Soft Secrets IT 04-13 Leggere online

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18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
Numero 4 - 2013
La Cannabis non è doping
di Giovanna Dark
AMSTERDAM
CU PWIN N ER
WWW.PARADISE-SEEDS.COM
Atomical Haze ®
In questa edizione:
Corso di cannabicoltura per principianti ›› 15
Prepariamoci alla
›› 26
fioritura
Come districarsi nella
scelta del seme da
piantare per l'auto›› 45
medicamento
Sportivi di tutto il mondo: gioite! Da
ora in poi, nel mondo dello sport, la
cannabis sarà depenalizzata, o quasi.
A deciderlo è stata la WADA, l'Agenzia
Mondiale Antidoping, che
ha alzato sensibilmente
l'asticella della soglia di
positività a un livello che
certifica la canna libera –
sportivamente parlando – almeno fino al
giorno prima
"rilassanti", insomma un beneficio sulla
prestazione. La proibizione riguardava
infatti soltanto la gara, la competizione.
Tanto che nei controlli a sorpresa, invece, la cannabis non si cercava neanche.
Il problema è che con quella soglia,
15 nanogrammi, la rete rischiava di
colpire anche il consumo in una festa
(ma non il fumo passivo, che secondo
gli esperti
non produce
più di 2-3
nanogram-
a new growth
experience.
[una nuova esperienza di crescita]
pass it on!
Venite a visitare il nostro nuovo sito
www.plagron.com ricco di nuovi tutorial e consigli
Ve lo ricordate il campione di nuoto Michael
Phelps che asciugava
un bong? Ve la ricordate l'indignazione generale
che ne era
conseguita?
Ecco, solo nel
2011, in tutto il
mondo si erano
registrati 445 casi di
positività alla cannabis,
ben l'8% del totale. Una
bella fetta della torta e una
grande fatica (sprecata) per i laboratori d'analisi che invece avrebbero
sostanze ben più pericolose da individuare.
della
competizione. La
decisione è
stata presa senza
aspettare la conferenza mondiale antidoping che si svolgerà in
Sudafrica, a Johannesburg, dal
12 al 15 novembre, e che scriverà il nuovo codice del 2015.
La traduzione operativa è già
in vigore dallo scorso 11 maggio: la soglia di tolleranza non
sarà più a 15 nanogrammi per
millilitro, ma addirittura 150.
Un innalzamento che dovrebbe praticamente cancellare l'80% delle positività del
genere, forse anche di più.
La questione che il mondo
dello sport ha posto in essere è in
qualche modo politica, mediatica ed
economica. E ha sicuramente anche
delle ricadute. In effetti, la positività
per cannabis non era una sanzione
di carattere morale visto che l'esame
antidoping per la sostanza era ristretto
soltanto ai controlli post gara. Il principio era quello di colpire eventuali
vantaggi indiretti, la parola più usata è
il passaggio a quota 150, si dovrebbe colpire soltanto il consumo nelle
immediate vicinanze, un giorno o giù
di lì, della competizione.
mi/millilitro nell'urina) magari un paio
di settimane prima della competizione
e senza alcun fine dopante. Sui tempi
di smaltimento della sostanza – ricordiamolo – non c'è ancora un pronunciamento scientifico definito. Ora, con
Anche Faso, il bassista degli Elio e le
storie tese, nel 2002 ricevette una
sospensione di 8 mesi dall'attività
agonistica, per essere stato sorpreso a fumare una canna prima
di una partita. In quel periodo,
durante i suoi commenti delle
partite di baseball, trasmesse da
Tele+, più volte ribadì il suo disgusto per il mondo del calcio, dove
invece i giocatori sorpresi a utilizzare
sostanze dopanti ben più pericolose ed
efficaci della cannabis hanno ricevuto
sospensioni di minore durata, ulteriormente ridotte e per di più scontate
durante le pause estive. Come ormai
ogni studio scientifico acclama a gran
Continua a pagina 3
3
Continua dalla prima pagina
voce, la cannabis non fa parte delle
sostanze dannose alla salute umana e
probabilmente anche consce di questo,
diverse federazioni sportive internazionali avevano chiesto la cancellazione
del divieto già dal 1999, anno in cui la
normativa è entrata in vigore.
In ogni caso la decisione della WADA
segna una novità importante nel siste-
ma antidoping e rappresenta l'ennesimo segnale istituzionale verso un
generale ripensamento sulla pericolosità e l'accettabilità sociale della cannabis. Se anche i più intransigenti giudici
del fair play convengono sul fatto che
una cannetta ogni tanto non può fare
male, né tantomeno può alterare le
prestazioni fisiche, allora di che reati
stiamo parlando?
La sanzione non è una soluzione,
depenalizzare rappresenta invece una
possibilità.
Ciao
Bartec
Serious 6 è una miscela di genetiche del Canada con Sativalandrace africana ottenuta attraverso un lungo processo
di selezione e incroci. Serious Seeds voleva creare un ceppo
estremamente resistente alle muffe e che terminasse il ciclo
di crescita in outdoor PRIMA degli altri nei climi umidi e
freddi, alla fine di settembre.
In outdoor Serious 6 diventa alta e slanciata con cime ben
ricoperte di foglioline e uno strato particolarmente spesso di
cristalli. Metà delle piante mostra splendidi pistilli rosa. Alla
fine della fioritura questi pistilli rosa lasciano spazio al color
violaceo di calici e foglie.
Serious 6 è una Sativa quasi pura con una fioritura molto
breve, che garantisce anche ottimi risultati indoor. Si riempie
e produce cime lunghe e dense ricoperte abbondantemente
di tricomi. L’aroma di Serious 6 è stratificato: agrumi, anice e
spezie. L’effetto è mentale ma di lucidità, il che permette di
essere attivi e creativi.
Appena lanciata sul mercato e già vincitrice di una Highlife
Cup 2013!
Tipo:
Fase vegetativa consigliata
per le pianticelle:
Tempo di fioritura indoor:
Resa indoor:
Raccolto outdoor/serra:
ibrido F1, Sativa quasi pura
3-(4) settimane
55 - 60 giorni
400-550 g/m2
fine di settembre
Banca dei semi: Serious Seeds. Foto: GBI.
Serious 6
L'editor dell'edizione polacca di Soft Secrets
ci lascia a soli 38 anni
È con immenso dispiacere che Soft Secrets annuncia la morte dei uno dei
suoi migliori editor. Bartec Siarna alias Zdenek Vyskoczil, è stato trovato morto
nella sua abitazione lo scorso 17 maggio, colpito fatalmente da un'emorragia
cerebrale. Bartec è stato il caporedattore della versione polacca di Soft Secrets
fin dalla primissima pubblicazione nel 2008 e in questi cinque anni ha sempre
lavorato con la massima dedizione e professionalità.
Con lui perdiamo non solo un abile ed entusiasta redattore ma soprattutto un
caro amico, intelligente e spiritoso. I nostri pensieri e il nostro affetto vanno alla
moglie di Bartec, Martyna, e a Victor il figlio di tre anni che Bartec letteralmente
idolatrava. Perchè, prima di essere un libero pensatore, un professionista
encomiabile e un giornalista di prima classe, Bartec è stato soprattutto un padre
amorevole e un marito attento.
Riposa in pace caro amico. Ci hai lasciati troppo presto e ci mancherai
moltissimo.
Lo staff di Soft Secrets
4
IN MEMORIAM
Ciao Andrea
hanno visto che nel cosiddetto mondo cristiano-cattolico, i ragazzini di 13-14-15 anni
cominciano a lasciare la chiesa. Però tant’è
questa spiritualità. Il bisogno di rituali... »
di Carlos Rafael Esposito
La prima volta che ricordo di aver visto Don Gallo ero a piazzale Kennedy
durante il G8 di Genova. Nel cielo bollente, minacciose vorticavano le
pale dell'elicottero della polizia e, con le spalle ai reparti antisommossa,
Don Gallo ci parlò. Disse parole di lotta e speranza e la tensione acquistò
in quel momento il significato politico della ribellione. Lo rividi poi, anni
dopo, all'università di Bologna. Venne a parlare di antiproibizionismo e
tenne banco di fronte ad una platea di studenti incuriositi.
SSIT: Vuol dire che la droga ha riempito
un buco di spiritualità?
« I primi dieci, quindici anni io scherzavo
con gli eroinomani. Cercando di capire.
Gli dicevo a quelli di seconda, terza generazione: “Sta un po' a sentire, vedo che vai
a elemosinare, vieni da me che te la do
io l’eroina.” E loro mi rispondevano: “Ah
tu sei capace di darmela, allora vengo”.
Io però ponevo una condizione dicendo:
Nella seguente intervista, registrata presso
la Comunità San Benedetto al Porto nella
primavera del 2011, il “prete degli ultimi”,
mentre sfogliava incuriosito una copia di
Soft Secrets, portatagli in omaggio, parla
del proibizionismo. Questa è la mia maniera
per salutare un uomo che aveva il pregio di
essere un prete dalla parte di chi normalmente serve solo a riempire le nostre civilissime galere. Un uomo che ha insegnato
molto, anche a un anticlericale come me.
fatto un’indagine di mercato, per farti capire,
così minuziosa che è costata più dell’indagine
fatta quando hanno lanciato la Coca Cola.
Tanto è vero che la Coca Cola c’è ancora.
Tutto: i rigiri, i mercati, prima eroina, poi cocaina, poi quello di far passare la cannabis nelle
liste delle droghe pesanti. Tutto calcolato.
Persino noi preti siamo responsabili secondo
“Non ti buchi, la sniffi”. E invece no Gallo!
E belin e giù con il laccio! ».
SSIT: Ma ha mai visto un tossico farsi in
vena di fronte a lei?
(Sbuffa rumorosamente) « Quante volte. Qui.
Una volta la Paolina che è viva ancora adesso,
GIOVANARDI &CO. FANNO LA GUERRA AI DROGATI, NON LA GUERRA ALLA DROGA. PERCHÉ
COME GUERRA ALLA DROGA IL FALLIMENTO È TOTALE
che non ho mai detto! Io ci vivo da 40 anni
nei vicoli, ma da tutte le parti. Se tu adesso
volessi la droga io in mezz'ora - prende il
telefono - “ Pronto ciao Strega” (una vecchia
tossica che sopravvive) anche se le dicessi
500 grammi, l’unica cosa che mi direbbe
sarebbe: “Ce li hanno i soldi?”.»
« La droga è libera. È qui il problema. Libera
e selvaggia. Ne avrò visto di tagli. Una volta
dieci anni fa in Sardegna, una famiglia si è
intestardita, avendone le possibilità, dopo
che alla mattina a casa si ritrovò con 4 overdosi. Questa famiglia è andata a fondo e ha
fatto fare l’autopsia. Trovarono strictinina nel
taglio. La polvere, più scendi la catena verso
il basso, giù giù giù, trovi il pusher, quello più
basso, che per guadagnare taglia. Quindi
siamo nella strage mafiosa ».
SSIT: Perché la definisce una strage
mafiosa?
« Perché l’organizzazione è loro. Anni e anni
fa ho parlato con un giornalista che mi ha
confidato che le mafie, prima di lanciare sul
mercato questo grande commercio, hanno
SSIT: Cosa ne pensi della legge FiniGiovanardi?
« Vorrei sapere chi l’ha letta la legge vigente. Ma facciamo un passo indietro. Siamo
nel 2006. Perché la legge 162 del 1990 di
Jervolino-Vassalli addirittura, contro ogni
codice di procedura penale, aveva stabilito lo
stato di tossicomane come reato. Craxi fulminato a New York da Giuliani e dalla tolleranza
zero. E insomma lo stato di tossicomane è
reato, che se vai a vedere manco le prostitute.. La legge Merlin... Questa era la JervolinoVassalli. Tanto è vero che ci fu un referendum nel 1993. Pochissima pubblicità, a parte
Pannella&Co. ma i cittadini l'avevano capita.
Vince il referendum al 54% e abolisce quegli
articoli li, belin. E la cosa resta vacante... ».
SSIT: E poi?
« A Giovanardi lo avevo già detto due anni
fa: è legale la coltivazione secondo le vostre
leggi? Lui mi rispose di no. Allora io gli chiesi:
e allora come mai sono quadruplicate? Voi
fate la guerra ai drogati, non la guerra alla
droga. Perché come guerra alla droga il
fallimento è totale ».
« Mi hanno detto che, per caso, ad una televisione locale hanno domandato al consigliere regionale della Lega Rixi (NDR. Politico
ligure), se collaborasse con Don Gallo. Lui
ha risposto: “ Ma come si fa a collaborare
con Don Gallo che va nelle scuole a dire che
vuole la droga libera?”. Belin è l’unica cosa
svegliava dopo il collasso all’ospedale dicendo “sono ancora viva”, però nel cosciente mi
ha risposto così. Belin ho visto delle cose... ».
il mio amico giornalista. Per esempio hanno
caricato l’assunzione, sempre e soprattutto
all’inizio, come una fase di ritualizzazione.
E perché? Perché nell’analisi approfondita
stava preparando tutto mentre mi dava le
spalle. Belin Paolina, dico, tu sai che c’è l’overdose dietro l’angolo. Lei mi risponde, girandosi di scatto e mi dice: “Magari”. Poi invece si
« Come c'è il governo successivo, sale la coppia Fini-Mantovano, il quale è un magistrato,
e preparano la legge. Poi ci furono degli
scontri fra camerati e i due rompono. In quel
momento si infila Giovanardi. Va a Palermo, a
fine legislatura, se non sbaglio siamo alla fine
del 2006. Lui da Palermo corre a Roma con
questa nuova legge di 120 articoli. Storie che
il Parlamento non ha il tempo e l’avvenire, la
tragedia di tanti giovani che non viene discussa per niente. Perché? Il Parlamento dove tutti
erano interessati alla torta, sta discutendo la
legge sui giochi olimpici di Torino. Allora cosa
fa? Questa legge Fini-Giovanardi, ed è una
vergogna con responsabilità e complicità,
entra nelle legge dei giochi olimpici come
emendamento nell’ambito dell’antidoping.
Ma ti rendi conto? La 685 del 1 gennaio del
1975, cosa mette al centro? La scuola. Ogni
provveditorato, ogni istituto, la legge di Craxi
toglie tutto. Quando a Giovanardi dico, ma
come con la nuova legge potevi rimettere
la scuola al centro? E invece la scuola niente. Con la scuola cosa fanno? Un’assemblea
all’anno. Io queste cose le dico da sempre.
Mai però abbiamo detto liberalizzazione, perché la droga è già libera, ma legalizzazione.
Ci vuole un binario, una legge che consenta
di affrontare il problema perché siamo veramente in una strage...».
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uno strumento sempre pronto per chi vuole
tenere la bussola del movimento per la legalizzazione della nostra amata pianta!
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LETTERE DAI LETTORI
Lettere dai lettori
Attenzione lettori
italiani!
Salve a tutti, vi allego le foto delle mie bimbe: la Caramelo ancora nel vaso e la seconda Ak-47 (Sensi Seeds) già in essiccazione,
in mano della mia bellissima ragazza che ringrazio per le foto! Sono al secondo ciclo indoor con una 150W hps in un grow
60x60x140, entrambe le piante non autofiorenti, ho decido di applicare lo scrog in quanto al primo ciclo erano esplose in altezza! Come fertilizzanti ho utilizzato tutto della Plagron: Terra Grow per la crescita, Alga bloom in fioritura e il booster additive nella
fase centrale della fioritura. Spero vi piacciano. Tanti saluti, buona coltivazione e complimenti davvero per la rivista!
CHRISTIAN
Ciao Christian! Grazie per la foto innanzitutto. Hai operato benissimo, uno scrog è quello che serve negli spazi piccoli come il tuo. Anche la
scelta genetica ci piace, la AK è sempre una piacevole sorpresa da tenere in growbox. Continua così!
Questo è il nostro raccolto di Critical di
Royal Queen Seeds cosa vi sembra?
Un saluto e continuate così! Keep
growing, verdi saluti!!!
CARLITO'S GREEN CREW
Carlito sei un gran bravo grower, si
vede chiaramente la tua intenzione di
crescere mostri straproduttivi, data la
grandezza del vaso. Inoltre quel riflettore ad ala di gabbiano e quel ventilatore a clip ci fanno pensare ad un professionista delle growbox. Continua
così, magari la prossima volta cerca
su seedfinder.eu quale strain e quale
seedbank è meglio per te.
Amici di Soft Secrets,
vi mando le foto della mia bellissima ragazza e 3 delle nostre piantine di Kady Kush
by Reserva Privada cresciute inizialmente con 250W CFL e fiorite sotto 400W HPS
spettro rosso e fertilizzate solo con melassa inglese (durante la fioritura). 100% bio!
Che dire? Ottime piante, crescono senza problemi e sono molto resistenti a muffe
e insetti, e ripagano le tue cure con una quantità di resina impressionante, cime
molto pesanti e profumate.
Dopo i primi 2 tiri, carichi
di sapore dolcissimo e con
note di Diesel (la genetica
è Og.kush x Trainwreck),
già si sente la sua predominanza indica, con uno stone
incredibile che dura molto
a lungo!
Sperando di essere "ricompensato" per gli sforzi con
dei semi da far crescere con
cura, vi mando un saluto,
keep on growing brothers!
G.
Grande bro! La tua coltivazione ci piace perché hai scelto
il bio. Queste sono piante
cresciute in maniera biologica e nonostante si veda
che hanno sofferto un'ipossia
radicale, possiamo solo invidiarti per il sapore organico
che sentirai fumandola. Keep
growing bio!
Volete vincere semi FEMMINIZZATI di
DINAFEM? Mandateci una fotografia della
vostra stanza di coltura o della vostra
miglior pianta di cannabis, dove si veda
chiaramente una copia di Soft Secrets.
DINAFEM vi manderà una confezione da
3 semi femminizzati. Se nella fotografia
dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie o ragazza che indossano
un micro bikini sexy o dell’intimo molto
allettante, riceverete una confezione 2 x
3 di semi femminizzati. La fotografia del
mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi
femminizzati di prima qualità! Il tutto è un
omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM!
Mandate le vostre fotografie via e-mail a
[email protected] o mandatele alla nostra
PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà
gestito con la massima discrezione. Non
pubblichiamo foto sfocate e non ci piacciono le fotografie di piante in fase vegetativa.
Vogliamo vedere grosse cime e belle donne!
Buona fortuna!
E-mail: [email protected]
7
L'indirizzo non è specificato perché non vogliamo nessun seme o premio ma solo
la nostra foto pubblicata dalla vostra stupenda rivista. Purtroppo ci siamo dimenticati di inserire la pagina del vostro giornale nella foto, quindi l'abbiamo aggiunta
a computer... Vi posso assicurare che delle cime così dure si fanno fatica a trovare
anche ad Amsterdam! Saluti & Grazie
ANONIMO
Saluti dalle mie Signore
A.
Ma che belle signore! Peccato che si veda poco di entrambe… Mi raccomando evitate sempre di tenere la corrente sotto la linea dell’acqua! Togliete subito quella tripla presa da terra!
Elettricità e acqua assieme non si sposano bene. Buonissimi fiori e date un occhio su google
per migliorarvi sempre!
ANONIMA
Ma che bella
infiorescenza!
Non ci hai detto
però niente sul tuo
setup e a vederla
così possiamo solo
esser felici per voi
due: chissà che
fumate profumate!
A presto e grazie
ancora per la foto.
Ciao Anonimo, hai una foto che è una medaglia. Cioè da un lato possiamo vedere
4000 W di potenza ben impiegata su un mare di mazar che stanno benissimo.
Dall’altro però c’è un intruso senza tette nella coltivazione… Continua a pensare alle
cime dure, le donne ce le mette Amsterdam. Continuate così, buoni fiori!
Ciao a tutti,
questa è la mia White Widow
autofiorente della Dinafem alla
penultima settimana di fioritura, ho
utilizzato una lampada HPS agro
da 400W con terriccio Bio-bizz e
fertilizzante Canna Flores per la fase
di fioritura. Purtroppo ho soltanto
questa donna, accontentatevi!
ANTONIO
Grande Antonio! Anche se è l’unica
donna che hai possiamo dire che le
sai trattare veramente bene. Hai un
setup molto interessante, orientato
alla coltivazione biologica che sai ci
piace moltissimo.L'unico consiglio
che ci sentiamo di darti è quello di
allargare il vaso, usane uno da almeno 11 litri. Continua così, buon’estate!
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FLASH PRODOTTI
DUTCH PASSION SOSTIENE I VAPORIZZATORI
ONA CRUMBLE ALLA MELA
C’è sempre più sostegno per i vaporizzatori, come alternativa sana al fumo di erba. Dutch
Passion ha spiegato come sia rimasta colpita dai progressi recenti raggiunti a livello
di qualità e performance dei vaporizzatori
portatili. Non si tratta solo di vaporizzatori
‘senza fumo’ e più sani, ma grazie a questa
soluzione consentono ai fan della cannabis
di utilizzare il fumo in maniera più efficiente.
Chi è passato ai vaporizzatori dice spesso
che l’erba dura il doppio rispetto a quanto
non avvenga fumando canne. Un altro vantaggio del vaporizzatore rispetto alla canna
è il fattore invisibilità. Si può infatti usare un
vaporizzatore e nessuno di chi vi circonda
sentirà alcun odore. Una canna si sente da
lontano. Per alcuni coltivatori che si convertono al vaporizzatore potrebbe essere una buona soluzione per avere discrezione con i vicini.
Prodotto: “ONA Crumble alla mela”. Descrizione: “ONA Crumble alla
mela” è ora disponibile dai grossisti di Easy Grow e sta andando a
ruba! Presentiamo la nuova essenza della nuovissima Serie ONA
Black Label, che usa la stessa formula unica come gli altri profumi
comprovati e conserva le sue eccellenti capacità di neutralizzazione
degli odori, con il nuovo gradevole
odore di mela. ONA agisce tramite
la naturale evaporazione e quando le particelle di ONA entrano in
contatto con le molecole di qualsiasi odore, si legano fisicamente
ad esse, rendendole nulle ed inerti,
tenendo fuori l’odore indesiderato.
Non tossico, ecologico, sicuro da
usare in ambienti con persone, animali domestici e piante.
L’originale e miglior neutralizzatore di odori nelle industrie idroponiche, mai superato..solo malamente copiato.
I visitatori del sito di Dutch Passion possono acquistare i vaporizzatori Da Vinci o Whispr che vengono forniti con il Pro-grinder Dutch Passion. La maggior parte dei centri di giardinaggio e tutti i
distributori più importanti offrono un’ampia gamma di vaporizzatori, fra cui il Da Vinci e il Whispr.
Dutch Passion non vende i vaporizzatori ai negozi e ai distributori, ma li offre solo ai clienti del
sito www.dutch-passion.nl
ALGA GROW AND ALGA BLOOM - BASIC NUTRIENT
www.easy-grow.co.uk/ona
Fertilizzante biologico a base di alghe per la fase di crescita e fioritura
DUTCH PASSION ANNUNCIA IL RITORNO
DELLA BLUE VELVET
Alga Grow e Alga Bloom: due fertilizzanti che insieme garantiscono un raccolto maggiore e un
gusto migliore. Un elemento essenziale per entrambi i prodotti sono le alghe marine. Le alghe
marine contengono vitamine, amminoacidi, fermenti e ormoni naturali che aumentano la
fertilità del suolo e stimolano lo sviluppo
della pianta.
Dutch Passion ha rilanciato la Blue Velvet, la varietà sorella della famosa Blueberry. La Blue Velvet è stata prodotta per la prima volta negli
anni Novanta, quando Dutch Passion e DJ Short hanno collaborato sul
famoso progetto
Blueberry.
Le alghe marine assicurano una vita stabilmente sana del suolo. La tua crescita prospererà in maniera naturale. Le
alghe marine sono in grado di accumulare elementi nutrienti e renderli disponibili per la pianta quando necessario.
Aggiungendo le alghe marine a Alga
Grow e Alga Bloom, la pianta riceve il
nutrimento necessario per una crescita e
fioritura sana e robusta.
La Blue Velvet è
una varietà metà
indica metà sativa,
sebbene sia l’indica la parte che
tende a esprimersi
più chiaramente
producendo piante corte, solide e
produttive
che
spesso rimangono
alte circa 60-70
cm. In outdoor, in
buone condizioni,
può diventare più
alta, raggiungendo fino a 2 metri.
Ha un chiaro sapore fruttato con un
forte effetto fisico
e spesso produce
un’evidente
colorazione blue
e viola a livello di
foglie e di cime.
Quando la si fuma
si dice che sia
molto forte, sebbene delicata come il velluto, ragion per cui porta questo nome.
Alga Grow e Alga Bloom sono dei fertilizzanti biologici creati appositamente per la coltivazione nel terreno. Alga Grow è utilizzato durante la fase di crescita della pianta. Questo fertilizzante biologico assicura una crescita sana e regolare ed una formazione forte delle radici. Puoi
utilizzare Alga Bloom durante la fase di fioritura della tua pianta. Alga Bloom assicura delle
piante sane e robuste oltre che una ricca fioritura.
Vantaggi di Alga Grow e Alga Bloom:
t0SNPOJOBUVSBMJEFMMBDSFTDJUBFGJP
ritura per rese elevate.
t4UJNPMBMBQSPEV[JPOFEJDMPSPGJMMB
t'PSOJTDFQSPUF[JPOFDPOUSPDPODFO
trazioni elevate di sali e muffe.
t1VÛ FTTFSF VUJMJ[[BUP BODIF DPNF
fertilizzante fogliare
Per ottenere il miglior risultato utilizzare Alga Grow e Alga Bloom in
combinazione con altri prodotti della
gamma 100% BIO grow style. Questo
è lo stile di crescita perfetto per i coltivatori inesperti e patiti. Con un minimo sforzo
otterrai un prodotto finale dal gusto intenso.
Hai ancora delle domande? [email protected]
Per informazioni aggiuntive relative a Alga Grow, Alga Bloom e agli altri prodotti,
www.plagron.com
La Blue Velvet è un’attenta combinazione della pazzesca chocolate
Thai, di una Oxacan messicana e di una speciale Indica afgana. La
selezione è stata fata con semi di banche di 20 anni, frutto del lavoro
originario sulla Blueberry/Blue Velvet.
www.dutch-passion.nl
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28€
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25€
23€
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10
SPECIALE VARIETÀ 2013
12 varietà facili da coltivare
Skunk#1 di Sensi Seeds. Apre la classifica della signorina del 2013, un classico.
La Skunk #1 è l’ibrido con più influenza
nella storia della cannabis. pianta molto
vigorosa, cresce quasi da sola sopportando insetti infestanti e inconvenienti.
Lunghi rami con fiori ricoperti di abbondante resina.
Cheeskaberry di Venus Seeds. Fioritura
rapida, facile da concimare e resistente a
insetti infestanti e muffe.
Early Widow di Advanced Seeds. White
Widow in versione precoce. Classico per
chi vuole un raccolto rapido con molta
resina. Il suo vigore la rende una pianta
molto facile da coltivare in outdoor.
Easy Bud di Royal Queen Seeds.
Autofiorente della vecchia scuola,
migliorata, offre un vigore incredibile e
molta rapidità.
Soria Pura di Huerta Urbana Seeds
AutoMazar di Dutch Passion. La Mazar
è sempre stata facile da coltivare, il che
s’incrementa nella versione autofiorente. Generosa produzione di cime con
sapore di hashish di buona qualità.
Deimos di Buddha Seeds. La signorina
del 2012 è un classico delle autofiorenti, con una buona produzione senza
complicazioni come garanzia primaria.
Effetto gradevole e rilassante.
Superskunk di Vision Seeds. Cresce con
molta forza e produce cime odorose e
dolci. Estremamente resistente agli errori, per cui è consigliata per i principianti.
Wappa di Paradise Seeds. Raccolto di
cime dolci in poco tempo. Indica robusta dall’effetto rilassante.
Timanfaya di VIP Seeds. Incrocio di Big
Devil 2# e Northern Lights, questa varie-
tà auto è veloce e facile da coltivare
e raggiunge dimensioni generose con
una buona produzione. Perfetta per i
principianti di tutto il mondo.
Criminal Jack di Biohazard Seeds. Non
richiede molta nutrizione ed è adatta
per i coltivatori principianti, ma anche
per quelli navigati che ameranno la sua
potenza e i suoi aromi.
Power Skunk di Kannabia Seeds. Puro
potere Skunk, una pianta da battaglia
adatta a tutti i coltivatori, in cui si uniscono la forza della Skunk e l’effetto
definito della Black Domina.
Ganja Selecta
Facile coltivazione
Skunk #1 - Sensi Seeds
Cheeskaberry - Venus Genetics
Early widow - Advanced Seeds
Easy Bud - Royal Queen Seeds
AutoMazar - Dutch Passion
Deimos - Buddha Seeds
Superskunk - Vision Seeds
Wappa - Paradise Seeds
Timanfaya - VIP Seeds
Criminal Jack - Biohazard Seeds
Power Skunk - Kannabia Seeds
Soria Pura - Huerta Urbana Seeds
Soria Pura di Huerta Urbana Seeds.
Incrocio di Afgana e Skunk acclimatato
alla coltura in altezza, per cui resiste
bene al freddo. Pianta vigorosa e facile da coltivare. Cime dense e molto
odorose.
Wappa di Paradise Seeds. Foto: GBI
Deimos di Buddha Seeds
ECCO UNA
PIANTAGIONE
ALLA MODA...
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WORLD CANNABIS
NEGLI USA IL PROIBIZIONISMO NON INTENDE CEDERE
Provaci ancora SAM
In questi ultimi mesi negli USA, anche per effetto del cambio di atteggiamento dei media e dell'elettorato,
si è aperta la questione della regolamentazione del mercato della cannabis. In Colorado sarà lo stesso
governatore ad applicare la volontà popolare espressa dagli elettori con la proposition 64 che autorizza
chi ha compiuto 21 anni a coltivare 6 piante per uso personale, a detenere 28 grammi di infiorescenze e un
albo di coltivatori professionisti. Avendo istituito un mercato legale, si pone già il problema dei cani della
polizia costretti a riciclarsi o ad emigrare. I segugi di zio Sam sembrano asserragliati anch'essi in un canile
di Enrico Fletzer
alla ricerca continua di un osso da rodere e sempre esposti alle critiche.
Non mancano le preoccupazioni di tutti
i soggetti in causa, mentre impazzano le
campagne scatenate dagli ultimi moicani
del progetto SAM, acronimo per Smart
Approaches to Marijuana, un'associazione
ultra-proibizionista che contrasta apertamente il nuovo corso espresso dai referendum dello scorso novembre ma che di
“smart” ha davvero ben poco.
Su questo punto si nota la differenza con
l'Italia perché qui i media forniscono informazioni ogni giorno più accurate sull'argomento. Sarà che agli americani non
piacciono i furbi ma quello che frega
quelli di SAM è il fatto di essere un disco
ormai rotto, con argomenti molto simili
a quelli del nostro DPA. Anche perché
la scuola e gli istruttori sono entrambi
made in USA. Per SAM la battaglia contro
la legalizzazione è una questione di vita
o di morte. Vale dunque impegnarsi con
tutti gli sforzi in battaglie di retroguardia
ancora ben foraggiate.
Gli argomenti pseudoscientifici addotti
sono quasi sempre gli stessi dalla teoria
del passaggio dalla canapa all'eroina,
alla presunta aumentata potenza
della cannabis con la conseguente
capacità della stessa di slatentizzare
psicosi (con la conseguente esplosione
di follia tra gli adolescenti). Un atteggiamento che omette sempre e comunque
il nesso tra effetti acuti/cronici ed effetti
sociali delle sostanze legali ed illegali,
favorendo mafie di ogni genere e la
proliferazione incontrollata di
voci che sono tutto il contrario della tanto decantata evidenza scientifica. Contraddizioni
talmente evidenti da attirare
le attenzioni del
giornalista indipendente Mike Riggs, che
ha analizzato da vicino le argomentazioni
di Kevin Sabet (principale ambasciatore
di SAM, ex consigliere di Bush ed Obama)
che durante un comizio in Ohio aveva
affermato come il 90% dei pazienti che
usano cannabis negli USA non abbia né
il cancro né il glaucoma. Al quotidiano
Columbus Dispatch, lo stesso Sabet aveva
riferito: “Solo il 5% di quelli che la ricevono presentano dei problemi medici seri”,
sostenendo che le cure per le quali la
marijuana era generalmente prescritta
fossero il mal di testa e lo stress.
E così la quasi totalità di queste persone
non sarebbero gravemente ammalate?
Magari stanno bluffano con la scusa dello
stress e del piede d'atleta? Pare pensarla
così anche l'altro fondatore di SAM, Patrick
Kennedy che aveva poco prima fatto sapere alla stampa come “l'80% di chi ne ha
fatto richiesta non ha né il cancro, né il
Parkinson né il glaucoma. Non hanno nulla
che possa esser in qualche modo riconducibile all'utilizzo della marijuana medica”.
Fossero così le cose – scrive Riggs – allora
sarebbe l' 80 % dei pazienti a bluffare e non
il 90% o il 95%.
Sabet e Kennedy saranno pure dei furbi
ma sono deboli con le cifre, tanto che lo
stesso Sabet ha riferito a Salon come “la
marijuana di oggi risulta dieci volte più
potente di quella degli anni '60”, mentre
dall'altra riferiva all'Huffington Post come
la stessa fosse “da cinque a sei volte più
potente ed efficace” rispetto ai tempi di
Woodstock, per poi finire a scrivere in un
editoriale di suo pugno che si sarebbe
trattato di una erba solo “4-5 volte” più
potente. Per Riggs non ci sarebbe nulla di
male a dissentire tra persone di opinioni
contrastanti ma il problema con questi
personaggi è che risulta “ancora più difficile di quanto dovrebbe discutere di politica
delle droghe con interlocutori che ogni
volta che si presentano alle discussioni
con degli elementi sempre discordanti”.
Ma non c'è due senza tre, perché il progetto Smart Approaching to Marijuana
ha raccolto un altro personaggio che la
spara ancora più grossa. È il dr. Christian
Thurstone, che è riuscito a sostenere
come i consumatori potrebbero cominciare a voler utilizzare la cannabis in
vena, piuttosto che mangiarla o fumarla.
Forse gli hanno riferito che in Italia un tal
Gianfranco Fini ha affermato che tutte
le droghe sono uguali e che quindi le
modalità di assunzione o i prezzi dovevano esser anch'essi uguali...
“Pare che la gente cerchi sempre di più
di avere uno sballo sempre più profondo,
manifestando una crescente dipendenza
alla marijuana. – ha affermato questo direttore sanitario di Denver – Io mi preoccupo
che questo potrebbe essere un prossimo
passo verso l'iniezione delTHC. La gente
che inizia con le pillole può gradualmente
iniziare a sniffare o a fumare eroina e poi a
iniettarla. È solo un altro modo per avere
uno sballo più intenso perché iniettata raggiunge il cervello piuttosto rapidamente”.
Thurstone conclude il suo articolo "Higher
and Higher" – traducibile con un laconico
Sempre più sballati – affermando : "È ragionevole ora interrogarsi su quanto bisognerà aspettare prima di vedere un uso iniettivo del THC, specialmente se
verrà legalizzata la marijuana”.
Eppure è lo stesso Thurstone
ad ammettere come nessuno
dei suoi pazienti abbia mai
fatto una cosa del genere: “Io
non l'ho visto dal punto di vista
clinico – afferma il medico – e
non l'ho trovato descritto se
non in studi di ricerca, che
sostengono come sia possibile ricavare una forma
iniettabile di marijuana.
Io non so esattamente
come fare la preparazione per essere
onesto, e non so
come
differisca lo stato
di ebbrezza.
Posso fare solo
delle ipotesi”.
PER SMART
APPROACHES TO
MARIJUANA LA
BATTAGLIA CONTRO
LA LEGALIZZAZIONE
È UNA QUESTIONE
DI VITA O DI MORTE
Insomma,
la
madre dei cretini
è sempre incinta ma di una
cosa possiamo esser sicuri: gli esponenti
di SAM stanno perdendo ogni forma di
pudore. Ne va della loro testa e dei loro
lucrosi incarichi tra Washington, New
York,Vienna e pure Roma. Sempre che
glielo permettano.
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ESTRAZIONE
Dal BHO al Budder
Grazie ai ragazzi di Growland, che ci aprono le porte per condividere con noi le loro esperienze e
conoscenze, impareremo a fare un'estrazione di cannabinoidi con il butano. Growland è un fioraio
specializzato, cioè un grow shop, nato a Madrid con l'intento di portare qualcosa di positivo alla
comunità della cannabis. Questi ragazzi si sono specializzati in estrazioni, e insegnano quello che
sanno a chiunque voglia imparare. E non parliamo delle classiche estrazioni di polline con ghiaccio o
a secco, né della tecnica moderna del NitroHash.... ci riferiamo a oli puri di cannabis, una delizia per
Miky Pérez
il palato, un high da pazzi e un effetto medicinale impareggiabile.
Lo raccogliamo tutto per
In sintesi, il BHO (Olio Butano Hash),
o miele di cannabis, è un'estrazione
di cannabinoidi che si compie facendo scorrere il butano attraverso la
marijuana. Il liquido che fuoriesce al
mescolarsi dei componenti, quando
il gas è evaporato, lascia un residuo
che, raffreddato, si rompe come un
vetro fragilissimo mentre, quando è
caldo, è identico al miele (per colore,
sostanza e densità) – da questo deriva
il suo nome.
Questo “miele” è molto popolare negli
Stati Uniti, in Olanda e in Canada,
sia nelle cerchie più sibarite che, e
sopratutto, fra gli utenti medicinali. Per i consumatori esclusivamente
medicinali, questi oli sono molti utili
perché si possono diluire con altri
oli (per esempio, l'olio d'oliva), che
rende molto più semplice adattare la
dose per ogni paziente in modo che
si ottengano solo gli effetti desiderati,
evitando altri effetti psicoattivi (come
le allucinazioni). Inoltre, si tratta di un
materiale facilmente trasportabile, di
cui sono necessarie quantità molto
basse data l'alta concentrazione di
cannabinoidi.
Cosa ci serve?
Per fare un'estrazione perfetta senza
lasciare alcun residuo o resti di gas, i
ragazzi di Growland ci consigliano di
usare materiali di buona qualità; si riferiscono non tanto alla materia prima
quanto agli strumenti da usare.
Per quest'estrazione di BHO abbiamo
utilizzato i seguenti strumenti: un tubo
in acciaio, - che può anche essere in
un altro materiale, o persino in acciaio
Cantina con tutto il necessario
chirurgico, ma per quanto riguarda il
rapporto qualità/prezzo il consiglio di
Growland è usare l'acciaio (dal diametro o la lunghezza invece dipendono
solo la quantità di erba e butano da
usare); un pezzo di rete in acciaio da
50 micron che ricopra un'estremità del
tubo e qualche tipo di presa per fissarla (non bisogna mai usare un elastico
perché il butano lo scioglie); un tappo
in gomma con un'apertura al centro
per il diametro del tubo; gas butano –
la cosa più semplice è usare le bombolette di gas per ricaricare gli accendini
(la qualità dell'estrazione dipende dal
gas che usiamo); due pentole da cucina per fare un bagnomaria, quindi una
deve poter contenere l'altro (l'ideale
sarebbe usare pentole in vetro); dei
coltelli o cutter per poter raccogliere
l'olio in maniera facile e pulita.
ché entra!) nel tubo, lo tappiamo e lo
lasciamo per un'ora nel congelatore.
Se il tubo è in metallo, è indispensabile usare guanti o stracci per tenerlo, dopo averlo raffreddato e durante
l'estrazione. Scaldiamo l'acqua fino a
ebollizione per il bagnomaria con le
pentole in vetro; quando sono calde
e posizionate correttamente, iniziamo
l'estrazione.
Fin qui abbiamo visto il materiale di
base necessario per effettuare un'estrazione di buona qualità ma, come
abbiamo già detto, impareremo anche
come si fa il budder, quindi servono
anche degli strumenti per la pulizia. Si
tratta di una piccola pompa da vuoto
collegata a un essiccatore e una piastra di Petri (un piattino scientifico in
vetro) sulla quale porre l'estrazione
da pulire.
Colleghiamo la bomboletta del gas
con la bocchetta corrispondente al
tappo di gomma del tubo e indirizziamo l'altra estremità ai contenitori del bagnomaria. Il passo successivo andrebbe fatto all'aria aperta.
Stringendo il contenitore, il gas si libera e inizia a scorrere attraverso l'erba;
dopo pochi secondi inizia a uscire un
liquido marrone. Mentre esce il gas
liquido con i cannabinoidi, dipingiamo
la superficie della pentola, scaricando
l'estrazione in maniera uniforme. È
meglio farlo in due volte; usiamo metà
contenitore, aspettiamo un paio di
minuti e poi ripetiamo il procedimento. Se abbiamo usato quantità grandi
di marijuana, dovremo usare più gas.
La proporzione è all'incirca il doppio
del gas rispetto alla quantità di erba
usata. Ed ecco pronta l'estrazione,
resta solo da rimuovere il gas.
Il processo d'estrazione
Budder
Ora la materia prima e tutti i materiali
sono preparati e pronti. Non importa
che l'erba che usiamo sia composta
da bud di primissima qualità (anche se
migliore è, meglio viene l'estrazione);
si possono usare anche i resti o i ritagli secchi delle nostre piante. Senza
pressarla troppo, mettiamo l'erba (fin-
Di solito la gente non ha una pompa
da vuoto o un essiccatore in casa,
quindi di solito si rimuove il gas forando le bolle di gas e rastrellando l'estrazione con uno stuzzicadenti. Poi
lo raccogliamo tutto con un coltello
e lo stendiamo nella piastra di Petri.
Con tutto il “burro” unto, mettiamo la
Dipingendo la superficie con gas e cannabinoidi
stenderlo nella piastra di Petri
L'estrazione che si gonfia
nell'essiccatore
BHO di alta qualità pronto
per il consumo
piastra al centro dell'essiccatore, chiudiamo, la colleghiamo alla pompa da
vuoto e accendiamo. Quello che succede adesso è davvero sorprendente; tutta l'estrazione inizia a gonfiarsi,
trasformandosi in una spugna, per poi
riabbassarsi.
Questo è il gas che si separa dai cannabinoidi. Il processo si può ripetere
a piacimento; basta mettere la piastra nelle pentole calde e, ogni volta
che voliamo, metterla nuovamente
nell'essiccatore. Possiamo ripetere il
processo fino a cinque volte prima di
considerarla “pronta per il consumo”. Il
risultato è un'estrazione di primissima
qualità, un autentico BHO totalmente
ripulito dal gas e con una concentrazione di THC tra il 60% e il 70%.
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Il budder da vicino
Come tocco finale all'articolo precedente, dove abbiamo visto come
pulire il BHO con una pompa da vuoto per ottenere il Budder; adesso
vi forniamo una serie di fotografie del suddetto processo, scattate dal
team di Grow / Ripper Seeds. Fate attenzione a come si gonfia l'olio
La Grow – Ripper Seeds
dopo la purga a vuoto..
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SPECIALE VARIETÀ 2013
12 varietà nuove
F1 Fast Version di Sweet Seeds. Apriamo
questa classifica con una linea intera di
varietà, perché l’occasione è propizia.
Sweet Seeds presenta le Fast, versioni
inserite nel loro catalogo, con raccolto
anticipato di una o due settimane. Questa
stagione inizia con la versione Fast di
quattro classici: Green Poison F1 Fast
Version, Cream Caramel F1 Fast Version,
Sweet Special F1 Fast Version e Sweet
Cheese F1 Fast Version.
Serious6 di Serious Seeds. Un’altra novità molto importante è che finalmente
Serious Seeds ha lanciato un’altra varietà.
Sativa dal raccolto molto rapido, ideale
per la coltura outdoor, poiché è vigorosa
e resiste ai problemi.
Kush’n’Cheese di Dinafem. Kush che unisce il famoso aroma Cheese e ne aumenta
la produzione. Unisce due dei sapori più
noti al mondo ai risultati deliziosi che
faranno salivare le papille gustative. Alta
potenza ed effetto duraturo.
Canadian Kush di Medical Seeds. Senza
dubbio i sapori Kush saranno molto presenti questa stagione. Questa varietà unisce una Purple Kush della California e
una Special K del Canada. Foglie corte e
larghe, molto in stile Indica. Cime dense
e ricoperte di resina. Aroma terroso, con
presenza di uva e pino.
Le varietà officinali con un rapporto 1 a 1
di CBD e THC sono una delle novità che
cominceranno a diffondersi. Dance World
di Royal Queen Seeds è l’incrocio di due
fenotipi di Dancehall, varietà a elevato
contenuto di THC e CBD, per cui è considerato estremamente officinale. Altezza
media e raccolto rapido.
Alpujarreña di Pyramid Seeds. Arriva sul
mercato una varietà Underground, selezionata nel sud della Spagna da una tribù
hippie che la coltiva da decenni. Molto
resistente e con raccolto rapido, ideale per
la coltura outdoor.
Toxic di Ripper Seeds. L’incrocio di
Amnesia Haze e Critical è un’altra delle
mode del 2013. Ripper Seeds ha fatto un
Novità
Ganja Selecta
buon lavoro, con un ibrido equilibrato che
mantiene il carattere di Sativa, ma con un
sapore molto dolce e fruttato. Cime grosse e con molti tricomi.
Big Trip di Family Ganjah Seeds Bank.
All’inizio è stata incrociata una selezione
di Somango e una selezione di Northern
Lights. Sono stati scelti due esemplari con
un intenso odore di formaggio, sfumature
violacee ed elevata produzione. Sono stati
incrociati, ottenendo la generazione F2. Di
queste sono state selezionate 4 piante che
di cui è stato fatto un back-crossing con la
Somango P1. Questa è la linea Big Grip: un
vero e proprio viaggio per i sensi!
Black Sakan di Sakan Seeds. Incrocio
di Sativa Brasiliana e Afgana, sviluppa
piante alte, cime grandi e dense, con
aroma intenso, molta resina ed effetto
rilassante.
Nortikal di Gualuka. Essenza pura di
Skunk, con un sapore che piace e convince, essendo dolce, fruttato e con
accenti agrumati. Mantiene anche la
F1 Fast Version - Sweet Seeds
Serious6 - Serious Seeds
Kush’n’Cheese - Dinafem
Canadian Kush - Medical Seeds
Dance World - Royal Queen Seeds
Alpujarreña - Pyramid Seeds
Toxic - Ripper Seeds
Big Trip - Family Ganjah Seeds Bank
Black Sakan - Sakan Seeds
Nortikal - Gualuka
La Turca - GreenHand Genetics
Pineapple Sativa - Kera Seeds
forza classica della Skunk, con grandi
gruppi di fiori, molto odorosi.
La Turca. GreenHand Genetics è una
nuova banca creata da esperti coltivatori
e collezionisti di genetiche. La Turca sarà
una delle stelle, una pianta molto potente
che vale la pena provare.
Pineapple Sativa di Kera Seeds. Incrocio
di una Sativa californiana con un intenso
sapore di ananas e un’europea molto dolce.
Nell’ibrido finale predomina il gusto fruttato, un effetto molto gradevole e stimolante.
Alpujarreña di Pyramid Seeds
Big Trip di Family Ganjah Seeds Bank
Black Sakan di Sakan Seeds
Kush’n’Cheese di Dinafem
Pineapple Sativa di Kera Seeds
La Turca di GreenHand Genetics
Nortikal di Gualuka
Serious6 di Serious Seeds
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OUTDOOR FOR DUMMIES
Il raccolto
Corso di cannabicoltura
per principianti IV
Quando si danno il cambio estate e autunno, si avvicina il traguardo della maratona annuale dei coltivatori. Ora che s’intravede l’arrivo, è importante mantenere il ritmo sostenuto. Bisogna
addirittura dare un colpo d’acceleratore, mettere tutte le energie
rimaste nell’ultimo sprint, perché abbassare la guardia può portare, dopo così tante bracciate a nuoto, a morire sulla riva.
Raccogliere al momento giusto, curare,
essiccare e immagazzinare sono gli ultimi
passaggi della nostra lunga corsa di fondo.
Se si sbaglia, si possono rovinare i livelli di
THC, sarà dunque necessario mantenere la
psicoattività del materiale di cui disponiamo durante l’intero processo.
Ultimi giorni
Man mano che diminuiscono le ore di
sole e le piante notano che si avvicina
l’inverno, queste accelerano il processo di
maturazione e ingrossano i fiori. I germo-
Cima poco matura
gli si uniscono gli uni con gli altri e i rami
si piegano sotto il loro peso. È importante
tenere sotto controllo le piante, bisogna
legare i rami deboli, oltre ad aver pronta una struttura per coprirle in caso di
temporale. Tenete sempre sott’occhio il
tempo per coprire le piante in caso di
pioggia, perché se si bagna il substrato,
nel coprirlo, quando esce il sole, si forma
condensa dovuta all’umidità che comincerà a evaporare. Scrutare il cielo e guardare le previsioni meteorologiche aiutano
a essere preparati all’arrivo del temporale.
Conviene non concimare le piante questi
ultimi giorni, in modo tale che possano assimilare il possibile eccesso che si può essere
formato. Nella coltura in vasi si consiglia di
lavare bene le radici e per questo l’acqua va
somministrata in quantità doppia rispetto
ai litri del substrato, perché deve scorrere
abbondante attraverso i fori di drenaggio,
inizialmente colorata per la presenza dei resti
di fertilizzante e poi più pulita e chiara. I complessi a base di enzimi aiutano a rompere
l’accumulo di sali e a disintossicare la pianta.
Si trovano anche concimi specifici per migliorare il sapore alla fine della fioritura, oltre ad
altri concimi volti ad accelerare di qualche
giorno la fase finale del processo. Fatto sta
che nel periodo finale conviene tenere razionata l’acqua, in modo tale che la pianta riduce
in parte la produzione, ma si concentra maggiormente sulle sue proprietà, come odore,
sapore ed effetto. Naturalmente, nelle zone
più asciutte o in caso di piante invase dal
ragno rosso, non conviene razionare troppo
l’acqua, ma bisogna somministrarne a sufficienza perché la pianta arrivi viva al raccolto.
Quando è già troppo tardi per nebulizzare
o utilizzare insetti predatori, l’unico rimedio
contro il ragno rosso è aumentare l’umidità
per rallentare il suo ciclo vitale.
È importante sorvegliare l’attacco di muffa o
insetti infestanti negli ultimi giorni, in quanto
l’unione di bruchi ed elevata umidità può
diffondere la tanto temuta Botrite fra i fiori. È
già tardi per nebulizzare con BT o per prendere altre misure di controllo, quindi la cosa
migliore è ispezionare la pianta ogni giorno,
per togliere i bruchi a mano ed eliminare i
germogli infetti prima che contagino il resto.
Quando si lavora su germogli ammuffiti,
bisogna trattarli con molta cautela: il procedimento più sicuro è quello di togliere l’intero
rametto, non solo la parte infetta. Tappate
il taglio con pasta da potatura affinché la
ferita non funga da porta d’ingresso per altre
infezioni. Bisogna separare con attenzione
la parte ammuffita e scartarla in pattumiera,
mentre il pezzo sano del germoglio può
essere utilizzato mediante essiccatura rapida:
vi darà un’idea di quali saranno più o meno la
qualità e la potenza del raccolto. Disinfettate
con alcol e con un panno gli strumenti che
entrano a contatto con la muffa.
Scegliere il momento
È normale che il cannabicultore sia impaziente e voglia raccogliere quanto prima, ma
Gruppo di fiori maturo
16
Piante alla fine della fioritura sostenute con corde
estrarre le forbici troppo presto diminuisce
la produzione, oltre ad avere piante con un
contenuto inferiore di cannabinoidi. Bisogna
quindi essere pazienti, oltre che vigilanti.
Alla fine di settembre e all’inizio di ottobre si
raccolgono le Indiche e varietà più precoci,
mentre gli ibridi generalmente sono pronti in
ottobre. Le piante più Sative possono allungare la fioritura fino a novembre, dicembre
o anche oltre, per cui, prima di piantare una
Sativa pura con lunga fioritura, bisogna essere certi che l’area climatica sia adatta, perché
richiederà un autunno mite, senza gelate
o temporali. Bisogna stare attenti a fare in
modo che le luci notturne non interrompano
la fase di buio, perché la pianta ha bisogno di
oscurità continua per la fioritura completa.
È sbagliato raccogliere seguendo le indicazioni riportate nei cataloghi o secondo
i suggerimenti di un altro cannabicultore
che ha già provato la genetica. Questi dati
sono riferimenti generali, ma la realtà è
un’altra. Ogni luogo e ogni pianta è un
caso a se stante. Il metodo più conosciuto
per determinare il momento del raccolto è
quello dei pistilli. I germogli sono composti
di questi filamenti bianchi e man mano che
la pianta matura, lasciano questo immacolato colore bianco e acquisiscono toni scuri.
Quando oltre il 70% degli stessi ha cambiato colore, sarà giunto il momento di raccogliere. Questo metodo è facile da applicare,
ma non è completamente affidabile, dato
che ci sono varietà i cui fiori scuriscono
prima rispetto ad altre, oltre al fatto che
l’influenza del clima può portare a questo
fenomeno prima che sia pronta la pianta.
Il metodo di osservazione dei tricomi è il più
affidabile. Con un microscopio o una lente
d’ingrandimento si tengono sott’occhio i tricomi. Quando la pianta è in fase di fioritura,
i tricomi che emergono hanno la testa trasparente. Quando la pianta comincia a stabilizzarsi, la testa di questi tricomi comincia ad
abbandonare la trasparenza e ad acquisire
un color latte, addirittura ambrato, in alcuni
casi. Quando la metà dei tricomi di un gruppo di fiori passa da color cristallino a color
latte, è giunto il momento in cui è consigliato
raccogliere, sebbene ogni coltivatore debba
adattare questa regola alle proprie esigenze:
da un lato l’impatto del clima e le previsioni
del tempo nei giorni seguenti, dall’altro i
gusti personali. Se si raccoglie una pianta
Coltivazione pronta per il raccolto
prima che sia matura, conterrà meno CBD
e l’effetto sarà più cerebrale, mentre se la si
lascia crescere oltre la maturazione, produrrà
più CBD e sarà più narcotica. Per trovare
il momento più adatto a ogni coltivatore,
non c’è nulla di meglio che raccogliere in
momenti diversi ed essiccare separatamente
i risultati, il che consentirà poi di paragonarli
e decidere quale è il migliore.
Il raccolto
Nelle operazioni di raccolta e cura, è importante disporre di strumenti adatti, affilati
che facciano tagli netti e non che portino a
distruggere i tessuti. Servono forbici per potare robuste, o addirittura una sega per tagliare
il gambo o i rami principali. L’operazione di
cura della cima richiede varie paia di forbici
affilate. Se c’è un’infezione da muffa, conviene
utilizzare un paio di forbici solo per la pulizia
delle parti contaminate. È utile avere alcol
e panni per pulire regolarmente le forbici.
Scegliete modelli comodi, perché dovrete
tenerle in mano per molte ore. Ci sono forbici
di questo tipo con molla interna, che agevolano abbastanza il lavoro. Una confezione di
guanti in lattice usa e getta è fondamentale
per tenere pulite le mani, perché senza protezione, possono finire con l’essere ricoperte
da una vera e propria crosta di resina. Sono
utili anche scatole di plastica o vassoi dove
lasciare le cime prima di farle essiccare.
Il sistema più tradizionale è quello di tagliare
le piante intere e di appenderle a testa in
giù, ma non è obbligatorio farlo così. Dato
che non tutti i fiori maturano allo stesso
tempo, si possono raccogliere a scaglioni.
In questo modo si avvisano i rimanenti che
rimane loro poco tempo per la maturazione,
oltre che permettere loro di avere accesso
alla luce. Un buon metodo è raccogliere
dapprima i gruppi di fiori superiori e lasciare
del tempo in più alle cime inferiori meno
sviluppate. A quanto pare, l’orario in cui il
contenuto di THC è più elevato è l’alba, per
cui si cerca di raccogliere di mattina presto.
La cura consiste nel togliere dai rami le foglie
senza resina. Si comincia dalle foglie più grandi e poi si eliminano quelle a fianco alle cime.
Tagliate le foglie dalla base per non lasciare
sbavature o piccioli. Infine tagliate le punte
delle foglioline ricoperte di resina. A seconda
delle preferenze e delle condizioni climatiche, il coltivatore può scegliere uno stile più
o meno intensivo. L’ideale per il raccolto è
Luogo per l’essiccatura con deumidificatore
Vassoi di essiccatura
lavorare in squadra. In questo caso, conviene
suddividere i compiti, per esempio uno si
occupa di tagliare i rami ed eliminare le foglie
più grandi, altri due le curano, una quarta
persona controlla il tutto alla ricerca d’insetti
infestanti o muffa, oltre ad appendere le cime
nel luogo destinato all’essiccatura. Ci sono
coltivatori che preferiscono curare le piante in
vivo prima di raccoglierle. Alcuni giorni prima
tolgono le foglie più grandi e poi passano alle
piccole. Questo manda alla pianta un segnale
del fatto che si sta avvicinando la fine, il che la
spinge a maturare più velocemente.
Essiccatura
Quando si tagliano le piante, bisogna farle
essiccare affinché i cannabinoidi che con-
tengono diventino psicoattivi. La luce e il
calore degradano il THC, quindi le piante vanno fatte essiccare in un luogo buio,
fresco e arieggiato. La procedura normale
è quella d’improvvisare un luogo per l’essiccatura tendendo delle corde da un lato
all’altro di una stanza, ma si possono usare
anche degli stendini portatili. Appendere
le piante a testa in giù non aumenta la
quantità di THC, sebbene sia abbastanza
comodo e dia al prodotto finale un aspetto
più tondeggiante. Si possono acquistare
vassoi pieghevoli per l’essiccatura, che sono
estremamente facili da montare e trasportare, perfetti per sfruttare lo spazio. Un sistema
per chi vuole un’essiccatura rapida è quello
di mettere questi vassoi in un armadio di
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coltura e di utilizzare un estrattore per creare
corrente d’aria che acceleri il processo.
Cime raccolte precocemente
Procedimento sottovuoto
Conviene usare un termoigrometro per controllare i valori. L’ideale è mantenere l’umidità
attorno al 60%. In caso di eccessi, un deumidificatore può essere d’aiuto per ottenere un
ambiente adatto. Se sono state raccolte le
piante quando sono molto umide o invase
dalla muffa, non c’è dubbio che per assicurarsi il raccolto, bisogna dare un colpo di riscaldamento con aria calda nel luogo destinato
all’essiccatura e una volta eliminato il rischio
che la muffa si espanda, va tolto il riscaldamento e rallentata la fase finale del processo, in modo tale che si elimini la clorofilla.
Conviene usare un ventilatore a bassa potenza nel luogo dell’essiccatura per creare una
piccola corrente che muova l’aria all’interno,
senza impattare direttamente sulle cime.
Il momento ideale oscilla fra due e tre settimane. Alla fine la pianta deve aver perso tre
quarti del suo peso. Se si fa essiccare troppo
rapidamente, la clorofilla rimane intrappolata nei tessuti vegetali e di conseguenza
avrà sapore di foraggio anche mesi dopo il
raccolto, mentre un’eccessiva lentezza porta
le cime a marcire. Se il luogo d’essiccatura è
caldo e con poca umidità, la sfida è quella di
ottenere un’essiccatura lenta. Appendere le
piante intere o con la maggior parte delle
foglie è una buona soluzione per amministrare bene il tempo. In aree umide, il problema è che ci mettono molto a essiccare e
in questi casi conviene spezzettare al massimo i rami e fare una cura profonda. Attenti
alle cime molto grosse, perché all’interno si
può nascondere muffa.
Conviene essiccare separatamente le varie
parti della pianta. Le foglie grandi sono adatte alla cucina, mentre le piccole danno un
eccellente hashish. Le cime principali sono
quelle con il maggior effetto, mentre quelle
inferiori hanno meno potenza.
Immagazzinamento del raccolto
Anche se sembrano asciutti in superficie,
i fiori sono umidi all’interno, per cui bisogna aspettare che l’essiccatura sia uniforme
prima di completare il processo. Se non si
vuole curare l’erba, basta aspettare che i
gambi sottili siano ben croccanti, perché
questo è il segnale che sono finalmente
essiccati. Si deve dare un ultimo spintone
e la si conserva nei recipienti finali. Bisogna
aprire regolarmente questi contenitori per
verificare che vada tutto bene, soprattutto
all’inizio. Verificate che le cime non abbiano
preso umidità e se così fosse, toglietele dai
contenitori e fatele essiccare un po’ prima di
rimetterle negli stessi.
Per chi è ansioso di provare il raccolto, ci sono
metodi di essiccatura rapida, anche se non
sono consigliabili, perché ne risente il gusto e
si degrada una parte del THC. Ad ogni modo,
se il desiderio di un raccolto rapido è forte, si
può fare una prima essiccatura con vari sistemi. Il gel di silicio assorbe l’umidità. Mettete in
un recipiente uno strato di gel di silicio, carta
assorbente e poche cime. È anche possibile
usare il forno un po’ aperto, somministrando
in varie fasi una quantità moderata di calore.
Con un deumidificatore ci vogliono al massimo due giorni, ma in questo caso quello che
fumerete sarà migliore rispetto a quanto non
otterreste con i metodi rapidi.
Cura e conservazione
La cura è una sorta di fermentazione controllata, nella quale i sapori si condensano e il gusto si addolcisce. Per procedere
alla cura, si rallenta l’essiccatura delle cime
appena prima della fine. Per questo si mettono nel luogo di essiccatura in scatoloni
di cartone o contenitori in legno, come
quelli che si regalano a Natale, che sono una
risorsa molto utile in questo caso. Dopo un
periodo intermedio, si conclude la cura in
contenitori a tenuta stagna se i fiori sono
un po’ più umidi, questo processo è più fine
dell’essiccatura rapida, richiede attenzione e
una buona mano per il coltivatore.
La marihuana asciutta o curata deve essere
conservata in contenitori a tenuta stagna
e opachi, che la proteggano dalla luce, dal
calore e dall’aria. La plastica ha la fama di
degradare il THC, per cui in genere si usano
contenitori in vetro e li si immagazzina in
un luogo buio. Una volta asciutta, conviene
riempire i contenitori, in modo tale che
entri meno aria. Si possono anche spezzettare le cime e metterle nei contenitori
usando una macchina per il sottovuoto,
cosicché non vengano raggiunte dall’aria,
oltre a non emettere alcun odore.
Con il raccolto nei contenitori, arriva per il
coltivatore di cannabis un momento magico, perché finalmente può godersi il frutto
del suo lavoro, mentre progetta la stagione
seguente che si sta avvicinando.
19
PUNTO LEGALE
Referendum, istruzioni per l'uso
A COLLOQUIO CON MARIO STADERINI, PROMOTORE PER I RADICALI
per avvalorare le proposte referendarie entro l'anno successivo è quella di depositare le firme entro
il 30 settembre dell'anno
corrente. Dopo questo termine la presentazione slitta
all'anno successivo, in questo
caso al 2015,
quando probabilmente si andrà
a elezioni anticipate
e si dovrà rifare tutto
daccapo.
Ne abbiamo dato conto
nello scorso numero, ma
la questione è importante ed è
bene sviscerare il più a fondo possibile tutto quello che riguarda la
issue “depenalizzazione”. Il 2013
sarà sicuramente ricordato negli
annali della democrazia diretta
come l'anno della mobilitazione
popolare per lo sdoganamento della
cannabis. I risultati più che positivi
dei referendum statunitensi dello
scorso novembre – con la liberalizzazione a scopo ricreativo negli stati
di Colorado e Washington – hanno
senza dubbio agito da propulsore
per il dibattito pubblico ma per
quanto riguarda l'informazione ci
sono ancora ancora molte lacune da
riempire e dubbi da fugare..
di Giovanna Dark
Per capire meglio i tempi, le modalità
e soprattutto i perché della mobilitazione referendaria, parleremo con
Mario Staderini, segretario del partito
Radicale e promotore dei sei referendum che hanno come oggetto il
finanziamento pubblico dei partiti, il
sistema dell'otto per mille, la legge
sull'immigrazione, il divorzio breve
oltre che, ovviamente, l'abrogazione
di parte della Fini-Giovanardi.
SSIT: Attualmente, in Italia, si parla
di almeno tre diverse raccolte firme
per la depenalizzazione dell'uso della
cannabis: la vostra, quella del comitato 3Leggi e quella del Progetto Free
Weed. Perché non unire le forze di
fronte ad un obiettivo comune?
Il fiorire di iniziative nasce dalla constatazione che il tema delle politiche
sulle droghe è praticamente un tabù
in Italia. Non è nell'agenda adesso,
né lo sarà in questa legislatura o nella
prossima. Perché è innegabile che dal
1993 (NDA. Anno in cui il 77% degli
italiani votò a favore nel referendum
sulla depenalizzazione del consumo
personale) in Italia è vietato parlare seriamente di droghe. Se lo si fa,
lo si fa al massimo in televisione e
nei termini manichei dell'essere “pro
o contro”. E questo ha portato a quel
vero e proprio flagello sociale che è
il proibizionismo. C'è quindi esigenza
SSIT: Posto
che vi
auguriamo di
portare a termine
positivamente il vostro progetto, cosa si chiederà di abrogare della legge attuale?
Quello che proponiamo noi come
Radicali è l'abrogazione dell'articolo
73 comma 5 del D.P.R. 9 ottobre 1990,
n. 309, ovvero l'abolizione della pena
detentiva per i fatti di lieve entità (NDA.
la pena pecuniaria, invece, rimarrebbe
comunque). Vorremmo cancellare quella
parte di legge pensata per trasformare
il consumatore in spacciatore, perché è
abbastanza palese che uno che ha anche
10-20 grammi di hashish o marijuana
non può certo essere considerato un
narcotrafficante. Certo la nostra è una
battaglia antiproibizionista e il nostro
obiettivo è da sempre quello della legalizzazione, ma dato che tramite referendum la liberalizzazione è impossibile – a
causa delle convenzioni internazionali
sottoscritte dal nostro Paese –, possiamo
almeno provare ad eliminare la criminalizzazione di una condotta oggettivamente non lesiva di terzi.
vamente attraverso la criminalizzazione. E i risultati si vedono.
SSIT: Sono in molti a sostenere che
un ripensamento generale sulla
legge attuale avrebbe effetti positivi
soprattutto sul proverbiale ingolfamento del sistema giustizia italiano.
Quello che proponiamo con il referendum avrebbe effetti positivi non solo
per la giustizia ma anche per le forze
dell'ordine e per il 100% dei cittadini
italiani. Con la depenalizzazione dei
casi di lieve entità i tribunali sarebbero
sgravati dall'incombenza di celebrare
lunghi processi, le carceri si svuoterebbero di quasi la metà e gli stessi
poliziotti sarebbero liberi di impiegare altrove il tempo e il denaro per le
loro indagini. Indagare, processare e
incarcerare persone per la detenzione
di pochi grammi di cannabis è un evidente spreco di risorse, oltre che un
torto ai diritti individuali. Quando poi la
giustizia e la difesa funzionano in modo
efficace tutti i cittadini ne beneficiano.
SSIT: Quali sono le modalità di partecipazione alla vostra iniziativa?
Cosa occorre per firmare?
Per poter firmare legalmente basta
essere maggiorenni ed essere in possesso di un documento di identità
valido, non serve altro. Per quanto
riguarda il “dove”, è possibile firmare ai tavoli presenti nelle principali
piazze italiane, oppure bisogna recarsi
alla segreteria del proprio comune
e chiedere specificatamente di poter
firmare. Poi abbiamo assolutamente
bisogno di persone che si adoperino concretamente per il progetto: ci
servono autenticatori, volontari per
tenere più presidi sul territorio, per-
VORREMMO CANCELLARE QUELLA PARTE DI LEGGE PENSATA PER TRASFORMARE IL
CONSUMATORE IN SPACCIATORE
di democrazia diretta ma sul fatto
di associarci posso dire che con il
comitato 3Leggi stiamo già lavorando,
consapevoli che la spinta popolare
e la collaborazione sono necessarie
per il raggiungimento dell'obiettivo.
Da metà giugno è partita la raccolta
firme e l'obiettivo è quello di arrivare
a 500.000 entro settembre.
SSIT: Memore di molte buone proposte lasciate nel dimenticatoio della
burocrazia italiana, quali sono le tempistiche per imbastire una tornata
referendaria?
Secondo la Costituzione, la tempistica
SSIT: Secondo le sue fonti e la sua
esperienza, in quale misura la legge
Fini-Giovanardi incide sul sovraffollamento carcerario?
Oggi, dati alla mano, il 42% dei detenuti italiani si trova in carcere per
effetto della Fini-Giovanardi. Di questi
almeno un terzo sconta la pena per
fatti di lieve entità. Questa legge si è
illusa di regolare un comportamento
sociale diffuso (NDA. Secondo l'ultimo
rapporto dell'Osservatorio europeo
delle droghe e delle tossicodipendenze, uscito ai primi di giugno, sono tre
milioni gli europei che fanno uso di
cannabis ogni giorno) solo ed esclusi-
sone che diffondano il messaggio sui
social networks. Con la scusa che se ne
è parlato e se parla ancora pochissimo,
c'è poca informazione e dunque meno
possibilità di agire.
SSIT: Per i lettori che fossero interessati a sostenervi concretamente, dove
possono rivolgersi?
Possono andare sul sito
www.cambiamonoi.it e registrarsi
nel form che appare in home page.
Perché questa – lo ripeto – non è una
battaglia che vinciamo da soli, come
Radicali. La collaborazione di chiunque è la benvenuta. Anzi, è necessaria.
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21
CERVANTES
e l’assorbimento da parte delle radici
sono influenzati dai livelli di pH del
terreno. Ogni passaggio di un punto
pieno nella scala del pH da 0 a 14
denota un aumento o un decremento
di dieci volte. L’apporto di nutrienti si
produce preferibilmente in un range
di 6.0-6.5 di pH. Mantenere l’equilibrio del pH del terreno e dell’acqua e
mantenere lo stesso nel range giusto è
fondamentale per ottenere un raccolto
di cannabis sana e forte.
Terreno e analisi
del terreno
Molti tipi di terreno o di miscele senza terra utilizzati dai
coltivatori di cannabis sono a
base di torba e vengono miscelati con altri elementi.
I terreni sono diversi, molto diversi gli
uni dagli altri. Il terreno minerale organico medio è composto al 45% da particelle minerali, al 5% da organismi vivi
e morti, come batteri, protozoi, microbi, funghi, vermi della terra, eccetera e
al 50% da aria e acqua. I tre fattori base
contribuiscono alla crescita delle radici
nel terreno: struttura, pH e contenuto
di nutrienti organici e minerali.
Ci sono due modi base in cui la maggior parte dei coltivatori vede il terreno. Il primo è quello di vederlo come
sostanza organica da nutrire, in modo
tale che le radici della cannabis possano estrarre i nutrienti necessari in
maniera rapida ed efficiente e nella
maggior quantità possibile. In outdoor
e nei grossi contenitori in serra e in
indoor ci sono grandi volumi di terreno
e si possono applicare i principi organici completi. L’altro modo di vedere
il terreno è come mezzo di coltura che
contiene elementi chimici, fertilizzanti
a base di sali (nutrienti), aria e acqua.
In indoor e spesso in serra, questo è il
modo in cui la maggior parte dei coltivatori si avvicina alla coltivazione.
Sporco, terra e miscele senza
terra
Lo sporco si trova sotto le vostre
unghie. La terra è a base di minerali
ed è utilizzata nel migliore dei modi
per coltivare cannabis nei campi, per
le aiuole e nei contenitori grandi. Le
miscele senza terra sono preferibilmente utilizzate per coltivare la cannabis in piccoli contenitori, in indoor,
outdoor e in serra.
La dinamica dei contenitori piccoli non
è la stessa dei contenitori grandi, delle
aiuole o della nostra Madre Terra.
Il terreno pietroso argilloso è pieno
zeppo di nutrienti, ma la struttura limita il contenuto di aria e umidità.
La struttura della terra è determinata
dalla dimensione e dalla composizione
fisica delle particelle minerali.
Una buona struttura della terra è
necessaria per un’adeguata penetrazione radicolare, per la ritenzione di
acqua e ossigeno e per il drenaggio,
oltre a molti altri complessi processi
chimici.
Il terreno argilloso pesante è facilmente individuabile. Si agglutina facilmente, è difficile da lavorare e ha uno
scarso drenaggio.
La struttura, che indica le dimensioni
delle particelle minerali e dei granelli
nel sedimento, si divide in tre gruppi
principali: argilla, limo e sabbia. La
maggior parte dei terreni è una miscela delle tre dimensioni delle particelle
di base: sabbia, limo e argilla, tutte
descritte in seguito.
Il pH del terreno misura l’acido nell’equilibrio alcalino. La vita del terreno,
la disponibilità di minerali (nutrienti)
Il terreno varia da un luogo all’altro
del pianeta e spesso varia anche da
una posizione all’altra di uno stesso
cortile.
Analisi del terreno
I test del terreno sono assolutamente
abbordabili (€20-200) e permettono a
molti coltivatori di cannabis per uso
medico di risparmiare tempo e denaro investiti nei fertilizzanti. Questi
test salvano anche l’ambiente dall’eccessivo inquinamento da fertilizzanti,
fra cui nitrati e fosfati, dal rispettivo
accumulo nel terreno e nell’acqua. I
sali dei fertilizzanti in eccesso entrano nel nostro sistema di distribuzione
dell’acqua, dove possono provocare
innumerevoli problemi ambientali e
di salute. Per esempio, i coltivatori
domestici utilizzano almeno 10 volte
i fertilizzanti necessari per metro quadrato rispetto a quanto non facciano le grandi aziende. Di ogni €10
spesi per i fertilizzanti dai coltivatori
domestici, €9.00 sono sprecati! Di
recente ho parlato con un coltivatore
di cannabis outdoor per uso medico
che spende €3.000 per i fertilizzanti
ogni anno. Applicando le informazioni che precedono, ci si rende conto
che si usa un decimo del fertilizzante
acquistato (€300) e il 90% dello stesso
22
(€2.700) penetra nel terreno e nell’acqua freatica. Il coltivatore potrebbe
facilmente risparmiare €2.700 investendo €20-200 in un’analisi del terreno e seguendo le rispettive raccomandazioni.
Due tipi base di analisi del terreno
sono il BCSR e lo SLAN.
Il BCSR (Base Cation Saturation Ratio)
generalmente è utilizzato dai coltivatori organici e dai coltivatori che
vendono sul mercato in molti Paesi. I
risultati di questo tipo di test danno
la quantità effettiva di nutrienti contenuti nel terreno. L’obiettivo dell’analisi BCSR è quello di raggiungere
una proporzione bilanciata di nutrienti. Questa metodologia utilizza l’estrazione Mehlich 3. Il metodo di anali-
Report grafico sul terreno PICCOLO
I test standard SLAN forniscono le
Molti test del terreno includono anche
il range ottimale per ogni lettura,
modifica e raccomandazioni sui fertilizzanti. Con una piccola differenza di
prezzo, molti laboratori offrono anche
un grafico di facile lettura.
Laboratori che effettuano il test del
terreno SLAN
Laboratori Logan, LLC:
http://www.loganlabs.com* – Le analisi del terreno meno care che abbia
trovato – Test di base: €20
A & L Western Laboratories, Inc.
http://www.al-labs-west.com*
–
Servizio eccellente a un prezzo ragionevole.
Spectrum Analytic, Inc.
http://www.spectrumanalytic.com* Questo laboratorio fa tutto e mostra
anche un campione di test di terreno.
si del terreno BCSR è raccomandato
dal National Sustainable Agriculture
Information Service (ATTRA), ossia il
Servizio Informativo Nazionale per l’Agricoltura Sostenibile.
seguenti informazioni, in parte o completamente e possono includere raccomandazioni per migliorare il contenuto di nutrienti del terreno.
A prescindere dal tipo di analisi che
scegliete, BCSR o SLAN, seguite alla
lettera le indicazioni sulla raccolta e
presentazione del terreno. I coltivatori
che vivono in uno Stato o Paese che
sanziona la cannabis a uso medico
possono spedire i loro test a laboratori
http://www.soilminerals.com, dove
troverete informazioni complete su
minerali, nutrienti, tracce di minerali,
fertilizzanti e modifiche varie al terreno per tutti i tipi di coltivazioni, fattorie, prati, frutteti e serre.
www.google.com, cercate William A.
Albrecht, Ph. D. È stato la massima
autorità nel campo della relazione
fra la fertilità del terreno e la salute
umana.
http://www.webpages.uidaho.
edu/~bmahler/s44603.pdf, troverete
un breve corso sulla diagnosi del terreno e delle piante.
http://www.acresusa.com,
Acres
U.S.A. è la rivista più antica e più estesa
che tratta di agricoltura sostenibile e
organica su scala commerciale.
www.attra.ncat.org, National Sustainable Agriculture Information
Service (ATTRA) – Servizio Informativo
Nazionale sull’Agricoltura Sostenibile:
gestisce progetti che promuovo l’autosufficienza e uno stile di vita sostenibile, mediante utilizzo di fonti d’energia
rinnovabile e sostenibile, conservazione dell’energia, alloggi autoefficienti
dal punto di vista energetico, sviluppo
I test standard del terreno BCSR
forniscono informazioni su quanto
segue:
1. Calcio
2. Magnesio
3. Potassio
4. Sodio
5. Fosforo
6. Zolfo
7. Cloro
8. Elementi minori
9. Tracce di elementi
Fate analizzare il terreno con metodo
BCSR ($110-150): Earthfort,
http://earthfort.com/lab-services.
html*.
Il sistema AKA Index (Regno Unito)
detto SLAN (Sufficiency Level of
Available Nutrient) è utilizzato dalla
maggior parte delle università, degli
agricoltori e dei grandi imprenditori in
tutto il mondo. I risultati di questo tipo
di test forniscono i livelli di nutrienti disponibili alla pianta in un determinato range noto, garantendo così
l’assenza di carenze o eccessi. Questa
metodologia utilizza estrazione con
acetato di ammonio.
1. pH
2. ECe (dS/m)
3. NO3-N (ppm)
4. NH4-N (ppm)
5. PO4-P (ppm)
6. Potassio (ppm)
7. Magnesio (ppm)
8. Calcio (ppm)
9. Sodio (ppm)
10. SO4-S (ppm)
11. Zinco (ppm)
12. Manganese (ppm)
13. Ferro (ppm)
14. Rame (ppm)
15. Boro (ppm)
locali e chiedere consigli per la cannabis. i coltivatori di cannabis a uso
medico che non vivono in questo tipo
di Stati possono mandare i campioni
di terreno a qualsiasi laboratorio, ma si
consiglia loro di non fare menzione del
tipo di coltivazione per cui vengono
analizzati.
Ottimi siti per saperne di più del
terreno:
http://soilandhealth.org, dove troverete e-book gratuiti, soprattutto sull’agricoltura olistica, la salute olistica e
l’autosufficienza.
sostenibile della comunità e agricoltura
sostenibile.
www.marijuanagrowing.com, date
un’occhiata al nostro sito che offre
anche un forum per aggiornamenti e
discussioni in corso!
* Per trovare un laboratorio che conduca analisi del terreno vicino a dove
abitate o nel vostro Paese, andate su
www.google.com e immettete “laboratori analisi terreno Europa” o “laboratori analisi terreno (nome del vostro
Paese)”
23
CANNABIS LIFESTYLE
A COLLOQUIO CON L'ANTROPOLOGO CANADESE JEREMY NARBY
Marijuana, vegetalismo
e stili di vita
di Enrico Fletzer
Jeremy Narby è molto conosciuto per le
sue esperienze nella giungla amazzonica
dove tuttora lavora per le organizzazioni
non governative. Libri come Il serpente
cosmico ed Intelligenza in Natura sono
dei best seller a metà tra le visioni dello
sciamanismo e la biologia molecolare
occidentale, a partire da un viaggio nella
Valle del Pichis, nella Amazzonia peruviana. Jeremy è protagonista di eventi
culturali che trattano di sciamanismo e di
un approccio critico alla “scoperta delle
Americhe”. Con lui abbiamo parlato di
sciamanismo, di vegetalismo e del suo
amore per la canapa.
palla di cristallo sfaccettata, e puoi
inquadrare diversi aspetti da angolature diverse. La cosa imporante è di
cercare di avere delle conversazioni
mature sulle complessità.
SSIT: Come opera Nouvelle Planète per
aiutare e proteggere la foresta indigena e cosa hai imparato dal popolo
Ashanica?
Ogni pianta è come un altro pianeta. Quel
che è vero per le misture di ayahuasca non
è vero per la datura, che a sua volta non
è vero per la cannabis, che a sua volta è
diversa dai funghi psilocibinici. Ogni volta
bisogna ricomincare da capo. Come prima
cosa è importante sottolineare come alcune piante non sono tranquille. La datura
cannabis mi rende un po' più sciolto, o più
umano, può pure femminizzarmi un filino,
e farmi pensare in spirali più che linee
diritte. Per qualcuno che è meno razionale, e forse meno motivato, la cannabis può
essere demotivante, e non necessariamente una buona influenza per la propria
vita. Può essere destrutturante e confon-
Dal 1989, con l'organizzazione svizzera
Nouvelle Planète, abbiamo sostenuto le
iniziative delle organizzazioni indigene
della Amazzonia peruviana, per ottenere i
titoli di proprietà della terra, per costituire
delle scuole bilingui ed interculturali per i
loro bambini, dove essi possano imparare
la loro lingua e cultura, come pure spa-
non è tranquilla e le autorità europee
hanno ragione ad avvisare le persone sui
pericoli di fare esperimenti con la datura.
La cannabis è un'altra questione. Mi capita
di essere un amico della cannabis e alla
cannabis è capitato di essere mia amica.
Ma io riconosco che la cannabis non è per
tutti. Alcune persone diventano deboli,
nauseate e anche paranoiche, e non si
godono l'esperienza. E per quelli che la
dente, ed impigrire la gente. Sballarsi e
guardare la televisione è una ricetta per
la depressione. Io penso che il consumo
di cannabis ha bisogno di esercizio per
la maggior parte del tempo, di occuparsi
con qualcosa. Ed io considero la meditazione, o anche una respirazione coscente,
come fare qualcosa.
Io penso che sia interessante guardare
a cosa una pianta o una sostanza fa alle
gnolo e scienza. Altri progetti includono
la tutela della salute per il villaggio, uno
studio dentistico, nutrizione, preservazione della conoscenza botanica, artigianato,
arboricoltura, piscicultura e un corso di
difesa legale. Sono tutti progetti che ha
proposto la gente stessa. Il nostro compito è di trovare i fondi che servono per
realizzarli. In genere sono piccoli progetti
ma che tuttavia hanno bisogno di denaro
per esser realizzati.
Un esempio di un progetto che noi
sosteniamo con gli indigeni ashanica
della valle dell'Apurimac, una delle più
grandi regioni produttrici di cocaina del
mondo; con coloni che hanno invaso la
zona, ma ci sono zone libere dove vivono gli Ashaninca circondati dai coltivatori di coca. Noi li aiutiamo ad imparare
e pratichiamo una produzione di alberi
sostenibile che gli permette di produrre
legno duro per il mercato, preservando
la foresta e creando al contempo un'alternativa all'economia del narcotraffico. Questo progetto combina scienza
e conoscenza indigena, silvestricultura
commerciale con know how ashanica
ed aiuta i popoli indigeni dell'Amazzonia ad operare in circostanze difficili per
cercare di sopravvivere.
SSIT: Pensi che sia possibile per degli
occidentali diventare dei vegetalisti?
Per esempio in Brasile ci sono dei movimenti che sono ispirati dalle piante psicotrope come il Santo Daime, Uniao do
Vegetal e molti altri. La mia domanda
riguarda il fatto che alcuni antropologi
come Giorgio Samorini tenderebbero
a negare la possibilità per praticanti
occidentali di sperimentare il vegetalismo. Secondo questa posizione non è
possibile al di fuori deLA regione dove
le piante sono usate tradizionalmente,
facendo a pugni con la questione del
set e del setting, ovvero delle circostanze adeguate all'utilizzo. Che ne pensi?
Recentemente ho conosciuto molti
occidentali che hanno studiato seriamente con dei maestri amazzonici e che
stanno iniziando a sapere quello che
stanno facendo. Dieci o quindici anni
fa questi personaggi erano ancora più
rari, se non inesistenti. A questo punto
invalidare tutti gli occidentali in tutte
le situazioni mi sembra un'espressione
un po' estrema. Forse lo ha detto dieci
anni fa, e se lo ha detto, potrebbe aver
avuto ragione. Voglio però aggiungere
che quando ero giovane ed ho fatto
degli esperimenti con l'LSD, senza una
guida, una “sperimentazione selvaggia”
IO PENSO CHE SIA INTERESSANTE GUARDARE A COSA UNA PIANTA O UNA SOSTANZA
FA ALLE PERSONE. LA PRIMA COSA DA OSSERVARE È LA LORO VITA
con i miei amici, sapevo di correre dei
rischi, ma ho anche imparato molto
su di me e sul mondo che mi circonda, e soprattutto sul potenziale della
mente umana e dell'immaginazione. In
tal senso la sperimentazione con piante
sciamaniche e sostanze psichedeliche
può avere senso. Vi è una chiara parte
sperimentale del vegetalismo occidentale, con rischi ed opportunità.
SSIT: Che pensi dell'uso di cannabis
come risorsa mentale. Pensi che piante
come la canapa possano essere utili?
apprezzano, il problema che è additiva,
almeno quanto lo è il caffè. Ho scoperto
che la cannabis non è necessariamente
facile da utilizzare. Mi ci son voluti degli
anni per fare una specie di alleanza con la
pianta. E quella alleanza richiede disciplina ed un'igiene di vita per farla rimanere
costruttiva.
Riguardo al fatto che essa possa esser
utile, ho scoperto che mi aiuta a comporre i testi. “Scrivi sobrio ed edita sballato”,
come recita il proverbio. È vero che io
tendo ad essere una persona piuttosto
razionale tanto per iniziare, così che la
persone. La prima cosa da osservare è la
loro vita. Sono felici e sani, stanno bene.
Oppure la loro vita è un disastro?
In quanto amico della cannabis, io penso
che sia importante avere una buona vita
da mostrare, esser sani e coerenti. Sì, la
cannabis può essere una risorsa mentale,
ma penso che sia uno strumento delicato.
Come ogni strumento, è a doppio taglio:
può portare alla conoscenza e al potere,
ma può essere anche abusato. Ha una
parte oscura sulla quale potrebbero esser
scritte delle pagine.
Ogni pianta è complicata, come una
24
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Hemporium
Cose di Canapa,
Vicenza
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Growerline, Pomezia
Amsterdam Shop di Pomezia cambia
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Nuova sede: Viale Alessandro Manzoni 33
Pomezia (RM) 00040
Orario: Aperto dal Lunedì al Sabato dalle
10:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:30
Si effettua anche vendita on-line di
materiale per il giardinaggio indoor e
outdoor dal nostro sito aggiornato
www.growerline.com e di semi di
canapa da collezione su www.seedsline.com
Servizio di assistenza clienti su Skype oppure via mail agli indirizzi
[email protected] o [email protected] Tel. 0691801148 - 3403824505
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Specializzato nella coltivazione biologica e biodinamica Orto Biologico nasce
dall'amore verso la natura. Da circa dieci
anni sperimentiamo una serie di terricci
professionali pronti all'uso, specifici per
tutte le fasi della pianta, questo è il nostro punto forte.
La nostra esperienza è a vostra disposizione per aiutarvi a risolvere qualsiasi
problema!!
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Email: [email protected]
Website: http://www.scirarindi.org/scirarindi/?q=node/2877
Hemp-orio, Cordenons
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Nel marzo 2002 a Cordenons in via Martiri della Libertà 21 (PN), viene avviato il
primo growshop del Friuliveneziagiulia.
Il suo obbiettivo principale è fornire affidabilità e seguire con professionalità il
cliente. Merito va allo staff e alla clientela affezionata, se dal 2004 l'Hemp-orio
ha conseguito successo sul piano interregionale, fornendo una vasta gamma
di articoli per fumatori, nutrimenti per terra, idroponia e cocco, lampade per
crescita/fioritura, sistemi per idroponica e aeroponica, oggettistica e tanto altro.
Via Martiri della Libertà 21, Cordenons (PN).
Aperto dal martedì al sabato dalle 11:00 alle 19:00. Tel: 338-766 03 00
Foglie d'erba, Bologna
Growshop
Via Brugnoli 17/E
40122 Bologna
Tel. 051 523668
Lunedì-Sabato 15:30-19-30
Martedì-Sabato 11:00-13:30
Headshop
Via de Marchi 29/A
40123 Bologna
Tel. 051 4847574
Lunedì-Sabato 15:30-19-30
Mercoledì-Sabato 11:00-13:30
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Lunedì - Sabato
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26
IL CANAPAIO
Prepariamoci alla fioritura
Dopo il solstizio d’estate le giornate cominciano ad accorciarsi e,
poco dopo, quando Sirio esce con il Sole, la cannabis, in natura,
incomincia a fiorire. La pianta, se abbastanza matura da cambiare
fase di sviluppo (deve avere almeno 35-50 giorni, a seconda delle
varietà, escluse le autofiorenti), inizierà una serie di cambiamenti
nella crescita e nella formazione di nuovo materiale, e inizierà
quella che per noi è la fase più interessante: la fioritura. Potremo
vedere i primordi fiorali all’incirca quando si sono formati 6-8 palchi
di Franco Casalone
di foglie, e corrispondenti rami.
A questo punto, allungandosi il periodo
quotidiano di buio, la pianta continuerà a
fiorire fino alla maturazione e ad un’eventuale senescenza – in caso di coltivazione
indoor, dopo la comparsa dei primordi.
Se il fotoperiodo continuerà ad essere
ti bilanciati, ha più probabilità di diventare
femmina. In condizioni contrarie, soprattutto se lo stress è prolungato (caldo,
freddo, siccità, terreno troppo a lungo
inzuppato, ph sbagliato, carenza/eccesso
o sbilanciamento di nutrimenti, mancan-
fiori sarà più lenta, soprattutto all’inizio,
fase in cui i cambiamenti nella morfologia rendono necessario un equilibrio di
tutti i fattori.
Da quando cominceranno a formarsi i
fiori, la possibilità di intervenire contro
eventuali patogeni (insetti, acari, muffe)
sarà ridotta, per il rischio di modificare il
gusto e la salubrità delle formazioni fiorali. Ogni prodotto spruzzato sulle cime
verrà da queste assorbito o trattenuto in
superficie, ed anche tracce, di qualunque altra sostanza, potrebbero essere
pericolose, o disgustose. Bisognerà dunque pensarci prima. Trattamenti preventivi contro ogni tipo di infestazione
dovranno essere fatti durante la crescita,
o al massimo all’inizio della fioritura, con
le formazioni di fiori ancora piccolissi-
POTREMO VEDERE I PRIMORDI FIORALI ALL’INCIRCA QUANDO SI SONO FORMATI
6-8 PALCHI DI FOGLIE, E CORRISPONDENTI RAMI
superiore alle 15 ore di luce al giorno, i
primordi seccheranno e le piante continueranno a crescere. Se il fotoperiodo
verrà accorciato a 12-13 ore, le piante
continueranno invece a produrre fiori. In
fioritura le foglie non cresceranno più a
coppie opposte ma singole ed alternate
sul fusto, con un angolo di 60° di distanza
fra loro, sulla circonferenza del ramo. Le
stesse foglie, che prima aumentavano
nel numero di foglioline per ciascuna
foglia (se in presenza di buona insolazione fino a 13-15), adesso cominceranno
a diminuire, fino ad arrivare ad una sola
fogliolina per foglia, in mezzo alle nuove
formazioni di fiori.
In genere, nella stessa varietà, il maschio
inizia a fiorire prima della femmina, ma
non è una regola fissa, alcune piante possono ritardare per un’infinità di motivi, ed
è sempre necessario un controllo, finché
non si è sicuri del sesso di tutte le piante
che abbiamo. Personalmente consiglio
sempre e comunque piante regolari, e
non femminizzate. Per fiorire la cannabis
ha bisogno, oltre che di un allungarsi
del periodo di buio (almeno 10-12 ore)
anche di un cambio nelle frequenze di
luce (le piace più rosso nello spettro),
nell’intensità della luce stessa. In fioritura
la cannabis utilizza nutrimenti diversi
rispetto a quando cresce: meno azoto e
più fosforo e potassio.
Al momento della differenziazione dei
sessi, alcuni fattori favoriscono la formazione di più piante femmina rispetto ai
maschi. Qualcuno mi dirà che il sesso
della pianta è nel patrimonio genetico.
Verissimo, ma diversi fattori ambientali
fanno sì che alcune piante scelgano di
essere maschio, oppure femmina, oppure
ermafrodita. In genere, se una pianta non
subisce stress di alcun genere, ha una
buona disponibilità di terreno e nutrimen-
za di aria circolante, attacchi di patogeni,
rotture, mancanza o eccesso di luce, ritmi
giorno/notte non costanti…) si noterà
una maggior percentuale di maschi. In
caso di problemi all’inizio della fase di
fioritura (soprattutto in caso di cambiamenti ripetuti nel fotoperiodo) alcune
piante potranno mostrare fiori femminili e
maschili contemporaneamente.
Non è possibile, se non con uno screening genetico (fattibile solo in laboratorio) o determinare il sesso delle piante prima della formazione dei primordi
fiorali. Per questo motivo sconsiglio, in
caso di coltivazione indoor, di cambiare il fotoperiodo per indurre la fioritura
prima che i primordi stessi appaiano.
Le piante continueranno a crescere fino
alla maturità necessaria per fiorire, ma le
ridotte ore di luce faranno sì che le piante
si allunghino in modo non necessario e
spesso eccessivo, rimanendo con rami
striminziti e con un metabolismo ridotto.
Per esperienza, posso affermare che un
aumento nella disponibilità di azoto
appena prima della fioritura allunga la
fase di crescita e ritarda l’inizio della
formazione di fiori a vantaggio del materiale fogliare, ma favorisce una maggior
percentuale di femmine. La pianta “riconosce” che è in un punto con buona
disponibilità di nutrimenti e, diventando femmina, potrà lasciar cadere i suoi
semi in un posto dove potranno crescere
bene. Al contrario, diventando maschio
potrà lasciare il suo polline al vento, con
la speranza di trovare una femmina che
sta bene, da fecondare. Quindi, la fase
che precede la fioritura è molto importante per la pianta che, se sarà in buona
salute e con un metabolismo rapido,
inizierà velocemente la formazione di
fiori. Se il metabolismo sarà rallentato per
qualsiasi motivo, anche la formazione di
me. Un buon prodotto che può prevenire molti problemi è l’olio di neem, da
solo o in aggiunta di olii essenziali (in
genere di agrumi). Spruzzato un paio di
volte a distanza di 10 giorni allontana
la maggior parte degli insetti (anche gli
acari) e ha una buona azione preventiva
contro le muffe. Un trattamento fogliare pre-fioritura con poltiglia bordolese
(solfato di rame e calce) sarà utilissimo
contro le muffe, rendendo le foglie più
resistenti anche ad altri attacchi (insetti,
stress ambientali).
Se le piante sono in vaso, una buona
disponibilità di terreno favorirà una maggior formazione di radici e in seguito di
fiori, e farà da effetto tampone per ogni
sbilanciamento nei fattori di crescita.
L’inizio della fioritura in genere è accompagnato da un trapianto, in un vaso più
grande: se vogliamo cime grandi e piene,
anche più del doppio di quello precedente (in genere una pianta “normale”
vuole almeno 5-10 litri di terreno al mese,
escluso il primo mese). Anche la qualità del terreno sarà importante: buona
capacità di drenaggio, buona ritenzione
idrica, ph non superiore a 6,5 (e non infe-
27
riore a 5,5), alto rapporto azoto/carbonio
(inferiore a 40: se superiore c’è troppo
carbonio e poco azoto, e i batteri del
terreno prelevano azoto per nitrificare,
condizione ideale per un semenzaio; se
inferiore c’è azoto disponibile per le piante, ideale in crescita e in fioritura).
Sarà molto importante che il terreno
sia “vivo”. Ricco di materia organica, di
humus, di enzimi e batteri benefici, di
nutrimenti disponibili immediatamente
e a medio/lungo termine. Ricordo che
l’azoto è “mobile” nel terreno (viene dilavato con le piogge, ed evapora nell’aria)
mentre il fosforo ed il potassio sono
“immobili”, ed una loro concentrazione
eccessiva porta a problemi difficilmente risolvibili. È sì importante fornire alla
pianta tutto ciò di cui ha bisogno, ma
non bisogna esagerare.
Se le piante sono state cimate o piegate
per modificarne la forma o per qualunque altro motivo, siate previdenti e fornite loro dei sostegni, per evitare che in
seguito si possano spezzare dei rami per
il peso delle infiorescenze. Il modificare
la forma della pianta spesso è necessario e a volte porta anche a raccolti
maggiori. Ma è una cosa da valutare
con attenzione, perché potrebbe portare dei problemi: oltre alla possibilità di
rotture, ogni tipo di ferita (anche quelle
superficiali) può favorire la formazione
di muffe, soprattutto botrite, e l’entrata
di insetti nei tessuti interni della pianta. Oltre alla poltiglia bordolese, anche
il silicato di potassio (silice), spruzzato
sulle foglie e sul fusto, contribuisce ad
irrobustirli e a renderli meno attaccabili,
ma se dato in eccesso fa apparire le
piante strane, quasi “plastificate”.
Per le piante in vaso, spesso l’entrata
in fioritura coincide con una carenza di
magnesio (facilmente rimediabile), che
si nota con chiazze di colore più chiaro
sulle foglie, fra le venature. Il bilanciamento fra calcio, potassio e magnesio è
alla base della fertilità del terreno e non
bisogna né far mancare, né introdurre in
eccesso questi elementi. Anche il calcio
è spesso carente nei terricci da vaso e
ne e nanismo nelle piante. Il potassio è
un elemento di lusso, se è disponibile
alle piante piace molto assimilarlo, perché è anche protettivo. Ma un eccesso,
oltre a bloccare l’assorbimento degli altri
nutrimenti, può essere tossico. Inoltre se
c’è troppo potassio le piante tendono
a produrre meno resina. Non fate mai
mancare in ogni caso questo elemento,
responsabile del turgore delle foglie e
della robustezza dei rami e dello stelo.
Non togliete mai le foglie grandi, se non
quelle ammalate o rinsecchite: l’aspor-
cambi di temperatura fra il giorno, più
caldo, e la notte, più fresca. Non si
forma più THC ma si formano terpeni
complessi, che contribuiranno ad un
più completo effetto finale. In fioritura
la circolazione e il ricambio dell’aria
sono importantissimi. Anche in pieno
campo, se l’aria è ferma e stagnante l’anidride carbonica intorno alle foglie si
consuma rapidamente e la pianta non
si sviluppa. In più un accumulo di umidità dato dal ristagno d’aria favorisce la
formazione di muffe in mezzo alle cime.
UN AUMENTO NELLA DISPONIBILITÀ DI AZOTO APPENA PRIMA DELLA FIORITURA
ALLUNGA LA FASE DI CRESCITA E RITARDA L’INIZIO DELLA FORMAZIONE DI FIORI A
VANTAGGIO DEL MATERIALE FOGLIARE
nei nutrimenti liquidi: la sua carenza non
permette la formazione di cime apprezzabili, e una carenza grave può far morire
di colpo la pianta. In fioritura, accanto
ad ogni pelo radicale ci dovrebbe essere
una molecola di calcio per assicurare
un metabolismo perfetto. Una piccola
aggiunta ogni tanto di solfato/nitrato di
calcio (o l’utilizzo di nutrimenti organici
solidi, anche sotto forma di tè) eviterà
questo problema.
Per avere cime grandi e compatte, sarà
necessaria una grossa disponibilità di
fosforo, che però se sarà in eccesso potrà
provocare un anticipo nella maturazio-
tazione delle foglie porta ad una maturazione precoce e ad un nanismo dei
fiori. Se numerose foglie grandi stanno
ingiallendo già all’inizio della fioritura è
sintomo di carenza di azoto (o, se in vaso,
di terreno disponibile). In questo caso
sarà bene somministrare ancora per un
po’ di tempo un fertilizzante per la crescita, ricco di azoto, che sarà necessario per
la formazione di nuovo materiale.
Mentre le piante durante la crescita
sono favorite da un clima tropicale
umido, durante la fioritura l’ideale
sarebbe un clima di montagna, più
fresco ma con un’insolazione forte, con
Mentre l’umidità relativa dell’aria durante la crescita ha valori ideali fra il 60% e il
70%, in fioritura non dovrebbe superare
il 50%, per favorire la formazione di fiori
rispetto a quella di foglie e per evitare la
formazione di muffe.
Una maggiore intensità della luce (all’aperto, come detto all’inizio, la luce di Sirio
si aggiunge a quella del Sole) permetterà
la formazione di cime dure e compatte,
mentre una luce “fioca” e non brillante
ci farà avere delle cime lunghe, sottili e
senza consistenza.
All’aperto, in condizioni di “guerrilla”,
bisognerà considerare la crescita della
vegetazione circostante le piante, e spesso bisognerà intervenire tagliando o
spostando le piante che fanno ombra e
aumentano l’umidità attorno alle nostre
beneamate. Sempre all’aperto, attenzione ai roditori (conigli, topi, minilepri), che
d’estate trovano la corteccia delle piante
di cannabis l’ideale per pulirsi i denti, e
spesso uccidono le piante per niente.
Proprio perché sarebbe bene non spruzzare alcun pesticida (anche se “bio”) sulle
piante in fioritura, bisognerebbe iniziare
una lotta integrata con i predatori dei
parassiti (le coccinelle sono il miglior predatore contro molti parassiti della cannabis, ed anche il bacillum thuringensis
ha un’ottima azione, soprattutto contro
gli insetti a corpo molle, come i bruchi) e
condizioni inidonee per le muffe.
Abbiamo visto come la fase di inizio
fioritura è importante e quali e quanti
lavori bisogni fare per arrivarci al meglio.
Abbiate pazienza. Una fioritura troppo
rapida pregiudica il gusto, la qualità e la
quantità di raccolto. Sappiate aspettare e
siate tempestivi ed efficaci nei trattamenti
per ogni problema che si possa presentare. Date alle piante tutto quello di cui
hanno bisogno, senza esagerare. E soprattutto date loro tanto amore, ne hanno
bisogno e loro vorrebbero poterne dare
tanto a voi… Buon lavoro, che sia al più
presto un lavoro che si possa fare senza
aver paura di pazzi invasati che ancora
vivono di menzogne. Bom Bholenat!
28
BOOK REVIEW
Canapa Medica
IL LIBRO DEL NOSTRO FABRIZIO DENTINI
Co-pubblicato dall’olandese Positive Publisher e dalla genovese
Chinasky Edizioni, “Canapa Medica”, ispirato, al famoso libro
“Marijuana: la medicina proibita”, scritto dall’americano Lester
Grinspoon, è un libro coraggioso, disponibile nelle librerie, alle fiere
e online, per parlarci sensibilmente dei più sfortunati dal punto di
vista della salute. Stiamo parlando di persone colpite da tumore, in
chemioterapia, con il dolore cronico neuropatico, agli occhi per il glaucoma, a tutto il corpo per la fibromialgia. O ancora, persone affetta
da tetraplegia, sclerosi multipla, epilessia, HIV, epatite C, cefalea e
emicrania, artrite reumatoide, disturbi psichiatrici, dipendenti da
alcol e eroina, soggetti colpiti da malattie rare come la Sindrome di
Sjogren, l’Atassia di Friedreich e la sclerodermia. Ma facciamo qualche
domanda all'autore, dato che abbiamo la fortuna di averlo tra i nostri
di Davide Calabria
più stimati redattori.
SSIT: Di che libro si tratta e perché lo
hai scritto?
« È una raccolta di testimonianze italiane
sull’uso terapeutico della canapa in malattie importanti, non nell’unghia incarnita.
Il suo fine ultimo è la normalizzazione
del rapporto tra gli italiani, le leggi e la
canapa. Il libro intende far capire come la
canapa sia semplicemente una medicina
e perché sia assolutamente incivile che
tante persone – visto che lo Stato non
riesce a garantire loro la continuità terapeutica – debbano coltivarla con il rischio
di subire un arresto ».
SSIT: Quante persone hai intervistato?
Quanti avevano la possibilità di curarsi
legalmente?
« Nel libro ci sono 64 storie. Io ne ho
intervistate un centinaio, poi ho messo le
più rappresentative. Su cento persone, un
decimo aveva la ricetta del Bedrocan (fiori
di marijuana importati dall’Olanda) dispensato gratis dall’ALS, un altro 30% aveva la
SSIT: Hai ravvisato più sentimenti di
speranza o rassegnazione tra le persone che hai intervistato?
« Rassegnazione, per fortuna, poca. Ho
trovato più che altro tanta rabbia, in questa gente che già soffre, perché lo Stato
ti frega due volte: se vuoi accedere alla
terapia attraverso il canale legale, la burocrazia e i costi d’approvvigionamento, ti
per la cannabis sono decisamente un
lusso. Così, c’è chi auto-coltiva, ma a
suo rischio e pericolo e si finisce che
i benefici della canapa hanno spesso
come “controaltare” i rischi per ottenerla. C’è chi fuma o mangia canapa tutto
il giorno, a intervalli regolari di qualche
ora, chi solo la sera, ma sempre senza
intaccare la quotidianità, permettendo
Perché per chi ne ha bisogno, la cannabis
è davvero innocua e fa un gran bene. Così
c’è chi si domanda: “Il Signore l’ha messa
in Terra, non vedo perché dovremmo
levarla noi” o perché lo Stato non produca
la canapa per i propri cittadini, abbassando i costi delle terapie.
Tra di loro, c’è chi a cui il medico l'ha solo
consigliata, chi l'ha scoperta su Internet e
i suoi social network, iscrivendosi a gruppi
come “La cannabis che mi cura”. In Italia,
però, spiega Salomone Romano, affetto da tetraparesi, “è molto più facile per
un dottore prescriver morfina, rispetto ai
fiori di marijuana”. Eppure, come precisa
Stefano Balbo, ex poliziotto, nella sclerosi multipla, per esempio, “la canapa è
una cura più economica per lo Stato”: la
terapia con il Sativex (spray sublinguale
estratto dalla pianta) costa mensilmente
540 euro, contro i 3000 dei farmaci di
protocollo.
quindi di vivere dignitosamente, con un
lavoro, hobby e rapporti sentimentali.
fanno passare la voglia. Mentre se fai per
conto tuo, rischi una denuncia nell’ambito
penale. Questo è assolutamente incivile e
possibile solo per motivi politici ».
Grazie alla terapia con la canapa, come
emerge dai toccanti racconti proposti,
i pazienti riescono a mitigare gli effetti collaterali di medicine di sintesi che,
letteralmente, fanno sentire il paziente
“secco”, sballottato tra un farmaco e l’altro,
in alcuni casi sentendo addirittura il peso
dell’accanimento terapeutico, capace di
generare un senso di inadeguatezza alla
quotidianità – quindi tristezza attorno
al paziente – innescando depressione e
disturbi mentali.
Questi pazienti sono costretti ad assumere un numero incredibile di farmaci
e lamentano perdita d’appetito e delle
emozioni. C’è chi si è sentito addirittura
violentato dai trattamenti farmacologici
e, come in un film dell’orrore, ha visto il
proprio corpo cambiare nella forma e nel
colore della pelle, con peli che spuntavano copiosi; quando quella con la pianta
Il libro intende far capire come la canapa sia semplicemente
una medicina e perché sia assolutamente incivile che tante
persone debbano coltivarla con il rischio di subire un arresto
ricetta del Bedrocan ma non i soldi per
poterlo importare, mentre il restante 60%
non aveva la ricetta e si arrangiavano tra
mercato nero e autocoltivazione ».
a chi nemmeno ci pensa, in altri di poter
uscire a far due passi, salvando dal dolore
e dalla depressione. Addirittura, esistono
persone grazie a cui la canapa permette di
stare in mezzo alla gente, senza mostrare i
sintomi della malattia, in alcuni casi dando
pure la forza per combattere l’ignoranza
di chi è sordo quando si parla di questa
incredibile terapia.
di canapa è invece una terapia dolce, in
grado di sostituire i farmaci o di contenerne gli effetti collaterali.
Un libro dove i buoni, quelli veri, sono
alcuni medici coscienziosi, i proprietari
dei growshop
che dispensano consigli ai pazienti e i
centri sociali che organizzano l’autoproduzione di canapa, mettendola a disposizione dei pazienti. Perché con la canapa il
paziente dorme “divinamente”, “come un
angelo”, riuscendo a recuperare le forze per
guarire e rendere sopportabile la malattia.
In alcuni casi permette d’alzarsi dal letto
Qualcuno è addirittura costretto a contrarre debiti per curarsi, perché quando
l’ASL non può permettersi di pagarla al paziente, 500 euro al mese solo
L’accesso istituzionale tramite il canale burocratico dall’Olanda, suggerisce
Dentini, è farraginoso e non garantisce
la continuità terapeutica ai pazienti, pur
garantendo una qualità della canapa
controllata e la disponibilità in più 4-5
varietà per le differenti patologie. Il fatto
di rivolgersi al mercato nero è la soluzione più semplice per chi non ha esperienza, ma qualità del farmaco è spesso
scadente o molto cara e c’è il rischio
di incorrere in procedimenti penali. Gli
stessi problemi con la legge potrebbero sorgere auto-producendo la canapa
medica, che inizialmente non garantisce la continuità della terapia, ma permette di contenerne i costi, anche se
sarebbero necessari dei consulenti alla
produzione. L’ideale, aggiunge l'autore, sarebbe integrare l’autoproduzione
e l’importazione, fino a quando non
sarà possibile produrre la medicina in
Italia, valorizzando il sapere diffuso tra i
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30
ED ROSENTHAL
Come cresce
la vostra
coltivazione
Parte III
La coltura prima. Scattata il 24 agosto, tre giorni prima che le piante venissero
potate. Stavano crescendo in contenitori General Hydro Mega con nutrienti House
and Garden in percentuale più bassa di quella consigliata dal produttore, 680 PPM,
dopo aver regolato l’acqua della zona della Baia di San Francisco da 68 a 125 PPM
utilizzando Cal-Mag. Il pH è stato mantenuto a 6.0-6.1. Dapprima i livelli di nutrienti
sono stati impostati a 800 PPM, ma le piante hanno cominciato a bruciare.
Nella coltura in serra, le piante sono rimaste al buio dal 1° luglio e le prime cime delle
due varietà sono state pronte il 27 agosto. I 10-15 centimetri finali della maggior parte
dei rami sia della Hash Bubble che della Shark Shock hanno raggiunto il culmine. Sono
stati raccolti, lasciando invece la parte inferiore. Il tempo di maturazione dall’inizio
della rimozione della luce è stato di soli 58 giorni.
Senza le cime superiori che bloccavano la luce e con i primi tagli nella pianta, le cime
interne hanno ricevuto più luce. Questo ha garantito loro l’energia necessaria per
crescere un po’ di più e, cosa più importante, per maturare.
Il gruppo seguente è stato quello di due piante di Kandy Kush e dii una Master Bubble.
I primi tagli sono stati fatti l’11 settembre, due settimane dopo le prime piante. Ci sono
voluti 73 giorni per maturare. Allo stesso tempo, le due piante precedenti sono state
potate definitivamente. Le cime non mature rimaste sulle piante non sarebbero mai
maturate come richiesto, quindi sono state raccolte e utilizzate per altro. Le cime inferiori del secondo gruppo sono maturate un po’ e sono state raccolte una settimana dopo.
Il 10 agosto sono stati installati il serbatoio e il regolatore di CO2. Il sistema è stato
dotato di timer, in modo tale che l’aria venisse arricchita solo durante le 12 ore in cui
la pianta riceveva luce. Il regolatore è stato settato affinché mantenesse un livello
di CO2 di 550 PPM, del 50% circa superiore al livello ambiente di 380 PPM e di gran
lunga superiore rispetto alla serra ventilata, anche con i ventilatori sparati al massimo.
Prima che venisse installato il serbatoio, quando il sole risplendeva direttamente sulle
piante o veniva riflesso dalle pareti bianche e le fluorescenti a induzione Inda-Grow
e il sistema T-5 somministrassero la luce, il livello di CO2 è diminuito fino a 250 PPM.
Questo livello più basso ha portato le piante a “minare” il gas presente nell’aria in
modo inefficiente, il che ha comportato una fotosintesi e una crescita lenta.
La coltura sotto coperta. Sono state usate delle persiane da finestra per tenere la
stanza al buio. Venivano chiuse ogni notte dopo che diventava buio e riaperte ogni
mattina alle 9. Durante l’intera fase di privazione di luce, l’alba avveniva molto prima
delle 9, quindi la coltura è rimasta protetta dalla luce del mattino. Quando abbiamo
iniziato questo regime, il tramonto avveniva alle 20.30 e le piante ricevevano un po’
meno luce, ma negli ultimi due mesi il sole è cominciato a tramontare più di mezzo
minuto prima ogni giorno. All’inizio del regime le piante ricevevano circa 11,5 ore di
luce. Al raccolto, ricevevano 11 ore di luce al giorno. Le luci sono state impostate per
partire esattamente alle 9 di mattina per alcune ore, per illuminare la coltura. Questo
ha anche alleviato l’esigenza di essere precisi nell’apertura delle tende.
La CO2 è stata somministrata mediante un piccolo tubo che partiva dal serbatoio e
finiva nella parte posteriore di un ventilatore oscillante indipendente. Anziché usare
la ventilazione, la coltura è stata raffrescata mediante l’utilizzo di un condizionatore
d’aria portatile, che ha garantito un raffrescamento di 25.000 BTU, mantenendo la
temperatura al di sotto dei 30 grandi centigradi. Il sistema di ventilazione è stato
posto in modo tale che quando la temperatura della sera raggiungeva i 35 gradi centigradi, il termostato posizionato vicino alla parte superiore della parete faceva partire
la ventola, dove l’aria era più calda. È successo comunque di rado.
Dopo la cimatura. Questa foto scattata il 27 agosto mostra alcune piante dopo la cimatura. Le cime rimanenti hanno finalmente avuto accesso alla luce.
31
Il Triangolo dello Smeraldo, ossia le contee di Humboldt, Mendocino e Trinity, vanta le
migliori aree per la produzione della miglior marijuana. Ciononostante, la loro fama e
il motivo per cui i coltivatori di marijuana hanno colonizzato queste aree non è stato
il clima o la qualità di campi e terreno, bensì la posizione appartata e le minori probabilità di essere scoperti su queste colline rurali color ruggine. Una volta risolti i vincoli
legali, quando i coltivatori saranno liberi di coltivare in California, i vantaggi agricoli
della Valle Centrale saranno evidenti.
La coltura che abbiamo seguito e stiamo rivisitando si trova vicino a Fresno, nel cuore
della Valle Centrale, la cornucopia di frutta e verdura della California. Questa area ha
il vantaggio di godere di sole, clima caldo e umidità relativamente bassa, anche se c’è
molta rugiada che si forma in seguito al calo della temperatura di 6-12 grandi centigradi. Le immagini del campo presentate in questo articolo sono state scattate il 15
ottobre, dopo che sono state raccolte le piante a inizio e mezza stagione.
Primo piano di una cima di Shark Shock.
Le piante erano tutte pronte per il raccolto. C’erano quattro varietà che spiccavano:
“Ed Rosenthal Superbud,” “Foothill,” “Lavender Kush,” e “Strawberry Cough.” Da lontano
la Strawberry Cough era quella che spiccava maggiormente. Le piante erano sative
alte 3-3,5 metri con lunghi rami ricoperti di cime lunghe e moderatamente spesse.
Ciononostante, camminando verso le piante ho notato che le foglie erano ricoperte
di malbianco. Quando le foglie sono ricoperte di malbianco, è probabile che anche le
cime siano infette. Le altre varietà invece non presentavano muffe.
Nessuno vuole fumare o ingerire muffa, quindi non serve utilizzare questa erba per
le cime o l’hashish. Cosa interessante, non sono stato in grado di trovare patologie
o sintomi connessi con il fumo o l’ingestione di malbianco. Ciononostante, non ho
intenzione di usarla. D’altro canto, fare un concentrato usando alcol, butano, CO2 o
estrazione con acqua permette di eliminare la muffa e i cannabinoidi e i terpeni vengono filtrati o si sciolgono e sono raccolti.
Cima di Hash Bubble.
Da lontano, le piante alte di Strawberry Cough spiccavano notevolmente. I rami erano
maturati producendo lunghe cime di Sativa su piante alte 3-3,6 metri. Erano pronte
per il raccolto. Il problema è stato più evidente quando mi sono avvicinato maggiormente alle piante.
Cima di Kandy Kush
Il primo pianto di una cima di Strawberry Cough Bud mostra il malbianco che attacca i
fiori. La muffa cresce nella pianta risucchia i suoi succhi per alimentarsi.
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Cima di Ed Rosenthal Superbud.
Ed Rosenthal Superbud ritratta in dimensioni reali.
Cima Foothill.
Ed Rosenthal Superbud con zoom 5x.
Cima di Foothill con zoom 5x.
Ed Rosenthal Superbud con zoom 10x.
Piante di Foothill. Questa varietà è stata selezionata internamente. È una varietà stagionale tardiva che rende cime molto solide e corpose e che si adatta molto bene al luogo.
Questa line è stata incrociata, selezionata e reincrociata. Le cime diventano strette.
Cima di Foothill con zoom 10x.
Cima di Lavender Kush.
34
Cima di Lavender con zoom 10x.
RISULTATI DEI TEST
Sono stati analizzati dei campioni presso i Laboratori Steep Hill, di Oakland, CA per
verificare il contenuto di THC e CBD. I test sono stati condotti mediante utilizzo di
una pipa d’argento piccola con serbatoio e senza carburatore. Questi test sono stati
condotti da me e Leonardo D’Jardin. Ogni gruppo veniva analizzato con un nuovo
serbatoio.
STEEP HILL POTENCY RESULTS (Courtesy of Steep Hill Labs)
THC%
CBD%
Strawberry Cough
16.98
<2
Ed’s Super Bud
14.45
<2
Kandy Kush
14.2
<2
Lavendar Kush
15.9
<2
Foothill
5.46
5.69
Shark Shock*
10.69
<2
Cima di Lavender Kush ritratta in dimensioni reali.
Coltivare e fumare
erano le sue passioni
*Sample was too moist. Higher probable potency after properly cured.
Sof t Secrets Polonia
era la sua figlioccia
SPINELLI
PRESENTI…
Nato sotto il comunismo,
ma che non l’ha
ostacolato per niente
IL SALUTO
DEI DIECI
SPINELLI
DI CLIFF
CREMER E JIM
STEWART
Downlodava, coltivava, fumava, era attivista…
Ma soprattutto padre del figlio Victor
Addio Bartec Siarna…
Riposa in pace caro amico
FUOCO!
35
GROWING
Stiamo a casa, se il tempo
non aiuta
di CBG
Purtroppo sinora non è stato un bel periodo per l’agricoltura: gelate tardive e meteo
instabile stanno ancora flagellando l’Europa. Ero quindi molto preoccupato accendendo a Skype per salutare i miei amici
dai paesi più illuminati dove è consentito
il nostro hobby. “Chissà – mi chiedevo tra
me e me – quanti secchielli di lamentele
riempirò quest’oggi…”. Per fortuna i miei
amici sono persone in gamba e non si sono
lasciati scoraggiare dal poco sole, per cui
hanno allestito dei growbox interni.
Con un growbox chiunque ha uno spazio
di – mediamente – un metro quadro dove
poter sperimentare e coltivare indoor. Non
sempre è facile passare dall’outdoor all’indoor, specialmente d’improvviso quando la stagione non è stata delle migliori.
Quante volte capita di sentire scarsissime
rese, oppure invece rese alte ma non per
l’investimento fatto, oppure ancora si sente
spessissimo di giovani con ottimi setup e
rese qualitativamente pessime.
Solitamente il grower medio ragiona in
base alla grandezza dello spazio o al numero di piante coltivate ma se, come risaputo,
non è il numero che conta, perché ostinarsi
a voler far le cose male? L’approccio alla
coltivazione indoor, il più tecnico possibile,
è basato sul fattore limitante. Niente di
nuovo, ogni cosa rende al massimo del suo
fattore limitante, cioè nel caso dei vegetali stiamo parlando di quel parametro
ambientale (chimico o fisico) la cui carenza
o la cui abbondanza risulta determinante
per lo sviluppo biologico della popolazione di un ecosistema. Ecco, per farmi capire
dai più farò un esempio: se integro con
anidride carbonica il mio growbox, ma la
quantità di luce rimane la medesima non
avrò nette differenze rispetto a prima, in
quanto la luce risulta scarsa, ergo funge da
fattore limitante dell’utilizzo della CO2 da
parte delle piante che si troveranno tanta
CO2 ma poca energia per fare la fotosintesi.
I fattori limitanti sono fondamentalmente
tre. La disponibilità di luce, cioè quale lampada si usa, di quale potenza la si sceglie
e di che tipologia di spettro. Lo spazio, se
si coltiva in un case da computer difficilmente ci staranno trenta piante. Ed infine
il tempo: sceglierei una indica se dovessi
raccogliere entro due mesi, una sativona se
invece posso prendermela comoda e darle
anche 3 mesi di fioritura abbondanti.
Nel mercato dei growshops si trovano
lampade HPS dai 50 Watt ai 1000, e le più
comuni sono 250 400 e 600. Una lampada,
più consuma e più lumen rende. Quindi se
servono tanti lumen per far fiorire questa
pianta sarà bene adeguare una giusta
fonte luminosa al giusto spazio perché
ricordo che i lumen sono correlati alla
distanza dal bulbo sorgente. Una lampada
da 250 Watt HPS copre adeguatamente e
a giusta distanza dalle piante un’area di
circa 60x60 centimetri. Una da 400 Watt è
perfetta dagli 80 centimetri al metro per
un metro mentre una 600 Watt si usa dal
metro ai 120x120 centimetri. Ecco spiegato perché i growboxes più venduti sono
il modello medio 1m x 1 m o il large da
1,2m x 1,2m di lato.
Scegliete lo spazio in relazione alla giusta
intensità luminosa che potete dare e viceversa scegliete la luce in base al vostro spazio. E’ inutile e decisamente stupido uscire
dalle proporzioni consigliate. Se si dispone
di un armadio o di una stanzetta o di un
bugigattolo di dimensioni e forma strane
sarà bene prendere in considerazione di
comprare un growbox in tela smontabile
così da ottimizzare la resa.
Senza mai dimenticare che esistono in
commercio degli strumenti particolari
detti Cooltube. Il cooltube è un tubo o
spesso un riflettore chiuso da vetro pirex
resistente alle alte temperature. Con uno
di questi aggeggi collegato ad un estrat-
tore è possibile raffreddare la temperatura nell’ambiente di coltivazione, anche
di parecchi gradi centigradi, in quanto
l’aria in transito porta il calore al di fuori
dell’ambiente di lavoro e le piante, sebbene sotto una 600 Watt, non cuociono!
Ho visto usare cooltube in armadi minuscoli con lampade da 250 Watt, che sono
comunque bulbi HPS ad alta emissione
di energia foto sintetica ed ottenere risultati fantastici. Bisogna ricordarsi che una
lampada da 250 Watt HPS in un growbox
chiuso di 60x60 centimetri è una fonte di
calore eccessivamente calda che obbliga ad allontanarla troppo dalle piante e
soprattutto rischia di portare la temperatura interna oltre i 30 gradi centigradi.
Vista la sorgente luminosa corretta in
relazione al corretto spazio si passa alla
scelta del metodo di coltivazione che
poi porterà alla scelta della genetica più
adatta. L’approccio migliore è decidere
come coltivare dopo aver preso lampada
adatta allo spazio scelto. Poi si posso
valutare i vari metodi, a parità di efficienza luminosa si possono mettere tante
piante quante ce ne stanno, in vasetti
piccoli ed adiacenti, magari dei cloni
e si ottiene il Sea Of Green, altrimenti
conosciuto come S.O.G. e qui rimando ai
forum online con tanto di guide molto
ben fatte sul S.O.G. Altrimenti si può
decidere di coprire l’intera area con una o
pochissime piante a formare una rete, un
SCR.O.G. acronimo di Screen Of Green.
Una pianta, ad esempio, ben legata a
coprire lo spazio interessato ma anche in
questo caso i forum online sapranno aiutarmi nel delucidare le idee a chi non ha
mai sentito parlare di ciò. La terza scelta
è quella di fare una specie di S.O.G. con
piante da seme, ben distanziate, ma col
risultato di coprire omogeneamente lo
spazio illuminato.
Qualsiasi altra scelta pare decisamente azzardata: se son troppo fitte in uno
spazio angusto c’è il grave pericolo che
si sviluppino muffe per via dell’umidità
eccessiva, mentre se son troppo poche
la resa non sarà equiparata alla fatica e al
rischio. Non si mettono quattro piante a
caso sotto una 400 Watt pensando di fare
un buon lavoro. Intelligentemente si mettono tante piante quante ce ne stanno
fisicamente, sempre contando che lo spazio dev’esser scelto in base alla potenza
luminosa. Buona fioritura, che sia outdoor
o in un comodino e se dovesse servirvi
l’ispirazione basta aprire il pc e andare
su Facebook: alla pagina Metrop France,
si possono vedere degli esempi made in
France di coltivazioni in vasi da 3,5 litri.
36
SPECIALE VARIETÀ 2013
12 raccolti immensi
Industrial Plant di Dinafem. Versione
di Northern Light che nelle ultime stagioni si è guadagnata la fama di essere
produttiva e semplice, per cui è una
scelta eccellente per i coltivatori funzionali. Tende a formare piante con una
cima centrale, un’altezza media e poche
foglie da curare.
Buddha Seeds, la banca che ha superato
il limite della produzione delle autofiorenti, torna a superarsi con la Magnum,
autofiorente che richiama l’attenzione per l’impressionante produzione in
tempi record. Pianta con altezza, molti
rami e potenza.
Se si parla di piante produttive, la
Chronic di Serious Seeds è un classico della categoria, il cui rendimento è
incredibile. In outdoor riesce a produrre
cime grosse come due braccia. Oltre a
ciò è potente e saporita.
Jack Attack di Venus Seeds. Ha la grande produttività delle Jack, con un grande vigore e molta ramificazione, il che
porta a raccolti molto abbondanti. Le
Cotton Candy di Delicious Seeds
piace l’outdoor in zone con un sole
generoso. Effetto intenso e un sapore
squisito d’incenso.
The Ultimate. Una delle genetiche più
produttive di Dutch Passion, vigorosa e dall’elevata potenza, con risultati
impressionanti in indoor e nei sistemi
idroponici.
Kalashnikova di Green House Seed
Company. Potente incrocio di Ak47
e White Widow, in cui si è ottenuta
una buona produzione di cime molto
potenti. Varietà robusta e dalle cime
compatte.
Monster di Eva Seeds. Leggenda della
produzione, poiché la produzione in
outdoor può superare i due chili, oltre
a essere semplice da coltivare. Odore
forte ed effetto sativo.
Produzione
Ganja Selecta
Cotton Candy di Delicious Seeds. Una
vera prodezza, conserva lo squisito sapore della Lavender, ma con un incremento
della produzione e semplificandone la
coltivazione, il che si raggiunge grazie
a un apporto di Power Plant. Incrocio di
prima qualità che vale la pena provare.
Amnesia di Superstrains. Ereda diretta della leggenda della Amnesia Haze,
pianta che ha guadagnato sostenitori fra i coltivatori spagnoli, dall’effetto
intenso, il sapore dolce d’incenso e l’elevato rendimento.
Meditation di Jah Seeds. Altra opera
d’arte della selezione, mantiene il sapore e l’effetto intenso della Widow e al
contempo aumenta notevolmente la
produzione, con un buon raccolto di
cime grandi, dolci e saporite. Si nota
inoltre un incremento di CBD.
Industrial Plant - Dinafem
Magnum - Buddha Seeds
Chronic - Serious Seeds
Jack Attack - Venus Seeds
The Ultimate - Dutch Passion
Kalashnikova - Green House Seed Company
Monster - Eva Seeds
Blue Mistery - Seed Bank Low Cost
Cotton Candy - Delicious Seeds
Amnesia - Superstrains
Meditation - Jah Seeds
Tank - Vip Seeds
Tank di Vip Seeds. Incrocio di Sative
selezionate che cresce in modo smisurato, con eccellenti risultati in outdoor,
dove le piace il sole. È stato condotto
un test in outdoor con una sola pianta
in un vaso da 250 litri e il risultato è
stato di 1.800 g di fiori secchi e ricoperti di resina con un odore intenso e
un buon effetto.
Blue Mistery di Seed Bank Low Cost.
Robusta e dai grossi rami, in grado di
sostenere le cime enormi. Effetto narcotico e sedativo. Sapore di spezie e frutti
di bosco.
Blue Mistery di Seed Bank Low Cost
Chronic di Serious Seeds
Magnum di Buddha Seeds
Jack Attack di Venus Seeds
Monster di Eva Seeds
Tank di VIP Seeds
Industrial Plant di Dinafem
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GROWING
I PRO E I CONTRO DELLA PIANTA PIÙ VELOCE DEL MONDO, PAROLA DI GROWER
Missione autofiorente
O le ami o le odi. Le piante autofiorenti sono ormai una realtà affermata nel mondo del commercio dei semi di cannabis e, al giorno
d'oggi, non esiste seed bank che non abbia almeno una varietà
autofiorente nel suo catalogo. Qualche mese fa, proprio su queste
pagine, il collega Little Lebowski si chiedeva se quella delle “piante
miracolose” – che passano dalla fase vegetativa alla fase di fioritura
in funzione dell'età della pianta, anziché in base alla quantità di
luce che ricevono – fosse una meteora nel campo della botanica o
fosse invece un'innovazione destinata a prendere sempre più piede
tra i growers di tutto il mondo. Il tempo e i consumi sembrano dare
ragione alla seconda ipotesi, nonostante tra molti serpeggi ancora
la diffidenza verso un prodotto che, in buona sostanza, pare cerchi
di Giovanna Dark
di aggirare i tempi e i modi della natura.
Queste ruderalis potenziate, infatti, necessitano di un tempo molto minore per fiorire rispetto alle cugine indiche e sative:
coltivate a partire dal seme, le piante inizieranno a sviluppare cime una volta raggiunte le 3-4 settimane. E non è nemmeno
necessario ridurre la quantità di ore di luce
che ricevono. In una situazione di outdoor
le normali varietà di cannabis sativa e indica possono impiegare sei mesi per arrivare
dalla semina al raccolto, mentre in indoor,
per il raccolto, possono volerci anche tre
mesi. Al contrario, le varietà autofiorenti
crescono dal seme e arrivano al raccolto in
8, massimo 10 settimane. Un bel risparmio
di tempo, soprattutto per quanti – come
gli sfortunati italiani – sono costretti a coltivare in regime di semi-clandestinità o di
guerrilla pur di evitare di incappare nelle
angherie della Fini-Giovanardi.
Ma cosa significa crescere una pianta di
cannabis autofiorente? È davvero quel
gioco da ragazzi che ci vogliono far credere oppure, anche in questo caso, il detto
“presto e bene non vanno insieme” ha un
suo fondamento? Per chiarirci – soprattutto per chiarirmi, a dire il vero – ne abbiamo parlato con A. un grower esperto che
da quasi 15 anni si dedica con amorevole
cura e una passione spiccatamente bio
alla nostra pianta preferita.
Ci racconterà com'è stata la sua esperienza con la Lowrider – che passa direttamente alla fase di fioritura, dopo circa
testate in condizioni di forte stress e di
quasi abbandono da parte mia. Sai, parlandone con qualcuno era venuta fuori
questa cosa che crescevano molto più in
fretta rispetto alle altre e ho detto: “proviamo!”. Allora si avvicinava anche l'inverno quindi ho scelto questa varietà, anche
perché avevo effettivamente fretta.
SSIT: Andiamo avanti, dicevi che con
le autofiorenti ci hai lavorato solo
due volte. Raccontaci com'è andato il
tuo primo tentativo.
Ti dirò, non era male alla fine quella
lì. Ma non riesco proprio a ricordarmi
che varietà era. Era molto agrumata,
decisamente buona. Infatti il problema maggiore con quelle piante è stato
l'odore. C'era un odore incontrollabile.
Non sapevo davvero come fare perché
nonostante il posto che avevo scelto era davvero lontano dalla zona di
passaggio del palazzo, il profumo si
sentiva di brutto. Preso dalla disperazione ho riempito il sottoscala di Arbre
Magic, quelli verdi a forma di pino. Ce
ne saranno stati una trentina... magari
non coprivano ma sicuramente confondevano!
rando in sessanta giorni. Questa innovativa varietà discende da ibridi di ruderalis
derivanti dalla “mexican ruderalis”, che
le conferiscono le caratteristiche doti di
compattezza, e da parenti famosi tra
cui William’s Wonder e Northern Lights
No.2 Indica, che garantiscono resinosità
e potenza. Necessita di poco spazio e di
minime dosi di fertilizzanti e, maturando in 8 settimane, permette più di un
raccolto a stagione. Un piccolo miracolo
insomma. E alla portata di tutti, anche dei
grower alle primissime armi.
Ad A. mi premeva chiedere se davvero
è tutto oro quello che luccica attorno
a questo nuovo prodotto, soprattutto
in termini di resa finale, e quali sono le
problematiche che riguardano questo
tipo di coltivazione. Per capire se il
gioco vale davvero la candela, sentiamo dalle sue parole com'è andata.
SSIT: Come grower hai un'esperienza
più che decennale. Hai lavorato sia
in indoor che in regime di guerrila
outdoor. Cosa ti ha spinto a coltivare
la varietà autofiorente? Anche tu hai
ceduto alla pubblicità?
Guarda io in realtà con le autofiorenti
c'ho lavorato due volte. Che poi alla fine
io sta cosa non l'ho capita, non è che fai
tanto poi prima a farle...
SSIT: Me la servi subito su un piatto
La prima volta l'ho fatta in un sottoscala,
al freddo, senza riscaldamento e lì con
l'odore l'ho rischiata davvero tanto perché non c'era ventilazione, non c'erano
filtri. Una roba molto alla carlona: una
lampada nel sottoscala e via. Volevo
provare a vedere com'erano queste
autofiorenti tanto famose. Erano delle
Lowrider White Dwarf o Red Dwarf, non
mi ricordo, una cosa del genere.
Avevo messo una lampadina da 400
watt – che non era neanche la mia, era
in prestito –, ma alla fine dei conti per
raccogliere c'avrò messo 10 giorni in
meno rispetto a quelle normali.
SSIT: Insomma tutto sto guadagno di
tempo tu non lo hai ravvisato. E per quanto riguarda il prodotto finale invece?
CRESCERE UNA PIANTA AUTOFIORENTE È DAVVERO QUEL GIOCO DA RAGAZZI CHE CI
VOGLIONO FAR CREDERE OPPURE, ANCHE QUI, “PRESTO E BENE NON VANNO INSIEME”?
17/20 giorni a partire dal seme, saltando
la fase vegetativa – sia in indoor che in
oudoor. Con i suoi 30 cm di altezza questa varietà di cannabis è ad oggi la più
piccola e “veloce” pianta esistente. Unica,
inoltre, perché non necessità variazioni
del fotoperiodo, fiorendo indifferentemente con 24, 16 o 12 ore di luce e matu-
il gusto si salvava o era da buttare
anche quello?
d'argento e quindi te lo devo chiedere: se dovessi scegliere, nella diatriba
quasi accademica “autofiorenti si/autofiorenti no” tu ti metteresti dalla parte
degli entusiasti o degli scettici?
La seconda ma io posso anche sbagliarmi, per carità, soprattutto perché le ho
Anche li, io devo dire che è stata comunque meno produttiva rispetto alle piante
che cresco di solito. Pianta più piccola e
decisamente meno grammi di raccolto.
SSIT: Insomma il primo esperimento, anche se fatto molto alla buona,
è stato un po' fallimentare. Almeno
SSIT: Una scena meravigliosa! Una
growroom piena di Arbre Magic è davvero un colpo d'occhio esilarante!
Cos'era in Seven (NDR. il film di David
Fincher del 1995) che c'era la scena col
tipo con le cose appese? (Ride) Si comunque adesso ci rido, ma allora credevo davvero di rischiarla grossa. Meno male che è
finito tutto bene poi.
SSIT: Invece com'è andata con il secondo tentativo?
Il secondo approccio è stato outdoor. Le
ho fatte in balcone questa estate, ho piantato i semi a inizio agosto calcolando che
avrei dovuto raccogliere al massimo tre
mesi più tardi, quindi ottobre al massimo.
Erano sei semi di Low Lemon Skunk della
Dna Genetics femminizzati e anche in
questo caso mi ero orientato su un'autofiorente perché il tempo era il fattore
primario che mancava.
SSIT: Una curiosità: ma i semi li compri online o preferisci appoggiarti
agli smart-shop?
Quasi sempre vado negli smart-shop. Mi
trovo meglio. Alla fine sarai anche più
“attenzionabile” ma almeno in negozio
puoi parlare col commesso, farti consiglia-
39
re su cosa è meglio. Scambi comunque
delle opinioni dal vivo. Comprare su internet è un'azione fredda: scegli, paghi e via.
SSIT: Che tipo di difficoltà hai avuto nel
coltivare un'autofiorente in outdoor?
Allora prima di tutto gli acari maledet-
che ti sto per fare è pura deformazione professionale e sei liberissimo di
non rispondermi. So che sei di base un
autarchico, che coltivi per il gusto di
poter fumare qualcosa che hai cresciuto e curato tu stesso ma la mia domanda è questa: ti ha mai accarezzato l'idea
di arrotondare vendendo parte della
fumarla – ma mai per rivenderla. Della
mia ne ho venduta un po' ma mai roba
grossa. Solo una volta ne ho piazzato
un etto a uno che conoscevo bene e il
resto amici. Una cerchia molto ristretta.
SSIT: Quindi tu non sei uno che è
costretto a spacciare?
SU UNA COSA POSSIAMO CONVENIRE: SE HAI POCO TEMPO A DISPOSIZIONE,
L'UNICA SOLUZIONE PLAUSIBILE È L'AUTOFIORENTE.
ti. C'era pieno. E poi una muffa bianca
che sembrava oidio. Questa soprattutto
ha cerato problemi nell'ultimo periodo,
quando la mattina la pianta faceva rugiada, perché erano venute su delle piante
davvero molto compatte. Quindi toccava
controllarla manualmente in continuazione: le foglie compromesse le tagliavo via e
le altre le pulivo con cura.
Gli acari invece li vedi sempre dalle foglie
perché queste si riempiono di puntini gialli:
sono dei ragnetti che in realtà stanno sotto
la foglia, che se non li conosci non ti accorgi
minimamente che ci sono. E sono davvero
infestanti perché hanno una velocità di
riproduzione pazzesca. Quando li ho visti
ero già pronto a comprare un'arsenale ma
alla fine è bastato dell'olio di neem.
SSIT: Giusto, dimenticavo, il biologico
prima di tutto!
Ma si dai, obiettivamente fare le piante
così è più semplice, più sano e il prodotto
finale è decisamente migliore rispetto,
per esempio, a quei mostri che vengono
fuori con l'idroponica. Poi per uno che
ha poca esperienza io consiglio sempre
di partire col terriccio biologico. Perché si
trova dell'ottimo terriccio anche al supermercato. Certo non è quello da gerani,
in sacconi a 7 euro al kilo, costa molto di
più... Secondo me così ti togli il pensiero
del concimare – dove uno che ha poca
esperienza rischia 99 volte su 100 di sbagliare. Su terra buona hai sempre molti
meno sbattimenti.
SSIT: Cambiamo registro. Di solito il mio
compito per questo giornale è quello
di intervistare persone che hanno a
che fare con la distribuzione, più che
con la produzione perciò la domanda
marijuana che producevi? Oppure, nel
caso in cui decidessi di metterti dalla
parte dei venditori, sarebbe meglio
non mettere in giro roba propria?
Ti rispondo tranquillamente e ti dico,
le pochissime volte che l'ho fatto, io
ho spacciato solo la mia. Ne ho comprata ovviamente per me – anche se è
davvero tanto che non ne compro per
Beh, in certi casi ho arrotondato. Anzi,
mi è stato fondamentale in quei periodi. Certo i periodi in cui dici “me la
sfango coltivando dell'erba” non sono
periodi felici... per niente!
SSIT: Te lo chiedo perché in questi
anni ho sentito delle storie davvero
assurde. Persone che devono mettersi a smazzare perché non arriva-
no alla fine del mese pur avendo un
lavoro...
È un rischio che puoi correre solo se il gioco
vale la candela. Ti spiego, non è che puoi
metterti a fare delle serre per poi vendere la
10 euro o i 50 euro. Se ti calcoli che invece
hai il giro per fare mosse più importanti,
piazzare delle robe grosse – che magari
gliele dai anche in blocco – allora è un'altra cosa. Ma secondo me comunque non
vale la pena, perché alla fine ci guadagni
comunque meno che non vendendo dei
10-20 euro. Ma non puoi certo coltivare con
la gente che ti fa avanti e indietro da casa!
SSIT: Parole sante! Grazie per i tuoi consigli. Ora sta ai lettori trarre le conclusioni dal tuo racconto ma su una cosa
direi possiamo convenire: se hai poco
tempo a disposizione, l'unica soluzione
plausibile è l'autofiorente.
Per forza!
40
MEDICAL CANNABIS
Cannabis e cancro al seno
Ho accennato negli scorsi articoli a come, nel corso della storia, i
fiori della pianta femmina di marijuana siano stati particolarmente
indicati alla donna. Soprattutto per questioni ginecologiche di vario
tipo, dall’alleviare i dolori mestruali, a quelli del parto. La cannabis
è stata però favorevolmente usata anche per dissipare il dolore e il
gonfiore al seno delle donne. E di questa cosa ne parlava, per esempio, un libro antico di medicina intitolato Codex Vindobonensis 93,
scritto in Italia nel tredicesimo secolo, ora conservato nella Libreria
di Davide Calabria
Nazionale Austriaca.
A quanto pare, però, il beneficio della cannabis sul seno delle donne non si ferma al
gonfiore e al dolore – che non è poco – ma
riesce anche a fare di più. Fin dal 1975,
grazie allo studio di A. Munson, intitolato
“Antineoplastic Activity of Cannabinoids”,
è risaputo che la marijuana è in grado di
rallentare la crescita dei tumori al seno,
del polmone e della leucemia. È evidente
che ciò non ha mai scalfito l’insensibile
animo di chi è a digiuno da cannabinoidi
da troppo tempo, come i proibizionisti.
L’impassibilità del proibizionista non ha
confini e questo è il suo limite.
Eppure rallentare la crescita di un tumore
non è poco e difficilmente esistono in
circolazione rimedi naturali alle erbe o
farmaci di sintesi privi di cannabinoidi, di
cotanta bontà per l’organismo bisognoso
di qualche paziente. Ai tempi non si conosceva neppure poi molto della cannabis in
termini scientifici. Il THC era stato appena
scoperto, nel 1964, eppure dopo soli nove
anni si era già scoperta la sua capacità di
rallentare la crescita di tre tipi di tumore.
A quanto pare, però, il THC non è l’unico
elemento della cannabis capace di contrastare il tumore al seno. Secondo uno
studio del 2007, svolto dal California Pacific
Medical Center Research Institute e pubblicato su Molecolar Cancer Terapheutics, titolato “Cannabidiol as a novel inhibitor of Id-1
di spinello, ma ben maggiori, che potrebbero essere utilizzate da tutti, in quanto
il cannabidiolo non è fuori legge a livello
internazionale come il THC. Dunque, il THC
rallenta la crescita del tumore, mentre il CBD
impedisce che si diffonda nel corpo, ma
questo non è ancora sufficiente a far partire
immediatamente un piano di cura gestito
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS), in grado di salvare la vita a molte persone o alleviare loro i dolori della malattia.
Non è nemmeno tutto, perché la cannabis contiene anche terpeni (oli essenziali), flavonoidi (antiossidanti, antiradicali
liberi che mantengono il cuore sano) e
almeno un altra sessantina di cannabinoidi, oltre al THC e al CBD, che le conferiscono, in generale sul tumore, oltre alle
qualità antimetastasi e antiproliferanti,
anche capacità apoptopiche, d’indurre
pesante, non è nemmeno associabile a
problemi di salute di qualsiasi natura.
Secondo i dati di italiasalute.it, in Italia
sono ben 300.000 le donne che stanno
combattendo contro il cancro al seno, con
30.000 nuovi casi ogni anno. Le donne
del Sud e delle isole hanno quasi la metà
di probabilità in meno d’ammalarsi di
questo male, rispetto all’industrializzato
Nord, dove l’inquinamento, dovuto alla
sfruttamento del petrolio, anziché della
canapa, la fa da padrone.
Secondo i dati dell’oncologo Umberto
Veronesi, da sempre sostenitore della legalità della cannabis, il tasso di guarigione
dal tumore al seno s’aggira oggi comunque attorno al 70%, con stime attorno
all’85% per i prossimi 10 anni. Potrebbero
però essere molto meno i malati, perché la
cannabis può essere usata nella cura, ma
è anche nella prevenzione. Ad esempio il
dottor Franco Berrino, oncologo al lavoro
presso l’Istituto dei Tumori di Milano nella
IL THC ERA STATO APPENA SCOPERTO, NEL 1964, EPPURE DOPO SOLI
NOVE ANNI SI ERA GIÀ SCOPERTA LA SUA CAPACITÀ DI RALLENTARE LA CRESCITA
DI TRE TIPI DI TUMORE
gene expression in aggressive breast cancer
cells”, il non psicoattivo CBD (cannabidiolo)
potrebbe bloccare anche la metastasi del
cancro al seno, la capacità cioè delle cellule
maligne di staccarsi dal tumore originario
per diffondersi ad altri organi.
Addirittura oggi s’ipotizza che il CBD possa
diventare un’alternativa alla chemioterapia,
ma, come nell’esperimento sopra, si tratta
di quantità non inalabili attraverso il fumo
cioè le cellule tumorali a cercare la propria morte, senza intaccare quelle sane.
La capacità della marijuana di mandare le
cellule cancerogene del cancro al seno in
apoptosi è stata dimostrata nelle prove
in vitro, in una ricerca dello spagnolo
Manuel Guzman, pubblicata nel 2003
su Nature e intitolata “Cannabinoids:
potential anticancer agents”. La cannabis
insomma funziona nel cancro al seno e
un suo consumo, qualora non cronico e
direzione del Dipartimento di Medicina
Preventiva, suggerisce alle donne recidive
del tumore al seno d’abbandonare il latte
vaccino, un alimento in grado di far crescere un vitello, quindi troppo nutriente per
l’essere umano se preso quotidianamente.
Un eccesso di latte potrebbe trasformarsi
in un nutrimento per le cellule maligne,
secondo alcuni, secondo altri no, ma in
caso di tumore al seno sarebbe opportuno
consumare latti differenti come, secondo
l’oncologo, quello all’avena.
Al posto del latte di mucca si potrebbe introdurre, molto probabilmente con
ottimi risultati in termini preventivi e
curativi, anche l’eccezionale latte di semi
di canapa, difficile da trovare sul mercato, ma di facile realizzazione una volta
scovati i semi. I semi di canapa sono i
più ricchi i natura di proteine, carboidrati, vitamine, omega 3 e omega 6, e
basta frullarli nell’acqua (2 etti in mezzo
litro), farli bollire (aggiungendo un litro e
mezzo d’acqua, 20 minuti) e scolarli per
ottenere un latte ottimo nel gusto e dal
punto di vista nutrizionale.
La marijuana può poi tranquillamente
essere affiancata ai farmaci di sintesi
perché alleggerisce gli effetti collaterali delle medicine e perché il suo
potere d’indebolire le cellule del
cancro rende i medicinali convenzionali più efficienti. Il suo beneficio è poi di tipo olistico e il fatto
che si tratti di un’erba adatta ai
polmoni, quando assunta pura,
per esempio, aiuta la respirazione con il diaframma, quindi l’ossigenazione delle cellule. Respirando bene si muove
tutto il corpo, petto incluso, e
ciò porta beneficio, in termini di
circolazione, di vibrazione del fisico,
quindi di salute.
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42
INTERVIEW
SECONDA PARTE: L'ARRESTO, IL PROCESSO, IL CARCERE.
Il vero volto del
narcotraffico
Nello scorso numero abbiamo cominciato a raccontarvi la parabola di
E., un ragazzo di ventisei anni che ha vissuto e bruciato il suo romanzo
criminale nel giro di pochi anni. Giovanissimo – appena 13 anni –
comincia a spacciare erba e fumo, pochi anni dopo il giro si allarga
e le amicizie si fanno più redditizie, oltre che pericolose. E. entra in
contatto con la Camorra e diventa uno dei contatti che permettono
di far scendere la marijuana dall'Olanda fino alla nostra penisola.
Non è certo un pesce piccolo, né uno che lo fa per svoltare il mese. Ad
E. piace quello che fa e altrettanto gli piace la piega che ha preso la
sua vita. Ma quando si gioca a così alti livelli basta un passo falso per
perdere tutto. E così quando E. incontra il suo personale Giuda la festa
di Giovanna Dark
inevitabilmente finisce.
Trovato in possesso di 4 kili di marijuana,
3,5 kili di hashish e 250 grammi di MDMA,
E. viene arrestato dopo 4 mesi di latitanza. Non è la prima volta che succede. Il
processo lo vede protagonista di 7 capi
d'accusa specifici: 75 casi documentati
di cessione, un numero imprecisato di
intercettazioni telefoniche, due testimoni contro e la recidiva infra-quinquennale
lo fanno condannare in prima istanza a 6
anni per detenzione, acquisto e spaccio
di sostanze stupefacenti. Il carcere, la
comunità e poi gli arresti domiciliari in
cui lo incontriamo.
Un curriculum di tutto rispetto che avrebbe potuto allungarsi ulteriormente se la
bravura degli avvocati e le innumerevoli
falle interpretative della legge vigente
non avessero giocato così a suo favore.
Le sue imputazioni rappresentano infatti
una minima parte del giro vero e proprio
che sorreggeva gli investimenti di E. e i
ta ero arrivato al punto che ho detto “ok
adesso mi faccio 15 anni”. Perché a me
m'hanno accusato delle armi che non
avevo... Quando ho cominciato a leggere
i fascicoli sono rimasto interdetto!
SSIT: Vuoi dire che i capi d'imputazione
erano diversi da quelli che tu aspettavi?
Allora, hanno scritto che io avevo un'arsenale con della polvere da sparo nella
cantina di uno, che lì c'erano 16 kili di
armi. Mi hanno accusato di una rapina
a un portavalori però il kilo di taglio
che avevo assieme alla roba non l'hanno neanche contato. In pratica io mi
sono trovato in carcere senza sapere il
perché. Cioè, ovviamente presumevo...
ma non avendo parlato per niente non
potevo sapere bene. L'interrogatorio
con la polizia è durato 7 minuti. A leggere gli atti ho visto che hanno chia-
cadute subito perché era palese che io
non ero un pesce così grosso da fare ste
robe. Per la questione dello spaccio alla
fine mi sono fatto dare il massimo del
minimo. Ho fatto quello che mi ha detto
di fare l'avvocato: mi sono caricato delle
cose che effettivamente avevo fatto e ho
fatto chiedere il rito abbreviato perché
almeno te la cavi in fretta e gli sconti di
pena arrivano più facilmente...
HO FATTO QUELLO CHE MI HA DETTO DI FARE L'AVVOCATO: MI SONO CARICATO DELLE
COSE CHE EFFETTIVAMENTE AVEVO FATTO E HO FATTO CHIEDERE IL RITO ABBREVIATO
suoi affari, e il fatto di essere uno tra quelli che – volgarmente si dice – “contano”
ha fatto sì che la sue esperienza dietro le
sbarre non fosse traumatica come quella
di molti che non si possono permettere
avvocati miracolosi. E, in un senso che
di certo non ci si aspetta, anche la legge
stessa ha aiutato. Vediamo in che modo
SSIT: Come hai vissuto il tuo arresto?
Non era mica la prima volta che mi capitava ma a sto giro almeno ho avuto un
po' più di margine. Quando ho saputo
che quello là mi aveva cantato, sono uscito così com'ero e sono scappato. Mi sono
fatto 4 mesi di latitanza allucinanti. Poi
alla fine mi han beccato perché non è che
puoi scappare in eterno. Anche se stavol-
mato dentro tante di quelle persone
inutili, gente che non c'entrava niente,
tipe con cui ero magari andato un paio
di volte e che mi chiamavano.
SSIT: Anch'io mentre scorrevo gli atti
e vedevo tutti quei nomi femminili
ho avuto questa impressione... I nomi
maschili avevano il cognome, le femmine solo il nome. Ah le forze dell'ordine! Sempre così fedeli a sé stesse...
Come l'hai sfangata alla fine? Mi spiego, con tutte le accuse che ti hanno
mosso contro, come hai fatto a farti
dare solo 6 anni e ad uscire coi domiciliari dopo appena un anno?
Ah beh, li ha fatto tutto l'avvocato. Quelle
robe assurde che ti dicevo prima sono
SSIT: Leggo dalla sentenza: “Quanto
all'entità della pena da comminare
all'imputato (…) si ritengono concedibili le attenuanti generiche in considerazione della giovane età, della
'quasi' totale ammissione dei reati e
del fatto che comunque E. era tossicodipendente e quindi soggetto indotto al crimine anche per procurarsi il
denaro necessario per acquistare lo
stupefacente”. Posto che non mi sembri un tossicomane, queste attenuanti sono un compendio della peggior
sociologia della devianza...
Che poi la vuoi sapere la roba assurda?
Mi hanno fatto l'esame delle urine ed
ero pulito. In carcere mi hanno fatto
quello del capello e per risultare sporco
ho dovuto per la prima volta in vita mia
farmi di eroina. Dentro la galera! Fumarla
eh! I buchi non me li faccio neanche a
morire! Ma è stata una botta allucinante
lo stesso, ho vomitato l'anima.
SSIT: Assurdo! Tu che al massimo ti
facevi qualche canna e qualche pasticca ti prestato a farti di eroina pur di
avere uno sconto di pena. Certamente
un gesto coraggioso ma a che prezzo?
Guarda, quando sai che puoi levarti in
fretta da li, fai tutto quello che puoi. Se
la legge dice che un tossicomane deve
essere trattato diversamente perché è
tossicomane allora perché non far finta
di esserlo? Invece che darti 10 anni te
ne danno 5! Insomma dopo 8 mesi che
ero dentro l'avvocato manda sta dottoressa da Milano – che pago di tasca mia
1000 euro (NDA. per fare l'esame) –, mi
lascia un buco in testa e dopo 20 giorni
il risultato delle analisi è ancora negativo.
Quindi vado col secondo tentativo e mi
faccio fuori 10 grammi, che oltre a puzzare di morto pago anche un casino. Ho
avuto i brividi di freddo, il mal di schiena,
cioè alla fine era pur sempre roba!
SSIT: Come hai fatto a procurarti l'eroina in carcere?
Allora in cella avevamo sia le sbarre che la
graticola perché i marocchini buttavano
43
il mangiare dalle finestre e si riempiva di
uccelli, scarafaggi, topi, robe da ufo! Quello
che la vendeva stava un piano sotto di
me e per fare la storia dovevi prendere un
cordone della tuta o un laccio lungo di una
scarpa. Ci attaccavi una pila mini-stilo e la
calavi bussando alla finestra di sotto. Il tipo
con una graffetta tirava il filo, ci attaccava il
sacchettino e tu tiravi su.
O te li fai dare ai colloqui sottobanco, oppure fai un vaglia a qualcuno, oppure fai incontrare sua moglie
con tua moglie. Per me venivano mia
madre e la mia ragazza, che poverina
non si era neanche mai accesa una
sigaretta in vita sua. L'amore più grande e più breve della mia vita, perché
poi m'ha mollato.
SSIT: Con che frequenza sono i permessi i colloqui?
Sei colloqui al mese. Uno ogni 5 giorni praticamente. Ma è comunque uno
schifo. Gli sbirri ti smanazzano i parenti
davanti e te non puoi fare un cazzo.
Mettono le mani dappertutto poi per
niente, perché se uno vuole si mette 50
SE LA LEGGE DICE CHE UN TOSSICOMANE DEVE ESSERE TRATTATO DIVERSAMENTE
PERCHÉ È TOSSICOMANE ALLORA PERCHÉ NON FAR FINTA DI ESSERLO?
SSIT: Un gioco da ragazzi insomma.
Allora la leggenda che vuole ci sia più
droga in carcere che fuori è vera?
No ti assicuro. In carcere c'è solo la
disperazione. Dicono che c'è ma quella
che c'è è per pochissimi. Prima di tutto
SSIT: Mi spiace. Comunque la cosa che
tutt'ora fatica a non impressionarmi è
la corruttibilità intrinseca del sistema
carcerario. Immagino che per i detenuti sia effettivamente un vantaggio.
Ah beh, con 150 euro io mi facevo portar
euro di fumo nelle mutande e va. A me
le avran fatte togliere tre volte in tutto e
le altre due volte che mi sono rifiutato mi
hanno fatto andare su lo stesso.
SSIT: Passando alla mera statistica:
secondo quanto hai potuto vedere,
quanta gente era in carcere a causa
della Fini-Giovanardi?
L'85% almeno. Anche per delle cazzate.
Per 10-20 grammi di fumo o 5 grammi
di coca. Il 90% di questi sono marocchini, tunisini e algerini. Ci sono gli
albanesi che il 70% è dentro per droga
e il 30% per furti. Degli italiani io ero
uno dei pochi che aveva dei carichi
grossi. Tra gli spacciatori ce n'erano 7
più grossi di me su 400 detenuti. 150 di
questi poi non si capiva neanche perché erano in galera: gente che aveva
venduto due canne all'amico o quello
che avevano beccato con 10 grammi
mentre andava al mare con la morosa,
che poi se ne lava le mani...
SSIT: Che le carceri siano piene lo sapevamo, che strabordino a causa di leggi
inique ce lo stai confermando con le
tue percentuali. Ma com'è la vita in
carcere? Intendo la quotidianità, come
si vive in cella?
devi essere qualcuno, devi avere i soldi.
Ma non è che devi averli e basta...
SSIT: Il problema è darglieli immagino. In regime carcerario i detenuti
hanno a disposizione solo una diaria
minima e se ti beccano con più di
quello che dovresti avere sono problemi. Come hai fatto?
dentro una bottiglia di sambuca dalla guardia. Con 500 euro sono riuscito a far sesso
con la mia ragazza. Certo è una questione
di corruttibilità ma anche della persona che
sei. Devi avere i maroni perché se fai saltare
uno di loro non esci più. E devi anche stare
attento agli altri che stanno dentro, devi
avere rispetto di quelli più in alto di te perché poi devi rendere conto di quello che fai.
Le celle sono 7 metri quadrati per tre/
quattro persone. Tu stai nel tuo lettino,
con le gambe incrociate a leggere il tuo
libro a testa bassa – a me era capitato
il letto di sotto, ma anche quello sopra
non è che stava bene: i soffitti erano
bassissimi. Di notte ogni tre ore ti vengono a svegliare con la torcia, per vedere se sei vivo, se sei evaso. Con la torcia
led in faccia e ti devi muovere quando
ti chiamano perché se no ti smuovono
loro col manganello.
SSIT: Personalmente, dire che non
ho una buona opinione delle forze
dell'ordine è un pallido eufemismo. Tu
che idea ti sei fatto di loro vivendoci
così a stretto contatto?
È facile dire “devono morire tutti”. Alla
fine ci sono anche brave persone li in
mezzo, ne ho trovati pochi a dir la verità. Però gli abusi di potere ci sono, i gesti
di sfida e di stizza ci sono da parte loro.
Poi ti arrivano sempre a gruppi di 4 o
5, prelevano la gente così e magari la
ammazzano di botte. Prendono quelli disperati, che tanto sanno che non
hanno nessuno che può venirgli a chiedere conto. Anche perché la maggior
parte di sti disperati una volta che le ha
prese non dice niente, perché questi poi
si vendicano: ti mettono in isolamento o
ti fanno trasferire nelle carceri speciali e
li davvero devono essere cazzi...
Anche questa volta siamo costretti ad
interrompere il racconto di E. per motivi
di spazio. Nel prossimo numero concluderemo la sua parabola, continuando a
parlare del sistema carcerario italiano,
delle sue ingiustizie e di come molto più
di quanto si pensi è lasciato al caso o alla
buona volontà dei pochissimi che hanno
preso il lavoro della penitenziaria come
una vera missione. Alla prossima puntata.
Ciò che molti grower non
sanno è che la Santa Maria
in origine era una vera varietà outdoor, ecco perché
spesso mostra l’esuberanza e il vigore di crescita di
un’erbaccia. Certi coltivatori
giurano pure che la Santa
Maria è una delle varietà di
marijuana dalla crescita più
rapida mai selezionate!
44
CANNABIS FAIR
In Italia, di nuovo in fiera
che sempre più imprenditori cominciano a credere nel nostro mercato.
La fiera IndicaSativa Trade, nuovo appuntamento italiano nel settore canapa, si è appena conclusa e Soft Secrets era presente con il
suo team di giornalisti e redattori. La fiera si è svolta a Fermo, nelle
Marche, da venerdì 7 giugno a domenica 9 giugno ed è stata voluta e
di CBG
messa in atto grazie alla passione di Bioteca Picena.
Per i privati invece posso solo riportare
pareri raccolti durante la mia attività
di promozione svolta in fiera. Molti
lamentavano la difficoltà a raggiungere
il posto, anche in macchina, a causa
della segnaletica comunale veramente
scarsa e spesso in condizioni di degrado degne delle migliori periferie ita-
ultime merci direttamente sui montacarichi. Inoltre, va detto, gli organizzatori sono stati disponibilissimi sino
a domenica sera a fiera chiusa tenuto
conto che l’amministratore delegato
della fiera era in stampelle con un
piede ingessato!
Gli espositori – una sessanttina, soprattutto divisi tra i settori grow e seeds –
hanno fatto del loro meglio per una
prima edizione di una fiera della quale
in Italia sentivamo la mancanza da
tanti anni. Come ha ricordato in più
riprese l’editore di enjoint.info, era dal
2008 che mancava una fiera in Italia
e IndicaSativa Trade si è presentata
come il nuovo appuntamento italiano
per i professionisti del settore. Tutti,
o quasi, i più noti e grandi marchi del
cannabusiness hanno deciso di investire in questo evento nuovo e perciò
pieno di dubbi. Una fiera alla sua
prima edizione, specialmente in paesi
mediamente bigotti come l’Italia, difficilmente raduna molti visitatori, perciò chi ha voluto presenziare come
espositore ha deciso di esserci dando
così il via a (si spera) una serie di fortunati appuntamenti tutti italiani.
Oltre ai settori seeds e grow sono stati
rappresentati anche i settori industriale ed alimentare, purtroppo in minoranza, ma in linea con le altre fiere
europee. Solitamente le destinazioni
d’utilizzo industriale ed alimentare
sono rappresentate da associazioni o
piccolissime imprese, fortunatamente
in Italia pullulano le associazioni di
canapicoltori come Ascia, Assocanapa
(coordinamento nazionale canapicoltori), Canapuglia, Biocannabis per citare le prime che mi vengono in mente.
Unica volta in una fiera – devo dire – in
cui abbiamo assistito alla presenza
di due forum di appassionati della
Canapa e sto parlando di overgrow.it
e di enjoint.info, segnale che qualcosa
in Italia sta cambiando.
sono rimasti molto soddisfatti, da mercoledì già erano pronti gli spazi espositivi con allaccio corrente e pareti mobili
già montate. Il reparto logistico della
fiera è stato molto celere e già giovedì mattina tutti i bancali riservati agli
espositori erano negli spazi concordati,
ERA DAL 2008 CHE MANCAVA UNA FIERA IN ITALIA E
INDICASATIVA TRADE SI È PRESENTATA COME IL NUOVO
APPUNTAMENTO ITALIANO PER I PROFESSIONISTI DEL
SETTORE
I visitatori nell’arco di tre giorni sono
stati circa 2500 di cui un terzo accrediti di professionisti venuti per stringere relazioni commerciali in Italia.
Per essere la prima edizione, in una
città piccola, sono numeri coerenti e in
linea con tutte le altre prime edizioni
di fiere del settore.
Gli organizzatori, a fiera conclusa, non
hanno rilasciato dichiarazioni in quanto hanno voluto aspettare di raccogliere più feedback possibili da parte degli
espositori e dei visitatori. Gli espositori
insieme agli arredamenti richiesti e a
tutti i servizi aggiunti per i professionisti. Un particolare nota di merito va
fatta agli organizzatori per l’aver scelto
un posto pulito che ancora profumava
di nuovo e per aver scelto dei collaboratori più che validi.
Per tutti i visitatori professionisti era
riservato un parcheggio sul tetto
della fiera, accessibile solo previa presentazione di un pass per automezzi,
così da permettere di scaricare le
Qualche piccolo difetto è però stato
riscontrato anche a Fermo, ma siamo
tutti fiduciosi negli organizzatori affinché possano far tesoro di questa prima
e bellissima esperienza per migliorare le prossime, già attese, edizioni.
Purtroppo Fermo rimane distante da
tante infrastrutture comode per raggiungerla: gli aeroporti sono lontani e
le ferrovie non arrivano sino a Fermo
città, dove per di più la rete di trasporti
locali fa pena. Il risultato è stato doverci
scambiare strappi e passaggi tra visitatori business ed espositori anche se
personalmente devo dire molti si sono
rivelate ottime occasioni per scambiare
due parole con altri professionisti.
Un altro dato da riportare è la scarsa
pubblicità effettuata all’evento, che di
sicuro non ha giovato alle presenze.
L’anno prossimo sapranno fare sicuramente meglio. Per i professionisti quindi si può dire che è stata una buona
fiera dove tutti hanno stretto diversi
accordi commerciali e dove s’è potuto fare un sunto della situazione del
mercato italiano: tantissimo grow, tanti
semi ma soprattutto tantissimi nuovi
growshop in tutta la penisola, segnale
liane. Oltre a questo però i commenti
erano tutti positivi, chi beveva birra alla
canapa mentre mangiava pagnottelle
fatte con farina di semi di canapa, insieme a chi ha avuto occasione di comprare oggetti che non avrebbe mai trovato
se non all’estero. Ancora è piaciuta
molto l’adesione dei forum di appassionati, tanto che molti visitatori si sono
intrattenuti agli stand dei forum per
prendere informazioni sui vari movimenti antipro presenti in Italia.
Devo anche segnalare la presenza dei
guru di casa nostra, uno tra tutti l’Avvocato ufficiale dell’ASCIA Lorenzo
Simonetti che in soli 30 anni condensa
l’intelligenza di dieci veterani o ancora il noto Mefisto (organizzatore della
Million Marijuana March). La fiera quindi nel complesso è andata bene sia per
i privati sia per i professionisti, senza
arresti né perquisizioni ingiustificate,
nella normalità tanto agognata in un
settore borderline come il cannabusiness. La fiera in realtà è andata alla
grande, ma saranno le successive fiere
(e il fatto che ci saranno altre edizioni)
a decretarne il successo. Step by step
verso un futuro più verde ed illuminato.
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STRAIN REPORT
COME DISTRICARSI NELLA SCELTA DEL SEME DA PIANTARE PER L'AUTOMEDICAMENTO
Choose your strain
Scegliere una varietà di canapa medicinale, cioè ad alto contenuto di principi attivi, non è per niente facile. Che sia per divertirsi con gli amici la notte
o per curarsi da una brutta malattia non è certo semplice trovare la varietà
adatta alle nostre esigenze. Nel senso che un approccio alla coltivazione
casalinga inizia sempre con un seme dal nome altisonante, magari dopo
una fiera o una coppa dove ha vinto qualche trofeo. Fatto il primo raccolto
di CBG
cominciano le domande, i dubbi e le necessarie riflessioni.
Innanzitutto si valuta la produzione, se è
stata abbondante o scarsa, se i fiori sono
ben compatti in grappoli densi o se sono dei
panicoli aerosi, si annusa la sostanza secca e
un più ampio spettro d’azione a livello di
terpenoidi, e premesso che con ruderalis
si intende un ceppo di canapa autofiorente rustica delle alte latitudini, andiamo a
tezza generalizzato misto allo stone. L’effetto
di una varietà indica è lo stoned, quella sensazione di pesantezza corporea dovuto ad
un profondo effetto miorilassante esercitato
dai terpenoidi della canapa. Assumendo
indica si può arrivare all’addormentamento
per via della sua azione soporifera ad alti
dosaggi. Una ridotta nausea e un aumentato appetito sono gli effetti collaterali dovuti
all’assunzione e sono forse i più ricercati in
ambito farmaceutico proprio per contrastare la nausea dovuta ai farmaci chemioterapici e proprio per stimolare la ripresa
dell’appetito in pazienti affetti da inappetenza dovuta ad altre patologie.
La cannabis sativa, invece, nasce dalle zone
equatoriali del nostro pianeta come il sudest asiatico e il centro-america dove nascono le grandi sativone pure, piante dalla
È SEMPRE IMPORTANTE E SALUTARE SCEGLIERE UNA VARIETÀ DI CANAPA SPECIFICATAMENTE IN RELAZIONE ALLA SUA DESTINAZIONE D’USO
si cercano aromi e profumi vari tra oriente e
balsamico, passando per lo sfortunato fieno
(sintomo di un errore grossolano nell’essiccazione). Infine si assaggia e si traggono
le conclusioni in relazione all’effetto – se è
quello desiderato – e al gusto, che solitamente piace e sovente stupisce i principianti. Se la coltivazione ha destinazione commerciali, allora bisognerà valutare il peso
della sostanza secca raccolta, la velocità di
fioritura e il rapporto fiori/foglie – che deve
essere il più alto possibile per garantire un
ottimo stoccaggio anche sottovuoto.
Il mio articolo è rivolto agli utilizzatori
in proprio, i cosiddetti coltivatori diretti, non a chi è interessato a produrre
per fini commerciali: senza critica alcuna,
non credo interessi tanto l’effetto antidolorifico causato dal consumo di certe
varietà di canapa a chi deve produrre per
vendere al mercato nero (notoriamente
composto di ignoranti in materia).
Una prima scrematura tra le migliaia di
varietà presenti è sicuramente la scelta tra
un ibrido a prevalenza indica o un ibrido a
prevalenza sativa, oppure una linea pura
o, perché no, una ruderalis. Questa scelta
comincia con la ricerca di un effetto psicofisico, quindi se per te l’erba “ti fa” o “non ti fa”
comincia a riconsiderare il tuo rapporto con
una pianta che per millenni è stata la panacea di tutti i mali. Quando molto tempo fa
un amico mi chiese quale varietà scegliere
da coltivare gli dissi “se per te hanno tutte
lo stesso effetto allora fai Cannatonic e sappimi dire”. La mia provocazione venne colta,
per fortuna, grazie ai Canna labs e alle loro
analisi sui campioncini che trasformarono la
mia scelta da una “leggerina” ad una “medicina per mamma”. Non so se in tanti hanno
una madre col mal di schiena cronico, il
mio amico ora non più. Questo aneddoto è
servito proprio per spiegare l’importanza di
scegliere una varietà di canapa in relazione
alla sua destinazione d’uso.
Premesso che esistono gli ibridi indica/
sativa appunto per equilibrare ed offrire
vedere cosa significa indica e cosa significa sativa. Innanzitutto chiariamo che non
si tratta di specie differenti altrimenti dal
loro incrocio non si avrebbero discendenti. Ma in cosa differiscono? Differiscono
nell’effetto innanzitutto, oltre che nel portamento, nella forma e nella resa.
La cannabis indica viene dall’Asia meridionale, in un'area di provenienza che va dal
Pakistan al Bangladesh, dove gli esemplari
autoctoni riuscivano a fiorire con un periodo
di fioritura intorno alle 7 settimane con uno
stretching molto contenuto sino ad inizio
fioritura. Le foglie palmate sono di un colore
generalmente più scuro rispetto alla media
delle varietà di canapa diffuse e le piante
di varietà indica sono esemplari bassi, tozzi
e robusti con uno scarso stretching e una
fioritura molto compatta con grosse cime
compatte.
Una varietà indica resiste meglio ai piccoli
stress e agli errori del coltivatore, inoltre
data l’esigua durata del periodo di fioritura è
meno suscettibile a muffe e patogeni rispetto agli ibridi in commercio. Inoltre una varietà indica è ciò che possiamo assimilare al
concetto di “erba da fumare” che può andare
benissimo per i neofiti come per i fumatori
che si definiscono “di una volta”, quindi alla
ricerca di un imprecisato effetto di rilassa-
fioritura lunghissima e dal forte stretching
che le caratterizza. Una sativa pura può
impiegare sino a 14 settimane per completare la propria fioritura dando origine
alla forma ben conosciuta. Una sativa in
fioritura si presenta come esile e molto
alta, dalle cime dense ma distribuite lungo
il fusto. Questo adattamento - un grande
stretching per distanziare tra loro i fiori - è
il risultato di pressioni selettive naturali per
creare l’individuo migliore e più resistente
agli attacchi dei patogeni lungo tutte le
10-15 settimane di fioritura. È facile capire
uno stretching così vistoso a fronte di così
tante settimane di fioritura, cosa che rende
difficoltose le sative ai principianti; su un
periodo di fioritura così lungo chissà quanti
patogeni possono attaccare la pianta!
L’effetto delle sative è molto particolare,
basta assumerne almeno una 0,5 per rendersi conto subito della differenza con
un’indica. Una sativa agisce prettamente
sulla testa dando l’effetto di apertura mentale e innalzata creatività tanto ricercato
dagli “old stoners” (ossia i vecchi fumatori
di una volta) che hanno smesso di stonarsi
di Indicone con un’ottima componente
ansiolitica e antidepressiva. L’effetto di una
sativa è denominato “up” proprio perché
agendo come stimolante mentale non provoca effetti di eccessivo rilassamento corporeo dei muscoli. Il consumatore meno
esperto potrebbe non apprezzare l’effetto stimolante della sativa perciò prima di
passare ad un prodotto fortemente sativa
consiglio di assaggiarne un po’ per evitare
di ritrovarsi tra le mani un’erba che, detto
da ignorante, “non ti fa effetto”.
La ruderalis proviene invece dalle steppe
russe. Ad altissime latitudini, dove a causa
della brevità della stagione favorevole alla
fioritura ha costretto la natura a sviluppare
varietà dalla fioritura brevissima e non foto
periodica. Ad un certo punto sopravvissero
solo quegli individui la cui fioritura risultava
di breve durata e soprattutto slegata dalla
lunghezza della notte (indoor si tratta delle
ore in cui è spenta la lampada).
Le ruderalis sono le autofiorenti e quelle a
fioritura rapida denominate online come
“varietà early flowering”. Il contenuto di principi attivi, sebbene vario, è sempre stato
tradizionalmente povero in THC che è il
composto più ricercato dai coltivatori nel
mondo. Dobbiamo la comparsa di autofiorenti, valide e paragonabili ai migliori
ibridi indica/sativa, grazie alle seedbank e
ai breeders che negli ultimi 5 anni si sono
prodigati incrociando le prime autofiorenti sino a creare le autofiorenti moderne,
che della ruderalis hanno solo il carattere
dell’autofioritura. Consumare una ruderalis
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è decisamente faticoso, a cominciare dal
mal di testa caratteristico dell’abbondanza
di cannabinoidi secondari.
Il fatto di essere autofiorente significa solamente non dipendere dalla lunghezza delle
notti per iniziare a fiorire. Se le varietà classiche hanno avuto bisogno sinora di una
notte lunga per entrare in fase di fioritura,
diversamente le autofiorenti hanno una
sorta di timer interno che le porta a fiorire dal diciottesimo giorno dall’emergenza.
Molti principianti della coltivazione dovrebbero cominciare con una varietà autofiorente così da non doversi preoccupare di
temporizzare le luci e soprattutto non prestare maniacale attenzione alle entrate di
luce durante la fase buia. Ricordo che la
luce durante la notte, anche in modestissime quantità, è un’ottima causa scatenante
l’ermafroditismo; anche un accendino può
causare enormi problemi.
Dopo tutto questo bel pezzo sull’indica,
sulla sativa e sulla ruderalis dovrebbe esser
più facile scegliere il seme da piantare. Se
non fosse che la CBD crew (cbdcrew.org)
ha iniziato a collaborare con tutte le più
grandi e migliori case del seme al mondo
per offrire a sempre più pazienti varietà ad
alto contenuto di CBD. Indipendentemente
dall’essere indica o sativa (non ruderalis) il
fatto di produrre CBD in quantità accettabili
(oltre il 5%) implica almeno 2 settimane in
più di durata della fioritura.
Il CBD, acronimo di Cannabidiolo, è un
metabolita della canapa di una via metabolica parallela a quella di sintesi del THC,
dove però l’ultimo passaggio è mediato
dall’enzima CBDAsintasi anziché dall’enzima
THCAsintasi. Nel corpo umano il CBD ha
affinità verso i recettori GPR55, CB1 e CB2,
il che lo rende un antagonista degli effetti
del THC nonché un ottimo antidolorifico,
miorilassante, sedativo, ansiolitico, antinfiammatorio, antidiscinetico, antiepilettico e
broncodilatatore. Inoltre ultimamente sono
stati scoperti effetti di apoptosi sulle cellule
tumorali in varie forme di tumore umano.
Non aggiungo nulla più sul CBD altrimenti
non sarebbe più un articolo di coltivazione,
bensì una piacevole carrellata dei benefici di
una delle molecole più, stranamente, inutilizzate del pianeta Terra.
Dopo aver ben assaggiato la Dieseltonic
– la varietà per ora più saporita – credo
fortemente che le varietà ad alto contenuto di CBD siano un prodotto da assaggiare
per forza, soprattutto per i consumatori
STRAIN REPORT / INDICE PUBBLICITÀ / COLOFON
esperti che possono finalmente apprezzare tutte le qualità di una buona erba senza
l’effetto stoned tipico del THC.
Lo studio della genetica, grazie a famosi
genetisti come Shantibaba, ha portato ad
avere genetiche lontanissime dalle originarie quattro varietà conosciute agli albori. Genetiche come la Super Skunk ormai
cedono il posto a nuovi incroci migliori,
figli, o meglio nipoti, di grandi campioni, a causa del sapore più interessante,
dell’effetto migliore o del comportamento
durante la fioritura.
A mio modesto parere, per avere un prodotto realmente superiore bisogna cercare le ultime notizie sui forum online di
appassionati e growers, dove è possibile realmente discernere quale genetica è
migliore rispetto alle altre. Come genetica
“migliore” intendo la più produttiva, dal più
alto contenuto di terpenoidi (principi attivi,
oli eterici, etc etc) che si traduce in pratica
in un migliore e più completo sapore e in
un effetto superiore in termini di qualità
e durata. Una genetica, per intenderci, è
superiore se oltre a tutto ciò che ho elencato è anche riproducibile: nel senso che
ognuno dei semi di quella varietà devono
darmi individui uguali e dalle medesime
caratteristiche perché il mercato s’è stancato delle meteore. Una meteora è una genetica con 4 fenotipi buoni e uno rarissimo
spaziale, così raro che se non si tiene una
madre non lo si ritrova più.
Alla luce di ciò, una volta capite le varietà
d’erbe e l’effetto che le contraddistingue,
resta da informarsi bene sulle varietà scelte NON affidandosi necessariamente ai
cataloghi dei produttori, bensì cercando
feedback e report da parte di utenti che le
abbiano provate e, se possibile, che abbiano dell’esperienza e delle conoscenze tecniche. Il punto di riferimento dev’essere il sito
www.seedfinder.eu dove si possono confrontare i pedigree di ogni varietà presente
in vendita sul mercato e i relativi incroci e
discendenze.
Purtroppo ci vogliono almeno 3 mesi per
poter giudicare un seme comprato, perciò la scelta della genetica deve essere
oculata per evitare di trovarsi un prodotto
dozzinale che tanto impegno ha portato
via e poca soddisfazione ha lasciato. Sarà
poi l’esperienza che dirà quale genetica è
più stabile e più buona e in definitiva è la
migliore. In campo agrario la scelta genetica è il 70% della resa.
Buona scelta e buona primavera!
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Indoor Grow-, Head-, Smart Shop
Indoormania.it
Jorge Cervantes
Karkadé
Legalized
Mad Growshop
Max Green Hemp
MCK Bio Gardening
Mycologics
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Natural Mystic
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Orto Biologico
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Panoramix
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Serious Seeds
Shayanashop.com
Skunkatania
Square Trading
Sweet Seeds
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Tatanka Smartshop
Colofon
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