terra è a base di minerali ed è utilizzata nel migliore dei modi per coltivare cannabis nei campi, per le aiuole e nei contenitori grandi. Le miscele senza terra sono preferibilmente utilizzate per coltivare la cannabis in piccoli contenitori, in indoor, outdoor e in serra. La dinamica dei contenitori piccoli non è la stessa dei contenitori grandi, delle aiuole o della nostra Madre Terra. Il terreno pietroso argilloso è pieno zeppo di nutrienti, ma la struttura limita il contenuto di aria e umidità. La struttura della terra è determinata dalla dimensione e dalla composizione fisica delle particelle minerali. Una buona struttura della terra è necessaria per un’adeguata penetrazione radicolare, per la ritenzione di acqua e ossigeno e per il drenaggio, oltre a molti altri complessi processi chimici. Il terreno argilloso pesante è facilmente individuabile. Si agglutina facilmente, è difficile da lavorare e ha uno scarso drenaggio. La struttura, che indica le dimensioni delle particelle minerali e dei granelli nel sedimento, si divide in tre gruppi principali: argilla, limo e sabbia. La maggior parte dei terreni è una miscela delle tre dimensioni delle particelle di base: sabbia, limo e argilla, tutte descritte in seguito. Il pH del terreno misura l’acido nell’equilibrio alcalino. La vita del terreno, la disponibilità di minerali (nutrienti) Il terreno varia da un luogo all’altro del pianeta e spesso varia anche da una posizione all’altra di uno stesso cortile. Analisi del terreno I test del terreno sono assolutamente abbordabili (€20-200) e permettono a molti coltivatori di cannabis per uso medico di risparmiare tempo e denaro investiti nei fertilizzanti. Questi test salvano anche l’ambiente dall’eccessivo inquinamento da fertilizzanti, fra cui nitrati e fosfati, dal rispettivo accumulo nel terreno e nell’acqua. I sali dei fertilizzanti in eccesso entrano nel nostro sistema di distribuzione dell’acqua, dove possono provocare innumerevoli problemi ambientali e di salute. Per esempio, i coltivatori domestici utilizzano almeno 10 volte i fertilizzanti necessari per metro quadrato rispetto a quanto non facciano le grandi aziende. Di ogni €10 spesi per i fertilizzanti dai coltivatori domestici, €9.00 sono sprecati! Di recente ho parlato con un coltivatore di cannabis outdoor per uso medico che spende €3.000 per i fertilizzanti ogni anno. Applicando le informazioni che precedono, ci si rende conto che si usa un decimo del fertilizzante acquistato (€300) e il 90% dello stesso 22 (€2.700) penetra nel terreno e nell’acqua freatica. Il coltivatore potrebbe facilmente risparmiare €2.700 investendo €20-200 in un’analisi del terreno e seguendo le rispettive raccomandazioni. Due tipi base di analisi del terreno sono il BCSR e lo SLAN. Il BCSR (Base Cation Saturation Ratio) generalmente è utilizzato dai coltivatori organici e dai coltivatori che vendono sul mercato in molti Paesi. I risultati di questo tipo di test danno la quantità effettiva di nutrienti contenuti nel terreno. L’obiettivo dell’analisi BCSR è quello di raggiungere una proporzione bilanciata di nutrienti. Questa metodologia utilizza l’estrazione Mehlich 3. Il metodo di anali- Report grafico sul terreno PICCOLO I test standard SLAN forniscono le Molti test del terreno includono anche il range ottimale per ogni lettura, modifica e raccomandazioni sui fertilizzanti. Con una piccola differenza di prezzo, molti laboratori offrono anche un grafico di facile lettura. Laboratori che effettuano il test del terreno SLAN Laboratori Logan, LLC: http://www.loganlabs.com* – Le analisi del terreno meno care che abbia trovato – Test di base: €20 A & L Western Laboratories, Inc. http://www.al-labs-west.com* – Servizio eccellente a un prezzo ragionevole. Spectrum Analytic, Inc. http://www.spectrumanalytic.com* Questo laboratorio fa tutto e mostra anche un campione di test di terreno. si del terreno BCSR è raccomandato dal National Sustainable Agriculture Information Service (ATTRA), ossia il Servizio Informativo Nazionale per l’Agricoltura Sostenibile. seguenti informazioni, in parte o completamente e possono includere raccomandazioni per migliorare il contenuto di nutrienti del terreno. A prescindere dal tipo di analisi che scegliete, BCSR o SLAN, seguite alla lettera le indicazioni sulla raccolta e presentazione del terreno. I coltivatori che vivono in uno Stato o Paese che sanziona la cannabis a uso medico possono spedire i loro test a laboratori http://www.soilminerals.com, dove troverete informazioni complete su minerali, nutrienti, tracce di minerali, fertilizzanti e modifiche varie al terreno per tutti i tipi di coltivazioni, fattorie, prati, frutteti e serre. www.google.com, cercate William A. Albrecht, Ph. D. È stato la massima autorità nel campo della relazione fra la fertilità del terreno e la salute umana. http://www.webpages.uidaho. edu/~bmahler/s44603.pdf, troverete un breve corso sulla diagnosi del terreno e delle piante. http://www.acresusa.com, Acres U.S.A. è la rivista più antica e più estesa che tratta di agricoltura sostenibile e organica su scala commerciale. www.attra.ncat.org, National Sustainable Agriculture Information Service (ATTRA) – Servizio Informativo Nazionale sull’Agricoltura Sostenibile: gestisce progetti che promuovo l’autosufficienza e uno stile di vita sostenibile, mediante utilizzo di fonti d’energia rinnovabile e sostenibile, conservazione dell’energia, alloggi autoefficienti dal punto di vista energetico, sviluppo I test standard del terreno BCSR forniscono informazioni su quanto segue: 1. Calcio 2. Magnesio 3. Potassio 4. Sodio 5. Fosforo 6. Zolfo 7. Cloro 8. Elementi minori 9. Tracce di elementi Fate analizzare il terreno con metodo BCSR ($110-150): Earthfort, http://earthfort.com/lab-services. html*. Il sistema AKA Index (Regno Unito) detto SLAN (Sufficiency Level of Available Nutrient) è utilizzato dalla maggior parte delle università, degli agricoltori e dei grandi imprenditori in tutto il mondo. I risultati di questo tipo di test forniscono i livelli di nutrienti disponibili alla pianta in un determinato range noto, garantendo così l’assenza di carenze o eccessi. Questa metodologia utilizza estrazione con acetato di ammonio. 1. pH 2. ECe (dS/m) 3. NO3-N (ppm) 4. NH4-N (ppm) 5. PO4-P (ppm) 6. Potassio (ppm) 7. Magnesio (ppm) 8. Calcio (ppm) 9. Sodio (ppm) 10. SO4-S (ppm) 11. Zinco (ppm) 12. Manganese (ppm) 13. Ferro (ppm) 14. Rame (ppm) 15. Boro (ppm) locali e chiedere consigli per la cannabis. i coltivatori di cannabis a uso medico che non vivono in questo tipo di Stati possono mandare i campioni di terreno a qualsiasi laboratorio, ma si consiglia loro di non fare menzione del tipo di coltivazione per cui vengono analizzati. Ottimi siti per saperne di più del terreno: http://soilandhealth.org, dove troverete e-book gratuiti, soprattutto sull’agricoltura olistica, la salute olistica e l’autosufficienza. sostenibile della comunità e agricoltura sostenibile. www.marijuanagrowing.com, date un’occhiata al nostro sito che offre anche un forum per aggiornamenti e discussioni in corso! * Per trovare un laboratorio che conduca analisi del terreno vicino a dove abitate o nel vostro Paese, andate su www.google.com e immettete “laboratori analisi terreno Europa” o “laboratori analisi terreno (nome del vostro Paese)” 23 CANNABIS LIFESTYLE A COLLOQUIO CON L'ANTROPOLOGO CANADESE JEREMY NARBY Marijuana, vegetalismo e stili di vita di Enrico Fletzer Jeremy Narby è molto conosciuto per le sue esperienze nella giungla amazzonica dove tuttora lavora per le organizzazioni non governative. Libri come Il serpente cosmico ed Intelligenza in Natura sono dei best seller a metà tra le visioni dello sciamanismo e la biologia molecolare occidentale, a partire da un viaggio nella Valle del Pichis, nella Amazzonia peruviana. Jeremy è protagonista di eventi culturali che trattano di sciamanismo e di un approccio critico alla “scoperta delle Americhe”. Con lui abbiamo parlato di sciamanismo, di vegetalismo e del suo amore per la canapa. palla di cristallo sfaccettata, e puoi inquadrare diversi aspetti da angolature diverse. La cosa imporante è di cercare di avere delle conversazioni mature sulle complessità. SSIT: Come opera Nouvelle Planète per aiutare e proteggere la foresta indigena e cosa hai imparato dal popolo Ashanica? Ogni pianta è come un altro pianeta. Quel che è vero per le misture di ayahuasca non è vero per la datura, che a sua volta non è vero per la cannabis, che a sua volta è diversa dai funghi psilocibinici. Ogni volta bisogna ricomincare da capo. Come prima cosa è importante sottolineare come alcune piante non sono tranquille. La datura cannabis mi rende un po' più sciolto, o più umano, può pure femminizzarmi un filino, e farmi pensare in spirali più che linee diritte. Per qualcuno che è meno razionale, e forse meno motivato, la cannabis può essere demotivante, e non necessariamente una buona influenza per la propria vita. Può essere destrutturante e confon- Dal 1989, con l'organizzazione svizzera Nouvelle Planète, abbiamo sostenuto le iniziative delle organizzazioni indigene della Amazzonia peruviana, per ottenere i titoli di proprietà della terra, per costituire delle scuole bilingui ed interculturali per i loro bambini, dove essi possano imparare la loro lingua e cultura, come pure spa- non è tranquilla e le autorità europee hanno ragione ad avvisare le persone sui pericoli di fare esperimenti con la datura. La cannabis è un'altra questione. Mi capita di essere un amico della cannabis e alla cannabis è capitato di essere mia amica. Ma io riconosco che la cannabis non è per tutti. Alcune persone diventano deboli, nauseate e anche paranoiche, e non si godono l'esperienza. E per quelli che la dente, ed impigrire la gente. Sballarsi e guardare la televisione è una ricetta per la depressione. Io penso che il consumo di cannabis ha bisogno di esercizio per la maggior parte del tempo, di occuparsi con qualcosa. Ed io considero la meditazione, o anche una respirazione coscente, come fare qualcosa. Io penso che sia interessante guardare a cosa una pianta o una sostanza fa alle gnolo e scienza. Altri progetti includono la tutela della salute per il villaggio, uno studio dentistico, nutrizione, preservazione della conoscenza botanica, artigianato, arboricoltura, piscicultura e un corso di difesa legale. Sono tutti progetti che ha proposto la gente stessa. Il nostro compito è di trovare i fondi che servono per realizzarli. In genere sono piccoli progetti ma che tuttavia hanno bisogno di denaro per esser realizzati. Un esempio di un progetto che noi sosteniamo con gli indigeni ashanica della valle dell'Apurimac, una delle più grandi regioni produttrici di cocaina del mondo; con coloni che hanno invaso la zona, ma ci sono zone libere dove vivono gli Ashaninca circondati dai coltivatori di coca. Noi li aiutiamo ad imparare e pratichiamo una produzione di alberi sostenibile che gli permette di produrre legno duro per il mercato, preservando la foresta e creando al contempo un'alternativa all'economia del narcotraffico. Questo progetto combina scienza e conoscenza indigena, silvestricultura commerciale con know how ashanica ed aiuta i popoli indigeni dell'Amazzonia ad operare in circostanze difficili per cercare di sopravvivere. SSIT: Pensi che sia possibile per degli occidentali diventare dei vegetalisti? Per esempio in Brasile ci sono dei movimenti che sono ispirati dalle piante psicotrope come il Santo Daime, Uniao do Vegetal e molti altri. La mia domanda riguarda il fatto che alcuni antropologi come Giorgio Samorini tenderebbero a negare la possibilità per praticanti occidentali di sperimentare il vegetalismo. Secondo questa posizione non è possibile al di fuori deLA regione dove le piante sono usate tradizionalmente, facendo a pugni con la questione del set e del setting, ovvero delle circostanze adeguate all'utilizzo. Che ne pensi? Recentemente ho conosciuto molti occidentali che hanno studiato seriamente con dei maestri amazzonici e che stanno iniziando a sapere quello che stanno facendo. Dieci o quindici anni fa questi personaggi erano ancora più rari, se non inesistenti. A questo punto invalidare tutti gli occidentali in tutte le situazioni mi sembra un'espressione un po' estrema. Forse lo ha detto dieci anni fa, e se lo ha detto, potrebbe aver avuto ragione. Voglio però aggiungere che quando ero giovane ed ho fatto degli esperimenti con l'LSD, senza una guida, una “sperimentazione selvaggia” IO PENSO CHE SIA INTERESSANTE GUARDARE A COSA UNA PIANTA O UNA SOSTANZA FA ALLE PERSONE. LA PRIMA COSA DA OSSERVARE È LA LORO VITA con i miei amici, sapevo di correre dei rischi, ma ho anche imparato molto su di me e sul mondo che mi circonda, e soprattutto sul potenziale della mente umana e dell'immaginazione. In tal senso la sperimentazione con piante sciamaniche e sostanze psichedeliche può avere senso. Vi è una chiara parte sperimentale del vegetalismo occidentale, con rischi ed opportunità. SSIT: Che pensi dell'uso di cannabis come risorsa mentale. Pensi che piante come la canapa possano essere utili? apprezzano, il problema che è additiva, almeno quanto lo è il caffè. Ho scoperto che la cannabis non è necessariamente facile da utilizzare. Mi ci son voluti degli anni per fare una specie di alleanza con la pianta. E quella alleanza richiede disciplina ed un'igiene di vita per farla rimanere costruttiva. Riguardo al fatto che essa possa esser utile, ho scoperto che mi aiuta a comporre i testi. “Scrivi sobrio ed edita sballato”, come recita il proverbio. È vero che io tendo ad essere una persona piuttosto razionale tanto per iniziare, così che la persone. La prima cosa da osservare è la loro vita. Sono felici e sani, stanno bene. Oppure la loro vita è un disastro? In quanto amico della cannabis, io penso che sia importante avere una buona vita da mostrare, esser sani e coerenti. Sì, la cannabis può essere una risorsa mentale, ma penso che sia uno strumento delicato. Come ogni strumento, è a doppio taglio: può portare alla conoscenza e al potere, ma può essere anche abusato. Ha una parte oscura sulla quale potrebbero esser scritte delle pagine. Ogni pianta è complicata, come una 24 1 Hemporium Cose di Canapa, Vicenza 8 S.S. 11 Padana Sup. Verso Verona, 283 36100 Vicenza presso Multicenter [email protected] dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.30 sabato dalle 11 alle 19 cell. 339 61 02 455 cell. 339 27 99 178 5 1 2 Mysticanza, Perugia “Mescolanza di particolary varietà di ynsalata verde.” (Zingarelly) 6 Head and Growshop A Perugia in Via San Francesco n.9 (Piazza San Francesco) gli appassionati del biogardening troveranno Mysticanza. Dal 2003 punto di riferimento per il centro Italia. Sei anni di competenza, discrezione e cortesia sono le credenziali di Mysticanza. 9 2 v. San Francesco, 9 06123 Perugia -Italytel/sms +39-338-8819198 fax n. +39-075-951183 [email protected] www.mysticanza.it MAR-SAB dalle 11:30 alle 14:00 dalle 15:00 alle 19:30 DOM-LUN chiuso 3 Growerline, Pomezia Amsterdam Shop di Pomezia cambia look! Nuova sede: Viale Alessandro Manzoni 33 Pomezia (RM) 00040 Orario: Aperto dal Lunedì al Sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:30 Si effettua anche vendita on-line di materiale per il giardinaggio indoor e outdoor dal nostro sito aggiornato www.growerline.com e di semi di canapa da collezione su www.seedsline.com Servizio di assistenza clienti su Skype oppure via mail agli indirizzi [email protected] o [email protected] Tel. 0691801148 - 3403824505 4 Orto Biologico Shop, Cagliari Specializzato nella coltivazione biologica e biodinamica Orto Biologico nasce dall'amore verso la natura. Da circa dieci anni sperimentiamo una serie di terricci professionali pronti all'uso, specifici per tutte le fasi della pianta, questo è il nostro punto forte. La nostra esperienza è a vostra disposizione per aiutarvi a risolvere qualsiasi problema!! 3 4 Ci trovate a Cagliari in via Tigellio 60 – Tel/fax 070/653170 Email: [email protected] Website: http://www.scirarindi.org/scirarindi/?q=node/2877 Hemp-orio, Cordenons 5 Nel marzo 2002 a Cordenons in via Martiri della Libertà 21 (PN), viene avviato il primo growshop del Friuliveneziagiulia. Il suo obbiettivo principale è fornire affidabilità e seguire con professionalità il cliente. Merito va allo staff e alla clientela affezionata, se dal 2004 l'Hemp-orio ha conseguito successo sul piano interregionale, fornendo una vasta gamma di articoli per fumatori, nutrimenti per terra, idroponia e cocco, lampade per crescita/fioritura, sistemi per idroponica e aeroponica, oggettistica e tanto altro. Via Martiri della Libertà 21, Cordenons (PN). Aperto dal martedì al sabato dalle 11:00 alle 19:00. Tel: 338-766 03 00 Foglie d'erba, Bologna Growshop Via Brugnoli 17/E 40122 Bologna Tel. 051 523668 Lunedì-Sabato 15:30-19-30 Martedì-Sabato 11:00-13:30 Headshop Via de Marchi 29/A 40123 Bologna Tel. 051 4847574 Lunedì-Sabato 15:30-19-30 Mercoledì-Sabato 11:00-13:30 www.fogliederba.net - www.fogliederba.it 6 25 12 Legalized Via Carrozieri a Monteoliveto, 5 80132 NAPOLI Lunedì - Sabato 10.00 - 13.30 15.30 - 20.30 www.legalized.it [email protected] twitter @infolegalized NON VENDERE CIÒ CHE COLTIVI 11 Growshop Area 51, Ostia, Roma Dopo anni di esperienza e dalla nostra grande passione nella coltivazione biologica, vista la continua richiesta e la difficoltà di trovare prodotti “veramente biologici” nasce la voglia di crearci un nostro orticello e nasce così la nostra attività, basata nel reperire, testare ed approvare per voi le ultime novità del mercato italiano ed estero nel campo della coltivazione indoor e outdoor. Da noi troverai esperienza, cortesia e tanta disponibilità. Ti aspettiamo in via Corrado del greco 32 – 00121 ostia – roma – aperti dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30 tel 06 56338761 o al sito http://www.growshoparea51.com 10 Naturalstore San Benedetto del Tronto Comune di Roma 10 11 Via Cherubini 6 San Benedetto del Tronto (AP) 63074 - ITALIA [email protected] tel. 0735 650 968 cell. 366 713 3388 www.naturalstore.it ORARIO: 11:00 - 12:30 / 16:00 - 20:00 domenica e martedi chiuso Organic Farm growshop a Pisa Vasto assortimento di prodotti per colture biologiche e allestimento miniserre indoor 9 Kit completi per growbow- Semina e propagazione- Fertilizzanti e addittiviTerricci e substrati- Ormoni naturali- Vasi e contenitori- Controllo del PH.EC- Kit illuminazione miniserre- Antiparassitari e Antimuffe- Growbox- Controllo climatico miniserre- All seeds www.organic-farm.it [email protected] Via Rainaldo 52, Pisa Tel + 39 050 3820399 / 366 341 52 42 Orario: Lunedì 15.30- 19.30 Ma- Sa 10.00- 13.00 15.30- 19.30 12 Chacruna Head&Growshop, Trento 8 Chacruna da 10 anni seleziona solo le migliori marche, unendo discrezione, professionalità ed esperienza. Proponiamo un'ampia scelta di banche di semi da collezione e siamo specializzati in impianti a LED Professionali. Abbiamo una vasta disponibilità di prodotti per la fertilizzazione, sistemi idro e aeroponici e impianti d’illuminazione con soluzioni su misura. Siamo RIVENDITORI UFFICIALI per il Trentino Alto Adige di ROOR, EHLE e G.SPOT. Inoltre proponiamo ACCESSORI in CANAPA, COSMETICI NATURALI, BORSE e tanto altro. Chacruna Head&Growshop Corso 3 Novembre 72 presso “Galleria Al Corso” - TRENTO ORARIO: 9.30-12 15-19 (LUN mattina CHIUSO) Web: www.chacruna.it– Email: [email protected] 7 Skunkatania, Catania 7 Skunkatania, Ortigia Via Vittorio Emanuele II 229 Via Roma 92 Catania Sicilia Italia Siracusa Sicilia Italia CAP: 95124 CAP: 96100 Tel: 095- 8208248 Catania Tel: 0931-1995625 Siracusa Orari di apertura 10-13 / 16-20. Chiuso la Domenica www.skunkatania.it Tel: 340- 8703024 26 IL CANAPAIO Prepariamoci alla fioritura Dopo il solstizio d’estate le giornate cominciano ad accorciarsi e, poco dopo, quando Sirio esce con il Sole, la cannabis, in natura, incomincia a fiorire. La pianta, se abbastanza matura da cambiare fase di sviluppo (deve avere almeno 35-50 giorni, a seconda delle varietà, escluse le autofiorenti), inizierà una serie di cambiamenti nella crescita e nella formazione di nuovo materiale, e inizierà quella che per noi è la fase più interessante: la fioritura. Potremo vedere i primordi fiorali all’incirca quando si sono formati 6-8 palchi di Franco Casalone di foglie, e corrispondenti rami. A questo punto, allungandosi il periodo quotidiano di buio, la pianta continuerà a fiorire fino alla maturazione e ad un’eventuale senescenza – in caso di coltivazione indoor, dopo la comparsa dei primordi. Se il fotoperiodo continuerà ad essere ti bilanciati, ha più probabilità di diventare femmina. In condizioni contrarie, soprattutto se lo stress è prolungato (caldo, freddo, siccità, terreno troppo a lungo inzuppato, ph sbagliato, carenza/eccesso o sbilanciamento di nutrimenti, mancan- fiori sarà più lenta, soprattutto all’inizio, fase in cui i cambiamenti nella morfologia rendono necessario un equilibrio di tutti i fattori. Da quando cominceranno a formarsi i fiori, la possibilità di intervenire contro eventuali patogeni (insetti, acari, muffe) sarà ridotta, per il rischio di modificare il gusto e la salubrità delle formazioni fiorali. Ogni prodotto spruzzato sulle cime verrà da queste assorbito o trattenuto in superficie, ed anche tracce, di qualunque altra sostanza, potrebbero essere pericolose, o disgustose. Bisognerà dunque pensarci prima. Trattamenti preventivi contro ogni tipo di infestazione dovranno essere fatti durante la crescita, o al massimo all’inizio della fioritura, con le formazioni di fiori ancora piccolissi- POTREMO VEDERE I PRIMORDI FIORALI ALL’INCIRCA QUANDO SI SONO FORMATI 6-8 PALCHI DI FOGLIE, E CORRISPONDENTI RAMI superiore alle 15 ore di luce al giorno, i primordi seccheranno e le piante continueranno a crescere. Se il fotoperiodo verrà accorciato a 12-13 ore, le piante continueranno invece a produrre fiori. In fioritura le foglie non cresceranno più a coppie opposte ma singole ed alternate sul fusto, con un angolo di 60° di distanza fra loro, sulla circonferenza del ramo. Le stesse foglie, che prima aumentavano nel numero di foglioline per ciascuna foglia (se in presenza di buona insolazione fino a 13-15), adesso cominceranno a diminuire, fino ad arrivare ad una sola fogliolina per foglia, in mezzo alle nuove formazioni di fiori. In genere, nella stessa varietà, il maschio inizia a fiorire prima della femmina, ma non è una regola fissa, alcune piante possono ritardare per un’infinità di motivi, ed è sempre necessario un controllo, finché non si è sicuri del sesso di tutte le piante che abbiamo. Personalmente consiglio sempre e comunque piante regolari, e non femminizzate. Per fiorire la cannabis ha bisogno, oltre che di un allungarsi del periodo di buio (almeno 10-12 ore) anche di un cambio nelle frequenze di luce (le piace più rosso nello spettro), nell’intensità della luce stessa. In fioritura la cannabis utilizza nutrimenti diversi rispetto a quando cresce: meno azoto e più fosforo e potassio. Al momento della differenziazione dei sessi, alcuni fattori favoriscono la formazione di più piante femmina rispetto ai maschi. Qualcuno mi dirà che il sesso della pianta è nel patrimonio genetico. Verissimo, ma diversi fattori ambientali fanno sì che alcune piante scelgano di essere maschio, oppure femmina, oppure ermafrodita. In genere, se una pianta non subisce stress di alcun genere, ha una buona disponibilità di terreno e nutrimen- za di aria circolante, attacchi di patogeni, rotture, mancanza o eccesso di luce, ritmi giorno/notte non costanti…) si noterà una maggior percentuale di maschi. In caso di problemi all’inizio della fase di fioritura (soprattutto in caso di cambiamenti ripetuti nel fotoperiodo) alcune piante potranno mostrare fiori femminili e maschili contemporaneamente. Non è possibile, se non con uno screening genetico (fattibile solo in laboratorio) o determinare il sesso delle piante prima della formazione dei primordi fiorali. Per questo motivo sconsiglio, in caso di coltivazione indoor, di cambiare il fotoperiodo per indurre la fioritura prima che i primordi stessi appaiano. Le piante continueranno a crescere fino alla maturità necessaria per fiorire, ma le ridotte ore di luce faranno sì che le piante si allunghino in modo non necessario e spesso eccessivo, rimanendo con rami striminziti e con un metabolismo ridotto. Per esperienza, posso affermare che un aumento nella disponibilità di azoto appena prima della fioritura allunga la fase di crescita e ritarda l’inizio della formazione di fiori a vantaggio del materiale fogliare, ma favorisce una maggior percentuale di femmine. La pianta “riconosce” che è in un punto con buona disponibilità di nutrimenti e, diventando femmina, potrà lasciar cadere i suoi semi in un posto dove potranno crescere bene. Al contrario, diventando maschio potrà lasciare il suo polline al vento, con la speranza di trovare una femmina che sta bene, da fecondare. Quindi, la fase che precede la fioritura è molto importante per la pianta che, se sarà in buona salute e con un metabolismo rapido, inizierà velocemente la formazione di fiori. Se il metabolismo sarà rallentato per qualsiasi motivo, anche la formazione di me. Un buon prodotto che può prevenire molti problemi è l’olio di neem, da solo o in aggiunta di olii essenziali (in genere di agrumi). Spruzzato un paio di volte a distanza di 10 giorni allontana la maggior parte degli insetti (anche gli acari) e ha una buona azione preventiva contro le muffe. Un trattamento fogliare pre-fioritura con poltiglia bordolese (solfato di rame e calce) sarà utilissimo contro le muffe, rendendo le foglie più resistenti anche ad altri attacchi (insetti, stress ambientali). Se le piante sono in vaso, una buona disponibilità di terreno favorirà una maggior formazione di radici e in seguito di fiori, e farà da effetto tampone per ogni sbilanciamento nei fattori di crescita. L’inizio della fioritura in genere è accompagnato da un trapianto, in un vaso più grande: se vogliamo cime grandi e piene, anche più del doppio di quello precedente (in genere una pianta “normale” vuole almeno 5-10 litri di terreno al mese, escluso il primo mese). Anche la qualità del terreno sarà importante: buona capacità di drenaggio, buona ritenzione idrica, ph non superiore a 6,5 (e non infe- 27 riore a 5,5), alto rapporto azoto/carbonio (inferiore a 40: se superiore c’è troppo carbonio e poco azoto, e i batteri del terreno prelevano azoto per nitrificare, condizione ideale per un semenzaio; se inferiore c’è azoto disponibile per le piante, ideale in crescita e in fioritura). Sarà molto importante che il terreno sia “vivo”. Ricco di materia organica, di humus, di enzimi e batteri benefici, di nutrimenti disponibili immediatamente e a medio/lungo termine. Ricordo che l’azoto è “mobile” nel terreno (viene dilavato con le piogge, ed evapora nell’aria) mentre il fosforo ed il potassio sono “immobili”, ed una loro concentrazione eccessiva porta a problemi difficilmente risolvibili. È sì importante fornire alla pianta tutto ciò di cui ha bisogno, ma non bisogna esagerare. Se le piante sono state cimate o piegate per modificarne la forma o per qualunque altro motivo, siate previdenti e fornite loro dei sostegni, per evitare che in seguito si possano spezzare dei rami per il peso delle infiorescenze. Il modificare la forma della pianta spesso è necessario e a volte porta anche a raccolti maggiori. Ma è una cosa da valutare con attenzione, perché potrebbe portare dei problemi: oltre alla possibilità di rotture, ogni tipo di ferita (anche quelle superficiali) può favorire la formazione di muffe, soprattutto botrite, e l’entrata di insetti nei tessuti interni della pianta. Oltre alla poltiglia bordolese, anche il silicato di potassio (silice), spruzzato sulle foglie e sul fusto, contribuisce ad irrobustirli e a renderli meno attaccabili, ma se dato in eccesso fa apparire le piante strane, quasi “plastificate”. Per le piante in vaso, spesso l’entrata in fioritura coincide con una carenza di magnesio (facilmente rimediabile), che si nota con chiazze di colore più chiaro sulle foglie, fra le venature. Il bilanciamento fra calcio, potassio e magnesio è alla base della fertilità del terreno e non bisogna né far mancare, né introdurre in eccesso questi elementi. Anche il calcio è spesso carente nei terricci da vaso e ne e nanismo nelle piante. Il potassio è un elemento di lusso, se è disponibile alle piante piace molto assimilarlo, perché è anche protettivo. Ma un eccesso, oltre a bloccare l’assorbimento degli altri nutrimenti, può essere tossico. Inoltre se c’è troppo potassio le piante tendono a produrre meno resina. Non fate mai mancare in ogni caso questo elemento, responsabile del turgore delle foglie e della robustezza dei rami e dello stelo. Non togliete mai le foglie grandi, se non quelle ammalate o rinsecchite: l’aspor- cambi di temperatura fra il giorno, più caldo, e la notte, più fresca. Non si forma più THC ma si formano terpeni complessi, che contribuiranno ad un più completo effetto finale. In fioritura la circolazione e il ricambio dell’aria sono importantissimi. Anche in pieno campo, se l’aria è ferma e stagnante l’anidride carbonica intorno alle foglie si consuma rapidamente e la pianta non si sviluppa. In più un accumulo di umidità dato dal ristagno d’aria favorisce la formazione di muffe in mezzo alle cime. UN AUMENTO NELLA DISPONIBILITÀ DI AZOTO APPENA PRIMA DELLA FIORITURA ALLUNGA LA FASE DI CRESCITA E RITARDA L’INIZIO DELLA FORMAZIONE DI FIORI A VANTAGGIO DEL MATERIALE FOGLIARE nei nutrimenti liquidi: la sua carenza non permette la formazione di cime apprezzabili, e una carenza grave può far morire di colpo la pianta. In fioritura, accanto ad ogni pelo radicale ci dovrebbe essere una molecola di calcio per assicurare un metabolismo perfetto. Una piccola aggiunta ogni tanto di solfato/nitrato di calcio (o l’utilizzo di nutrimenti organici solidi, anche sotto forma di tè) eviterà questo problema. Per avere cime grandi e compatte, sarà necessaria una grossa disponibilità di fosforo, che però se sarà in eccesso potrà provocare un anticipo nella maturazio- tazione delle foglie porta ad una maturazione precoce e ad un nanismo dei fiori. Se numerose foglie grandi stanno ingiallendo già all’inizio della fioritura è sintomo di carenza di azoto (o, se in vaso, di terreno disponibile). In questo caso sarà bene somministrare ancora per un po’ di tempo un fertilizzante per la crescita, ricco di azoto, che sarà necessario per la formazione di nuovo materiale. Mentre le piante durante la crescita sono favorite da un clima tropicale umido, durante la fioritura l’ideale sarebbe un clima di montagna, più fresco ma con un’insolazione forte, con Mentre l’umidità relativa dell’aria durante la crescita ha valori ideali fra il 60% e il 70%, in fioritura non dovrebbe superare il 50%, per favorire la formazione di fiori rispetto a quella di foglie e per evitare la formazione di muffe. Una maggiore intensità della luce (all’aperto, come detto all’inizio, la luce di Sirio si aggiunge a quella del Sole) permetterà la formazione di cime dure e compatte, mentre una luce “fioca” e non brillante ci farà avere delle cime lunghe, sottili e senza consistenza. All’aperto, in condizioni di “guerrilla”, bisognerà considerare la crescita della vegetazione circostante le piante, e spesso bisognerà intervenire tagliando o spostando le piante che fanno ombra e aumentano l’umidità attorno alle nostre beneamate. Sempre all’aperto, attenzione ai roditori (conigli, topi, minilepri), che d’estate trovano la corteccia delle piante di cannabis l’ideale per pulirsi i denti, e spesso uccidono le piante per niente. Proprio perché sarebbe bene non spruzzare alcun pesticida (anche se “bio”) sulle piante in fioritura, bisognerebbe iniziare una lotta integrata con i predatori dei parassiti (le coccinelle sono il miglior predatore contro molti parassiti della cannabis, ed anche il bacillum thuringensis ha un’ottima azione, soprattutto contro gli insetti a corpo molle, come i bruchi) e condizioni inidonee per le muffe. Abbiamo visto come la fase di inizio fioritura è importante e quali e quanti lavori bisogni fare per arrivarci al meglio. Abbiate pazienza. Una fioritura troppo rapida pregiudica il gusto, la qualità e la quantità di raccolto. Sappiate aspettare e siate tempestivi ed efficaci nei trattamenti per ogni problema che si possa presentare. Date alle piante tutto quello di cui hanno bisogno, senza esagerare. E soprattutto date loro tanto amore, ne hanno bisogno e loro vorrebbero poterne dare tanto a voi… Buon lavoro, che sia al più presto un lavoro che si possa fare senza aver paura di pazzi invasati che ancora vivono di menzogne. Bom Bholenat! 28 BOOK REVIEW Canapa Medica IL LIBRO DEL NOSTRO FABRIZIO DENTINI Co-pubblicato dall’olandese Positive Publisher e dalla genovese Chinasky Edizioni, “Canapa Medica”, ispirato, al famoso libro “Marijuana: la medicina proibita”, scritto dall’americano Lester Grinspoon, è un libro coraggioso, disponibile nelle librerie, alle fiere e online, per parlarci sensibilmente dei più sfortunati dal punto di vista della salute. Stiamo parlando di persone colpite da tumore, in chemioterapia, con il dolore cronico neuropatico, agli occhi per il glaucoma, a tutto il corpo per la fibromialgia. O ancora, persone affetta da tetraplegia, sclerosi multipla, epilessia, HIV, epatite C, cefalea e emicrania, artrite reumatoide, disturbi psichiatrici, dipendenti da alcol e eroina, soggetti colpiti da malattie rare come la Sindrome di Sjogren, l’Atassia di Friedreich e la sclerodermia. Ma facciamo qualche domanda all'autore, dato che abbiamo la fortuna di averlo tra i nostri di Davide Calabria più stimati redattori. SSIT: Di che libro si tratta e perché lo hai scritto? « È una raccolta di testimonianze italiane sull’uso terapeutico della canapa in malattie importanti, non nell’unghia incarnita. Il suo fine ultimo è la normalizzazione del rapporto tra gli italiani, le leggi e la canapa. Il libro intende far capire come la canapa sia semplicemente una medicina e perché sia assolutamente incivile che tante persone – visto che lo Stato non riesce a garantire loro la continuità terapeutica – debbano coltivarla con il rischio di subire un arresto ». SSIT: Quante persone hai intervistato? Quanti avevano la possibilità di curarsi legalmente? « Nel libro ci sono 64 storie. Io ne ho intervistate un centinaio, poi ho messo le più rappresentative. Su cento persone, un decimo aveva la ricetta del Bedrocan (fiori di marijuana importati dall’Olanda) dispensato gratis dall’ALS, un altro 30% aveva la SSIT: Hai ravvisato più sentimenti di speranza o rassegnazione tra le persone che hai intervistato? « Rassegnazione, per fortuna, poca. Ho trovato più che altro tanta rabbia, in questa gente che già soffre, perché lo Stato ti frega due volte: se vuoi accedere alla terapia attraverso il canale legale, la burocrazia e i costi d’approvvigionamento, ti per la cannabis sono decisamente un lusso. Così, c’è chi auto-coltiva, ma a suo rischio e pericolo e si finisce che i benefici della canapa hanno spesso come “controaltare” i rischi per ottenerla. C’è chi fuma o mangia canapa tutto il giorno, a intervalli regolari di qualche ora, chi solo la sera, ma sempre senza intaccare la quotidianità, permettendo Perché per chi ne ha bisogno, la cannabis è davvero innocua e fa un gran bene. Così c’è chi si domanda: “Il Signore l’ha messa in Terra, non vedo perché dovremmo levarla noi” o perché lo Stato non produca la canapa per i propri cittadini, abbassando i costi delle terapie. Tra di loro, c’è chi a cui il medico l'ha solo consigliata, chi l'ha scoperta su Internet e i suoi social network, iscrivendosi a gruppi come “La cannabis che mi cura”. In Italia, però, spiega Salomone Romano, affetto da tetraparesi, “è molto più facile per un dottore prescriver morfina, rispetto ai fiori di marijuana”. Eppure, come precisa Stefano Balbo, ex poliziotto, nella sclerosi multipla, per esempio, “la canapa è una cura più economica per lo Stato”: la terapia con il Sativex (spray sublinguale estratto dalla pianta) costa mensilmente 540 euro, contro i 3000 dei farmaci di protocollo. quindi di vivere dignitosamente, con un lavoro, hobby e rapporti sentimentali. fanno passare la voglia. Mentre se fai per conto tuo, rischi una denuncia nell’ambito penale. Questo è assolutamente incivile e possibile solo per motivi politici ». Grazie alla terapia con la canapa, come emerge dai toccanti racconti proposti, i pazienti riescono a mitigare gli effetti collaterali di medicine di sintesi che, letteralmente, fanno sentire il paziente “secco”, sballottato tra un farmaco e l’altro, in alcuni casi sentendo addirittura il peso dell’accanimento terapeutico, capace di generare un senso di inadeguatezza alla quotidianità – quindi tristezza attorno al paziente – innescando depressione e disturbi mentali. Questi pazienti sono costretti ad assumere un numero incredibile di farmaci e lamentano perdita d’appetito e delle emozioni. C’è chi si è sentito addirittura violentato dai trattamenti farmacologici e, come in un film dell’orrore, ha visto il proprio corpo cambiare nella forma e nel colore della pelle, con peli che spuntavano copiosi; quando quella con la pianta Il libro intende far capire come la canapa sia semplicemente una medicina e perché sia assolutamente incivile che tante persone debbano coltivarla con il rischio di subire un arresto ricetta del Bedrocan ma non i soldi per poterlo importare, mentre il restante 60% non aveva la ricetta e si arrangiavano tra mercato nero e autocoltivazione ». a chi nemmeno ci pensa, in altri di poter uscire a far due passi, salvando dal dolore e dalla depressione. Addirittura, esistono persone grazie a cui la canapa permette di stare in mezzo alla gente, senza mostrare i sintomi della malattia, in alcuni casi dando pure la forza per combattere l’ignoranza di chi è sordo quando si parla di questa incredibile terapia. di canapa è invece una terapia dolce, in grado di sostituire i farmaci o di contenerne gli effetti collaterali. Un libro dove i buoni, quelli veri, sono alcuni medici coscienziosi, i proprietari dei growshop che dispensano consigli ai pazienti e i centri sociali che organizzano l’autoproduzione di canapa, mettendola a disposizione dei pazienti. Perché con la canapa il paziente dorme “divinamente”, “come un angelo”, riuscendo a recuperare le forze per guarire e rendere sopportabile la malattia. In alcuni casi permette d’alzarsi dal letto Qualcuno è addirittura costretto a contrarre debiti per curarsi, perché quando l’ASL non può permettersi di pagarla al paziente, 500 euro al mese solo L’accesso istituzionale tramite il canale burocratico dall’Olanda, suggerisce Dentini, è farraginoso e non garantisce la continuità terapeutica ai pazienti, pur garantendo una qualità della canapa controllata e la disponibilità in più 4-5 varietà per le differenti patologie. Il fatto di rivolgersi al mercato nero è la soluzione più semplice per chi non ha esperienza, ma qualità del farmaco è spesso scadente o molto cara e c’è il rischio di incorrere in procedimenti penali. Gli stessi problemi con la legge potrebbero sorgere auto-producendo la canapa medica, che inizialmente non garantisce la continuità della terapia, ma permette di contenerne i costi, anche se sarebbero necessari dei consulenti alla produzione. L’ideale, aggiunge l'autore, sarebbe integrare l’autoproduzione e l’importazione, fino a quando non sarà possibile produrre la medicina in Italia, valorizzando il sapere diffuso tra i pazienti come auto-medicamento. Ora disponibile, nuovi prodotti! 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Dapprima i livelli di nutrienti sono stati impostati a 800 PPM, ma le piante hanno cominciato a bruciare. Nella coltura in serra, le piante sono rimaste al buio dal 1° luglio e le prime cime delle due varietà sono state pronte il 27 agosto. I 10-15 centimetri finali della maggior parte dei rami sia della Hash Bubble che della Shark Shock hanno raggiunto il culmine. Sono stati raccolti, lasciando invece la parte inferiore. Il tempo di maturazione dall’inizio della rimozione della luce è stato di soli 58 giorni. Senza le cime superiori che bloccavano la luce e con i primi tagli nella pianta, le cime interne hanno ricevuto più luce. Questo ha garantito loro l’energia necessaria per crescere un po’ di più e, cosa più importante, per maturare. Il gruppo seguente è stato quello di due piante di Kandy Kush e dii una Master Bubble. I primi tagli sono stati fatti l’11 settembre, due settimane dopo le prime piante. Ci sono voluti 73 giorni per maturare. Allo stesso tempo, le due piante precedenti sono state potate definitivamente. Le cime non mature rimaste sulle piante non sarebbero mai maturate come richiesto, quindi sono state raccolte e utilizzate per altro. Le cime inferiori del secondo gruppo sono maturate un po’ e sono state raccolte una settimana dopo. Il 10 agosto sono stati installati il serbatoio e il regolatore di CO2. Il sistema è stato dotato di timer, in modo tale che l’aria venisse arricchita solo durante le 12 ore in cui la pianta riceveva luce. Il regolatore è stato settato affinché mantenesse un livello di CO2 di 550 PPM, del 50% circa superiore al livello ambiente di 380 PPM e di gran lunga superiore rispetto alla serra ventilata, anche con i ventilatori sparati al massimo. Prima che venisse installato il serbatoio, quando il sole risplendeva direttamente sulle piante o veniva riflesso dalle pareti bianche e le fluorescenti a induzione Inda-Grow e il sistema T-5 somministrassero la luce, il livello di CO2 è diminuito fino a 250 PPM. Questo livello più basso ha portato le piante a “minare” il gas presente nell’aria in modo inefficiente, il che ha comportato una fotosintesi e una crescita lenta. La coltura sotto coperta. Sono state usate delle persiane da finestra per tenere la stanza al buio. Venivano chiuse ogni notte dopo che diventava buio e riaperte ogni mattina alle 9. Durante l’intera fase di privazione di luce, l’alba avveniva molto prima delle 9, quindi la coltura è rimasta protetta dalla luce del mattino. Quando abbiamo iniziato questo regime, il tramonto avveniva alle 20.30 e le piante ricevevano un po’ meno luce, ma negli ultimi due mesi il sole è cominciato a tramontare più di mezzo minuto prima ogni giorno. All’inizio del regime le piante ricevevano circa 11,5 ore di luce. Al raccolto, ricevevano 11 ore di luce al giorno. Le luci sono state impostate per partire esattamente alle 9 di mattina per alcune ore, per illuminare la coltura. Questo ha anche alleviato l’esigenza di essere precisi nell’apertura delle tende. La CO2 è stata somministrata mediante un piccolo tubo che partiva dal serbatoio e finiva nella parte posteriore di un ventilatore oscillante indipendente. Anziché usare la ventilazione, la coltura è stata raffrescata mediante l’utilizzo di un condizionatore d’aria portatile, che ha garantito un raffrescamento di 25.000 BTU, mantenendo la temperatura al di sotto dei 30 grandi centigradi. Il sistema di ventilazione è stato posto in modo tale che quando la temperatura della sera raggiungeva i 35 gradi centigradi, il termostato posizionato vicino alla parte superiore della parete faceva partire la ventola, dove l’aria era più calda. È successo comunque di rado. Dopo la cimatura. Questa foto scattata il 27 agosto mostra alcune piante dopo la cimatura. Le cime rimanenti hanno finalmente avuto accesso alla luce. 31 Il Triangolo dello Smeraldo, ossia le contee di Humboldt, Mendocino e Trinity, vanta le migliori aree per la produzione della miglior marijuana. Ciononostante, la loro fama e il motivo per cui i coltivatori di marijuana hanno colonizzato queste aree non è stato il clima o la qualità di campi e terreno, bensì la posizione appartata e le minori probabilità di essere scoperti su queste colline rurali color ruggine. Una volta risolti i vincoli legali, quando i coltivatori saranno liberi di coltivare in California, i vantaggi agricoli della Valle Centrale saranno evidenti. La coltura che abbiamo seguito e stiamo rivisitando si trova vicino a Fresno, nel cuore della Valle Centrale, la cornucopia di frutta e verdura della California. Questa area ha il vantaggio di godere di sole, clima caldo e umidità relativamente bassa, anche se c’è molta rugiada che si forma in seguito al calo della temperatura di 6-12 grandi centigradi. Le immagini del campo presentate in questo articolo sono state scattate il 15 ottobre, dopo che sono state raccolte le piante a inizio e mezza stagione. Primo piano di una cima di Shark Shock. Le piante erano tutte pronte per il raccolto. C’erano quattro varietà che spiccavano: “Ed Rosenthal Superbud,” “Foothill,” “Lavender Kush,” e “Strawberry Cough.” Da lontano la Strawberry Cough era quella che spiccava maggiormente. Le piante erano sative alte 3-3,5 metri con lunghi rami ricoperti di cime lunghe e moderatamente spesse. Ciononostante, camminando verso le piante ho notato che le foglie erano ricoperte di malbianco. Quando le foglie sono ricoperte di malbianco, è probabile che anche le cime siano infette. Le altre varietà invece non presentavano muffe. Nessuno vuole fumare o ingerire muffa, quindi non serve utilizzare questa erba per le cime o l’hashish. Cosa interessante, non sono stato in grado di trovare patologie o sintomi connessi con il fumo o l’ingestione di malbianco. Ciononostante, non ho intenzione di usarla. D’altro canto, fare un concentrato usando alcol, butano, CO2 o estrazione con acqua permette di eliminare la muffa e i cannabinoidi e i terpeni vengono filtrati o si sciolgono e sono raccolti. Cima di Hash Bubble. Da lontano, le piante alte di Strawberry Cough spiccavano notevolmente. I rami erano maturati producendo lunghe cime di Sativa su piante alte 3-3,6 metri. Erano pronte per il raccolto. Il problema è stato più evidente quando mi sono avvicinato maggiormente alle piante. Cima di Kandy Kush Il primo pianto di una cima di Strawberry Cough Bud mostra il malbianco che attacca i fiori. La muffa cresce nella pianta risucchia i suoi succhi per alimentarsi. BIG BUDS AT YOUR FINGERTIPS! ED ROSENTHAL’S BIG BUDS APP IS HERE! THE MOBILE VERSION OF THE BIG BOOK OF BUDS AVAILABLE NOW FOR IPHONE, IPOD TOUCH AND IPAD. t *OTUBOUBDDFTTUPWBSJFUZJOGPSNBUJPOVQEBUFEXFFLMZ t 4PSUCZCSFFEFSBOEWJFXIJHIRVBMJUZQIPUPT t 3BUFBOEUSBDLGBWPSJUFT GET IT NOW! GROW WITH THE BEST MARIJUANA GROWER’S HANDBOOK Increase quality and learn the newest equipment and cultivation techniques. Ed Rosenthals Marijuana Growers Handbuch: Jetzt auch auf Deutsch erhältlich! English and German editions available! Das Buch vom besten Lehrer, den ihr euch MARIJUANA: LET’S GROW A POUND vorstellen könnt, dem Growtitan Ed Rosenthal aus den USA. EASY INDOOR GARDENING Grow .5 Kilo using a 1000-watt HPS light Seit Jahrzehnten bekannt durch zahlreiche Publikationen zum Thema Cannabis - jetzt ist sein neuestes Werk auch auf Deutsch erhältlich. Zugreifen! 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Cima di Lavender Kush. 34 Cima di Lavender con zoom 10x. RISULTATI DEI TEST Sono stati analizzati dei campioni presso i Laboratori Steep Hill, di Oakland, CA per verificare il contenuto di THC e CBD. I test sono stati condotti mediante utilizzo di una pipa d’argento piccola con serbatoio e senza carburatore. Questi test sono stati condotti da me e Leonardo D’Jardin. Ogni gruppo veniva analizzato con un nuovo serbatoio. STEEP HILL POTENCY RESULTS (Courtesy of Steep Hill Labs) THC% CBD% Strawberry Cough 16.98 <2 Ed’s Super Bud 14.45 <2 Kandy Kush 14.2 <2 Lavendar Kush 15.9 <2 Foothill 5.46 5.69 Shark Shock* 10.69 <2 Cima di Lavender Kush ritratta in dimensioni reali. Coltivare e fumare erano le sue passioni *Sample was too moist. Higher probable potency after properly cured. Sof t Secrets Polonia era la sua figlioccia SPINELLI PRESENTI… Nato sotto il comunismo, ma che non l’ha ostacolato per niente IL SALUTO DEI DIECI SPINELLI DI CLIFF CREMER E JIM STEWART Downlodava, coltivava, fumava, era attivista… Ma soprattutto padre del figlio Victor Addio Bartec Siarna… Riposa in pace caro amico FUOCO! 35 GROWING Stiamo a casa, se il tempo non aiuta di CBG Purtroppo sinora non è stato un bel periodo per l’agricoltura: gelate tardive e meteo instabile stanno ancora flagellando l’Europa. Ero quindi molto preoccupato accendendo a Skype per salutare i miei amici dai paesi più illuminati dove è consentito il nostro hobby. “Chissà – mi chiedevo tra me e me – quanti secchielli di lamentele riempirò quest’oggi…”. Per fortuna i miei amici sono persone in gamba e non si sono lasciati scoraggiare dal poco sole, per cui hanno allestito dei growbox interni. Con un growbox chiunque ha uno spazio di – mediamente – un metro quadro dove poter sperimentare e coltivare indoor. Non sempre è facile passare dall’outdoor all’indoor, specialmente d’improvviso quando la stagione non è stata delle migliori. Quante volte capita di sentire scarsissime rese, oppure invece rese alte ma non per l’investimento fatto, oppure ancora si sente spessissimo di giovani con ottimi setup e rese qualitativamente pessime. Solitamente il grower medio ragiona in base alla grandezza dello spazio o al numero di piante coltivate ma se, come risaputo, non è il numero che conta, perché ostinarsi a voler far le cose male? L’approccio alla coltivazione indoor, il più tecnico possibile, è basato sul fattore limitante. Niente di nuovo, ogni cosa rende al massimo del suo fattore limitante, cioè nel caso dei vegetali stiamo parlando di quel parametro ambientale (chimico o fisico) la cui carenza o la cui abbondanza risulta determinante per lo sviluppo biologico della popolazione di un ecosistema. Ecco, per farmi capire dai più farò un esempio: se integro con anidride carbonica il mio growbox, ma la quantità di luce rimane la medesima non avrò nette differenze rispetto a prima, in quanto la luce risulta scarsa, ergo funge da fattore limitante dell’utilizzo della CO2 da parte delle piante che si troveranno tanta CO2 ma poca energia per fare la fotosintesi. I fattori limitanti sono fondamentalmente tre. La disponibilità di luce, cioè quale lampada si usa, di quale potenza la si sceglie e di che tipologia di spettro. Lo spazio, se si coltiva in un case da computer difficilmente ci staranno trenta piante. Ed infine il tempo: sceglierei una indica se dovessi raccogliere entro due mesi, una sativona se invece posso prendermela comoda e darle anche 3 mesi di fioritura abbondanti. Nel mercato dei growshops si trovano lampade HPS dai 50 Watt ai 1000, e le più comuni sono 250 400 e 600. Una lampada, più consuma e più lumen rende. Quindi se servono tanti lumen per far fiorire questa pianta sarà bene adeguare una giusta fonte luminosa al giusto spazio perché ricordo che i lumen sono correlati alla distanza dal bulbo sorgente. Una lampada da 250 Watt HPS copre adeguatamente e a giusta distanza dalle piante un’area di circa 60x60 centimetri. Una da 400 Watt è perfetta dagli 80 centimetri al metro per un metro mentre una 600 Watt si usa dal metro ai 120x120 centimetri. Ecco spiegato perché i growboxes più venduti sono il modello medio 1m x 1 m o il large da 1,2m x 1,2m di lato. Scegliete lo spazio in relazione alla giusta intensità luminosa che potete dare e viceversa scegliete la luce in base al vostro spazio. E’ inutile e decisamente stupido uscire dalle proporzioni consigliate. Se si dispone di un armadio o di una stanzetta o di un bugigattolo di dimensioni e forma strane sarà bene prendere in considerazione di comprare un growbox in tela smontabile così da ottimizzare la resa. Senza mai dimenticare che esistono in commercio degli strumenti particolari detti Cooltube. Il cooltube è un tubo o spesso un riflettore chiuso da vetro pirex resistente alle alte temperature. Con uno di questi aggeggi collegato ad un estrat- tore è possibile raffreddare la temperatura nell’ambiente di coltivazione, anche di parecchi gradi centigradi, in quanto l’aria in transito porta il calore al di fuori dell’ambiente di lavoro e le piante, sebbene sotto una 600 Watt, non cuociono! Ho visto usare cooltube in armadi minuscoli con lampade da 250 Watt, che sono comunque bulbi HPS ad alta emissione di energia foto sintetica ed ottenere risultati fantastici. Bisogna ricordarsi che una lampada da 250 Watt HPS in un growbox chiuso di 60x60 centimetri è una fonte di calore eccessivamente calda che obbliga ad allontanarla troppo dalle piante e soprattutto rischia di portare la temperatura interna oltre i 30 gradi centigradi. Vista la sorgente luminosa corretta in relazione al corretto spazio si passa alla scelta del metodo di coltivazione che poi porterà alla scelta della genetica più adatta. L’approccio migliore è decidere come coltivare dopo aver preso lampada adatta allo spazio scelto. Poi si posso valutare i vari metodi, a parità di efficienza luminosa si possono mettere tante piante quante ce ne stanno, in vasetti piccoli ed adiacenti, magari dei cloni e si ottiene il Sea Of Green, altrimenti conosciuto come S.O.G. e qui rimando ai forum online con tanto di guide molto ben fatte sul S.O.G. Altrimenti si può decidere di coprire l’intera area con una o pochissime piante a formare una rete, un SCR.O.G. acronimo di Screen Of Green. Una pianta, ad esempio, ben legata a coprire lo spazio interessato ma anche in questo caso i forum online sapranno aiutarmi nel delucidare le idee a chi non ha mai sentito parlare di ciò. La terza scelta è quella di fare una specie di S.O.G. con piante da seme, ben distanziate, ma col risultato di coprire omogeneamente lo spazio illuminato. Qualsiasi altra scelta pare decisamente azzardata: se son troppo fitte in uno spazio angusto c’è il grave pericolo che si sviluppino muffe per via dell’umidità eccessiva, mentre se son troppo poche la resa non sarà equiparata alla fatica e al rischio. Non si mettono quattro piante a caso sotto una 400 Watt pensando di fare un buon lavoro. Intelligentemente si mettono tante piante quante ce ne stanno fisicamente, sempre contando che lo spazio dev’esser scelto in base alla potenza luminosa. Buona fioritura, che sia outdoor o in un comodino e se dovesse servirvi l’ispirazione basta aprire il pc e andare su Facebook: alla pagina Metrop France, si possono vedere degli esempi made in France di coltivazioni in vasi da 3,5 litri. 36 SPECIALE VARIETÀ 2013 12 raccolti immensi Industrial Plant di Dinafem. Versione di Northern Light che nelle ultime stagioni si è guadagnata la fama di essere produttiva e semplice, per cui è una scelta eccellente per i coltivatori funzionali. Tende a formare piante con una cima centrale, un’altezza media e poche foglie da curare. Buddha Seeds, la banca che ha superato il limite della produzione delle autofiorenti, torna a superarsi con la Magnum, autofiorente che richiama l’attenzione per l’impressionante produzione in tempi record. Pianta con altezza, molti rami e potenza. Se si parla di piante produttive, la Chronic di Serious Seeds è un classico della categoria, il cui rendimento è incredibile. In outdoor riesce a produrre cime grosse come due braccia. Oltre a ciò è potente e saporita. Jack Attack di Venus Seeds. Ha la grande produttività delle Jack, con un grande vigore e molta ramificazione, il che porta a raccolti molto abbondanti. Le Cotton Candy di Delicious Seeds piace l’outdoor in zone con un sole generoso. Effetto intenso e un sapore squisito d’incenso. The Ultimate. Una delle genetiche più produttive di Dutch Passion, vigorosa e dall’elevata potenza, con risultati impressionanti in indoor e nei sistemi idroponici. Kalashnikova di Green House Seed Company. Potente incrocio di Ak47 e White Widow, in cui si è ottenuta una buona produzione di cime molto potenti. Varietà robusta e dalle cime compatte. Monster di Eva Seeds. Leggenda della produzione, poiché la produzione in outdoor può superare i due chili, oltre a essere semplice da coltivare. Odore forte ed effetto sativo. Produzione Ganja Selecta Cotton Candy di Delicious Seeds. Una vera prodezza, conserva lo squisito sapore della Lavender, ma con un incremento della produzione e semplificandone la coltivazione, il che si raggiunge grazie a un apporto di Power Plant. Incrocio di prima qualità che vale la pena provare. Amnesia di Superstrains. Ereda diretta della leggenda della Amnesia Haze, pianta che ha guadagnato sostenitori fra i coltivatori spagnoli, dall’effetto intenso, il sapore dolce d’incenso e l’elevato rendimento. Meditation di Jah Seeds. Altra opera d’arte della selezione, mantiene il sapore e l’effetto intenso della Widow e al contempo aumenta notevolmente la produzione, con un buon raccolto di cime grandi, dolci e saporite. Si nota inoltre un incremento di CBD. Industrial Plant - Dinafem Magnum - Buddha Seeds Chronic - Serious Seeds Jack Attack - Venus Seeds The Ultimate - Dutch Passion Kalashnikova - Green House Seed Company Monster - Eva Seeds Blue Mistery - Seed Bank Low Cost Cotton Candy - Delicious Seeds Amnesia - Superstrains Meditation - Jah Seeds Tank - Vip Seeds Tank di Vip Seeds. Incrocio di Sative selezionate che cresce in modo smisurato, con eccellenti risultati in outdoor, dove le piace il sole. È stato condotto un test in outdoor con una sola pianta in un vaso da 250 litri e il risultato è stato di 1.800 g di fiori secchi e ricoperti di resina con un odore intenso e un buon effetto. Blue Mistery di Seed Bank Low Cost. Robusta e dai grossi rami, in grado di sostenere le cime enormi. Effetto narcotico e sedativo. Sapore di spezie e frutti di bosco. Blue Mistery di Seed Bank Low Cost Chronic di Serious Seeds Magnum di Buddha Seeds Jack Attack di Venus Seeds Monster di Eva Seeds Tank di VIP Seeds Industrial Plant di Dinafem Kalashnikova di Green House Seed Company Meditation di Jah Seeds 38 GROWING I PRO E I CONTRO DELLA PIANTA PIÙ VELOCE DEL MONDO, PAROLA DI GROWER Missione autofiorente O le ami o le odi. Le piante autofiorenti sono ormai una realtà affermata nel mondo del commercio dei semi di cannabis e, al giorno d'oggi, non esiste seed bank che non abbia almeno una varietà autofiorente nel suo catalogo. Qualche mese fa, proprio su queste pagine, il collega Little Lebowski si chiedeva se quella delle “piante miracolose” – che passano dalla fase vegetativa alla fase di fioritura in funzione dell'età della pianta, anziché in base alla quantità di luce che ricevono – fosse una meteora nel campo della botanica o fosse invece un'innovazione destinata a prendere sempre più piede tra i growers di tutto il mondo. Il tempo e i consumi sembrano dare ragione alla seconda ipotesi, nonostante tra molti serpeggi ancora la diffidenza verso un prodotto che, in buona sostanza, pare cerchi di Giovanna Dark di aggirare i tempi e i modi della natura. Queste ruderalis potenziate, infatti, necessitano di un tempo molto minore per fiorire rispetto alle cugine indiche e sative: coltivate a partire dal seme, le piante inizieranno a sviluppare cime una volta raggiunte le 3-4 settimane. E non è nemmeno necessario ridurre la quantità di ore di luce che ricevono. In una situazione di outdoor le normali varietà di cannabis sativa e indica possono impiegare sei mesi per arrivare dalla semina al raccolto, mentre in indoor, per il raccolto, possono volerci anche tre mesi. Al contrario, le varietà autofiorenti crescono dal seme e arrivano al raccolto in 8, massimo 10 settimane. Un bel risparmio di tempo, soprattutto per quanti – come gli sfortunati italiani – sono costretti a coltivare in regime di semi-clandestinità o di guerrilla pur di evitare di incappare nelle angherie della Fini-Giovanardi. Ma cosa significa crescere una pianta di cannabis autofiorente? È davvero quel gioco da ragazzi che ci vogliono far credere oppure, anche in questo caso, il detto “presto e bene non vanno insieme” ha un suo fondamento? Per chiarirci – soprattutto per chiarirmi, a dire il vero – ne abbiamo parlato con A. un grower esperto che da quasi 15 anni si dedica con amorevole cura e una passione spiccatamente bio alla nostra pianta preferita. Ci racconterà com'è stata la sua esperienza con la Lowrider – che passa direttamente alla fase di fioritura, dopo circa testate in condizioni di forte stress e di quasi abbandono da parte mia. Sai, parlandone con qualcuno era venuta fuori questa cosa che crescevano molto più in fretta rispetto alle altre e ho detto: “proviamo!”. Allora si avvicinava anche l'inverno quindi ho scelto questa varietà, anche perché avevo effettivamente fretta. SSIT: Andiamo avanti, dicevi che con le autofiorenti ci hai lavorato solo due volte. Raccontaci com'è andato il tuo primo tentativo. Ti dirò, non era male alla fine quella lì. Ma non riesco proprio a ricordarmi che varietà era. Era molto agrumata, decisamente buona. Infatti il problema maggiore con quelle piante è stato l'odore. C'era un odore incontrollabile. Non sapevo davvero come fare perché nonostante il posto che avevo scelto era davvero lontano dalla zona di passaggio del palazzo, il profumo si sentiva di brutto. Preso dalla disperazione ho riempito il sottoscala di Arbre Magic, quelli verdi a forma di pino. Ce ne saranno stati una trentina... magari non coprivano ma sicuramente confondevano! rando in sessanta giorni. Questa innovativa varietà discende da ibridi di ruderalis derivanti dalla “mexican ruderalis”, che le conferiscono le caratteristiche doti di compattezza, e da parenti famosi tra cui William’s Wonder e Northern Lights No.2 Indica, che garantiscono resinosità e potenza. Necessita di poco spazio e di minime dosi di fertilizzanti e, maturando in 8 settimane, permette più di un raccolto a stagione. Un piccolo miracolo insomma. E alla portata di tutti, anche dei grower alle primissime armi. Ad A. mi premeva chiedere se davvero è tutto oro quello che luccica attorno a questo nuovo prodotto, soprattutto in termini di resa finale, e quali sono le problematiche che riguardano questo tipo di coltivazione. Per capire se il gioco vale davvero la candela, sentiamo dalle sue parole com'è andata. SSIT: Come grower hai un'esperienza più che decennale. Hai lavorato sia in indoor che in regime di guerrila outdoor. Cosa ti ha spinto a coltivare la varietà autofiorente? Anche tu hai ceduto alla pubblicità? Guarda io in realtà con le autofiorenti c'ho lavorato due volte. Che poi alla fine io sta cosa non l'ho capita, non è che fai tanto poi prima a farle... SSIT: Me la servi subito su un piatto La prima volta l'ho fatta in un sottoscala, al freddo, senza riscaldamento e lì con l'odore l'ho rischiata davvero tanto perché non c'era ventilazione, non c'erano filtri. Una roba molto alla carlona: una lampada nel sottoscala e via. Volevo provare a vedere com'erano queste autofiorenti tanto famose. Erano delle Lowrider White Dwarf o Red Dwarf, non mi ricordo, una cosa del genere. Avevo messo una lampadina da 400 watt – che non era neanche la mia, era in prestito –, ma alla fine dei conti per raccogliere c'avrò messo 10 giorni in meno rispetto a quelle normali. SSIT: Insomma tutto sto guadagno di tempo tu non lo hai ravvisato. E per quanto riguarda il prodotto finale invece? CRESCERE UNA PIANTA AUTOFIORENTE È DAVVERO QUEL GIOCO DA RAGAZZI CHE CI VOGLIONO FAR CREDERE OPPURE, ANCHE QUI, “PRESTO E BENE NON VANNO INSIEME”? 17/20 giorni a partire dal seme, saltando la fase vegetativa – sia in indoor che in oudoor. Con i suoi 30 cm di altezza questa varietà di cannabis è ad oggi la più piccola e “veloce” pianta esistente. Unica, inoltre, perché non necessità variazioni del fotoperiodo, fiorendo indifferentemente con 24, 16 o 12 ore di luce e matu- il gusto si salvava o era da buttare anche quello? d'argento e quindi te lo devo chiedere: se dovessi scegliere, nella diatriba quasi accademica “autofiorenti si/autofiorenti no” tu ti metteresti dalla parte degli entusiasti o degli scettici? La seconda ma io posso anche sbagliarmi, per carità, soprattutto perché le ho Anche li, io devo dire che è stata comunque meno produttiva rispetto alle piante che cresco di solito. Pianta più piccola e decisamente meno grammi di raccolto. SSIT: Insomma il primo esperimento, anche se fatto molto alla buona, è stato un po' fallimentare. Almeno SSIT: Una scena meravigliosa! Una growroom piena di Arbre Magic è davvero un colpo d'occhio esilarante! Cos'era in Seven (NDR. il film di David Fincher del 1995) che c'era la scena col tipo con le cose appese? (Ride) Si comunque adesso ci rido, ma allora credevo davvero di rischiarla grossa. Meno male che è finito tutto bene poi. SSIT: Invece com'è andata con il secondo tentativo? Il secondo approccio è stato outdoor. Le ho fatte in balcone questa estate, ho piantato i semi a inizio agosto calcolando che avrei dovuto raccogliere al massimo tre mesi più tardi, quindi ottobre al massimo. Erano sei semi di Low Lemon Skunk della Dna Genetics femminizzati e anche in questo caso mi ero orientato su un'autofiorente perché il tempo era il fattore primario che mancava. SSIT: Una curiosità: ma i semi li compri online o preferisci appoggiarti agli smart-shop? Quasi sempre vado negli smart-shop. Mi trovo meglio. Alla fine sarai anche più “attenzionabile” ma almeno in negozio puoi parlare col commesso, farti consiglia- 39 re su cosa è meglio. Scambi comunque delle opinioni dal vivo. Comprare su internet è un'azione fredda: scegli, paghi e via. SSIT: Che tipo di difficoltà hai avuto nel coltivare un'autofiorente in outdoor? Allora prima di tutto gli acari maledet- che ti sto per fare è pura deformazione professionale e sei liberissimo di non rispondermi. So che sei di base un autarchico, che coltivi per il gusto di poter fumare qualcosa che hai cresciuto e curato tu stesso ma la mia domanda è questa: ti ha mai accarezzato l'idea di arrotondare vendendo parte della fumarla – ma mai per rivenderla. Della mia ne ho venduta un po' ma mai roba grossa. Solo una volta ne ho piazzato un etto a uno che conoscevo bene e il resto amici. Una cerchia molto ristretta. SSIT: Quindi tu non sei uno che è costretto a spacciare? SU UNA COSA POSSIAMO CONVENIRE: SE HAI POCO TEMPO A DISPOSIZIONE, L'UNICA SOLUZIONE PLAUSIBILE È L'AUTOFIORENTE. ti. C'era pieno. E poi una muffa bianca che sembrava oidio. Questa soprattutto ha cerato problemi nell'ultimo periodo, quando la mattina la pianta faceva rugiada, perché erano venute su delle piante davvero molto compatte. Quindi toccava controllarla manualmente in continuazione: le foglie compromesse le tagliavo via e le altre le pulivo con cura. Gli acari invece li vedi sempre dalle foglie perché queste si riempiono di puntini gialli: sono dei ragnetti che in realtà stanno sotto la foglia, che se non li conosci non ti accorgi minimamente che ci sono. E sono davvero infestanti perché hanno una velocità di riproduzione pazzesca. Quando li ho visti ero già pronto a comprare un'arsenale ma alla fine è bastato dell'olio di neem. SSIT: Giusto, dimenticavo, il biologico prima di tutto! Ma si dai, obiettivamente fare le piante così è più semplice, più sano e il prodotto finale è decisamente migliore rispetto, per esempio, a quei mostri che vengono fuori con l'idroponica. Poi per uno che ha poca esperienza io consiglio sempre di partire col terriccio biologico. Perché si trova dell'ottimo terriccio anche al supermercato. Certo non è quello da gerani, in sacconi a 7 euro al kilo, costa molto di più... Secondo me così ti togli il pensiero del concimare – dove uno che ha poca esperienza rischia 99 volte su 100 di sbagliare. Su terra buona hai sempre molti meno sbattimenti. SSIT: Cambiamo registro. Di solito il mio compito per questo giornale è quello di intervistare persone che hanno a che fare con la distribuzione, più che con la produzione perciò la domanda marijuana che producevi? Oppure, nel caso in cui decidessi di metterti dalla parte dei venditori, sarebbe meglio non mettere in giro roba propria? Ti rispondo tranquillamente e ti dico, le pochissime volte che l'ho fatto, io ho spacciato solo la mia. Ne ho comprata ovviamente per me – anche se è davvero tanto che non ne compro per Beh, in certi casi ho arrotondato. Anzi, mi è stato fondamentale in quei periodi. Certo i periodi in cui dici “me la sfango coltivando dell'erba” non sono periodi felici... per niente! SSIT: Te lo chiedo perché in questi anni ho sentito delle storie davvero assurde. Persone che devono mettersi a smazzare perché non arriva- no alla fine del mese pur avendo un lavoro... È un rischio che puoi correre solo se il gioco vale la candela. Ti spiego, non è che puoi metterti a fare delle serre per poi vendere la 10 euro o i 50 euro. Se ti calcoli che invece hai il giro per fare mosse più importanti, piazzare delle robe grosse – che magari gliele dai anche in blocco – allora è un'altra cosa. Ma secondo me comunque non vale la pena, perché alla fine ci guadagni comunque meno che non vendendo dei 10-20 euro. Ma non puoi certo coltivare con la gente che ti fa avanti e indietro da casa! SSIT: Parole sante! Grazie per i tuoi consigli. Ora sta ai lettori trarre le conclusioni dal tuo racconto ma su una cosa direi possiamo convenire: se hai poco tempo a disposizione, l'unica soluzione plausibile è l'autofiorente. Per forza! 40 MEDICAL CANNABIS Cannabis e cancro al seno Ho accennato negli scorsi articoli a come, nel corso della storia, i fiori della pianta femmina di marijuana siano stati particolarmente indicati alla donna. Soprattutto per questioni ginecologiche di vario tipo, dall’alleviare i dolori mestruali, a quelli del parto. La cannabis è stata però favorevolmente usata anche per dissipare il dolore e il gonfiore al seno delle donne. E di questa cosa ne parlava, per esempio, un libro antico di medicina intitolato Codex Vindobonensis 93, scritto in Italia nel tredicesimo secolo, ora conservato nella Libreria di Davide Calabria Nazionale Austriaca. A quanto pare, però, il beneficio della cannabis sul seno delle donne non si ferma al gonfiore e al dolore – che non è poco – ma riesce anche a fare di più. Fin dal 1975, grazie allo studio di A. Munson, intitolato “Antineoplastic Activity of Cannabinoids”, è risaputo che la marijuana è in grado di rallentare la crescita dei tumori al seno, del polmone e della leucemia. È evidente che ciò non ha mai scalfito l’insensibile animo di chi è a digiuno da cannabinoidi da troppo tempo, come i proibizionisti. L’impassibilità del proibizionista non ha confini e questo è il suo limite. Eppure rallentare la crescita di un tumore non è poco e difficilmente esistono in circolazione rimedi naturali alle erbe o farmaci di sintesi privi di cannabinoidi, di cotanta bontà per l’organismo bisognoso di qualche paziente. Ai tempi non si conosceva neppure poi molto della cannabis in termini scientifici. Il THC era stato appena scoperto, nel 1964, eppure dopo soli nove anni si era già scoperta la sua capacità di rallentare la crescita di tre tipi di tumore. A quanto pare, però, il THC non è l’unico elemento della cannabis capace di contrastare il tumore al seno. Secondo uno studio del 2007, svolto dal California Pacific Medical Center Research Institute e pubblicato su Molecolar Cancer Terapheutics, titolato “Cannabidiol as a novel inhibitor of Id-1 di spinello, ma ben maggiori, che potrebbero essere utilizzate da tutti, in quanto il cannabidiolo non è fuori legge a livello internazionale come il THC. Dunque, il THC rallenta la crescita del tumore, mentre il CBD impedisce che si diffonda nel corpo, ma questo non è ancora sufficiente a far partire immediatamente un piano di cura gestito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in grado di salvare la vita a molte persone o alleviare loro i dolori della malattia. Non è nemmeno tutto, perché la cannabis contiene anche terpeni (oli essenziali), flavonoidi (antiossidanti, antiradicali liberi che mantengono il cuore sano) e almeno un altra sessantina di cannabinoidi, oltre al THC e al CBD, che le conferiscono, in generale sul tumore, oltre alle qualità antimetastasi e antiproliferanti, anche capacità apoptopiche, d’indurre pesante, non è nemmeno associabile a problemi di salute di qualsiasi natura. Secondo i dati di italiasalute.it, in Italia sono ben 300.000 le donne che stanno combattendo contro il cancro al seno, con 30.000 nuovi casi ogni anno. Le donne del Sud e delle isole hanno quasi la metà di probabilità in meno d’ammalarsi di questo male, rispetto all’industrializzato Nord, dove l’inquinamento, dovuto alla sfruttamento del petrolio, anziché della canapa, la fa da padrone. Secondo i dati dell’oncologo Umberto Veronesi, da sempre sostenitore della legalità della cannabis, il tasso di guarigione dal tumore al seno s’aggira oggi comunque attorno al 70%, con stime attorno all’85% per i prossimi 10 anni. Potrebbero però essere molto meno i malati, perché la cannabis può essere usata nella cura, ma è anche nella prevenzione. Ad esempio il dottor Franco Berrino, oncologo al lavoro presso l’Istituto dei Tumori di Milano nella IL THC ERA STATO APPENA SCOPERTO, NEL 1964, EPPURE DOPO SOLI NOVE ANNI SI ERA GIÀ SCOPERTA LA SUA CAPACITÀ DI RALLENTARE LA CRESCITA DI TRE TIPI DI TUMORE gene expression in aggressive breast cancer cells”, il non psicoattivo CBD (cannabidiolo) potrebbe bloccare anche la metastasi del cancro al seno, la capacità cioè delle cellule maligne di staccarsi dal tumore originario per diffondersi ad altri organi. Addirittura oggi s’ipotizza che il CBD possa diventare un’alternativa alla chemioterapia, ma, come nell’esperimento sopra, si tratta di quantità non inalabili attraverso il fumo cioè le cellule tumorali a cercare la propria morte, senza intaccare quelle sane. La capacità della marijuana di mandare le cellule cancerogene del cancro al seno in apoptosi è stata dimostrata nelle prove in vitro, in una ricerca dello spagnolo Manuel Guzman, pubblicata nel 2003 su Nature e intitolata “Cannabinoids: potential anticancer agents”. La cannabis insomma funziona nel cancro al seno e un suo consumo, qualora non cronico e direzione del Dipartimento di Medicina Preventiva, suggerisce alle donne recidive del tumore al seno d’abbandonare il latte vaccino, un alimento in grado di far crescere un vitello, quindi troppo nutriente per l’essere umano se preso quotidianamente. Un eccesso di latte potrebbe trasformarsi in un nutrimento per le cellule maligne, secondo alcuni, secondo altri no, ma in caso di tumore al seno sarebbe opportuno consumare latti differenti come, secondo l’oncologo, quello all’avena. Al posto del latte di mucca si potrebbe introdurre, molto probabilmente con ottimi risultati in termini preventivi e curativi, anche l’eccezionale latte di semi di canapa, difficile da trovare sul mercato, ma di facile realizzazione una volta scovati i semi. I semi di canapa sono i più ricchi i natura di proteine, carboidrati, vitamine, omega 3 e omega 6, e basta frullarli nell’acqua (2 etti in mezzo litro), farli bollire (aggiungendo un litro e mezzo d’acqua, 20 minuti) e scolarli per ottenere un latte ottimo nel gusto e dal punto di vista nutrizionale. La marijuana può poi tranquillamente essere affiancata ai farmaci di sintesi perché alleggerisce gli effetti collaterali delle medicine e perché il suo potere d’indebolire le cellule del cancro rende i medicinali convenzionali più efficienti. Il suo beneficio è poi di tipo olistico e il fatto che si tratti di un’erba adatta ai polmoni, quando assunta pura, per esempio, aiuta la respirazione con il diaframma, quindi l’ossigenazione delle cellule. Respirando bene si muove tutto il corpo, petto incluso, e ciò porta beneficio, in termini di circolazione, di vibrazione del fisico, quindi di salute. 7DUWXÀPDJLFLHNLWSHU 7DUWXÀPDJLFLHNLWSHU ODFROWLYD]LRQH*URZNLW &KLHGLDOWXRJURZKHDGVPDUWVKRSGL ÀGXFLDRYLVLWDZZZPDJLFWUXIÁHVFRP 42 INTERVIEW SECONDA PARTE: L'ARRESTO, IL PROCESSO, IL CARCERE. Il vero volto del narcotraffico Nello scorso numero abbiamo cominciato a raccontarvi la parabola di E., un ragazzo di ventisei anni che ha vissuto e bruciato il suo romanzo criminale nel giro di pochi anni. Giovanissimo – appena 13 anni – comincia a spacciare erba e fumo, pochi anni dopo il giro si allarga e le amicizie si fanno più redditizie, oltre che pericolose. E. entra in contatto con la Camorra e diventa uno dei contatti che permettono di far scendere la marijuana dall'Olanda fino alla nostra penisola. Non è certo un pesce piccolo, né uno che lo fa per svoltare il mese. Ad E. piace quello che fa e altrettanto gli piace la piega che ha preso la sua vita. Ma quando si gioca a così alti livelli basta un passo falso per perdere tutto. E così quando E. incontra il suo personale Giuda la festa di Giovanna Dark inevitabilmente finisce. Trovato in possesso di 4 kili di marijuana, 3,5 kili di hashish e 250 grammi di MDMA, E. viene arrestato dopo 4 mesi di latitanza. Non è la prima volta che succede. Il processo lo vede protagonista di 7 capi d'accusa specifici: 75 casi documentati di cessione, un numero imprecisato di intercettazioni telefoniche, due testimoni contro e la recidiva infra-quinquennale lo fanno condannare in prima istanza a 6 anni per detenzione, acquisto e spaccio di sostanze stupefacenti. Il carcere, la comunità e poi gli arresti domiciliari in cui lo incontriamo. Un curriculum di tutto rispetto che avrebbe potuto allungarsi ulteriormente se la bravura degli avvocati e le innumerevoli falle interpretative della legge vigente non avessero giocato così a suo favore. Le sue imputazioni rappresentano infatti una minima parte del giro vero e proprio che sorreggeva gli investimenti di E. e i ta ero arrivato al punto che ho detto “ok adesso mi faccio 15 anni”. Perché a me m'hanno accusato delle armi che non avevo... Quando ho cominciato a leggere i fascicoli sono rimasto interdetto! SSIT: Vuoi dire che i capi d'imputazione erano diversi da quelli che tu aspettavi? Allora, hanno scritto che io avevo un'arsenale con della polvere da sparo nella cantina di uno, che lì c'erano 16 kili di armi. Mi hanno accusato di una rapina a un portavalori però il kilo di taglio che avevo assieme alla roba non l'hanno neanche contato. In pratica io mi sono trovato in carcere senza sapere il perché. Cioè, ovviamente presumevo... ma non avendo parlato per niente non potevo sapere bene. L'interrogatorio con la polizia è durato 7 minuti. A leggere gli atti ho visto che hanno chia- cadute subito perché era palese che io non ero un pesce così grosso da fare ste robe. Per la questione dello spaccio alla fine mi sono fatto dare il massimo del minimo. Ho fatto quello che mi ha detto di fare l'avvocato: mi sono caricato delle cose che effettivamente avevo fatto e ho fatto chiedere il rito abbreviato perché almeno te la cavi in fretta e gli sconti di pena arrivano più facilmente... HO FATTO QUELLO CHE MI HA DETTO DI FARE L'AVVOCATO: MI SONO CARICATO DELLE COSE CHE EFFETTIVAMENTE AVEVO FATTO E HO FATTO CHIEDERE IL RITO ABBREVIATO suoi affari, e il fatto di essere uno tra quelli che – volgarmente si dice – “contano” ha fatto sì che la sue esperienza dietro le sbarre non fosse traumatica come quella di molti che non si possono permettere avvocati miracolosi. E, in un senso che di certo non ci si aspetta, anche la legge stessa ha aiutato. Vediamo in che modo SSIT: Come hai vissuto il tuo arresto? Non era mica la prima volta che mi capitava ma a sto giro almeno ho avuto un po' più di margine. Quando ho saputo che quello là mi aveva cantato, sono uscito così com'ero e sono scappato. Mi sono fatto 4 mesi di latitanza allucinanti. Poi alla fine mi han beccato perché non è che puoi scappare in eterno. Anche se stavol- mato dentro tante di quelle persone inutili, gente che non c'entrava niente, tipe con cui ero magari andato un paio di volte e che mi chiamavano. SSIT: Anch'io mentre scorrevo gli atti e vedevo tutti quei nomi femminili ho avuto questa impressione... I nomi maschili avevano il cognome, le femmine solo il nome. Ah le forze dell'ordine! Sempre così fedeli a sé stesse... Come l'hai sfangata alla fine? Mi spiego, con tutte le accuse che ti hanno mosso contro, come hai fatto a farti dare solo 6 anni e ad uscire coi domiciliari dopo appena un anno? Ah beh, li ha fatto tutto l'avvocato. Quelle robe assurde che ti dicevo prima sono SSIT: Leggo dalla sentenza: “Quanto all'entità della pena da comminare all'imputato (…) si ritengono concedibili le attenuanti generiche in considerazione della giovane età, della 'quasi' totale ammissione dei reati e del fatto che comunque E. era tossicodipendente e quindi soggetto indotto al crimine anche per procurarsi il denaro necessario per acquistare lo stupefacente”. Posto che non mi sembri un tossicomane, queste attenuanti sono un compendio della peggior sociologia della devianza... Che poi la vuoi sapere la roba assurda? Mi hanno fatto l'esame delle urine ed ero pulito. In carcere mi hanno fatto quello del capello e per risultare sporco ho dovuto per la prima volta in vita mia farmi di eroina. Dentro la galera! Fumarla eh! I buchi non me li faccio neanche a morire! Ma è stata una botta allucinante lo stesso, ho vomitato l'anima. SSIT: Assurdo! Tu che al massimo ti facevi qualche canna e qualche pasticca ti prestato a farti di eroina pur di avere uno sconto di pena. Certamente un gesto coraggioso ma a che prezzo? Guarda, quando sai che puoi levarti in fretta da li, fai tutto quello che puoi. Se la legge dice che un tossicomane deve essere trattato diversamente perché è tossicomane allora perché non far finta di esserlo? Invece che darti 10 anni te ne danno 5! Insomma dopo 8 mesi che ero dentro l'avvocato manda sta dottoressa da Milano – che pago di tasca mia 1000 euro (NDA. per fare l'esame) –, mi lascia un buco in testa e dopo 20 giorni il risultato delle analisi è ancora negativo. Quindi vado col secondo tentativo e mi faccio fuori 10 grammi, che oltre a puzzare di morto pago anche un casino. Ho avuto i brividi di freddo, il mal di schiena, cioè alla fine era pur sempre roba! SSIT: Come hai fatto a procurarti l'eroina in carcere? Allora in cella avevamo sia le sbarre che la graticola perché i marocchini buttavano 43 il mangiare dalle finestre e si riempiva di uccelli, scarafaggi, topi, robe da ufo! Quello che la vendeva stava un piano sotto di me e per fare la storia dovevi prendere un cordone della tuta o un laccio lungo di una scarpa. Ci attaccavi una pila mini-stilo e la calavi bussando alla finestra di sotto. Il tipo con una graffetta tirava il filo, ci attaccava il sacchettino e tu tiravi su. O te li fai dare ai colloqui sottobanco, oppure fai un vaglia a qualcuno, oppure fai incontrare sua moglie con tua moglie. Per me venivano mia madre e la mia ragazza, che poverina non si era neanche mai accesa una sigaretta in vita sua. L'amore più grande e più breve della mia vita, perché poi m'ha mollato. SSIT: Con che frequenza sono i permessi i colloqui? Sei colloqui al mese. Uno ogni 5 giorni praticamente. Ma è comunque uno schifo. Gli sbirri ti smanazzano i parenti davanti e te non puoi fare un cazzo. Mettono le mani dappertutto poi per niente, perché se uno vuole si mette 50 SE LA LEGGE DICE CHE UN TOSSICOMANE DEVE ESSERE TRATTATO DIVERSAMENTE PERCHÉ È TOSSICOMANE ALLORA PERCHÉ NON FAR FINTA DI ESSERLO? SSIT: Un gioco da ragazzi insomma. Allora la leggenda che vuole ci sia più droga in carcere che fuori è vera? No ti assicuro. In carcere c'è solo la disperazione. Dicono che c'è ma quella che c'è è per pochissimi. Prima di tutto SSIT: Mi spiace. Comunque la cosa che tutt'ora fatica a non impressionarmi è la corruttibilità intrinseca del sistema carcerario. Immagino che per i detenuti sia effettivamente un vantaggio. Ah beh, con 150 euro io mi facevo portar euro di fumo nelle mutande e va. A me le avran fatte togliere tre volte in tutto e le altre due volte che mi sono rifiutato mi hanno fatto andare su lo stesso. SSIT: Passando alla mera statistica: secondo quanto hai potuto vedere, quanta gente era in carcere a causa della Fini-Giovanardi? L'85% almeno. Anche per delle cazzate. Per 10-20 grammi di fumo o 5 grammi di coca. Il 90% di questi sono marocchini, tunisini e algerini. Ci sono gli albanesi che il 70% è dentro per droga e il 30% per furti. Degli italiani io ero uno dei pochi che aveva dei carichi grossi. Tra gli spacciatori ce n'erano 7 più grossi di me su 400 detenuti. 150 di questi poi non si capiva neanche perché erano in galera: gente che aveva venduto due canne all'amico o quello che avevano beccato con 10 grammi mentre andava al mare con la morosa, che poi se ne lava le mani... SSIT: Che le carceri siano piene lo sapevamo, che strabordino a causa di leggi inique ce lo stai confermando con le tue percentuali. Ma com'è la vita in carcere? Intendo la quotidianità, come si vive in cella? devi essere qualcuno, devi avere i soldi. Ma non è che devi averli e basta... SSIT: Il problema è darglieli immagino. In regime carcerario i detenuti hanno a disposizione solo una diaria minima e se ti beccano con più di quello che dovresti avere sono problemi. Come hai fatto? dentro una bottiglia di sambuca dalla guardia. Con 500 euro sono riuscito a far sesso con la mia ragazza. Certo è una questione di corruttibilità ma anche della persona che sei. Devi avere i maroni perché se fai saltare uno di loro non esci più. E devi anche stare attento agli altri che stanno dentro, devi avere rispetto di quelli più in alto di te perché poi devi rendere conto di quello che fai. Le celle sono 7 metri quadrati per tre/ quattro persone. Tu stai nel tuo lettino, con le gambe incrociate a leggere il tuo libro a testa bassa – a me era capitato il letto di sotto, ma anche quello sopra non è che stava bene: i soffitti erano bassissimi. Di notte ogni tre ore ti vengono a svegliare con la torcia, per vedere se sei vivo, se sei evaso. Con la torcia led in faccia e ti devi muovere quando ti chiamano perché se no ti smuovono loro col manganello. SSIT: Personalmente, dire che non ho una buona opinione delle forze dell'ordine è un pallido eufemismo. Tu che idea ti sei fatto di loro vivendoci così a stretto contatto? È facile dire “devono morire tutti”. Alla fine ci sono anche brave persone li in mezzo, ne ho trovati pochi a dir la verità. Però gli abusi di potere ci sono, i gesti di sfida e di stizza ci sono da parte loro. Poi ti arrivano sempre a gruppi di 4 o 5, prelevano la gente così e magari la ammazzano di botte. Prendono quelli disperati, che tanto sanno che non hanno nessuno che può venirgli a chiedere conto. Anche perché la maggior parte di sti disperati una volta che le ha prese non dice niente, perché questi poi si vendicano: ti mettono in isolamento o ti fanno trasferire nelle carceri speciali e li davvero devono essere cazzi... Anche questa volta siamo costretti ad interrompere il racconto di E. per motivi di spazio. Nel prossimo numero concluderemo la sua parabola, continuando a parlare del sistema carcerario italiano, delle sue ingiustizie e di come molto più di quanto si pensi è lasciato al caso o alla buona volontà dei pochissimi che hanno preso il lavoro della penitenziaria come una vera missione. Alla prossima puntata. Ciò che molti grower non sanno è che la Santa Maria in origine era una vera varietà outdoor, ecco perché spesso mostra l’esuberanza e il vigore di crescita di un’erbaccia. Certi coltivatori giurano pure che la Santa Maria è una delle varietà di marijuana dalla crescita più rapida mai selezionate! 44 CANNABIS FAIR In Italia, di nuovo in fiera che sempre più imprenditori cominciano a credere nel nostro mercato. La fiera IndicaSativa Trade, nuovo appuntamento italiano nel settore canapa, si è appena conclusa e Soft Secrets era presente con il suo team di giornalisti e redattori. La fiera si è svolta a Fermo, nelle Marche, da venerdì 7 giugno a domenica 9 giugno ed è stata voluta e di CBG messa in atto grazie alla passione di Bioteca Picena. Per i privati invece posso solo riportare pareri raccolti durante la mia attività di promozione svolta in fiera. Molti lamentavano la difficoltà a raggiungere il posto, anche in macchina, a causa della segnaletica comunale veramente scarsa e spesso in condizioni di degrado degne delle migliori periferie ita- ultime merci direttamente sui montacarichi. Inoltre, va detto, gli organizzatori sono stati disponibilissimi sino a domenica sera a fiera chiusa tenuto conto che l’amministratore delegato della fiera era in stampelle con un piede ingessato! Gli espositori – una sessanttina, soprattutto divisi tra i settori grow e seeds – hanno fatto del loro meglio per una prima edizione di una fiera della quale in Italia sentivamo la mancanza da tanti anni. Come ha ricordato in più riprese l’editore di enjoint.info, era dal 2008 che mancava una fiera in Italia e IndicaSativa Trade si è presentata come il nuovo appuntamento italiano per i professionisti del settore. Tutti, o quasi, i più noti e grandi marchi del cannabusiness hanno deciso di investire in questo evento nuovo e perciò pieno di dubbi. Una fiera alla sua prima edizione, specialmente in paesi mediamente bigotti come l’Italia, difficilmente raduna molti visitatori, perciò chi ha voluto presenziare come espositore ha deciso di esserci dando così il via a (si spera) una serie di fortunati appuntamenti tutti italiani. Oltre ai settori seeds e grow sono stati rappresentati anche i settori industriale ed alimentare, purtroppo in minoranza, ma in linea con le altre fiere europee. Solitamente le destinazioni d’utilizzo industriale ed alimentare sono rappresentate da associazioni o piccolissime imprese, fortunatamente in Italia pullulano le associazioni di canapicoltori come Ascia, Assocanapa (coordinamento nazionale canapicoltori), Canapuglia, Biocannabis per citare le prime che mi vengono in mente. Unica volta in una fiera – devo dire – in cui abbiamo assistito alla presenza di due forum di appassionati della Canapa e sto parlando di overgrow.it e di enjoint.info, segnale che qualcosa in Italia sta cambiando. sono rimasti molto soddisfatti, da mercoledì già erano pronti gli spazi espositivi con allaccio corrente e pareti mobili già montate. Il reparto logistico della fiera è stato molto celere e già giovedì mattina tutti i bancali riservati agli espositori erano negli spazi concordati, ERA DAL 2008 CHE MANCAVA UNA FIERA IN ITALIA E INDICASATIVA TRADE SI È PRESENTATA COME IL NUOVO APPUNTAMENTO ITALIANO PER I PROFESSIONISTI DEL SETTORE I visitatori nell’arco di tre giorni sono stati circa 2500 di cui un terzo accrediti di professionisti venuti per stringere relazioni commerciali in Italia. Per essere la prima edizione, in una città piccola, sono numeri coerenti e in linea con tutte le altre prime edizioni di fiere del settore. Gli organizzatori, a fiera conclusa, non hanno rilasciato dichiarazioni in quanto hanno voluto aspettare di raccogliere più feedback possibili da parte degli espositori e dei visitatori. Gli espositori insieme agli arredamenti richiesti e a tutti i servizi aggiunti per i professionisti. Un particolare nota di merito va fatta agli organizzatori per l’aver scelto un posto pulito che ancora profumava di nuovo e per aver scelto dei collaboratori più che validi. Per tutti i visitatori professionisti era riservato un parcheggio sul tetto della fiera, accessibile solo previa presentazione di un pass per automezzi, così da permettere di scaricare le Qualche piccolo difetto è però stato riscontrato anche a Fermo, ma siamo tutti fiduciosi negli organizzatori affinché possano far tesoro di questa prima e bellissima esperienza per migliorare le prossime, già attese, edizioni. Purtroppo Fermo rimane distante da tante infrastrutture comode per raggiungerla: gli aeroporti sono lontani e le ferrovie non arrivano sino a Fermo città, dove per di più la rete di trasporti locali fa pena. Il risultato è stato doverci scambiare strappi e passaggi tra visitatori business ed espositori anche se personalmente devo dire molti si sono rivelate ottime occasioni per scambiare due parole con altri professionisti. Un altro dato da riportare è la scarsa pubblicità effettuata all’evento, che di sicuro non ha giovato alle presenze. L’anno prossimo sapranno fare sicuramente meglio. Per i professionisti quindi si può dire che è stata una buona fiera dove tutti hanno stretto diversi accordi commerciali e dove s’è potuto fare un sunto della situazione del mercato italiano: tantissimo grow, tanti semi ma soprattutto tantissimi nuovi growshop in tutta la penisola, segnale liane. Oltre a questo però i commenti erano tutti positivi, chi beveva birra alla canapa mentre mangiava pagnottelle fatte con farina di semi di canapa, insieme a chi ha avuto occasione di comprare oggetti che non avrebbe mai trovato se non all’estero. Ancora è piaciuta molto l’adesione dei forum di appassionati, tanto che molti visitatori si sono intrattenuti agli stand dei forum per prendere informazioni sui vari movimenti antipro presenti in Italia. Devo anche segnalare la presenza dei guru di casa nostra, uno tra tutti l’Avvocato ufficiale dell’ASCIA Lorenzo Simonetti che in soli 30 anni condensa l’intelligenza di dieci veterani o ancora il noto Mefisto (organizzatore della Million Marijuana March). La fiera quindi nel complesso è andata bene sia per i privati sia per i professionisti, senza arresti né perquisizioni ingiustificate, nella normalità tanto agognata in un settore borderline come il cannabusiness. La fiera in realtà è andata alla grande, ma saranno le successive fiere (e il fatto che ci saranno altre edizioni) a decretarne il successo. Step by step verso un futuro più verde ed illuminato. 45 STRAIN REPORT COME DISTRICARSI NELLA SCELTA DEL SEME DA PIANTARE PER L'AUTOMEDICAMENTO Choose your strain Scegliere una varietà di canapa medicinale, cioè ad alto contenuto di principi attivi, non è per niente facile. Che sia per divertirsi con gli amici la notte o per curarsi da una brutta malattia non è certo semplice trovare la varietà adatta alle nostre esigenze. Nel senso che un approccio alla coltivazione casalinga inizia sempre con un seme dal nome altisonante, magari dopo una fiera o una coppa dove ha vinto qualche trofeo. Fatto il primo raccolto di CBG cominciano le domande, i dubbi e le necessarie riflessioni. Innanzitutto si valuta la produzione, se è stata abbondante o scarsa, se i fiori sono ben compatti in grappoli densi o se sono dei panicoli aerosi, si annusa la sostanza secca e un più ampio spettro d’azione a livello di terpenoidi, e premesso che con ruderalis si intende un ceppo di canapa autofiorente rustica delle alte latitudini, andiamo a tezza generalizzato misto allo stone. L’effetto di una varietà indica è lo stoned, quella sensazione di pesantezza corporea dovuto ad un profondo effetto miorilassante esercitato dai terpenoidi della canapa. Assumendo indica si può arrivare all’addormentamento per via della sua azione soporifera ad alti dosaggi. Una ridotta nausea e un aumentato appetito sono gli effetti collaterali dovuti all’assunzione e sono forse i più ricercati in ambito farmaceutico proprio per contrastare la nausea dovuta ai farmaci chemioterapici e proprio per stimolare la ripresa dell’appetito in pazienti affetti da inappetenza dovuta ad altre patologie. La cannabis sativa, invece, nasce dalle zone equatoriali del nostro pianeta come il sudest asiatico e il centro-america dove nascono le grandi sativone pure, piante dalla È SEMPRE IMPORTANTE E SALUTARE SCEGLIERE UNA VARIETÀ DI CANAPA SPECIFICATAMENTE IN RELAZIONE ALLA SUA DESTINAZIONE D’USO si cercano aromi e profumi vari tra oriente e balsamico, passando per lo sfortunato fieno (sintomo di un errore grossolano nell’essiccazione). Infine si assaggia e si traggono le conclusioni in relazione all’effetto – se è quello desiderato – e al gusto, che solitamente piace e sovente stupisce i principianti. Se la coltivazione ha destinazione commerciali, allora bisognerà valutare il peso della sostanza secca raccolta, la velocità di fioritura e il rapporto fiori/foglie – che deve essere il più alto possibile per garantire un ottimo stoccaggio anche sottovuoto. Il mio articolo è rivolto agli utilizzatori in proprio, i cosiddetti coltivatori diretti, non a chi è interessato a produrre per fini commerciali: senza critica alcuna, non credo interessi tanto l’effetto antidolorifico causato dal consumo di certe varietà di canapa a chi deve produrre per vendere al mercato nero (notoriamente composto di ignoranti in materia). Una prima scrematura tra le migliaia di varietà presenti è sicuramente la scelta tra un ibrido a prevalenza indica o un ibrido a prevalenza sativa, oppure una linea pura o, perché no, una ruderalis. Questa scelta comincia con la ricerca di un effetto psicofisico, quindi se per te l’erba “ti fa” o “non ti fa” comincia a riconsiderare il tuo rapporto con una pianta che per millenni è stata la panacea di tutti i mali. Quando molto tempo fa un amico mi chiese quale varietà scegliere da coltivare gli dissi “se per te hanno tutte lo stesso effetto allora fai Cannatonic e sappimi dire”. La mia provocazione venne colta, per fortuna, grazie ai Canna labs e alle loro analisi sui campioncini che trasformarono la mia scelta da una “leggerina” ad una “medicina per mamma”. Non so se in tanti hanno una madre col mal di schiena cronico, il mio amico ora non più. Questo aneddoto è servito proprio per spiegare l’importanza di scegliere una varietà di canapa in relazione alla sua destinazione d’uso. Premesso che esistono gli ibridi indica/ sativa appunto per equilibrare ed offrire vedere cosa significa indica e cosa significa sativa. Innanzitutto chiariamo che non si tratta di specie differenti altrimenti dal loro incrocio non si avrebbero discendenti. Ma in cosa differiscono? Differiscono nell’effetto innanzitutto, oltre che nel portamento, nella forma e nella resa. La cannabis indica viene dall’Asia meridionale, in un'area di provenienza che va dal Pakistan al Bangladesh, dove gli esemplari autoctoni riuscivano a fiorire con un periodo di fioritura intorno alle 7 settimane con uno stretching molto contenuto sino ad inizio fioritura. Le foglie palmate sono di un colore generalmente più scuro rispetto alla media delle varietà di canapa diffuse e le piante di varietà indica sono esemplari bassi, tozzi e robusti con uno scarso stretching e una fioritura molto compatta con grosse cime compatte. Una varietà indica resiste meglio ai piccoli stress e agli errori del coltivatore, inoltre data l’esigua durata del periodo di fioritura è meno suscettibile a muffe e patogeni rispetto agli ibridi in commercio. Inoltre una varietà indica è ciò che possiamo assimilare al concetto di “erba da fumare” che può andare benissimo per i neofiti come per i fumatori che si definiscono “di una volta”, quindi alla ricerca di un imprecisato effetto di rilassa- fioritura lunghissima e dal forte stretching che le caratterizza. Una sativa pura può impiegare sino a 14 settimane per completare la propria fioritura dando origine alla forma ben conosciuta. Una sativa in fioritura si presenta come esile e molto alta, dalle cime dense ma distribuite lungo il fusto. Questo adattamento - un grande stretching per distanziare tra loro i fiori - è il risultato di pressioni selettive naturali per creare l’individuo migliore e più resistente agli attacchi dei patogeni lungo tutte le 10-15 settimane di fioritura. È facile capire uno stretching così vistoso a fronte di così tante settimane di fioritura, cosa che rende difficoltose le sative ai principianti; su un periodo di fioritura così lungo chissà quanti patogeni possono attaccare la pianta! L’effetto delle sative è molto particolare, basta assumerne almeno una 0,5 per rendersi conto subito della differenza con un’indica. Una sativa agisce prettamente sulla testa dando l’effetto di apertura mentale e innalzata creatività tanto ricercato dagli “old stoners” (ossia i vecchi fumatori di una volta) che hanno smesso di stonarsi di Indicone con un’ottima componente ansiolitica e antidepressiva. L’effetto di una sativa è denominato “up” proprio perché agendo come stimolante mentale non provoca effetti di eccessivo rilassamento corporeo dei muscoli. Il consumatore meno esperto potrebbe non apprezzare l’effetto stimolante della sativa perciò prima di passare ad un prodotto fortemente sativa consiglio di assaggiarne un po’ per evitare di ritrovarsi tra le mani un’erba che, detto da ignorante, “non ti fa effetto”. La ruderalis proviene invece dalle steppe russe. Ad altissime latitudini, dove a causa della brevità della stagione favorevole alla fioritura ha costretto la natura a sviluppare varietà dalla fioritura brevissima e non foto periodica. Ad un certo punto sopravvissero solo quegli individui la cui fioritura risultava di breve durata e soprattutto slegata dalla lunghezza della notte (indoor si tratta delle ore in cui è spenta la lampada). Le ruderalis sono le autofiorenti e quelle a fioritura rapida denominate online come “varietà early flowering”. Il contenuto di principi attivi, sebbene vario, è sempre stato tradizionalmente povero in THC che è il composto più ricercato dai coltivatori nel mondo. Dobbiamo la comparsa di autofiorenti, valide e paragonabili ai migliori ibridi indica/sativa, grazie alle seedbank e ai breeders che negli ultimi 5 anni si sono prodigati incrociando le prime autofiorenti sino a creare le autofiorenti moderne, che della ruderalis hanno solo il carattere dell’autofioritura. Consumare una ruderalis 46 è decisamente faticoso, a cominciare dal mal di testa caratteristico dell’abbondanza di cannabinoidi secondari. Il fatto di essere autofiorente significa solamente non dipendere dalla lunghezza delle notti per iniziare a fiorire. Se le varietà classiche hanno avuto bisogno sinora di una notte lunga per entrare in fase di fioritura, diversamente le autofiorenti hanno una sorta di timer interno che le porta a fiorire dal diciottesimo giorno dall’emergenza. Molti principianti della coltivazione dovrebbero cominciare con una varietà autofiorente così da non doversi preoccupare di temporizzare le luci e soprattutto non prestare maniacale attenzione alle entrate di luce durante la fase buia. Ricordo che la luce durante la notte, anche in modestissime quantità, è un’ottima causa scatenante l’ermafroditismo; anche un accendino può causare enormi problemi. Dopo tutto questo bel pezzo sull’indica, sulla sativa e sulla ruderalis dovrebbe esser più facile scegliere il seme da piantare. Se non fosse che la CBD crew (cbdcrew.org) ha iniziato a collaborare con tutte le più grandi e migliori case del seme al mondo per offrire a sempre più pazienti varietà ad alto contenuto di CBD. Indipendentemente dall’essere indica o sativa (non ruderalis) il fatto di produrre CBD in quantità accettabili (oltre il 5%) implica almeno 2 settimane in più di durata della fioritura. Il CBD, acronimo di Cannabidiolo, è un metabolita della canapa di una via metabolica parallela a quella di sintesi del THC, dove però l’ultimo passaggio è mediato dall’enzima CBDAsintasi anziché dall’enzima THCAsintasi. Nel corpo umano il CBD ha affinità verso i recettori GPR55, CB1 e CB2, il che lo rende un antagonista degli effetti del THC nonché un ottimo antidolorifico, miorilassante, sedativo, ansiolitico, antinfiammatorio, antidiscinetico, antiepilettico e broncodilatatore. Inoltre ultimamente sono stati scoperti effetti di apoptosi sulle cellule tumorali in varie forme di tumore umano. Non aggiungo nulla più sul CBD altrimenti non sarebbe più un articolo di coltivazione, bensì una piacevole carrellata dei benefici di una delle molecole più, stranamente, inutilizzate del pianeta Terra. Dopo aver ben assaggiato la Dieseltonic – la varietà per ora più saporita – credo fortemente che le varietà ad alto contenuto di CBD siano un prodotto da assaggiare per forza, soprattutto per i consumatori STRAIN REPORT / INDICE PUBBLICITÀ / COLOFON esperti che possono finalmente apprezzare tutte le qualità di una buona erba senza l’effetto stoned tipico del THC. Lo studio della genetica, grazie a famosi genetisti come Shantibaba, ha portato ad avere genetiche lontanissime dalle originarie quattro varietà conosciute agli albori. Genetiche come la Super Skunk ormai cedono il posto a nuovi incroci migliori, figli, o meglio nipoti, di grandi campioni, a causa del sapore più interessante, dell’effetto migliore o del comportamento durante la fioritura. A mio modesto parere, per avere un prodotto realmente superiore bisogna cercare le ultime notizie sui forum online di appassionati e growers, dove è possibile realmente discernere quale genetica è migliore rispetto alle altre. Come genetica “migliore” intendo la più produttiva, dal più alto contenuto di terpenoidi (principi attivi, oli eterici, etc etc) che si traduce in pratica in un migliore e più completo sapore e in un effetto superiore in termini di qualità e durata. Una genetica, per intenderci, è superiore se oltre a tutto ciò che ho elencato è anche riproducibile: nel senso che ognuno dei semi di quella varietà devono darmi individui uguali e dalle medesime caratteristiche perché il mercato s’è stancato delle meteore. Una meteora è una genetica con 4 fenotipi buoni e uno rarissimo spaziale, così raro che se non si tiene una madre non lo si ritrova più. Alla luce di ciò, una volta capite le varietà d’erbe e l’effetto che le contraddistingue, resta da informarsi bene sulle varietà scelte NON affidandosi necessariamente ai cataloghi dei produttori, bensì cercando feedback e report da parte di utenti che le abbiano provate e, se possibile, che abbiano dell’esperienza e delle conoscenze tecniche. Il punto di riferimento dev’essere il sito www.seedfinder.eu dove si possono confrontare i pedigree di ogni varietà presente in vendita sul mercato e i relativi incroci e discendenze. Purtroppo ci vogliono almeno 3 mesi per poter giudicare un seme comprato, perciò la scelta della genetica deve essere oculata per evitare di trovarsi un prodotto dozzinale che tanto impegno ha portato via e poca soddisfazione ha lasciato. Sarà poi l’esperienza che dirà quale genetica è più stabile e più buona e in definitiva è la migliore. In campo agrario la scelta genetica è il 70% della resa. Buona scelta e buona primavera! 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Box 362, 5460 Veghel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 Fax: 0031 - 73 54 79 732 e-mail: [email protected] Editore: CC Cremer Collaboratori: Ed Rosenthal, Franco Casalone, Jorge Cervantes, Enrico Fletzer, Clod, Monsignor Jose Maria, Giovanna Dark, Davide Calabria, Carlos Rafael Esposito, Little Lebowski e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia PoBox 17250, 1001 JG Amsterdam, Paesi Bassi E-mail: [email protected] Sito internet: www.softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: [email protected] Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 Soft Secrets Italia non intende in alcun modo incentivare condotte vietate. Tutte le informazioni contenute sono da intendersi ai fini di una più ampia cultura generale. La redazione e i collaboratori non si assumono nessuna responsabilità per un uso imporprio delle informazioni contenute nella rivista. L’editore e i distributori non sono da intendersi implicitamente d’accordo con i contenuti pubblicati. 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