RISCHIO BIOLOGICO
IN AMBIENTI
CONFINATI
DEFINIZIONI GENERALI
RISCHIO CHIMICO
Ogni
qualvolta
elementi
chimici o composti, sia da soli
sia nei loro miscugli, allo stato
naturale o ottenuti mediante
qualsiasi attività lavorativa,
venuti a contatto con l’uomo,
provochino e/o raggiungano
livello potenziale di danno
nelle condizioni di impiego o
di esposizione, in particolare:
- Asfissia
- Intossicazione /
Avvelenamento
- Esplosione / Incendio
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RISCHIO BIOLOGICO
Ogni
qualvolta
esista
la
possibilità
che
agenti
biologici, venuti a contatto
con l’uomo, provochino un
evento dannoso tipo:
- Infezione
- Allergia
- Intossicazione
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DEFINIZIONI GENERALI
INFEZIONE
Stato di malattia causato da “germi” (agenti biologici). L’organismo
colpito presenta disfunzioni fisiologiche dovute alla presenza di
microrganismi patogeni.
ALLERGIA
Reazione esagerata del sistema immunitario di individui predisposti nei
confronti di sostanze innocue per la maggioranza della popolazione,
anche se a dosi estremamente basse. Le manifestazioni allergiche più
comuni sono: asma bronchiale, raffreddore allergico, orticaria, eczema.
INTOSSICAZIONE
Stato di malattia causato dall’ingestione o dall’assorbimento per via
respiratoria, cutanea ecc di sostanze tossiche (nel caso di origine
biologica), cioè dannose all’organismo (che non portano a danni
permanenti).
 AVVELENAMENTO: come sopra ma con sostanze tossiche che
possono portare a lesioni irreversibili e anche alla morte.
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DEFINIZIONI GENERALI
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AGENTI BIOLOGICI
Principalmente
• VIRUS
• BATTERI
• PROTOZOI
• ELMINTI
• FUNGHI
ma anche
• PRIONI
• TOSSINE e PRODOTTI CELLULARI
• ARTROPODI
• ANIMALI IN GENERALE
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AGENTI BIOLOGICI
Operiamo nel campo “dell’infinitamente piccolo”
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AGENTI BIOLOGICI
• VIRUS
Organismi privi di struttura cellulare a forma di icosaedro
allungata o sferica, di dimensioni estremamente piccole
(nanometri), che contengono acido nucleico (DNA o RNA)
racchiuso in un involucro proteico (capside).
Il virus è capace di moltiplicarsi soltanto mediante
infezione di un organismo ospite.
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AGENTI BIOLOGICI
• BATTERI
Organismi piccolissimi (micrometri) costituiti da una
sola cellula.
Si trovano in tutti gli ambienti di vita e di lavoro
(ESPOSIZIONE POTENZIALE) ed hanno bisogno di
diversi fattori per potersi sviluppare e diffondere
(temperatura, umidità, sostanze nutritive), acidità, …).
Alcuni batteri vengono utilizzati in processi industriali
(ambienti ad ESPOSIZIONE DELIBERATA) quali la
produzione di formaggio, yogurt, tabacco, fibre tessili,
farmaci, enzimi, detergenti, concia delle pelli,
trattamento delle acque reflue.
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AGENTI BIOLOGICI
• BATTERI
PATOGENI
Batteri in grado di provocare malattie nell’uomo per
azione diretta di interazione e danno alle cellule
dell’ospite, o per azioni indirette quali la produzione di
tossine, il ricoprimento dei tessuti, ecc
La capacità di produrre una malattia e la sua gravità
variano a seconda della “virulenza” della specie
batterica
ma
anche
delle
condizioni
generali
dell’organismo infettato.
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AGENTI BIOLOGICI
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AGENTI BIOLOGICI
• PROTOZOI (protisti)
Tipi semplici e primitivi di esseri viventi, unicellulari, di
dimensioni microscopiche ma più grandi dei batteri.
Le forme più progredite sono in grado di compiere
funzioni quali escrezione, respirazione, assunzione di
particelle alimentari.
Hanno un aspetto gelatinoso e per muoversi si servono
di propaggini chiamate “flagelli” (ciglia o frusta).
In genere sono parassiti di varie specie animali e anche
dell’uomo.
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AGENTI BIOLOGICI
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AGENTI BIOLOGICI
• ELMINTI
Organismi di piccole dimensioni, più evoluti dei gruppi
precedenti, hanno l’aspetto di VERMI MICROSCOPICI di
forma piatta o cilindrica.
Le malattie elmintiche sono più comuni di quanto non
si pensi; in alcuni casi si presentano con sintomi lievi,
mentre altri vermi possono indurre malattie croniche,
talvolta invalidanti.
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AGENTI BIOLOGICI
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AGENTI BIOLOGICI
Antielmintici
In origine preparati con
sostanze vegetali
naturali (alcune felci,
artemisie, melograno)
ora sintetici.
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AGENTI BIOLOGICI
• FUNGHI
Sono
organismi
unicellulari
o
pluricellulari
“completamente evoluti” dal punto di vista cellulare,
che in ecologia hanno il ruolo di decompositori in quanto
degradano e riciclano la sostanza organica.
Alcuni FUNGHI si comportano da PATOGENI, cioè sono in
grado di attaccare organismi viventi CAUSANDO
MALATTIA.
NEGLI AMBIENTI DI LAVORO i funghi che possono
causare problemi agli essere umani sono alcuni LIEVITI
(unicellulari) e MUFFE (pluricellulari), in quanto sono in
grado di causare infezioni, allergie o tossicità.
In particolare gli Aspergillus sono
responsabili di malattie a carico del
sistema respiratorio. Altri possono
creare orticarie ed eczemi a livello
cutaneo.
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AGENTI BIOLOGICI
• PRIONI
Particella infettiva solamente proteica (Proteinaceus
Infective Only particle), cioè agente infettivo non
convenzionale in quanto privo di acidi nucleici (DNA o
RNA).
I prioni sono considerati i più probabili agenti delle
encefalopatie
spongiformi
trasmissibili
(TSE)
sia
dell’uomo (malattia di Creutsfeldt-Jakob), sia degli
animali (scrapie, BSE).
Le neuropatie spongiformi sono malattie nervose
degenerative
dove
le
aree
cerebrali assumono
progressivamente un aspetto spugnoso e perdono
quindi le loro capacità funzionali.
La trasmissione è verticale (madre-figlio), ma anche
orizzontale (contagio) per cannibalismo/carnivorismo
(volontario o meno) o non se ne conosce attualmente il
meccanismo.
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AGENTI BIOLOGICI
•ARTROPODI
Ragni e insetti che possono risultare problematici per
morsi, punture o reazioni allergiche.
In effetti NON vi sono in Italia insetti e ragni dal morso o
dalla puntura mortale, ma vi è comunque sempre il
rischio di una ipersensibilità del soggetto umano che
porta a SHOCK ANAFILATTICO, in effetti molto pericoloso
e a potenzialmente mortale.
Si possono fare dei test preliminari di verifica e/o essere
muniti di farmaci specifici a base di ADRENALINA o
antistaminici.
POSSONO ESSERE VETTORI DI MALATTIE VIRALI E
BATTERICHE
- Zecche, Acari, Pulci e Pidocchi
- Ragni in genere (Malmignatta) e Scorpioni
- Insetti: Scarafaggi, imenotteri (Api, Vespe, Calabroni) e
Ditteri (Zanzare)
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AGENTI BIOLOGICI
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AGENTI BIOLOGICI
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AGENTI BIOLOGICI
N.B. Immagini NON in scala
Zecca
Vettore di virus e protozoi
Processionaria
Bruchi con peli urticanti
Aracnidi
Morsi e punture, raramente
velenosi
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AGENTI BIOLOGICI
Calabrone
Xylocopa violacea
Solitaria, punge raramente
Vespa comune
Sociale, poco aggressiva
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Sociale, aggressiva
N.B. In caso di
insetti sociali, la
puntura di un
esemplare
richiama anche
gli altri, creando
situazioni di
maggior
pericolo!!!!
Ape comune
Sociale, non aggressiva
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AGENTI BIOLOGICI
• ANIMALI IN GENERE
Il rischio maggiore è legato alla possibilità che siano
causa di allergie (vedi in seguito), o che possano
veicolare microorganismi patogeni di varia natura.
A titolo di esempio:
- RATTI: può essere affetto da oltre 30 malattie trasmissibili
all'uomo, inclusi il tifo murino, la peste bubbonica e la febbre da
morso di ratto, ma la sua pericolosità è molto legata
all’ambiente di vita (FOGNE).
- COLOMBI: può essere affetto da numerose malattie
trasmissibili all’uomo (ad esempio la salmonella) ma i casi di
reale infezione nei confronti dell’uomo sembrano molto rari.
- VIPERE: unici animali superiori velenosi e potenzialmente
mortali in caso di ipersensibilità al veleno o mancate cure.21
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AGENTI BIOLOGICI
• TOSSINE
In generale sostanze tossiche di origine animale,
vegetale e batterica che hanno potere antigene
(stimolano la produzione di anticorpi).
Molto importanti e pericolose per le infezioni cui
danno origine le tossine batteriche di tipo
botulinico, difteriche, tetaniche, ecc
PRODOTTI CELLULARI
Sostanze come sopra ma meno pericolose che
però possono scatenare reazioni allergiche.
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AGENTI BIOLOGICI
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AGENTI BIOLOGICI
FASI DELLA REAZIONE ALLERGICA
Linfocita B
(plasmacellua)
Mastocita
Determinante antigenico
Istamina
1
Allergene (granulo
pollinico)
2
I linfociti B producono
anticorpi
3
Gli anticorpi si
attaccano al
mastocita
Sensibilizzazione: esposizione iniziale all’allergene
4
L’allergene si lega
agli anticorpi del
mastocita
5
Viene liberata
istamina che causa i
sintomi dell’allergia
Successiva esposizione allo stesso allergene
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MODALITA’ DI
TRASMISSIONE
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MODALITA’ DI TRASMISSIONE
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MODALITA’ DI TRASMISSIONE
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MODALITA’ DI TRASMISSIONE
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MODALITA’ DI TRASMISSIONE
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POSSIBILITA’ DI CONTATTO
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DANNI – a) Caratteristiche dell’agente
biologico
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DANNI – a) Pericolosità dell’agente biologico
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DANNI – b) Condizioni dell’organismo ospite30
In generale un BUONO STATO DI SALUTE e un
sistema immunitario sviluppato e sano offrono
migliori garanzie di pronta risposta ad eventuali
infezioni.
Non esporsi a possibili contaminazioni quando si è
già malati o debilitati per altre cause patologiche.
Non assumere comportamenti che mettono a rischio
e indeboliscono il sistema immunitario.
Utilizzare i DPI e un ABBIGLIAMENTO ADEGUATO ed
ESCLUSIVO per il LUOGO DI LAVORO.
In alcuni casi di può ricorrere alla Vaccinazione (vedi
approfondimento).
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ELEMENTARI NORME DI IGIENE
 Utilizzo di DPI, tra cui abbigliamento idoneo ed esclusivo, in
particolare guanti (in alcune circostanze è opportuno l'utilizzo di tute
monouso).
Lavaggio frequente delle mani, riconosciuto come la più
importante misura per ridurre il rischio di trasmissione di
microrganismi da una localizzazione all’altra e da una persona
all’altra (Le mani devono essere immediatamente lavate in caso di
accidentale contatto con liquidi, oggetti o superfici contaminate o a
forte rischio di esserlo, fatto salvo che i batteri si possono trovare su
qualunque superficie).
 Lavaggio di sanificazione degli indumenti, eseguito con acqua,
detergente, (eventuale agente disinfettante) e azione meccanica
rappresenta il sistema più semplice e valido per ridurre in maniera
significativa la carica microbica.
 Lavaggio eseguito in lavanderie specializzate, da valutare
secondo circostanze.
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DANNI – c) Ambiente
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AMBIENTI SPECIFICI
• IMPIANTI DEPURAZIONE ACQUE
REFLUE URBANE
• TRASPORTO E TRATTAMENTO RIFIUTI
• DISCARICHE
Vedi schede
specifiche
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Processo depurativo – Igiene dei luoghi
 Separazione razionale degli spazi
(accessi / uffici / spogliatoi / area trattamento reflui)
 Ordinaria igiene dei luoghi di lavoro “puliti”, considerando
che il rischio di contaminazione legato a pavimenti, pareti,
arredi e suppellettili in genere è di medio/scarsa rilevanza:
 sanificazione accurata eseguita con acqua, detergente e azione meccanica;
 se si decide di procedere alla disinfezione è indispensabile prima pulire;
 i disinfettanti devono essere usati secondo le modalità prescritte in etichetta;
 durante le operazioni di pulizia e disinfezione l’operatore deve indossare
guanti di gomma per uso domestico ed eventualmente camici di protezione e
mascherine;
 al termine delle operazioni di pulizia e disinfezione ambientale tutto il
materiale utilizzato deve essere adeguatamente lavato, disinfettato e posto ad
asciugare in ambiente pulito.
 Ordinario funzionamento della zona di trattamento reflui:
 eseguire manutenzione ordinaria e straordinaria per evitare perdite da
tubazioni, vasche, aree di sedimentazione;
 evitare accumuli di materiali inutili nell'area di lavoro.
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Processo depurativo – Dettaglio delle
misure di igiene
 Servizi sanitari adeguati con acqua calda e fredda, eventualmente
provvisti di docce e lavaggi oculari e antisettici per la pelle;
 spogliatoi con possibilità di separare gli abiti puliti dagli abiti da
lavoro;
 idonea dotazione di DPI (guanti e mascherina), compresi
indumenti adatti alle mansioni;
 cura, igiene e manutenzione di DPI e indumenti da lavoro;
 in caso di sospetta contaminazione procedere con misure di igiene
della persona e disinfezione di DPI e abiti da lavoro (eventualmente
distruggerli);
 divieto di consumare cibi e bevande nelle aree a rischio
esposizione.
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Processo depurativo – Classificazione e
determinazione del rischio
I microorganismi che abitualmente proliferano negli
impianti di trattamento dei reflui civili rientrano nei gruppi
di rischio 1 e 2.
Fattori di rischio sono determinati da:
• Presenza naturale di contaminanti batterici nel refluo
• Necessità di trattamento del refluo (griglie, condotte, salti,
stramazzi, vasche)
• Utilizzo di fanghi attivi associati a sistemi di aerazione forzata
Tutto ciò comporta
– RISCHIO di DISPERSIONE (spruzzi / aerosol)
– RISCHIO di CONTATTO DIRETTO (spruzzi /
manutenzione / cadute)
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Processo depurativo – AEROSOL
Non esistono specifici studi epidemiologici che
determinano e quantificano in maniera oggettiva il rischio
biologico derivante dal trattamento dei reflui.
Occorre tenere in considerazione:
 Esposizione degli operatori e dei residenti della zona
 Condizioni climatiche generali (umidità, temperatura, ventosità)
 Condizioni climatiche particolari (eventi meteo particolari)
 Caratteristiche costruttive dell'impianto (tipo di vasche / modalità di
aerazione / suddivisione degli spazi / …)
 Monitoraggio per la quantificazione della carica batterica, sia
nell'aria che sulle superfici
N.B. Nel caso di trattamento reflui industriali:
- la presenza di sostanze chimiche può inibire la proliferazione dei
microorganismi dannosi
- le sostanze chimiche possono essere fonte di rischio per gli operatori
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Processo depurativo e rifiuti
Agenti biologici tipici
• STAFILOCOCCHI
Gli Stafilococchi, ed in particolare Staphylococcus aureus,
intervengono in patologia umana soprattutto come agenti
eziologici di:
• infezioni della cute quali foruncoli, follicoli, impetigine;
• tossinfezioni alimentari per la capacità di produrre
enterotossine termoresistenti e attive per ingestione.
• patologie causate da tossine prodotte, determinando in
alcuni casi anche setticemie estremamente gravi.
Tra i sintomi principali delle patologie da stafilococco:
 febbre alta (oltre i 39°C);
 vomito, diarrea,
 arrossamento cutaneo, bolle, desquamazione;
 dolori muscolari;
 mal di gola
 vertigini e svenimenti
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• ENTEROBATTERI
Batteri a forma di bastoncello che vivono comunemente
nell’intestino dell’uomo e di altri animali, ma che possono
essere responsabili di:.
• infezioni sistemiche, causate dalle febbri enteriche, quali tifo e
paratifo, che non si limitano al solo tratto intestinale ma si diffondono in
tutto l'organismo per mezzo del sangue e della linfa.
• infezioni esclusivamente intestinali, costituite da enteriti o
gastroenteriti prodotte dai generi Escherichia – Salmonella – Shigella.
Si manifestano con dissenteria (infiammazione delle mucose del tenue
e del colon per invasione diretta delle colonie batteriche e
conseguente diarrea) o solo con manifestazioni diarroiche per
produzione di tossine.
• infezioni extraintestinali, che colpiscono le vie urinarie e sono quasi
sempre causate da alcuni ceppi di Escherichia coli.
Le infezioni da enterobattericeae sono trasmesse per via orofecale attraverso l'ingestione di cibi o bevande contaminate.
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• Escherichia coli
È una delle specie principali di batteri che vivono nella parte
inferiore dell’intestino degli animali a sangue caldo e che sono
necessari per la digestione corretta del cibo.
Esistono, però, almeno 171 ceppi noti (varianti di specie) alcuni
dei quali risultano patogeni diretti o produttori di tossine
dannose.
• infezioni gastroenteriche
• infezioni urinarie
• peritonite
• meningite
• setticemia
• polmonite
• diarrea
La sua presenza nei corpi idrici (non ammissibile per legge)
• dissenteria
segnala la presenza di condizioni di fecalizzazione (è il
principale indicatore di contaminazione fecale, insieme agli
enterococchi).
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• SALMONELLA
Genere di batteri a bastoncello sia commensali che patogeni per
uomo e animali.
Nell’uomo sono la causa di febbre tifoide**(Salmonella typhi e S.
paratyphi) e altre patologie infettive simili, che si manifestano con:
• dolori addominali per emorragia intestinale
• nausea e vomito
• febbre e diarrea
• malessere generale
In particolare la febbre tifoide ha un
caratteristico andamento altalenante nella
prima e terza settimana di malattia, mentre
nella seconda rimane alta intorno ai 39-40°C
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**Da non confondere con il:
Tifo murino: veicolato dalle pulci dei ratti e causato da
Rickettsia typhi
Tfo esantematico: veicolato dai pidocchi umano e causato
da Rickettsia prowazekii
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• SHIGELLA
Batterio a forma di bastoncello, probabilmente un sottogenere di
E.coli, che provoca dissenteria a causa della spiccata invasività
(malgrado sia immobile) nei confronti dell'epitelio intestinale
dell'ileo e del colon ed alla produzione di tossine.
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• Leptospira interrogans
Batterio sottile e spiraliforme delle Spirochaetales patogeno per
mammiferi, uccelli e rettili, che provoca la “febbre dei sette
giorni” o “febbre itteroemorragica” (febbre gialla).
La contaminazione avviene per contatto con animali (morso o
urine di ratti, cani, bovini), acqua o materiali organici infetti, di
solito nel periodo estivo-autunnale.
Nell’organismo il batterio è veicolato dal sangue e colpisce tutti
gli organi:
• danneggiamento dei vasi sanguigni
• danni al fegato
• danni renali
• danni polmonari
Si manifesta in forma subclinica – anitterica e itterica con
crescente grado di pericolosità.
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• ROTAVIRUS
I Rotavirus, così chiamati per
l’aspetto simile a quello di una ruota,
sono un genere di Virus a RNA con
doppio capside.
Colpiscono l’intestino danneggiando i
villi e distruggendone le cellule
enterocitiche.
Provocano DIARREA.
Attualmente esistono vaccini di buona efficacia.
E’ stata riscontrata correlazione tra l’infezione da rotavirus e
l’insorgere della celiachia.
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• ENTEROVIRUS
Virus a RNA molto resistenti sia nell’ambiente che nell’apparato
digerente. Da questo migrano attraverso il sistema linfatico fino
agli organi bersagli, diversi a seconda delle specie:
- POLIOVIRUS, provoca poliomielite paralitica umana
- COXSACKIEVIRUS
Provocano congiuntivite emorragica, meningite, miocardite
e pericardite.
Secondo recenti ipotesi, i virus Coxsackie produrrebbero
alterazioni a carico delle cellule beta del pancreas, fenomeno
che quindi li chiama in causa come possibile fattore eziologico
del Diabete Tipo I insulino-dipendente
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• COLIFORMI
Batteri delle Enterobacteriaceae presenti nell’ambiente e nelle
feci umane in elevate concentrazioni (109/g).
I coliformi fecali sono da molto tempo considerati organismi
indicatori d’inquinamento ed hanno assunto un importante ruolo
come marcatori microbiologici per definire la qualità degli
ambienti idrici, sia superficiali sia profondi.
La colimetria totale, cioè la enumerazione dei coliformi totali
presenti nell’acqua, assume un significato più generico di
inquinamento, mentre la presenza di E. coli indica chiara
contaminazione fecale in quanto trattasi di batterio che vive solo
nel tratto gastro-intestinale dei mammifieri.
La loro presenza non è ammessa dalla legge e comporta
l’attivazione di procedure specifiche a garanzia della salute
pubblica.
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• Clostridium
Genere di batteri a bastoncello, sporigeni, che si rinvengono nel
suolo, in acqua, negli scarichi fognari, e costituiscono la
normale flora batterica del tratto gastrointestinale degli animali e
dell'uomo.
Alcune specie sono patogene a causa della produzione di
tossine, tra queste vi sono gli agenti eziologici:
• del tetano (C. tetani) con paralisi muscolari spastiche diffuse
o localizzate;
• del botulismo (C. botulinum) debolezza muscolare, paralisi,
scoordinazione dei muscoli volontari e nei casi mortali dei
muscoli respiratori;
• della cancrena gassosa (C. perfrigens) a carico di ferite con
necrosi dei tessuti e produzione di gas;
• dell’avvelenamento da cibo (C. perfrigens) con crampi
addominali e diarrea (raramente febbre e vomito, ancora più
raramente ulcere).
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• EPATITE A
L’epatite A è provocata da un virus a RNA (Heparnavirus).
Viene ingerito per via oro-fecale (acqua e cibo contaminati) e
dall’intestino, attraverso il sangue, giunge al FEGATO dove si
replica nelle cellule epatiche e viene espulso attraverso la bile.
I sintomi dell'epatite A si manifestano improvvisamente 15-50
giorni dopo l'ingestione secondo due distinte fasi:
- Fase pre itterica:
- malessere generale
- perdita di appetito
- astenia
- nausea e vomito
- dolore addominale
- febbre
- Fase itterica:
- urine scure e feci chiare,
- comparsa di ittero e prurito
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EPATITE A
Decorso temporale (a partire dalla contrazione del virus)
Incubazione:
2-7 settimane, mediamente 30 giorni.
Prodromi:
3-5 settimane.
Virus nel sangue: 3-6 settimane.
Virus nelle feci: 2-8 settimane, massimo dopo 3-4 settimane.
Ittero:
4-8 settimane.
Enzimi epatici elevati: 4-9 settimane.
Produzione anticorpi: dalla 3ª o 4ª settimana in poi
L’esito della malattia è generalmente benigno anche senza
particolari cure mediche (mortalità 0,1%) in pazienti sani e
giovani.
Raramente oltre i 50 anni si manifestano forme recidivanti o
fulminanti che sono molto più gravi e presenta tassi di mortalità
intorno all’80%
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Approfondimento 2:
IL SISTEMA IMMUNITARIO
Insieme di organi che serve a prevenire,
combattere e proteggere il nostro organismo
dalle malattie causate da agenti esterni, in
particolare batteri e virus.
Si divide in due grandi tipologie:
 SISTEMA IMMUNITARIO INNATO = comprende la pelle, le cellule
fagocitarie (macrofagi), e proteine di difesa; è presente dalla
nascita; non è specializzato (non riconosce in dettaglio i
patogeni).
• SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO = è molto specializzato ed
evoluto, dopo che l’organismo viene a contatto con un patogeno il
nostro sistema immunitario produce proteine specifiche chiamate
anticorpi che sono in grado di eliminare i microorganismi estranei
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IL SISTEMA IMMUNITARIO INNATO
Presente dalla nascita; non è specializzato in
quanto non è in grado di riconoscere nello
specifico i differenti agenti patogeni.
Le principali cellule immunitarie del sistema innato sono:
I macrofagi: grandi cellule
fagocitarie che circolano nel
liquido interstiziale (tra le
cellule) e, quando incontrano
virus, batteri o intere cellule
infettate, le inglobano
fagocitandole (“mangiandole”).
Batteri
Anno 2012 2013
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IL SISTEMA IMMUNITARIO INNATO
Il sistema innato di difesa sfrutta la presenza di particolari molecole chiamate interferoni:
Gli interferoni sono proteine prodotte dalle cellule infettate da
virus che propagandosi nei liquidi interstiziali e nelle cellule sane
adiacenti le stimolano a produrre molecole di resistenza.
Le proteine antivirali
bloccano la riproduzione
virale
Acido nucleico virale
1
2
Attivazione
dei geni per
l’interferone
Nuovi virus
DNA
mRNA
3
5
Molecole di
interferone
Cellula ospite 1
L’interferone stimola la
cellula ad attivare i geni
delle proteine antivirali
4
Produce interferone, ma
viene uccisa dai virus
Anno 2012 2013
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Cellula ospite 2
È protetta dall’azione dei virus
grazie all’interferone della cellula 1
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IL SISTEMA IMMUNITARIO INNATO
Il meccanismo di azione del Sistema Innato è la “risposta infiammatoria”.
La risposta infiammatoria costituisce il nostro principale sistema di
difesa innato ed è innescata da un qualsiasi tipo di danno ai tessuti.
I principali effetti della risposta infiammatoria sono quelli di disinfettare e
di ripulire il tessuto lesionato.
La risposta infiammatoria aiuta a prevenire l’estendersi dell’infezione ai
tessuti circostanti.
Gonfiore
Spillo
Superficie
dell’epidermide
Batteri
Vaso sanguigno
Segnali
chimici
Fagociti
Globulo
bianco
1 Danno al tessuto; liberazione di segnali
chimici quali l’istamina
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Accumulo di fagociti e
di liquido interstiziale
nell’area infiammata
2 Aumento della permeabilità e
dilatazione dei vasi sanguigni locali;
passaggio dei fagociti verso la regione
lesa
3
Rischio Biologico in ambienti confinati
I fagociti (macrofagi e neutrofili)
eliminano i batteri e ciò che rimane
delle cellule danneggiate; il tessuto si
rimargina
58
IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO
Si tratta della risposta immunitaria del
nostro organismo che è in grado di
neutralizzare specifici invasori
riconoscendoli e annientandoli
L’immunità conferita dal sistema immunitario viene detta
immunità acquisita (attiva) e si sviluppa a pieno solo in
seguito all’esposizione a sostanze estranee chiamate
antigeni.
Quando entra in contatto con un antigene (molecola
prodotta da un agente patogeno), il sistema immunitario
risponde con un incremento del numero di cellule che
attaccano direttamente gli invasori o che producono le
proteine di difesa chiamate anticorpi.
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IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO
L’immunità attiva, cioè le resistenza ad uno specifico invasore,
viene solitamente acquisita dopo un’infezione naturale, cioè dopo il
primo incontro con il patogeno, ma può anche essere innescata
mediante una procedura medica nota come vaccinazione.
È anche possibile sviluppare un’immunità passiva (per esempio
acquisendo anticorpi attraverso il latte materno o da un siero
contenente anticorpi specifici).
Linfocita
Anno 2012 2013
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IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO
Le cellule responsabili della risposta immunitaria sono i linfociti:
Midollo osseo
I linfociti sono prodotti nel midollo
osseo.
Alcuni linfociti immaturi continuano
a svilupparsi nel midollo osseo e si
specializzano diventando linfociti B
(o cellule B)
Altri passano dal midollo osseo al
timo
dove
si
specializzano,
diventando linfociti T (o cellule T).
Cellule staminali
Per via
sanguigna
Linfociti immaturi
Recettori
antigenici
Linfociti B
Linfociti T
Immunità umorale Per via
Immunità mediata
sanguigna
da cellule
Linfonodi, milza e altri
organi linfatici
Altre parti del
sistema linfatico
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Timo
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Processo finale di
maturazione dei
linfociti B e T in
un organo
linfatico
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IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO
I linfociti sono in grado di riconoscere gli agenti esterni
patogeni grazie al meccanismo antigene – anticorpo.
Gli antigeni (molecole prodotte dai patogeni) sulla propria superficie,
hanno regioni specifiche a cui si legano gli anticorpi (determinanti
antigenici).
Molecole di
anticorpo A
Una volta all’interno del corpo, un
particolare antigene attiva solo quel
piccolissimo numero di linfociti che
possiede un ben preciso recettore
specifico.
In seguito, tali cellule proliferano
formando una popolazione di cellule
geneticamente identiche (un clone)
adatte per combattere quel
determinato antigene.
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Siti di legame
per l’antigene
Determinanti
antigenici
Antigene
Molecola di
anticorpo B
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IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO
Risposta immunitaria primaria e secondaria:
Nelle risposta immunitaria
primaria, la selezione
clonane sviluppa cellule
effettrici e cellule della
memoria in grado di
garantire un’immunità per
tutta la vita.
Nella risposta immunitaria
secondaria, le cellule
della memoria sono
attivate da una seconda
esposizione allo stesso
antigene che induce una
risposta più energica e
veloce.
Risposta
1
immunitaria
primaria
2
Recettore
antigenico
(anticorpo sulla
superficie
cellulare)
1
Linfociti B
con recettori
antigenici
diversi
Crescita,
divisione e
differenziam
ento di un
linfocita
Molecole di
antigeni
3
Prima esposizione all’antigene
Molecole di anticorpi
4
4
5
Reticolo
endoplasmatico
Primo clone
Plasmacellule che producono anticorpi
Cellule della memoria
Molecole di antigene
Seconda esposizione 6
allo stesso antigene
Risposta
immunitaria
secondaria
Molecole
di anticorpi
Reticolo
endoplasmatico
Cellule della Cellule
memoria
della memoria
Plasmacellule che producono anticorpi
Anno 2012 2013
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63
IL SISTEMA IMMUNITARIO
Il corretto funzionamento del sistema
immunitario si basa sulle nostre
«impronte» molecolari
La capacità del sistema immunitario di riconoscere le
molecole appartenenti al proprio organismo, ossia di
distinguere il self dal non self, permette di combattere
molecole estranee senza danneggiare le proprie.
Le cellule di ogni persona hanno sulla membrana particolari
glicoproteine self che costituiscono le impronte molecolari
(fingerprint) e contrassegnano le cellule del corpo rendendole
inattaccabili dai propri linfociti.
Anno 2012 2013
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IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO
Un funzionamento scorretto del sistema
immunitario può provocare disturbi e
malattie
Le malattie autoimmuni insorgono quando il sistema
immunitario «fa confusione» e reagisce contro le molecole del
proprio corpo.
Le persone affette da malattie da immunodeficienza sono
prive di uno o più componenti del sistema immunitario.
Un lieve indebolimento del sistema immunitario può derivare
anche da stress fisici ed emotivi.
Le allergie sono causate da una sensibilità anomala ad antigeni
presenti nel nostro ambiente, chiamati allergeni (vedi diapositive
precedenti).
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Approfondimento 1:
LA VACCINAZIONE
Procedura medica attraverso la quale si
fa acquisire ad un soggetto immunità
attiva nei confronti di una malattia
Esistono malattie per cui la vaccinazione è obbligatoria o raccomandata,
altre per le quali si ricorre ad essa solo in particolari occasioni.
Principali malattie prevenibili con la vaccinazione:
Difterite
Epatite B
Rosolia
Meningite
Papilloma virus umano (HPV)
Tetano
Poliomielite
Morbillo
Pertosse
Parotite
Varicella
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LA VACCINAZIONE
EPATITE VIRALE B
Malattia causata da un virus che si trasmette attraverso il contatto con sangue o altri
liquidi biologici infetti o può essere trasmessa in gravidanza da madre infetta a figlio
POLIOMIELITE
Malattia causata da poliovirus che, dopo avere provocato un'infezione a livello
intestinale raggiungono il sistema nervoso centrale, dove si localizzano
PAPILLOMA VIRUS UMANO (HPV)
L'HPV è responsabile di un'ampia gamma di patologie dell'apparato genitale tra cui i
condilomi, le lesioni cervicali e le neoplasie anogenitali, in particolare il tumore del
collo dell'utero
MENINGITE
Malattia infettiva contagiosa causata da vari agenti eziologici, di tipo virale, batterico
etc., che provocano infiammazione delle membrane (meningi) che avvolgono cervello
e midollo spinale
TETANO
Malattia infettiva grave causata dall’azione di una tossina prodotta da un batterio
(clostridio) presente nell'ambiente
DIFTERITE
Malattia infettiva grave causata dall'azione di una tossina prodotta dal
Corynebacterium diphtheriae, che può agire su tessuto cardiaco, reni, fegato, sistema
nervoso
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LA VACCINAZIONE
MORBILLO
Malattia infettiva molto contagiosa, causata da un virus della famiglia dei
Paramixovirus, che si localizza in vari organi e tessuti
PERTOSSE
Malattia infettiva contagiosa provocata dal batterio Bordetella pertussis, che si
localizza principalmente nell'apparato respiratorio
PAROTITE
Malattia infettiva contagiosa, causata da un virus appartenente alla famiglia dei
Paramyxovirus, che si localizza in vari organi e tessuti, ma soprattutto nelle prime vie
respiratorie e ghiandole salivari
VARICELLA
Malattia infettiva provocata da un virus a DNA, il virus Varicella zoster (VZV),
appartenente al gruppo degli Herpesvirus. Si trasmette da persona a persona per via
aerea mediante le goccioline respiratorie
ROSOLIA
Malattia causata da un virus appartenente alla famiglia dei Togavirus, che si
trasmette da persona a persona con la tosse o gli starnuti e si localizza in vari organi
e tessuti
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VACCINAZIONI OBBLIGATORIE ---- ADULTI
Per quanto riguarda la popolazione adulta, alcune vaccinazioni sono obbligatorie
per determinate categorie di persone e di lavoratori:
 la vaccinazione antitetanica è obbligatoria, con cadenze definite dal DPR 464
del 7 novembre 2001, per:
 tutti gli sportivi affiliati al CONI
 i lavoratori agricoli,
 i metalmeccanici,
 gli operatori ecologici,
 gli stradini, i minatori gli sterratori etc.,
(l'elenco riportato nella Legge del 5 marzo 1963, n° 292);

le
vaccinazioni
antimeningococcica,
antitifica,
antidiftotetanica,
antimorbillo-parotite-rosolia sono obbligatorie per tutte le reclute all'atto
dell'arruolamento (Decreto del Ministro della Difesa del 19 febbraio 1997);
 la vaccinazione antitifica ERA OBBLIGATORIA per gli addetti ai servizi di
approvvigionamento idrico, ai servizi di raccolta e distribuzione del latte, ai servizi di
lavanderia, pulizia e disinfezione degli ospedali, per le reclute, e per altri lavoratori (le
Regioni, in casi di riconosciuta necessità e sulla base della situazione epidemiologica
locale, possono disporre l’esecuzione della vaccinazione antitifica in specifiche
categorie professionali);
 la vaccinazione antitubercolare è ora obbligatoria soltanto per il personale
sanitario, gli studenti in medicina, gli allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo,
con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio.
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BIBLIOGRAFIA
- INAIL: materiale didattico e schede di rischio biologico
- ISPESL: guida operativa per gli ambienti confinati
- Menna M.G: Rischio Biologico negli impianti di depurazione.
Corsi di formazione.
- Ministero della Salute: materiale informativo
- REGIONE VENETO: Linee di indirizzo operativo per gli
ambienti confinati
- ZANICHELLI: materiale didattico di biologia
- Wikipedia: enciclopedia libera on-line
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