Splatter marketing!

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Roberto Castrogiovanni
Splatter marketing!
Strategie innovative di promozione nel cinema
indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
Roberto Castrogiovanni Splatter Marketing! - Strategie innovative di promozione nel cinema
indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
Sommario
Splatter marketing! Strategie innovative di promozione nel cinema
indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika ............................ 1
1. Introduzione................................................................................................................................ 3
1.2 Il caso Bumba Atomika......................................................................................................... 3
2. Target e posizionamento ............................................................................................................. 5
3. Gli strumenti promozionali: ubriacare la rete............................................................................... 8
4. Guerriglia Atomica ................................................................................................................... 13
5. Lo Splatter Marketing ............................................................................................................... 16
6. Conclusioni............................................................................................................................... 20
7. Appendice. Parla Bumba: intervista a Michele Senesi................................................................ 23
Bibliografia................................................................................................................................... 30
Sitografia ...................................................................................................................................... 30
Siti legati a Bumba Atomika ...................................................................................................... 30
2
Roberto Castrogiovanni Splatter Marketing! - Strategie innovative di promozione nel cinema
indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
1. Introduzione
Questa tesina nasce da una considerazione: è dal basso, dal sottobosco di
produzioni indipendenti e underground, che si dipartono spinte propulsive volte alla
sperimentazione e all’innovazione cinematografica, non solo in termini di concezioni
estetiche e linguistiche, ma anche in fatto di promozione e marketing del prodotto
audiovisivo.
Ciò è vero soprattutto nel panorama nazionale, in cui le produzioni istituzionali
tendono ad essere abbastanza conservatrici e si affidano quasi esclusivamente a
tecniche pubblicitarie e distributive convenzionali, trascurando le incredibili
opportunità che oggi possono offrire le tecnologie e i mezzi di comunicazione
digitali.
Le iniziative indipendenti ed estranee al circuito e all’ideologia mainstream,
invece, non avendo a disposizione mezzi finanziari per sostenere campagne di
advertising classiche ed essendo maggiormente disposte a mettersi in gioco con
strategie inedite, possono fornire spunti interessanti sulle nuove possibilità del
marketing – soprattutto nell’impiego di internet e delle nuove tecnologie –, fungendo
da apripista per lo sviluppo di future pratiche e modalità promozionali.
A questo scopo ci si dedicherà allo studio di un caso ritenuto emblematico per
sondare gli umori provenienti da un cinema alternativo alle logiche di mercato, ma al
tempo stesso non estraneo a una vocazione popolare e commerciale: il cinema di
genere indipendente italiano. Un cinema in grado di osare senza compromessi nei
contenuti e nella forma, ma in continua ricerca del contatto col pubblico e ben
disposto a “sporcarsi le mani” con strategie pubblicitarie volte a ottenere la massima
risonanza e visibilità.
1.2 Il caso Bumba Atomika
In quest’ambito, nell’anno cinematografico in corso, sicuramente l’iniziativa
più inusuale e spiazzante è rappresentata da Bumba Atomika, lungometraggio
concepito dal giovane regista marchigiano Michele Senesi, attualmente in fase di
lavorazione.
Bizzarro è probabilmente l’aggettivo più adatto per descrivere questa folle ode
all’iperconsumo alcolico, una girandola di generi che frulla il comico demenziale con
l’horror necrofilo, il pulp con il kung fu, la musica metal con le siepi e gli ermi colli
recanatesi.
Del resto, sfogliando il curriculum di Senesi, è facile farsi un’idea delle
possibili influenze e dei modelli di riferimento che costituiscono il fondamento della
sua concezione stilistica. Impegnato da anni nella realizzazione di cortometraggi e
videoclip prevalentemente a sfondo orrifico, fondatore di Asian Feast
3
Roberto Castrogiovanni Splatter Marketing! - Strategie innovative di promozione nel cinema
indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
(http://www.asianfeast.org), il primo portale italiano dedicato al cinema asiatico,
collaboratore per la rivista “Nocturno Cinema”. Tra le influenze citate nel suo
Myspace1 (http://myspace.com/palonerofilm) figurano, in ordine sparso: «Tsui Hark,
Godzilla, Malcolm X, Il Sorpasso, Il Gattopardo, Tetsuo, Grand Hotel Excelsior, A
Hero Never Dies, Altrimenti ci Arrabbiamo, Piedone lo Sbirro, Hana-Bi, Fukasaku,
Final Fantasy XXX, Go Nagai…».
La sinossi del film (reperibile sul sito ufficiale) fornisce ancora più
chiaramente le coordinate per comprendere il clima anarchico dell’operazione.
Bumba Atomika è la storia di quattro ragazzi, ufficialmente studenti dei primi anni di
università, in realtà nullafacenti dediti esclusivamente allo smodato consumo di alcol.
Leader della combriccola, nonché voce narrante del film, è Luca, appassionato di
serial killer con alle spalle una rapina andata male. Con lui ci sono Camillo, excompagno finito in cella, Berna e Cin Cin. Il gruppo, bisognoso di fondi per
procurarsi sempre più costose marche di vini e liquori, scopre per caso un modo
facile per far quattrini: vendere cadaveri via internet. Cominciando un po’ per gioco i
quattro amici finiranno ben presto coinvolti in una spirale di vicende grottesche e
inquietanti.
Il progetto nasce nei primi mesi del 2006, quando per l’occasione viene fondata
dallo stesso Michele Senesi una casa di distribuzione indipendente, la
PALONEROfilm (http://www.palonerofilm.com). Nella fase di preproduzione, che
dura da marzo a settembre, vengono realizzate sceneggiatura e schizzi preparatori,
individuate le location, messi a punto design e costumi e organizzate audizioni per gli
attori. Parallelamente, sin dal marzo 2006 viene già lanciata l’attività promozionale
che prende le mosse da due siti web creati apposta per l’occasione; uno dedicato alla
casa
di produzione
(http://www.palonerofilm.com) e
uno al
film
(http://www.palonerofilm.com/bumbaatomika.htm). Le riprese vere e proprie sono
effettuate tra ottobre e novembre del 2006. I siti nel frattempo vengono costantemente
aggiornati sui progressi della lavorazione. Attualmente è in corso la fase di
postproduzione. L’uscita è prevista non prima di aprile 2007.
1
MySpace è una comunità virtuale creata nel 1998 da Tom Anderson e Chris DeWolfe. Offre ai suoi utenti blog, profili
personali, gruppi, foto, musica e video. (http://www.myspace.com/).
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indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
2. Target e posizionamento
Anche da una descrizione molto sommaria del progetto come quella riportata
nel precedente paragrafo risulta evidente che, per le tematiche trattate, la presenza di
situazioni estreme (ancorché spesso dal tono goliardico e grottesco) e le citazioni
rivolte a cinefili appassionati di B-movies, Bumba Atomika si rivolge ad un target di
pubblico molto specifico e settoriale. Per questo motivo qualunque campagna
tradizionale di advertising effettuata attraverso canali di diffusione mainstream (come
televisione, radio ed editoria nazionale non specialistica) e rivolta a un pubblico
generalista risulterebbe – oltre che dispendiosa – decisamente non redditizia.
Definizione del target e posizionamento sono le parole d’ordine di qualunque
prospettiva marked-oriented, a maggior ragione indispensabili nel caso di un prodotto
di nicchia e fuori dalle logiche di mercato come il lungometraggio di Michele Senesi.
«Il film» – sostiene Michele Bagella in La vita e bella? Il cinema italiano alla fine
degli anni Novanta2 - «costituisce un “prodotto di consumo culturale” la cui
valorizzazione dipende dai gusti del pubblico cui è destinato. Per questa ragione
proprio l’analisi di tali gusti diventa il fattore centrale per comprendere come un
prodotto cinematografico possa corrispondervi e creare il proprio mercato». Solo
dopo aver individuato i mercati obiettivo e aver elaborato una strategia di
posizionamento volta a veicolare un’identità coerente e ben definita del prodotto
cinematografico presso gli spettatori potenziali è possibile concentrarsi sugli
strumenti e le modalità promozionali del marketing-mix cinematografico più efficaci
per raggiungere le specifiche fasce di pubblico.
Nel caso di Bumba Atomika, pur non disponendo di dati forniti da specifiche
ricerche di mercato, è possibile con ragionevole certezza ritenere che, tenendo in
considerazione gli elementi tematici e stilistici – alcol, violenza, musica metal,
splatter, kung fu – concorrenti a definire il posizionamento del film, il primary target
di riferimento sia costituito da giovani adulti tra i 17 e i 25 anni e adulti tra i 25 e 34
anni, prevalentemente di sesso maschile, amanti in particolare dei generi d’azione e
dell’orrore.
Fra le pellicole affini di successo – i cosiddetti “like-pictures” –, che possono
essere usati come riferimento in relazione al target richiamato e alle strategie
impiegate, si possono citare horror amatoriali divenuti fenomeni di culto come The
Blair Witch Project di Daniel Myrick ed Eduardo Sànchez (1999), o pellicole che
hanno trasformato le efferatezze gore in un richiamo pubblicitario redditizio, come
Saw – L’enigmista di James Wan (2004), Cabin Fever (2002) e Hostel (2005) di Eli
Roth, oppure ancora film pulp grotteschi e ironici come quelli di Quentin Tarantino
(Pulp Fiction, Le Iene, Kill Bill) e Robert Rodriguez (El Mariachi, Desperado, Dal
2
In M. Repetto – C. Tagliabue, La vita e bella? Il cinema italiano alla fine degli anni Novanta, Editrice Il castoro,
Milano, 2000.
5
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tramonto all’alba)3 e naturalmente opere di registi orientali che hanno ottenuto
successo anche nel nostro paese, per citarne solo un paio Seven Swords di Tsui Hark
(2005) e Kung fu Hustle di Stephen Chow (2004).
Il film inoltre potrebbe costituire un oggetto di richiamo anche per un’altra
nicchia di appassionati, quelli della musica heavy metal. La colonna sonora è affidata,
infatti, al gruppo marchigiano Kurnacool, inventore del genere definito “Vì Metal”,
ossia “sonorità metal che accompagnano testi di matrice etilica”4. Si tratta di
musicisti particolarmente conosciuti a livello locale, che potrebbero contribuire a
creare un punto di contatto tra sottoculture cinematografiche e musicali.
È molto importante rilevare, inoltre, come il target di Bumba Atomika sia
scomponibile in diverse categorie secondo l’ampiezza geografica. Da una parte si
distingue un macro-target nazionale e uno a livello internazionale – il regista, infatti,
è intenzionato a diffondere la sua opera anche nei mercati esteri che siano più
interessati ai generi cinematografici di riferimento. D’altra parte potrebbe
configurarsi anche un interesse su base locale, giacché la storia del film pone in
rilievo ambientazioni, luoghi e prodotti tipici (in particolare vinicoli) della regione
Marche, in cui gli spettatori potrebbero riconoscersi.
La campagna marketing intrapresa da Bumba Atomika appare decisamente
consapevole del pubblico obiettivo cui mirare e intenzionata a concentrarsi
soprattutto sugli strumenti in grado di consentire una maggiore influenza e
penetrazione nei settori specifici d’interesse – in particolare internet e le nuove
tecnologie – come si vedrà meglio nel paragrafo seguente.
Ma l’intenzione di stabilire un contatto col bacino potenziale di appassionati
può rinvenirsi anche nelle scelte che hanno guidato la realizzazione di uno strumento
pubblicitario tradizionale come la locandina. «Il poster» – infatti – «costituisce uno
strumento paratestuale in grado di veicolare in modo sintetico e immediato la
personalità che si è deciso di assegnare a una pellicola: la locandina costituisce in
questo senso il mezzo di comunicazione più rappresentativo della strategia di
posizionamento pianificata, un indicatore in grado di fornire informazioni dettagliate
sulle modalità di presentazione del prodotto rispetto ai suoi spettatori potenziali»5.
Il manifesto6 di Bumba Atomika sfrutta al massimo le potenzialità insite nel
mezzo, riuscendo a comunicare simultaneamente differenti idee e suggestioni,
ciascuna indirizzata a un target con diverse competenze e conoscenze pregresse.
3
Tarantino e Rodriguez stanno ultimando Grindhouse, un film a due episodi che rievoca le double feature di genere
exploitation diffuse tra gli anni ’60 e ’70. Sarebbe proficuo per Bumba Atomika sfruttare l’effetto traino che si verrebbe
a creare con il probabile successo di questa operazione.
4
Cfr. http://www.unofficialkurnalcool.com/.
5
G. Celata – F. Caruso, Cinema, industria e marketing, Guerini e Associati, Milano, 2003, p. 187.
6
Si tratta del primo manifesto promozionale del film, quello che circolerà per tutta la fase di produzione, terminata la
quale sarà sostituito da una nuova versione.
6
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L’artwork è costituito da un’unica immagine: cinque bottiglie di diversa forma e
dimensione, tutte facilmente associabili a diversi tipi di bevande alcoliche – fiasca di
vino, confezione di liquore, bottiglie di vino e di birra – si stagliano sulla cima di un
colle, sopra il quale domina un suggestivo cielo nuvoloso all’alba. Si tratta di un
espediente metonimico che si serve delle bottiglie per rappresentare i protagonisti del
film (in un momento in cui gli attori non erano stati ancora individuati) e che al
tempo stesso definisce in maniera chiara e inequivocabile su quale argomento è
imperniata la narrazione. L’importanza dell’elemento etilico è rafforzata dal copy: «Il
film definitivo sull’(ab)uso di alcol», dall’indicazione «Imbottigliato: settembre
2006», che fa riferimento al periodo di lavorazione, e naturalmente dal titolo stesso.
Quest’ultimo dal punto di vista grafico si presenta come un logo a tutti gli effetti, in
cui tra l’altro il design della lettera “t” rimanda alla forma di un cavatappi.
Non vengono date informazioni ulteriori sullo stile o il genere del film. In
questo modo un pubblico poco predisposto e non specialistico, basandosi
esclusivamente su questa locandina, non è in grado di farsi un’idea su ulteriori nuclei
tematici del film, come ad esempio la violenza o l’argomento necrofilo.
Lo spettatore più smaliziato e cinefilo, invece, è probabile che colga il
riferimento tra la disposizione delle cinque bottiglie e quelle delle sette spade della
locandina di Seven Swords di Tsui Hark: una precisa dichiarazione poetica, dal
momento che Michele Senesi considera il regista di Hong Kong una delle sue
massime fonti d’ispirazione. Il primary target della pellicola saprà quindi già cosa
aspettarsi: molte sequenze d’azione, forse addirittura scene d’arti marziali.
Infine, sebbene il panorama della fotografia non presenti elementi
caratterizzanti, non è escluso che il pubblico locale possa riconoscere i tipici colli
recanatesi, attribuendo al film anche un valore d’appartenenza territoriale.
7
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Figura 1 Le locandine di Bumba Atomika e di Seven Swords una di fianco all'altra.
3. Gli strumenti promozionali: ubriacare la rete
Considerate tali premesse, il core della strategia promozionale di Bumba
Atomika non poteva che risiedere nel mezzo internet. Le campagne di advertising più
classiche, infatti, come press advertising, radio advertising e television advertising,
sono insostenibili per una produzione totalmente indipendente e autofinanziata e
soprattutto sono strumenti di tipo generalista che non consentono di selezionare uno
specifico target. Se una costosa campagna a tappeto sul tutto il territorio nazionale è
l’ideale per un grande blockbuster “per tutta la famiglia” che mira a conquistare
indistintamente qualunque fascia di pubblico, non è certo lo strumento più efficace
per un “blackblock-buster” – come il regista ama definire il suo progetto – che si
rivolge a una nicchia ben distinta di giovani appassionati del cinema di genere.
Il primary target del film, infatti, è costituito da utenti che possiedono un
livello culturale medio-alto e un alto grado di alfabetizzazione informatica. Si tratta in
8
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genere di navigatori esperti che trascorrono molto tempo della loro giornata sul web7
e che quindi sono particolarmente esposti a una campagna pubblicitaria che impieghi
modalità interattive e multimediali (molto più coinvolgenti rispetto a quelle
tradizionali).
L‘interattività, inoltre, consente di stimolare la partecipazione attiva dell’utente
alla promozione, strumento questo potentissimo e sempre più al centro delle nuove
tendenze di marketing non convenzionale (viral marketing, word of mouth, guerriglia
marketing, co-creating branding, marketing esperienziale), come vedremo
ampiamente sfruttato anche da Bumba Atomika. Inoltre le nuove tecnologie
promozionali si adattano particolarmente a un film girato totalmente in digitale e che
scommette sulle nuove soluzioni informatiche in termini di produzione e
distribuzione cinematografica.
Il web è sfruttato in maniera pervasiva, diffondendo l’attività promozionale su
siti web, forum e blog. Le principali sedi pubblicitarie sono:
Il sito ufficiale di Bumba Atomika
http://www.palonerofilm.com/bumbaatomika.htm, vero e proprio quartier
generale da cui si diparte la campagna. Realizzato con una grafica
particolarmente accattivante e coerente con lo stile del film – oltre a riproporre
il logo e le bottiglie che compaiono nel manifesto ufficiale, contiene riferimenti
stilistici di stampo orientale –, il sito si caratterizza anche per una buona
navigabilità che consente di raggiungere rapidamente gli argomenti d’interesse.
Nella home page è presente, oltre a un riquadro con le news sempre aggiornate,
l’accesso a quattro macro sotto-sezioni: “Zona stampa”, che fornisce tutto il
materiale necessario ai giornalisti per coprire l’evento (storia del film, contatti,
risorse grafiche come manifesti, loghi e banner); “Materiali sul film”, che
contiene una serie di risorse multimediali eterogenee (come audio, video, un
podcast chiamato “vodkast”8, informazioni sulle location, storyboard, ecc);
“Donazioni, Adozione, Produzione”, rivolta a coinvolgere a diversi livelli tutti
i soggetti che possano essere interessati a supportare la pellicola e “Intorno a
Bumba”, raccolta di biografie e curricula del cast artistico e tecnico.
Sempre dalla pagina principale è possibile accedere ad alcune sezioni
“extra”, iniziative più particolari volte a incuriosire il visitatore: la raccolta di
mini-spot “XX: 10: BA”, il blog, la campagna di adozione della mascotte
Susho e la finta vendita su E-bay di due cadaveri che compaiono nel film.
Da sottolineare come il sito punti a rivolgersi a un macro target
internazionale, con particolare attenzione naturalmente ai paesi dell’estremo
7
Da rilevare come la maggior parte dell’informazione specialistica dedicata al cinema di genere, horror, pulp e
orientale si trova su riviste on-line, spesso in inglese, come ad esempio “Twitch” (http://www.twitchfilm.net/), che ha
dato spazio più volte a Bumba Atomika.
8
Il podcasting è un sistema che permette di scaricare in modo automatico risorse audio o video, chiamate podcast,
utilizzando un programma (un “client”) generalmente gratuito chiamato aggregatore o feeder (Cfr.
http://it.wikipedia.org/wiki/Podcast). Tuttavia quello di Bumba Atomika, allo stato attuale, non può definirsi a tutti gli
effetti un podcast, perché è limitato ad un’unica puntata e non presenta un dispositivo di aggiornamento automatico.
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oriente. Così, oltre a una traduzione completa in inglese, sono presenti delle
pagine con informazioni sintetiche in francese, tedesco, spagnolo, ma
soprattutto giapponese, cinese9, coreano e tailandese. Tuttavia esiste anche uno
spazio riservato al micro-target locale: una pagina è, infatti, in dialetto
marchigiano.
Figura 2 Home page del sito ufficiale di Bumba Atomika.
- Il sito ufficiale della PALONEROfilm http://www.palonerofilm.com, la casa di
produzione fondata da Michele Senesi per la realizzazione di Bumba Atomika e
di altri progetti. L’impostazione è molto simile a quella del sito precedente e
alcuni materiali sono identici. Dalla home page è possibile leggere le news e
accedere alle sezioni principali: informazioni sulla casa e sulle professionalità
coinvolte, sulle opere già realizzate, sui film in lavorazione, galleria
fotografica, rassegna stampa, contatti e richieste di collaborazione. Come per il
sito di Bumba Atomika è disponibile una traduzione integrale in inglese e
traduzioni parziali in sei lingue straniere (più il dialetto marchigiano).
9
La pagina in cinese è attualmente in lavorazione.
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La funzione assolta è prevalentemente quella di una vetrina introduttiva, che
fornisce dati essenziali relativi a tutto ciò che ruota attorno ai progetti di Senesi
e indirizza per un maggior approfondimento al sito ufficiale del film.
Figura 3 Home page del sito ufficiale della PALONEROfilm.
- Il blog di Bumba Atomika http://bumbaatomika.splinder.com/. Si presenta
sottoforma di diario personale di Berna B., uno dei personaggi protagonisti del
film. Lo stile grafico similare contribuisce a creare coerenza e continuità con il
sito ufficiale, configurando il blog come appendice e sviluppo naturale di esso,
nonché come sorta di espansione narrativa dell’universo del film.
L’aggiornamento costante, in corrispondenza delle diverse fasi di lavorazione,
e il carattere soggettivo della narrazione consentono di stabilire potenzialmente
un contatto diretto con i visitatori. Tuttavia la possibilità di instaurare un
effettivo dialogo bidirezionale è impedita, poiché agli utenti non è concesso di
commentare i messaggi.
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Figura 4 Il blog di Bumba Atomika.
- Il Myspace della PALONEROfilm http://myspace.com/palonerofilm. Strumento
ormai imprescindibile per tutti i registi, cantanti, scrittori, e artisti in generale
che desiderano ottenere visibilità attraverso i canali forniti dal ciberspazio, il
Myspace personale consente di creare comunità di amici e supporters e di
presentare in maniera semplice e immediata la propria attività e le proprie
creazioni.
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- Il forum di AsianFeast http://www.asianfeast.org/forum/, il portale dedicato al
cinema orientale curato da Michele Senesi e Martina Colorio. Sin dalle prime
fasi di ideazione del film è stata aperta sul forum una discussione posta in
evidenza, aggiornata costantemente con le ultime novità. In questo modo si
attira l’interesse di un potenziale bacino di spettatori che potrebbero facilmente
apprezzare Bumba Atomika e si stimola la discussione intorno al progetto in
maniera libera e orizzontale.
Un ulteriore canale per individuare e instaurare comunicazione con la nicchia
degli appassionati del cinema di genere è quello delle riviste specialistiche. Anche
questa strada è stata percorsa da Bumba Atomika che, sfruttando probabilmente i
contatti del regista all’interno del settore, è riuscito ad ottenere una certa copertura su
diversi magazine di settore, sia on-line (“Twitch” – una delle più autorevoli fonti
d’informazione internazionali sulla cinematografia alternativa – “Splattercontainer”,
“Film Horror”10), sia cartacei (“Hot dog”). Si tratta per la maggior parte di riviste che
riscuotono notevole fiducia da parte dei fan e sono ritenute da essi particolarmente
attendibili.
4. Guerriglia Atomica
Il copy cha ha accompagnato fin dall’inizio la campagna pubblicitaria del film
parla chiaro: «Il blackblock-buster del cinema indipendente italiano».
L’atteggiamento aggressivo con cui Bumba Atomika si prepara alla guerra mediatica
per aprirsi un varco tra le porte sbarrate del circuito mainstream è esplicito nella
definizione degli obiettivi e dell’attitudine della casa di produzione: «La
PALONEROfilm non si pone limiti. Le nuove tecnologie, il digitale, la magia degli
effetti speciali, l’animazione, i virtuosismi e una regia dinamica sono le nostre armi.
Storie non convenzionali, sperimentazione e ricerca spasmodica di qualcosa che non
è mai stato fatto prima, il nostro esercito. La PALONEROfilm è pronta per la
guerra».11
Una linea di pensiero e d’azione che ha molti punti di contatto con la filosofia
del Guerrilla Marketing. Il concetto, teorizzato per la prima volta da Jay Conrad
Levinson nel 198412, negli ultimi anni ha incontrato notevole diffusione in tutto il
mondo, diventando, tra l’altro, anche il fondamento teorico di un’agenzia
pubblicitaria italiana nel campo cinematografico, nota appunto come “Guerriglia
Marketing”. Sul sito http://www.guerrigliamarketing.it/, accanto all’incisivo slogan
«fottere il mercato per entrarci», compare il decalogo del progetto: «1. Guerriglia
10
Cfr. www.twitchfilm.net, www.splattercontainer.com, www.filmhorror.com.
Cfr. http://www.palonerofilm.com.
12
Cfr. http://www.gmarketing.com/, il sito ufficiale di Jay Conrad Levinson.
11
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Marketing è un insieme di tecniche di comunicazione non convenzionale che
consente di ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti 2.
Guerriglia Marketing concorre allo sviluppo delle strategie di mercato attraverso la
messa in scena di pseudo-eventi concepiti in integrazione all’immagine dell’azienda
3. Guerriglia Marketing sfrutta il bisogno di novità dei mezzi di comunicazione e la
permeabilità dei suoi meccanismi per promuovere idee, marchi o prodotti 4.
Guerriglia Marketing programma e inocula nel sistema media virus memetici in
grado di autoreplicarsi nelle menti dei consumatori 5. Guerriglia Marketing è un
processo di dissipazione della fiducia che il consumatore ancora ripone nell'economia
nel suo complesso a vantaggio del successo di una singola impresa: la tua»13. Il
sostrato ideologico cui Guerriglia Marketing fa riferimento comprende anche
l'esperienza del Luther Blissett Project14 e del Communication Guerrilla15, il
fenomeno dello street culture, il circuito del culture jamming16 e tutte le iniziative che
abbiano a che fare con la comunicazione radicale e la presa di parola da parte di
gruppi minoritari e alternativi al sistema.
Anche il circuito del cinema indipendente italiano può essere considerato una
realtà minoritaria che, nel tentativo di vincere la battaglia della visibilità, non esita a
utilizzare tutti i mezzi di guerriglia a propria disposizione, inclusi quelli più subdoli e
poco ortodossi. Il progetto promozionale di Bumba Atomika pare situarsi proprio su
questa linea di pensiero e comprende svariate tecniche che attingono al marketing
non convenzionale.
Tra queste la più interessante è senza dubbio il viral marketing. Si tratta di una
strategia che sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati per
trasmettere il messaggio ad un numero esponenziale di utenti finali17. Il termine
“virale” fa riferimento alla modalità di propagazione del messaggio, simile a un
contagio. La rete internet, in grado di diffondere rapidamente e a livello globale
contenuti, servizi, idee, è il luogo d’elezione del viral marketing.
Il sito Bumba Atomika non perde occasione per stimolare la partecipazione
degli appassionati e la promozione volontaria tramite il word of mouth (passaparola).
Il coinvolgimento può assumere vari livelli ed è indirizzato a diverse categorie di
sostenitori.
13
Cfr. http://www.guerrigliamarketing.it/corporate/manifesto.htm.
Luther Blissett è un nome multiplo, ovvero uno pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di
performers, artisti, riviste underground, operatori del virtuale e collettivi di squatters americani ed europei negli anni
Ottanta e Novanta, con attività volte a sabotare il sistema mass-mediatico. In Italia il progetto prende il via a Bologna
attorno al 1995. Cfr. http://www.lutherblissett.net/index_it.html.
15
Il termine Communication Guerrilla fa riferimento all’uso di forme non convenzionali di comunicazione all’interno di
processi comunicativi più convenzionali. Cfr. http://www.contrast.org/KG/.
16
Il culture jamming, traducibile in italiano con “sabotaggio culturale”, è una pratica contemporanea che mira alla
contestazione dell’invasività dei messaggi pubblicitari veicolati dai mass media nella costruzione dell’immaginario
della mente umana. Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Culture_jamming.
17
Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Marketing_virale.
14
14
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Si può, ad esempio, “adottare” Susho, il personaggio mascotte del film,
inserendo un banner18 pubblicitario all’interno del proprio sito o del forum che si
frequenta. Una procedura abbastanza comune per pubblicizzare un sito, ma in questo
caso c’è da segnalare una particolarità: il banner muta nel tempo e informa sullo stato
di lavorazione.
Figura 5 La mascotte Susho e il banner di supporto per Bumba Atomika
Il continuo dialogo con gli utenti è garantito anche dalla presenza del blog del
film, aggiornato costantemente durante la lavorazione. Tuttavia ai visitatori non è
fornita la possibilità di commentare è ciò è una grave pecca, perché non consente di
stabilire appieno un contatto diretto con l’universo dei supporters.
Esistono poi forme di partecipazione che richiedono un maggior grado
d’investimento, dalla donazione in denaro per mezzo di PayPal19, al contributo
creativo mediante la realizzazione di minispot di 10 secondi. Quest’ultima iniziativa,
battezzata “XX: 10: BA”, oltre a costituire essa stessa una forma di produzione
artistica e di sperimentazione coi linguaggi e i formati (non ci sono limiti ai mezzi
espressivi: si va dall’animazione digitale al videofonino), richiede, nel pieno spirito
del viral marketing, persone che credono fortemente nel progetto e che possono
fungere da testimoni disinteressati. «Di nuovo il supporto arriva dal basso e non è mai
stato tanto forte. XX: 10: BA, un urlo dal basso. L’ennesimo», recita il sito e, a
giudicare dal numero di corti presenti, – al momento dodici – l’operazione sembra
essere riuscita.
Il coinvolgimento non è diretto soltanto ai potenziali spettatori/consumatori,
ma si estende anche ad altre categorie ben differenziate di soggetti: giornalisti che
18
Uno striscione pubblicitario che compare nei siti web. La forma di advertising più diffusa su Internet.
Un sistema di pagamento sicuro tramite carta di credito via Internet particolarmente diffuso. Cfr.
http://www.paypal.it/it.
19
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potrebbero pubblicizzare il film (nel sito è presente tutto il materiale necessario),
aziende per finanziare la realizzazione, artisti/attori/tecnici che vogliono collaborare,
produttori e distributori interessati al progetto.
5. Lo Splatter Marketing
Perfettamente riconducibile al filone di pensiero di Guerrilla Marketing è anche
la tendenza a creare degli eventi (mediali, da strada o su internet) che possano attirare
l’attenzione del pubblico, con l’obiettivo di incuriosire, provocare, in certi casi
persino scioccare. Le campagne gestite in questo modo consentono di ottenere il
massimo rendimento in termini di visibilità con limitate risorse finanziarie e sono
quindi particolarmente indicate per le produzioni indipendenti.
I film che si caratterizzano per tematiche provocatorie e presenza di elementi
orrifici o situazioni violente, trovano in questa tecnica un terreno fertile, perché
particolarmente adatta a veicolare e rafforzare l’identità del prodotto.
Caso emblematico e citatissimo è naturalmente The Blair Witch Project,
mockumentary (cioè un finto documentario), riuscito a diventare il film più redditizio
della storia del cinema20 grazie a una campagna promozionale che giocava
sull’ambiguità, insinuando che gli eventi spaventosi rappresentati nel film potessero
essere accaduti veramente. Si tratta di uno dei primi esperimenti di attività
promozionale cinematografica condotta prevalentemente sfruttando le potenzialità di
internet.
Del resto il cinema dell’orrore, in particolare quello cosiddetto di serie B, si è
sempre avvalso di strategie poco convenzionali e quantomeno bizzarre per attirare e
incuriosire il pubblico. Uno dei pionieri di questa pratica è stato William Castle,
l’inventore dei gimmick movie, ovvero film in cui la principale attrattiva era costituita
da qualche trovata, come l’assicurazione sulla vita che gli spettatori potevano siglare
prima di assistere alla proiezione di Macabre (195821).
Bumba Atomika sembra quindi il terreno ideale per praticare lo splatter
marketing, inteso come insieme d’attività mirante a creare caos e destabilizzazione
all’interno del panorama mediatico, movendosi al confine tra realtà e finzione, tra
polemica e burla.
Forse la più vistosa ed eccentrica di queste iniziative “splatter” è la campagna “Io
vendo i morti”: un’asta organizzata su E-bay.it22 in cui sono stati messi in vendita due
cadaveri (finti) – “modello uomo” e “modello donna” – che compaiono nel film. In
20
Il film, costato 35 mila dollari, ne ha incassati 140. Sono stati spesi 25 mila dollari esclusivamente per la promozione.
Tra gli altri “trucchetti” si ricorda l’effetto Percepto, brevettato per The Tingler (1959) – le poltrone del cinema
trasmettevano piccole scariche elettriche in precisi momenti del film – e quello Emergo per House of the Haunted Hill
(1959) – uno scheletro emergeva dallo schermo. Cfr. William Castle http://www.ihmagazine.it/articoli/no354.html.
22
Il sito di aste on-line più utilizzato al mondo http://www.ebay.it.
21
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indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
questo caso la trovata risulta particolarmente efficace proprio perché si inserisce
perfettamente all’interno del tessuto narrativo del film23.
In occasione del Pesaro Horror film Festival, sono stati distribuiti volantini in cui si
reclamizzava la stessa vendita necrofila e durante il Festival del Cinema di Venezia
sono stati affissi degli annunci scritti a mano simili a quelli delle richieste di affitto,
ma in cui si pubblicizzava un “vendesi cadavere”. La curiosità è stata così alta che gli
autori sono riusciti a ottenere una videointervista nella homepage del “Corriere della
Sera on line”.
Si situa sulla linea di confine tra vero e falso anche la redazione di un finto
quotidiano che amplia gli eventi raccontati nel lungometraggio, “La Voce del
Conero”, scaricabile dal sito ufficiale in formato .pdf e distribuito gratuitamente in
occasione del Pesaro Horror Film Festival.
Sempre a scopo provocatorio sono state realizzate e diffuse delle locandine di
Vulva Tonica, un fantomatico titolo a luci rosse – vero e proprio film nel film che i
protagonisti di Bumba Atomika si recano a vedere – e saranno disponibili
prossimamente anche quelle di Pazzo pazzo cowboy, altro film nel film (in questo
caso si tratta di uno slasher movie anni ’80).
In quest’ottica, in occasione della campagna di lancio, sarebbe auspicabile
anche la diffusione di polemiche – anche create e montate ad arte – miranti a ottenere
ricadute in termini di copertura sui mass media (ad esempio facendo leva sui recenti
allarmi relativi al dilagare dell’alcolismo tra i giovani o sulla pericolosità di internet
in merito ai traffici illegali).
È una delle tecniche che sta alla base del gossip e del buzz marketing: creare
“rumore” per ottenere un’altissima notiziabilità dell’evento con un limitato dispendio
di risorse.
23
L’asta era stata indetta da Berna B., personaggio del film.
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indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
Figura 6 Finta asta di un cadavere del film sul sito Ebay.it
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Figura 7 Pima pagina de "La voce del Conero", finto quotidiano dedicato al mondo di Bumba Atomika.
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indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
6. Conclusioni
Una produzione indipendente di genere come Bumba Atomika che, per le
tematiche affrontate e i riferimenti chiamati in causa, per forza di cose non può
rivolgersi a un pubblico generalista ma deve indirizzarsi verso un target di nicchia,
dovrebbe preferire una combinazione di marketing-mix cinematografico che riduca il
più possibile l’advertising, con l’eccezione di quegli strumenti pubblicitari che
possono raggiungere più direttamente il primary target, e che prediliga invece le
tecniche di publicity e di promotion.
L’advertising è definito come l’insieme degli strumenti pubblicitari che
attraverso tutti i canali possibili sono utilizzati per veicolare un’immagine coerente e
distintiva del film che si deve promuovere (Celata – Caruso, 2003). Si tratta
evidentemente della componente di mix comunicativo più costoso. Le campagne su
stampa, radiofoniche e televisive hanno dei costi proibitivi per una produzione
autofinanziata. Conviene allora puntare sulla nuove tecnologie e su internet in
particolare, che consente di stabilire un contatto interattivo con il target specifico del
film.
Se rimangono risorse disponibili è consigliabile investire in spazi pubblicitari
presso le riviste specializzate di cinema di genere e presso la stampa, la radio e la
televisione locale, che possono raggiungere un micro-target specifico e territoriale
potenzialmente legato al film.
La publicity è finalizzata a ottenere la “copertura mediatica” della pellicola.
Rispetto all’advertising la publicity è meno costosa, ma consente di raggiungere,
forse addirittura con maggiore efficacia, i medesimi obiettivi di diffusione e
posizionamento della propria immagine, poiché le informazioni sulla campagna non
provengono da una fonte promozionale, ma formalmente “disinteressata” (Id.).
Non soltanto quindi in occasione del lancio di Bumba Atomika si dovrebbe
pianificare attentamente e con largo anticipo la diffusione di materiale approfondito
sul film (comunicati stampa, press kit, etc) presso le maggiori testate locali e
nazionali (con particolare attenzione nei confronti delle riviste specializzate in
cinema di genere). Ma bisognerebbe cercare di moltiplicare le occasioni di
“notiziabilità”, creando degli eventi ad hoc per stuzzicare la curiosità dei media. La
diffusione di azioni provocatorie o di polemiche orchestrate ad arte, in pieno stile da
Guerrilla Marketing, è altamente consigliata.
La partecipazione a festival, sia tematici dell’orrore sia generalisti, soprattutto
di risonanza internazionale, darebbe inoltre notevoli vantaggi in termini di visibilità.
La promotion comprende una serie di azioni di sostegno all’advertising e alla
publicity, in grado di richiamare ulteriormente l’attenzione del pubblico sul prodotto
audiovisivo. Include una serie vastissima di iniziative, limitate solamente alla
creatività dei responsabili di marketing (Id.). Qualunque attività che possa far
conoscere ulteriormente il film e stimolare il word of mouth risulterà proficua:
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dall’organizzazione di eventi a tema – ad esempio concerti del gruppo metal
Kurnalcool, che cura la colonna sonora del film, oppure serate alcoliche in enoteche e
winebar – alle proiezioni in anteprima, ai concorsi per ricevere gadget.
Il merchandising è probabilmente il settore della promotion che negli ultimi anni si è
più sviluppato ed è risultato più redditizio sia in termini di introiti monetari che in
termini di promozione e valorizzazione indiretta dell’opera cinematografica. Sebbene
la commercializzazione di prodotti legati tematicamente al film sia una pratica
solitamente riservata ai grossi blockbuster, anche un black-blockbuster come Bumba
Atomika si dimostra particolarmente adatto per la realizzazione di gadget. A partire
dalla mascotte Susho, pupazzo “birilliforme” che compare nel film, fino allo sviluppo
di materiale intertestuale e intermediale che espanda l’universo narrativo originale:
un fumetto, un mini videogioco scaricabile gratuitamente, racconti a tema e
quant’altro.
Allo stato attuale non è naturalmente possibile prevedere se la campagna
promozionale e le strategie di marketing messe in atto determineranno il successo del
case study preso in esame. Sono troppe le variabili da considerare e per il momento ci
sono poche certezze sulla modalità di lancio e distribuzione del film.
Rimane, invece, da ribadire come Bumba Atomika dimostri che gli impulsi più
dinamici e vitali, più audaci e sperimentali, non solo nel campo della realizzazione
artistica vera e propria, ma anche in quella della propaganda e vendita del prodotto
culturale, in Italia provengano (paradossalmente, ma forse proprio per questo motivo)
dalle produzioni indipendenti e low budget e non dalle storiche e paludate case
produttrici e distributrici.
Un’attenta pianificazione della campagna, prima ancora che il film entrasse in preproduzione, condotta all’inizio centellinando le informazioni allo scopo di creare
interesse e curiosità; un massiccio impiego delle nuove tecnologie e in particolare di
Internet, per diffondere la comunicazione a livello capillare, settoriale e
transnazionale; una concezione altamente intertestuale e transmediale del prodotto
audiovisivo24, che espande e frammenta la propria dimensione narrativa in mille
rivoli e li adatta a diversi mezzi e supporti (Il film di Michele Senesi cerca di
applicare in piccolo la lezione dell’High concept movie25 hollywoodiano, che
sviluppa la propria storia su saghe cinematografiche, serie televisive, videogiochi,
fumetti e quant’altro); un piano di distribuzione che ha come terreno privilegiato i
mercati esteri: Bumba Atomika dimostra di essere perfettamente al passo con le
ultime tendenze del marketing internazionale.
24
A tal proposito Henry Jenkins descrive il fenomeno come “transmedia storytelling”, ovvero la proliferazione di
contenuti mediali distribuiti su differenti piattaforme, resa possibile dalla convergenza digitale. Cfr. H. Jenkins,
“Transmedia Storytelling”, Technology Review, 13 gennaio 2003.
25
Definizione coniata da Justin Wyatt in High Concept. Movie and Marketing in Hollywood, Austin: University of
Texas Press, 1994.
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indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
Per una maggior comprensione del caso ritengo utile riportare in appendice alcune
considerazioni del regista Michele Senesi. Le dichiarazioni dimostrano come il
regista sia totalmente consapevole dei meccanismi strategici messi in atto.
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indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
7. Appendice. Parla Bumba: intervista a Michele Senesi
Per cominciare vorrei che mi descrivessi brevemente le fasi temporali di
realizzazione del progetto Bumba Atomika. A quando risale il concepimento
dell’idea? Quanto è durata la pre-produzione e quando pensi di ultimare il
film?
Innanzi tutto diciamo che l’inizio della produzione risale a circa marzo 2006 con
l’apertura del sito ufficiale e la partenza della campagna promozionale. Da marzo a
settembre abbiamo parallelamente lavorato a promozione e produzione. Conta però
che metà sceneggiatura era là scritta da quasi un decennio, ho recentemente trovato
appunti risalenti al 1997. Ad ottobre abbiamo girato per circa un mese e cinque
giorni. Poi abbiamo rallentato un attimo per altri impegni (la collaborazione con
“Nocturno Cinema”) ci siamo riposati un pochino dal set, che è stato una vera guerra,
abbiamo potenziato il Mac per montare, abbiamo acquisito il girato e a giorni inizierà
il montaggio vero e proprio. Il film non sarà pronto assolutamente prima di fine
aprile.
Quanto è importante per te l’aspetto promozionale? La produzione ha un
progetto di marketing ben definito? Quanto hai intenzione di investire in
termini di denaro e impegno per la promozione?
Risposte sparse. L’aspetto promozionale a livello cinematografico in sé non ha
nessun valore, il cinema è una forma narrativa, la promozione è una confezione. Però
poi a livello di realtà commerciale per come la vedo io l’aspetto promozionale è
fondamentale. Per più motivi; relativamente al nostro progetto (quindi parliamo di
un’opera indipendente low budget) osservando e studiando la scena indie, come si
evolve e come si muovono le cose, se parallelamente alla produzione non affianchi
una promozione articolata, non godendo aprioristicamente di una campagna
pubblicitaria ufficiale, come fa un pubblico a conoscere il tuo film? E che senso ha
produrre e lavorare ad un film (cosa decisamente complessa) se poi nessuno sa della
sua esistenza? Se poi analizziamo come metà del budget dei film USA sia solitamente
destinato alla promozione, se poi osserviamo cinicamente che il pubblico “mangia”
solo quello che gli viene imposto dalla pubblicità, il discorso si fa drammatico e
necessario.
La produzione aveva un piano promozionale fisso e definito e alcuni elementi liberi
da sfruttare secondo utilità. A livello di denaro abbiamo investito relativamente poco,
giusto delle minime spese di stampa per il materiale cartaceo, mentre abbiamo
investito molto in termini di tempo e impegno per l’ideazione e la realizzazione delle
varie “invenzioni”. Sicuramente – ed è brutto dirlo – se n’è andato più tempo in
promozione che in produzione e realizzazione.
23
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indipendente di genere italiano: il caso Bumba Atomika
Al contempo non abbiamo vissuto la creazione promozionale come un’attenta azione
da avvoltoio arrivista, ma l’abbiamo trasformata in una piacevole e pulita azione
creativa, frizzante ed euforica quanto l’ideazione stessa del film. D’altronde facendo
attenzione si può notare come tutta la sovrastruttura promozionale non sia altro – in
linea di massima – che un prolungamento narrativo degli eventi del film. La
promozione non punta al successo ma solo alla diffusione e divulgazione; se era al
successo sicuro che puntavamo non avremmo di certo realizzato Bumba Atomika.
Quali ritieni che siano i target di pubblico (sia a livello locale sia nazionale sia
internazionale) potenzialmente interessati a Bumba Atomika?
A livello locale la situazione è facilitata da un pubblico diretto come fruitore, visto
che il film contiene molti elementi assolutamente provinciali (i luoghi, le musiche, le
persone). Il provincialismo è voluto, soprattutto per dare – paradossalmente – un
inedito aspetto esotico (visto che è rara una storia del genere, ancora di più se
ambientata nei particolari e vari paesaggi marchigiani), ma al contempo ho fatto
un’estrema attenzione ad utilizzare un linguaggio narrativo universale. Il target più
definito del film immagino sia un pubblico dai 14 ai 35-40 anni, soprattutto ragazzi in
piena euforia ormonale e da trasgressione adolescenziale, fans del cinema di genere,
appassionati di prodotti anomali, insomma, parzialmente di nicchia a meno di una
difficile esplosione come fenomeno “cool”.
La campagna promozionale è stata finora condotta quasi esclusivamente on
line. Conti in futuro di ampliare gli strumenti (ad esempio affissioni di
manifesti o spot su radio e tv locali) o ritieni che il target di riferimento del
film sia raggiungibile principalmente tramite internet?
La campagna è stata fatta sempre dalle stesse due persone che hanno lavorato al film
e il metodo più immediato ed economico era la rete. Al contempo avendo un passato
da sincero frequentatore appassionato delle varie zone cinefile di Internet sono stato
facilitato, nella diffusione del verbo di Bumba, da una quantità infinita di amici
virtuali. Il tam tam dei blog ha poi fatto il resto. In un attimo ci siamo presentati al
mondo intero. Continueremo così e con tutto quello a nostra disposizione. Eventuali
passi avanti nei canali ufficiali potranno essere fatti solo in seguito ad una
distribuzione ufficiale del film e non sarà più questione nostra.
Abbiamo utilizzato ogni possibilità della rete e delle nuove tecnologie: siti, blog,
podcast, myspace, youtube, abbiamo tentato tutto. Noto che forse siamo stati i primi
in Italia ad alzare tanto polverone promozionale, ma abbiamo aperto una stradina che
ora stanno seguendo in molti, relativamente a questo aspetto del film.
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C’è anche da dire che in un paio di occasioni abbiamo anche promosso il film sul
campo. Al Pesaro Horror film Festival, in cui ero ospite di una tavola rotonda, mi
sono portato dietro Erika (la Berna B. del film) che ha distribuito per tutta la giornata
dei fogliettini in cui si pubblicizzava la vendita di cadaveri e “La Voce del Conero”
un quotidiano fittizio che pubblicava fatti di cronaca relativi al film e all’universo di
Bumba Atomika (lo trovi nel sito da scaricare).
Al Festival del Cinema di Venezia invece, Martina Leithe Colorio ha attaccato in giro
di nascosto dei fogli scritti a mano tipo quelli del “cerco casa”, ma in cui si
pubblicizzava un “vendesi cadavere”. La curiosità è stata così alta che ci siamo
beccati una videointervista nella homepage del “Corriere della Sera on line”.
Figura 8 Volantini promozionali in cui si pubblicizza la (finta) vendita di due cadaveri, distribuiti al Pesaro
Horror Film Fest 2006.
Stai puntando moltissimo sul coinvolgimento diretto degli appassionati nella
promozione del film. Il passaparola è secondo me fondamentale per un
prodotto di questo tipo. Finora che risposta hai ricevuto dalla gente?
Continuerai a puntare soprattutto sul passaparola anche durante la fase di
lancio?
Bhè, assolutamente sì. Finora ha funzionato e c’è un’attesa per il film fin troppo
eccessiva. Mi sto quasi allarmando. Dipende tutto dal futuro del film e dall’eventuale
intervento di produttori o distributori. Se nulla arriva continueremo così,
inventandone sempre di nuove e tenendo come campo base il sito e il blog. Ad
esempio presto pubblicheremo nel sito un minivideogioco ispirato al film, e altro
materiale è in preparazione. Anche Myspace - nonostante una mia allergia a questo
medium - sembra un’invenzione intrigante. Personalmente più per conoscere, che per
farmi conoscere.
25
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Perché ai navigatori non è riservata la possibilità di commentare nel blog di
Bumba Atomika?
Perché il blog non è stato ideato come punto di incontro, ma come mezzo
promozionale. Venivo dall’esperienza di altri lavori non miei che avevano avuto
all’interno dei siti guestbook o possibilità di commenti e al mondo c’è sempre gente
ostile e invidiosa pronta ad ammorbare una cosa bella con i peggiori rancori. Non ne
avevo voglia. Punti d’incontro per appassionati di cinema indie già ci sono (ad
esempio il sito della Filmhorror.it) e altri ne servirebbero, ma non era quello che
volevo fare. Anche il blog che abbiamo aperto non è un semplice blog, ma a leggerlo
si scoprono due cose fondamentali: da una parte è un vero diario di produzione del
film e questo è l’aspetto più normale e forse meno interessante e innovativo; dall’altra
– e questo è più interessante – è un’estensione narrativa del film. Come avrai notato è
gestito da Berna B., la protagonista del film. Non l’attrice, attenzione, proprio il
personaggio, con il suo stile, il suo linguaggio e il suo carattere. Nel corso di tutti
questi mesi la ragazza si è fatta conoscere, ha raccontato storie e aneddoti
dell’universo di Bumba che poi non saranno nel film, e ha anticipato o raccontato dal
vivo storie che poi accadono realmente nel film. Abbiamo cercato di fare nel piccolo
e senza spese quello che fanno in Giappone con lavori tipo Blood – The Last
Vampire, ossia una storia che si dipana su più media (videogiochi, manga, film,
serie). Noi abbiamo sbriciolato l’universo di Bumba nel film, nel blog, nel già citato
“La Voce del Conero”, nelle (finte) aste di Ebay, nel videogioco, nella propaganda
(che è poi stata inserita nel film per dare colore ai fondali) e in altre piccole cose.
Tutti questi elementi insieme creano l’universo di Bumba relativo ai personaggi del
film. Trovo la cosa divertente e stimolante. Nel film poi ci saranno altri due film
inventati ognuno con i loro personaggi e le loro cover (sto parlando di Vulva Tonica,
un porno fine anni ‘70 e Pazzo Pazzo Cowboy, uno slasher anni ‘80).
Mi sembra che per Bumba Atomika sia molto adatta la definizione di
“Splatter Marketing”, perché la promozione ruota intorno a iniziative (tipo la
finta vendita di cadaveri su E-bay) che mirano a richiamare l’attenzione del
pubblico e dei media tramite la provocazione e in alcuni casi lo shock. La
definizione ti piace? Pensi risponda al vero?
Splatter Marketing. È un termine molto definito, forse si potrebbe allargare a
“marketing urlato” o “marketing d’assalto”. Quando ho scelto tra diversi soggetti e
sceneggiature a disposizione quale fare e quale conveniva fare ipotizzando il low
budget e gli imprevisti, ho scelto Bumba che era un film che si poteva realizzare
anche con un budget molto basso (e così è stato), anche con un no-budget. Bumba era
adatto perché è un film “urlato” e ho puntato a un film che non lasciasse indifferenti,
può evocare tante emozioni, ma spero non lasci indifferenti. È un film urlato nella
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regia, nella storia, nelle musiche e così è stato per la relativa promozione. Non
avessimo urlato, nessuno ora parlerebbe di Bumba come accade quotidianamente con
i tanti film indipendenti (ce n’è una lunga lista che ho fatto nel blog) che vengono
realizzati. È una guerra e l’abbiamo combattuta con le nostre armi. A questo
proposito c’è un detto che mi piace particolarmente che si adatta alla situazione e che
dice “…canne mozze in mano e ti prendono sul serio...”. Purtroppo in Italia è così.
All’interno del film compare il pupazzo Susho, mascotte del sito, sfruttato
come un gadget vero e proprio. Hai intenzione di commercializzarlo e di
realizzare altri oggetti di merchandise per Bumba Atomika?
Dopo aver fatto di tutto per il film spero di non dover fare anche il commerciante di
giocattoli. Comunque Susho si presta al gadget. La creazione di Susho effettivamente
è furbina. Ho pensato a Lucas che è campato trent’anni solo con la rendita dei gadget
di Guerre Stellari. Poi mi sono venuti in mente le creature compagnette di tanta
animazione giapponese, volevo un simbolo e dopo una cena abbondante innaffiata di
vino buono e grolla ci siamo messi a disegnare sui tovaglioli, a casa di Flamini, il
fonico. È comparso Susho. È piaciuto. Poi l’abbiamo fatto di stoffa e nel film è
attaccato alla cintola di Berna B. Ne abbiamo realizzati quattro (a mano, fatti da
Manlio Di Donato, un geniaccio di Venezia) per sicurezza (dovevano durare più di un
mese attaccati addosso all’esagitata Erika…). Se venderemo il film ovviamente non
includeremo nel contratto la disponibilità iconografica per i gadget. Quella
eventualmente si vende a parte visto che, secondo me, ha buone potenzialità. Certo,
parliamo di fantascienza, le probabilità per un film così indie di arrivare al
merchandising sono assai remote…
L’argomento alcolico, come pure l’ambientazione marchigiana, farebbe
supporre la possibilità di coinvolgere il territorio (sia enti pubblici sia privati)
per la promozione del film. Penso ad esempio alla sponsorizzazione da parte
di enoteche, o addirittura al product placement di bevande. Hai pensato a
qualcosa del genere?
Sì, ci ho pensato, ci ho un po’ lavorato sopra, ma poi ho desistito. Abbiamo avuto
poche risposte, gente spaventata o che non capiva le potenzialità del prodotto e, visto
che anche gli addetti alla produzione erano sempre poche persone (me compreso) e
notando che il tempo se ne andava e i risultati erano scarsi, mi sono fermato. Non è il
mio lavoro reperire fondi, né pregare la gente, non volevo costrizioni, abbiamo
litigato con persone e alla fine ho abbracciato la mia miniDV e sono partito, in bilico
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tra ufficialità e assalti da guerrilla, con i permessi per un terzo del girato (tant’è che è
scoppiato un mezzo caso a Recanati per una sparatoria che abbiamo girato senza
avvertire nessuno).
Avessimo avuto due persone in più in produzione ora Bumba sarebbe cinque volte
migliore. Ma non ho rimpianti, lo preferisco così che con altri pesi addosso. La
prossima volta – se ci sarà – verrà creato un reparto di addetti alla produzione più
definito. Ma poi entrano sempre in scena i soldi, la gente vuole denaro comunque (io
li chiamo necrofili, vogliono mangiare su qualcosa di morto, il cinema). Bumba è
sopravvissuta sul 90% delle persone che l’hanno fatta e che hanno lavorato gratis.
Solo passione e rabbia. Amen.
In che modo intendi distribuire il film? Sala, home video o i nuovi canali
forniti da Internet (peer-to-peer, youtube ecc)? O una combinazione di tutti
questi mezzi?
Attualmente non ho preso in considerazione nessuno di questi mezzi. Abbiamo un
piano definito e seguiremo quello. Inizialmente bloccheremo il film in Italia e
proibiremo ad esso di essere visto da chiunque (esclusa una prima ad invito)
nonostante abbiamo già a disposizione sale in tutta Italia disposte a proiettarlo. Il
primo passo sarà mandare il film a festival stranieri che già hanno dimostrato
interesse, soprattutto negli Stati Uniti anche se il mercato che più ci alletta è quello
asiatico, ma ci stiamo muovendo anche in quella direzione. Successivamente staremo
a vedere cosa accadrà di riflesso in patria e se qualche distributore avrà un po’ di
fegato. Il filmaccio dei Manetti Bros ha vinto un premio del pubblico ad un festival
“X” e di riflesso è uscito in sala in Italia. Perché devo bruciarmi preventivamente il
film addosso a distributori e al pubblico stordito italico? Ma questo è ancora
prematuro e pensiamo al presente.
Sei interessato a diffondere il tuo film anche in mercati esteri? Quali paesi e
in che modo intendi farlo?
Mi ripeto. Sì, siamo interessati principalmente ai mercati esteri, i film vogliamo farli
in Italia, ma venderli all’estero, il mercato nazionale è ormai un limite per il cinema
italiano. Principalmente per tutta una serie di questioni puntiamo all’Asia, ma
abbiamo avuto richieste soprattutto dagli USA.
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Hai pensato di organizzare eventi promozionali durante la fase di lancio del
film, ad esempio organizzando serate in enoteche o coinvolgendo il gruppo
Kurnalcool?
Sì, ma loro non lo sanno. Avevo pensato a eventuali serate nei centri sociali o in
locali particolari con proiezione film+concerto, ma anche questo è prematuro.
Sarebbe gradevole anche la proiezione del film con degustazioni di vini locali, ma le
aziende vinicole le vedo parecchio assopite. Mi stufo anche a fare pubblicità gratuita
a persone irriconoscenti, Bumba è un enorme spot gratuito alle aziende vinicole locali
e non, ma nessuna si è proposta o ci è venuta incontro. Per quanto possibile ho quindi
cercato di celare le etichette anche se in alcune sequenze i vini vengono citati per
esigenze di sceneggiatura. Anche all’idea delle serate promozionali penseremo
comunque a tempo debito. Eccome se ci penseremo!!
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Bibliografia
G. Celata – F. Caruso, Cinema, industria e marketing, Guerini e Associati,
Milano, 2003;
H. Jenkins, “Transmedia Storytelling”, Technology Review, 13 gennaio 2003;
J. C. Levinson, Guerrilla Marketing: Secrets for Making Big Profits from Your
Small Business, Mariner Books, 1984;
G. Pescatore (a cura di), Matrix: Uno studio di caso, Hybris, Bologna, 2006;
M. Repetto – C. Tagliabue, La vita e bella? Il cinema italiano alla fine degli
anni Novanta, Editrice Il castoro, Milano, 2000;
D. Viticci, “William Castle”, I.H. Magazine,
http://www.ihmagazine.it/articoli/no354.html;
J. Wyatt, High Concept. Movie and Marketing in Hollywood, Austin:
University of Texas Press, 1994.
Sitografia
Communication Guerrilla – http://www.contrast.org/KG/;
Guerrilla Marketing On-line – http://www.gmarketing.com/;
Guerrigliamarketing.it – http://www.guerrigliamarketing.it/;
Luther Blissett Project – http://www.lutherblissett.net/index_it.html;
Wikipedia – http://wikipedia.org/;
Wikipedia Italia – http://it.wikipedia.org/.
Siti legati a Bumba Atomika
Il sito ufficiale di Bumba Atomika –
http://www.palonerofilm.com/bumbaatomika.htm;
Il sito ufficiale della PALONEROfilm – http://www.palonerofilm.com;
Il blog di Bumba Atomika – http://bumbaatomika.splinder.com/;
Il Myspace della PALONEROfilm – http://myspace.com/palonerofilm;
Il forum di AsianFeast – http://www.asianfeast.org/forum/.
13 febbraio 2007
Roberto Castrogiovanni
Corso di laurea in “Cinema, televisione e produzione multimediale”
E-mail: [email protected]
Sito web: http://thecritic.splinder.com/
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Tesina realizzata per il corso di “Promozione e Marketing del prodotto
audiovisivo”, tenuto dalla professoressa Veronica Innocenti nell’A.A. 2006/2007
nell’ambito della Laurea specialistica in “Cinema, Televisione e Produzione
Multimediale” dell’Università di Bologna.
Ad eccezione delle immagini presenti (che sono dei rispettivi proprietari) questo testo
è rilasciato sotto licenza Creative Commons: Attribuzione – Non commerciale 2.5
(http://creativecommons.org/licenses/by-nc/2.5/deed.it)
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