FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 19/04/2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 19/04/2016 Il Quotidiano del Sud - Calabria - Catanzaro La Nuova Valle ha il suo defibrillatore 6 SANITÀ NAZIONALE 19/04/2016 Corriere della Sera - Nazionale L'autismo nelle scuole 8 19/04/2016 La Repubblica - Nazionale La salvezza è il vaccino 10 19/04/2016 La Repubblica - Nazionale I malati raccontano 11 19/04/2016 La Repubblica - Nazionale Andiamo a caccia dell'Helicobacter 12 19/04/2016 La Repubblica - Nazionale Se il medico è sbagliato il disastro è assicurato 14 19/04/2016 La Repubblica - Nazionale Dacci un taglio butta via quella sigaretta 15 19/04/2016 La Repubblica - Nazionale Vira al verde l 'età delle vampate 17 19/04/2016 La Repubblica - Nazionale Bioetica dell'epatite C 18 19/04/2016 La Stampa - Nazionale Sanità, saremmo i primi al mondo se spendessimo meglio i soldi 20 19/04/2016 La Stampa - Nazionale Idee giovani e "pazze" per battere il cancro 21 19/04/2016 La Stampa - Nazionale Molinette, 41 telefonate per una visita 22 19/04/2016 ItaliaOggi Malattia, il taglio di stipendio non può essere sempre evitato 24 19/04/2016 Il Giornale - Nazionale L'impegno costante per sconfiggere il morbo di Parkinson 26 19/04/2016 Libero - Nazionale Ecco le voci che mancano nel 730 online 27 19/04/2016 QN - La Nazione - Nazionale «Farma.net ritiri le quote dalla ex Banca di Scandicci» 29 19/04/2016 DailyMedia Aziende Schär fa ritorno in tv e sulle piattaforme digitali con due spot, la pianificazione è di Maxus 30 19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita Il farmaco che piace ai governatori 31 19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita Pazienti cronici e Piani terapeutici 33 19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita Medici associati senza Irap 34 19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita Ora le farmacie 36 19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita Medicina di famiglia «h16» 38 19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita La chance del cambiamento 40 19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita Vademecum delle spese di promozione 42 VITA IN FARMACIA 19/04/2016 Corriere della Sera - Roma Salute della donna Giornata nazionale di eventi e convegni 45 19/04/2016 La Repubblica - Bologna Stampante tridimensionale per la ricostruzione delle ossa 46 19/04/2016 La Repubblica - Torino Esami in farmacia l'esordio è un flop 47 19/04/2016 La Repubblica - Torino Bono dal"118" alla direzione dell'Asl Cuneo 2 Si occuperà anche di aprire l'ospedale di Verduno 49 19/04/2016 La Repubblica - Napoli Nuovo farmaco combatte l'asma sarà approvato entro fine anno 50 19/04/2016 La Stampa - Torino Piemonte come l'Emilia esami in orari serali e prenotazioni unificate 51 19/04/2016 La Stampa - Cuneo Utili e fatturato di 4 milioni per le farmacie comunali 52 19/04/2016 QN - Il Resto del Carlino - Reggio Emilia Scuola insegna ai disabili ad andare in bici Il via giovedì nella pista dedicata a Cimurri 53 19/04/2016 QN - Il Resto del Carlino - Forli «Così facciamo prevenzione sulle patologie del cuore» 54 19/04/2016 QN - Il Giorno - Brianza Quindici rapine in 15 anni alla farmacia del dottor Vintani 55 19/04/2016 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini Assalta farmacia armato di trincetto «Datemi i soldi», poi fugge a piedi 56 19/04/2016 Il Gazzettino - Rovigo Addio al farmacista Nicola Fischetti 57 PROFESSIONI 19/04/2016 Pubblicom Now Galderma presenta la crema Nutragent con True Company 59 19/04/2016 Tuttosport - Nazionale «Il Meldonium serve a migliorare il sesso» 60 PERSONAGGI 19/04/2016 EPolis Bari Rette aumentate per i bimbi celiaci Interrogazione di D'Ambrosio Lettieri (Cor) 62 IN PRIMO PIANO 1 articolo 19/04/2016 Pag. 25 Ed. Catanzaro diffusione:7296 tiratura:15796 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VALLEFIORITA Bruno: «Giusto che un posto frequentato per lo sport abbia il "salvavita"» La Nuova Valle ha il suo defibrillatore Strumento donato dall'amministrazione provinciale prima della gara di calcio La donazione del defibrillatore alla locale squadra di calcio VALLEFIORITA - Donato un defibrillatore alla locale squadra di calcio. In vista dell'obbligo per le società sportive di dotarsi del prezioso strumento salvavita, l'Amministrazione provinciale di Catanzaro, dalle mani del presidente Enzo Bruno ha donato il defibrillatore al presidente dell'A.c. Nuova Valle, Emilio Truglia affiancato dal suo vice Angelo Muccari, domenica pomeriggio, prima di una gara di calcio, presso lo stadio di Vallefiorita. Presenti, il delegato della Figc Lega nazionale dilettanti, Ligato, il presidente dell'Ordine dei farmacisti, Vitaliano Corapi; il presidente dell'Avis di Vallefiorita,Giuseppe Barbieriedegli Angeli Blu, Pietro Gualtieri. Ricevendo il defibrillatore, il presidente dell'A.c. Nuova Valle, Emilio Truglia, ha ringraziato il presidente della Provincia Enzo Bruno. «Fondamentale - ha rimarcato il presidente Bruno - è la rete di collaborazione tra istituzioni e associazioni creata per venire incontro alle esigenze delle formazioni sportive che non sono nelle condizioni economiche di mettersi in regola con il decreto Balduzzi, che prevede l'installazione di un defibrillatore negli impianti sportivi ove si pratichi attività fisica ad elevato impegno cardiocircolatorio. È giusto che un posto frequentato perlo sportsia dotatodi uno strumento salvavita importante come un defibrillatore e sono davvero lieto di poter concretizzare una proficua collaborazione che porta alla diffusione dei defibrillatoriin presidistrategici. Rinnovo la sollecitazione alla creazione di una rete istituzionale che permetta di coprire tutto il territorio». m.p. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/04/2016 6 SANITÀ NAZIONALE 23 articoli 19/04/2016 Pag. 19 diffusione:325546 tiratura:405864 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'autismo nelle scuole Insegnanti di sostegno non specializzati, pochi fondi, esperti divisi E chi ha i soldi per farlo si affida a tutor privati Il programma In Italia frequentano le classi comuni Le linee guida invitano a coinvolgerli anche alle attività extra scolastiche, ma non sempre succede Valentina Santarpia Numeri incerti, insegnanti di sostegno non specializzati, fondi erogati dalle Regioni a singhiozzo, esperti divisi sui metodi di trattamento, e un «mercato nero» di tutor specializzati che possono cambiare le prospettive di integrazione ma che solo le famiglie abbienti possono permettersi: per ora l'inserimento dei bambini e dei ragazzi che soffrono di autismo nelle scuole italiane, il sistema per antonomasia più inclusivo d'Europa, è ancora a macchia di leopardo. E i casi di autistici lasciati a casa dalle gite non è una novità: «L'anno scorso successe a mia figlia - racconta Vito Crea, papà di Francesca, dalla provincia di Reggio Calabria - Ma non sono servite proteste e interpellanze parlamentari: nella nostra regione siamo ancora allo sato brado». I numeri Il primo dato certo è che non c'è certezza, su quanti siano i bambini e i ragazzi affetti da autismo in età scolare in Italia: sui 234.788 disabili certificati in Italia, gli autistici si «perdono» in quei 152.551 alunni con handicap intellettivi che frequentano scuole statali e private. «Ho fatto una proposta di legge perché ci sia una mappatura degli studenti autistici», ricorda la senatrice Laura Bignami (gruppo Misto). Ma il sistema elaborato dal ministero dell'Istruzione (Miur) per censire gli autistici è incappato nelle maglie del Garante della privacy: «Forse per settembre dovremmo aver risolto e avere quindi un quadro più preciso», dice Raffaele Ciambrone, il dirigente che sta lavorando al disegno di legge delega sulle disabilità previsto dalla riforma Renzi. Intanto, ci si affida alle stime: «Se il CDC di Atlanta nel 2012 sull'autismo in 12 Stati degli Usa parlava di un bambino nato autistico su 68 - scrive il professore Carlo Hanau, direttore del master in formazione a distanza sull'autismo dell'università di Modena e Reggio Emilia - in Italia si parla di 4 casi ogni mille, tenendo conto soprattutto delle due regioni, Emilia Romagna e Piemonte, le uniche che raccolgono dati da più tempo». Sarebbero 100 mila le famiglie alle prese con una persona affetta da autismo, e tra questi 60 mila studenti, sintetizzando le stime delle associazioni. Il sostegno I disabili nel nostro Paese frequentano le classi comuni, tranne in rari casi, grazie alla forza di 130 mila insegnanti di sostegno (28 mila immessi solo negli ultimi tre anni). Ma perché a un alunno vengano assegnate le ore, i fondi e i trasporti, le famiglie devono superare una serie di passaggi burocratici passando dal Pei, il piano educativo individualizzato, al Glhi, il gruppo di lavoro per l'handicap di istituto che scoraggerebbero chiunque: «Stiamo lavorando alla semplificazione», assicurano dal Miur. E non sempre gli insegnanti sono preparati: anche se le linee guida prevedono che il personale faccia di tutto per far partecipare i disabili alle attività scolastiche ed extra, gite comprese, non sempre è facile. «Un autistico su 4 non riesce a parlare, i più gravi commettono atti di autolesionismo o possono diventare aggressivi», spiega Francesco Di Salle, direttore del master Aba, dell'università di Salerno, uno dei due master pubblici sull'analisi comportamentale applicata ( vedi box ), considerato molto efficace per il trattamento dell'autismo. Ricchi e poveri Gli insegnanti di sostegno inseriti nell'organico, tra i quali ci sono anche quelli che in passato hanno considerato l'incarico una scorciatoia per ottenere il ruolo, hanno una formazione molto variegata. «La legge sull'autismo approvata ad agosto 2015 ha avuto tanti pregi, tra cui l'inserimento dell'Aba nei Livelli essenziali di assistenza, ma il grave difetto di non nominare mai la parola scuola», nota Paolo Sarra, che SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 8 19/04/2016 Pag. 19 diffusione:325546 tiratura:405864 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ha fatto parte del gruppo di lavoro per la 134. Il risultato? A oggi non esiste ancora una specializzazione per insegnanti di sostegno agli autistici. E chi può ricorre a un tutor privato specializzato in Aba, che affianca il docente in aula, in base a protocolli con i presidi. Il costo? Dai 10 ai 30 euro all'ora. «Spendo sui 1.600 euro al mese per mio figlio - dice Alfonso D'Angelo, presidente di Autismo fuori dal silenzio - è un sacrificio, ma gli sto dando una chance». @ValentinaSant18 © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Elaborazione su dati Miur Corriere della Sera I numeri 4 bambini ogni 1000 nati 2,7 3,1 2% 1% 0 3% 4% 2,6 2,3 3,2 2,8 2,8 2,4 2,6 2,1 2,2 2,8 2,9 2,9 2,7 2,8 3,5 3,5 2,6 Piemonte Lombardia Veneto FriuliV.G. Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia NELLE REGIONI Alunni con disabilità nelle scuole statali, in percentuale LE DIFFERENZE Alunni con disabilità per tipologia nelle scuole statali e in quelle private Altro tipo 26,8% Disabilità motoria 3,3% Disabilità visiva 1,5% Disabilità uditiva 2,5% Disabilità intellettiva 65,9% Altro tipo 30,3% Disabilità motoria 6,5% Disabilità visiva 2,1% Disabilità uditiva 4,7% Disabilità intellettiva 56,3% Statali Non statali Ci sono 100 mila autistici in Italia di cui 60 mila in età scolare GLI ALUNNI CON DISABILITÀ IN TUTTE LE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO totale 234.788 9,5% all'infanzia 25% alla secondaria di II grado 28,5% nella secondaria di I grado 37% nella primaria Nord est 39.816 Nord ovest 61.019 Centro 49.002 Mezzogiorno 84.951 Per area geografica 152.551 Le disabilità intellettive, tra cui l'autismo: la più diffusa 223.622 Gli alunni con disabilità sia fisica che psicologica 3.638 quelli che hanno difficoltà visiva 6.217 uditiva In Italia secondo l'Istituto superiore di sanità l'autismo colpisce Cos'è Chiamato in origine Sindrome di Kanner, l'autismo è considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo neuro-psichiatrico che interessa la funzione cerebrale Si manifesta con una marcata diminuzione dell'integra-zione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri e un parallelo ritiro interiore Uno studio epidemiologico finanziato da Autism Speaks (pubblicato su Molecular Psychiatry ) lega il rischio di autismo con l'età dei genitori. Secondo iCARE (International Collaboration for Autism Registry Epidemiology) su 5,7 milioni di bambini in 5 Paesi emerge che il rischio maggiore si registra nelle madri adolescenti e nei padri oltre i 50 anni La parola Aba L'analisi comportamentale applicata (Aba: applied beahvior analysis ) è un metodo educativo che si basa sulla gratifi-cazione nell'apprendimento e che viene usato con grande successo nella terapia dell'autismo. Raccomandato da studi scientifici a livello internazionale, è stato riconosciuto anche dall'Istituto superiore di sanità italiano che nel gennaio 2012 ha ammesso «che può migliorare il quoziente intellettivo, il linguaggio e i comportamenti adattativi, cioè le abilità necessarie per la vita quotidiana». Il Miur lo sta prendendo in considerazione per migliorare le prassi didattiche nei confronti degli autistici. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 9 19/04/2016 Pag. 37 diffusione:235298 tiratura:335733 La salvezza è il vaccino La recente epidemia di meningite in Toscana ce lo ricorda meglio di mille parole: la meningite può colpire chiunque, in ogni momento. Non solo neonati o bambini nei primi anni di vita, ma anche ragazzi, adulti e anziani. È una malattia che colpisce spesso con la velocità di un rapace: bastano poche ore e la preda viene portata via. L'unica difesa è quindi la vaccinazione. La meningite che imperversa in Toscana è causata dal meningococco C, e colpisce gli adulti perché la vaccinazione è stata introdotta in Italia solo dieci anni fa. La più temibile, ma anche la più rara, è invece la meningite causata dal meningococco B. Il vaccino contro questo patogeno è disponibile in Italia ma sono ancora poche le Regioni che lo propongono gratuitamente. C'è poi quella causata da pneumococco che colpisce molto anche gli anziani, per cui esiste il vaccino che copre dai ceppi più pericolosi. Per sensibilizzare su questa malattia, sulla sua prevenzione e sull'assistenza ai malati, 8 anni fa è stata istituita la Giornata Mondiale della Meningite il 24 aprile. A organizzarla in tutto il mondo sono le associazioni che fanno parte del CoMO - Confederation of Meningitis Organizations, la federazione mondiale delle associazioni che lottano contro la meningite. In Italia c'è il Comitato Nazionale contro la Meningite, nato nel 2011 dall'incontro di persone che hanno avuto esperienza diretta e drammatica della meningite: genitori che hanno perso i figli e persone sopravvissute alla malattia. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RSALUTE LA DATA 19/04/2016 Pag. 37 diffusione:235298 tiratura:335733 I malati raccontano Alessia, Federico, Azzurra, Tiziano Mirko, Ester non ci sono più, la meningite li ha portati via. Aurora e Jacopo, invece, hanno la fortuna di poter raccontare cosa gli è accaduto. Lo fanno in Liberi dalla meningite. Le nostre storie (a cura di Letizia Gabaglio ed Elisabetta Marano, Mondadori, a giorni in libreria), un libro voluto dal Comitato Nazionale contro la Meningite per favorire la giusta informazione e la prevenzione. «Vorremmo che tutti i genitori venissero messi in condizione di scegliere consapevolmente se vaccinare o meno i propri figli. Ci piacerebbe che scegliessero dopo essere stati debitamente informati e non sulla scia di errate informazioni acquisite sul web, da un amico o conoscente. Il medico, prima di tutti, dovrebbe informare i genitori sui rischi legati alla malattia, sui sintomi che la caratterizzano e sull'opportunità di contrastarla con la vaccinazione», scrivono Amelia Vitiello e Ivana Silvestro, presidente e vice presidente dell'associazione. Oggi, infatti, le vaccinazioni per prevenire tutti i tipi di meningite ci sono e i genitori possono proteggere i loro figli. Il libro è quindi soprattutto uno strumento di informazione in cui le testimonianze si alternano alle parole degli esperti: Alberto Villani, pediatra al Bambino Gesù di Roma, e Michele Conversano, igienista della ASL di Taranto. Completano il testo schede sulla meningite e la sepsi, sui sintomi da riconoscere, sulle vaccinazioni disponibili. anna lisa bonfranceschi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RSALUTE IL LIBRO 19/04/2016 Pag. 38 diffusione:235298 tiratura:335733 Andiamo a caccia dell'Helicobacter ELVIRA NASELLI ED EMILIO MARRESE CI CONVIVIAMO dalla notte dei tempi, considerato che ce l'aveva persino la mummia Ötzi. E - chi più chi meno, dal 20-30 per cento del Nord Europa all'80 del Portogallo - non c'è paese che non ce l'abbia. In Italia si calcola che almeno uno su tre abbia l' infezione da Helicobacter Pylori, batterio resistente, che si ancora all'interno del nostro stomaco e causa gastrite, qualche volta mal di stomaco o cattiva digestione, ulcera, in minima parte tumori allo stomaco, incluso un particolare tipo di linfoma. Ed è per questo che lo Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) lo considera carcinogeno di classe 1, insieme a fumo, alcol, e un centinaio di altre sostanze. La strategia attuale è dunque di eradicare l'infezione, senza però cercarla attivamente. Ma facciamo un passo indietro. E a come si contrae l'infezione. «In realtà non lo sappiamo con certezza premette Rocco Maurizio Zagari, dipartimento scienze mediche e chirurgiche università di Bologna, uno degli esperti che ha lavorato alle linee guida italiane - ma è probabile per via orale e fecale, e infatti i numeri sono più alti nei paesi con condizioni igieniche peggiori. È un'infezione tipica dei bambini, e comunque dei primi 16-18 anni di vita. È molto difficile che la si contragga da adulti, e non sappiamo perché. Quindi se un adulto è negativo ha poco senso rifare il test, perché è improbabile che contragga l'infezione». Se bisogna eliminare il batterio ogni volta che lo si individua il punto è se sottoporre a screening - test del respiro o feci - tutta la popolazione. E la risposta è no. «Non c'è rapporto costo-beneficio - premette Antonio Gasbarrini, primario di Gastroenterologia al policlinico universitario Gemelli di Roma - mentre bisogna certamente sottoporre a test chi ha familiarità di primo grado con il cancro allo stomaco, o ha dispepsia, storia di ulcera gastrica e duodenale o prima di cominciare una terapia con aspirina, antinfiammatori o anti aggreganti perché l'Helicobacter aumenta il rischio di sanguinamenti. È importante però che prima di sottoporsi a test si interrompano i farmaci IPP (inibitori di pompa protonica, gastroprotettori) almeno 10 giorni prima, per non falsare il risultato. Ovviamente Helicobacter si diagnostica anche con la gastroscopia, che si effettua soltanto se si sta cercando una malattia maggiore o il paziente ha dimagrimento rapido o anemia». E veniamo al capitolo cura, non sempre facile, anche per la perdita di efficacia di alcuni antibiotici. «Siamo stati tra i più grandi consumatori di claritromicina - ammette Zagari - e così mentre la terapia con questo antibiotico, insieme ad un altro e a un IPP per sette giorni (terapia triplice) funzionava al 90 per cento, adesso, per arrivare all'80 dobbiamo prolungare la terapia per due settimane, o usare tre antibiotici e un IPP in sequenza (terapia sequenziale) o tutti insieme (terapia concomitante)». A queste possibilità di intervento si è appena aggiunta una nuova strategia che affianca a due antibiotici e un IPP anche il bismuto. «Una terapia molto efficace in prima linea - precisa Gasbarrini - in fascia A, e consigliata pure in seconda o terza linea. In particolare ha elevatissimi tassi di successo nei pazienti che hanno tentato l'eradicazione senza successo». La seconda e terza linea di intervento - ovvero pazienti che hanno resistito alle cure per l'eradicazione - è riservata ai centri molto esperti. Dopo gli antibiotici bisogna cercare di ripristinare il microbiota intestinale con quei probiotici che hanno dimostrato di essere efficaci: il lactobacillo reuteri o il GG, il saccaromices boulardi, il bacillus clausii. E a seguire una dieta ricca di fibre, frutta e verdura. È un batterio il cui habitat ideale è la mucosa dello stomaco Via orale (saliva) e oro-fecale. Il contagio avviene tipicamente in età pediatrica e persiste in quella adulta Adesione Il batterio si unisce ai recettori specifi ci della superfi cie delle cellule epiteliali Ingresso nello stomaco Attraversa lo strato di muco usando i suoi fl agelli come "eliche" Cellule epiteliali Recettore Microambiente Per sopravvivere, il batterio produce l'enzima SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato COPERTINA R SALUTE/ Gastriti. Vive nel nostro stomaco dalla notte dei tempi. E ci danneggia causando bruciori ma anche tumori. Del Pylori bisogna sbarazzarsi. Le nuove linee guida spiegano come farlo. Per sempre. Usando bene gli antibiotici. Con una nuova terapia 19/04/2016 Pag. 38 diffusione:235298 tiratura:335733 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ureasi che neutralizza l'acido presente nello stomaco Virulenza Alcuni ceppi di H. Pylori sono in grado di secernere sostanze che suscitano una risposta infi ammatoria (per es. citochine) H. Pylori colpisce di più nei paesi a reddito medio e basso. Cellule T Cellule T uccise Citochine Infezione cronica Quando si scatena l'infezione, i batteri reprimono la risposta immunitaria. Per esempio, producono una tossina che uccide le cellule T COS'È IN CIFRE COME SI CONTAGIA L'INFEZIONE NEL MONDO PARETE GASTRICA SEZIONE Cellule epiteliali Mucosa STOMACO INTESTINO Helicobacter pylori Vasi sanguigni è la media degli italiani che convive con H. Pylori degli infettati soff re di ulcera 1015% degli infettati è colpito da cancro 3050% 1% Flagelli Dna Doppia membrana Valori medi stimati per regione INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI FONTE OMS / ISS / THE NOBEL PRIZE 20% 30-40% 50% 60-70% 80-90% S/dati LEGENDA LA TER APIA IL MIX DI FARMACI Combina antibiotici diversi e inibitori della pompa protonica* Il batterio colpisce lo stomaco e/o il duodeno DUODENO 75% LE MAL AT TIE CORREL ATE LA DIAGNOSI LEGENDA Pos sibili sintomi Mal di stomaco Cattiva digestione Senso di pienezza delle persone infette non ha sintomi Si soa in una provetta TEST DEL RESPIRO Identifi ca la presenza di ureasi rilasciata dall'Helicobacter TEST SIEROLOGICI Misura specifi ci anticorpi nel sangue ENDOSCOPIE Utile per i pazienti con sospetto di ulcera o tumore ANTIGENI FEC ALI Individua nelle feci gli antigeni specifi ci contro il batterio GO ESOF ESOFAGO GO * Alcune terapie prevedono l'utilizzo di antagonisti dei recettori dell'istamina Una volta scatenata, l'infezione può causare: GASTRITE Infezione della mucosa dello stomaco ULCERA GASTRICA Lesione della mucosa dello stomaco STOMACO ULCERA DUODENALE Lesione della mucosa del duodeno DUODENO C ANCRO ALLO STOMACO Le ulcere gastriche, in alcuni casi, possono trasformarsi in cancro 19/04/2016 Pag. 37 diffusione:235298 tiratura:335733 Se il medico è sbagliato il disastro è assicurato (e. nas.) SOLO il 7,4 per cento dei ricoverati per una malattia dell'apparato digerente è curato dal gastroenterologo. Percentuale bassissima, con effetti rischiosi: peggiora la prognosi, si allunga la degenza, aumenta la mortalità quasi raddoppiando, dal 2,2 al 4,1 per cento, crescono ovviamente anche i costi. Sono i risultati di una ricerca condotta da Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri), in collaborazione con il ministero della Salute, che ha analizzato per la prima volta in Italia oltre 4.800.000 ricoveri tra il 2010 e il 2014. Soltanto in quest'ultimo anno, sono stati registrati quasi novecentomila ricoveri. Ovviamente mai come in questo caso vale l'equazione reparto sbagliato - cure inappropriate. Con inevitabili ricadute anche sulle liste di attesa: se si ricovera un malato in chirurgia, ma non ha bisogno di cure chirurgiche, è ovvio che quel letto viene tolto a chi invece aspetta di esser operato. E i numeri non sono bassi: il 49,8 per cento di chi ha malattie dell'apparato digestivo è curato in unità di Chirurgia, il 23,9 in medicina, il 5 in pediatria e il 13,6 per cento in altre unità operative. Se fossero tutti ricoverati in Gastroenterologia invece - ha ipotizzato Aigo - si risparmierebbero 360.000 giornate di ricovero all'anno. Questo perché i ricoveri nel reparto giusto accorciano la degenza di uno o più giorni. E, considerato che un posto letto costa circa 800 euro in media al dì, si capisce bene l'entità del risparmio. Ma perché chi ha una malattia digestiva viene ricoverato altrove? I motivi li sintetizza Antonio Balzano, past president Aigo. «È sottostimato il numero di pazienti - premette - e sono poche le unità operative di Gastroenterologia, sia come numero assoluto che come distribuzione geografica. E questo nonostante i ricoveri siano al secondo posto, dopo quelli per malattie cardiovascolari. Sono rimasti sorpresi anche al ministero della Salute, che ci ha fornito tutti i dati». La proposta dei gastroenteroli ospedalieri è semplice: reti regionali per le emergenze, come le emorragie gastriche per esempio, e potenziamento dei posti letto, inserendo la Gastroenterologia nei Dea di primo e secondo livello con distribuzione omogenea su tutto il territorio. «Uno degli elementi critici oggi è proprio la mancanza di reti di emergenza - continua Balzano - tranne che in Lombardia e Veneto. Campania e Toscana si stanno attrezzando, ma c'è molto da fare. La rete è fondamentale: quando si è di fronte ad un paziente con una particolare patologia, lo si deve inviare nel suo ospedale di riferimento, non in uno qualunque: lì perderebbe tempo e magari non troverebbe lo specialista che gli serve». C'è una proposta degli specialisti: reti regionali per le emergenze e molti più posti letto in ospedale SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Malasanità. Ricoveri non specializzati. Dottori incompetenti Con aumento dei costi e della mortalità 19/04/2016 Pag. 40 diffusione:235298 tiratura:335733 Dacci un taglio butta via quella sigaretta Solo il 2% delle persone che ce la fanno ricorre ai Centri Ci sono poche strutture ELENA DUSI C'È CHI dice: ora basta. E chi invece preferisce l'approccio graduale, un passo alla volta. Visto che smettere di fumare è spesso faticoso, libri e consigli sul metodo da seguire non mancano. Una ricerca dell'università di Oxford ha provato a stabilire con i numeri qual è la strategia più valida. E il taglio netto è risultato il metodo più efficace. Su un campione di 700 fumatori, equamente suddivisi fra il "basta per sempre" e il "meglio un passettino al giorno", il primo gruppo dopo un mese di sforzi ha smesso nel 49% dei casi, mentre il secondo nel 39,2%. Anche a sei mesi di distanza la prima strategia è risultata più efficace rispetto alla seconda: 22% di successi rispetto al 15,5%. I dati inglesi sono stati pubblicati su Annals of Internal Medicine. Tutti i fumatori dell'esperimento (che consumavano una media di un pacchetto al giorno) sono stati aiutati a mitigare l'astinenza con farmaci a base di nicotina: cerotti, gomme, caramelle, ecc. Per essere certi che avessero smesso davvero, i medici hanno misurato il livello di monossido di carbonio nel loro respiro. Il taglio netto è il consiglio dato oggi dalla maggior parte dei centri antifumo nel mondo. Uno studio della Collaborazione Cochrane nel 2012 aveva però messo in dubbio questa strategia. Tra la cessazione immediata e quella graduale, aveva osservato, esiste un sostanziale pareggio. E quando si va a chiedere ai fumatori quale pensano che sia la scelta migliore, la maggior parte preferisce una riduzione graduale. Anche ai volontari di Oxford, prima di iniziare, era stata posta questa domanda. Il 51% avrebbe scelto la riduzione progressiva, il 32% si era detto disposto anche a dire "basta mai più", per il 17% entrambe le strade erano equivalenti. Chi poi era stato assegnato al gruppo della riduzione progressiva doveva impegnarsi a tagliare il numero di sigarette giornaliere del 75% in due settimane. Un obiettivo impegnativo anche con l'aiuto di caramelle, gomme e inalatori alla nicotina. Al centro antifumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, in realtà, non esiste una strategia preferita. «Il nostro compito - spiega il responsabile, lo pneumologo Roberto Boffi - è danzare insieme al fumatore per aiutarlo a smettere. Dobbiamo assecondare le sue necessità, non forzarlo. Soprattutto quando si sceglie di usare un medicinale contro il fumo diverso dalla semplice terapia sostitutiva nicotinica, è più la farmacodinamica del principio attivo che non la volontà del fumatore a dettare i tempi. «Il bupropione ad esempio - spiega Boffi - è un farmaco della classe degli antidepressivi. Se ne deve assumere una compressa al giorno per una settimana, e solo all'ottavo giorno si smette di fumare, andando avanti con due compresse per altre sette settimane». La vareniclina, un altro medicinale disponibile in compresse usato per liberarsi dalle sigarette, agisce cercando di combattere la dipendenza direttamente a livello cerebrale. «Segue un po' i principi del vaccino» spiega Boffi. Va ad occupare i recettori nel cervello che si legano alla nicotina. La quale, trovando "tutte le sedie già occupate", vede gradualmente svanire i suoi effetti. «Occorrono da 8 a 14 giorni prima che i recettori si saturino e la cura diventi pienamente efficace. A quel punto si deve smettere di fumare e si va avanti per tre mesi con il farmaco in funzione di mantenimento», aggiunge l'esperto. Oltre alle due alternative esplorate a Oxford, per smettere di fumare esistono dunque altre strade, ognuna con i suoi "tempi tecnici". Eppure l'85% delle persone che riesce ad abbandonare il vizio lo fa ancora da solo. Appena il 2% in Italia è stato aiutato da un centro antifumo. «Dovremmo fare di più, aumentando le strutture e riducendo i costi a carico dei fumatori. In Gran Bretagna sia i centri che i farmaci per la disassuefazione da fumo sono gratuiti. Da noi per i primi bisogna prevedere circa 100 euro per le visite SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PREVENZIONE R SALUTE/ Fumo. Uno studio dimostra che per smettere la strategia migliore è quella di farlo da un giorno all'altro. Ma non ci si riesce. Nei centri antifumo si seguono diverse strade. Con l'aiuto di psicofarmaci. E ascoltando le necessità del paziente 19/04/2016 Pag. 40 diffusione:235298 tiratura:335733 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato previste in un anno, e altri 2-300 euro per i secondi. Ecco perché qui i fumatori sono quasi il doppio degli ex fumatori, mentre nel Regno Unito questa proporzione è capovolta», conclude Boffi. Mentre in Italia è entrata in vigore a febbraio la nuova normativa che vieta il fumo in auto, elimina i pacchetti da 10 e allarga le immagini choc, la dimostrazione "a contrario" che le politiche antifumo serie funzionano arriva dalla Cina, dove oggi un fumatore medio consuma 22 sigarette al giorno: il doppio rispetto al 1980. Best seller Un milione e duecentomila copie vendute, per il libro dell'inglese Carr Allen (È facile smettere di fumare se sai come farlo, EWI Editore). Se funziona davvero, lo potrebbero dire solo studi epidemiologici. Ma di certo molti si sono incuriositi. Magari ci hanno provato. Ed è già un bene www.iss.it/fumo http://annals.org PER SAPERNE DI PIÙ 19/04/2016 Pag. 41 diffusione:235298 tiratura:335733 Vira al verde l 'età delle vampate PAOLA EMILIA CICERONE Tutto l'organismo è sotto stress Bisogna adattarlo al nuovo L'agopuntura è molto efficace LA MENOPAUSA NON È una malattia ma una condizione naturale, una liana di Psiconeuroendocrinoimmunologia. Per affrontarla al meglio occorre una buona capacità di adattamento. «Ogni donna deve partire da se stessa, dai propri punti di debolezza e di forza», spiega la ginecologa. Ecco perché l'intervento deve essere personalizzato: alcune donne soffrono di vampate, secchezza vaginale o sbalzi di umore, altre no. Il dato comune a tutte è lo stress cui è sottoposto l'organismo in una fase di cambiamento. E oggi, aggiunge Risi, «sappiamo che la carenza di estrogeni influisce su tutto l'organismo: apparato respiratorio, pelle, fegato, sistema nervoso». Ecco perché l'attenzione deve andare oltre i cambiamenti che riguardano l'apparato riproduttivo o la libido. Partendo dallo stile di vita. Esercizio fisico e dieta. Cui aggiungere, rigorosamente ad personam, prodotti naturali che aiutino a controllare i sintomi. In menopausa il metabolismo rallenta, e un'attività fisica costante previene la perdita di massa muscolare, aiuta a riposare bene e migliora l'umore. Ma soprattutto combatte l'osteoporosi. «La forza di gravità stimola l'espressione genica del recettore per gli estrogeni nelle cellule dell'osso (osteoblasti), e quindi la produzione di massa ossea, con un'azione simile a quella degli ormoni», spiega Stefano Lorenzetti, ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità. Una risposta naturale si trova a tavola. «Secondo la medicina cinese, la menopausa è un deficit di Yin, per cui è importante eliminare l'eccesso di calore con un'alimentazione antiinfiammatoria, ricca di frutta e verdura - spiega Risi - senza dimenticare i semi oleosi, ricchi di acidi grassi omega 3 che rallentano l'indice glicemico e hanno effetto antipertensivo e antinfiammatorio». Una dieta di questo tipo permette di fare il pieno di molecole ormono-simili, come i polifenoli, «nella forma naturale, per cui abbiamo prove di efficacia e sicurezza più solide», osserva Lorenzetti. Ricordando che i vegetali più ricchi di polifenoli, contenuti soprattutto nella buccia, sono quelli più colorati. Per chi ne ha bisogno, ci sono sostanze come il DHEA (Deidroepiandrosterone) «che è un precursore degli ormoni sessuali molto efficace per trattare stanchezza e calo della libido, oltre ad essere un modulatore del sistema immunitario e un blando antidepressivo», spiega Risi. Un ruolo importante lo gioca poi la vitamina D, che previene l'osteoporosi oltre a regolare la produzione di insulina e l'attività delle cellule. La vitamina si metabolizza esponendosi al sole. La maggioranza degli integratori per trattare i sintomi della menopausa è a base di estratti vegetali ricchi in polifenoli: isoflavoni di soia, trifoglio e cimicifuga. Anche se ancora non abbiamo dati esaurienti sulla loro efficacia. «Per questo è meglio assumere queste sostanze attraverso la dieta», spiega Lorenzetti. Un supplemento a base di estrogeni può essere utile, anche in mancanza di sintomi, ma l'efficacia varia da persona a persona, ed è importante trovare giusta combinazione e giusto dosaggio. «Senza dimenticare avverte Risi - che chi ha una storia di tumore al seno deve usare con prudenza anche i prodotti naturali». Per questo possono essere utili principi attivi non estrogenici, come gli estratti di polline, o l'agopuntura, molto efficace per trattare i sintomi. «A volte - conclude la ginecologa - è necessario utilizzare strumenti diversi, per ottenere risultati ottimali minimizzando gli effetti negativi». www.epicentro.iss.it www.saperidoc.it PER SAPERNE DI PIÙ SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MEDICINA NATURALE R SALUTE/ Menopausa. Una dieta ricca di frutta e verdura, olio e semi contro l'infiammazione. Estratti di polline . Esercizio fisico per rinforzare le ossa. Dhea e vitamine, sotto controllo medico. Come alleviare i disturbi degli anni critici 19/04/2016 Pag. 42 diffusione:235298 tiratura:335733 Bioetica dell'epatite C Più in là spostiamo l'inizio delle cure più corriamo il rischio di sprecare risorse ANTONIO CRAXÌ* E LUCIA CRAXÌ** SIAMO DI FRONTE a uno stravolgimento nell'orizzonte delle terapie per la cura dell'epatite C: sono stati e saranno immessi in commercio farmaci estremamente efficaci, di facile somministrazione e ben tollerati, che hanno però costi indiscutibilmente elevati, anche se in progressiva riduzione. Ma con le risorse limitate a disposizione i decisori hanno dovuto operare delle scelte, che hanno sollevato dubbi e perplessità nell'opinione pubblica così come nei medici. La domanda dunque è: le scelte adottate sono state e rimangono eticamente giustificabili? La risposta non è univoca e definitiva ma dipende dal quadro etico di riferimento da cui si parte. L'egualitarismo, il modello etico adottato in Italia e in molti paesi europei, privilegia il beneficio sociale a spese della libertà individuale, richiede il massimo intervento da parte dello Stato e riduce la possibilità di scelta personale, favorendo l'uguaglianza tra gli individui. Tutti gli esseri umani sono uguali per valore e status sociale: lo Stato ha pertanto l'obbligo di intervenire per garantire gli standard minimi di assistenza e cura per tutti, il che significa uguale accesso alle cure e stesse opportunità per tutti. Attenzione però a non cadere in un fraintendimento grave, come è avvenuto di recente proprio in merito alle politiche di accesso alle terapie per l'HCV: l'uguaglianza non va confusa con l'equità. Se l'uguaglianza è il fine ultimo, l'equità è lo strumento per ottenerla: coloro che non sono uguali tra loro vanno trattati in modo diverso, per ottenere un livellamento come risultato. Coerentemente col modello egualitarista, in Italia si è scelto di stratificare i pazienti in base al bisogno di cura, garantendo nell'immediato l'accesso alle nuove terapie solo ai pazienti con fibrosi avanzata o cirrosi, e mantenendo in attesa quelli con uno stadio di malattia meno avanzato. Ma non è dimostrato che i pazienti con stadi meno avanzati non siano a rischio. Studi recenti dimostrano che la velocità di progressione della fibrosi potrebbe essere maggiore di quanto si pensi; un differimento del trattamento potrebbe consentire una progressione verso la cirrosi, aumentando il futuro rischio di scompenso e cancro epatico, ma anche di problemi di altri organi (rene, vasi, sistema immunitario) . Non va inoltre trascurato il fatto che quanto più in là spostiamo la soglia di accesso alle terapie verso pazienti estremamente gravi, quanto più corriamo il rischio che vengano sprecate risorse preziose per eradicare il virus in pazienti che ormai si trovano in uno stadio così avanzato di malattia che l'eradicazione stessa non può portare benefici sostanziali. Dobbiamo anche essere consapevoli che rimandare il trattamento richiede ripetute misurazioni non invasive dello stadio di avanzamento della fibrosi e cure preventive per il paziente. Non meno importante: dobbiamo tenere in considerazione gli effetti sul sistema nervoso dell'HCV, in particolare l'astenia e la depressione, che possono ridurre la qualità della vita per tutto il tempo in cui un paziente è obbligato ad attendere la terapia. In conclusione, il giusto equilibrio tra il diritto individuale alla cura e l'interesse della società deve essere trovato tenendo in considerazione la storia naturale della malattia, il nostro potere di predirne il decorso e la disponibilità di cure efficaci, ma soprattutto il desiderio di ciascun individuo di essere curato. I limiti finanziari e organizzativi non possono essere considerati come fattori primari nell'operare le scelte, ma come cofattori che a breve termine influenzano la facilità di accesso alla cura. Un'appropriata regolazione del meccanismo decisionale nell'allocazione delle terapie richiederà in ogni caso un approfondimento delle conoscenze sugli effetti a lungo termine del differimento o della negazione della terapia e in ultimo sulla diffusione della malattia, e dovrà tenere in conto la progressiva riduzione dei SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA DISCUSSIONE R SALUTE/ Farmaci . Le nuove terapie sono costosissime. E il Ssn ha i fondi per fornirle solo ai malati più gravi. È giusto? Ha senso spazzare via il virus quando la patologia è avanzata? Chi sta meglio si aggraverà. Due esperti cercano la risposta 19/04/2016 Pag. 42 diffusione:235298 tiratura:335733 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato costi. Una versione più lunga di questo articolo sarà pubblicata su HCView. *Gastroenterologo, Università di Palermo, ** Bioeticista, Università Cattolica, Roma Il prezzo Non è mai stato reso pubblico. Varia a seconda dei farmaci. In media un ciclo pesa fra i 30 e i 40mila euro. I malati Sono circa 160-180 mila i pazienti che potrebbero ricevere il trattamento antivirale con i nuovi farmaci. La rivista HCView è un think tank nato per migliorare le cure del paziente e la loro sostenibilità. Gli antivirali I superfarmaci colpiscono il sistema di replicazione del virus e ne ostacolano la diffusione. www.epac.it www.fondazionefegato.it PER SAPERNE DI PIÙ 19/04/2016 Pag. 24 diffusione:172712 tiratura:244598 Sanità , saremmo i primi al mondo se spendessimo meglio i soldi Ha il privilegio di incontrare molti scienziati: ogni settimana, nelle pagine di «Tuttoscienze», li invita a raccontarci un pezzo del futuro collettivo che stanno costruendo. Da loro ha imparato tutto il bello e il buono della razionalità. GABRIELE BECCARIA Gentile Beccaria, la nostra Sanità è da considerarsi forse una delle migliori, offrendo gratuitamente a tutti la dovuta assistenza. La spesa è quindi notevole e sarebbe giusto che il Ministero avesse i mezzi necessari per un severo controllo onde evitare porcherie come quelle ultimamente successe in Lombardia. Ma non solo: se le regioni settentrionali offrono un servizio migliore rispetto a quelle meridionali, spendendo meno, forse un'occhiata bisognerebbe darla anche al Sud, per evitare ad esempio che le siringhe in Sicilia vengano pagate dieci volte in più di quelle comprate a Bolzano. È comunque strano che di fronte a queste evidenze, che durano da anni, nessun governo sia energicamente intervenuto, e forse bisognerebbe appurare perché. La mancanza di controllo, che poi incide sull'organizzazione e obbliga il cittadino a pagare, sia economicamente che come ultimo utilizzatore, non è un'esclusiva della sola Sanità, ma di tutta l'amministrazione pubblica, che va necessariamente riformata. LUIGI LA CARRUBBA Caro La Carrubba, lei ha toccato un puntochiave: le clamorose differenze nei costi di una siringa da Regione a Regione e quelle nei tempi d'attesa per una Tac sono una prova di come la nostra amministrazione pubblica viva di paradossi. Isole di efficienza convivono con altre di inefficienza. E non è un caso che i maggiori scandali degli ultimi anni ruotino spesso intorno alla Sanità. Nonostante questo quadro così contrastato - mi ha ricordato di recente Andrea Grignolio, professore di Storia della Medicina a La Sapienza - l'Italia vanta il terzo migliore sistema sanitario al mondo. A rivelarlo è la classifica stilata da Bloomberg: per quanto riguarda la spesa sanitaria in rapporto al pil, siamo a metà classifica con il 9% (il doppio rispetto a Singapore, che è primo in classifica, ma quasi la metà rispetto agli Stati Uniti, la nazione che spende di più, il 17,2%). Rispetto al 2013, poi, abbiamo visto calare i costi sanitari pro capite del 9,2%. Conclusione: se riuscissimo anche a ottenere una razionalizzazione delle spese, la nostra Sanità potrebbe diventare la prima al mondo. Non male come prospettiva. www.lastampa.it/lettere contatti Le lettere vanno inviate a LA STAMPA Via Lugaro 15, 10126 Torino E-MAIL: [email protected] Anna Masera Garante del lettore: [email protected] FAX: 011 6568924 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SECONDO ME 19/04/2016 Pag. 29 diffusione:172712 tiratura:244598 I vincitori del concorso di Cariplo e Airc SARA RICOTTA VOZA MILANO Un milione di euro all'anno per finanziare la ricerca sul cancro più innovativa, originale, insomma quella delle cosiddette «idee pazze» che proprio perché più rischiose e «a fondo perduto» spesso rimangono allo stadio di intuizioni senza poter essere sperimentate. Per il secondo anno questo milione messo a disposizione da Fondazione Cariplo e Associazione Italiana per la Ri ce rca sul Cancro è stato suddiviso in undici parti e assegnato ad altrettanti progetti di ricerca mirati a raggiungere obiettivi nuovi nell 'ambito della prevenzione, diagnosi e cura del cancro. Il primo concorso Trideo (Transforming Ideas in Oncological reasearch award) si era concentrato su scienziati lombardi e novaresi, quello del 2015 invece è stato aperto a tutte le regioni italiane e da molte di essere provengono gli undici che sono stati premiati ieri alle Gallerie d'Italia in Piazza Scala a Milano. «I numeri del cancro sono ancora molto alti, in Italia si pa rla di 1000 nu ovi casi al giorno», ha ricordato Pier Giuseppe Torrani, presidente Ai rc, «O ggi però sappiamo curare più della metà di questi malati grazie alla ricerca oncologica, che nel nostro paese è sostenuta per più della metà dall'Airc». Per Fondazione Cariplo quello della Ricerca scientifica è solo uno dei campi assieme al sociale, all'arte, alla cultura, all'ambiente - in cui è impegnata nella sua attività filantropica che proprio nel 2016 festeggia i 25 anni e i 30 mila progetti finanziati con quasi tre miliardi di euro. «Per noi è un programma speciale perché si muove sulla frontiera della conoscenza» ha spiegato Carlo Mango, Diretto re A rea Scientifica della Fondazione Cariplo, «Si tratta di progetti all'avanguardia, che forse le agenzie "normali" di finanziamento non sosterrebbero». Il rischio che non tutte queste ipotesi scientifiche portino a risultati concreti c'è, ma a nemmeno un anno di distanza dalla premiazione dello scorso anno arrivano anche le prime conferme. Uno dei vincitori del bando Trideo 2014, infatti, il genovese Matteo Jacopo Marzi, ha pubblicato sulla rivista «Genome Research» i risultati del suo studio sui meccanismi di degradazione dei microRna. Gli undici premiati di quest'anno vengono da regioni e ambiti diversi. Francesca Reineri dell'Università di Torino potrà sviluppare i suoi studi sulla Risonanza magnetica per immagini di metaboliti per la diagnosi e il monitoraggio del trattamento dei tumori, cercando una metodologia non invasiva senza radiazioni ionizzanti né biopsie. Simone Di Micco dell'Università di Salerno continuerà la sua ricerca su nuovi farmaci, in particolare nuovi inibitori della proteina JMJD3 coinvolta nell'insorgenza e nello sviluppo del cancro. Fra i premiati c'è anche una ricercatrice siberiana che a Siena si potrà occupare dello studio dei meccanismi molecolari dietro le disfunzioni nella leucemia linfoide cronica. 1000 al giorno I casi di cancro diagnosticati in Italia Foto: Premiati I ricercatori premiati con i direttori scientifici di Airc e Fondazione Cariplo SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Idee giovani e "pazze" per battere il cancro 19/04/2016 Pag. 38 diffusione:172712 tiratura:244598 Molinette, 41 telefonate per una visita L'odissea di una signora con il Cup: appuntamento fissato a maggio 2017 ALESSANDRO MONDO Un'odissea telefonica, terminata con la prenotazione di una visita per il 25 maggio. Maggio del 2017, si badi bene. La classica eccezione che conferma la regola? Difficile crederlo. In ogni caso, la vicissitudine della signora Rosella Fogliati, pubblicata ieri sulla rubrica Specchio dei Tempi, è la cartina di tornasole di un problema tuttora in attesa di essere risolto o quantomeno contenuto: le famose liste d'attesa, ovvero i tempi lunghi se non lunghissimi delle prenotazioni di esami e visite mediche, tasto dolente della Sanità piemontese e italiana. L'impresa di prenotare Il caso è stato vissuto da una lettrice di Torino approdata al Cup delle Molinette per prenotare una visita neurologica per i disturbi del sonno. Roba da levarlo per sempre, il sonno. «Ho scritto a Specchio nei giorni scorsi, ma il tentativo risale ai primi di marzo - precisa la signora Rosella, 63 anni, ex-commerciante in pensione -. Ho tentato per 41 volte di chiamare il Cup: sempre occupato». Dai e dai, a un certo punto è arrivato il conforto di una voce. Non una voce umana, ma quella di una segreteria telefonica: le ha comunicato che la sua era la 37ª chiamata in coda, tempo di attesa 60 minuti che alla fine sono diventati 70. Dato il tempo trascorso a guardare l'orologio, la precisione di Rosella non deve stupire. «Visita a maggio 2017» Alla fine, questa volta da parte dell'addetta, è arrivato il verdetto: visita prenotata il 25 maggio. Del 2017. «Quando ho chiesto se scherzava, mi ha risposto: "No signora, anzi: le conviene prenotare ora, altrimenti andiamo ancora più in là con i tempi"». E adesso? «Ho prenotato, ma le sto provando tutte. A fine aprile, aprile 2016, ho fissato un altro appuntamento in un ospedale di Cune o. Ri vol ge rsi pri vatamente? Prendo 660 euro di pensione, veda lei». La replica dell'ospedale «La prenotazione avrebbe potuto essere effettuata anche attraverso altri canali, in particolare chiamando il numero verde del Sistema Regionale SovraCup (840.70.5007) ovvero, previa registrazione al Portale Sistema Piemonte e rilascio di apposite credenziali, autonomamente da parte del cittadino», replica la direzione delle Molinette. Posto che l'operazione non sembra delle più agevoli, resta la sostanza. «Il centro del Sonno - spiegano dall'ospedale - offre prestazioni di elevata complessità, non disponibili in altre strutture in Piemonte e Valle d'Aosta». In aggiunta la Medicina del Sonno «ha ricevuto negli ultimi anni crescente attenzione da parte sia degli specialisti che dei medici di medicina generale, in termini di maggior attenzione diagnostico-terapeutica e di prevenzione per alcune tipologie di rischio che ha comportato un progressivo incremento della richiesta assistenziale». «Invece di fare tagli alla Sanità dovrebbero tagliare gli sprechi », commenta Rosella al termine di un'altra giornata faticosa . Ieri si è recata al Cto per sottoporsi ad una visita ortopedica: è entrata alle ore 13, è uscita alle 18,35. Cinque ore e mezza: sempre meno di un anno. La lunghezza delle liste d'attesa discrimina chi, specie se ha gravi problemi di salute, non può permettersi il ricorso ai privati: ecco come la Regione pensa di superare il problema 102 giorni La lista d'attesa per effettuare una spirometria semplice o globale Le tappe I tentativi Ai primi di marzo la signora Rosella ha tentato per 41 volte di chiamare il Cup: ma il numero era sempre occupato In coda Al 42° tentativo una segreteria le ha comunicato che la sua era la 37ª chiamata in coda, tempo di attesa 60 minuti che alla fine sono diventati 70 Tra 14 mesi Alla fine di questa odissea, è arrivato il verdetto da parte di un'addetta in carne ed ossa: visita prenotata per il 25 maggio 2017, cioè dopo 14 mesi La replica dell'ospedale «La prenotazione avrebbe potuto essere effettuata anche attraverso altri canali in particolare chiamando uno speciale numero verde» SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I nodi della Sanità L'appuntamento dal neurologo dopo un'attesa di 70 minuti 19/04/2016 Pag. 38 diffusione:172712 tiratura:244598 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ho prenotato, ma a fine aprile 2016 ho fissato un altro appuntamento in un ospedale di Cuneo Invece di fare tagli alla Sanità sarebbe meglio se iniziassero a tagliare gli sprechi Rosella Fogliati Ex commerciante 19/04/2016 Pag. 42 diffusione:34073 tiratura:72642 Malattia, il taglio di stipendio non può essere sempre evitato L'assenza è esente da decurtazioni se dovuta a grave infermità Se ci si ammala in congedo Sono in astensione facoltativa e mi sono presa l'in uenza. Posso interrompere il congedo e far valere le assenze per malattia? Maria Giocoli Monza Sì. Nel caso specifi co ha diritto a far valere il titolo dell'assenza che ritiene più conveniente. Ciò è in linea con l'orientamento dell'Aran che, in risposta ad un quesito, il 21.06.2012 ha chiarito che «qualora nel periodo di astensione facoltativa per maternità insorga la malattia per il lavoratore o la lavoratrice interessati, si determini automaticamente l'interruzione del predetto periodo di astensione dal lavoro». Il mutamento del titolo dell'assenza va comunicato tempestivamente a scuola secondo le ordinarie procedure previste per le assenze per malattia, avendo cura di comunicare l'intenzione di interrompere il congedo parentale e di far valere le assenze per malattia. Antimo Di Geronimo Il dottorato non vale come servizio Prima di iniziare a lavorare nella scuola ho conseguito un dottorato di ricerca in una delle discipline che insegno attualmente come docente di ruolo. Vorrei sapere se gli anni di dottorato sono valutabili come servizio ai fi ni della mobilità. Mario Valente Roma No. Gli anni di frequenza legale al dottorato di ricerca sono valutabili ai fi ni della mobilità solo se svolti in costanza di rapporto di lavoro con l'amministrazione. Dunque, solo nel caso in cui il dottorando, all'epoca della frequenza, fosse un docente (anche a tempo determinato) in congedo ai sensi dell'articolo 2 della legge 476/84. Antimo Di Geronimo Il punteggio di continuità e le interruzioni La mia domanda riguarda il punteggio di continuità. Da sempre l'utilizzazione non interrompe la continuità mentre l'assegnazione provvisoria si. Leggendo, però, il contratto collettivo nazionale, art. 13 c 1 parte II capoverso 6, qualche dubbio mi è sorto. Come stanno le cose? Lettera firmata La continuità di servizio si interrompe in caso di assegnazione provvisoria. Non si interrompe, invece, senza ombra di dubbio, nei casi di utilizzazione indicati nell'art. 13, comma 1, capo II, capoversi dal sesto all'ottavo del contratto collettivo nazionale integrativo concernente la mobilità del personale docente ed Ata per l'anno scolastico 2016/2017, sottoscritto defi nitivamente l'8 aprile 2016. Un diverso trattamento che appare corretto e giusto. Nicola Mondelli La dispesa dal lavoro in mano al giudice Sono un sessantenne con alle spalle venticinque anni di insegnamento nella scuola media. Dal 2010 sono utilizzato in altri compiti essendo stato dichiarato permanentemente inidoneo all'insegnamento per motivi di salute, inidoneità confermata nello scorso mese di dicembre. Ho ripetutamente chiesto al dirigente scolastico di essere dispensato dal servizio ed essere collocato a riposo, domanda sempre respinta. Dieci anni fa ero stato riconosciuto invalido con una percentuale di invalidità del 55 per cento. Un visita medica collegiale svoltasi nello scorso mese di febbraio ha portato la percentuale di invalidità addirittura al 75 per cento. Dopo tale referto ho chiesto nuovamente di essere dispensato. Non avendo ancora ricevuto una risposta dal dirigente devo presumere che sarà un altro diniego. In tal caso cosa potrei fare per ottenere la dispensa? Domenico Aprile Catanzaro Allo stato la dispensa gliela può garantire solo un giudice ordinario. Di recente il diritto alla dispensa, in casi analoghi al suo, è stato riconosciuto dalla Corte dei Conti sezione giurisdizionale per l'Abruzzo. La stragrande maggioranza dell'amministrazione scolastica continua invece ad essere decisamente contraria. Per risolvere il problema degli oltre 3.500 inidonei attualmente utilizzati in altri compiti nelle scuole, a nostro avviso dovrebbe prevalere non solo il buon ma anche l'interesse dello Stato a risparmiare. L'ammontare della sua eventuale pensione sarebbe infatti di un terzo inferiore allo stipendio che le viene attualmente corrisposto. Al risparmio andrebbe aggiunto anche la non neces sità di nominare al suo posto un supplente. Nicola Mondelli © Riproduzione riservata Nella nostra scuola si è verifi cata la seguente situazione: un'insegnante di scuola dell'infanzia in servizio con contratto a tempo indeterminato è stata ricoverata 10 giorni in ospedale per essere sottoposta ad un intervento. Successivamente alle dimissioni dall'ospedale il medico di base le ha rilasciato un certifi cato di 30 giorni di convalescenza in conseguenza dei postimi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ESPERTO RISPONDE/Il caso di una docente che è stata messa a riposto per 30 giorni 19/04/2016 Pag. 42 diffusione:34073 tiratura:72642 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dell'operazione. Viste le diffi coltà interpretative della normativa, vorremmo sapere se alla suddetta docente debba, oppure no, essere applicata la riduzione stipendiale per i primi 10 giorni di convalescenza successivi alle dimissioni dall'ospedale. Lettera firmata La risposta che segue è formulata nel presupposto che l'intervento ospedaliero sia stato dovuto a grave infermità. Per il combinato disposto del comma 1 dell'art. 71 del decreto legge 25/6/2008, n. 112 e dell'art. 17, comma 9 del CCNL scuola 2006/2009 la decurtazione contributiva non opera per le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché per le assenze relative a patologie gravi che richiedono terapie salvavita, comprendendo anche le giornate di assenza dovute agli effetti diretti e/o collaterali provocati dalle terapie. A mio avviso, ogni altro periodo di malattia non riconducibile a tali ipotesi subisce le decurtazioni di cui al citato art. 71, comma 1 del decreto legge 112/2008. Nicola Mondelli Foto: I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all'indirizzo: [email protected] 19/04/2016 Pag. 35 diffusione:74885 tiratura:143225 L'impegno costante per sconfiggere il morbo di Parkinson La raccolta di fondi da destinare alla ricerca scientifica. La stretta collaborazione con Aip La malattia di Parkinson è oggi molto diffusa e, dunque, anche ben conosciuta. È un fenomeno neurodegenerativo a evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell'equilibrio. È presente in tutto il mondo e in tutti i gruppi etnici. Si riscontra in entrambi i sessi. L'età media di esordio è intorno ai 58-60 anni, ma circa il 5% dei pazienti può presentare un esordio giovanile tra i 21 e i 40 anni. Prima dei 20 anni è estremamente rara. Sopra i 60 anni colpisce 12% della popolazione, mentre la percentuale sale al 3-5% quando l'età è superiore agli 85. Attualmente più di 200mila persone in Italia vivono con grave disagio la propria vita a causa della malattia di Parkinson, con notevoli difficoltà di movimento, con tremori e problemi di rigidità. Allo scopo di combattere questa malattia è nata l'Associazione Italiana Parkinsoniani (Aip), che opera in stretto contatto con la Fondazione Grigioni, nell'ottica di trovare una cura e sconfiggere la malattia di Parkinson ( www.parkinson.it ). L'Associazione, onlus, dal 1990, è l'ente morale che ha lo scopo di promuovere l'informazione sistematica su tutti gli aspetti della malattia di Parkinson ed è il punto di riferimento per migliorare la vita dei pazienti, informandoli costantemente sulle terapie farmacologiche, fisioterapiche e chirurgiche nei centri specializzati e sulle problematiche non strettamente di carattere clinico, quali la dieta, la logopedia e il sostegno psicologico anche per mezzo di pubblicazioni come la Guida Rossa alla Malattia di Parkinson e la nuova Guida Blu , con tutte le notizie aggiornate di carattere burocratico. Oggi, Aip conta 19.000 famiglie di pazienti iscritte e copre il territorio nazionale con 24 sezioni locali. La Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson, invece, in stretta collaborazione con l'Aip nasce, nel 1996, con l'obbiettivo di combattere questa malattia sino alla sua sconfitta, con impegno assiduo e continuo, con la volontà e la dedizione dei propri ricercatori, fortemente impegnati nel trovare le soluzioni e le nuove terapie farmacologiche, che possano alleviarne i sintomi. Ha, inoltre, lo scopo di individuare fonti di finanziamento e raccogliere fondi da destinare alla ricerca scientifica. Testimonianze dell'impegno della Fondazione Grigioni in questo campo sono la «Campagna dei 1.000 eroi», nonché la collaborazione con la Fondazione Telethon ( [email protected] ). Inoltre, con la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, Aip ha istituito (nel 2002) una «Banca del Dna» dei pazienti affetti da malattia di Parkinson o da disturbi neurologici correlati (parkinsonismi e altre malattie neurodegenerative) allo scopo di promuovere la ricerca sulla genetica di queste malattie. Con l'Ospedale Niguarda di Milano invece (nel 2007) ha istituito la Banca dei Tessuti Nervosi (Btn), unica nel suo genere in Italia ( www.centroparkinson.it ). Il Centro per la Malattia di Parkinson e i Disturbi del Movimento, invece, è stato attivato, nel 1997, presso la sede degli Istituti Clinici di Perfezionamento (Icp) di Milano, grazie anche al contributo i Aip. «Oltre a uno studio approfondito sui gemelli monozigoti (con patrimonio genetico identico) - spiega il professor Gianni Pezzoli, presidente dell'associazone - siamo attivi anche nello studio sulle cellule staminali, per una possibile terapia riparativa. Data la natura morale della nostra attività, inoltre, stiamo dando grande importanza sia alla diffusione dei dati e dei progressi della ricerca, sia alla gestione della Banca dei Tessuti Nervosi, dove i pazienti possono donare il loro tessuto cerebrale dopo la scomparsa. È un'iniziativa di assoluta novità e importanza in Italia, che permette di ottenere una diagnosi "certa" e non "probabile" di malattia di Parkinson, migliorando i successivi studi, perché abbiamo l'obbligo morale di pensare anche alle generazioni future». Foto: Nella foto piccola, Gianni Pezzoli, presidente di Aip (Associazione Italiana Parkinsoniani SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FONDAZIONE GRIGIONI 19/04/2016 Pag. 4 diffusione:45501 tiratura:91390 Ecco le voci che mancano nel 730 online ELDORADO Compilare la dichiarazione dei redditi non è mai stato così difficile come con la «semplificazione» renziana. Una vera manna per commercialisti e Caf Interessi pagati sui mutui, spese per farmaci e visite specialistiche, acquisti di elettrodomestici e arredi: nella dichiarazione precompilata, il fisco «dimentica» decine di esborsi. È il contribuente a doverli aggiungere. E se sbaglia la colpa sarà sua ATTILIO BARBIERI Se l'edizione 2015 del modello 730 precompilato si era distinta per le informazioni mancanti, la versione di quest'anno è perfino peggio. Le cifre ci sono tutte, incluse quelle relative alle detrazioni d'imposta. Ma non è detto che siano esatte, né che esauriscano le somme che il contribuente può effettivamente utilizzare per abbattere il reddito e pagare meno tasse. La scoperta arriva dalla lettura della guida alla dichiarazione fai da te, pubblicata ieri da Il Sole 24 Ore . La regola è una sola, come spiega il quotidiano di Confindustria nel titolo: «È necessario verificare i dati mancanti e quelli che, pur essendo in possesso dell'Agenzia delle entrate, non sono stati usati». FOGLIO INFORMATIVO Assieme al modello 730 reso disponibile online dall'amministrazione finanziaria, c'è il «foglio informativo», un documento con l'elenco delle informazioni rilevanti ai fini fiscali, in possesso dell'Agenzia delle entrate. Per ogni dato è specificato se sia stato utilizzato per compilare il 730, oppure no. E già qui si comincia a capire poco. Se non fosse rilevante ai fini fiscali perché elencarlo? E qualora invece lo sia, perché non calcolarlo? Ma non è tutto: alcune detrazioni alle quali il contribuente ha diritto, potrebbero anche mancare del tutto. Ecco i casi più insidiosi. SPESE SANITARIE Nel foglio informativo sono riportate le spese acquisite dalle Entrate attraverso la tessera sanitaria, strisciata in farmacia o al terminale dell'Asl. Dovrebbero essere incluse visite specialistiche, esami di laboratorio e accertamenti diagnostici, oltre ai medicinali acquistati con ricetta. Si sa già che mancano dal computo le spese per i farmaci da banco, quelle per gli occhiali e le parcelle dei fisioterapisti. Sarà il contribuente a doverle aggiungere. MUTUI PER LA CASA Sulla carta l'Agenzia delle entrate dovrebbe avere tutti i dati, quindi ci si aspetterebbe di trovare conteggiati gli interessi per le rate del mutuo prima casa. Così non è. Soprattutto in caso di surroga, col passaggio da una banca all'altra, è facile che la cifra manchi del tutto. REDDITI DA LAVORO Altra fonte di errori insidiosi è la Certificazione unica, vale a dire l'ex Cud trasmesso dal datore di lavoro o dall'ente pensionistico alle Entrate, oltre che ai diretti interessati. Nel foglio informativo devono essere presenti anche le Certificazioni relative alle prestazioni occasionali (secondo lavoro). Se non compaiono il contribuente deve inserire i dati mancanti e qualora non lo faccia è passibile di sanzioni anche se il dato, trasmesso al Fisco dal datore di lavoro, non è inserito dall'Agenzia delle entrate. ACQUISTO DI MOBILI Massima attenzione al quadro della precompilata relativo agli arredi e alle ristrutturazioni edilizie di cui si è chiesta la detrazione Irpef in base alle disposizioni sul bonus casa. Le due voci compaiono sommate in un unico totale. Ma qualora il contribuente abbia acquistato un arredo pagandolo con la carta di credito e non con il cosiddetto «bonifico parlante», non ne troverà traccia nel 730 precompilato. Si tratta anche in questo caso di cifre da integrare, allegando anche la fattura d'acquisto. In realtà le Entrate hanno tutti i dati di queste operazioni regolate con carte o bancomat, ma non sono in grado di estrarli dalle comunicazioni ricevute dai sostituti d'imposta. CONTROLLI FORMALI A meno di non accettare il 730 così com'è, senza apportare alcuna modifica, il contribuente che decida di modificare la versione messa online dal15 aprile, oppure di compilarne una ex novo, non è più escluso dai controlli formali. ::: LA SCHEDA VERIFICHE Qualora il contribuente decida di modificare il modello 730 precompilato o addirittura di scriverne uno ex novo, senza nemmeno aprire quello accessibile su internet dal 15 aprile, non sarà più escluso dai controlli formali disposti a campione dall'Agenzia delle entrate. FATTURE E SCONTRINI È sempre consigliabile conservare fatture e scontrini per tutte le spese che possono essere detratte dal reddito attraverso il 730 o il modello Unico. Ben difficilmente, infatti, le cifre calcolate dalle SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato i nostri soldi 19/04/2016 Pag. 4 diffusione:45501 tiratura:91390 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Entrate comprendono tutto. RETTE UNIVERSITARIE Attenzione alle rette pagate per le università private: è possibile che compaiano nel foglio informativo ma a tutt'oggi è impossibile detrarle perché la legge sulla buona scuola rinviava a un decreto successivo i tetti di spesa detraibili. Ma il decreto, atteso per febbraio, non c'è ancora. 19/04/2016 Pag. 15 diffusione:85713 tiratura:111816 «Farma.net ritiri le quote dalla ex Banca di Scandicci» FARMA.NET ritiri le quote dalla ex banca di Scandicci. Lo chiedono in un comunicato stampa congiunto Erica Franchi (Forza Italia), Leonardo Batistini (Lega Nord), Alessandro Martini (FdI), Giovanni Surace (Udc). «Che fine hanno fatto - scrivono i quattro - i soldi pubblici investiti in azioni della Banca di Scandicci da Farma.net? Nel 2009 il Comune di Scandicci acquista,attraverso la sua controllata al 51% Farma.netSpa, azioni della costituenda Bcc di Scandicci per 50 mila euro. L'adesione da parte di Farma.net al capitale della Banca è avvenuta con delibera del Consiglio di Amministrazione del maggio di quell'anno. Una scelta sulla quale molto si ebbe a discutere, visto che i bilanci della società erano in rosso (la perdita nel bilancio 2011 è arrivata a superare i 100 mila euro). Dopo solo 2 anni di vita, la banca di Scandicci è stata assorbita da un' altra realtà bancaria (BCC Impruneta)». I quattro vanno all'attacco: «Cosa ne è stato di quei 50 mila euro di soldi pubblici? Dal momento che la banca di Scandicci non esiste più, dove sono finiti? Chiediamo che Farma.net proceda immediatamente a chiedere indietro tale somma e che l'amministrazione Fallani li investa per dare maggiori servizi socio sanitari alla città. Una domanda la rivolgiamo anche ai cittadini di Scandicci: è un buon modo di amministrare la città effettuare operazioni finanziarie con i vostri soldi invece di spenderli per darvi servizi e abbassare le tasse?». Farma.net è la società di gestione delle otto farmacie comunali. Il comune detiene il 51% del pacchetto azionario. Da tempo l'opposizione critica la scelta di stornare una parte del capitale societario per l'acquisto delle quote della banca. Un investimento difficilmente remunerativo, voluto essenzialmente per contribuire alla nascita dell'istituto di credito. morv SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA POLEMICA 19/04/2016 Pag. 4 La creatività per il primo film si deve a G rey Düsseldorf mentre per il secondo l'ada ttamento è di Grey Healthcare Milano E' on air da domenica scorsa il nuovo spot tv di Schär, brand di punta del Gruppo Dr. Schär, da 35 anni azienda leader nella produzione di alimenti senza glutine. La nuova campagna vedrà la messa in onda di due spot trasmessi sia congiunti che separati con due messaggi differenti. Da un lato ricordando che Schär è l'azienda leader del senza glutine che ridona il piacere di mangiare una buona pizza o un buon pane anche per chi è intollerante al glutine. Dall'altro il focus è sul mese delle intolleranze, che quest'anno si tiene a maggio, periodo in cui sarà possibile confrontarsi con esperti gastroenterologi, nutrizionisti e dietisti per approfondire la tematica delle intolleranze al glutine. "L'azienda ha deciso di investire nuovamente in Italia con una campagna tv per dare una risposta alla richiesta di un mercato sempre più esigente. Inoltre la campagna rappresenta per Schär un importante momento per promuovere il mese delle intolleranze, che si svolgerà nel mese di maggio e che prevede sia consulti telefonici con esperti gastroenterologi e dietisti che consulti in 400 farmacie in tutta Italia - spiega Wolfgang Gurschler, global brand manager Schär -. L'iniziativa, ormai giunta alla sua quinta edizione, ha l'obiettivo di promuovere un'informazione scientificamente corretta, fornire consigli utili a pazienti affetti da patologie riconducibili all'alimentazione senza glutine, sottolineare la necessità di evitare l'auto-diagnosi rafforzando la raccomandazione di consultare sempre il medico di riferimento in caso di sintomi ripetuti". I due spot, della durata di 10 secondi ciascuno, sono stati curati il primo da Grey Düsseldorf e il secondo da Grey Healthcare Milano che ha curato l'adattamento per l'Italia. Le reti coinvolte per la messa in onda in prime time saranno RAI, Mediaset, Sky e altre piattaforme digitali. La pianificazione è stata curata da Maxus, network di comunicazione globale di Group M. La campagna televisiva prevede l'utilizzo di canali ad alta audience in aggiunta alle più rilevanti realtà delle piattaforme SAT e DTT, con un presidio altamente qualitativo delle trasmissioni che trattano temi di approfondimento e cucina e di quei contesti editoriali legati alle tematiche dell'alimentazione e del benessere. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Aziende Schär fa ritorno in tv e sulle piattaforme digitali con due spot, la pianificazione è di Maxus 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 Il farmaco che piace ai governatori La rivoluzione: due tetti distinti per canale, prezzo/volume, pay by result, innovatività ( r.tu. ) Pay by-result (se la cura non funziona, addio rimborso) e prezzo-volume. Regole nuove di zecca per stimare l'innovatività dei prodotti. Subito prezzi giù del 20% alla scadenza del brevetto, anche se non c'è il generico. E due tetti di spesa (rivisti nel quantum), regolati in base al canale di "concessione". E tanto altro ancora. I governatori preparano la loro governance farmaceutica verso la stretta al tavolo col Governo. Dove non troveranno grande rispondenza alle loro proposte. Che per il momento sono state scritte in forma "politica": quando si tratta, lo si fa (ufficialmente) a carte coperte, senza dettagli eccessivi. Che però ci sono, eccome. Con trattative tutte da fare sul Fondo innovativi e sullo sconto (10-20%) alle imprese per i ripiani 2013-2015 sull'ospedaliera. TURNO A PAG. 7 Parola d'ordine: introdurre «criteri di concorrenza» e di «correttezza». E naturalmente «risparmiare», tanto più nell'ospedaliera. I governatori si preparano alla battaglia decisiva sulla farmaceutica pubblica, ben sapendo che hanno davanti qualche montagna da scalare: Matteo Renzi , Beatrice Lorenzin , l'Aifa, le imprese. La trattativa finale non sarà facile e per niente scontata. Tanto più che avrà bisogno di norme di legge. Ma le idee le hanno ben chiare. Per il momento si trincerano dietro un documento «politico», dove numeri e cifre vengono tenuti più o meno nascosti tra le righe. Ma la linea di marcia è definita, a farcela. Le carte le scopriranno al tavolo, come avviene in ogni partita di poker. Intanto ne sbirciamo alcune, che nessuno potrà smentire. Se mai passeranno. Ricordando che restano in sospeso, frutto appunto della trattativa, due punti fondamentali: il fondo per i farmaci innovativi e l'entità dello «sconto» (tra 10 e 20%) alle industrie per la restitzione del pay back da oltre 1,7 mld del 2013-2015. Eccola dunque, la governance del farmaco secondo i governatori. Procedura prezzo/volume. Il prezzo si dovrebbe ridurre o scontare progressivamente a seconda dell'aumento dei pazienti trattati, delle estensioni delle indicazioni, delle terapie combinate e dell'incremento della durata delle terapie. Si potrebbe arrivare a una riduzione dei listini o degli sconti fino al 50 per cento. In prospettiva, addirittura, la spesa ospedaliera calerebbe in progress fino alla metà. Tetti di spesa. I due attuali tetti verrebbero distinti non più in base ai processi distributivi ma per la diversa modalità del prezzo di acquisto. Primo tetto: farmaceutica «convenzionata», per i farmaci acquistati con prezzo al pubblico e distribuiti direttamente dalle farmacie, secondo una simulazione che traccia l'ipotetico tetto del 7,5%, con ripiano del 50% a carico della filiera. Secondo tetto: farmaci acquistati con prezzo ex factory dispensati in distribuzione diretta e «per conto», che arriverebbe al 7,35%, con ripiano fifty-fifty Regioni-industrie. Innovatività. L'idea è di definire i criteri per attribuire il requisito di innovatività e i vantaggi a cui accede il farmaco che viene classificato come innovativo. Oggi i vantaggi sono molteplici e di vario tipo come riduzione degli sconti obbligatori, facilitazioni di pay back, accesso facilitato ai Prontuari regionali. Si pensa a modelli di riferimento per la definizione di farmaco innovativo in linea con quelli applicati in Francia o in Germania, che prevedono cinque diversi livelli di innovatività. Registri Aifa di monitoraggio per i farmaci ad alto costo e impatto sociale. Con i Registri gestiti centralmente da Aifa, si assicura l'appropriatezza delle prescrizioni e si evita l'impiego off label che determina forti aggravi di spesa. Servirebbero però norme generali per assicurare una durata temporale definita dei Registri, il ritorno obbligatorio delle informazioni a Regioni e Asl e la pubblicazione finale dei risultati. Il pagamento condizionato al risultato (payment by result) dei farmaci ad alto costo e impatto sociale. L'idea è di prevedere nella piattaforma informatica di gestione dei Registri dell'Aifa, una procedura on line (c'era fino al 2008) di calcolo automatico del payback per le aziende in caso di fallimento della terapia con immissione nel programma della nota di credito all'azienda farmaceutica e alla farmacia ospedaliera che ha emesso fattura. Riduzione automatica del prezzo dei farmaci a brevetto scaduto. Alla scadenza del brevetto (farmaci di sintesi chimica o biologici), il SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le Regioni preparano la loro proposta sulla governance farmaceutica verso la stretta al tavolo col Governo 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato prezzo del farmaco andrebbe ridotto automaticamente del 20%, anche se sul mercato non sia presente il corrispondente generico o biosimilare. Secondo le stime nel 2015 gli italiani hanno pagato di tasca propria 954 mln (+4,5% sul 2014) per avere il farmaco originator su prescrizione del medico. Una prescrizione effettuata, quindi, e non una scelta dei pazienti. E qui ci sarebbe una tagliola: l'originator che mantiene un differenziale di prezzo troppo elevato andrebbe escluso dal Prontuario. Stessa sorte per i biosimilari, anche se a pagare in questo caso sono gli ospedali. Allineare i prezzi dei farmaci sovrapponibili. Si sostiene che ci sono prezzi molto diversi tra farmaci appartenenti alla stessa categoria terapeutica impiegati per identiche indicazioni cliniche. Variazioni di prezzi che «non sono giustificate» secondo le Regioni. Per questo si propone che l'Aifa estenda la stessa metodologia già oggetto della sua determina n. 1267 del 2015 anche ai farmaci di impiego ospedaliero a elevato impatto di spesa e allinei il prezzo dei farmaci appartenenti a raggruppamenti di medicinali terapeuticamente assimilabili, al costo terapia più basso. Sostituibilità automatica dei biosimilari con gli originator. Il principio della sostituibilità dei biosimilari con gli originator biotecnologici viene considerato «coerente sulla base delle linee guida sulle equivalenze terapeutiche adottate dall'Aifa con la sua determina n. 428 del 31 marzo scorso». Dunque, si proceda... 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 Ro.M. A PAG. 7 Per almeno 10 milioni di pazienti con gravi patologie, come tumori, diabete ed Epatite C procurarsi i farmaci equivale a una corsa a ostacoli. Sono infatti centinaia i medicinali che appartengono a 32 categorie terapeutiche oggi prescrivibili solo dallo specialista e dopo la predisposizione di un piano terapeutico che ne garantisca l'uso più appropriato. Un paletto che per i pazienti si traduce in ripetuti ticket per le visite specialistiche (vale 50 euro) e lunghe attese ogni volta che va aggiornato il piano terapeutico, che è valido da tre mesi a un anno. A denunciarlo è la Fimmg, la federazione italiana medici di medicina generale: «Un sistema che taglia fuori i medici di famiglia - sottolinea il segretario nazionale Giacomo Milillo - costringendo i malati a saltare dallo studio del proprio dottore di fiducia al medico specialista, quando non si richiede addirittura il timbro della farmacia ospedaliera». Storie di farmaci col contagocce. Tra quelli "a ricetta limitativa" con obbligo di Piano terapeutico figurano anti-Alzheimer, anti-anemici utilizzati per velocizzare il recupero dopo la chemioterapia; medicinali che stimolano la produzione di globuli bianchi per pazienti in chemio, con Hiv o sottoposti a trapianto di midollo; l'interferone per la cura dell'epatite C, antipsicotici, antiepilettici. Insomma una lista di prodotti innovativi, costosi e spesso salvavita. Già in passato i medici di famiglia avevano posto la questione all'Agenzia del farmaco (Aifa) che nel 2014 aveva annunciato una sperimentazione, coinvolgendo in prima battuta 2.500 medici di base per 4 categorie terapeutiche. «Ma dopo incontri, riunioni e tavole rotonde tutto è rimasto a livello di annunci», denuncia Milillo. E i pazienti sono costretti a districarsi in un labirinto burocratico. Da qui l'appello della Fimmg al direttore generale di Aifa, Luca Pani, e al presidente, Mario Melazzini, «a mantenere gli impegni» per facilitare i malati cronici, in una giusta cornice di appropriatezza, facilmente verificabile tramite controlli incrociati sulle ricette elettroniche. L'Aifa fa sapere di aver avviato le procedure per la sperimentazione dal novembre 2014 con l'obiettivo di coinvolgere i medici di base nella prescrizione di farmaci tramite Piano terapeutico web based. A gennaio 2016 è stato presentato alla Commissione tecnicoscientifica (Cts) dell' Aifa, deputata a decidere, un draft del progetto. «Sono state rilevate alcune criticità da approfondire spiega Pani - per non creare disorientamento con un sistema di prescrizione parallelo di farmaci specialistici. Siamo in attesa di conoscere le aree terapeutiche da includere nel progetto da una delle prossime sedute della Cts». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pazienti cronici e Piani terapeutici 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 Medici associati senza Irap La medicina di gruppo non si può considerare "impresa" Lucilla Vazza La medicina di gruppo in convenzione con il Ssn non è assimilabile all'associazione tra professionisti, non è impresa (anche sa ha dipendenti di segreteria o infermieristici) e, dunque, non sconta il pagamento dell'Irap. I dipendenti, anzi, sono necessari a garantire il servizio pubblico. Arriva dopo un anno la decisione delle sezioni Unite della Corte di cassazione a fare chiarezza su un tema che ha registrato negli anni un forte contrasto giurisprudenziale, anche di legittimità. VAZZA A PAG. 19 La medicina di gruppo in convenzione con il Ssn non è assimilabile all'associazione tra professionisti, non è impresa (anche sa ha una segreteria) e, dunque, non sconta il pagamento dell'Irap. Arriva dopo un anno la decisione delle sezioni Unite della Corte di cassazione, n. 7291/2016 , a fare chiarezza sull'imposta regionale per le attività produttive, obbligatoria per le imprese. Il procedimento era nato da un ricorso dell'Agenzia delle Entrate. La vicenda . La problematica era stata sottoposta un anno fa dalla sesta sezione civile (con ordinanza 6330/2015) al Primo presidente per valutare l'opportunità di ricevere un'indicazione dalle sezioni Unite della Cassazione civile per «verificare anzitutto la rilevanza, ai fini dell'Irap, dello svolgimento in forma associata di un'attività libero-professionale» e, poi, «a scrutinare se e in quale misura incidano le peculiarità insite nello svolgimento dell'attività medica in regime convenzionato col Servizio sanitario nazionale in generale e in quello di medicina di gruppo in particolare». La controversia era nata per la "resistenza" di un medico chirurgo in medicina di gruppo svolta in servizio di convenzione col Servizio sanitario nazionale, che aveva presentato istanza di rimborso dell'Irap relativa agli anni dal 2004 al 2007, ritenendola indebitamente versata per mancanza del presupposto impositivo. Il contribuente impugnò poi il «silenzio-rifiuto opposto dall'amministrazione», in base alla considerazione che la propria attività, svolta in regime di convenzione col Ssn, non fosse contrassegnata da autonoma organizzazione. Poiché la Commissione tributaria regionale e successivamente il giudice d'appello hanno dato ragione al medico, l'Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso in Cassazione, che ha poi rimesso l'esame della questione alle sezioni Unite. Nella sentenza 7291 , depositata il 13 aprile, le sezioni Unite civili scrivono che ai fini Irap nel caso in esame «non sembra possano ravvisarsi i tratti dell'associazione fra professionisti cui si riferisce la norma del Tuir ( ndr. una o più delle attività di cui all'art. 2, ossia le società semplici esercenti arti e professioni e quelle a esse equiparate a norma del Dpr 22 dicembre 1986, n. 917, art. 5, comma 3, ossia le associazioni senza personalità giuridica costituite fra persone fisiche per l'esercizio in forma associata di arti e professioni ), nella figura della forma associativa della medicina di gruppo, essendo questo piuttosto, un organismo promosso dal Servizio sanitario nazionale, diretto a realizzare più avanzate forme di presidio della salute pubblica mercè l'impiego di risorse, anzitutto professionali, ma non solo, del personale medico a rapporto convenzionale». Un aspetto dunque dirimente che era contenuto nella stessa legge 883/1978, che aveva istituito il Ssn (precisamente all'art. 48, comma 4), dove si prevedevano nel quadro degli accordi collettivi nazionali, «la previsione di forme di collaborazione tra medici, il lavoro di gruppo». Per i supremi giudici escluso che la medicina di gruppo sia riconducibile a uno dei tipi societari previsti dal Dlgs 446/1997, la sentenza di merito impugnata dall'Agenzia delle Entrate «ha accertato che la spesa per la collaborazione di terzi è risultata nella specie "di modesta e contenuta entità" e che "essa non vale a caratterizzare una autonoma organizzazione, postulata dalle norme impositive, ma piuttosto è la risultante minima e indispensabile per assicurare un servizio di segreteria telefonica e alcune prestazioni infermieristiche"». L'utilizzo di personale «al minimo indispensabile» non rappresenta un elemento a favore delle motivazioni delle Entrate, e le relative spese per mantenere i dipendenti non fanno impresa. Non sono cioè sufficienti a determinare il requisito dell'autonoma organizzazione necessaria ai fini Irap. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CASSAZIONE 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: IN RETE Il testo delle sentenze @ www.24oresanita.com SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 35 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 Rosanna Magnano Anche le farmacie scaldano i motori della nuova Convenzione. Le proposte di Federfarma. MAGNANO A PAG. 7 Rivedere il sistema dell'erogazione da parte del Ssn dei farmaci di nuova registrazione, ora in larga misura dispensati direttamente dalle Asl o affidati alle farmacie in «Distribuzione per conto», coinvolgendo maggiormente le farmacie; spazio ai nuovi servizi (assistenza domiciliare, farmacovigilanza, prestazioni analitiche di autocontrollo, prenotazioni e consegna dei referti) individuando una griglia di quelli più utili per le Regioni e disciplinando la partecipazione e la remunerazione delle farmacie; favorire la prevenzione e individuare le possibili sinergie con le forme di aggregazione dei medici di medicina generale per garantire la continuità assistenziale, attenuare l'impatto della cronicità e sviluppare la medicina di iniziativa. È questa la rosa di proposte che Federfarma ha consegnato ad Antonio Saitta , presidente della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e a Massimo Garavaglia , presidente del Comitato di settore Sanità in vista della ripresa delle trattative sulla nuova Convenzione farmaceutica nazionale, ferma al Dpr 371/1998. Sull'onda della Convenzione della Medicina generale si scaldano infatti i motori anche per le farmacie. «La Convenzione farmaceutica nazionale è ormai scaduta da anni spiega la presidente di Federfarma Annarosa Racca - e i confronti veri e propri devono ancora avviarsi. Ma parlando con gli assessori Saitta e Garavaglia è emersa la chiara volontà di stringere i tempi». Il settore è infatti cristallizzato nella cornice ormai superata del Dpr 371/1998, un provvedimento nato in un quadro normativo completamente diverso: quando la tutela della salute non era ancora materia concorrente tra Stato e Regioni, le farmacie erano di meno e non esisteva la distribuzione diretta dei farmaci, quando le medicine con e senza ricetta si vendevano solo in farmacia e ancora non si era ridisegnato il nuovo ruolo della farmacia dei servizi sul territorio. Insomma un'altra era. «Noi abbiamo portato i motivi per cui questa convenzione va rinnovata, ovviamente nel rispetto delle risorse disponibili - continua Racca - e ora deve seguire il percorso con la Conferenza delle Regioni. Vanno concordate le tematiche da affrontare, la prima è quella dei farmaci. E vorremmo raccordarci con i medici, in un momento in cui la priorità è quella di potenziare l'assistenza sul territorio». Sul tavolo per ora c'è l'Atto di indirizzo emanato dal Comitato di settore il 19 febbraio 2015, un atto che ribadisce come la farmacia debba rappresentare la prima interfaccia del cittadino con il Ssn. Sui tempi di pagamento, Federfarma invita le Regioni a tener conto della normativa Ue in materia di lotta ai ritardi e non ritiene sostenibile «la posticipazione del termine di pagamento delle ricette, né l'abolizione dell'acconto annuale, né il superamento della possibilità di consegnare le ricette nell'anno solare». Su sanità digitale e modalità di verifica delle ricette, i farmacisti chiedono di «garantire una rapida attivazione del dossier farmaceutico, al fine di mettere le farmacie in grado di contribuire al monitoraggio delle terapie croniche e alla verifica della compliance». E sull'indennità di residenza, legata alla ridefinizione del concetto di ruralità, le farmacie chiedono di arrivare a criteri uniformi tra le Regioni. Sul capitolo centrale dei farmaci, da quando è stata firmata l'ultima convenzione sono cambiate tante cose: «Innanzitutto c'è stata la legge 405/2001 - spiega la presidente di Federfarma - che ha portato anche la distribuzione diretta. Secondo noi va fatta una riflessione, perché questa modalità porta comunque a spese, costringe i pazienti a ritirare i farmaci lontano da casa, mentre la farmacia ha una territorialità importante, può fare aderenza terapeutica, fa già farmacovigilanza e ha tutte le piattaforme informatiche per i report al Mef». D'altro canto con la distribuzione diretta, spiega Federfarma, anche le farmacie «subiscono una perdita professionale, di ruolo ed economica che ne sta mettendo a rischio l'efficienza e la capacità di rispondere alle esigenze della popolazione, in particolare in ambito rurale». Le farmacie, da parte loro, sono pronte a mettere a disposizione le proprie piattaforme informatiche e ad adeguare il proprio aggiornamento professionale «in modo da garantire una corretta dispensazione in farmacia anche dei medicinali innovativi». Poi ci sono i SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ora le farmacie 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato servizi integrativi, per la consegna di prodotti dell'assistenza integrativa e protesica. «L'assistenza integrativa - spiega Racca - va soprattutto uniformata, perché ci sono differenze pazzesche tra le Regioni». Tutto da definire, nell'ambito della nuova convenzione, anche il nodo della farmacia dei servizi, nata nel 2009: «Prevede tante cose», continua Racca. «C'è il Cup in tutta Italia, anche se a macchia di leopardo, con la possibilità di prenotare analisi e visite. E ci sono grossi risparmi: qui in Lombardia spendono la metà della metà della metà rispetto alla creazione di call center dedicati, la farmacia è già lì e poi il cittadino perde meno tempo e non deve prendere quattro ore di permesso. Le sperimentazioni ci sono, vanno fatte delle valutazioni e poi serve una griglia nazionale e un tariffario unico, per rendere uniformi i servizi su tutto il territorio nazionale». Ma serve anche una maggiore integrazione con i medici di famiglia. «Le farmacie possono svolgere un ruolo importante - sottolinea Federfarma - grazie alla loro presenza capillare sul territorio sia in ambito urbano che ancor più rurale». Nelle città più popolate, dove verranno istituite le Uccp, «le farmacie potranno svolgere una funzione di filtro di primo livello e svolgerele prestazioni individuate dalla normativa sui nuovi servizi che possono contribuire ad alleggerire l'attività delle Uccp stesse e ridurre il ricorso alle strutture ospedaliere». 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 Medicina di famiglia «h16» Il via libera del Comitato di settore apre alla convenzione Barbara Gobbi Continuità "h16", Aft e Uccp multitasking. Ruolo unico e nuovo rapporto ottimale. L'atto d'indirizzo siglato dal Comitato di settore-Sanità dà la linea alla Convenzione per la Medicina generale. Trattative da maggio e firma entro l'estate. GOBBI A PAG. 14 Medici disponibili 16 ore al giorno, sette giorni su sette. Ambulatori multitasking dove camici bianchi, specialisti, infermieri, ostetriche, tecnici e riabilitatori offrono cure a tutto tondo e promuovono le prestazioni socio-sanitarie. A regime, prenotazioni di visite ed esami e ticket pagati direttamente dall'ambulatorio del medico. Liste d'attesa sonoramente sfoltite grazie a percorsi diagnosticoterapeutici in cui il malato cronico, il paziente per eccellenza sul territorio, si vede garantire certezza di tempi e prestazioni. Non è un libro dei sogni, ma le prospettive aperte dall'atto di indirizzo per la Medicina convenzionata licenziato mercoledì scorso, dopo mesi di stand-by, dal Comitato di settore-Sanità delle Regioni, presieduto dall'assessore alle Finanze lombardo Massimo Garavaglia . Il testo è la base per la nuova Convenzione per la Medicina generale, che dovrà mettere nero su bianco regole in gran parte già scritte nel 2012, quando la "legge Balduzzi" (legge 189/2012) ridisegnò le cure prkmarie sul territorio. E se fino a oggi i tempi sono stati decisamente dilatati, oggi i sindacati premono per l'aggiornamento di un contratto immobile da sei anni. «Le trattative con le sigle dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta partiranno a inizio maggio quando avremo messo a punto il testo della nuova Convenzione», promette infatti Vincenzo Pomo , coordinatore della Sisac, l'organismo che rappresenta la parte pubblica nella ridefinizione dell'accordo. «L'obiettivo - precisa poi - è arrivare alla firma prima dell'estate». Più facile a dirsi che a farsi: il contratto dovrà tenere conto di tecnicismi come il nuovo "ruolo unico", in cui confluiranno medici di medicina generale a quota capitaria e medici ad ore (le ex "guardie mediche"): con la conseguente definizione di una graduatoria che dovrà tenere conto di punteggi e caratteristiche professionali diverse. Ma il dado è tratto e la mini-rivoluzione sul territorio è, se non a portata di mano, almeno più vicina. Perno del sistema sono le Aft, le aggregazioni funzionali territoriali - bacino di utenza massimo di 30mila abitanti - di cui fanno parte medici di famiglia, ex guardie mediche, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali. La regola è offrire continuità assistenziale "h16", e cioè dalle 8 alle 20 nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, con l'integrazione tra le 20 e le 24 delle ex guardie mediche. Che "copriranno" anche il sabato e i festivi, questa volta dalle 8 di mattina alle 8 di sera. Dalle 24 alle 8 di mattina, l'assistenza è delegata al servizio di emergenza 118. «Una staffetta che consente al paziente di avere più medici disponibili nell'arco della giornata - spiega Giacomo Milillo , segretario nazionale della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia - andando a coprire anche fasce orarie come quelle dalle 8 alle 10 del mattino o del primo pomeriggio, dalle 14 alle 16, oggi sempre sguarnite. E che generano intasamenti nei Pronto soccorso a discapito di chi ha una vera emergenza». La continuità non è solo un fatto di ore "coperte": a regime, sulla base dei dati epidemiologici, ogni distretto, che è il terminale dell'Asl sul territorio, programmerà i percorsi diagnostico-terapeutici ottimali per le malattie croniche più diffuse. Ogni paziente diabetico, per fare un esempio, sarà inserito in un iter che, a partire dalla Aft, lo porterà ai servizi offerti dai poliambulatori multispecialistici (le Uccp) o ai centri diagnostici più appropriati sul territorio. Realtà che già esistono, ma che sono distribuite a macchia di leopardo tra le Regioni. Almeno in teoria, non saremo più costretti ad andare "a caccia" della prestazione con la ricetta rossa del medico in mano e la prospettiva di lunghe code ai Cup, ma saremo inseriti in percorsi virtuosi, per la salute e per i costi. Capitolo a parte, le cure pediatriche: quello che già esiste, anche in questo caso, andrà riveduto e corretto. Ai pediatri di libera scelta - chiamati alla continuità "h12" - è richiesta maggiore integrazione e di individuare i Livelli essenziali di assistenza per i bambini sul territorio. Passaggio necessario per affrontare nuove SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ATTO D'INDIRIZZO 19/04/2016 Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato emergenze "cronicizzanti", come l'obesità infantile, fattore di rischio per molte patologie dell'adulto. Le novità Aft. È il modello organizzativo mono-professionale che fa capo al distretto socio-sanitario Uccp. È la struttura di riferimento multispecialistica delle Aft, di accesso anche al socio-sanitario Ruolo unico. Si supera la distinzione tra medici di assistenza primaria ed ex guardie Rapporto ottimale. Sarà specificato dagli accordi regionali, sulla base dei modelli organizzativi adottati IN RETE Tutti i servizi e i testi www.24oresanita.com SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 39 19/04/2016 Pag. 5 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 La chance del cambiamento Il ridisegno degli assetti può portare a semplificare la governance del Ssn ELENA PINTUS Mettere a tema la riforma del Titolo V della Costituzione e gli effetti di questa sul sistema sanitario richiede, doverosamente, alcune premesse. Da un lato, è necessario segnalare che l'ambiente in cui "si cala" la riforma è animato da tassi di conflittualità politica elevati laddove, al contrario, l'ambito disciplinato e la pervasività delle azioni per i decisori politici che possono derivare dalla riforma richiederebbero un consenso allargato. Dall'altro, le modalità con cui il legislatore è pervenuto a ridisegnare il dettato normativo sembrano essere correlate alla volontà di "riparare" da forme patologiche sull'interpretazione della riforma del 2001 (esempio contenziosi costituzionali sulla competenza concorrente), piuttosto che da una visione di scenario sull'idea di nuovo modello di amministrazioni pubbliche e del loro funzionamento frutto di un ponderato ciclo articolato in fasi puntuali. E va detto che il disegno di riforma è vissuto, in termini di impronta, di dibattito culturale e sociale, di valorizzazione delle ricadute sui comportamenti reali, come riforma "del Senato", piuttosto che come modificazione della relazione fra poteri, livelli di governo, ambiti di competenza, aree di erogazione dei servizi pubblici finali di salute. Tutto questo non può far bene al mondo sanitario italiano oggetto da decenni di attacchi che indeboliscono la reputazione del settore, la sua immagine, la sua capacità di valorizzare l'innovazione che è, invece, substrato genetico dei processi produttivi per la salute. I punti sfidanti su cui si può giocare la partita del cambiamento e che comportano opportunità e minacce sono: gli elementi finalistici dell'azione pubblica, il disegno degli assetti istituzionali, la definizione dell'azione di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali. Per quanto concerne gli elementi finalistici dell'azione pubblica, il diritto alla salute, si può segnalare che l'avocare in capo al livello di governo centrale le scelte circa la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e i diritti civili e sociali e le disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per la sicurezza alimentare e per la tutela e sicurezza del lavoro, può essere uno snodo strategico importante. I Paesi che riescono a concertare meccanismi per ridisegnare (anche attraverso mediazione di interessi contrastanti o contrapposti) le politiche pubbliche possono contare su un elemento fondamentale per supportare la successiva capacità attuativa: si chiariscono le regole del contesto e si determina il confine dell'azione dei vari attori pubblici. Si tratta di caratteristiche necessarie in ciò che nel management pubblico è definito il posizionamento di fondo volto a determinare lo spazio per l'implementazione del cambiamento. Il rischio opposto è quello di assecondare forme di indefinitezza della visione strategica e, quindi, di accentuare la disparità locale (livelli delle politiche sanitarie regionali e locali) con le controazioni (per esempio mobilità regionale) e i relativi costi (alcuni come quelli legati ai servizi intangibili) mai governabili sino in fondo. Il disegno degli assetti istituzionali può essere una leva strategica per semplificare la governance del sistema sanitario . Diminuire i livelli di governo (esempio il ruolo delle Conferenze) consente di razionalizzare i tempi per le decisioni di politica pubblica, crea condizioni per precisare quali siano gli interlocutori privilegiati rispetto alla contestualizzazione delle scelte finalistiche di politica sanitaria, preserva la coerenza dell'azione e la matrice identitaria iniziale delle scelte. Si può affermare che rideterminare gli assetti istituzionali è un processo di governance che porta a "liberare" da sovrastrutture, alleggerimento degli apparati, l'azione pubblica. È una minaccia pensare che i processi di cambiamento sottesi alle riforme richiedano articolazioni istituzionali aggiuntive. Si tratta di meccanismi di progettazione istituzionale che conservano camere di compensazione per la relazione fra policy maker e management di vertice. Oggi sono altri i modelli istituzionali che mettono a sistema la relazione fra policy maker e management sanitario : non l'articolazione fra molteplici livelli gerarchici verticali ma l'innesto di portatori d'interesse esterni alle istituzioni che determinano modelli di governance orizzontali multilivello. Il rimando al Senato come SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato COSTITUZIONE/ Ruolo più forte del Governo nella salute pubblica e nell'attuazione dei Lea 19/04/2016 Pag. 5 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica» è l'opportunità di cambiamento su cui si potrà concentrare la valutazione sulla sostenibilità responsabile delle politiche sanitarie perché può essere l'ambito di mediazione privilegiato delle istanze dei portatori d'interesse. La definizione dell'azione di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali demandata alle Regioni è un tassello fondamentale in un disegno istituzionale che ridefinisce finalità e assetti. L'autonomia alle Regioni riconosce i modelli manageriali che fanno della teoria della contingenza l'elemento di contestualizzazione necessario e imprescindibile. Le Regioni, e il sistema delle aziende sanitarie, non si troverebbero di fronte a un salto nel buio ma possiedono, da almeno 25 anni, un retroterra culturale e di strumenti operativi per interpretare la riforma. Sono gli attori pubblici cui è demandato l'ambito istituzionale, con il tasso più alto di managerialità, che offre evidenza dei risultato del legislatore riformatore e che, in senso critico, giocano un ruolo fondamentale come attuatori del processo di riforma. Lo sguardo di management sulla riforma del Titolo V può consentire di superare l'identificazione in un modello (accentramento più o meno spinto) se si guarda a quale deve essere il risultato della riforma: migliorare i servizi pubblici finali di salute. Le Regioni, e il sistema delle aziende sanitarie, hanno l'occasione per virare decisamente su meccanismi di cambiamento sostenibili che coinvolgano i portatori d'interesse e che rendano attivi meccanismi di democrazia partecipativa nelle politiche sanitarie. * Università della Valle d'Aosta 19/04/2016 Pag. 14 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 Vademecum delle spese di promozione Alberto Santi Come ogni anno, entro il prossimo 30 aprile, le aziende farmaceutiche e quelle produttrici e distributrici di dispositivi medici devono comunicare all'Agenzia italiana del Farmaco o al ministero della Salute l'ammontare complessivo della spesa sostenuta nel 2015 per le attività di promozione rivolte a medici, a operatori sanitari e a farmacisti, nonché a versare il relativo contributo. Il contributo sulle spese promozionali. L'articolo 48 del Dl 269/2003 ha istituito un contributo a carico dell'industria farmaceutica, pari al 5% delle spese di promozione, che le aziende stesse devono autocertificare entro il 30 aprile dell'anno successivo. Detto contributo - da calcolarsi al netto delle spese per il personale addetto - è destinato a finanziare, presso l'Agenzia italiana del farmaco: per il 50% del relativo ammontare, un fondo per l'impiego a carico del Ssn di orphan drug per malattie rare e farmaci che rappresentano una speranza di cura e per il restante 50%, l'istituzione di un centro di informazione indipendente nell'ambito dell'Agenzia, un programma di farmacovigilanza, ricerche sull'uso dei farmaci e, in particolare, sperimentazioni cliniche comparative di orphan drug e farmaci salvavita, nonché altre attività di informazione, ricerca e formazione del personale. L'autocertificazione, da produrre all'Aifa avvalendosi esclusivamente del modello dalla stessa predisposto, deve attestare l'ammontare complessivo della spesa sostenuta nell'anno precedente per le attività di promozione, nonché la sua ripartizione nelle singole voci di costo, sulla base dello schema approvato con il decreto del ministro della Salute del 23 aprile 2004. Nella causale del bonifico dovrà essere riportato il codice Sis e il codice fiscale dell'Azienda farmaceutica, seguito dal codice F001/2016. Maggiori dettagli al riguardo sono disponibili sul sito www.agenziafarmaco.it. L'articolo 1, comma 409, della legge 266/2005 ha esteso l'obbligo di dichiarazione e versamento anche alle aziende che producono e immettono in commercio nel nostro Paese dispositivi medici (dispositivi medici impiantabili attivi e diversi, nonché dispositivi medico-diagnostici in vitro), anche non in nome proprio, cedendoli al Ssn, oppure a terzi, ma con onere a carico dello stesso Ssn. Le aziende di questo comparto devono versare il contributo nella misura del 5,5% delle spese sul c/c 92824879, intestato alla Tesoreria Provinciale di Viterbo, con la causale "contributo di cui alla lett. d) dell'articolo unico della legge 266/2005 da imputare sul capitolo 2582 art. 27", oppure avvalendosi del canale bancario (si vedano maggiori dettagli al sito www.salute.gov.it e la circolare del ministero della Salute 20 aprile 2010, n. DPFDM.IIIIV/P/15465/P/I.5.a/1). L'autocertificazione. Il decreto del 23 aprile 2004, come detto, ha approvato lo schema con le voci di costo relative alle attività promozionali sostenute dalle aziende farmaceutiche, che sono quelle sintetizzate nella tabella riprodotta di seguito. Per quanto applicabili, le stesse indicazioni devono essere osservate anche dalle aziende che producono e immettono in commercio dispositivi medici. Il Dl 269/2003 richiede che vi sia un nesso fra l'iniziativa promozionale promossa dall'azienda farmaceutica e gli operatori sanitari che ne beneficiano. Rientra, così, nella base di calcolo tutto il materiale promozionale (fra cui i prodotti editoriali, gli atti congressuali) destinato a medici e farmacisti, ivi inclusi i costi afferenti i messaggi promozionali su pubblicazioni loro destinate. Ugualmente incluse nel novero delle spese promozionali sono quelle relative ai campioni gratuiti di qualsiasi specialità medicinale e ai gadget in genere. Per quanto riguarda le spese per i convegni accreditati Ecm, lo schema le include espressamente nella base contributiva, accomunandole alle spese di ospitalità dei partecipanti, di allestimento degli spazi espositivi, ai compensi spettanti ai relatori e a coloro che svolgono le funzioni organizzative. Devono essere autocertificate, altresì, tutte le «altre spese relative all'attività di promozione dell'informazione scientifica», diverse da quelle precedentemente elencate. L'esemplificazione recata dal Decreto fa riferimento a spese sostenute per l'acquisto di strumenti tecnologici come telefonini, computer ecc. e altre dotazioni in carico agli informatori scientifici, purché non SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SCADENZA ENTRO IL 30 APRILE PER GLI ESBORSI 2015 DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE E BIOMEDICALI 19/04/2016 Pag. 14 N.15 - 19 aprile 2016 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato connessi al rapporto di lavoro degli stessi. Sono escluse dalla base di computo del contributo, come detto, le spese per il "personale addetto". Per le aziende che producono e immettono in commercio dispositivi medici, importanti precisazioni sono state fornite dalla citata Nota interpretativa del ministero della Salute del 23 marzo 2006 e dalla già citata circolare del ministero della Salute 20 aprile 2010. In particolare, sono soggette a contribuzione solo le spese relative alle attività promozionali nei confronti di professionisti e strutture del Ssn o con questo convenzionati, anche se concernenti un'intera classe o gruppo di dispositivi prodotti o commercializzati dall'impresa. Sono escluse dall'autodichiarazone, oltre alla pubblicità istituzionale, quella rivolta al pubblico e i campioni gratuiti espressamente richiesti dalle Amministrazioni pubbliche, ai fini della partecipazione a gare di fornitura, oppure ceduti in base a specifici obblighi contrattuali, a fini di sperimentazioni o indagini cliniche. L'autocertificazione, redatta su carta intesta della Società e sottoscritta dal rappresentante legale, può essere inviata tramite raccomandata o all'indirizzo Pec, rispettivamente [email protected] oppure [email protected] e va prodotta anche nel caso in cui non siano stati sostenuti costi per le attività di promozione nell'anno 2015. Le spese per il materiale promozionale destinato a medici e farmacisti, inclusi il materiale consegnato dagli Isf o anche spedito per posta e i costi per le inserzioni promozionali su riviste anche scientifiche destinate agli operatori sanitari Le spese per i campioni gratuiti di specialità medicinali , anche da banco Le voci di costo relative alle attività promozionali Le spese per i gadgets di ogni genere Ogni altra spesa relativa all'attività di promozione dell'informazione scientifica Le spese per convegni e congressi anche accreditati Ecm , incontri e riunioni varie , visite aziendali , incluse le spese di ospitalità e i compensi ai relatori , nonché quelle a beneficio del soggetto organizzatore VITA IN FARMACIA 12 articoli 19/04/2016 Pag. 5 Ed. Roma diffusione:325546 tiratura:405864 Promossa da «Atena», è in programma venerdì Francobollo delle Poste sull'appuntamento Impegno La ministra Lorenzin e lo specialista del Gemelli Margherita De Bac C'è la perseveranza di una Fondazione romana dietro la prima Giornata nazionale per la Salute della donna che verrà celebrata venerdì con un evento del ministero della Salute presso l'Aranciera di San Sisto, in via Valle delle Camene. Il decreto che lo scorso anno ha indetto la Giornata indica come promotrice «Atena», che da tre anni porta avanti un progetto di divulgazione dei temi scientifici attraverso incontri tra cittadini e alcuni dei migliori specialisti romani. Il 22 é una data significativa, giorno di nascita del premio Nobel Rita Levi Montalcini. Luisa Todini, presidente di Poste, presenterà il francobollo ufficiale della giornata. Si comincia il 21 sera all'Arancera con uno spettacolo condotto da Milly Carlucci. La mattina del 22 la ministra Lorenzin apre un convegno composto da tavole rotonde su argomenti che coinvolgono l'universo femminile. All'esterno, uno spazio espositivo: l'augurio è che non ne esca fuori una celebrazione fine a se stessa ma che le proposte ritenute valide trovino applicazione pratica. Tra i progetti in sospeso quello del parto senza dolore con analgesia epidurale negli ospedali (indicazione presente nei nuovi Lea, l'elenco delle prestazioni a carico dello Stato, mai approvato). Dallo scorso anno gli incontri divulgativi di Atena Donna, presieduta da Carla Maira, si svolgono nelle parrocchie con la collaborazione dei parroci. Il pubblico può rivolgere domande ai medici sui problemi di salute più comuni all'universo femminile. L'ultimo appuntamento ha riguardato la prevenzione del tumore al seno, ospite l'oncologo dell'Istituto dei tumori Ifo Regina Elena, Francesco Cognetti. Nonostante la cultura della prevenzione sia sempre più diffusa, c'è ancora molto da fare a livello di informazione. «Bisogna fare riferimento a un centro capace di garantire alla paziente un'assistenza completa, a 360 gradi», dice Cognetti. Una struttura multidisciplinare dove la donna venga accompagnata lungo un percorso che va dalla diagnosi al ritorno alla vita normale. La cosiddetta «presa in carico», un brutto termine che significa però per la paziente con tumore al seno l'alleggerimento da tutti i problemi che riguardano la gestione del percorso. Oggi la parola guarigione non è più un tabù. Cominciano a moltiplicarsi i segnali di speranza anche per i tumori più ostinati. Per l'ovaio é appena stato lanciato un nuovo farmaco, indicato per le pazienti con un certo tipo di mutazione. «E' un passo in avanti importante, ci aspettiamo molto», dice Giovanni Scambia, coordinatore del Polo Salute della donna al Gemelli, uno degli specialisti presenti agli eventi di Atena. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Salute della donna Giornata nazionale di eventi e convegni 19/04/2016 Pag. 1 Ed. Bologna diffusione:235298 tiratura:335733 Stampante tridimensionale per la ricostruzione delle ossa VALERIO VARESI RISCHIARE l'osso del collo è sinonimo di pericolo letale, ma da ieri un po' meno. Da quando sulla collina di San Michele in bosco, nei laboratori dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, hanno inventato la macchina che costruisce ricambi per il nostro scheletro. L'hanno inaugurata il direttore Francesco Ripa di Meana, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l'assessore alla Sanità di viale Moro Sergio Venturi, il sindaco Virginio Merola e il direttore scientifico dello stesso Rizzoli Maurilio Marcacci. A PAGINA VI RISCHIARE l'osso del collo è sinonimo di pericolo letale, ma da ieri un po' meno. Da quando sulla collina di San Michele in bosco, nei laboratori dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, hanno inventato la macchina che costruisce ricambi per il nostro scheletro. L'hanno inaugurata il direttore Francesco Ripa di Meana, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l'assessore alla Sanità di viale Moro Sergio Venturi, il sindaco Virginio Merola e il direttore scientifico dello stesso Rizzoli Maurilio Marcacci. Non si tratta di ricambi standard come quelli delle auto, ma di segmenti di osso progettati su misura per ciascun paziente e adattati alla sua conformazione anatomica. Il tutto grazie a un'avveniristica macchina che si compone di un Tac dual energy capace di radiografare l'osso da riprodurre, elaborare le immagini in tre dimensioni e - con l'utilizzo di un programma sofisticato - comandare a una stampante anch'essa in tre dimensioni chiamata "Bioplotter", la riproduzione con materiale che potrà variare a seconda delle esigenze: dalla idrossiapatite al fosfato di calcio o all'idrogel. In tutti i casi sostanze che sono in grado di essere colonizzate dalle cellule umane. La combinazione di questi materiali bioingegneristici sosterrà la crescita delle cellule stesse, la loro migrazione e differenziazione per garantire integrità strutturale e minori rischi di rigetto. Tutto questo costituisce la "piattaforma bioprinting" inaugurata ieri e costata complessivamente 2,36, milioni finanziati in parti uguali dalla Regione e dal ministero della Salute. La Tac costa 1,06 milioni, mentre il bioplotter 1,3 milioni. La macchina è in grado di riprodurre parti anatomiche con precisione anche in titanio poroso compatibile con la radioterapia, come nel caso delle vertebre della colonna. L'innovazione è il frutto del lavoro dei 158 ricercatori, tra ingegneri, biologi e biotecnologi, in forza al Rizzoli, e degli oltre 240 collaboratori-autori che fanno dell'Istituto di San Michele in bosco un centro internazionale di eccellenza. Prova ne è che il 44% delle protesi realizzate anche prima dell'avvio della piattaforma erano destinate a pazienti provenienti da fuori regione. Percentuale che diventa il 63% se si prendono in considerazione gli interventi più complessi. Tra questi ci sono pure pazienti stranieri, come la bimba greca a cui è stato sostituito un femore a 17 mesi, in parte ricorrendo alla banca dell'osso, in parte ricostruendolo con la nuova tecnologia di stampa tridimensionale, consentendole di tornare a camminare. www.ior.it www.regione.emilia-romagna.it PER SAPERNE DI PIÙ LE TAPPE IL COSTO La nuova piattaforma di Bioprinting del "Rizzoli" è costata 2,36 milioni finanziati in parti uguali da Regione e ministero della Salute I RICERCATORI Alla realizzazione della macchina che ricostruisce parti ossee, hanno collaborato 158 tra ingegneri, biologi e biotecnologi, in forza al "Rizzoli" I PAZIENTI Il 44% dei pazienti del "Rizzoli" sottoposti a protesi, proviene da fuori regione. Percentuale che si innalza al 63% in caso di interventi complessi Foto: LA TECNOLOGIA La stampante in 3D presentata ieri al Rizzoli. A sinistra, Maurilio Marcacci VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PRESENTATA AL RIZZOLI 19/04/2016 Pag. 1 Ed. Torino diffusione:235298 tiratura:335733 Esami in farmacia l'esordio è un flop SARA STRIPPOLI «MI spiace ma il collegamento non c'è»; «purtroppo non sono arrivate le credenziali»; «non riusciamo ad entrare nel sistema». L'esordio del servizio che consente di prenotare visite ed esami in farmacia è stato un flop. Decine e decine di telefonate, ma soltanto tre sono le farmacie in grado che hanno detto di poter fare la prenotazione. A Federfarma non resta che ammettere: «Ci sono stati problemi», dice il presidente Marco Cossolo. SEGUE A PAGINA IV> «MI spiace, ma non siamo in grado di fare le prenotazioni»; «Non sono arrivate le credenziali, abbiamo sollecitato ma invano»; «Abbiamo la password ma il collegamento non funziona». L'esordio della prenotazione di esami e visite (ma anche ritiro referti) nelle farmacie dell'Asl To 1 e della To5 di Moncalieri, Chieri, Moncalieri, è stato un flop. Decine e decine di telefonate per chiedere di prenotare un esame diagnostico attraverso il sovracup, il centro provinciale unificato, ma soltanto tre hanno risposto che erano in grado di farlo. Semmai mettenedo avanti l'ipotesi di poter restare in attesa per scarsa dimistichezza con la procedura. Una è la farmacia Boniscontro di corso Vittorio; la seconda si trova a Moncalieri in piazza Vittorio Emanuele: «Venga, proviamo», ci ha riposto gentilmente la titolare. La terza è a Chieri, la farmacia Regis. Per il resto una débacle, senza differenze fra To1 e To5: «Non riusciamo ad entrare nel sito», rispondono in via delle Orfane. In corso Roma, a Moncalieri, scuotono la testa: «Non abbiamo la password». A Carmagnola, in via Valobra, a mancare sono «i codici». I clienti interessati si sono fatti vivi ed in effetti il servizio può essere di grandissima utilità per anziani e persone con difficoltà a muoversi o poco tempo a disposizione: si va in farmacia invece che allo sportello dell'Asl e si evitano lunghe attese al telefono. Unica condizione per prenotare visite ed esami in tutta la provincia (anche nei centri convenzionati) è arrivare con l'impegnativa del medico di base ed essere disposti a spendere due euro. Per il momento è meglio desistere e verificare prima se il servizio funziona. Alla farmacia Santa Croce di via Riva 19, a Chieri, il titolare alza le bracccia: «Tanta pubblicità ma non abbiamo ancora la seconda parte della credenziale. E' arrivata soltanto la prima, aspettiamo la seconda. In via XX Settembre, a Torino la riposta è lapidaria: «Il collegamento non è attivo». «Problemi tecnici», dicono alla farmacia di Porta Susa. Molti ammettono che le richieste sono arrivate ma i clienti sono stati rinviati a casa con la coda fra le gambe. «Domani, chissà». A Federfarma, che ha condotto l'operazione con le due aziende sanitarie, non resta altro che ammettere che le cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto. «Sì, ci sono stati problemi di collegamento», dice il presidente regionale Marco Cossolo, titolare di una farmacia di Carignano, dov'è impegnato con la campagna elettorale nel ruolo di sindaco uscente. «Parlo come farmacista e non come presidente di Federfarma, perchè con l'associazione dobbiamo approfondire le ragioni. Di certo le credenziali a molti sono arrivare in ritardo». Andrea Colombo è il responsabile cittadino e spiega che nel giorno della presentazione alla stampa Federfarma ha inviato una circolare alle farmacie per invitarle a sollecitare il Csi sull'invio delle credenziali: «L'invio delle credenziali dipende da loro». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Altre notizie e immagini su torino.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ Foto: IL SERVIZIO Da ieri a Torino e provincia in teoria si possono prenotare esami medici e ritirare i risultati in farmacia. Ma il sistema per ora non funziona FEDERFARMA Marco Cossolo, titolare di una VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA POLEMICA 19/04/2016 Pag. 1 Ed. Torino diffusione:235298 tiratura:335733 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato farmacia a Carignano dov'è il sindaco uscente, è il presidente di Federfarma Piemonte VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 48 19/04/2016 Pag. 5 Ed. Torino diffusione:235298 tiratura:335733 Bono dal"118" alla direzione dell'Asl Cuneo 2 Si occuperà anche di aprire l'ospedale di Verduno (s.str.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA DANILO Bono, attuale direttore del 118, è il nuovo direttore generale dell'Asl Cuneo 2. Dopo anni alla guida del servizio di emergenza, è chiamato adesso a sostituire Francesco Morabito, la cui nomina scade il prossimo 8 maggio. Il suo incarico dura tre anni. In parallelo, sarà avviata la procedura per individuare il successore di Bono al 118. La scelta del nuovo direttore, fa sapere l'assessorato alla sanità, è avvenuta con la stessa procedura già seguita per la nomina dei 16 nuovi direttori delle aziende e degli ospedali piemontesi. Danilo Bono era nella lista dei direttori ritenuti idonei ed è assai probabile che a lui si pensasse, già ad aprile 2015, per la direzione della Cuneo 2. Piemontese, medico anestesista, 62 anni, è attualmente coordinatore regionale delle centrali operative, direttore del dipartimento emergenza territoriale 118 della Città della Salute di Torino e direttore del dipartimento territoriale 118 di Cuneo. È stato anche consulente ai giochi olimpici invernali a Salt Lake City e al Toroc per le Olimpiadi Torino 20016. A Bono l'assessore alla sanità Antonio Saitta affida anche l'avvio del nuovo ospedale di Verduno: «Questo è il primo degli obiettivi», dice Saitta. Foto: NUOVO DIRETTORE Danilo Bono, oggi alla guida del "118", è il nuovo direttore dell'Asl Cuneo2 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PERSONAGGIO 19/04/2016 Pag. 8 Ed. Napoli diffusione:235298 tiratura:335733 Nuovo farmaco combatte l'asma sarà approvato entro fine anno GIUSEPPE DEL BELLO FINORA si poteva contare su quelli contro le graminacee. Tipo la parietaria. Oggi di vaccini (ma terapeutici) ce n'è anche uno contro gli acari. Praticamente un farmaco nuovo, in compresse, che vince l'asma. E se si pensa che da questi mircrooganismi siamo circondati sempre e ovunque, anche di notte e nel letto, si intuisce il valore dell'annuncio dato al congresso Siaaic (Società di Allergologia, asma e immunologia clinica) presieduto dall'ordinario dell'università di Genova Walter Canonica e appena concluso a Napoli. Lo studio clinico internazionale ha coinvolto anche soggetti arruolati nella nostra regione. A illustrarne le caratteristiche è stato Massimo Triggiani, direttore di Allergologia al San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona e professore associato all'ateneo di Salerno: «Due le principali novità - rivela lo specialista - L'efficacia sull'asma, malattia ben più grave della rinite allergica per la quale già da tempo esistevano i vaccini, e la capacità di agire contro un allergene "perenne", l'acaro della polvere di casa. Questo organismo è diffuso in tutti gli ambienti domestici e in ogni stagione. Insomma, i polmoni degli asmatici entrano costantemente in contatto conun allergene che può scatenare crisi molto gravi». L'allergia agli acari, tra le più diffuse, è causata da alcuni enzimi presenti nelle loro deiezioni: mescolandosi alla polvere si accumulano su tutte le superfici. Tra il 13 e il 21 per cento dei 20 milioni di italiani allergici, sviluppa reazioni agli acari. Le conseguenze, anche in questo caso, sono asma e rinite. Con la differenza che quella agli acari è un'allergia che dura tutto l'anno. «Per questi pazienti anche il riposo notturno rappresenta una fonte di esposizione all'allergene - continua Triggiani - Lo studio, di imminente pubblicazione, descriverà i benefici che hanno riguardato cinquemila persone. Tra i principali: meno sintomi, ridotto ricorso al cortisone per via inalatoria e probabile calo degli accessi nei pronto-soccorsi. Lo sviluppo del vaccino per l'acaro è stato possibile anche grazie a studi condotti dalle cattedre di Allergologia della Federico II e dell'università di Salerno. I ricercatori hanno contribuito a dimostrare che, nel bambino o nell'adulto che sviluppa l'asma da allergia all'acaro, le cellule responsabili dei sintomi sono principalmente i mastociti del polmone. Queste cellule sono "armate" da alcune immunoglobuline particolari, le IgE che, appena incontrano gli allergeni dell'acaro, attivano il mastocita e determinano la produzione di sostanze che ostruiscono i bronchi e causano l'affanno improvviso della crisi d'asma». Il vaccino si è rivelato privo di effetti collaterali e dovrebbe essere approvato anche in Italia entro fine anno. Foto: LABORATORIO Un laboratorio dove vengono sperimentati vaccini: entro l'anno ce ne sarà uno contro l'asma. In alto, un'ecografia VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pianeta sanità 19/04/2016 Pag. 41 Ed. Torino diffusione:172712 tiratura:244598 Piemonte come l'Emilia esami in orari serali e prenotazioni unificate Due giorni per una visita chirurgica, 80 per un'ecografia alla tiroide, 94 per una Tac completa. Fino a 102 giorni per una spirometria semplice o globale. Sono le liste di attesa alle Molinette per alcune categorie di visite ed esami: uno scherzo rispetto alla Medicina del Sonno, evidentemente molto gettonata. La prova di un sistema comunque sotto pressione. Problema cronico Parliamo delle Molinette, ma potremmo estendere il discorso ad altri ospedali. Perchè le liste d'attesa, bestia nera di tutti gli assessori alla Sanità, sembrano refrattarie ad ogni tentativo. Di azzerarle non se ne parla: nei migliori dei casi, e sono pochi, si possono ridurre a tempi ragionevoli. Non a caso, la Regione ha affidato come obiettivo prioritario per i direttori generali delle Asl l'abbattimento delle liste - 43 le prestazioni individuate - potenziando i servizi. Il sostegno a varie iniziative, ad esempio la possibilità di prenotare esami e ritirare i referti in farmacia (sperimentata nelle Asl Torino 1 e 5) va nella stessa direzione. Il modello emiliano In Emilia, tra le Regioni più virtuose, hanno aumentato la produzione estendendo gli orari di attività nei giorni feriali, aprendo gli ambulatori il sabato e la domenica per le prestazioni più critiche, ricorrendo ai privati per aumentare l'offerta, dando incentivi ai direttori. Non ultimo: lavorando con i medici di base per ridurre prescrizioni non sempre indispensabili. Significa più personale e quindi maggiori costi. I progetti in Piemonte «Le nostre soluzioni non saranno dissimili da quelle emiliane e venete», anticipa l'assessore Saitta, che le pensa tutte: «Compresa la possibilità di fare visite ed esami diagnostici anche in orari serali, utilizzando le risorse liberate grazie alle economie». Come la Lombardia. A questo obiettivo rimanda l'introduzione del principio di concorrenza nelle gare. A fine anno il Cup unico M a attenzione: da anni l'Emilia conta su un Cup unico, «indispensabile per governare le liste». Quello che «al massimo entro fine anno» debutterà in Piemonte, spiega l'assessore, pensionando l'attuale «Sovracup»: servizio che non ingloba tutte le specialità di tutti gli ospedali. Alcuni primari, poi, dichiarano solo una percentuale di disponibilità al servizio di «Sovracup» e riservano una quota per sé e per i propri pazient i. Fattori che limitano l'offerta. Si partirà con la provincia di Torino, a cui si aggiungeranno Novara (che gestirà anche Biella e Vercelli) e Alessandria. Il traguardo è un sistema automatizzato esteso ai privati accreditati e basato su elementi diversi - call center unificato, recall e servizio di disdetta automatico h. 24, prenotazione on line (anche da cellulare tramite app) - che in sintesi punta «ad unire le agende» riducendo tempi e costi. [ALE.MON.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le strategie della Regione per ridurre le liste di attesa 19/04/2016 Pag. 43 Ed. Cuneo diffusione:172712 tiratura:244598 Utili e fatturato di 4 milioni per le farmacie comunali Farmacie comunali srl, società al 100% di proprietà del Comune di Cuneo, dopo anni di conti disastrosi torna a fare utili: nel 2015 ha raggiunto un guadagno di 127 mila euro (dopo le imposte) e quest'anno verserà anche nelle casse del municipio 260 mila euro per l'affitto di 5 licenze e dei locali di 3 esercizi. Si tratta di circa 60 mila euro in più rispetto allo scorso anno. Il punto è stato fatto ieri in commissione dal sindaco Federico Borgna e da Gianpiero Conte, amministratore unico della società comunale. Il sindaco: «Quattro anni fa prendemmo in mano la società con mille euro di utile. Con una gestione oculata, fatta di piani di sviluppo, programmazione e investimenti, abbiamo ottenuto risultati importanti. Oggi il fatturato supera i 4 milioni . Senza mai compromettere la valenza sociale di queste farmacie: servono zone anche non facili, garantiscono prezzi calmierati. C'è un accordo con la Caritas per donare all'associazione 10 mila euro di farmaci a chi non può curarsi. I referti degli esami si ritirano gratis nelle 4 farmacie comunali». Diciannove dipendenti Conte ha rendicontato ai consiglieri comunali i dati dell'azienda (19 dipendenti). Quattro nuove assunzioni sono scattate a novembre con l'apertura del quarto esercizio al centro commerciale Auchan (aperto 7 giorni su 7, dalle 9 alle 20,30). Fatturato in crescita anche nella farmacia San Paolo, aperta sei giorni la settimana grazie alla nuova gestione del centro commerciale e agli investimenti sull'immobile (anche il bar è stato rinnovato). Conte ha poi espresso rammarico per l'apertura al Movicentro stoppata dal Tar, ma si è detto fiducioso dell'apertura: il Tribunale amministrativo, dopo lo stop a titolo cautelare, entrerà nel merito nella seduta del 18 maggio. [l. b.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cuneo, nel 2015 guadagno di 127 mila euro 19/04/2016 Pag. 9 Ed. Reggio Emilia diffusione:109915 tiratura:139502 Scuola insegna ai disabili ad andare in bici Il via giovedì nella pista dedicata a Cimurri di ANGELO COSTA A GIANNETTO Cimurri, indimenticabile massaggiatore di anime, farebbe un gran piacere sapere che, sulla pista di ciclismo a lui dedicata in zona campovolo, da giovedì decollerà una scuola speciale: è riservata alle persone disabili e insegnerà loro ad andare in bicicletta. E' la prima in Italia e ha un obiettivo già stabilito: offrire a tutti la possibilità di fare sport anche solo per star meglio. E' un messaggio semplice: assomiglia molto a uno splendido programma. A pensare a questo genere di scuola sono stati i soci di Apre, l'associazione reggiana dei paraplegici, che da oltre vent'anni svolge attività nel settore sportivo, con una ricca e affermata sezione agonistica. Una lunga esperienza che ora viene messa a disposizione della collettività con l'appoggio della Cooperatori: già attiva con giovani e cicloturisti, la società amatoriale ora ha inaugurato una sezione dedicata all'handbike e messo a disposizione il circuito. Così l'idea è diventata in fretta una realtà: ogni giovedì, dalle 15 alle 18, sulla pista ristrutturata di recente dalla Fondazione per lo sport del comune, chiunque potrà salire sulle bici per disabili e avvicinarsi a questo sport anche solo per divertirsi e fare un po' di movimento. Senza spendere un euro: la forza di questa bella iniziativa è anche essere completamente gratuita. «NON CERCHIAMO atleti o nuovi campioni: offriamo solo un modo diverso per affrontare i problemi della disabilità. L'esperienza ci insegna che la pratica sportiva, finalizzata al benessere psicofisico e riabilitativo, può essere una terapia formidabile. Molti non si avvicinano al ciclismo perché i mezzi costano tanto e le strade non sono sicure: grazie a questa scuola si potrà usare l'handbike su un circuito protetto, in mezzo alla natura», racconta William Bonvicini, una delle anime dell'Apre, che questo passaggio l'ha vissuto sulla propria pelle: ciclista amatoriale, si è dedicato a questa attività dopo aver perso l'uso delle gambe. «Non è stata una scelta immediata, ho impiegato anni prima di decidermi a salire su una handbike: questa scuola può accorciare anche i tempi di chi vorrebbe provare, ma ancora non si convince». INSERITA nel progetto 'Reggio città senza barriere', benedetta dal comune e dalla fondazione per lo sport, sostenuta da aziende locali come il Consorzio del Parmigiano Reggiano e le Farmacie comunali riunite e dalla Triride e Maddiline che produce le speciali bici utilizzate, la scuola di ciclsmo per disabili si avvarrà di istruttori specializzati che guideranno gli allievi alla scoperta di un'attività a molti poco conosciuta o del tutto ignota. «Lavoriamo con le handbike dal 2000 _ conclude Bonvicini, disponibile a fornire qualsiasi informazione (338.7122591) _ quando ancora questo sport era poco conosciuto. Con me altri soci, come Franca Cristofori, Stefania Bassoli, Tadeo Bigi, Raffaele Zambelli e Tonino Carusillo, hanno dato vita a un'attività prima interna alla nostra associazione, poi estesa su tutto il territorio nazionale. Questa scuola è solo una tappa, abbiamo ancora molti progetti da realizzare». Pedalando di questo passo, sarà più facile. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AL CAMPOVOLO LA PRIMA ESPERIENZA ITALIANA: IDEA DEI SOCI DI 'APRE' 19/04/2016 Pag. 14 Ed. Forli diffusione:109915 tiratura:139502 «Così facciamo prevenzione sulle patologie del cuore» CHE la prevenzione sia la miglior cura è risaputo ormai da tempo, ora agli strumenti a disposizione per prevenire le malattie si è aggiunta la telemedicina. In particolare nel territorio di Forlimpopoli è attivo dal 2014 un apparecchio che offre la possibilità di effettuare elettrocardiogrammi in farmacia, che vengono poi esaminati da cardiologi non presenti sul posto, ma i cui risultati sono disponibili nel giro di un giorno, in caso di urgenza anche solo un paio d'ore. L'apparecchiatura si chiama Bluecardio, di proprietà di Hrs del cardiochirurgo Giorgio Noera e implementata dal provider del Ministero della Salute Ecm Fipes Group di Forlimpopoli, è disponibile presso la farmacia Fabbri e in questi anni ha effettuato 450 elettrocardiogrammi. Bluecardio e in grado di effettuare elettrocardiogrammi a dodici derivazioni, come al pronto soccorso, e non serve la presenza di un operatore sanitario, solo di una persona formata all'uso dell'apparecchiatura. Il tracciato, tramite una connessione internet protetta, viene inviato ad un cardiologo convenzionato che lo referta e con la firma digitale lo invia alla farmacia. «In questi ultimi mesi - spiega Antonio Pipio del gruppo Fipes - questa tecnologia ha permesso di individuare due sindromi cardiache aritmica denominata 'Patologia di Brugada' dal nome degli scopritori. Tale patologia può causare la morte improvvisa. I due pazienti sono stati inviati poi in un centro specializzato e oggi sono fuori pericolo». Il costo dell'esame è di 16,50 euro e lo possono effettuare tutti dai 4 ai 70 anni semplicemente andando in farmacia. «Ci si rivolge soprattutto a chi sta bene - continua Pipio - chi non ha mai avuto problemi e che quindi non si controlla; sono queste le persone che spesso non sanno di avere patologie fino a quando poi non è troppo tardi». Matteo Bondi VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FORLIMPOPOLI L'APPARECCHIATURA SI CHIAMA BLUECARDIO ED È DISPONIBILE PRESSO LA FARMACIA FABBRI 19/04/2016 Pag. 15 Ed. Brianza diffusione:49173 tiratura:70345 IN SETTIMANA la farmacia «Alla Madonna» del dottor Vintani ha subito la sua 15esima rapina in 15 anni di attività. Due giovani travisati con cappello e sciarpa hanno atteso che la farmacia si svuotasse per mettere a segno il colpo. Uno da fuori controllava, il secondo si è avvicinato alla cassa, strattonando il farmacistae fuggendo con 500 euro. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quindici rapine in 15 anni alla farmacia del dottor Vintani 19/04/2016 Pag. 9 Ed. Pistoia Montecatini diffusione:85713 tiratura:111816 IL RAPINATORE si è presentato al bancone all'improvviso, come materializzato dal nulla. Ha puntato la lama del trincetto contro le farmaciste e si è fatto consegnare tutti i contanti che erano in cassa in quel momento, circa trecento euro. Sono stati attimi di grandissima paura e che hanno lasciato tutti i presenti in stato di forte choc, ieri pomeriggio, all'interno della farmacia di Spedalino, che si trova in via Giorgio La Pira, nel centro commerciale davanti alla Coop di Agliana. Il rapinatore ha fatto il suo ingresso poco dopo le quattro. Indossava un cappellino e gli occhiali da sole nel tentativo di non rendersi riconoscibile. Dimostrava dai 50 ai 55 anni. Ha parlato in perfetto italiano: «Datemi i soldi» ha intimato. In quel momento all'interno della grande farmacia al pianterreno del palazzo dove si trovano anche altri negozi, c'erano la titolare, due dipendenti e tre clienti. TUTTI sono rimasti immobili, impietriti, nessuno ha pronunciato una parola. La titolare ha consegnato i soldi al bandito che se li è messi in tasca e si è allontanato, a piedi. I presenti non sono riusciti a capire se fuori avesse un mezzo oppure un complice ad attenderlo. Subito dopo è scattato l'allarme ai carabinieri immediatamente intervenuti per i primi rilievi e l'istantanea visione di tutte le immagini girate dalle videocamere di sorveglianza installate nella zona. Le riprese potrebbero essere preziose per risalire all'identità di questo rapinatore solitario e anche per confrontare gli indizi che eventualmente emergeranno con quelli raccolti, in questo caso dalla polizia, nella rapina-fotocopia avvenuta nel pomeriggio di venerdì scorso, 15 aprile, alla farmacia di via Cellini, a Sant'Agostino, quartiere industriale di Pistoia. Anche in quel caso il rapinatore aveva agito da solo. Dimostrava meno di cinquant'anni ed era apparso in evidente stato di alterazione-psicofisica, probabilmente da tossicodipendenza. Anche lui armato di trincetto, si era fatto consegnare circa quattrocento euro e poi si era allontanato. Per fuggire aveva utilizzato una bicicletta e i presenti lo avevano visto dirigersi verso la via Vecchia Pratese. Le indagini sono in corso. lucia agati piera salvi VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Assalta farmacia armato di trincetto «Datemi i soldi», poi fugge a piedi 19/04/2016 Pag. 44 Ed. Rovigo diffusione:57238 tiratura:74038 Addio al farmacista Nicola Fischetti (gi.di.) Dopo lunga malattia ieri mattina, verso le 7, si è spento all'ospedale di Chioggia, il farmacista di Sant'Anna, dottor Nicola Fischetti di 86 anni, molto conosciuto e stimato a Taglio di Po, suo paese di origine e dov'è vissuto fino a qualche anno dopo la laurea. I suoi funerali saranno domani alle 15,30 nella chiesa parrocchiale di S. Francesco d'Assisi di Taglio di Po,. Lascia le sorelle di qualche anno più giovani, Donata Maria insegnante elementare per oltre 40 anni e Anna Maria, titolare della gioielleria «Oggi», da circa due mesi vedova dal marito Ezio Valente. Nicola Fischietti, figlio dell'unico medico del paese dottor Michele e della maestra elementare Dina, si era sposato nel 1961 con Clara Bonera ed era diventato padre di Michele, farmacista, sposato, con una figlia, Emma di 13 anni, e Cesare. Già titolare della farmacia, sulla Romea, a Sant'Anna di Chioggia, subentrando al suocero Cesare, farmacista a Taglio di Po, dal lontano 1956, ha sempre avuto un forte attaccamento al suo paese natale dove ha conservato tante amicizie, ha frequentato la Chiesa parrocchiale e partecipato alle feste più importanti. È sempre stato un marito e papà esemplare, un uomo semplice, allegro, scherzoso e ben voluto, con due grandi passioni: la caccia e la Juventus. A Taglio di Po ha lasciato tanti ricordi ed affetti. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TAGLIO DI PO Aveva 86 anni PROFESSIONI 2 articoli 19/04/2016 Pag. 9 Dopo una consultazione vinta superando altre due agenzie, True Company ha curato la realizzazione della campagna tv per il lancio di Nutragent, nuova crema corticosteroidea indicata per il trattamento sintomatico di zone circoscritte della pelle irritate, infiamma te, arrossate e pruriginose, associate ad eczemi di varia natura, dermatiti lievi e eri temi, commercializzata da Galderma (gruppo Nestlé). Partita il 10 aprile sulle prin cipali emittenti televisive, lo spot racconta in chiave comedy le soluzioni che si è disposti a mettere in campo per alleviare la sensazione di prurito dovuta ad alcune tra le più comuni irritazioni ed infiammazioni della pel le. Nutragent, novità pro posta da Galderma, viene presentata in anteprima sul mercato italiano come medicinale di automedicazione (primo Paese in Eu ropa) ed è il primo prodotto della sua categoria a comunicare in tv. Hanno colla borato i direttori creativi Simone Cristiani e Giovan ni Trabucco, l'art director Arianna Busico, il copywri ter Fabrizio La Ferla. Casa di produzione Filmmaster con la regia di Gigi Piola. PROFESSIONI - Rassegna Stampa 19/04/2016 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Galderma presenta la crema Nutragent con True Company 19/04/2016 Pag. 22 diffusione:58907 tiratura:132780 «Il Meldonium serve a migliorare il sesso» Macchè doping, macchè droghe, il meldonio (il farmaco per il cuore reso celebre dalla confessione di Maria Sharapova), serve solo a migliorare le prestazioni sessuali: almeno questo è il parere di Ivars Kalvins, lo scienziato lettone che ha sviluppato il farmaco finito sulle pagine di cronaca giudiziaria più che nei testi di farmacologia e che ha portato alla sospensione di ben 172 atleti perlopiù russi. Kalvins ha spiegato che non tutti vogliono il farmaco al fine di migliorare le prestazioni atletiche: «Se parliamo di atleti di sesso maschile, molti di loro prendono il meldonium allo scopo di migliorare le proprie prestazioni sessuali piuttosto che per aumentare la prestazione sportiva e di questo bisogna tenerne conto». La scorsa settimana, la Wada ha comunque anticipato che potrebbe essere in arrivo una sanatoria sui casi di doping al meldonio, precisando che alcuni degli atleti trovati positivi «potrebbero evitare la sospensione» in mancanza di dati certi sulla tempistica di permanenza del farmaco nell'organismo. PROFESSIONI - Rassegna Stampa 19/04/2016 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PARLA LO SCIENZIATO CHE L'HA CREATO PERSONAGGI 1 articolo 19/04/2016 Pag. 14 diffusione:21000 "Celiachia, oltre al danno la beffa: i bambini celiaci hanno diritto alla mensa scolastica senza aggravio di spesa": è questo il senso di un'interrogazione urgente ai ministri Istruzine e Salute presentata dal senatore Cor Luigi D'Ambrosio Lettieri che, rifacendosi alla denuncia dell'associazione celiaci, raccoglie le proteste di due famiglie con bimbi affetti dalla malattia che si sono visti aumentare le rette annuali fino a tre volte. "Stiamo parlando purtroppo - spiega D'Ambrosio - di una patologia in continuo aumento". PERSONAGGI - Rassegna Stampa 19/04/2016 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rette aumentate per i bimbi celiaci Interrogazione di D'Ambrosio Lettieri (Cor)