Tecniche di Vendita Facoltà di Scienze della Comunicazione Università degli Studi di Teramo Prof. Marco Galdenzi Anno accademico 2015/16 I PIONIERI I primi tentativi di sistematizzare l’attività di vendita individuando schemi, metodi e tecniche risale alla fine del XIX secolo negli USA. “Al Sugar Camp di Dayton (Ohio), per i distributori affiliati alla National Cash Register Company, si tiene nel 1885 il primo corso di vendita della storia. John Henry Patterson fondatore dell’azienda di di registratori di cassa dopo un anno capì che la vendita richiede professionalità e bravura. Si fece scrivere un manuale di 16 pagine e diede vita alla prima “sales training school” di cui si ha conoscenza”. I PIONIERI All’inizio del ‘900 Elmo Lewis definisce il primo metodo di vendita, articolato su quattro fasi che debbono essere espletate in successione per spingere il cliente ad Agire. Il modello prende il nome dall’acronimo delle quattro fasi, che sono: A ttenzione. I nteresse. D esiderio. A zione. I PIONIERI Le quattro fasi del modello prevedono: l’attenzione del cliente: entrare in sintonia e presentare sommariamente la proposta. Se le argomentazioni risulteranno rilevanti per lui saremo in grado di suscitare interesse ad avere maggiori informazioni. Ottenuto l’interesse si effettua la presentazione del prodotto /servizio e se questa fa ritenere al cliente che esso soddisfa le sue esigenze, se ha qualcosa che lo rende speciale allora è probabile che si sia riusciti a creare il desiderio e quindi se vengono superate eventuali titubanze o resistenze si conduce il cliente all’ultima fase cioè a compiere le azioni necessarie per l’acquisto GLI ANNI ’50/’60 NEGLI USA “Il primo libro di vendita di grande successo (700.000 copie vendute) è stato scritto nel 1947 da Frank Bettger. La vendita viene proposta come una professione che come tale richiede abilità ben specifiche che devono essere acquisite. Nel testo “Bettger mette in chiaro risalto la necessità di adattarsi al singolo cliente, insegna a farlo parlare, di partire dai suoi desideri ed espone vari esempi molto significativi. Descrive l’attività di un venditore eccellente in quanto “venditore nato”. Non spiega bene, però, come un “venditore normale” potrebbe fare per diventare altrettanto eccellente”. GLI ANNI ’50/’60 NEGLI USA Nascono i primi formatori sulle tecniche di vendita. Provengono dalla vendita e avendo ottenuto buoni risultati, propongono corsi di formazione e libri in cui “promettono” di svelare i loro segreti del successo. Per far questo è necessario individuare dei metodi che siano trasferibili ad altri ed applicabili con facilità, da qui la definizione dei primi modelli sulle tecniche di vendita. Tra questi abbiamo ! J. Douglas Edwards ! Elmer Wheeler GLI ANNI ’50/’60 NEGLI USA J. Douglas Edwards Inizia ad operare negli anni ‘50 e continuerà per oltre 20 anni formando moltissimi venditori. Alcuni dei sui concetti fondamentali erano: ! la perseveranza elimina la resistenza ! capacità/coraggio di chiudere La perseveranza cioè non arrendersi di fronte ai “NO” e riproporre nuove argomentazioni per arrivare ad una nuova chiusura. GLI ANNI ’50/’60 NEGLI USA Elmer Wheeler Considerato da alcuni come uno dei pionieri della persuasione, lavora sul trovare le formule migliori per proporre/presentare i prodotti. Una delle sue affermazioni è: per avere la risposta che desideri non pensare a ciò che vorresti dire ma a ciò che vorrebbe sentire il cliente. Alcuni punti tratti dal suo libro. ! Non vendere la bistecca, ma lo sfrigolio (vendi i vantaggi) ! Non scrivere usa il telegrafo (usa le parole con saggezza) ! Ditelo con i fiori (dimostrate ciò che promettete) ! Non chiedere se ma quale (proponi una alternativa) ! Ascolta il tuo abbaiare (non è solo ciò che si dice ma anche come lo si dice) GLI ANNI ’50/’60 NEGLI USA Negli anni ‘60 viene evidenziata l’importanza di non presentare solo le caratteristiche ma anche i vantaggi. In ogni caso il processo di vendita rimane fortemente focalizzato sul prodotto e prevede sostanzialmente 4 fasi ! ! ! ! armonizzazione presentazione del prodotto superamento delle obiezioni chiusura GLI ANNI ‘70 NEGLI USA Negli anni ‘70 le tecniche di vendita evolvono puntando su: ! automiglioramento ! creare relazioni ! scoprire esigenze, quindi l’importanza di fare domande ! introduzione di strumenti per la gestione del processo es. piramide rovesciata e sales funnel Alcuni dei principali formatori sono attivi/conosciuti anche oggi. Tra questi abbiamo: ! Tom Hopkins ! Bryan Tracy GLI ANNI ‘70 NEGLI USA Tom Hopkins Opera nel settore da più di trentacinque anni, nasce come venditore immobiliare, considera quella commerciale un’arte per metà scienza. 1) ricercare la propria prospettiva personale. 2) fare una prima impressione positiva sul potenziale cliente. 3) qualificare i potenziali clienti in base alle loro esigenze, 4) determinare se si è veramente in grado di aiutarli. 5) se sono potenziali clienti qualificati, si passa alla presentazione del prodotto. 6) superare le obiezioni 7) ottenere dei nominativi (referral) per le vendita future. GLI ANNI ‘70 NEGLI USA Brian Tracy Opera nel settore da molti anni nella formazione. Negli anni ha focalizzato la sua attività sulla crescita personale. Le sue regole per il successo nella vendita sono: Trovare potenziali clienti qualificati, che possono parlarci, che possono acquistare e pagare i prodotti o servizi entro un breve periodo di tempo. Sapere quale beneficio il vostro prodotto o servizio genera al possibile cliente, prima di fare la presentazione. Fare domande su ciò di cui esattamente il cliente ha bisogno, su cosa gli serve e che sarà disposto a pagare. GLI ANNI ‘70 NEGLI USA Eseguire una presentazione efficace, dimostrare che la situazione del cliente può migliorare utilizzando il prodotto o il servizio. Quando il cliente sarà persuaso (obiezioni) dei miglioramenti, sarà disposto all’acquisto. Le difficoltà nella chiusura: ! il cliente ha paura di sbagliare ! il venditore ha paura del rifiuto Le tecniche di chiusura servono per superare questa fase di difficoltà. IL PROCESSO DI VENDITA Il processo di vendita, come descritto negli anni ’70 è strutturato in tre fasi fondamentali che si rinnovano costantemente e che stanno tra loro in rapporto di causa-effetto. La fase che precede la realizzazione dell'atto di vendita. La fase in cui si realizza l'atto di vendita vero e proprio. La fase successiva all'atto di vendita. LE FASI DEL PROCESSO Fase precedente Fase successiva Atto di vendita Approccio Dimostrazione Super. obiezioni Chiusura L’ATTO DI VENDITA Il processo di vendita negli anni ’70 La fase del contatto con il cliente è quella che identifica l’atto di vendita vero e proprio. Lo possiamo analizzare come l’evolversi di 4 momenti: 1. 2. 3. 4. Approccio Dimostrazione Superamento delle obiezioni Chiusura L’obiezione del cliente può arrivare in qualsiasi momento, non è scontato che avvenga dopo la dimostrazione. L’APPROCCIO Il processo di vendita negli anni ’70 Il momento dell’approccio è quello in cui si devono ottenere due obiettivi. Primo obiettivo: entrare in sintonia con il cliente. Vincere la sua diffidenza, creare empatia, farsi accettare, VENDERE SÉ STESSI Secondo obiettivo: conoscere i bisogni del cliente. Fare domande, indagare, osservare, …. LA DIMOSTRAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 Con la dimostrazione si propone al cliente la soddisfazione di un bisogno quindi la soluzione di un problema. Se l’approccio è stato gestito nel miglior modo il venditore ! conosce i bisogni del cliente ! sceglie le soluzioni da proporgli. IL SUPERAMENTO DELLE OB. Il processo di vendita negli anni ’70 L’obiezione può arrivare in qualsiasi momento. (approccio, dimostrazione, chiusura) L'obiezione serve al cliente per avere maggiori garanzie ! sulla soluzione dei suoi problemi ! sulla capacità del venditore ! sulla validità dei prodotti proposti. L'obiezione serve al venditore per avere maggiori informazioni sulle necessità del cliente. LA CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 La chiusura è il momento in cui il cliente decide se acquistare o meno. La decisione negativa deve creare l’occasione per proporre nuovamente al cliente altre soluzioni alle sue necessità. LE FASI Il processo di vendita negli anni ’70 MOMENTO AZIONE RISULTATO Approccio Vendere sé stessi Entrare in sintonia Individuare i bisogni Distensione Accettazione Dimostrazione Bisogno del cliente + Vantaggio del prodotto = Soluzione del problema Desiderio di acquisto Superamento Obiezioni Verificare la causa Dare la risposta Superare l’obiezione Annullamento dei dubbi Chiusura Sfruttare l’opportunità Creare una nuova opportunità Decisione L’APPROCCIO Il processo di vendita negli anni ’70 Nell’approccio si hanno due obiettivi principali Vendere se stessi (il cliente compra prima il venditore e poi il prodotto) quindi: ! farsi accettare come persona ! entrare in sintonia con il cliente ! vincere la sua diffidenza Conoscere i bisogni del cliente quindi: ! fare domande ! indagare ! osservare L’APPROCCIO Il processo di vendita negli anni ’70 Se si vuole generare interesse rapidamente può essere utile prepararsi un’efficace frase di apertura la “key sentence” da dire conclusi i rituali di presentazione. “ Pensavo a come aumentare i suoi margini del 3% come ho fatto già con tutti i miei clienti” “ Abbiamo fatto risparmiare 3.000 euro l’anno di energia elettrica a 38 nuovi clienti in questa zona” Ovviamente quello che viene detto deve essere vero e dimostrabile L’APPROCCIO Il processo di vendita negli anni ’70 Con la frase di apertura comunico al cliente che si vuole creargli valore. L’impatto di questa frase “vorrei vedere con lei come aumentare i suoi clienti del 15%” è molto diverso da quello di quest’altra “passavo qui e ho pensato di rubarle un attimino perché abbiamo dei prodotti che non sono niente male ” L’APPROCCIO Il processo di vendita negli anni ’70 Presentarsi, entrare in sintonia, osservare, quindi indagare. Intervista 1) Conoscere il cliente 2) Conoscere la sua azienda 3) Conoscere i prodotti che usa 4) Sapere quali bisogni sono soddisfatti 5) Sapere quali bisogni non sono soddisfatti 6) Far emergere bisogni che lui non sa di avere LE DOMANDE Il processo di vendita negli anni ’70 Perché “Chi domanda comanda” “Abbiamo due orecchie e una sola bocca perché dovremmo ascoltare più di quanto parliamo” LE DOMANDE Il processo di vendita negli anni ’70 Conoscere Scoprire le informazioni sul cliente e i suoi bisogni Verificare Il cliente deve seguirci ed essere d’accordo con noi Influenzare Le domande “orientate” guidano verso la scelta e la decisione Portare alla decisione Quando la trattativa è nella fase finale una domanda può far scattare la decisione DOMANDE CHIUSE ED APERTE Il processo di vendita negli anni ’70 Le domande chiuse hanno la risposta che rientra in una serie di possibilità definite. “La tua macchina è un diesel?” si risponde “SI” oppure “NO” Le domande aperte sono quelle alle quali si può rispondere in maniera molto completa, dettagliata e spesso libera. “Perché hai comprato una macchina diesel?” Si può rispondere in moltissimi modi “Per spendere meno” “Perché non sopporto l’odore della benzina” DOMANDE CHIUSE ED APERTE Il processo di vendita negli anni ’70 Le domande chiuse servono a verificare, classificare, confermare, orientare La domanda: “Ha ricevuto la merce?” serve a confermare un fatto La domanda: “è d’accordo sig. Mossi?” serve a verificare se il cliente condivide ciò che stiamo dicendo DOMANDE CHIUSE ED APERTE Il processo di vendita negli anni ’70 Le domande aperte servono a conoscere in maniera più approfondita fatti ed opinioni. Domande aperte per conoscere opinioni: “Perché ha rifiutato la merce?” “Come è riuscito a vendere tutto in tre giorni?” Domande aperte per conoscere fatti: “Quando ha ricevuto la merce?” “Cosa non è stato consegnato?” “Quanto ha pagato?” “Chi ha fatto la consegna?” LA DIMOSTRAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 1) Proporre brevemente il tema, cioè anticipare brevemente l'obiettivo della presentazione. 2) Procedere un passo dopo l'altro, ovvero spezzettare la presentazione in successive affermazioni e dimostrazioni. 3) Fornire le informazioni rilevanti in piccole dosi, in modo da suscitare e mantenere vivo l'interesse 4) Rapportare le informazioni agli interessi del cliente. Fargli toccare con mano i benefici che possono derivargliene (caratteristiche-vantaggi-benefici) LA DIMOSTRAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 5) Coinvolgere materialmente il cliente nella presentazione. Usare supporti visivi (depliant, carta e penna, campioni,….) facendo appello ai suoi cinque sensi. 6) Controllare costantemente il livello di comprensione e di attenzione del cliente. Utilizzare la tecnica delle domande di conferma e di verifica. 7) Riepilogare e concludere, usando un tono deciso e chiudendo con una domanda orientata. LA PRESENTAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 Interessi e bisogni: La presentazione del prodotto sarà riferita prima ai bisogni immediati cliente, poi ai vantaggi futuri. Le convinzioni e gli atteggiamenti del cliente vanno sottolineati spesso con l'uso di frasi e parole adeguate. Queste aree di interesse sono note se è stata usata in modo appropriato la tecnica delle domande. LA PRESENTAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 Le prove Se è possibile una prova pratica coinvolgere il cliente, affinché si senta soggetto attivo e non oggetto. Inoltre sappiamo che una presentazione originale resta più impressa di una di routine e viene ricordata più a lungo. La semplicità Il cliente apprende molto di più da una presentazione semplice che da una complessa. LA PRESENTAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 Far memorizzare i vantaggi Prospettare i vantaggi essenziali del prodotto all'inizio della presentazione e riepilogarli in chiusura. La ripetizione dei vantaggi del prodotto favorisce la memorizzazione. LA PRESENTAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 Pregi e difetti Una presentazione che contenga soltanto argomentazioni in favore del prodotto è genericamente più efficace con i clienti non particolarmente acculturati. Con un cliente più esperto (o non favorevole al prodotto/azienda) è preferibile una presentazione in cui vengano evidenziati pro e contro come dimostrazione di obiettività. Le referenze Citare ripetutamente altri clienti conosciuti che usano il nostro prodotto. LA PRESENTAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 Il linguaggio del corpo Il venditore deve servirsi costantemente del linguaggio del corpo per avvalorare ed accentuare quanto afferma verbalmente circa i vantaggi del prodotto o del servizio offerto. LA PRESENTAZIONE Il processo di vendita negli anni ’70 Il cliente cerca la soddisfazione ad un bisogno quindi chi compra non cerca un prodotto ma il modo in cui si sentirà usando il prodotto. Troppo spesso chi vende tende a concentrarsi sugli elementi tecnici dei prodotti, dimenticando il vantaggio che il cliente cerca. "La gente non compra un trapano ma … un foro nel muro." Theodore Levitt CARATTERISTICHE/VANTAGGI Il processo di vendita negli anni ’70 La caratteristica è la qualità che costituisce una nota distintiva del prodotto (bene o servizio). (caratteristica) “vede Sig. Belli noi adottiamo il sistema just in time” CARATTERISTICHE/VANTAGGI Il processo di vendita negli anni ’70 Il vantaggio consiste nel risultato generico che la caratteristica può portare a chiunque utilizzi il prodotto. (caratteristica) “vede Sig. Belli noi adottiamo il sistema just in time” (vantaggio) “ciò significa che possiamo effettuare 3 o anche 4 consegne al mese invece di 2 come l’azienda Dixer” CARATTERISTICHE/VANTAGGI Il processo di vendita negli anni ’70 Il beneficio è quanto costituisce motivo di convenienza specifica per il cliente, quindi può cambiare da persona a persona. (caratteristica) “vede Sig. Belli noi adottiamo il sistema just in time” (vantaggio) “ciò significa che possiamo effettuare 3 o anche 4 consegne al mese invece di 2 come l’azienda Dixer” (beneficio) “il risparmio finanziario per lei è del 4% annuo cioè una cifra che oscilla tra i 1.200 e i 3.300 euro all’anno” CARATTERISTICHE/VANTAGGI Il processo di vendita negli anni ’70 Il beneficio è personale, quindi invece che questo: “il risparmio finanziario per lei è del 4% annuo cioè una cifra che oscilla tra i 1.200 e i 3.300 euro all’anno” potrebbe essere questo: “così nel suo magazzino ci sarà più spazio per inserire altri prodotti ed aumentare il suo fatturato per cliente del 2% più o meno 18-20.000 euro ” CARATTERISTICHE/VANTAGGI Il processo di vendita negli anni ’70 La caratteristica “vede Sig. Belli noi adottiamo il sistema just in time” Il vantaggio “ciò significa che possiamo effettuare 3 o anche 4 consegne al mese invece di 2 come l’azienda Dixer” Il beneficio “il risparmio finanziario per lei è del 4% annuo cioè una cifra che oscilla tra i 1.200 e i 3.300 euro all’anno” LE OBIEZIONI Il processo di vendita negli anni ’70 L’obiezione è il mezzo attraverso il quale il cliente manifesta una sua resistenza. Le vendite senza superamento delle obiezioni sono rarissime e …..pericolose! (se non serve la consulenza non serve il venditore) L’obiezione non è un problema ma un’opportunità: obiezioni = informazioni = bisogni da soddisfare. SUPERARE LE OBIEZIONI Il processo di vendita negli anni ’70 Alcune regole di comportamento aiutano ad affrontare le obiezioni. 1) Ascoltare e dare importanza Significa ascoltare con le orecchie e con il corpo. Per il cliente quello che dice potrebbe essere molto importante. Occorre rispettare il suo punto di vista. Il cliente deve percepire che siamo seriamente interessati a capire le sue ragioni. Non dobbiamo interromperlo e non dobbiamo fare altre cose. SUPERARE LE OBIEZIONI Il processo di vendita negli anni ’70 2) Evitare le discussioni A volte le obiezioni vengono espresse in modo molto categorico e poco diplomatico. Non si deve pensare che sono un attacco a noi stessi. Evitare lo scontro (non si è lì per avere ragione ma per vendere). Cercare sempre la persuasione e la condivisione. Attenzione alla comunicazione verbale (evitare il “no”, usare formule coinvolgenti, ecc.). SUPERARE LE OBIEZIONI Il processo di vendita negli anni ’70 3) Dare una risposta rapida e sicura Non occorre dilungarsi. Si deve dare la sensazione che abbiamo la soluzione e siamo anche molto sicuri di questa 4) Riprendere la trattativa Non fare pause dopo aver dato la risposta. Il cliente non deve concentrarsi troppo sull’obiezione. La trattativa va ripresa da dove era stata interrotta. SUPERARE LE OBIEZIONI Il processo di vendita negli anni ’70 L’obiettivo principale è portare il cliente su un terreno costruttivo trasformare l’obiezione in un elemento di negoziazione. Obiezione (elemento negativo) Informazione (elemento positivo) Argomentazione (bisogno = soluzione) IL PROBLEMA DEL PREZZO Il processo di vendita negli anni ’70 Il prezzo è un problema … per chi? Capita spesso che chi vende sia il primo ad aver paura del prezzo Come lo si può convincere? Chi pensa che il suo prodotto sia caro come farà a convincere il cliente? IL PROBLEMA DEL PREZZO Il processo di vendita negli anni ’70 Il prezzo non si giustifica Il prezzo si motiva Se il cliente chiede il prezzo NON si deve cercare di rimandare IL PROBLEMA DEL PREZZO Il processo di vendita negli anni ’70 Tecnica del “pane e burro” il prezzo inserito tra due importanti benefici da mercoledì risparmierà 18 euro a settimana la stampante costa 970 euro e come ha visto recupera anche 3 ore a settimana di tempo IL PROBLEMA DEL PREZZO Il processo di vendita negli anni ’70 Tecnica della suddivisione Il prezzo suddiviso in unità molto più piccole invece di “costa 880 euro l’anno” si può dire: “costa solo 73 euro al mese” oppure: “costa appena 2.4 euro al giorno” IL PROBLEMA DEL PREZZO Il processo di vendita negli anni ’70 Tecnica del confronto Il prezzo è confrontato con il valore di acquisti che il cliente fa abitualmente senza alcuna preoccupazione. invece di “costa 720 euro l’anno” è meglio “costa appena 1,8 euro al giorno, meno di due caffè” IL PROBLEMA DEL PREZZO Il processo di vendita negli anni ’70 Tecnica dell’alternativa Se il cliente è indeciso tra due prodotti si motiva il costo maggiore con i maggiori vantaggi senza svalutare il prodotto di minore costo La stampante BTW riesce a fare 15 copie a colori in 8 secondi con soli 320 euro in più il modello HDW salva una copia su Hard Disk IL PROBLEMA DEL PREZZO Il processo di vendita negli anni ’70 Tecnica dei motivi primari ricordare motivi primari (sicurezza, sopravvivenza,…) “ con solo 860 euro in più il condizionatore fa viaggiare più concentrati e si arriva più rilassati e senza rischiare incidenti” LA CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 Presupposti per la chiusura Il venditore deve essere sicuro che l'offerta sia stata capita dal cliente. Nel cliente deve essere nato il desiderio e maturata la convinzione e chi vende deve saper riconoscere questi elementi. LA CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 La conclusione positiva di una trattativa non avviene a causa di parole segrete e formule magiche. La chiusura della trattativa deve essere la logica conclusione di un processo che è partito dalla preparazione del contatto con il cliente e si è sviluppato nelle fasi successive senza tralasciare nessun dettaglio. LE TECNICHE DI CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 Vediamo ora alcune tecniche … Quale è la migliore? La situazione deve essere valutata caso per caso e dipende dalle caratteristiche del cliente e da cosa è avvenuto nelle fasi precedenti. LE TECNICHE DI CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 Evitare parole preoccupanti Nella fase finale vanno assolutamente evitate frasi che generano o alimentano preoccupazione. Esempi: Vuole comprare? Lei potrà investire 4.360 Euro? Cosa ne direbbe di firmare? Ora è pienamente convinto? Ecc…….. LE TECNICHE DI CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 La chiusura diretta Si tratta della formula più semplice e più efficace. E' la logica conclusione di una presentazione che abbia dato vita ad alcune obiezioni valide, alle quali il venditore ha dato una risposta soddisfacente. Resta solo da chiudere l'ordine. LE TECNICHE DI CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 Chiusura presuntiva Si tratta di una chiusura basata su un atteggiamento che il venditore adotta sin dall'inizio della trattativa. Egli fa in modo d'inserire nel corso della presentazione frasi appositamente concepite del tipo: “dalla prossima settimana i suoi dipendenti risparmieranno un’ora al giorno di lavoro per fare le stesse stampe” Se il cliente non reagisce negativamente, l'ordine è molto probabile. LE TECNICHE DI CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 La chiusura su elementi secondari Se il cliente appare titubante, la decisione finale può risultare più facile trovando un accordo su alcuni elementi secondari: “quale forma di finanziamento preferisce?” LE TECNICHE DI CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 La chiusura per riepilogo Quando il venditore ritiene di aver completato la presentazione e replicato esaurientemente alle obiezioni del cliente, riepiloga sinteticamente i principali vantaggi/benefici del prodotto offerto. Poi passa alla richiesta dell'ordine, alla chiusura presuntiva o a qualsiasi altra tecnica che ritiene opportuna. LE TECNICHE DI CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 La chiusura per incentivo Questa è una tecnica piuttosto forzata e deve essere utilizzata solamente quando l'incentivo in questione non rientra in quelli normalmente utilizzati dall'azienda. L'incentivo deve rientrare nella sfera di discrezionalità del venditore che deve utilizzarlo esclusivamente come ultima spiaggia senza impostare su di esso tutta la trattativa, altrimenti ne vanifica l'utilità. LE TECNICHE DI CHIUSURA Il processo di vendita negli anni ’70 La chiusura per consenso L'uso di questa tecnica di chiusura morbida deve essere costruito sin dall'inizio della trattativa. Il venditore deve procurarsi il più alto numero di feed back positivi, utilizzando domande orientate che "obblighino" il cliente a trovarsi d'accordo. Dopo aver risposto più volte “si”, molti clienti, difficilmente riescono a dire “no”. Spesso questa tecnica viene associata a quella per riepilogo di caratteristiche/vantaggi/benefici.