Il Sistema Informativo Geografico per la gestione del Piano di tutela

Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il Sistema Informativo Geografico per la gestione del Piano di
tutela delle acque della Regione Calabria
(Art. 44 del Decreto Legislativo 152/99 e s.m.i.)
1
PREMESSA
Il presente documento ha lo scopo di illustrare le caratteristiche generali del Sistema
Informativo progettato per assolvere alle funzioni di supporto al Piano di Tutela delle Acque
della Regione Calabria all’interno del SIRA.
Il sistema proposto ha lo scopo di gestire le informazioni relative agli elementi idrografici,
naturali e artificiali, compresi fiumi, laghi, acque di transizione, bacini artificiali, acquiferi,
canali e altri corpi idrici, bacini e sottobacini idrografici ai sensi del D.L.vo 152/99 e s.m.i.
con particolare attenzione a quanto previsto della direttiva 2000/60/CE.
La progettazione e l’implementazione del Sistema Informativo a valenza regionale, è stata
effettuata con l’obiettivo primario dell’integrazione dello stesso con il sistema informativo
del Punto Focale Regionale (PFR), inteso come struttura tecnica connessa nella rete
SINAnet.
Per tale motivo, di seguito, si parlerà del Sistema informativo facendo riferimento alle
funzioni del PFR.
I PFR rappresentano il riferimento del Sistema per il livello territoriale regionale e
garantiscono la messa a disposizione, all'interno della rete SINAnet, delle informazioni di
interesse nazionale e comunitario derivate dai dati delle attività di monitoraggio e controllo
svolte.
il Sistema Informativo proposto, dovrà assolvere funzioni di monitoraggio e controllo
nonché di raccolta, organizzazione, elaborazione delle conoscenze ambientali restituite
come informazioni significative da rendere disponibili alle istituzioni, operatori e cittadini.
Il progetto è stato predisposto in modo tale da consentire al costituendo Sistema di:
corrispondere, innanzitutto, alle esigenze di governo del territorio regionale ed in
particolare alle attività di pianificazione, programmazione e coordinamento di competenza
regionale;
garantire, ai diversi livelli, l’informazione ambientale, secondo i criteri concordati tra
il livello centrale ed il livello regionale (PFR);
consentire la razionale gestione dei dati ed informazioni ambientali di interesse
nazionale, regionale e territoriale;
consentire la razionale gestione e divulgazione dell’informazione ambientale sia tra
soggetti pubblici (Ministero, APAT, Regioni, Enti Locali) che rivolta al cittadino, al fine di
predisporre, a livello regionale, di un efficiente sistema di comunicazione pubblica in campo
ambientale.
Poiché i controlli ed i monitoraggi ambientali costituiscono un’essenziale fonte di
alimentazione del Sistema, la sua architettura logica deve assicurarne la loro stretta
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integrazione, nel senso che i dati generati dalle attività di controllo devono confluire nel
Sistema che, a sua volta, contribuirà alla efficace pianificazione degli stessi.
Per restare su un piano di generalità giova, infine, ricordare come tra i motivi ispiratori del
sistema sia l’essere di fatto indispensabile per una corretta gestione dell’informazione
ambientale che conduca alla conoscenza approfondita del contesto nel quale si inseriscono
le azioni di governo territoriale e le reali dimensioni dei problemi.
2
RIFERIMENTI AL QUADRO LEGISLATIVO
Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152 e s.m.i., recante
“Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva
91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva
91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati
provenienti da fonti agricole”, è stato modificato ed innovato l’approccio concettuale e
metodologico delle attività di tutela e gestione delle risorse idriche.
Fra le varie innovazioni, come citato all’articolo 3, comma 7 del suddetto Decreto
Legislativo, si richiede alle Regioni di assicurare la più ampia divulgazione delle
informazioni sullo stato di qualità delle acque alla ex Agenzia per la Protezione
dell’Ambiente (ANPA), ora Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici
(APAT), trasmettendo i dati conoscitivi e le informazioni relative all’attuazione del Decreto
Legislativo. Le modalità per la trasmissione di tali informazioni sono state ulteriormente
chiarite e specificate attraverso il Decreto Ministeriale n. 198, del 18 settembre 2002 e il
Decreto Ministeriale n. 152, del 19 agosto 2003. In questo ultimo Decreto Ministeriale al
punto 4 dei Criteri generali, si individuano nei Punti Focali Regionali (PFR), una volta resi
operativi, gli attori deputati alla trasmissione delle suddette informazioni.
Inoltre nel Decreto Ministeriale n. 198, del 18 settembre 2002, così come previsto
all’articolo 3, comma 7 del Decreto Legislativo 152/99, sono stati individuati e disciplinati
anche i casi in cui le Regioni sono tenute a trasmettere al Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio i provvedimenti adottati ai fini delle comunicazioni all’Unione europea
o in ragione degli obblighi internazionali assunti.
Gli obblighi informativi disciplinati nel DM 198/2002 riguardano:
•
•
•
Acque a specifica destinazione;
Disciplina degli scarichi;
Protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti
agricole;
mentre nel DM 152/2003 vengono disciplinati i seguenti obblighi informativi:
•
•
•
•
•
Caratterizzazione dei bacini idrografici e analisi dell’impatto esercitato dall’attività
antropica;
Caratteristiche dei corsi d’acqua superficiali;
Caratteristiche delle acque lacustri;
Caratteristiche delle acque costiere;
Caratteristiche delle acque di transizione;
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•
•
•
•
Caratteristiche dei corpi idrici artificiali;
Caratterizzazione delle acque sotterranee;
Aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo
umano;
Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari.
Nello stesso articolo 3, comma 7 del Decreto Legislativo 152/99, si afferma inoltre che
APAT, nell’ambito del Sistema informativo nazionale ambientale, ha il compito di elaborare
a livello nazionale le informazioni ricevute dalle Regioni trasmettendole ai Ministeri
interessati e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio anche per il successivo
invio alla Commissione europea.
3
SPECIFICHE TECNICHE
3.1 Caratteristiche generali e architettura del sistema
L’architettura del Sistema Informativo Geografico Web Oriented è stata interamente
concepita utilizzando strutture software di tipo Open Source, consentendo così un notevole
abbattimento dei costi di realizzazione e gestione del sistema e, contemporaneamente,
rispettando gli stessi standard qualitativi richiesti nei sistemi prettamente commerciali.
La sua funzionalità è basata sulle seguenti scelte progettuali:
¾ Suddivisione del sistema in sottosistemi (moduli funzionali software + hardware) in
grado di garantire le diverse esigenze di acquisizione, archiviazione, consultazione
ed elaborazione dei dati territoriali in modo integrato e distribuito.
¾ Struttura modulare delle funzioni fornite dai sottosistemi in modo da permettere una
crescita graduale dell'intero sistema per soddisfare esigenze future;
¾ Interfaccia utente di tipo GUI (Graphic User Interface) estremamente semplice ed
intuitiva basata su strumenti grafici di facile utilizzo (mouse, finestre, icone, menu,
ecc.);
¾ Apertura verso altri sistemi mediante la possibilità di collegamenti in rete (locale,
geografica, ecc.).
La strategia globale del progetto adotta un approccio di tipo integrato internet-intranet e
client/server - browser nello sviluppo dei sottosistemi. Tale scelta presenta numerosi
vantaggi:
♦
le applicazioni funzionano indifferentemente su una Intranet, su di una
Extranet ed ovviamente su Internet;
♦
un’applicazione a pagine Web è facilmente installabile: le pagine non devono
essere installate individualmente sui singoli client poiché è il Web browser che
le richiede al Web server;
♦
l’interfaccia utente è unica (quella del Web browser);
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♦
le applicazioni sono indipendenti dalla piattaforma hardware poiché il Web
browser, ad esempio Netscape, gira indifferentemente sia su Windows che su
Unix.
Tale soluzione fornisce un metodo estremamente agile per integrare al sistema gli Enti
esterni (Regione, Provincia, Comuni, Autorità di Bacino, ecc.), coinvolti nei processi
autorizzativi e nell’aggiornamento delle basi dati, in quanto non occorre installare alcun
hardware o software, ma semplicemente effettuare una connessione Internet al sito del
sistema ed entrare nel gruppo chiuso d’utenti relativo fornendo la necessaria identificazione
ed autenticazione.
Ancora, semplifica drasticamente il lavoro di installazione e manutenzione delle versioni di
aggiornamento, diminuendo i costi di impianto e di esercizio ed innalzando il tempo di
disponibilità del sistema.
Ovviamente, il software di gestione delle basi dati deve essere interfacciato con il web, in
quanto l'interazione con l'utente o con alcuni sottoinsiemi di utenti non avviene mediante
schermate sotto Windows, ma attraverso pagine grafiche presentate dal browser tipico di
accesso ad Internet (Internet Explorer o Netscape).
Le componenti fondamentali dell’architettura sono rappresentate dai due elementi
caratteristici dei sistemi GIS, ossia motore cartografico e database. Il motore cartografico è
rappresentato dal software open source MapServer, il database (a cui è affidata
l’organizzazione dei dati geografici e alfanumerici) è rappresentato da PostgreSQL, con
estensione PostGIS per la gestione degli oggetti spaziali. La costruzione della struttura web
per l’interazione con il sistema è stata implementata mediante l’utilizzo del linguaggio di
programmazione web (anch’esso di tipo open source) PHP.
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Schema dell’architettura generale del sistema
INTERNET
UTENTE 1
UTENTE 2
SERVER HTTP
MAPSERVER
INTERPRETE PHP
UTENTE N
DB CARTOGRAFICO E ALFANUMERICO
(PostgreeSQL e PostGIS)
3.2 Mapserver
MapServer è un ambiente di sviluppo OpenSource per la visualizzazione e la consultazione
di dati provenienti da sistemi GIS attraverso internet (WebMapping). MapServer supporta le
specifiche web dell’Open Geospatial Consortium, che è l’organizzazione intenazionale nonprofit per lo sviluppo degli standard dei servizi geospaziali. E’ stato inizialmente sviluppato
dalla University of Minnesota (UMN) nell’ambito del progetto ForNet sostenuto dalla
NASA insieme al Minnesota Department of Natural Resources. Successivamente il suo
sviluppo è continuato con un altro progetto della NASA: il progetto TerraSip. Attualmente
MapServer è in continua crescita, diffuso in ogni parte del mondo da un numero sempre
crescente di sviluppatori e supportato da diversi gruppi ed organizzazioni che ne consentono
una costante evoluzione. E’ un sistema multipiattaforma in grado di interfacciarsi con i più
conosciuti database relazionali. Supporta vari linguaggi di programmazione nell’utilizzo
delle API scritte in linguaggio ‘C’ e consente l’utilizzo di diversi formati cartografici
vettoriali e raster. Il motore principale è un programma CGI (Common Gateway Interface)
che viene eseguito all’interno di un Web Server e che utilizza vari file di configurazione
predisposti in appositi formati (Map File, Template, ecc). Il suo funzionamento è il
seguente:
Il server riceve una richiesta contenente, come parametro inviato tramite l'indirizzo URL, il
nome del file di configurazione di una mappa ed eventuali altre preferenze. MapServer
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risponde o inviando direttamente l'immagine della mappa o copiando il file sul sistema
locale e inviando in risposta al cliente un file HTML contenente le principali informazioni
sulla mappa prodotta (indirizzo URL della carta, nuovo extent , nuova scala, etc.) Il formato
della pagina HTML di risposta è modificabile a piacimento dall'utente, si parla di pagine
template.
Meccanismo di funzionamento di MapServer con utilizzo di template HTML.
In questo scenario non vi è memoria sul programma MapServer delle precedenti richieste.
Tutte le informazioni sulla mappa sono continuamente inviate avanti e indietro dal cliente al
server grazie al meccanismo di templating. La resa di una carta di MapServer si basa su tre
elementi:
•
•
•
il file di configurazione della carta richiesta
i layer contenuti in formati vari
eventuali modifiche inviate via l'URL di chiamata
Il file di configurazione è un semplice file di testo contenente delle parole chiavi che
permettono di identificare gli elementi di configurazione della mappa. Il seguente è un
esempio di file di configurazione che definisce una carta contente un solo layer di tipo linea
chiamato "fiumi".
MAP
NAME prov_ts
STATUS ON
SIZE 600 600
EXTENT 2409000.00 5048000.00 2436000.00 5075000.00
SHAPEPATH "../data"
UNITS meters
WEB
TEMPLATE "../templates/all.xml"
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IMAGEPATH "C:\progetti\schede\schede\schedeWeb\tempImages\"
IMAGEURL "tempImages/"
END # END_WEB
LAYER
NAME fiumi
STATUS ON
DATA fiumi
TYPE LINE
CLASS
SYMBOL 0
NAME "fiumi"
COLOR 0 0 0
SIZE 2
END # END_CLASS
END # END_LAYER
END
MapServer fornisce un potente meccanismo di personalizzazione di una carta che consiste
nella modifica del file di configurazione di una mappa tramite passaggio di parametri inviati
con la richiesta URL. Si tratta di una vera è propria sintassi, a volte difficile da applicare,
che si basa sull'annidamento degli elementi del file di configurazione. Ecco un esempio di
chiamata che richiede la mappa chiedendo la modifica del colore utilizzato per la resa del
layer "fiumi".
http://www.mioserver.it/mapserv?map=prov_ts.map&mode=map&map_fiumi_fiumi_color
=0 0 255
Le applicazioni basate su MapServer necessitano dei seguenti componenti:
1. il software MapServer (reperibile all’indirizzo mapserver.gis.umn.edu);
2. un server HTTP (Apache, IIS o altri);
3. un file di configurazione (Mapfile) che controlli il modo in cui MapServer gestisce i
dati;
4. un file di template (modello) per il controllo dell’interfaccia utente nella finestra del
browser;
5. un insieme di dati GIS.
MapServer rende disponibili funzionalità di “zoom in”, “zoom out”, “pan”, “info” (accesso
alle informazioni testuali relative all’oggetto selezionato, contenute nel database),
georeferenziazione (restituzione delle coordinate di un punto sulla mappa), calcolo della
distanza fra due punti.
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Mappa base
Zoom dell'area selezionata
3.3 PostGIS: il database geografico Open Source
Il database geografico, o geodatabase, è ormai una componente essenziale per le
applicazioni GIS più complesse, in particolare nei gruppi di lavoro grandi ed eterogenei. In
questo campo, la soluzione Open Source più potente ed affidabile è PostGIS
(www.postgis.org), un’estensione del batabase relazionale PostgreSQL per l’archivio e la
gestione dei dati geografici. E’ un database che, fondandosi su standard OGC, si pone come
ottima soluzione per chi ricerchi l’interoperabilità tra applicazioni desktop, analitiche e Web
nel campo del GIS. Permette l’accesso multiutente a grandi moli di dati, sia geografici che
alfanumerici e la gestione delle relazioni tra di essi, garantendone l’integrità. Permette la
gestione dei dati tridimensionali e si incammina verso quella dei aster.
I GIS è per definizione basato su un database di tipo geografico. Lo schema classico delle
applicazioni desktopGIS ci ha abituati ad avere un unico strumento pensato sia per la
visualizzazione dei dati che per la relativa archiviazione su file. Nel caso dei vettoriali uno
dei modelli più utilizzati ( ad esempio il formato ESRI Shape file) è quello in cui i dati
vengono divisi in tre parti (e rispettivi file ): una tabella per le geometrie (ad esempio file
.shp), una per gli attributi (ad esempio file .dbf) ed una per gli indici delle relazioni fra le
prime due (ad esempio file .shx).
Questo tipo di schema può dimostrarsi vincente per risolvere scenari d’uso in cui
l’interazione con l’applicazione sia affidata ad un unico utente ma, quando gli utenti che
accedono alla base dati sono più di uno, si sente la necessità di rivolgersi a sistemi di
database più evoluti quali i DBMS (Database Management System).
I DBMS forniscono un’interfaccia verso il database che permette l’accesso multiutente a
grandi quantità di dati garantendone l’integrità. L’interfaccia fondamentale al database è il
linguaggio SQL (Structured Query Language), un linguaggio standard, semplice da
apprendere che permette di effettuare operazioni di selezione, inserimento, modifica,
calcolo, applicazione di funzioni, ecc., su una banca dati costituita da tabelle in relazione tra
loro
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L’architettura di un data base geografico si distingue da quella dei database classici per il
tipo di dato che deve gestire: il dato geografico. Pertanto, la prima cosa richiesta ad un
DBMS che volesse andare in questa direzione era una struttura in grado di gestire questa
tipologia di dati. Era necessario, non solo definire la struttura del dato geografico, ma anche
arricchire il linguaggio SQL con funzionalità in grado di calcolare la distanza fra due punti o
l’area di un poligono su uno spazio bidimensionale e/o tridimensionale, oppure di effettuare
la conversione da un sistema di riferimento ad un altro, ecc. Questo ha potenziato
enormemente anche le possibilità offerte nell’incrocio con dati alfanumerici. L’Open
Geospatial Consortium (precedentemente chiamato Open GIS Consortium; ha elaborato –
grazie alla collaborazione di 5 grandi aziende: due nel settore GIS (ESRI e MalInfo) e tre in
quello database (IBM, Informix e Oracle) – un documento relativo agli standard per i
formati dei dati geografici, pubblicato nel maggio del 1999.
Il documento dell’OGC definisce:
● Quali tabelle debbano essere sempre presenti in un DBMS con estensioni
geografiche (tabella delle geometrie e tabella dei sistemi di riferimento);
● La tipologia di geometrie da archiviare denominate Simple Features (point, line,
polygon, ecc.) offrendo due possibili schemi: uno testuale (che occupa maggior spazio
ma di facile lettura) denominato (Well Know Text); uno binario (con caratteristiche
opposte al primo) denominato WKB (Well Know Binary);
● L’insieme delle istruzioni SQL di analisi geografica.
Questo documento è divenuto il punto di riferimento per le estensioni delle funzioni SQL
Spatial di qualsiasi DBMS.
3.4 PostGIS e PostgreSQL
Nel 2001 l’azienda canadese Refractions di Victoria, British Columbia
(www.refraction.net), specializzata nello sviluppo di applicazioni GIS, ebbe l’esigenza di
fare uso di un DBMS con estensioni geografiche. A questo scopo avviò un’indagine delle
soluzioni presenti sul mercato e, dopo aver riscontrato che tutte le alternative nei sistemi
proprietari erano, o estremamente costose, o particolarmente lente, o prive di possibilità di
espansione o, in alcuni casi, una combinazione di queste caratteristiche, decise di creare un
software ex novo.
La scelta cadde su PostgresSQL che, oltre a vantare anni di sviluppo ed una grossa
comunità, permetteva (e permette tuttora) ad un programmatore di creare velocemente
nuove estensioni. La nuova applicazione fu chiamata PostGIS.
Inoltre, come risulta dal documento di valutazione dei database Open Source fatto da
Fabalabs.
PostgreSQL offre alcune caratteristiche molto interessanti:
- Si tratta di uno dei pochi DBMS in grado di supportare un numero molto grande di
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-
tipi di dati binari e testuali,
Permette di gestire database molto grandi anche su sistemi operativi con capacità
limitate;
Offre funzionalità quali la replicazione dei dati, load balancing, uso di
multiprocessori e cluster;
Ha diverse modalità di autentificazione crittografate.
Per numerosi anni lo sviluppo di PostgreSQL si è concentrato verso i sistemi operativi
UNIX-LIKE (Solaris, Linus, HPUX, FreeBSD, ecc.) anche se era disponibile su Windows
attraverso cygwin (un ambiente Linus-like per Windows). A partire dalla versione 8.0
(recentemente rilasciata) PostgresSQL gira in maniera nativa sui sistemi Microsoft (a partire
da windows 2000).
La scelta, effettuata da Refractions, di fare di PostGIS un software aperto ne ha permesso la
crescita esponenziale al punto da ricoprire il 100% delle funzionalità SQLSpatial indicate
dal documento dell’OGC. Negli anni si è formato un gruppo di sviluppo molto attivo (da
qualche anno anche un italiano Sandro Santilli – è entrato tra gli sviluppatori in maniera
talmente attiva da essere stato assunto dalla Refractions stessa) che ha portato ad importanti
innovazioni. E’ da sottolineare inoltre la collaborazione con l’azienda canadese
VividSolutions per l’integrazione di un importante pacchetto (Java Topology Suite) per
l’analisi di dati vettoriali.
Una volta applicate le estensioni PostGis ad un database si ha a disposizione una struttura
dati per l’archiviazione di geometrie (e quindi di dati vettoriali) secondo le specifiche
Simple Features (come visto precedentemente).
Queste specifiche permettono l’archiviazione di 7 tipi diversi di dato:
POINT (punto), LINESTRING (linea), POLYGON (poligono), MULTYPOINT (collezione
dei punti), MULTILINESTRING (collezione di linee), MULTYPOLYGON (collezione di
poligoni), GEOMETRYCOLLECTION (collezione di geometrie di vario tipo).
Ogni tipo ha una propria sintassi che permette l’archiviazione della coordinate sia su piani
bidimensionali (quindi x e y) sia su piani tridimensionali (x, y e l’altitudine z).
Per esempio, nel caso di un POINT:
coordinate piano 2D
POINT (0 0)
Coordinate piano 3D
POINT (0 0 0 )
Ogni record di dati viene arricchito dal “prefisso”SRID (Spatial Reference ID), variabile che
indica il sistema di riferimento nel quale sono archiviate le geometrie. Il valore attribuito a
SRID è scelto tra quelli presenti nella tabella spatial_ref_sys (Fig.2), create di defaul in ogni
database geografico. In caso di SRID ignoto si usa l’indice -1.
Riportiamo qui di seguito un esempio di archiviazione delle coordinate di un punto su un
piano bidimensionale secondo il sistema di riferimento Gauss-Boaga ovest:
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SRID=26591, POINT (2455,443343 56565,32).
La forma dell’archivio dei dati lascia subito intendere un aspetto molto interessante delle
funzionalità SQLimplementate da PostGIS: la possibilità di calcolare misure in ambiente sia
bidimensionale che tridimensionale e in relazione al sistema di riferimento scelto. Per
ottimizzare la performance del database è utile associare, alla tabella che contiene i dati
GIS, un indice di tipo GIST (Generalized Search Tree).
Riportiamo qui un esempio di creazione dell’indice:
CREATE INDEX nome_indice ON nome_tabella USING GIST (colonna_geometrie
GIST_GEOMETRY_OPS).
Si tratta di un comando SQL pertanto l’istruzione va eseguita o da una shell postgres o da un
tool di amministrazione di postgres che permetta l’esecuzione di comandi SQL. Alcuni
client grafici o Web facilitano l’uso del datadase aiutando l’utente nella scrittura dell’SQL
o, in alcuni casi, permettendogli di fornire comandi in modo grafico ed traducendoli in
linguaggio SQL da inviare al database questo vale per la creazione degli indici ma anche la
maggior parte delle funzionidel database.
L’inserimento dei dati geografici può avvenire secondo due modalità:
- Creazione di comandi SQL secondo la sintassi Simple Features;
- Importazione dei dati attraverso tool testuali o grafici.
Nel caso in cui si utilizzi direttamente un’istruzione SQL occorre prima creare una tabella
secondo la sintassi classica. CREATE TABLE punti (ID int4, DESCRIZIONE varchar
(40)); e aggiungere a questa il campo corrispondente alla colonna dei dati geografici
secondo questa sintassi:
SELECT
AddGeometryColum
‘tipo_geometria’, dimensione);
(‘nome_tabella’,
‘colonna_geometrie’,
srid,
dove:
nome_tabella = nome della tabella a cui applicare le geometrie;
colonna_geometrie = nome del campo che dovrà contenere il dato geometrico;
srid = id della tabella con i sistemi di riferimento (se ignoto:-1);
tipo_geometria = uno dei 7 valori di simple features (POINT, LINESTRING, ecc.);
dimensione = 2 per le geometrie bidimensionali, 3 per quelle tridimensionali.
L’inserimento delle singole geometrie avviene poi, secondo le classiche istruzioni SQL di
INSERT in cui, l’istruzione legata alla geometria segue lo schema WKT.
Esempio:
INSERT INTO nome_tabella (colonna_geometrie, descrizione) values (‘SRID=-1, POINT (0
0 0) ’Punto inserito’).
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In alternativa alle istruzioni SQL, PostGIS offre il tool di importazione di file in formato
ESRI shapelife “shp2pgsql” che crea in automatico tutto l’SQL necessario. In questo caso,
se non definita dall’utente, la colonna con le geometrie prende di default il nome
“the_geom”.
3.5 Le query PostGIS
Per descrivere tutte le query possibili con PostGISe le combinazioni che si possono ottenere
grazie alle potenzialità di PostgreSQL/PostGIS non è lo scopo di questo manuale operativo.
Ci limitiamo quindi a riassumere le funzioni di maggior interesse del sistema proposto ed
implementato dalla SOGESID per del Sistema Informativo progettato per assolvere alle
funzioni di supporto al Piano di Tutela delle Acque all’interno del SIRA.
Le funzionalità PostGIS sono classificabili in categorie:
Funzioni di base – Permettono la creazione/eliminazione di colonne geometriche e
l’attribuzione dei dati ad un determinato sistema di riferimento.
Funzioni di relazioni fra geometrie – Variano dal calcolo della distanza fra due geometrie,
alla verifica della eventuale sovrapposizione, intersezione, inclusione,ecc. tra forme
geografiche distinte.
Funzioni di calcolo sulle geometrie Permettono di calcolare area, perimetro, buffer,
centroide, ecc., di una data geometrica. Permettono inoltre di effettuare operazione di
unione e sottrazione tra geometrie.
Funzione di “informazioni”sulle geometrie – Attraverso di esse è possibile conoscere il tipo
di geometria presente in un dato campo, l’ID del sistema di riferimento utilizzato, le
coordinate dell’ultimo punto di una geometria, il numero di punti contenuti, il valore x o y o
z di un dato record, ecc.. Permettono inoltre di visualizzare i dati geografici in formato
WKB quando siano archiviati in WKT,e viceversa (rendendo, ad esempio, intelligibili i dati
geografici archiviati in formato binario).
Funzioni di creazioni di geometrie – permettono di creare dati geometrici e di archiviarli in
formato standard OGC a partire da un insieme di coordinate. Questo permette di trasformare
in un database geografico un database alfanumerico in cui le coordinate dei punti siano, ad
esempio, archiviate in due campi ‘x’ e ‘y’.
Oltre alle funzioni sopra descritte, e che fanno parte di quelle standard OpenGIS, PostGIS
ha numerose funzioni avanzate. Ne riassumiamo per brevità alcune tra le più importanti.
Funzioni di calcolo di misure – permettono di calcolare le aree, i perimetri, le lunghezze, gli
sferoidi,ecc., in relazione al sistema di riferimento e al tipo di piano (bidimensionale o
tridimensionale).
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Funzioni di output – attraverso queste funzioni è possibile trasformare le geometrie dal
formato WKTal formato WKB (e viceversa),esportarle verso formati XML quali l’SVG
(Scalable Vector Graphics; un XML per la creazione di geometrie su browser definito dal
W3C) o il GML (Geographics Markup Language; un XML, definito dall’OGC, per
l’archiviazione di dati GIS).
Funzioni di modifica delle geometrie – Permettono di manipolare le geometrie effettuando
ad esempio operazioni di semplificazione (tramite l’algoritmo Douglas-Peuker), di
traslazione, di inversione, di conversione da un sistema di riferimento ad un altro , ecc.
Oltre a queste ci sono funzioni che forniscono informazioni strettamente legate a PostGIS;
ad esempio permettendo di verificarne la versione, le opzioni (ad esempio se la versione in
uso offre il supporto GEOS e/o PROJ), ecc. Numerosi operatori logici infine (di
eguaglianza, sovrapposizione, ecc.) permettono di effettuare confronti sia tra le geometrie
che tra i risultati di query anche complesse (fig. 5). Queste e numerose altre informazioni si
possono
trovare
tra
la
documentazione
ufficiale
del
programma
(http://postgis.refractions.net/docs).
3.6 L’Hypertext Preprocessor (PHP)
Il PHP è un linguaggio di programmazione Open Source utilizzato prettamente in ambito
web. Tecnicamente parlando, il suo interprete che risiede sul server http, esegue il codice
annidato nelle pagine HTML richieste, e genera al volo la pagina da inviare al client in base
al risultato di una o più query rivolte al DBMS PostgreSQL o al motore grafico di
MapServer.
Grazie ad esso, sia la fruizione dei servizi presenti nel GIS che la modifica delle
informazioni esistenti, nonchè l’inserimento di nuove, sono gestite attraverso un’interfaccia
Web standard, che garantisce l'accesso e l'aggiornamento dei dati da qualsiasi browser
internet (Internet Explorer, Netscape, ecc.) in ambiente intranet/internet, previo
riconoscimento dell’utente mediante autenticazione con UserID e Password.
4 FUNZIONALITA’ DEL SISTEMA
4.1 Il software applicativo
Il software è articolato in un ambiente integrato di acquisizione, archiviazione,
consultazione ed elaborazione di dati territoriali ed ambientali a supporto di tutte le attività
di pianificazione e controllo.
Le informazioni relative agli elementi idrografici, naturali e artificiali, compresi fiumi,
laghi, acque di transizione, bacini artificiali, acquiferi, canali e altri corpi idrici,
eventualmente sotto forma di reti e collegati ad altre reti. Bacini e sottobacini idrografici ai
sensi del D.L.vo 152/99 e s.m.i. con particolare attenzione a quanto previsto della direttiva
2000/60/CE, gestiti dal software sono le seguenti:
4.1.1 Area di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano
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Area designata per assicurare, mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle
acque da destinare al consumo umano.
Le aree di salvaguardia si dividono in zone di tutela assoluta, zone di rispetto e zone di
protezione. Le zone di tutela assoluta e le zone di rispetto si riferiscono alle sorgenti, ai
pozzi e ai punti di presa; le zone di protezione si riferiscono ai bacini imbriferi e alle aree di
ricarica delle falde (DPR 236/88, art.4).
4.1.2 Acque di transizione
Sono acque di transizione le acque delle zone di delta e le acque di lagune e di stagni
costieri.
Sono significative le acque delle lagune e degli stagni costieri. Le zone di delta vanno
invece considerate come corsi d’acqua superficiali (Dlgs 152/99 – All. 1, punto 1.1.4).
4.1.3 Area sensibile (Dlgs 152/99 – art.18 e All. 6):
si considera area sensibile un sistema idrico classificabile in uno dei seguenti gruppi:
•
•
•
•
•
laghi naturali, altre acque dolci, estuari e acque del litorale già eutrofizzati, o
probabilmente esposti a prossima eutrofizzazione, in assenza di interventi protettivi
specifici;
acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile che potrebbero
contenere, in assenza di interventi, una concentrazione di nitrato superiore a 50 mg/L
(stabilita conformemente alle disposizioni pertinenti della direttiva 75/440
concernente la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione d’acqua
potabile;)
aree che necessitano, per gli scarichi afferenti, di un trattamento supplementare al
trattamento secondario al fine di conformarsi alle prescrizioni previste dalla presente
norma;
i laghi posti ad un’altitudine sotto i 1.000 m sul livello del mare e aventi una
superficie dello specchio liquido almeno di 0,3 km2;
i corsi d'acqua afferenti ai laghi di cui all’allegato 6, per un tratto di 10 chilometri
dalla linea di costa del lago;
4.1.4 Area Speciale
Porzione di territorio regionale, con caratteristiche peculiari, designata dalla Regione.
Si dividono in: area sensibile, area di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano,
zona vulnerabile da nitrati di origine agricola, zona vulnerabile da prodotti fitosanitari.
4.1.5 Bacino Idrogeologico
Superficie dalla quale le acque meteoriche, di fusione delle nevi e dei ghiacciai defluendo in
superficie ed in profondità, si raccolgono in un corpo idrico sotterraneo.
Un bacino idrogeologico può essere rappresentato e suddiviso in:
• bacino idrogeologico ristretto relativo alle sole aree di ricarica diretta, non protette
secondo i termini delle Linee Guida per la tutela delle acque destinate al consumo
umano (40 anni), delle formazioni geologiche che ospitano il corpo idrico
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
•
•
bacino idrogeologico efficace relativo ad aree che sulla base di studi idrogeologici
ed idrochimici ed idrogeologici, anche quantitativi, contribuiscono in modo effettivo
alla alimentazione del corpo idrico
bacino idrogeologico allargato relativo a tutte le aree di ricarica, sia dirette interne al
corpo idrico sotterraneo che indirette come le aree di ricarica di corpi idrici
sotterranei comunicanti o le comunicazioni con le acque superficiali compresi i
bacini idrografici relativi
4.1.6 Bacino Idrografico
Territorio dal quale il deflusso superficiale di acque pluviali o di fusione delle nevi e dei
ghiacciai si raccoglie in un determinato corso d’acqua, nonché il territorio che può essere
allagato dalle acque del medesimo corso d’acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le
foci in mare od entro un’area di drenaggio endoreico; qualora un territorio possa essere
allagato dalle acque di più corsi d’acqua, esso si intende ricadente nel bacino idrografico
con la superficie maggiore (art. 1, comma 3, lett. D della Legge 183/89).
Si intende quindi il bacino di primo ordine, cioè un bacino il cui corso d’acqua principale
sfocia direttamente a mare (o entro un’area di drenaggio endoreico) ed il litorale marittimo
prospiciente.
Il bacino idrografico a volte corrisponde all’area di pertinenza di una Autorità di bacino,
altre volte corrisponde solo ad una porzione dell’intera area di pertinenza dell’Autorità
stessa. Inoltre i bacini sono superfici contigue che non si intersecano mai le une con le altre.
Ogni corpo Idrico Superficiale deve appartenere ad un solo bacino Idrografico. Nei casi in
cui sia difficile attribuire ad un solo Bacino Idrografico un Corpo Idrico Superficiale, nelle
more del recepimento della direttiva 2000/60, si possono attribuire convenzionalmente ad
una “area più vasta” solamente i Tratti Marino Costieri e i Canali Artificiali. Questa “area
più vasta” o “distretto” deve essere un’aggregazione di bacini idrografici e deve essere
corredata da una lista dei bacini idrografici di cui è composta.
4.1.7 Canale Artificiale
Un alveo, prevalentemente opera dell'uomo, in cui scorre dell'acqua generalmente per
utilizzi irrigui o scolanti, industriali, navigabili, ecc.
4.1.8 Corpo Idrico Sotterraneo (Direttiva 60/2000 – art. 2 punto 12)
Un volume distinto di acque sotterranee contenute da una o più falde acquifere.
4.1.9 Corpo idrico superficiale - Direttiva 2000/60/CE
Un elemento distinto e significativo di acque superficiali, quale un lago, un bacino
artificiale, un torrente, fiume o canale, parte di un torrente, fiume o canale, acque di
transizione o un tratto di acque costiere.
La Home Page del software è la seguente:
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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4.1.10 La Banca Dati
La costituzione della Banca Dati integrata (cartografia di base, mappe tematiche e dati
alfanumerici) con relativo data entry di tipo grafico ed alfanumerico per le informazioni non
reperibili in formato digitale.
4.1.11 I Moduli Applicativi
La struttura del software applicativo è modulare ed indipendente dalla piattaforma
hardware. E’ quindi in grado di garantire sia una arricchimento graduale delle funzioni al
crescere delle esigenze delle unità organizzative coinvolte che eventuali migrazioni
hardware.
Il software consente:
™ La gestione dell’anagrafe dei corpi idrici:
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Bacini idrografici
Elenco bacini esistenti
Scheda di gestione delle caratteristiche anagrafiche del bacino selezionato
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Acque di transizione
Elenco corpi idrici esistenti
Scheda di gestione delle caratteristiche anagrafiche del corpo idrico selezionato
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Acque marino costiere
Elenco corpi idrici esistenti
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Scheda di gestione delle caratteristiche anagrafiche del corpo idrico selezionato
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Corsi d’acqua superficiali
Elenco corpi idrici esistenti
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Scheda di gestione delle caratteristiche anagrafiche del corpo idrico selezionato
Laghi naturali
Elenco corpi idrici esistenti
Scheda di gestione delle caratteristiche anagrafiche del corpo idrico selezionato
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Laghi artificiali/serbatoi
Elenco corpi idrici esistenti
Scheda di gestione delle caratteristiche anagrafiche del corpo idrico selezionato
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Reticolo idrografico
Elenco corpi idrici esistenti
Scheda di gestione delle caratteristiche anagrafiche del corpo idrico selezionato
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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™ La gestione dei dati relativi alle stazioni di monitoraggio (con funzioni di esportazione
dati in Excel):
Acque di transizione
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Acque marino costiere
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Corsi d’acqua superficiali
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Sezioni di misura della portata su corsi d’acqua superficiali
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Laghi naturali
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Laghi artificiali/serbatoi
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Acque ad uso potabile
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Acque per la vita dei molluschi
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Acque per la vita dei pesci
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Acque sotterranee
Elenco stazioni di monitoraggio esistenti
Caratteristiche della stazione di monitoraggio selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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™ L’acquisizione e gestione dei dati per la valutazione della qualità dei corpi idrici:
Analisi sulle acque di transizione
La gestione è relativa a tre tipi di analisi: acqua, biota e sedimenti, organizzati secondo la
data di campionamento e raggruppati per mese e anno.
Ogni categoria è a sua volta suddivisa in altre sottocategorie in base alle tipologie dei
parametri, ossia:
¾ acqua: parametri di base con profili verticali sulla colonna d’acqua, parametri
addizionali, zooplancton e fitoplancton;
¾ biota: composti organoclorurati, metalli pesanti ed altri parametri, idrocarburi
policiclici aromatici, relativi sia al bioaccumulo su mytilus galloprovincialis che
tapes philippinarum;
¾ sedimenti: analisi chimiche (raggruppate per composti organoclorurati, metalli
pesanti, idrocarburi ed altri parametri) e saggi biologici.
Elenco stazioni e caratteristiche del prelievo effettuato sulla stazione selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sui campioni d’acqua
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sul biota
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sui sedimenti
Analisi acque marino costiere
La gestione è relativa a tre tipi di analisi: acqua, biota e sedimenti, organizzati secondo le
date di campionamento e raggruppati per anno e mese.
Ogni categoria è a sua volta suddivisa in altre sottocategorie, ossia:
¾ acqua: parametri di base con profili verticali sulla colonna d’acqua e giudizio di
qualità TRIX relativo alle risultanze analitiche della singola campagna, parametri
addizionali, zooplancton e fitoplancton;
¾ biota: I.B.E., test di tossicità e test di accumulo;
¾ sedimenti: organici ed inorganici, saggi biologici.
Elenco stazioni e caratteristiche del prelievo effettuato sulla stazione selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sul biota
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sui campioni d’acqua e giudizio di qualità risultante
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sui sedimenti
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi acque superficiali
La gestione è relativa a tre tipi di analisi: acqua, biota e sedimenti, organizzati secondo le
date di campionamento e raggruppati per anno e mese.
Ogni categoria è a sua volta suddivisa in altre sottocategorie, ossia:
¾ acqua: parametri di base e parametri addizionali;
¾ biota: I.B.E. con calcolo del giudizio di qualità relativo alla singola campagna, test
di tossicità e test di accumulo;
¾ sedimenti: organici ed inorganici, saggi biologici.
Elenco stazioni e caratteristiche del prelievo effettuato sulla stazione selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sui campioni d’acqua
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sul biota e giudizio di qualità risultante
Analisi sui sedimenti
Misure di portata sulle acque superficiali
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Elenco stazioni di misura e caratteristiche delle portate rilevate sulla stazione selezionata
Dati analitici della misura effettuata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Dati analitici sulla verticale selezionata
Dati analitici del punto di misura selezionato
Analisi acque laghi naturali e artificiali
La gestione è relativa a tre tipi di analisi: acqua, biota e sedimenti, organizzati secondo le
date di campionamento e raggruppati per anno e mese.
Ogni categoria è a sua volta suddivisa in altre sottocategorie, ossia:
¾ acqua: parametri di base e parametri addizionali;
¾ biota: benthos, test di tossicità e test di accumulo;
¾ sedimenti: organici ed inorganici, saggi biologici.
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Elenco stazioni e caratteristiche del prelievo effettuato sulla stazione selezionata
Analisi sul campione d’acqua
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi biota
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sui sedimenti
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi acqua destinata alla produzione di acqua potabile
Elenco stazioni e caratteristiche del prelievo effettuato sulla stazione selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Parametri analizzati
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Analisi acque destinate alla vita dei molluschi
La gestione è relativa a tre tipi di analisi: acqua, mitili e sedimenti, organizzati secondo le
date di campionamento e raggruppati per anno e mese.
Elenco stazioni e caratteristiche del prelievo effettuato sulla stazione selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sui campioni d’acqua
Analisi sui mitili
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Analisi sui sedimenti
Analisi acque destinate alla vita dei pesci
Elenco stazioni e caratteristiche del prelievo effettuato sulla stazione selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Parametri analizzati
Analisi acque sotterranee
Elenco stazioni e caratteristiche del prelievo effettuato sulla stazione selezionata
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Parametri analizzati e classe di qualità risultante
Misure di portata sulle sorgenti
(vedi misure di portata su corsi d’acqua superficiali – medesima gestione dati)
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Misura dei livelli statici dei pozzi
Elenco pozzi e livelli statici misurati per il pozzo selezionato, nell’anno scelto
™ Le schede per la valutazione della qualità dei corpi idrici (con esportazione dati in PDF),
ottenuta mediante elaborazione dei dati archiviati secondo quanto stabilito dal quadro
normativo di riferimento:
Risultati del monitoraggio sulle acque marino-costiere (TRIX)
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Giudizio medio dei valori TRIX dei due anni di monitoraggio
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Risultati del monitoraggio sui corsi d’acqua - SECA (LIM + IBE)
Livello SECA risultante dai valori di analisi dei due anni di monitoraggio
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Risultati del monitoraggio sui laghi naturali ed artificiali
Giudizio di qualità medio dei valori di analisi relativi ai due anni di monitoraggio
Trattamento richiesto per le acque nei due anni di monitoraggio
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Risultati del monitoraggio sulle acque sotterranee
Classe di qualità media nei due anni di monitoraggio
Per tutte le schede è prevista l’esportazione in PDF mediante click sull’icona di Adobe
Acrobat Reader, posta in alto a destra della tabella:
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Esportazione in PDF dei risultati del monitoraggio
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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™ lo scambio dati con le strutture coinvolte (Amministrazioni Provinciali, PMP,
Assessorati Regionali ai LL.PP. – Autorità di Bacino e sezioni provinciali, ecc.)
™ la costituzione della Banca Dati Ambiente mediante reperimento dei dati numerici già
disponibili sia in ambito regionale che non, e completamento mediante attività di dataentry specifico.
4.1.12 Gestione della banca dati
Sottosistema basato essenzialmente sulle funzionalità tipiche di un Server di Banche Dati e
quindi a supporto di tutti gli altri sottosistemi; ha come compito fondamentale la gestione
dell’intero contenuto informativo del sistema integrando ed uniformando i dati provenienti
dalle diverse fonti (banche dati numeriche, cartografia, mappe tematiche, supporti cartacei,
ecc.).
L’elemento fondamentale è ovviamente costituito dalla Banca Dati Ambiente (BDA) che è
in grado di gestire dati in formato alfanumerico e grafico integrati tra loro.
Il modello concettuale di riferimento è quello del SINA.
Essendo l'integrazione con banche dati esterne di tipo cartografico e/o alfanumerico una
delle caratteristiche peculiari della BDA, saranno inoltre rispettate le direttive generali per la
gestione integrata dei dati (georeferenziazione dei tematismi, connessione con cartografia di
base, ecc).
La struttura generale della BDA è articolata in modo tale da prevedere che i dati di attuale
interesse siano classificati per tematiche in accordo alla normativa vigente in materia
ambientale.
4.1.13 Acquisizione e validazione
Costituisce il modulo di acquisizione e validazione dei dati prevalentemente alfanumerici da
inserire nella BDA tramite postazione client di fascia medio/bassa e quindi di larga
diffusione tra gli utenti abilitati all’aggiornamento della banca dati.
Ha lo scopo di fornire le procedure tipiche di data-entry per l’inserimento, l’aggiornamento
e la validazione dei dati relativi ai vari comparti di competenza.
Le modalità di acquisizione possono essere sia manuale che automatica tramite il
caricamento di dati in formato numerico.
4.1.14 Cartografia e tematismi
Sottosistema specialistico di supporto a tutti gli aspetti cartografici della BDA finalizzato
essenzialmente a costituire un ambiente di lavoro per la consultazione dei tematismi di
competenza e/o interesse ambientale.
Costituisce il modulo per l’analisi territoriale dei dati del SIRA tramite postazione client di
fascia medio-alta e di minore diffusione tra gli utenti del sistema.
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
4.1.15 Consultazione e reporting
Ha lo scopo di fornire tutti gli strumenti necessari ad una navigazione guidata con la
possibilità di visualizzazione grafica ed alfanumerica interattiva delle informazioni
territoriali presenti in BDA con la possibilità di effettuare stampe di lavoro o reports.
Costituisce il modulo di accesso entry-level alla BDA tramite postazione web-client di
fascia media e quindi di più larga diffusione tra gli utenti del sistema.
Il sistema consente la stampa delle schede previste dai decreti di attuazione del D.L.vo
152/99 delle quali si riportano alcuni esempi.
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
4.1.16 Esportazione dati
Ai fini di una corretta valutazione e/o visualizzazione d’insieme delle informazioni
contenute nel Db del sistema, sono state realizzate delle routines di esportazione dati in
formato Excel, in modo da consentirne l’utilizzo anche in modalità off-line, ai soli utenti
autorizzati. Queste procedure sono dotate di filtro per la creazione di esportazioni
completamente personalizzate.
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il foglio Excel contenente i dati esportati
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Il foglio Excel contenente i dati esportati
4.1.17 Interfacciamento dati cartografici e alfanumerici
Sia la sezione cartografica del sistema che il modulo di gestione dei dati, al fine di
consentire una corretta gestione dei dati, integrano un sistema di interscambio per la
visualizzazione in mappa degli oggetti cartografici dal modulo di gestione dei dati, e le
schede dati associate all’oggetto geografico dal modulo cartografico.
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Dal modulo di gestione al modulo cartografico
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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Piano di Tutela delle Acque della Regione Calabria
Dal modulo cartografico al modulo di gestione
Allegato 6 – Descrizione del Sistema Informativo
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