Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno

FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 19/04/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
19/04/2016 Il Quotidiano del Sud - Calabria - Catanzaro
La Nuova Valle ha il suo defibrillatore
6
SANITÀ NAZIONALE
19/04/2016 Corriere della Sera - Nazionale
L'autismo nelle scuole
8
19/04/2016 La Repubblica - Nazionale
La salvezza è il vaccino
10
19/04/2016 La Repubblica - Nazionale
I malati raccontano
11
19/04/2016 La Repubblica - Nazionale
Andiamo a caccia dell'Helicobacter
12
19/04/2016 La Repubblica - Nazionale
Se il medico è sbagliato il disastro è assicurato
14
19/04/2016 La Repubblica - Nazionale
Dacci un taglio butta via quella sigaretta
15
19/04/2016 La Repubblica - Nazionale
Vira al verde l 'età delle vampate
17
19/04/2016 La Repubblica - Nazionale
Bioetica dell'epatite C
18
19/04/2016 La Stampa - Nazionale
Sanità, saremmo i primi al mondo se spendessimo meglio i soldi
20
19/04/2016 La Stampa - Nazionale
Idee giovani e "pazze" per battere il cancro
21
19/04/2016 La Stampa - Nazionale
Molinette, 41 telefonate per una visita
22
19/04/2016 ItaliaOggi
Malattia, il taglio di stipendio non può essere sempre evitato
24
19/04/2016 Il Giornale - Nazionale
L'impegno costante per sconfiggere il morbo di Parkinson
26
19/04/2016 Libero - Nazionale
Ecco le voci che mancano nel 730 online
27
19/04/2016 QN - La Nazione - Nazionale
«Farma.net ritiri le quote dalla ex Banca di Scandicci»
29
19/04/2016 DailyMedia
Aziende Schär fa ritorno in tv e sulle piattaforme digitali con due spot, la
pianificazione è di Maxus
30
19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Il farmaco che piace ai governatori
31
19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Pazienti cronici e Piani terapeutici
33
19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Medici associati senza Irap
34
19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Ora le farmacie
36
19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Medicina di famiglia «h16»
38
19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
La chance del cambiamento
40
19/04/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Vademecum delle spese di promozione
42
VITA IN FARMACIA
19/04/2016 Corriere della Sera - Roma
Salute della donna Giornata nazionale di eventi e convegni
45
19/04/2016 La Repubblica - Bologna
Stampante tridimensionale per la ricostruzione delle ossa
46
19/04/2016 La Repubblica - Torino
Esami in farmacia l'esordio è un flop
47
19/04/2016 La Repubblica - Torino
Bono dal"118" alla direzione dell'Asl Cuneo 2 Si occuperà anche di aprire
l'ospedale di Verduno
49
19/04/2016 La Repubblica - Napoli
Nuovo farmaco combatte l'asma sarà approvato entro fine anno
50
19/04/2016 La Stampa - Torino
Piemonte come l'Emilia esami in orari serali e prenotazioni unificate
51
19/04/2016 La Stampa - Cuneo
Utili e fatturato di 4 milioni per le farmacie comunali
52
19/04/2016 QN - Il Resto del Carlino - Reggio Emilia
Scuola insegna ai disabili ad andare in bici Il via giovedì nella pista dedicata a
Cimurri
53
19/04/2016 QN - Il Resto del Carlino - Forli
«Così facciamo prevenzione sulle patologie del cuore»
54
19/04/2016 QN - Il Giorno - Brianza
Quindici rapine in 15 anni alla farmacia del dottor Vintani
55
19/04/2016 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Assalta farmacia armato di trincetto «Datemi i soldi», poi fugge a piedi
56
19/04/2016 Il Gazzettino - Rovigo
Addio al farmacista Nicola Fischetti
57
PROFESSIONI
19/04/2016 Pubblicom Now
Galderma presenta la crema Nutragent con True Company
59
19/04/2016 Tuttosport - Nazionale
«Il Meldonium serve a migliorare il sesso»
60
PERSONAGGI
19/04/2016 EPolis Bari
Rette aumentate per i bimbi celiaci Interrogazione di D'Ambrosio Lettieri (Cor)
62
IN PRIMO PIANO
1 articolo
19/04/2016
Pag. 25 Ed. Catanzaro
diffusione:7296
tiratura:15796
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VALLEFIORITA Bruno: «Giusto che un posto frequentato per lo sport abbia il "salvavita"»
La Nuova Valle ha il suo defibrillatore
Strumento donato dall'amministrazione provinciale prima della gara di calcio
La donazione del defibrillatore alla locale squadra di calcio VALLEFIORITA - Donato un defibrillatore alla
locale squadra di calcio. In vista dell'obbligo per le società sportive di dotarsi del prezioso strumento
salvavita, l'Amministrazione provinciale di Catanzaro, dalle mani del presidente Enzo Bruno ha donato il
defibrillatore al presidente dell'A.c. Nuova Valle, Emilio Truglia affiancato dal suo vice Angelo Muccari,
domenica pomeriggio, prima di una gara di calcio, presso lo stadio di Vallefiorita. Presenti, il delegato della
Figc Lega nazionale dilettanti, Ligato, il presidente dell'Ordine dei farmacisti, Vitaliano Corapi; il presidente
dell'Avis di Vallefiorita,Giuseppe Barbieriedegli Angeli Blu, Pietro Gualtieri. Ricevendo il defibrillatore, il
presidente dell'A.c. Nuova Valle, Emilio Truglia, ha ringraziato il presidente della Provincia Enzo Bruno.
«Fondamentale - ha rimarcato il presidente Bruno - è la rete di collaborazione tra istituzioni e associazioni
creata per venire incontro alle esigenze delle formazioni sportive che non sono nelle condizioni economiche
di mettersi in regola con il decreto Balduzzi, che prevede l'installazione di un defibrillatore negli impianti
sportivi ove si pratichi attività fisica ad elevato impegno cardiocircolatorio. È giusto che un posto frequentato
perlo sportsia dotatodi uno strumento salvavita importante come un defibrillatore e sono davvero lieto di
poter concretizzare una proficua collaborazione che porta alla diffusione dei defibrillatoriin presidistrategici.
Rinnovo la sollecitazione alla creazione di una rete istituzionale che permetta di coprire tutto il territorio».
m.p.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 19/04/2016
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SANITÀ NAZIONALE
23 articoli
19/04/2016
Pag. 19
diffusione:325546
tiratura:405864
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L'autismo nelle scuole
Insegnanti di sostegno non specializzati, pochi fondi, esperti divisi E chi ha i soldi per farlo si affida a tutor
privati Il programma In Italia frequentano le classi comuni Le linee guida invitano a coinvolgerli anche alle
attività extra scolastiche, ma non sempre succede
Valentina Santarpia
Numeri incerti, insegnanti di sostegno non specializzati, fondi erogati dalle Regioni a singhiozzo, esperti
divisi sui metodi di trattamento, e un «mercato nero» di tutor specializzati che possono cambiare le
prospettive di integrazione ma che solo le famiglie abbienti possono permettersi: per ora l'inserimento dei
bambini e dei ragazzi che soffrono di autismo nelle scuole italiane, il sistema per antonomasia più inclusivo
d'Europa, è ancora a macchia di leopardo. E i casi di autistici lasciati a casa dalle gite non è una novità:
«L'anno scorso successe a mia figlia - racconta Vito Crea, papà di Francesca, dalla provincia di Reggio
Calabria - Ma non sono servite proteste e interpellanze parlamentari: nella nostra regione siamo ancora allo
sato brado».
I numeri
Il primo dato certo è che non c'è certezza, su quanti siano i bambini e i ragazzi affetti da autismo in età
scolare in Italia: sui 234.788 disabili certificati in Italia, gli autistici si «perdono» in quei 152.551 alunni con
handicap intellettivi che frequentano scuole statali e private. «Ho fatto una proposta di legge perché ci sia
una mappatura degli studenti autistici», ricorda la senatrice Laura Bignami (gruppo Misto). Ma il sistema
elaborato dal ministero dell'Istruzione (Miur) per censire gli autistici è incappato nelle maglie del Garante
della privacy: «Forse per settembre dovremmo aver risolto e avere quindi un quadro più preciso», dice
Raffaele Ciambrone, il dirigente che sta lavorando al disegno di legge delega sulle disabilità previsto dalla
riforma Renzi. Intanto, ci si affida alle stime: «Se il CDC di Atlanta nel 2012 sull'autismo in 12 Stati degli
Usa parlava di un bambino nato autistico su 68 - scrive il professore Carlo Hanau, direttore del master in
formazione a distanza sull'autismo dell'università di Modena e Reggio Emilia - in Italia si parla di 4 casi ogni
mille, tenendo conto soprattutto delle due regioni, Emilia Romagna e Piemonte, le uniche che raccolgono
dati da più tempo». Sarebbero 100 mila le famiglie alle prese con una persona affetta da autismo, e tra
questi 60 mila studenti, sintetizzando le stime delle associazioni.
Il sostegno
I disabili nel nostro Paese frequentano le classi comuni, tranne in rari casi, grazie alla forza di 130 mila
insegnanti di sostegno (28 mila immessi solo negli ultimi tre anni). Ma perché a un alunno vengano
assegnate le ore, i fondi e i trasporti, le famiglie devono superare una serie di passaggi burocratici passando dal Pei, il piano educativo individualizzato, al Glhi, il gruppo di lavoro per l'handicap di istituto che scoraggerebbero chiunque: «Stiamo lavorando alla semplificazione», assicurano dal Miur. E non
sempre gli insegnanti sono preparati: anche se le linee guida prevedono che il personale faccia di tutto per
far partecipare i disabili alle attività scolastiche ed extra, gite comprese, non sempre è facile. «Un autistico
su 4 non riesce a parlare, i più gravi commettono atti di autolesionismo o possono diventare aggressivi»,
spiega Francesco Di Salle, direttore del master Aba, dell'università di Salerno, uno dei due master pubblici
sull'analisi comportamentale applicata ( vedi box ), considerato molto efficace per il trattamento
dell'autismo.
Ricchi e poveri
Gli insegnanti di sostegno inseriti nell'organico, tra i quali ci sono anche quelli che in passato hanno
considerato l'incarico una scorciatoia per ottenere il ruolo, hanno una formazione molto variegata. «La
legge sull'autismo approvata ad agosto 2015 ha avuto tanti pregi, tra cui l'inserimento dell'Aba nei Livelli
essenziali di assistenza, ma il grave difetto di non nominare mai la parola scuola», nota Paolo Sarra, che
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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19/04/2016
Pag. 19
diffusione:325546
tiratura:405864
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ha fatto parte del gruppo di lavoro per la 134. Il risultato? A oggi non esiste ancora una specializzazione per
insegnanti di sostegno agli autistici. E chi può ricorre a un tutor privato specializzato in Aba, che affianca il
docente in aula, in base a protocolli con i presidi. Il costo? Dai 10 ai 30 euro all'ora. «Spendo sui 1.600 euro
al mese per mio figlio - dice Alfonso D'Angelo, presidente di Autismo fuori dal silenzio - è un sacrificio, ma
gli sto dando una chance».
@ValentinaSant18
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: Elaborazione su dati Miur Corriere della Sera I numeri 4 bambini ogni 1000 nati 2,7 3,1 2% 1% 0
3% 4% 2,6 2,3 3,2 2,8 2,8 2,4 2,6 2,1 2,2 2,8 2,9 2,9 2,7 2,8 3,5 3,5 2,6 Piemonte Lombardia Veneto FriuliV.G. Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata
Calabria Sicilia Sardegna Italia NELLE REGIONI Alunni con disabilità nelle scuole statali, in percentuale LE
DIFFERENZE Alunni con disabilità per tipologia nelle scuole statali e in quelle private Altro tipo 26,8%
Disabilità motoria 3,3% Disabilità visiva 1,5% Disabilità uditiva 2,5% Disabilità intellettiva 65,9% Altro tipo
30,3% Disabilità motoria 6,5% Disabilità visiva 2,1% Disabilità uditiva 4,7% Disabilità intellettiva 56,3%
Statali Non statali Ci sono 100 mila autistici in Italia di cui 60 mila in età scolare GLI ALUNNI CON
DISABILITÀ IN TUTTE LE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO totale 234.788 9,5% all'infanzia 25% alla
secondaria di II grado 28,5% nella secondaria di I grado 37% nella primaria Nord est 39.816 Nord ovest
61.019 Centro 49.002 Mezzogiorno 84.951 Per area geografica 152.551 Le disabilità intellettive, tra cui
l'autismo: la più diffusa 223.622 Gli alunni con disabilità sia fisica che psicologica 3.638 quelli che hanno
difficoltà visiva 6.217 uditiva In Italia secondo l'Istituto superiore di sanità l'autismo colpisce
Cos'è
Chiamato in origine Sindrome di Kanner, l'autismo è considerato dalla comunità scientifica internazionale
un disturbo neuro-psichiatrico che interessa la funzione cerebrale Si manifesta con una marcata
diminuzione dell'integra-zione socio-relazionale
e della comunicazione con gli altri
e un parallelo ritiro interiore Uno studio epidemiologico finanziato da Autism Speaks (pubblicato su
Molecular Psychiatry ) lega il rischio di autismo con l'età dei genitori. Secondo iCARE (International
Collaboration for Autism Registry Epidemiology) su 5,7 milioni di bambini in 5 Paesi emerge che il rischio
maggiore si registra nelle madri adolescenti e nei padri oltre i 50 anni
La parola
Aba
L'analisi comportamentale applicata (Aba: applied beahvior analysis ) è un metodo educativo che si basa
sulla gratifi-cazione nell'apprendimento e che viene usato con grande successo nella terapia dell'autismo.
Raccomandato da studi scientifici a livello internazionale, è stato riconosciuto anche dall'Istituto superiore di
sanità italiano che nel gennaio 2012 ha ammesso «che può migliorare il quoziente intellettivo, il linguaggio
e i comportamenti adattativi, cioè le abilità necessarie per la vita quotidiana». Il Miur lo sta prendendo in
considerazione per migliorare le prassi didattiche nei confronti degli autistici.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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19/04/2016
Pag. 37
diffusione:235298
tiratura:335733
La salvezza è il vaccino
La recente epidemia di meningite in Toscana ce lo ricorda meglio di mille parole: la meningite può colpire
chiunque, in ogni momento.
Non solo neonati o bambini nei primi anni di vita, ma anche ragazzi, adulti e anziani. È una malattia che
colpisce spesso con la velocità di un rapace: bastano poche ore e la preda viene portata via.
L'unica difesa è quindi la vaccinazione. La meningite che imperversa in Toscana è causata dal
meningococco C, e colpisce gli adulti perché la vaccinazione è stata introdotta in Italia solo dieci anni fa. La
più temibile, ma anche la più rara, è invece la meningite causata dal meningococco B.
Il vaccino contro questo patogeno è disponibile in Italia ma sono ancora poche le Regioni che lo
propongono gratuitamente. C'è poi quella causata da pneumococco che colpisce molto anche gli anziani,
per cui esiste il vaccino che copre dai ceppi più pericolosi.
Per sensibilizzare su questa malattia, sulla sua prevenzione e sull'assistenza ai malati, 8 anni fa è stata
istituita la Giornata Mondiale della Meningite il 24 aprile. A organizzarla in tutto il mondo sono le
associazioni che fanno parte del CoMO - Confederation of Meningitis Organizations, la federazione
mondiale delle associazioni che lottano contro la meningite. In Italia c'è il Comitato Nazionale contro la
Meningite, nato nel 2011 dall'incontro di persone che hanno avuto esperienza diretta e drammatica della
meningite: genitori che hanno perso i figli e persone sopravvissute alla malattia.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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RSALUTE LA DATA
19/04/2016
Pag. 37
diffusione:235298
tiratura:335733
I malati raccontano
Alessia, Federico, Azzurra, Tiziano Mirko, Ester non ci sono più, la meningite li ha portati via. Aurora e
Jacopo, invece, hanno la fortuna di poter raccontare cosa gli è accaduto. Lo fanno in Liberi dalla meningite.
Le nostre storie (a cura di Letizia Gabaglio ed Elisabetta Marano, Mondadori, a giorni in libreria), un libro
voluto dal Comitato Nazionale contro la Meningite per favorire la giusta informazione e la prevenzione.
«Vorremmo che tutti i genitori venissero messi in condizione di scegliere consapevolmente se vaccinare o
meno i propri figli. Ci piacerebbe che scegliessero dopo essere stati debitamente informati e non sulla scia
di errate informazioni acquisite sul web, da un amico o conoscente. Il medico, prima di tutti, dovrebbe
informare i genitori sui rischi legati alla malattia, sui sintomi che la caratterizzano e sull'opportunità di
contrastarla con la vaccinazione», scrivono Amelia Vitiello e Ivana Silvestro, presidente e vice presidente
dell'associazione.
Oggi, infatti, le vaccinazioni per prevenire tutti i tipi di meningite ci sono e i genitori possono proteggere i
loro figli.
Il libro è quindi soprattutto uno strumento di informazione in cui le testimonianze si alternano alle parole
degli esperti: Alberto Villani, pediatra al Bambino Gesù di Roma, e Michele Conversano, igienista della ASL
di Taranto. Completano il testo schede sulla meningite e la sepsi, sui sintomi da riconoscere, sulle
vaccinazioni disponibili. anna lisa bonfranceschi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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RSALUTE IL LIBRO
19/04/2016
Pag. 38
diffusione:235298
tiratura:335733
Andiamo a caccia dell'Helicobacter
ELVIRA NASELLI ED EMILIO MARRESE
CI CONVIVIAMO dalla notte dei tempi, considerato che ce l'aveva persino la mummia Ötzi. E - chi più chi
meno, dal 20-30 per cento del Nord Europa all'80 del Portogallo - non c'è paese che non ce l'abbia. In Italia
si calcola che almeno uno su tre abbia l' infezione da Helicobacter Pylori, batterio resistente, che si ancora
all'interno del nostro stomaco e causa gastrite, qualche volta mal di stomaco o cattiva digestione, ulcera, in
minima parte tumori allo stomaco, incluso un particolare tipo di linfoma. Ed è per questo che lo Iarc
(Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) lo considera carcinogeno di classe 1, insieme a fumo,
alcol, e un centinaio di altre sostanze.
La strategia attuale è dunque di eradicare l'infezione, senza però cercarla attivamente.
Ma facciamo un passo indietro. E a come si contrae l'infezione. «In realtà non lo sappiamo con certezza premette Rocco Maurizio Zagari, dipartimento scienze mediche e chirurgiche università di Bologna, uno
degli esperti che ha lavorato alle linee guida italiane - ma è probabile per via orale e fecale, e infatti i numeri
sono più alti nei paesi con condizioni igieniche peggiori. È un'infezione tipica dei bambini, e comunque dei
primi 16-18 anni di vita. È molto difficile che la si contragga da adulti, e non sappiamo perché. Quindi se un
adulto è negativo ha poco senso rifare il test, perché è improbabile che contragga l'infezione». Se bisogna
eliminare il batterio ogni volta che lo si individua il punto è se sottoporre a screening - test del respiro o feci
- tutta la popolazione. E la risposta è no. «Non c'è rapporto costo-beneficio - premette Antonio Gasbarrini,
primario di Gastroenterologia al policlinico universitario Gemelli di Roma - mentre bisogna certamente
sottoporre a test chi ha familiarità di primo grado con il cancro allo stomaco, o ha dispepsia, storia di ulcera
gastrica e duodenale o prima di cominciare una terapia con aspirina, antinfiammatori o anti aggreganti
perché l'Helicobacter aumenta il rischio di sanguinamenti. È importante però che prima di sottoporsi a test
si interrompano i farmaci IPP (inibitori di pompa protonica, gastroprotettori) almeno 10 giorni prima, per non
falsare il risultato. Ovviamente Helicobacter si diagnostica anche con la gastroscopia, che si effettua
soltanto se si sta cercando una malattia maggiore o il paziente ha dimagrimento rapido o anemia».
E veniamo al capitolo cura, non sempre facile, anche per la perdita di efficacia di alcuni antibiotici. «Siamo
stati tra i più grandi consumatori di claritromicina - ammette Zagari - e così mentre la terapia con questo
antibiotico, insieme ad un altro e a un IPP per sette giorni (terapia triplice) funzionava al 90 per cento,
adesso, per arrivare all'80 dobbiamo prolungare la terapia per due settimane, o usare tre antibiotici e un
IPP in sequenza (terapia sequenziale) o tutti insieme (terapia concomitante)».
A queste possibilità di intervento si è appena aggiunta una nuova strategia che affianca a due antibiotici e
un IPP anche il bismuto. «Una terapia molto efficace in prima linea - precisa Gasbarrini - in fascia A, e
consigliata pure in seconda o terza linea.
In particolare ha elevatissimi tassi di successo nei pazienti che hanno tentato l'eradicazione senza
successo». La seconda e terza linea di intervento - ovvero pazienti che hanno resistito alle cure per
l'eradicazione - è riservata ai centri molto esperti. Dopo gli antibiotici bisogna cercare di ripristinare il
microbiota intestinale con quei probiotici che hanno dimostrato di essere efficaci: il lactobacillo reuteri o il
GG, il saccaromices boulardi, il bacillus clausii. E a seguire una dieta ricca di fibre, frutta e verdura. È un
batterio il cui habitat ideale è la mucosa dello stomaco Via orale (saliva) e oro-fecale. Il contagio avviene
tipicamente in età pediatrica e persiste in quella adulta Adesione Il batterio si unisce ai recettori specifi ci
della superfi cie delle cellule epiteliali Ingresso nello stomaco Attraversa lo strato di muco usando i suoi fl
agelli come "eliche" Cellule epiteliali Recettore Microambiente Per sopravvivere, il batterio produce l'enzima
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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COPERTINA R SALUTE/ Gastriti. Vive nel nostro stomaco dalla notte dei tempi. E ci danneggia causando
bruciori ma anche tumori. Del Pylori bisogna sbarazzarsi. Le nuove linee guida spiegano come farlo. Per
sempre. Usando bene gli antibiotici. Con una nuova terapia
19/04/2016
Pag. 38
diffusione:235298
tiratura:335733
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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ureasi che neutralizza l'acido presente nello stomaco Virulenza Alcuni ceppi di H. Pylori sono in grado di
secernere sostanze che suscitano una risposta infi ammatoria (per es. citochine) H. Pylori colpisce di più
nei paesi a reddito medio e basso. Cellule T Cellule T uccise Citochine Infezione cronica Quando si
scatena l'infezione, i batteri reprimono la risposta immunitaria. Per esempio, producono una tossina che
uccide le cellule T COS'È IN CIFRE COME SI CONTAGIA L'INFEZIONE NEL MONDO PARETE
GASTRICA SEZIONE Cellule epiteliali Mucosa STOMACO INTESTINO Helicobacter pylori Vasi sanguigni
è la media degli italiani che convive con H. Pylori degli infettati soff re di ulcera 1015% degli infettati è
colpito da cancro 3050% 1% Flagelli Dna Doppia membrana Valori medi stimati per regione INFOGRAFICA
PAULA SIMONETTI FONTE OMS / ISS / THE NOBEL PRIZE 20% 30-40% 50% 60-70% 80-90% S/dati
LEGENDA
LA TER APIA
IL MIX DI FARMACI Combina antibiotici diversi e inibitori della pompa protonica*
Il batterio colpisce lo stomaco e/o il duodeno
DUODENO
75%
LE MAL AT TIE CORREL ATE LA DIAGNOSI LEGENDA Pos sibili sintomi Mal di stomaco Cattiva
digestione Senso di pienezza delle persone infette non ha sintomi Si soa in una provetta TEST DEL
RESPIRO Identifi ca la presenza di ureasi rilasciata dall'Helicobacter TEST SIEROLOGICI Misura specifi ci
anticorpi nel sangue ENDOSCOPIE Utile per i pazienti con sospetto di ulcera o tumore ANTIGENI FEC ALI
Individua nelle feci gli antigeni specifi ci contro il batterio GO ESOF ESOFAGO GO * Alcune terapie
prevedono l'utilizzo di antagonisti dei recettori dell'istamina Una volta scatenata, l'infezione può causare:
GASTRITE Infezione della mucosa dello stomaco ULCERA GASTRICA Lesione della mucosa dello
stomaco STOMACO ULCERA DUODENALE Lesione della mucosa del duodeno DUODENO C ANCRO
ALLO STOMACO Le ulcere gastriche, in alcuni casi, possono trasformarsi in cancro
19/04/2016
Pag. 37
diffusione:235298
tiratura:335733
Se il medico è sbagliato il disastro è assicurato
(e. nas.)
SOLO il 7,4 per cento dei ricoverati per una malattia dell'apparato digerente è curato dal gastroenterologo.
Percentuale bassissima, con effetti rischiosi: peggiora la prognosi, si allunga la degenza, aumenta la
mortalità quasi raddoppiando, dal 2,2 al 4,1 per cento, crescono ovviamente anche i costi. Sono i risultati di
una ricerca condotta da Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri), in
collaborazione con il ministero della Salute, che ha analizzato per la prima volta in Italia oltre 4.800.000
ricoveri tra il 2010 e il 2014. Soltanto in quest'ultimo anno, sono stati registrati quasi novecentomila ricoveri.
Ovviamente mai come in questo caso vale l'equazione reparto sbagliato - cure inappropriate. Con inevitabili
ricadute anche sulle liste di attesa: se si ricovera un malato in chirurgia, ma non ha bisogno di cure
chirurgiche, è ovvio che quel letto viene tolto a chi invece aspetta di esser operato. E i numeri non sono
bassi: il 49,8 per cento di chi ha malattie dell'apparato digestivo è curato in unità di Chirurgia, il 23,9 in
medicina, il 5 in pediatria e il 13,6 per cento in altre unità operative. Se fossero tutti ricoverati in
Gastroenterologia invece - ha ipotizzato Aigo - si risparmierebbero 360.000 giornate di ricovero all'anno.
Questo perché i ricoveri nel reparto giusto accorciano la degenza di uno o più giorni. E, considerato che un
posto letto costa circa 800 euro in media al dì, si capisce bene l'entità del risparmio. Ma perché chi ha una
malattia digestiva viene ricoverato altrove? I motivi li sintetizza Antonio Balzano, past president Aigo. «È
sottostimato il numero di pazienti - premette - e sono poche le unità operative di Gastroenterologia, sia
come numero assoluto che come distribuzione geografica. E questo nonostante i ricoveri siano al secondo
posto, dopo quelli per malattie cardiovascolari. Sono rimasti sorpresi anche al ministero della Salute, che ci
ha fornito tutti i dati». La proposta dei gastroenteroli ospedalieri è semplice: reti regionali per le emergenze,
come le emorragie gastriche per esempio, e potenziamento dei posti letto, inserendo la Gastroenterologia
nei Dea di primo e secondo livello con distribuzione omogenea su tutto il territorio. «Uno degli elementi
critici oggi è proprio la mancanza di reti di emergenza - continua Balzano - tranne che in Lombardia e
Veneto. Campania e Toscana si stanno attrezzando, ma c'è molto da fare. La rete è fondamentale: quando
si è di fronte ad un paziente con una particolare patologia, lo si deve inviare nel suo ospedale di riferimento,
non in uno qualunque: lì perderebbe tempo e magari non troverebbe lo specialista che gli serve». C'è una
proposta degli specialisti: reti regionali per le emergenze e molti più posti letto in ospedale
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Malasanità. Ricoveri non specializzati. Dottori incompetenti Con aumento dei costi e della mortalità
19/04/2016
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Dacci un taglio butta via quella sigaretta
Solo il 2% delle persone che ce la fanno ricorre ai Centri Ci sono poche strutture
ELENA DUSI
C'È CHI dice: ora basta. E chi invece preferisce l'approccio graduale, un passo alla volta. Visto che
smettere di fumare è spesso faticoso, libri e consigli sul metodo da seguire non mancano. Una ricerca
dell'università di Oxford ha provato a stabilire con i numeri qual è la strategia più valida. E il taglio netto è
risultato il metodo più efficace. Su un campione di 700 fumatori, equamente suddivisi fra il "basta per
sempre" e il "meglio un passettino al giorno", il primo gruppo dopo un mese di sforzi ha smesso nel 49%
dei casi, mentre il secondo nel 39,2%.
Anche a sei mesi di distanza la prima strategia è risultata più efficace rispetto alla seconda: 22% di
successi rispetto al 15,5%.
I dati inglesi sono stati pubblicati su Annals of Internal Medicine. Tutti i fumatori dell'esperimento (che
consumavano una media di un pacchetto al giorno) sono stati aiutati a mitigare l'astinenza con farmaci a
base di nicotina: cerotti, gomme, caramelle, ecc. Per essere certi che avessero smesso davvero, i medici
hanno misurato il livello di monossido di carbonio nel loro respiro.
Il taglio netto è il consiglio dato oggi dalla maggior parte dei centri antifumo nel mondo. Uno studio della
Collaborazione Cochrane nel 2012 aveva però messo in dubbio questa strategia. Tra la cessazione
immediata e quella graduale, aveva osservato, esiste un sostanziale pareggio. E quando si va a chiedere ai
fumatori quale pensano che sia la scelta migliore, la maggior parte preferisce una riduzione graduale.
Anche ai volontari di Oxford, prima di iniziare, era stata posta questa domanda. Il 51% avrebbe scelto la
riduzione progressiva, il 32% si era detto disposto anche a dire "basta mai più", per il 17% entrambe le
strade erano equivalenti. Chi poi era stato assegnato al gruppo della riduzione progressiva doveva
impegnarsi a tagliare il numero di sigarette giornaliere del 75% in due settimane. Un obiettivo impegnativo
anche con l'aiuto di caramelle, gomme e inalatori alla nicotina. Al centro antifumo dell'Istituto nazionale dei
tumori di Milano, in realtà, non esiste una strategia preferita. «Il nostro compito - spiega il responsabile, lo
pneumologo Roberto Boffi - è danzare insieme al fumatore per aiutarlo a smettere. Dobbiamo assecondare
le sue necessità, non forzarlo. Soprattutto quando si sceglie di usare un medicinale contro il fumo diverso
dalla semplice terapia sostitutiva nicotinica, è più la farmacodinamica del principio attivo che non la volontà
del fumatore a dettare i tempi.
«Il bupropione ad esempio - spiega Boffi - è un farmaco della classe degli antidepressivi. Se ne deve
assumere una compressa al giorno per una settimana, e solo all'ottavo giorno si smette di fumare, andando
avanti con due compresse per altre sette settimane». La vareniclina, un altro medicinale disponibile in
compresse usato per liberarsi dalle sigarette, agisce cercando di combattere la dipendenza direttamente a
livello cerebrale. «Segue un po' i principi del vaccino» spiega Boffi. Va ad occupare i recettori nel cervello
che si legano alla nicotina. La quale, trovando "tutte le sedie già occupate", vede gradualmente svanire i
suoi effetti. «Occorrono da 8 a 14 giorni prima che i recettori si saturino e la cura diventi pienamente
efficace. A quel punto si deve smettere di fumare e si va avanti per tre mesi con il farmaco in funzione di
mantenimento», aggiunge l'esperto.
Oltre alle due alternative esplorate a Oxford, per smettere di fumare esistono dunque altre strade, ognuna
con i suoi "tempi tecnici". Eppure l'85% delle persone che riesce ad abbandonare il vizio lo fa ancora da
solo. Appena il 2% in Italia è stato aiutato da un centro antifumo. «Dovremmo fare di più, aumentando le
strutture e riducendo i costi a carico dei fumatori. In Gran Bretagna sia i centri che i farmaci per la
disassuefazione da fumo sono gratuiti. Da noi per i primi bisogna prevedere circa 100 euro per le visite
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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PREVENZIONE R SALUTE/ Fumo. Uno studio dimostra che per smettere la strategia migliore è quella di
farlo da un giorno all'altro. Ma non ci si riesce. Nei centri antifumo si seguono diverse strade. Con l'aiuto di
psicofarmaci. E ascoltando le necessità del paziente
19/04/2016
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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previste in un anno, e altri 2-300 euro per i secondi. Ecco perché qui i fumatori sono quasi il doppio degli ex
fumatori, mentre nel Regno Unito questa proporzione è capovolta», conclude Boffi.
Mentre in Italia è entrata in vigore a febbraio la nuova normativa che vieta il fumo in auto, elimina i
pacchetti da 10 e allarga le immagini choc, la dimostrazione "a contrario" che le politiche antifumo serie
funzionano arriva dalla Cina, dove oggi un fumatore medio consuma 22 sigarette al giorno: il doppio
rispetto al 1980.
Best seller Un milione e duecentomila copie vendute, per il libro dell'inglese Carr Allen (È facile smettere di
fumare se sai come farlo, EWI Editore).
Se funziona davvero, lo potrebbero dire solo studi epidemiologici.
Ma di certo molti si sono incuriositi.
Magari ci hanno provato.
Ed è già un bene www.iss.it/fumo http://annals.org PER SAPERNE DI PIÙ
19/04/2016
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Vira al verde l 'età delle vampate
PAOLA EMILIA CICERONE Tutto l'organismo è sotto stress Bisogna adattarlo al nuovo L'agopuntura è
molto efficace
LA MENOPAUSA NON È una malattia ma una condizione naturale, una
liana di Psiconeuroendocrinoimmunologia. Per affrontarla al meglio occorre una buona capacità di
adattamento. «Ogni donna deve partire da se stessa, dai propri punti di debolezza e di forza», spiega la
ginecologa. Ecco perché l'intervento deve essere personalizzato: alcune donne soffrono di vampate,
secchezza vaginale o sbalzi di umore, altre no. Il dato comune a tutte è lo stress cui è sottoposto
l'organismo in una fase di cambiamento. E oggi, aggiunge Risi, «sappiamo che la carenza di estrogeni
influisce su tutto l'organismo: apparato respiratorio, pelle, fegato, sistema nervoso». Ecco perché
l'attenzione deve andare oltre i cambiamenti che riguardano l'apparato riproduttivo o la libido. Partendo
dallo stile di vita. Esercizio fisico e dieta. Cui aggiungere, rigorosamente ad personam, prodotti naturali che
aiutino a controllare i sintomi.
In menopausa il metabolismo rallenta, e un'attività fisica costante previene la perdita di massa muscolare,
aiuta a riposare bene e migliora l'umore. Ma soprattutto combatte l'osteoporosi. «La forza di gravità stimola
l'espressione genica del recettore per gli estrogeni nelle cellule dell'osso (osteoblasti), e quindi la
produzione di massa ossea, con un'azione simile a quella degli ormoni», spiega Stefano Lorenzetti,
ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità.
Una risposta naturale si trova a tavola. «Secondo la medicina cinese, la menopausa è un deficit di Yin, per
cui è importante eliminare l'eccesso di calore con un'alimentazione antiinfiammatoria, ricca di frutta e
verdura - spiega Risi - senza dimenticare i semi oleosi, ricchi di acidi grassi omega 3 che rallentano l'indice
glicemico e hanno effetto antipertensivo e antinfiammatorio». Una dieta di questo tipo permette di fare il
pieno di molecole ormono-simili, come i polifenoli, «nella forma naturale, per cui abbiamo prove di efficacia
e sicurezza più solide», osserva Lorenzetti. Ricordando che i vegetali più ricchi di polifenoli, contenuti
soprattutto nella buccia, sono quelli più colorati.
Per chi ne ha bisogno, ci sono sostanze come il DHEA (Deidroepiandrosterone) «che è un precursore
degli ormoni sessuali molto efficace per trattare stanchezza e calo della libido, oltre ad essere un
modulatore del sistema immunitario e un blando antidepressivo», spiega Risi. Un ruolo importante lo gioca
poi la vitamina D, che previene l'osteoporosi oltre a regolare la produzione di insulina e l'attività delle
cellule. La vitamina si metabolizza esponendosi al sole.
La maggioranza degli integratori per trattare i sintomi della menopausa è a base di estratti vegetali ricchi in
polifenoli: isoflavoni di soia, trifoglio e cimicifuga. Anche se ancora non abbiamo dati esaurienti sulla loro
efficacia. «Per questo è meglio assumere queste sostanze attraverso la dieta», spiega Lorenzetti. Un
supplemento a base di estrogeni può essere utile, anche in mancanza di sintomi, ma l'efficacia varia da
persona a persona, ed è importante trovare giusta combinazione e giusto dosaggio. «Senza dimenticare avverte Risi - che chi ha una storia di tumore al seno deve usare con prudenza anche i prodotti naturali».
Per questo possono essere utili principi attivi non estrogenici, come gli estratti di polline, o l'agopuntura,
molto efficace per trattare i sintomi. «A volte - conclude la ginecologa - è necessario utilizzare strumenti
diversi, per ottenere risultati ottimali minimizzando gli effetti negativi».
www.epicentro.iss.it www.saperidoc.it PER SAPERNE DI PIÙ
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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MEDICINA NATURALE R SALUTE/ Menopausa. Una dieta ricca di frutta e verdura, olio e semi contro
l'infiammazione. Estratti di polline . Esercizio fisico per rinforzare le ossa. Dhea e vitamine, sotto controllo
medico. Come alleviare i disturbi degli anni critici
19/04/2016
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Bioetica dell'epatite C
Più in là spostiamo l'inizio delle cure più corriamo il rischio di sprecare risorse
ANTONIO CRAXÌ* E LUCIA CRAXÌ**
SIAMO DI FRONTE a uno stravolgimento nell'orizzonte delle terapie per la cura dell'epatite C: sono stati e
saranno immessi in commercio farmaci estremamente efficaci, di facile somministrazione e ben tollerati,
che hanno però costi indiscutibilmente elevati, anche se in progressiva riduzione. Ma con le risorse limitate
a disposizione i decisori hanno dovuto operare delle scelte, che hanno sollevato dubbi e perplessità
nell'opinione pubblica così come nei medici. La domanda dunque è: le scelte adottate sono state e
rimangono eticamente giustificabili? La risposta non è univoca e definitiva ma dipende dal quadro etico di
riferimento da cui si parte. L'egualitarismo, il modello etico adottato in Italia e in molti paesi europei,
privilegia il beneficio sociale a spese della libertà individuale, richiede il massimo intervento da parte dello
Stato e riduce la possibilità di scelta personale, favorendo l'uguaglianza tra gli individui. Tutti gli esseri
umani sono uguali per valore e status sociale: lo Stato ha pertanto l'obbligo di intervenire per garantire gli
standard minimi di assistenza e cura per tutti, il che significa uguale accesso alle cure e stesse opportunità
per tutti.
Attenzione però a non cadere in un fraintendimento grave, come è avvenuto di recente proprio in merito
alle politiche di accesso alle terapie per l'HCV: l'uguaglianza non va confusa con l'equità. Se l'uguaglianza è
il fine ultimo, l'equità è lo strumento per ottenerla: coloro che non sono uguali tra loro vanno trattati in modo
diverso, per ottenere un livellamento come risultato.
Coerentemente col modello egualitarista, in Italia si è scelto di stratificare i pazienti in base al bisogno di
cura, garantendo nell'immediato l'accesso alle nuove terapie solo ai pazienti con fibrosi avanzata o cirrosi,
e mantenendo in attesa quelli con uno stadio di malattia meno avanzato. Ma non è dimostrato che i pazienti
con stadi meno avanzati non siano a rischio. Studi recenti dimostrano che la velocità di progressione della
fibrosi potrebbe essere maggiore di quanto si pensi; un differimento del trattamento potrebbe consentire
una progressione verso la cirrosi, aumentando il futuro rischio di scompenso e cancro epatico, ma anche di
problemi di altri organi (rene, vasi, sistema immunitario) .
Non va inoltre trascurato il fatto che quanto più in là spostiamo la soglia di accesso alle terapie verso
pazienti estremamente gravi, quanto più corriamo il rischio che vengano sprecate risorse preziose per
eradicare il virus in pazienti che ormai si trovano in uno stadio così avanzato di malattia che l'eradicazione
stessa non può portare benefici sostanziali. Dobbiamo anche essere consapevoli che rimandare il
trattamento richiede ripetute misurazioni non invasive dello stadio di avanzamento della fibrosi e cure
preventive per il paziente.
Non meno importante: dobbiamo tenere in considerazione gli effetti sul sistema nervoso dell'HCV, in
particolare l'astenia e la depressione, che possono ridurre la qualità della vita per tutto il tempo in cui un
paziente è obbligato ad attendere la terapia.
In conclusione, il giusto equilibrio tra il diritto individuale alla cura e l'interesse della società deve essere
trovato tenendo in considerazione la storia naturale della malattia, il nostro potere di predirne il decorso e la
disponibilità di cure efficaci, ma soprattutto il desiderio di ciascun individuo di essere curato. I limiti finanziari
e organizzativi non possono essere considerati come fattori primari nell'operare le scelte, ma come cofattori
che a breve termine influenzano la facilità di accesso alla cura.
Un'appropriata regolazione del meccanismo decisionale nell'allocazione delle terapie richiederà in ogni
caso un approfondimento delle conoscenze sugli effetti a lungo termine del differimento o della negazione
della terapia e in ultimo sulla diffusione della malattia, e dovrà tenere in conto la progressiva riduzione dei
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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LA DISCUSSIONE R SALUTE/ Farmaci . Le nuove terapie sono costosissime. E il Ssn ha i fondi per
fornirle solo ai malati più gravi. È giusto? Ha senso spazzare via il virus quando la patologia è avanzata?
Chi sta meglio si aggraverà. Due esperti cercano la risposta
19/04/2016
Pag. 42
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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costi.
Una versione più lunga di questo articolo sarà pubblicata su HCView.
*Gastroenterologo, Università di Palermo, ** Bioeticista, Università Cattolica, Roma
Il prezzo Non è mai stato reso pubblico. Varia a seconda dei farmaci.
In media un ciclo pesa fra i 30 e i 40mila euro.
I malati Sono circa 160-180 mila i pazienti che potrebbero ricevere il trattamento antivirale con i
nuovi farmaci.
La rivista HCView è un think tank nato per migliorare le cure del paziente e la loro sostenibilità.
Gli antivirali I superfarmaci colpiscono il sistema di replicazione del virus e ne ostacolano la
diffusione. www.epac.it www.fondazionefegato.it PER SAPERNE DI PIÙ
19/04/2016
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Sanità , saremmo i primi al mondo se spendessimo meglio i soldi
Ha il privilegio di incontrare molti scienziati: ogni settimana, nelle pagine di «Tuttoscienze», li invita a
raccontarci un pezzo del futuro collettivo che stanno costruendo. Da loro ha imparato tutto il bello e il buono
della razionalità.
GABRIELE BECCARIA
Gentile Beccaria, la nostra Sanità è da considerarsi forse una delle migliori, offrendo gratuitamente a tutti la
dovuta assistenza. La spesa è quindi notevole e sarebbe giusto che il Ministero avesse i mezzi necessari
per un severo controllo onde evitare porcherie come quelle ultimamente successe in Lombardia. Ma non
solo: se le regioni settentrionali offrono un servizio migliore rispetto a quelle meridionali, spendendo meno,
forse un'occhiata bisognerebbe darla anche al Sud, per evitare ad esempio che le siringhe in Sicilia
vengano pagate dieci volte in più di quelle comprate a Bolzano. È comunque strano che di fronte a queste
evidenze, che durano da anni, nessun governo sia energicamente intervenuto, e forse bisognerebbe
appurare perché. La mancanza di controllo, che poi incide sull'organizzazione e obbliga il cittadino a
pagare, sia economicamente che come ultimo utilizzatore, non è un'esclusiva della sola Sanità, ma di tutta
l'amministrazione pubblica, che va necessariamente riformata. LUIGI LA CARRUBBA Caro La Carrubba,
lei ha toccato un puntochiave: le clamorose differenze nei costi di una siringa da Regione a Regione e
quelle nei tempi d'attesa per una Tac sono una prova di come la nostra amministrazione pubblica viva di
paradossi. Isole di efficienza convivono con altre di inefficienza. E non è un caso che i maggiori scandali
degli ultimi anni ruotino spesso intorno alla Sanità. Nonostante questo quadro così contrastato - mi ha
ricordato di recente Andrea Grignolio, professore di Storia della Medicina a La Sapienza - l'Italia vanta il
terzo migliore sistema sanitario al mondo. A rivelarlo è la classifica stilata da Bloomberg: per quanto
riguarda la spesa sanitaria in rapporto al pil, siamo a metà classifica con il 9% (il doppio rispetto a
Singapore, che è primo in classifica, ma quasi la metà rispetto agli Stati Uniti, la nazione che spende di più,
il 17,2%). Rispetto al 2013, poi, abbiamo visto calare i costi sanitari pro capite del 9,2%. Conclusione: se
riuscissimo anche a ottenere una razionalizzazione delle spese, la nostra Sanità potrebbe diventare la
prima al mondo. Non male come prospettiva. www.lastampa.it/lettere
contatti Le lettere vanno inviate a LA STAMPA Via Lugaro 15, 10126 Torino E-MAIL: [email protected]
Anna Masera Garante del lettore: [email protected] FAX: 011 6568924
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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SECONDO ME
19/04/2016
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I vincitori del concorso di Cariplo e Airc
SARA RICOTTA VOZA
MILANO Un milione di euro all'anno per finanziare la ricerca sul cancro più innovativa, originale, insomma
quella delle cosiddette «idee pazze» che proprio perché più rischiose e «a fondo perduto» spesso
rimangono allo stadio di intuizioni senza poter essere sperimentate. Per il secondo anno questo milione
messo a disposizione da Fondazione Cariplo e Associazione Italiana per la Ri ce rca sul Cancro è stato
suddiviso in undici parti e assegnato ad altrettanti progetti di ricerca mirati a raggiungere obiettivi nuovi nell
'ambito della prevenzione, diagnosi e cura del cancro. Il primo concorso Trideo (Transforming Ideas in
Oncological reasearch award) si era concentrato su scienziati lombardi e novaresi, quello del 2015 invece è
stato aperto a tutte le regioni italiane e da molte di essere provengono gli undici che sono stati premiati ieri
alle Gallerie d'Italia in Piazza Scala a Milano. «I numeri del cancro sono ancora molto alti, in Italia si pa rla
di 1000 nu ovi casi al giorno», ha ricordato Pier Giuseppe Torrani, presidente Ai rc, «O ggi però sappiamo
curare più della metà di questi malati grazie alla ricerca oncologica, che nel nostro paese è sostenuta per
più della metà dall'Airc». Per Fondazione Cariplo quello della Ricerca scientifica è solo uno dei campi assieme al sociale, all'arte, alla cultura, all'ambiente - in cui è impegnata nella sua attività filantropica che
proprio nel 2016 festeggia i 25 anni e i 30 mila progetti finanziati con quasi tre miliardi di euro. «Per noi è un
programma speciale perché si muove sulla frontiera della conoscenza» ha spiegato Carlo Mango, Diretto re
A rea Scientifica della Fondazione Cariplo, «Si tratta di progetti all'avanguardia, che forse le agenzie
"normali" di finanziamento non sosterrebbero». Il rischio che non tutte queste ipotesi scientifiche portino a
risultati concreti c'è, ma a nemmeno un anno di distanza dalla premiazione dello scorso anno arrivano
anche le prime conferme. Uno dei vincitori del bando Trideo 2014, infatti, il genovese Matteo Jacopo Marzi,
ha pubblicato sulla rivista «Genome Research» i risultati del suo studio sui meccanismi di degradazione dei
microRna. Gli undici premiati di quest'anno vengono da regioni e ambiti diversi. Francesca Reineri
dell'Università di Torino potrà sviluppare i suoi studi sulla Risonanza magnetica per immagini di metaboliti
per la diagnosi e il monitoraggio del trattamento dei tumori, cercando una metodologia non invasiva senza
radiazioni ionizzanti né biopsie. Simone Di Micco dell'Università di Salerno continuerà la sua ricerca su
nuovi farmaci, in particolare nuovi inibitori della proteina JMJD3 coinvolta nell'insorgenza e nello sviluppo
del cancro. Fra i premiati c'è anche una ricercatrice siberiana che a Siena si potrà occupare dello studio dei
meccanismi molecolari dietro le disfunzioni nella leucemia linfoide cronica.
1000 al giorno I casi di cancro diagnosticati in Italia
Foto: Premiati I ricercatori premiati con i direttori scientifici di Airc e Fondazione Cariplo
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Idee giovani e "pazze" per battere il cancro
19/04/2016
Pag. 38
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Molinette, 41 telefonate per una visita
L'odissea di una signora con il Cup: appuntamento fissato a maggio 2017
ALESSANDRO MONDO
Un'odissea telefonica, terminata con la prenotazione di una visita per il 25 maggio. Maggio del 2017, si badi
bene. La classica eccezione che conferma la regola? Difficile crederlo. In ogni caso, la vicissitudine della
signora Rosella Fogliati, pubblicata ieri sulla rubrica Specchio dei Tempi, è la cartina di tornasole di un
problema tuttora in attesa di essere risolto o quantomeno contenuto: le famose liste d'attesa, ovvero i tempi
lunghi se non lunghissimi delle prenotazioni di esami e visite mediche, tasto dolente della Sanità
piemontese e italiana. L'impresa di prenotare Il caso è stato vissuto da una lettrice di Torino approdata al
Cup delle Molinette per prenotare una visita neurologica per i disturbi del sonno. Roba da levarlo per
sempre, il sonno. «Ho scritto a Specchio nei giorni scorsi, ma il tentativo risale ai primi di marzo - precisa la
signora Rosella, 63 anni, ex-commerciante in pensione -. Ho tentato per 41 volte di chiamare il Cup:
sempre occupato». Dai e dai, a un certo punto è arrivato il conforto di una voce. Non una voce umana, ma
quella di una segreteria telefonica: le ha comunicato che la sua era la 37ª chiamata in coda, tempo di
attesa 60 minuti che alla fine sono diventati 70. Dato il tempo trascorso a guardare l'orologio, la precisione
di Rosella non deve stupire. «Visita a maggio 2017» Alla fine, questa volta da parte dell'addetta, è arrivato il
verdetto: visita prenotata il 25 maggio. Del 2017. «Quando ho chiesto se scherzava, mi ha risposto: "No
signora, anzi: le conviene prenotare ora, altrimenti andiamo ancora più in là con i tempi"». E adesso? «Ho
prenotato, ma le sto provando tutte. A fine aprile, aprile 2016, ho fissato un altro appuntamento in un
ospedale di Cune o. Ri vol ge rsi pri vatamente? Prendo 660 euro di pensione, veda lei». La replica
dell'ospedale «La prenotazione avrebbe potuto essere effettuata anche attraverso altri canali, in particolare
chiamando il numero verde del Sistema Regionale SovraCup (840.70.5007) ovvero, previa registrazione al
Portale Sistema Piemonte e rilascio di apposite credenziali, autonomamente da parte del cittadino», replica
la direzione delle Molinette. Posto che l'operazione non sembra delle più agevoli, resta la sostanza. «Il
centro del Sonno - spiegano dall'ospedale - offre prestazioni di elevata complessità, non disponibili in altre
strutture in Piemonte e Valle d'Aosta». In aggiunta la Medicina del Sonno «ha ricevuto negli ultimi anni
crescente attenzione da parte sia degli specialisti che dei medici di medicina generale, in termini di maggior
attenzione diagnostico-terapeutica e di prevenzione per alcune tipologie di rischio che ha comportato un
progressivo incremento della richiesta assistenziale». «Invece di fare tagli alla Sanità dovrebbero tagliare
gli sprechi », commenta Rosella al termine di un'altra giornata faticosa . Ieri si è recata al Cto per sottoporsi
ad una visita ortopedica: è entrata alle ore 13, è uscita alle 18,35. Cinque ore e mezza: sempre meno di un
anno.
La lunghezza delle liste d'attesa discrimina chi, specie se ha gravi problemi di salute, non può permettersi il
ricorso ai privati: ecco come la Regione pensa di superare il problema
102
giorni La lista d'attesa per effettuare una spirometria semplice o globale
Le tappe I tentativi Ai primi di marzo la signora Rosella ha tentato per 41 volte di chiamare il Cup: ma il
numero era sempre occupato In coda Al 42° tentativo una segreteria le ha comunicato che la sua era la 37ª
chiamata in coda, tempo di attesa 60 minuti che alla fine sono diventati 70 Tra 14 mesi Alla fine di questa
odissea, è arrivato il verdetto da parte di un'addetta in carne ed ossa: visita prenotata per il 25 maggio
2017, cioè dopo 14 mesi
La replica dell'ospedale «La prenotazione avrebbe potuto essere effettuata anche attraverso altri canali in
particolare chiamando uno speciale numero verde»
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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I nodi della Sanità L'appuntamento dal neurologo dopo un'attesa di 70 minuti
19/04/2016
Pag. 38
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Ho prenotato, ma a fine aprile 2016 ho fissato un altro appuntamento in un ospedale di Cuneo
Invece di fare tagli alla Sanità sarebbe meglio se iniziassero a tagliare gli sprechi Rosella Fogliati Ex
commerciante
19/04/2016
Pag. 42
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tiratura:72642
Malattia, il taglio di stipendio non può essere sempre evitato
L'assenza è esente da decurtazioni se dovuta a grave infermità
Se ci si ammala in congedo Sono in astensione facoltativa e mi sono presa l'in uenza. Posso interrompere
il congedo e far valere le assenze per malattia? Maria Giocoli Monza Sì. Nel caso specifi co ha diritto a far
valere il titolo dell'assenza che ritiene più conveniente. Ciò è in linea con l'orientamento dell'Aran che, in
risposta ad un quesito, il 21.06.2012 ha chiarito che «qualora nel periodo di astensione facoltativa per
maternità insorga la malattia per il lavoratore o la lavoratrice interessati, si determini automaticamente
l'interruzione del predetto periodo di astensione dal lavoro». Il mutamento del titolo dell'assenza va
comunicato tempestivamente a scuola secondo le ordinarie procedure previste per le assenze per malattia,
avendo cura di comunicare l'intenzione di interrompere il congedo parentale e di far valere le assenze per
malattia. Antimo Di Geronimo Il dottorato non vale come servizio Prima di iniziare a lavorare nella scuola ho
conseguito un dottorato di ricerca in una delle discipline che insegno attualmente come docente di ruolo.
Vorrei sapere se gli anni di dottorato sono valutabili come servizio ai fi ni della mobilità. Mario Valente
Roma No. Gli anni di frequenza legale al dottorato di ricerca sono valutabili ai fi ni della mobilità solo se
svolti in costanza di rapporto di lavoro con l'amministrazione. Dunque, solo nel caso in cui il dottorando,
all'epoca della frequenza, fosse un docente (anche a tempo determinato) in congedo ai sensi dell'articolo 2
della legge 476/84. Antimo Di Geronimo Il punteggio di continuità e le interruzioni La mia domanda riguarda
il punteggio di continuità. Da sempre l'utilizzazione non interrompe la continuità mentre l'assegnazione
provvisoria si. Leggendo, però, il contratto collettivo nazionale, art. 13 c 1 parte II capoverso 6, qualche
dubbio mi è sorto. Come stanno le cose? Lettera firmata La continuità di servizio si interrompe in caso di
assegnazione provvisoria. Non si interrompe, invece, senza ombra di dubbio, nei casi di utilizzazione
indicati nell'art. 13, comma 1, capo II, capoversi dal sesto all'ottavo del contratto collettivo nazionale
integrativo concernente la mobilità del personale docente ed Ata per l'anno scolastico 2016/2017,
sottoscritto defi nitivamente l'8 aprile 2016. Un diverso trattamento che appare corretto e giusto. Nicola
Mondelli La dispesa dal lavoro in mano al giudice Sono un sessantenne con alle spalle venticinque anni di
insegnamento nella scuola media. Dal 2010 sono utilizzato in altri compiti essendo stato dichiarato
permanentemente inidoneo all'insegnamento per motivi di salute, inidoneità confermata nello scorso mese
di dicembre. Ho ripetutamente chiesto al dirigente scolastico di essere dispensato dal servizio ed essere
collocato a riposo, domanda sempre respinta. Dieci anni fa ero stato riconosciuto invalido con una
percentuale di invalidità del 55 per cento. Un visita medica collegiale svoltasi nello scorso mese di febbraio
ha portato la percentuale di invalidità addirittura al 75 per cento. Dopo tale referto ho chiesto nuovamente di
essere dispensato. Non avendo ancora ricevuto una risposta dal dirigente devo presumere che sarà un
altro diniego. In tal caso cosa potrei fare per ottenere la dispensa? Domenico Aprile Catanzaro Allo stato la
dispensa gliela può garantire solo un giudice ordinario. Di recente il diritto alla dispensa, in casi analoghi al
suo, è stato riconosciuto dalla Corte dei Conti sezione giurisdizionale per l'Abruzzo. La stragrande
maggioranza dell'amministrazione scolastica continua invece ad essere decisamente contraria. Per
risolvere il problema degli oltre 3.500 inidonei attualmente utilizzati in altri compiti nelle scuole, a nostro
avviso dovrebbe prevalere non solo il buon ma anche l'interesse dello Stato a risparmiare. L'ammontare
della sua eventuale pensione sarebbe infatti di un terzo inferiore allo stipendio che le viene attualmente
corrisposto. Al risparmio andrebbe aggiunto anche la non neces sità di nominare al suo posto un supplente.
Nicola Mondelli © Riproduzione riservata Nella nostra scuola si è verifi cata la seguente situazione:
un'insegnante di scuola dell'infanzia in servizio con contratto a tempo indeterminato è stata ricoverata 10
giorni in ospedale per essere sottoposta ad un intervento. Successivamente alle dimissioni dall'ospedale il
medico di base le ha rilasciato un certifi cato di 30 giorni di convalescenza in conseguenza dei postimi
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L'ESPERTO RISPONDE/Il caso di una docente che è stata messa a riposto per 30 giorni
19/04/2016
Pag. 42
diffusione:34073
tiratura:72642
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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dell'operazione. Viste le diffi coltà interpretative della normativa, vorremmo sapere se alla suddetta docente
debba, oppure no, essere applicata la riduzione stipendiale per i primi 10 giorni di convalescenza
successivi alle dimissioni dall'ospedale. Lettera firmata La risposta che segue è formulata nel presupposto
che l'intervento ospedaliero sia stato dovuto a grave infermità. Per il combinato disposto del comma 1
dell'art. 71 del decreto legge 25/6/2008, n. 112 e dell'art. 17, comma 9 del CCNL scuola 2006/2009 la
decurtazione contributiva non opera per le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di
servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché per le assenze relative a patologie gravi
che richiedono terapie salvavita, comprendendo anche le giornate di assenza dovute agli effetti diretti e/o
collaterali provocati dalle terapie. A mio avviso, ogni altro periodo di malattia non riconducibile a tali ipotesi
subisce le decurtazioni di cui al citato art. 71, comma 1 del decreto legge 112/2008. Nicola Mondelli
Foto: I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all'indirizzo:
[email protected]
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Pag. 35
diffusione:74885
tiratura:143225
L'impegno costante per sconfiggere il morbo di Parkinson
La raccolta di fondi da destinare alla ricerca scientifica. La stretta collaborazione con Aip
La malattia di Parkinson è oggi molto diffusa e, dunque, anche ben conosciuta. È un fenomeno
neurodegenerativo a evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali
il controllo dei movimenti e dell'equilibrio. È presente in tutto il mondo e in tutti i gruppi etnici. Si riscontra in
entrambi i sessi. L'età media di esordio è intorno ai 58-60 anni, ma circa il 5% dei pazienti può presentare
un esordio giovanile tra i 21 e i 40 anni. Prima dei 20 anni è estremamente rara. Sopra i 60 anni colpisce 12% della popolazione, mentre la percentuale sale al 3-5% quando l'età è superiore agli 85. Attualmente più
di 200mila persone in Italia vivono con grave disagio la propria vita a causa della malattia di Parkinson, con
notevoli difficoltà di movimento, con tremori e problemi di rigidità. Allo scopo di combattere questa malattia
è nata l'Associazione Italiana Parkinsoniani (Aip), che opera in stretto contatto con la Fondazione Grigioni,
nell'ottica di trovare una cura e sconfiggere la malattia di Parkinson ( www.parkinson.it ). L'Associazione,
onlus, dal 1990, è l'ente morale che ha lo scopo di promuovere l'informazione sistematica su tutti gli aspetti
della malattia di Parkinson ed è il punto di riferimento per migliorare la vita dei pazienti, informandoli
costantemente sulle terapie farmacologiche, fisioterapiche e chirurgiche nei centri specializzati e sulle
problematiche non strettamente di carattere clinico, quali la dieta, la logopedia e il sostegno psicologico
anche per mezzo di pubblicazioni come la Guida Rossa alla Malattia di Parkinson e la nuova Guida Blu ,
con tutte le notizie aggiornate di carattere burocratico. Oggi, Aip conta 19.000 famiglie di pazienti iscritte e
copre il territorio nazionale con 24 sezioni locali. La Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson, invece,
in stretta collaborazione con l'Aip nasce, nel 1996, con l'obbiettivo di combattere questa malattia sino alla
sua sconfitta, con impegno assiduo e continuo, con la volontà e la dedizione dei propri ricercatori,
fortemente impegnati nel trovare le soluzioni e le nuove terapie farmacologiche, che possano alleviarne i
sintomi. Ha, inoltre, lo scopo di individuare fonti di finanziamento e raccogliere fondi da destinare alla
ricerca scientifica. Testimonianze dell'impegno della Fondazione Grigioni in questo campo sono la
«Campagna dei 1.000 eroi», nonché la collaborazione con la Fondazione Telethon (
[email protected] ). Inoltre, con la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, Aip ha
istituito (nel 2002) una «Banca del Dna» dei pazienti affetti da malattia di Parkinson o da disturbi neurologici
correlati (parkinsonismi e altre malattie neurodegenerative) allo scopo di promuovere la ricerca sulla
genetica di queste malattie. Con l'Ospedale Niguarda di Milano invece (nel 2007) ha istituito la Banca dei
Tessuti Nervosi (Btn), unica nel suo genere in Italia ( www.centroparkinson.it ). Il Centro per la Malattia di
Parkinson e i Disturbi del Movimento, invece, è stato attivato, nel 1997, presso la sede degli Istituti Clinici di
Perfezionamento (Icp) di Milano, grazie anche al contributo i Aip. «Oltre a uno studio approfondito sui
gemelli monozigoti (con patrimonio genetico identico) - spiega il professor Gianni Pezzoli, presidente
dell'associazone - siamo attivi anche nello studio sulle cellule staminali, per una possibile terapia riparativa.
Data la natura morale della nostra attività, inoltre, stiamo dando grande importanza sia alla diffusione dei
dati e dei progressi della ricerca, sia alla gestione della Banca dei Tessuti Nervosi, dove i pazienti possono
donare il loro tessuto cerebrale dopo la scomparsa. È un'iniziativa di assoluta novità e importanza in Italia,
che permette di ottenere una diagnosi "certa" e non "probabile" di malattia di Parkinson, migliorando i
successivi studi, perché abbiamo l'obbligo morale di pensare anche alle generazioni future».
Foto: Nella foto piccola, Gianni Pezzoli, presidente di Aip (Associazione Italiana Parkinsoniani
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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FONDAZIONE GRIGIONI
19/04/2016
Pag. 4
diffusione:45501
tiratura:91390
Ecco le voci che mancano nel 730 online
ELDORADO Compilare la dichiarazione dei redditi non è mai stato così difficile come con la
«semplificazione» renziana. Una vera manna per commercialisti e Caf Interessi pagati sui mutui, spese per
farmaci e visite specialistiche, acquisti di elettrodomestici e arredi: nella dichiarazione precompilata, il fisco
«dimentica» decine di esborsi. È il contribuente a doverli aggiungere. E se sbaglia la colpa sarà sua
ATTILIO BARBIERI
Se l'edizione 2015 del modello 730 precompilato si era distinta per le informazioni mancanti, la versione di
quest'anno è perfino peggio. Le cifre ci sono tutte, incluse quelle relative alle detrazioni d'imposta. Ma non è
detto che siano esatte, né che esauriscano le somme che il contribuente può effettivamente utilizzare per
abbattere il reddito e pagare meno tasse. La scoperta arriva dalla lettura della guida alla dichiarazione fai
da te, pubblicata ieri da Il Sole 24 Ore . La regola è una sola, come spiega il quotidiano di Confindustria nel
titolo: «È necessario verificare i dati mancanti e quelli che, pur essendo in possesso dell'Agenzia delle
entrate, non sono stati usati». FOGLIO INFORMATIVO Assieme al modello 730 reso disponibile online
dall'amministrazione finanziaria, c'è il «foglio informativo», un documento con l'elenco delle informazioni
rilevanti ai fini fiscali, in possesso dell'Agenzia delle entrate. Per ogni dato è specificato se sia stato
utilizzato per compilare il 730, oppure no. E già qui si comincia a capire poco. Se non fosse rilevante ai fini
fiscali perché elencarlo? E qualora invece lo sia, perché non calcolarlo? Ma non è tutto: alcune detrazioni
alle quali il contribuente ha diritto, potrebbero anche mancare del tutto. Ecco i casi più insidiosi. SPESE
SANITARIE Nel foglio informativo sono riportate le spese acquisite dalle Entrate attraverso la tessera
sanitaria, strisciata in farmacia o al terminale dell'Asl. Dovrebbero essere incluse visite specialistiche, esami
di laboratorio e accertamenti diagnostici, oltre ai medicinali acquistati con ricetta. Si sa già che mancano dal
computo le spese per i farmaci da banco, quelle per gli occhiali e le parcelle dei fisioterapisti. Sarà il
contribuente a doverle aggiungere. MUTUI PER LA CASA Sulla carta l'Agenzia delle entrate dovrebbe
avere tutti i dati, quindi ci si aspetterebbe di trovare conteggiati gli interessi per le rate del mutuo prima
casa. Così non è. Soprattutto in caso di surroga, col passaggio da una banca all'altra, è facile che la cifra
manchi del tutto. REDDITI DA LAVORO Altra fonte di errori insidiosi è la Certificazione unica, vale a dire
l'ex Cud trasmesso dal datore di lavoro o dall'ente pensionistico alle Entrate, oltre che ai diretti interessati.
Nel foglio informativo devono essere presenti anche le Certificazioni relative alle prestazioni occasionali
(secondo lavoro). Se non compaiono il contribuente deve inserire i dati mancanti e qualora non lo faccia è
passibile di sanzioni anche se il dato, trasmesso al Fisco dal datore di lavoro, non è inserito dall'Agenzia
delle entrate. ACQUISTO DI MOBILI Massima attenzione al quadro della precompilata relativo agli arredi e
alle ristrutturazioni edilizie di cui si è chiesta la detrazione Irpef in base alle disposizioni sul bonus casa. Le
due voci compaiono sommate in un unico totale. Ma qualora il contribuente abbia acquistato un arredo
pagandolo con la carta di credito e non con il cosiddetto «bonifico parlante», non ne troverà traccia nel 730
precompilato. Si tratta anche in questo caso di cifre da integrare, allegando anche la fattura d'acquisto. In
realtà le Entrate hanno tutti i dati di queste operazioni regolate con carte o bancomat, ma non sono in
grado di estrarli dalle comunicazioni ricevute dai sostituti d'imposta. CONTROLLI FORMALI A meno di non
accettare il 730 così com'è, senza apportare alcuna modifica, il contribuente che decida di modificare la
versione messa online dal15 aprile, oppure di compilarne una ex novo, non è più escluso dai controlli
formali.
::: LA SCHEDA VERIFICHE Qualora il contribuente decida di modificare il modello 730 precompilato o
addirittura di scriverne uno ex novo, senza nemmeno aprire quello accessibile su internet dal 15 aprile, non
sarà più escluso dai controlli formali disposti a campione dall'Agenzia delle entrate. FATTURE E
SCONTRINI È sempre consigliabile conservare fatture e scontrini per tutte le spese che possono essere
detratte dal reddito attraverso il 730 o il modello Unico. Ben difficilmente, infatti, le cifre calcolate dalle
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i nostri soldi
19/04/2016
Pag. 4
diffusione:45501
tiratura:91390
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Entrate comprendono tutto. RETTE UNIVERSITARIE Attenzione alle rette pagate per le università private:
è possibile che compaiano nel foglio informativo ma a tutt'oggi è impossibile detrarle perché la legge sulla
buona scuola rinviava a un decreto successivo i tetti di spesa detraibili. Ma il decreto, atteso per febbraio,
non c'è ancora.
19/04/2016
Pag. 15
diffusione:85713
tiratura:111816
«Farma.net ritiri le quote dalla ex Banca di Scandicci»
FARMA.NET ritiri le quote dalla ex banca di Scandicci. Lo chiedono in un comunicato stampa congiunto
Erica Franchi (Forza Italia), Leonardo Batistini (Lega Nord), Alessandro Martini (FdI), Giovanni Surace
(Udc). «Che fine hanno fatto - scrivono i quattro - i soldi pubblici investiti in azioni della Banca di Scandicci
da Farma.net? Nel 2009 il Comune di Scandicci acquista,attraverso la sua controllata al 51%
Farma.netSpa, azioni della costituenda Bcc di Scandicci per 50 mila euro. L'adesione da parte di Farma.net
al capitale della Banca è avvenuta con delibera del Consiglio di Amministrazione del maggio di quell'anno.
Una scelta sulla quale molto si ebbe a discutere, visto che i bilanci della società erano in rosso (la perdita
nel bilancio 2011 è arrivata a superare i 100 mila euro). Dopo solo 2 anni di vita, la banca di Scandicci è
stata assorbita da un' altra realtà bancaria (BCC Impruneta)». I quattro vanno all'attacco: «Cosa ne è stato
di quei 50 mila euro di soldi pubblici? Dal momento che la banca di Scandicci non esiste più, dove sono
finiti? Chiediamo che Farma.net proceda immediatamente a chiedere indietro tale somma e che
l'amministrazione Fallani li investa per dare maggiori servizi socio sanitari alla città. Una domanda la
rivolgiamo anche ai cittadini di Scandicci: è un buon modo di amministrare la città effettuare operazioni
finanziarie con i vostri soldi invece di spenderli per darvi servizi e abbassare le tasse?». Farma.net è la
società di gestione delle otto farmacie comunali. Il comune detiene il 51% del pacchetto azionario. Da
tempo l'opposizione critica la scelta di stornare una parte del capitale societario per l'acquisto delle quote
della banca. Un investimento difficilmente remunerativo, voluto essenzialmente per contribuire alla nascita
dell'istituto di credito. morv
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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LA POLEMICA
19/04/2016
Pag. 4
La creatività per il primo film si deve a G rey Düsseldorf mentre per il secondo l'ada ttamento è di Grey
Healthcare Milano
E' on air da domenica scorsa il nuovo spot tv di Schär, brand di punta del Gruppo Dr. Schär, da 35 anni
azienda leader nella produzione di alimenti senza glutine. La nuova campagna vedrà la messa in onda di
due spot trasmessi sia congiunti che separati con due messaggi differenti. Da un lato ricordando che Schär
è l'azienda leader del senza glutine che ridona il piacere di mangiare una buona pizza o un buon pane
anche per chi è intollerante al glutine. Dall'altro il focus è sul mese delle intolleranze, che quest'anno si
tiene a maggio, periodo in cui sarà possibile confrontarsi con esperti gastroenterologi, nutrizionisti e dietisti
per approfondire la tematica delle intolleranze al glutine. "L'azienda ha deciso di investire nuovamente in
Italia con una campagna tv per dare una risposta alla richiesta di un mercato sempre più esigente. Inoltre la
campagna rappresenta per Schär un importante momento per promuovere il mese delle intolleranze, che si
svolgerà nel mese di maggio e che prevede sia consulti telefonici con esperti gastroenterologi e dietisti che
consulti in 400 farmacie in tutta Italia - spiega Wolfgang Gurschler, global brand manager Schär -.
L'iniziativa, ormai giunta alla sua quinta edizione, ha l'obiettivo di promuovere un'informazione
scientificamente corretta, fornire consigli utili a pazienti affetti da patologie riconducibili all'alimentazione
senza glutine, sottolineare la necessità di evitare l'auto-diagnosi rafforzando la raccomandazione di
consultare sempre il medico di riferimento in caso di sintomi ripetuti". I due spot, della durata di 10 secondi
ciascuno, sono stati curati il primo da Grey Düsseldorf e il secondo da Grey Healthcare Milano che ha
curato l'adattamento per l'Italia. Le reti coinvolte per la messa in onda in prime time saranno RAI, Mediaset,
Sky e altre piattaforme digitali. La pianificazione è stata curata da Maxus, network di comunicazione globale
di Group M. La campagna televisiva prevede l'utilizzo di canali ad alta audience in aggiunta alle più rilevanti
realtà delle piattaforme SAT e DTT, con un presidio altamente qualitativo delle trasmissioni che trattano
temi di approfondimento e cucina e di quei contesti editoriali legati alle tematiche dell'alimentazione e del
benessere.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Aziende Schär fa ritorno in tv e sulle piattaforme digitali con due spot, la
pianificazione è di Maxus
19/04/2016
Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016
tiratura:40000
Il farmaco che piace ai governatori
La rivoluzione: due tetti distinti per canale, prezzo/volume, pay by result, innovatività
( r.tu. )
Pay by-result (se la cura non funziona, addio rimborso) e prezzo-volume. Regole nuove di zecca per
stimare l'innovatività dei prodotti. Subito prezzi giù del 20% alla scadenza del brevetto, anche se non c'è il
generico. E due tetti di spesa (rivisti nel quantum), regolati in base al canale di "concessione". E tanto altro
ancora. I governatori preparano la loro governance farmaceutica verso la stretta al tavolo col Governo.
Dove non troveranno grande rispondenza alle loro proposte. Che per il momento sono state scritte in forma
"politica": quando si tratta, lo si fa (ufficialmente) a carte coperte, senza dettagli eccessivi. Che però ci
sono, eccome. Con trattative tutte da fare sul Fondo innovativi e sullo sconto (10-20%) alle imprese per i
ripiani 2013-2015 sull'ospedaliera. TURNO A PAG. 7 Parola d'ordine: introdurre «criteri di concorrenza» e
di «correttezza». E naturalmente «risparmiare», tanto più nell'ospedaliera. I governatori si preparano alla
battaglia decisiva sulla farmaceutica pubblica, ben sapendo che hanno davanti qualche montagna da
scalare: Matteo Renzi , Beatrice Lorenzin , l'Aifa, le imprese. La trattativa finale non sarà facile e per niente
scontata. Tanto più che avrà bisogno di norme di legge. Ma le idee le hanno ben chiare. Per il momento si
trincerano dietro un documento «politico», dove numeri e cifre vengono tenuti più o meno nascosti tra le
righe. Ma la linea di marcia è definita, a farcela. Le carte le scopriranno al tavolo, come avviene in ogni
partita di poker. Intanto ne sbirciamo alcune, che nessuno potrà smentire. Se mai passeranno. Ricordando
che restano in sospeso, frutto appunto della trattativa, due punti fondamentali: il fondo per i farmaci
innovativi e l'entità dello «sconto» (tra 10 e 20%) alle industrie per la restitzione del pay back da oltre 1,7
mld del 2013-2015. Eccola dunque, la governance del farmaco secondo i governatori. Procedura
prezzo/volume. Il prezzo si dovrebbe ridurre o scontare progressivamente a seconda dell'aumento dei
pazienti trattati, delle estensioni delle indicazioni, delle terapie combinate e dell'incremento della durata
delle terapie. Si potrebbe arrivare a una riduzione dei listini o degli sconti fino al 50 per cento. In
prospettiva, addirittura, la spesa ospedaliera calerebbe in progress fino alla metà. Tetti di spesa. I due
attuali tetti verrebbero distinti non più in base ai processi distributivi ma per la diversa modalità del prezzo di
acquisto. Primo tetto: farmaceutica «convenzionata», per i farmaci acquistati con prezzo al pubblico e
distribuiti direttamente dalle farmacie, secondo una simulazione che traccia l'ipotetico tetto del 7,5%, con
ripiano del 50% a carico della filiera. Secondo tetto: farmaci acquistati con prezzo ex factory dispensati in
distribuzione diretta e «per conto», che arriverebbe al 7,35%, con ripiano fifty-fifty Regioni-industrie.
Innovatività. L'idea è di definire i criteri per attribuire il requisito di innovatività e i vantaggi a cui accede il
farmaco che viene classificato come innovativo. Oggi i vantaggi sono molteplici e di vario tipo come
riduzione degli sconti obbligatori, facilitazioni di pay back, accesso facilitato ai Prontuari regionali. Si pensa
a modelli di riferimento per la definizione di farmaco innovativo in linea con quelli applicati in Francia o in
Germania, che prevedono cinque diversi livelli di innovatività. Registri Aifa di monitoraggio per i farmaci ad
alto costo e impatto sociale. Con i Registri gestiti centralmente da Aifa, si assicura l'appropriatezza delle
prescrizioni e si evita l'impiego off label che determina forti aggravi di spesa. Servirebbero però norme
generali per assicurare una durata temporale definita dei Registri, il ritorno obbligatorio delle informazioni a
Regioni e Asl e la pubblicazione finale dei risultati. Il pagamento condizionato al risultato (payment by
result) dei farmaci ad alto costo e impatto sociale. L'idea è di prevedere nella piattaforma informatica di
gestione dei Registri dell'Aifa, una procedura on line (c'era fino al 2008) di calcolo automatico del payback
per le aziende in caso di fallimento della terapia con immissione nel programma della nota di credito
all'azienda farmaceutica e alla farmacia ospedaliera che ha emesso fattura. Riduzione automatica del
prezzo dei farmaci a brevetto scaduto. Alla scadenza del brevetto (farmaci di sintesi chimica o biologici), il
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Le Regioni preparano la loro proposta sulla governance farmaceutica verso la stretta al tavolo col Governo
19/04/2016
Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016
tiratura:40000
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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prezzo del farmaco andrebbe ridotto automaticamente del 20%, anche se sul mercato non sia presente il
corrispondente generico o biosimilare. Secondo le stime nel 2015 gli italiani hanno pagato di tasca propria
954 mln (+4,5% sul 2014) per avere il farmaco originator su prescrizione del medico. Una prescrizione
effettuata, quindi, e non una scelta dei pazienti. E qui ci sarebbe una tagliola: l'originator che mantiene un
differenziale di prezzo troppo elevato andrebbe escluso dal Prontuario. Stessa sorte per i biosimilari, anche
se a pagare in questo caso sono gli ospedali. Allineare i prezzi dei farmaci sovrapponibili. Si sostiene che ci
sono prezzi molto diversi tra farmaci appartenenti alla stessa categoria terapeutica impiegati per identiche
indicazioni cliniche. Variazioni di prezzi che «non sono giustificate» secondo le Regioni. Per questo si
propone che l'Aifa estenda la stessa metodologia già oggetto della sua determina n. 1267 del 2015 anche
ai farmaci di impiego ospedaliero a elevato impatto di spesa e allinei il prezzo dei farmaci appartenenti a
raggruppamenti di medicinali terapeuticamente assimilabili, al costo terapia più basso. Sostituibilità
automatica dei biosimilari con gli originator. Il principio della sostituibilità dei biosimilari con gli originator
biotecnologici viene considerato «coerente sulla base delle linee guida sulle equivalenze terapeutiche
adottate dall'Aifa con la sua determina n. 428 del 31 marzo scorso». Dunque, si proceda...
19/04/2016
Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016
tiratura:40000
Ro.M.
A PAG. 7 Per almeno 10 milioni di pazienti con gravi patologie, come tumori, diabete ed Epatite C
procurarsi i farmaci equivale a una corsa a ostacoli. Sono infatti centinaia i medicinali che appartengono a
32 categorie terapeutiche oggi prescrivibili solo dallo specialista e dopo la predisposizione di un piano
terapeutico che ne garantisca l'uso più appropriato. Un paletto che per i pazienti si traduce in ripetuti ticket
per le visite specialistiche (vale 50 euro) e lunghe attese ogni volta che va aggiornato il piano terapeutico,
che è valido da tre mesi a un anno. A denunciarlo è la Fimmg, la federazione italiana medici di medicina
generale: «Un sistema che taglia fuori i medici di famiglia - sottolinea il segretario nazionale Giacomo Milillo
- costringendo i malati a saltare dallo studio del proprio dottore di fiducia al medico specialista, quando non
si richiede addirittura il timbro della farmacia ospedaliera». Storie di farmaci col contagocce. Tra quelli "a
ricetta limitativa" con obbligo di Piano terapeutico figurano anti-Alzheimer, anti-anemici utilizzati per
velocizzare il recupero dopo la chemioterapia; medicinali che stimolano la produzione di globuli bianchi per
pazienti in chemio, con Hiv o sottoposti a trapianto di midollo; l'interferone per la cura dell'epatite C,
antipsicotici, antiepilettici. Insomma una lista di prodotti innovativi, costosi e spesso salvavita. Già in
passato i medici di famiglia avevano posto la questione all'Agenzia del farmaco (Aifa) che nel 2014 aveva
annunciato una sperimentazione, coinvolgendo in prima battuta 2.500 medici di base per 4 categorie
terapeutiche. «Ma dopo incontri, riunioni e tavole rotonde tutto è rimasto a livello di annunci», denuncia
Milillo. E i pazienti sono costretti a districarsi in un labirinto burocratico. Da qui l'appello della Fimmg al
direttore generale di Aifa, Luca Pani, e al presidente, Mario Melazzini, «a mantenere gli impegni» per
facilitare i malati cronici, in una giusta cornice di appropriatezza, facilmente verificabile tramite controlli
incrociati sulle ricette elettroniche. L'Aifa fa sapere di aver avviato le procedure per la sperimentazione dal
novembre 2014 con l'obiettivo di coinvolgere i medici di base nella prescrizione di farmaci tramite Piano
terapeutico web based. A gennaio 2016 è stato presentato alla Commissione tecnicoscientifica (Cts) dell'
Aifa, deputata a decidere, un draft del progetto. «Sono state rilevate alcune criticità da approfondire spiega Pani - per non creare disorientamento con un sistema di prescrizione parallelo di farmaci
specialistici. Siamo in attesa di conoscere le aree terapeutiche da includere nel progetto da una delle
prossime sedute della Cts».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Pazienti cronici e Piani terapeutici
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Pag. 1 N.15 - 19 aprile 2016
tiratura:40000
Medici associati senza Irap
La medicina di gruppo non si può considerare "impresa"
Lucilla Vazza
La medicina di gruppo in convenzione con il Ssn non è assimilabile all'associazione tra professionisti, non è
impresa (anche sa ha dipendenti di segreteria o infermieristici) e, dunque, non sconta il pagamento
dell'Irap. I dipendenti, anzi, sono necessari a garantire il servizio pubblico. Arriva dopo un anno la decisione
delle sezioni Unite della Corte di cassazione a fare chiarezza su un tema che ha registrato negli anni un
forte contrasto giurisprudenziale, anche di legittimità. VAZZA A PAG. 19 La medicina di gruppo in
convenzione con il Ssn non è assimilabile all'associazione tra professionisti, non è impresa (anche sa ha
una segreteria) e, dunque, non sconta il pagamento dell'Irap. Arriva dopo un anno la decisione delle sezioni
Unite della Corte di cassazione, n. 7291/2016 , a fare chiarezza sull'imposta regionale per le attività
produttive, obbligatoria per le imprese. Il procedimento era nato da un ricorso dell'Agenzia delle Entrate. La
vicenda . La problematica era stata sottoposta un anno fa dalla sesta sezione civile (con ordinanza
6330/2015) al Primo presidente per valutare l'opportunità di ricevere un'indicazione dalle sezioni Unite della
Cassazione civile per «verificare anzitutto la rilevanza, ai fini dell'Irap, dello svolgimento in forma associata
di un'attività libero-professionale» e, poi, «a scrutinare se e in quale misura incidano le peculiarità insite
nello svolgimento dell'attività medica in regime convenzionato col Servizio sanitario nazionale in generale e
in quello di medicina di gruppo in particolare». La controversia era nata per la "resistenza" di un medico
chirurgo in medicina di gruppo svolta in servizio di convenzione col Servizio sanitario nazionale, che aveva
presentato istanza di rimborso dell'Irap relativa agli anni dal 2004 al 2007, ritenendola indebitamente
versata per mancanza del presupposto impositivo. Il contribuente impugnò poi il «silenzio-rifiuto opposto
dall'amministrazione», in base alla considerazione che la propria attività, svolta in regime di convenzione
col Ssn, non fosse contrassegnata da autonoma organizzazione. Poiché la Commissione tributaria
regionale e successivamente il giudice d'appello hanno dato ragione al medico, l'Agenzia delle Entrate ha
presentato ricorso in Cassazione, che ha poi rimesso l'esame della questione alle sezioni Unite. Nella
sentenza 7291 , depositata il 13 aprile, le sezioni Unite civili scrivono che ai fini Irap nel caso in esame
«non sembra possano ravvisarsi i tratti dell'associazione fra professionisti cui si riferisce la norma del Tuir (
ndr. una o più delle attività di cui all'art. 2, ossia le società semplici esercenti arti e professioni e quelle a
esse equiparate a norma del Dpr 22 dicembre 1986, n. 917, art. 5, comma 3, ossia le associazioni senza
personalità giuridica costituite fra persone fisiche per l'esercizio in forma associata di arti e professioni ),
nella figura della forma associativa della medicina di gruppo, essendo questo piuttosto, un organismo
promosso dal Servizio sanitario nazionale, diretto a realizzare più avanzate forme di presidio della salute
pubblica mercè l'impiego di risorse, anzitutto professionali, ma non solo, del personale medico a rapporto
convenzionale». Un aspetto dunque dirimente che era contenuto nella stessa legge 883/1978, che aveva
istituito il Ssn (precisamente all'art. 48, comma 4), dove si prevedevano nel quadro degli accordi collettivi
nazionali, «la previsione di forme di collaborazione tra medici, il lavoro di gruppo». Per i supremi giudici
escluso che la medicina di gruppo sia riconducibile a uno dei tipi societari previsti dal Dlgs 446/1997, la
sentenza di merito impugnata dall'Agenzia delle Entrate «ha accertato che la spesa per la collaborazione di
terzi è risultata nella specie "di modesta e contenuta entità" e che "essa non vale a caratterizzare una
autonoma organizzazione, postulata dalle norme impositive, ma piuttosto è la risultante minima e
indispensabile per assicurare un servizio di segreteria telefonica e alcune prestazioni infermieristiche"».
L'utilizzo di personale «al minimo indispensabile» non rappresenta un elemento a favore delle motivazioni
delle Entrate, e le relative spese per mantenere i dipendenti non fanno impresa. Non sono cioè sufficienti a
determinare il requisito dell'autonoma organizzazione necessaria ai fini Irap.
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CASSAZIONE
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Rosanna Magnano
Anche le farmacie scaldano i motori della nuova Convenzione. Le proposte di Federfarma. MAGNANO A
PAG. 7 Rivedere il sistema dell'erogazione da parte del Ssn dei farmaci di nuova registrazione, ora in larga
misura dispensati direttamente dalle Asl o affidati alle farmacie in «Distribuzione per conto», coinvolgendo
maggiormente le farmacie; spazio ai nuovi servizi (assistenza domiciliare, farmacovigilanza, prestazioni
analitiche di autocontrollo, prenotazioni e consegna dei referti) individuando una griglia di quelli più utili per
le Regioni e disciplinando la partecipazione e la remunerazione delle farmacie; favorire la prevenzione e
individuare le possibili sinergie con le forme di aggregazione dei medici di medicina generale per garantire
la continuità assistenziale, attenuare l'impatto della cronicità e sviluppare la medicina di iniziativa. È questa
la rosa di proposte che Federfarma ha consegnato ad Antonio Saitta , presidente della Commissione Salute
della Conferenza delle Regioni e a Massimo Garavaglia , presidente del Comitato di settore Sanità in vista
della ripresa delle trattative sulla nuova Convenzione farmaceutica nazionale, ferma al Dpr 371/1998.
Sull'onda della Convenzione della Medicina generale si scaldano infatti i motori anche per le farmacie. «La
Convenzione farmaceutica nazionale è ormai scaduta da anni spiega la presidente di Federfarma Annarosa
Racca - e i confronti veri e propri devono ancora avviarsi. Ma parlando con gli assessori Saitta e Garavaglia
è emersa la chiara volontà di stringere i tempi». Il settore è infatti cristallizzato nella cornice ormai superata
del Dpr 371/1998, un provvedimento nato in un quadro normativo completamente diverso: quando la tutela
della salute non era ancora materia concorrente tra Stato e Regioni, le farmacie erano di meno e non
esisteva la distribuzione diretta dei farmaci, quando le medicine con e senza ricetta si vendevano solo in
farmacia e ancora non si era ridisegnato il nuovo ruolo della farmacia dei servizi sul territorio. Insomma
un'altra era. «Noi abbiamo portato i motivi per cui questa convenzione va rinnovata, ovviamente nel rispetto
delle risorse disponibili - continua Racca - e ora deve seguire il percorso con la Conferenza delle Regioni.
Vanno concordate le tematiche da affrontare, la prima è quella dei farmaci. E vorremmo raccordarci con i
medici, in un momento in cui la priorità è quella di potenziare l'assistenza sul territorio». Sul tavolo per ora
c'è l'Atto di indirizzo emanato dal Comitato di settore il 19 febbraio 2015, un atto che ribadisce come la
farmacia debba rappresentare la prima interfaccia del cittadino con il Ssn. Sui tempi di pagamento,
Federfarma invita le Regioni a tener conto della normativa Ue in materia di lotta ai ritardi e non ritiene
sostenibile «la posticipazione del termine di pagamento delle ricette, né l'abolizione dell'acconto annuale,
né il superamento della possibilità di consegnare le ricette nell'anno solare». Su sanità digitale e modalità di
verifica delle ricette, i farmacisti chiedono di «garantire una rapida attivazione del dossier farmaceutico, al
fine di mettere le farmacie in grado di contribuire al monitoraggio delle terapie croniche e alla verifica della
compliance». E sull'indennità di residenza, legata alla ridefinizione del concetto di ruralità, le farmacie
chiedono di arrivare a criteri uniformi tra le Regioni. Sul capitolo centrale dei farmaci, da quando è stata
firmata l'ultima convenzione sono cambiate tante cose: «Innanzitutto c'è stata la legge 405/2001 - spiega la
presidente di Federfarma - che ha portato anche la distribuzione diretta. Secondo noi va fatta una
riflessione, perché questa modalità porta comunque a spese, costringe i pazienti a ritirare i farmaci lontano
da casa, mentre la farmacia ha una territorialità importante, può fare aderenza terapeutica, fa già
farmacovigilanza e ha tutte le piattaforme informatiche per i report al Mef». D'altro canto con la
distribuzione diretta, spiega Federfarma, anche le farmacie «subiscono una perdita professionale, di ruolo
ed economica che ne sta mettendo a rischio l'efficienza e la capacità di rispondere alle esigenze della
popolazione, in particolare in ambito rurale». Le farmacie, da parte loro, sono pronte a mettere a
disposizione le proprie piattaforme informatiche e ad adeguare il proprio aggiornamento professionale «in
modo da garantire una corretta dispensazione in farmacia anche dei medicinali innovativi». Poi ci sono i
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Ora le farmacie
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servizi integrativi, per la consegna di prodotti dell'assistenza integrativa e protesica. «L'assistenza
integrativa - spiega Racca - va soprattutto uniformata, perché ci sono differenze pazzesche tra le Regioni».
Tutto da definire, nell'ambito della nuova convenzione, anche il nodo della farmacia dei servizi, nata nel
2009: «Prevede tante cose», continua Racca. «C'è il Cup in tutta Italia, anche se a macchia di leopardo,
con la possibilità di prenotare analisi e visite. E ci sono grossi risparmi: qui in Lombardia spendono la metà
della metà della metà rispetto alla creazione di call center dedicati, la farmacia è già lì e poi il cittadino
perde meno tempo e non deve prendere quattro ore di permesso. Le sperimentazioni ci sono, vanno fatte
delle valutazioni e poi serve una griglia nazionale e un tariffario unico, per rendere uniformi i servizi su tutto
il territorio nazionale». Ma serve anche una maggiore integrazione con i medici di famiglia. «Le farmacie
possono svolgere un ruolo importante - sottolinea Federfarma - grazie alla loro presenza capillare sul
territorio sia in ambito urbano che ancor più rurale». Nelle città più popolate, dove verranno istituite le Uccp,
«le farmacie potranno svolgere una funzione di filtro di primo livello e svolgerele prestazioni individuate
dalla normativa sui nuovi servizi che possono contribuire ad alleggerire l'attività delle Uccp stesse e ridurre
il ricorso alle strutture ospedaliere».
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Medicina di famiglia «h16»
Il via libera del Comitato di settore apre alla convenzione
Barbara Gobbi
Continuità "h16", Aft e Uccp multitasking. Ruolo unico e nuovo rapporto ottimale. L'atto d'indirizzo siglato
dal Comitato di settore-Sanità dà la linea alla Convenzione per la Medicina generale. Trattative da maggio
e firma entro l'estate. GOBBI A PAG. 14 Medici disponibili 16 ore al giorno, sette giorni su sette. Ambulatori
multitasking dove camici bianchi, specialisti, infermieri, ostetriche, tecnici e riabilitatori offrono cure a tutto
tondo e promuovono le prestazioni socio-sanitarie. A regime, prenotazioni di visite ed esami e ticket pagati
direttamente dall'ambulatorio del medico. Liste d'attesa sonoramente sfoltite grazie a percorsi diagnosticoterapeutici in cui il malato cronico, il paziente per eccellenza sul territorio, si vede garantire certezza di
tempi e prestazioni. Non è un libro dei sogni, ma le prospettive aperte dall'atto di indirizzo per la Medicina
convenzionata licenziato mercoledì scorso, dopo mesi di stand-by, dal Comitato di settore-Sanità delle
Regioni, presieduto dall'assessore alle Finanze lombardo Massimo Garavaglia . Il testo è la base per la
nuova Convenzione per la Medicina generale, che dovrà mettere nero su bianco regole in gran parte già
scritte nel 2012, quando la "legge Balduzzi" (legge 189/2012) ridisegnò le cure prkmarie sul territorio. E se
fino a oggi i tempi sono stati decisamente dilatati, oggi i sindacati premono per l'aggiornamento di un
contratto immobile da sei anni. «Le trattative con le sigle dei medici di medicina generale e dei pediatri di
libera scelta partiranno a inizio maggio quando avremo messo a punto il testo della nuova Convenzione»,
promette infatti Vincenzo Pomo , coordinatore della Sisac, l'organismo che rappresenta la parte pubblica
nella ridefinizione dell'accordo. «L'obiettivo - precisa poi - è arrivare alla firma prima dell'estate». Più facile a
dirsi che a farsi: il contratto dovrà tenere conto di tecnicismi come il nuovo "ruolo unico", in cui confluiranno
medici di medicina generale a quota capitaria e medici ad ore (le ex "guardie mediche"): con la
conseguente definizione di una graduatoria che dovrà tenere conto di punteggi e caratteristiche
professionali diverse. Ma il dado è tratto e la mini-rivoluzione sul territorio è, se non a portata di mano,
almeno più vicina. Perno del sistema sono le Aft, le aggregazioni funzionali territoriali - bacino di utenza
massimo di 30mila abitanti - di cui fanno parte medici di famiglia, ex guardie mediche, pediatri di libera
scelta e specialisti ambulatoriali. La regola è offrire continuità assistenziale "h16", e cioè dalle 8 alle 20 nei
giorni feriali, dal lunedì al venerdì, con l'integrazione tra le 20 e le 24 delle ex guardie mediche. Che
"copriranno" anche il sabato e i festivi, questa volta dalle 8 di mattina alle 8 di sera. Dalle 24 alle 8 di
mattina, l'assistenza è delegata al servizio di emergenza 118. «Una staffetta che consente al paziente di
avere più medici disponibili nell'arco della giornata - spiega Giacomo Milillo , segretario nazionale della
Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia - andando a coprire anche fasce orarie come quelle
dalle 8 alle 10 del mattino o del primo pomeriggio, dalle 14 alle 16, oggi sempre sguarnite. E che generano
intasamenti nei Pronto soccorso a discapito di chi ha una vera emergenza». La continuità non è solo un
fatto di ore "coperte": a regime, sulla base dei dati epidemiologici, ogni distretto, che è il terminale dell'Asl
sul territorio, programmerà i percorsi diagnostico-terapeutici ottimali per le malattie croniche più diffuse.
Ogni paziente diabetico, per fare un esempio, sarà inserito in un iter che, a partire dalla Aft, lo porterà ai
servizi offerti dai poliambulatori multispecialistici (le Uccp) o ai centri diagnostici più appropriati sul territorio.
Realtà che già esistono, ma che sono distribuite a macchia di leopardo tra le Regioni. Almeno in teoria, non
saremo più costretti ad andare "a caccia" della prestazione con la ricetta rossa del medico in mano e la
prospettiva di lunghe code ai Cup, ma saremo inseriti in percorsi virtuosi, per la salute e per i costi. Capitolo
a parte, le cure pediatriche: quello che già esiste, anche in questo caso, andrà riveduto e corretto. Ai
pediatri di libera scelta - chiamati alla continuità "h12" - è richiesta maggiore integrazione e di individuare i
Livelli essenziali di assistenza per i bambini sul territorio. Passaggio necessario per affrontare nuove
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ATTO D'INDIRIZZO
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emergenze "cronicizzanti", come l'obesità infantile, fattore di rischio per molte patologie dell'adulto.
Le novità
Aft. È il modello organizzativo mono-professionale che fa capo al distretto socio-sanitario
Uccp. È la struttura di riferimento multispecialistica delle Aft, di accesso anche al socio-sanitario
Ruolo unico. Si supera la distinzione tra medici di assistenza primaria ed ex guardie
Rapporto ottimale. Sarà specificato dagli accordi regionali, sulla base dei modelli organizzativi adottati
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La chance del cambiamento
Il ridisegno degli assetti può portare a semplificare la governance del Ssn
ELENA PINTUS
Mettere a tema la riforma del Titolo V della Costituzione e gli effetti di questa sul sistema sanitario richiede,
doverosamente, alcune premesse. Da un lato, è necessario segnalare che l'ambiente in cui "si cala" la
riforma è animato da tassi di conflittualità politica elevati laddove, al contrario, l'ambito disciplinato e la
pervasività delle azioni per i decisori politici che possono derivare dalla riforma richiederebbero un
consenso allargato. Dall'altro, le modalità con cui il legislatore è pervenuto a ridisegnare il dettato normativo
sembrano essere correlate alla volontà di "riparare" da forme patologiche sull'interpretazione della riforma
del 2001 (esempio contenziosi costituzionali sulla competenza concorrente), piuttosto che da una visione di
scenario sull'idea di nuovo modello di amministrazioni pubbliche e del loro funzionamento frutto di un
ponderato ciclo articolato in fasi puntuali. E va detto che il disegno di riforma è vissuto, in termini di
impronta, di dibattito culturale e sociale, di valorizzazione delle ricadute sui comportamenti reali, come
riforma "del Senato", piuttosto che come modificazione della relazione fra poteri, livelli di governo, ambiti di
competenza, aree di erogazione dei servizi pubblici finali di salute. Tutto questo non può far bene al mondo
sanitario italiano oggetto da decenni di attacchi che indeboliscono la reputazione del settore, la sua
immagine, la sua capacità di valorizzare l'innovazione che è, invece, substrato genetico dei processi
produttivi per la salute. I punti sfidanti su cui si può giocare la partita del cambiamento e che comportano
opportunità e minacce sono: gli elementi finalistici dell'azione pubblica, il disegno degli assetti istituzionali,
la definizione dell'azione di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali. Per quanto
concerne gli elementi finalistici dell'azione pubblica, il diritto alla salute, si può segnalare che l'avocare in
capo al livello di governo centrale le scelte circa la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e i
diritti civili e sociali e le disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per la sicurezza alimentare
e per la tutela e sicurezza del lavoro, può essere uno snodo strategico importante. I Paesi che riescono a
concertare meccanismi per ridisegnare (anche attraverso mediazione di interessi contrastanti o
contrapposti) le politiche pubbliche possono contare su un elemento fondamentale per supportare la
successiva capacità attuativa: si chiariscono le regole del contesto e si determina il confine dell'azione dei
vari attori pubblici. Si tratta di caratteristiche necessarie in ciò che nel management pubblico è definito il
posizionamento di fondo volto a determinare lo spazio per l'implementazione del cambiamento. Il rischio
opposto è quello di assecondare forme di indefinitezza della visione strategica e, quindi, di accentuare la
disparità locale (livelli delle politiche sanitarie regionali e locali) con le controazioni (per esempio mobilità
regionale) e i relativi costi (alcuni come quelli legati ai servizi intangibili) mai governabili sino in fondo. Il
disegno degli assetti istituzionali può essere una leva strategica per semplificare la governance del sistema
sanitario . Diminuire i livelli di governo (esempio il ruolo delle Conferenze) consente di razionalizzare i tempi
per le decisioni di politica pubblica, crea condizioni per precisare quali siano gli interlocutori privilegiati
rispetto alla contestualizzazione delle scelte finalistiche di politica sanitaria, preserva la coerenza
dell'azione e la matrice identitaria iniziale delle scelte. Si può affermare che rideterminare gli assetti
istituzionali è un processo di governance che porta a "liberare" da sovrastrutture, alleggerimento degli
apparati, l'azione pubblica. È una minaccia pensare che i processi di cambiamento sottesi alle riforme
richiedano articolazioni istituzionali aggiuntive. Si tratta di meccanismi di progettazione istituzionale che
conservano camere di compensazione per la relazione fra policy maker e management di vertice. Oggi
sono altri i modelli istituzionali che mettono a sistema la relazione fra policy maker e management sanitario
: non l'articolazione fra molteplici livelli gerarchici verticali ma l'innesto di portatori d'interesse esterni alle
istituzioni che determinano modelli di governance orizzontali multilivello. Il rimando al Senato come
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COSTITUZIONE/ Ruolo più forte del Governo nella salute pubblica e nell'attuazione dei Lea
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«raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica» è l'opportunità di cambiamento su cui si
potrà concentrare la valutazione sulla sostenibilità responsabile delle politiche sanitarie perché può essere
l'ambito di mediazione privilegiato delle istanze dei portatori d'interesse. La definizione dell'azione di
programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali demandata alle Regioni è un tassello
fondamentale in un disegno istituzionale che ridefinisce finalità e assetti. L'autonomia alle Regioni
riconosce i modelli manageriali che fanno della teoria della contingenza l'elemento di contestualizzazione
necessario e imprescindibile. Le Regioni, e il sistema delle aziende sanitarie, non si troverebbero di fronte a
un salto nel buio ma possiedono, da almeno 25 anni, un retroterra culturale e di strumenti operativi per
interpretare la riforma. Sono gli attori pubblici cui è demandato l'ambito istituzionale, con il tasso più alto di
managerialità, che offre evidenza dei risultato del legislatore riformatore e che, in senso critico, giocano un
ruolo fondamentale come attuatori del processo di riforma. Lo sguardo di management sulla riforma del
Titolo V può consentire di superare l'identificazione in un modello (accentramento più o meno spinto) se si
guarda a quale deve essere il risultato della riforma: migliorare i servizi pubblici finali di salute. Le Regioni,
e il sistema delle aziende sanitarie, hanno l'occasione per virare decisamente su meccanismi di
cambiamento sostenibili che coinvolgano i portatori d'interesse e che rendano attivi meccanismi di
democrazia partecipativa nelle politiche sanitarie. * Università della Valle d'Aosta
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Vademecum delle spese di promozione
Alberto Santi
Come ogni anno, entro il prossimo 30 aprile, le aziende farmaceutiche e quelle produttrici e distributrici di
dispositivi medici devono comunicare all'Agenzia italiana del Farmaco o al ministero della Salute
l'ammontare complessivo della spesa sostenuta nel 2015 per le attività di promozione rivolte a medici, a
operatori sanitari e a farmacisti, nonché a versare il relativo contributo. Il contributo sulle spese
promozionali. L'articolo 48 del Dl 269/2003 ha istituito un contributo a carico dell'industria farmaceutica, pari
al 5% delle spese di promozione, che le aziende stesse devono autocertificare entro il 30 aprile dell'anno
successivo. Detto contributo - da calcolarsi al netto delle spese per il personale addetto - è destinato a
finanziare, presso l'Agenzia italiana del farmaco: per il 50% del relativo ammontare, un fondo per l'impiego
a carico del Ssn di orphan drug per malattie rare e farmaci che rappresentano una speranza di cura e per il
restante 50%, l'istituzione di un centro di informazione indipendente nell'ambito dell'Agenzia, un programma
di farmacovigilanza, ricerche sull'uso dei farmaci e, in particolare, sperimentazioni cliniche comparative di
orphan drug e farmaci salvavita, nonché altre attività di informazione, ricerca e formazione del personale.
L'autocertificazione, da produrre all'Aifa avvalendosi esclusivamente del modello dalla stessa predisposto,
deve attestare l'ammontare complessivo della spesa sostenuta nell'anno precedente per le attività di
promozione, nonché la sua ripartizione nelle singole voci di costo, sulla base dello schema approvato con il
decreto del ministro della Salute del 23 aprile 2004. Nella causale del bonifico dovrà essere riportato il
codice Sis e il codice fiscale dell'Azienda farmaceutica, seguito dal codice F001/2016. Maggiori dettagli al
riguardo sono disponibili sul sito www.agenziafarmaco.it. L'articolo 1, comma 409, della legge 266/2005 ha
esteso l'obbligo di dichiarazione e versamento anche alle aziende che producono e immettono in
commercio nel nostro Paese dispositivi medici (dispositivi medici impiantabili attivi e diversi, nonché
dispositivi medico-diagnostici in vitro), anche non in nome proprio, cedendoli al Ssn, oppure a terzi, ma con
onere a carico dello stesso Ssn. Le aziende di questo comparto devono versare il contributo nella misura
del 5,5% delle spese sul c/c 92824879, intestato alla Tesoreria Provinciale di Viterbo, con la causale
"contributo di cui alla lett. d) dell'articolo unico della legge 266/2005 da imputare sul capitolo 2582 art. 27",
oppure avvalendosi del canale bancario (si vedano maggiori dettagli al sito www.salute.gov.it e la circolare
del ministero della Salute 20 aprile 2010, n. DPFDM.IIIIV/P/15465/P/I.5.a/1). L'autocertificazione. Il decreto
del 23 aprile 2004, come detto, ha approvato lo schema con le voci di costo relative alle attività
promozionali sostenute dalle aziende farmaceutiche, che sono quelle sintetizzate nella tabella riprodotta di
seguito. Per quanto applicabili, le stesse indicazioni devono essere osservate anche dalle aziende che
producono e immettono in commercio dispositivi medici. Il Dl 269/2003 richiede che vi sia un nesso fra
l'iniziativa promozionale promossa dall'azienda farmaceutica e gli operatori sanitari che ne beneficiano.
Rientra, così, nella base di calcolo tutto il materiale promozionale (fra cui i prodotti editoriali, gli atti
congressuali) destinato a medici e farmacisti, ivi inclusi i costi afferenti i messaggi promozionali su
pubblicazioni loro destinate. Ugualmente incluse nel novero delle spese promozionali sono quelle relative ai
campioni gratuiti di qualsiasi specialità medicinale e ai gadget in genere. Per quanto riguarda le spese per i
convegni accreditati Ecm, lo schema le include espressamente nella base contributiva, accomunandole alle
spese di ospitalità dei partecipanti, di allestimento degli spazi espositivi, ai compensi spettanti ai relatori e a
coloro che svolgono le funzioni organizzative. Devono essere autocertificate, altresì, tutte le «altre spese
relative all'attività di promozione dell'informazione scientifica», diverse da quelle precedentemente elencate.
L'esemplificazione recata dal Decreto fa riferimento a spese sostenute per l'acquisto di strumenti
tecnologici come telefonini, computer ecc. e altre dotazioni in carico agli informatori scientifici, purché non
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SCADENZA ENTRO IL 30 APRILE PER GLI ESBORSI 2015 DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE E
BIOMEDICALI
19/04/2016
Pag. 14 N.15 - 19 aprile 2016
tiratura:40000
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connessi al rapporto di lavoro degli stessi. Sono escluse dalla base di computo del contributo, come detto,
le spese per il "personale addetto". Per le aziende che producono e immettono in commercio dispositivi
medici, importanti precisazioni sono state fornite dalla citata Nota interpretativa del ministero della Salute
del 23 marzo 2006 e dalla già citata circolare del ministero della Salute 20 aprile 2010. In particolare, sono
soggette a contribuzione solo le spese relative alle attività promozionali nei confronti di professionisti e
strutture del Ssn o con questo convenzionati, anche se concernenti un'intera classe o gruppo di dispositivi
prodotti o commercializzati dall'impresa. Sono escluse dall'autodichiarazone, oltre alla pubblicità
istituzionale, quella rivolta al pubblico e i campioni gratuiti espressamente richiesti dalle Amministrazioni
pubbliche, ai fini della partecipazione a gare di fornitura, oppure ceduti in base a specifici obblighi
contrattuali, a fini di sperimentazioni o indagini cliniche. L'autocertificazione, redatta su carta intesta della
Società e sottoscritta dal rappresentante legale, può essere inviata tramite raccomandata o all'indirizzo
Pec, rispettivamente [email protected] oppure [email protected] e va prodotta anche nel
caso in cui non siano stati sostenuti costi per le attività di promozione nell'anno 2015. Le spese per il
materiale promozionale destinato a medici e farmacisti, inclusi il materiale consegnato dagli Isf o anche
spedito per posta e i costi per le inserzioni promozionali su riviste anche scientifiche destinate agli operatori
sanitari Le spese per i campioni gratuiti di specialità medicinali , anche da banco Le voci di costo relative
alle attività promozionali Le spese per i gadgets di ogni genere Ogni altra spesa relativa all'attività di
promozione dell'informazione scientifica Le spese per convegni e congressi anche accreditati Ecm , incontri
e riunioni varie , visite aziendali , incluse le spese di ospitalità e i compensi ai relatori , nonché quelle a
beneficio del soggetto organizzatore
VITA IN FARMACIA
12 articoli
19/04/2016
Pag. 5 Ed. Roma
diffusione:325546
tiratura:405864
Promossa da «Atena», è in programma venerdì Francobollo delle Poste sull'appuntamento Impegno La
ministra Lorenzin e lo specialista del Gemelli
Margherita De Bac
C'è la perseveranza di una Fondazione romana dietro la prima Giornata nazionale per la Salute della
donna che verrà celebrata venerdì con un evento del ministero della Salute presso l'Aranciera di San Sisto,
in via Valle delle Camene. Il decreto che lo scorso anno ha indetto la Giornata indica come promotrice
«Atena», che da tre anni porta avanti un progetto di divulgazione dei temi scientifici attraverso incontri tra
cittadini e alcuni dei migliori specialisti romani. Il 22 é una data significativa, giorno di nascita del premio
Nobel Rita Levi Montalcini. Luisa Todini, presidente di Poste, presenterà il francobollo ufficiale della
giornata.
Si comincia il 21 sera all'Arancera con uno spettacolo condotto da Milly Carlucci. La mattina del 22 la
ministra Lorenzin apre un convegno composto da tavole rotonde su argomenti che coinvolgono l'universo
femminile. All'esterno, uno spazio espositivo: l'augurio è che non ne esca fuori una celebrazione fine a se
stessa ma che le proposte ritenute valide trovino applicazione pratica. Tra i progetti in sospeso quello del
parto senza dolore con analgesia epidurale negli ospedali (indicazione presente nei nuovi Lea, l'elenco
delle prestazioni a carico dello Stato, mai approvato).
Dallo scorso anno gli incontri divulgativi di Atena Donna, presieduta da Carla Maira, si svolgono nelle
parrocchie con la collaborazione dei parroci. Il pubblico può rivolgere domande ai medici sui problemi di
salute più comuni all'universo femminile. L'ultimo appuntamento ha riguardato la prevenzione del tumore al
seno, ospite l'oncologo dell'Istituto dei tumori Ifo Regina Elena, Francesco Cognetti. Nonostante la cultura
della prevenzione sia sempre più diffusa, c'è ancora molto da fare a livello di informazione.
«Bisogna fare riferimento a un centro capace di garantire alla paziente un'assistenza completa, a 360
gradi», dice Cognetti. Una struttura multidisciplinare dove la donna venga accompagnata lungo un percorso
che va dalla diagnosi al ritorno alla vita normale. La cosiddetta «presa in carico», un brutto termine che
significa però per la paziente con tumore al seno l'alleggerimento da tutti i problemi che riguardano la
gestione del percorso. Oggi la parola guarigione non è più un tabù.
Cominciano a moltiplicarsi i segnali di speranza anche per i tumori più ostinati. Per l'ovaio é appena stato
lanciato un nuovo farmaco, indicato per le pazienti con un certo tipo di mutazione. «E' un passo in avanti
importante, ci aspettiamo molto», dice Giovanni Scambia, coordinatore del Polo Salute della donna al
Gemelli, uno degli specialisti presenti agli eventi di Atena.
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Salute della donna Giornata nazionale di eventi e convegni
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Pag. 1 Ed. Bologna
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Stampante tridimensionale per la ricostruzione delle ossa
VALERIO VARESI
RISCHIARE l'osso del collo è sinonimo di pericolo letale, ma da ieri un po' meno. Da quando sulla collina di
San Michele in bosco, nei laboratori dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, hanno inventato la macchina che
costruisce ricambi per il nostro scheletro. L'hanno inaugurata il direttore Francesco Ripa di Meana, il
presidente della Regione Stefano Bonaccini, l'assessore alla Sanità di viale Moro Sergio Venturi, il sindaco
Virginio Merola e il direttore scientifico dello stesso Rizzoli Maurilio Marcacci.
A PAGINA VI RISCHIARE l'osso del collo è sinonimo di pericolo letale, ma da ieri un po' meno. Da quando
sulla collina di San Michele in bosco, nei laboratori dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, hanno inventato la
macchina che costruisce ricambi per il nostro scheletro. L'hanno inaugurata il direttore Francesco Ripa di
Meana, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l'assessore alla Sanità di viale Moro Sergio Venturi,
il sindaco Virginio Merola e il direttore scientifico dello stesso Rizzoli Maurilio Marcacci.
Non si tratta di ricambi standard come quelli delle auto, ma di segmenti di osso progettati su misura per
ciascun paziente e adattati alla sua conformazione anatomica. Il tutto grazie a un'avveniristica macchina
che si compone di un Tac dual energy capace di radiografare l'osso da riprodurre, elaborare le immagini in
tre dimensioni e - con l'utilizzo di un programma sofisticato - comandare a una stampante anch'essa in tre
dimensioni chiamata "Bioplotter", la riproduzione con materiale che potrà variare a seconda delle esigenze:
dalla idrossiapatite al fosfato di calcio o all'idrogel. In tutti i casi sostanze che sono in grado di essere
colonizzate dalle cellule umane.
La combinazione di questi materiali bioingegneristici sosterrà la crescita delle cellule stesse, la loro
migrazione e differenziazione per garantire integrità strutturale e minori rischi di rigetto. Tutto questo
costituisce la "piattaforma bioprinting" inaugurata ieri e costata complessivamente 2,36, milioni finanziati in
parti uguali dalla Regione e dal ministero della Salute. La Tac costa 1,06 milioni, mentre il bioplotter 1,3
milioni. La macchina è in grado di riprodurre parti anatomiche con precisione anche in titanio poroso
compatibile con la radioterapia, come nel caso delle vertebre della colonna. L'innovazione è il frutto del
lavoro dei 158 ricercatori, tra ingegneri, biologi e biotecnologi, in forza al Rizzoli, e degli oltre 240
collaboratori-autori che fanno dell'Istituto di San Michele in bosco un centro internazionale di eccellenza.
Prova ne è che il 44% delle protesi realizzate anche prima dell'avvio della piattaforma erano destinate a
pazienti provenienti da fuori regione. Percentuale che diventa il 63% se si prendono in considerazione gli
interventi più complessi. Tra questi ci sono pure pazienti stranieri, come la bimba greca a cui è stato
sostituito un femore a 17 mesi, in parte ricorrendo alla banca dell'osso, in parte ricostruendolo con la nuova
tecnologia di stampa tridimensionale, consentendole di tornare a camminare.
www.ior.it www.regione.emilia-romagna.it PER SAPERNE DI PIÙ
LE TAPPE
IL COSTO La nuova piattaforma di Bioprinting del "Rizzoli" è costata 2,36 milioni finanziati in parti uguali da
Regione e ministero della Salute I RICERCATORI Alla realizzazione della macchina che ricostruisce parti
ossee, hanno collaborato 158 tra ingegneri, biologi e biotecnologi, in forza al "Rizzoli" I PAZIENTI Il 44%
dei pazienti del "Rizzoli" sottoposti a protesi, proviene da fuori regione. Percentuale che si innalza al 63% in
caso di interventi complessi
Foto: LA TECNOLOGIA La stampante in 3D presentata ieri al Rizzoli.
A sinistra, Maurilio Marcacci
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PRESENTATA AL RIZZOLI
19/04/2016
Pag. 1 Ed. Torino
diffusione:235298
tiratura:335733
Esami in farmacia l'esordio è un flop
SARA STRIPPOLI
«MI spiace ma il collegamento non c'è»; «purtroppo non sono arrivate le credenziali»; «non riusciamo ad
entrare nel sistema». L'esordio del servizio che consente di prenotare visite ed esami in farmacia è stato un
flop. Decine e decine di telefonate, ma soltanto tre sono le farmacie in grado che hanno detto di poter fare
la prenotazione. A Federfarma non resta che ammettere: «Ci sono stati problemi», dice il presidente Marco
Cossolo.
SEGUE A PAGINA IV> «MI spiace, ma non siamo in grado di fare le prenotazioni»; «Non sono arrivate le
credenziali, abbiamo sollecitato ma invano»; «Abbiamo la password ma il collegamento non funziona».
L'esordio della prenotazione di esami e visite (ma anche ritiro referti) nelle farmacie dell'Asl To 1 e della
To5 di Moncalieri, Chieri, Moncalieri, è stato un flop. Decine e decine di telefonate per chiedere di prenotare
un esame diagnostico attraverso il sovracup, il centro provinciale unificato, ma soltanto tre hanno risposto
che erano in grado di farlo. Semmai mettenedo avanti l'ipotesi di poter restare in attesa per scarsa
dimistichezza con la procedura.
Una è la farmacia Boniscontro di corso Vittorio; la seconda si trova a Moncalieri in piazza Vittorio
Emanuele: «Venga, proviamo», ci ha riposto gentilmente la titolare.
La terza è a Chieri, la farmacia Regis.
Per il resto una débacle, senza differenze fra To1 e To5: «Non riusciamo ad entrare nel sito», rispondono
in via delle Orfane.
In corso Roma, a Moncalieri, scuotono la testa: «Non abbiamo la password». A Carmagnola, in via
Valobra, a mancare sono «i codici». I clienti interessati si sono fatti vivi ed in effetti il servizio può essere di
grandissima utilità per anziani e persone con difficoltà a muoversi o poco tempo a disposizione: si va in
farmacia invece che allo sportello dell'Asl e si evitano lunghe attese al telefono. Unica condizione per
prenotare visite ed esami in tutta la provincia (anche nei centri convenzionati) è arrivare con l'impegnativa
del medico di base ed essere disposti a spendere due euro.
Per il momento è meglio desistere e verificare prima se il servizio funziona. Alla farmacia Santa Croce di
via Riva 19, a Chieri, il titolare alza le bracccia: «Tanta pubblicità ma non abbiamo ancora la seconda parte
della credenziale. E' arrivata soltanto la prima, aspettiamo la seconda. In via XX Settembre, a Torino la
riposta è lapidaria: «Il collegamento non è attivo». «Problemi tecnici», dicono alla farmacia di Porta Susa.
Molti ammettono che le richieste sono arrivate ma i clienti sono stati rinviati a casa con la coda fra le
gambe. «Domani, chissà».
A Federfarma, che ha condotto l'operazione con le due aziende sanitarie, non resta altro che ammettere
che le cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto.
«Sì, ci sono stati problemi di collegamento», dice il presidente regionale Marco Cossolo, titolare di una
farmacia di Carignano, dov'è impegnato con la campagna elettorale nel ruolo di sindaco uscente. «Parlo
come farmacista e non come presidente di Federfarma, perchè con l'associazione dobbiamo approfondire
le ragioni. Di certo le credenziali a molti sono arrivare in ritardo».
Andrea Colombo è il responsabile cittadino e spiega che nel giorno della presentazione alla stampa
Federfarma ha inviato una circolare alle farmacie per invitarle a sollecitare il Csi sull'invio delle credenziali:
«L'invio delle credenziali dipende da loro».
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Altre notizie e immagini su torino.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: IL SERVIZIO Da ieri a Torino e provincia in teoria si possono prenotare esami medici e ritirare i
risultati in farmacia. Ma il sistema per ora non funziona FEDERFARMA Marco Cossolo, titolare di una
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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LA POLEMICA
19/04/2016
Pag. 1 Ed. Torino
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farmacia a Carignano dov'è il sindaco uscente, è il presidente di Federfarma Piemonte
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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19/04/2016
Pag. 5 Ed. Torino
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Bono dal"118" alla direzione dell'Asl Cuneo 2 Si occuperà anche di aprire
l'ospedale di Verduno
(s.str.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA DANILO Bono, attuale direttore del 118, è il nuovo direttore generale
dell'Asl Cuneo 2.
Dopo anni alla guida del servizio di emergenza, è chiamato adesso a sostituire Francesco Morabito, la cui
nomina scade il prossimo 8 maggio.
Il suo incarico dura tre anni. In parallelo, sarà avviata la procedura per individuare il successore di Bono al
118. La scelta del nuovo direttore, fa sapere l'assessorato alla sanità, è avvenuta con la stessa procedura
già seguita per la nomina dei 16 nuovi direttori delle aziende e degli ospedali piemontesi. Danilo Bono era
nella lista dei direttori ritenuti idonei ed è assai probabile che a lui si pensasse, già ad aprile 2015, per la
direzione della Cuneo 2. Piemontese, medico anestesista, 62 anni, è attualmente coordinatore regionale
delle centrali operative, direttore del dipartimento emergenza territoriale 118 della Città della Salute di
Torino e direttore del dipartimento territoriale 118 di Cuneo. È stato anche consulente ai giochi olimpici
invernali a Salt Lake City e al Toroc per le Olimpiadi Torino 20016. A Bono l'assessore alla sanità Antonio
Saitta affida anche l'avvio del nuovo ospedale di Verduno: «Questo è il primo degli obiettivi», dice Saitta.
Foto: NUOVO DIRETTORE Danilo Bono, oggi alla guida del "118", è il nuovo direttore dell'Asl Cuneo2
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IL PERSONAGGIO
19/04/2016
Pag. 8 Ed. Napoli
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Nuovo farmaco combatte l'asma sarà approvato entro fine anno
GIUSEPPE DEL BELLO
FINORA si poteva contare su quelli contro le graminacee. Tipo la parietaria.
Oggi di vaccini (ma terapeutici) ce n'è anche uno contro gli acari. Praticamente un farmaco nuovo, in
compresse, che vince l'asma. E se si pensa che da questi mircrooganismi siamo circondati sempre e
ovunque, anche di notte e nel letto, si intuisce il valore dell'annuncio dato al congresso Siaaic (Società di
Allergologia, asma e immunologia clinica) presieduto dall'ordinario dell'università di Genova Walter
Canonica e appena concluso a Napoli.
Lo studio clinico internazionale ha coinvolto anche soggetti arruolati nella nostra regione. A illustrarne le
caratteristiche è stato Massimo Triggiani, direttore di Allergologia al San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona
e professore associato all'ateneo di Salerno: «Due le principali novità - rivela lo specialista - L'efficacia
sull'asma, malattia ben più grave della rinite allergica per la quale già da tempo esistevano i vaccini, e la
capacità di agire contro un allergene "perenne", l'acaro della polvere di casa.
Questo organismo è diffuso in tutti gli ambienti domestici e in ogni stagione. Insomma, i polmoni degli
asmatici entrano costantemente in contatto conun allergene che può scatenare crisi molto gravi».
L'allergia agli acari, tra le più diffuse, è causata da alcuni enzimi presenti nelle loro deiezioni: mescolandosi
alla polvere si accumulano su tutte le superfici. Tra il 13 e il 21 per cento dei 20 milioni di italiani allergici,
sviluppa reazioni agli acari. Le conseguenze, anche in questo caso, sono asma e rinite. Con la differenza
che quella agli acari è un'allergia che dura tutto l'anno. «Per questi pazienti anche il riposo notturno
rappresenta una fonte di esposizione all'allergene - continua Triggiani - Lo studio, di imminente
pubblicazione, descriverà i benefici che hanno riguardato cinquemila persone. Tra i principali: meno
sintomi, ridotto ricorso al cortisone per via inalatoria e probabile calo degli accessi nei pronto-soccorsi. Lo
sviluppo del vaccino per l'acaro è stato possibile anche grazie a studi condotti dalle cattedre di Allergologia
della Federico II e dell'università di Salerno. I ricercatori hanno contribuito a dimostrare che, nel bambino o
nell'adulto che sviluppa l'asma da allergia all'acaro, le cellule responsabili dei sintomi sono principalmente i
mastociti del polmone. Queste cellule sono "armate" da alcune immunoglobuline particolari, le IgE che,
appena incontrano gli allergeni dell'acaro, attivano il mastocita e determinano la produzione di sostanze
che ostruiscono i bronchi e causano l'affanno improvviso della crisi d'asma».
Il vaccino si è rivelato privo di effetti collaterali e dovrebbe essere approvato anche in Italia entro fine anno.
Foto: LABORATORIO Un laboratorio dove vengono sperimentati vaccini: entro l'anno ce ne sarà uno
contro l'asma. In alto, un'ecografia
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Pianeta sanità
19/04/2016
Pag. 41 Ed. Torino
diffusione:172712
tiratura:244598
Piemonte come l'Emilia esami in orari serali e prenotazioni unificate
Due giorni per una visita chirurgica, 80 per un'ecografia alla tiroide, 94 per una Tac completa. Fino a 102
giorni per una spirometria semplice o globale. Sono le liste di attesa alle Molinette per alcune categorie di
visite ed esami: uno scherzo rispetto alla Medicina del Sonno, evidentemente molto gettonata. La prova di
un sistema comunque sotto pressione. Problema cronico
Parliamo delle Molinette, ma potremmo estendere il discorso ad altri ospedali. Perchè le liste d'attesa,
bestia nera di tutti gli assessori alla Sanità, sembrano refrattarie ad ogni tentativo. Di azzerarle non se ne
parla: nei migliori dei casi, e sono pochi, si possono ridurre a tempi ragionevoli. Non a caso, la Regione ha
affidato come obiettivo prioritario per i direttori generali delle Asl l'abbattimento delle liste - 43 le prestazioni
individuate - potenziando i servizi. Il sostegno a varie iniziative, ad esempio la possibilità di prenotare esami
e ritirare i referti in farmacia (sperimentata nelle Asl Torino 1 e 5) va nella stessa direzione. Il modello
emiliano
In Emilia, tra le Regioni più virtuose, hanno aumentato la produzione estendendo gli orari di attività nei
giorni feriali, aprendo gli ambulatori il sabato e la domenica per le prestazioni più critiche, ricorrendo ai
privati per aumentare l'offerta, dando incentivi ai direttori. Non ultimo: lavorando con i medici di base per
ridurre prescrizioni non sempre indispensabili. Significa più personale e quindi maggiori costi. I progetti in
Piemonte
«Le nostre soluzioni non saranno dissimili da quelle emiliane e venete», anticipa l'assessore Saitta, che le
pensa tutte: «Compresa la possibilità di fare visite ed esami diagnostici anche in orari serali, utilizzando le
risorse liberate grazie alle economie». Come la Lombardia. A questo obiettivo rimanda l'introduzione del
principio di concorrenza nelle gare. A fine anno il Cup unico
M a attenzione: da anni l'Emilia conta su un Cup unico, «indispensabile per governare le liste». Quello che
«al massimo entro fine anno» debutterà in Piemonte, spiega l'assessore, pensionando l'attuale
«Sovracup»: servizio che non ingloba tutte le specialità di tutti gli ospedali. Alcuni primari, poi, dichiarano
solo una percentuale di disponibilità al servizio di «Sovracup» e riservano una quota per sé e per i propri
pazient i. Fattori che limitano l'offerta.
Si partirà con la provincia di Torino, a cui si aggiungeranno Novara (che gestirà anche Biella e Vercelli) e
Alessandria. Il traguardo è un sistema automatizzato esteso ai privati accreditati e basato su elementi
diversi - call center unificato, recall e servizio di disdetta automatico h. 24, prenotazione on line (anche da
cellulare tramite app) - che in sintesi punta «ad unire le agende» riducendo tempi e costi. [ALE.MON.] BY
NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Le strategie della Regione per ridurre le liste di attesa
19/04/2016
Pag. 43 Ed. Cuneo
diffusione:172712
tiratura:244598
Utili e fatturato di 4 milioni per le farmacie comunali
Farmacie comunali srl, società al 100% di proprietà del Comune di Cuneo, dopo anni di conti disastrosi
torna a fare utili: nel 2015 ha raggiunto un guadagno di 127 mila euro (dopo le imposte) e quest'anno
verserà anche nelle casse del municipio 260 mila euro per l'affitto di 5 licenze e dei locali di 3 esercizi. Si
tratta di circa 60 mila euro in più rispetto allo scorso anno.
Il punto è stato fatto ieri in commissione dal sindaco Federico Borgna e da Gianpiero Conte,
amministratore unico della società comunale. Il sindaco: «Quattro anni fa prendemmo in mano la società
con mille euro di utile. Con una gestione oculata, fatta di piani di sviluppo, programmazione e investimenti,
abbiamo ottenuto risultati importanti. Oggi il fatturato supera i 4 milioni . Senza mai compromettere la
valenza sociale di queste farmacie: servono zone anche non facili, garantiscono prezzi calmierati. C'è un
accordo con la Caritas per donare all'associazione 10 mila euro di farmaci a chi non può curarsi. I referti
degli esami si ritirano gratis nelle 4 farmacie comunali». Diciannove dipendenti
Conte ha rendicontato ai consiglieri comunali i dati dell'azienda (19 dipendenti). Quattro nuove assunzioni
sono scattate a novembre con l'apertura del quarto esercizio al centro commerciale Auchan (aperto 7 giorni
su 7, dalle 9 alle 20,30). Fatturato in crescita anche nella farmacia San Paolo, aperta sei giorni la settimana
grazie alla nuova gestione del centro commerciale e agli investimenti sull'immobile (anche il bar è stato
rinnovato).
Conte ha poi espresso rammarico per l'apertura al Movicentro stoppata dal Tar, ma si è detto fiducioso
dell'apertura: il Tribunale amministrativo, dopo lo stop a titolo cautelare, entrerà nel merito nella seduta del
18 maggio. [l. b.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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cuneo, nel 2015 guadagno di 127 mila euro
19/04/2016
Pag. 9 Ed. Reggio Emilia
diffusione:109915
tiratura:139502
Scuola insegna ai disabili ad andare in bici Il via giovedì nella pista
dedicata a Cimurri
di ANGELO COSTA A GIANNETTO Cimurri, indimenticabile massaggiatore di anime, farebbe un gran
piacere sapere che, sulla pista di ciclismo a lui dedicata in zona campovolo, da giovedì decollerà una
scuola speciale: è riservata alle persone disabili e insegnerà loro ad andare in bicicletta. E' la prima in Italia
e ha un obiettivo già stabilito: offrire a tutti la possibilità di fare sport anche solo per star meglio. E' un
messaggio semplice: assomiglia molto a uno splendido programma. A pensare a questo genere di scuola
sono stati i soci di Apre, l'associazione reggiana dei paraplegici, che da oltre vent'anni svolge attività nel
settore sportivo, con una ricca e affermata sezione agonistica. Una lunga esperienza che ora viene messa
a disposizione della collettività con l'appoggio della Cooperatori: già attiva con giovani e cicloturisti, la
società amatoriale ora ha inaugurato una sezione dedicata all'handbike e messo a disposizione il circuito.
Così l'idea è diventata in fretta una realtà: ogni giovedì, dalle 15 alle 18, sulla pista ristrutturata di recente
dalla Fondazione per lo sport del comune, chiunque potrà salire sulle bici per disabili e avvicinarsi a questo
sport anche solo per divertirsi e fare un po' di movimento. Senza spendere un euro: la forza di questa bella
iniziativa è anche essere completamente gratuita. «NON CERCHIAMO atleti o nuovi campioni: offriamo
solo un modo diverso per affrontare i problemi della disabilità. L'esperienza ci insegna che la pratica
sportiva, finalizzata al benessere psicofisico e riabilitativo, può essere una terapia formidabile. Molti non si
avvicinano al ciclismo perché i mezzi costano tanto e le strade non sono sicure: grazie a questa scuola si
potrà usare l'handbike su un circuito protetto, in mezzo alla natura», racconta William Bonvicini, una delle
anime dell'Apre, che questo passaggio l'ha vissuto sulla propria pelle: ciclista amatoriale, si è dedicato a
questa attività dopo aver perso l'uso delle gambe. «Non è stata una scelta immediata, ho impiegato anni
prima di decidermi a salire su una handbike: questa scuola può accorciare anche i tempi di chi vorrebbe
provare, ma ancora non si convince». INSERITA nel progetto 'Reggio città senza barriere', benedetta dal
comune e dalla fondazione per lo sport, sostenuta da aziende locali come il Consorzio del Parmigiano
Reggiano e le Farmacie comunali riunite e dalla Triride e Maddiline che produce le speciali bici utilizzate, la
scuola di ciclsmo per disabili si avvarrà di istruttori specializzati che guideranno gli allievi alla scoperta di
un'attività a molti poco conosciuta o del tutto ignota. «Lavoriamo con le handbike dal 2000 _ conclude
Bonvicini, disponibile a fornire qualsiasi informazione (338.7122591) _ quando ancora questo sport era
poco conosciuto. Con me altri soci, come Franca Cristofori, Stefania Bassoli, Tadeo Bigi, Raffaele Zambelli
e Tonino Carusillo, hanno dato vita a un'attività prima interna alla nostra associazione, poi estesa su tutto il
territorio nazionale. Questa scuola è solo una tappa, abbiamo ancora molti progetti da realizzare».
Pedalando di questo passo, sarà più facile.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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AL CAMPOVOLO LA PRIMA ESPERIENZA ITALIANA: IDEA DEI SOCI DI 'APRE'
19/04/2016
Pag. 14 Ed. Forli
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tiratura:139502
«Così facciamo prevenzione sulle patologie del cuore»
CHE la prevenzione sia la miglior cura è risaputo ormai da tempo, ora agli strumenti a disposizione per
prevenire le malattie si è aggiunta la telemedicina. In particolare nel territorio di Forlimpopoli è attivo dal
2014 un apparecchio che offre la possibilità di effettuare elettrocardiogrammi in farmacia, che vengono poi
esaminati da cardiologi non presenti sul posto, ma i cui risultati sono disponibili nel giro di un giorno, in caso
di urgenza anche solo un paio d'ore. L'apparecchiatura si chiama Bluecardio, di proprietà di Hrs del
cardiochirurgo Giorgio Noera e implementata dal provider del Ministero della Salute Ecm Fipes Group di
Forlimpopoli, è disponibile presso la farmacia Fabbri e in questi anni ha effettuato 450 elettrocardiogrammi.
Bluecardio e in grado di effettuare elettrocardiogrammi a dodici derivazioni, come al pronto soccorso, e non
serve la presenza di un operatore sanitario, solo di una persona formata all'uso dell'apparecchiatura. Il
tracciato, tramite una connessione internet protetta, viene inviato ad un cardiologo convenzionato che lo
referta e con la firma digitale lo invia alla farmacia. «In questi ultimi mesi - spiega Antonio Pipio del gruppo
Fipes - questa tecnologia ha permesso di individuare due sindromi cardiache aritmica denominata
'Patologia di Brugada' dal nome degli scopritori. Tale patologia può causare la morte improvvisa. I due
pazienti sono stati inviati poi in un centro specializzato e oggi sono fuori pericolo». Il costo dell'esame è di
16,50 euro e lo possono effettuare tutti dai 4 ai 70 anni semplicemente andando in farmacia. «Ci si rivolge
soprattutto a chi sta bene - continua Pipio - chi non ha mai avuto problemi e che quindi non si controlla;
sono queste le persone che spesso non sanno di avere patologie fino a quando poi non è troppo tardi».
Matteo Bondi
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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FORLIMPOPOLI L'APPARECCHIATURA SI CHIAMA BLUECARDIO ED È DISPONIBILE PRESSO LA
FARMACIA FABBRI
19/04/2016
Pag. 15 Ed. Brianza
diffusione:49173
tiratura:70345
IN SETTIMANA la farmacia «Alla Madonna» del dottor Vintani ha subito la sua 15esima rapina in 15 anni di
attività. Due giovani travisati con cappello e sciarpa hanno atteso che la farmacia si svuotasse per mettere
a segno il colpo. Uno da fuori controllava, il secondo si è avvicinato alla cassa, strattonando il farmacistae
fuggendo con 500 euro.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Quindici rapine in 15 anni alla farmacia del dottor Vintani
19/04/2016
Pag. 9 Ed. Pistoia Montecatini
diffusione:85713
tiratura:111816
IL RAPINATORE si è presentato al bancone all'improvviso, come materializzato dal nulla. Ha puntato la
lama del trincetto contro le farmaciste e si è fatto consegnare tutti i contanti che erano in cassa in quel
momento, circa trecento euro. Sono stati attimi di grandissima paura e che hanno lasciato tutti i presenti in
stato di forte choc, ieri pomeriggio, all'interno della farmacia di Spedalino, che si trova in via Giorgio La Pira,
nel centro commerciale davanti alla Coop di Agliana. Il rapinatore ha fatto il suo ingresso poco dopo le
quattro. Indossava un cappellino e gli occhiali da sole nel tentativo di non rendersi riconoscibile. Dimostrava
dai 50 ai 55 anni. Ha parlato in perfetto italiano: «Datemi i soldi» ha intimato. In quel momento all'interno
della grande farmacia al pianterreno del palazzo dove si trovano anche altri negozi, c'erano la titolare, due
dipendenti e tre clienti. TUTTI sono rimasti immobili, impietriti, nessuno ha pronunciato una parola. La
titolare ha consegnato i soldi al bandito che se li è messi in tasca e si è allontanato, a piedi. I presenti non
sono riusciti a capire se fuori avesse un mezzo oppure un complice ad attenderlo. Subito dopo è scattato
l'allarme ai carabinieri immediatamente intervenuti per i primi rilievi e l'istantanea visione di tutte le immagini
girate dalle videocamere di sorveglianza installate nella zona. Le riprese potrebbero essere preziose per
risalire all'identità di questo rapinatore solitario e anche per confrontare gli indizi che eventualmente
emergeranno con quelli raccolti, in questo caso dalla polizia, nella rapina-fotocopia avvenuta nel
pomeriggio di venerdì scorso, 15 aprile, alla farmacia di via Cellini, a Sant'Agostino, quartiere industriale di
Pistoia. Anche in quel caso il rapinatore aveva agito da solo. Dimostrava meno di cinquant'anni ed era
apparso in evidente stato di alterazione-psicofisica, probabilmente da tossicodipendenza. Anche lui armato
di trincetto, si era fatto consegnare circa quattrocento euro e poi si era allontanato. Per fuggire aveva
utilizzato una bicicletta e i presenti lo avevano visto dirigersi verso la via Vecchia Pratese. Le indagini sono
in corso. lucia agati piera salvi
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Assalta farmacia armato di trincetto «Datemi i soldi», poi fugge a piedi
19/04/2016
Pag. 44 Ed. Rovigo
diffusione:57238
tiratura:74038
Addio al farmacista Nicola Fischetti
(gi.di.) Dopo lunga malattia ieri mattina, verso le 7, si è spento all'ospedale di Chioggia, il farmacista di
Sant'Anna, dottor Nicola Fischetti di 86 anni, molto conosciuto e stimato a Taglio di Po, suo paese di
origine e dov'è vissuto fino a qualche anno dopo la laurea. I suoi funerali saranno domani alle 15,30 nella
chiesa parrocchiale di S. Francesco d'Assisi di Taglio di Po,. Lascia le sorelle di qualche anno più giovani,
Donata Maria insegnante elementare per oltre 40 anni e Anna Maria, titolare della gioielleria «Oggi», da
circa due mesi vedova dal marito Ezio Valente.
Nicola Fischietti, figlio dell'unico medico del paese dottor Michele e della maestra elementare Dina, si era
sposato nel 1961 con Clara Bonera ed era diventato padre di Michele, farmacista, sposato, con una figlia,
Emma di 13 anni, e Cesare. Già titolare della farmacia, sulla Romea, a Sant'Anna di Chioggia, subentrando
al suocero Cesare, farmacista a Taglio di Po, dal lontano 1956, ha sempre avuto un forte attaccamento al
suo paese natale dove ha conservato tante amicizie, ha frequentato la Chiesa parrocchiale e partecipato
alle feste più importanti.
È sempre stato un marito e papà esemplare, un uomo semplice, allegro, scherzoso e ben voluto, con due
grandi passioni: la caccia e la Juventus. A Taglio di Po ha lasciato tanti ricordi ed affetti.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 19/04/2016
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TAGLIO DI PO Aveva 86 anni
PROFESSIONI
2 articoli
19/04/2016
Pag. 9
Dopo una consultazione vinta superando altre due agenzie, True Company ha curato la realizzazione della
campagna tv per il lancio di Nutragent, nuova crema corticosteroidea indicata per il trattamento sintomatico
di zone circoscritte della pelle irritate, infiamma te, arrossate e pruriginose, associate ad eczemi di varia
natura, dermatiti lievi e eri temi, commercializzata da Galderma (gruppo Nestlé). Partita il 10 aprile sulle
prin cipali emittenti televisive, lo spot racconta in chiave comedy le soluzioni che si è disposti a mettere in
campo per alleviare la sensazione di prurito dovuta ad alcune tra le più comuni irritazioni ed infiammazioni
della pel le. Nutragent, novità pro posta da Galderma, viene presentata in anteprima sul mercato italiano
come medicinale di automedicazione (primo Paese in Eu ropa) ed è il primo prodotto della sua categoria a
comunicare in tv. Hanno colla borato i direttori creativi Simone Cristiani e Giovan ni Trabucco, l'art director
Arianna Busico, il copywri ter Fabrizio La Ferla. Casa di produzione Filmmaster con la regia di Gigi Piola.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Galderma presenta la crema Nutragent con True Company
19/04/2016
Pag. 22
diffusione:58907
tiratura:132780
«Il Meldonium serve a migliorare il sesso»
Macchè doping, macchè droghe, il meldonio (il farmaco per il cuore reso celebre dalla confessione di Maria
Sharapova), serve solo a migliorare le prestazioni sessuali: almeno questo è il parere di Ivars Kalvins, lo
scienziato lettone che ha sviluppato il farmaco finito sulle pagine di cronaca giudiziaria più che nei testi di
farmacologia e che ha portato alla sospensione di ben 172 atleti perlopiù russi. Kalvins ha spiegato che non
tutti vogliono il farmaco al fine di migliorare le prestazioni atletiche: «Se parliamo di atleti di sesso maschile,
molti di loro prendono il meldonium allo scopo di migliorare le proprie prestazioni sessuali piuttosto che per
aumentare la prestazione sportiva e di questo bisogna tenerne conto». La scorsa settimana, la Wada ha
comunque anticipato che potrebbe essere in arrivo una sanatoria sui casi di doping al meldonio, precisando
che alcuni degli atleti trovati positivi «potrebbero evitare la sospensione» in mancanza di dati certi sulla
tempistica di permanenza del farmaco nell'organismo.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 19/04/2016
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PARLA LO SCIENZIATO CHE L'HA CREATO
PERSONAGGI
1 articolo
19/04/2016
Pag. 14
diffusione:21000
"Celiachia, oltre al danno la beffa: i bambini celiaci hanno diritto alla mensa scolastica senza aggravio di
spesa": è questo il senso di un'interrogazione urgente ai ministri Istruzine e Salute presentata dal senatore
Cor Luigi D'Ambrosio Lettieri che, rifacendosi alla denuncia dell'associazione celiaci, raccoglie le proteste di
due famiglie con bimbi affetti dalla malattia che si sono visti aumentare le rette annuali fino a tre volte.
"Stiamo parlando purtroppo - spiega D'Ambrosio - di una patologia in continuo aumento".
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 19/04/2016
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Rette aumentate per i bimbi celiaci Interrogazione di D'Ambrosio Lettieri
(Cor)